Stadium n. 8/1955

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Direttore: LUIGI GEDDA

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In questo numero: Decennio C.S.I. - Proteggerà il loro ardi­ mento, di L. G. - Lo sport tra i ragazzi, di Aldo Notarlo - I tre fatti immorali del calcio, di Filippo Muzj - Brillante il bilancio azzurro ai Giuochi del Mediterraneo, di Baldo Moro - L* < e solo » di Bonatti - Vitalità spirituale dell’atletica, di Naber - L’ul­ tima prodezza di Angelo Romani, di B. M. - Rigoglioso il vivaio dei « pistards » italiani, di Nino Lombardi - Due stupendi vinci­ tori: Stan Ockers e Sante Ranucci - Fiuggi nel raggio olimpico La' yalutazione genetica dell’atletica, del prof. Luigi Gedda - Per Costruire le piste di pattinaggio - Periscopio - Olimpia

X • N. 8

AGOSTO-SETTEMBRE 1955


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20 .Maggio 19-15, Pentecoste: Nella maestosità del cortile di San Damaso il discorso che rappresenta ancor oggi, per lo sport, il codice morale e spirituale

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11 Centro Sportivo Italiano mobilita la sua or­ ganizzazione centrale e periferica per dar vita ad un avvenimento che resterà forse unico negli an­ nali della storia dello sport. A conclusione di una imponente attività svolta nelle varie provincie d’Italia per la celebrazione del Decennio di costituzione dello stesso Ente, converranno a Roma da ogni parte d’Italia gli aderenti all’organizzazione Sportiva Cattolica per rendere omaggio al « Papa degli Sportivi » con una. serie di originali e brillanti manifestazioni a carattere associativo-sportivo e agonistico anche sul piano internazionale. Basta dare una scorsa alle prime adesioni per comprendere l’imponenza del raduno: 350 atleti di Catanzaro, 1200 di Genova, 4000 di Napoli, 800 di Rimini, 650 di Viterbo, 200 di Taranto, 150

di Ernia, e l’elenco potrebbe proseguire anche con centri minori dove funzionano per l’appunto Co­ mitati Zonali del CSI efficientissimi: 150 di Feltre, 100 di Altamura, 150 di Patti, 300 di Ariano Irpino, 200 di Magliano Sabina. Si tratta, inten­ diamoci bene, di adesioni per il momento pura­ mente indicative destinate ad aumentare sensibil­ mente, data l’entusiastica rispondenza in ogni dove di sportivi cattolici e delle Associazioni sportive in genere. Un autentico successo dunque di par­ tecipazione. Il fascino che emana il nome di Roma - e l’irresistibile richiamo del Centro del Cattolice­ simo sono fattori determinanti per la più impo­ nente riuscita del Convegno. Ciò premesso riteniamo utile ed interessante illustrare brevemente agli ascoltatori il ma dell'avvenimento che costituisce jrffa vasta rcs-----

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segna polisportiva a largo raggio delle molteplici specialità agonistiche praticate dagli atleti del Centro Sportivo Italiano. Gli impianti sportivi della Capitale saranno teatro di numerose compe­ tizioni riservate alle rappresentative regionali e provinciali che daranno vita ad una serie di in­ contri di calcio, pallacanestro, pallavolo, bocce, scherma, ciclismo su pista, pattinaggio, nuoto.

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Oltre a tali competizioni agonistiche avranno luogo due importanti rassegne del massimo inte­ resse propagandistico e sportivo che richiameran­ no l’attenzione dei convegnisti e dell’intera citta­ dinanza: le finali nazionali dei Campionati di Atletica Leggera ed il Criterium Ciclo-motoristico giovanile delle Nazioni. Alla rassegna atletica parteciperanno oltre 600 concorrenti qualificati attraverso le numerose prove di selezione dei Cam­ pionati Provinciali, disputate nei mesi scorsi. Pren­ deranno parte al Criterium Ciclo-motoristico del­ le Nazioni i giovani corridori professionisti che non hanno superato il 25" anno di età di Francia, Belgio, Olanda, Svizzera e Spagna e logicamente d'Italia. Il Criterium si svolgerà in tre prove: la prima prova il sabato 8 ottobre su strada su percorso di 100 Km. nella zona dei Castelli Romani; la se­ conda e la terza in circuito nella zona di Caracalla, con ingresso libero per la cittadinanza ro­ mana e per gli ospiti graditi e comprenderanno una australiana tra le sei squadre partecipanti ed una prova individuale su 30 Km., in linea, dietro motociclette allenatrici. Nella notte di sabato 8 ottobre gli atleti assi­ steranno alla Santa Messa che verrà celebrata al Colosseo. Nella stessa località il Presidente del C.S.I. prof. Luigi Gedda ed il Presidente Centrale della Gioventù Italiana Cattolica, dott. Enrico Vinci, terranno i discorsi celebrativi. Numerose iniziative locali degne di rilievo da­ ranno all’avvenimento una cornice di particolare e vivo colore sportivo. Nella mattinata di dome­ nica la cittadinanza romana assisterà al corteo de­ gli atleti del Centro Sportivo Italiano che si por­ teranno da piazza Esedra, schierati con le carat­ teristiche divise sportive, a piazza San Pietro.

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Prenderanno infatti parte alla sfilata le rappresen­ tanze provinciali e non mancheranno caratteristici aspetti dello sport attraverso i tempi. In apertura del Corteo saranno logicamente gli atleti cresciuti nelle file del CSI che hanno già avuto l’altissimo onore di vestire la maglia az­ zurra; compariranno i giovani delle varie specia­ lità: ciclisti, cestisti, sciatori, atleti, calciatori ed altri, come Riminucci, Ninchi, Minelli, Romani, Moser, Fallarmi e Godra, Delladio, Jacob, Monguzzi, Tolin, D’Asnach, Ghiselli, Lavelli, Conti, Pivatelli, Manie e Fabbri e tanti altri. Con questi saranno però anche le vecchie glorie dello sport cattolico; la sfilata durerà a lungo in quanto ad essa prenderanno parte decine di migliaia di atleti. L’avvenimento toccherà lo « zenith » nella maestosità della piazza San Pietro dove conver­ ranno anche le massime Autorità del Governo, del Parlamento e dello Sport, con le rappresen­ tanze ufficiali delle Federazioni nazionali per ren­ dere anch’esse omaggio, con la schiera immensa degli atleti del CSI, al S. Padre.

E’ probabile che davanti al Sommo Pontefice atleti delle varie discipline si esibiscano in una breve accademia polisportiva. Sarà possibile nella prossima settimana conoscere i dettagli del gran­ de raduno che costituisce per il CSI il traguardo dei primi dieci anni di vita ma anche le cose di partenza per l’attività futura che si svolgerà su più vasto raggio. E così, come le parole del S. Padre nell’indi­ menticabile mattino della Pentecoste del 1945 diede al CSI, ancora allo stato embrionale, il luminoso avvio, quelle che Pio XII, Papa degli Sportivi, pronuncerà nella maestosità della piazza prospicentc il Tempio di Pietro il 9 ottobre, costituiranno per la grande famiglia dello sport cattolico l’inconfon­ dibile binario su cui proseguirà spedito e fecondo il suo cammino facendo dello sport autentico stru­ mento di apostolato cristiano. Per cui davvero il quinquennio di vigilia olimpica in Roma non po­ trebbe avere e desiderare una più elevata spiri„ tuale introduzione.

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7’r« le discipline sportive alle quali i giovani, e non soltanto i giovani, si sentono portati per quel senso di ardimento e di vita che infiamma e fa gioire di un'in­ tima e inqualificabile soddisfazio­ ne personale, lo sci e forse in pri­ missimo piano. E’è nella sua pra­ tica una dolce ebrezza, la pienez­ za detrazione fisica che richiede ardimento e che talvolta raggiun­ ge quando non sorpassa il limite del rischio. Lo sci ha il suo regno come l’al­ pinismo nelle alte valli, nei pia­ nori immacolati, si/ in alto dove la natura esprime motivi nuovi sconosciuti <dle genti della pianu­ ra e delle città. Ed è proprio il desiderio di evadere dalla cit­ tà, di ascendere con il corpo e lo spirito che ha fatto nascere l’alpinismo, lo sport solitario, poco conosciuto e comunque non su ffi ci en tem en t e apprezzato in Italia, anche se può essere COÌlsiderato la disciplina madre, con la ginnastica, dell'attività fisico ri­ creativa più che fìsico agonistica, che i traguardi alpini e montani non vengono misurati, col metro e con il cronometro, semmai con quella, ideale e tecnica insieme, scala delle difficoltà rappresenta­ ta per l’appunto dalla progressio­ ne dei sei gradi alpinistici. Ma gli alpinisti veri, lo stesso benemeri­ to Club Alpino Italiano carico di gloria e di leggendarie imprese — come non ricordare l’idi ima su­ perba ascensione del K 2 che rias­ sume e supera ogni più ardita im­ presa. (Fogni tempo? — non par­ lano di agonismo, non ne voglio­ no sentir parlare. Ed hanno ra­ gione in fondo in quanto l'uomo pur vincendo le avversità dei monti, i cento ostacoli, pur affron­ tando le impervie pareti e le in­ sidiose erodi' dolomitiche e alpi­ ne, sa di non poter sfidare la. na­ tura. AH’Alpinista vero è sufficien­ te ad appagare il suo ardimento la gioia che gli procura il contat­ to con la montagna, l'ascesa verso la vetta, l’avvicinamento a Dio. Lo sci è per l’appunto un deri­ vato dell’alpinismo, una estrinse­ cazione di questo che, così come i nordici dovettero studiare nei se­ coli un mezzo per percorrere le immense distese bianche, e venne­ ro alla luce i pattini da neve e le

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.ibi Riproduzione della artistica pergamena recante il Breve Pontifìcio che proclama la « Madonna delle Grazie di Folgaria » Celeste Patrona deeli sciatori d’Italia

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st'allitosfera di purezza e di sem­ plicità. Se Pio XI ha avuto per la mon­ tagna e gli alpinisti particolare predilezione, ratinale Pontefice con grande paterno animo ha compreso l’evolversi dello sport, la metamorfosi rii questo eccezio­ nale fenomeno inseritosi nella vi­ ta e nei costumi dei Paesi civili, nel mondo intero, si può dire con esplodente baldanza. Ed ha intra­ visto nella pratica stessa delle branche agonistiche le più dispa­ rate l'esemplare antidoto alla vita moderna, all usura del tempo e de/ corpo per chiunque svolga una attività fìsica. .Ma lo sport è assai di più per i giovani: è scuola di sacrifìcio e di vita, di lealtà e di coraggio . Pio XII ha potenziato lo sport approvando anzitutto con I istituzione del Centro Sportivo Italiano il rifiorire di quello sport cattolico organizzato, che è stato propugnatore dell'attività agoni­ stica sportiva in Italia già all’ini­ zio del secolo, a conferma di quanto sia sempre stata a cuore alla Chiesa in ogni tempo la cura de! corpo, non il culto de! corpo.

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La dolce, serena visione della Madonna di Folgaria nella cripta del Santuario trentino. La Patrona degli sciatori benedirà, di lassù, le ardi­ mentose gesta delle « frecce » della neve

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slitte, gli alpinisti all’inizio di questo prestigioso secolo furono costretti a ricorrere anche nelle ascensioni estive a degli strumen­ ti per superare i ghiacciai e i cana­ loni nevosi. I pionieri dello sci hanno oggi falangi di adepti, de­ cine, centinaia di migliaia, milio­ ni nel mondo per il fascino e il diletto che dà il sapersi destreg­ giare con gli sci sulla neve, nelle vertiginose discese. La gioventù ha accolto e fatto proprio l’invito del

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Papa degli alpinisti, del Papa del­ la montagna-. « far di mia vita una costante ascesa» (Pio XI). E non è solo ascesa fisica quella di coloro che vanno in montagna per far dell'alpinismo o dello sci; è anche ascesa morale, elevazione dello spirito, vero è che più inti­ ma e cristiana appare la gente, dei monti, più buona, più umana. Sic­ ché anche coloro che si portano in montagna quasi inavvertita­ mente si sentono attratti da que-

Questo il Santo Padre ha detto con parola di sublime, eccezionale Maestro, che scaturisce limpidis­ sima e serena dalle Sue Auguste labbra via via che gli sportivi e gli educatori fisici e gli atleti, i calciatori, i ciclisti, i cacciatori, i semplici buoni bocciofili, gli alpi­ nisti. sono andati a Lui e si sono prostrati ai Suoi piedi per rice­ vere con la Benedizione, lo spro­ ne e l’indirizzo per la loro vita dinamica ed agonistica. Ed a tutti ha ricordato con i compiti e le leggi dello sport, che mai alcuno prima di Lui aveva così' sapientemente. e saggiamente definito ed inquadrato, i doveri del cristiano, del dirigente, dell'educatore, del­ l’atleta, dello sportivo. Sicché ben presto anche questo ptdsante fe­ nomeno della vita di oggi, al qua­ le sono collegati tanti problemi sociali, di lavoro, di turismo, di movimento di masse, di produzio­ ne e di consumo, ha avuto l’affiatiamento di una assistenza spiri­ tuale e cristiana. Perché lo spor­ tivo, il praticante in ispecie, non sia soltanto espressione, di forza bruta, di cruda tecnica, ma sappia


trarre dalla fede, dalla forza in­ teriore l'alimento che tonifica e alimenta la volontà. /? non abbia il timore di svolgere le sue pra­ tiche religiose e dedichi anzitutto la domenica al Signore. Ogni sport, si può dire, ha or­ mai il proprio Santo Patrono, ma chissà perché le attività piu peri­ colose, quelle il cui rischio è per­ manente, cercano la protezione della Mamma Celeste. Così i ci­ clisti hanno eretto il loro tempio, rivolgono la loro preghiera (dia I m magin e della Mamma comune che il piccolo Santuario del Ghi­ sa!lo ospita su un cocuzzolo dette prealpi lombarde, in un punta strategico per l’appunto dei trac­ ciati delle corse più famose e po­ polari; i motociclisti divenuti eserciti ormai del mondo dedica­ no il loro voto alla Madonnina di Castel lazzo Bormida ; gli alpi­ nisti hanno mille tabernacoli mil­ le chiesette alpine, mille edicole in ogni valle, e centinaia di im­ magini di statue della Madonna sono state trasportate a braccia, in rischiose ascensioni, sulle vette più tormentate, sui picchi leggen­ dari. Gli sciatori non potevano tarda­ re oltre, ad avere la loro. Ed è giusto, è bello, è di grande auspi­ cio che Patrona degli atleti c de­ gli sportivi della neve sia stata prescelta ed eletta dallo stesso Santo Padre la « Madonna delle Grazie » di Folgaria. « Sulle cime e sui pianori alpini furono eretti degnamente pii ta­ bernacoli o cappelle in onore del­ la Beata Vergine Maria, che salì pure a San Giovanni in Montagna ( Luca 1, 39) portando nel casto seno il Divin Redentore. Tali cap­ pelle esercitano oggi un. fascino singolare su (pianti ascendono i monti per motivo di sollievo o di sport invernale. Succede infatti che, mentre gli sportivi attendono a questo esercizio piacevole o par­ tecipano alle gare sciatorie, siano pure richiamati dall9ambiente a sollevare il loro pensiero alle co-

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A PERENNE RICORDO DEL FATTO

ULLE cime u sui planari alpini furono errili degnamente pii tabernacoli a cappelle in onore della ficaia Vergine Maria, che salì pure a S. Giovanni in Montagna (Luca, /, 39), portando nel casto seno il Divin Redentore. 'Culi cappelle esercitano oggi un fascino singolare su quanti ascendono i monti per motivo di .sollievo o di spuri invernali. Succede infatti che, mentre gli spartivi attendono a questo esercizio piacevole o partecipano alle gare sciatorie, siano pure richiamati dall’ambiente a sollevare il loro pensiero alle cose celesti c. atvspicc l'Alma Madre di Dio. si sentano spinti a cogliere anche il premia della latin che accompagna la vita cristiana. Presieda pure l’Augusla Vergine a quanti si dedicano a questa esercitazione atletica ; c gli sciatori ammirino in lei. .candida conte la neve”, un sublime modello, che li sproni a conservare sempre l'integrità dei costumi c li impegni, sotto In sua guida materna, a raggiungere In perfezione delle virtù cristiane. "Cra le regioni, dove si svolgono con frequenza le gare di scii, si deve annoverare il suggestivo altopiano di Folgaria. che sarge netrarcidioccsi di Trento. Sia gli alpigiani del luogo come le squadre degli sciatori sono abituati a frequentare una cappella di Maria Vergine, che sorge propiziatrice sull'altopiano. presentando alla Regina del Cielo i loro omaggi c le loro pie preghiere. “Cale devozione ha segnato un forte incremento nel recente Anno Mariano, duranti il quale la Statua della Madre di Dio. custodita nella Chiesa, venne solennemente incoronata con diadema d'oro, a nome del Rcu™ Capitolo Vaticano, da! Nostro Diletto Figlio il Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, Patriarca di Venezia. Ora il diletto figlio Padre Ministro Generale dei Cappuccini, ai qualt fu affidato il Santuario Mariano, accogliendo i voti di coloro che frequentano con tanta pietà questo Luogo insigne. Ci presentò umile istanza perché dichiarassimo la Rea tu Vergine Maria, dai titolo .Madonna delle Grazie di Folgaria*, Celeste Patrona presso il trono di Dio di lutti gli sciatori d'Italia. Net desiderio ardente che tutta la vita cristiana come tutte le manifestazioni artistiche stano informate dai principi della fede c delia pietà, e che nella penosa e critica situazione odierna si propaghi con maggiore intensità d cullo verso la Madre di Dio. Noi abbiamo pensalo di accogliere benevolmente tale supplica, corroborata da una larga raccomandazione dei Venerabile Nostro Fratello Carlo de Ferrari, Arcivescovo di Trento. Strillo quindi il voto detta Sacra Congregazione dei Riti, con scienza certa, con matura Nostra deliberazione e nella pienezza della Nostra potestà Apostolica, in forza delle presenti Lettere, Noi assegnano c dichiariamo la Beata Vergine FIurta, sotto il titolo di „ Madonna delle Grazie di Folgaria'’, Patrona insigne e principale di tutti gli sciatori d‘Italia, con tutti gli onori e i privilegi che spettano per diritto ai Patroni principali. Ordiniamo c stabiliamo quanto sopra, nonostante qualunque cosa in contrario, v decìdiamo che le presenti Lettere siano e restino stabili, valide c sempre in vigore ; che ottengano e abbiano il loro piena ed integro effetto : che coloro, cui spetta un diritto in merito, possano goderne ora c sempre tutti i vantaggi. Cosi abbiamo giudicato e definita, dichiarando pure irrito c nullo qualunque tentativo o atto in contrario, commesso da chiunque, scientemente o per ignoranza, anche se investito di autorità. Dato a Roma, presso San Pietra, col sigillo delFanelln del Pescatore, il giorno VII gennaio dell'anno MDCCCCLV. decimo sesto del Nostro Pontificato.

Testo italiano del Breve Pontificio di Proclamazione

se celesti e, auspice l'Alma Madre di Dio, si sentano spinti a coglie­ re anche il premio della lotta che accompagna la vita cristiana ». Questo ha scritto il Santo Padre nella sublime omelia con la quale in data ~ gennaio 1955, col sigillo dell'Anello del Pescatore ha asse­ gnato e dichiarato « la- Beata Por­ gine Maria, sotto il tìtolo di Ma­ donna delle Grazie di Folgaria, Patrona insigne e. principale di tutti gli sciatori d'Italia con tutti gli onori ed i privilegi che spet­ tano per diritto ai Patroni prin­ cipali ». Gli sciatori, gli atleti della ne-

ve, il mondo dello sport cristiano sono grati al Santo Padre di così celestiale dono, grati i campioni della neve che affrontano i rischi della montagna invernale e spes­ so fanno olocausto della loro gio­ vane vita, come Cinto Sertorelli, come Ilio Colli, come Giuseppe Moschitz, tanto per ricordare qualcuno dei molti superbi gio­ vani dello sci italiano: ecco una dolce Patrona, la Madonna del Cielo che proteggerà di lassù il lo­ ro ardimento, le dinamiche pro­ dezze, il loro incedere, veloce per i campi ed i pendii vertiginosi.

Luigi Gedda

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Il Centro Sportivo Italiano ha iniziato uffi­ cialmente l'attività dedicata ai « giovanissimi » cioè ai ragazzi fra i dieci e quindici anni. Oltre l'aspetto propagandistico di vasto respi­ ro che l'iniziativa riveste, essendo tale attività fatta in collaborazione con il movimento .ispi­ ranti CIAC, che è oggi con i suoi 300.000 tesse­ rati. la più forte organizzazione nazionale per ragazzi, non è stato dimenticato l'aspetto edu­ cativo che è il presupposto ideologico e morale di ogni iniziativa del CSI. Il lice Presidente Nazionale sottolinea in questo articolo, pub­ blicato da «Scuola Italiana Moderna », le idee fondamentali che hanno ispirato il CSI nello intraprendere questa nuova ed interessante at­ tività. « II gioco dei ragazzi diventa sport (piando esso si mette i calzoni lunghi ». Questa definizione data da un educatore richiede come conclusione che i ragazzi per fare dello sport devono attendere l’età in cui lasccranno i calzoni corti. Con­ clusione estremista oggi in quanto su qualsiasi prato libero ai margini di una grande città c'è un formicaio «li ragazzi che rincorrono affannosamente un palimi Bisogna accettare la situazione di fatto? In parte sì. Oggi lo sport è un fenomeno sociale che investe ogni ceto sociale, le rubriche sportive radiofoniche e televisive sono le più seguite, i giornali sportivi i più letti, non c’è paese in Italia che non abbia il suo campo sportivo anche se rudimentale. Naturalmente i ragazzi sono ancb’essi presi da questo vortice e la tendenza imitativa li porla a calcare le orme dei grandi. Oggi lo sport per molti di essi significa calcio perché è la specialità sportiva più diffusa dalla maggior propaganda: non è lontano però il tempo in cui altri sport quali il nuoto, Fatietica leggera, il pugilato, parlino con il loro efficace linguaggio alle anime degli adolescenti.

E veniamo alla seconda categoria dei pericoli dello sport: i pericoli per Filmina del ragazzo. Ho sempre viva l’immagine di un ragazzo che conoscevo: buonissimo e ricco spiritualmente. Su di lui c’era una mi­ naccia però; sapeva giocare bene al pallone, infatti un gior­ no lo adocchiò un dirigente di una grande società calcistica: lo pedinò, gli fece firmare una tessera e se lo portò via. Diventò un « abitile » dei tabarin della città, smise di studia­ re e rovinò anche il suo domani. E’ vero che Io sport monta la testa ai ragazzi, specie se questo sport si chiama calcio, com’è anche vero che molti moltissimi ragazzi, sacrificano sull’altare di questo dio mo­ derno tutto (pianto possiedono: la loro giovinezza, il loro cuore, i loro studi, la loro famiglia, il loro domani, la loro anima. Bruciano tutto e a 25 anni si accorgono amaramente che sono dei « bruciati ».

PERICOLI DA EVITARE

«SE BEN GUIDATI ...»

Tutti gli educatori di tutti i tempi hanno usato de] gioco e della ( ricreazione quali mezzi educativi. Si può usare oggi ._ inllovo mezzo che si chiama sport? per lo -------stesso---------scopo-------questo Cioè, Io Cioè. lo sport può essere un mezzo educativo per i ragazzi ? Sentiamo di poter rispondere di sì. anche se la risposta è coraggiosa, com’è coraggiosa l’avventura dell’educatore che vuole prendere fra le mani la dinamite dello sport. Non è esagerato definire lo sport dinamite perche i peri­ coli di esso sono tanti e moltissimi giovani ne sono oggi le vittime. Pensando ai ragazzi i pericoli dello sport sono di due ordini: i pericoli per il corpo, i pericoli per l’anima del ragazzo. I medici ci dicono che le esagerazioni dell'attività sportiva fatta da giovani, in particolare da ragazzi, con gli anni si pagano. I pericoli riguardano essenzialmente i muscoli del cuore. Il ragazzo che chiede, troppo ai suoi muscoli per rin­ correre un pallone, preso dall’euforia del gioco, od è sotto­ posto ad uno sforzo eccessivo in taluni sport di fondo come il ciclismo, lo sci (specialità di fondo), la corsa, nove volte su dicci soffrirà di malattie coronarie. E’ vero che resiste alle fatiche del momento perché la sua agilità, il poco peso, l'elasticità degli organi respiratori, gli permettono presta­ zioni di resistenza superiori a quelle di un adulto, ma sono proprio queste, doti che lo tradiscono segretamente, fi ragazzo non sente la fatica perché è più agile di un adulto: l’adulto « scoppia » prima, si ferma, ma il cuore è salvo, nel ragazzo no: chi di noi non ricorda pomeriggi interi passati a correre su di un prato o in un cortile parrocchiale, «incantati» dall’awentura di una partita la cui fine era segnata dal tra­ monto del sole? Finito l’incantesimo, però, le gambe non ci reggevano più non cc la facevamo quasi a tornarcene a casa.

Ma è anche vero che molli ragazzi, inseriscono armonio­ samente lo sport nella loro vita, c dallo sport imparano la lealtà, la fiducia in se stessi, il coraggio, il sacrificio della resistenza, l’abnegazione per i compagni di squadra, il ri­ spetto della legge (che è legge sportiva, ma che è sempre legge), la gioia nella vittoria, l’umiltà nella sconfitta, «doti naturali che sono il prospetto delle doti soprannaturali » (PIO XII). «Se ben guidati...» — Il segreto sta tutto qui: tragico perche è semplice e sono pochi oggi i dirigenti sportivi che siano, oltreché buoni tecnici, anche buoni educatori. « Non l’uomo per lo sport, ma lo sport per l'uomo ». Sa­ crosanta verità che pochi intendono. I tecnici sportivi guar­ dano agli atleti con lo stesso occhio con cui i tecnici mec­ canici guardano una macchina da corsa che fa le Mille Miglia. Quel che conta è arrivare, è il risultato, è il tempo, è la media. Se poi dopo la macchina umana è un rottame, poco importa; il risultato sensazionale è ottenuto! Dura c amara realtà, che fa guardare con diffidenza lo educatore onesto e retto. Eppure occorre buttarsi dentro: lo sport non può più rimanere abbandonato a se stesso: gli educatori non possono più rimanere a guardare. Biso­ gna incominciare: ed incominciare con i ragazzi quando hanno ancora i calzoni corti e sentono il fascino c 1 auto­ rità delFeducalore che li guida, il quale li guiderà a fare, gli sport meno pericolosi da questo punto di vista, (piali 1 atle­ tica leggera, il nuoto, lo sci, il tennis, la pallavolo, la pallacanestro. Un ragazzo ben1 formato, solido .spiritualmente, non può cadere nella rete dello «sport pigliatutto». Saprà usarlo come mozzo, saprà esserne il padrone, non lo schiavo, saprà collocarlo al giusto posto nella classifica dei valori c cioè dopo Dio, la famiglia, lo studio, il lavoro.

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I pericoli di questo genero si evitano con due mezzi: uno complementare dell’altro. Il primo lo usa il medico: una buona visita medica stabilisce se un ragazzo può pra­ ticare lo sport che ama. avrà il suo libretto di valutazione medico-sportiva (messi in commercio dalla Federazione medici sportivi) e su cui ogni 6 mesi il medico seguirà il suo sviluppo. II secondo mezzo lo userà l’educatorc-sportivo. Notate i due termini; educatore-sportivo, perché non basta più buttar fra le gambe dei ragazzi un pallone e poi dire «arrangia­ tevi ». Un buon educatore avrà Faecortezza di stabilire dei limiti adatti ai suoi ragazzi: non si gioca come si fa oggi dovunque tutto un pomeriggio al pallone: si gioca in deter­ minati limiti di tempo, esempio dei due tempi da 30 minuti con 15 minuti di riposo. Si userà un pallone ridotto, più leg­ gero. quindi non il numero 5 ma il numero 3. RAGAZZI BRUCIATI

Aldo (Votarlo


I tre latti immorali del calcio italiaoo «il FILIPPO VIIZJ

Quando questo articolo vedrà la luce, il cla­ more suscitato dallo scandalo Udinese si sarà alquanto placato. Il chiasso infastidisce la gen­ te che ha bisogno di lavorare tranquilla; po­ tete immaginare quanto sia insopportabile il baccano che si fa per il sadico gusto di ingros­ sare uno scandalo. « Bonum est ut scandala eveniant » diceva­ no i nostri padri latini; ciò significa che lo scandalo per essere benefico non deve essere incentivo di sospetti e di calunnie, ma deve servire alla giustizia per onorare la verità e far rispettare la legge. Contenuto nei giusti limiti, lo scandalo è salutare perché consente di colpire i colpevoli; ma la mania scandalistica è un grosso malan­ no, anzi uno sporco malanno. Nel caso dell’udinese i tentativi di creare uno scandalo nello scandalo si è purtroppo ve­ rificato e non sappiamo che cosa ne verrà di buono al calcio da questa ventata di sterco che si è abbattuta su tutto l’ambiente travolgendo tutti sotto una ondata di sospetti e di calunnie. Dobbiamo deplorare con indignazione il tentativo compiuto da un eminente collega, sia pure in buona fede, di porre sotto accusa, prendendo lo spunto dal caso Udinese, l’in­ tero organismo sportivo italiano. E’ evidente che Alberto Giovannini — perché proprio di lui si tratta — non ha una esatta conoscenza dello sport; ma che colpa possiamo fargli se giornalisti sportivi vanno da tempo blaterando di crisi e di malcostume imperver­ santi sullo sport di casa nostra? Le generalizzazioni sono pericolose e ingiu­ ste: offendono la verità e, nel caso nostro, fanno male allo sport che pur si vorrebbe di­ fendere. Alberto Giovannini, che noi assai sti­ miamo e al quale siamo legati da vincoli di fra­ terna amicizia, « deve » conoscere la vera situa­ zione dello sport italiano: deve cioè sapere che mai come oggi lo sport italiano è una concreta realtà, mai come oggi è stimato e apprezzato all’estero: prova ne sia l’assegnazione a Roma delle Olimpiadi del 1960. Lo sport, pei* merito dei suoi attuali dirigenti, è penetrato nella scuola (cosa che non gli fu possibile neppure in regime fascista) riuscendo in tal modo ad alimentare il flusso delle energie dilettantisti­ che che già scarseggiava per motivi facilmente individuabili e vive del suo per mezzo di una tassa che la massa degli sportivi si è autoappli­ cata ricavandone circa sette miliardi l’anno che sono inadeguati ai suoi bisogni sempre cre­ scenti. D’altra parte bisogna riconoscere che

la massa che gioca al Totocalcio dà abbastan­ za e quel che dà sarebbe sufficiente se il fisco non prelevasse dagli introiti circa nove mi­ liardi. Soltanto se si volesse risolvere il problema degli impianti sportivi in Italia (e finora della importantissima questione si è occupato sol­ tanto il CONI che ha destinato per la bisogna diversi miliardi) occorrerebbero centinaia di miliardi; e allora come si fa a sostenere che lo sport annega nell’oro, causa prima di un pre­ teso dilagante malcostume? Lo sport non è soltanto il calcio; ma anche se così fosse, non è soltanto quel calcio che ap­ passiona le platee della Repubblica: sono mi­ gliaia e migliaia le società che praticano questo sport, sono centinaia di migliaia i giovani che si dilettano di calcio. Qualche caso di corruzio­ ne non infanga questo magnifico complesso che dà lustro allo sport italiano. ' Si è detto e scritto che troppo denaro circola nell'ambiente calcistico come di una delle cau­ se principali della imperversante immoralità. E qui dobbiamo fare delle distinzioni molto chiare e precise: il denaro quando è ben speso è fonte di benessere materiale e morale. Una società che amministra bene il suo denaro non subisce scandali amministrativi. Una saggia amministrazione è innanzi tutto un fatto mo­ rale; chi spende più di quello che ha è un pes­ simo amministratore che va verso il dissesto, reato che il codice punisce. Quale è la situazione finanziaria delle no­ stre grandi società di calcio? Non abbiamo sot­ tomano i bilanci e quindi non possiamo forni­ re ai nostri lettori cifre precise. Si sa comunque che questi bilanci, fatta qualche rara eccezione, sono tutti passivi. E’ questa una amara consta­ tazione che da anni andiamo facendo richia­ mando su di essa l’attenzione dei competenti organi federali. Sebbene il calcio sia uno sport popolarissi­ mo, sebbene il calcio sia lo sport che ha milioni di spettatori, sebbene il calcio sia lo sport che gode di aiuti di ogni genere, malgrado ciò le società debbono ricorrere ad aiuti di terzi per fronteggiare situazioni sempre più pesanti e difficili. Un esempio: la Lazio ha chiuso la stagione con un disavanzo di oltre 300 milioni ed ha speso circa 400 milioni nella recente campagna acquisti. Se le cifre hanno un valore, ciò signifi­ ca che la Lazio inizierà il prossimo campionato con circa 700 milioni di passivo. E’ chiaro che i suoi dirigenti confidano in un rendimento no-

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tevole della squadra e in incassi adeguati al valore della squadra stessa. Al comm. Tessarolo e ai suoi collaboratori auguriamo di cuore che le speranze si avverino: ma se così non fosse? Se al costo della compagine di nuova forma­ zione non corrispondesse prontamente, come spesso avviene del resto, un adeguato rendi­ mento? Non vogliamo neppure prospettarcele certe eventualità catastrofiche, ma si deve ammet­ tere che non basta spendere molti milioni per formare una squadra. L’esperienza ci dice che in passato sono state formate compagini di valore spendendo bene poco denaro, mentre molti milioni spesi male hanno dato ovviamen­ te risultati sconfortanti. Le società di calcio spendono più di quanto potrebbero; è questo il primo « fatto immora­ le » che deve essere corretto. Per quadrare i bi­ lanci occorrerà spendere meno. Una soluzione soddisfacente non è difficile trovarla; basterà innanzi tutto che le società da un regime di spietata concorrenza passino ad una franca e cordiale intesa. Raggiunto un accordo, la Fede­ razione dovrebbe fissare sanzioni severissime contro i trasgressori. Si dovrà anche giungere e sollecitamente ad una netta distinzione fra professionismo e di­ lettantismo. Il secondo « fatto immorale » è ap­ punto costituito da una non più sopportabile e ammissibile promiscuità fra dilettantismo e professionismo. La confusione è madre del com­ promesso e delle equivoche decisioni. Questo problema, la cui soluzione è vitale per giungere ad una chiarificazione calcistica, da molto tempo è allo studio della Federazione. Durerà ancora a lungo questo studio? La que­ stione è di somma importanza e il tempo che si sta spendendo per studiarlo potrebbe fai- cre­ dere che non si ha alcuna voglia di risolverlo. Altro problema fondamentale è quello che concerne la mancanza di un vero e proprio co­ dice delle pene che ci consenta di poter affer­ mare che anche nel calcio la legge è uguale per tutti. E’ ben vero che la giustizia è impartita da uomini con i loro pregi e difetti, con le loro fi­ sime e con le loro debolezze: ma quando la legge è chiara e precisa, l’applicazione di essa non consente che una minima «elasticità». Di che cosa ci si lamenta spesso? Che non sempre a uguale mancanza corrisponde una identica sanzione; che vi sono due pesi e due misure, che mentre talora si mostra il pugno di ferro, in altre circostanze si è portati alla massima clemenza. Questo è il terzo « fatto immorale » della questione; e ci sia consentito a questo propo­ sito, di far nostre le parole di Carlin : « le pene devono essere severe ma giuste. Soltanto i col­ pevoli devono rimanere puniti. Le responsabi­ lità devono essere personali, dei corruttori e dei corrotti, non collettive per dilagamento, perché

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allora bisognerebbe partire da lontano, coin­ volgere tutti, anche i dirigenti federali che hanno lasciato andare le cose a questo punto ». Abbiamo spesso parlato con dirigenti federali di buona preparazione e animati dalla ferma intenzione di giungere ad un riassetto del mon­ do calcistico. Questi di fronte alle nostre criti­ che di « immobilismo » hanno dovuto ammet­ tere che purtroppo contro il volere della mag­ gioranza non è possibile fare ciò che pure si vorrebbe fare. La maggioranza sarebbe dunque contro le riforme di fondo e contro la moralizzazione dei calcio? Certamente qualcosa di vero ci deve essere : tutte le cose eccellenti che vengono pro­ poste, tutte le logiche soluzioni che vengono prospettate per risolvere questioni di sostan­ ziale importanza per l’avvenire del calcio si spaccherebbero regolarmente la testa contro il solido muro degli oppositori che costituiscono appunto la maggioranza. Se le cose stanno effettivamente così, c’è da credere fermamente che nulla si potrà fare fino a che i problemi, grandi e meno grandi, morali e tecnici, organizzativi ed economici do­ vranno essere esaminati e risolti « internamen­ te ». E allora, così stando le cose, si pone la domanda: se il governo di una Federazione non riesce a funzionare come dovrebbe, la legge non consente al CONI di intervenire per no­ minare un Commissario Straordinario? Le cose della FIGC sono giunte ad un punto morto; per superarlo occorre che qualcuno di vasta esperienza e conoscenza dell’ambiente si rimbocchi le maniche e si metta al lavoro sen­ za essere molestato da nessuno. Le faccende calcistiche per la vasta risonanza che hanno nella pubblica opinione assumono proporzioni maiuscole; anche per questo è indispensabile che si faccia qualcosa: cioè che si metta in grado qualcuno di risolvere i problemi dianzi accennati. Le superiori autorità sportive, or non è molto, sono intervenute per mettere sotto con­ trollo una Federazione che spendeva più di quanto doveva. Pure questa Federazione aveva bene speso il suo denaro (più il resto) come comprovano i risultati ottenuti dai suoi atleti in impegnativi confronti internazionali. Se non si vuole arrivare alla nomina di un Commissario si ripieghi eventualmente sulla gestione controllata; motivi per mettere sotto controllo la FIGC non mancano davvero. Bisogna uscire dalla confusione e dai com­ promessi di ogni genere e natura. Il calcio ita­ liano una volta vinceva ed oggi è ridotto in condizioni pietose: questa è la questione che più appassiona la pubblica opinione. Fare le riforme senza pensare anche al­ l’aspetto tecnico della crisi è come costruire una casa senza porte e senza finestre. Sarebbe una fatica veramente sprecata. Filippo illuzj


È INIZIATA LA GRANDE INVASIONE

Benvenuti sud americani! <ii ILVZO sasso

Nel nostro mondo calcistico non si fa che parlare della grande inva­ sione dei sud americani. Ne sono venuti tanti in Italia che pare di essere tornati ai tempi dei Guaita e dei Monti, allorché l’Oceano ri­ versava sulle nostre sponde i più rinomati assi del Sud America. D’altra parte era facilmente da pre­ vedersi questa invasione. E badate bene che l'importante limitazione imposta dal Consiglio Nazionale, ha fatto restare in patria i grossi calibri, altrimenti le nazionali ar­ gentine, uruguaiane e brasiliane sa­ rebbero state saccheggiate, sì da presentare ai rispettivi commissari tecnici la necessità di riformarle di sana pianta. Alcuni osserveranno a questo punto che sarebbe stato pre­ feribile importare dei nazionali, an­ ziché dei giovani non sempre cono­ sciuti, ma noi non siamo del mede­ simo parere. Ciò per un motivo semplicissimo e cioè che è meglio immettere nel nostro campionato dei giovani di sangue italiano, che con l’andar del tempo possano venire utilizzati in maglia azzurra. Né si creda che in Sud America tra nazionali e non nazionali vi sia una grande diffe­ renza. La differenza è anzi minima e si individua principalmente in una più o meno accentuata espe­ rienza. Il sud-americano gioca per istinto. Lo vedete palleggiare a die­ ci anni come un autentico campioncino. E’ una meravigliosa concezio­ ne del foot-ball. Si gioca per il gusto di giocare e per soddisfare una esi­ genza estetica posta al di sopra di tutto, principalmente del risultato. 11 calciatore in Sud America ar­ riva alla serie A con un incredibile bagaglio tecnico. Sa tocchettare, sa stoppare al volo e dà l’impressione

II nuovo canlravanti del Napoli, Vinicio, intervistalo dal nostro collaboratore

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di provenire da una vera scuola di foot-ball. Questa è appunto la gran­ de forza del calcio sud americano ed è per questo che noi salutiamo con vero piacere i giocatori argen­ tini, brasiliani ed uruguaiani che si apprestano a dare dimostrazione del loro valore, al cospetto delle no­ stre folle. Poco importi! che i Vini­ cio. i Costa ed i Murolo non siano celebri come i Ghiggia e gli Schiaf­ fino. Poco importa perché la loro classe istintiva non tarderà ad ester­ narsi ed offrirà uno spettacolo di estetica calcistica, quale purtroppo da noi raramente è dato di vedere. Anche i più tenaci assertori dei giocatori nordici, si sai-anno con­ vinti che per il nostro temperamen­ to sono da preferirsi, sotto tutti i punti di vista, i sud americani, spe­ cie quando essi hanno nelle vene sangue italiano. Il nordico anche se è un fuori classe, rimane avulso dal resto della squadra, fa spettaco­ lo a sé. C’è come una barriera tra lo svedese, il norvegese o il danese e l’italiano. Questa barriera viene infranta allorché si tratta di un sud americano. Il caso di Ghiggia ci pa­ re evidente al riguardo. Alcide Ghiggia in Uruguai era un’estrema formidabile. Venne in Italia e su­ bito si rese conto delle necessità del nuovo gioco. Don Alcide è di­ ventato nella Roma il rifornitore ideale: fa dei passaggi fantastici e Galli deve a questi passaggi se è riuscito a segnare parecchi gol. Intendiamoci, i Selmsson, i Nordhal ed i Liedholm sanno pur essi dare spettacoli tecnici di prima qualità, ma c’è più fuoco nell’azione di un sud americano, anche quando si tratti di un sud americano « fred­ do » come Pepe Schiaffino. Prende­ te appunto Schiaffino. Il suo appor­ to allo scudetto conquistato dal Milan è stato almeno del cinquanta per cento. I suoi compagni lo rico­ noscono lealmente, e magari sono disposti a perdonargli la scappatella di aver rifiutato di seguire la squa­ dra in Russia iniziando prima le vacanze. Schiaffino e Ghiggia comunque sono venuti tra noi già con l’eti­ chetta dei fuori classe, ma si è fa­ cili profeti prevedendo che anche i giovani, sud americani acquistati dalle nostre società risponderanno alle aspettative dei tifosi e dei di­ rigenti. Seguimmo tempo fa l’esibi­ zione di Vinicio e di Costa. In par­ ticolare Vinicio ci impressionò. In fondo Vinicio in Brasile non è un campione. E’ un ragazzo di 23 pri­ mavere che ha iniziato a giocare nel Botafogo e che è giunto in prima

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squadra facendo la solila trafila. Eb­ bene a vederlo fa restare incantati, 'fratta la palla con facilità irrisoria, ha innato ristinto della rete. La sua falcata è perfetta. Non senza ragio­ ne Monzeglio dopo averlo visionato per novanta minuti, osservò che quel giovanotto avrebbe fatto di­ menticale a tempo di primato il centravanti svedese Jeppson. Specialmente in Brasile i calcia­ tori da mettersi sul piano di Vi­ nicio sono numerosi e se ne trova­ no a bizzeffe. Li si vedo sui campet­ ti della periferia di Rio e quello che stupisce è la facilità del palleg­ gio. I ragazzini non si divertono tanto ad iniziare accese ed inter­ minabili partite, quanto a palleg­ giare per ore ed ore, magari con una palletta di ping-pong o con una sfera fatta di stracci. E’ evidente che da questa facilità di palleggio deriva la perfezione stilistica dei movimenti. Il sud americano arri­ va nelle grandi società con il sub­ strato del calciatore. In tal caso l’opera del trainer e dell’istruttore è ben più facile e si riduce solo a cambiare i principali difetti che af­ fiorano nel gioco dei boys. Ci raccontava il noto procuratore di calciatori sud americani Pedro Luis Rossi che in Uruguai nemme­ no per un minuto hanno rimpianto la partenza del grande Schiaffino. Pepe aveva appena iniziato a gioca­ re nel campionato italiano, che su­ bito i giornali cominciarono a parla­ re di un « gemello di Schiaffino », bravo come « el Pepe». Si chiama Cacciavillani il giovane fenomeno ed ha solo 20 primavere. I tifosi di Montevideo impazzirono per Cac­ ciavillani e giunsero persino a por­ tarlo in trionfo. A Schiaffino nessu­ no pensava più, tanto il nuovo ido­ lo li aveva rapiti. Aggiunse don Pe­ dro Rossi che però, alla stampa sud americana, la faccenda delle espor­ tazioni di giovani calciatori, non è andata giù. « Si trattasse di nazionali già af­ fermati e non più giovanissimi — dicono i colleghi d’oltre Oceano — non ce la prenderemmo tanto calda. Ma non sopportiamo che ci portino via i ragazzi di vent’anni, le pro­ messe del domani, Per questo chie­ diamo a gran voce che sia messo il catenaccio sulle esportazioni calci­ stiche ». In effetti l’immissione nel nostro campionato di giovani sud america­ ni, non farà che creare delle leve per la nostra nazionale. Un brasi­ liano di 23 anni come Vinicio potrà essere utilizzato con comodità in maglia azzurra. Senza dire che

l’atleta non mancherà di far scuola nell’ambito del suo club. Specie i boys osservandolo ne vorranno imi­ tare i movimenti e prenderanno gu­ sto all’arte del palleggio, che da noi purtroppo è tanto in disuso. In fon­ do così vincemmo un campionato del mondo e nessuno allora si so­ gnò di gridare allo scandalo. E del resto non vediamo perché un figlio di italiani, un giocatore che mai ha rinunciato alla nostra nazionalità, non dovrebbe essere considerato dal punto di vista calcistico e sentimen­ tale, sul medesimo piano dei suoi compagni. Vero è che l’invasione di sud ame­ ricani ha dei lati pericolosi che sa­ rebbe da stolti voler negare o smi­ nuire. Intendiamo riferirci alle mez­ ze figure che potrebbero varcar la frontiera, insieme agli ottimi. D’al­ tra parte in una massa di atleti che viene d’oltre Oceano non sempre è possibile discernere il buono dal cattivo e non rimane quindi che fi­ dare nella fortuna. E qui dobbia­ mo però notare che le nostre socie­ tà si sono parecchio smaliziate al riguardo. E’ difficile insomma che esse comprino a scatola compietamente chiusa o fidandosi di gente che non brilli per onestà. Oggi le società vogliono vedere referenze scritte e spesso mandano loro emis­ sari per trattare ed assumere infor­ mazioni sul luogo. Ciò dovrebbe scongiurare in li­ nea di massima il pericolo dell’in­ gresso di mezze figure, che costano poco ma che rendono pochissimo. In proposito la nostra riconoscenza va a Luis Rossi. Il popolare don Pedro non ha mai spedito in Italia gio­ catori mediocri. Ha invece trattato gli Arce, i Ghiggia, atleti di classe, anche Arce che oggi finalmente sta dando dimostrazione del suo valore. Rossi è un amico del nostro paese e nella sua borsa segreta ha i compro­ messi con i più giovani e rinomati campioncini del Sud America, con gli Orlandi, con gli Ivan, con i Ce­ sareo e con moltissimi altri ancora. Al momento in cui scriviamo le liste non sono ancora chiuse. Ciò significa che agli italo americani già acquistati dalle nostre società se ne aggiungeranno degli altri. Ed è con vero piacere che vediamo lo sviluppo di questa grande ed impo­ nente invasione, una invasione che. ne siamo certi, contribuirà in ma­ niera decisiva al miglioramento del nostro spettacolo calcistico, spetta­ colo che negli ultimi tempi per un cumulo di motivi aveva molto la­ sciato a desiderare. Enz» Smmno


Brillante e concreto il bilancio azzurro Giuochi del Mediterraneo di Baldo Moro

La partecipazione italiana ai Giochi del Me­ diterraneo, conclusasi con la conquista di trentatrè medaglie d’oro e di ottimi piazzamenti, ha voluto essere, tra l’altro, un banco di prova per i nostri servizi logistici in vista delle Olim­ piadi di Melbourne. Il banco di prova si è mo­ strato efficiente, così come il mezzo che è stato collaudato. Non ci si discosta dalla realtà se riteniamo che, da Londra a Helsinki, mai il CONI aveva dato prova di tanta maturità, di tanta meticolosa cura e di tanta preveggenza. Barcellona, dunque, resta un punto fermo nel particolare settore logistico che ha una impor­ tanza vitale nel quadro delle competizioni di

massa. L’opera di Marcello Garroni, che ha avuto in Mario Mazzucca un collaboratore appassionato e competente, comprensivo e ge­ neroso, è stata premiata dal successo del tutto meritato. A questo successo hanno collaborato tutte le federazioni, per la verità ed anche ciò è sintomo di una maggiore responsabilità sen­ tita dai presidenti. Ma Barcellona ha avuto anche la funzione di « saggiare » il rendimento dei nostri atleti. E il rendimento, occorre riconoscerlo ancora una volta, è stato dei più lusinghieri. Oggi, a Giochi conclusi, quando lo spirito del dilettan­ tismo più olimpico svanisce nell’esigenza di tra-

Giochi del Mediterraneo 1955. L'emozionante arrivo della finale dei 20(1 metri- tre maglie azzurre. Gnon, hi. Montanari e Lombardo sfrecciano nell'ordine sul traguardo


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Altra vittoria azzurra ai Giochi del Mediterraneo. Il triestino Pamich verso la vittoria nei 50 Km. di marcia anche se ancora affiancato dall'anziano francese Chaylat

durre in « tempi » e « misure » le prestazioni dei singoli e l’efficienza collettiva, ciascuna na­ zione fa il suo bilancio. Anche nello sport, e particolarmente in codeste competizioni che uf­ ficialmente non consentono classifiche finali, avviene come nelle elezioni politiche. Tutti i partiti dicono di aver vinto, ciascuno secondo il suo punto di vista. Dopo la seconda edizione dei Giochi del Mediterraneo, la Francia dirà di aver vinto, nel senso di essere stata migliore di tutte le altre avversarie. Per noi, quello che si potrà dire in Francia non costituisce un pro­ blema. Abbiamo le nostre trenta tre medaglie d’oro e siamo soddisfatti; abbiamo ottenuto ri­ sultati di rilievo e siamo soddisfatti; abbiamo

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presentato in « azzurro » 195 atleti contro i 250 della Francia ed anche questa constatazione concorre a rendere lusinghiera la nostra opi­ nione sui Giochi. Non basta. La Francia ha portato a Barcel­ lona, nelle singole specialità, i suoi migliori atleti. L’Italia in molti sport è venuta con le riserve e, questo, non per poco riguardo verso la manifestazione ma per valorizzare i giovani. Prendiamo alcuni esempi, fra i tanti. L’ippica. Senza i fratelli D’Inzeo, Oppes e Cartasegna, l’Italia ha schierato Vincenzo Bettoni, Fabrizio Finesi e Lorenzo De Medici. De Medici ha otte­ nuto un ottimo terzo posto dopo essere stato uno dei pochi a compiere il percorso con zero penalità. Se il nostro rappresentante, nella pri­ ma prova, non fosse stato penalizzato di quat­ tro punti per una inezia evitabilissima, avreb­ be certamente vinto. Dopo l’ippica il tiro a volo. La nostra sem­ brava una squadra di ragazzini di fronte a gente anziana. Ed effettivamente gli « azzurri » della FITAV erano i più giovani fra i concor­ renti. Ed hanno vinto la gara individuale con Rossini e la classifica riservata alle squadre. Rossini, Ciceri, Crocco, Tuccimei hanno posto l’accento sulla nostra superiorità di stile in campo internazionale. Dopo segue l’atletica. Qui abbiamo fatto gareggiare anche elementi di comprovata espe­ rienza internazionale, ma è anche vero che era­ vamo presenti con 21 atleti contro i 40 della Francia. Eppure la nazione transalpina ha do­ vuto accontentarsi di un solo titolo in più dei nostri (dieci contro nove) malgrado il notevole spiegamento di forze nel quale non mancavano i « naturalizzati ». In alcune gare, poi, noi ab­ biamo avuto una superiorità schiacciante, co­ me è appunto avvenuto nelle gare piane di ve­ locità. I nostri scattisti si sono imposti nei cento metri con Gnocchi che ha vinto e con D’Asnach giunto terzo. Nei 200 Gnocchi, Lom­ bardo e Montanari si sono classificati nell’or­ dine primo, secondo e terzo. Vittoriosi nella 4 x 100 gli azzurri hanno dominato con Dordoni nella marcia sui 10 km. e con Pamich nella marcia sui 50 km. Confermata superioiàtà di Consolini nel disco e di Taddia nel martello. Ottima prestazione di Chiesa che ha vinto mancando di poco un nuovo record nazionale. Da non dimenticare la vittoria di Ulivelli nel salto in lungo.


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Dopo l’atletica il canottaggio. Sette erano le gare in programma. L’Italia ha partecipato a cinque e ne ha vinte tre ed ha ottenuto un se­ condo posto nel « due con ». Il « quattro con », il « quattro senza » e l’« otto » si sono aggiudi­ cati i rispettivi titoli imponendosi per stile di vogata. Sono note le circostanze che hanno im­ pedito agli armi italiani di iniziare per tempo una preparazione adeguata ai fini del maggior rendimento in occasione dei Giochi. E’ noto l’incidente di cui è stato vittima l’armo fioren­ tino del « due senza ». Dopo il canottaggio il rugby. Questo è stato uno sport che ha dato la più grande delusione alla Spagna e la più grande preoccupazione alla Francia. Qualcuno ha detto che il periodo di preparazione svolto dagli « azzurri » è stato superfluo. Nulla di più errato. La « nazionale » iberica per tutto l’inverno si era allenata in funzione di questi Giochi. La vittoria sull’Italia non la si discuteva neppure tanto era certa. Tutto uno stadio, quello della Fuxarda, era stato approntato, preparato, curato, per il grande avvenimento che doveva sanzionare la vittoria della Spagna sull’Italia. Al termine di un incontro tiratissimo gli « azzurri » hanno vinto per 8-0. Si è trattato di una vittoria che gli italiani hanno guadagnato minuto per minuto con un ritmo di gioco costante e nello stesso tempo virile. Alla delusione spagnola è seguita la pre­ occupazione francese. Chi si interessa di code­ sto sport ed ha avuto modo di leggere la for­ mazione in campo della squadra gallica, si sarà reso conto di quanta potenza rugbistica era ca­ pace il « quindici » transalpino. Potenza rugbi­ stica che trovava i suoi presupposti nella forma dei vari Jean Prat e nella caparbia volontà di sfondamento degli « avanti » tricolori. L’Italia contro la Francia ha perso con il minimo scarto di otto punti, cosa questa che non si era mai verificata negli annali dei rapporti tra le due nazioni. Ed è anche utile sottolineare a questo pro­ posito che a segnare l’ultima meta con Percudani, che poi Ferrini trasformava, sono stati gli « azzurri » dimostrando l’ottima preparazione atletica e la bontà del metodo di allenamento. Mauro Lais ha molti meriti, uno di questi è quello di aver saputo affidare la « nazionale » a tre tecnici di, ormai, comprovato valore ciascu­ no nel proprio settore e cioè Silvestri, Farinelli, Invernici. Baldo Moro

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di Bonatti

Le tradizioni gloriose dell’alpinismo italiano hanno avuto ancora lina luminosa conferma dall’impresa eccezionale che Il alter Bonatti ha portato a termine in cinque giorni con la scalata del « Petit Dru » effettuata dal 17 al 22 agosto. Il « Petit Dru » aveva resistito per vari anni agli attac­ chi degli arrampicatori più quotati (P Europa. La parete ovest ed- esattamente lo spigolo sud-ovest del picco che si eleva ripido dal ghiacciaio di Montavers (Mère de Giace), nel versante di Chamonix del Monte Bianco, ha rappre­ sentato una roccaforte inespugnabile di fronte agli assalti di una cordata francese che tentò l’impresa nel 194-9 e din­ nanzi allo stesso Bonatti che in compagnia del lecchese Carlo Mauri aveva provato l'impresa nel 1953. Ma l'ardimentoso scalatore del K2 è ritornato alla bat­ taglia — e questa volta assolutamente solo — per vincere la montagna. Le fasi dell assalto che è durato esattamente cinque giorni costringendo Walter Bonatti a bivaccare all’addiac­ cio per altrettante notti, sono state in taluni momenti ve­ ramente drammatiche. Lo scalatore ha dovuto superare delle difficoltà di sesto grado superiore, praticamente rasen— tanto il limite delle possibilità umane. Riutilizzando, con la propria scorta, taluni chiodi la­ sciati lungo la prima parte della parete nei precedenti ten­ tativi, Walter Bonatti ha dovuto complessivamente pian­ tarne 200 per raggiungere la cima del «Petit Dru* E l'ultimo tratto, di circa cento metri, è stata una autentica spa­ smodica lotta tra l uomo e la montagna: quando Bonatti è giunto al termine della titanica fatica aveva le mani sanguinanti per il lungo violento contatto con la roccia.

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SAPER DISTINGUERE NELLO SPORT

Vitalità spirituale dell’atletica I

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negli ultimi confronti internazionali La conoscenza assai superficiale delle fac­ cende sportive da parte di molta gente in Ita­ lia porta a generalizzare qualsiasi situazione. Si ha il gran torto di individuare lo sport in genere nello specifico settore calcistico, di con­ fondere la società con la squadra. Sicché sport, per i più, vuol dire calcio e società vuol dire squadra. Di conseguenza sportivi sono coloro che affollano gli stadi calcistici, senza essersi mai sognati di esplicare neppure a titolo per­ sonale una qualsiasi attività agonistica o al­ meno fisico ricreativa. La generalizzazione del­ l’idea sportiva, o forse meglio la degenerazione di questa in semplice e spinto tifo calcistico, ha fatto dire (e chissà quando si spegnerà que­ sto fuoco distruttore che minaccia di investire anche le cose buone ed eccellenti, e per buona fortuna sono tante) cose insensate a molti pu­ dici sportivi orecchianti. Si è usato un linguaggio assolutamente fuori tono, quasi che davvero il calcio, nella mente sana dei veri cultori e amanti delle di­ scipline olimpiche e della giusta espressione sportiva, e quindi dilettantistica, non sia già stato inquadrato nel suo settore di attività professionistica: tra i mali necessari, purtrop­ po. In quanto in una Nazione dove è così dif­ ficile far entrare nella mente dei suoi Gover­ nanti l’idea e il dovere di mantenere alla pari delle Belle arti, della scuola, dei Musei, delle strade e delle cose civiche anche la vitalità dello sport e dell’educazione fisica in ispecie, per la formazione e la cura del corpo dei no­ stri ragazzi, i quali saranno tanto più sani, quanto più sarà possibile dedicare ad essi im­ pianti e luoghi di ricreazione fìsica e morale, in una nazione siffatta dicevo, è indispensabile agganciarsi a progetti artificiosi e speculativi 14

per mantenere lo sport e — per assurdo — la stessa idea olimpica. Ebbene, mi sia consentito dire proprio in questa sede di commento di una attività per fortuna assai diversa e costruttiva, quale l’atletica leggera, come sia ingiusto e ridicolo il generalizzare le faccende poco pulite di cer­ to calcio maggiore, umiliando ed offendendo di riflesso centinaia di migliaia di giovani, di atleti e campioni, e tanti azzurri che lo sport intendono, malgrado i traguardi internaziona­ li e mondiali raggiunti, quale autentico dilet­ to del corpo e più ancora dello spirito. Questi giovani, questi atleti, questi campio­ ni, e con essi centinaia, migliaia di dirigenti e di tecnici e di veri mecenati, hanno il diritto di ribellarsi a tale generalizzazione che li col­ pisce in pieno volto, ingiustamente e senza la possibilità di alcun nesso con quanto sta acca­ dendo in un settore dello sport professionistico. Senza contare che per queste faccende che disgustano e allontanano dai campi la brava gente, molte altre cose belle ha registrato lo sport italiano, lo sport maiuscolo proprio in queste settimane, in ogni dove, e anche nella grande rassegna per i Giochi del Mediterra­ neo (dove, vedi combinazione, il calcio italiano era assente, così come assente sarà alle Olim­ piadi del 1956). A Barcellona, mentre i milionari del calcio erano a godersi il sole sulle spiagge, i canot­ tieri azzurri hanno conquistato tre titoli, gli atleti propriamente detti (quelli dell’atletica leggera per intenderci) dieci medaglie d’oro; una nell’atletica pesante, due nel tiro a segno, una nel ciclismo su strada, due nel tiro a volo, due nella ginnastica, due nel pugilato, e an­ cora la vittoria assoluta nella pallanuoto, nel-


l'hockey a rotelle, nel ciclismo, nel tiro a volo e negli sport equestri, senza contare le eccel­ lenti affermazioni nel nuoto, nella pallacane­ stro e nel rugby. Proprio per questo non è il caso di farsi cattivo sangue anche se si annun­ ciano delle « marce » su Milano o chissà verso quale « castelluccio feudale » dei cento, auto­ nomi per giunta, che compongono il complesso federale, per cui le discussioni non cesseran­ no per adesso. Passo perciò a respirare, assai volentieri, ben altra aria. Spostiamoci almeno con la mente a Chambery; nel cuore della fresca Savoia, ad Aosta e a Merano, dove hanno gareggiato e attual­ mente soggiornano, per dei corsi premio di aggiornamento tecnico, i nostri giovani della nazionale di domani. Di questi giovani s’è parlato a lungo ieri, nella sede del CONI, con il Presidente avv. Onesti, e con il Segretario Generale dott. Zauli, ai quali si deve indub­ biamente il progressivo e sicuro sviluppo dello sport nella scuola e tra i giovani in genere. E questi dirigenti hanno ben compreso l’in­ dispensabilità di inquadrare la disciplina ma­ dre e talune altre attività agonistiche, parti­ colarmente adatte ai giovani, nell’ambiente della scuola, chiamando in causa le famiglie. Il Presidente del CONI ha parlato della indispensabilità di curare la penetrazione di una vera morale sportiva tra le folle e non è improbabile che il CONI in questi anni di vigilia olimpica tratti a fondo il problema. Da parte sua il dott. Zauli ha tenuto a sottoli­ neare il successo della nostra rappresentativa giovanile, non per il risultato in sé, che non è la conquista del mondo, bensì perché rap­ presenta il primo modesto frutto di un orien­ tamento e di un complesso di riforme e di me­ todi al quale hanno collaborato tutti gli strati direttivi, e in particolare i collaboratori peri.erici della FIDAL. Al Congresso di Torino di anni addietro, proprio quando l’atletismo italiano, reduce dal­ la grande affermazione degli « europei », pa­ reva avesse costruito su nomi di valore una salda base, la FIDAL decise di partire nuova­ mente da zero pensando al domani (cosa in­ vece che non tutte le Federazioni hanno com­ preso). Se si vuole, l’atletica leggera italiana ha avuto il coraggio di perdere taluni con­ fronti pur di rinnovarsi. Ciò che accadrà pro­

babilmente anche nei due prossimi confronti internazionali contro l’Ungheria (femminile) il 20 agosto prossimo, e la Germania (maschi­ le) in ottobre, ma non mancherà l’occasione, ai giovani in ispecie, di acquisire preziose espe­ rienze. D’altra parte ncn si possono dimenti­ care le proporzioni del nostro Paese rispetto al resto del mondo. Proprio in vista di Melbourne (dove l’atle­ tica italiana sarà presente con non più di 15-20 elementi qualificati, in grado in ogni mcdo di competere solo per un primato europeo) oc­ corre ridimensionare la nostra mentalità. As­ sai di più si potrà sperare per i Giochi di Ro­ ma del 1960, in quanto le leve studentesche attuali avranno concluso il secondo ciclo com­ pleto di preparazione e selezione. Ritornando all’incontro di Chambery oc­ corre dire che la stessa stampa francese ha riconosciuto l’eccellenza della nostra scuola ed il brillante comportamento collettivo delle « maglie bianche » d’Italia. Nettamente superiore nei 400 piani (con Archili! e Gimelli), nel salto in alto (con Degoli e Roveraro a quota 1,90), nel « martello » (con Sterpelli e Cristin) e nei 400 ad ostacoli (ancora con Gimelli e Bertuetti), i nostri ragaz­ zi hanno brillato anche nei 100 piani con De Murtas, negli 800 con il magnifico e possente laziale Scavo (1’55”), nei 3000 con il sardo Ambu, campione del CSI due anni addietro; nel salto triplo con Gavali, nel giavellotto con Bonaiuto e infine nella staffetta con De Mur­ tas, Galbiati, Maregatti e Gianoni che hanno realizzato un eccellente 42”6. I francesi hanno qualificato le maglie bianche come gli allievi del centro nazionale di educazione fìsica. Non è la definizione giu­ sta, in quanto non esiste un vero centro na­ zionale di educazione fisica. Anche se la FI­ DAL, il CONI e lo stesso Ministero della Pub­ blica Istruzione (vale a dire i tre organi che hanno offerto rispettivamente il controllo tec­ nico, i mezzi necessari ed il materiale umano) nel loro sincrono lavoro hanno finito per fare dello sport nella scuola un autentico movi­ mento nazionale. Ciò che vorremmo fosse imi­ tato per tante altre specialità, non dimenti­ cando che qualunque impostazione di « leve » e di masse deve essere fondata su principii di educazione formativa e responsabilità morale. Naber

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Nella carrellala azzurra

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L’atletica leggera, che ha nei Centro Sportivo Italiano uno dei suoi più convinti assertori, sta rac­ cogliendo in questa stagione agonistica frutti me­ ravigliosi, prodotto di quel lavoro rinnovatore che. da qualche anno sta sviluppandosi con convincente successo. Questa disciplina sportiva ha il suo centro ani­ matore, coinè logico, nella FI DAL che ne regge sapientemente le. sorti con indovinato metodo, per elevarne sempre più il valore e la dignità, aumen­ tando e rinnovando i propri campioni attraverso il numeroso vivaio di migliaia di praticanti che negli, ultimi cinque anni sono stati iniziati dalla ■Scuola. Moltissimi sono i nomi nuovi che salgono alla ribalta, della notorietà nelle varie specialità atleti­ che, parecchi i successi ottenuti. Recentissimo è. infatti quello conquistato a Chambery il 31 luglio dai nostri « cadetti » ; suc­ cesso di giovani già maturi, di età non superiore ai 19 anni, ottenuto con la superba vittoria sulla agguerrita rappresentativa francese. Non è il caso di ripetere qui il dettaglio dì questo recènte risultato, ormai ampiamente cono­ sciuto, desideriamo soltanto unire al generale rico­ noscimento la partecipazione del Centro Sportivo che vuol dire il suo bravo ai neopromossi per il comportamento, non solo per aver fatto aggiungere un nuovo lauro al patrimonio atletico, ma ancor di più per aver sensibilizzato il prestigio dello sport italiano in questo particolare momento. Con intima soddisfazione ci sembra doveroso aggiungere che. anche in questa occasione hanno preso parte alla vittoriosa competizione alcuni atleti della famiglia del C.S.I.; che vi apparten­ gono tuttora o in esso raccolsero le loro prime vittorie. Ai molti nomi già noti, quali Jacob, Ghiselli, Monguzzi, D’Asnach, tanto per rammentarne qual-

cimo, si sono aggiunti recentemente, tra gli altri, anche (incili (li Amba, Castellarin, Bertuelli, Botifadini, Biotti che ci piace citare non solo per dar loro atto della maturità raggiunta, ma soprattutto perché la folta schiera di giovani che nelle nostre Unioni Sportive praticano l’atletica leggera trag­ gano esempio per raggiungere aneli essi mète più luminose.

E’ risaputo, ormai, che. il Centro Sportivo Ita­ liano, cosciente della sua alta funzione educatrice, partecipa assiduamente a questa magnifica gara di maturità sportiva e procede con passo sicuro nel suo lavoro formativo, portando un valido contri­ buto per accrescere i cani pioni dell' atletica leggera. Alla, sua azione propagandistica, svolta con pa­ ziente dedizione ovunque sia possibile ottenere an­ che modesti successi, va aggiunta la partecipazio­ ne aìrattività federale, che quest'anno è stata vera­ mente im pegnativa.

Non. più una ridotta pattuglia di nostre associa­ zioni, ben note nell’ambiente delle società fede­ rate, ma un più consistente numero si è aggiunto ad esse. Ben sessanta sono state le associazioni del CSI che hanno preso parte al Campionato di società maschili indetto dalla FI DAL. Alcune di. esse han­ no superato con successo le varie fasi selettive, tanto da raggiungere posizioni ambite nella, clas­ sifica finale. Ma l'azione intrapresa non si limita soltanto a questo importante Campionato. Posando lo sguardo sulle statistiche, riportate sul bollettino federale, possiamo agevolmente indi­ viduare qua e là nominativi di nostri atleti che figurano nelle graduatorie delle singole specialità dell’atletica leggera. Si tratta di un fatto acquisito, pieno di signi­ ficato che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Questa constatazione che ha per noi un signifi­ cato preciso, impegna tutti a perseverare nell’azio­ ne che non può restare ferma nelle posizioni rag­ giunte. Il lavoro che insieme svolgiamo non è fatto di calcolo fine, a se stesso, bensì di sentimenti che hanno un valore ben più impegnativo. E’ questo l'argomento basilare che deve spin­ gere la nostra opera, in questo e negli altri settori sportivi. Di fronte alla gravità di certa corruzione di re­ cente affiorata anche in campo sportivo, e che tur­ ba le nostre coscienze, alimentiamo concordi la face che arde nell’animo nostro e suscita la nostra passione per lo sport, convinti, come siamo che il seme che ovunque, gettiamo per il trionfo di que­ sta vitale armonia di valori fisici e spirituali non inaridisca nel fango, ma fruttifichi ad esclusivo vantaggio dei giovani, e in special modo per quelli che entrano a far parte della famiglia del Centro Sportivo Italiano.

Mario Bolletta


L'ultima prodezza di Angelo Romani Record Italiano sui 100 m. s.l.: 57"2 Per cinque anni, Carlo Pedersoli della Lazio, è stalo il più veloce nuotatore d’Italia. Il suo primo record lo conquistò ad Atene il 10 settembre del 1949; l’ultimo, ed il più prestigioso, a Torino il 21 giugno del 1952. Fra queste due date, Carlo Peder­ soli, portò il limite nazionale sui 100 stile libero da

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60” a 58”2.

Da venerdì scorso, Pedersoli non è più primatista italiano. Non è più l’atleta più veloce d’Italia. Egli scompare dalla tabella dei primati per lasciare il posto ad Angelo Romani, più giovane e più veloce di lui. 11 tramonto di un campione è sempre qual­ cosa di melanconico ma nel caso di Pedersoli questo sentimento si acuisce perché il laziale lascia un gros­ so interrogativo alle sue spalle e cioè se egli avreb­ be potuto fare di più e di meglio di quanto in realtà non abbia fatto. Pedersoli, come a suo tempo Li­ sardi, come Brunelleschi, come altri nuotatori italia­ ni appartiene a quell’incerto mondo sportivo delle imprese che avrebbero potuto essere e non sono state, delle rose non colte, delle probabilità che raramente si tramutarono in certezza. Ma appar­ tiene anche a quella vasta categoria di nuotatori che, in Italia, non hanno mai avuto un allenatore degno di questo nome e delle possibilità dell’allievo. Pedersoli è un « caratterino » d’accordo, ma chi l’ha seguito con attenzione e con competenza nella sua carriera che volge al tramonto con molto anticipo? Era atleta da 56” sui 100 stile libero, Carlo Pedersoli, e si è fermato invece a 58”2, fatti una sola volta e mai più eguagliati. Sull’impresa che Angelo Romani ha compiuto all’Aquila si è scritto molto e ciò è molto giusto per­ ché si tratta di impresa eccezionale per il nuoto italiano. In Ungheria, in America, in Francia, in Giappone, i « centisti » di quelle nazioni sono note­ volmente più avanti di noi onde l’impresa di Ro­ mani entrerebbe nella normalità o quasi. Qui, noi l’avvenimento l’abbiamo molto esaltato ma a me sem­ bra che nessuno abbia detto che esso ha un parti­ colare valore che trascende dalla somma dei secondi perché va ascritto ad un « quattrocentista ». Romani non è un « centista ». Le sue caratteristiche fìsiche, la sua bracciata non molto svelta, la mancanza di « souplesse », la respirazione, la battuta del crawl, la poca dimestichezza con le virate, la forma mentis ormai acquisita, ci confermano che Angelo Romani non è un « centista ». Perciò Melbourne non dovrà risolvere nessun quesito, dico al mio amico Alberto Marchesi, ma dovrà ribadire, soltanto ribadire, le doti di Romani sui 400. La « realtà dei 57”2 » non sta nei confronti, su­ perflui ed inutili, con Scholes o con Cleveland che sono dei « centisti » per temperamento e per voca­ zione, per « scuola » e per struttura fìsica. La « real­ tà dei 57”2 » è in funzione dei 400, solo in funzione dei -100. Se ciò non dovesse essere, noi perderemo Ro­ mani sui 100 e sui 400. Questo dico a Furio Lettieh che sul suo giornale ha scritto un dotto articolo sta­ tistico ma, a mio parere, non pertinente allo « spi­ rito » dei 57”2. Ora Romani si allena per migliorare il suo stesso record sui 200 metri che è di 2’9”6. L’iniziativa di I .erti è ottima. Berti è un calcolatore, un « razioci­ nante». E’ il «ragioniere» dei «tempi» di Romani. E’ logico, pertanto, che Berti si sia detto: ora si mi-

f Pedersoli e Romani: primatisti di ieri e di oggi

gliorano i 100, domani i 200 ed a Terni i 400. (A Ter­ ni il 2, 3, 1 settembre ci saranno gli «assoluti»). D’altro canto non potrebbe essere differente a meno che non si vogliano rendere retoriche queste « pro­ ve » di cui si era certi già da qualche anno. Ma Berti è un ragionatore ed avrà pensato che prima della fine dell’anno rosicchiare qualche altro secon­ do all’attuale limite dei «quattrocento» (4’36”2) sa­ rebbe cosa molto indicativa per Melbourne. Perché Romani, essendo un « quattrocentista », alle Olim­ piadi non potrà puntare che sui 400 vale a dire, su quella che è la sua distanza naturale. E’ però, d’altronde, vero che i « grandi » olimpio­ nici hanno partecipato sempre ad almeno due gare. Gli esempi abbiamo avuto modo di farli in altre oc­ casioni per cui non li ripeteremo. Allora a quale altra gara potrebbe partecipare Angelo Romani? Ai 100? Ma con quale successo in vasca da 50 e con quale soddisfazione? E, poi, Romani è soltanto un « centista » d’occasione mentre è naturalmente do­ tato per i 1500. Ecco la seconda gara di Romani: i 1500. Questo Berti si deve mettere in testa: che Ro­ mani è anche un « millecinquecentista ». E’ una gara dura, è ovvio, ma è la gara di Romani solo se il pesarese lo volesse. Certo è più facile fare i 100 metri dove l’intelligenza tattica non ha bisogno d’esserci e dove basta l’impulso e la forza per fare « tempi » discreti. I 1500 richiedono, invece, molta prepara­ zione e molta intelligenza. Noi ci rifiutiamo di crede­ re che Berti e Romani non abbiano intelligenza né voglia di prepararsi. Una sola volta Romani ha fatto i 1500 e fece registrare 19T2”. Ma fu proprio quella volta che fece capire anche ai più « prevenuti » che quella era la sua seconda gara. In un anno, Romani, volendo, e Berti, approvan­ do, la preparazione sui 1500 potrebbe essere compiu­ ta a puntino con il risultato di essere molto vicini ai 18’20”-18’30”. Questa questione va posta sin da ora in modo da dar tempo per la preparazione fisica e per quella psicologica, perché oggi l’atleta — chissà perché — è soprattutto un fattore psicologico. n. »i.

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CATENE REGINA


A valorizzare ed esaltare la ter­ za vittoria consecutiva di Louison Bobet ha pensalo la stampa fran­ cese, ma occorre (lire che anche la nostra ha sottolinealo come si conveniva il successo del cam­ pione del mondo, così sicuro del risultalo da l’arsi confezionare già qualche mese prima del « 'Tour » una serie di maglie, gialle con la l'ascia dai colori dell’iride alle maniche. E’ stala una vittoria facile, ehé tra la classe del vincitore c quella dei suoi avversari sono corse mol­ te lunghezze, sicché runico vero ostacolo per Bobet, l'unica preoc­ cupazione — avendo al servizio tutte le formazioni francesi di qualunque regione fossero — era rappresentata dalla difficoltà di individuare gli avversari più peri­ colosi. Gli uomini da battere, vo­ glio dire. Per il resto « disco ver­ de » da Le lìavre a Parigi lungo le strade del Nord, in terra belga e svizzera, sulle Alpi come sui Pirenei. Il fatto stesso che Bobe! fosse preoccupato esclusivamente di in­ dividuare gli avversari pericolosi (praticamente gli uomini di pun­ ta, in funzione di capisquadra delle formazioni straniere) dice come gli uomini che gli sono stali costantemente alle costole, solle­ ticando il suo orgoglio senza mi­ nare realmente la sua classe ed il suo valore, fossero tutt’altro che elementi di primissimo piano del ciclismo internazionale. Mai, ritengo, il campo dei par­ tenti è stato scarso in linea tec­ nica come ([nello dell’ultima edi­ zione del « Tour » : una edizione che ha logorato tanti c tanti uo­ mini, specialmente i giovani, spre­ giudicati, come gli anziani, spre­ muti, tipo Kublcr. al [imito da battere il record dei ritiri da mol­ ti anni in qua. Si dirà che il convento non of­ fre di meglio, che il ciclismo eu­ ropeo attuale non dispone di mol­ ti «fuori-classe» ed è questa la ragione base del rammarico degli organizzatori francesi di non aver potuto contrapporre al loro idolo il Coppi o il Koblc.t o lo stesso Magni, e magari Nencini. Tanto hanno compreso in partenza la carenza di grandi nomi o per lo meno del « secondo nome » che

fli'cliiii'iaiiihi il 'lour hanno utilizzato ugualmente Cop­ pi per avanspettacolo in moltissi­ me città di tappa. Ed hanno rag­ giunto ugualmente lo scopo in quanto la folla è accorsa numero­ sissima a godersi il « Fostò » im­ pegnato via via contro Anquetil c Kohlet, guadagnando forse assai più di quanto avrebbe potuto met­ tere insieme correndo il «Tour». Se è vero che Bobet ha avuto buon gioco contro i giovani av­ versari, e le rivelazioni del Tour: Gaul, Brankart, Rollami, Qucntin e lo stesso Fornara, che non ha potuto evitare neppure la tradi­ zionale cotta che colpisce quando meno lo aspetti tutti i concorrenti delle prove a tappe (ed il caso ha voluto che la giornata nera sia giunta proprio nella lappa più i mpegnativa | : è altrettanto certo clic gli avversari giovani c vecchi sono stati vittime del « complesso Bobet ». Bobet si è accorto già alle pri­ me tappe, di avere la maglia gialla a portata di mano ed ha saputo attendere con intelligenza il suo turno. Da parte sua il buon Rol­ lami era troppo convinto di dover­ la consegnare un giorno o l’altro al suo « patron » per insistere nell’azione. Si è sentito dire un mondo di bene di Brankart c di Gaul. Ma non mi pare sia il caso di sopravvalutare la loro prova. I fatti in se­ guito ci diranno se effettivamente il belga (che la squadra ha scarsa­ mente aiutato) e il lussemburghese (che ha gareggiato egualmente quasi da isolato per lo scarso va­ lore dei compagni) sono uomini di primo piano, o comprimari invece che hanno imbroccato il mese di luna buona, come accade spesso nelle corse a tappe alla gente di fondo e regolare. Voglio dire che non ritengo Brankart e Gaul su­ periori, ad esempio, al nostro Nen­ cini e agli stessi Astrua, Fornara c Coletto. Con una squadra composta da

due esperti (Astrua e Pezzi) e da otto reclute (Fornara, Monti, Fan­ tini, Benedetti, Bertoglio. Giudici, Barozzi e Coletto) dal « Tour » non si poteva pretendere di più. Forse era l’anno buono, proprio questo, per far piazza pulita di ogni classifica. Ma avremmo dovu­ to avere in linea un grande Coppi e due violini di spalla altrettanto poderosi come Magni e Nencini, senza dimenticare che il ciclismo italiano dispone anche di uomini come Minardi, Albani, Mosci-, De­ filippis e di i una schiera di giovani, i qitaii vadgono, in molti, Brankart e Gaid. L'unico torto nostro è forse ([nel­ lo di voler dare a ogni costo una ufficialità alla nostra rappresenta­ tiva al «Tour», quasi l’ordinasse, il medico, sicché gli atleti finisco­ no per sentire oltre misura la re­ sponsabilità e gareggiano con l’in­ cubo del l'ammonizione. Prova ne sia che sono giunti in nove su dieci al traguardo finale, senza che mai alcuno abbia tentato la grossa av­ ventura, sia andato insomina allo sbaraglio. Dimenticando che il gi­ ro di Francia non è una gara di regolarità, bensì una grande pio­ va agonistica, dove qualche volta, per prestigio personale più che di squadra, vai la pena osare. Poco hanno osato invece Fornara. Monti, Benedetti, Coletto, Astrua e Barozzi; e le due vittorie di Pezzi e Fantini — meritatissime e ben sudate — sono troppo poca cosa per appagare l’aspettati­ va di milioni di sportivi italiani. Sicché mai come quest’anno ci so­ no stati in giro apatia e scarso en­ tusiasmo. D’altra parte i francesi sono gli unici che possono dirsi soddisfatti. Lo squadrone naziona­ le di Francia era di gran lunga superiore agli altri tra i quali i « tricolori » sono riusciti ad emer­ gere nella classifica collettiva (con Fornara, Astrua e Coletto) conqui­ stando il secondo posto.

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Ricordo mistico del «Giro»: Pezzi, Fi­ lippi. Gaggero. Agostino Coletto, Fio­ renzo Magni. I.eurco Guerra e il gior­ nalista Ferretti assistono alla funzione in suffragio dei caduti del ciclismo nel vecchio tempio triestino

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Bi^oglioso il vivaio dei “pistaeds„ italiani <11 Nino Lombardi

Mentre gli atleti del ciclismo su pista sono im­ pegnati nella grande rassegna mondiale sul magico « anello » del Vigorelli, ci par giusto ritornare sulle competizioni per i titoli nazionali che hanno messo in evidenza, a conferma della eccellente scuola italia­ na del ciclismo dilettantistico, molti nomi nuovi che sì aggiungono agli atleti che hanno già raggiunto il traguardo iridato. Non pochi i risultati di rilievo nella rassegna milanese. Potremmo quasi chiamarla come quella dei record perché nel corso delle prove dell’insegui­ mento professionisti il record segnato da Battesini 17 anni fa con 6’21” è caduto due volte di seguito prima ad opera del neo-sposo Bevilacqua che ha bloccato i cronometri sul tempo di 6’18’3/5 e poi dal gigante brianzolo Piazza che abbassò il limite a 6'17”4/5. Per la seconda volta un record nella stessa giornata era stato abbassato fino a fermarsi al pre­ stigioso limite di Piazza che equivale a una media oraria di km. 47,664. Non era mancata un’altra sorpresa prima dell’ini­ zio delle gare: il giovanissimo Orioli aveva chiesto di scendere in pista per una semplice dimostra­ zione. Nessuno però credeva che il ferrarese, quasi sconosciuto, facesse segnare un tempo davvero ec­ cezionale perché sulla distanza regolamentare dei 4000 metri il cronometro si fermò a un limite di va-

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lore nazionale: 5’5”3/5 che equivale a una velocità di km. 47,120 orari, limite questo che doveva re­ sistere pei- tutti i campionati e cadere soltanto nella finale ad opera di Campana. Tanto per concludere questo discorso sugli exploit di questo mese alla pista magica conviene ricordare il record mondiale dei 200 metri lanciati abbassato dal velocista dilettante Pesenti con ll”6/10. Il pri­ mato precedente era detenuto da Pinarello e Pizzali con il tempo di 12”; un precedente primato del russo Klirner che sulla stessa distanza a Irkusc aveva fatto segnare ll”9/10 non era stato ancora omo­ logato. Ed eccoci adesso a parlare dei campionati che hanno come è noto laureato nella velocita: Sacchi (professionisti), Pinarello (dilettanti) e Morosi (al­ lievi); nell’inseguimento: Messina (professionisti) e Campana (dilettanti) e nei dietromotori: Martino (professionisti) e Fabris (dilettanti). Il fiorentino Sacchi ha trovato finalmente la sua grande giornata al Vigore!li. Si è sempre detto che Sacchi (che pure è sicuramente il secondo uomo della velocità mondiale e l’unico in grado di infa­ stidire R.eg Harris) sulla pista milanese eia vittima di un complesso che lo portava a non rendere se­ condo il suo standard migliore proprio contro quel

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Maspes che rappresentava la pecora nera delle sue volate. Questa volta invece Succhi ha potuto coglie­ re i frutti della sua indiscussa ed indiscutibile su­ periorità anche poiché nella semifinale il redivivo Ghella gli aveva eliminato il tradizionale rivale Ma­ spes. In forma perfetta Ghella ha ceduto però net­ tamente al fiorentino che quest’anno potrebbe darci la prima vittoria assoluta nella velocità professio­ nisti. E sarebbe una bella soddisfazione per Sacchi aggiungere alla prima maglia tricolore dei profes­ sionisti: quella iridata. Tra i dilettanti era previsto il duello tra Ogna e Pinarello; il secondo ha vinto grazie alla sua bril­ lante forma. Pinarello è in possesso di un doppio scatto assolutamente superiore e di una intelligente tattica di corsa oltre ad una provata esperienza in­ ternazionale che lo porta ad essere uno dei più seri aspiranti alla maglia iridata che già fu di Ghella e di Sacchi. La sconfitta di Ogna già campione d’Ita­ lia e che aveva vinto il G. P. di Copenaghen può de­ stare sorpresa: ma contro Pinarello in quella forma poco c’era da fare tanto è vero che il vecchio Seve­ rino Rigoni pronosticò senza esitazioni: « 11 nuovo campione del mondo sarà Pinarello ».

In questo campo l’Italia ha non poche probabi­ lità con Pinarello e Ogna, con Gasparella vincitore del Trofeo Gardiolo che ha al suo attivo uno splen­ dido 11 ”3/5 e con il giovanissimo Brioschi che nella semifinale con Pinarello perse di una gomma. La velocità allievi ha laureato Morosi, un contadinello diciassettenne di Castelgandolfo che ha di­ sposto avegolmente in finale di un Giordano apparso qualche cosa di più di una semplice promessa. Prima di passare all’inseguimento che ha regi­ strato non poche battute di interesse eccoci a par­ lare del mezzofondo: successo scontato di Martino tra i professionisti e sorpresa per la vittoria di Fabris tra i dilettanti. Malgrado l’apprezzabile lavoro svolto in profondità dalla CTS in questa specialità non abbondano risultati di rilievo, anche se le leve giovanili possono darci in un domani non tanto lontano qualche soddisfazione. A fianco al collaudato Martino che si è avvalso della guida di Pasquier (un vecchio di 75 anni che in sella alla sua moto ritrova la baldanza) si sono allineati corridori che nella dura e difficile profes­ sione di stayer sono alle primissime armi quali Seghezzi, Pugi, Crespi, Accordi, Guerrini e Marzi. Lo­ gica quindi e scontata la vittoria di Martino che per lo meno è un esperto della pista tanto da girare alla media di 80 km. Non crediamo che Martino possa aspirare ad andar oltre una onorevole clas­ sifica ai campionati mondiali. Ci sono in questo campo corridori di ben altra classe sicché dobbiamo ammettere che quella maglia iridata che fu italiana per due anni per merito di Elia Frosio, tarderà, an­ cora qualche anno a ritornare all’UVI. Tra i dilettanti buone prospettive: l’udinese Fabris (non più tanto giovane avendo già toccato la soglia dei ventisei anni) ha conquistato la maglia tricolore sconvolgendo tutte le previsioni che con­ cedevano i favori del pronostico a Moneta e a Pi­ rozzi. Il veneto può considerarsi una speranza della specialità ed avvalendosi della possibilità di rima­ nere di stanza a Milano potrà affinare la sua tecnica. A convalidare la bontà della sua prestazione e delle sue possibilità sta la media realizzata nella finale: i 75 orari raggiunti da Fabris non erano stati mai re-

Bistrati da quando si svolgono i campionati italiani dilettanti. Ed eccoci agli inseguitori: due laureati: Messina tra i professionisti e Campana tra i dilettanti. Ma pei- tranquillizzare subito il lettore circa l’assenza dal libro d’oro del campione del mondo Faggin di­ ciamo subito che l’iridato non ha potuto partecipare al meeting del Vigorelli perché militare. Messina è venuto fuori con la prepotenza della sua classe quando tutte le indicazioni davano Piaz­ za favorito. Il gigante di Villasanta che aveva fatto registrare il nuovo record e che era andato a ripren­ dere Petrucci quasi umiliandolo appariva in grande forma, specie dopo aver disposto nella semifinale di Bevilacqua. Lo stesso non si poteva dire del campio­ ne del mondo Messina apparso al disotto del suo standard normale, tanto che nella semifinale aveva faticato non poco per mettere a sedere il non irresi­ stibile De Rossi. Invece il siciliano di Torino nella finale ha com­ piuto una autentica prodezza: trovatosi in svantag­ gio di 25 metri a metà gara ha letteralmente volato producendosi in un finale che lo ha portato prima a ridosso di Piazza e poi alla vittoria con un vantaggio di nove metri sull’avversario. Da una prestazione tanto brillante non poteva venir fuori altro che un tempo di valore mondiale: ed ecco Messina far segnare ai cronometri G’10”2 che è il quarto tempo mondiale ed il record personale del neo campione d’Italia. Val la pena a questo riguardo di ripetere i tempi migliori segnati in tutti i tempi dagli inseguitori sulla distanza di 5000 metri:

1. Bevilacqua 6’5”3/5 contro Koblet (media chi­ lometri 49,234)

2. Coppi 6’6”l/5 contro Patterson (media chilo­ metri 49,153) 3. Coppi 6'/”2/5 contro Gilien (media km. 48,992)

4. Messina G’10”2 contro Piazza (media chilome­ tri 48,596 ) 5. Piazza G'll”l/5 contro Messina (media chilo­ metri 48,491). Prima di passare al libro d’oro la vittoria di Mes­ sina occorre però dare un giusto valore alla pro­ dezza di Bevilacqua che a trentasei anni suonati (così come Coppi in giugno quando superò Gilien) ha saputo far segnare ai cronometri 6’18”3: tempo di trascurabile valore se ottenuto in una prova a due ma addirittura primato del mondo in una prova ot­ tenuta da solo, in lotta cioè per la qualificazione. La sorpresa per il tempo di Bevilacqua è durata poco perché il prestigioso limite è stato subito dopo abbassato ancora una volta, come abbiamo detto, ad opera di Piazza che ha fatto segnare il nuovo tempo record (sempre per una prova individuale) con 6’17”4 che corrisponde alla media di km. 47,664 orari. Tra i dilettanti inseguitori, in assenza dell’iridato Faggin, Campana ha conquistato il « suo » titolo. Il tempo segnato dal milanese non è eccezionale ma deve tenersi in giusta considerazione il fatto che nella finale il neo tricolore non è stato eccessiva­ mente impegnato dal padovano Chiesa. Xino Lombardi

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Due stupendi vincitori

■IMIH A ritornare sull'ordine di arrivo di Frascati nasce spontanea una prima esclamazione: 19 su 65! Persino troppi in base alle previsioni. Ma il dicianno­ vesimo è staccato di 27'21” da Stati Ockers. Anzi sono in due ad avere que­ sto distacco e tutti e due della Germa­ nia occidentale, l’ex campione del mon­ do Mailer ed il suo giovane connazio­ nale Erbers.

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3 !

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La folla se ne è tornata delusa per­ che sperava, come nasconderlo?, in ii n n uovo successo azzurro. I dilettanti saLato avevano compiuto mirabilia, erano stati superbi nella tattica di corsa come nel risultato finale. Si sapeva della loro potenza collettiva ma non si poteva sup­ porre una amalgama così perfetta. Il risultato di Ranucci di Bruni e di Gras­ si aveva galvanizzato le menti dei nostri sportivi, le menti di tutti, in quanto non vi è bisogno ili essere sportivi per en­ tusiasmarsi ed interessarsi ad un cam­ pionato del mondo. Specie quando si svolge in Italia ed i nostri campioni ap­ paiono nella ristretta rosa dei favoriti. Il tracciato di Frascati è risultato troppo severo per i nostri corridori, sfocati alla distanza come sono ormai i vecchi del ciclismo italiano, i Magni ed i Coppi, per intenderei, e ancora acerbi quelli della ultima leva. Fosse stato più breve di un paio di giri, di una quarantina di chilometri il campio­ nato del mondo 1955 avrebbe potuto ri­ solversi. come per i dilettanti, con un nuovo trionfo azzurro. In quanto aveva­ mo al comando della gara uomini di punta in grado di reggere la coalizione e. l’attacco di avversari. Avevamo cioè in testa alla corsa tre atleti di prim’ordine: Pasquale Fornara generoso ma tutt'allro che inesauribile anche lui alla pari di Nencini e di Coletto i quali ave­ vano dato anzitempo fondo alle proprie energie. Al 150" chilometro questi tre ragazzi erano nel pieno delle loro for­ ze, cosi come esuberante ed esplodente appariva Bruno Monti, spavaldo quasi nella azione di contrattacco che consen­ tiva a Stan Ockers di bruciare l’ecces­ sivo svantaggio verificatosi per l’anda­ tura sostenutissima del gruppetto di te­ sta e, per contro, per la passività del grosso degli inseguitori. Monti ha avu­ to però il torto — perdonabile errore di giovinezza e di inesperienza- di non comprendere quanto sarebbe stato op­ portuno lasciare ad Ockers ed a Molineris il compito di cancellare via via

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i minuti di distacco che apparivano sem­ pre in minore quantità sulla sbiadita la­ vagna che faceva la spola tra i fuggi­ tivi e gli immediati inseguitori, galva­ nizzando la folla. D'altra parte troppo severo era stato il dispendio di energie di Fortiera, Co­ letto e Nencini, per pensare ad un colpo finale eclatante, mentre troppo in ritar­ do hanno avuto via libera Moser e De Filippis allorché Coppi si è dichiarato vinto e Magni aveva addirittura abban­ donato il campo. Hanno provalo sia il trentino che il torinese a gettarsi con cuore e generosità sulla scia dei fuggi­ tivi. ma il loro distacco era ormai di una dozzina di minuti e davanti gli uo­ mini avevano nomi tali da poter com­ petere senz'altro con essi, senza speran­ za di crolli. Il colpo dunque non è riuscito che a Stan Ockers. Colpo magistrale ma pre­ parato con cura. Qualcuno si è beffato del percorso. Riteneva dopo la prova del Giro d'Italia di conoscerlo a suffi­ cienza ed ha affrontato la battaglia sen­ za un allenamento specifico sul teatro di gara. Non così Ockers, non così Germain Derycke. La verità è che da sei anni Ockers correva dietro, almeno in sogno, alla ma­ glia iridala. L'aveva vista indossare al suo amico Rik. poi ancora al vecchio connazionale Schotte che anche domeni­ ca si è battuto come un leone, al sor­ prendente Miiller. al grande Coppi nel­ la grandissima giornata di Lugano e infine all’ineffabile Louison Bobet, L’apoteosi degli altri, il trionfo irida­ to lo galvanizzava. Ad un amico il mi­ nuscolo Stan ha confessato che per il titolo mondiale sarebbe stato pronto a cedere il suo grande caffè- di Anversa che pure gli è costato tanti sacrifici. Mai visto tra i tanti vincitori, pur nel lungo vagabondare di anni ed anni sui circuiti di tutta Europa, una gioia così infinita, nel volto di un atleta. Rideva e piangeva, caratteristica anche questa di­ uno stato euforico eccezionale. Ma ne aveva ben ragione. L’edizione di Frasca­ ti dei mondiali è stata tra le più dure se non forse la più dura. Ockers ha avu­ to la fortuna di trovarsi in eccezionali condizioni fisiche tì non è stato fatto per giunta bersaglio da parte dei più temi­ bili concorrenti. Ha gareggiato in sor­ dina nei primi giri attendendo il mo­ mento buono, sino a balzare sulla scena, autentico gigante in un complesso di

campioni ormai letteralmente stroncati dalla fatica, con sicurezza sbalorditiva. Quando si vince in tal maniera — me era stato per Coppi a Lugano e per Louison Bobet a Solingen — non vi so­ no se e ma che tengano, non vi sono giustificazioni di sorta. Chiedete del resto un parere agli av­ versari. Fi diranno tutti che Ockers li ha battuti nella maniera più leale, uni autorità e potenza impressionante. Per i pavidi non vi è stato posto do­ menica a Frascati ed i pavidi del resto non hanno neppure raggiunto il. tra­ guardo. Nessuna cattiveria in questa mia affer­ mazione, ma storica realtà. Bobet è scomparso al dodicesimo giro. Coppi. Brankart e il commovente Schotte al tredicesimo, quando il gioco era latto, dopo che sulla lavagna il loro distacco risultava già di un quarto d’ora. La graduatoria dei meritevoli e. dei più bravi è quella stessa formata dai vari passaggi giro per giro. De G’-oot e Bovay nei primi sessanta chilometri, poi Fornara sino alla fine del sesto giro (125 Km.) con l'olandese e lo svizzero. Quindi ancora i francesi Darrigade. Rolland e Anquetil. gli italiani Coletto. Nencini e Fornara, gli spagnoli Poblet e Trobat, lo svizzero Bovay, grossa rive­ lazione con il lussemburghese Schmitz della gara sino al decimo giro (Km. 209) nel corso del quale sono apparsi al ‘-amando Geminiani e Janssens. tenace tandem franco-belga di inseguitori. Per concludere con l'attacco di Monti. Ockers e Molineris dopo vani tentativi di Clerici e Poblet. Il trio guidato ila Monti aveva 8'20” aliti fine del decimo giro mentre Ockers ha terminato il suo dodicesimo con ap­ pena un minuto di ritardo su Anquetil. Fornara, Nencini, Schmitz. Geminiani, Janssens. Rollanti e Derycke (Monti era invece a 2’39”). e. crollava Coletto. Alla fine del quattordicesimo giro, va­ le a dire a chiusura della corsa Ockers aveva 1’01” su Schmitz, 1’15” su Dery­ cke e Nencini, 1’40” su Anquetil e Jans­ sens. 1’55” su Fornara. 2’45” su- Gemi­ niani. tutta gente che aveva terminato insieme a lui il giro precedente. Pas­ sando in casa nostra non sono (raccor­ do con coloro che accusano ad una er­ rata tattica italiana. Le polveri a dispo­ sizione delle nostre batterie erano quel che erano. Le credevamo di primissima qualità. Ci siamo accorti invece come i belgi, i quali in costruzioni di artiglie­ rie ed in balistica sono maestri, avesse­ ro ben altro materiale a disposizione. Tanto più che l'artiglier maggiore az­ zurro è mancato completamente alla prova, ha fallito il bersaglio, sciupando la catapulta che. gli era stata preparata con generosità da Fornara, Nencini e Coletto, e da Monti, catapulta dalla quale avrebbe dovuto spiccare il volo verso il secondo traguardo iridato. Que­ sto invece non s’è verificato e ciò che è peggio senza neppur tentare la prova. Per cui mi parrebbe inutile consolarsi sulle disavventure altrui a cominciare dalla deludente prestazione del suo ami­ co Louison.

N. II.


FIMI ffl IIMGIII OLIMPICO

L’incantevole piscina del «.Palazzo della Fonte-» di Fiuggi, teatro di leve natatorie, tra i più attivi

di VAIALE BElìTOCCO

Sere addietro, a conclusione di un riuscito e nume­

tito dallo sport, c da quello giovanile in ispecic, di essere

roso corso di specializzazione in medicina sportiva — il quarto della serie — autorizzato dall’Alto Commissariato

affiancato dalla scienza medica, da clinici specializzati, per

per la Sanità, ['Azienda di cura e la Società concessionaria delle Terme di questo incantevole centro hanno voluto riunire a cena i partecipanti al corso, anzitutto, ed alcuni ospiti che si occupano di medicina e di sport. Una fusione

la soluzione dei problemi in continua evoluzione che la pratica sportiva presenta ad ogni ora c sempre con temi nuovi.

E poiché il simposio si svolgeva nello stesso acco­

questa che poteva apparire stridente sino a qualche anno addietro c che invece, solo che si fermi un tantino l’atten­

gliente salone dell'Albergo Europa, che era servito per quindici giorni da tresca c spaziosa aula per i mediciallievi — giovani esuberanti per lo più — tornati con

zione, armonizza a meraviglia. E non sono mancati logi­ camente i discorsi, ma forse più che i discorsi, vorrei dire

clusivo di La Cava — dall’accento spiccatamente romano,

che per ciascuno degli oratori, nell’ambiente cordiale e famigliare, si è trattato di lare una sintesi dei costanti ed appropriati pensieri che li assilla.

continuazione delle dotte e brillanti lezioni tenute queste da docenti scesi via via a Fiuggi oltreché per insegnare,

spontaneità e volontà a scuola, il dire simpatico e con­

schietto nel sorriso e nella parola — sembrava fosse la

Ha cominciato il prof. La Cava — brillante ed acuto regista e coordinatore dei monologhi — sottolineando il valore del raduno che consente l’allargamento dei quadri

anche per rifocillarsi all’aria balsamica degli « Etnici ».

di una Federazione. La sua, per l’appunto, dei Medici sportivi, che ogni giorno di più trova la propria ragione

prof. La Cava non è parso vero prendere atto dell’offerta

di vita e di utilizzazione, per il bisogno sentito ed avver-

Qualcuno ha indicato i medici-allievi del corso come i « dottori delle Olimpiadi di Roma del 1960 », e al

e dell’augurio, ad un tempo. In fondo il corso di medicina sportiva che passa in

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archivio c alla storia con il nome di Fiuggi è il più riu­ scito tra quelli svoltisi sino ad oggi per la fama dei do­

centi, per la qualità ed il fervore dei partecipanti, ma ritengo in particolare per il programma moderno, di ecce­ zionale attualità: il prof. Virno per la medicina applicata

allo sport; il prof. Garaci per l’igiene dello sport; il prò icssor Cassinis pioniere della medicina sportiva per la

«costituzione e sport»; il prof. Mitolo per la «fisiologia nell’esercizio fisico »; il prof. Viziano sulla « patologia del­ lo sport »; il prof. Lugi Gedda sulla « valutazione genetica dell’atleta »; lo stesso prof. La Cava sulle molteplici forme della « traumatologia dello sport »; c ancora il dott. Vin­ centi, il dott. Siggia, il dott. Descovich, il prof. Ficacci,

direttore sanitario delle Fonti, sulla « Iconografia patolo­ gica delle articolazioni, con speciale riguardo alle malattie diatesiche » oltre ad un complesso di tecnici che possono essere considerati autentici maestri delle singole specialità: il dott. Passamonti per il pugilato, Scarselli per l’atletica

pesante, Bossalino per l’atletica leggera, il maestro Pignoni per la scherma, l’avv. Giuseppe Ambrosini per il ciclismo, l'ing. Giovanni Canestrini per l'automobilismo c gli sports motoristici, Siro Banchelli per il nuoto e Gianni Roghi

per la pesca subacquea. Lezioni che meriterebbero ciascuna una larga tratta­ zione per i problemi esposti con preziosa documentazione.

Nuovo inedito bagaglio di esperienza per i giovani e ma­ turi medici che sono stati sottoposti a fine corso a un serio

esame scritto e orale di valutazione. Ma il tutto al servizio

dello sport italiano che si accinge di per sé e nel suo complesso ad un ben più severo esame di maturità: ma­ turità tecnica, maturità scientifica e nell’ideale sportivo

della sua gente, completezza dei suoi impianti, delle sue capacità e possibilitii logistiche c turistiche, con le olim­

piadi di Cortina già nell'inverno prossimo e con quelle assai più impegnative dell’estate 1960. Certo si è che i presenti al simposio (clinici, autorità, esperti e tecnici) hanno avvertito la necessità di offrire cia­ scuno qualcosa alla soluzione del problema olimpico. Ci si c sentiti, vorrei dire, tutti nel raggio affascinante di «Roma 1960 ». L’esimio medico della provincia professor

Mele ha sollevato il problema tuttora insoluto del controllo medico nella scuola perché i ragazzi possano essere osser­ vati già dalla fanciullezza prima ancora del loro avvio allo sport. Il prof. Carnei, direttore sanitario della CRI,

pilastro, con La Cava, della FIMS, ha additalo ai nuovi abilitati la missione autentica della medicina spor­ tiva, rifacendone il difficile cammino. Il Presidente della

Associazione nazionale dei medici condotti dott. Trentiterra ha parlato da autentico pioniere di questa sublime opera di apostolato. Infine — non per ordine di merito e di citazione — ma solo per l’esposizione degli argo­ menti: il sindaco di Fiuggi cap. Giorgilli c il Presidente dell’Associazione Albergatori, Santino Onorati. Gli ultimi due hanno, potrei dire, sganciato la medicina dallo sport,

per ragioni evidenti in relazione agli incarichi che rive­ stono. Ebbene, entrambi sono stati toccanti c grati sostenitori

della loro terra, della loro Fiuggi, verso gli ospiti, ma pur sempre in funzione olimpica. Già il delizioso centro prenestino pare debba essere nel 1960, e negli anni precedenti, sede, indovinatissima e naturale, di corsi preparatori, di conferenze e congressi nazionali e internazionali di scien-

J ;

I

// prof. Giuseppe La Cava, presidente della Federazione Medici degli Sportivi, attorniato dagli appassionati giovani colleghi partecipanti al corso di Fiuggi di Medicina Sportiva, che ha ottenuto pieno successo, anche per l’adesione di illustri docenti che sono stati gli ecce­ zionali « maestri» del riuscito convegno

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Il prof. Luigi Gedda, presentato dal Segretario della l'.f.M.S. doti. Mario L'ineenti. sta per iniziare la sua dotta, intcressanIissiina lezione su « La valu­ tazione genetica dell’atleta »

za e medicina. Ma si augurano gli attuali reggitori, a nome della loro popolazione, un tantino chiusa all'ap­ parenza per quel tradizionale carattere ciociaro che è pur abbondantemente impregnato di ospitalità e di gene­ rosità, che Fiuggi possa essere utilizzata quale grande centro di preparazione olimpica, per gli allenamenti colle­ giali delle formazioni azzurre. Ciò in ausilio a Roma che da sola non può certo sobbarcarsi l’intera e complessa ospi­ talità. Si aggiunga il clima delizioso, specie in questi mesi estivi, quanto mai adatti a chi, pur dovendo gareggiare in pieno agosto negli stadi assolati, ha bisogno di ritem­ prare il fìsico, di recuperare le forze, di tonificare lo spi­ rito. Vorrei chiedere ai dirigenti amici delle varie federa­ zioni sportive nazionali, ad essi che sono alla continua ricerca di centri di allenamento collegiale c per i corsi tecnici, se hanno mai pensato che a 75 chilometri da Roma esiste un complesso termale, turistico ed alberghiero modernissimo, tale da competere non dico con i volonte­ rosi centri provinciali nostri, ma con le più famose loca­ lità alpine e svizzere. Un impianto tipo per la pallacanestro, il calcio, l’hockey su prato, l'atletica, fors’anche per il nuoto come una palestra per la ginnastica, l'atletica pesante, la scherma, realizzato a Fiuggi, consentirebbe anche in periodo olim­ pico la permanenza a Fiuggi delle stesse squadre italiane c certo verrebbe utilizzato in anticipo chissà da quante formazioni estere, specie da quelle d’oltre oceano che abbi­ sognano più delle altre di un periodo di acclimatazione. La società anonima Fiuggi sta per esporre il plastico progetto dei lavori di ampliamento della Fonte di Boni­ facio Vili. Si tratta di un lavoro studiato c realizzato con indovinatissima razionalità daU’arch. prof, Loreti, lo stesso che ha ideato le nuove fonti di Chianciano che destano ammirazione ed interesse da parte degli esperti di tutto il mondo. L’esposizione del plastico progetto nei locali delle Fonti sarà probabilmente accompagnato da un « re-

ferendum » tra i frequentatori delle Fonti stesse per me­ glio conoscere i loro desiderata. Tali desiderata non riguarderanno le sole esigenze o cure termali, bensì anche il soggiorno in Fiuggi da parte delle molte migliaia di abituali frequentatori, già pienamente soddisfatti dell at­ tuale attrezzatura logistica alberghiera. Si tratta in con­ creto di offrire alla vita termale una cornice gradita di ricreazione: un programma che integri la giornata degli ospiti con una serie di iniziative turistico e sportive di cui sembra già nel prossimo anno si potrà avere una prima indovinata realizzazione. A questo si aggiunga infine il desiderio da ogni parte espresso di veder risolto il problema delle comunicazioni tuttora insufficiente e troppo lento rispetto alla eccezio­ nale vicinanza di Fiuggi alla Capitale come a Napoli e per contro al sempre maggiore sviluppo della riposante e verdissima oasi termale e di cura nel cuore della mille­ naria ciociaria, che comincia ad essere meta graditissima anche per gli atleti e gli sportivi. Natale Berloeco

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dall'ablazione chirurgica di una ghiandola a secrezione interna.

Pertanto lo studio dei componenti ereditari della costi­ tuzione deve essere integrato dallo studio dei componenti di origine mcsologica. ossia ambientale.

LA VALUTAZIONE GENETICA DELL’ATLETA"1 «lei Prof.

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Lio notato con piacere che in questo IV Corso di qua­ lificazione per Medici Sportivi Effettivi il prof. U. Cassinis ha già trattato il tema « Costituzione c sport ». Fra questo tema e il mio, sulla valutazione genetica dell'atleta, corrono dei rapporti che ho il piacere di chiarirvi all'ini­ zio della lezione. Il concetto di costituzione, di cui molto si è parlato e si parla, corrisponde ad un’esigenza del medico il quale ne intuisce la verità e l'utilità, ma non può dirsi che sia altrettanto perspicuo dal punto di vista dottrinale c pra­ tico. Oggi per costituzione si deve intendere lo status psico-fisico attuale e potenziale di un individuo. Alla me­ dicina clinica può talora bastare la valutazione della co­ stituzione attuale dell'organismo di fronte ad una deter­ minata causa morbosa, e con ciò essa esprime il concetto di « terreno » che appunto deve essere considerato come un particolare, puntuale aspetto del concetto di costitu­ zione. Ma per la medicina sportiva è necessario far capo al pieno concetto di costituzione che include i fenomeni presenti e quelli potenziali, i quali possono diventare attuali per sollecitazioni, diverse esogene c endogene. Così definita, la costituzione viene perseguita attra­ verso tre canali di studio che riguardano rispettivamente Veredità, Vambiente, e la personalità del soggetto. L'eredità, attraverso i 48 cromosomi della specie uma­ na, fornisce a ciascun individuo un patrimonio eredita­ rio molto caratteristico che rappresenta nella fabbrica dell’organismo umano ciò che in edilizia verrebbe chia­ mato il « materiale », e che gli AA. di lingua inglese chia­ merebbero volentieri « background », per dire problema di fondo. Il patrimonio ereditario, dall'istante del concepimen­ to in poi, prima nell’habitat endouterino e poi nella vita indipendente, entra in reazione con le forze esercitate dal­ l’ambiente le quali, sotto un aspetto, sollecitano la fenogenesi dei caratteri ereditari, vale a dire, la loro manife­ stazione nel tempo e nello spazio, mentre sotto un altro aspetto possono modificare il patrimonio genetico nel senso che possono diminuire i caratteri di cui l’individuo è ereditariamente dotato. Si pensi ad esempio quale note­ vole trasformazione della costituzione sia rappresentata (1) Lezione tenuta al IV Corso «li Qualificazione per Medici Sportivi Effettivi della Federazione Medico Sportiva Italiana (Fiug­ gi 13 luglio 1955).

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Ma la costituzione di un soggetto così nobile e com­ plesso come l’uomo non può ridursi al binomio della ere­ dità e dell’ambiente, ma richiede una valutazione più ardua, ma essenziale che possiamo conglobare sotto il no­ me di personalità la quale nell’accessione del termine cor­ rente in psicologia sperimentale comprende, tutte le fun­ zioni mentali ossia psichiche, globalmente considerate, le quali esercitano un'indubbia cospicua influenza sulla co­ stituzione del singolo uomo.

Si pensi, ad esempio, ai valori del polso, presso gli assi del ciclismo. I più noti posseggono una bicidicardia così spiccata che il loro polso potrebbe dirsi « napoleo­ nico ». Ed è probabilmente questo il tratto costituzionale caratteristico per l'atleta del ciclismo. Bartali, Coppi, Ma­ gni hanno in piena corsa un polso che si aggira intorno ai 50.

Ora se Ira lutti, e così a lungo. Banali ha potuto primeggiare cd anche diventare « intramontabile », cioè imporsi oltre i consueti limiti segnati dall’età, questo si deve all’intelligenza etrusca di cui Bartali è dotato, che gli ha permesso di conferire il massimo risultato alle sue doti costituzionali possedute sotto l'aspetto fisico, anche da al­ tri atleti.

E’ indubbio che la personalità, anche nello sport, ha un compito così preminente da costituire il terzo termine del trinomio nel quale, per semplificare questo difficile argomento possiamo circoscrivere il problema della costi­ tuzione umana. La valutazione della costituzione è dunque composita c in tale contesto trova il suo compito specifico la gene­ tica la quale come scienza dell’eredità, può essere inter­ rogata dal medico per conoscere i criteri ed i metodi ne­ cessari alia valutazione genetica dell’atleta, cioè alla sua costituzione dal punto di vista ereditario. Ed ora vorrei ulteriormente convincervi alla reale esi­ stenza di questo problema, prima di tentare con voi le strade per risolverlo.

Nulla è più convincente del dato obiettivo della sua analisi, della sua interpretazione. Ed è un dato di fatto la familiarità del rendimento sportivo. Cioè esistono, nello sport nazionale c internazionale, numerosi casi di campionismo in un determinato sport che si ripetono nella stessa famiglia. Circoscrivendo l'indagine all’ambito dello sport italiano, eccovi la casistica che ho potuto raccogliere c che vi presento, suddivisa secondo le varie discipline sportive. CALCIO

Fratelli Sansoni Angelo, Gioacchino, Alberto, Giulio. Periodo 19161925, ottimi giuocatori della massima divisione.

Fratelli Ferraris (di Roma) Paolo, Luigi, Alfredo, Attilio. Paolo giuocatore divi­ sione nazionale periodo 1914-1925. Attilio, capitano


della squadra Nazionale italiana. (ìli altri fratelli mo­ desti giuocatori. Fratelli Sentimenti

Cinque fratelli tutti giuocatori della massima divisione. Sentimenti IV il popolare portiere moltissime volte nazionale. Sentimenti V attualmente uno dei migliori terzini italiani.

Famiglia Vargìicn Giovanni, nazionale, capitano della Juventus per molti anni, giovanissimo giunca nella Triestina dove giuoca il tìglio, Irateilo Mario giuocatorc della Pro Patria e della Juventus.

NUOTO Fratelli Lanzi Gaetano e Ernesto ottimi tuffatori campioni d’Italia.

Famiglia De 7.ucco Italo, campione d’Italia nel dorso, ex-rccordam italiano, buon giuocatorc di pallanuoto, il tìglio Luciano campione nel 1954 in. 200 s. I. del C.S.I. e secondo ai Campionati italiani. Famiglia //ndrosoni Androsoni (padre) buon lanciatore di giavellotto, Sca­ lia (madre) buona nuotatrice, le figlie Rita una delle migliori dorsistc italiane e Adriana buona contista.

SCHERMA

Famìglia Man gì(trotti Padre oggi settantenne noto campione. Sci tìgli tutti noti in campo nazionale nelle tre armi, dove eccelle Dario. I figli dei tìgli del vecchio Mangiarotti si di­ stinguono nella categoria dei ragazzi. Nostini Renzo e Giuliano

Olimpionici di fioretto. Nedo Nudi c . Udo Nadi, jratelli

Nedo Nadi vinse le Olimpiadi nelle tre armi. Aldo campione italiano di elevata classe; tìgli di Poppe Nadi insigne maestro e campione.

PUGILATO Fratelli /Uberto, Mario, Ubaldo Farabullini I primi due campioni di grande rilievo, buono il ter­ zo (1919-1930).

Fratelli Erminio e Giuseppe Spalla II primo per molli anni campione europeo. Il secondo buon campione.

Fratelli Enrico e Vittorio Venturi Campioni di notevolissima fama: il fratello Alfredo, campione a suo tempo ed ora maestro c allenatore di pugilato. EQUITAZIONE

SCI Fratelli Coni paglioni

Severino, Ottavio c Aristide oltre vari cugini tra cui Achille scalatore del K2.

Fratelli Sertot elli Stefano. Erminio, Mario e Giacinto: noti campioni fondisti e discesisti.

Con)ortola Silvio e Mario (padre c tìglio) Entrambi fondisti. Pellister, padre c figlia Sciatori di elevata classe.

/.amboni Dino e Livio

Campioni discesisti.

Famiglia D'inzeo Padre maestro di equitazione. I tìgli Raimondo e Piero, olimpionici c campioni d'Europa.

CICLISMO Fratelli Gino c Giulio Bartali Il primo grande campione c il secondo ottimo dilct tante perito in un incidente.

Fratelli Fausto e Serse Coppi Anche il Sorse fu un ottimo corridore su strada, c perito anche lui in un incidente in corsa.

Fratelli Vittorio e Vincenzo Rossetto Ottimi campioni su strada. Fratelli Alfredo e Albino Binda

Fratelli Sigdunud Birger e Round Grandi campioni norvegesi eccezionali saltatori con gli sci.

RUGBY Fratelli Vinci (cinque fratelli)

Giuocarono nelle prime squadre romane, campioni c azzurri. Fratelli Gabrielli

Tre fratelli ottimi giuocatori nazionali. Famiglia Nisti Il padre giuoco nelle prime squadre romane. Il figlio giuoca nel Cus-Roma.

Alfredo campione del mondo per tre volte. Fratelli Ernesto e Giuseppe Azzini Campioni su strada.

Fratelli Luison e Jean Bobet Campioni francesi.

Famiglia Pesenti Il padre buon scalatore fece valere le sue doti in vari Giri d'Italia (1930). Il figlio velocista pistard fa parte dei migliori dilettanti. Fratelli Henry, Francis e Charles Pellisier

Famosi campioni francesi. Fratelli Maes Grandi campioni del ciclismo belga.

27


AUTOMOBILISMO .Iscari ,-hitonio e figlio Uberto Grandi campioni del volante, deceduti. 11 padre nel 1925 ed il figlio nel 1955 per incidenti in allenamento.

Fratelli Marzolla Tre fratelli, di cui Paolo e Vittorio grandi campioni.

MOTOCICLISMO Famiglia Roggeri

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Il padre Amedeo campione «.l'Italia c i due figli valenti corridori motociclisti. Famiglia Merlo Il padre uno «.lei migliori corridori dei tempi eroici. Il figlio campione della categoria sydccars.

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GINNASTICA Famiglia Neri Campione olimpionico. Il figlio attualmente nazionale.

LOTTA (i RECO-ROM ANA

Raicevich Giovanni, Maurizio, Emilio 11 figlio di Giovanni nazionale. Giovanni per lungo tempo campione del mondo. Di fronte a questi dati l’obiezione che subito nasce è che il ripetersi della qualificazione sportiva nell'ambito di un medesimo sport si debba a motivi ambientali come l’esempio del congiunto, l’ambiente psico-sportivo che alegggia nella famiglia, l’introduzione del nome nell’am­ biente specialistico, le facilitazioni relative all’allenamento di cui il familiare dispone, ecc. Si tratta di considerazioni certamente valide ma non sufficienti a spiegare il fenome­ no che ho indicato per il semplice fatto che gli esempi furono raccolti in seno allo sport agonistico e non in seno allo sport dilettantistico. Ora la qualificazione agonistica, come voi sapete, specie quando la selezione viene portata ai gradi più spinti come quelli di cui un’eliminatoria nazionale è talmente severa, cioè sottoposta ad un conti­ nuo controllo funzionale che non può in nessun modo confondersi con una qualsiasi velleitaria affermazione, o come un attestato di benemerenza oppure come un titolo onorifico (commendatore, per esempio) che conseguito una volta rimane in dotazione. Basta dire che nell’ambito del CONI esistono in seno alle rispettive Federazioni le Associazioni degli Arbitri e una Federazione dei Cronometristi per dimostrare che il campionismo atletico corrisponde ad un rendimento effettivo che non viene riconosciuto per considerazioni che non siano quelle di traguardi obiettivi conseguiti dal sin­ golo atleta. Come pure basta pensare al controllo reci­ proco umanamente comprensibile, che ogni atleta esercita nei confronti dei suoi colleghi nella specialità sportiva per comprendere che i brogli e le ingenuità non sono possi­ bili. Se in tanti casi, quanti sono quelli che abbiamo elencato due o più famigliati si sono qualificati sul piano nazionale o internazionale è segno che essi possedevano in grado pari oppure affine quelle doti costituzionali che

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si richiedono per l’esercizio agonistico di quello sport, cioè la formula costituzionale specifica di quella specia­ lizzazione sportiva. La familiarità del rendimento sportivo che colpisce chi studia la storia dello sport è un fatto che interessa il genetista perchè egli si trova di fronte ad un problema che può essere facilmente spiegato sul piano dell’eredità genotipica, mentre assai dii fàcilmente può risolversi altri­ menti. Ma prima di insistere su questo argomento desidero citarvi un recente notevole studio del prof. Hans Grcbc dell'istituto di Medicina Legale di Kiel il quale dimo­ stra anche, per altra via, l’esistenza di un meccanismo genotipico, c cioè ereditario, nella qualificazione speciali­ sta sportiva. Egli ricorre al metodo dei gemelli che gli permette di conferire evidenza al fatto che i gemelli con pari eredità genotipica presentano una concordanza qua­ litativa c quantitativa nel rendimento sportivo, più alta di quella offerta dai gemelli che pur essendo nati assie­ me dai medesimi genitori, presentano un’eredità differen­ te. E’ questa una dimostrazione molto fine, che, agli occhi del genetista, assume un valore definitivo. Se dunque esiste un fondamento ereditario (genotipi­ co) della forma sportiva, mi sembra che il medico spor­ tivo ne debba tener conto in vario modo e anzitutto da un punto di vista dottrinale, cioè di studio. Sarà molto interessante proseguire, con larga casistica, nelle due direzioni prima indicate: la familiarità del ren­ dimento sportivo e la qualificazione sportiva dei gemelli. A proposito della prima indagine, che si risolve in una indagine genealogica, mi permetterei di raccomandarla almeno in tutti i casi dei cosiddetti azzurri, cioè dei cam­ pioni nazionali italiani. Così siamo sicuri di partire da un « probando » che certamente possiede la formula genoti­ pica costituzionale della specialità. Si tratta di genotipo altamente pregiato di cui è interessante ricercare la pre­ senza nonché le diverse espressioni e le componenti nel­ l’albero genealogico. Siamo agli inizi e perciò il medico sportivo deve adottare pazientemente il motto dell’acca­ demia del Cimento « provando e riprovando », ma anzi­ tutto esplorando l’albero genealogico dal punto di vista anamnestico. Per esempio, mi sembrerebbe utile indagare non solo sulla presenza di altri casi di attività sportiva, ma sulla professione, sulla morbilità, sulle cause di morte c della longevità dei familiari. Passando dall’anamnesi alla ricerca obiettiva le strade che si aprono per una siste­ matica esplorazione dei familiari sono innumerevoli. Per esempio, io non esiterei nel gruppo familiare di un az­ zurro a valutare la fatica generata da quel particolare tipo di sport praticato dal candidato con il test recente­ mente indicato dal prof. Mitolo dell’abbassamento della pressione arteriosa (1). Come questa così altre numerose direzioni possono essere tentate naturalmente mantenendo la ricerca legata alla specifica attività sportiva. Inutile dire quanto questa ricerca possa servire alla comprensione del particolare mec­ canismo primatistico, oltreché del meccanismo ereditario. Qualche aiuto allo studio del problema potrà venire

(1) Prof. Michele Mitolo: Le variazioni delia pressione arteriosa in corso di allenamento, IX Congresso Nazionale di Medicina Sportiva (Perugia, Maggio 1955).


anche dallo studio delle frequenze studiate per via stati­ stica secondo i metodi della cosiddetta genetica della po polazione. Questo ramo della genetica moderna studia i feno­ meni ereditari, con taglio orizzontale nello spazio prati­ cando dei censimenti genetici per voci determinate, men­ tre la ricerca genealogica persegue verticalmente i me­ desimi fenomeni, cioè nel tempo. Ora valutando in deter­ minate popolazioni la frequenza degli sport praticati con successo potranno essere conosciute le attitudini eredita­ rie allo sport prevalenti in quell’isolato. Naturalmente, in questo caso, la ricerca deve essere impostata secondo schemi di massima, più comprensivi di quelli creati dalla specializzazione sportiva. A questo proposito mi sembra utile indicarvi la classificazione dello sport che ho propo­ sto al Centro Sportivo Italiano (ì), che, essendo basata sull’uomo, corrisponde anche ad un’analisi biologica del problema seppure di massima, come appunto è necessa­ rio in questo ordine di ricerche. Infatti, riferendomi all'uomo attore dello sport, rite nevo opportuno di classificare gli sport in tre classi fon­ damentali:

1. Classe - Comprende gli sport nei quali l’uomo agi­ sce senza integrazione di sorta. Sono i tradizionali sport derivati al mondo moderno dall’antica civiltà classica: per esempio, la corsa nella quale le energie dell’uomo, e del­ l’uomo solo, si cimentano in una gara di velocità o di resistenza; il nuoto; la lotta, dove l’uomo nudo affronta l’uomo nudo, ecc. 2. Classe - Comprende gli sport nei quali l’uomo in­ terviene con attrezzi e complementi che vanno dalle for­ me classiche del disco, del giavellotto, del remo, della spada, dell’asta, ecc. fino al sollevamento pesi e al pal­ lone che nel calcio, nella palla al cesto, nella palla a volo, nella palla ovale, ecc. sollecita l'impegno dell’uomo. Fra i complementi moderni, ricordiamo in particolar modo la bicicletta che certamente sopravviverà nello sport anche quando i mezzi di trasporto dell’uomo avranno per conto loro superato la bicicletta come già abbondantemente ve­ diamo. La bicicletta rimarrà come attrezzo sportivo cioè come strumento di rendimento e di comparazione umana così come sopravvive nello sport il giavellotto anche se questo, come arma, è completamente superato. Con il ciclismo, appartengono agli sport di questa classe lo sport sciatorio su neve e nautico, il paracadutismo, ecc. ed an­ che certe specializzazioni dell’alpinismo moderno come quello realizzato dagli scalatori del K2 che non appar­ tiene al semplice alpinismo dell'uomo contro il monte, ma fa ricorso ad un’attrezzatura tecnica indispensabile che qualifica l’uomo per un particolare impegno.

3. Classe - Comprende gli sport nei quali l’uomo si avvale di un’integrazione motrice. A questa categoria ap­ partengono antichi sport, come quello equestre connatura­ to, per così dire, alla storia della civiltà umana, gli sport velici si tratti della vela bianca sul mare e del volo a vela che entrambi utilizzano la forza motrice del vento e, in modo speciale il moderno sport del motore, dal micromo­ (I) Prof. Luijii (ledila: Psicologia e classificazione dello Sport. Discorso tenuto al Teatro Eliseo di Roma in apertura del IV Con­ gresso Nazionale del C.S.l. (8 dicembre 1953).

tore ai bolidi, agli aerei a quelli che forse saranno i mìssili interplanetari dell’avvenire. Sarebbe poi il caso di estendere le ricerche sui gemelli sportivi per accertare ed approfondi-e i risultati conseguiti da Grebe. La qualità « gemellare > di ogni sportivo deve essere sistematicamente rilevata e, su materiale molto va­ sto e non selezionato, sottoposta a valutazione geneticosportiva. Con questo complesso di ricerche si tratta non solo di accertare il fondamento genetico dell’attitudine sportiva, ma di individuare delle caratteristiche di quel pregiato genotipo che assicura il migliore rendimento spe­ cialistico. Lo studio del fenomeno nell'ambito familiare e cioè sul piano genealogico può permettere di cogliere assai meglio che nello studio del singolo atleta, isolato dalla matrice familiare, il segreto del suo talento sportivo. Forse a qualcuno potrà sembrare eccessivo che io adoperi il termine di talento a proposito di un’eredità che appar­ tiene in così larga misura al soma; in realtà, come accen­ navo in principio, io ritengo che lo sport sia un'attività specificamente umana e cioè basata su componenti psi­ chiche non meno che su componenti somatiche. Come il Pieraccini, in eccellenti lavori sull’artigianato italiano c particolarmente nei Maestri Canarini e Campionesi ha dimostrato l'eredità di particolari talenti artistici (1) ana­ logamente sia pure su differente livello mi pare che si possa ricercare l’esistenza e il meccanismo del talento spor­ tivo familiare. La ricerca scientifica che possiede un altissimo valore intrinseco non manca neanche in questo caso di riferi­ menti pratici. Se è vero che il meccanismo con il quale si trasmette la massima parte dei genotipi morbosi nella specie umana è, per nostra fortuna, quello recessivo, non credo di peccare di eccessivo teologismo formulando l’ipotesi che i genotipi positivi vengono trasmessi preva­ lentemente con il meccanismo dominante. Fra questi ge­ notipi sembra logico includere quelle batterie di geni che corrispondono alle qualità specifiche di un talento spor­ tivo; genotipi veramente preziosi che meritano di essere individuati e non inconsultamente dispersi. Se così è, la trasmissione del genotipo pregiato dovrebbe avvenire di­ rettamente da genitore a figlio ed avere una cospicua rap­ presentanza in seno alle fratrie che ne dimostrano la pre­ senza. Pertanto anche l’indagine può essere molto utile per il reclutamento l'accentramento e la selezione spor­ tiva, specialmente quando tale discriminazione avviene ad alto livello, cioè di fronte ad eliminatorie che richiedono massima oculatezza. La consulenza genetica è dunque una nuova presta­ zione della medicina allo sport non ancora sufficientemente individuata sul piano internazionale, ma passibile di sviluppi altamente fecondi sia per lo sport, come per la genetica e per la medicina. Perciò auguriamoci che sia la Federazione Medico Sportiva Italiana, così egregia­ mente diretta dal prof. La Cava, a puntualizzare questo argomento di fronte cogli ambienti medico-sportivi di ogni nazione, tanto piu che nel I960 il fuoco di Maratona sarà acceso in Roma e lo sport italiano, in occasione delle prossime olimpiadi, sarà chiamato a dire la sua parola al mondo sulla dottrina e sulle condizioni dello sport nel nostro tempo. (I) Pieraccini (ìaelano: Eredità dell'ingegno e dei partiecduri talenti (Firenze, Marzocco. 1947).

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Le regate veliche

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di, Roberto Ciappa, i campioni d’Italia della classe « Lightnings » Luigi Merola e Adriano Cosentino. quelli della classe « 12 p. S. I. » D’Angelo e De Luca e tanti altri fra cui Serafini, venuto da S. Maria di Letica, Dominici e Ciccola da Messina. La prima partenza alle ore 11..30 è per i «Dra­ goni ». In questa serie Renato Cosentino, su « Nele li» va in testa fin dalla partenza e mantiene la prima posizione fino all’arrivo, seguito a 2’ da « Ausonia » dell’ing. Ferrari. Alle 11,40 viene dato il via alle «Stelle». E’ questa la regata più importante della riunione che ha visto i migliori timonieri alternarsi, dall’ini­ zio alla fine, al comando della gara per la conquista della bellissima Coppa donata dal prof. Luigi Gedda. L’ordine di arrivo dà un quadro di quanto è stata combattuta questa regata: quattro barche hanno ta­ gliato il traguardo nello spazio di un minuto. Ad oltre 4 minuti arrivano gli altri. Bellissima è stata in questa serie la regata con­ dotta da Pasqualino Migliaccio: un quarto posto, in gruppo con i migliori ed anziani timonieri italiani della specialità, è indice sicuro delle sue possibilità avvenire. Se avesse potuto disporre di una vela più adatta all'intensità del vento che si è avuto durante la regata, senza forse il gran pavese della vittoria avrebbe garrito per lui. Ma è il più giovane fra tutti e siamo certi che. sor retto dalla sua passione spor­ tiva, affinerà ben presto le sue doti di buon timo­ niere ed avrà le sue vittorie. Nei « Lightnings » lotta serrata fra Merola (Cam­ pione 195.3) ed Adriano Cosentino (Campione 1954). All’arrivo è primo Luigi Merola su «Turbine li » (Marina Militare) seguito da Cosentino su « Alcione» (C. C. Savoia). Anche nei « 12 p. S. I. » lotta fra campioni: De Luca e D’Angelo si sono contesi la vittoria per tutta la gara, la spuntava De Luca che tagliava il traguar­

do star « Danaldo ». che porta i colori del C.S.I.. con lo equipaggio formato da Pasquale Migliaccio (timoniere) e Gian Battista Leone (prodiere) avendo vinto il Campionato di Flotta è stato ammesso a partecipare a! Campionato d'Europa e Nord Africa della « Star Class».

A Napoli, si è avvita, con pieno successo, la pri­ ma riunione velica del Centro Sportivo Italiano. Con la partecipazione a questo sport, che è fra i più belli, il C.S.I. può ora ben dire di essere presente su tutti i campi. La riuscitissima manifestazione, accuratamente preparata dal Circolo Velico Partenope, che si onora di avere quale Presidente il prof. Luigi Gedda, ha ottenuto un indiscusso successo. Erano in gara i migliori timonieri italiani. Vi erano gli olimpionici Renato e Nino Cosentino (quest’ultimo reduce dall’aver vinto nella classe « Stelle» il Campionato di Francia 1955), Ubaldo Fon-

La partenza dei Lightnings.

• 31


do con buon vantaggio sul suo antagonista, mentre terzo era lo stabiese De Maria. Ciappa, al timone di « Caprice » (Canottieri Na­ poli) vince la regata seguito da Ubaldo Fondi (Ca­ nottieri Italia) su Gloriano e Nino Cosentino (Ca­ nottieri Savoia) mentre quarto nel gruppo è Pasquale Migliaccio (del C.S.I.) su « Danaldo ».

ORDINE DI ARRIVO DRAGONI i. Nelle 11 alle 13.22.1-1 - timon. Renato Cosentino (Club Nautico) 2. Ausonia alle 13.24.15 timon. Piero Ferrari (C. R. V. Italia) 3. Gabbiano alle 13.2-1.40 timon. Mario Farina (C. C. Savoia) ■

STELLE 1. Caprice alle 13.28.10 - timon. Roberto Ciappa (C. C. Napoli) 2. Gloriano alle 13.28.40 timon. Ubaldo Fondi (C. R. V. Italia) 3. Merope alle 13.28.55 - timon. Nino Cosentino (C. C. Savoia) 4. Donaldo alle 13.29.2 - timon. Pasquale Migliac­ cio (C. V. Partenope)

LIGHTNINGS 1. Turbine 11 alle 13.45.7 - timon. Gap. L. Merola (Marina Militare) 2. Alcione alle 13.47.20 - timon. Adriano Cosentino (C. C. Savoia) 3. Temporale alle 13.49.35 - timon. A. Valenzuela (C. C. Napoli)

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12 p. S. I. 1. Aguglia alle 13.18.10 - timon.. Gennaro De Lu­

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2. Sparagliene alle 13.20.20 - timon. Alfredo D’An­

ca (C. C. Italia) gelo (C. C. Napoli) 3. Ester alle 13.20.50 - timon Pasquale De Maria

(C. V. Stabia) 4. Tabù alle 13.21.10 - timon. Dominici (Talatta -

Messina)

I colori del C.S.I. ai campionati europei Per la prilliti volta, nei Campionati d’Europa e Nord Africa della Star Class svoltisi a Livorno nei giorni dal 28 luglio al 4 agosto, il Centro Sportivo Italiano è stato presente ad una manifestazione ve­ lica internazionale. A prescindere dal risultato finale ottenuto dal­ l’equipaggio del « Danaldo », lo Star che con i co­ lori del CSI ha preso il via tra l’agguerrito lotto di ben 3(i imbarcazioni, è da sottolineare soprattutto la partecipazione a queste regate, che, comunque, sono utili e necessarie alla più completa formazione tecnica dell’cquipaggio. La presenza ai campionati dei migliori Skippers europei, la conoscenza di nuovi campi di regata, sotto elementi che formano quella esperienza che è requi­ sito fondamentale per giungere ad affermazioni no­ tevoli e probanti. In complesso il comportamento del «Danaldo» può ben dirsi sia stato lusinghiero. Pur non essendo la barca attrezzata per venti leggerissimi, avendo in­ fatti in dotazione una sola vela, ottima per venti medi e freschi, ma assolutamente inadeguata in giornale come quelle incontrate a Livorno, ha colto nella seconda regata un notevole successo, conqui­ stando il terzo posto dietro «Merope II » e «Capri­ ce », l’tina vincitrice dei campionati e l’altra seconda in classifica finale. E’ da dirsi anche che intesta fu l’unica giornata in cui il vento fu fresco e regolare, il che — in so­ stanza — conferma quanto detto più sopra. II disagio della insudiciente attrezzatura ò stato naturalmente acuito dalla più completa preparazione delle altre imbarcazioni, per quasi ognuna delle quali i timonieri ebbero la possibilità di stazzare tre vele (per venti freschi, medi e leggeri). Nelle altre giornate, al contrario, caratterizzate da un vento quanto mai irregolare, e quasi nullo, ed influite dalle correnti che si formano solitamente sul campo di regata di Livorno, l’equipaggio è stato costretto a difendersi nella migliore maniera possi­ bile con alterna fortuna. In conclusione non possiamo che dirci lieti di que­ sta partecipazione, che oltre al parziale successo del­ la seconda regata, ha dato, come dicevamo in prin­ cipio, la possibilità al giovane timoniere Migliaccio di acquistare una maggiore esperienza dalla quale saprà indubbiamente trarre giovamento in avvenire, che, bisogna dirlo, si presenta sotto i migliori auspici.

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La giuria ad alcuni concorrenti dopo le regate. Da sinistra a destra: /< Migliaccio. G. Marino, King. Ferrari Vice Presidente Generale dell’USVI, avv. Mazzella Vice Pre­ sidente del Comitato Partenopeo USVI, Renato Cosentino, A. Migliaccio. Col. Ciom­ po Vice Presidente Canottieri Savoia. Nino Cosentino olimpionico e campione di Fran­ cia, iloti. Giuseppe Martinelli.

32 —A.


procederà successivamente ad una gettata di calcestruzzo almeno del­ lo spessore di 15-20 cin. opportu­ namente sistemata per eventuali dilatazioni o contrazioni e che in particolari casi potrà venire ar­ mato con ferri incrociati. Sopra detta gettata di calcestruzzo verrà messa in opera la pavimentazione che verrà scoliti c che può essere di mattonelle in graniglia (in ge­ nere sono quelle che dònno il ren­ dimento migliore c sono più eco­ nomiche). di asfalto compresso, ce­ mento. ecc. Occorrerà pure esegui­ re un idoneo muretto di conteni­ mento perimetrale che servirà an-

Per costruire le

PISTE DI PATTINAGGIO Le attività riguardanti il patti­ li; ggio sono regolate dalla Fede­ ra -.ione Italiana Hockey e Patti­ na, gio c comprendono: hockey a r< Ielle, corse su pista c pattinag­ gio ’rtislico. Per le norme riguar­ dali!' dette specializzazioni si ri­ mani a il lettore al Regolamento Tecn.’.io Federale in quanto il pre­ sente articolo ha solo lo scopo di fornii : schemi e consigli tecnicocostru’tivi di impianti riguardan­ ti il pattinaggio.

rcrà innanzi tutto effettuare lo scavo dell'area riguardante la pi­ sta, al suo idoneo riempimento con pietrame via via decrescente che dovrà essere bene assestato sia a mano che con successiva bagna­ tura e rullatura con un compres­ sore da almeno 20 tonnellate. Si

PARTICOLARE DEL SOTTOFONDO mai

m 40.00

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I. - FORMA E GRANDEZZA

DEL CAMPO

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Il i eltangolo riguardante la pi­ sta di pattinaggio va da una lim­ ghezz i di 30-40 metri per ona larghezz i di 15-20 metri.

IL - ORIENTAMENTO In genere Est-Ovest in modo che i raggi solari siano perpendi­ colari al senso trasversale.

HI. - COSTRUZIONE Per procedere alla costruzione di una pista di pattinaggio occor-

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SCHEMA DI PATTINODROMO E CAMPO DI HOCKEY SU ROTELLE

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nei lati più lunghi: inoltre è ne­ cessario ai piedi di questa costrui­ re un cordolo di almeno 20 cm. di altezza che sorregga nella par­ te interna uno zoccolo in legno so­ praelevato di un paio di centime­ tri dal suolo. Nella parte superio­ re a detto cordolo dovranno es­ sere infìssi i sostegni tubolari per il corrimano che dovrà essere al­ l’altezza di m. 1,20.

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V. - ILLUMINAZIONE Per il pattinaggio 30-40 lux; per l’hockey 60 lux.

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VI. - PISTA DI VELOCITA’ Si realizza con la costruzione di settori circolari alle testate dei lati corti di raggio di in. 11; detti raccordi circolari vengono uniti

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PARTICOLARE DEL CAMPO DI HOCKEY A ROTELLE

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che come sostegno per i pali della recinzione. Nella costruzione del piano oc­ corre tener presente di assegnargli una leggera pendenza (1,5%) ver­ so il centro ove occorrerà prevede­ re nello spazio di una mattonella

una opportuna caditoia forata per lo scarico delle acque.

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IV. - RECINZIONE Il campo di pattinaggio viene recintato con rete metallica alta ni. 1,80 nei lati più corti c m. 1,20

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PORTA DEL CAMPO DI HOCKEY

I parallelamente ai lati lunghi del­ la pista; vi si può ricavare una pi­ sta con curve sopraelevate ad au­ mento parabolico in modo da ri­ cavare un perimetro di 125 metri misurati a 30 cm. dalla linea inter­ na. La pendenza è di circa 10%.

VII. - PORTA La porta consiste in una gabbia la cui altezza misurata interna­ mente deve essere di 92 cm. La larghezza intera di 125 cm. La profondità nella parte superiore di 35 cm. e nella parte inferiore

legno verniciato di bianco

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RECINZIONE DI PROTEZIONE

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SCHEMA DELLO SMALTIMENTO DELLE ACQUE PIOVANE NEL PATTINODROMO

CAMPO DI HOCKEY A ROTELLE parlicctart aoi ccrap* ti nocr»y a rcretic ___________________ 30.0C-40.00_______

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di 92 cm. (questa ultima misura è la stessa dell’altezza della por­ ta). Essa è formata da un telaio di legno fissato alle giunture. La parte superiore, i lati c il fondo della porta dovranno essere rico­ perti da una robusta rete di spago che possa resistere ai tiri (shoots) di una certa violenza. Una rete di spago verrà pure appesa all’inter­ no, nella parte superiore della porta alla profondità di 35 cm. (misura presa dopo la sbarra tra­ sversale superiore della porta stessa). Questa rete misurerà 92 cm. di altezza e 125 cm. di larghezza e sarà sospesa all’interno della por­ ta in modo da impedire alla palPARTICOLARE DELLA CUNETTA ^cm

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la, in caso di goal, di rimbalzare. Essa sarà fissata soltanto nella parte superiore in modo che pos­ sa pendere liberamente sul pavi­ mento. I paletti che formano il te­ laio esterno della porta avranno una larghezza di 8 cm. e saranno dipinti in bianco. Le porte saran­ no piazzate sulla linea della por­ ta, una dirimpetto all’altra. Lo spazio dietro le porte non deve mi­ surare meno di 100 cm. e non più

di 7 metri. La porta sarà comple­ tamente libera da coperture clic possano disturbare la vista nell’in­ terno ai giudici di porta.

Vili. - SPOGLIATOI E SERVIZI Proporzionali agli atleti cd al pubblico. (Si rimanda agli schemi tipo già pubblicati in precedenti arti­ coli, vedi n. 8 agosto 1952).

IX. - GRADINATE Da realizzarsi nel caso vi sia notevole concorso di pubblico per assistere alle manifestazioni. (Si rimanda agli schemi tipo già pub­ blicati in precedenti articoli, vedi n. 12, dicembre 1952). Per tutte le altre delucidazioni tecniche si rimanda il lettore ai disegni che pubblichiamo. Renzo fliorjjetti

CRONOLOGIA DEGLI “8000 metri,, Finora risultano saliti i seguenti ottomila (in ordine di tempo): ANNAPURNA - in. 8075 — Spedizione francese - Herzog e Lachenal 3 giugno 1950. EVEREST - in. 8888 — Spedizione inglese - Hillary e Tensing 29 mag­ gio 1953. NANGA PARBAT - ni. 8125 — Spedizione austro-tedesca - H. Buhl, da solo, 4 luglio 1953. K2 - in. 8611 — Spedizione italiana - A. Compagnoni e L. Lacedelli, 31 luglio 1954. CHO OYV - ni. 8153 — Spedizione austriaca - Tichy, Jòchler e Pasang, 19 ottobre 1954. KANCHENDZONGA - ni. 8579 — Spedizione inglese - 25 maggio 1955. MAKALU - m. 8470 — Spedizione francese, 28 maggio 1955. Restano a tutt’oggi inviolati gli altri sette: LHOTSE - 8501 in. DHAULAGIRI - 8172 ni. MANASLU - 8128 in. GASHERBRUN I - 80G8 ni. GASHERBRUN II - 8035 ni. BROAD PEAK - 8035 ni. GOSAINTHAN - 8013 ni.

■ FRANCESI AL MAKAH Un telegramma pervenuto il 28 maggio a Parigi ha dato la primi» notizia del successo dei francesi al Makalu (m. 8475). La spedizione, diret­ ta da Jean Franco, aveva nello scorso anno proceduto ad una sistematica ricognizione del gruppo del Makalu, scalando il Makalu II ed altre vette minori e stabilendo la migliore via di accesso alla vetta massima. GLI INGLESI AL KANGCI1ENDZONGA (metri H57»>

La spedizione inglese diretta da Evans ha colto il secondo alloro dell’alpinismo inglese nella conquista degli ottomila. Un telegramma pervenuto al «Times» il 1° giugno dava la seguente notizia: « La vetta del Kangchendzonga meno cinque piedi verticali è stata raggiunta il 25 maggio. Tutto bene ». Così anche questo ottomila ha ceduto agli assalti degli alpinisti. Pareva anzi che la spedizione avesse uno scopo esplorativo anziché quello della scalata alla vetta massima. Se questo era veramente lo scopo, gli inglesi devono aver approfittato-accortamente dell’occasione favorevole ed hanno così raccolto una ambita vittoria.

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i PERISCOPIO

LA RIUNIONE DELLA GIUNTA ESECUTIVA DEL CONI

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Si è riunita a Roma, sotto la Pre­ sidenza dell’avv. Onesti, la Giunta Esecutiva del CONI che ha iniziato i suoi lavori con l’esame dei risul­ tati tecnici conseguiti nei Giochi del Mediterraneo, risultati che nel loro complesso sono da giudicare favore­ volmente. in rapporto alle forze di partecipazione. L’esame si è poi portato in modo particolare su alcuni sport per i quali la prova di Barcellona aveva un significato di notevole importan­ za nei riflessi della Olimpiade di Melbourne. Le varie risultanze sa­ ranno meglio valutate alla fine del­ la stagione agonistica, per le oppor­ tune decisioni in sede di Consiglio Nazionale. Successivamente la Giunta ha esaminato ed approvato il bilancio consuntivo del CONI per l’anno 1954 e varie questioni amministrative ad esso connesse, con particolare ri­ guardo ai problemi finanziari delle Federazioni Sportive Nazionali. Sempre in tema finanziario, dopo aver accertato il ristabilito equili­ brio di bilancio della Federazione Italiana di Atletica Pesante — sia mediante una maggiore economia di spese, sia mediante una più esatta compilazione dei preventivi — rea­ lizzato di concerto con la Presiden­ za Federale, ha deliberato di revo­ care il provvedimento di gestione controllata alla Federazione stessa. Nel settore olimpico si è stabilito per Melbourne di inviare, alla fine del corrente anno, una Delegazione in Australia, onde perfezionare i provvedimenti per la partecipazione italiana. Per i Giochi Olimpici Invernali 1956 si è preso atto delle relazioni del Comitato Organizzatore e del Comitato Esecutivo, che attestano il ' buon andamento della organizza­ zione. Infine, per le Olimpiadi di Roma, si è provveduto alla integrazione di un apposito Comitato per le co­ struzioni olimpiche del quale fanno parte, oltre i Dirigenti del CONI, esperti delle varie Amministrazioni interessate e tecnici di sport. L’argomento impianti sportivi è stato completato con la ratifica dei risultati del Concorso nazionale per il Velodromo Olimpico in Roma, Concorso che ha dato la seguente graduatoria:

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1. progetto presentato dal grup­ po: arch. Ligini, ing Ortensi, arch. Ricci. Tale gruppo, ai sensi del ban­ do di concorso, ha l’incarico della progettazione esecutiva del Velodro­ mo; 2. progetto presentato dagli ar­ chitetti Nervi e Marchisio; 3. ex-aequo: — progetto presentato dal gruppo ingegneri: Ferri, Giannelli. Petronc e Piroldi; — progetto presentato dall’inge­ gnere Averardi; — progetto presentato dal gruppo ingegneri : Barucchello. Bonamico, Franco Gigli, Guido Gigli e lannicelli ; — progetto presentato dagli archi­ tetti: Dall’Olio e Lambertucci. Inoltre la Giunta ha ritenuto di dover esprimere il suo compiaci­ mento, oltre ai progetti premiati, anche a tutti gli altri progetti con­ correnti, per l’accuratezza dello stu­ dio posto nel risolvere i vari proble­ mi tecnici ed ha altresì deliberato di assegnare ad essi un contributo di rimborso spese suddiviso in due categorie in base alle segnalazioni della Commissione. Con l’occasione la Giunta ha de­ siderato esprimere il suo più vivo ringraziamento alla Commissione giudicatrice.

LE TASSE ERARIALI SUGLI SPETTACOLI SPORTIVI Il provvedimento finanziario ap­ provato dalla Camera dei Deputati su proposta del Gruppo Parlamen­ tare dello Sport, è stato accolto con favore nella grande maggioranza degli ambienti sportivi. Si fa qui osservare che la nuova progressio­ ne fiscale, che va da un minimo del 5 per cento ad un massimo del 25 per cento, porterà un grande sollie­ vo agli organizzatori di gare e di manifestazioni dilettantistiche i qua­ li negli ultimi tempi, erano stati co­ stretti sovente a rinunciare ad una diffusione delle attività a causa del pesante impegno fiscale gravante sui modesti incassi previsti. Perciò i dirigenti, gli atleti e gli appassio­ nati degli sport dilettantistici hanno appreso con vivo compiacimento la notizia di queste nuove misure che la Camera dei Deputati, nella sua sensibilità politica e sociale, ha prontamente accettato. Si fa ancora notare negli ambienti ufficiali dello sport che la nuova

tassazione colpisce in misura assai tenue gli spettatori meno abbienti, • che seguono le manifestazioni dai posti più popolari degli Stadi. Il nu­ mero di questi spettatori che posso­ no spendere di meno, è assai rile­ vante. tanto che parecchie Società sportive anche calcistiche hanno esperimentato con successo negli ul­ timi tempi una politica di bassi prezzi. Le nuove misure finanziarie saranno assai probabilmente incen­ tivo per la diffusione di questa nuo­ va mentalità. Il provvedimento adottato dalla Camera è uno dei primi che l’on Giulio Andreotti, nella sua qualità di Ministro delle Finanze, abbia appoggiato e varato. Gli sportivi italiani che hanno motivi di riconoscenza non dimenticabili nei riguardi dell’on. Andreot­ ti. rammenteranno anche questo suo nuovo gesto di amicizia e di simpa­ tia verso lo sport che potrà avere notevoli effetti in futuro. Una parti­ colare gratitudine va pure espressa all’on. Guido Ceccherini ed ai suoi colleghi del Gruppo parlamentare dello sport che si sono fatti inizia­ tori e sostenitori della proposta, nonché all’on. Tarozzi per il suo ap­ passionato intervento in aula al mo­ mento della discussione.

ELOGIO DEL C. D. DELLA F.G.l. AI VINCITORI DEI GIOCHI DEL MEDITERRANEO

Nei giorni 30 e 31 luglio si è riu­ nito a Roma il Consiglio della Fe­ derazione Ginnastica d’Italia, sotto la presidenza del comm. Guido Ginanni. II Consiglio ha innanzi tutto rin­ novato l’espressione del suo entu­ siasmo per l’asegnazione delle Olim­ piadi a Roma nel 1960. Ha quindi ri­ volto il più vivo plauso al Direttore Tecnico Nazionale Maschile cav. uff. Mario Corrias ed ai ginnasti tutti che hanno conseguito ai II Giochi del Mediterraneo a Barcellona una brillante vittoria conquistando due medaglie d’oro per la classifica ge­ nerale e per il primo posto nella prova al cavallo con maniglie, quat­ tro medaglie d’argento per il secon­ do posto alle parallele, alla sbarra, agli anelli e al corpo libero ed una medaglia di bronzo quale terza classificata al volteggio al cavallo. La vittoria complessiva è stata ve­ ramente lusinghiera ed il Consiglio tutto ha tributato un vero plauso al cav. Corrias ed agli otto ginnasti componenti la squadra ai quali la Federazione offrirà una speciale me­ daglia d’oro. Il Consiglio ha inoltre preso atto con vero compiacimento della per­ fetta riuscita della gita turistica che la Federazione ha organizzato in oc­ casione dei II Giochi del Mediter­ raneo con partenza da Genova e so­ sta a Nizza, Marsiglia e Barcellona Di questa geniale iniziativa il Con­ siglio Federale si è compiaciuto con la Segreteria per l’allestimento per­ fetto.


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H San Marino l’Mostra Internai ilei Francobollo Olimpico Desidero premettere che non è mia intenzione dare qui un resoconto det­ tagliato della manifestazione interna­ zionale che ha accentrato a San Mari no nei giorni 26, 27, 28 e 29 giugno molti visitatori e parte dei migliori spe­ cialisti della filatelia. Mi limiterò ad esporre qualche im­ pressione personale per dare una idea, a chi non ha avuto la fortuna di assi­ stervi, dell’importanza della manifesta­ zione stessa. Siamo a San Marino. Sono le ore 11,20 del giorno 26 giugno 1955 e at­ tendiamo all'entrata del Palazzo del « Kursaal » che le LL. EE. i Capitani Reggenti la Serenissima Repubblica inaugurino la prima edizione della Mo­ stra internazionale del francobollo olimpico. Presenti all’inaugurazione, il dott. Marcello Garroni, Vice Segretario generale Comitato Olimpico Italiano, l’avv. Giuseppe Forcellini, Segretario di Stato agli Affari Interni della Ser. Repubblica di San Marino, il prof. Gi­ no Giacomini, Segretario di Stato agli Affari Esteri, l’ing. Remy Giacomini,

Presidente Ente Governativo per il Turismo Sport e Spettacolo, il comm. Giovanni Vicini, Consigliere Filatelico della Repubblica, l’ing. Perrone, Presi­ dente Sindacato Nazionale Italiano Commercianti di Francobolli, i signori Giulio Landmans e Giuseppe Sabelli Fioretti del Comitato Esecutivo della Mostra, l’avv. G. Sandro Audino, Se­ gretario Generale della Mostra, il dott. Giordano Reffi, il cav. Luigi Morganti, il dott. Giorgio Landmans, il cav. Se­ verino Massari del Comitato Organiz­ zatore, e parte della giuria internazio­ nale: sig. Herbert Stritter (Germania), Heinrich Walz (Sarre), Arnold Wehrle (Svizzera), ing. Alberto Diena e molti altri grossi e medi calibri della filatelia italiana e straniera, tra cui il sig. Guy Depolier di Parigi. Gli espositori pre­ senti: il cap. Carlo Condarelli di Cata­ nia, sig. Egidio Pennati di Lecco, sig. Schneider Joseph, Thun (Svizzera), si­ gnor Van Der Heijden Pierre, Eindho­ ven (Olanda). 11 dott. Garroni del CONI dopo un brillante discorso sull’importanza del

francobollo olimpico, ha messo in ri­ lievo l’assegnazione delle Olimpiadi a Roma nel ’60, concludendo che l i pros sima Mostra internazionale del franco bollo olimpico avrà la sua seconda edi­ zione, a Roma, in occasione della XVII Olimpiade moderna. Nell’interno della Mostra funziona regolarmente l’ufficio postale con un annullo speciale, tondo, recante : « I Mostra Internazionale del Franco bollo Olimpico - Posta Aerea - Repub blica di San Marino ». I due francobolli che celebrano tale avvenimento ripro ducono due bozzetti dovuti all’inge gner Mancioli; tali francobolli di poste, aerea, da 80 lire e da 120 lire, rappre sentano una corsa agli ostacoli e un cambio di staffetta. Tutta la corrispon denza viene annullata per tutto il gior­ no 26 in inchiostro rosso, in nero i gior ni successivi. Sono messe in vendita an che due cartoline ricordo. Dalle vetrine amorevolmente curate balzano con evidenza i primi franco bolli olimpici con le loro varietà, emes si in occasione della prima Olimpiade

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La cartolina attìntalo ouiomsn pur l’occasione: In ossa, I duo francobolli commemo­ rativi, u l’annullo spoetalo.

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■ Piatto d’argento offerto dal periodico « Sport-Phila »: aggiudicato al signor Josef Meiers jr. di Wadern (Sarre) per la più completa ed esauriente docu­ mentazione sportiva. Coppa offerta dal Sindacato Nazio­ nale Italiano Coni mercianti in Franco­ bolli per Collezione: aggiudicata al si­ gnor Josef .Meiers jr. di Wadern (Sar­ re) per la più artistica presentazione.

CLASSE 1

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L 1

Premiazione alla 1. Mostra Internazionale ilei francobollo Olimpico (nel ccnlro): lo I.I..EE. i Ca­ pitani Reggenti la Serenissima Repubblica di S. Marino, (in primo piano): sig. Egidio Pennati di Lecco, Cap. Carlo Condarelii di Catania, sig. Sclincider Joseph di Thun (Svizzera), sig. Vau Der Heijden Pierre di Eindhoven (Olanda).

moderna. Poi, si arriva al decennale delle Olimpiadi (1906), con rarità di pezzi non dentellati, prove di colore; con i non dentellati di Anversa del 1920; tutte le migliori rarità, varietà, blocs et jeuillets di Parigi 1924; delle serie emesse dall’Uruguai in occasione della vittoria di foot-ball riportata ai Giochi Olimpici di Parigi, c via via ar­ rivando alle ultime olimpiadi di Hel­ sinki del 1952. Eccellente il mosaico di annullamenti, vignette, cartoline po­ stali, cartoline illustrate ufficiali con vi­ sioni di stadi, parate atletiche e inaugu­ razione dei Giochi. Nel campo annul­ lamenti, notiamo i primi due di Atene del 1906: Stadion e Acropoli*, non­ ché un terzo in partenza dall’ufficio postale di Partenon, l’annullo pubblici­ tario di Stoccolma del 1912, gli annulli delle Olimpiadi di Anversa (1920) e di Parigi del 1924, e naturalmente, tut­ to quanto si può immaginare di più raro e di speciale. Nei francobolli di Francia i suoi saggi, prove, bordo di foglio e angoli di fogli datati. Gli espositori che hanno inviato le loro collezioni da tutte le parti del mondo sono circa una cinquantina, fra cui Stati Uniti d’America. Brasile, Giappone e Haiti. Il Gran Premio dell’esposizione vie­ ne assegnato all’italiano Carlo Condarelli di Catania per la sua collezione generale considerata la più completa.

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PREMI D’ONORE Gran Premio della I Mostra Inter­ nazionale del Francobollo Olimpico: Coppa, offerta dalle Eccellenze i Capi­ tani Reggenti la Serenissima Repubbli­ ca di San Marino (con le felicitazioni della Giuria) al cap. Carlo Condarelii, di Catania (Italia) la cui collezione è stata considerata la più completa per francobolli, annullamenti, vignette, do­ cumentazione olimpica a presentazione artistica. Coppa offerta dall’F.nte Governativo per il Turismo e Sport della Repubbli­ ca di San Marino, per la migliore col­ lezione straniera: aggiudicata al signor Pierre Van der Heijden, di Eindhoven (Olanda). Coppa offerta dal sig. Guy Depoher, per la migliore collezione italiana: ag­ giudicata al cap. Carlo Condarelii, di Catania (Italia). Coppa offerta dall'Ufficio Filatelico Governativo della Repubblica di San Marino: aggiudicata al sig. Francois Lasny, di Bourbon l’Archambault (Francia) per la collezione più comple­ ta e più importante nel settore dei fran­ cobolli olimpici. Coppa offerta dalla Sezione Filate­ lica del Centro Sportivo Italiano: ag­ giudicata al sig. Egidio Pennati di Lec­ co (Italia) per la collezione più com­ pleta e più importante nel settore an­ nullamenti olimpici.

Medaglia d'oro: Condarelii cap. Car­ lo, dell’Aeronautica militare di Cata­ nia; Van der Heijden Pierre Th. di Eindhoven (Olanda); Lasny Francois, di Bourbon l'Archambault (Francia); Schneidcr Josef, di Thun (Svizzera). Medaglia d’argento di 50 nini.. « Horus » di Pistoia (Italia); Von Adel­ son Walter di Basilea (Svizzera); Lourdez Maurice di Parigi (Francia): Haac Norman, di Filadelfia (U.S.A.); Versan K. Aziz di Instambul (Turchia). Medaglia d'argento da 32 nini.: Goichot Paul Louis di Valcnce sur Rhóne (Francia); Auset Guardia M. José di Barcellona (Spagna). Medaglia di metallo argentato: Benitez Riera M. José di Barcellona (Spagna). Diploma di portecipozione: « Universai Club » di Torino (Italia). CLASSE II Medaglia d’argento da 100 nini.: Meiers Josef jr. di Wadern (Sarre). Medaglia d'argento da 50 mm. : Knapp-Unsold dott. Adolfo di Berna (Svizzera); Enhagen Carl-Olof di Stoc­ colma (Svezia). Medaglia d’argento da 32 mm.: An­ dino Gaetano di Roma (Italia); Probst Walter di Nienburg-Weser (Germa­ nia); Nobile Giuseppe di Trieste (Ita­ lia). Diploma di partecipazione: Bortolato Otello di Noalc (Italia); Galli Dio­ nisio di Chiari (Italia).

CLASSE III Medaglia d’argento di 100 mm.' Pennati Egidio di Lecco (Italia). Medaglia d'argento da 32 nini.: Lundell Edvin A. di Jyvaskvla (Fin­ landia); Tocila Raymond di Amster­ dam (Olanda). Medaglia di metallo argentato: Benitez Riera Joaquim di Barcellona (Spa­ gna). CLASSE IV Medaglia d'argento di 32 nini.: No­ bile Giuseppe di Trieste (Italia).


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CLASSE V Medaglia d’argento da 32 nini.: i\t.~ zeletti Réné-Michel di Ginevra (Sviz­ zera). Medaglia di metallo argentato: D'Avenia Maddalena di Roma (Italia); Benitcz Mariano José M. di Barcello­ na (Spagna). CLASSE EXTRA Medaglia d’argento da 100 nini.: Mucllcr Alfredo di Berlino (Germa­ nia). Medaglia d'argento da 32 nini.: Regamey-Dougoud Jean di Losanna (Svizzera); Sabelli Fioretti Anna Lia di Roma (Italia); Azzeletti Réne Michel di Ginevra (Svizzera); Schmit-Mousel Jean di Beltcmbourg (Lussemburgo); Saget G. di Parigi (Francia); Sabelli Fioretti Claudio di Roma (Italia); Rea­ le Emilia di Venezia (Italia); Condarelli Domenico di Catania (Italia). Medaglia di metallo argentato: Amore Gisa di Catania (Italia); Saini Luigi di Roma (Italia); Martini Vilma di Roma (Italia); Parsons E. Marion di New York (U.S.A.); Hudicourt Jean Pierre di Port-au-Prince (Haiti); Savada Kazuo di Nishinomiya (Giappone); Ricciardi dott. Plinio di Rio de Janeiro (Brasile); Gasparri Francesco di San Giovanni di Bieda (Italia); Garroni Paolo di Roma (Italia); Saini Gianfran­ co di Roma (Italia). Diploma di partecipazione: Lasny Francois di Bourbon l’Archembault (Francia); Rigo Franco di Noale (Ita­ lia); Nobile Giuseppe di Trieste (Ita­ lia); Von Adelson Walter di Basilea (Svizzera). Egidio Pennati

Fin qui l’Articolista. Siamo ora lieti di aggiungere che la Giuriti ha fatto pervenire alla Se­ zione un diploma di medaglia ar­ gentata, per la « numerosa e pre­ miata partecipazione dei propri iscritti alla Mostra ». Numerosa e premiata, ha giudi­ cato la Giuria e gli aggettivi ci esi­ mono da qualsiasi commento; solo nel ringraziare gli Associati che ci hanno procurato la distinzione, ne elenchiamo in ordine alfabetico i nomi, segnalandoli al plauso ed alla riconoscenza degli altri Associati c di tutti gli iscritti al Centro Sporti­ vo Italiano. Bortolato Otello, di Noale Condarelli cap. Carlo, di Catania Galli Dionisio, di Chiari Pennati Egidio, di Lecco. LA SEZIONE FILATELICA DEL C.S.I.

LOSANNA Ecco i principali risultati dei campio­ nati svizzeri: 400: Hegg 47” (primato svizzero uguagliato); 200: Weber 21”; 5000: Page 14’42”9; 10.000: Sehudel 30’48”4: 200 li.: Eichenhcrger 24”9 (pri­ mato svizzero uguagliato); 10 Km. mar­ cia: Marquis 44’48”7 (primato svizze­ ro); triplo: Porlmann 14.63; asta: Hofsteltcr 4.10; peso; Bruegger 14.11.

mondo dei pesi piuma Sandy Saddler. in un combattimento non valido per il titolo.

* * L’italiano Italo Scortichini ha battu­ to all’ottava ripresa Marshall Clayton di New Orleans per getto della spugna, in un incontro sulla distanza di 12 rounds.

PRAGA

STOCCOLMA Il mezzofondista svedese Jhgvar Eriksson ha migliorato il primato nazionale dei 2000. portando il nuovo limite al tempo di 5’09”6. Il primato è stato sta­ bilito nel corso di una riunione in not­ turna svoltasi a Boraas.

Il cecoslovacco Ladislav Foueek ha abbassalo oggi il primato mondiale diiettanti sui 200 metri lanciati, realizzan­ do il tempo di 11’8”. Il primato prece­ dente apparteneva a Pinarello c Pizzali con 12”. Non ancora omologato esi­ steva anche un 11”9, realizzato recente­ mente ad Jrkutsk dal sovietico Khnicl.

GROSSINGER (New York) li campione mondiale dei massimi Marciano, ha inizialo gli allenamenti in vista del suo incontro, valevole per il titolo, con Archie Moore, in programma il 20 settembre allo Yankee Stadium. Il manager del campione. Al Wcill, ha pre­ cisato che Marciano sarà allenato da Félix Antonio.

HELSINKI L’ungherese Sandor Jharos ha stabi­ lito un nuovo record mondiale sui 1500 metri, correndo la distanza in 3'40”8. Il record precedente apparteneva al­ l’australiano John Landy che lo stabili il 21 giugno 1954, a Turku. in Finlan­ dia, nel corso del suo record mondiale sul miglio, con 3'41”8. La prova si è svolta allo Stadio Olim­ pico di Helsinki alla presenza di 50 000 spettatori.

« Ecles Landstroem, finlandese, ha bat­ tuto il primato europeo del salto con l’asta passando l'asticella a ni. 4,47, in una riunione a Kouvola. Il precedente primato, di m. 4.46, apparteneva al so­ vietico Dcnisenko.

ST. GENEVIÉVE MISSOURI Un ragazzo argentino di .14 anni, Ro­ berto Maddalena, ha nuotato per 63 mi­ glia lungo il fiume Mississippi da Saint Louis a Si. Genevièvc, compiendo l’cccezionulc percorso in 16 ore c 36 minuti.

MANILA Il filippino F ’__l. Elorde ha battuto Flash ai punti in 10 riprese il . - .1 campione del

* Durante una riunione a Breznicc il cecoslovacco Merta ha stabilito il nuo­ vo primato europeo del lancio del di­ sco raggiungendo m. 56,47. Il primato precedente apparteneva all’unghetesc Klics con m. 55,79.

SYDNEY Il campione dei welters dell’impero Britannico. George Barnes (Kg. 66.930) ha battuto allo Stadio di Sydney l’ita­ liano Franco Vescovi (Kg. 66,470) per k. o. al 9. tempo. Vescovi era stato atterrato per 8” al­ l'inizio della nona ripresa. Egli si è poi rialzato ed ha annunciato di volersi ri­ tirare dall’incontro. L’italiano era in lie­ ve vantaggio su Barnes allorché rin­ contro è stato sospeso.

ZURIGO Ventitremila ginnasti hanno preso parte al 6-1° Concorso federale che si è svolto dinnanzi a 60.000 spettatori. Han­ no partecipato 1200 società divise in otto categorie secondo l’importanza di cia­ scuna. La migliore squadra straniera è stata l'austriaca di Liisteiiaii, che ha vin­ to la classe quinta con 145,54 punti Le squadre italiane si sono così clas­ sificate: classe sesta: 6. Pirelli di Mila­ no p. 144,12; classe ottava: 5. Varese p. 144.75; 6. Comense p. 144.66; 8. For­ za e Coraggio di Milano p. 140,64.

OSLO li finlandese Peniti Karvonen ha sta­ bilito un nuovo record mondiale sui 3.000 metri siepi col tempo di 8’45”5.

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Il record precedente, detenuto dall'uiigheresc Sandor Rosccnoy. era di 8’49''6. Il primato è stato stabilito allo Stadio Olimpico Bislct Duriceli, ai Giochi di Oslo. Nella stessa gara il norvegese Ernst 1.arseti lui registralo il tempo di 8'51”. stabilendo rosi un nuovo record norve­ gese.

* Il belga Roger Moens ha stabilito il nuovo record mondiale sugli 800 metri che ha percorso in l’45”7. La prova si è svolta allo Stadio Olimpico di Bislett. Il precedente record mondiale sugli ottocento metri apparteneva al famoso mezzofondista tedesco Harbig che lo conquistò nel 1939 col tempo ili l’46”6. Il tempo di Harbig è stato abbassato anche dal norvegese Boysen che è arri­ vato secondo in l’45”9.

SWANNANOA Due nuovi primati mondiali sono sta­ ti stabiliti nei pressi di Swannanoa nel­ la Nuova Zelanda. Un primato è stato conquistalo dal neozelandese Russel Wright sul Km. con partenza lanciala e alla guida di una macchina di produ­ zione britannica, la Vincent Blak di 1000 ente. Nei due sensi è stata realiz­ zata la media di 185 miglia orarie, pari a 297.70(1 Km. orari. Il precedente pri­ mato apparteneva al tedesco Wilhelm Herz che lo stabilì il 12 aprile 1951 rei pressi del l’autostrada di Jngolstadt. Il primato di Herz era di 289.786 chilome­ tri orari. Mezz’ora più lardi il neozelandese Robert Burns ( Crislehurch), sempre con la stessa macchina realizzava il nuovo primato per sidecars. toccando le 161 miglia orarie (circa 257,100 Km. orari). Il primato precedente era di 155 miglia orarie. La velocità di entrambi i pri­ mati è stata misurata con apparecchi foto-elettrici.

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LONDRA Gordon Pirie ha fallito, nel corso di una riunione a Croydon, il tentativo di battere il primato mondiale dei duemi­ la metri detenuto dal belga Gaston ReifT. L'inglese ha coperto la distanza nel tem­ po di 5’10”. tre secondi in più del li­ mite che ReifT detiene dal 1918.

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La nuotatrice canadese Marilyn Bell è riuscita nell’impresa di traversare a nuoto il canale della Manica. Marilyn Belle si era tuffata dalla costa francese nei pressi di Calais alle 5,53; alle 20.30 ha toccato terra nei pressi delle scoglie­ re di Abbots, dopo essere rimasta in acqua per 14 ore e 37 minuti. Marilyn Bell ha 17 anni ed è la più giovane fra quanti hanno sinora attra­ versato il canale della Manica.

GOTEBORG Nel corso della riunione internazio­ nale di atletica svoltasi a Goteborg, in Svezia, lo svedese Beugt Nilsson ha bat-

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luto nel salto in alto l’americano Ernie Shelton con metri 2.08. Anche l'amcricano ha raggiunto questa misura, ma in una prova successiva. Ambedue hanno tentato poi. senza successo, i ni. 2,10. I ni. 2.08 costituiscono la migliori mistira europea della stagione.

ROMA VOLO A VELA

Omologati alcuni primati nazionali. — La Commissione Sportiva deH’Acro Club d’Italia ha omologato i seguenti prima­ ti nazionali di volo a vela: distanza li­ bera per alianti biposti — 2 giugno .1955 — da Guidonia ad Apice (Benevento) Km. 217, aliante «Canguro», piloti Adriano Mantelli ed Alberto Morelli del Centro Militare di volo ti vela. Di­ stanza con mèta prefissata per alianti monoposti — 12 giugno 1955 — da Bresso (Milano) Torino Km. 135, aliante « Spillo ». pilota Brigliadori Riccardo dell’Aero Club di Milano. ♦

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Nulli Rosetta (Iseo), p. 555; 2. Anton.dli Mariano (Roma), 550; 3. Zaechini Bru­ no (Roma) 511; 4. Moresca Marcello (Napoli), 511; 5. Mazzoni Roberto, 5 :6. 2. classe: 1. Giorgi Ario (Pisa), 54»; 2. Rosa Ciro (Castell. Stallia), 539; 3. Saltini Gianfranco (Modena), 538; I. Boecalari Federico (Mantova). 538; ». Buggeri Angelo (Milano). 523. Carabina Flobert - maestri: 1. Varca­ to Carlo (Vergato), 287; 2. Giovinazz > Antonio (Fiamme Oro, Roma), 280; .’ Tangini Ovidio (Roma), 279; 4. Nuli’. Rosetta (Iseo), 277; 5. Paletti Piet- . (Fiamme Oro. Roma), 276. — 1. class;: 1. Gallina Giuseppe (Milano), p. 27 7; 2. Zavatti Giorgio (Forlì), 276; 3. ’ lolaudi Sergio (Vigevano), 276; 5. D ;da Giuseppe (Napoli), 270. — 2. classe: 1. Bcgni Clementina (Firenze), 276; 2. Mastrangelo Ugo (Roma), 274; 3. Sprechi Carla (Firenze), 274; 4. De Lucci .i Eu­ genio (Padova), 272; 5. Bendotli Terzio (Gavardo). 272. — Classifica a squa­ dre ili carabina Flobert - Sezicne A: 1. Roma, p. 1.365; 2. Fiamme Oro, Roma, p. 1.341; 3. Milano. 1.337. - Sezione lì: 1. Cavadro p. 809, 2. Tivo.i, 789; 3. Ro­ vaio, 774.

TIRO A SEGNO

Si è conclusa la 2. gara nazionale di tiro a segno, che ha visto sul campo di tiro di Tor di Quinto in Roma una eccezionale affluenza di concorrenti per il Gran Premio delle Sezioni 1955. I risultati nelle quattro armi, che danno un indice tecnico elevato, elevato. sono i seguenti: Pistola libera - maestri: 1. Sacelli Re­ nato (Milano), p. 522; 2. Laghi Ermete (Faenza), 518; 3. Galesi Luciano (Bre­ scia), 507; 4. Ercolani Giorgio (Brescia). 507; 5. Bellucci Rodolfo (Firenze), 507. — 1 classe: 1. Beonio Brachieri Ga­ briele (Milano), p. 531; 2. Campi Ales­ sandro (Milano), 522; 3. Zaechini Bru­ no (Roma), 518; 4. Colombo Gianfran­ co (Varese), 485; 5. Esposito Sansone Edoardo (Castell. Stabia). 484. — 2. clas­ se; 1. Colosio Renato (Rovato), p. 484; 2. Gambetta Valfrido (Genova), 477; 3. Croce Andreine (Lavagna). 475; 4. Pa­ letti Pietro (Fiamme Oro, Roma), 469; 5. Grosi Giuseppina (Genova, 461.

Pistola automatica - maestri: 1. Linari Francesco (Milano), p. 60/572; 2. Borriello Michelangelo (Roma), 60/565; 3. Boninsegni Walter (Milano). 60/565; 4. Sussarello Sergio (Bologna), 60/560; 5. Bernini Fernando (Firenze), 60/554. — 1. classe: Francia Egisto (Ravenna) pun­ ti 60/556; 2. Ludovici Luigi (L’Aquila), 60/555; 3. Galesi Luciano (Brescia), 60/544; 4. Bartolucci Giorgio (Firenze), 60/536; 5. Calderaro Giuseppe 60/536. — 2. classe: 1. Gaggero Virginio (To­ rino), 60/553; 2. Mazzoni Roberto (Fi­ renze) 60/552; 3. Beonio Brocchieri G; briele (Milano) 60/540; 4. Barelli A1 (Milano), 60/538; 5. Dalla Rosa G' vanni (Roma), 60/527.

Carabina libera • maestri: 1. Vitretto Carlo (Vergato), p. 565; 2. Rolandi Ser­ gio (Vigevano), 560; 3. Molinari Ser­ gio (Milano), 558; 4. Biava Vincenzo (Milano), 545; 5. Paletti Pietro (Fiam­ me Oro. Roma), 543. — 1. classe: 1.

L’ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI ALLENATORI DI PALLACANESTRO Durante i campionati budapestini gli allenatori europei hanno ideato e creato una associazione raggrup­ pante gli allenatori delle squadre nazionali. Gli scopi di questa asso­ ciazione sono i seguenti: 1) sviluppare le relazioni ami­ chevoli fra gli allenatori dei diversi paesi;

2) scambi dì idee; 3) discutere vari argomenti sul basket e sviluppare lo spirito del gioco;

4) dare alla Federazione Inter­ nazionale (F. I. B. A.) dei suggeri­ menti rispetto alla elaborazione di nuove regole. La F.I.B.A. in persona del suo se­ gretario generale Mr. Jones ha ac­ cettato dì appoggiare questa inizia­ tiva. E’ stata costituita una commissio­ ne incaricata dell’organizzazione di questa associazione. Robert Busnel, allenatore della squadra francese dirigerà questa commissione, com­ posta da Jim McGregor (Italia), Pader Janos (Ungheria), Sanim Co­ ree (Turchia), Bojidan Takev (Bul­ garia). La prima riunione della nuova associazione avrà luogo ad Istanbul nel mese di ottobre prossimo in oc­ casione del Torneo internazionale.


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LA C.I.T. VETTORE UFFICIALE DEI GIOCHI OLIMPICI INVER­ NALI DI CORTINA

offerta per il completo successo della prossima grande manifestazione mon­ diale.

Il Comitato Organizzatore dei Setti­ mi Giochi Olimpici Invernali di Cor­ tina d’Ampezzo ha assegnato l’incarico di « vettore ufficiale » dei Giochi stes­ si alla Compagnia Italiana Turismo (C.I.T >, che ha sede in Roma, in piaz­ za della Repubblica, 68. La C.I.T. ha un proprio ufficio in Cortina d’Am­ pezzo ed ha Agenzie proprie e corri­ spondenti in tutte le principali città del mondo. L’organizzazione della C. I. T. è in grado di svolgere qualunque operazione di viaggio, trasporto bagagli e spedi­ zioni di materiale vario. Essa può of­ frire qualsiasi assistenza alle squadre e ai dirigenti che intendono recarsi a Cortina per partecipare ai VII Giochi Olimpici Invernali.

GLI « ATTACHfeS » OLIMPICI PER I GIOCHI INVERNALI DI CORTINA D'AMPEZZO

FELICE COLLAUDO DELLA PI­ STA DI PATTINAGGIO AL­ LO STADIO OLIMPICO DEL GHIACCIO Alla presenza del Prefetto di Bellu­ no, S. E. dott. Francesco Vecchi, del Sindaco di Cortina cav. Rimoldi, del Segretario Generale del CONI dotto­ re Bruno Zauli, del Segretario Gene­ rale dei VII Giochi Olimpici Invernali dott. Fabjan, dei presidenti delle Com­ missioni per il pattinaggio artistico e per l'hockey ing. Bonfiglio e dott. Calcaterra e di gran parte dei membri del Comitato Organizzatore dei Giochi, si è proceduto alla prima prova di collau­ do della pista di pattinaggio dello Sta­ dio Olimpico del Ghiaccio. Sotto la luce di trenta riflettori nu­ merosi pattinatori, pattinatrici e gio­ catori di hockey hanno per la prima volta solcato sui loro pattini la nuova superficie ghiacciata. I presenti hanno espresso la loro più completa soddisfa­ zione per le perfette condizioni e per le eccellenti caratteristiche tecniche della nuova pista olimpica. Fra i pat­ tinatori presenti Calzà, campione ita­ liano dei 5.000 metri, e i nazionali di hockey Tucci, Tommei. Oberhammer e Darin. Il Sindaco di Cortina ha porto il suo saluto augurale al dott. Bruno Zauli esprimendo, a nome dei suoi concitta­ dini, la gratitudine per l’opera svolta dal CONI a Cortina in vista dei Set­ timi Giochi Olimpici Invernali e il Se­ gretario Generale del CONI ha rispo­ sto ringraziando le autorità e la citta­ dinanza per la fattiva collaborazione

I quadri degli « attachés » olimpici per i VII Giochi Invernali di Cortina d’Ampezzo sono in via di completamen­ to. Quindici Paesi hanno già provve­ duto alla nomina dell’indispensabile « ufficiale » di collegamento con l’orga­ nizzazione olimpica, nella maniera che segue : Canada: sig. David Morton. via Mon­ te Oppio 1, Roma; Francia: sig. Ge­ rard Gaussen, console di Francia, Ve­ nezia; Giappone: sig. Yoshikazu Kanakura, Ambasciata del Giappone. Ro­ ma; Lussemburgo: sig. Albert Calmes, via Franchetti 4, Milano; Norvegia: sig. Einar Nilssen. via Emilio Motta 9. Milano; Jugoslavia : sig. Luka Soldic, Legazione di Jugoslavia, Roma; Ceco­ slovacchia: sig. Josef Gregor, segreta­ rio della Legazione di Cecoslovacchia. Roma; Belgio : sig ra Canavese, Corti­ na d'Ampezzo; Svizzera: sig. Giovanni Krapf, Ronco 50. Cortina d'Ampezzo; Romania: sig. Joan Russu. Legazione di Romania, Roma; Bulgaria: sig. Ni­ colas Georguiev Popov, segretario del­ la Legazione di Bulgaria. Roma; Po­ lonia: sig. Tadeusz Lojkowski. Amba­ sciata di Polonia, Roma; Inghilterra: sig. Walter M. Ogilvie, via Gabbala, Milano; Olanda: sig. H. J. Slingenberg, c/o Shell Italiana, piazza Vittoria 1. Genova; Italia: dott. Marcello Garroni, vice Segretario del CONI, Foro Italico. Roma.

LAVORI DI COMPLETAMEN­ TO DELLO STADIO OLIMPICO DEL GHIACCIO Proseguono a ritmo alacre i lavori di completamento dello Stadio Olimpi­ co del Ghiaccio, stadio che, costruito appositamente per i VII Giochi Olim­ pici Invernali, sarà teatro della grande cerimonia di apertura, del torneo olim­ pico di hockey, delle gare di pattinag­ gio artistico e delle cerimonie di chiu­ sura. L’importante impianto sportivo, cer­ tamente uno dei più moderni del mon­ do. occupa una superficie di circa 10 mila metri quadrati in località Pian Serieto ad appena otto minuti dal cen­ tro di Cortina; consiste di un edificio tribune a ferro di cavallo co: con quattro gradinate di due _ , sovrapposte, . ----- . campi di gioco per hockey regolamentari di 30 1

per 60 m„ di un corpo rettangolare contenente gli spogliatoi e di accessori vari. L’impianto di refrigerazione, che è stato quasi totalmente completato, è pronto per le prove che verranno effet­ tuate nei prossimi giorni; la superfi­ cie da ghiacciare, di 4.230 metri qua­ drati, comporta un impianto di tuba­ zione dello sviluppo lineare di ben 58 chilometri; mediante un’applicazione tecnica assolutamente nuova ed unica in Europa, sarà possibile il congela­ mento frazionato della pista cosicché, per esempio, d’estate, si potrà ricavare una pista di pattinaggio ridotta, della superficie di soli 600 metri quadrati. Le opere murarie sono ormai comple­ tate e si sta ora provvedendo alla si­ stemazione dei pavimenti (che saranno parte in pietrini di gres ceramico e parte di legno), degli intonaci e delle finiture varie Anche il rivestimento esterno, tutto in legno di crimolo, è stato completamente ultimato e sono in corso di ese­ cuzione nei vari locali la sistemazione dei posti a sedere nelle varie tribune, l'allestimento delle cabine per i radiocronisti. l’impianto igienico e sanitario e quello di illuminazione. Entro la fine di agosto sarà ultimato anche l’impianto di riscaldamento, che sarà a pannelli radianti negli spoglia­ toi, negli uffici dei vari servizi e nel salone tribune, ed a raggi infrarossi per gli spettatori, dei quali circa 4.000 po­ tranno trovare posto a sedere. LO STATO DEI LAVORI DEGLI IMPIANTI II Segretario Generale dei C.O.N.I.. dott. Bruno Zauli, ha compiuto in que­ sti giorni lunghi e accurati sporaluoghi agli impianti ed agli apprestamenti or­ ganizzativi per i VII Giochi Olimpici Invernali ed ha presieduto numerose riunioni di tecnici onde puntualizzare la situazione. I lavori del trampolino «Italia», af­ fidati all’impresa Mantovani e sotto la direzione tecnica dell’ing. Holzner, pro­ cedono a ritmo accelerato sia di giorno che di notte, alla luce dei riflettori. L’opera che è stata visitata anche dall’arch. prof. Moenck, membro del Co­ mitato Esecutivo del C.I.O, è già in stato di avanzata costruzione e desta il più.vivo interesse degli esperti per l’ar­ dimento delle sue strutture. Anche lo Stadio Olimpico del Ghiac­ cio va ormai assumendo la sua veste definitiva. Tutte le strutture sono ulti­ mate mentre le varie imprese attendo­ no alle rifiniture, sia per quanto riguar­ da i macchinari sia per ogni altro im­ pianto tecnologico. Sotto la guida del direttore dei lavori ing. Della Bernar­ dina. lo Stadio dovrebbe essere comple­ tato entro il mese di settembre. E’ già stato fatto un primo collaudo per la ghiacciatura della pista di pattinaggio che, dopo le necessarie messe a punto, dovrà riprendere il suo funzionamento con il primo di settembre. Lo Stadio della Neve, per le gare di fondo, in località Campo, con tribune tubolari, è già in gran parte montato, mentre in questi giorni si stanno dan-

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do gli ultimi ritocchi alla pista olimpica di bob. Ferve anche intenso il lavoro per le ultime e definitive sistemazioni delle piste alpine sia alle Tofane, sia al Col Drusciè. sia al Faloria. D’altra parte tutta Cortina d’Ampez­ zo è solo un cantiere di lavoro per mi­ glioramenti stradali sia urbani, sia pe­ riferici, a cura della AN.AS, nonché per la costruzione, per le migliorie e per l’abbellimento dei varii edifici pubblici e privati. Il comune di Cortina d’Ampezzo, at­ traverso i suoi Servizi Olimpici, fa tutti i suoi sforzi per assecondare l’or­ ganizzazione generale e per preparare la città ad accogliere degnamente gli ospiti di tutto il mondo. Si può dire che Cortina è entrata nel fervore della vi­ gilia e che ormai vive con sempre maggiore intensità in quella atmosfera olimpica che tra sei mesi o poco più vedrà la solenne celebrazione dei Gio­ chi. In una riunione tenuta a tutti i col­ laboratori ed al personale che opera in seno al Comitato Organizzatore, il dot­ tor Zauli ha rammentato il solenne impegno che l’Italia sportiva si è as­ sunto nell’organizzare i VII Giochi Olimpici Invernali, incitando tutti i presenti a prestare il massimo sforzo affinché si possa annoverare un nuovo successo sull’albo d’oro dello sport ita­ liano. Il nuovo trampolino, che sostituirà quello preesistente in legno, sarà in ce­ mento armato e se ne prevede il com­ pletamento per la fine di agosto. La nuova strada di accesso al piaz­ zale sul quale sorge la pista di rincorsa è già da più di un mese terminata e si sta ora provvedendo alle ultime rifini­ ture. Per quanto riguarda la torre vertica­ le e la pista di rincorsa vera e propria, portate a termine le due fondazioni, si può già vedere la torre, che dovrà esse­ re alta 50 m., ergersi arditamente per metà della sua altezza; nel mentre si sta pure eseguendo la costruzione della struttura portante del dente di scatto, cioè del limite estremo della pista di rincorsa, punto nel quale il saltatore si distacca dalla terra per iniziare il salto vero e proprio Anche le tribune laterali, che fian­ cheggiano la pista di atterraggio nella parte centrale di migliore visibilità-, so­ no ormai a buon punto: è terminato il getto dei plinti di fondazione, dei pila­ stri e delle travi che sostengono le gra­ dinate. Le due torri per la giuria e per i servizi, facenti parte dello stesso com­ plesso tribune, sono già, per metà della loro altezza, costruite e se ne prevede il completamento a breve scadenza. Sono pure terminati i lavori di movi­ menti di terra, per un totale di 35.000 metri cubi, relativi alla sistemazione dell’anfiteatro tribune spettatori e della pista di arrivo. DeH’anfiteatro. che do­ vrà contenere il grosso del pubblico per un totale di circa 40.000 persone, sono già pronti il muro di contenimento ed il muro di sostegno della relativa stra­ da, mentre è stata compiuta per metà la posa dei gradoni in cordonate di porfido.

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Le varie opere accessorie, quali rim­ pianto elettrico, rimpianto di segnala­ zione a mezzo tabelloni e sonoro a mez­ zo di altoparlanti, l’acquedotto, la ca­ bina di pronto soccorso, ecc., sono an­ che già state approvate e seguiranno immediatamente la conclusione delle opere edili. LA FIAMMA OLIMPICA PER I GIOCHI DEL ’5(i VERRÀ’ ACCE­ SA A ROMA SUL CAMPI DO­ GLIO E ALLO STADIO OLIM­ PICO

Presso la sede del Comitato Organiz­ zatore dei VII Giochi Olimpici Inver­ nali ha avuto luogo una laboriosa riu­ nione del Comitato Esecutivo dei Gio­ chi stessi, che è stata presieduta dal conte Paolo Thaon de Revel, Presidente del Comitato Organizzatore e con l’in­ tervento dell’ing. Barassi, vicepresiden­ te del Comitato Esecutivo, del rag. Oneglio. presidente della FISI, del comm. Vigorelli. presidente della FIPG e di tutti i componenti del Comitato Esecu­ tivo. Hanno presenziato, il Prefetto di Belluno on. Vecchi ed il Sindaco di cortina cav. Rimoldi, che hanno preso viva parte alle discussioni. Nel corso della riunione è stata esa­ minata ed approvata un’ampia, esau­ riente esposizione dell’attività sinora svolta, effettuata dal Segretario Gene­ rale, dott. G. B. Fabjan. Ha fatto se­ guito l’esame, del tutto soddisfacente, dello stato dei lavori dei grandi im­ pianti sportivi in corso di costruzione o di completamento Sono state ascol­ tate relazioni dei Presidenti delle Com­ missioni Tecniche e dei responsabili dei più importanti servizi. Circa la fiamma olimpica che dovrà ardere allo Stadio del Ghiaccio, è stato proposto che il fuoco venga ac­ ceso a Roma nel corso di una mani­ festazione alla quale saranno invitate le Autorità dello Stato, gli sportivi, le scolaresche e il popolo della Capitale, con una cerimonia di grande solennità. L’accensione potrebbe aver luogo sul Campidoglio o allo Stadio Olimpico, donde la fiaccola verrebbe trasportata da atleti sino a Ciampino e di qui in volo a Venezia. Da Piazza San Marco, la fiamma continuerebbe il suo viaggio fino a Cortina d’Ampezzo, portata da atleti scelti in prevalenza nel campo degli sport invernali. Questa molto pro­ babile soluzione sarà ulteriormente studiata e perfezionata. La riunione è stata completata con un attento sopraluogo agli impianti sportivi, lo stato dei lavori dei quali è stato giudicato del tutto soddisfacente e in armonia col programma presta­ bilito.

I DIRETTORI DI PISTA PER DE GARE DI FONDO

Il Presidente della Commissione per il fondo ai VII Giochi Olimpici Inver­ nali ha comunicato in data odierna che i direttori di pista per le gare di fondo dei Giochi stessi saranno i seguenti: 30 km.. 50 km., 15 km., per la combi­ nata nordica: Piero Arnol; 15 km., staffetta maschile 4x10 km.: Costan-

zo Picco; 10 km. femminile, staffetta femminile 3x5 km. : Andrea Wuerich. I suddetti nominativi vengono a com­ pletare le giurie per le gare di fondo dei VII Giochi Olimpici Invernali, giurie che hanno il loro esperto tecnico nel­ lo svedere Sigge Bergmann ed il loro direttore di gara nell’italiano Giuseppe Fabre. IL PRESIDENTE DELL’UNIONE SVIZZERA DI PATTINAGGIO VISITA LE INSTALLAZIONI DI CORTINA

Cortina d’Ampezzo ha ospitato in questi giorni il dott. Sani Wild di Ba­ silea, Presidente dell’unione Svizzera di Pattinaggio. Il dott. Wild, dopo essere stato rice­ vuto dai Membri del Comitato Organiz­ zatore dei VII Giochi Olimpici Inver­ nali, ha compiuto un’esauriente visita alle installazioni olimpiche di Cortina con particolare riguardo allo Stadio del Ghiaccio, che sarà sede dei Giochi Olimpici di pattinaggio artistico ed al Lago di Misurina sul quale verrà ap­ prestata la pista per le gare di patti­ naggio-velocità. LA RAPPRESENTATIVA AU­ STRIACA AI GIOCHI INVER­ NALI DEL ’56

Si intensificano, a Cortina d’Ampez­ zo le visite ufficiali dei rappresentanti dei 34 Paesi a tutt’oggi iscritti ai VII Giochi Olimpici Invernali. In questi giorni è giunto a Cortina il Segretario del Comitato Olimpico Au­ striaco, sig. Edgar Fried, per perfezio­ nare gli accordi per la partecipazione della rappresentativa austriaca. La squadra austriaca che sarà com­ posta di circa 80 persone tra atleti ed accompagnatori ufficiali prenderà parte a tutte le prove olimpiche in program­ ma compreso il torneo olimpico di ho­ ckey su ghiaccio per il quale la parteci­ pazione austriaca era ancora incerta. Il sig. Fried ha anche definito la siste­ mazione logistica degli austriaci che prenderanno alloggio all’Hotel Croce Bianca di Cortina. Accompagnato da alcuni membri del Comitato Organiz­ zatore, il rappresentante austriaco ha fatto visita alle installazioni sportive che saranno teatro dei VII Giochi Olimpici Invernali ed ha espresso la sua soddisfazione per le eccellenti ca­ ratteristiche tecniche delle piste e degli stadi. ONORANZE AGLI ATLETI OLIM­ PIONICI La Presidenza della FIDAL informa che. in applicazione alla delibera del X Congresso di Pescara 1955 relativa alla erezione di una statua marmorea presso il Centro di Formia, ad ogni atleta vincitore olimpico, la sottoscri­ zione nazionale è in atto. I Comitati regionali della Federazio­ ne e gli organi dipendenti sono inca­ ricati della raccolta delle sottoscrizioni ed i nominativi dei sottoscrittori saranno pubblicati sul Bollettino Federale « Atletica ».


VISITE AGLI IMPIANTI DI COR­ TINA D’AMPEZZO Il sig. Marshall Haseltine, rappresen­ tante speciale del sig. Alexander Cushing, Presidente del Comitato Olimpico Invernale della California, è stato in questi giorni gradito ospite di Cortina d’Ampezzo.

Il rappresentante americano, prove­ niente dall'ultima sessione del CIO a Parigi, durante la quale i Giochi Olim­ pici Invernali del 1960 furono asse­ gnati alla località americana di Squaw Valley. è stato ricevuto dal Segretario Generale dei VII Giochi Olimpici In­ vernali dott. Fabjan e dai rappresen­ tanti del Servizio Stampa, con i quali ha avuto un lungo scambio di idee sul­ l’organizzazione e sul complesso degli impianti sportivi per i Giochi di Corti­ na, in relazione alla futura organizza­ zione americana.

Il sig. Haseltine ha compiuto una mi­ nuziosa visita allo Stadio del Ghiaccio, al Trampolino olimpico « Italia », alla pista di bob ed al Lago di Misurina ed ha espresso il suo compiacimento per la grandiosità e la modernità delle nuove installazioni, ripromettendosi di fornire al Comitato Olimpico America­ no un dettagliato rapporto. Altro gradito ospite di Cortina d’Am­ pezzo è stato il sig. Nino Borsari, l’in­ dimenticato olimpionico residente in Australia e « attaché » per l’Italia ai XVI Giochi Olimpici Estivi di Mel­ bourne. Borsari, proveniente dalla Germania, ultima tappa del suo giro di propagan­ da in Europa in favore dei Giochi di Melbourne, è stato ricevuto dai membri del Comitato Organizzatore dei VII G.O.I. ed ha fatto visita alle installa­ zioni olimpiche di Cortina d’Ampezzo, esprimendo la sua soddisfazione per le nuove opere.

IB OHI i960 Si è riunita a Roma, sotto la Presi­ denza dell’avv. Giulio Oesti. la Giunta Esecutiva del CONI, che all’inizio della seduta ha preso atto del conferimento al CONI stesso della Medaglia d’Oro di benemerenza del Ministero della Pubblica Istruzione ed ha formulato le sue più vive espressioni di gratitudine al Ministero della Pubblica Istruzione per cosi alto riconoscimento. I lavori hanno poi avuto inizio con le relazioni sul Congresso di Parigi del Comitato Olimpico Internazionale, con­ validate dai documenti della Cancel­ leria che assegnano a Roma l’Olimpiade del 1960. La Giunta ha preso ufficialmente atto con viva gioia dell’eccezionale av­ venimento che corona la passione, gli sforzi, i sacrifici di intere generazioni di sportivi, cui va tutta la gratitudine, per aver costruito, con tenace operosi­ tà, lo sport italiano ed aver meritato per Roma e per l'Italia così alto onore; ringrazia altresì le autorità di Governo ed Amministrative della ca­ pitale. le Federazioni Sportive Nazio­ nali e tutta la lunga schiera di colla­ boratori, che hanno impegnato il loro fervido lavoro nel sostegno della can­ didatura. Un particolare ringraziamento la Giunta ha voluto altresì manifestare ai Membri italiani del CIO ed alla Delegazione ufficiale che è intervenuta alla Sessione di Parigi. Al Sindaco di Roma che, con tanto entusiasmo ed energia, da un lato ha affiancato l’opera del CONI e dall’altro sostenuto i buoni diritti dell’urbe a così alto riconoscimento mondiale, il Presidente del CONI ha offerto, nel corso della seduta, una Medaglia d’Oro. II Sindaco Rebecchini che era ac­ compagnato nella visita alla Giunta Esecutiva del CONI dall’Assessore allo Sport Lupinacci, dal Direttore Ciampi, dal Ministro Silenzi, dal dott. Causati e dall’ing. Tonello, ha risposto con commosse parole all'omaggio del CONI tenendo soprattutto a sottolineare che

per il 1960 Roma farà ogni sforzo per essere degna sede deH’avvenimento olimpico, rispondendo alla fiducia ed all’aspettativa di tutto il mondo civile ed interpretando la concezione spiri­ tuale del Barone De Coubertin, che nella Festa Olimpica ravvisava soprat­ tutto pace ed amicizia tra i popoli. Alla ripresa dei lavori, dopo il rice­ vimento del Sindaco di Roma, la Giun­ ta, esprimendo ancora la sua gratitu­ dine a tutte le Federazioni Sportive Nazionali, e per loro tramite a tutti gli sportivi d’Italia, ha voluto ricorda­ re come l’assegnazione delle Olimpia­ di significhi anche un altissimo impe­ gno di onore a cui tutti debbono col­ laborare, affinché il successo sia gran­ de e completo, tanto nella organizza­ zione quanto nella partecipazione. Fin da oggi tutti gli sportivi italiani debbo­ no sentirsi spiritualmente mobilitati per le Olimpiadi, affinché l’Italia possa dare ad esse un chiaro segno della sua maturità sportiva. Infine è stato deliberato di invitare tutte le Federazioni Sportive Naziona­ li a promulgare un’amnistia che sot­ tolinei- il grande onore concesso agli sportivi d'Italia, usando ciascuna Fe­ derazione il sistema più idoneo in rap­ porto alla propria organizzazione in­ terna in materia disciplinare strettamente attinente allo sport. Proseguendo i lavori la Giunta ha preso atto del buon andamento — ri­ conosciuto anche a Parigi dalle Auto­ rità sportive internazionali — della pre­ parazione per i Giochi Olimpici In­ vernali 1956 a Cortina d’Ampezzo, elo­ giando in particolare il dott. Fabjan e il dott. Saini per l’attiva opera svolta In materia di problemi finanziari la Giunta ha approvata la relazione an­ nuale del Concorso Pronostici espri­ mendo a tutto il personale Totocalcio il suo elogio per i risultati della orga­ nizzazione. Ha inoltre esaminato pro­ blemi riguardanti la meccanizzazione per la convalida delle schede giocate, che in fase sperimentale entrerà in

funzione nel prossimo mese di novembre. I lavori si sono conclusi con l'esame di vari problemi inerenti gli impianti sportivi, la Sportass, i Giochi del Me­ diterraneo ed infine la delicata que­ stione delle corse motoristiche, per la cui situazione il CONI è stato ufficial­ mente interpellato. Pur rinviando ogni definitivo parere o decisione alla pros­ sima adunanza sulla base di un piti approfondito studio tecnico, la Giun­ ta ha affermato in linea di principio che le corse automobilistiche e moto­ ciclistiche, sia in circuiti chiusi come su strade libere debbono continuare e debbono essere difese, pur prendendo tutte le precauzioni e tutti i provvedi­ menti di sana ed utile limitazione che esse richiederanno per la salvaguardia sia dei piloti, come degli spettatori. IL PRESIDENTE DEL COMITA­ TO OLIMPICO IRANIANO IN VISITA AL FORO ITALICO

Diretto a Parigi, ove prenderà parte ai lavori della 50“ Sessione del C.I.O., è giunto a Roma il principe Gholan Reza Pahlavi. fratello del Re dell’Iran e Presidente del Comitato Olimpico Iraniano. L’augusto ospite, accompagnato dal sig. Abolfazl Sadri. Direttore del Di­ partimento di Educazione Fisica, e dal sig. Attaollah Amiryan, Direttore del Servizio Relazioni Sportive Internazio­ nali del Comitato Olimpico Iraniano, si è recato in visita al Foro Italico ove è stato ricevuto dal Presidente del CONI avv. Giulio Onesti, dal dott. Bruno Zauli Segretario Generale del CONI e da altri dirigenti dello sport italiano. Il principe Gholan Reza Pahlavi ha assistito nella palestra coperta del Foro Italico ad un riuscitissimo saggio gin­ nico eseguito da accademisti e accademiste della Scuola Superiore di Educa­ zione fisica IL PRESIDENTE DEL C. O. DEL­ L’AFGHANISTAN IN VISITA A ROMA

Il Presidente del Comitato Olimpico dell’Afghanistan, Mohamed Farouk Siraj, proveniente da Kabul e diretto a Parigi dove parteciperà alla Sessione del Comitato Olimpico Internazionale, si è soffermato a Roma per un breve soggiorno. Il sig. Siraj è stato ricevuto dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, avv. Giulio Onesti, con il quale ha avuto un lungo e cor­ diale colloquio. Il sig. Soraj ha portato il saluto degli sportivi del suo Paese ai loro amici italiani e si è interessato assai vivamente alle attività del nostro Comitato Olimpico. Egli ha pure espresso la sua particolare ammirazio­ ne per gli impianti olimpici costruiti nella città di Roma, ai quali ha dedi­ cato una lunga ed attenta visita. L’av­ vocato Onesti ha assicurato da parte sua che gli sportivi italiani seguono coli simpatia e sincera amicizia i gran­ di progressi che vengono compiuti in questi anni dallo sport dell’Afghani­ stan.

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GIURISPRUDENZA | In

tema di responsabilità per danno causato in gara sportiva. Stilili decisione del Tribunale Federale scris­ sero circa la responsabilità per danno sofferto da spettatore di gara sportiva di cui abbiamo dato notizia nel n. 1 riportiamo questo interessantis­ simo studio dell'avv. prof. Alberto Montel della Università di Torino.

1. La lettura di una interessante decisione del Tribuna­ le federale svizzero in punto responsabilità per danno sof­ ferto da spettatore di gara sportiva per difetto di ade­ guali mezzi protettivi (I Corte civ., 10 marzo 1953, ripor­ tata in questa rivista, 1951. pag. 397) e di una nota del cons. Stiglia [Dir. autom.. 1951, 673), che riesamina la que­ stione dal punto di vista del diritto italiano, ci suggerisce qualche succinto rilievo di carattere generale. La fattispecie presa in esame dal Magistrato è la se­ guente. Durante timi partita di disco su ghiaccio (ad assi­ stere aliti quale il pubblico era ammesso gratuitamente), un giocatore, nel tentativo di riprendere l’equilibrio, col­ pisce involontariamente col bastone una spettatrice — certa signora Hauser — provocandole la perdita di un occhio. Di chi la responsabilità? Ed a quale titolo? Alla seconda domanda il Tribunale risponde sottolinean­ do il carattere gratuito (forse, meglio: grazioso) dello spet­ tacolo e la assoluta libertà dell’accesso degli spettatori alla pista: il che lo porta ad escludere la esistenza di un «con­ tratto di spettacolo » ed a parlare di responsabilità ex lege Aquilia. Chi crea uno stato di cose pericoloso — è la pre­ messa da cui la sentenza parte — è tenuto ad adottare ]e precauzioni imposte dalle circostanze per garantire i terzi contro ogni danno: l’astenersi dal prendere tali precauzioni costituisce una colpa. Il gioco del disco su ghiaccio — essa rileva — espone ad un pericolo gli spettatori. Questi ar­ rischiano non solo di ricevere il disco in faccia, ma anche quando si trattengono vicino alla pista, di essere colpiti, specialmente in caso di mischia, da colpi di bastone o di pattino. Di questo pericolo, che d’altronde non negano, i ricorrenti erano coscienti. Ma nulla hanno fatto per scon­ giurarlo. Facile sarebbe stato tendere una corda; tenuto cosi lontano, a distanza sufficiente dalla pista, il pubblico sarebbe stato preservato dai colpi di bastone e la signora Hauser dal ferirsi. Al che consegue — oltre alla responsabilità del gio­ catore autore materiale del danno (il quale avrebbe dovuto usare nel gioco una maggior prudenza, evitando di por­ tarsi a contatto immediato col pubblico) — la responsabi­ lità degli organizzatori della manifestazione, appunto per non aver adottato le adeguate precauzioni a tutela della pubblica incolumità. Ma queste responsabilità non sono le sole, per il Tri­ bunale Federale. —-Per vero — oltre ad un concorso di colpa nella dan­ neggiata per non essere stata attenta a scansare il colpo del giocatore, facendosi indietro quando questi le era ap­ presso — la sentenza ha ravvisato anche una responsabi­ lità elettiva della squadra giocatrice, per avere i suoi com­ ponenti aderito a giocare in un luogo in cui il pubblico non era adeguatamente garantito contro i pericoli del gioco e, persino, una responsabilità indiretta del Club di appar­ tenenza della squadra, per il rapporto di dipendenza esi­ stente fra tale club ed i giocatori.

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2. La fattispecie, conte si è detto, è stata nella sopra ri­ cordata nota del Stiglia, presa in esame con riferimento al diritto italiano c ai principi affermati dalla nostra giu­ risprudenza. Principi, che, secondo l’annotatore, avrebbero probabilmente portato ad una decisione diversa in «pianto — mentre sarebbero stale sicuramente affermate le respon­ sabilità degli organizzatori della gara, che non si erano preoccupati di salvaguardare il pubblico da eventuali di­ sgrazie. c del giocatore che si era comportalo, ncll’usarc uno degli attrezzi del gioco, come se nessuno gli fosse stato attorno — non sarebbero stati tenuti responsabili né gli altri componenti della squadra (c quindi, a maggior ra­ gione, il club di appartenenza) né la spettatrice infortunata. Sulla prima proposizione riteniamo di poter consen­ tire; non invece sulla seconda. Valga il vero. 3. La responsabilità dei componenti la squadra è dalla sentenza svizzera fondala SU ciò che, tollerando la situazione di fatto in cui la squadra era stata invitata a giocare, i suoi componenti avrebbero contribuito a causare quel pericolo che, per la spettatrice infortunata, si tramutò in danno effettivo. Rileva, peraltro, giustamente il Stiglia come la accettazione da parte dei giocatori di giocare su una pista che non garantiva l’incolumità del pubblico, può essere stata causa indiretta del disgraziato evento (in quanto, ove non vi avesse trovalo luogo, non si sarebbe giocato e si sarebbe giocato in altre condizioni e quindi l’inci­ dente non sarebbe avvenuto), laddove il fatto, che vera­ mente sta in rapporto di causalità efficiente con l’evento, è solo il comportamento disinvolto ed imprudente del gio­ catore che colpì la signora. I compagni di squadra — egli soggiunge — pur nelle condizioni di insufficienza organizzativa e di maggiore pe­ ricolosità dell’ambiente, stettero attenti, aumentarono la lo­ ro attenzione per preservare la incolumità degli spettatori. Solo di quel giocatore si ha la prova di una colposa disat­ tenzione eppertanto solo a lui, causa diretta ed immedia­ ta dell’evento, va addossalo, secondo i principi clic rego­ lano nel nostro diritto, la responsabilità aquiliana, l’obbli­ go del risarcimento, in solido naturalmente con gli organiz­ zatori della competizione. La nostra Cassazione ha, invero, ripetutamente affermato che, quando più fatti colposi si siano succeduti nel tempo ad opera di persone diverse c conseguenza ultima ne sia stato un evento dannoso, devono di questo rispondere l’autore della causa più prossima che da sola sia stata capace di produrre il danno, nonché even­ tualmente gli autori di quei fatti remoti che abbiano stabi­ lita una situazione tale che, senza di essa, l’evento dannoso, sebbene prodotto direttamente dal fatto avvenuto per ultimo, non avrebbe potuto accadere (Cass. scz. I, civ., 14 febbraio 1952. n. 382, in Dir. autom., 1952, col. 507). Nella fattispecie, dunque — possiamo concludere col Stiglia — causa remota e creatrice della situazione di pe­ ricolo fu la incuria degli organizzatori della gara; causa prossima invece la disattenzione del giocatore che colpì col bastone la spettatrice. La imprudenza attribuita a tutti i gio­ catori collettivamente (aver accettalo di giocare innanzi ad un pubblico indifeso) perde ogni efficacia causatrice dello evento dacché a generare questo si inserì la disattenzione o. meglio, la imprudenza deirunico fra essi che non badò alla vicinanza delle teste degli spettatori nel manovrare il suo bastone. 4. Per contro, non possiamo concordare col Stiglia là dove egli scrive che « in nessun caso poi si sarebbe rile­ vata da un nostro Tribunale colpa, sin pure lievissima, a carico della povera signora che assisteva tranquillamente


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alla gara, dei cui pericoli era completamente plclainentr ignara. ignara, che non era stata presente quando l’arbitro aveva avvertito il pubblico a tenersi più indietro, che non era neppure in prima fila quando venne raggiunta dal colpo alla testa ». Le circostanze da ultimo menzionale hanno appunto in­ dotto il Tribunale a ritenere che la colpa imputabile alla spettatrice «non era che leggera»; (laddove avverte, esat­ tamente a nostro avviso, la sentenza, « la situazione sareb­ be stata diversa (e cioè la colpa sarebbe stala ritenuta gra­ ve e magari esclusiva di responsabilità da parte di altri soggetti) se vittima dell’infortunio fosse stata una frequenlatrice abituale delle partite di disco >11 su ghiaccio o se avesse inteso le esortazioni dell'arbitro ». Ma le circostanze stesse a noi pare chiaro — non sa­ rebbero state invece sufficienti a far addirittura escludere qualsiasi colpa; e ciò perché lo spettatore non può preten­ dere di affidare ciecamente la propria salvaguardia ad altri, dispensandosi daH’adottare per essa quel minimo elemen­ tare di cautele che la pratica suggerisce. avv. prof. ALBERTO MONTEL delTUdiversità di Torino (dalla «Rivista di diritto sportivo»).

I; pubblico uMiciale Parbitro di partila di calcio - Offesa a causa delle sue funzioni - lioslituisce oltraggio (*). Seni. Trib. Minorenni Firenze - 7 dicembre 1954 - l’res ed est. Giannatlasio - Imp. Regali). L’arbitro di una partita di calcio pone in essere un’attivita di pubblico interesse, onde commette oltraggio aggraiato a pubblico uf/iciale lo spettatore che Tof/ende e /<> percuote durante o a termine di una partita, a causa del modo con cui dirige o ha diretto la gara ( 1). Fatto c Diritto. — Con rapporto 29 ma marzo rzo 1951 i carabi­ nieri di Piazza al Secchio informarono l’Aulorilù Giudizia­ ria che nel pomeriggio del giorno antecedente, durante l'incontro tra la squadra locale di calcio e quella di Ponte a Moriano, valevole per il campionato di seconda divisione, il pubblico aveva ripetutamente manifestato il proprio di­ sappunto verso l’arbitro rag. Umberto Cordoni al quale ve----- rimproverato ----------- , un comportamento sfavorevole alla squauiva dra locale. Nell'intervallo tra il primo ed il secondo tempo della parlila certa Regali Beclielli Nella di anni 17 si era avvi­ cinata all’arbitro minacciandolo, nel caso di sconfitta della squadra locale, di grave danno alla persona e al termine della partita persa dai locali, mentre un centinaio di per­ sone inveiva contro il Cordoni, la stessa minore Regali, dopo aver scavalcato il recinto del campo e dopo essere riuscita a farsi largo, si insinuava tra i carabinieri che protegge­ vano l’arbitro, e si avventava contro di lui tempestandolo di pugni e di schiaffi e ricoprendolo di contumelie. Si pro­ cedeva contro la Regali Beclielli per oltraggio aggravato a norma dell’ultima parte dcll’art. 341 C. P. ed all'odierno dibattimento la Regali sostanzialmente ammetteva l’addc(•) Non constano recenti pronuncio in tal senso, ma solo sentenze remote, clic raevano argomento ila una legislazione ormai superata tper ultimo Trib. Pesaro 10 gennaio 1940 in Rie. pen. 1940, 1049). In senso contrario: Prcl. Napoli 26 luglio 1952 in Rii'. dir. sport., 1953, 1. 29, con nota di dissenso di F. CniAliOTTl, L'arbitro di una parlila di calcio è pubblico ufficiale? L'ARBITRO DELLE PARTITE DI CALCIO E' PilliliILICO UFFICIALE.

L’arbitro delle partite di calcio è pubblico ufficiale. 1. La sentenza che annotiamo del Tribunale di Firenze, la quale ha ritenuto responsabile del delitto previsto «lall'art. 341 cod. pen. la persona che aveva offeso con epiteti ingiuriosi l'onore e«l il prestigio dell'arbitro di una partita di calcio di 2“ divisione, in presenza di questi ed a causa delle sue funzioni, commettendo il fatto con violenza ed in presenza dì più persone, è meritevole, di approvazione, non solo per l'esattezza della massima in essa contenuta, ma anche per aver correttamente identificalo il punto del problema se spettasse o meno alla persona offesa dal reato la qualifica di pubblico ufficiale. Non è che il Giudice non si sia particolarmente attardato ad «espone le funzioni di notevole importanza che competono all'arbitro di una gara calcistira: ò inevitabile che in materia tanto complessa, per la quale dallo legge

Rito, confermato del resto dal Cordoni c dai militi presenti al fatto, "unica giustificazione addotta dall’ipulata è che essa non hi la sola ad inveire contro l’arbitro Cordoni e non fu la sola ad inveire contro l'arbitro Cordoni <• non fu la sola a colpirlo. // Tribunale osserva che i fatti commessi dalla Regali sono punibili sia che costituiscano il reato contestato, sia che rappresentino invece il reato eli percosse e quello di ' o che la persona offesa Cordoni ha presentato ingiurie, dal tempestiva querela per la punizione della minore. Peraltro il Tribunale ritiene che sussista in tutti i suoi elementi il reato contestato, perché l’arbitro ili una partita di calcio non è soltanto un tecnico nominato da una federazione sportiva per decidere le sorti della partila, con la conse­ guenza che ogni violenza nei suoi riguardi non possa costi­ tuire altro che un semplice reato di lesioni <> percosse et! ogni offesa al suo indirizzo c a causa delle mansioni esple­ tate una semplice ingiuria, ma è un pubblico ufficiale, che svolge funzioni indispensabili per lo svolgimento della gara

ci sono offerti solo strumenti di definizione presfiocchè tautologica (ci richia­ miamo a «pianto abbiamo avuto occasione di esporre in questa Rivista, 19a3, 2 e segg.. rispondendo al quc,ilo « L'arbitro di una partita di calcio è pub­ blico ufficiale?»), ci si rifugi nelle parli più semplici «li essa, certo non meno apparitemi di quelle altre che pure si dimostrano tecnica niente più congrue alla soluzione delle «picstioni che le si riferiscono. E logico «piindi che la sentenza in esame si diffonda nei segnalare al lettore la rile­ vanza «lei del compito dell'arbitro, consistente nella imparziale direzione della gara c: in modo da garanti e non solo che siano osservate le regole del giuoco, ma ina che questo non degeneri in rissa .c che non sia messa in pe­ ricolo l'incolumità «lei giocatori e non sia turbato l’ordine pubblico, stante il grande numero di persone che di regola regoli assistono agli incontri, infliggendo se occorre punizioni c decretando espulsioni » : è dovere però dello studioso comodo. dovendosi piuttosto di non indulgere ndulgere in simile atteggiamento dii comodo, richiamare• l'attenzione l’attenzione sulle regole di miglior ortodossia che più proficua­ proli mente consentono di identificare il punctum saliens del problema.

2. Come abbiamo in precedenza rilevato, si deve dare alto che. al riguardo, il Tribunale «li Firenze ha correttamente proceduto, rilevando che è qu; quale concorra con la sua volontà a forpubblico ufficiale anche colui il «piale 4 presso il quale sia chiamato ad ubbl mare la volontà di un Ente pubblico c sia pure con esplicare da solo od in collaborazione di altri funzionari, e una attività accessoria, mansioni autoritarie ». INon necessita dunque l'acccrlamento «Iella sussistenza nella persona, di cui si esamina lo status, di un potere di coazione o di attestazione fidefadente per il riconoscimento in essa del pubblico ufficiale. Certo tali poteri non spettati) all'arbitro di una partita di calcio: non è dubbio, però, che esso esplichi una mansione di particolare importanza in un pubblico ufficio in cui ai si identifica l'altra attività, oltre lé due eiirapostc. che <costituisce la pubblica funzione, secondo la enucleazione del contenuto di «pie* fila che si ottiene dalle norme clic prevedono i reati propri «lei soli pubblici ufficiali. Le proposizioni nelle quali si articola la nostra affermazione (che, è vero, fa ricorso ad un concetto la cui entità non c sempre agevolmente definibile, non esistendo uno strumento di misura preciso il quale ci concrini in tutti i casi, senza ombra di dubbi, che la mansione nel pubblico ufficio è di particolare importanza) sono semplicissime: «lati i rapporti «li collegamento dell'arbitro col C.O.N.l (quando questo collegamento naturalmente esista), data la natura di persona giuridica pubblica del C.O.N.l. " ‘ c gli scopi da questo perseguili, e considerato che l'effetliv o esercizio di una pubblica funzione è ammissibile anche du pcrc--.::_ icrsona privala che non sia in■ rapporto di necessa:ia dipendenza da ente pubblico, appare evidente che Il'arbitro nei casi considerali esplichi la sua mansione in un pubblico ufficio. E* tale mansione di particolare importanza? Ricordato ancora una volta che un metro preciso non esiste per accertare tale rilevanza, nessun dubbio ci travaglia nella risposta al quesito: non solo nei casi in cui al risultalo «Iella gara accertalo dall'arbitro sul campo, sia collegato l'esito del con­ corso pronostici a svolgimento periodico, al quale sono ormai interessate settimanalmente milioni «li persone, ma anche in tutti gli altri casi in cui tale collegamento non sussista, sempre che sussista invece l'altro collegamento dell’arbitro al C.O.N.l.. si deve ammettere la qualifica di pubblico ufficiale in colui il <iuale. influendo con le sue. spesso non facili, determina­ zioni immediate sul risultato di gara che agita masse sempre in aumento, esplica in un pubblico ufficio una mansione che non può non essere di particolare importati a.

3. Manifestazione che non può non impressionare la mente <li citi sia poco idoneo a ricevere, per quanto significano, gli atteggiamenti del pubblico nelle gare calcìstiche, è «jucl■Ila costituita dalla vivacità con cui le detcrniinazioni dell'arbitro sogliono csserc censurate dagli spettatori che assistono alla gara. All'osservatore superficiale tali censure appaiono gravi poiché, uccellali, dosi la tesi affermata dal Tribunale di Firenze, .v. si verserebbe in ipotesi di oltraggi commessi in quantità imponente, non ultima i ragione del'a tendenza a resistere al riconoscimento della qualifica di pulibblico ufficiale all'arbitro di una gara calcistica può forse riscontrami nella esigenza .... .................... ___ da di rifriggere una valutazione* così grave di simili comportamenti offensivi. Trattasi però, evidentemente, di preoccupazione che non ha ragione di esistere, propria come è di chi. non abituato ad assistere ad avvenimenti -*01' * gra,l° valutare cosa significano le censure che dal pubblico in una gara calcistica vengono espresse. Esula di regola da esse, evidentemente, l'elemento soggettivo del reato, escludendosi qualsiasi inten­ zione di offendere in chi suole esprimere rumorosamente i propri sentimenti ut passione sportiva, ai quali è da riconoscere intenzione offensiva penal­ mente censurabile, solo quando colui che la esprima, al di fuori della consuetudine, dimostri in modo non equivoci la prava intenzione di offendere 1 onore o il prestigio dell'arbitro della gara. Avv. Franco CHiARorri

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e, delegato ad esercitarle dagli organi sportivi competenti. compelenti, pone in essere un'attività di pubblico interesse; onde commet­ te oltraggio lo spettatore che offendi- l’arbitro di una gara cal­ cistica durante o ai termine di una partita a causa del modo con cui dirige o ha diretto la gara. Agli effetti della legge penale è pubblico ufficiale chi in forza di legge <> di re­ golamenli 4 o anche semplicemente di fatto esercita nna pubbliea funzione legislativa, amministrativa o giudiziaria formando o concorrendo a formare con la sua volontà la vo­ lontà sovrana dello Stato o d’altro Ente pubblico presso il quale è chiamato ad esplicare da solo od in collaborazione di altri funzionari, e siti pure con una attività accessoria, mansioni autoritarie. In altre parole la qualità di pubbli­ co ufficiale non ha per necessario presupposto una rela­ zione di dipendenza dallo stato o da altro ente pubblico, ma è correlativa aH’effettivo esercizio di una pubblica fun­ zione o di un incarico di un pubblico servizio, che possono essere assunte anche da persone private. Se ciò è esatto, e se lo sport, con l’evoluzione dei tempi e con la formazione di nuove necessità sociali è assunto ad attività di pubblico interesse, tanto che presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri esistono uffici che disciplinano le attività sportive, e si parla della creazione, a somiglianza di quanto è già stato fatto in altri Paesi, di un Ministero o di un sottosegrctarialo per lo sport, se l'attenzione del legislatore è ogni giorno più richiamala da questo complesso fenomeno, come fanno fede la legge 16 febbraio 1912 n. 426 che riconosce

la personalità giuridica del C.O.N.I. e la recenti- 28 dicem­ bre 1950 n. 1055 sulla tutela sanitaria delle attività spor­ tive. vien fatto di ritenere che l'arbitro, il quale, livestito delle funzioni dall’organo competente, assolve il com­ pito imparziale di dirigere la gara, in modo da garantire non solo che siano osservate le regole del giuoco, ma die questo non degeneri in rissa, e che non sia messa in peri­ colo 1'incolumità di giuncatoci e non sia turbato l’ordine pubblico, stante il grande numero di persone che di regola assistono agli incontri, infliggendo se occorre punizioni e decretando espulsioni, riveste quella qualifica per cui l’ofIcsa, violenta o non. al suo onore o al suo prestigio, in sua presenza e a causa o nell’esercizio delle sue funzioni, costituisce il delitto di oltraggio previsto e punito dall’articoro 311 C.P. La Regali Bechi-Ili ultradiciassettenne ha la capacità di intendere e di volere, ed ha compiuto un alto volontario e coscientemente diretto a negare il tributo di rispetto da cui l’attività pubblica deve essere circondala. Per il reato commesso potrebbe essere condannala tuttavia, tenuta presente la buona condotta anteriore e successiva al reato, la spontanea confessione, il pentimento dimostrato ed il fatto, infine, che a spingerla all'offesa, fu il compor­ tamento di maggiorenni mossi da deplorevole spirilo di parte, v’è da ritenere che la Regali in avvenire si asterrà dal commettere ulteriori reali. In questa fiducia può esserle concesso il perdono giudiziale.

ISTITUTI! SUPFRIDHF 01 EDUCAZIONE HSIIIA - FORO ITALICfl - ROMA

B Ì\IM> di CONCORSO PER L’AMMISSIONE DI 100 ALLIEVI E 50 ALLIEVE AI CORSI DELL’ANNO ACCADEMICO 1955-56 L’Istituto Superiore di Educazione Fisica di grado universitario con ordi­ namento speciale ha sede nel Foro Ita­ lico di Roma, ed ha i seguenti scopi: 1) preparare i giovani, d’ambo i sessi, mediante corsi teorici e pratici, alle funzioni di Professore di educazio­ ne fisica in ogni ordine e grado di scuola; 2) formare i giovani per le attività professionali relative all’educazione fi­ sica e allo sport; 3) perfezionare la cultura scienti­ fica e tecnica di tutti coloro che espli­ cano la loro attività nel campo della educazione fisica e dello sport; 4) promuovere il progresso delle scienze applicate alla educazione fisica e sportiva.

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Durata dei Corsi e Titolo rilasciato La durata del corso di studio è di tre anni. Al termine di esso, a coloro che — avendo adempiuto a tutti gli obblighi scolastici — superino l’esame generale di diploma, viene rilasciato ildiploma di abilitazione all’insegnamento della educazione fisica nelle scuole di ogni ordine e grado.

Possono essere costituiti corsi di spe­ cializzazione e di perfezionamento. Condizioni per l’ani missione ai Corsi Possono essere ammessi ai corsi i giovani di ambo i sessi, di statura non inferiore a cm. 166 per gli uomini e a cm. 158 per le donne, che non abbia­ no superato alla data del termine per la presentazione delle domande di am­ missione. l’età di 25 anni, che siano for­ niti di un titolo di studio di istruzione media di secondo grado valido per la immatricolazione a corsi universitari oppure dell’abilitazione magistrale e che abbiano superato presso l’istituto Superiore di Educazione Fisica: a) una rigorosa visita medica col­ legiale intesa ad accertare una idoneità di grado elevato in rapporto all’attività professionale, che è negli scopi dello Istituto. E pertanto non solo si terrà conto nella visita della sana e robusta costituzione fisica e dell’assenza di vizi od imperfezioni organiche, ma ancora di tutte le buone qualità, che caratte­ rizzano un’ottima efficienza fisica ed una presenza estetica, entrambe neces-

aw. FRANCO CHIAROTT1

sarie all’apprendimento ed all’esercizio della professione. Il giudizio della Commissione medi­ ca collegiale è insindacabile. b) una prova pratica di educazione fisico-sportiva in base ai vigenti pro­ grammi di E. F. per gli istituti secon­ dari approvati con Decreto del Presi­ dente della Repubblica 25 luglio 1952, n. 1226, e riportati nel Bollettino Uffi­ ciale del Ministero della Pubblica Istru­ zione 6 novembre 1952, n. 45; c) una prova scritta di cultura ge­ nerale. L’ammissione alla prova scritta è su­ bordinata all’esito favorevole della pro­ va pratica. L’ammissione viene effettuata secon­ do l'ordine della graduatoria, determi­ nata dall’esito delle prove, fino alla concorrenza dei posti messi a concorso. I posti disponibili nell’anno accade­ mico 1955-56, sono 100 per gli allievi e 50 pei- le allieve. La frequenza è obbligatoria.

Limiti di età per incaricati di K. F. Per gli incaricati di E. F„ ferme re­ stando tutte le precedenti condizioni, il limite di età è elevato in via eccezio­ nale e transitoria ad anni 32 e pertanto possono partecipare al concorso i nati nell’anno 1923 e successivi che abbiano prestato almeno un anno di servizio di insegnamento di E. F. durante l’ultimo quadriennio 1951-52, 1954-55, presso Istituti o Scuole medie statali o pareg­ giate con qualifica non inferiore a « buono ».


Modalità per Io svolgimento del Concorso

La domanda di ammissione al con­ corso, redatta su carta bollata da L. 100 e indirizzata al Commissario Straordi­ nario dell’istituto, deve essere presen­ tata ai Provveditorati agli Studi. Uffi­ cio di Educazione Fisica, entro il 5 ot­ tobre 1955. I Provveditorati le faranno pervenire all’istituto Superiore E. F. Foro Italico - Roma. La domanda deve contenere, oltre alle complete generalità del canditalo, l’indicazione della residenza della fa­ miglia e il recapito. Alla domanda devono essere allegati: 1) certificato di nascita, redatto su carta bollata (debitamente legalizzato, quando non sia rilasciato dal Comune di Roma); 2) certificato penale e generale, rilasciato dall’autorità competente, in epoca non anteriore a tre mesi dalla data della domanda di ammissione; 3) certificato di buona condotta ri­ lasciato in epoca non anteriore a tre mesi dalla data della domanda di am­ missione ; 4) diploma originale oppure il cer­ tificato provvisorio che lo sostituisce a tutti gli effetti di legge (dichiarazione esplicita) del conseguito titolo di stu­ dio; 5) documento comprovante la po­ sizione militare dei candidati, rilasciato dalle Autorità militari competenti; 6) quietanza comprovante il paga­ mento della tassa di ammissione al con­ corso di L. 1.500. effettuato mediante versamento presso la Banca Nazionale del Lavoro (Agenzia n 9 Roma, che gestisce il servìzio di Tesoreria dello Istituto); 7) tre copie (formato tessera, su fondo chiaro e firmate) di fotografia recente del candidato, di cui una bol­ lata e autenticata;

8) per i soli insegnanti incaricati che possono beneficiare della estensio­ ne dei limiti di età fino al 32« anno, certificato di servizio rilasciato dai Ca­ pi di Istituto contenente la data di inizio e di cessazione del servizio stesso, il numero delle ore settimanali d'inse­ gnamento di educazione fisica prestato e la qualifica riportata. Il servizio è valutabile per un intero anno quando ricorrano le condizioni previste dalle norme in vigore per la retribuzione nel periodo delle vacanze estive. Non sono ammessi al concorso coloro che nel titolo di studio richiesto dal bando, risultassero esonerati dalla pro­ va di Educazione Fisica, nonché coloro che dal documento militare risultassero riformati. Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1954. nu­ mero 368, gli aspiranti sono dispensati inizialmente dal corredare la domanda di partecipazione al concorso, dei do­ cumenti prescritti, salvo l'impegno di presentarli tempestivamente all’atto della immatricolazione.

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Inoltre sempre per coloro che si av­ valgono del decreto di cui sopra, la firma in calce alla domanda deve esse­ re autenticata dal notaio o dal segreta­ rio comunale del luogo di residenza del­ l’aspirante. Per i dipendenti statali è sufficiente il visto del capo dell’ufficio nel quale prestano servizio. Per i dipendenti statali è sufficiente il visto del capo dell’ufficio nel quale prestano servizio. Scaduto il termine per la presenta­ zione delle domande di ammissione al concorso, i candidati saranno invitati per iscritto (indirizzo da essi indicato sulla domanda) a sottoporsi a visita medica nel luogo e nel giorno che sa­ ranno precisati nella lettera d’invito. Soltanto coloro che saranno valutati fisicamente e biologicamente idonei in­ base alla visita medica anzidetto, po­ tranno sostenere le prove di concorso, le cui date saranno tempestivamente comunicate agli interessati. I candidati potranno essere ammessi a sostenere le prove prescritte a condi­ zione che dimostrino la loro identità personale mediante un documento di riconoscimento, che non sia scaduto o privo di fotografia. L’esito del concorso sarà reso noto mediante l’affissione di due distinte graduatorie (allievi e allieve) all’albo dell’istituto. Norme per l’im matricolazione I candidati classificati idonei, secon do l'ordine delle graduatorie e limita­ tamente al numero dei posti messi a concorso, per ottenere l’immatricolazio­ ne al corso devono presentare all'uffi­ cio dì Segreteria, entro il 5 novembre 1955: 1) domanda d’immatricolazione, re­ datta su carta bollata da L. 100 e di­ retta al Commissario Straordinario; 2) quietanze comprovanti il paga­ mento della prima rata delle tasse, so­ prattasse e contributi, relativi al primo anno di corso: a) tassa d’immatricolazione (lire 5.000); b> prima rata della tassa di iscri­ zione e della sopratassa per esami di profitto (L. 6 250); c) contributi generali per attivi­ tà assistenziale, culturale, ecc. (L. 950); d) contributo per biblioteche ed esercitazioni (lire 1.500); e) libretto di riconoscimento (li­ re 300). Gli importi sopra indicati devono es­ sere maggiorati della tassa di bollo in ragione del 2 per mille. I pagamenti di cui sopra devono esse­ re effettuati mediante la Banca Nazio­ nale del Lavoro (Agenzia n. 9, Roma), che gestisce il servizio di Tesoreria del­ l’istituto. I candidati classificati idonei, che non ottempereranno alle condizioni di cui sopra entro il predetto termine del 5, novembre 1955, saranno considerati rinunciatari airimmatricolazione, e i posti che risulteranno vacanti saranno messi a disposizione dei candidati clas­ sificati successivamente idonei nelle graduatorie dell’esame di concorso.

Agli immatricolati si fa obbligo di fornirsi degli indumenti sportivi pre­ scritti dall’istituto e dei capi di ve­ stiario. Non saranno accettate le domande di immatricolazione che non siano com­ pletamente documentate come è pre­ scritto. Dispensa dal pagamento delle tas­ se, soprattasse e contributi I. - Dispensa per merito scolastico e condizione economica non agiata (ar­ ticoli 3 e 5 della legge 18 dicembre 1951, n. 1551). Gli allievi di condizione economica non agiata possono essere dispensati — con decreto del Commissario Straordi­ nario — dal pagamento delle tasse, so­ prattasse e contributi di ogni genere relativi al primo anno di corso, quando nella media delle votazioni delle prove del concorso per l’ammissione abbiano riportato una votazione non inferiore agli 8/10. Coloro che aspirano alla dispensa an­ zidetta sono tenuti a presentare la re­ lativa domanda, redatta su carta legale da L. 100 e diretta al Commissario Straordinario, insieme con la domanda di immatricolazione Alla domanda debbono essere allega­ ti i documenti seguenti: 1) stato di famiglia (redatto sullo speciale modulo in distribuzione presso l’ufficio di Segreteria dell’istituto). Nello stato di famiglia deve essere con esattezza specificato il genere di impiego, professione o lavoro esercitato dai membri della famiglia, con l’indi­ cazione dei proventi che ne traggono. Nello stato di famiglia debbono es­ sere aggiunte tutte quelle maggiori no­ tizie anche se non richieste, atte a far valutare più esattamente le condizioni economiche della famiglia dell’allievo ; 2) certificati degli Enti o Ditte da cui dipendono o di cui sono pensionati il richiedente o i componenti della fa­ miglia. dai quali risultano tutti gli as­ segni (stipendio, carovita, ecc.) perce­ piti, al lordo; 3) certificati, sia affermativi, sia negativi, delle agenzie delle imposte del luogo di residenza e del luogo di origine di tutti i membri della famiglia. I suddetti certificati debbono indicare i redditi di natura mobiliare ed immo­ biliare, nonché gli imponibili definiti­ vamente accertati agli effetti dell’imposta complementare progressiva sul red­ dito e dell’imposta ordinaria e straordi­ naria sul patrimonio; 4) dichiarazione dell’allievo (redat­ ta sullo speciale modulo in distribu­ zione presso l’ufficio di Segreteria dello Istituto). Indipendentemente dai documenti di cui sopra l’istituto Superiore può ac­ certare le condizioni economiche dello allievo aspirante alla dispensa suddetta con ogni mezzo a sua disposizione, chie­ dendo ove occorra, le necessarie infor­ mazioni alle autorità competenti.

II. - Orfani di guerra. Gli allievi organi di guerra, ivi com­ presi gli orfani di caduti nella guerra di liberazione o per causa di servizio

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DUE

E

GRADITE

Don GIUSEPPE LA NAVE Prelato Domestico di S. Santità

s. s.

Pio XII si è degnato di nominare il Rev.mo Don Giuseppe La Nave, Assistente Centrale della G.I.A.C., Suo Prelato Dome­ stico. Le nostre sentite congratulazioni al neoMonsignore che ha speso molti anni della sua vita nell’apostolato tra le schiere giova­ nili e che è stato recentemente chiamato al­ l’alta responsabilità di Assistente della GIAC.

di lavoro, sono dispensati con decreto del Commissario Straordinario dal pa­ gamento delle tasse, soprattasse e con­ tributi. quando siano di condizione eco­ nomica non agiata e non demeritino per il profitto e la condotta. Coloro che aspirano alla dispensa an­ zidetto sono tenuti a presentare oltre alla domanda ed ai documenti richiesti per la dispensa per merito, un certifi­ cato rilasciato dalle autorità compe­ tenti per attestare la loro qualità di orfani di guerra ed equiparati. III. - Allievi stranieri e italiani con famiglia residente all’estero (art. 5, cpv. 2<> della legge 18 dicembre 1951, n. 1551). Gli allievi di cittadinanza straniera appartenenti a famiglia residente al­ l’estero i quali usufruiscono di borse di studio istituite dallo Stato o da Enti italiani, e gli allievi di cittadinanza italiana la cui famiglia sia emigrata e risieda stabilmente all’estero, sono eso­ nerati dal pagamento della metà di tutte le tasse, soprattasse e contributi. Gli allievi che si trovino nelle con­ dizioni di cui sopra, sono tenuti a pre­ sentare la relativa istanza, su carta bol­ lata da L 100 e diretta al Commissario Straordinario, insieme con la domanda di immatricolazione. All.’istanza debbono essere allegati i documenti seguenti. a) per gli allievi stranieri: 1) dichiarazione delle autorità consolari in Italia dello Stato di prove­ nienza, dalla quale risultino la cittadi­ nanza del richiedente e la residenza all’estero della sua famiglia con la le­ galizzazione del Ministero degli Affari Esteri italiano; 2) dichiarazione dello Stato o Ente italiano, dalla quale risulti che lo interessato fruisce di una borsa di stu­ dio per l’anno accademico 1955-56; b) per gli allievi italiani con fami­ glia, residente all’estero: dichiarazione dell’autorità consolare italiana, dalla

I* Direttore responsabile: LUIGI GEDDA

Nozze : VINO-NECCI Il doti. Enrico Vinci, Presidente Centrale della GIAC si è unito in matrimonio con la gentile signo­ rina Vera Necci. La cerimonia ha avuto luogo nella casa di eserci­ zi «Getsemani» a Casale Corteccrro (Verona) IIICI'colerti 2-1 agosto, presenti i Dirigenti Centrali della GIAC, del CSI e del CTG. S. Eni. Rcv.nia Mons. Alfredo Ottaviani ha bene­ detto le nozze dei giovani sposi che hanno ricevuto auguri e felicitazioni da ogni parte d’Italia. La Presidenza Centrale del CSI con finterà or­ ganizzazione giovanile sportiva, invia, tramite « Stadium », alla giovane brillante coppia, le felicitazioni più fervide.

quale risultino la cittadinanza italiana del richiedente e la stabile residenza al­ l’estero della sua famiglia, con legaliz­ zazione del Ministero degli Affari Este­ ri italiano. Coloro che aspirano alla dispensa parziale anzidetto, debbono pagare al­ l’atto della immatricolazione, la metà della tassa di immatricolazione, del con­ tributo biblioteche e dei contribuiti ge­ nerali. nonché l’intero ammontare del libretto e della prima rata della tassa di iscrizione, della soprattassa esami di profitto e del contributo integrativo. L'allievo che non ottenga la dispensa è tenuto al pagamento di tutte le tasse soprattasse e contributi eiitro 15 gior­ ni dalla notifica della mancata con­ cessione. Borse di Studio A favore degli allievi saranno messi a concorso borse di studio e premi da parte del C.O.N.I. I relativi bandi di concorso saranno di volta in volta, resi noti mediante affissione all’Albo dell’istituto e con ogni altro mezzo utile. L’Istituto non ha internato obbliga­ torio. Coloro che lo desiderino potran­ no usufruire di apposite convivenze convittuali (maschile e femminile) a pagamento - convenzionato. Infortuni, malattie ecc. Le lesioni traumatiche e le malattie, come le altre minorazioni psico-somati­ che che eventualmente possano manife­ starsi durante i corsi tali da incidere negativamente sull’efficienza fisica del­ l’allievo o sulla sua idoneità all’inse­ gnamento. sono cagione di allontana­ mento dall’istituto, su deliberazione insindacabile del Consiglio Accademico. La tubercolosi, constatata anche sol­ tanto clinicamente, dà luogo all’imme­ diato allontanamento. Tutte le malattie, gli infortuni ecc., che eventualmente sopravvengono agli c/c Postale - Roma 1/10266

allievi, durante il periodo della loro permanenza nell’istituto, in rapporto alle sue esigenze, non implicano respon­ sabilità da parte dell’istituto stesso, ad eccezione dei benefici previsti da appo­ sita polizza di assicurazione.

Disciplina I giovani la cui appartenenza all'isti­ tuto fosse giudicata comunque ed in qualsiasi momento inopportuna saran­ no allontanati dall’istituto in seguito a deliberazione insindacabile del Consi­ glio Accademico Tasse, soprattasse e contributi pei' l'anno accademico 1955-56 Tassa d’immatricolazione L. 5.000; Tassa d’iscrizione L. 18.000. Soprattassa per esami di profitto, li­ re 7.000; Soprattassa per ripetizione di esami di profitto L. 500; Contributo per biblioteche ed esercitazioni L. 1.500; Contributi generali (attività assisten­ ziali, cult, ecc.) L. 950; Libretto di ri­ conoscimento L. 300. La tassa d’iscrizione, la soprattassa per esami di profitto possono essere pa­ gate in quattro rate: la prima all’atto dell’immatricolazione e le altre rispet­ tivamente entro il 31 gennaio, il 31 marzo e il 31 maggio. Con decreto del Commissario Stra­ ordinario, gli allievi appartenenti a fa­ miglie che dispongono di un reddito complessivo annuo superiore a L 3 mi­ lioni saranno assoggettati ad un contri­ buto suppletivo, da destinarsi ad ope­ re assistenziali, nella misura del 30 per cento della tassa annuale di iscrizione. L’accertamento della condizione eco­ nomica familiare è fatto dall’istituto Superiore con ogni mezzo a sua dispo­ sizione, chiedendo le necessarie infor­ mazioni alla Amministrazione finanzia­ ria dello Stato (artt. 4 e 5 della Legge 18 dicembre 1951. n. 1551). II Commissario Straordinario Prof. Doti. VINCENZO VIRNO

Tip. ATENA - Via del Seminario, 87 - Roma

Sped. abb. postale • Gruppo III . Pubblicazione inscritta al n. 758 del Registro Stampa del Tribunale di Roma

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