Stadium n. 8/1956

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f c-s ’■ ( PRESIDENZA NAZIONALE • E’ superfluo dire quanto sla necessario il ricorso alla tecnica nella preparazione e nell’esercizio dei soggetti

di R. Pascucci Un U. paghiti

La settimana agonistica in Italia

ceda per la via dell’autodidattismo e dell’empirismo,

come era nel passato, quan­ do lo sport si distingueva

semplice

Concessionaria esclusiva per La pub­ blicità: PUBLIACI - Roma - Corso Vittorio Eman. n. 287 - Tel. 556.068 Costo d’inserz. L. 15o a mm. col. Spedizione in abb. postale gr. II Un numero L. 20

diverti­

Dal discorso di Pio XII il 9 ot­ tobre in Piazza S. Pietro per il Decennio del CSI.

Direzione Redazione Amministrazione - Roma Via della Conciliazione, 1, t. 555561-550113

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

RICOPRE DOVA TI L* 80” GENETLIACO DEL

MERCANTI TIFOSI EDUCATORI Tre sono i modi di guardare il fenomeno sociale che è lo sport e quindi tre sono le categorie in cui si pos­ sono distinguere gli uomini che si interessano di esso: i mercanti, i tifosi, gli educatori. I mercanti sono i primi, i più avvenuti, che guardano allo sport con lo stesso occhio deirindustriale che guarda la tèrra che nasconde un giacimento di petrolio. Lo spont può rendere: mettiamoci le mani sopra. Lo sport è un meraviglioso commercio e gli atleti ne sono la merce. .A qualche presidèntone di società si potrebbe chiedere: « Commendatore, in che commercia? ». « Nello sport! ». Sono i vampini delle nostre modeste società, i quali si aggirano attorno ai nostri campi sportivi, osservano i giocatori, adocchiano la merce. Promettente quel puledro, i suoi muscoli nascondono milioni, teniamolo d'occhio. Vicino a Torino, esiste Moncalieri, piccola cittadina ove il mercoledì si svolgeva un tempo il mercato degli asini. I commercianti vi si davano convegno, si aggiravano guardinghi, adocchiavano ¡1 colpo. Moncalieri non ha più il mercato degli asini, perchè esso si è trasferito oggi sui campi di calcio: ce una dif­ ferenza sostanziale però, che a Moncalieri gli asini si pagavano, qui invece te li prendono ridendoti in faccia. Non chiedo di avere Tintelligenza di aiutare queste società che sono una fonte, la quale a forza di mungerla può disseccarsi, ma almeno il pudore di regalare un pal­ lone o una serie di maglie anche usate.

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t Nella categoria dei mercanti possiamo inscatolare anche i movimenti sportivi politici: per loro lo sport è una fabbrica di voti, Patleta non frutterà milioni ma almeno voti elettorali. Un tempo giravano per la città di uomini « sandwich » che portavano sulle spalle enormi cartelli pubblicitari di un film di Chaplin o delle nuove stoffe della «.Merveilleusc ». Ora sono scomparsi perchè sostituiti dai nuovi uomini « sandwich >: poveri corridori ciclisti che pigiano sui pedali e che portano sulle spalle il peso pubblicitario di un giornale politico. Passa la corsa, i ciclisti sudano, e l attivista dentro la macchina strombazza al microfono: « sportivi, leggete l’Unità! ». Mercanti dello sport! *♦*

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Il ciffèma sportivo

idonei. La serietà di una as­ sociazione sportiva, che vo­ glia davvero conseguire il suo fine prossimo, non am­ mette ormai più che si pro­

poco dal mento ».

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Scrivo in questo momento per i dirigenti de) Centro Sportivo Italiano che per passione sportiva sono venuti sotto la nostra bandiera. Gli atleti non sono mence, non sono voti elettorali, ma non sono neanche dei burattini. Sono uomini, piccoli ma grandi uomini. Se vogliamo capricciosi, egoisti, indi­ sciplinati, ma uomini che lo sport ha la forza di trasformare in onesti, generosi e disciplinati. Dando un calcio all'avversario ci si busca un rigore e un pugno all’urbitro la squalifica a vita. Molto meglio 'I rigore c la squalifica oggi che lu galera domani. « Dura lex, sed lex » la legge è duna, ma è legge *• la legge sportiva insegna al ragazzo che esistono altre due leggi più importanti: quella degli uomini che è stam­ pata sul Codice, quella «li Dio che è impressa nel cuore. Sono leggi che diventono croci quando ci si scalpita «li sotto, ma che si trasformano in strade luminose quando si abbracciano. Gli atleti hanno il dovere di mettercela tutta per vincere, i dirigenti hanno il dovere di essere educatori, Altrimenti rinuncino e ritornino fuori della rete me­ tallica. ALDO NOTARIO

PAPA DEGLI SPORTIVI „

AD MULTOS AfflOS Beatissimo Padre 9 ottobre 1955. Una data lentamente accarezzata nel­ la nostra anima e poi scrit­ ta a caratteri vivi, incon­ fondibili, perenni. Abbiamo visto avanzare in mezzo ad una giovinezza forte, armo­ niosa, pura, una bianca fi­ gura sorridente come un so­ gno stupendo di quando era­ vamo bambini. La voce, l’anima, il corpo degli Ottantamila espressero in un tremito improvviso, travolgente il loro amore al Vicario di Gesù in terra. Vi­ va il Papa. n Papa sorrideva, e rivol­ geva le mani pallide, dolcis­ sime. in una espressione di paternità verso gli atleti. Noi eravamo felici. Sentivamo che il papa era anche no­ stro. era il Papa di tutti gli sportivi del mondo. Le colonne severe del Bernini sembravano riflet­ tere nella pietra i colori vi­ vi degli atleti del CSI. Poi una voce calda, gio­ vanile. affettuosa scese nel­ l’anima e si diffuse nel cielo azzurro un messaggio lumi­ noso: « Vi esortiamo carissimi giovani, fervidi di vita, di forza, di ardore, a riservare la migliore parte della Vo­ stra ambizione e delle Vo­ stre energie all’agone dello spirito, nella ferma fiducia di giungere vittoriosi _ alla palma, mediante 1’ indomita

volontà e con la grazia e lo esempio dell’unico vincitore del mondo Gesù Cristo ». Allora imparammo più che mai come fosse neces­ sario il ritorno allo sport puro dove non i « muscoli » adamantini, nè la prontezza dei riflessi o le facili vittorie costituiscono la nobiltà e la attrattiva dello sport ma il sicuro dominio delle facoltà intellettuali. Allora capimmo come fos­ se necessario lottare contro uno sport diventato mercan­ tilismo e divismo dove «ven­ gono sacrificati gli alti idea­ li, la giustizia, la sanità de­ gli atleti e il buon nome della Nazione ». 2 marzo 1956. E’ la festa del Sommo Pontefice che si onorò del titolo di « Papa degli Sportivi ». « Ottanta anni di vita, di forza di ar­ dore ». Un dono immenso di Dio all’umanità. Noi tutti appassionati del­ lo sport guardiamo al vec­ chio Padre Comune, tanto pieno di ardore giovanile, come alla luce divina che il­ lumina il nostro cammino. Non scorderemo il Suo messaggio.

L’ATLETA del centro Sportivo Italiano ricorderà che « lo Sport non deve essere un fine a se stesso degenerando in culto della materia: esso è al servizio di tutto l’uomo ». Ricorderà

inoltre « che il corpo umano è in se stesso, il capolavoro di Dio nell’ordine della crea­ zione visibile. Il Signore lo aveva destinato a fiorire quaggiù per schiudersi im­ mortale nella gloria del Cielo ». L’ALLENATORE terrà presente nel lavoro che svol­ ge in mezzo agli atleti « che lo sport deve rispettare l’at­ tività professionale degli atleti e deve anzi costituire un sollievo che permetta di tornare all’opera con rinno­ vata vigoria di volontà e con distensione di nervi ». IL TECNICO terrà pre­ sente che « il tecnicismo » freddo, non solo impedisce il conseguimento dei beni spirituali che lo sport si propone, ma quand’anche conduce alla vittoria non soddisfa chi lo esercita nè chi vi assiste per goderne ». IL GIORNALISTA SPOR­ TIVO dovrà, ricordare che « la’ prima condizione per raggiungere la meta è pos­ sedere profondamente e ma­ nifestare pubblicamente una sincera stima dello sport: mettere in luce i vantaggi^ i veri meriti, il vero valore con quella sobria descrizio­ ne mille volte più eloquente e più persuasiva degli aridi ragionamenti o di un alto ditirambo ». LO SPETTATORE. Deve tener presente che « la mo-

L Augusto Pontefice, felicemente regnante, attraversa in sedia gestatoria la Piazza S. Pietro gremita di giovani atleti del CSI nel luminoso mattino del 9 ottobre 1955, per il decennio della grande organizzazione cattolica

derazione cristiana richiede innanzitutto che il richiamo dello stadio stesso non sia di ostacolo all’osservanza dei doveri religiosi, specialmen­ te nei giorni festivi. Essa fa sì che l’incitamento sia no­ bile, il contrasto con gli

emuli, rispettoso, il risenti­ mento per le alterne delu­ sioni indulgente, tollerante e in nessun caso tale da spin­ gere alla violenza ». Dagli stadi, dalle palestre di tutta Italia viene la gra­ titudine sincera di tutti co­

loro che credono ad uno sport dove prevalga lo spi­ rito sulla materia. Grazie al Papa dello Sport per le me­ ravigliose direttive donateci negli Augusti messaggi e vi­ va ancora a lungo in mezzo a noi felice come quel gior­

no quando passò sorridente e si confuse tra i colorì vi­ vaci degli ottantamila e ci sembrò stupendo come un so­ gno di quando eravamo bam­ bini. Questo. Beatissimo Pa­ dre, non dimenticheremo mai. NICOLA PAVONI

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Alla seconda categoria appartengono i tifosi. For­ mano la categoria più grande: compilano le schedine multiple del Toto, sperano nel nuovo acquisto che deve arrivare dal Brasile, darebbero la camicia per un auto­ grafo di Montuori, cambiano di umore se la squadra per­ de, stanno appiccicati alla T.V. anche quando vi si tra­ smette una partita di serie C e conoscono il colore del fazzoletto usato da Coppi nella 10. tappa del ’’Tour” del 1949. E’ una categoria più nobile della prima, posfo che la prima possegga briciole di nobiltà ed i tifosi vanno rispettati e compresi. Lo sport non è un mercato per loro ma una passione e l'uomo vive di passioni perchè l'uomo ha un cuore. Il tifoso è grande quando sta al di fuori della rete metallica ma quando passa ai di dentro (perche è diven­ tato un dirigente) c continua a 1 essere tifoso, la sua tifoseria può trasformarsi in meschinità. E qui dimentico i presidentoni pen parlare dei presidentini. tifosi al punto di cambiare i dati di nascita o la fotografia sul cartellino perchè la squadra non può perdere, tifosi al punto da aizzare i giocatori contro l’arbitro. Lo sport allora si trasforma in una bisca. Lo sport è tale perchè ha una legge, ma legge semplice fitta rispettare non dal campanello di un presidente di tribunale ma da un fischietto o da un cronometro. Ma è sempre una legge. Chi non rispetta la legge è un « fuori legge » e chi non l'accetta è un « anarchico ». I presidentini tifosi che barano seminano nel cuore del ragazzo germi di anarchia. Esagerato! ' Non è vero perchè il ragazzo prende lo sport sul serio più di noi, tant’è che sovente ha più stima del •uo allenatore che non di suo padre. Noi accettiamo il tifoso fuori della rete metallica, ma lo condanniamo quando entra in campo come dirigente. Per entrare in campo si passa prima negli spogliatoi: atleti, giudici, arbitri indossano la propria divisa emblema nella propria dignità. Un arbitro non potrebbe fischiet­ tare in mezzo al campo in borghese. Il dirigente deve passare anche lui simbolicamente nello spogliatoio e lasciarvi in un angolo la sua tifoseria per indossare la divisa, nobilissima dell’educatore.

Anno II ■ H, 8 - Roma I marzo 1956

ATLETA

DEL C.S.I

SIGLA

L’APERTURA

DELLA STAGIONE CICLISTICA

Stupendo Nello Fabbri nella Sassari - Cagliari

Di scena i giovani Se il buon giorno è vero che si vede dal mattino ci si deve attendere dai giovani una sta­ gione veramente maiuscola per il 1956, iniziato ciclisticamente parlando domenica scorsa con (a Sassari-Cagliart, vinta con scapigliata irruenza ma anche con classe da una delle spe­ ranze più belle e verdi, il romanino Nello Fabbri. I gio­ vani avevano compreso come gli anziani campioni, i belgi, gli svizzeri e gli olandesi in jecie l’avrebbero messi nel sacco nel finale della gara, esperti come sono e in più avvantaggiati dalle maggiori doti di fondo. Occorreva dun­ que attaccare sin dall’inizio della prova, disputata a chiu­ sura della tradizionale « Set­ timana Sarda » invero assai poco fortunata, e così hanno fatto mandando in avanscoisrta il triestino Pin’: «■ ’’» ragazzo dal fegato sano e spre­ giudicato quanto mai. E sulla scia di Pintarelli, lo spagnolo Bahamontes, altro elemento combattivo, con nel sangue di certo qualcosa dei matadores 1 due si sono subito messi d’accordo e ancor più hanno ■»otuto concludere allorché so no stati raggiunti da un altro ’ tandem poderoso, quello com.

posto per l'appunto da Grosso e Fabbri, per i quali i tentativi di fuga sono altrettanti inviti a nozze. Nel tratto finale men­ tre gli inseguitori si decide­ vano finalmente a far le cose

sul serio, Fabbri e Pintarelli agivano d’astuzia liquidando — come sempre accade — il fo­ coso Grosso e l’ancor più ge­ neroso Bahamontes staccandoli di forza. Per vedersela poi go­ mito a gomito sulla pista in terra battuta di Cagliari tra di loro. Pintarelli sapendosi meno veloce del bravo Nello cercava di sorprenderlo ad una quin­ dicina di chilometri dallo sta­ dio dell’Amsicora, ma senza esito, chè Fabbri, riusciva a riagganciarsi alla ruota del compagno di fuga ed avver­ sario, per rifarsi poi, come era facile prevedere allo sprint Nel finale Bahamontes e Gros­ so sono stati riassorbiti da) primo gruppo inseguitore ne) quale erano Van Steenbergen e Ockers, la cui azione ridu­ ceva sensibilmente il distacco dai fuggitivi, ma senza esito, chè anzi in pista Bruno Monti accortissimo — specie dopo la lezione dello scorso anno: l’er­ rore di rapporto gli è costata la vittoria! — li batteva en•ramh’ capletando il '-ucceb'o romano. I comprimari del nostro ci­ clismo, anche assenti i due grandi hanno ben difeso la no­ stra bandiera. Forse proprio perchè hanno sentito maggior­ mente la responsabilità. La gara ha inoltre dimo­ strato come abbia avuto torto lo scorso anno Fabbri a forzare la sua partecipazione tra i pro­

fessionisti e ad affrettare 1 tempi. Il preambolo è nato sponta­ neo nel ricordare l’autentica via crucis del simpatico e ge­ neroso Nello Fabbri lo scorso anno al Giro d'Italia. E con Fabbri, Maule, Zucconelli, Bo­ ni e tanti altri giovani che pur sono destinati a sostituire nel­ le alte caselle della graduato­ ria ciclistica nazionale i nomi famosi. Non aveva ancora il fisico adatto, mancava di di­ versi chili di bistecche il ra­ gazzo di Ottavia: una frazione alle porte di Roma dove il campione dei dilettanti del ’53 ha potuto solo nutrirsi di aria sana e salubre, mancando però di tant’altre cose. Eccolo in­ vece ora più armonioso nel fisico, più preparato, più con­ creto, più positivo anche e ostinato nella condotta di ga­ ra. Come lo dimostra la sua squillante vittoria nella Sassari-Cagliari sul piede di 41 all’ora, come lo attesta il com­ portamento intelligente e scal­ tro nella lunga estenuante fu­ ga iniziata appena partiti, sulle rampe della scala di Giocca, unitamente a Grosso e suc­ cessivamente con Pintarelli e Bahamontes, i due matador della bella prova sarda. Fab­ bri esordì sei anni addietro nelle file del Centro Sportivo Italiano ed a giusto titolo i Dirigenti del C.I.S. conservano ancora il primo cartellino del corridore romano che è dav-

CENTINAIA DI “CORSE CAMPESTRI,, DEL CSI con migliaia di partecipanti e tempi ottimi Le avversità atmosferiche, eccezionali per la nostra Pe­ nisola per un periodo di tem­ po cosi prolungato hanno im­ posto un certo rallentamento al ritmo accelerato che aveva­ no assunto le prove locali di selezione e di campionato di Corsa Campestre, ma non può certamente affermarsi che esse abbiano eccessivamente im­ pressionato alcuni Comitati Provinciali e Zonali. Ventidue di essi hanno ga­ reggiato nelle due domeniche di punta del maltempo, quel­ la del 12 e quella del 19 feb­ braio, dando vita a ben trenta prove. Il Comitato Provinciale di Enna, che se i ricordi della scuola non ci ingannano, occu. pa la posizione altimetricamente più elevata fra tutti gli

altri, ha organizzato una pro­ va nella domenica 12 e due nella domenica 19, raggiun­ gendo sempre il numero pre­ scritto di atleti classificati. Hanno organizzato prove an­ che in tutte e due le dome­ niche i Comitati di Brescia, Pi. nerolo, Cagliari, Catanzaro, Lecce e Reggio Calabria, men­ tre quelli di Avellino e di Patti ne hanno organizzate nel corso della settimana Non possiamo fare il punto esatto sulla situazione, poiché non tutti i Comitati inviano puntualmente i risultati delle gare da loro organizzate appe­ na svolte le gare stesse ma quando a chiusura della sta­ gione invernale potremo avere il quadro completo dell'atti­ vità svolta, potremo anche di. mostrate che la quasi totalità

degli organi periferici del CSI ha saputo affrontare condizio­ ni avverse verificatesi questo anno come in nessun altro da qualche decennio dando prova di una vitalità che costituisce la migliore conferma delle pre­ messe formulate nell'ottobre scorso in occasione della gran­ de adunata. In al ra parte del giornale pubblichiamo un primo elenco di risultati, di vincitori e di piazzati ai primi posti, che po­ trà fornire ai tecnici qualche elemento di raffronto, ma la ultima parola sarà ’pronuncia­ ta soltanto il 25 marzo nella Finale Nazionale alla quale parteciperà, malgrado t rigidi criteri adottati dalla Commis. sione Tecnica, una centuria e mezzo di atleti.

vero anche esempio di retti­ tudine e di moralità. In questi anni ha conquistato quarantacinqùe vittorie, ma nell’ultima stagione pur partecipando a molte prove, non ha azzeccato un solo successo chè uno stri­ minzito primo posto in un cir­ cuito non è cosa da archiviare. Fabbri compirà 22 anni il 15 marzo prossimo essendo nato nel 1934. La sua prima società sportiva fu l’U.S. Monte Mano ed il suo cartellino sportivo

n. 1 porta la data del 29 marzo 1950. La vittoria nella Sassari. Cagliari è di quelle maiuscole, in quanto basta osservare gli atleti che seguono il romano nell’ordine di arrivo per con­ vincersene. E non si racconti che Ockers, Van Steenbergen, Impanis, Ruiz, Poblet. Nencini, lo stesso Monti, Maggìni, Mi­ nardi. abbiano volutamente fatte dà comparse. Si dica invece che il comportamento di Fabbri,

come quello di Pintarelli, è stato superlativo, meritevolissimo, tenace. se non n-u. ~.usciti a rimanete sulle loro ruote Grosso e Bahamontes e se non sono stati capaci di rag­ giungerli • atleti che vestono o che hanno vestito la maglia di campione del mondo. !• que­ sta semplice constatazione mi pare ci sia l’elogio migliore per due primi arrivati nella VII Sassari-Cagliari. N. B.

VERSO LA CONCLUSIONE DI UN’ATTIVITÀ’ AGONISTICA ASSOCIATIVA

Già Quoliiicoli I linollsll reoionan

deirappassionaiile camploaalo di tennis ila lavo b Novantadue fasi provinciali effettuate. Un numero fol­ tissimo di pongisti parteci­ panti. Molti Ispettorati Re­ gionali hanno già comunicato ailla C.T.N. la data di effet­ tuazione delle rispettive fa­ si. Questo il primo, a nostro avviso, formidabile consunti­ vo dell’appassionante contesa che avrà il suo epilogo a Ro­ ma nei giorni 24-25 marzo p.v. con lo svolgimento delle gare valevoli pei* l’assegnazio­ ne dei due titoli nazionali in palio: quelli del singolo e del doppio. Abbiamo detto novantadue fasi provinciali, ma a queste dobbiamo aggiungere le deci­ ne e decine di tornei aventi carattere locale che si sono svolti e continuano a svolger­ si, incessantemente, ovunque esista un Comitato C.S.I. Sono cifre grandiose! E se a ciò aggiungiamo che le condizioni atmosferiche non sono state quelle ideali (im­ pedendo lo spostamento al luogo di gara), c’è da resta­ re sbalorditi. Sotto i nostri occhi è ben visibile il quadro generale dell’attività testé enunciata, e possiamo dire che. accan­ to all’aristocrazia del C.S.I.. se così si possono chiamare i Comitati come Roma, Mi­ lano. Genova, Bergamo, Fi­ renze, ecc., sono venute pre­ potentemente alla ribalta zone nuove come Benevento. Sulmona, Verdi, Matera ed altre ancora, con tanta voglia di fare, di imporsi, di

sfondare, da sembrare vete­ rane delle competizioni del C.S.I.; e tale risultato è dato dall’entusiasmo che anima •

le finali nazionali di i:it:lismn:i .siiuaiirb La Presidenza Centrale del C.SJ. aderendo ben vo lentieri alle molteplici e pre murose sollecitazioni rivol­ tegli, rende noto che anche quest’anno si svolgeranno i Campionati Nazionali di Ci­ clismo a Squadre per allie­ vi e dilettanti. La manifestazione avrà luogo sui tracciati del’a pro­ vincia di Bergamo che già negli anni precedenti sonc stati teatro delle competi­ zioni ciclìstiche del C.S.I. La Commissione Tecnica Nazionale sta elaborando il Regolamento che verrà pub­ blicato sul prossimo numero L’organizzazione delle im­ portanti rassegne ciclistiche è stata demandata all’U. S. Boltiere che con squisita e ammirevole generosità ha voluto contribuire in modo notevole alla realizzazione della competizione. atleti e dirigenti -e li sprona sempre di più ad operare. Oggi il Tennis da Tavolo non è più un passatempo — come lo si considerava una volta — ma possiamo chia­ marlo effettivamente sport,

perchè molti requisiti richie­ de a chi lo pratica: dal col­ po d’occhio, allo scatto bru­ ciante; dalla prepotenza ne­ gli smasch, ai colpi tagliati, portati con tanta maestria, da far fare veramente brutta fi­ gura a chi li subisce; il tut­ to non disgiunto da una gran­ de abilità; e per farsi una idea che quanto diciamo è vero, basterebbe vedere al­ l’opera i « mitraglieri > giap­ ponesi o gli stilisti ungheresi, che tanto hanno fatto parlare di sé durante gli ultimi cam­ pionati mondiali svoltisi lo scorso anno a Londra. Forza dunque pongisti del C.S.I. : oggi in Italia voi sie­ te i più numerosi a far pra­ tica di tale disciplina e non è quindi improbabile, che dalle vostre file, escano colo­ ro che anche in tal campo, potranno tenere alto il nome dell’Italia. Basta perseverare sulla strada da voi iniziata, senza tentennamenti, senza lasciarvi tentare da altri sports nei quali, molti di voi, forse mai emergerebbero. E ricordatevi che se un giorno, uno o più di voi avrà la for­ tuna di affermarsi in campo internazionale, sentirà che la sua vittoria ha lo stesso fasci­ no di quella conseguita dal ci­ clista. o dai componenti una squadra di calcio. Questo è l’augurio che vi fa la C.T.N. che, attraverso i verbali di gara che ad essa giungono, costantemente vi segue. A. G.


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