Stadium n. 8-10/2009

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• Convention Milano • Vispo 2009 • Gemellaggi • Allenatori in formazione

Il magazine di chi ama lo sport pulito

Fondato nel 1906 - N. 8/9/10 agosto/settembre/ottobre 2009

LA SFIDA EDUCATIVA CHIAMA LO SPOR T

FOCUS

GRAN PREMIO NAZIONALE DI ATLETICA LEGGERA

ALLA GENERAZIONE DIGITALE PIACE LO SPOR T Il Rapporto sulla gioventù europea, pubblicato prima dell'estate e frutto di una complessa ricerca voluta dal Consiglio dell'U. E., propone, tra gli altri dati, alcune importanti annotazioni sul rapporto tra giovani, educa zione e tempo libero, utili per indirizzare le politiche giovanili, e non sol tanto quelle pubbliche.


PAROLA DI PRESIDENTE

Massimo Achini Presidente nazionale CSI

Uno sport per la vita: una partita da vincere insieme "Guardare con occhi nuovi alle attività di sempre, in modo che non scadano mai in routine, in un servizio senz'anima, e diventino sempre più innovative, efficaci, umane e umanizzanti"

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l sommario di questo numero di Stadium on line propone, tra i diversi contributi e informazioni, tre servizi che possono sembrare scollegati, forse anche secondari rispetto ad altre tematiche, e che invece vanno messi in rapporto tra di essi. Il primo, che deriva da una ricerca a larghissimo raggio, ci informa sul rapporto tra giovani europei e tempo libero. Il suo messaggio finale è che ai ragazzi e alle ragazze, anche italiani, così distratti dalle tecnologie digitali e dall'elettronica di consumo da farne ispiratrici di abitudini e comportamenti, lo sport continua a piacere, e non poco. Anzi, è tra le poche cose "vecchie" che continuano ad avere il loro gradimento, Il secondo servizio ci dice che i vescovi italiani, attraverso il Comitato per il progetto culturale della CEI, hanno rilanciato la centralità della sfida educativa, e tra gli strumenti individuati per vincere quella sfida hanno inserito lo sport. Il terzo servizio riguarda la convention di presentazione della nostra stagione associativa, che abbiamo vissuto insieme a Milano il 19 settembre. Al suo centro c'era un tema, "Uno sport per la vita", che era (ed è) richiamo a promuovere uno sport in grado di educare la persona ad affrontare la vita, per diventare essa stessa lievito di vita. Di qui un insieme di progetti, di programmi, di impegni per il prossimo futuro. C'è fra i tre argomenti un evidente filo rosso, che richiama la straordinaria attualità di quella missione di servizio educativo che orienta il CSI da sempre, e l'altrettanto straordinaria attualità dello strumento cui il CSI fa riferimento per effettuare quel servizio: la pratica sportiva all'interno di una società sportiva che sia cellula di vita comunitaria. Ciò che venti, trenta o quarant'anni fa poteva apparire al resto del mondo dello sport una "bizzarria" del CSI, usare lo sport come strumento per fare promozione umana e sociale, ora è riconosciuto come percorso di grande e urgente attualità. Esserne coscienti non serve a congratularci con noi stessi e la nostra storia. Ci costringe invece alla coerenza, allo sforzo ulteriore di tradurre la missione di sempre in formule nuove che siano valide qui ed ora. Nei prossimi numeri Stadium on line continuerà ad esplorare queste piste, proponendo contributi ed approfondimenti su quanto si muove nel campo sportivo-educativo. Ma poi la palla passa a noi tutti, a ciascuno di noi: è nel cuore di tutti coloro che operano ogni giorno nei campetti, nelle palestre, nelle società, nei comitati che si deve radicare il desiderio di guardare con occhi nuovi alle attività di sempre, in modo che non scadano mai in routine, in un servizio senz'anima, e diventino sempre più innovative, efficaci, umane e umanizzanti. Uno sport per la vita è tutto questo e nient'altro.

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ANGELI & DEMONI

mons. Claudio Paganini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI

Un popolo di poeti, di artisti, di eroi... sportivi Mentre sorseggiavo un buon caffè in Autogrill durante una pausa di viaggio, i soliti compagni di avventura, un angelo mansueto ed un diavoletto elettrizzato, mi hanno fatto notare un intero scaffale di libri a soggetto sportivo collocati in bella mostra. Nulla di particolare, se non constatare che accanto a volti famosi del calcio, che ovviamente dominano le copertine quale buon specchietto per le allodole, ho scoperto titoli sconcertanti.

n primis il filone umoristico, declinato con abbondanza di carta da Francesco Totti: Mo je faccio er cucchiaio. Il mio calcio; a seguire Tutte le barzellette su Totti (raccolte da me); e dato il successo editoriale, a grande richiesta ecco Le nuove barzellette su Totti (raccolte ancora da me). Più nutrito il filone delle testimonianze, quasi a suggerire che un "mito sportivo" deve essere parte di una leggenda, deve godere di una musa che ha condotto la sua vita, ed è ancora capace di far sognare i giovani: Dieci +. Il mio mondo

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in un numero di Alessandro Del Piero; Vi Dico Tutto di Antonio Cassano; Una Vita da Guerriero di Marco Materazzi; Numero Uno di Gigi Buffon; Tenetevi il miliardo. Lucarelli e Livorno, storia d'amore in 53 gol di Cristiano Lucarelli; La Mia Serie A di Mattia Notari; Nove. Io e… Mantova di Gabriele Graziani, Alberto Sogliani. Molteplici sono pure gli esempi di libri prodotti da calciatori stranieri, ad esempio Moments di Cristiano Ronaldo, o di rapporti interculturali, quale The italian job. Tra Italia e Inghilterra, viaggio al cuore di due grandi culture calcistiche di Gabriele Marcotti e Gianluca Vialli, o di provocazione sociale quali Nel Fango del dio pallone , Il calciatore suicidato e Scudetti dopati di Carlo Petrini. Non manca neppure il filone di apertura a temi religiosi, capofila Roberto Baggio, con Una porta nel cielo, cui è seguito Il sogno dopo (chissà perché pubblicato solo in allegato al libro precedente!?) e, recentemente, Ho fatto una promessa di Nicola Legrottaglie. Personalmente ho avuto modo di conoscere e parlare sia con Roberto Baggio sia con Nicola Legrottaglie. Brave persone! Molto serie e con una grande fede che merita d'essere testi-

moniata. E mentre l'amico angioletto gioisce perché lo sport può essere anche veicolo di cultura e di sensibilizzazione sociale, di richiamo ai valori religiosi, di sprone ai giovani… il diavoletto eccitato non manca di farmi notare che sono solo barzellette… che hanno scritto per fare ancora più soldi o facile beneficenza… che son tutti libri scritti a quattro mani. In effetti, oltre al nome di richiamo c'è sempre, un po' più sotto, la scritta con un bel "a cura di Pinco Pallino"; segno che uno raccontava (almeno lo spero) e l'altro riassumeva in modo accattivante. Ma forse, chissà, accanto allo sport giocato sui campi, allo sport parlato della stampa e nei bar, allo sport pregato dai ragazzi in oratorio, allo sport dopato degli amatori… non possa starci anche uno sport di atleti scrittori testimoni dall'interno di un mondo in chiaroscuro, sospeso tra mito e declino. All'EUR di Roma capeggia la scritta: "Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori". Se ci aggiungessimo anche di calciatori non sarebbe poi così drammatico. In fondo, vista l'ampiezza della biblioteca, anche loro fanno cultura.

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SOMMARIO

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8 2 PAROLA DI PRESIDENTE Uno sport per la vita: una partita da vincere insieme 3 ANGELI E DEMONI Un popolo di poeti di artisti di eroi... sportivi 5 PRIMO PIANO Alla generazione digitale piace lo sport 6 VITACSI VITACSI Rigoletto: atto quinto! 8 APPUNTAMENTI APPUNTAMENTI Una partita da vincere insieme

11 FISCALE EAS rinviata al 15 dicembre 2009 12 VITACSI VITACSI Aquilani da Nazionale 14 DOSSIER La Sfida educativa chiama lo sport 19 ALCHEMIE PASTORALI PASTORALI Un bene per la comunità

14 24 VITACSI VITACSI A lezione con Zac, Dan, Pedullà e Bernardi 28 VITACSI VITACSI Anche Napoli guarda alle Olimpiadi 30 GEMELLAGGI Fratelli d'Italia

Mensile del Centro Sportivo Italiano www.csi-net.it Autorizzazione del Tribunale Civile di Roma n. 423 del 15/12/2008 Direttore responsabile Claudio Paganini claudio.paganini@csi-net.it

20 LIBRI E all'inizio fu la FASCI

Hanno collaborato a questo numero Massimo Achini, Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis, Claudio Paganini, Mauro Stefani

22 VITACSI VITACSI Vispo Superstar a Modena

Redazione: stampa@csi-net.it Tel. 06 68404592/93 Fax 06 68802940


PRIMO PIANO

I giovani europei e il tempo libero

Alla generazione digitale piace lo sport Il Rapporto sulla gioventù europea, pubblicato prima dell'estate e frutto di una complessa ricerca voluta dal Consiglio dell'UE, propone, tra gli altri dati, alcune importanti annotazioni sul rapporto tra giovani, educazione e tempo libero, utili per indirizzare le politiche giovanili, e non soltanto quelle pubbliche.

di Andrea De Pascalis giusto chiamarla "generazione digitale". Nei paesi dell'Unione Europea l'uso del computer e la fruizione di Internet registrano una crescita esponenziale tra i giovani di 16-24 anni: se nel 2004 il 50% di quei giovani usava quotidianamente il computer, tre anni dopo, nel 2007, la percentuale era salita al 70% e tutto lascia pensare che salirà ancora. È questo uno dei tanti dati che emergono dal Rapporto sulla gioventù europea, che esprime i risultati di una ricerca condotta nei paesi dell'UE per capire meglio come affrontare con cognizione di causa le sfide poste dalla condizione giovanile. Il computer è usato massicciamente per chattare, mandare e ricevere email, trovare informazioni su beni e servizi, giocare, fruire di radio e tv web, leggere giornali on line, cercare lavoro, approfondire argomenti. Ciò farebbe pensare ad una crescente sedentarietà giovanile, ma così non è. Tra le attività svolte durante

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il tempo libero, la pratica sportiva continua a dominare la classifica con il 45% di gradimento, seguito a breve dall'incontrare amici e frequentare bar e discoteche (40%), dalla lettura (25%) e quindi dall'uso di internet (21%). Da notare che quel 45% di giovani sportivi praticanti è inferiore alla nostra media nazionale per la medesima fascia di età (56,2%), ed è una bella novità. L'inclinazione alla pratica sportiva non è messa a rischio dalla frequentazione di stadi e palazzetti come spettatori: in Italia, Germania, Francia ed altri paesi la maggioranza dei giovani dichiara di non avere assistito a spettacoli sportivi nell'ultimo anno, il 20% di loro dichiara di assistere a spettacoli sportivi solo da 1 a 3 volte l'anno. Come ciò si concili con la frequentazione giovanile delle curve è tutto da capire. Alcuni capitoli della ricerca sono dedicati al tema dell'educazione giovanile. Ciò che può interessare il CSI sono le osservazioni sull'edu-

cazione non formale, considerando che il CSI propone lo sport come strumento appunto di educazione non formale. Gli autori della ricerca da un lato evidenziano come i livelli di partecipazione giovanile a processi di educazione non formale siano ancora molto bassi, oscillando secondo i paesi tra il 10 e il 20%, dall'altro ignorano la pratica sportiva come uno degli strumenti di educazione non formale. Questa apparente "dimenticanza" si giustifica probabilmente con il fatto che la massa dell'attività sportiva giovanile non segue una marcata progettualità educativa, o forse che la causa dello sport educativo non è ancora sufficientemente rappresentata presso le istituzioni da chi, come il CSI, la persegue. Come dire che su questo versante c'è ancora molto da lavorare, nonostante l'Unione Europea sia proprio l'istituzione che ha proclamato il 2004 "Anno dell'educazione attraverso lo sport".

Cos'è l'educazione non formale L'educazione non formale è definita come qualsiasi attività educativa organizzata e sostenuta che esuli dall'educazione formale, ovvero che si realizzi fuori dai sistemi formativi istituzionali costituiti da scuole, università ed altre organizzazioni che propongano un percorso di apprendimento curriculare, continuativo, a tempo pieno. È l'educazione che viene dalle esperienze, come ad esempio dalla partecipazione alle attività di una associazione, di una squadra sportiva, di un programma di volontariato. Si tratta in pratica di quelle esperienze che inse-

gnano qualcosa che non si può certificare con un diploma o un attestato di frequenza. Le competenze che trasmette l'educazione non formale sono soprattutto di tipo relazionale: come lavorare in gruppo, come rapportarsi con gli altri… Il Consiglio d'Europa sostiene la validità di politiche basate sulla prospettiva di un lifelong learning (apprendimento nel corso della vita o formazione continua). La visione di lifelong learning è una visione inclusiva e comprensiva che tiene conto sia dell'educazione formale sia di quella non formale. 5


VITACSI

GRAN PREMIO NAZIONALE DI ATLETICA Vicenza, Trento, Mantova: a loro metà delle medaglie

Rigoletto: atto quinto!

A Castelnovo ne’ Monti il 12° Gp nazionale di Atletica ha sancito la leadership del sodalizio virgiliano, alla sua quinta vittoria di fila. Dal tartan emiliano 33 nuovi primati associativi e tante speranze per l’atletica azzurra di Felice Alborghetti ue mesi fa l'Appennino reggiano salutava il 12° Gran Premio Nazionale di atletica leggera CSI, i suoi oltre mille partecipanti e le sue 150 maglie scudettate. Del tartan all'ombra della Pietra di Bismantova, sopravvivono le grandi emozioni, i tanti protagonisti, il clima festoso e naturalmente per chi di "citius, altius, fortius" fa il suo motto, i tempi e le misure da record (in tutto 33 i nuovi primati nel CSI, nonostante un vento perdurante e fastidioso in pista e pedana). Gran bella organizzazione quella preparata dall'Atletica Castelnovo Monti e dal Csi Reggio Emilia, con serate associative di gran gusto e divertimento, ed uno stadio caloroso ed accogliente. Tra le cose che resteranno nel cuore la dedica finale "ad Amedeo Becchi… amico dell'atletica, atleta dell'amicizia". A lui, figura storica del tartan arancio blu, era intitolato il Gran Premio nazionale; e a lui

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sono state indirizzate le parole dopo la vittoria pronunciate da Sergio Bonfà, patron della Rigoletto Mantova, la società leader dell'atletica Csi, attento nel ricordare le vittorie consecutive della sua squadra e sincero nel sentire vicino (anche oggi a quasi due anni dalla sua scomparsa) il dirigente reggiano in tutte queste circostanze. Siamo alla quinta in fila. Il "do di petto" del Rigoletto sembra non calare di intensità. Merito dell'inossidabile "amatori B" Lorenza Nolli, la regina dei gialloneri virgiliani con quattro ori al collo (100, 200, lungo e giavellotto) e due record. Un successo che ha le gambe di Ottorino Altoni, l' amatori A, capace di un oro e tre argenti (lungo, alto, 100 e 200), ha lo sprint di Francesco Felline, oro nei 100 e nei 200, la forza delle staffette: vittoriose nel maschile quelle della giovanile svedese (Zilli, Carbone, Ferrari, Prati) e della 4x400 assoluta (Agostini - Battistello - Felline -

Carboni). Il Bolt del Csi si chiama Alberto Lago: per il velocista vicentino, maglia Tezze sul Brenta quest'anno un bottino ricco di tre ori (100, 200 e lungo), un argento (400 m) ed un bronzo (4x100 assoluta). Oro triplo anche per Massimiliano Cattani dell'Union Creazzo (100, 200, 400 amatori A). Pokerissimo per Stefano Gori, del Csi Lucca, primo negli ipovedenti (100, 200, peso e disco). Nelle prove individuali due volte sul gradino più alto del podio anche Federica Pincelli, Raffaella Lukudo e Valeria Grigolato (CSI Modena), Giancarlo Pasquali e Martina Favaretto della Pol. San Marco Venezia, come pure Alessandra Lai e Katia Besseghini dell'Albatese Como, ed Ormisda De Poli (Salf Altopadovana). Doppia maglia tricolore anche per Domenico Furia (Castelnovo Monti), Marianna Denti (Pol. Bellano Lecco), Anna


MEDAGLIERE per Società SOCIETÀ

Cavazzani (Villazzano Trento), Sonia Ruffini (Atl. Massa Carrara), Carla Damin (Trilacum Trento), Francesco Gamba (Uso Castegnato), Ortensia Nichetti (Milano) Tomaso Fedel (GS Costalda) e Pietro Perbellini (Atl. Villafranca Verona). La mezzofondista junior della Dueville Vicenza, la forte Chiara Renso e la lanciatrice allieva dell'Oltrefersina, Silvia Baitella nelle loro gare hanno entrambe vinto raggiungendo il record ciessino (dei 3000 e degli 800 la berica; del giavellotto e del peso la trentina). In totale sono state 150 le finali disputate per altrettanti campioni. Tra i comitati, il più medagliato è stato quello di Vicenza (82 atleti a podio), seguito da Trento (69) e Mantova (56). La Lombardia, in compenso nel medagliere regionale, ha superato allo sprint il Veneto. Nel consueto testa a testa sono 157 le medaglie ottenute dagli atleti lombardi (alle mantovane si aggiungono le 29 medaglie lariane, le 30 milanesi, le 19 lecchesi e ancora Brescia, Sondrio e Valcamonica) contro le 122 venete (dopo Vicenza, bene Venezia (24), Treviso (11), Verona (4) e Padova (1)). Nelle classifiche a squadre vittoria nel femminile per l'Us Albatese, davanti alla Pol. Borgo e all'Atletica Rigoletto; nel maschile l'Atletica Rigoletto Mantova ha staccato la Pol. San Marco Venezia e la Pol. Bellano. La Rigoletto si è conquistata 52 medaglie e, per il quinto anno consecutivo, il trofeo della migliore società nella classifica generale. Il podio di questa graduatoria che somma i punteggi dei migliori protagonisti delle squadre e premia la partecipazione è tutto lombardo con Albatese Como seconda e Pol. Bellano terza. Dietro la Rigoletto nel medagliere societario figurano invece, in doppia cifra nel metallo più pregiato, Pol. San Marco (24 podi) e Csi Modena (12 podi di cui 10 dorati).

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Atletica Rigoletto Atletica San Marco CSI Modena U.S. Albatese Salf Alto Padovana

17 11 10 9 7 Atletica Castelnovo ne' Monti 6 CSI Tezze sul Brenta 5 Polisportiva Bellano 5 G.S. Virtus Campobasso 5 Atletica Union Creazzo 5 Polisportiva Dueville 5 Castiglion d'Adda 4 Trento Villazzano 4 Ceriale San Giorgio 4 Polisportiva Oltrefersina 3 Borgo Moranduzzo 3 Colli Iberici 3 Massa Cararra 3 A.S.D. Atletica Reggio 3 Cassano d'Adda 2

A

B

18 8 1 9 6

TOT 17 5 1 5 5 4 3 5 1 2 1 4 3 1 3 4 2 2 2 6

6 4 3

6 4 3 6 3 2 2 1 4

52 24 12 23 18 10 14 14 9 7 6 14 11 8 12 10 7 7 6 12

per Comitati COMITATO Vicenza Trento Mantova Reggio Emilia Como Venezia Modena Lecco Milano Campobasso Lodi Savona Massa Carrara Brescia Bologna Verona Treviso Oristano Sondrio Pistoia Pescara Cremona Catania Padova Vallecamonica Totale

O 30 21 18 13 11 11 10 7 5 5 4 1 3 3 2 2 1 1 1

A

B

25 27 20 4 10 8 1 7 10 3 6 5 2 1 7

149

27 21 18 10 8 5 1 5 15 1 5 3 2 1 5 2 6

4 1 7 2 1 1

152

TOT

2 1 1 139

82 69 56 27 29 24 12 19 30 9 15 9 7 5 14 4 11 2 1 7 2 1 3 1 1 440

per Regione REGIONE Lombardia Veneto Emilia Romagna Trentino Molise Toscana Liguria Sardegna Abruzzo Sicilia Totale

O 49 44 25 21 5 3 1 1

149

A 55 37 12 27 3 9 5 1 2 1 152

B

TOT 53 41 16 21 1 2 3

2 139

157 122 53 69 9 14 9 2 2 3 440 7


APPUNTAMENTI

La Convention nazionale di Milano

Una partita da vincere insieme "Uno sport per la vita" è il tema che guiderà la stagione 2009/2010 del CSI, presentata alla Convention nazionale del 19 settembre a Milano. Un tema che richiama all'impegno di testimoniare, all'interno e all'esterno dell'associazione, la possibilità di costruire una società orientata al bene comune. Una partita difficile, che si può vincere solo col gioco di squadra. Alla Convention, con tanti ospiti e testimonianze, presentati i dieci obiettivi del prossimo anno.

di Andrea De Pascalis na partita "avvincente e impegnativa", da giocare nella consapevolezza che in campo si scende non da soli, ma in compagnia di tante migliaia di amici in tutta Italia. Questo sarà, nella presentazione che ne ha fatto il presidente nazionale, Massimo Achini, alla convention del 19 settembre a Milano (485 i partecipanti, espressione di 19 regioni e 99 comitati), l'impegno che attende ogni operatore CSI nella stagione 2009/2010. Una partita complessa, alla luce dei dieci obiettivi enunciati (vedi riquadro). Obiettivi che si riconducono tutti ad un tema culturale comune: "Uno sport per la vita", tema dell'anno, qualcosa più di uno slogan, un impegno che per l'associazione nasce da una duplice responsabilità: affrontare l'emergenza educativa; contribuire a rendere migliore la qualità di vita della società in cui viviamo.

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Come fare? "Nella direzione del miglioramento, del potenziamento del nostro impegno, e per essere più incisivi - ha indicato Achini - vedo utile un percorso su 3 strade: • Fedeltà: la campagna "uno sport per la vita" faccia sì che nella nostra Associazione coerenza e testimonianza siano sempre presenti, con una fedeltà granitica ai valori che ci ispirano ed un modo concreto di agire per il bene comune. • Approfondimento: È necessario ragionare e approfondire anche culturalmente il nostro impegno a favore della società e del bene comune, attraverso la dottrina sociale della Chiesa. • Esodo: Bisogna sforzarsi di lasciare l' "autocentrismo" dei singoli comitati e lavorare in rete; occorre un salto culturale (un miracolo?) per far cadere le barriere fra comitati".

Novità importante per la Formazione. La nuova stagione del CSI segna il debutto di SkyNetCSI, una piattaforma informatica che permetterà la gestione degli albi nazionali e dei corsi formativi per operatori vari, animatori, allenatori, arbitri. La progettualità 2009-2010 sarà ancora presente sul Portale delle buone pratiche, un sito internet dedicato ai migliori progetti per evidenziare e condividere tutti i corsi e le attività che negli anni si sono svolti a livello territoriale. Trasparenza, condivisione, legalità. Sono queste le tre doti dell'altra novità, l'entrata a regime del DOAS, il sistema informatico che documenta on line l'attività sportiva di tutto il circuito associativo. Praticamente lo specchio di tutte le manifestazioni territoriali, regionali e interregionali, che quotidianamente sono realizzate dai comitati. Al suo secondo anno, il sistema presenta


50.000 ISCRITTI IN PIÙ

LE 10 SFIDE DEL 2010 • Campagna del +1 (una nuova disciplina sportiva in ogni Comitato) • Campagna più Ginnastica (20 manifestazioni gratuite) • Attività giovanile (incentivi per 20 Comitati che si impegnino a introdurre l'attività giovanile dove non c'è) • Casa Comitato (la Presidenza Nazionale visita 40 Comitati provinciali) • Percorso Statuto (un anno di laboratorio con il coinvolgimento diretto della periferia) • Sport e diocesi (distribuzione di un sussidio, primo passo di un percorso di cooperazione) • Disabili (lavoro di ricerca della Commissione appena istituita) • Agorà dello sport (un meeting che sostituisca, potenziandola, la conferenza dei presidenti) • Formazione (debutto piattaforma Skynet) • Attività sportiva ( Doas, Documentazione Online Attività sportiva)

A Milano la Presidenza Nazionale del Csi ha ufficializzato l'esito della Campagna del +10% dei tesserati relativa alla stagione sportiva 20082009. L'associazione ha registrato un incremento del 6% annuo per quanto riguarda il tesseramento passando da 802.358 a 851.271 iscritti e del 2,1% delle società sportive passando da 12.413 a 12.674 sodalizi nel giro di 12 mesi. Fra gli obiettivi per il 2010 quello di superare le 900mila tessere. Di seguito le province che hanno accresciuto in percentuale i loro tesserati: Città Diff % Genova +338,12 Bolzano +210,00 Chieti +140,77 Isernia +140,18 Rimini +126,01 Ascoli Piceno +121,25 Lanciano-Ortona +106,88 Vibo Valentia +78,43 Firenze +64,81 Ragusa +62,40 Verbania +62,39 Messina +53,30 Crotone +50,27 Civitavecchia +46,93 Piacenza +46,64 Napoli +42,58 Lucca +37,52 Caserta +37,47

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APPUNTAMENTI

importanti novità, come la visualizzazione in chiaro dei calendari, regolamenti, classifiche e comunicati ufficiali degli eventi sportivi. La convention ha permesso anche di valutare come è andata per i traguardi associativi fissati alla convention nazionale del 2008. La campagna per l'incremento dei tesserati, anzitutto: si puntava ad un aumento del 10%, e ci si è andati abbastanza vicino, con un incremento del 6,04% che costituisce comunque il record annuale di sempre. Elemento da non trascurare: l'espansione numerica ha toccato 85 comitati, 49 dei quali peraltro hanno superato il fatidico traguardo del 10%. Pari al 2,1% invece l'aumento delle società sportive, da 12.413 a 12.674. "Anche se tecnicamente non abbiamo raggiunto il 10% - ha commentato Achini - questa campagna, che molti consideravano impossibile, l'abbiamo vinta. E oggi siamo pronti per lanciarci in un'altra sfida entusiasmante: traghettare l'associazione oltre la soglia dei 900 mila tesserati, e sarebbe la prima volta nella storia. Contiamo di arrivarci entro il quadriennio. È una sfida che va giocata anche per orgoglio. I numeri non sono una priorità ma nemmeno una questione irrilevante. Abbiamo le potenzialità per riuscirci". Bilancio tracciato anche per la campagna per una maggiore diffusione dell'attività giovanile, che prevedeva premi per i comitati che si fossero impegnati in tale senso: ben 94 comitati hanno meritato i contributi del caso. Terzo traguardo fissato un anno fa, la valorizzazione del territorio e il rinsaldarsi dei legami e delle sinergie tra comitati. Lo strumento primario adottato, il Tour delle Regioni, ha fornito numerose indicazioni per orientare le politiche future a livello nazionale. Ancora in corso, invece, i gemellaggi tra comitati, cui si affida il compito di fare "contaminazione associativa", sviluppando la conoscenza e la diffusione di "buone pratiche" insieme alla solidarietà associativa. E parlando di gemellaggi e solidarietà, impossibile non citare quanto fatto a favore delle zone dell'Abruzzo colpite dal terremoto: raccolti finora oltre 30.000 euro, oltre una montagna di attrezzature e generi di prima necessità. 10

I COMPLIMENTI DI RICCARDO AGABIO, PRESIDENTE FGI Il Centro Sportivo Italiano ha inaugurato la Campagna "più ginnastica". Sia nell'artistica, sia nella ritmica questa disciplina verrà valorizzata nel corso della prossima stagione. Con una prima azione la Presidenza Nazionale del Csi regalerà al territorio 20 manifestazioni ginniche. Soddisfatto il presidente della FGI, Riccardo Agabio, vicepresidente del Coni: "Complimenti al Csi per quest'iniziativa, che coinvolgerà praticamente ed attivamente la federginnastica, quindi più ginnastica per il CSI significa più proseliti anche per noi. Credo che in questo momento il CSI possa svolgere un gran servizio alle federazioni sportive nazionali. Spero che il CSI promuova non solo più ginnastica ma altre campagne, magari tramite la rete parrocchiale dove si possa abbinare al catechismo normale anche un catechismo motorio, così come faceva tanto tempo fa don Bosco. I nostri atleti che ad Atene si sono coperti di gloria e a Pechino un po' meno, ci sono e si faranno ancora sentire. Siamo abbastanza soddisfatti, anche perché la nostra crescita non è solo di qualità ma anche di quantità".

IL CSI ALLA GIORNATA NAZIONALE PARALIMPICA

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DEL CIP, LUCA PANCALLI Il 15 ottobre il CSI è stato al fianco del CIP per celebrare la 4ª Giornata nazionale dello sport paralimpico. Oltre a Roma lo slogan "L'unione fa lo sport" è riecheggiato in altre 10 piazze: Milano, Padova, Torino, Genova, Ravenna, Todi, Salerno, Bari, Trapani, Cagliari. Una giornata di promozione perché più persone disabili si avvicinino al mondo dello sport. Chiaro il messaggio del presidente del CIP, Luca Pancalli: "Sono contento di essere con voi e soprattutto di essere testimone e partecipe di questa nuova stagione che vede ancora protagonista il Csi non solo in una serie di progetti importanti, come "Uno sport per la vita", ma soprattutto dello sport italiano. Una stagione ricca di eventi importanti, non dimenticando mai l'obiettivo principale, cioè quello di usare lo sport come strumento educativo, inclusione sociale ed aggregativo. Un forte in bocca al lupo affinché sia una stagione che possa regalare al CSI gli obiettivi stabiliti a Milano". Stadium dedicherà sul prossimo numero uno speciale della giornata paralimpica.


FISCALE

La dichiarazione EAS rinviata al 15 dicembre 2009 Il tavolo tra Agenzia delle Entrate e Forum del Terzo settore si chiude con il rinvio dell'adempimento a metà dicembre ed un parziale esonero per i comitati del CSI e le associazioni sportive affiliate di Francesco Tramaglino

dall'Agenzia delle Entrate - al parziale esonero dei soggetti già iscritti in altri registri, ne potrebbe conseguire che:

Il tavolo tra Agenzia delle Entrate e Forum del Terzo settore si chiude con il rinvio dell'adempimento a metà dicembre ed un parziale esonero per comitati CSI e associazioni sportive affiliate.

a) i Comitati CSI sarebbero ammessi, insieme alla Presidenza Nazionale, ad una comunicazione di dati semplificata in quanto soggetti iscritti nel Registro Nazionale delle APS;

La dichiarazione EAS, la cui scadenza di invio era prevista al 30 ottobre 2009, è stata procrastinata al 15 dicembre: un mese e mezzo di proroga, dunque, utile soprattutto per modificare gli aspetti più oscuri e controversi del documento.

b) le ASD e SSD affiliate, iscritte fruirebbero di analogo beneficio avvalendosi dell'iscrizione nel Registro Nazionale del CONI.

Ma non è solo questa la novità che emerge dal tavolo congiunto tra Terzo Settore e Amministrazione Finanziaria. L'accordo con le agenzie fiscali passa infatti per tre punti chiave: • più tempo per adempiere all'onere della dichiarazione con scadenza rinviata al 15 dicembre; • maggiore assistenza da parte degli Uffici dell'Agenzia delle Entrate che chiariranno eventuali dubbi e incertezze direttamente ai responsabili delle associazioni e provvederanno eventualmente all'invio telematico del dichiarativo senza costi aggiuntivi e/o l'onere di affidarsi ad un consulente;

• comunicazione EAS semplificata per tutti quei soggetti per cui è già previsto l'obbligo di iscrizione in albi ed elenchi (es. ASD e SSD iscritte nel Registro Nazionale CONI, APS iscritte nel Registro Nazionale previsto dalla Legge 383 del 2000). Proprio il terzo ed ultimo punto si rivela il più interessante per i soggetti che fanno parte del circuito del CSI. Qualora, infatti, in sede di modifica del dichiarativo si dovesse procedere - come promesso

Infatti l'iscrizione nei registri di cui sopra consente già all'Amministrazione Finanziaria di consultare i dati di rilievo fiscale senza necessità, dunque, che le medesime informazioni vengano rese, nuovamente, tramite l'EAS. Con tutta probabilità (ma il condizionale è d'obbligo) i soggetti riconosciuti procederanno alla compilazione di un prospetto meramente anagrafico con citazione dell'albo di appartenenza e del relativo numero di iscrizione. È attesa inoltre l'emanazione di una circolare interpretativa che aiuterà a comprendere più compiutamente i termini del provvedimento. 11


VITACSI

EVENTI

Homeless World Cup a Milano

Aquilani da Nazionale Erano in 4 i terremotati del CSI abruzzese in campo nel Mondiale dei "senzatetto". Ucraina campione, ma a vincere a Milano è la speranza…

di Mauro Stefani Milano dal 6 al 13 settembre si è svolta la settima edizione della HOMELESS WORLD CUP, il torneo mondiale che attraverso lo "street soccer" (una sorta di calcio a 4 con le sponde) cerca di aiutare le persone senza dimora a cambiare vita. Tutte le partite si sono svolte nell'Arena Civica di Milano con una notevole cornice di pubblico e ospiti illustri (Lewis Hamilton, Ignazio La Russa, Letizia Moratti, Arrigo Sacchi, Marco Materazzi, Nicola Legrottaglie e moltissimi altri VIP).Tra gli "ospiti", venerata come una regina da tutti i giocatori, c'era anche la prestigiosa Coppa del Mondo FIFA che l'Italia ha vinto nell'ultima edizione. L'edizione 2009 ha visto impegnati otre 500 atleti in rappresentanza di 48 nazioni provenienti dai 5 continenti. Il "Patron", lo scozzese Mel Young, ha dichiarato che i senzatetto nel mondo sono circa un miliardo e la necessità di trovare una soluzione a questo problema sociale non è mai stata così grande. I giocatori partecipanti sono stati ospitati nel "Player Village" all'interno della Caserma del 3° Reggimento Bersaglieri di Milano e, in pieno spirito Homeless, le dimore erano della tende

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allestite dalla Croce Rossa Italiana. Nelle file della Nazionale Italiana Homeless erano presenti anche 4 atleti tessearti con il CSI dell'Aquila e

selezionati dal tecnico Bogdan Kwappik. In qualità di senzatetto sono partiti per Milano: Ivan Argentini, Roberto Di Stefano, Alessio Liberati e


Luca Marcotullio. "L'esperienza di questo Mondiale resterà indelebile nei miei ricordi" racconta Roberto Di Stefano responsabile del CSI dell'Aquila "alla notizia della selezione per Nazionale Homeless, mi sono subito attivato per procurare dei giocatori e siamo partiti per disputare il Mondiale. È difficilmente descrivibile l'atmosfera che si respira nel partecipare a tale evento, finalmente uno sport che resta al servizio della persona dove ognuno può sentirsi protagonista; le partite erano dei veri e propri ‘incontri’ e non come troppo spesso avviene degli ‘scontri’. Seppur dai toni agonistici elevati, le gare, avevano un sapore diverso, erano giocate nel

massimo rispetto dei compagni, dell'avversario, delle regole e dell'arbitro. Tutto il mondo del calcio avrebbe molto da imparare da questo evento”. "In particolare - prosegue Di Stefano io ho fatto parte del team Nazionale ‘riserve’, una specie di squadra di scorta, formata da giocatori che la Nazione ospitante metteva al servizio di qualsiasi altra formazione bisognosa ne facesse richiesta. Questa fantastica iniziativa un pò utopistica nel mondo dello sport ma altamente associativa mi ha dato l'opportunità di giocare con le più disparate Nazioni: in campo con la Cambogia, l'India, il Cile, la Polonia ecc. ampliando di molto la mia visione sul mondo degli

Homeless, e dialogando con tutti attraverso quel formidabile strumento universale chiamato pallone". "Noi aquilani, 'momentaneamente’senzatetto - dichiara Luca Marcotullio "siamo stati accolti in questa Nazionale con un grande spirito di solidarietà da parte degli altri giocatori provenienti da realtà molto difficili con alle spalle una vita di privazioni e sacrifici. La loro umanità e generosità mi hanno oltremodo stupito e nonostante fossimo in 20 in un'unica tenda sembrava di essere fin dall'inizio in una grande famiglia". Questa World Cup, visto il grande richiamo mediatico e la partecipazione di numerosi Big della scena mondiale, ha soprattutto lo scopo di dare per una volta visibilità a quel numeroso popolo degli "invisibili" troppo spesso dimenticati se non emarginati. Per la cronaca il Mondiale Homeless è stato vinto di misura dall'Ucraina sul Portogallo. La Nazionale italiana non è riuscita a vincere la coppa del Mondo a causa di un esordio disastroso contro la prestante formazione del Ghana; nel "Secondary Stage" il torneo fra le eliminate al primo turno, per gli azzurri solo vittorie e la soddisfazione di aver portato a casa la prestigiosa "Coppa Milano Myland". L'edizione del 2010 si svolgerà in Brasile con la speranza che non ci sia nessuna selezione per senzatetto a L'Aquila…

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DOSSIER

Rapporto-proposta della CEI

La Sfida educativa chiama lo sport

Il Comitato per il progetto culturale della CEI ha presentato a metà settembre un rapporto-proposta sullo stato dell'educazione nel nostro paese. Tra i fattori individuati per combattere l'emergenza educativa c'è anche lo sport.

Andrea De Pascalis


o sport affianca scuola, famiglia, comunità cristiana, lavoro, impresa, mass media, spettacolo e tempo libero tra i temi portanti de La sfida educativa, il Rapporto-Proposta curato dal Comitato per il progetto culturale della CEI, presentato a Roma alla metà di settembre. "Il Comitato per il progetto culturale ha ritenuto che possa essere utile pubblicare, probabilmente a scadenza biennale, rapporti su questioni di particolare rilievo e attualità, precisando però che non dovrà trattarsi soltanto dell'analisi di un determinato problema ma anche di suggerimenti riguardo al modo di affrontarlo - ha spiegato Sergio Belardinelli, coordinatore delle iniziative del Comitato per il progetto culturale della Cei -, di qui il titolo di "Rapporto-proposta" con l'ambizione di rivolgersi non solo alla Chiesa e ai cattolici ma al Paese nel suo complesso, in una prospettiva di sollecitudine per il bene comune, alla luce dell'antropologia cristiana". L'allarme educazione non è nuovo in ambito ecclesiale. Più volte è stato lo stesso pontefice Benedetto XVI ad esprimere preoccupazione, basti ricordare la lettera da lui indirizzata nel gennaio 2008 alla diocesi e alla città di Roma. Vi si diceva, tra l'altro: "Educare però non è mai stato facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Si parla perciò di una grande "emergenza educativa", confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. Viene spontaneo, allora, incolpare le

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"È necessario che come adulti prendiamo coscienza che se c'è un'emergenza educativa questa riguarda prima di tutto noi adulti: essa è lo specchio dei nostri disorientamenti, delle nostre ‘dimissioni’, del basso profilo della nostra visione della vita. L'attuale crisi dell'educazione si affronta solo se la nuove generazioni, come se i bambini che nascono oggi fossero diversi da quelli che nascevano nel passato. Si parla inoltre di una ‘frattura fra le generazioni’, che certamente esiste e pesa, ma che è l'effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori". Mentre il compito educativo è diventato più difficile, sembra che esso nello specifico non appartenga più a nessuno. Non c'è solo una fuga dalle responsabilità della famiglia, della scuola, della parrocchia dovuta a difficoltà oggettive che queste istituzioni incontrano, essendo ciascuna alle prese con molti altri e complessi compiti. Una quota della latenza delle tradizionali agenzie educa-

generazione adulta sarà disponibile a rimettersi in gioco e a rivedere il proprio progetto di vita…"Oggi educare non ha più nulla di scontato e non può riprodurre le esperienze educative del passato. Questo cambiamento richiede che tutti coloro che hanno responsabilità educative ripensino a fondo il modo con cui riescono a mettersi in comunicazione con i più giovani, per accompagnare il processo della loro crescita in umanità, in cultura, in fede. E che lo facciano con speranza". Paola Bignardi

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DOSSIER

"[Oggi] appaiono ridotte e precarie le possibilità di un'autentica formazione della persona, che comporti una

LA SFIDA EDUCATIVA

buona capacità di orientarsi nella vita, di trovarvi significati e motivi di impegno e di fiducia, rapportandosi agli altri in maniera costruttiva e non smarrendosi davanti alle difficoltà e alle contraddizioni. In altre parole, mentre sono assai aumentate, sotto diversi profili, le opportunità e le facilitazioni a nostra disposizione, diventa più arduo tenere insieme la consapevolezza di sé e del mondo in cui viviamo, la libertà e la responsabilità delle nostre decisioni, cioè quegli elementi che sembrano essenziali per una vera educazione".

Cardinale Camillo Ruini

tive è dovuta alla loro consapevolezza che "tutto è inutile", che da sole non ce la possono fare, quindi meglio cedere le armi. Hanno ragione, perché educare nella società complessa è ormai un compito complesso, che richiede cooperazione e progetti condivisi da parte di tutti, e prima ancora una riflessione a largo raggio che centri quale modello di uomo vogliamo costruire, con quali strumenti, attraverso quali esperienze

umane. Nasce da qui il Rapporto della CEI, che intende rilanciare "la dimensione antropologica decisiva dell'educazione e, più in generale, una riflessione sulla realtà esistenziale e socio-culturale dell'uomo d'oggi, alla luce dell'antropologia e dell'esperienza cristiana". È un Rapporto proposta perché per ogni ambito in cui si rintraccia la valenza educativa o che comunque influisce sui processi educa-

"L'educazione è un bene pubblico di primaria importanza. In essa, lo ripeto, ne va di ciò che ci costituisce come uomini: i legami con coloro che ci hanno generato biologicamente e quelli con coloro che ci hanno generato culturalmente, i legami con la nostra famiglia e quelli con la nostra comunità, con coloro che sono venuti prima e con coloro che verranno dopo. Una società che non si cura dell'educazione è una società che non ha a cuore l'umanità delle sue relazioni e, in quanto tale, è destinata prima o poi a dissolversi anche come società".

Sergio Belardinelli, Coordinatore delle iniziative del Comitato per il progetto culturale della Cei


"Educare, dunque, è accompagnare ciascun individuo, lungo tutta la sua esistenza, nel cammino che lo porta a diventare persona e ad assumere quella "forma" per cui l'uomo è autenticamente uomo. Tornando alle parole di Benedetto XVI a Viterbo, l'educazione "è proprio un processo di Effatà, di aprire gli orecchi, il nodo della lingua e anche gli occhi". Ciò non potrà avvenire, però, senza l'opera paziente e qualificata di educatori credibili e autorevoli, capaci di "generare" in un contesto di fiducia, di libertà e di verità". Card. Angelo Bagnasco

tivi (sport, scuola, famiglia, comunità cristiana, lavoro, impresa, mass media, spettacolo e tempo libero) si analizzano le situazioni e si formulano proposte. Non può non fare piacere che tra quegli ambiti di riferimento sia inserito lo sport. Come sappiamo, le istituzioni civili nicchiano a prendere atto di quanto sia importante inserire lo sport tra gli strumenti educativi da incoraggiare e promuovere. La CEI invece fa un passo avanti e "chiama" lo sport a fare la sua parte. Importa relativamente che il capitolo che il Rapporto dedica allo sport non contenga per il CSI sostanziali novità, ripro-

ponendo molte delle cose discusse nell'associazione negli ultimi anni a proposito dei valori educativi dell'attività sportiva, del rapporto tra sport e parrocchia, del modello di società sportiva "centro di formazione umana e sociale". Importa, e dovrebbe inorgoglire, che le elaborazioni culturali del CSI abbiano trovato e trovino ascolto presso la Chiesa italiana. Un motivo in più, questo, per fondare e diffondere una visione ancora più avanzata del ruolo dello sport nel mondo contemporaneo.

"La globalizzazione economica, finanziaria, tecnologica e informatica, le grandi migrazioni e il fenomeno multiculturale, il compimento del processo di secolarizzazione e il nuovo protagonismo delle religioni, la pervasività della tecnologia nel tessuto dell'esistenza umana e le nuove domande di senso che ciò provoca sono alcune delle grandi realtà storiche in cui siamo implicati, che dovremmo governare e da cui siamo governati. In questo contesto "educazione" è il nome dell'iniziativa più ragionevole, importante e urgente che si possa intraprendere, per esprimere e

"Un vecchio proverbio popolare tedesco recita che ‘pubblico è ciò sta a cuore a ciascuno’. Molto spesso, invece il termine pubblico assume un significato indifferenziato e generico come dire che ciò che è di tutti essendo di tutti indistintamente, non appartiene a nessuno. Cosi è per l'educazione: è un bene pubblico per eccellenza ma sulla base della seconda accezione. Non si investe di su di essa, non le si dedica attenzione sociale, non la si ‘cura’ come un valore, come un patrimonio. Così si finisce per perderla o per renderla un simulacro sociale, svuotata di contenuti. Per rilanciarla occorre capovolgere la prospettiva, rimetterla al centro dell'attenzione delle relazioni interpersonali, sociali e istituzionali, averne cura e avere cura del patrimonio

trasmettere l'identità umana e umanistica indispensabile per non consegnare il nostro mondo al potere tecnocratico (economicofinanziario e tecnologico civile e militare), nell'illusione che in questo stia la chiave di interpretazione del nostro mondo e di quello futuro. Educazione vuol dire formazione di soggetti consapevoli e responsabili della propria e della comune umanità, attori protagonisti e non comparse del loro mondo".

etico che mediante essa si trasmette tra le generazioni". Eugenia Scabini preside della Facoltà di psicologia all'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano

Francesco Botturi, docente di filosofia morale all'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano 17



ALCHIMIE PASTORALI

Sussidi

Un bene per la comunità È uscito il primo di sei volumi dedicati a chi opera in oratorio

ai come in questo tempo la Chiesa in Italia ha posto al centro della riflessione pastorale il tema educativo. D'altra parte i segnali espressi dalla condizione giovanile giustificano una preoccupazione forte, che spinge a parlare sempre più in termini di "compito urgente" e di "sfida educativa". In questo contesto il Centro Sportivo Italiano, che promuove l'attività sportiva come strumento di educazione alla vita, offre alla comunità ecclesiale un suo rinnovato contributo attraverso la campagna "Sport e Diocesi".

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Una proposta, questa, che intende accrescere la qualità umana e valoriale dell'esperienza sportiva, affinché trovi sempre più posto all'interno delle realtà oratoriane e parrocchiali quale opportunità educativa. Alcuni anni fa il Centro Sportivo Italiano aveva già lanciato l'iniziativa "A scuola di valori in parrocchia". Oggi quella proposta si attualizza e si amplia, arricchendosi di ulteriori approfondimenti, attraverso la riflessione "Sport in Oratorio, un bene per la comunità". Un lodevole impegno

per "inculturare la fede" nel mondo contemporaneo; una risposta concreta alle attese espresse dal "Progetto culturale orientato in modo cristiano" e dagli orientamenti pastorali della Chiesa in Italia, che al tema educativo guardano con particolare sensibilità. A tutti gli sportivi e dirigenti del Centro Sportivo Italiano, educatori per peculiare vocazione, viene richiesto molto in questo tempo: anzitutto la perseveranza nel formarsi ai valori cristiani ed umani; poi il coraggio per testimoniare in mezzo ai giovani che la fede in Gesù è il movente che spinge a servire la persona e la comunità; e, infine, l'attenzione a rendere i luoghi sportivi case accoglienti, in cui ogni ragazzo, al di là dell'appartenenza confessionale e della provenienza etnica, possa sperimentare l'amorevolezza della Chiesa nei confronti dei piccoli. I veri campioni nascono dalla vostra fede, dai vostri cuori e dal vostro servizio. (Dalla presentazione del volume fatta da mons. Mariano Crociata, Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana)

SPORT IN ORATORIO La riflessione su "Sport in oratorio" si svilupperà attraverso la pubblicazione di sei volumetti: 1 Un bene per la comunità (appena uscito) 2. Itinerari e progetti di pastorale sportiva 3. Il CSI e i rapporti con la chiesa locale 4. Un gruppo sportivo in ogni parrocchia. 5. Dirigenti e Consulenti Ecclesiastici. 6. Il circolo Culturale Sportivo in Parrocchia

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VITACSI

LIBRI

Alle origini dello sport cattolico

E all'inizio fu la FASCI È appena uscito in libreria un volume che raccoglie gli articoli scritti da Felice Fabrizio per Stadium, negli anni Settanta e Ottanta, sulla nascita del movimento sportivo cattolico nell'Italia del primo Novecento.

di Andrea de Pascalis

uando, nel 1977, Felice Fabrizio pubblicò Storia dello sport in Italia. Dalle società ginnastiche all'associazionismo di massa, poco o nulla era stato studiato sul contributo fornito dall'associazionismo sportivo cattolico allo sviluppo dello sport italiano. Il libro di Fabrizio colmava la lacuna, dedicando ampio spazio all'argomento. Molte delle ricerche dell'autore si svolsero proprio sui documenti del CSI e su quelli che il CSI aveva ereditato dalla FASCI. Di lì a poco Fabrizio tornò sull'argomento con una serie di articoli di approfondimento pubblicati su Stadium tra il 1978 e il 1984. Proprio quegli articoli, noti all'epoca solo ai soci del CSI, vengono riproposti ora al più vasto pubblico delle librerie come volume a se stante (Alle origini del movimento sportivo cattolico in Italia, Ed. Sedizioni, Milano 2009, 130 pagine, Euro 13,50). Da tempo non essendo reperibile il libro del 1977, il volumetto odierno consente di comprendere le vicende che portarono alla nascita della FASCI, al suo sviluppo oltre gli anni

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della Grande Guerra, fin quando, nel 1927, l'associazione fu costretta dalle leggi fasciste ad autosciogliersi. Cosa causò e cosa significò la fondazione della FASCI, e il suo rapido decollo, all'interno della storia dello sport italiano del primo Novecento è argomento in genere dimenticato dalle (poche) storie dello sport tricolore. Invece in quelle radici vanno ravvisati i primi passi di uno sport di massa votato alla formazione della persona e allo sviluppo sociale piuttosto che alla conquista di record e medaglie.

Vicende ancora oggi dibattute con tesi differenti. Nella prefazione di questo Alle origini del movimento sportivo cattolico in Italia, il presidente della Società Italiana di Storia dello Sport, Antonio Lombardo, sostiene ad esempio che all'inizio del XX secolo la visione cattolica dello sport privilegiasse la ginnastica rispetto allo sport, che sarebbe stato non in linea con gli insegnamenti della Chiesa perché elitario ed individualista. Non mancano però articoli delle prime annate di Stadium dove si sosteneva il contrario, ovvero che lo sport dovesse subentrare al "monopolio" della ginnastica. Sono questioni lontane ma affascinanti, che acquistano tanto più interesse per chi oggi vive la responsabilità di essere e fare CSI portando sulle spalle l'eredità luminosa della FASCI, che portava nel suo DNA la vocazione a proporre una visione davvero alternativa a quelle che derivavano da una parte dall'olimpismo di De Coubertin e dall'altro dalla mania della ginnastica come mezzo di formazione alle fatiche militari.



VITACSI

VILLAGGIO DELLO SPORT

Tremila persone per il decennale del Villaggio dello sport promosso dal Csi. Piazza Grande vestita di un'infinità sport, di musica e di spettacoli. Una no stop di sorprese con grandi ospiti e personaggi.

Vispo Superstar a Modena di Marco Costanzini

uattro giorni, trentamila presenze. È questo il bilancio in termini numerici della decima edizione di Vispo, il Villaggio dello Sport promosso dal Csi in Piazza Grande, i primi di ottobre nel cuore di Modena. I primi due giorni sono stati interamente dedicati alle scuole elementari, con ben 62 classi di oltre 30 istituti della provincia a gremire la piazza più rappresentativa di Modena. Festa per tutti: giochi gonfiabili di ultima generazione (apprezzatissi-

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mo il campo da pallavolo), animazioni, laboratori e giocoleria per i più piccoli. Sabato 3 ottobre un'autentica maratona: alla mattina ancora le scuole, questa volta medie, e tanti spettacoli e momenti di gioco a loro dedicati. Ospite d'onore lo scrittore Andrea Valente, creatore della Pecora Nera, con il suo spettacolo che vede la luna protagonista. Tra gli eventi più applauditi gli spettacoli di danza e di ginnastica ritmica della

scuola di danza La Capriola e della società Panaro. Entusiasmo alle stelle anche per le esibizioni dei freestyler di fresbee e, soprattutto, per i due eventi organizzati il sabato pomeriggio in Piazza Matteotti, altra piazza molto rappresentativa a Modena: qui sono stati ospitati un incantevole spettacolo di funamboli e una gara di bike-polo, originale e neonata attività sportiva al confine con l'esibizione spettacolare che non consiste in nient'altro che nel polo

IL SINDACO PIGHI: "BRAVO CSI PER QUESTO STRAORDINARIO ESEMPIO DI SPORT PER TUTTI" Il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, ha voluto ringraziare pubblicamente il Csi Modena per questa manifestazione che dà vita al cuore della città emiliana: "È davvero bello e molto emozionante - ha sottolineato il primo cittadino modenese - vedere piazza Grande gremita da persone di ogni età, in particolare dai giovani delle scuole. Le nostre piazze devono sempre essere vive e incarnare nel migliore dei modi la loro funzione, quella cioè di essere un luogo di aggregazione per tutti. Il gran merito del Centro Sportivo Italiano è proprio quello di riuscire a portare giovani e adulti a giocare nel cuore della nostra città, a far vivere quattro giorni intensi e ricchi di momenti sportivi e culturali a tutti i cittadini, a trasferire in piazza Grande quello che durante l'anno accade sui campi e nelle palestre della nostra città". 22


LUCKY & VOLLY

tradizionale con le bici al posto dei cavalli. La chiusura domenicale è stata caratterizzata da tre eventi legati al mondo cattolico e delle parrocchie: i primi a salire sul palco sono stati gli animatori del Csi che nell'ultimo anno hanno superato i corsi e sono stati premiati da don Gianni Gherardi, consulente ecclesiastico del Csi Modena. A seguire la testimonianza che il Csi ha voluto dare a tutti gli appassionati e i curiosi che si sono intrattenuti in piazza Grande: il video "Corre la pace" realizzato da Valentina Lanzilli e Andrea Calderone

sul pellegrinaggio in Terra Santa che il Csi Modena porta avanti da sei anni, una testimonianza perché l'appuntamento di aprile con la maratona Betlemme-Gerusalemme e la visita ad Ain Arik diventi un appuntamento per un pubblico sempre più vasto. Il gran finale è stato affidato alla compagnia del Teatro della Rocca che ha messo in scena accanto al Duomo il musical Jesus Christ Superstar: un successo con una standing ovation da quasi duemila persone. I primi dieci anni di Vispo non potevano essere festeggiati in un modo migliore.

NUOVI PARTNER PER IL PROGETTO-DISABILI É stata presentata ufficialmente al Villaggio dello Sport la nuova iniziativa dedicata ai disabili all'interno della scuola e portata avanti dall'Ufficio Scolastico Provinciale. Il progetto, nato quattro anni fa dall'esperienza del CSI Modena, quest'anno si arricchisce della collaborazione della Medicina dello Sport dell'Ausl e del Comitato Italiano Paralimpico e Panathlon. L'intervento prevede un'attività motoria e sportiva con il coinvolgimento dei ragazzi diversamente abili di ogni scuola che ha aderito. Dagli otto istituti dello scorso anno, al momento si è passati a sedici, tra cui sei scuole medie inferiori. E ci sono ancora richieste.

Un vero showman capace di intrattenere centinaia di persone, dai più piccoli fino agli adulti. Andrea Lucchetta è stato uno dei mattatori di Vispo. L'ex campione della Panini Modena e della nazionale italiana di pallavolo ha raggiunto piazza Grande come testimonial dei Mondiali di volley 2010 al via il 24 settembre 2010. Il Col (Comitato Organizzatore Locale) ha deciso di sensibilizzare anche il pubblico più giovane creando un'agenda scolastica, il "Diario del grande volley", distribuito in tutta la nostra regione ma soprattutto regalato in piazza a bambini e ragazzi delle scuole medie e a tutti gli altri ospiti del Villaggio dello Sport. Da chi? Ovviamente da lui, Andrea Lucchetta, che prima è salito sul palco allestito in piazza Grande insieme al presidente della Fipav Modena, Luigi Tondelli, e alla mascotte dei Mondiali "Volly", poi si è concesso a grandi e piccini per firmare una quantità innumerevole di autografi e per posare in foto insieme ai tanti appassionati di pallavolo presenti a Vispo. Lucky ha poi svelato tutti i segreti del "Diario del grande volley" che contiene pure un suo fumetto, oltre a raccontare la storia della pallavolo e il suo glorioso sviluppo sulla dorsale emiliana.

RUN VISPO Non c'è niente di meglio di una camminata o di una corsetta leggera per le vie del centro storico per tenersi in forma e, allo stesso tempo, godere le bellezze della città e viverle in una maniera intensa, passando accanto a migliaia di persone. Questo il significato principale di un altro degli eventi clou di Vispo 2009, la corsa non competitiva "Run Vispo 6,30 pm", organizzata da Vaniglia in collaborazione con il Csi. La corsa ha fatto il pieno di adesioni, con centinaia di persone che si sono cimentate in questa nuova ed inusuale esperienza. Percorso breve (1,3 km) per permettere a bambini, adulti ed anziani di partecipare; la corsa ha attraversato via Emilia, è passata davanti al Teatro Comunale "Luciano Pavarotti" e davanti al Palazzo Ducale, preceduta da una staffetta di biciclette. Proprio qui è stata allestita una zona-ristoro salutare denominata "Benvenuta Salute", che aveva come intento quello di stimolare scelte alimentari intelligenti per persona e ambiente. L'incasso della "Run Vispo" (iscrizione ad offerta libera) è stato devoluto al progetto "Disabili e Sport". 23


FORMAZIONE

CONVENTION NAZIONALE ALLENATORI

Oltre un centinaio di allenatori Csi, a Bologna, si sono confrontati con i grandi tecnici degli sport di squadra

A lezione con Zac, Dan, Pedullà e Bernardi Anche Gianpaolo Montali ha fornito importanti assist e spunti di riflessione

di Felice Alborghetti l 12 e il 13 settembre 2009 a Bologna è stata organizzata la prima Convention Nazionale degli Allenatori riservata a tutti gli allenatori di calcio, pallavolo e pallacanestro associati al Centro Sportivo Italiano. Erano in 121 gli allenatori che hanno aderito all'iniziativa (56 di calcio, 21 di pallacanestro e 44 di pallavolo), provenienti da tredici diverse regioni, comprese le lontane Basilicata e Sardegna per 35 comitati provinciali rappresentati. La convention si è

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aperta con il saluto del presidente Nazionale Massimo Achini e con il contributo video di Gianpaolo Montali e Don Alessio Albertini che hanno trattato il tema "Vincere senza campioni" e si è conclusa con gli interventi di Michele Marchetti (coordinatore area formazione CSI) e di Beppe Basso (direttore Snes) che hanno illustrato i progetti formativi organizzati dal Centro Sportivo Italiano per la stagione 2009-2010. Nel corso della due giorni sono intervenuti Stefano

Bizzosi, coach della Reyer Venezia di Lega2 di basket, Giordano Consolini, responsabile del settore giovanile basket della Virtus Bologna, Stefano Faletti preparatore atletico della F.C. Solbiatese (campionato di serie D di calcio), oltre ai saluti di Mons. Antonio Allori, Vicario Episcopale alla Carità della Diocesi di Bologna, Renato Rizzoli presidente del CONI di Bologna, Stefano Gamberini in rappresentanza della Consulta Diocesana per lo sport e Andrea De David.


MONTALI

PEDULLÀ-BERNARDI Per la pallavolo gli aggiornamenti tecnici sono stati tenuti da Luciano Pedullà (allenatore Asystel Novara) e Lorenzo Bernardi (allenatore Petrarca Padova). I temi trattati sono stati il bagher di ricezione e la costruzione del gioco nella fase ricezione punto; Luciano Pedullà ha tenuto una lezione pratica in palestra partendo dalla tecnica del bagher per arrivare a proporre le diverse forme di esercitazioni relative alla fase ricezionepunto attraverso esercizi di sintesi. Si è entrati nel "cuore " della convention grazie al contributo di Lorenzo Bernardi e Luciano Pedullà che hanno parlato delle principali differenze tattiche tra la pallavolo maschile e femminile, evidenziando entrambi che in merito alla tecnica la pallavolo non esiste una differenza sostanziale tra i due settori. Bernardi ha invece sottolineato l'importanza dell'allenamento della tecnica non solo a livello giovanile ma anche con le squadre di alto livello, suggerendo agli allenatori di non trascurare mai la cura dei dettagli tecnici come il bagher di appoggio, il palleggio nelle situazioni di difesa, etc… Entrambi i tecnici hanno sottolineato l'importanza del lavoro nelle società di base dove gli allenatori devono rappresentare anche un esempio per i giovani svolgendo un ruolo educativo importantissimo per la crescita umana e sportiva degli atleti. Grazie alla collaborazione con Supervolley tutti i partecipanti hanno ricevuto la rivista del mese di settembre.

Nel mondo dello sport la sconfitta è vista come il diavolo, una cosa da combattere a tutti i costi. La mia esperienza mi ha portato a considerare la sconfitta un'ancora di salvezza, un elemento su cui costruire i successi. Sapere analizzare la sconfitta per trovare i propri punti deboli è la cosa migliore per tornare a vincere. È difficile far capire ai giocatori quali sono i loro punti deboli, i difetti, se non vanno incontro ad una sconfitta. Perciò, perdere ogni tanto fa bene. Ciò che è difficile è la gestione della sconfitta dal punto di vista motivazionale. Perdere per un ragazzo è destabilizzante, se però l'allenatore riesce a fargli capire i passaggi che occorrono per migliorare e arrivare a fare risultato, gli avrà regalato qualcosa che gli servirà nello sport come nella vita quotidiana. Bisogna abituare i ragazzi a non avere paura della sconfitta, considerandola un mezzo per crescere, per arrivare alla vittoria. Cito spesso una frase di Charlie Brown "Vincere non è tutto, ma perdere è nulla". Ricordarla non è sbagliato nemmeno per un allenatore CSI. Bisogna avere il coraggio di sognare in grande, ma guardare in piccolo. Darsi obiettivi molto grandi, ricordando però che quegli obiettivi si raggiungono solo se si guarda al lavoro che si fa giorno per giorno, allenamento per allenamento. Pensare in grande senza guardare al piccolo è soltanto presunzione. Nello sport è passato un messaggio diseducativo: far credere che per vincere bisogna creare il gruppo di amici. Niente di più falso. Nel mondo dello sport come nella vita, nel lavoro dentro un'organizzazione, il gruppo è costituito da giocatori che spesso hanno nulla in comune, hanno lingue, religioni, età, colore della pelle diversi. Impossibile pensare che trovandosi insieme nello stesso gruppo scoprano affinità elettive. Il primo step dell'allenatore è creare un'organizzazione, convincendo tutti che si deve lavorare insieme per competenze. La cosa più difficile per fare una squadra è convincere le persone non solo ad aiutarsi (passarsi il pallone) ma a rinunciare a qualcosa di proprio a vantaggio del compagno. È difficile se punti tutto sui rapporti personali amichevoli, idilliaci. Bisogna andare per gradi, facendo vedere per prima cosa che ciascuno è competente per svolgere il compito che l'allenatore gli ha assegnato. Nasce così la stima professionale reciproca. La stima professionale trasforma la squadra in gruppo.


FORMAZIONE

ZACCHERONI

DAN PETERSON Come sempre nei miei clinic c'è grande attenzione e grande curiosità sulla mia 1-3-1, ma voglio parlare del metodo del CSI che è anche un po' il mio. Detesto infatti tutti quegli allenatori che urlano e sgridano i ragazzi perché sono convinto che il vero compito educativo sia quello di far aumentare nei ragazzi l'autostima ed è pure il sistema giusto per fare squadra. Vincere senza campioni? Certo, si può. L'ho fatto tante volte, come altre volte ho perso. Altrimenti cosa si gioca a fare? Mica si ottiene via fax una vittoria…. Il consiglio è: va bene fare gruppo che siano buoni amici, ma per un allenatore è più importante fare squadra, che il quintetto sappia giocare insieme, collegato. Il coach è il coach, sia che si giochi in serie A sia in oratorio. L'allenatore deve avere sempre le stesse doti: essere esigente, ispirare fiducia e saper trasmettere i dettagli tecnici. I ragazzi dopo un allenamento devono uscire dalla palestra amando più il loro sport, e non odiandolo. Io sono per la semplicità. Pochi schemi, uno per il contropiede, uno in attacco, uno in difesa. Ho vinto uno scudetto nel '76 a Bologna con uno schema in attacco e uno in difesa.

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La lezione di Alberto Zaccheroni alla Convention del CSI a Bologna ha toccato diversi aspetti, da quelli tattici a quelli motivazionali. Si è partiti dalle motivazione che hanno portato il tecnico a vincere lo scudetto con il Milan al rapporto con il suo schema tradizionale, il 3-43 ha iniziato: "La gente spesso non capiva questo modulo, pensava che fosse il 3-5-2, in realtà questo modulo, se ben recepito dai giocatori, è capace di dare a tutta la squadra penetrazioni, velocità e aggressività. L'importante è saperlo insegnare nella maniera giusta". Riguardo poi al lato tecnico ha detto: "Ora come ora ai giovani manca l'insegnamento soprattutto di due fondamentali nella fase di attacco e di difesa, ovvero il marcamento e lo smarcamento". Parlando poi dello spogliatoio ha evidenziato come "nel gruppo che si ha è fondamentale pensare assieme e per fare questo è necessario essere chiaro con i singoli giocatori sempre, non rimandando mai al giorno dopo il problema che si crea in giornata visto che ogni giorno quando si è in tanti ce n'è uno nuovo". Riguardo all'organizzazione societaria ha evidenziato come sia importante "che ognuno abbia il proprio ruolo e lo mantenga, anche se la forza di una squadra parte dalla bravura del suo presidente. In questo senso quando ero al Torino ho mandato in tribuna un giocatore delle qualità di Rosina quando è stato pubblicato un articolo nel quale il giocatore ha parlato come fosse il presidente". Ha chiuso parlando dei giovani: "Quando guardo un ragazzo la mia attenzione non è mai sul giocatore più bravo, il quale magari fa fatica ad apprendere qualcosa perché comunque la tecnica l'ha già naturalmente. Per me è fondamentale guardare a coloro che rispetto all'inizio hanno i maggiori miglioramenti e sono anche i ragazzi che io gratifico portandoli ad allenarsi con la prima squadra". Infine un episodio personale: "L'unica volta che ho pianto è stato quando allenavo i ragazzini: abbiamo vinto una partita calciando i rigori ad oltranza e ci ha dato la vittoria un bambino che inizialmente avevo scartato dai primi cinque rigoristi".



VITACSI

NAPOLIMPIADI

Mentre altre città si candidano per i Giochi del 2020, nella città partenopea sono in corso quelli delle Parrocchie, benedetti dal Cardinale Crescenzio Sepe.

Anche Napoli guarda alle Olimpiadi Sotto la regia del CSI al via in ottobre le prime gare ed i primi gol. Gran finale il 15 dicembre di Felice Alborghetti miliana Ciccone, Ivan Mazzone, Antonio D'Eustacchio. Sono i nomi dei tre primi vincitori alle Napolimpiadi, lo sport delle parrocchie partenopee, la manifestazione organizzata dal CSI Napoli che impegnerà in molteplici attività sportive migliaia di ragazzi fin quasi alla vigilia di Natale. Campioni nello sprint di atletica, campioni in tre categorie differenti e per tre sodalizi diversi. Qui si difendono i colori ed i campanili di S. Maria dell'Arcora (Casalnuovo), S. Maria delle Grazie (Capodimonte), S. Giustino dè Jacobis (Casoria). I primi risultati arrivano dalle gare di "corsa veloce" disputate il 4 ottobre a dopo la cerimonia di apertura, cha ha visto a Ponticelli il Card. Sepe, dare il calcio d'inizio al torneo di calcio a 5. In campo San Giovanni Battista contro San Giorgio Martire, finita poi 10 a 0 per il quintetto dell'evangelista. Nella diocesi partenopea è tutto pronto, dal secondo week-end di novembre, per lo start del torneo di pallavolo che vedrà sottorete giovani delle categorie: Ragazzi/M, Allievi/M, Juniores/M e Juniores/F. Non mancherà la pallacanestro che solo per gli allievi partirà nel terzo week-end novembrino. Entreranno in scena anche nuoto e mountain bike, calciobalilla, tennistavolo, dama, e scacchi. Le Napolimpiadi

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non potevano trascurare l'atletica con la staffetta, i lanci del peso e del vortex, la corsa campestre che andranno in scena al Collana al Vomero.

La cerimonia di chiusura con le premiazioni è fissata per martedì 15 dicembre in coincidenza col "Natale dello Sportivo".


A tu per tu con il Cardinale Sepe Lei è Vescovo di una Diocesi grande e complessa, eppure insegue lo sport, al fianco dei disabili ed oggi alle Olimpiadi delle Parrocchie organizzate con il CSI. Perché? Anch'io amo lo sport che, peraltro, trovo estremamente educativo e formativo nella vita relazionale e nella crescita dei giovani. Come Pastore, quindi, avverto il dovere di stare con loro per far sentire la mia vicinanza, la mia attenzione ai loro impegni e, in qualche modo, la condivisione della prova. Nel contempo, non voglio far mancare il mio sostegno a quei Parroci i quali, con coraggio ed entusiasmo, hanno accettato questa sfida e, in qualche modo, hanno messo in "gioco" se stessi e la comunità parrocchiale. L'idea delle Olimpiadi è nata per sottrarre i ragazzi alle insidie della strada e, quindi, dare spazio all'aggregazione, alla partecipazione e alla sana competizione, alimentando conseguentemente le attività oratoriali e il consolidarsi di un movimento giovanile in ogni parrocchia. L'oratorio deve essere il luogo dell'incontro dove è possibile ritrovare tutte quelle iniziative capaci di dare risposte alle esigenze spirituali, formative, sportive e ricreative dei ragazzi che lo frequentano. Cosa dice agli allenatori e ai dirigenti di una società sportiva di oratorio? Vorrei dire loro di comportarsi come un padre, dimostrandosi come modello positivo di vita, esempio di retto comportamento e "lievito del bene", testimoniando che lo sport può far vivere e crescere in maniera sana attraverso la pratica di regole fondamentali quali la serietà dell'impegno, la lealtà, il sacrificio, il rispetto, parametri educativi imprescindibili.

Cosa dice allo sport professionistico di oggi? Ai professionisti dello sport vorrei dire di non perdere mai il gusto e la purezza della pratica sportiva, a prescindere dalla specifica tipologia, per essere di esempio per i giovani ma anche per gli adulti, per essere testimoni credibili di valori veri, per trasmettere messaggi e impulsi positivi, concorrendo così ad una sana e corretta formazione sportiva e agonistica delle nuove generazioni. La sua città vive fortemente fenomeni di emergenza educativa e di devianza giovanile. In questo contesto quale importanza riveste il ruolo dell'associazionismo e del CSI? Purtroppo, la crisi che, per varie ragioni, attraversa tante famiglie, incide non poco sulla loro tenuta e sulla loro funzione sociale. Un ruolo importante e per molti aspetti sostitutivo sono chiamate a svolgerlo altre agenzie educative come la scuola, la parrocchia ed anche l'associazionismo, come quello che, per antica e nobile tradizione, viene promosso e alimentato dal Centro Sportivo Italiano, che, per riconoscimento generale, svolge una preziosa azione formativa e di educazione alla sana pratica

sportiva, favorendo la crescita di generazioni di giovani ed anche l'affermazione di non pochi talenti. Il Csi per il prossimo anno ha lanciato la campagna "Uno sport per la vita". Quale commento può offrire a tale tema? Il tema è quanto mai attuale, la vita è minacciata in tutti i suoi aspetti da un laicismo sempre più aggressivo e intollerante che si traduce in iniziative, scelte e proposte che sono un vero attacco alla sacralità della vita. Per questo trovo estremamente intelligente e positivo questa campagna promossa dal Csi che coniuga sport e vita, esaltandone i rispettivi valori. Infine "confessiamo" un cardinale: Sport praticati? Il calcio, ma senza grande successo. Sport preferiti? Il calcio, ma con molto interesse anche per altre discipline sportive come il ciclismo. Atleta preferito? Maradona, ma apprezzo anche tanti altri. Squadra del cuore? Il Napoli e in modo esclusivo.

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GEMELLAGGI

Prosegue la stagione dei gemellaggi fra i comitati del CSI. Incontri, scambi di esperienze, appuntamenti e manifestazioni.

Fratelli d'Italia Sono in tutto 37 e coinvolgono 79 realtà territoriali, per una fitta "rete" che avvolge l'intero territorio nazionale. Da nord a sud il Csi va ampliando i suoi orizzonti con questa simpatica iniziativa, promossa dalla Presidenza nazionale, tesa a promuovere amicizie, esperienze, momenti di incontro, e condividere strategie comuni in ambiti diversi. L'estate è stata prodiga di questi incontri. Stadium ne racconta quattro speciali, due toscoemiliani e due pugliesi con Marche e Trentino

Reggio Emilia Massa-Carrara: Amicizia più Sport L'appuntamento tra Reggio Emilia e Massa Carrara avvenuto nella cittadina emiliana, è stato il battesimo del gemellaggio toscoemiliano e avviare così insieme un percorso di amicizia e di collaborazione sportiva. A partecipare al primo incontro, guidati dal presidente aprano Ernesto Benedetti e dai responsabili del 30

Centro Estivo, Monica Lustig, Megumi Okano, Debora Mei, Nicol Trillo e Iacopo Cristiani, sono stati 55 ragazzi del Centro Estivo CSI di età compresa fra i 7 ed i 14 anni. Una visita al centro storico della città di Reggio Emilia, i cui monumenti principali e le cui più importanti attrattive sono state illustrate da una guida del Comune, poi la visita ad una latteria sociale presso l'Istituto Agrario Zanelli, durante la quale la rappresentanza del Comitato di Massa Carrara ha potuto

osservare le modalità con cui viene prodotto e conservato il Parmigiano Reggiano. Trasferimento alla volta della azienda agricola adiacente dove sono state illustrate le principali attività dell'azienda. La giornata si è poi conclusa nel pomeriggio con la visita alla sede del CSI di Reggio Emilia, dove Benedetti e Cesare Bellesia (Coordinatore Tecnico CSI Reggio Emilia) hanno discusso sulle future iniziative sportive congiunte che Reggio Emilia e Massa Carrara porteran-


no avanti nei prossimi mesi e di cui presto sarà stilato un calendario. La prossima iniziativa riguarderà il ricambio della visita di cortesia da parte dei ragazzi di Reggio Emilia mentre nel settore sportivo verranno programmate iniziative congiunte di calcio a 5, calcio a 7, pallavolo, tennis, tennistavolo, stages di arti marziali, atletica leggera e nuoto. In primo piano anche gli incontri invernali al Cerreto Laghi con le gare di sci in collaborazione anche con il comitato di La Spezia.

Da Modena a Pistoia, pedalando in Appennino Sono stati 12 i ciclisti che, nel mese di luglio, hanno affrontato le strade e percorsi sterrati dell'Appennino ToscoEmiliano, in occasione della prima edizione della "Pedalanatura Biciesseì", celebrando così l'inizio del gemellaggio tra i due comitati CSI di Modena a Pistoia. Il percorso è stato suddiviso in cinque tappe, di circa 50 km ciascuna, e presentava ogni giorno salite impegnative, fortunatamente le mountain-bike messe a disposizione dal Consorzio Valli del Cimone hanno svolto egregiamente il loro compito, consentendo ai partecipanti di immergersi ogni giorno nella meravigliosa natura del nostro Appen-

nino. Ogni sosta del percorso ha offerto l'occasione per incontri culturali e per gustare la capacità di accoglienza di parrocchie, amministrazioni locali e circoli CSI, che hanno messo a disposizione vivande e locali di pernottamento, per ristorare le stanche membra dei partecipanti. Molti dei partecipanti alla prima esperienza ciclistica hanno constatato con sorpresa come la bicicletta sia davvero uno sport per tutti e come lo spirito di gruppo supplisce alle inevitabili carenze atletiche di qualcuno. Nell'arco di cinque giorni si è creata una profonda armonia tra i partecipanti, 4 pistoiesi e 8 modenesi, in prevalenza giovani. I comitati provinciali CSI di Modena e Pistoia hanno sperimentato la validità di un nuovo modo di fare sport, che non punta sull'agonismo e sulla competizione, ma sull'aggregazione e sulla capacità di creare sinergie con il territorio. In questo modello, la pratica sportiva diventa il mezzo per favorire incontri e per rafforzare relazioni, per offre l'opportunità di riflettere sui problemi dell'oggi e di confrontarsi con la cultura e la storia di cui si è figli. I buoni risultati ottenuti con la prima edizione della "Pedalanatura Biciesseì" fanno ben sperare per il seguito dell'iniziativa, che potrebbe coinvolgere enti locali, comunità ecclesiali, comitati CSI interessati a promuovere questa visione partecipativa - e non competitiva - dello sport.

Bari - Trento Giovedì 1 ottobre 2009, Bari ha incontrato Trento. Oltre a discutere le problematiche e le future iniziative dei due comitati nel corso dell'anno sportivo, sono stati proposti scambi interculturali tra le due regioni per superare le distanze geografiche e territoriali. La realtà mediterranea della città di Bari cerca nel gemellaggio con la realtà montana della città e del territorio trentino un'apertura culturale di vera integrazione, facendo delle differenze non

un ostacolo, ma bensì una vera risorsa. In tale ottica i due Comitati si accingono a programmare incontri sportivi, proposte turistiche ed eventuali viaggi di istruzione tra le società sportive scolastiche affiliate al Centro Sportivo Italiano. Il presidente del CSI trentino, Ezio Zappini, durante la sua permanenza a Bari, è intervenuto alla manifestazione sportiva indetta dal Comune di Triggiano in collaborazione con il CSI e la società "Lupi di San Francesco", partecipando alla premiazione. Si è passati poi allo scambio di targhe a ricordo del gemellaggio tra le due città di Bari e Trento, alla presenza dei rispettivi presidenti del Ezio Zappini, Comitato di Trento, Serafina Grandolfo, presidente del Comitato di Bari, e il vicepresidente regionale Nello Milli. La delegazione ha in seguito visitato la nuova sede del CSI di Bari e alcune rinomate località turistiche della provincia di Bari. L'incontro tra le due rappresentanze territoriali si è concluso con uno scambio di doni.

Fermo - Foggia: atto I Il primo incontro non si scorda mai, e per i due della dorsale adriatica è accaduto in occasione del Memorial Don Ricciotti tenutosi a San Marco in Lamis nel mese di agosto. La compagine fermana si e presentata a Foggia con una delegazione capitanata dal Vice Presidente Antonio Maldera. Un primo colloquio fra il Presidente Provinciale Anzivino e anche con Ciavarella ha sottolineato un'ottima intesa I comitati di Fermo e Foggia sono certi che tali esperienze debbano essere bagaglio per risolvere i problemi correnti che assillano i ragazzi e gli adulti -genitori in primis - con l'obiettivo di formare dei sani e corretti educatori. Un buon punto di partenza per una cospicua collaborazione per l'interesse e la voglia di crescere in un cammino comune all'ombra dello stesso motto CSI: "Uno sport per la vita" .

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