Stadium n. 6-7/1958

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C. S. I PRESIDÊHZJ « Lo sport che non serve l’anima, non sarà che nn vano agitarsi di membra, una ostentazione di cadu­ ca avvenenza, una effimera gioia. Nel grande discorso di Cafarnao, volendo strappare i suoi ascoltatori dai loro sentimenti bassamente materialistici e condurli ad una in­ telligenza più spirituale, Gesù Cri­ sto formulò un principio generale: "Lo spirito è quello che vivifica, la carne a nulla giova”» (Io. 6, 64). (Dal discorso del S. Padre ai partecipanti al Congresso Scien­ tifico Nazionale dello Sport e dell’Educazione Fisica del 1952).

Direzìone Redazione Amministrazione - Roma Vìa della Conciliazione 1 L 555561 -550113

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Carnet di Sanze d’ Onix 9n

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Ritorna il ciclismo di NINO LOMBARDI Concessionaria esclusiva per la pub­ blicità* PUB LIA CI . Roma . Corso Vittorio Eman. n. 287 - Tei, 556.068 Costo d’inserz. L, 150 a mm. col Spedlzlone In atob. poetale gr On numero U 20

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

Anno XIII -II. 6-7 -Roma 20 Febbraio 1958

IL CONTRIBUTO DEL C. S. I. ALLO SVILUPPO DELLO SPORT DELLA NEVE

In archivio il “Criterium,, di Asiago Sauze ■ Sportima pronta per le gare ASIAGO, febbraio T| primo atto della rassegna annuale della neve I della nostra organizzazione, che comprende però 1 anche, da sempre ormai, il Criterium studentesco della neve si è svolto ad Asiago, sede di fortuna, agganciata in extremis per la penuria di neve che ha privato gli amici di Recoaro di un avvenimento a cui aspiravano da anni. La bella conca di Recoaro Mille, battuta dalla pioggia e più ancora da un noioso scirocco, è andata invece negli ultimi giorni man mano scoprendosi sino a rendere impossibile il tracciamento delle piste, costringendo la segreteria generale del CS1 sco. senz’altro il più qualificato a trasferire la complessa mac­ qualitativamente ed anche nu­ china organizzatrice nella vi­ mericamente se si vuole, per cina ed egualmente bella e fa­ le provincie ammesse, che sono scinosa Asiago, requisendo > senz'altro le più evolute in duecento posti necessari e campo sciistico. Basterà citare chiedendo, con la abituale toc­ Belluno. Bolzano, Pistoia, Tren­ cante rispondenza, la collabo- to, Brescia, Verona. Vicenza, razione dei dinamicissimi ami­ per comprendere l’importanza ci del CSI Asiago e della Unio­ dei confronti, mentre interes­ ne Sportiva Asiago. sante e volonterosa è stata la Corre tattavia l'obbligo pri­ partecipazione delle provincie ma di alzare il velario sulla deU’appennino centrale: Rieti, bianca cittadina (ma un tan­ Aquila, Campobasso, Pistoia, tino ombrata anche questa) Teramo. dell’Altipiano dei Sette Comuni Rispetto alle edizioni passa­ ringraziare egualmente Recoa­ te, occorre anzitutto dire che ro ed i suoi dirigenti per s’è avuto e visto un chiaro quanto avevano premurosamen­ miglioramento effettivo, una te allestito. In primo piano il maggior sicurezza di gara, ed Sindaco di Recoaro Col. Ci- un maggiore equilibrio persino prian. l’Assessore allo Sport ed tra valligiani e cittadini. La al Turismo Alberto Pozza, il cav. Del Pra. Gino Soldà, non­ qualcosa conferma la bontà ché l'on. Cappelletti ed il com- della iniziativa e la sua utilità, mendator Filiaci rispettiva­ specialmente nelle specialità mente Presidente e Direttore alpine che abbisognano di ur­ nuove leve, per rinfoltire delle Fonti Demaniali di Re­ genti i quadri delle stesse categorie coaro. Il repentino brusco trasferi­ federali. Nella prima giornata di ga­ mento non ha comunque por­ tato nocumento alcuno al pri­ re, preoccupati anche delle mo raduno nazionale studente- condizioni della neve che han-

In alto 1 cinque discesisti che hanno conquistato i primi posti nella prova di slalom gigante del « Criterium Stu­ dentesco della Neve ■ dispu­ tato ad Asiago, sorridono sod­ disfatti per l’esito della gara. Da sinistra a destra: Manlio Soldà, Bruno Mussner, Ro­ berto Morelli, vincitore, Otto Holzechet e Arrigo Piovan. A fianco Berloffa, primo classificato della prova di slalom speciale, riceve 1 premi

IL PRESIDENTE DEL C.O.N.I. HA MESSO A NUDO LE SINGOLE RESPONSABILITÀ

Molti i problemi ancora da risolvere

nel quadro organizzativo di Roma 1960 I PENSAVA che più d'uno dei cento ed oltre gior­ nalisti presenti alla Conferenza stampa al Foro Italico (preceduti da un autentico nugolo di fo­ tografi e cineasti che il Presidente del C.O.N.I. ha fatto cortesemente allontanare prima di iniziare il suo dire, anche perchè non aveva intenzione alcuna di sostituirsi o di essere scambiato per Gregory Peck o qualche altro divo dello schermo) portas­ sero a chissà quale ampia e calda discussione. Come sempre Invece Onesti, sereno e obiettivo, con­ dendo tuttavia la sua parola con lievi espressioni polemiche, sempre contenute nei limiti della più ortodossa garbatezza, ha esaurito con un sol colpo — con la lettura e la espressione o meglio illustrazione della sua stessa relazione — polemica e discussione. Ricordato come il CONI abbia presentato il 16 giugno del ’55 al Congresso di Parigi, al CIO. il piano orga­ degli appalti e delle relative nizzativo di larga massima per aste e sottolineando il partico­ la XVIII Olimpiade del 1960 lare che decine e decine di con l’assenso del Governo ita­ imprese sono state interpellate liano e del Comune di Roma, per i vari lavori. Le stesse ha sottolineato come la Giunta Commissioni di studio degli Esecutiva del C.O.N.I. già il impianti sono state composte 10 e VII ottobre dello stesso con elementi di alta esperienza anno fosse in grado di com­ in rappresentanza degli Enti pletare l'esame e di definire il che comunque hanno attinenza programma degli impianti olim­ con problemi del genere. Sic­ pici di Roma nelle linee gene­ ché la presenza dei dirigenti o rali, riservandosi l’esame e la dei responsabili del C.O.N.I, approvazione dei singoli pro­ in linea tecnica amministrativa getti mano a mano che il pro­ è pressoché nulla. gramma stesso veniva svilup­ pato. Veniva precisato dalla Giunta stessa come gli impian­ ti, ove possibile, dovevano es­ sere costruiti su • aree comu­ nali o demaniali » e che gli impianti stessi al termine dei La relazione precisa che Giochi venissero ceduti con op­ " tutti gli appalti fino ad ora portuna convenzione al Comu­ eseguiti non hanno dato luogo ne di Roma se costruiti su aree ad alcun rilievo cosà come comunali. Di conseguenza gli tutte le opere in corso sorgono impianti avrebbero avuto una su terreni demaniali. capienza limitata alle esigenze Soffermatosi brevemente sul­ della Capitale con eventuali att le ragioni della denominazione trezzature di tribune provvisò­ di •Stadio Flaminio • al vec­ rie per il periodo dei. Giochi. chio Stadio Nazionale o Sta­ Tali opere dovevano essere dio Torino, il Presidente del terminate con un certo antici­ C.O.N.I. ha osservato come nul­ po, allo scopo di consentire un la muterà anche in avvenire opportuno rodaggio. La Giunta nei confronti o meglio per il Esecutiva del C.O.N.I. provve­ ricordo dei Caduti di Superga, deva in proposito con la ricer­ al quale lo Stadio stesso con­ ca dei terreni idonei, gli ac­ tinuerà ad essere dedicato. cordi con il Comune e l'E.U.R. Terminato con assoluta tran­ la progettazione degli impianti quillità il Palazzetto dello Sport principali e dei sussidiari, la a Viale Tiziano, sono ora in compilazione dei preventivi per piena lavorazione seguenti i progetti esecutivi, il contatto impianti: con le federazioni internazio­ 1) Stadio Flaminio in Viale nali per l’approvazione tecnica, Tiziano — iniziati i lavori il sportiva e degli Enti pubblici 1. luglio 1957 e probabile ulti­ per l'approvazione dei proget­ mazione ai primi dell’anno 1959. ti in genere, demandando infi­ 2) Stadio del Nuoto al Foro ne il tutto all’approvazione del Italico — iniziati i lavori il Consiglio Superiore dei Lavori 10 agosto 1957 c probabile ul­ Pubblici per i relativi preven­ timazione all'inizio dell'estate tivi di spese e le modalità di 1959. appalto. 3) Velodromo Olimpico alL’avv. Onesti si è soffermato l'E.U.R. — iniziati i lavori il in particolare su questo com­ 2 dicembre 1957 e probabile plesso lavoro preliminare, av­ termine nella primavera del vertendo la Stampa presente I960. come i competenti uffici tecni­ 4> Palazzo dello Sport alci siano a disposizione per mo­ l’E.U.R. — iniziati i lavori il strare con minuziosa scrupolo­ 2 dicembre 1957 e probabile sità l’incartamento relativo at­ termine nella primavera del testante la chiara procedura 1960.

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Impianti in costruzione

5) Porticciuoli di Napoli per le regate veliche — in accordo con il Ministero dei LL.PP., e da questi direttamente proget­ tati ed appaltati con un con­ corso di 250 milioni da parte del C.O.N.I., sono stati iniziati i lavori al Molo di Posillipo; è imminente l’inìzio dei lavori al Molosiglio ed entro il 1958 avranno inizio anche quelli per il Molo S. Lucia e di Mergellina. Tutte le opere dunque che richiedono per la loro esecu­ zione un periodo di tempo su­ periore ai 18 mesi sono già in cantiere. Saranno completate con le opere sussidiarie per il calcio e l'hockey; la grande zo­ na sportiva dell’Acqua Acetosa, quella di Via delle Tre Fonta­ ne antistante l'E.U.R.. i campi e la zona militare di Tor di Quinto, il rifacimento dello Stadio dei Marmi, rimpianto di Ostia e quanto altro neces­ sita per l'attrezzatura tecnica dei Giochi. Sicché saranno al più presto realizzati anche il poligono per il tiro a volo ed il tiro a segno ed imminente ormai la decisione per il campo di regate per il canottaggio e la canoa. Questi ultimi impianti come la località per le prove di ginnastica maschile e fem­ minile, saranno egualmente precisati al più presto. Posto l'accento sul campo di regata, l'attenzione dei presenti si è fatta più intensa, chè sono note le vicende di quella che passa ormai per la • battaglia dei laghi ». L'avv. Onesti ha precisato come in un primo momento, dovendo fronteggiare la richiesta del C.I.O. e della Federazione Intemazionale, il C.O.N.I. abbia dovuto presen­ tare il progetto del Lago di Castelgandolfo, facendo invo­ lontariamente acquisire a que­ sto un diritto di priorità. Suc­ cessivamente su insistente ri­ chiesta della Federazione Ita­ liana di Canottaggio e per l’in­ teressamento dei Comuni, di Nemi e di Sabaudia, il C.O.N.I. ha chiesto ad un’apposita Com­ missione Tecnica di vagliare uno speciale studio accettando anche la richiesta più volte presentata dalla F.C.I. della creazione di un bacino artifi­ ciale alla Magliana. Il Presi­ dente del C.O.N.I. ha illustrato i vari progetti, soffermandosi anzitutto sul campo di Castel­ gandolfo, che deve ormai rite­ nersi tecnicamente idoneo ai fini sportivi grazie alla sua lunga storia di tante competi­ zioni remiere ed alla bellezza della sua verde cornice che ne. fa una sede degna di qual­ siasi Olimpiade. Non ha man­ cato, con sincerità, di mettere in evidenza le dubbie condi­ zioni atmosferiche e le fre­

quenti anomalie, osservando comunque che le possibilità di rinvio di qualche manifestazio­ ne sono comuni a tutti gli im­ pianti all'aperto. Castelgandol­ fo è comunque nettamente mi­ gliore della soluzione offerta dal Tamigi a Londra da Meilahti ad Elsinki e da Ballarat a Melbourne. Il problema di Castelgandol­ fo non richiede tuttavia solo una soluzione tecnica bensì an­ che quella della viabilità e dell'esproprio dei terreni, vuoi per le strade come per gli impianti fissi. Il preventivo spese solo per quanto riguarda il C.O.N.I, prevede un’uscita di circa 345 milioni, alla quale pare debba aggiungersi quasi un mi­ liardo che dovrebbe essere a carico dello Stato o delle va­ rie ramificazioni di questo per le strade e gli espropri. Da parte sua Sabaudia pre­ senta più difficoltà di quanto non possa sembrare a prima vista, sicché è stato classificato dalla F.I.C. ad un livello infe­ riore alle altre soluzioni; anzi-

tutto per la distanza da Roma (e le Federazioni protestarono a lungo a Melbourne per la lontananza di Ballerai) quindi per la situazione tecnica e le corsie poste a ridosso delle du­ ne verso il mare non assicu­ rando eguale rendimento a tut­ ti gli equipaggi; infine la ne­ cessità di un altro villaggio olimpico essendo insufficiente l'attuale sistemazione logistica in zona militare. Infine, le spe­ se necessarie per le opere di approntamento richiederebbero 215 milioni senza la parte logi­ stica ed avrebbero carattere provvisorio. Nemi é stato ta­ gliato fuori con poche battute chè non si può pensare di sfondare una montagna per far posto ad un... ramo del lago. E’ rimasto invece sul tappeto, ma abbiamo la sensazione che finirà per cedere il passo a .Castelgandolfo, il progetto del­ la Mugliano, lanciato da un vecchio canottiere Mario PecN. B.

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Nelle appassionanti gare disputate Sull’Altipiano dei Sette Schrott (Scuola Arte Bolzano), SLALOM GIGANTE: Morelli SLALOM SPECIALE: Berloffa (Istituto Industriale Trento) Bolzano l’affermazione nella staffetta 3x5 chilometri no richiesto un autentico tour de force per l’approntamento delle piste, vuoi di fondo come di discesa (e specialmente que­ ste tracciate sul costone del Kaberlaba, oggi attrezzatissimo con moderni numerosi im­ pianti di risalita) i nostri diri­ genti tecnici (Dattilo, Bonarelli, Carli, coadiuvati da Arduini, Lievore, Mario Benetti dal pro­ fessor Marco Stefani Presiden­ te dell’Azienda Autonoma di soggiorno e turismo, e ancora dall'Assessore ai Lavori cava­ liere Pallante Pesavento che ha messo a disposizione le molte decine di uomini necessari gui­ dati da Carlo Stefani, impa­ reggiabile * mago » delle piste e dei percorsi, Titta Costa Pre­ sidente dell’U.S.A. e Ugo dal Sasso presidente del CSI Asia­ go) hanno deciso di far svol­ gere, come da programma del resto le due prove di slalom, speciale e gigante e la gara di fondo. Prove affollate e serra­ te per spirito combattivo e per qualità dei competitori. Una giornata piena, quindi, la prima, iniziata di buon mat­ tino con la .prova di fondo, per utilizzare le migliori condi­ zioni della neve. Quando si parla di fondo nelle competi­ zioni giovanili si parla prati­ camente di Brescia (Pentodi-, legno), di Bolzano (Val Gar­ dena) e soprattutto di Vicenza, quindi di Asiago, chè quassù sci vuol dire per nove decimi fondo. I primi nove posti sono stati infatti monopolizzati dalle rappresentative dei tre Prov­ veditorati agli Studi, in virtù anche dello spirito notevole del settore sportivo scolastico. Tutte le altre provincie hanno dovuto accontentarsi degli al­ tri posti in graduatoria. Il vincitore Vincenzo Schrott, un giovanissimo falegname di Ortisei (frequenta la famosa scuola d’arte) è una vecchia conoscenza del * criterium • essendo terminato lo scorso an­ no al terzo posto. Ha bruciato tuttavìa le tappe in questa sta­ gione infilando in gare giova­ nili e júniores, ben sette vit­ torie, tra le quali spicca natu­ ralmente di luce maggiore que­ sta di Asiago. I padroni di casa. Bruno Magnabosco e Pillan terminati a ridosso l'uno dal­ l’altro han dovuto accontentar­ si delle piazze d’onore. Un boc­ cone amaro da ingoiare, chè quando gli asiaghesi perdono una gara di fondo è come se accadesse chissà quale tragedia in famiglia; e peggio i bre­ sciani di Ponte di Legno, Cat­ taneo e Rossi Pierluigi (pa­ rente stretto di Pietro Rossi vincitore dello scorso anno). In questa prova se la sono cavata egregiamente i ragazzi di Cam­ pobasso (Comegna, Di Tanna e Sozio) e di Aquila (De Paolis, Lucantonio e Spennati). Ci si attendeva di più da Kost­ ner (Bolzano) che pare abbia avuto una incertezza di per­ corso, anche perchè ha fatto da battistrada. Si pensava che Vicenza po-

DOMINATI DAGLI ALLIEVI DEL C.S.I. I CAMPIONATI F.I.D.A.L

A Rocca e Pieri i titoli federali R1.M1 successi in campo na­ zionale dei giovanissimi prodotti delle nostre leve di corsa campestre. Domenica scorsa sono stati disputati, nelle tre sedi di Carpi per il Nord, Roma per il Centro e Napoli per il Sud, i Campionati Nazio­ nali federali di corsa campestre per la categoria « allievi ». Ben due di questi campionati hanno veduto l’affermazione di elemen­ ti del CSI, che probabilmente disputeranno anche la finale del nostro Campionato Nazionale in programma il 30 marzo prossimo. Il genovese Aldo Rocca a Car1 i ed il lucchese Pieri a Re­ ma hanno conseguito le prime brillanti vittorie dell’atletica CSI in campo federale per il 1958. Ed il fatto che queste sia­ no venute ancora [rima | rima della conclusione dello stesso nostro campionato nazionale di corsa campestre, non è altro che una conferma della bontà e dell’ef-

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ficacia del lavoro compiuto dai nostri dirigenti periferici. Aldo Rocca, ancora giovanis­ simo, è già notissimo a Genova per aver ottenuto una notevole serie di successi non soltanto nelle prove del Campionato CSI, ma anche nelle gare a carattere federale, nelle quali ha dimo­ strato chiaramente di non ave­ re rivali della sua stessa età. A proposito di Rocca, vale la pena ricordare in questa sede che il fratello maggiore Umber­ to sarà chiamato quest’anno dal Comitato di Genova a disputare la nostra finale nazionale: e c’è da riconoscere fin d’ora in lui uno dei maggiori favoriti del no­ stro campionato. Quanto a Pieri del CSI Luc­ ca .appartiene ad un altro Co­ mitato che fa della corsa cam­ pestre una delle sue attività più sviluppate ed è pertanto senza sorpresa che il suo successo è scaturito dalla gara romana. A dare alla nostra doppia af­

fermazione un tono di vero e proprio trionfo e di evidente superiorità sugli altri sodalizi che hanno aderito al Campio­ nato Nazionale « allievi » della FIDAL, ci sono i due secondi posti conseguiti sia a Carpi che a Roma da altri due atleti del CSI: il milanese della Riccardi Rotta ha infatti seguito il « castellettino » Rocca, menti e a Ro­ ma Pieri è stato seguito da Ca­ stagna, tesserato per la rappre­ sentativa del Comitato della Ca­ pitale. Come s’è detto, qualcuno dei nomi che hanno dato vita ai Campionati « allievi » di dome­ nica scorsa non è da escludere che possa essere ritnovato alla finale del nostro Campionato Nazionale, anche se questa si presenterà particolarmente più dura in quanto verrà disputata su una distanza doppia. ComunS. G.

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tesse e dovesse rifarsi neUa staffetta, sempre brillante e spettacolare e invece le poco buone condizioni fisiche di Magnabosco Giorgio hanno pregiudicato l'intera formazio­ ne, sicché già alla prima fra­ zione Bolzano assumeva prepo­ tentemente il comando della gara con Kostner (che doveva risultare il migliore frazioni­ sta) tenendo alle calcagna Pier Luigi Rossi di Brescia. Gli al­ tri praticamente erano già al quinto chilometro, al termine della prima frazione, fuori cau­ sa, senza possibilità di recupe­ ro. Ha tentato ad onore del vero riawicinarsi ai due primi (Bolzano e Brescia) il veloce e tenace Pillan di Vicenza, ma nell’ultima frazione Bruno Ma­ gnabosco non era assolutamen­ te in grado di reggere al con­ fronto con lo scatenato Schrott, che distanziava sensibilmente anche il bresciano Geremia Cattaneo. Nel complesso dunque netta superiorità dei gardenesi nelle prove nordiche mentre equili­ brio, con qualche colpo di sce­ na nelle gare Alpine. Queste hanno richiesto agli organizza­ tori lo sforzo tecnico maggio­ re per l’allestimento, come di-

Comuni questi i vincitori: FONDO: (Istituto Tecnico Tartaglia-Brescia), - Al Provveditorato agli Studi di con Kostner, Gabrielli e Schrott

cevo, delle piste. Per buona fortuna l’ultima notte prima delle gare ha gelato consenten­ do il consolidamento della mol­ ta neve portata a braccia per rimbiancare la « direttissima » del Kaberlaba, dove si è svolto tanto lo slalom gigante (in ef­ fetti una autentica discesa con­ trollata, con undici non insi­ diose porte) quanto lo slalom speciale (un tantino più ab­ bondante del normale, proprio per la necessità della pista con 46 porte, talune insidiose). Una cinquantina di concor­ renti — a conferma della pre­ ferenza che gli studenti hanno per le prove alpine piuttosto che le gare di fondo, sicché v’è da sperare nel rinsangua­ mento de! le file federali nel breve volgere di pochi anni — hanno preso parte alla gara di slalom gigante. Risultato tecni­ co brillante anche qui in quan­ to ima decina di atleti sono terminati nello spazio di 3”5/10. Bolzano si è imposto collet­ tivamente ma i gardenesi Mussner e Holzecht come Petemader hanno dovuto accettare la prova maiuscola del bresciano Roberto Morelli, due volte se­ condo nelle due ultime edizioni del Criterium della neve: un

colosso di 85 chili abbondanti fuori statura si può dire che sa sfruttare brillantemente il proprio peso ma che è anche in possesso di un ecceUente stile acquisito alla scuola na­ zionale di Madesimo diretta la scorsa primavera da Zeno Colò. Ai due altoatesini sono toccati i primi posti d’onore, gli altri due essendo andati a pari me­ rito a Manlio Soldà — il gio­ vane figlio del grande alpini­ sta Gino Soldà presente alle gare anche se con una gamba ingessata — ed a Arrigo Piovan altro vicentino. Quarantotto partiti e 28 ar­ rivati: risultato tecnico ecce­ zionale, così diverso comun­ que da quello dello slalom spe­ ciale, poiché il tracciato com­ plesso della prova pomeridiana ha provocato una automatica selezione, in quanto più d'uno s’è trovato in sede di classifi­ ca eliminato per squalifica, per aver saltato almeno una porta. Tra questi nientemeno che Petemader che in un primo mo­ mento anche la stampa aveva dato vincitore, in quanto non si pensava nel vederlo scendeNATALE BERTUCCO

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PRIMA IDEA ALLA NOSTRA « CROCIATA >

LA FEBBRE DEL VOLANTE (ovvero: la peste d’oggi) La nostra crociata per disciplinare la circolazione motoristica rivolta par­ ticolarmente alla educazione stradale dei giovani è stata accolta con vivo interesse in ogni provincia. Molte di queste vanno studiando iniziative sulle quali avremo occasione di tornare nei prossimi numeri. Concediamo intanto un po’ del nostro spazio ad uno scritto inviatoci dal dott. Carlo Contini di Carpi il quale ha centrato l'argomento soffermandosi sulla necessità di creare un'antinfortunistica del volante.

E i giornali uscissero in edizione stra­ ordinaria recando la notizia di una epidemia che uccide nel mondo 1500 persone al giorno saremmo presi da un senso di gelo e di sgomento. Si invocherebbero subito a gran voce dai Governi e dagli Enti la messa in opera delle misure più energiche atte a stroncare il flagello. Questa peste esiste, ogni giorno uccide nel modo 1500 persone, in maggior parte giovani, nel pieno vigore delle forze e nel pieno rendimento della capacità lavorativa Si tratta di una peste provocata non da microbi o virus ma dalla scienza e soprat­ tutto dalla incoscienza dell'uomo. Al primo posto delle statistiche delle cause di morte non c’è più la tubercolosi, il cancro o la malattia cardiocircolatoria... Il primo posto delle cause di morte non è più tenuto da virus o bacilli ma da un motore, da una macchina, da una velocità. Leggiamo il giornale e siamo ormai abi­ tuati alle notizie quotidiane degli incidenti stradali... Due, tre, dieci morti... cinquan­ ta... sessanta feriti al giorno non ci im­ pressionano! Voltiamo pagina e cerchiamo tranquillamente le notizie sportive. Nessuna edizione straordinaria, nessuna emozione da parte nostra.,. Si diceva un tempo: «Ne uccide più la gola che la spada ». Ora possiamo dire senza tema di smentita: «Ne uccide più la strada che la gola le guerre e tutti i microbi assieme ». La nostra indifferenza si tramuterebbe in qualcosa di molto simile all’angoscia se direttamente, coi nostri occhi potessimo renderci conto delle spaventose tragedie che si nascondono dietro a due o tre aride righe di crornca. Basterebbe che potessi­ mo entrare in certe stanze dei reparti di pronto soccorso e di chirurgia davanti alle quali un cartello ammonisce « Divieto di visita ». Una frattura al cranio e questo giovane studente universitario fino a poco tempo fa brillante e pieno di vita è rimasto per venti giorni in completa incoscienza poi si è « svegliato »... ma quale agghiacciante constatazione per i famigliari e gli amici! Al posto del giovane intelligente che tutti conoscevano vi è un essere con lo sviluppo mentale di un bambino che urla e bal­ betta parole incomprensibili! Quel giovane sedendosi al volante aveva detto: «Torno subito » aveva sorriso e aveva premuto l’accelatore. E coloro che vengono risparmiati e re­ stano senza braccia, ciechi, epilettici, sfi­ gurati in viso, paralizzati, incapaci a qualsiasi lavoro? Chi potrebbe fare un calcolo dei danni materiali e morali conseguenti agli infortuni stradali? Nessuno. Interventi a catena, pellegrinaggio da ospedale ad ospedale da un’aula giudiziaria all’altra.

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I parole se ne sono ormai spese molte ma non sono mai troppe... I fatti in­ tanto sono quelli che urgono. Limi­ tiamoci ai soli incidenti automobilistici: consideriamo quello che diventa l’interno di una vettura al momento dello scontro. Tutti gli aggeggi più o meno cromati che hanno sollecitato la vanità del compratore, tutte le leve e i corpi sporgenti diventano altrettanti coltelli che lacerano, mazze che (specialmente quelle del rompono cranio ! ). Le case produttrici sanno per esperienza che il tal tipo di automobile con due superbe pinne posteriori e quattro fari (due dei quali perfettamente inutili) avrà mag­ giori probabilità di essere acquistato che una macchina di apparenza modesta la quale possegga molti requisiti per proteg­ gere chi è nel suo abitacolo da urti.

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I è tutta una antinfortunistica che si preoccupa di rendere meno frequenti e gravi gli infortuni sul lavoro me­ diante opportuni accorgimenti di protezio­ ne. L’automobile per la stragrande mag; gioranza degli utenti della strada non è forse uno strumento di lavoro? Per quale motivo l’antinfortunistica non deve preoccuparsi — invocando opportune leggi — affinché vengano escogitate e at­ tuate tutte quelle misure atte a salvaguar­ dare la vita deirautomobìlista — il più possibile — in caso di incidente? Nelle fabbriche di automobili vicino al disegnatore di « dream-car (o macchine so­ gno) ci siano anche specialisti per attuare tutti gli accorgimenti atti a rendere meno disastrose le conseguenze di uno scontro. Il settanta per cento dei decessi da infor­ tunio stradale — si tenga bene a mente questa percentuale — è data da lesioni dei

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A tutta una industria che fornisce agli : automobilisti centinaia di aggeggi cromati che al momento di uno scontro si trasfor­ mano in tanti micidiali proiettili subentri anche una industria per la protezione ef­ fettiva di chi si mette al volante. Il volante in materia plastica, elastico (come quello di una macchina francese l'asse del volante rivestito come il cru­ scotto i telai del finestrino e il tetto ^di uno strato notevole di gomma (tipo gomma piuma) sarebbero sufficienti intanto a ri­ durre questa spaventosa percentuale delle lesioni craniche. La solita frase che il numero delle auto­ mobili è troppo grande per la caPie^ delle strade ha un valore molto relativo come è già stato dimostrato. Per diminuire il numero degli incidenti vengano intanto attuate queste due misure. 1) limite di velocità (gli incidenti gra­ zie a questa saggia norma sono diminuiti ì in Germania di circa il 20% ): 2) attuazione delle più razionali mi­ sure di sicurezza nell'abitacolo. CARLO CONTINI


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