Stadium n. 9/1953

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Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport

Anno Vili - N. 9 - Roma - Settembre 1953 - Direzione e Amministrazione Roma, Via Conciliazione 1 ■ Tel. 50.113 - 555.561 LUIGI GEDDA direttore

SOMMARIO BRUNO ZAULI Lo stadio olimpico di Roma . . .

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DON NICOLA 80 ragazzi Mendelpass hanno segnato la Polisportiva Cristiana

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F. D. Consluso a Napoli il Trofeo Nazionale a squadre di Tennis da Tavolo . .

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NATALE BERTOCCO Quattro « iridate » per il ciclismo itatliano... ma la prodezza di Coppi supera ogni traguardo . . . .

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ENZO SASSO Tra sud americani e nordici in atto la guerra fredda......................................

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TECNICUS Le norme economiche della Federcalcio per la A, B e C...........................................

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PIERO TARUFFI La parola a Tarulli sul dissidio Masetti-Gilera

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A. I. S. Di tutto un po’

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Dalla Val d’Aosta alla Val di Fiernme...........................

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ITALO DE ZUCCO Dominio genovese nei campionati di nuoto . . 23

Annuale

FILIPPO DRAGOTTO Messina: la più emozionante finale del CSI del 1953 ............................................

L’ « a solo » del trentino Moser nel campionato dilettanti su strada del CSI NABER Superba vitalità del CSI Il veronese Guerra Campione Nazionale del CSI

A Roma, Bergamo e Modena i titoli nazionali delle bocce ................................. Notiziario

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In copertina. — Apoteosi romana del campione dei campioni. Coppi, sereno, dopo la visita al Santo Padre e il ricevimento in Campidoglio, s’appresta a partire per il Circuito delle Terme di Caracalla. Pare invecchiato e più stempiato del solito. La conquista della maglia iridata ha richiesto al grande atleta sacrifici notevoli e una preparazione pesantissima. Ma il traguardo più alto è stato raggiunto. Parla con il suo prediletto. Michelino Gismondi, dal quale attende grandi cose, dopo la prima brillante conferma di Lugano. Gismondi, dice Coppi, non dovrebbe far rimpiangere alla Bianchi, l’allontanamento di Petrucci.

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Il Santo Padre sorride compiaciuto al nuovo campione assoluto. Il Papa dello sport ha gioito al successo di Coppi in Svizzera ed esprime il Suo alto, paterno compiacimento, al grande campione nell'udienza speciale concessagli per consegnargli una Medaglia di conio speciale. "La Madonna la protegga — ha detto il Papa a Fausto; e questi ascoltava quasi stordito per la tanta benevolenza dell’Augusto Pontefice — lo sport, e il ciclismo in ispecie, presentano rischi continui. E’ necessario che la Mamma Celeste vegli sempre su voi, cari campioni che le folle amano, perché siete bravi e generosi”.

Il Papa ha voluto sapere da Coppi i particolari della grande vittoria di Lugano ed ha assegnato anche una medaglia speciale al campione del mondo dei dilettanti Riccardo Filippi. Coppi racconta... e Bartolo Paschetta completa, la narrazione illustrando al Santo Padre le gesta che hanno dato all’Italia quattro titoli mondiali a Zurigo ed a Lugano.

Alla eccezionale Udienza erano anche presenti il comm. Rodolfo Magnani, Segretario generale dell’UVI; il gr. uff. Rodolfo Crociani, Presidente dell’Unione Sportiva Romana, organizzatrice della manifestazione capitolina; il comm. Armando Lugari e numerosi corridori e dirigenti convenuti a Roma per il significativo raduno.

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LO SIANO OLIMPICO 01 ROMA [

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Elemento singolare nel quadro del nuovo Stadio Olimpico è il belvedere che dalla sovrastante pendice del Monte Mario domina in veduta aerea l’ampia mole dell’edificio sportivo. In secondo piano lo sguardo abbraccia la distesa del Foro Italico; e più lontano ancora la Roma moderna snoda il panorama delle sue masse edilizie fino a co?ifondersi nel lontano orizzonte con il profilo dei monti reatini, che d’inverno mettono il candore della neve a contrasto con il luminoso azzurro del cielo mediterraneo. E’ uno scenario di vasto respiro, ricco di colori e di forme, un continuo intreccio tra l’opera dell’uomo e l’opera della natura. Una composizione dove il tema dell’armonia insìste a lungo, insiste a fondo senza stancare, nè abusare delle risorse che può offrire il contrappunto. Dal belvedere si domina l’intero ovoide del nuovo Stadio, che ha 319 metri di asse longitudinale e 186 di trasverso, con un perimetro di oltre 800 metri. Non è facile descrivere tan-

ta mole nella breve sintesi di un articolo, anche per chi ha vissuto intimamente e fin dalle origini il travaglio dei progetti e delle idee, nonché il paziente tessuto dei piani e delle opere esecutive nel più profondo dettaglio. Ci si perdoni quindi se ci limitiamo ai tratti fondamentali, sfiorando solo qualche elemento di particolare importanza. Non a caso abbiamo citato inizialmente il quadro panoramico per scendere all’impianto sportivo vero e proprio. Tutto l’assieme — non solo a scopo illustrativo, ma per il processo seguito nella costruzione — si scinde in due parti", a) l’opera a monte; b) lo Stadio. Ma prima ancora di affrontare questa analisi, occorre mettere a fuoco il problema dello Stadio Olimpico. Problema urbanistico, innanzi tutto. Le pendici del Monte Mario, nella destra del Tevere, si snodano in un verde cerchio di colline, una serie di piccole quote, dolci e tuttavia irregolari, che compongono un natu-

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rate anfiteatro intorno al Foro Italico. Per la storia, è il campo di battaglia tra Massenzio e Costantino, il luogo dove, tre secoli dopo Cristo, apparve agli occhi del grande imperatore il simbolo religioso, la Croce, con il monito augurale « in hoc signo vinces ». Lo spazio residuato nell’ambito del Foro dopo le nobili costruzioni del precedente regime, e fin dall’inizio previsto dal Del Debbio per un ampio stadio, era esattamente al piede delle colline. Quindi la necessità inderogabile di collocare « un anfiteatro nell’anfiteatro », eretto dalla natura il primo, da erigersi artificialmente il secondo. Problema soprattutto di architettura urbanistica, gravato da esigenze tecniche e funzionali di notevole difficoltà. Da un lato bisognava incavare l’ovale della nuova costruzione sul fondo dell’anfiteatro, senza rompere l’armonia dell’assieme, componendo un quadro unico tra le scalee dell’edificio e le pendici del monte; dall’altro per i bisogni funzionali di un teatro capace di ottanta e più mila spettatori (cento in supercapienza), occorreva una ampia strada di circolazione perimetrale ed una sistemazione delle pendici stesse, composte di scorrevoli argille. Occorreva insomma isolare lo Stadio dalle colline, tagliando la loro base e fermando la spinta delle terre con opportuni manufatti. Di qui è nata l’ « Opera a monte », un complesso di mura ciclopiche per uno sviluppo di oltre 500 metri, che in lunghi tratti raggiungono un’altezza massima di 6 metri, con una piastra di fondazione di metri 4, appoggiata su fitta rete di pali spinti fino a 22 metri di profondità. Nel suo assieme l’Opera a monte — che ha richiesto uno scavo di 200 mila metri cubi di terra e l’imbrigliamento di parecchie piccole vene d’acqua — trasforma la pendice che scende dal piazzale del belvedere in una sistemazione a terrazze; quindi mura — scarpate erbose — ripiani, che si ripetono due volte. Il piano intermedio è stato trasformato in strada di accesso per le Autorità, perchè fa capo ad un ascensore, che conduce al sottostante stadio. Tanto dal lato tecnico, come da quello estetico, l’Opera a monte presenta una impostazione architettonica orizzontale, che si abbellisce nelle morbide curve di contorno sul lato nord e che viene nettamente marcata da cigli e copertine in travertino su cortine di classici mattoni romani, più grigi che rossi. Vi è poi al centro dell’opera una organizzazione di strutture sovrapposte, in verticale che partendo in basso da un’ampia rampa in pietra, mette al portale inferiore dell’ascensore, mentre a fianco, simmetriche, si svolgono due rampe di scale. Più in alto una loggetta, poi la porta superiore ed il secondo muro di ritenuta, e più in alto ancora, a sbalzo, il

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belvedere che termina in un’antenna di circa 20 metri. Il tictto, attraverso lo slancio verticale dei singoli elementi sostituisce la « torre di maratona » di quegli stadi del nord-Europa, che cercano di movimentare il piatto orizzonte delle loro terre, la massa sempre orizzontalmente distesa dei loro edifici, con un elemento architettonico sbalzato verso l’alto. Ma qui a Roma non c’era bisogno di elevare torri. E migliore soluzione è apparsa quella di « aiutare » la natura, che per se stessa offre bellezze incomparabili, inspirandosi tm po’ per il belvedere anche al tema del celebre piazzale fiorentino. Il sommo del pennone taglia la gola tra le due principali colline che fanno sfondo allo Stadio, e svetta sempre a cielo. Ed ora lo Stadio. Come tutte le opere di grande mole, come l’intero Foro Italico, allunga le sue radici nel tempo. E’ ben noto che il Foro Italico fu ideato con lo spirito teso verso l’idea della romanità, nel passato regime, ed in parte molto notevole realizzato. Un’altra parte è stata realizzata, dopo la guerra, nei nostri giorni, un’altra parte è ancora da realizzare. Ma qui non si fa questione di regimi: diciamo semplicemente che intorno ad esso hanno tenacemente lavorato degli Italiani ed hanno lavorato con amore, con quella passione per la « bella pietra », che è nel sangue della nostra gente. E ne hanno fatto, secondo un giudizio di Marcello Piacentini, che non può non essere condiviso — il maggior monumento della Roma moderna. Ogni turista, nazionale o straniero, che correndo il mondo giunga nell’Urbe eterna, comincia il tradizionale giro dal Campidoglio, dai Fori dell’età antica, percorre le insigni tappe dell’evo medio, inchina a S. Pietro, termina il suo andare tra i marmi e il travertino ancora bianco e fresco dell’italico. E quasi si ristora della lieta fatica tra i verdi pini del grande parco romano. Un parco a sorpresa! Giungendo dai lungotevere e dirigendosi sul Ponte Duca D’Aosta, nessuno straniero può sospettare che al di là di un rosso edificio, che ha un po’ l’aria del castello « novecentizzato » con i suoi corpi e le sue ali, c’è il candido, ricco Foro dei Marmi, una galleria all’aria libera di nobili statue. E chi può immaginare che al di là dell’obelisco, di una verde cortina, c’è l’immenso Stadio Olimpico, il più grande d’Italia? E che inquadrato tra una bassa linea di edifici, che hanno preso il nome di « manica lunga » c’è il « giovanile », fresco, gaio Stadio della Farnesina, oggi sussidiario olimpico? Di viale in viale, intravedendo tra i tronchi dritti e gli arbusti ora la marmorea sfera della fontana, ora la piscina, ora l’Accademia di scherma, è tutto un susseguirsi di opere e di


architetture, che l’occhio del novizio scopre » con evidente interesse, con crescente attrazione. Ma il « vero » Stadio Olimpico non si scopre mai dall’esterno, nemmeno quando si è oltrepassato il selezionatore e si è giunti a pochi metri dalle eleganti fughe in prospettiva delle facciate di tribuna o di curva. Bisogna entrare dentro, bisogna percorrere uno degli ampi passaggi interni che perforano il corpo dell’edificio — sono 54 vomitovi — per affacciarsi in un « interno » che è un grande « esterno »! Non si tratta di una contraddizione in termini, ma della riuscita soluzione urbanistica, di una vera armonia tra l’anfiteatro dell’uomo e quello della natura. Quando si entra — è il punto migliore — dal corpo della tribuna Tevere (ad est) si apre allo sguardo uno stupendo scenario che inizia dal verde rettangolo di gioco, dal rosso contorno della pista, dalla tribuna Monte Mario (ovest), dal finissimo coronamento della pensilina-radio e prosegue sulle pendici dei colli ricchi di vegetazione arborea fino al cielo. Al centro, per un bell’effetto prospettico, appare la loggetta del belvedere, quasi fosse inserita con la sua lunga antenna al colmo delle cabine radio, da cui dista ben 42 metri. A sinistra le linee rinascimentali della Villa Madama, disegnata da Raffaello. A destra, il bosco di larici del cimitero di guerra francese insiste con una nota di verde più intenso. Lo Stadio nella sua forma è un ovoide; piuttosto schiacciato. Lo spazio disponibile tra il contiguo Stadio dei Marmi e l’Opera a monte è stato sfruttato fino al limite del possibile, consentendo un asse minore di 186 metri, contro i 167 di Helsinki ed i 230 di Berlino. Il tipo dello Stadio è il seminterrato: 13 metri emergono dal piano di campagna all’esterno, mentre 4,50 in cifra tonda scendono sotto tale piano fino al campo di gioco. Anche qui non è stato possibile approfondire di più, andare verso il tipo del « bowl » americano, onde rispettare le quote di piena del vicino fiume Tevere, in rapporto a tutto il sistema di smaltimento delle acque. La precedente descrizione panoramica, le poche cifre citate, il livello costante del coronamento, dònno subito l’idea di un’arena vasta, ariosa, aperta, olimpica. A Stadio pieno non si avranno pareti di folla, accatastamento di masse umane, senso di oppressione per gli atleti, in campo. La folla sarà piuttosto una marea che si distende e gradualmente s’innalza, e non una parete. Non c’è il senso dello sfruttamento « commerciale » dello spazio interno, anche se lo spazio è tutto sfruttato. D’altra parte lo sfruttamento avviene per « linee interne » sugli emicicli di curva, in basso, nei cosiddetti posti in piedi destinati ad assorbire il massimo delle capienze e superca-

pienze, mentre sugli anelli superiori corrono tutto intorno all’ovoide ben ventisei chilometri di gradinate. La soluzione adottata è quasi il rovescio del « crescent » americano, e tuttavia risponde ai criteri funzionali ed all’armonia generale dell’impianto. Ma tutte le distanze sono in un certo senso annullate, o meglio compensate, dalle eccellenti curve di visibilità orizzontali e verticali, che hanno richiesto lungo studio per la migliore ricerca della quota campo. Come tutti i grandi stadi olimpici, anche quello di Roma è scoperto. A parte le difficoltà ed il costo di una enorme copertura, che avrebbe mandato in pezzi tutto il problema urbanistico, sta di fatto che dopo più di 30 anni di osservazioni, l’Ufficio Meteorologico della Aeronautica fornisce una media di giornate 1,4 piovose all’anno sul ciclo delle domeniche di gara. A Roma, nel centro di una penisola, che si protende verso il cuore del Mediterraneo la pioqgia senza dubbio dà fastidio, ma il vero dominatore del clima è il sole. Dopo un breve accenno alla « forma stadii » passiamo ad esaminare qualche dettaglio. Struttura razionale, veramente razionale, semvlicissima, rivestita in travertino, fuori e dentro. La pietra con il tempo diventerà « bionda », ma ora è di fresco taglio, bianchegaia, e tanto chiaro viene attenuato e ingentilito dal verde dei sedili e dei selezionatori, dal grigio chiaro dei cancelli, delle ringhiere, dai metalli inossidabili. No?i vi è nulla che non sia funzionale, così che l’unico elemento decorativo sarà costituito (in seguito, perchè al momento sono ancora in via di costruzione) da quattro fontane poste alla base delle quattro torri-portapennoni. Vasche strette, rettangolari, in granito rosso, con lame d’acqua che segnano la base delle pareti sulle quali si allineano come in una rastrelliera i gruppi - pennoni. Si chiamano « torri » per la compattezza dell’aspetto esterno, per la lieve sporgenza sulla facciata e per la funzione, ma sono perfettamente a livello con tutto il coronamento dello Stadio. Il problema bandiera è importante per uno ' Stadio Olimpico ed è difficile per Roma, una città che non accetta facilmente le bandiere decorative. Tuttavia dovendo rispettare il protocollo olimpico, e volendo evitare la solita « torta delle candeline » di altri stadi, si è scelta la soluzione dei quattro gruppi-pernioni, che a drappi spiegati formano quattro macchie dì colore intenso. Tra le due torri del corpo principale — lato Monte Mario — si innalza l’agile pensilina delle cabine-radio, che sono veri e propri « studios » capaci di collegamento diretto con le grandi reti europee e transoceaniche in caso di eccezionali avvenimenti. La struttura è in ferro, a sbalzo, interamente rivestita di allu-

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minio inossidabile e quindi di bell’effetto estetico. All’esterno parta una lucida tettoia che finisce molto leggermente la facciata principale. Quest’xiltima, come del resto tutta la veduta esterna dell’edificio, offre una chiara struttura reticolare, fortemente segnata da due fasce orizzontali in corrispondenza dei grandi ambulacri. I pilastri prendono eleganza dal rivestimento in tessere di travertino da cm. 10x5x2, rivestimento che continua all’interno dei passaggi e delle scale e delle sale, le cui pareti appaiono ricoperte come da un tessuto moderatamente stilizzato. II pregevole dimensionamento degli infissi, dei cancelli, delle ringhiere inserite nella struttura principale, forma un insieme armonico, una facciata bella per la sua semplicità. Nell’interno, il corpo centrale è occupato in basso dal salone d’onore, con antisala, accessori ed ingresso al palco presidenziale, ed in alto interamente da servizi per la stampa, che comprendono la sala-scrittura, l’ufficio-filo per telegrafi, telefoto, telescriventi, l’ufficio-fono, il corridoio-cabine, il reparto comunicazioni urbane, il reparto-radio. Tutti i pavimenti sono in gomma e quindi assicurano il massimo della silenziosità ad un così importante settore di lavoro, per il quale sono previsti 565 posti-giornalisti e 42 cabine-radio. Altri elementi di particolare importanza nella grande costruzione sono l’ampio corridoio servizi, interrato, che porta allo scoperto tutte le condutture delle centrali termica, idraulica ed elettrica e le smista nei vari settori. Salendo al piano di campagna, il pubblico trova un primo grande ambulacro perimetrale, pavimentato in quarzite ad opera incerta fino all’esterno del marciapiede. Sull’ambulacro si alternano oltre ai gruppi-spogliatoi, i gruppi igienici, i bar, i telefoni ed ogni altra utile risorsa per gli spettatori. Al secondo piano ed al terzo piano si ripetono ancora gli ambulacri che girano tutto intorno all’edificio e permettono al pubblico di passeggiare negli intervalli delle manifestazioni o di ripararsi momentaneamente dalla pioggia o dal sole. Purtroppo la maggior parte dei vecchi stadi non offriva allo spettatore altro che uno scomodo posto su di un gradino di cemento. Qui, nel nuovo olimpico, si è cercato — come del resto è molto in uso all’estero — il conforto dei servizi per gli spettatori. Essi poi hanno all’esterno comodi sedili in legno, tanto in tribuna quanto nei popolari di curva. I sedili aggettano sul gradone in pietra, che fa da corridoio di circolazione, e quindi permettono libera posizione dei piedi ed infine sono tutti muniti di un piccolo schienale. Ampi gli accessi, ampie le scale ed i corridoi di smistamento, e divisi i settori fondamentali, curve e tribune, da selezionatori in cristallo temperato, che consentono la miglio6

re possibile visibilità e sostituiscono le solite vecchie cancellate di ferro. Anche l’area di gara non ha quelle reti o cancellate, che a parte il fatto estetico ed il fatto psicologico, disturbano la visibilità; esse sono sostituite da un fosso di guardia’largo due metri e profondo altrettanto, che separa il terreno atleti dal pubblico e che si allarga lungo il rettilineo principale della pista nel fosso dei giudici. Tutti questi fossati, sotto la quota campo, creano ostacolo senza danni per la visibilità. Il campo ha una pista olimpica di 400 metri di sviluppo con 39 di raggio su curve monocentriche. Gli impianti di salto e lanci sono ripetuti sui dite emicicli in due blocchi unici. Al centro, il campo di calcio 105x70, con tappeto erboso costituito da una graminacea sempre verde a talee fittamente intrecciate, Z’agrostis cylindrica. Il drenaggio è reversibile, cioè può essere non solo assorbita e smaltita la pioggia, ma in tempi di siccità, sotto pressione, può essere inviata l’acqua verso le radici dell’erba od il manto in tennisolite della pista. Troppo lungo l’elenco dei particolari e dei dettagli costruttivi per essere condensati in mi articolo, che cerca solo di dare una impressione, una visione d’assieme. E ci si perdoni se in questa sintesi panoramica non ricordiamo come meritano tutti i valorosi ingegneri ed architetti che da tempi lontani, dalle prime idee di Del Debbio e di Moretti, ai progetti del compianto Roccatelli, fino all’ultima soluzione esecutiva hanno dato al tema costruttivo così alta espressione tecnica ed artistica. Personalmente sento però di dover ringraziare, nella fratellanza del lavoro, tutti coloro che hanno onerato sotto l’egida del Centro Immanti Sportivi del C.O.N.I., dal ViteUozzi al Valle, da Guidi a Lombardi, da Berti a Cosolo, a donneili, a Carré, Celestre, Borgiotti, Guiducci, Turriziani, Marchese, Starila, a tutti gli insigni docenti universitari che con pareri ed aiuti hanno portato ciascuno la propria pietra, grande o piccola, ma sempre preziosa al complesso edificio. Nessuno però, credo, se ne avrà a male se con maggiore insistenza mi termo sui nomi di Roccatelli, Vitellozzi e Valle. E sento che tutti dobbiamo sensi di gratitudine al C.O.N.I. per averci spronato e consentito la realizzazione di così bella opera. E l’opera è certamente grande, originale, degna delle tradizioni di Roma, ravvivate dal soffio impetuoso della passione sportiva che oggi circola nel popolo italiano e di cui sentiamo profondamente l’alta tensione. Una tensione spirituale che ha galvanizzato operai e tecnici, case costruttrici ed imprese a lavorare con impegno e con arte, nel tempo record di 28 mesi, per donare all’Italia un segno chiaro e forte della sua civiltà. IBrnno Zanll


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80 Ragazzi hanno segnato la “Polisportiva Cristiana,,

Adesso che i sogni sono finiti e l’albergo Golf è tornato nel silenzio verde a colloquio muto con gli abeti che si elevano verso l’azzurro simili a frati salmodianti, è cosa bella ripensare ai giorni intensi vissuti insieme a ottanta vivacissimi dirigenti sportivi del Nord. Mendelpass era un nome che diceva solo cose irreali mentre ora è diventato un simbolo vivo dello sport cristiano. A Mendelpass molti giovani hanno pianto nell’incontro — rivelazione con il Cristo Eterno Divino Atleta. A Mendelpass molti giovani hanno sorriso alla speranza nella scoperta luminosa di un mondo nuovo da costruire, di una strada nuova da fare. Io ricordo quei volti più luminosi della visione del Penegai, io ricordo quelle anime più ardenti del sole di Passo Roen. Ricordo la chiesetta alpina senza stile dove pregavano con uno stile nuovo gli sportivi del nord. Adesso che i sogni sono finiti e restano nell’anima gli echi ancora distinti delle parole calde di Aldo, delle relazioni vivaci dei vari Bertocco, Paschetta, Gomez, Dragotto, Borghi, delle barzellette pulite e brillanti di Gomez, delle « predichette » di Don Nicola, adesso voglio raccontare al mondo cristiano d’Italia il sogno degli ottanta giovani del Nord. « Ho visto una chiesa di periferia immensa di solitudine mentre la massa giovanile si riversava nei trams e nei filobus per essere scaricata presso uno stadio o un cinema vuoti di Dio. Ho visto una stanza piccola e sporca dove era scritto « Cristo regni » con dentro solo quattro ragazzetti che giocavano a ping-pong mentre nella stanza attigua un giovane prete parlava a dieci Juniores di « base missionaria ». Ho visto uno stadio di carne umana in preda ad isterismi sportivi che scagliava verso un cielo assente centomila urla frenetiche solo perché un pallone di cuoio s’éra spostato d’un

metro sul rettangolo magico dell’uomo-cambiale. Ho visto nella sede del C.I.F. gli stessi volti di donne che venivano all’adunanza di Azione Cattolica, nella sede delle A.C.L.I., gli stessi volti che frequentavano la sede degli Uomini di Azione Cattolica. Ho pensato alla massa. Ho pensato ai milioni di individui tagliati fuori dall’attività parrocchiale, a quelli che avevano posto tra loro e il prete una tragica cortina di ferro e allora è nato il nostro sogno: formare in ogni Parrocchia d’Italia la polisportiva di Gesù. Lo sport è uno dei pochi centri di attrazione della massa giovanile che ancora può essere conquistata da noi. Nelle varie espressioni sportive ogni tipo di giovane può trovare uno sbocco naturale alle sue qualità e al bisogno di evasione che è diventata la malattia del mondo moderno. Per mezzo dello sport crollano barriere ideologiche, si aprono strade a contatti nuovi e interessanti, si penetra in ambienti e in anime altrimenti impenetrabili. Ma lo sport deve essere « sport di Gesù ». Lo sport di Gesù è quello che diventa mezzo di vita soprannaturale, è quello che il Santo Padre nel 1945, in un luminoso discorso agli sportivi romani, così delineava: «...se voi vi adoperate mediante l’attività sportiva a rendere il corpo più docile ed obbediente allo spirito e alle vostre obbligazioni morali, se inoltre col vostro esempio contribuite a dare alla attività sportiva moderna una forma più rispondente alla dignità umana e ai precetti divini, allora la vostra cultura fisica acquista un valore soprannaturale ...». Lo sport è un dono di Dio fatto agli apostoli del secolo XX. Per mezzo dello sport si dovrebbe orientare il nostro apostolato parrocchiale verso nuove impostazioni se vogliamo incunearci decisamente nella massa giovanile. Gli avversari l’hanno capito e stanno spendendo grandiose energie pei- penetrare nel mondo sportivo. Noi non possiamo aspettare più. Il Santo Padre da otto anni ha detto alla Chiesa il suo pensiero augusto ed ha segnato le nuove direttive. Noi non dobbiamo aspettare più se vogliamo che le nostre Organizzazioni escano decisamente dall’ombra ed entrino ufficialmente e vivacemente nel mondo di « tutti ». Creare nella Parrocchia la polisportiva di Gesù per dare possibilità alle masse di trovare un punto d’incontro con il Cristo, per aprire tra la Chiesa e le masse un colloquio rimasto muto per tanti secoli ». Questo è stato il sogno degli ottanta giovani sportivi di Passo Mendola. Don Nicola

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Concluso a Napoli il Trofeo Nazionale a squadre di Tennis da favolo Impeccabilmente organizzata dall’ispettore Re-

Formata da atleti che rispondono ai nomi di

lerno,. ha avuto luogo a Napoli il 5 settembre, la finale del III Trofeo Nazionale di tennis da tavolo.

Montorsi (Cat. Promozione), Della Rovere (Campione italiano di 311 Cat.) e Urbani, questa squadra

Vi hanno partecipato le squadre vincitrici delle

si è dimostrata anche bene affiatala e pertanto la

quattro fasi interregionali e precisamente l’U.S.

vittoria l’ha giustamente premiata, in quanto in li-

Duomo-Folgore di Treviso, l’U.S. Crai Dipendenti

nea tecnica era anche la migliore.

Comunali di Genova, la Poi. CSI di Foligno e la

Poi. CSI di Napoli. Sin dalle eliminatorie, disputatesi la mattina, le

gare sono state combattutissime e gli atleti hanno profuso le loro migliori energie per aggiudicarsi il diritto di partecipare alla finale. Il primo incontro fra la squadra di Genova e

La squadra di Napoli, sebbene inferiore in linea

tecnica, avrebbe potuto contrastare validamente la vittoria ai genovesi, se i suoi atleti non avessero dovuto, già dalla fase eliminatoria, sottoporsi ad uno sforzo eccessivo per battere la squadra di Treviso.

Anche la squadra di Treviso, formata da Trevi-

quella di Foligno, ha visto la vittoria della prima,

siol, la rivelazione del Torneo, Furlanetto e Borto-

la quale è riuscita a piegare i folignati dopo tre

lozzi, è stata un po’ l’enfant terriblc della finale,

tiratissime partite.

in quanto, benché formata da elementi non quali-

del CSI di Napoli ha dovuto faticare le prover-

ficati dal GITET, è riuscita a tenere in iscacco le più forti formazioni.

biali sette camicie per riuscire a piegare i fortissimi rappresentanti di Treviso. La squadra di Tre-

scarsa preparazione tecnica, deficienza pienamente

viso ha avuto in Trcvisiol il suo punto di forza e si deve proprio a questo generoso, seppur un po’

giustificata dalla mancanza di una forte e continua attività pongistica in Umbria. Siamo però sicuri

troppo nervoso atleta se l’incontro è stato indeciso sino all’ultimo. Egli infatti è riuscito a pareggiare

che in avvenire Benigni e Marini, riusciranno a

Nel secondo incontro eliminatorio la squadra

La squadra di Foligno ha denunzialo invece una

le sorti dell’incontro alla fine di un epico incon-

migliorare il loro stile facendo tesoro di quanto hanno avuto la possibilità di vedere nell’interes-

tro con Servillo, che lo vedeva vincitore di stret-

sante manifestazione napoletana.

tissima misura. Il set successivo invece veniva fa-

La premiazione delle squadre partecipanti fatta

cilmente vinto dal piccolo Varlese, che con una

dall’on. Muscariello, Assessore allo Sport del Co-

condotta di gara entusiasmante, riusciva ad aver

mune di Napoli, ha degnamente conclusa la mani-

ragione del più ben dotato Furlanetto. Con que-

festazione.

sta vittoria i napoletani acquistavano il diritto di entrare in finale.

ringraziamento al maestro Parigi di Arezzo, compe-

L’incontro di finale, disputatosi nella serata, ve-

tente e preciso giudice-arbitro della manifestazione,

Chiudiamo queste note rivolgendo un caloroso

deva di fronte i genovesi ed i napoletani. I primi,

ed al prof. Salerno, infaticabile ed onnipresente or-

meno provati dall’intensa giornata di gare, riusci-

ganizzatore.

vano facilmente ad avere ragione degli avversari. Solo il generoso Servillo ha cercato, pur stremato

r

dimostrato anche una non comune abilità.

gionale CSI per la Campania, prof. Amedeo Sa-

Ad essi ed ai loro collaboratori va la gratitudine

di forze, di contrastare ai forti genovesi la vittoria,

della Presidenza e della CTN Tennis da tavolo per essersi adoperati con amorevole impegno affinché la

ma il suo sforzo è stato frustato dalla continuità dell’inesorabile condotta dei genovesi che hanno

finale avesse il più lusinghiero dei successi. F. I>.

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Dualiro "iridate'dei ’ il ciclisino italiano . . ma la prodezza di Coppi supera ogni traguardo Ha avuto ragione lui. Ventini anni di amarezze, di delusioni, di umiliazioni per il nostro ciclismo vincitore ovunque, su pista, negli inguimenti, nei giri di Francia e d’Italia, nelle competizioni a catena, chiuse dall’anello della ”Desgrange-Colombo”, meno che nella

prova maggiore dei campionati del mondo, sono stati compensati dal trionfo luganese del 2 settembre. Ed è bello che la vittoria incomparabile sia stata raggiunta in una terra dove si parla lo stesso nostro idioma, quel simpatico largo ticinese così simile in tutto al Ioni-

bardo delle alte valli, ma pur sempre straniera, a conferma di una superiorità mille volte espressa sui colli alpini e pireneici più impervi, ma mai consacrata sino ad oggi dal titolo mondiale, da quella maglia iridata che per ben due volte Fausto aveva conquistato senza


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provare l'immensa gioia di Lugano. Era infatti sì la maglia iridata, ma quella dell* ”inseguimento”, specialità difficilissima che non sintetizza tuttavia il valore superlativo del campionato su strada. Occorre proprio risalire all’ultima grande vittoria italiana a quella di Alfredo Binda nel 1942 per riavere un nome così grande, completo e meritevole, su ogni altro nel mondo, di vestire il prestigioso distintivo. E’ possibile mai infatti porre i Kaers e gli Aerts i Magne, pur grande e magnifico nella sua vittoria bernese che è stata la migliore dopo quella odierna di Coppi, i Meulemberg e i Kint, i Knecht, gli Schotte, i Fan Steenbergen i Kubler, altrettanto completo e generoso, e, infine, il buon Muller, a confronto, sullo stesso piano di Coppi? Ha avuto ragione lui. E anche tu caro Bartali, se il tuo sacrificio ha virtualmente sganciato da uno strano vìncolo te e il tuo amico e avversario — al quale del resto hai offerto dei fiori — sii egualmente contento di aver servito la buona causa dello sport. Una vittoria che ha commosso e travolto tutti, Cavanna per primo; il buon cieco di Novi che ha atteso quieto, fiducioso, nel box degli italiani, sentendo gli scatti delle foto senza purtroppo vedere, per le pupille spente, i lampi dei ”flacshs” che facevano luce agli obiettivi. Non li ha battuti gli avversari il nostro Fausto, li ha stracciati in un crescendo sbalorditivo che ha lasciato stupefatti e sbalorditi i tecnici. Solo dei giovani son venuti avanti alla ribalta del campionato, il Derjicke, il Gismondi, il nostro Defilippis e il lussemburghese Gaul, tra i quali si è inserito l’anziano Okers. Gli altri sono arrivati dieci minuti dopo il vincitore, e Kubler e Bobet e Geminiani dopo 13 minuti, quando ormai il tricolore era già salito sul pennone centrale e Coppi aveva vestita la maglia iridata, ed era andato incontro, con quella, fino in fondo al rettilineo d’arrivo ai famosi avversari, che il pronostico aveva osato porre sulla stessa linea e che giungevano madidi di sudore, letteralmente sfiniti, stronca-

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ti, ma non penso demoralizzati. In fondo li aveva battuti Fausto Coppi, e Kubler andando ad abbracciare ed a complimentarsi con il nostro campione, gli ha detto con sincerità: "Sei grande Fausto, più grande di tutti noi, è giusto ed era ora tu vincessi. La maglia iridata

F a usto Coppi E’ nato a Castellatila (Alessandria) il 5-9-1919. Altezza 1.77, pesoforma kg. 74, peso-invernale kg. 78. Dopo alcune corse con i dilettanti nel '38, divenne indipendente nel 39. Raggiunse i primi successi do,po alcune prove incolori, grazie alle sue spettacolose doti di scalatorepassista. Riassumiamone le maggiori affermazioni. Nelle competizioni su strada ha vinto: 2 Giri di Francia (’49, ’52), 5 Giri d’Italia (’40, ’47 ,’49 ’52, ’53), 3 campionati italiani (’42, ’47, ’48), 3 Milano-Sanremo (’46, ’48, ’49), 4 Giri di Lombardia (’46, ’47, ’48, ’49), 3 Giri - dell’Emilia (’41, ’47, ’49), 1 Giro della Toscana (’41), 2 Tre Valli Varesine (’41, ’48), 3 Giri del Veneto (’41, ’47, ’49), 1 Parigi-Ronibaix (’50), 1 Freccia Vallone (’50), I Gran Premio del Mediterraneo (’52); le prove su strada a cronometro lo hanno salutato vittorioso due volte nel G. P. delle Nazioni (’44, *47) e 2 volte nel, G. P. Vanini (’51, ’52). A far corona al primato mondiale dell’ora senza allenatori (1942: km. 45.798), nelle prove su pista ha aggiunto 2 campionati del mondo dell’inseguimento (’47. ’49), 5 campionati italiani dell’inseguimento (’40, ’41, ’42, ’47, ’48). Ha disputato 87 incontri ad inseguimento: ne lui vinti 59, dei quali 28 prima del limite di gara stabilito; è stato battuto 8 volte. E’ l’unico corridore al mondo che abbia vinto due volte il Giro e il Tour nel medesimo anno e che sia riuscito ad aggiudicarsi in una stagione (1949) le seguenti prove: Milano-Sanremo, Giro della Romagna, Giro del Veneto, Giro di Lombardia (tutte per distacco). Giro d’Italia, Tour de France, campionato italiano su strada in 5 prove, G. P. della Montagna nel Giro e nel Tour, campionato mondiale de’.rinseguimento, ribadendo virtualmente il risultato con Fultima strabiliante vittoria su Patterson. Nel ’49 ha conquistato la Challenge Desgrange-Colombo» nel ’47 e nel ’52 il Trofeo Gentil, nel ’47 e nel ’49 il Premio all’Atleta.

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addosso a te riacquista il significato che deve avere”. Proprio così: la maglia iridata, fasciando il torace così strano e enorme di Coppi, torna a risplendere. come in cielo i colori limpidi e nitidi dell’arcobaleno, dopo la tempesta. E forse è stata proprio una tempesta, un temporale, quella che ha per tanti anni scombussolato le nostre file maggiori. Dopo il "non c’è due senza tre” ecco il non c’è tre senza quattro: Messina, Morettini, Filippi, Coppi. Una impresa del genere solo Coppi, dagli albori del ciclismo italiano, poteva compierla, una vittoria così grande solo lui poteva raggiungerla. Ed ha voluto conquistarla di forza. Parlando con lui il giovedì prima del campionato, senza alcun occhio né orecchio indiscreto, a tu per tu, da buoni vecchi amici, quasi passeggiando a fianco, io sulla mia giardinetta, lui sull’esile "bici” bianco-celeste, con Gismondi e il giovane Ciolli, ho avuto la sensazione che quest’anno sarebbe stata finalmente la- volta buona. Mai avevo sentito Coppi parlare così sicuro di sé.

”Ho lavorato con coscienza. Mi sono preparato a dovere, posso anche aver sbagliato in qualcosa ma sono convinto di poter fare una buona corsa”. Non ha aggiunto altro Coppi, al quale si può far colpa di tutto fuorché di presunzione e di vanità. Un gruppo di suoi ammiratori ha distribuito un volantino litografato dopo la vittoria. Lo tenevano in serbo da anni: Coppi è raffigurato sul piatto di una bilancia, in bicicletta; sull’altro, abbarbicati coi critici ed i cavillosi, sono in un sol gruppo Archambaud, Schulte, Binda, Bartali e Koblet. "Fausto Coppi — dice il simpatico umoristico foglio — è sempre stato il vero campione del mondo perché: come Binda è re e signore, della montagna, come Koblet, formidabile a cronometro; come Bartali vincitore delle grandi corse a tappe; come Schulte, poderoso dell’inseguimento, come Archembaud, recordmann dell’ora”. E quale sintesi il simpatico, ori-


ginale foglio, precisava: Coppi, 13 anni di dominio, centinaia di vittorie in ogni, specialità, 3 fratture alla clavicola, l frattura del bacino, 2 anni di prigionia in Africa. Già, anche due anni di prigionia in Africa e ini. pare sia proprio questo il titolo morale più significativo per lui. E' ben lì, in divisa kaki, dietro il reticolato, lontano dalla sua casa, che Fausto ha imparato, più ancora che in corsa, a soffrire ed a vincere la battaglia contro se stesso. Da anni mancava di fiducia e forse, anche a Lugano, prima di osare, vale a dire a 90 chilometri dal traguardo, navigando con i Kubler ed i Bobet, con i Geminiani e gli Okers e i JVorting

Guido. Messina « Guido » è ancora giovanissimo poiché è nato il 5 novembre del 1931 a Monreale in provincia di Palermo. E’ una specie di « ragazzo prodigio » poiché cominciò a pedalare a 15 anni, ed a vincere. Dalla Sicilia venne a Torino nel 1947 e alla scuola di quell’innamorato del ciclismo che è Pierino Bertolazzo e sorretto dai fratelli Ghelfi, gli allevatori dei campioni, progredì rapidamente tanto che un anno dopo era già campione del mondo, ad Amsterdam. Sembrò, poi, che la sua stella si fosse oscurata. Qualche cosa non girava più; Guido si crucciava e sembrava avvilirsi.

Ma era il, logico periodo di incubazione di un atleta die aveva forzato troppo ai .primi passi della carriera. I suoi consiglieri aumentarono in seguito di un prezioso « atout », Guido Costa, l’ottimo C.T. dell’U.V.L, e Messina si riprese lentamente e progressivamente dopo una necessaria « rigenerazione ». La strada fu la sua salute, la strada che dà agli atleti la sicurezza, la forma e la condizione positiva. Quest’anno ha vinto una serie di corse su strada e con tale sicurezza ed autorità da far pensare che a’, suo passaggio di categoria ci sia posto per lui anche tra gli stradisti maggiori. Marcia in salita, fortissimo in pianura, non è tra gli ultimi in velocità. Un campione di più, dunque, che l’anno venturo vedremo alle grandi corse; perché il suo chiodo fisso è il Giro d’Italia.

i Nolten, i Rollami i Derijcke, Coppi ignorava quanto valesse. Il vero peso specifico di Coppi lo dà l'ordine di arrivo ufficiale del campionato del mondo assoluto su strada dell'anno 1953. Derijcke che a 40 chilometri dal traguardo era ancora con lui, è finito a 6’16, il piccolo prodigioso Ockers, campione belga, è a 7’33 con Gismondi; Kubler, Bobet, Geminiani e gli altri assi che rappresentano la gloria sportiva e l'orgoglio dei loro Paesi, sono a 13’. In queste cifre v'è il miglior commento della corsa di Lugano. Proprio la settimana prima i componenti della commissione tecnica deU'Unione Ciclistica Internazionale discutevano la formula del campionato assoluto su strada (attualmente in prova unica e in circuito per giunta) poiché, per quanta attenzione possano avere i promotori di ogni Paese per lo sport e il significato della massima corsa nella rassegna ciclistica mondiale, nessuno se la sente da moltianni in qua, neppure noi due anni fa a Varese, di tornare nuovamente alla vera e propria corsa su strada, quella ad ampio tracciato per intenderci, rinunciando così al massiccio incasso che il campionato dei professionisti offre a copertura totale delle imponenti spese organizzative. Ma ora che ha vinto Coppi e alla maniera che tutti sappiamo, ora che Coppi ha dimostrato come la superiorità possa esprimersi anche in un circuito, purché, sia severo e sufficientemente ampio, quasi quasi non si pensa più alle tre prove che dovrebbero disputarsi nello spazio di otto giorni (con maggiori spese naturalmente!) : la prima in linea, la seconda in salita e anch’essa in linea e la terza a cronometro sulla distanza di cento chilometri. Certo da una competizione a catena del genere non potrebbe che sortire un vero campione, un campione completo. Non si sa, tuttavia, in tal caso se verrebbe data la preferenza ad una classifica a punti oppure a tempi. Sono, però, dissertazioni, queste sulle quali avrò modo di soffermarmi in un prossimo numero. Vi è, invece, ancora da tirare le somme della spedizione azzurra in ter-

ra elvetica, a Zurigo e a Lugano. Da vari anni i dilettanti azzurri superano nei risultati e nel rendimento i professionisti, fatta eccezione per r "inseguimento”, dove abbiamo pure vinto quattro volte nelle sette edizioni disputate, due con Coppi e due con Bevilacqua; nella prova di velocità come in quella su strada siamo stati sempre battuti più o meno clamorosamente.

La situazione è mutata quest'anno: il fenomeno Patterson ha vinto l'inseguimento (ma più fenome-

MARINO MORETTINI Nato a Vedova, in Vaile Seriana, il 2 gennaio 1931, residente a Caravaggio e attualmente in servizio militare presso la caserma Gonzaga di Scandirci (Firenze), Marino Morettini vinceva la sua prima gara importante, il campionato lombardo velocità allievi, il 16 giugno 1949. Una settimana più tardi, si aggiudicava, al \ elodromo Vigorelli, il campionato italiano inseguimento allievi, indi primeggiava nel campionato lombardo su strada, a Mantova. Due competizioni su strada faceva proprio nel ’50: la Coppa Caduti (a Cassano) e la Coppa Bartoli (a Milano). Sulla pista di Fiorenz.uola, diventava campione italiano delle specialità olimpiche sul « chilometro ». Il 18 ottobre dello stesso anno, stabiliva il nuovo record del mondo del chilometro da fermo, con il tempo di l’10”6 (media chilometri 50.991). Vincitore della « Medaglia »» al Velodromo d’inverno parigino ec se. condo nel campionato italiano> di velocità olimpiche nel 1951. Al Vi. gorelli, favorendo la tattica di Sacj chi, terminava terzo nel « mondiale ». Ancora campione italiano delle specialità olimpiche, sulla pista di Como, nella prova del km. A Helsinki conquistava il titolo olimpionico dell’inseguimento a squadre ed era secondo nella „ ___ gara del chilometro da fermo. Secondo ne' « mondiale » di velocità, a Parigi. Non ancora bene allenato, quest’anno non riusciva ad andare in là del secondo posto nel campionato italiano, battuto dal veneto Pinarello. Per la terza volta campione d’Italia sul chilometro-specialità olimpiche. E’ alto 1,83, pesa 93 chili.

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no di lui è stato Bartali surclas- Ioni e fiamminghi hanno occupato sandolo al Vigorelli) ma nella ve- i posti d'onore. Sembra di essere locità maggiore: in quella dei pro- tornati al ciclismo di venti anni e fessionisti qualcosa di nuovo, o più addietro che fu caratterizzato dai duelli italo-belgi : Binda-Ronsmeglio di azzurro, sta apparendo all’orizzonte. E una volta maturi anche Ghella, Morettini, Pinarello e Maspes, potranno affiancarsi al più qualificato Succhi, il quale ha la classe e la potenza degli Arris e Van Vliet. La scuola italiana della pista, creata — è doveroso dargliene atto — dal buon Guido Costa e E’ nato ad Alice Superiore, pressorretta dai dirigenti deU’U.V.L: so Ivrea, e cioè in provincia di Torino, il 25 gennaio 1931. Come FauRodoni, Magnani, Malinverni, ha sto Coppi egli è dunque nato in dato frutti copiosi negli ultimi anun paese arrampicato sulla montani. Abbiamo di riserva, per giunta, | gna, legato al resto del Piemonte almeno una quarantina di ragazzi | da strade impervie, sulle quali un | ragazzo che abbia in se la stoffa del capaci di marciare, nell’inseguicampione ciclista sembra trovi il remento a squadre, tra i 45 e i 50 gno ideale per «farsi le gambe». E all'ora. E, ancora, gente che sul in Riccardo Filippi il Piemonte e chilometro vanta tempi eccezional'Italia ebbero ben presto uno dei loro migliori dilettanti, a cominli, europei. Non sono, comunque, ciare dal 1949, anno in cui ili suo i rincalzi che mancano, e Pattarrivale maggiore era il quasi omonison, invece, non ha dietro di sé mo Defilippis. L’anno prima Filippi quasi nessuno. aveva vinto il titolo nazionale allievi dell’U.I.S.P. ed ora, passando Così per la "strada” specialità nel ben più munito campo delnella quale Proietti, il Commissal'U.V.I., trovava modo di vincere 8 rio Tecnico dei dilettanti, lavora, sere volte, con 4 secondi posti, 4 terzi, quarti, 2 quinti e 3 sesti. Eccellenalla pari del suo collega per la i| 4 quarti. I te esordio! "pista”, con passione, con metodo, Quella stagione enunciò molte con intelligenza e concretezza. promesse: dobbiamo oggi dire che Ghidini, Ciancola, Filippi — e veFilippi le ha quasi totalmente mantenute, e tutte le avrà esaudite il ne erano almeno altri cinque come. giorno in cui avrà dimostrato di Filippi, tutti in grado di vincere il aver raggiunto un notevole ruolo titolo mondiale — sembrano tutti anche nel mondo dei professionisti, usciti dallo stesso stile. La pattued in questo avrà proseguito la sua splendida carriera. Questa'conta figlia dei dilettanti azzurri, ovunnora, compresa quella di ieri, ben que si presenti ormai, anche al30 vittorie, di cui 12 in questo sol’estero, voglio dire, sbaraglia il lo 1953. campo. Le corse dei nostri ragazzi Molte di queste affermazioni Fiin tutta Italia si svolgono al ritmo lippi le ha colte alla maniera forte per distacco. Egli è difatti atleta dei quaranta all’ora, e se Dio vuocompleto: non ha punti deboli- In le vi è in essi quel brio e quella montagna si trova (capite perché) lucentezza che vogliamo sperare si nel suo elemento, sul passo è inesoinietterà quanto prima anche tra i rabile, del suo « sprint » parlano oggi le cronache. E’ atleta perfetto, professionisti, sempre che si riesca diremmo. Alto un metro e ottana smorzare, a spezzare, anzi, quel tuno, pesa poco meno di 86 chili. servilismo dannoso che, se fa coHa una capacità respiratoria di 6,600, modo agli assi, non piace al pubtale da primeggiare anche tra i più dotati «assi». E il suo polso è da blico. Al pubblico piacciono le afcampione: 36 pulsazioni al minuto fermazioni convincenti, di forza, primo. decise. Colse le sue prime vittorie per

RICCARDO FILIPPI

Così, pur facendo un magnifico e perfetto gioco di squadra, i dilettanti hanno dominato in corsa da un capo all’altro. Anche nella prova di questi, come in quella dei professionisti, i belgi sono apparsi i migliori del lotto. Brillanti, aggressivi, continui, i dilettanti vài-

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una modesta, meritevolissima società, la Vigor di Ivrea. Passato poi nella solida squadra della S.I.O.F. di Pozzolo Formigaro (e Cavanna gli fu largo di consigli), ha ora dedicato anche una delle sue vittorie — la più sonante — alla maglia più. ambita: quella azzurra della Nìtr zionale.

se. Il Belgio ha piazzato nelle prove su strada dei dilettanti quattro uomini nei primi nove: i poderosi Van Dooy, il generoso e continuo Van Aerde, il cani pione olimpionico Noyelle, rispettivamente terzo, (piarlo e quinto e infine Van der Brekel al nono posto, dopo lo spettacoloso tandem costituito dalle due maglie azzurre di Filippi e di Nencini e ben tallonati dal trio italiano costituito da Gianneschi, Fabbri e Pontini. Proietti li aveva istruiti a dovere, e i suoi ragazzi sono apparsi decisi e pronti nei ri-

flessi.

In ogni gruppo in fuga, nella gara dei dilettanti, vi era una maglia azzurra. Questo era l'ordine di scuderia, e questo è stato eseguilo alla lettera, così come Gianneschi, Fabbri e Ronzini, che avevano già speso non poco nella prima parte della gara mantenendosi costantemente nelle primissime posizioni, hanno "tenuto” intelligentemente gli avversari al momento dello scatto di Filippi e di Nencini. Ed è stato questo il colpo magistrale nella grande orchestrazione azzurra. I nostri ragazzi, infatti, sono abbastanza veloci — Ronzini in specie — ma non conveniva presentarsi negli ultimi chilometri con tanti belgi nel plotoncino di testa e ancora con il pericoloso Dalgaard, tanto più che, venuto a mancare Zucconelli (il meno brillante dei nostri e tuttavia meritevole della maglia azzurra per aver già sulle spalle quella tricolore) non avevano la carta sicura per vincere lo sprint. L’azione perciò di Filippi e Nencini era pressoché indispensabile ed è stata piazzata al momento opportuno.

Nel punteggio totale l’Italia ha sommato 33 punti e il Belgio, che è stato il degno competitore dei nostri, è soltanto a quota 10: l’Olanda a 6, l’Australia a 5, la Francia, in autentica débàcle, a 4. la Danimarca a 3 e infine, la Germania e l’Inghilterra con un solo punticino, frutto, vuol dire, del piazzamento al terzo posto di uno dei nove campionati di oggi, che si aggiungono alle 11 vittorie olimpioniche.

Natale Bertocco


I CALCIATORI ITALIANI TRA DUE FUOCHI

TRA SUD AMERICANI E NORDICI IN ATTO LA GUERRA FREDDA La "legge catenaccio” riguardante i calciatori stranieri, e la conseguente calata di moltissimi italo-americani (o presunti tali), ha fatto tornare d’attualità un vecchio dilemma : è migliore il foot ball sud americano, o quello nordico? Il problema è. di palpitante attualità, perché sono ancora parecchi gli assi svedesi, norvegesi, danesi ecc. che giocano nelle nostre squadre, specie nelle migliori: si tratta di problema interessante, completamente diverse essendo le due concezioni di intendere il foot ball, trovandoci inoltre dinnanzi ad atleti che niente hanno in comune né tecnicamente né psicologicamente. L’Italia si trova in mezzo ad una tale guerra fredda, che dovrebbe risolversi a favore dei sud americani per lenta sparizione dei calciatori nordici dai nostri campi: c’è da augurarsi peraltro che tale pacifico conflitto riesca a portare dei benefici influssi al calcio indigeno, che assorbendo quanto meglio vi è nelle due scuole, potrebbe risultarne irrobustito ed avvantaggiato da un tale cozzo. Noti i motivi e le ragioni dell’insanabile divergenza tra le due scuole, divergenza che è anche il prodotto di caratteri e di concezioni di vita, che non hanno un benché minimo punto di contatto. I sud americani, di temperamento caldo e generoso, amano gingillarsi in dribbling.* insistenti e chilometrici, preferendo indugiarsi in quelle evoluzioni artistiche che fanno andare in solluchero le folle. I sud americani sono degli artisti della palla rotonda, degli artisti che iterò hanno bisogno di lavorare in compagnia, ben raramente essendo in grado di emergere isolatamente. La scuola d'oltre Oceano è stilisticamente raffinata, ma praticamente dubbia: è una scuola che insegna a trattare il pallone con eleganza quasi incredibile, ma che spesso dimentica di giungere al bandolo della questione, che è poi quello di mandare la palla in rete. I calciatori sud americani hanno un carattere gioioso e burlesco: nati in una terra che è tutto incanto ed allegria, essi- trasfondono sul campo la loro gioia di vivere, ìl~loro irrefrenabile bisogno di compiere con il cuoio, le cose più astruse e più strambe. Sono dei giocolieri che amano mirare dritto al cuore della folla, per strappare gli applausi. Si tratta, l’abbiamo detto, di caratteri e di concezioni di vita dia• metralmente all’opposto. Gli argentini, i brasiliani, gli urttgua-

lani ecc. giungono sotto le porte avversarie, attardandosi in palleggi ammirevoli. passandosi e ripassandosi la palla, giocherellando con il cuoio: i loro goals non hanno l’impronta della prepotenza ma della leziosità, e del narcisismo ed tinche i cannonieri al fulmicotone infondono nel tiro una certa grazia civetta, ed un particolare ed inconfondibile stile. Avviene però che non sempre i singoli giocatori sud americani quando sono trapiantati in altra squadra, riescono a trovare il giusto ritmo. Se sono fuori classe lo trovano dopo un po’, altrimenti è raro che essi emergano, continuando piuttosto a vivere isolati nelle loro concezioni e nel loro modo di intendere il

foot bali.

Per questo nel corso del presente campionato italiano, vanno seguite con curiosità le prove degli assi sud americani, che le nostre, squadre hanno importato e che presumibilmente in futuro ancor più numerosi ingaggeranno, magari inventando diabolicamente delle inesistenti parentele, come è successo ad esempio nel caso del romanista Ghiggia. E’ indubitato comunque che questi atleti porteranno tra noi un sensibile contributo all’affinamento del nostro gioco, e serviranno certo ad alzare di tono lo spetta-

colo, caduto parecchio in basso negli ultimi tornei. E qui ecco al banco degli imputati i calciatori nordici: calciatori freddi, calcolatori. specie in area di rigore. Se il sud americano è estemporaneo nelle sue creazioni calcistiche, il nordico si attiene a degli schemi fissi, e da quegli schemi raramente si stacca. Ancor più del sud americano, il nordico si sperde se si trova isolato, e prova ne sia che grande fortuna fecero presso di noi il trio degli svedesi del Milan, ed il celebre duo K. Hansen-Soerensen dell’Atalanta e che attualmente bene promettono le mezzeali della Lazio. Gli atleti nordici sono dei ragazzi modello, e dei professionisti seri e coscienziosi: per questo noi li ammiriamo. Ma purtroppo il loro pur stupendo modo di giocare, è tanto diverso dal nostro che ben scarso contributo essi hanno portato neU’affinamento e nella formazione tecnica dei giovani calciatori italiani. Vogliamo dire che i Praest, i Green, i Nordahl, gli Hansen, i Predescn. i lìronée, i Jcppson ecc. fanno numero a se e lo continueranno a fare, ma che i rappresentanti del nostro calcio, non assimileranno mai nulla da questi campioni, essendo essi psicologicamente di-

Serenità famigline» di Bredosen.

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— versi, e quindi ma! disposti ad apprensupcriore a quella di Jcppson, altro tidere le pur stupende lezioni che i norpico prodotto nordico, ed altro fuori dici domenicalmente impartiscono negli classe che se in giornata di vena, non stadi italiani. ha avversari in grado di resistergli. La Così impostato il problema e per merassegna degli svedesi potrebbe contiglio chiarire il nostro concetto, citiamo nuare con il volenteroso Liedholm, con due calciatori per ogni nazionalità noril tecnico e volitivo Lofgren, con lo dica o sud americana, che ha i suoi rapspumeggiante Skoglund. con Lesile Palpresentanti in Italia. Per l'Argentina: mer ecc.. tutti atleti meritevoli di citaRicagni e Martegani ; per l'Uruguay : zione e bravissimi. Chiggia e Fidai; per hi Svezia: Green Tra i danesi J. Hansen ha assimilato e Nordhal; per la Danimarca: J. Hansen ormai il nostro gioco: è un atleta podee Soerensen; per la Norvegia: Bredesen roso. sul cui rendimento si basa quello e Barsen. dell'intera Juventus. Ila al fianco un alRicagni è il classico -calciatore sud tro fuori classe: quel Praest, che è senza americano: la Juve che già ebbe. Martidubbio l'ala più poderosa del mondo, no, sta ritentando con il goleador arben più poderosa dei campioni del morigentino. Ricagni è un fantasioso, che però ha uno spiccato senso della rete, e che ha lasciato molti rimpianti nel suo paese. Olivieri si domanda tuttora se il duo Ricagni-Hansen, sarà in grado di intendersela, e per la verità in questo dilemma risiedono le speranze nere di disputare un campionato travolgente. Anche Martegani è un estemporaneo ed un geniale del calcio: è da parecchio tempo tra noi, e quindi abbiamo ‘l i ’ avuto occasione di conoscerlo molto bene. Sarà in coppia con Giarrizzo (l’argentino che la Juventus ha prestato al Palermo) e v’è da notare che il principe Lonza ha giocato un'ottima carta, affiancando un argentino ad un altro argentino. * Della coppia di ali campioni del mondo, se ne dicono mirabilie, e per la verità Ghiggia e Fidai qualcosa hanno già fatto intravedere. Ghiggia è geniale, ed ha ttn dribbling entusiasmante : è anli ■■ " che duro e puntiglioso, la qual cosa gli r.;; ■ potrebbe costar cara sugli infuocati cam. ; pi italiani. Siamo di fronte indubbiamente ad un grande giocatore, che però troppo spesso ama abbandonarsi ad azioni L’italo - uruguaiano Ghiggia personali, che rallentano il ritmo della nuovo astro della Roma. squadra e favoriscono l’avversario, che da noi sta sopra, all’ala affidata alle sue. cure controllandola da lontano come avviene in Sud America. Più "europeo" di Ghiggia è il suo collega Fidai, che nella Fiorentina ha trovato presto l’accordo con Gratton. A stare alle dichiarazioni ■ di Bernardini, Fidai è un’ala potente e dal tiro "proibito". An-he uruguaiano è il bolognese Garcia, che Fieni ben volentieri avrebbe ceduto per il suo caratiere focoso. E passiamo ai nordici. Gli svedesi tengono ancora banco per numero e qualità. E’ stato anzitutto smentito il trio del Milan, con la partenza di Green per Firenze. Green appunto ha qualcosa di sud-americano in quel suo palleggio raffinato, ed in quella sua stilisticamente perfetta concezione del passaggio, che è sempre morbido e preciso. La classe del < professore > è grande, ma non sempre si addice all’economia della partita- Sono noti a tal proposito i diverbi tra Green e Tex allenatore del Milan Sperone, ed i fatti hanno dato ragione all’attuale trainar laziale, che voleva dal Grenoli un gioco più spicciativo e più pratico. Tra gli svedesi in Italia Gunnar Nordahl, tutti sovrasta per potenza di tiro e per vigoria atletica. La sua potenza è persino Il palermitano Glarrtizo e Io Inventino Rlcagnt

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</o dell’Uruguay. Del lungo e simpatico simpatico Jlton, diremo che egli è il più serio ed tl più onesto tra i calciatori stranieri che da parecchi anni siano venuti in Italia. Quanto a Soerensen, l'anziano danese lece furore con Karl Hansen nell’Atalanla: è un giocatore solido ed intelligente, ed il Milan dovrebbe non risentire la partenza di Green. Ancora in tema di danesi, tipo a parte è Bronce, che se in annata ”si" ha il bernoccolo del bel pioto: ma Bronèe è ormai più dalla parte dell'Italia, che da quella della Danimarca. Tra i norvegesi Bredesen è un autentico /uori classe, sebbene sinora il suo rendimento sia stato piuttosto saltuario. Il biondissimo laziale con la palla tra i piedi sa quello che fa. e certe sue azioni fanno rimanere sbalorditi. Si badi bene che Bredesen ha appena vent'anni, e che quindi molto può progredire: è un ragazzo serio, dal gioco istintivo, che quest'anno promette grandi cose. Larsen invece è meno classico di "BrecT’: è uno sgobbone, che sfacchina per il campo, e che si rende utile alla sua squadra. Il Genoa non dovrebbe pentirsi del suo acquistoin mezzo a tanti campioni, e presi nella morsa di due scuole opposte, sarà interessante vedere quale evoluzione subiranno i nostri calciatori, specie i più giovani tra essi. E' indubitato che per temperamento e per concezione, gli italiani sono più portati verso i sud americani che verso i nordici, ma è altrettanto vero che con quasi certezza, i giocatori indigeni saranno in grado di costruire un loro fool ball, eclettico ma adatto al particolare modo di vedere degli italiani, che, se non si assuefaranno mai agli schermi degli svedesi, dei danesi, dei norvegesi ere., non potranno mai individuarsi con i brasiliani (detto per inciso, il Brasile non ha mandato tra noi suoi rappresentanti di grido), gli argentini, gli uruguaiani ecc. Il campionato ’53-’54 ha dunque nel suo seno i germi della più accesa polemica. Da una parte i sud americani con la loro fantasia e con i loro dribblings spinti all’eccesso, dall’altra parte i nordici con il loro gioco compassato e freddo, con i loro passaggi in profondità, con il loro gioco compassato e freddo, con i loro passaggi in profondità, con i loro schemi fissi: in mezzo gli italiani, che sotto la guida dei Piani, dei Bernardini, dei Farglieli degli Sperone, dei Foni, degli Olivieri, dei Monzeglio ecc. tentano la grande impresa di costruirsi un loro gioco, che possa ridare al calcio azzurro il lustro e la gloria dei tem pi passati. A mo’ di conclusione, il lettore certo domanderà maliziosamente a quale delle due scuole antagoniste, si indirizzino le nostre personali preferenze. Risponderemo citando il caso dell’Ungheria: la nazionale magiara ci dette l’impressione di essere tanto ricercata quanto pratica, di sapere divertire e di saper mirare al sodo. Ed è appunto questo il foot ball che noi preferiamo, sia esso di marca sud americana o di marca nordica.

Enzo Sasso


MORALIZZIAMO IL CALCIO ITALIANO

I! Illffl [(MICHE itili Inkrakii i li .ri: I Sentimenti IV al lavoro nel giorni Tarlali—

Le deliberazioni del Consiglio Federale sugli emolumenti dei calciatori, sono giunte opportune e tempestive. L’apposita Commissione Economica, dopo aver studiato minuziosamente la situazione, ha stabilito dei minimi e dei massimi che i calciatori, volenti o nolenti, dovranno accettare. Questa degli stipendi, è una vecchia storia che in passato sollevò polemiche a non finire. In effetti succedeva che le società quasi mai rispettavano le cifre ufficiali, dando corso invece alle richieste più o meno ragionevoli degli atleti. Logico perciò che il massimo organo federale, si sia preoccupato di affrontare e risolvere un problema che ha sempre creato delle insanabili divergenze tra società e giocatori. In che cosa consistono queste deliberazioni del Consiglio Federale? Presto detto. Nell’indicare dei limiti tassativi, c nel dividere, come vedremo, i calciatori in diverse categorie. Si tratta dei famosi minimi e massimi, che non hanno incontrato il favore dcH’Associazione Calciatori. L’intervento dell’organo rappresentativo dei giocatori, è stato variamente commentato. L’A.I.C. ha protestato specie per ciò che riguarda i massimi di stipendio, nonché le divisioni dei suoi affiliati a seconda che appartengono a città più o meno popolose. Non possiamo essere d’accordo con l’A.I.C., per svariate ragioni. Innanzitutto i « massimi » sono i più indicati per prevenire le pazzesche richieste di alcuni « campioni ». In altri termini il calciatore dovrà accontentarsi di quel dato stipendio, altrimenti sarà deferito al Consiglio Federale, e per lui la carriera potrà finire Così. Non sembri ciò un assolutismo dittatoriale, o peggio un arbitrio perpetrato a datto dei professionisti. Nel calcio italiano il professionismo è ancora di là da venire, ed è pertanto

logico che chi di dovere si preoccupi di moralizzare il campo degli stipendi e dei premi, un campo inquinato più di qualsiasi altro. L’Associazione Calciatori non ha considerato che gli atleti, spesso e volentieri, mancano nelle richieste di quel minimo di buonsenso, che sempre dovrebbe guidare gli atti umani. V’è di più. Essi sinora sparavano una cifra, e subito aggiungevano che in caso le società non avessero soddisfatto i loro desiderata, l’Avenlino era ad attenderli. Purtroppo le società quasi mai avevano la forza di far rispettare i propri diritti, rimanendo in balìa di giovanotte!!!, che spesso da poco avevano superato i vent’anni. Questo l’A.I.C. non lo ha considerato? Evidentemente sì, ma non con la dovuta obiettività, ponendosi piuttosto dalla parte dei calciatori, o almeno considerando la posizione di detti calciatori sotto un aspetto professionistico, oggi come oggi, per le note ragioni, scartabile a priori. Quando i calciatori si mostreranno all’altezza della situazione, allora il professionismo potrà considerarsi una necessità, allora e non prima: per ora ci vorrà il pugno di ferro, quel pugno di ferro che le società per comprensibili ragioni non hanno mai adottato. A questo proposito noteremo che le società dovranno far pervenire alla Federazione i contratti stipulati con la firma dei calciatori. In caso di mancata adesione, il giocatore sarà automaticamente squalificato per un anno. Non si scherza dunque, e questo vorremmo comprendessero gli atleti, sinora troppo abituati a fare i loro comodi. Sarà anche compito dell’A.I.C. far rinsavire i propri affiliati, ed a questo l’ottimo presidente Zanchi e l’instancabile segretario Masera siamo certi attenderanno con zelo, cercando di aiutare la Federazione con un fattivo contributo.

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lioni 500 mila; sesta: 2 milioni: settima: 1.500.000; ottava: un milione; nona: 500.000. Ecco ora le cifre per la serie B. Categoria A: città fino a 100 mila abitanti: categoria B: da 100 mila a 250 mila; categoria C: oltre 259.000. Stipendi: cat. A: minimo 35 mila, massimo 65 mila; catcg. B: minimo aumento del 10%, massimo del 15%; categ. C: aumento minimo 20%, massimo 25%. Indennità di famiglia come per la serie A.

II ìllarclinsc Midolli Presidente della Commissiono Tecnica Federalo.

Passiamo ora alle cifre. Per la serie A (come per la B e la C) sono state stabilite, come già abbiamo accennalo, tre categorie. La prima per le squadre di città fino a 300.000 abitanti, la seconda da 300 mila a 600 mila abitanti, la terza infine oltre i 600 mila abitanti. Per la categoria A lo stipendio minimo è di 45.000, quello massimo di 80.000. Per la categoria B, si registra un aumento del 10% std minimo e del 30% sid massimo: per la categoria C l’aumento sarà rispettivamente del 30% e del 40%. Non sono certo stipendi di... fame, e d’altra parte la sperequazione tra piccole e grandi città, si rende necessaria, ben diverse essendo le disponibilità tra le società provinciali e quelle metropolitane. Su detti stipendi è stabilito un aumento del 10 per cento, quale indennità di famiglia. Per ciò che riguarda i premi di riconferma ai titolari, ecco le cifre: categoria A: minimo 300.000, massimo 1 milione 200 mila. Categoria B: minimo 400.000, massimo 1.800.000. Categoria C: minimo 500.000 massimo 2.500.000. Da notare che le squadre appartenenti a città con oltre un milione di abitanti, potranno portare i premi sino ai 3 milioni. Per le riserve i massimi divisi per categoria sono: 200 mila, 300 mila e 400 mila. Mentre i premi di rendimento e di disciplina sono facoltativi, i limiti dei premi punto sono i seguenti: in casa: minimo 10 mila, massimo 15 mila; in trasferta: minimo 15 mila, massimo 25 mila. Per ciò che riguarda questi premi punto, la Federazione ha dato facoltà alle società di aumentare i massimi in tre partite ogni stagione: comunque dovrà essere data comunicazione tempestiva alla lega Nazionale di queste partite. Per i premi classifica, ecco i limiti: prima classificata: 9 milioni complessivi; seconda: 5.500.000; terza: 3.500.000; quarta: 3 milioni; quinta. 2 mi-

Premi di riconferma titolari: cat. A: minimo 100 mila, massimo 100 mila: catcg. B: minimo 150 mila, massimo 750 mila: catcg. C: minimo 200 mila, massimo 850 mila. Riserve: massimi a seconda della categoria: 75 mila, 100 mila e 125 mila. Premi punto: in casa: minimo 5000, massimo 7 mila. In trasferta: minimo 10 mila, massimo 15 mila. Sono ammesse come per la serie A le tre pari ite straordinarie. Premi classifica : prima c seconda classificate: 4.500.000; terza : 2 milioni; quarta: 1.500.000; quinta: un milione; sesta: 800.000; settima: 650 mila; ottava: 450 mila; nona: 250.000. Gli stipendi per la serie C sono i seguenti: categoria A (città fino a 50 mila abitanti): minimo 20 mila, massimo 40 mila; categ. B (da 50 mila a 150 mila): aumento minimo 10%, massimo 15%; categ. C (oltre i 150 mila): aumento minimo 20%, massimo 25%. Per ciò che riguarda infine la quarta serie, la Commissione Economica ha stabilito una indennità di mancato guadagno (massimo 16 mila) cd una indennità di residenza (30 mila). Queste le delibere rese esecutive dal Consiglio Federale per la stagione ’53-’54, e che sono esaurienti sotto tutti i punti di vista. Una riforma economica che da moltissimo tempo s’imponeva, e che finalmente è stata varata con acume e buon senso. Sta ora ai calciatori ed alle società rispettare queste nonne, e nel caso di inadempienze la Commissione Economica interverrà con tempestività e con severità. D’altra parte a quei calciatori che dovessero dichiararsi insoddisfatti delle cifre sin qui esposte, ricorderemo quanto viene a prendere un calciatore inglese, dopo gli ultimi aumenti. Il salario massimo settimanale che era di 14 sterline (22.400 lire) è stato portato a 15 sterline (24 mila lire): questo durante la stagione. Nell’estate la paga che era di 10 sterline (16 mila lire) è stata aumentata a 12 sterline (19.200 lire). Il compenso per le partite internazionali che era di 30 sterline (48.000 lire) è stato portato a 50 sterline (80 mila lire). Come si vede un professionista inglese, viene a guadagnare meno di un quasi dilettante italiano. V’è solo la differenza delle partite internazionali: ed a pensarci bene chissà che i nostri campioni non si dichiarerebbero entusiasti di vestire la maglia azzurra, sapendo di poter guadagnare un bel gruzzolo. Se abbiamo importato dalla Gran Bretagna il sistema, perché non tentiamo di imitare anche quest’ultima innovazione? Tcenlcus


La parola a Taruffi

nel dissidio:

Musetti - Gilera Dopo le polemiche, alle quali la Casa Gilera è sempre rimasta estranea, sorte in conseguenza della mancata presenza del corridore Masetti alle corse del Campionato del Mondo (e dopo le dichiarazioni dallo stesso fatte in Italia su tale argomento), quale Direttore sportivo della Casa Gilera desidero fare il punto su quanto è successo. Secondo Masetti in questo campionato del mondo sarebbero stati favoriti i corridori inglesi in quanto la mia Casa avrebbe fornito loro delle macchine migliori di quelle messe a sua disposizione. Preciso, invece, in piena coscienza, che le macchine della Gilera sono praticamente tutte uguali; impossibile, quindi, fornire coscientemente ad uno qualsiasi dei nostri corridori una macchina che possa essere migliore delle altre. Per chiarire, in Olanda feci provare e scegliere a Masetti ben tre macchine e dato che i tempi da lui forniti con le prime due non erano tra i migliori, volli affidargli, per eliminare qualsiasi suo dubbio’, la macchina delle tre che, provata da altro nostro corridore, aveva stabilito uno dei migliori tempi delle prove. 11 comportamento in corsa di Masetti confermava, purtroppo, ch’egli non sembrava essere in grande forma. Lo stesso Masetti, del resto lo riconosceva dichiarandomi (sono sue parole) di non sentirsi più di correre il rischio troppo forte delle prove molto combattute della categoria 500 dell’attuale Campionato del Mondo. Di fronte alle sue franche dichiarazioni, credetti opportuno permettergli di astenersi dal partecipare alla gara di Francorchamps. Rientrato poi in Italia, Masetti dava della vicenda una ben diversa versione per cui mi preoccupo di inviargli una lettera del seguente tenore: « Caro Masetti, rientrato in Italia ho appreso con dispiacere che Lei avrebbe dato della sua scarsa prestazione di Assen una versione diversa da quella da Lei dichiarataci dopo la corsa. Per questo avevamo giustificato la Sua mancata presenza in Belgio. Se Lei effettivamente attraversa un periodo di crisi, come ci ha affermato ad Assen, non siamo certo noi a spingerlo ad affrontare nuovi rischi. Se invece dubitasse che noi non Le mettiamo a disposizione una macchina adatta, si convinca che è in errore. Del resto sa quello che abbiamo fatto per Lei ad Assen, ed è anche nostro interesse affidarle una macchina degna del Suo prestigio. L’attendiamo perciò, in Germania, a Schotten, dove saremo mercoledì sera all’Hessisches Haus. Se Lei avesse occasione di passare ad Arcore io sarò colà lunedì nel pomeriggio e mi farà molto piacere incontrarLa. Molti cordiali saluti ». Dopo quanto sopra esposto desidero riaffermare che la Casa Gilera, con sereno ed obiettivo senso di sportività, desidera che tutti indistintamente i suoi corridori possano difendere, iter quanto sia possibile, il proprio nome, ma desidera anche che essi

fi. Duke su filiera è giù virtualmente campione del mondo 1953.

difendano quello della Casa che dà loro i mezzi per competere e possibilmente vincere. Se la Casa Gilera è grata a Masetti per i due campionati mondiali vinti, Masetti, mi pare, dovrebbe del pari essere grato alla Casa Gilera che gli ha fornito il mezzo per vincerli. Ing. Piero Tarulli

LE TAPPE DELLA “GILERA ìì NEL CAMPIONATO MONDIALE 1953

27 giugno GRAN PREMIO D’OLANDA 1° assoluto G. DUKE alla media di Km. 160,895 2" R. ARMSTRONG 3" G. COLNAGO

5 luglio

GRAN PREMIO DEL BELGIO 1° assoluto A. MILANI alla media di Km. 177,032 2- R. ARMSTRONG Giro più veloce: G. DUKE alla media di Km. 1S0.S96

2 agosto

GRAN PREMIO DI FRANCIA 1° assoluto G. DUKE alla media di Km. 130 2° R. ARMSTRONG 3" A. MILANI Giro più veloce: R. ARMSTRONG alla media di chilometri 132,754

23 agosto

GRAN PREMIO DI SVIZZERA

1° assoluto G. DUKE alla media di Km. 158,015

2« A. MILANI 3" R. ARMSTRONG 4« G. COLNAGO 6 settembre

GRAN PREMIO ITALIA

1” assoluto G. DUKE alla media di Km. 160,400

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i ilo 00 nò Colnago II nuovo giovanissimo «osso» «lolla filiera a tutta manetta.

IL LIBRO D’ORO DEL CAMPIONATO MOTOCICLISTICO DEL MONDO CONDUTTORI

1949 Cl. 125 cc. Cl. 250 cc. Cl. 350 cc. Cl. 500 cc. Categ. Side 1950 Cl. 125 cc. Cl. 250 cc.

CI. 350 cc. Cl. 500 cc. Categ. Side

1951 Cl. 125 cc. Cl. 250cc. Cl. 350 cc. Cl. 500 cc. Categ. Side 1952 Cl. 125 cc. Cl. 250cc. Cl. 350cc. CL 500cc. Categ. Side

Nello Pagani ~ Bruno Ruffo " Freddie» Frith Lesile Graham Eric Oliver/Jenkinson Bruno Ruffo Dario Ambrosini Bob Foster Umberto Masetti Eric Oliver/Dobelli ~Carlo ' *Ubbiali ........... Bruno Ruffo

Geoffrey Duke Geoffrey Duke Eric Oliver/Dobelli ~Cecil Sandford' Enrico Lorenzetti Geoffrey Duke Umberto Masetti Cyril Smith/Clements

Italia Italia Inghilterra Inghilterra Inghilterra Italia Italia Inghilterra Italia Inghilterra Italia Italia Inghilterra Inghilterra Inghilterra Inghilterra Italia Inghilterra Italia Inghilterra

Mondial Guzzi V elocette A.J.S.

Mondial Benelli Velocette Gilera Norton Mondial Guzzi Norton Norton Norton M.V.-Agusta Guzzi Norton Gilera Norton

MARCHE 1949

1950

1951

1952

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Classe 125 cc. Classe 250 cc. Classe 350 cc. Classe 500 cc. Categoria Side Classe 125 cc. Classe 250 cc. Classe 350 cc. Classe 500 cc. Categoria Side Classe 125 cc. Classe 250 cc. Classe 350 cc. Classe 500 cc. Categoria Side Classe 125 cc. Classe 250 cc. Classe 350 cc. Classe 500 cc. Categoria Side

Mondial

Moto Guzzi Velocette A. J. S. Norton Mondial Benelli Velocette Norton Norton Mondial Moto Guzzi Norton Norton Norton M.V.-Agusta Moto Guzzi Norton Gilera Norton

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a LA CASSA DI PREVIDENZA PER L’ASSICURAZIONE DEGLI SPORTIVI. — La «Rivista di diritto sportivo », nel fase, u. 2, pubblicato in questi giorni, reca, tra l'altro, un importante articolo in cui si riassumono i dati relativi al funzionamento della Cassa di previdenza per l’assicurazione degli sportivi (Sportass) dal 1935 al 1952. Da essi risulta che nel 1952 gli sportivi assicurati furono oltre un milione, e che i premi incassati dall’Ente ammontarono a circa 184 milioni di lire. Giova rilevare che, nello stesso anno, l’importo dei risarcimenti pagati dalla Cassa fu di circa 257 milioni. Interesserà conoscere che, fra le Federazioni sportive che lamentano il maggior numero di sinistri, primeggia il calcio: e ciò è ovvio data la diffusione di questo popolarissimo sport. Laddove il pugilato — che pure passa, tra i profani, come uno degli sport più pericolosi — presenta una bassissima cifra di sinistri (144), di gran lunga inferiore a quella lamentata da altri settori sportivi ugualmente importanti, quali la caccia, il ciclismo e gli sport invernali. E’ notevole, infine, come gli sport del mare — canottaggio, vela e motonautica —.in una con il tiro a volo e gli sport equestri, non abbiano lamentato, nel 1952, alcun sinistro. Gli appassionati di pattinag gio a rotelle possono leggere nel fascicolo il testo di una sentenza che ritiene lecito l’esercizio di tale sport sulle pubbliche strade, e nella quale, in sostanza, il pattinatore è considerato né più né meno che un pedone: laddove, nella legislazione inglese, egli è stato assimilato al « velocipedista ». Notevole una decisione del Tribunale di Roma, con la quale vengono stabiliti i limiti entro i quali l’Autorità giudiziaria ha facoltà di sindacare i provvedimenti disciplinari che una associazione sportiva abbia adottati nei confronti di un socio. Infine il fascicolo contiene un interessante articolo sul tema « invasione di campo »: vale a dire uno degli argomenti più controversi e di più scottante attualità. A.I.S


Dalla Val d’Aosta, fantasiosa e toccante per la sua storia millenaria, il Trofeo della Montagna, tenuto a battesimo sulle pendici dell'Emilius e di Pila, si sposta, giusto alla V edizione, nella stupenda Val di Fieni me, nel cuore del Trentino, dove la fiamma italica e alpina divampa, più che mai vivida ed espressiva. Nel Trentino il CSI porla le sue tende organizzative, nel senso più concreto della parola, per impiantare il vasto teatro di gara della, competizione che a giusto titolo può essere considerata la maggiore rassegna agonistico-alpina nazionale sui costoni che sono a vis-a-vis dell’Atemar, del Vajolet e del Sella spingendosi quanto più in alto possibile per scorgere l’inconfondibile sagoma, del Cimon della Pala. A Moena, perla di prima grandezza della magnifica comunità della Val di Flemme, si ritroveranno i concorrenti che da anni ormai gareggiano ad ogni settembre per il Trofeo della Montagna, affratellati come in poche altre manifestazioni per quello spirito che alimenta e rinvigorisce gli amanti dei monti e delle dure e perigliose ascese; i ragazzi in grigio-verde con quelli delle valli e delle pianure, sospintiverso le alte cime dolomitiche da un comune ideale. Per la realizzazione del V Trofeo il CSI chiede alle Autorità del Trentino, e a quelle della Val-di Flemme, collaborazione e comprensione, mentre è lieto di avere questa volta a fianco, per la esplicazione dei complessi servizi tecnici ed organizzativi, la Scuola Alpina delle Guardie di P.S. che se pur giovane di vita, vanta già al suo attivo, significative. vittorie nello sport della neve e della montagna. Alle Autorità del Governo e Militari, agli amici del Comitato organizzatore ed esecutivo, ai componenti delle staffette, la Presidenza del CSI porge con l’affettiloso ringraziamento, il benvenuto a Moena.

Dalla Val d’Aosta alla Val di Fiorarne V-TKCFEC

2.0 SIITJ


PROGRAMMA Martelli 15 settembre:

Ore 20

Chiusura delle iscrizioni.

Venerdì 1S settembre: arrivo a Moena delle staffette partecipanti al V. Trofeo della Montagna. 18 - Sala Sport: Riunione plenaria del Comitato esecutivo. Giuria, Capi Servizi Tecnici Collegamenti, organizzativi e sanitari. Die

Sabato

I!) settembre:

dalle ore S.30 alle ore 12 e dalle ore 11 alle ore 17. Visita medica obbligatoria dei componenti delle squadre cittadine e valligiano presso l’Ambula torio Comunale. Ore 15-18 - Sala Sport: Verifica documenti, ratifica iscrizione e punzonatura dei concorrenti. Orc 18 - Sala Sport: Riunione plenaria Giuria — accompagnatori e capi-squadra delle staffette partecipanti.

Domenica 20 settembre: Ore 7,45 - Riunione in Piazza delle staffette partecipanti in tuta e numero di gara. Ore 8 - Messa al Campo in suffragio dei Caduti della Montagna. Ore 8,30 - Raduno staffettisti della III frazione e partenza per il rifugio Lusia sugli automezzi messi a disposizione dall’ispettorato della P.S. Ore 9 - Partenza concorrenti per la frazione della categoria cittadini.

Ore 9,20 - Partenza concorrenti per la 1. frazione della categoria valligiani. Ore 9,40 - Partenza concorrenti per la 1. frazione della categoria militari.

Ore 13,30 - Riunione Giuria per la proclamazione dei risultati. Ore 15,30 - Premiazione Ufficiale del V Trofeo della Montagna.

ba, fantasiosa visiona di Moeoa In Val di Flemme (giusto al limilo delia Val di Passai la primo plano gli Biliosi della Scuola Alpina dallo guardie di P.S. vincitori ad Aosta dalla duo categorlo militari In allenamento par II V. Trofeo della Montagna.

Durante la manifestazione presterà servizio la Banda Musicale della Scuola delle Guardie di P.S. di Roma.


REGOLAMENTO 1) La Presidenza del Centro Sportivo Italiano indice ed organizza con la collaborazione dell’ispettorato Trentino e Alto Adige il V Trofeo della Montagna, gara nazionale a staffetta. La competizione avrà luogo il 20 Settembre 1953 a Moena in Val di Fiemme. 2) Alla gara possono partecipare squadre delle categorie: militari, valligiane, cittadine, composta ciascuna di tre elementi i quali debbono avere compiuto il ventesimo anno di età (nati non oltre il 1" Settembre 1933). 3) Le squadre militari debbono appartenere a corpi, reggimenti, reparti od Enti militari o militarizzati di qualsiasi specialità e possono essere costituiti da ufficiali, sottufficiali e militari di truppa, senza specificazione di numero. Le staffette militari sono divise in due gruppi: A) staffette composte da militari di reparti di leva con eventualmente un elemento di età superiore in qualità di « capo squadra »; B) staffette composte da militari o militarizzati di reparti a lunga ferma. Le squadre valligiane debbono essere composte da elementi residenti in località situata al di sopra di m. 500 sul livello del mare. Le squadre cittadine debbono es-

sere composte da elementi con residenza in località situata al di sotto di m. 500 s.l.m. avvertendo che è sufficiente la residenza anche di un solo componente in località situata al di sopra dei 500 ni s.l.m. per conferire all’intera squadrastaffetta la qualifica di valligiana. 4) Le squadre valligiano e cittadine debbono di massima appartenere ad Unioni Sportive del C.S.I., ma possono anche essere di società sportive od escursionistiche legalmente costituite. Ciascun reparto, o Unione o Società potrà partecipare al V Trofeo della Montagna con un massimo di 3 squadre, per categoria. Dato il carattere particolare della manifestazione il numero delle squadre-staffette partecipanti è comunque limitato. Pertanto il Comitato Organizzatore si riserva la facoltà di ammettere le squadre cittadine e valligiano non appartenenti al C.S.I. con criterio insindacabile tenendo tuttavia conto dei requisiti tecnici escursionistici delle squadre stesse. 5) La manifestazione si svolgerà con qualsiasi tempo. Comunque, una volta iniziata, non potrà essere interrotta per alcun motivo. G) Il percorso di gara uguale per tutte e tre le categorie con partenza ed arrivo a Moena, della

MOENA 1200

SOMEI

J/ PARTI 1150

LBONA 600

FORNO 1115

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9+

PARTENZA

CAMBIO STAFFETTA

POSTI RADIO

PRONTO

ARRIVO

SOCCORSO

POZIL C 2144 4-

LUSIA QUOTA 2130

2056

+

lunghezza complessiva di 25 km. circa e con un dislivello complessivo di m. 2.000 circa sarà costituito da tre frazioni una delle quali prevalentemente in falso piano, una seconda in salita ed una terza in discesa. Gli sviluppi pianimetrico e altimetrico del percorso saranno comunque indicati nell’apposito regolamento definitivo. 7) Le partenze, separate per ciascuna categoria, saranno date in linea nell’ordine seguente: A) Cittadini B) Valligiani C) Militari (gruppo A: militari di leva - gruppo B: militari a lunga ferma). (Per militari di leva si intendono i concorrenti in servizio nati negli anni 1930, 1931, 1932). L’ora di partenza e l’intervallo tra una categoria e l’altra verranno stabiliti dalla Direzione della Gara alla vigilia della gara stessa. I concorrenti alla prima frazione dovranno trovarsi al traguardo, a disposizione del Giudice di partenza, 30 minuti primi dell’ora fissata per ciascuna categoria. I concorrenti che al momento della partenza della rispettiva categoria non fossero presenti, non verranno più fatti partire. 8) Ciascun concorrente alla prima frazione riceverà dai giudici di partenza il Segno di Staffetta (medaglia con catenella da mettere al collo) che dovrà portar seco per tutto il percorso della frazione stessa e trasmettere al compagno di squadra che compirà la seconda frazione; questi, a sua volta, trasmetterà il segno al terzo frazionista, che dovrà riconsegnarlo al Giudice d’arrivo. La perdita, la mancanza in qualunque punto del percorso, o la omessa riconsegna del Segno al Giudice di arrivo, determinerà l’esclusione della squadra dalla classifica. La trasmissione del Segno di Staffetta sarà effettuata entro una zona di m. 30 visibilmente indicata. 9) I concorrenti alla terza frazione verranno trasportati nella località di cambio a cura degli organizzatori. 10) Il percorso di gara sarà segnalato in modo visibile con bandierine, cartelli, frecce e segni in calce o colorati. I chilometri saranno indicati da apposite tabelle e striscioni trasversali all’andamento del percorso, indicheranno l’inizio dell’ultimo chilometro di ciascuna frazione. 11) Tutti i partecipanti dovranno esibire la Carta d’identità od altro documento d’identificazione; quelli appartenenti alla Categoria

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Cittadini dovranno inoltre esibire un certificato della propria residenza stabile, in mancanza del quale verranno assegnati alla Categoria Valligiani. Per l’altimetria della località di residenza fa fede l’Annuario del T.C.I.

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14) Nessun aiuto è ammesso tra concorrenti anche se appartenenti a squadre della medesima Unione o Società, e nessun concorrente potrà effettuare più di una frazione. L’inosservanza di tali disposizioni determinerà la squalifica delle squadre inadempienti. Lo stesso provvedimento di squalifica verrà adottato a carico delle squadre che sostituissero abusivamente, anche per qualche tratto, uno dei componenti od i cui componenti ricevessero in qualunque momento aiuti materiali (spinte o traino) da parte di estranei alle staffette o ricevessero infine rifornimenti all’infuori dei posti fissi, regolarmente predisposti e controllati. La squalifica infine sarà inflitta a quelle squadre che avessero tentato di sorprendere la buona fede della direzione e della Giuria con la esibizione di falsi documenti di identità, di residenza, ecc. I

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15) I concorrenti hanno l’obbligo di gareggiare con spirito cavalleresco e sportivo evitando di danneggiare comunque gli altri concorrenti. Nei tratti del percorso ristretti o scabrosi è fatto obbligo di cedere il passo ai concorrenti che lo richiedessero. Il tempo massimo per ciascuna categoria verrà determinato dal tempo impiegato dalla staffetta prima classificata della categoria medesima, aumentato del 50% del tempo stesso. Nessuna neutralizzazione verrà concessa per cambi, rifornimenti, ecc. ecc.

16) I concorrenti in gara po po-tranno indossare indumenti e calzature di qualsiasi tipo e specie, escluse soltanto le maglie cosidette a canottiera. 17) I reclami in unica istanza, dovranno essere presentati alla Giuria non oltre un’ora dopo la

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12) Tutti i concorrenti verranno punzonati alla vigilia della gara ed all'atto della partenza di ciascuna frazione riceveranno uno speciale < segno di riconoscimento, da con- ù c8 covtmvr» rrara A servare rlnrnnto durante tutta tutta la la gara e ria da ® mostrare ad ogni richiesta degli ispettori di percorso. 13) I componenti delle staffette civili, valligiano o cittadine, verranno sottoposti alla vigilia della gara, a visita medica. Il giudizio dei sanitari è inappellabile.

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scadenza del tempo massimo fissato per ciascuna categoria. Essi dovranno essere accompagnati dalla tassa di L. 1.000 restituibile in caso di accettazione. 18) Il comitato organizzativo si riserva il diritto di apportare eventuali modifiche al percorso, motivate da ragioni tecniche dandone tempestive comunicazioni ai concorrenti.

3000 6500

SALITA

sooo

ssoo

500

7100

1600

7*00

IMO

noo

DISCESA

Conciliazione, 1 - Roma, Telef. 555.561 e per conoscenza al Comitato organizzatore presso il Comitato organizzatore Trofeo della Montagna a Moena entro il 14 Settembre 1953 accompagnate dalla tassa di L. 1.000 e redatte su modulo apposito. E’ ammessa la inclusione di un elemento di riserva • preventivamente dichiarato, il quale verrà tuttavia punzonato solo nel caso che uno degli elementi effettivi fosse per causa di forza maggiore impossibilitato a prendedere la partenza. Le squadre militari invieranno anch’esse con le stesse modalità suddette, le iscrizioni alla Presidenza del C.S.I. e per conoscenza al Comitato organizzatore a Moena.

19) NORME ORGANIZZATIVE ED AMMINISTRATIVE. — Il Comitato organizzativo prowederà al vitto ed alloggio per tutte le squadre ammesse a partecipare, categorie cittadini e valligiani, dalla cena del venerdì precedente alla gara alla cena della domenica di effettuazione della gara stessa. Inoltre prowederà al rimborso delle spese di viaggio nella 20) Il Comitato Organizzatore di misura seguente: Moena e il Centro Sportivo Ita— alle squadre cittadine e val- liano declinano ogni responsabililigiano classificatesi al 1° e 2° po- tà per incidenti di qualsiasi specie sto della fase nazionale della ri- e natura che dovessero verificarsi spettiva categoria, rimborso del a partecipanti od a terzi durante viaggio in terza classe per tre ele- lo svolgimento della manifestazione. menti più un accompagnatore; — alle squadre delle suddette P.S. — Le squadre che desideracategorie classificatesi rispettivamente al 3° e 4° e 5° posto, rimbor- no portarsi a Moena prima del per l’inizio della so del 50% del viaggio in terza giorno fissato a carico del Comitato classe per tre elementi più un ac- ospitalità organizzatore, la «Pro Loco» di compagnatore; Moena ha fissato la pensione per — alle squadre delle suddette i singoli alla esigua quota di Lire categorie classificatesi rispettiva- 1.000 (mille) giornaliere prò camente al 6°, 7° ed 8° posto, rimborso pite. Al riguardo da mercoledì 16 del 30% del viaggio in terza clas- Settembre l’apposito Ufficio tappa se per tre elementi più un accom- presso la stessa « Pro Loco » di Moena. pagnatore. Le squadre militari possono far Le iscrizioni delle squadre delle categorie cittadini e valligiani deb- capo per ogni evenienza alla Scuobono essere inviate alla Presiden- la Alpina delle Guardie di P. S. za Centrale del C.S.I. - Via della di Moena.

8 C


LE RASSEGNE NAZIONALI DEL O. S. I.

DOMINIO GENOVESE nei campinnati di nuoto

Grazie, Reggio Emilia

F.I.N., del G.U.G., dei cronometri-

letano Solinto primatista. dei 50

sti e delle autorità che hanno faci-

Sento di ringraziare te simpatica Reggio, briosa, allegra, accogliente e fino a pochi giorni fa a me sconosciuta.

s.l. allievi in 31”8 e sconfitto in

litato l’effettuazione di questa davvero ben riuscita manifestazione.

finale con 33’3.

Ti devo un ringraziamento per

l’interesse delle gare, e lode ai ragazzi liguri per le belle prove, ma sarebbe stato più simpatico combattere ad armi pari, fermo re-

molte cose oltreché per la grande soddisfazione che mi hai dato nell'organizzare in maniera perfetta i campionati di nuoto del C.S.l. Parlo al singolare, ma so di poter esprimere la riconoscenza dei 120 atleti e di tutti i dirigenti pre-

senti. Purtroppo il mio deve essere un commento tecnico, ma sarebbe un quadro senza cornice se non avessi subito dato un’idea dell’ambiente davvero ideale nel quale questi

campionati si sono svolti e nel

quale il C.S.l. Nuoto ha dato la dimostrazione della sua vitalità. Un plauso particolare ai tuoi dirigenti siano essi del C.S.L, della

Tecnicamente il dominio dei genovesi non è riuscito a sminuire

stando lo scopo di vincere che lo agonismo in parte giustifica.

Dei primati preesistenti, il solo 1’07” di Russo sui 100 metri s.l. juniores ha resistito alla furia dei genovesi, dei nuovi primati allie-

vi, non si può dire che bene trattandosi di tempi, in rapporto alla categoria, di buon valore nazionale. Un contrattempo ha privato Curdo di una bella vittoria da-

La nota particolare lieta di questi campionati è data dall'equilibrio dei valori in campo; infatti

se si eccettua la superiorità ligure (a volte anche contrastata) e...

la manifesta inferiorità palermitana, la media è stata superiore

ad ogni più ottimistica previsione, basta dare un’occhiata ai risultati

per rammentarsi i "tremendi” ar-

rivi delle gare brevi degli allievi e la violenta lotta per i posti di

onore nelle staffette e nelle gare

juniores. Si commetterebbe una grossa

ingiustizia non citando dopo i vincitori i migliori di ogni gara, e

vanti al suo pubblico, ma il pri- . chi scrive, ha vissuto la giornata mato ha in parte addolcito la pil- di gare da dirigente, da tecnico, lola, lo stesso dicasi per il napo- da ex atleta e... da giudice severo

23


ma affettuoso; ha vissuto le varie tragedie formali pre - campionato

rinviando a casa qualche ingenuo irregolare, le squalifiche e. le penalizzazioni, penose ma necessarie per il rispetto dovuto a un Regolamento ben fatto, ha seguito con rocchio del "vecchio" le evo-

luzioni dei giovani, ne é rimasto

favorevolmente colpito e se non ha potuto distrarsi per elargire i meritati elogi ciò si deve al gran

?

Ciccolella di Moìfetta e tutti gli

altri che hanno dato alle finali il contributo della loro combattività e della loro preparazione oltre ai già citati primatisti.

svegliarsi a luglio per fare dell’attività, siamo in piena organizza-

ziosi, disciplinati e valorosi nuotatori sardi per la prima volta ve-

zione, non smobilitiamo, formate le UU. SS. 1954, per tesserare gli

nuti tra noi a conquistarsi un significativo terzo posto in classifica

atleti ricordatevi che i nullaosta

generale, agli sfortunati napoleta-

lavoro svolto con rapidità e precisione.

rezza commessa nella prova di sal-

Spero gradirete ora il mio elogio, sincero, affettuoso, fraterno e.

vamento e ai piccoli e bravissimi nuotatori di Moìfetta veramente

ne, ma che non può e non deve di-

in gamba e molto ben curati e seguiti.

menticare oltre ai siluri genovesi Cipelli, Fanfani, Graya, Majoni,

Sarò certo incorso in qualche dimenticanza e conto nella vostra

Biagini, Solari, Imeldi, Dotto i

clemenza, ma non posso non ac-

bergamaschi Rota, Bonfanti, Ver-

comunare in questo elogio, unito a un sincero ringraziamento, i col-

gottini e Sella, il bresciano Massussi, i pescaresi Stefanini e Bal-

dacci, il cagliaritano Madrau, se-

condo per un soffio sui 50 s. I., il dorsista Ciccolella una vera sor-

leglli della C.T.N. Nuoto e nel tempo stesso giudici, gli Ufficiali Gara emiliani e i cronometristi reggiani diretti dal signor dodi e

sarese Rinolfi, il reggiano Gaspa-

del cui funzionamento ci riteniamo tutti molto soddisfatti.

rini, il velocista Piccininni come

1 Campionati sono finiti e con

presa e una vera promessa, il pe-

i

E’ un errore pensare che basti

Un particolare elogio ai silen-

ni che si sono giocati serie possibilità di classifica per una legge-

che accomuna tutti senza eccezio-

essi l’attività 1953... Dopo una settimana di riposo è ora di rimettersi al lavoro!

ismnasjfei «3 » JUnffiBZa aWMtjfWSll

S«Ki§8$S

t

vanno chiesti per tempo, mirate a far convergere in unica U.S. per

provincia i nuotatori e (dove tale unione già

non

esiste)

createla

evitando così dispersione di energie, formate i quadri per affrontare le fatiche di una Serie C federale; Fattività C.S.I. si esaurisce in 5 o 6 giornate di gara, bisogna

fare attività federale modesta ma continua e costruttiva; pur senza mirare al campionismo bisogna

dare ai ragazzi la possibilità di gareggiare e di cimentarsi, evitare il dirigentismo, meno UU. SS. ma buone ed efficienti; sono concetti vecchi già da me enunciali, ma ora. che ci siamo conosciuti sono sicuro li capirete meglio. Segnalare le deficienze locali; il

C.S.I. intende orientarsi verso la organizzazione Regionale di più facile controllo, prestate, Voi che siete stati a Reggio e che sapete ciò che si deve fare, perché l’avete fatto e bene, la vostra opera per il miglior successo della nostra iniziativa.

Non cadete e non lasciate che

altri cadano in letargo, fate, che la tradizione che vuole Reggio Emilia iniziatrice di fatti della Storia grandi e piccoli riservi anche a

;

111!

noi la gioia di aver dato avvio a

questa salutare e benefica attività del Centro Sportivo Italiano. Fate che il più vecchio... dei

giovani nuotatori del C.S.I. abbia a manifestarvi ancora la sua soddisfazione e il suo elogio. Reggio Emilia grazie. Lo «quadrone del nuotatori gonocoal dominatori del campionati

24

Italo De Zncco


PARTENZE E VIRATE.. TOM SCARPA ...l'ugola d’oro dei campionati ENRICO DE ANGELIS ...il salvamento sono me!!! VITTORIO MASTINO ...nulla sfugge all’occhio vigile di questo comando NATALIZIA E PRECE ...nozioni pratiche di salvamento ...spiegate agli ignari (a cura della C.T.N. N noto) LUIGI SCARANI la perfida Siinona delle squalifiche ROSSI il pistolero stanco ....un bel tacer non fu mai scritto... Jodi c i cronometristi reggiani ...presto c bene... Ober Ferrari ...Cuccio che passione!!!! Genova ...asso pigliatutto Dattilo ...il burbero benefico ENRICO DE ANGELIS ...ma se mi toccano dov’è il mio debole... (Salerno e Napoli) Borghi ...uno alla volta per carità... L’ACCOMPAGNATORE DI ACIREALE ...nuovo primatista del C.S.I. in fatto di proteste... primato precedente Maturo di Pescara (squalificato da Borghi) CAGLIARI ...la squadra più silenziosa e una delle migliori del campionato BERGAMO ...bei nuotatori in acqua e ...bei baffi fuori... MOLFETTA ...rappresentativa Zonale ...ma che Zona ...congratulazioni!!! TORINO, MILANO, VENEZIA, BOLOGNA e FI. RENZE ...i grandi assenti

ZURLI (in lettera personale a De Zucco) .niente federati F.I.N. alle gare C.S.I.... CORO DEI LOMBARDI CON RUMORI SUL FONDO ...sta tranquillo cocco!!! SALERNO ...controllare la posizione federale dei suoi nuotatori REGGIO EMILIA ...non commettere errori di orario COMITATO PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA ...procurare 10 seggiole per le autorità con gran gioia del povero giudice-arbitro e della giunta tutta! PALERMO ...partecipare ai tuffi (forse meglio che nel nuoto) con due tuffi rannicchiati??? DON ANTONIO ...portare ai Campionati i ragazzi di di Modena IDEM COME SOPRA PER TUTTI GLI ASSENTI INGIUSTIFICATI!!! DE ZUCCO ...circondare con filo spinato e campi minati l’angolo della giuria

Le cose più grandi di noi. . . Le braghette del giudice-arbitro Le papere di Scarpa (ex ...Scarfeo) Il fischio di De Zucco Le maniere energiche ma pur cortesi (?) di De Zucco in collera Il servizio di bar ...a cura ...di ignoti ancora da ringraziare... Il mistero della lampada a Liquigas La temperatura dell’acqua... e le partenze scivolose... (A Reggio dicono che non è vero)

Delitto e castigo NAPOLI ...colpa del salvamento . ROMA ...colpa di Natalizia che si è svegliato tardi SALERNO ...colpa di De Zucco e del suo elenco infernale... REGGIO EMILIA ...colpa delle ferrovie IL COMITATO PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA ...senza colpe c con molti meriti!!! PESCARA ...colpa di Maturo... BERGAMO ...colpa di Genova BRINDISI ...colpa delle 16 ore di treno in piedi PESARO ...colpa di Filippucci ...(perchè??) ACIREALE ...colpa dell’accompagnatore BRESCIA ...colpa della rana ortodossa LUCCA, TERAMO e NOVARA ...meglio soli che male accompagnati VERONA ...andata e ritorno

Propositi per l'avvenire GENOVA. ...il prossimo anno ci rifaccio TUTTE LE ALTRE ...povero cocco!!! LA C.T.N. NUOTO ...il prossimo anno dobbiamo portare 200 nuotatori ai campionati... BORGHI (in sostituzione di Burdisso) ...poveri cocchi!!! L’ACCOMPAGNATORE DI ACIREALE (con leggera prononciazionc melanese) il prossimo anno a Catania... BELLINI (per delega) ...povero cocco!!!

Il più piccolo dot «tritoni» dol C.SJ. a Roggio Emilia.

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I Giunti a Reggio Emilia, i romani della Commissione Tecnica (un Triestino di elezione, un Sardo, un Campano, e, solo soletto, un Romano « verace » : romani quindi tanto per intenderci), hanno provato la bellissima Piscina Comunale.

Tutto bene, solo t’acqua era sensibilmente fredda. Tale inconveniente ha rimandato (e forse sine die) l’effettuazione di una gara che avrebbe fatto epoca negli annali del C.S.l. a non solo di esso: sarebbero stati i più bei '50 metri stile libero della manifestazione. De Angelis infatti aveva sfidato, qualche giorno prima, De Zucco, il quale, naturalmente, aveva accettato. La posta in palio: una cena da offrire, ad indovinata innovazione dei regolamenti della F.I.N., al giudice arbitro e starter (Scarpa) e al giudice d'arrivo e cronometrista (Mastino).

Ma, a causa dell’acqua fredda, la gara è andata in fumo. Sembra che a rammaricarsi maggiormente dell’inconveniente sia stata la giuria! Un vero peccato. Però, qualche lingua non sincera, ha detto che tutte le scuse sono buone: che nc pensi De Angelis?

Si è affannosamente cercato a Reggio Emilia il doti. SCARFEO, il quale, secondo il programma dei Campionati a suo tempo, sarebbe dovuto essere il segretario della C-TJl. Al suo posto si è presentato SCARPA. Si va bene... la colpa è del proto... Tuttavia ’ sembra opportuna questa precisazione, altrimenti si potrebbe dire che le cose delia C.T.N. vanno bene perchè fruisce dell’opera di due segretari: che ne pensi Borghi? La C-Tj\’., al termine della nianife-

stazione agonistica, ha eseguito, questa volta però alla presenza di soli pochi intimi, uno spettacolo acquatico, che, per la sua perfetta realizzazione, ha fatto la concorrenza al famoso « Aqua Parade ». Si ringraziano il regista, gli elettricisti. gli operatori e gli esecutori tutti, fra i quali ultimi, si sono, particolarmente distinti Natalizia e l’insepaiabile Prece. Ha funzionato quale Giudice Arbitro della manifestazione il principe dei fischici latori comm. Dattilo. Ottimo il suo arbitraggio avendo ritenuto più opportuno astenersi dalla partecipazione attiva. li quale Dattilo si è rilevato per un assiduo ed insaziabile lettore per aver chiesto, più volte, a tutti della comitiva: ’hai un giornale? ». « Che ce ll'hai

RISULTATI Prova a squadre utile al salvataggio CLASSIFICA A SQUADRE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.

Comitato ■»

» » » » » » » t>

»

Provinciale

» » » » » » » » » »

Genova: Bergamo : Pesaro : Cagliari: Roma: Brindisi : Pescara: Molfetta: Catania : Brescia:

tempo

Napoli:

» » » »

» » » »

5’45”9/10 5’56”9/10 6’26”3/10 6’27”l/10 6’46”8/10 6’48”5/10 6’51”9/10 7’20”5/10 7’26”7/10 7’40” • 8’48”9/10

CLASSIFICA INDIVIDUALE 1. 2. 3. 4. 56.

Graja (Genova) 48”5 Maioni (Genova) 53”7 Bonera (Bergamo) 5ì”7 Vergottini (Bergamo) 55”4 Carenzio (Bergamo) 56” Ninclii (Pesaro) 56”5.

(Pescara) 44”6; 3. Canesclii (Brindisi) 47”7; 4. Calò (Molfetta) 50”2.

2. Batteria - 1. Biagini (Genova) 41”; 2. Rota (Bergamo) 42”9; 3. Di Giacomo (Pesaro) 43”4; 4, Valente (Roma) 44”2; 5. Calcara (Catania) 48”83. Batteria ■ 1. Orrù (Cagliari) 42”8; 2. Mormone (Napoli) 43”; 3. Cornetti (Reggio E.) 45”. Metri 50 stile libero allievi

1. Batteria - 1. Sirianni (Brindisi) 34”4; 2. D’Erco'e R. (l’escara) 34”7; 3. Vanunzio (Molfetta) 38”; 4. Tortelli (Brescia) 38”2. 2. Batteria - 1. Imeldi (Genova) 32”3; 2. Andreoli (Roma) 33”5; 3. Fiorio (Catania) 34”6; 4. Vailati (Bergamo) 35”1; 5. Barbaro (Salerno) 37”9; 6. Giacomini (Pesaro). 3. Batteria - 1. Solinto (Napoli) 31”8; 2. Madrau (Cagliari) 33”2 ; 3. Malacarne (Reggio E.) 34”7. 50 rana allievi

1. Batteria - 1. Stefanini (Pescara) 42”3; 2. Rivoltella (Brescia) 47”4; 3. Celeste (Brindisi) 52”4; 4. Gambardella (Moffetta) 1’6”.

CAMPIONATI DI NUOTO 50 dorso allievi 1. Batteria - 1. Massussi (Brescia) 42”6; 2. D’Èrcole Raf.

26

2. Batteria - 1. Solari (Genova) 41”9; 2. Bonfanti (Bergamo) 42”6; 3. Occhioni (Roma) 46”8; 4. Napoli (Catania) 50”; 5. Farace (Salerno) 51”3; 6. Moretti (Pesaro) 51”9.


3. Batteria • 1. Foro (Cagliari) 45”7; Leonelli (Napoli) è stato squalificato per arrivo irregolare.

Metri 100 dorso Juniores 1. Batteria ■ 1. Ciccolel.'u (Molfetta) 1’23”; 2. Villanucci (Pescara) l’31”9; 3. Spalluto (Brindisi) l’54”3. 2. Batteria - 1. Cipelli (Genova) 1’19'7; 2. Ninclii (Pesaro) l’29”2; 3. Bonera (Bergamo) l’31”3; 4. Giannantonio (Salerno) 1’32'1; 5. Castellani (Roma) l’45”4; 6. Cantone (Catania) 2'0'2.

li

3- Batteria - 1. Moresca (Napoli) 1’24”; 2. Bazzoni (Cagliari) 1’24'1; 3. Bolletta (Reggio E.) 1’30”; 4. Fioravanti (Massa C.) l’42”4; 5. Osnato (Palermo) 2’23”9. Metri 100 rana Juniores

1. Batteria - 1. Gocciolo (Molfetta) l’35”2 ; 2. Bonnici (Pescara) 1’43'8; 3. Zolesi (Brindisi) squalificato per st. irr. 4. Carrara (Brescia) squalificato per st. irr.

L’appassionante finale dei “ 100 m. stile libero,,

2. Batteria ■ 1. Graya (Genova) l’26”4; 2. Vergoltini (Bergamo) l’30”4; 3. Rinolfi (Pesaro) 1'32'1; 4. Parisi (Catania) 1’39'8; 5. D’Antonio (Salerno) 1’39'9; 6. Calamusa (Roma) 4’40'3. 3. Batteria - 1. Gasparini (Reggio E.) 1*34”5; 2. Valente P. (Napoli) l’34”8; 3. Pili (Cagliari) 1’42'6; 4. D’Alpino (Massa C.i 1'53'9; 5. Cappello (Palermo) squalificato per vir. c st. irregolare. Metri 100 stile libero Juniores

1. Batteria ■ 1. Piccininni (Molfetta) 1’11'3; 2. Pomiglio (Pescara) 1'16'6; 3- Pirochi (Teramo) l’17”8; 4. Marcusci (Lucca) l’23”8; 5. Sirianni (Brindisi) l’25”7 ; 6. Bino (Brescia) 2’03”.

2. Batteria - 1. Fanfani (Genova) 1’07'9; 2. Sella (Ber. gonio) l’13”2 ; 3. Marra (Pesaro) l’13”9; 4. Catalano (Catania) l’24”9; 5. Conforti (Salerno) l’30”6. 3. Batteria - 1. Russo (Napoli) l’08”2 ; 2. Saggioli (Cagliari) l’12”3; 3. Soliani (Novara) 1’24'7; 4. Bosi (Massa Carrara) l’43”l ; 5. Allegra (Palermo) 2’25”8.

it Pro!*. Fillppncci con i suoi ragazzi di Pesaro.

Metri 200 stile libero Juniores 1. Batteria • 1. Baldacci (Pescara) 2’43'4; 2. Tortelli (Brescia) 2’50”l; 3. Trogi (Lucca) 2’54”9; 4. De Cosmo (Molfetta) 3’0”9; 5. Celommi (Teramo) 3’24'4; 6. Zaccaria (Brindisi) 3’54”3. 2. Batteria - 1. Dutto (Genova) 2’33”6; 2. Maiello (Roma) 3’01”; 3. Potane (Catania) 3’10”4; 4. Balduzzi (Bergamo) 3’15”4; 5. Michelini (Pesaro) 3’18”1. 3. Batteria - 1. Russo (Napoli) 2’41'9; 2. Migliaccio (Cagliari) 2’49'4; 3. Rossi (Massa C.) 2’54”; 4. Li Vigni (Palermo) 3'37”4.

Staffetta 3 x 50 Art. Allievi 1. Batteria • 1. Pescara (D’Èrcole, Stefanini, Pomiglio) 2’02'7; 2. Brescia (Massusi, Rivoltella, Tortelli) 2*13”; 3. Brindisi (Gatteschi, Celeste, Sirianni) 2'14”4; 4. Molfetta (Ganibardella, Panunzio, Calò) squalif. arr. irr. del ranista.

2. Batteria • 1. Genova (Biaggini, Carpi, Itneldi) l’56”3 ; 2. Bergamo (Rota, Bonfanti, Vailati) 2’05”; 3. Roma (Valente, Occhioni, Andreoli) 2’05*^); 4. Catania (Calcara, Na-

Lo Stato Maggioro dot Campionati con II V. Presidente Centralo Prof. Notarlo e II Presidente della C.T.IV. Doli. Italo Da Zncco.

27


poli, Floro) 2’12"9; 5. Pesaro (Di Giacomo, Moretti, Braglia) 2’15”3.

3. Batteria 1. Napoli (Moninione, Solinto, Leonelli) l'59’’5; 2. Reggio E. (Cornetti. Curdo. Malacarne) l’59”9; 3. Cagliari (Orrù, Soro, Amadrao) 2’04”l.

Staffetta 3 x 50 Art. Juniores

1. Batteria ■ 1. Molfetta (Ciceolella, Gocciolo, Piccininni) 1'45”; 2. Pescara ( Villanucci, Bonnici, Baldacci) l'54”9 ; 3. Brescia (Tortelli, Carrara, Massusi) 2’06”9; 4. Brindisi (Spa’luto, Zoresi. Sirianni) 2'07’’. 2. Batteria - 1. Genova (Cipelli, Mayoni, Fanfani) l’43”6; 2. Pesaro (Ninclii, Rinoffi, Marra) l’49”9; 3. Bergamo (Renerà, Vergottini, Sella) l’52”5; 4. Salerno (Giannantonio, D’Antonio. Conforti) 2’01'’8; 5. Roma (Castellani, Calamusa, Maielli) 2’05’’9; 6. Catania (Catalano, Parisi, Palane) 2’07”.

3. Batteria - 1. Napoli (Maresca, Valenta, Moresca) l’51”l; 2. Cag’iari (Bazzoni, Pili, Seggioli) l’55”2; 3. Massa C. (Fioravanti, D’Alpino, Rossi) 2’05’’2; 4. Palermo (Osnato, Cappello, Li Vigni) 2’34’’8.

CLASSIFICHE FINALI 1. Biagini A. (Genova Nuoto - Genova) 40”3; 2. Rota (Bergamo) 42”2; 3- Massussi (Brescia) 42”3 ; 4. Orrù (Cagliari) 42”9; 5. Mormone (Napoli) 43”; 6. Di Giacomo (Pesaro) 45’’2; 7. Cornetti (Reggio E.) 45”5; 8. D’Èrcole Raf. (Pescara) 45”8; 9. Valente (Roma) 45”8; 10. Ganeschi (Brindisi) 48”3; 11. Calala (Catania) 49”6 ; 12. Calò (Molfetta) 49”8.

1. Solari Augusto (Genova Nuoto - Genova) 43”2; 2, Stefanini (Pescara) 43”3; 3. Bonfanti (Bergamo) 43”5; 4. Soro (Cagliari) 47”3 ; 5- Occhioni (Roma) 47”8; 6. Rivoltella (Brescia) 50”9; 7. Napoli (Catania) 49”! ; 8. Farace (Salerno) 51”8; 9. Celeste (Brindisi) 54”; 10. Moretti (Pesaro) 55”9; 11. Gambardella (Molfetta) l’02”7. Metri 50 Stile Libero allievi 1. Imeldi Corrado (Genova Nuoto - Genova) 33”3; 2. Ma-

SI W1

Metri 100 rana Juniores 1. Graya Brunello (Genova Nuoto ■ Genova) l’27”7 ; 2. Vergoltini (Bergamo) l’29”5; 3. Rinolfi (Pesaro) l’34”2 ; 4. Gasparini (Reggio E.) 1’35”; 5. Valente P. (Napoli) 1’37”; 6. Gocciolo (Molfetta) l’40”2; 7. D’Antonio (Salerno) l’41”6; 8. Pili (Cagliari) 1’43”; 9. Calamusa (Roma) l’43”9; 10- Parisi (Catania) l’45”6; 11. Bonnici (Pescara) l’47”2; 12. D’Alpino (Massa C.) l’53”2.

1. Fanfani Gilberto J Genova Nuoto - Genova) l’08”4; 2. Russo (Napoli) ril“8; 3. Piccininni (Molletta) l’ll”9; 4. Marra (Pesaro) l’14”2; 5. Sella (Bergamo) l’14”6; 6. Saggioli (Cagliari) l’15”5; 7. Pirocchi (Teramo) l’18”l; 8. Potniglio (Pescara) l’18"8; 9. Soliani (Novara) 1’23”; 10. Catalano (Catania) l’25”9; 11. Siriani E. (Brindisi) l’26”3; 12. Marciteci (Lucca) l’29”5.

1. Dutto Augusto (Genova Nuoto - Genova) 2’36”4; 2. Saldarci (Pescara) 2’43”1; 3. Magliaccio (Cagliari) 2’53”5; 4. Rossi (Massa C.) 2’59”5; 5. Tortelli (Brescia) 3’02”4; 6. Russo (Napoli) 3’17”4; 7. Trogi (Lucca) 2’58”7; 8. Maiello (Roma) 3’03”3 ; 9. Patanè (Catania) 3’14”5; 10. De Cosmo (Molfetta) 3’16”6; 11. Ba’.duzzi (Bergamo) 3’22”7; 12. Michelini (Pesaro) 3’24”5. Metri 3 x 50 Art. Allievi

1. Genova l’57”5; 2. Bergamo 2’03”2; 3. Napoli 2’04”6; 4. Reggio E. 2’06”l; 5. Cag’iari 2’07”5; 6. Pescara 2’07”5; 7. Roma 2’10”2; 8. Brindisi 2’12”; 9. Catania 2’14”8; 10. Pesaro 2’23”. La stafetta di Brescia è stata squalificata per stile irregolare del ranista.

Metri 3 x 50 Art. Juniores

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I nuotatori napoletani degni avversari del genovesi.

28

1. Cipelli G. Carlo (Genova Nuoto - Genova) l’19”7; 2. Ciceolella (Molfetta) l’22”5; 3. Maresca (Napoli) l’25”7; 4. Bazzoni (Cagliari) 1’28”; 5. Ninclti (Pesaro) l’28”3; 6. Bolletta (Reggio E.) 1’31”2; 7. Bonera (Bergamo) l’31”2; 8. Villanucci (Pescara) l’32’’5; 9. Giannantonio (Salerno) l’38”3 ; 10- Fioravanti (Mass C.) l’42”3 ; 11. Castellani (Roma) l’47”6; 12. Spalluto (Brindisi) l’59”4.

Metri 200 Stile Libero Juniores

Metri 50 rana allievi

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Metri 100 dorso Juniores

Metri 100 Stile Libero Juniores

Metri 50 dorso allievi

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drau (Cagliari) 33”5; 3. Solinto (Napoli) 33”6; 4. Sirianni Ugo (Brindisi) 34”; 5. Andreoli (Roma) 34”9; 6. Fiorio (Catania) 35”1; 7. Vailati (Bergamo) 34”4; 8. Malacarne (Reggio E.) 36’’2; 9- D’Erco’c Bob. (l’escara) 36”6; 10. Tortelli (Brescia) 40”; 11. Barbaro (Salerno) 40”2; 12. Panunzio (Molfetta) 40”3.

1. Genova l’46”7; 2- Pesaro l’51”9; 3. Molfetta l’54”4; 4. Bergamo l’54”4; 5. Napoli l’57”2; 6. Pescara l’59”9; 7. Cagliari l’57”7; 8. Massa C. 2’05”7; 9. Salerno 2’06”6; 10. Roma 2’09”2; 11. Brescia 2’11”4; 12. Brindisi 2’16”1.

Classifica generale per Comitali Prov.li 1. Genova, punti 156; 2. Bergamo 116; 3. Cagliari 106; 4. Napoli 94; 5. Pesaro 86; 6. Pescara 83; 7. Roma 65; 7. Molfetta 65; 9. Brindisi 45; 9. Reggio E. 45; 11. Catania 41; 12. Brescia 38; 13. Salerno 25; 14- Massa C. 23; 15. Lucca 7; 16- Teramo 6; 17. Novara 4.


N ESSI ,\I

la più emozionante liliale del C.S.I. ilei ’5IÌ La “Robur,, di Ravenna e la. “ Bonsignori „ di Remedello campioni di pallavolo

Con questa lusinghiera frase il Comm. Generoso Dattilo, Direttore Tecnico Nazionale del CSI, ha espresso il suo compiacimento, dopo aver assistito all’entusiasmante finalissima per l’aggiudicazione del titolo di Campione di Italia. Le due squadre che, dopo due giorni d’accesa battaglia, si erano trovate al sommo della classifica a pari punti, avevano infatti giocata la loro più bella partita, avevano dato dimostrazione di bel giuoco, di cavalleria, di correttezza e di sano agonismo, trascinando in un vortice d’interesse e di entusiasmo il numeroso pubblico presente. Mai Campionato del CSI si è concluso con uno spettacolo più bello, più interessante! Dodici atleti in nobile gara per fregiarsi del prestigioso titolo di Campione; centinaia di persone, e noi Dirigenti avvinti da questo indimenticabile spettacolo. La legge sportiva voleva un vincitore; ma la nostra ragione, la ragione di tutti coloro che stavano assistendo non si sentiva di fare una netta distinzione. Come giustamente disse Dattilo,, visibilmente commosso, al momento della premiazione: « In questo momento non ci sono nè vinti nè vincitori.

Tutti voi avete vinto e siete meritevoli della massima ammirazione per quanto avete fatto. Purtroppo gli scudetti non si possono dividere a metà.... ». Questa la conclusione dei due Campionati, e migliore non vi poteva essere, ma tutto lo svolgimento è stato interessante, vario, agonisticamente e tecnicamente perfetto. La classifica di minuto in minuto faceva continue variazioni; le squadre pronosticate vincitrici venivano battute; una squadra macinava avversarie e si affacciava prepotentemente alla ribalta della notorietà; squadre che sapevano perdere e squadre che si facevano prendere dalla « psicosi della sconfitta ». Tutto ha contribuito a rendere scintillante questa manifestazione, alla quale hanno fatto da fastosa cornice la bianca Messina ed il meraviglioso cielo siculo. Fatto questo doveroso preambolo, passiamo alla cronaca della manifestazione. Con perfetto sincronismo le dodici squadre partecipanti alla manifestazione sono giunte a Messina e dai Dirigenti locali immediatamente sistemate nei vari alloggiamenti. Purtroppo la decentrata ubicazione dei campi ed il limitato tempo a disposi-

zione hanno costretto le squadre ad uno sforzo considerevolissimo, ma era impossibile far meglio e le squadre lo hanno sportivamente sostenuto. Infatti con perfetta puntualità la mattina del 18 sui tre campi a disposizione sono iniziate le gare. Il Campionato Giovanissimi è quello che si è concluso per primo e quello che ha avuto lo svolgimento più tranquillo, anche se indeciso sino all’ultimo set. Infatti il sorteggio aveva fatto sì che le due squadre più forti, pronosticate vincitrici, s’incontrassero nell’ultima partita. La Bonsignori di Remedello e l’Alce di Firenze sono entrate in campo decise a vincere e ad aggiudicarsi l’altissima posta. E’ stato veramente commovente vedere questi « ragazzini » gareggiare col cuore in gola, in una avvincente quanto cavalleresca contesa. Il primo set era vinto di strettissima misura dalla Bonsignori che riusciva a prevalere dopo venti minuti con il significativo punteggio di 17-15. Il secondo set è stato più drammatico: la Bonsignori riusciva in un primo momento a portarsi in lieve vantaggio a 9-7; poi risveglio deH’Alce che riusci-

29


Nulla era ancora deciso, ma già la Robitrr si faceva... la bocca dolce

va a rimontare lo svantaggio e portarsi sul 13-12. In questo momento la partita sembrava decisa, ma la Bonsignori spremendo tutte le sue riposte energie riusciva a conquistare la battuta portandosi in vantaggio per 14-13; perde la battuta... momenti altamente drammatici! L’Alce non riesce ad approfittare, forse per l’eccessiva sensibilità dei suoi giovanissimi atleti, di quest’insperato vantaggio e riperde la battuta. Pacchetti della Bonsignori si appresta a battere ... un silenzio agghiacciante si stende sul campo, si direbbe che gli atleti non respirino tanto il momento è decisivo; battuta effettuata, alcuni scambi poi il punto decisivo. L’incontro è finito, il titolo ha premiato la

squadra che ha saputo maggiormente controllare le proprie sensazioni. I piccoli atleti dello sportivissimo Don Barlera sono Campioni d’Italia! Inimmaginabile il tripudio in campo e lo stesso Don Barlera, sotto la sua rude scorza di sacerdote pratico ed energico, è commosso e felice di questa affermazione. Certo i « piccoli » hanno dato a lui quella soddisfazione che i « grandi » non hanno saputo dargli. Non certo inferiori ai Campioncini i ragazzi di Firenze, che forse un pò troppo emozionati non hanno reso quanto era nelle loro possibilità di rendere, ma siamo certi che l’anno prossimo i neo Campioni troveranno pane per i loro den-

F

-

i-

Barlera dopo la premiazione

30

L’On. Celi e Dattilo alla premiazione

ti se dovranno incontrarsi con loro. Squadra strana, invece, quella di Napoli, capace di battere sia la Bonsignori che l’Alce in un set, per poi farsi facilmente superare negli altri due. Forse manca ancora di esperienza, avendo svolta poca attività, ma vogliamo sperare che i pupilli di Padre Raffaele, il prossimo anno possano meglio figurare, dopo aver svolta una proficua attività ed ima migliore preparazione. Leggermente inferioriore alle altre tre la squadretta di Pescara, ma i suoi piccoli atleti sicuramente faranno tesoro degli insegnamenti di Messina e se avranno la fortuna di tornare in finale sicuramente faranno molto ma molto meglio. Il bravo Maturo ce lo ha promesso e siamo certi che, per quella serietà che lo distingue, manterrà la promessa. Nel chiudere questa panoramica sulla finale dei Giovanissimi ci è gradito segnalare ' l’impeccabile comportamento di tutte le squadre; comportamento che ci ha dato la possibilità di uno svolgimento tranquillo delle gare. Infine un ringraziamento agli arbitri preposti a questo delicato settore; ed un particolare elogio all’arbitro Muceo di Palermo che ha oculatamente diretto ben quattro incontri, riscuotendo l’unanime consen so sia delle squadre che dei dirigenti. Illustrata la finale dei « piccoli », passiamo a quella dei « grandi ». Ad essa partecipavano otto squadre, la crema delle nostre squadre, passate al .vaglio delle varie fasi provinciali, regionali ed interregionali, in un solo girone. Il calendario delle gare è stato

>


f

La

squadra

rivelazione

del Campionato : di Schio

la

Concordia

Il Presidente del C.P- di Messina Dote-. Lisi consegna al Direttore Tecnico del C.S.I. la classica "carretta siciliana", donata alla Presidenza Centrale

veramente difficile a varare in alla fine della partita avevano do- mo ancora per non essere prolissi. Vogliamo invece fotografare con quanto la forte distanza che di- vuto abbassare bandiera. Anche la videva i due campi di giuoco ren- Bonsignori, dopo essersi aggiudi- una rapidissima panoramica le deva necessario l’eliminare al mas- cato il primo set, era stata sono- protagoniste della manifestazione. simo gli spostamenti di squadre, ramente battuta. Ultimo ostacolo Cominciamo, seguendo la classima anche questa difficoltà è stata per i compagni dell’atletico Bal- fica, dalla Kobur, Squadra comsuperata, grazie alla comprensio- disserotto era la Robur; ma i ra- pleta e tecnicamente ben prepane delle squadre, e le gare si sono gazzi di Costa e di Ravaldini riu- rata; formata da elementi ben imsuccedute con cronometrica pun- scivano a formare un blocco gra- postati sia moralmente, merito tualità. nitico di volontà e grazie alla loro questo della dura scuola di « AnIl pronostico della vigilia vede- migliore classe riuscivano a batter- gelino » Costa, che tecnicamente. va nell’incontro fra la Bonsignori li di strettissima misura. Meritevole del titolo, che ha sadi Remedello, detentrice da due Si era alla conclusione e due puto conquistare con ferma volonanni del titolo di Campione d’Ita- squadre erano di fronte per l’ul- tà. 1 suoi punti di forza sono stati lia, e la Robur di Ravenna, sua tima fatica. Della finalissima ab- il « Gaggio », al secolo Omero Beneterna rivale, la decisione di que- biamo ampiamente trattato nella tini, e capitan Guadagni; ma sto Campionato. Invece a ravviva- prima parte della nostra esposi- Triossi, i fratelli Baroncelli, Mazre l’interesse della finale parec- zione, pertanto non ci dilunghia- zetti, Bevilacqua, Menghi e Venchie squadre hanno contribuito a smentire la troppo semplicistica previsione. Infatti la Bonsignori riusciva a battere la Robur, dopo un incontro tiratissimo e ricco di fasi bellissime; ma subito dopo, forse perché duramente provata dal precedente dispendio di energie, subiva un’imprevisto rovescio, colpevole la sbarazzina compagine di Firenze, guidata dall’onnipresente Brilli, vero animatore della squadra, con il secco punteggio 4-15,7-15. La corsa al primato era ancora indecisa e la Robur rientrava così in gara. Ma un’altra squadra si presentava minacciosa, la correttissima e affiatatissima Concordia (il nome è tutto un programma) di Schio. Questa compagine in sordina, piano piano si era portata nella prime posizioni in classifica, battendo con sicura baldanza tutte le squadre che le si paravano innanzi. Da outsider era diventata la I neo Campioni schierati per il saluto dopo la loro brillante affermazione: da squadra da battere; ed in parec- sin. Ravaldini, Costa, Venturini A, Baroncelli V., Reniini, Friossi, Guadagni, chie ci si sono provate, ma tutte Baroncelli, Maggotti. Bevilacqua e Menghi

31


i

.

/ "Tecnici" della manifestazione, fotografati insieme al Doli. Nino Santamarina Rappresentante della FIPAV, ed al comm. Dattilo, Direttore Tecnico Nazionale ilei CSI, sembrano soddisfatti del buon esito della manifestazione.

turini non sono stati di meno e tutti insieme, in un solo fascio di consapevole volontà, hanno contribuito a dare alla loro Unione Sportiva, ai loro Dirigenti la più grande meritata soddisfazione. Le lacrime di Costa, al momento del loro trionfo, crediamo siano state il miglior premio alle loro fatiche e la loro più grande soddisfazione. Costa e Ravaldini possono andar fieri dei loro pupilli: essi, con le loro prestazioni, hanno data la più tangibile prova della pratica sportiva cristianamente intesa secondo i postulati del Centro Sportivo Italiano. Seconda in classifica ma a pari merito per tutti i valori fondamentali la Concordia di Schio. Squadra ben affiatata che non brilla per fuori classe ma che basa la sua forza su due suoi generosissimi atleti: Baldisserotto, capitano e cervello della squadra, e Guglielmi, il lunghissimo e micidiale bruciatore (quando riesce a centrare il mirino però...). Essi però sono un tutto unico con i loro compagni, e sono sorretti nelle loro fatiche dal simpaticissimo loro Assistente (del quale ci sfugge il nome). Terza la Bonsignori, che quest’anno non è riuscita a riconquistare il titolo per molteplici motivi. Primo la mancanza di coesione e di affiatamento fra i suoi atleti, disgregazione palesata nei momenti di maggiore difficoltà; secondo e non ultimo l’incapacità di sa-

.32*

per serenamente accettare la dura realtà di una sconfitta, virtù questa che bisogna sempre avere specie, e a maggior ragione, quando la sconfitta ci sembra immeritata. Alcune plateali intemperanze dei suoi atleti non ci sono affatto piaciute e non sono per nulla giustificabili, ma sono da condannarsi per il particolare carattere della nostra Organizzazione e per gli

scopi che Essa si prefigge. Don Barlerà avrà già pensato a richiamare i suoi focosi atleti e sicuramente rivedremo il prossimo anno una Bonsignori degna delle sue fulgide tradizioni. Quarta la Lazio, che quest’anno ha riscattato le grigie prestazioni degli anni precedenti e, forse, se avesse partecipato a ranghi completi, sarebbe scesa in lizza per il titolo. I suoi atleti son ancora giovani e pertanto l’anno prossimo avranno ancora la possibilità di conquistare l’ambita posta, dando così a Jommi ed a Calcagni, quelle soddisfazioni che i loro continui sforzi meritano ampiamente. Al quinto posto troviamo la Romito di Firenze. Squadra strana, capace delle più grandi cose, come battere sonoramente la Bonsignori, e degli sbandamenti più impensati. Il suo ritardato arrivo ad un incontro e la conseguente perdita della partita per forfait, con detrazione di un punto in classifica, ha ulteriormente danneggiato la sua condotta di gara. Forse l’estrosità ed il carattere di Prilli sono il termometro di tutta la squadra, che sorretta con maggiore autorità avrebbe sicuramente raggiunto un migliore piazzamento. Seste a pari punti la Sercnissi. ma di Terni e la San Giuliano di Messina. La prima ha disputato una onorevole finale e con il suo fare sbarazzino ha seriamente impegnato squadre di maggiore le-

Maestri svedesi per i mondiali di sci Numerosi paesi intendono partecipare ai prossimi campionati dello sci che saranno organizzati dalla Federazione svedese. Nella cittadina di Falliti, situata nella regione del Dalarna, saranno disputate le gare di fondo, della staffetta e del salto, mentre le prove di discesa saranno disputate nella località di Are, situato nel Nord della Svezia. Questa Federazione sta lottando tenacemente per poter degnamente affrontare i numerosi problemi inerenti all’organizzazione. Ora ne è sorto uno nuovo: diversi paesi europei si rivolgono insistentemente alla Federazione per chiedere allenatori capaci che dovrebbero dirigere la preparazione dei propri atleti del fondo e del salto in vista dei campionati stessi. Sigvard Nordlund, l’allenatore svedese di lìoden, ha già con successo diretto U lavoro della scorsa stagione dei fondisti azzurri- Nordlund ha fatto ora sapere che egli rispetterà naturalmente il suo impegno assunto verso la Federazione italiana recandosi anche durante la prossima stagione invernale in Italia per insegnarvi il segreto dello stile scandinavo. Nordlund dovrebbe intraprendere quest’anno il viaggio in Compagnia di un secondo allenatore svedese al quale la Federazione italiana vorrebbe affidare i saltatori. Infatti una richiesta del genere viene attualmente esaminata da questi dirigenti che naturalmente ben volentieri soddisfaranno il desiderio dei colleghi italiani, se saranno in grado di trovare l’elemento adatto. Molto interessante e insistente si è dimostrata anche la Federazione sciistica francese che sta cercando un capace allenatore nordico. 1 francesi non nascondono la loro sorpresa per il fatto che i fondisti italiani sono riusciti in così poco tempo a detronizzarli dal dominio nel fondo.

-


vatura. L’eccessivo nervosismo dei suoi atleti ha negativamente influito, però, sul rendimento della squadra. Dalla seconda ci si aspettava di più. Forse a questa bella squadra manca una guida energica e competente e ci auguriamo che possa trovarla in quanto tecnicamente ha grandi possibilità e dispiace che esse siano banalmente sprecate per la mancanza di affiatamento fra gli atleti. Lisi e compagni hanno bisogno di lavorare e di lavorare sodo e sicuramente ad essi le vittorie non mancheranno. Relegata all’ultimo posto la Manzoni di Brindisi. Certamente da essa si pretendeva di più e siamo rimasti veramente meravigliati dalle scialbe prestazioni dateci da questa squadra che come complesso di atleti non è inferiore a nessuna delle altre partecipanti. Ci è sembrato che i suoi atleti non sentissero l’importanza e la serietà della prova e con araba indifferenza accettassero le sconfitte. Ai Campionati Nazionali bisogna presentarsi ben preparati sia tecnicamente che moralmente, pertanto sarebbe utile che i dirigenti prima di far scendere in campo una squadra, galvanizzassero convenientemente i giocatori. Vogliamo sperare che l’anno prossimo i pugliesi sapranno riscattare le poco felici esibizioni di questo campionato. Questi gli attori, ma per poter mettere in scena la perfetta manifestazione non si può dimenticare di nominare gli amici di Messina che hanno fatto tutto quello che era in loro potere, ed oltre, perla riuscita delle finali. Al disopra di ogni elogio il Dott. Lisi, Presidente del Comitato Provinciale CSI, che è stato « colui che ha pensato a tutto »; egregiamente aiutato dai suoi diretti collaboratori. Ad essi va il grato ringraziamento della Presidenza e della C.T.N. quale modesto riconoscimento di quanto essi hanno fatto. Ma credo che la loro maggiore soddisfazione sarà quella di sapere che tutti noi Dirigenti, accompagnatori e atleti conserveremo per sempre un affettuoso ricordo della loro squisita e fraterna ospitalità e delle loro amorevoli e costanti premure. Accumuneremo in un unico meraviglioso ricordo loro e la bella Sicilia e voglio sperare che questo sarà loro immensamente gradito. Un ringraziamento anche al Giudice-Arbitro e gli arbitri che hanno disimpegnato, nel limite delle loro possibilità, i difficili

compiti loro affidati ed hanno certamente contribuito alla riuscita della manifestazione. Ha concluso la manifestazione la « duplice » premiazione: la sera quella ufficiale alla presenza delle maggiori Autorità civili, militari e religiose, durante la quale sono state premiate le squadre dei Giovanissimi e le squadre del Campionato Nazionale dalla terza classificata in poi; con discorsi ufficiali, rinfresco etc.; la mattina dopo

quella intima con la quale si è laureata la squadra Campione Assoluto del C.S.I. pel 195&, con un solo ma profondamente umano discorso di Dattilo. Le indimenticabili giornate di Messina sono passate e già si pensa all’attività futura, ma le Finali Nazionali dei Carppionati Pallavolo del 1953 rimarranno una delle più fulgide gemme nello scrigno del Centro Sportivo Italiano. Filippo Dragotto

RISULTATI E CLASSIFICHE CAMPIONATO NAZIONALE

RISULTATI INCONTRI Manzoni Brindisi Robur Ravenna Manzoni Brindisi Serenissima Terni Concordia Schio S. Giuliano Messina Concordia Schio Lazio Roma Robur Ravenna Lazio Roma Bonsignori Remedello Lazio Roma Concordia Schio Manzoni Brindisi S. Giuliano Messina Concordia Schio Serenissima Terni Serenissima Terni S. Giuliano Messina Concordia Schio Manzoni Brindisi Concordia Sclùo Manzoni Brindisi Lazio Roma Manzoni Brindisi Lazio Roma Serenissima Terni Concordia Schio

— — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — —

Serenissima Terni Romito Firenze Robiir Ravenna Romito Firenze Lazio Roma Bonsignori Remedello S. Giuliano Messina Bonsignori Remedello Bonsignori Remede’ilo Serenissima Terni Romito Firenze Romito Firenze Manzoni Brindisi S. Giuliano Messina Robur Ravenna Serenissima Terni Robur Ravenna S. Giuliano Messina Romito Firenze Romito Firenze Lazio Roma Bonsignori Remedello Bonsignori Remedello Robur Ravenna Romito Firenze S. Giuliano Messina Bonsignori Remedello Robur Ravenna

0-2 2-0 1-2 1- 2 2- 1

i

(11-15, 4-15) (15-7, 15-11) (15-13, 5-15, 2-15) (15-9, 13-15, 7-15) (15-7, 11-15, 15-2) (9-15, 15-11, .1-15) (13-15, 15-8, 15-8) (17-15, 12-15, 7-15) (15-12, 12-15, 15-17) (16-14, 154) (4-15, 11-15) (8-15, 10-15) (15-7, 15-6) (15-9, 6-15, 5-15) (10-15, 15-5, 8-15) (15-5, 12-15, 15-13) (5-15, 15-9,8-15) (8-15, 15-11, 17-15) (154, 15-0) (9-15, 15-7, 15-8) (14-16,1-15) (8-15. 15-9, 15-10) (4-15, 14-16) (15-11, 10-15, 9-15) (15-0, 15-0 forfait) (15-10, 15-13) (12-15, 15-11, 7-15) (14-16, 11-15)

1-2 2-1 1-2 1-2

2-0 0-2 0-2 2-0 1-2 1- 2 2- 1 1- 2 2- 1 2-0 2-1 0-2 2-1

0-2 1-2 2- 0 2-0

1-2 0-2

5

V

t

SPAREGGIO PER IL 1. POSTO — Concordia Schio 3-2 (12-15, 15-13, 9-15.

Robur Ravenna

CLASSIFICA FINALE 1. ROBUR di Ravenna 2. CONCORDIA di Schio (Vicenza 3. BONSIGNORI di Remedello (Brescia) 4. LAZIO di Roma 5. ROMITO di Firenze 6. SERENISSIMA di Terni 7. SAN GIULIANO di Messina 8. ALESSANDRO MANZONI di Brindisi Dopo spareggio (2) Penalizzata di un punto per rinuncia

16-6, 15-11)

7 6 6 5 7 3 7 3 7 2 7 2 1

0 0 0 0 0 0 0 0

1 1 2 4 4 5 5 6

261 258 249 204 164 214 227 139

204 12 (1) 196 12 228 10 213 6 193 5 (2) 252 4 226 4 204 2

CAMPIONATO GIOVANISSIMI

Giosuè Borsi Napoli Alce Firenze Alee Firenze Bonsignori Remedello Giosuè Borsi Napoli Bonsignori Remedello

— — — — — —

Bonsignori Remedello Aurora Peseara Giosuè Bersi Napoli Aurora Pescara Aurora Pescara Alce Firenze

CLASSIFICA FINALE 1. BONSIGNORI di Remede'lo (Brescia) 2. ALCE di Firenze 3. GIOSUÈ’ BORSI di Napoli 4. AURORA di Pescara

1-2 2- 0 2-1 2-0 2-1 2-0

(17-15, 4-15, 11-15) (.15-3, 15-7) (1512, 9-15, 15-12) (15-9, 15-13) (10-15, 154, 154) (17-15, 15-13)

3 3 0 0 3 2 0 1 3 1 0 2 3 0 0 3

107 97 111 55

86 6 71 4 107 2 100 Ò

33


U N

I

• !

FUTURO

AZZURRO

Pa solo'del Mino Moser nel Miiioiiiilo li lBl anli

su sliiiila ilei GII. il giovanissimo campione del C. S. 1. ha distaccato di forza tutti gli avversari - Il bergamasco Patimenti e il bresciano Spagnoli ai posti d'onore

vinta conclusione l’abbiamo raccolta sulla bocca di molti, di quanti abbiamo interpellato nel raccogliere le impressioni di rito. Anche perché, non lo neghiamo, ci stava a cuore sapere se gli ospiti

fossero rimasti contenti di Reggio intuendo a prio-

ri che la competizione aveva avuto tutti i pregi per soddisfare anche il più esigente degli appassionati della bicicletta. Invero le due giornate di sport Sorriso pieno di Aldo Mosce come pieno è stato il suo successo.

csiino che Reggio ha ospitato, coi ciclisti erano qui

i nuotatori per il loro tirar di somme egualmente Uno stimolo di ben fare ha pervaso, qui a Reg-

gio, organizzatori e corridori impegnati, per di-

attingere un successo copioso e completo.

vità del C.S.I. coirattribuzione di una maglia tri-

Un percorso ad hoc

tusiasmo larghi strati di pubblico ed una cornice

lito bordeggiare tra il gruppo ed i fuggitivi di turno, ci ha affermalo con tutta convinzione e colla

ala del C.S.I. E così, pari alla signorilità ed alla

sua ragionata pacatezza, che questo campionato ci-

al battesimo del fuoco, in campo ciclistico, con una

il

Armando Latini, che abbiamo visto come il so-

sempre più vasta di cultori raccolti sotto la grande

meticolosa ed attenta messa a punto dei promotori,

1

locali che le loro fatiche hanno visto prosperare ed

versa strada, a dar lustro ad una somma di atticolore tanto ambita dai nostri giovani e tanto pili accarezzata nel ciclismo, lo sport che pervade d’en-

*..

riuscito ottimamente, non potevano tradursi in una realtà più simpatica ed accarezzata dai promotori

clistico dilettanti ha avuto tutti i requisiti per dire soddisfatto lui e quanti collaborano per la diffu-

organizzazione impegnativa quale il campionato

sione e rafferinazione sempre maggiore del cicli-

italiano dilettanti, l’ardore combattivo, la decisio-

smo del C.S.I. Occorre dire che il percorso prescelto, con quel

ne, l’ottima preparazione, il buon bagaglio tecnico della gran parte dei partecipanti convenuti da ogni

parte d’Italia. Una sintesi di tale forza persuasiva, di tale con-

progredire di difficoltà che sembrava messo lì per provocare, in una soluzione naturale, un vaglio esi-

gentissimo dei concorrenti, era di quelli da porta-


I

G. S. I. ni brillante vincitore trentino.

re sulla prima scena un ragazzo ben degno di infilare la maglia di campione dai bordi tricolore,

era di quelli da laureare un ragazzo promettente che può benissimo sperare in un « domani » nello

sport preferito, era più clic mai idoneo a procurare un vaglio selettivo inesorabile alla distanza.

Ecco Aldo ili user E questa considerazione torna a tutto onore di Aldo Moser (e, di converso, dei promotori). S’è fatto il nome di Aldo Moser ed è ora clic si dica di

lui. Di lui clie ha finito per polarizzare tutto l’interesse della competizione e tutto l’ammirato entusiasmo del seguito come del folto pubblico che gre-

miva, in viale Isonzo, il rettilineo d’arrivo. E’ il neo-campione italiano del C.S.I. che succede ad An-

gioletti ed interrompe la coppia di successi filati dei bergamaschi, un ragazzo di diciannove anni e mezzo nato a Palù di Giovo (Trento), minuto e fra-

gile, si direbbe, nella costituzione fisica ancora in sviluppo, ma al contrario resistente e dotatissimo in quel trampolino di lancio infallibile delle

promesse che è la salita ed il passo come l’acume tattico che gli abbiamo visto assai sviluppato c

tempestivo nella fase finale che merita d’essere descritta subito.

C’era stata sulla salita di Casina, dolce e non impossibile, un primo accenno di lotta che man-

teneva il ritmo svelto e veloce. Moser non aveva ancora messo il naso alla finestra a differenza del

suo maggiore antagonista, il bergamasco Giancarlo Galimberti. S’era limitato a salire à sa mairi, nel

lotto non folto dei primi inseguitori delle lepri di turno. Poi s’era presentata la scalata a Marola e

qui Moser s’era fatto sotto. Aveva riguadagnalo posizioni su posizioni tradendo un’apparente fatica

i

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che anche sul passo sa dire la sua eloquente parola, Ed applausi a non finire salutarono la sua impresa solitaria e m agnifica che aveva per mèta la vestizione, sul torso di un campione in fieri, della maglia bordata di tricolore.

Interrotta la serie bergamasca S’è detto, tra le righe, di Giancarlo Galimberti, ma conviene contemplare il discorso sulla sua ma-

gnifica prestazione aggiungendo che in fatto di piglio combattivo servito da eccellenti doti di scalatore non fu secondo a nessuno. Mentre Angioletti nelle retrovie svestiva metaforicamente la maglia di campione uscente in una gara appannata ed in-

i

Giancarlo Galimberti, secondo arrivato, è stato II più tenace avversario del vincitore. Il bell'orologio che il rappresentante dell’ IL V. I. gli mette al polso è beo meritato.

forse perché poco avanti a lui veleggiava ancora un avversario, Galimberti, appunto. Fu in seguito, nell’inebriante volata al piano attraverso le discese scorrevolissime su Casina e Vezzano che il ragazzo tirò fuori le unghie, si impegnò a fondo per annullare il sia pur esiguo svantaggio e portarsi sulla ruota di Galimberti col quale si mise d’impegno a fare l’andatura per evitare ogni rientro in extremis. A gara ormai scontata in un duello tra lui ed il bergamasco, ecco l’insospettata dote di freschezza e di fondo del trentino, ecco la sua soluzione di forza attuata con tempestività e scelta di tempo perfetta. Al quadrivio di Puianello, in vista delle For-

che — niente più di un montacala di trascurabile entità — Aldo Moser scattò di sorpresa con tanta forza ed agilità da procurarsi una ventina di metri di vantaggio. Non di più. Galimberti si pose d’impegno a parare il colpo, rosicchiò preziosi metri,

ma il presentarsi della gobba delle Forche fu fatale al lombardo mentre il tridentino, a schiena inarcata, producendo uno sforzo di bellissima tra-

volgente azione, prese il largo definitivamente e dette inizio .alla corsa al trionfo, accumulando un sempre più vistoso vantaggio. Bmccardo e Paoli gli facevano giungere un roboante incitamento che. Quattrocchi, in veste di direttore di corsa, conteneva frenando lo slancio

erompente della macchina che portava i pur incontenibili dirigenti atesini. Il balzo di Moser su

Reggio fu quello di un convincente campioncino

colore, un suo conterraneo sperava ardentemente di farla propria c di conservarla alla città del Colleoni. Non c’è riuscito, ma si è battuto alla brava sulla stessa linea del vincitore sin quasi sul palo d’arrivo, l’atletico portabandiera dell’U.S. Redonese c merita qualcosa di più dell’onore delle armi.

Benissimo, dunque, la piazza di vice-campione. Al terzo posto, sfuggendo alla morsa del gruppetto in-

seguitore che in discesa tentò invano di accomunare

gli sforzi alle spalle dell’imprendibile coppia dominatrice, si è piazzato il bresciano Abele Spagnoli, altro ragazzo che può vantare un’indubbia completezza di mezzi. Eppoi ricordiamo ancora lo spunto del bergamasco Maurilio Dolci che gli valse il quarto posto tenendo a rispetto un altro trentino, Enzo Pizzini. Interessantissime le prove di chi li segue nella volata del gruppetto formatosi negli ultimi chilometri di corsa. Vincenzo Fiorclli è il romanino che sulla salita di Casina diede fuoco alla miccia dopo la breve tregua seguita alla violenta caccia del gruppo sulle orme di un gruppo di fuggitivi che aveva tenuta ben desta l’attenzione per l’intero tracciato pianeggiante iniziale. E Fiorelli si batté sin su Casina nella rosa dei maggiori aspiranti al successo finale. E Fiorelli anche su Macola non si dette per vinto scalando egregiamente bene, il « piccoletto », la dura asperità.

Con Fiorelli è giunto al traguardo Bergamini che del laziale fu l’emulo brillante lungo la salita di

Casina, avanti che i due « grandi » della corsa la monopolizzassero come sapete. In questi nomi, sostanzialmente, risiedono i protagonisti della corsa.

Merita forse che si aggreghi loro il trevigiano Favaro che in pianura fu un attaccante generoso e saldo per tanti e tanti chilometri dando il buon esempio nel condurre ed inscenando un volitivo c coraggioso « a solo » quando si accorse che le orme

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dei passi spietati del gruppo cacciatore incalzavano, da presso ormai.

Un cenno alla inedia: lo merita proprio... S’è viaggiato al disopra dei quaranta orari! Nonostante il

brusco pronunciarsi del profilo altimetrico

nella parte conclusiva — la... piramide violenta che faceva bella mostra di sé nel tracciato plani-

metrico che ba ben assolto al suo compito di giu-

dice di pace — i corridori hanno espresso una media oraria sbalorditiva non concedendosi sosta nella lotta dal via al palo d’arrivo. Segno di una ottima preparazione collettiva, segno che in molti dei

partenti la « stoffa » c’è.

Ed il campionato ha assolto degnamente il suo

compito: attrarre l’attenzione su giovani che sono stali affinati nei mezzi naturali dal C.S.I. ed inten-

dono irrompere nel campo più vasto ed impegnativo della famiglia unionistica dopo un collaudo selezionatore, al quale ha posto mano il C.S.I. nel

La bella squadra di Roma clic a Reggio lìmilla non ba avuto troppa fortuna.

suo diuturno cd appassionato compito di indiriz-

zare alla pratica dello sport più popolare d’Italia dei giovanissimi. I quali, attraverso entusiasmo c gioia di ben fare, sono prodighi di soddisfazioni e di note positive come quelle che abbiamo tratto

ben volentieri qui a Reggio Emilia. lììiijflielmo Fanticini

OIIIHXI] D’ARRIVO 1. MOSER ALDO (Lì. S. Aurora-Trento) che compie il percorso di Km. 137,8 in ore 3.19'58” al.'a media di chilometri 10,525; 2. Galimberti Giancarlo (Redonese-Bergamo) a 1’31”; 3. Spagnoli Abele (Pedale Bresciano) a 4’02”; 4. Dolci Maurilio (Mose,Oli Bergamo) a 4*17”; 5. Pizzini Enzo ( V olano-Trento) a 4’17”; 6. Fiorelli Vincenzo (Virtus-Ronia) a 4’17”; 7. Bergamini Gianni (Lepanto-Modena a 4’17”; 8. Spaccatosi Mario (Quadrac'cia-Roma) a 6T5”; 9. Residori Marcello ( Pindemonte-Verona) a 6'21”; 10. Faccetti Giovanni (Ponte S. Pietro-Bergamo); 11. Lorieri Sergio (S. Vitale-Massa C.) ; 12. Moscon Attilio (Aurora-Treviso); 13. Battistoni Ermido (Casal Bertone-Roma); 14. Negrini Mario (S. Faustnio-Brescia); 15. Mason Federico (Badoere-Treviso); 16. Casarin Pietro ( Badoere-Treviso) ; 17. Cerqui Bruno (Audax-Brescia); 18. Magri Luciano (Fiorente-Berganio); 19. Bolzon Mario (Loria-Treviso); 20. Tornasi Remo (Ciac Virtus-Bolzano); 21. Zucchi Franco (Rubeo-Roma); 22. Carrarini Giancarlo (Bresolin-Verona); 23. Kettemaier Guido (Aurora-Trento); 24. Camuncoli Bruno (ValentiniBrescia); 25. Callegari Bruno (Olintpia-Bolzano); 26. Basile Saverio (Rubeo-Roma); 27. Bordiglieli Galliano (AngaranoVicenza); 28. Zonta Ennio (Angarano-Vieenza); 29. Bertolucci Angelo (Quadractja-Roma); 30. Riva Gabriele (Chiorda-Bcrgamo) ; 31. Montalti Lino (Zannoni-Ravenna); 32. Bonmassar Bruno (Aurora-Trento); 33. Bellomi Mario (Azzurra-Vicenzu); 34. Biasotto Gino (Pedale-Siena); 35. Bobbo

Umberto (Gazzera-Venezia); 36. Fabrizi Primo (HectorTerni); 37. Favaro Pietro (Badoere-Treviso); 38. Stefanoni Giovanni (Gazzera-Venezia); 39. Caroli Enzo ( Pieve-Reggio Emilia); 10. Stefanoni Mario (Gazzera-Venezia); 41. Banzola Giovanni (S. Pancrazio-Ravenna); 42. Siliprandi Enzo ( Quiste lo-Mantova); 43. Bedeschi Giorgio ( Lepanto-Modena); 14. Torricelli Giovanni (S. Gabriele-Bologna) ; 45. Puoletti Vittorio (S. Angelo-Perugia); 46. Bindocci Stefano I Pedale-Siena); 47- Franceschi Albertano (Freccia AzzurraSienu); 18. Sgarbi Giuliano (Libertas-Modena); 49. Vendramini Otello (Pindemonte-Verona); 50. Angioletti Alessandro ( Olimpia-Bergamo) ; 51. Gatti Giancarlo (La Rocca-Bergamo).

Premio di rappresentanza 1. Provincia di Trento.

Classifica Cai Campionato l aliano DOPO LA QUARTA PROVA

1) MAGNI p. 13;

2) Petrucci p. 8; 3) Maggini p. 7; 4) Austrua, Benedetti, Grosso, Ferrari A., Zuliani p. 5; 9) Barozzi p. 4; 10) Albani e Minardi p. 3; 12) Doni, Martini, Rivola e Volpi, p. 2. Seguono con un punto: Bartali, Baroni, Bevilacqua, Brasola A. e E. Carrea, Ciancola, Coletto, Conte, Defilippis, De Rossi, Gismondi, Landi, Lorenzotti, ecc.

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SUPERBA VITALITÀ’ BEL C.S.I Le rassegne nazionali del CSI si susseguono l’urta all’altra a ritmo serrato e con confortante continuo miglioramento qualitativo e numerico. Alle molte manifestazioni invernali che hanno impegnato sciatori, atleti per la corsa campestre e giocatori di tennis da tavolo, si sono susseguiti i calciatori e i cestisti e quasi contemporaneamente sono entrati in iscena i ciclisti dapprima per il campionato nazionale a squadre a Bussano del Grappa e gli specialisti della velocità e della pista a Pesaro. L’ultimo ciclo — e sono ben cinque manifestazioni consecutive — comprende : il Campionato di Pallavolo a Messina, il Campionato Nazionale di Nuoto a Reggio Emilia, dove si è pure effettuato il Campionato ciclistico su strada dei Dilettanti e infine, nell’ultima settimana, a Verona sono stati di scena ancora i ciclisti, ma i giovanissimi della categoria Allievi, e gli appassionati bocciofdi per la assegnazione dei sei titoli (tre Allievi e tre adulti) nazionali nelle classiche prove di singolo, coppia, e terna. Unitamente all’assegnazione dei titoli pelle bocce, si è pure avuto il Primo Criterium Nazionale del "punto", originale prova di abilità. La rassegna non è ancora terminata. Ecco dopo i ciclisti, i cestisti, i pallavolisti, i calciatori e i bocciofili, gli sciatori e i crossisti e ancora i pongisti, radunarsi a Moena, nel fantasioso scenario dolomitico trentino, i partecipanti al V Trofeo Nazionale della Montagna. Ma per ora interessa fare il punto sull’ultima manifestazione nazionale del C.S.I. che può a giusto titolo tirare fra non molto i conti e le cifre di una sbalorditiva stagione agonistica.

Gli Allievi del Ciclismo hanno dimostrato domenica scorsa, sulle strade del Garda e del. Veronese, la loro vitalità ma anche la toro maturità tecnica acquisita in una severa preparazione e sotto guide esperte di istruttori capaci maturatisi con gli anni, di vita sociale e formativa. Così anche, i bocciofdi. E’ uno sport questo tipicamente ricreativo che. va raccogliendo proseliti anche nelle [de del Centro Sportivo Italiano. Uno sport che si addice a meraviglia a tutte le categorie e a tutte le età di facile attuazione e nelle sue attrezzature e nella formazione di sezioni. A queste attività fisicoricreative: tennis da tavolo, bocce, tamburello, escursionismo, il C.S.I. guarda con particolare simpatia e attenzione in quanto il suo scopo basilare, fondamentale, non è quello di creare essenzialmente dei campioni, ma di sviluppare invece una vera attività sociale dove, lo sport è uno strumento di educazione e non soltanto un traguardo agonistico. Questo ha detto del resto il V. Presidente Centrale, prof. Notorio, nel Corso della riuscitissima premiazione in uno degli edifici più storici e caratteristici della briosa città scaligera. E questo confermano i fatti, l’attività, il susseguirsi di avvenimenti che il C.S.I. realizza con sorprendente vitalità e con minuziosa e accurata capacità organizzativa, ciò che dimostra ormai la raggiunta maturità anche nel settore tecnico dei suoi organi periferici e dei vitalissimi Comitati Provinciali che così efficacemente affiancano l’opera della Presidenza Centrale. nabcr

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Dopo la rassegna nazionale su strada del dilettanti, a Verona hanno gareggiato noi Veronese gli allievi del C.S.I. Duo veronesi con nn Mcolpo„ ben assestato nel pedalo si sono piazzati al primi posili Domano Gnerra ed Umilio Meneghini.

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IL VERONESE GUERRA

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Campione Nazionale del C.S.I.

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Su un tracciato particolarmente vivace e panoramico che toccava anche la riviera del Garda, si è disputato ieri, a Verona, il sesto Campionato Nazionale Ciclistico su strada per allievi del Centro Sportivo Italiano. La gara molto vivace si è risolta con la vittoria per lieve distacco del veronese Romano Guerra, del « Ciclo Salus » di Legnago Non sono questi tuttavia i veri protagonisti della brillante competizione ciclistica giovanile, alla quale hanno aderito 60 finalisti rappresentanti di 30 province di tutta Italia. L’animatore della prova è il romano Michele Magini, inesauribile per conti nuità di azione c generosità di lolla. E’ stato infatti Magini a dare il via alle scaramucce provocando la selezione quanto mai sensibile lungo il sinuoso percorso che ha avuto nel finale una specie di trabocchetto: la scoscesa salita di Torricelle, nel cuore di Verona, che ha provocato il crollo degli uomini in testa consentendo ai due veronesi, che intelligentemente si erano mantenuti sulla difensiva, di piazzare il colpo finale e terminare nell’ordine: Guerra, primo e Meneghini, secondo, sulla li-

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tumulerà II grande Loarco ?!!...) ò fellco.

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l.a corsa ha avuto tre veri meritevoli quauto sfortunati protagonisti: il romano Magini, nettamente il più meritevole, c I bresciani Goffi c Zanola. Ecco il terzetto in fuga Inugo la riviera del Garda.

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Cou maglia di camplouo, scudolta, troToo o fiori Guerra

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nea del traguardo, si può ben capire con quale entusiasmo del pubblico veronese. In partenza, dicevamo, il romano Magini scattava deciso ed a Villafranca aveva già una ventina di secondi di vantaggio sulla coppia bresciana composta da Goffi e Zanola, che sono stati i primi ad inseguire. A Veleggio, dopo 24 chilometri percorsi in 37’10” Magini aveva ancora 30” su Goffi e Zanola mentre il gruppo era distaccato di 1 minuto. Al bivio di Castelnuovo, dopo 34 chilometri compiuti in 54’ si aveva il ricongiungimento dei tre uomini in testa che però non trovavano tanto facilmente l’accordo. In particolare Golfi e Magini apparivano comunque attivi al bivio di Peschiera; dopo 39 chilometri compiuti in un’ora giusta, il vantaggio era lievemente diminuito. A questo punto si staccavano dal gruppo due bergamaschi: Beloni e Pezzetta che iniziavano un duro inseguimento che però non aveva esito in (pianto i tre di testa compivano insieme la salita del Pino e, ancora insieme, iniziavano la discesa a metà della quale il romano Ma- • gini forava e quasi contemporaneamente Pezzetta rimaneva solo all’inseguimento, perché il compagno di squadra Bclotti veniva attardato da un incidente meccanico. I due bresciani Goffi c Zanola restavano così soli al comando della corsa e insieme giungevano alle porte di Verona mentre dietro, dopo inutili tentativi del romano Magini e dei bergamaschi, partivano al contrattacco i due veronesi Guerra e Meneghini che sulla salita di Torricelle raggiungevano e superavano prima Zanola e quindi Goffi, ormai sfiniti. Anche il bergamasco Peloni superava il bravo Goffi. Praticissimo dell'ultima discesa. Guerra staccava tutti gli altri che finivano alla spicciolala.

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ORDINE D’ARRIVO 1) GUERRA ROMANO (Ciclo Salus di Legnago Verona) che compie il percorso di km. 101 in h. 2.39’ alla media oraria di km. 38,110. 2) Meneghini Emilio (Industria Brena - Verona) a 23”. 3) Belotti Giuseppe (U.S. Serse Coppi - Chiuduno) a 50”.

4) Goffi Enrico (U.S. Prevalle - Brescia) s.t.. 5) Roberti Vincenzo (Aquila Fontane - Treviso)

Ciclismo a boctu si Integrali a Verona. Ecco io Stalo Maggiore dei «boccloflll».

Guerra «laccato II concittadino Meneghini c i protagonisti della gara nello dure rampo di « Torricclie », taglia con largo vantaggio II traguardo dot campionato alilovl.

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I Il frappo lasagna valooomaata sul Inago Adige elle porte di Verona*

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6) 7) 8) 9) 10) 11)

Franzosi Pasquino (U.S. Prevalle - Brescia) s.t.. Zanola Adriano (U.S. Voluntas - Brescia) s.t.. Pohl Antonio (GIAC Virtus - Bolzano) a 1’55”. Latini Vincenzo (U.S. Simonetti di Roma) s.t.. Darsic Sergio (Aquila Fontane di Treviso) s.t.. Fausti Giacomino (U.S. Prevalle Brescia) a 2’10”.

12) Filippi Gino (U.S. Izzana di Trento) s.t. 13) Seminati Marcello (U.S. Ballerini Voltiere Bergamo) s.t.. 14) Frezza Primo (U.S. Busca - Roma) a 3’17”. 15) Bresolin Giorgio (U.S. Bresolin - Verona) s.t.. 16) Camelli Tullio (U.S. Volano - Trento). 17) Dolzan Renato (U.S. Veloce Junior - Vicenza) 18) Pazzini Romando (U.S. Busca di Roma). 19) Maso Raffaele (U.S. Aurora di Treviso). 20) Cattaneo Gino (U.S. Taurea di Bergamo). 21) Galvan Gilberto (U.S. Concordia di Bolzano). 22) Vestrucci Roberto (U.S. Virtus di Arezzo). 23) Garbetti Piero (U.S. Prevalle di Brescia). 24) Zanatta Remigio (U.S. Paolo di Treviso). 25) Gasini Eugenio (U.S. Assi Butangas - Arezzo). 26) Pezzotta Fortunato (U.S. Coppi Chiuduno - Bergamo). 27) Pozzi Osvaldo (U.S. Ector di Terni). 28) Savorani PierPaolo (U.S. Fulgor di Faenza). 29) Locateli! Luigi (U.S. Taurea di Bergamo). 30) Santini Aquilino (U.S. Curnasco di Bergamo). 31) Simoncelli Attilio (U.S. Izzana di Trento). 32) Magini Michele (U.S. Simonetti di Roma). 33) Conte G. Paolo (U.S. C.S.I. Gazzera - Venezia). 34) Urtiti Ermenno (U.S. Pro-Vittoria di Genova). 35) Fantozzi Leonetto (U.S. Camporegio - Siena). 36) Di Francesco Elio (U.S. C.S.I. Gazzera - Venezia). 37) Bonato Marco (U.S. Bartali di Venezia). 38) Zanelli Antonio (U.S. Pedale Seriatese - Bergamo)-. 39) Zini Giordano (U.S. Traversare di Faenza). 40) Zappieri Sanzio (U.S. Auxilium di Torino). 41) Scartabelli Isabelle (U.S. Freccia Azzurra Lucca). 42) Carpanera Franco (U.S. Pro-Victoria di Trieste). 43) De Negri Umberto (U.S. Gori. di Roma). 44) Boaretto Mario (U.S. Ponsin di Padova). 45) Mastinchel Renato (U.S. Olimpia di Bolzano). 46) Frasson Egidio (U.S. Ponsin di Padova). 47) Romanetti Giuseppe (U.S. Ciclo Sarpi di Genova).


A ROMA, BERGAMO E MODENA i

titoli nazionali delle bocce

-

finale con Sarti-Vaccari di Modena. Ecco il risultato finale della manifestazione veronese che ha avuto il suggestivo epilogo a Palazzo Vecchio con la premiazione effettuata dalle maggiori Autorità civili della provincia e dai rappresentanti dello sport nazionale.

Allievi (singolo): 1. Boano Dino (Roma); 2. Guerrona Giulio (Treviso); 3. Iguerra Carlo, Alessandria): 4. Cardinali Mario (Perugia).

Coppie: 1. Sante Carbone e Piero Gasperini (Modena); 2. Caremini c Turani (Bergamo); 3. Antonini e Barberis (Alessandria); 4. Pieri e Zivieri (Roma).

Così piccolo c giù campione il «baciai» della torna allievi di Bergamo.

La rassegna nazionale boccistica del Ceritro Sportivo Italiano, a conclusione della intensa attività svolta nel corso della stagione in ogni dove, ha avuto ieri a Verona un successo quanto mai lusinghiero per la partecipazione di 60 giocatori, dei quali giovanissimi « allievi », in rappresentanza di 25 province. Le gare per i tre titoli delle due categorie hanno dato luogo ad incontri quanto mai vivaci e taluni incerti sino all’ultimo « giro ». Roma, Modena, c Bergamo si sono divisi i sei titoli ma il maggior bottino è toccato proprio ai valenti giocatori romani che hanno conquistato tre vittorie c un brillante secondo posto. Il giovane Dino Boano si è aggiudicato il titolo nel « singolo allievi » mentre Giuseppe Gariholti ha conquistato quello tra gli « adulti ». Il terzo titolo romano è stato ottenuto dalla coppia PieriDe Angelis dopo una vivacissima

Terna: 1. Arrigoni, Tasca e Grippa (Bergamo); 2. Meneghetti, Finato e Rizzo (Treviso); 3. Crociani, Cardinali, Patrizi (Roma). Adulti (singolo): 1. Garibotti Giuseppe (Roma); 2. Pacinetti

(Brescia); 3. De Rossi (Treviso); 4. Abbre (Alessandria). Coppia: Pieri, De Angelis (Roma); 2. Sarti Vaccari (Modena); Manfio Canizzato (Treviso); 4. Montanari Gelato (Alessandria).

Terna: 1. Zingarelli, Carissimi, Buzzi (Bergamo); 2. Temperini, Patrizi, Battaglia (Roma); 3. Dcll’Antonio, Michclon, Rossi (Trevisol; 4. Roveri Armando c Roberto, Bellocchio (Alessandria). GiudiceArbitro e Direttore di Gara cav. Zavatcr Edoardo di Verona, vice Presidente dell’U.F.I.B.

E’ stato disputato anche per la prima volta il Criterium Nazionale del Punto, originale gara di abilità con i seguenti risultati:

1. Battaglili! Arrigo di Roma con punti 57; 2. Sarti Ettore di Modena con punti 50; 3. Boveri Armando di Alessandria con punti 43; 4. Pasinetti Pietro di Brescia con punti 43.

La schiera dal vincitori, l migliori bocciatili dol C.S.l. per II 1953 con II Comm. D'OvIdlo dalla Commissiono Tecnica Nazionale presieduta dal Comm. Giovanni Boano soddisfatto papà del nuovo campione allievi, Il liceale «Dino».

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I Campionati .Nazionali ciclistici su pista, che il Centro Sportivo Italiano ha fatto svolgere a Rimini, negli ultimi giorni nei quali il locale Circolo Filatelico aveva organizzato la Mostra del francobollo sportivo, in onore del compianto Conte Alberto Bonacossa, ha dato modo a pare chi dei filatelici convenuti di assistere, nel magnifico velodromo cittadino, alle interessanti gare che vi si svolgevano. Contemporaneamente i dirigerai del Centro Sportivo ed alcuni corridori hanno colto l'occasione per prendere contatto con un’attività ricreativa ancora poco familiare, ma suscettibile di grande sviluppoE meno convititi sono stati probabilmente gli sportivi militanti, i corridori, rimorchiati dal Direttore della Sezione, dopo una laboriosa opera di convincimento, i quali non potevano persuadersi come nei "pezzi” di maggiore vai-ore esposti nella mostra non fossero raffigurati i loro idoli e maestri, Bartali e Coppi, accomunati magari in un’unico francobollo e guardantisi, una volta tanto, con un'espressione differente da quella che è la loro abituale, durante le gare alle quali partecipano. La interessante mostra si è svolta, con notevole concorso di visitatori e di espositori. Fra questi segnaliamo il Rag. Egidio Pennati di Lecco, sa'io della nostra Sezione al quale la Giuria ha assegnato in premio la targa, conio speciale dei Campionati, offerta dalla Presidenza del C.S.I. per una rara collezione di buste affrancate e con annullo del volo polare del Gen. Nobile ed una medaglia vermeille

MUOVE PUBBLICAZIONI ^La ginnastica medica,,

In tutti i campi delle umane attività, e in modo particolarissimo nel campo scientifico, la specializzazione sempre più afferma il suo valore e la sua indispensabilità. Alla specializzazione delle attività, degli studi, delle applicazioni e delle stesse professioni, corrisponde, come è naturale e logico, la specializzazione delle pubblicazioni che trattano ed illustrano i vari settori di azione, di lavoro, di ricerca e di organizzazione. Anche in Italia, ove purtroppo, l’editoria soprattutto tecnica e scientifica è ancora poco diffusa e poco fortunata, le pubblicazioni mediche sono numerose, autorevolissime e di alto prestigio. In questo settore di attività editoriale si è recentemente inserita una Rivista che è tipica per la sua specializzazione e per la sua funzione che viene ad assumere. Si tratta della Rivista "La Ginnastica Medica” organo ufficiale della Società Italiana di Ginnastica Medica. Questa nuova pubblicazione, che è edita da Andrea Pais e che delle Edizioni Pais reca il sigillo della bella veste tipografica e del buon gusto, raduna intorno a sè un poderoso gruppo di medici specialisti e di autorevoli cultori della importante materia. Il Direttore, che è lo stesso Presidente della Società Italiana di Ginnastica Medica, don. proj. Carlo Pais — nome ben noto nel campo nazionale ed intemazionale della scienza ortopedica — nel presentare la Rivista scrive che la disciplina medica pur avendo uno sviluppo storico ed una tradizione privilegiata anche in Italia è oggi nel nostro Paese più che in altri, ancora disorganizzata, empirica e lungi dall’essere bene intesa ed utilizzata. Eppure l’attuale civiltà meccanizzata tende ad immiserire il corpo e con esso lo spirito; poiché crea di

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per una importante serie di vignette ricordo di manifestazioni sportive. Senza perdere di vista le emissioni di francobolli commemorativi e di annulli speciali, la Sezione sta preparando una cartolina-ricordo, che verrà emessa il giorno 20 settembre in occasione delia disputa ad Aosta del 5° Trofeo della Montagna ». Per l’occasione la Sezione ha anche ottenuto dall’Amministrazione postale la concessione di un annullo che funzionerà ad Aosta il giorno delta gara.

La cartolina, che inquadra come motivo principale L’Arco di Augusto in Aosta, contiene un rettangolo in bianco, del formato dei francobolli delta serie "Italia al lavoro”, sicché potrà essere molto opportunamente affrancata col francobollo commemorativo della "Festa della Montagna, che, si direbbe, emesso per l’occasione.

La tiratura della cartolina sarà limitata a 1000 esemplari, una parte dei quali sarà riservata ai concorrenti al "Trofeo". Quelle che resteranno disponibili verranno cedute al prezzo di L. 100 ciascuna, affrancate col francobollo commemorativo da L. 25 e con Tannullo speciale e di L. 90, affrancate con francobollo normale da L. 10. Inviare le richieste, che saranno evase in ordine di prenotazione, al Centro Sportivo Italiano. Via della Conciliazione 1, Roma — Sezione filatelica, intestando eventuali assegni, vaglia, ecc. al Direttore, Geom. Riccardo Bonarelli.

continuo nuovi mezzi che limitano anche le più spontanee ed elementari manifestazioni di movimento- Le attività sportive, pur necessarie, non bastano a compensare l’inerzia a cui inevitabilmente tendiamo, perché privilegio di pochi, mentre quelli meno dotati nel fisico non trovano ancora adeguate possibilità per superare le loro deficienze. Da queste premesse di carattere ambientale, la Rivista trae gli elementi per la sua azione di propaganda, di eduzione e di istruzione, azione che è quella stessa della Società Italiana di Ginnastica Medica e che la pubblicazione ora uscita porta dal piano interno tecnico e scientiji'o a quello più vasto e efficace della conoscenza pubblica e della diffusione. Ad illustrare l’importanza che la Rivista assume, nel compito di valorizzazione e diffusione degli scopi della Società di cui è portavoce, basta citare anche un solo punto che il Prof. Pais enuncia nella presentadel programma !'• e: "Inserire la Ginnastica medica come mezzo terapeuzione: tico integrativo di ogni specialità delle Medicina e della Chirurgia per un miglior recupero funzionale, tenendo presente che la ginnastica medica è utile non solo ai deformi, ai neurolesi, agli amputati, ma anche ad esempio, ai polmonari, ai cardiopatici ecc.”. Il primo numero della Rivista — che ha la sua sede redazionale ed amministrativa a Bologna presso l'istituto Rizzoli e quella editoriale a Roma (Edizioni Pais - Piazza dei Sanniti, 9) reca oltre alla citata prefazione del Prof. Carlo Pais, un articolo di Pietro Fernet i su: "La rieducazione degli emiplegie i" e poi: Alcide Bauce; "Ginnastica Medica e malattie de! cuore”; Adelaide Colli Grisoni "La ginnastica medica curativa: la rieducazione motoria”; Carlo Descovich e Laura Zambrini: "La ginnastica del lattante" con illustrazioni ; Vittorio Vecchi e Italo F. Goidanich: "La respirazione artificiale” con illustrazioni ; a fura di R. Camera, A. Dal Monte, A. Franz, I.F. Goidanich, M. Bavaglia sono pubblicate varie ed interessanti recensioni di attualità.

1


Supplem. al fi. 9 di STADIIIM per le Unioni Sportive e i Comitali Provinciali del C. S. I. Sottombro 1953

IL I causo IH Mirai SPORTIVI lia aiuto pieno successo alla “Olendola 99

Al Passo delle Mendola (Bolzano) si è svolto, dal

24 agosto al 2 settembre, il 1° Corso Nazionale Dirigenti Sportivi, che ha visto la partecipazione di 74 allievi limitatamente alle regioni del nord. In verità tale Corso, senza alcuna intenzione. ., dedicatoria, può essere definito benissimo "Corso Don Nicola. Pavoni”. Il Nostro Vice Assistente Nazionale, oltre ad esserne burocraticamente il Direttore, ne è stato l’anima, il motore, il cervello, l’oratore più applaudito, più ascoltato, più seguito e ciò senza voler far torti a tutti gli altri che si

sono avvicendati per una settimana nell’aula dell’Albergo Golf.

!

L’indomani aveva luogo una lunga gita in palmati attraverso la Val d’Ega, il Pordoi, il Sella, la

Val Gardena.

Le lezioni riprendevano il 30 agosto con una bella relazione di Ettore Carneroli sullo "Sport scolastico e sui rapporti del C.S.I. con la scuola” a cui seguiva di nuovo Zurli con una lezione sul "Nuoto”. Quindi Carlo Bianchi parlava con grande competenza sul "Ciclismo” e altrettanto faceva Giu-

seppe Fraccaro sullo "Sci”; interessante e bellissimo risultava "Sport ed educazione", presentato da Dino De Poli.

Moltissimi gli insegnanti che si sono alternati durante il corso e tutti, indistintamente tutti, di grande levatura e capacità.

Lorenzo Borghi, Bartolo Paschetta e Generoso Dattilo chiudevano degnamente il Corso, unita-

Nella prima giornata si avvicendavano il Prof. Notorio, il Dr. Talentino e Don Nicola mentre nel pomeriggio Coinè: svolgeva il tema sulla pallacanestro.

mosso saluto ai partecipanti ringraziandoli per l’attenta e plebiscitaria partecipazione al Corso stesso.

Il giorno 27 si aveva', ancora il Prof. Notorio con due lezioni sul « Centro Sportivo Italiano », Natale Bertocco sulla "Unione Sportiva”, Filippo Dragotto sulla "Pallavolo”, il Dr. Rossi, Presidente della G.I.A.C., sulla "Medicina Sportiva”, Renato Zurli

sulla "Atletica Leggera” e, ospite graditissimo, il Dr. Garrone, Vice Segretario Generale del C.O.N.I.

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mente a Don Nicola che il giorno 2 dava un com-

Settantaquattro allievi, settantaquattro nuovi di-

rigenti che faranno parte, da oggi, dei rispettivi Comitati Provinciali del C.S.I.; gente indubbiamente preparata e che la pratica renderà esperti; ragazzi entusiasti e appassionati che contribuiran-

no senza dubbio a migliorare ancora le capacità periferiche organizzative del Centro, a portare respressione migliore dello sport italiano di oggi con le sue prerogative più belle e più sane.

sui "Compiti e funzioni del C.O.N.I. e delle Federazioni”.

Questo I. Corso è valso a dimostrare che il Centro Sportivo Italiano può contare sempre più e

Il 28 agosto veniva dedicato al Ritiro durante il quale veniva svolta una suggestiva Via Crucis attraverso i boschi e che veniva illustrata dagli stes-

sempre meglio su quell’apporto plebiscitario di giovani che ogni anno ingrossa le sue file.

si ragazzi in modo veramente efficace e umano.

questi Dirigenti!...

I migliori e più cordiali auguri di buon lavoro a

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rovinaci PESARO Corre per la prima volta e vince i nazionali del C.S.I. su pista. Non era mai salito su di una bici da pista e tantomeno da corsa — una lattica tutta speciale —

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E* un episodio che va raccontato sia per le caratteristiche che presenta, sia per la spinta che può dare una colonnetta di giornale ad un sedicenne tutto pepe ed intelligenza. Giuseppe Tonucci. che per la cronaca abita a Torrette di Fano ed è figlio di una buona famiglia di coloni, ha sempre avuto il pallino della bici; forse questa sua mania gli sarà costata rimproveri e richiami da genitori: ma una mania è sempre una mania... Cosicché Giuseppe sognava lunghe strade assolate, striscioni di traguardi al vento e lui che calcava le strade e tagliava i traguardi. La pista del "Benelli” di Pesaro lo magnetizzava col suo lucido asfalto e con le sue scivolanti curve. E per togliersi la soddisfazione di sentirsi corridore, Giuseppe frequentava, su di una antidiluviana bicicletta la pista, facendo orecchie da mercante ai brontolìi del custode. Qui il dott. Gaudenzi incaricato provinciale del CSI per il. ci-.lismo lo ha visto pedalare, e come di solito avviene, lo ha invitato ad iscriversi al ” ì’elosport ” e lo ha preso sotto la sua protezione. Questo è successo ai primi di giugno. Al 20 dello stesso mese il dott. Gaudenzi lo iscriveva ai Campionati Nazionali esordienti su pista. Intuizione geniale o sicurezza professionale? Non si sa. Sta di fatto che una telefonata avvertiva il Tonucci di venire a Pesaro per allenarsi. 5 giorni di allenamento su pista, ripeto senza aver mai corso prima e il 29 giugno con la tremarella alle gambe, ma con la sicurezza di chi ha fiducia in se stesso. Giuseppe Tonucci vinceva a Rimini il Campionato Nazionale Esordienti su pista del CSI battendo Guido Frezza di Roma vincitore nell’anno 52’. Era Punico partecipante per le Marche. Una tattica tutta speciale ha usalo per battere il Frezza. Conoscendo Cottimo spunto di questi nella volata e non avendo ancora raggiunto un buon s'atto, sempre perché digiuno di allenamento, Tonucci sia nelle semifinali che nella finale partiva di sorpresa a cinquecento metri dal traguardo che riusciva a tagliare per primo resistendo alla rimonta degli avversari. Il Comm. Stinchelli, della C.T.N. per il ciclismo, aveva criticato nella semifinale questo sistema di gara del Tonucci. sistema suggerito dal Gaudenzi; ma il Tonucci nelle finalissime partiva da una distan-

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^Provincia

za maggiore e batteva il pupillo romano aggiudicandosi la vittoria finale. Sedici anni sono pochi e quindi buoni per tentare la fortuna ne!' ciclismo. Cosi adesso con la maglia di campione su pista, Tonucci tenta su strada. E la prima corsa l'ha fatta il 5 luglio a Falconara dove si classificava quinto dopo una bellissima gara.

Il giovanissimo vincitore doi Campionati Italiani esordienti su pista, colto dal nostro obbiettivo sul lungomare di Pesaro.

Ora che ha incominciato ad imporsi, Pcppe deve farsi le ossa, come si dice ~ in gergo, ed a questo ci penserà Gau denzi che lo ha preso definitivamente sotto la sua protezione, e che lo curerà sia per passione sportiva e sia (avanti diciemo In verità...) un po’ per amor proprio: in fondo se non lo vedeva

lui...

CARLO RAFFAELLI

Panoramica estiva pesarese.

Una « panoramica » dell’attività sportiva pesarese nei mesi di giugno e di luglio deve concedere ancora una volta al CSI le sue migliori prospettive. L'ultima, la più spettacolare, forse, si è conclusa giorni fa: il V. Palio Cestistico Pesarese. I suoi scopi erano evidenti: richiamare con una inanifesta-

zionc di carattere nazionale attorno alla bandiera del CSI il grosso pubblico clic non sempre segue l’attività minore quotidianamente svolta tra i giovani. Non si esagera dicendo che questo Palio ha violentemente polarizzato su di sé tutta l’attenzione degli sportivi. Alcuni accorgimenti tecnici erano stati adottati nella formazione delle squadre .per permettere un equilibrio di valori. Equilibrio di valori che ha trovato la sua piena giustificazione nelle emozionanti competizioni che si sono susseguile per una settimana sul campo di Viale della Vittoria. Non a caso erano stati invitati i più giovani « Nazionali » della nostra pallacanestro: Riniinucci, Posar, Damiani, Portelli, Z’uechi Dario, Lucev, Combini ecc.; il CSI lavora tra i giovani e per i giovani, ed era giusto che questi, prima degli altri, conoscessero attraverso una simpatica manifestazione la nostra organizzazione. Con lo stesso calendario c gli slessi criteri si è svolto poi il 3. Palio Allievi, che se non ha richiamalo la fol'a del suo « fratello maggiore » ha avuto almeno il pregio di dimostrare, se era il caso, che le giovani leve cestistiche pesaresi mantengono costante il loro incremento quantitativo e qualitativo.

La Pallavolo, dopo circa un anno di « latitanza » dal calendario sportivo, ha fatto la sua ricomparsa con i Campionati Prov.li del CSI ed il Torneo per i Giovanissimi. Si è constatato lietamente che i giovani, nonostante il lungo digiuno, sono tecniuamente ben disposti, per cui il Comitato Provinciale sta varando vari tornei a carattere locale e cittadino per riportare questo sport nella giusta considerazione. Contrariamente a quanto avviene in molte altre provincie il calcio a Pesaro si è ridotto al ruolo di « cenerentola ». Certamente, e questa è pur sempre una constatazione dolorosa, esso non ha più quel seguito di passione di cui disponeva gli anni scorsi. Comunque nei piccoli centri la fiammella ancor vive ed il CSI intende alimentarla: per questo anche in questa stagione ha varato la V. edizione del Torneo delle « Due Valli » che l’anno scorso aveva raccolto l’adesione di ben venti squadre. Il Torneo inizierà prossimamente con la disputa di due gironi eliminatori, ai quali si spera di poterne aggiungere ben presto un altro che raccolga le forze calcistiche del Montefeltro. Nel Ciclismo la lieta sorpresa: la conquista del titolo nazionale nelle gare su pista per esordienti da parte del giovane Tonucci del Velosport, che, unico rappresentante della provincia in


gara a Rimini e per di più alla sua prima seria competizione, ci ha regalato la sorpresa cui abbiamo accennato.

ALESSANDRIA Premiazione al C.S.I. Una grande, l’ultima, riunione dell’anno sportivo 52-53: per la premiazione delle Società c degli atleti distilitisi nei vari sport e specialità. Sono convenuti al Supercinema Estivo i Dirigenti delle 17 Società affiliate al C S.I. ed un centinaio di atletiAffollamento e curiosità attorno al tavolo su cui erano stati disposti i premi: 5 Coppe, 2 Targhe in metallo, 4 Medaglioni, 5 racchette per Tennis da Tavolo, 1 penna stilografica, 2 matite, 6 ciondoli, 171 medaglie, 20 scudetti di Campione Provinciale. Il Presidente del C.P. dott. Bruno Abre, ha aperto la seduta ringraziando particolarmente Don Carlo Canestri v. Assistente della GIAC ed il dott. Arlotti pres. deH’Assoiliazione Italiana Arbitri, che hanno accettato di presenziare alla premiazione; ha ringraziato pure i Sigg. Rangone e Trincero per l’annuale offerta di Coppe e Medaglie, infine i collaboratori e segnatamente il Direttore Tecnico sig. Picchio per la collaborazione preziosa e continua data nell’unno.

Ha ricordato le mete raggiunte dal C.S.I. alessandrino, per quanto riguarda numero di atleti e manifestazioni, ha ammonito a fare ancora di più per portare un soffio di vita cristiana tra tutta la massa dei giovani sportivi. I premi sono toccati ai seguenti:

Pallacanestro:... consegna... morale degli Scudetti di Campione Regionale alla U.S. Vaccarino (l’elogio è stato vivo e salutato da applausi; gli scudetti... a quando l’ispettorato Regionale li farà pervenire). Terminata la premiazione ha preso la parola il Dott. Arlotti della A.I.A., che ha sottolineato l’efficienza del C.S.I., quale gli appare dai contatti tra le due organizzazioni, e soprattutto La correttezza e lealtà sportiva constatata nelle Società e negli atleti del C.S.I., segno de'Ja bontà dei programmi e del valore degli uomini. Ha cono’juso Don Canestri con l'elogio più ampio a tutti, vincitori e vinti, premiati ed esclusi, ricordando che lo sport è palestra di sacrificio c di virtù, c formulando l’augurio che ogni competizione diventi per tutti occasione di conquiste, nel campo materiale e soprattutto in quello spirituale-

PISA Ricordando Gianfranco Baggiani 11 28 giugno, u.s. è deceduto a causa di un tremendo incidente il nostro curo atleta Gianfranco Baggiani dell’U.S. ?\udace di S. Romano. Giovane pieno di vita e di entusiasmo era amato ed apprezzato da tutti, ma ('inevitabile morte lo attendeva e c'e l’ha rapito mentre appena diciasettenne era proteso con tutto il suo ardore giovanile verso la vita.

U. M.

PRATO

Calcio - Coppa Campionato e Copj':1. Piero Sport alla U. S- Cascinagross'; Coppa Primi Calci e Coppa Pier •*. Rangone alla U.S. Don Bosco; Medaglione argentato alla U.S. Virtus; Medaglie a Cascinagrossa, Virtus, Boschese, Ivaldi, Don Bosco, Briciola, Cellerino, Vartc.arino e Fortitudo; Scudetti di Campione Provinciale alla U.S. Cascinagrossa.

Corsa campestre: Penna stilografica a Pellizzari della U.S. Cascinagrossa; Matite a Oberti della Virtus e Omodeo delia Cellcrino; medaglie e ciondoli agli stessi ed a Bronchi della A.S.C.A. Pallavolo : Coppa Campionato alla U-S. Boschese; Targa C.S I. alla U.S. San Francesco; Medaglione argentato alla stessa, bronzato a Vaccarino e Dominante; Medaglie a Boschese, S. Francesco e Vac.carino; Scudetti di Campione Provinciale alla U.S. Boschese-S. Pio V.

Tennis Tavolo: Targa Trofeo d'inverno alla U.S. Virtus; Racchette a Bertolini (Vaccarino), Montanari e Rolando (Briciola), Bocca e Giolitlo (Virtus); Medaglie a Bertolini, Ferrare, Montanari, Rolando, Bocca e Boeri; Ciondoli Madonna della Neve a Oddone e Proverà (Virtus), Bertolini, Riccardi (Vaccarino), Montanari.

de sforzo di volontà e di bontà cereo l’amico che era c.on lui e che dal colpo era stato proiettato nel fosso vicino. Si dette premura di aiutare affinché l’amico fosse estratto dal fosso e portato aJl’Ospedale. Quando vide il compagno salvo, si fecjc visitare dal sanitario di turno che lo trovò in condizioni gravissime e si meravigliò come potesse ancora vivere. Anche la morte di fronte al suo spirito di generosità rimase attonita e vorrei quasi dire, rimase almeno per un po’ vinta. Dopo due ore dall’immane sciagura mentre un sorriso radioso si diffondeva sul suo volto lasciava questa vita. Anima generosa c grande, tu non sei più materialmente con noi, i tuoi amici, i tuoi paesani non ti vedranno più passare contento e sorridente per le vie del paese, noi non ti avremo più tra i nostri atleti e nei nostri campi, ma il tuo spirito sarà sicuramente sempre in mezzo a noiL’anima tua, sicuramente nella gloria dei Cieli perchè generosa, aleggi sempre su di noi e sia per noi conforto ed aiuto. GIANFRANCO ricordati di noi e fa si che anche noi possiamo essere generosi come tu lo fosti. GIANFRANCO arrivederci! Al Babbo, alla Mamma e alla Sore!la che inconsolabili lo piangono vada il mio più sincero cordoglio e sia loro di contorto l’esempio di generosità che il caro GIANFR/KNCO ci ha lasciato suggellato dalla sua vita.

Gianfranco ^Baggiani

Era un giovane di non comune intelligenza ed aveva una grande generosità e sincerità che lo distinguevano, infatti era sempre pronto ad aiutare tutti ed a venire incontro chiunque per qualsiasi cosa. Anche prima di morire il Signore permise che dimostrasse questa sua generosità. Infatti dopo aver battuto contro l’albero con la « sua adorata moto > non si curò del mule che aveva sentito e che sentiva, ma subito rialzatosi con gran-

Con l’addentrarsi noi cuore dell’estate, le nostre discipline sportive vanno portandosi a termine. Avremmo voluto sviluppare anche il nuoto, il Ciejismo, la Pallacanestro, ma di tutti questi non ci è stato possibile. Prevediamo di poterli inserire nei programmi fra non molto, contentando Così anche gli appassionati di questo Sport. Tuttavia escludendo i sopra (itati sport, possiamo '.are il « punto > della nostra attività dopo i primi sei mesi di alacre lavoro. L’attività svolta fino ad oggi comprende il Calcio, di cui sono stati fatti tre campionati: Amatori, Ragazzi, Pulcini; la Pallavolo; il Tennis da tavolo; il Trofeo de la Montagna. II calcio è l'attività che più di ogni altra è richiesta nella nostra zona, per questo abbiamo fatto tre campionati in modo di soddisfare tutte le esigenze. Il campionato Pulcini ha avuto la sua fase di svolgimento con i .più piccoli appassionati di questo sport. Otto squadre hanno partecipato a questo campionato che si è svolto in due gironi. Il Girone Nord è stato vinto dalla U.S. S. Domenico; seconda la U.S. S. Agostino. Nel Girone Sud prima si è clas-

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eificata la US. Devio Raggi; seconda la UJS. Aston. Il campionato Ragazzi è stato il campionato che più di ogni altro ha appassionato per le belle partite da cui ne sono derivate. La lotta per ih primo posto è stata incerta fino all'ultima giornata; poi è risultato vincente il S. Domenico. Non per questo sono da screditare il Caldana e i', S. Agostino, classificatesi rispettivamente 2. e squadre che si sono dimostrate molto battagliere e dure a cedere. Anche del campionato Amatori la lotta è stata incerta fino alle ultime partite. Sapevamo che il Mezzana era la squadra più forte di tutte le compagini, ma non eravamo in grado di provarlo prima che si fossero avuti gli ultimi confronti da cui ne usciva vincente. Degna seconda si c dimostrata l’Harvey, che ha pagato con il seiondo posto alcune leggerezze compiute nei primi incontri. Una squadra che è venuta fuori in sordina e che forse avrebbe potuto fare meglio è il Caldana classificatasi terza.

Il campionato di pallavolo è risultato una sorpresa; non speravamo che avesse una tale eco. Lo avevamo iniziato per soddisfare gli atleti che praticano questo sport, poi sono state otto le compagini che si sono battute sul terreno di gioco. Le squadre del Calciano e della Ambrosiana che in un primo tempo si sarebbero date come pretendenti alla vittoria sono state sormontale daLl'Har. vey, che dopo avere perduto i primi incontri operava una bella rimonta tanto da aggiudicarsi il primo posto in classifica. Il Caldana, l’Ambrosiana e il S. Domenico risultavano tutte al secondo posto. Al terzo posto il S. Agostino B. Molli contendenti si sono alternati ai tavoli di gioco del tennis da tavolo per aggiudicarsi il primato. Ali Campionato Aspirami hanno preso parie il Caligaris, la F. Calamai, la Junior, la Aston e il S. Domenico. Ne è uscito vincente Ferroni Walfredo; secondo Giovannelli Giovanni; terzo Giovannelli Alfredo. Tutti del S. Domenico. Al Campionato Juniores hanno preso parte 45 atlèti appartenenti a 5 UU. SS. Primo si è classificato Lombardi Carlo del S. Domenico; secondo Guidoni del S. Agostino; terzi Magnini e Guidoni Fiorindo dell’Harvey. Del Trofeo della Montagna « Giorgio Bajelti » soltanto due prove sono state disputate. Da queste abbiamo avuto chiara visione che la squadra più forte è quella cittadina < Amatori della Montagna » che attualmente si trova al comando della classifica. Seconda è l’Alce di Firenze. Terza l’Aston di Prato. La prossima prova <he chiuderà il Trofeo, sarà disputala a settembre. Questo per le attività che abbiamo svolto con 17 Unioni Sportive Tesserate e 424 atleti.

Le previsioni per il futuro si presentano quanto mai soddisfacenti: la sede che fino ad ora abbiamo cercato con

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tanta ansia va sempre rendendosi più attuabile. Per il momento, calcolando queste attività soltanto come lappa, siamo soddisfatti; ma le nostre previsioni sono di arrivare più lontano!.

FIRENZE L’anno sportivo 1952-53 è ufficialmente passato all’archivio. Le molte fra le discipline sportive che hanno attratto l’interesse dei dirigenti e atleti sono entrale in un periodo di letargo e il solo ciclismo e atletica leggera dominano le nostre scene sportive. E’ giunta insemina l’ora di tirare le somme, compendiare un anno di lavoro, rivedere l’opera svolta, e cercare di perfezionare quei punti che possono essere stati oggetto di critica.

Con onestà e coscienza si può affermare die la nostra attività è stata in questa stagione più intensa: sia per una maggiore potenzialità organizzativa delle commissioni, che per una sempre più affluenza di atleti e Unioni Sportive fra le nostre file (1600 atleti — 51 società). Un recente comunicato della Presidenza Centrale ci ha portato a conoscenza che in tutta Italia le U.U.S.S. assommano a 2800 e il numero degli atleti a circa 65.000: cifre ohe dietro la loro freddezza numerica mettono in risalto tutta una organizzazione che dal niente, pietra su pietra, ha costruito uno fra i più grandi edifici del complesso nazionale sportivo.

I nostri fini tutti li conosciamo : formazione fisico-sportiva e morale dei nostri giovani, un programma che delinca nella sua giusta luce la serietà di intenti di chi è stato il promotore di un sì grandioso organismo: vivificare la gioventù e dare ad essa attraverso lo sport coscienza e personalità. Siamo riusciti a tanto? Lo speriamo, anche perché questa nostra speranza è coltivata e avallata da una certezza, che i presidenti le varie UU. SS. si siano adoperati e si adoperino a che, oltre al risultato sportivo, si raggiunga fra i loro atleti quel traguardo che si chiama rettitudine morale e cristiana.

CORSA CAMPESTRE: Il campionato nazionale svoltosi a Ferrara non ha certamente contribuito a fare brillare i nostri atleti. Necessita quindi che si prenda più in considerazione tale prova <he è una fra le più significative ed apprezzabili della stagione.

SCI: Tutte le nostre forze sciistiche sono compendiate nell’U.S. Alce; sia in provinciale che in nazionale infatti i nostri atleti portavano i colori di questa società: risultati non radiosi ma che comunque attestano la maturità che si sta acquisendo ambe in tale campo. Degni di menzione anche gli sforzi della Ju Sport e Romeo Menti.

CALCIO: Il mondo della palla rotonda è quello che maggiormente predomina sulle altre attività: d'altra parte il, numero dele Società (22) pone chiaramente in risalto l’enorme sviluppo di questa attività fra i nostri giovani. Questo maggiore potenziamento si deve soprattutto ad una commissione che grazie all’operosità del dr. Franchi, il rag. Marzoppini ed il sig. Mariotti ha dato un nuovo volto ed una maggiore serietà alla struttura organizzativa del nostro calcio.

Abbiamo dato vita ad un campionato ragazzi di 10 unità e l’appassionante evolversi del torneo è stato seguito anche di fuori della nostra cerchia. Ha vinto il Figline ma dobbiamo ricordare la Robur in Fide, il Sesto, la Freccia Juve; in campo regionale abbiamo dovuto cedere ad un Livorno che ha avuto la fortuna di indovinare il segno della moneta fatia volare sul campo. fase interregionale: siamo stati demandati di detta organizzazione: lo abbiamo fatto con il nostro massimo impegno e chi vi ha assistito può, speriamo, non avere obiezioni sul nostro operato.

E’ un augurio affinchè la loro opera sia sempre rivolta al raggiungimento di tale meta che serve a qualificare il Centro Sportivo Italiano agli occhi degli organi federali la cui considerazione, nei nostri riguardi è ottima in quanto sviluppiamo la nostra benefica opera ovunque, creando inesauribili vivai di atleti.

Il Campionato Amatori è terminato da poco laureando il Sesto campione provini gale. Tale torneo ha veduto quest’anno il massimo delle partecipanti (12) confermando dal lato propagandistico il suecesso della « Coppa Osservatore Toscano ». Tornei a carattere minori sono stati organizzati dalle nostre U.U. S.S. di Sesto e di Brozzi (Freccia Juve), MugelloRobur. E’ in progetto alla Commissione di Calcio effettuare corsi Arbitri nel prossimo Settembre.

VÌTA DI UN ANNO

PALLAVOLO:

Ferrara, Cervia (Ravenna) e Rimini

sono le nostre più ambite vittorie dell’attuale stagione sportiva, che hanno felicemente concluso una annata densa di avvenimenti a carattere provinciale, regionale, interregionale e nazionale.

Il dott. Briani animatore e presidente di questa commissione può essere soddisfatto del consuntivo tirato a fine attività: due «sei» in nazionale. Alce giovanissimi e Romito e una infinità di manifestazioni che durante l’anno si so-


no susseguite mantenendo alta remotività e rinteresse dei nostri atleti. La « formula Briani » è stata una fra le più apprezzate ed ha dato al torneo un maggior sapore agonistico e propagandistico.

Non a torto si può considerare la pallavolo la più feconda delle nostre attività poiché nel 52-53 ci è stato dato di assistere ad uno sviluppo che si compendia in 18 Unioni Sportive e centinaia di atleti.

TENNIS DA TAVOLO:

Altra disciplina sportiva fra le più frequentate è il Tennis da tavolo.

ATLETICA LEGGERA:

RINGRAZIAMENTI

Le prove indicative finora effettuato sono state tre, tramite le quali il presidente della Commissione cav. Censini, coadiuvato dal Sig. Barducci, intende avere indicazioni sugli atleti che possano . degnamente rappresentare in nazionale il; nostro Comitato Provinciale. Le forze atletiche non ci mancano, necessita soltanto che i vari incaricati delle società si interessino con una certa alacrità alla propulsione di questo sport e anche alla qualità tecnica degli elementi a disposizione.

Al termine di questa stagione sportiva ci sentiamo il dovere di rivolgere un fervido ringraziamento per il lavoro c l’opera apprezzata in collaborazione con il nostro C.P., a tutte le Federazioni, agli arbitri, ai cronometristi e ai dirigenti le nostre UU. SS. e con tale ringraziamento vogliamo far giungere un augurio che nel prossimo futuro questi rapporti di amicizia e di collaborazione sportiva «continuino e si rafforzino per una sempre maggiorata a'fermazionc del Centro Sportivo Italiano.

NUOTO:

L’attuale stagione ha messo in evidenza nuovi giovani che si spera possano nel ’54 riportare in auge il nostro Comitato Provinciale considerato e apprezzato nel passato, grazie a'Ja classe di Frilli, Filippeschi, Cinotti e Cagnina, fra uno dei migliori nella graduatoria nazionale.

La stagione 1952-53 vede finalmente la realizzazione di un intenso programma di questa disciplina sportiva: ciò grazie aH'intcressamento del prof. Rindi il quale in collaborazione con i dirigenti della Rari Nantes potrà effettuare gare atte a qualificare i nostri migliori atleti per le fasi extra-provinciali.

A Ferrara il duo Biliotti-Salvini hanno raggiunto il 2n posto in Nazionale-

ATTIVITÀ' UNIONI SPORTIVE

I Sigg. Sammicheli e Benvenuti, unitamente a Frilli, sono preposti alla guida di questa attività alla quale hanno dato impulso con una serie di gare qualificando così ottimi elementi.

PALLACANESTRO: Disciplina sportiva alla quale cercheremo di dare una maggiore schiera di proseliti attraverso un’attività più intensa sia per attirare nuove società sia per dare a questi già iscritte modo di qualificare tecnicamente i propri atleti.

Nell’attuale stagione le manifestazioni della pallacanestro hanno veduto al palo di partenza sei squadre: fra esse ha primeggiato la Virtus Firenze del Sig. Tosatti die a Milano in campo interregionale si è classificata 2“. Degna di menzione il Ponte Rosso sia per la sua attività federale sia per quella nel C.S.I.

Come non mai il 52-53 ha visto il prodigarsi delle nostre società per l’organizzazione di manifestazioni extra-provinciali che mantenessero sempre le varie attività in fermento e dessero agio agli atleti di continuare <bn alacrità e passione il loro sport. Un doveroso ringraziamento va a questo riguardo ai solerti ed instancabili dirigenti delPU-S. Alce, Falchi Blu, Freccia Juve, Sesto, Madonnina de’ Grappa, Fulgor, Romito, Ju Sport, Condor, Congregazione, Liberi e Forti, Ponte Rosso, Robur in Fide, Sales e Si'enzioso <he in niinor o maggior tono hanno contribuito al consolidamento del C.S.I., tramite una capillare attività agonistica fra giovani e giovanissimi. Esempio che ci auguriamo che nel '51 sarà seguito da altre Unioni.

TROFEO DELLA GIOVENTÙ’

Ammirevoli gli sforzi di società quali il Calasanzio dei Padri Scolopi di Empoli, Campione Prov. dello scorso anno, il Pino, S. Ilario, la Virtus S. Jacopino.

Per il conseguimento di tale ambilo trofeo si è assistito ad un continuo prodigarsi da parte delle UU. SS. nel partccipare a manifestazioni e nell’organizzazione delle medesime.

Il C.P.F. ha organizzato per il secondo anno consecutivo la fase regionale che ha vinto nella categoria A-B.C.

Dopo cirda otto mesi di attività la graduatoria dei primi 10 vede il seguente punteggio:

CICLISMO:

Situazione delicata quella del ciclismo del quale non possiamo presentare momentaneamente un programma ben definito.

Comunque siamo lieti di potere avere nella U.S. Cuba, S. Jacopino, e Scandirci, tre società che domenicalmente difendono e con onore i colori del C.S.I.; certi che nel prossimo anno potremo dare un’assetto ed una inquadratura definitiva a questa particolare branca sportiva.

Soffermarci nuovamente, per porre ancora in risalto il brillante consuntivo tecnico, agonistico e propagandistico che ha polarizzato tutta l’attività del comitato provinciale fiorentino nell'attuale stagione potrebbe farcì tacciare affetti di presunzione. D’altra parte sono sufficienti le cifre che volta a volta sono apparse su questa nostra rivista a dimostrare il grado di potenzialità atletica del C.P.F., come sono bastevo’i e più che confortanti i risultati ottenuti nelle fasi regionali, interregionali e nazionali: degno bilancio tecnico e premio lusinghiero ai dirigenti provinciali per l’opera svolta e tesa al livellamento e miglioramento tecnico dei nostri giovani. Ci si avvicina così al nuovo anno sportivo con le mig’àori intenzioni affinché nel 1953-5-1 si renda più omogeneo e intenso il settore propaganda e si qualifichi maggiormente l’organico atletico delle varie UU. SS. con maggiori cure ai settori pallacanestro e ciclismo. Questo è il lavoro che si prospetta al Consiglio che nella seconda decade di ottobre sarà eletto per il biennio 1951-55, con l’augurio appunto che coloro che ne saranno i nuovi componenti possanb degnamente proseguire sullo stesso metro di operosità e di rendimento per una sempre maggiore affermazione dei colori azzurri — arancioni — della nostra organizzazioneLe manifestazioni di prossimo avvio sono :

La Presidenza rende noto che per tenere sempre vivo l’interesse e remotività del Trofeo della Gioventù vengono aumentati i premi sino alla decima classificata senza alterare il va’ore del primo.

Calcio. — Tale attività sarà maggiormente curata e avrà uno sviluppo agonistico siiuperiore ai precedenti: due i —: juniores s.—: c seniores. campionati, Il torneo Amatori, se la Conunissione riterrà opportuno deciderne l’effettuazione, 'vedrà certamente una nuova formula e: molto probabilmente l’organizzazionei sarà demandata ad una Società. Saranno incoraggiati c aiutati anche i piccoli tornei locali che in particolare nel periodo primaverile e estivo saranno indetti dalle nostre UU. SS.

Quindi si fa presente a tutte le società di inviare il più presto possibile il resoconto di manifestazioni organizzate o di quelle alle quali hauno partecipato affinché la commissione possa .pareggiare il punteggio della classifica.

Avremo comunque nel prossimo anno una più completa attività calcistica che maggiormente porrà in rilievo le doti agonistiche dei nostri giovani e le capacità organizzative dei dirigenti provinciali e periferici.

1) Alce, 2) Falchi Bleu, 3) Freccia Juvc, 4) Sesto, 5) Madonnina del Grappa, 6) Fulgor, 7) Aurora Figline, 8) Romito, 9) Ju Sport, 10) Virtus Firenze.

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Pallavolo. — In ordine di importanza per ciò che riguarda la propaganda è senza alcun dubbio la pa'Javolo: i risultati di Messina hanno confermato specie nella categoria < giovani » che nel C.P.F. non inanca il « materiale » per giungere a maggiori successi die non nei 1953. 11 dolt. Briani propulsore di tale disciplina sportiva sarà anche per il prossimo .anno alla guida di tale attività e dal programma già stilato si può dedurre che la attività agonistica sarà più intensa e volta a qualificare gli atleti per le nostre rappresentative. La stagione 1953-51 deve colmare due lacune Ciclismo e Pallacanestro (più la prima che la seconda), non è sufficiente essere campioni regionali, e questo per il Bascket, se poi in campo provinciale tale attività non trova proseliti sufficienti per formare non più di sei UU. SS., necessita quindi che la Commissione (nuova) filtri maggiormente con accurata propaganda nello varie UU. SS., tramite corsi tecnici e incontri propaganda per destare un certo interesse in quelle zone che per la pallacanestro sono ritenute « chiuse ». Il ciclismo ha bisogno di vitamine dirigenziali e nel 1954 si spera ad un ritorno radioso. Corsa campestre e tennis da tavolo sono gli sports di prossima attuazione, e con essi l’attività entrerà nel massimo del suo interesso concentrando su di se l’attenzione degli atleti e dei dirigenti. SILVERIO TURI

OSI MO

giamente organizzato dal Circolo « S. Filippo » sotto il patrocinio del CSI zonale, ha riscosso un successo senza precedenti nelle manifestazioni locali. Le 7 squadre partecipanti (Robur, Leonessa, Fiamma, Uisp, Vigor, Sconocchini e Juventus) si sono battute con passione e tecnica innanzi ad un pubblico entusiasmato; le gare di finali e

La squadra di pallavolo dalla M Leonessa di San Marco,, di Oslmo.

lo spareggio fra la Leonessa e hi Robur . hanno dato luogo ad una lotta serrata ed emozionante, terminata con la conquista dell’ambita Coppa da parte dell’agguerrita Leonessa di S. Marco. Altre attività attendono ora il giovane Centro Sportivo Osimano nei prossimi mesi fra l’immancabile consenso della massa giovanile e del pubblico sportivo; ai bravi Dirigenti Zonali CO' me a quelli dei vari Gruppi Sportivi va intanto il merito di aver acceso una sana fiamma sportiva nella nostra città.

Brillante bilancio del C.S.I. Le attività dei primi sei mesi di vita del CSI di Osimo segnano un consolante e lusinghiero attivo. Dopo il ben riuscito Torneo cittadino di calcio che ha visto allineate sotto la bandiera del Centro Sportivo ben 5 nuovi Gruppi Sportivi per un totale di 80 giovani tesserati, il CSI ha messo in azione anche una giovane squadra ciclistica che, ottimamente equipaggiata ha già preso parte — con il nome di Leonessa — a varie gare provinciali e di zona, mettendo in luce le .possibilità di alcuni bravi elementi, come Giardinieri, Muti, ecc.. Ma l’iniziativa che, in questi ultimi mesi lia letteralmente galvanizzato l’interesse sportivo della città è il JI. Torneo cittadino di pallavolo che, egre-

Direttore responsabile: LUIGI GEDDA

GENOVA Dopo la parentesi estiva, durante la quale l’attività agonistica ha subito un momentaneo rallentamento, atletica leggera, ciclismo e nuoto sono entrati nel caldo clima dei < provinciali » che, oltre ad assumere grande importanza per fini immediati (la conquista del titolo), sono stati e saranno sempre i severi esami selezionatori degli atleti chiamati a rappresentare il Comitato Genovese ai Campionati Nazionali.

Interrotto alla seconda giornata di gare il Campionato Provinciale di atletica leggera a causa del maltempo, i Campionati di ciclismo e di nuoto si sono conclusi entro il mese di agosto con ri-

c/c Postale - Roma 1/10266

sultati (specie il secondo) davvero soddisfacenti.

La prima pagina del settimanale sportivo genovese Lo Sprint era dedicata appunto ai « provinciali » di atletica (di cui parleremo più diffusamente a campionati conclusi) e di nuoto: in questuilima specialità, a Genova si sono fatti grandi passi avanti, specie dopo l’affiRazione al C.S.I. dello S.C. Genoa Nuoto. Durante la disputa dei campionati — secondo una tabella pubblicata ancora su Lo Sprint — sono stati stabiliti sette nuovi primati nazionali del Centro Sportivo, e facile profeta fu il cronista nel ritenere passibili di miglioramento i primati sopracitati. Il ciclismo, dopo tante peripezie, sembra aver trovato meno ostacoli davanti a se ed ha portato a termine, con l’ultima prova di campionato, la prima parte della sua stagione: Cappuncra e Maragliano, entrambi dell’U.S. Pro Vittoria di Genova, hanno conquistalo alla maniera forte i titoli in palio; il primo, col consocio Urtiti e con Barbieri dell’U.S. Castelletto di Genova rappresenterà il Comitato Genovese ai prossimi « nazionali » di Verona.

Essendo stato il ciclismo un po' la « cenerentola » di queste nostre affrettate informazioni mensili, ci sentiamo in dovere di fare un breve riepilogo deTatlività svolta in questo campo dal Comitato Genovese e dalle Società del Cetitro Sportivo fino ad oggi. Incominciò in aprile l’U.S.S. Ambrogio di Fegino (Genova) con la Coppa Aldo Rui per allievi; fu ancora della Società di Fegino la Coppa Trippi per allievi ed esordienti (la prova di Campionato), mentre il Gr. Cicl. N. Sarti di Genova si assumeva l’organizzazione del la seconda prova di Campionato facendo svolgere la Coppa Pini, ed in collaborazione con l’L’.S. Stazzanese metteva in atto la Coppa Conte Bottazzi. La terza prova di Campionato, l’ultima, la decisiva, veniva affidata aT’esperienza organizzativa dell’U.S. Pro Vittoria che si valeva, per la fase finale della GenovaSerraval'e Scrivia della collaborazione della locale U.S. Libarna.

Cosi mentre nuoto, ciclismo ed atletica leggera hanno raggiunto il diapason della loro attività, le Commissioni Tecniche del calcio, della pallacanestro, della pallavolo e di altri sport incominciano a stendere programmi di massima per la prossima, ormai imminente stagione agonistica.

GIUSEPPE CASTELNOV1

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