N. 9/12 SETTEMBRE/DICEMBRE 2003 SP. IN ABB. POST. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FILIALE DI ROMA
€ 1,80
Con lo sport per allenarsi alla vita 2004: ANNO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE ATTRAVERSO LO SPORT NATI NEL CSI: DEMETRIO ALBERTINI
KAROL WOJTYLA: IL PONTEFICE DELLO SPORT
ASSISI 2003: RELAZIONI ATTRAVERSO LO SPORT
LA PRESIDENZA NAZIONALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO AUGURA BUON
NATALE
E FELICE ANNO NUOVO
Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete: ecco il vostro Dio». (Isaia 35, 3-4)
INDICE
SETTEMBRE/DICEMBRE 2003
VITACSI 4 oÉä~òáçåá=~ííê~îÉêëç=äç=ëéçêí
ARGOMENTI 12 pé~äã~ ÇÉÄáíá=ìäíáã~=ëéá~ÖÖá~ di Alberto Caprotti
13 sÉêëç=ä∞~ëëÉãÄäÉ~=å~òáçå~äÉ di Andrea De Pascalis
16 fä=éçåíÉÑáÅÉ=ÇÉääç=ëéçêíW=h~êçä=tçàíóä~
14 fä=Äççã=ÇÉá=ÅáêÅçäá=ëéçêíáîá=é~êêçÅÅÜá~äá 20 fä=`lkf=Å~ãÄá~=~åÅçê~ di Tito Della Torre
25 k~í~äÉ=áå=Å~ë~=`pf
di Danilo Vico
36 `~äÅáç=~ä=Äáîáç 41 bãÉêÖÉåò~=ÇçéáåÖ di Marcello Sala
28 ^=ëÉÖåç=ìå=ëçÖåç di Cristiano Taviani
30 mÉê=ÑÉÇÉ=É=éÉê=ëéçêí di Felice Alborghetti
32 rå=áãéÉÖåç=Å~éáí~äÉ di Marco Cerigioni
35 bÅÅç=äç=ëéçêí=ÅÜÉ=îçÖäá~ãç di Fabio Nardi
38 bÇìÅ~êÉ=Åçå=äç=ëéçêí=¦=éçëëáÄáäÉ di Felice Alborghetti
Mensile del Centro Sportivo Italiano DIRETTORE•RESPONSABILE Edio Costantini
di Andrea De Pascalis
di mons. Carlo Mazza
27 fä=`pf=ëÅÉÖäáÉ=ä~=pÅìçä~
Stadium
RUBRICHE 22 k~íá=åÉä=`pfW=aÉãÉíêáç=^äÄÉêíáåá
EDITORE ARANBLU s.r.l. Società Unipersonale del Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione 1 - 00193 Roma DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Tel. 06.68404590 - Fax 06.68802940 http://www.csi-net.it e-mail: aranblu@aranblu.it
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PUBBLICAZIONE ISCRITTA al nº 4987 del Reg. Stampa del Tribunale di Roma del 4/1/1956
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PROGETTO GRAFICO ARANBLU s.r.l.
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REDAZIONE Felice Alborghetti, Rosa Massimo, Andrea De Pascalis.
di Felice Alborghetti
di Alfredo Stecchi
42 ^äã~å~ÅÅç 46 ^ääç=ëéÉÅÅÜáç di don Felice Brognoli
47 `~äÉåÇ~êáç=áåáòá~íáîÉ=å~òáçå~äá Çá=Ñçêã~òáçåÉ 48 mÉê=êáã~åÉêÉ=áåíÉåëá di Edio Costantini
IMPAGINAZIONE Gianluca Capponi, Marco Croci, Alberto Greganti, Loretta Pizzinga. STAMPA SO.GRA.RO. Società Grafica Romana S.p.A. Spedizione in abbonamento postale Art.2 Comma 20/B legge 662/96 Filiale di Roma Abbonamento annuale euro 18,08 Una copia euro 1,80
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EDITORIALE
DI
EDIO COSTANTINI
La tentazione di starci a metà a legge sulle società sportive dilettantistiche, presentata e fatta approvare dal Governo, è ferma: le Regioni non ci stanno, e ne bloccano il decreto di attuazione. Nel frattempo la commissaria europea per la cultura e lo sport, Vivianne Reding, lancia l'allarme doping giovanile: l'uso degli anabolizzanti sta investendo la fascia dei ragazzi di 11-12 anni, come dire che così proseguendo bisognerà capovolgere l'idea che l'attività sportiva faccia bene al processo di crescita dei giovanissimi. Sono solo due segnali, tra i molti esistenti, di uno sport che soprattutto in Italia non riesce più a capire, e dunque a decidere, cos'è e cosa vuol essere. Cogliendo in anticipo quei segnali, qualche tempo fa il CSI cominciò ad interrogare sé e gli altri sul ruolo sociale che lo sport dovrebbe avere nella società moderna. A parole tutti concordarono che una pratica sportiva che voglia avere senso dovrebbe puntare soprattutto sulla scelta educativa, prima ancora che su quella di essere strumento di salute o di divertimento. E per l'associazionismo di settore ne derivava anche l'impegno ad "esserci" nei processi di crescita sociale, facendo esercizio di cittadinanza attiva.
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Facile a dirsi, difficile a farsi: perché proporre lo sport educativo suona antiquato, perché ci si scontra col mercato, perché mancano le leggi, perché manca una cultura sportiva diffusa e radicata nelle stesse famiglie dei giovani praticanti, perché essere associazione che "conta" in un panorama generale di resistenze e latitanze è ancora più faticoso. Ma in questa posizione di stallo non è più possibile restare. Se il CSI vuole conservare la sua identità di associazione viva e sempre attuale, è arrivato il momento di fare i conti con un pericolo sempre in agguato, la tentazione di starci a metà: come cristiani, come dirigenti, come educatori, come associazione; nel territorio, nella Chiesa, nella politica, nelle istituzioni.
Starci a metà significa essere insignificanti, non incidere sulle scelte politiche, andare a rimorchio degli eventi invece di impegnarsi a guidarli. C'è una lotta che logora ognuno di noi ed è quella che si conduce tra la consapevolezza di avere, sia come associazione e sia come
individui che ne fanno parte, un grande "ruolo" da giocare nella società civile e la ritrosia a concretizzare tale ruolo fino in fondo, vuoi per pigrizia, per fatica o per difficoltà obiettive. Questo "fare" a metà, questo starci a metà rischia di inaridire, fino al midollo, se stessi, l'associazione e ciò che essa rappresenta. Ci si abbandona ad un "fare per fare", scivolando sugli impegni, cercando di organizzare al meglio le cose, ma senza incidere troppo nella vita politica della "città". È la condizione del quieto vivere, che conduce alla gestione burocratica delle nostre strutture associative, da quella nazionale a quelle delle società sportive, collocandoci in una sorta di condizione crepuscolare, di CSI incapace di guardare con fiducia al giorno che verrà. Il 2003 ci lascia con questi problemi e queste incertezze. Ci aspetta un anno importante: anno europeo dell'educazione attraverso lo sport, stagione di assemblee, ricorrenza del Sessantennio, con l'orizzonte del Congresso mondiale dello sport per tutti, al quale il CSI parteciperà a pieno titolo. Sono tutte occasioni magnifiche per ricominciare a "starci" di più e meglio, a tutti i livelli.
Programma Venerdì 5 dicembre Pomeriggio Arrivi/accoglienza ore 21.00
AS io.tu.noi@net.it 003 SISI re 2 b 5 / m 8 e d c i Relazioni che cambiano lo sport prof. Tonino Cantelmi, docente universitario suor Paola Vizzotto, missionaria dell'Immacolata don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus
Sabato 6 dicembre Apertura dei lavori ore 9.00 Edio Costantini ore 9.15
Saluto di S. E. mons. Sergio Goretti, vescovo di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino
ore 10.00
Relazioni che cambiano le città Esperienze Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria Antonella Spaggiari, sindaco di Reggio Emilia
ore 12.00
Relazioni per costruire l'Europa dei popoli: il contributo dell'associazionismo sportivo Intervento Clément Schertzinger, presidente della FICEP
ore 16.00
Relazioni che cambiano la vita Meditazione S.E. mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, Narni, Amelia
ore 21.00
C'è ancora cielo per chi vuole vivere Recital di Marcello Marrocchi
Domenica 7 dicembre ore 09.00 Seminari di approfondimento Educare attraverso lo sport l'incontro, la sfida, la festa
• nell'attività istituzionale • nella parrocchia • con la scuola • sulla strada • oltre la disabilità • nella palestra ore 16.00
Relazioni tra CSI e scuola: un'intesa per uno sport formativo dott. Mariolina Moioli, Direttore Generale del Ministero dell'istruzione, Università e Ricerca Scientifica
ore 20.30
Fiaccolata dalla Basilica di S. Maria degli Angeli alla Basilica di S. Francesco Veglia di preghiera e di riflessione Celebrazione eucaristica presiede don Paolo Giulietti, direttore Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile
Lunedì 8 dicembre ore 09.00 "Il CSI: un popolo di educatori" Relazione di Edio Costantini ore 11.00
Premio "Discobolo d'oro al merito CSI"
ore 12.00
Conclusioni
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Relazioni attraverso lo
sport
L’INCONTRO, LA PARTECIPAZIONE, LA FESTA
Benvenuti al grande appuntamento di Assisi. Perché c'è bisogno di incontrarsi ad Assisi? Perché abbiamo bisogno di guardarci in faccia, di raccontarci le fatiche, le incomprensioni, gli affanni quotidiani ma anche i buoni risultati, che non sono pochi... Perché abbiamo bisogno di rigenerare il nostro entusiasmo, quando l'impegno dell'Associazione diventa un pesante fardello da portare sulle spalle. È un invito alla sosta: a guardarsi dentro, a riprendere fiato, a riassaporare il gusto del "pensare insieme", a risvegliare le responsabilità e le azioni di "governo" dell'Associazione ai vari livelli, a rafforzare la fraternità e l'amicizia. Ci sono nella nostra vita incontri speciali che ci fanno sentire "caldo" e che ci spingono a dare il meglio di noi: l'incontro di Assisi sarà uno di questi. 5
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io.tu.noi@net.it
RELAZIONI CHE CAMBIANO LO SPORT Interventi di: Tonino Cantelmi, suor Paola Vizzotto, don Antonio Mazzi VENERDÌ 5 DICEMBRE
ORE 21.00
ellulari, internet, e-mail, chat ecc… sono ormai entrati a far parte della quotidianità, sostituendo modi di comunicare tradizionali. Questo repentino cambiamento nella comunicazione ha avuto un immediato riflesso sui modi di relazionarsi delle persone, in particolare dei giovani che più di tutti hanno assimilato l'utilizzo delle nuove tecnologie. Ma quali sono questi cambiamenti? E più in particolare quali saranno i modi di relazionarsi tra dieci anni? Ci si incontrerà ancora in un pub a bere una birra in compagnia o ci si collegherà alla "realtà virtuale" per navigare in nuovi mondi? In questa proiezione futuribile di "relazioni virtuali" quale sarà lo spazio per lo sport? Diventeremo tutti dei "player station" o si continuerà a giocare sui campi pieni di zolle dei nostri quartieri? Può lo sport candidarsi ad essere uno strumento per coltivare e far crescere "relazioni reali"? Domande a cui cercheremo di dare risposta in questo talk show iotunoi@net.it, il cui titolo vuole da un lato richiamare la virtualità delle nuove tecnologie e dall'altro riaffermare che il senso del "noi" nasce solo dall'incontro tra due soggetti "io" e "tu".
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RELAZIONI
CHE CAMBIANO LE CITTÀ E R E L A Z I O N I C H E C A M B I A N O L ' E U R O PA Interventi di: Giuseppe Scopelliti, Antonella Spaggiari, Clément Schertzinger
SABATO 6 DICEMBRE
ORE 10.00
el mondo civile, nel mondo delle istituzioni, nel mondo politico sta crescendo sempre più la consapevolezza che bisogna cercare un modo nuovo di vivere la cittadinanza. Ma cosa significa sentirsi cittadini? Significa percepire di appartenere ad una rete di rapporti e di relazioni tra persone e istituzioni, fondate sul riconoscimento reciproco dei diritti e dei doveri. Ogni singola persona si trova oggi a dover fare i conti con una nuova e duplice forma di appartenenza: essere allo stesso tempo cittadino della propria città, con il senso di appartenenza alla propria comunità locale, e essere cit-
N
tadino della nuova Europa, non più una semplice unione economica ma sempre più unione di popoli. È possibile vivere un senso di appartenenza duplice senza schizofrenia? Viverlo con armonia? Come è possibile parlare contemporaneamente il proprio dialetto e l'inglese? Qual è il filo che collega queste due dimensioni di cittadinanza? Le esperienze di due sindaci di città italiane profondamente diverse (Reggio Calabria e Reggio Emilia) e l'intervento del presidente della FICEP ci aiuteranno nella ricerca del denominatore comune.
RELAZIONI CHE CAMBIANO LA VITA Intervento di: S.E. mons. Vincenzo Paglia SABATO 6 DICEMBRE ovremmo provare a riflettere. Non è forse vero che il nostro stare insieme talvolta ha questo scopo: strapparci dal nulla? Perché organizziamo lo sport? Perché gestiamo campionati e attività? Forse per una carità verso di noi, forse perché soltanto facendo esperienza con gli altri riusciamo a lottare contro il senso del vuoto, dell'aridità, del formalismo sterile, della solitudine? Se questo stare con gli altri basato sul "fare, fare, fare" riempie i tempi della nostra quotidianità, esso lascia spesso vuota la
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nostra vita. E come in un circolo vizioso ci troviamo a rincorrere nuovamente e ancora più affannosamente altro "fare", sentendo comunque nel nostro profondo il senso di insoddisfazione, di incompiutezza, di mancanza di qualcosa. Per colmare la voglia di pienezza che vive nel nostro intimo dobbiamo riscoprire il senso profondo dello stare insieme, finanche il senso trascendente della relazione con il prossimo. Solo così le relazioni diventano autentiche, uniche, capaci di cambiare la nostra vita.
I miei concerti vogliono essere soprattutto la testimonanza di una "scopernente, un pianeta, se non lo diciamo a nessuno? A cosa serve scoprire "Dio" se lo teniamo nascosto? ché faccia luce a tutti"
(MT 5/15)
Ma, per raccontare la verità e dire: "Il re è nudo!" nei tempi in cui viviamo, c'è bisogno di una buona dose di coraggio, anche perchè a chi l'ha fatto,
I
ha causato sempre una buona dose di guai. Così per aiutare il mio poco coraggio, mi faccio precedere da una decina di canzoni di "successo" per dare a tutti la sensazione di esserci già conosciuti e di esse-
C
re già entrato nelle loro case se non altro attraverso la radio. A chi viene ai miei concerti posso garantire solo "la buona fede" e "l'onestà" di un uomo in ricerca, che leggendo e vedendo opere di persone come Madre Teresa,
E
Padre Pio, Giovanni Paolo II ecc. si è convinto sempre di più che solo nella figura di Cristo c'è un messagio di vera pace, di vero amore, di verità e di vita. Anche se mi fossi sbagliato, sono d’accordo con Chesterton nel dire che: "Mi sono onorato di crederlo" e che l'errore, se Lui non ci fosse, non è in me nell'avere creduto nella sua esistenza ma in Lui di non esistere. Buon concerto!
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DICEMBRE
T
"Una lucerna accesa non si mette sotto il letto, ma sopra il lucerniere per-
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A
ta". A cosa serve scoprire un vaccino, una formula matematica, un conti-
ORE
DI MARCELLO MARROCCHI
21.00
ANCORA CIELO PER CHI VUOLE VIVERE
S A B ATO
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C’È
ORE 16.00
SEMINARI DI APPROFONDIMENTO
EDUCARE ATTRAVERSO LO SPORT l’incontro, la sfida, la festa • NELL'ATTIVITÀ ISTITUZIONALE • NELLA PARROCCHIA • CON LA SCUOLA • SULLA STRADA • OLTRE LA DISABILITÀ • NELLA PALESTRA
DOMENICA 7 DICEMBRE
ORE 9.00
NELL'ATTIVITÀ ISTITUZIONALE
OLTRE LA DISABILITÀ
Si tratta di far emergere considerazioni "concrete" sul progetto sportivo CSI, rispetto al modello delle iniziative, ai regolamenti, alle formule, al circuito, che maggiormente garantiscano l'efficacia educativa della promozione sportiva e la festa come risultato dello stile e del modo dello stare insieme.
Perché siano tutti sportivamente
• Educare attraverso lo sport, educare alla vita: quali pratiche contraddistinguono il CSI? • Quale contributo offrono i campionati nazionali CSI (cfr. Joy Cup)? Ha significato l'adozione di regolamenti specifici (time out, cartellino azzurro, giustizia sportiva…)? Sono adeguati e “sufficienti” rispetto agli obiettivi che il CSi si prefigge? Come vengono recepiti dalle squadre? • Quali sono le sfide organizzative che si presentano? Quali sono le "soluzioni" adottate? Quali esperienze positive possono essere riprodotte? • L'attività giovanile è, da sempre, prioritaria per il CSI: come rilanciarla? Quali azioni promuovere? Quali innovazioni introdurre, a livello di formule, di incentivi, di circuito territoriale/regionale/nazionale? Quali strategie di partnership con altre agenzie educative sul territorio (scuola, parrocchie, famiglie…)?
abili, è opportuno identificare percorsi concreti e riproducibili, discipline e forme di integrazione e di adattamento della pratica motoria-ludica-sportiva. • Sempre più il vocabolo "disabile" viene abbandonato in favore di quello "diversamente abile": ma quali strategie concrete per rendere tutti sportivamente abili? Quali programmi di attività? • Un programma di attività richiede l'attivazione di sinergie sul territorio: quali gli interlocutori da privilegiare?
CON LA SCUOLA Il Protocollo d’Intesa recentemente stipulato stimola a riflettere sulle strategie, le azioni, le iniziative per promuoverlo concretamente. Inoltre, occorre incentivare le sinergie con i genitori, favorendo la partecipazione degli studenti, attraverso progetti di impegno e di cittadinanza attiva. • Il protocollo d'Intesa CSI-MIUR prevede la partecipazione attiva di studenti, genitori, istituti scolastici: come relazionarsi? Quali proposte di attività per i diversi cicli? • Quali strategie per favorire il coinvolgimento e la partecipazione degli studenti, nella prospettiva dello sviluppo degli apprendimenti non formali? • Cosa fare perché i genitori siano i primi promotori di un progetto educativo attraverso lo sport? • Come sostenere formule di associazionismo sportivo scolastico, compatibili con le esigenze didattiche e formative degli istituti di insegnamento? Quale contributo può offrire il CSI per la promozione di relazioni costruttive scuola/extrascuola? • Come valorizzare l'accreditamento del CSI quale ente di formazione per il personale della scuola? Quale ruolo possono giocare gli insegnanti di educazione fisica del CSI?
Quali forme di partnership? Quali esperienze riproducibili? • Quali proposte sportive ottengono una maggiore efficacia? Quale rapporto tra ludicità e pratica di discipline adattate? Quali priorità, rispetto alle varie tipologie di handicap, per un'azione complessiva dell'associazione, se possibile? • Quali formule, attività, metodologie, generano progetti dotati di riproducibilità su diversi territori? Quali operatori (e quale formazione) per sostenere una progettazione ampia in tale ambito?
NELLA PARROCCHIA
NELLA “PALESTRA”
Obiettivo è focalizzare le migliori pratiche che favoriscano l'incontro fra la proposta CSI e le esigenze formative e culturali della parrocchia. Quale proposta di animazione, sport, cultura ecc.? • Quali sono gli effetti della Campagna di formazione “A scuola di valori in parrocchia”? La qualità e l'impostazione degli interventi formativi, i sussidi forniti, a livello nazionale e territoriale, rispondono alle attese? • Attraverso quali metodologie (educative, organizzative ecc.), il CSI può contribuire, attraverso la propria attività, a promuovere itinerari di fede? Quali percorsi specifici può promuovere? Con quali strumenti, attenzioni e collaborazioni? • Quale figura di educatore sportivo (arbitro, allenatore, animatore ecc.) emerge? E quali percorsi formativi vanno incentivati?
Il CSI può offrire il proprio contributo culturale e un modello concreto di attività da vivere in palestra perché ci si relazioni fra persone e non con macchine. Occorrono iniziative per costruire un modello di palestra per tutti e per ciascuno, ripensando una cultura del corpo, dell'uomo che determini modi e forme di "fare palestra". Oggi si pone la questione dei limiti del fitness e delle modalità con cui viene promosso e vissuto. • Cosa fare perché la palestra non sia solo un club? Spesso in palestra si va spinti dal "voler apparire", ma anche alla ricerca di relazioni significative: in che modo si possono aiutare le persone a ripensare positivamente il rapporto con il proprio corpo? Fare palestra per "stare" e per "essere" in forma sono obiettivi conciliabili? E con quali attenzioni, strumenti, azioni concrete? È possibile proporre un modello formativo di sport da fare in palestra che trascenda i canoni della mera esteriorità fisica?
SULLA STRADA Il CSI e la sua proposta sulla strada, ai margini, nelle carceri, nelle comunità invita a riflettere su come coniugare istituzionalizzato/non istituzionalizzato, integrare dentro/fuori, interno/esterno. Appare opportuno approfondire formule di attività all'interno di un impegno nel quadro generale delle politiche sociali, alla luce di un rinnovato e differente rapporto fra promozione dell'agio e prevenzionedel disagio? • La strada è qui intesa come scenario della marginalità; come è possibile, anche attraverso lo sport, riappropriarsi della strada? Quale impatto ha avuto e può avere il progetto dello sport in tour per favorire l'incontro, la conoscenza del CSI da parte di quanti vivono sulla strada? La maggior parte di coloro che vivono ai "margini" della società sentono il bisogno di vivere relazioni significative: quali proposte offre il CSI? Quali attività concrete? Quali metodi? • Le problematiche della strada trovano spesso una forma di gestione all'interno di istituzioni che possono compiere un salto di qualità grazie ad una sinergia con il mondo dello sport: quali percorsi sono possibili? Come si perfezionano le collaborazioni tra il CSI, le sue società sportive e le agenzie/istituzioni impegnate sul territorio? • Con quali strategie ed azioni concrete è possibile promuovere un piano delle politiche sociali attraverso lo sport? Come favorire un processo di solidarietà e coesione sociale che riesca a garantire la promozione dell'agio prima della prevenzione del disagio? Quali progetti incentivare e attraverso quali strumenti, metodi e forme?
• Il fitness interpella sempre più l'associazione: quali scelte portare avanti? Come costruire un percorso tecnico formativo di qualità che ne consenta una contaminazione in grado di non replicare i modelli distorti che vengono "consumati" da moltissime persone? • Come riconciliare individualismo e comunità, persona e gruppo all'interno delle palestre? Quali interventi e strategie complessive e attraverso quali figure di operatori (e quale specifico percorso formativo)?
RELAZIONI TRA CSI SCUOLA: UN’INTESA
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PER UNO SPORT FORMATIVO Intervento di: Mariolina Moioli DOMENICA 7 DICEMBRE
ORE 16.00
o scorso settembre è stato firmato un protocollo d'intesa tra il CSI e il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, dal quale emergono i comuni intenti educativi e possibilità di ampie collaborazioni tra la nostra associazione e il mondo della scuola. La scuola è un ambiente nel quale il CSI è storicamente presente: da questo protocollo parte un rilancio dell'intesa e delle attività, per aiutare il mondo dell'istruzione ad aprirsi alla società civile e per rilanciare all'interno delle scuole una nuova cultura sportiva. Ma quali sono i capisaldi di questo protocollo? Quali le concrete prospettive di lavoro e di organizzazione? Quale deve essere l'atteggiamento con il quale il CSI si può proporre nelle scuole? La dott.ssa Mariolina Moioli aiuterà a capire il senso che soggiace alla stesura di questa intesa, illustrandone le valenze e le potenzialità.
L
IL CSI: UN POPOLO D I E D U C AT O R I Relazione di Edio Costantini LUNEDÌ 8 DICEMBRE ORE 9.00 oi sappiamo che in ogni ragazzo e in ogni ragazza c'è un anelito, c'è un bisogno di vita, di amore, di felicità, di salvezza; e che lo sport può diventare uno strumento intelligente e capace di aiutare ciascuno a dare risposte concrete a queste domande. Partiamo da questi aneliti, da questi bisogni per scommettere in un'attività sportiva che sia capace di educare alla vita, che diventi esperienza di vita. Noi sappiamo anche che educare attraverso lo sport non è solo una questione tecnica, ma è soprattutto una questione di "cuore", poiché prima del gesto tecnico, prima del risultato, prima della gara c'è la persona; prima della vittoria o della sconfitta lo sport deve essere un'esperienza umana. Perciò dobbiamo promuovere uno sport che accoglie, che recupera, che orienta, che ascolta, che accompagna. E non uno sport che esclude, che marginalizza, che droga, che discrimina, che condiziona. Possiamo riuscirci se tutti noi saremo uniti da un appassionante patto di alleanza educativa, fondato su azioni forti, concrete, ripetute, finalizzate a dare anima e gambe ad un progetto di sport fortemente innovativo; se, in definitiva, sapremo essere un popolo di educatori.
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Stadium Settembre-Dicembre 2003
PREMIO
DISCOBOLO D’ORO
LUNEDÌ 8 DICEMBRE
CSI
ORE 11.00
l Discobolo d'oro al merito CSI è un riconoscimento istituito nel 1994, in occasione del 50° anno di fondazione dell'Associazione. Lunedì 8 dicembre, alle ore 11, sarà il presidente nazionale Edio Costantini a salutare i premia-
I
AL MERITO
ti nel corso dell'incontro "Il CSI, un popolo di educatori". In riferimento all'anno 2002 riceveranno il Discobolo d'oro, ordinati per regione e comitato i seguenti tesserati società:
CAMPANIA Cava de' Tirreni Gino Avella - Alla memoria Salerno Dalmazio Sapere EMILIA - ROMAGNA Bologna Don Luigi Guaraldi Pol. Atletico Borgo
LIGURIA Savona Don Carlo Sciandra Gianfranco Fazzina - Alla memoria LOMBARDIA Brescia US Duomo Desenzano USO Inzino Cremona
Faenza Roberto Bacchilega Luciano Geminiani Luciano Sangiorgi Ferrara Renato Dionisi Modena Armando Pollastri Parma Luigi Melegari Pgs Lauda Rimini Pol. Sanges FRIULI - VENEZIA GIULIA Giorgio Nicolotti- Alla memoria Udine Dario Schiavi Polisportiva Friuli LAZIO Andrea Donato Latina Vincenzo Grillo
Antonio Premoli Milano Massimo Vismara - Alla memoria US Gorla Bruno Pizzul - Personalità sportiva MARCHE Suor Carla Tonelli PUGLIA Giacomo Giannone Conversano Girolamo Pesole Terra D'Otranto Ignazio Ozza, sindaco di Ugento Taranto Ferdinando Fasano GS invicta SICILIA Noto Vito Corrado Di Lorenzo Trapani Filippo Occhipinti
TOSCANA Pisa Giampiero Bandini GS Bellaria Cappuccini Prato Paolo Faggi - Alla memoria Piero Becherucci - Alla memoria TRENTINO - ALTO ADIGE Trento Mario Vanzo US 5 Stelle di Seregnano VENETO Belluno US Alleghe - Società sportiva Comitato di Calcio Agordino Verona Romildo Turina
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FUORIGIOCO
DI
ALBERTO CAPROTTI
Spalma-debiti ULTIMA SPIAGGIA Secondo il commissario europeo alla Concorrenza, Mario Monti, il decreto che permette alle società di calcio di diluire le perdite in più anni sui bilanci è aiuto di Stato. Fermi restando gli errori commessi, l'eccezionale gravità in cui navigano le società italiane, meritava soluzioni ugualmente straordinarie. E poi esistono casi analoghi in altri paesi europei, di cui nessuno si scandalizza.
vviso ai più giovani e crollo di un mito per i nostalgici anziani: spalmare è un reato. In attesa che venga sancita la pericolosità della Nutella, il calcio italiano è stato pescato con le mani nella marmellata: non è una novità, ma quelli che fino a ieri erano esclusivamente fatti nostri, ora sono diventati fatti europei. E dunque fatti seri, difficilmente aggiustabili come invece lo sono normalmente le leggi e i regolamenti italiani. Riassumendo per ragioni pratiche una vicenda intricata e che comunque potrebbe diventare un tormentone più lungo della classifica della serie B, il Commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, nove mesi dopo la promulgazione di quel pateracchio sancito dal nostro governo che senza vergogna è comunemente chiamata legge spalma-debiti, ha prefigurato nella medesima un illecito aiuto dello Stato al calcio, contrario alle regole della concorrenza in ambito comunitario. Ora, non sta a noi decidere chi ha torto e chi ha ragione, anche perché un esercito di azzeccagarbugli sta già lavorando per dipanare la matassa. Ma sparare sulla Croce Rossa del nostro pallone sta diventando una moda e accodarsi al coro di chi vede solo marciume e pretende punizioni esemplari, può - nel caso - essere sbagliato. Premessa: nessuna difesa nei confronti della banda di scriteriati che sta affossando il calcio italiano può regge-
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re. Dal presidente federale all'ultimo proprietario di club, troppi sono stati gli errori e troppa la miopia dimostrata per meritare compassione. Ma è un fatto che di fronte a situazioni di straordinaria gravità come quella dei conti economici delle nostre società, occorrevano provvedimenti straordinari. Il calcio professionistico inteso come bene comune e attività di prima necessità ha usufruito di un regalo spropositato, ma è profondamente ingiusto che sia l'organismo europeo a venircelo a dire, dopo che lo stesso si è ben guardato dall'applicare la medesima severità quando altre nazioni lo hanno fatto. Vale appena il caso di ricordare che in Inghilterra il governo di Tony Blair ha abbattuto le imposte dei club inglesi per salvarli dal fallimento, che in Spagna le enormi ricchezze del Real Madrid provengono soprattutto dalla cessione al comune di Madrid della cittadella sportiva, area che la municipalità locale ha provveduto a supervalutare prima di acquistare: se non sono sovvenzioni queste (ed evidentemente contrarie alle regole sulla concorrenza per le conseguenze che comportano), allora non lo è neppure il nostro spalma-debiti. Ma la Commissione Europea alla concorrenza in quel caso dormiva. Occorreva il budino goloso del vituperato calcio italiano per svegliare le coscienze, occorrevano forse le facce impresentabili dei nostri dirigenti per trovare un nemico contro il quale fare la voce grossa. Dunque, se da un lato appare irrinunciabile un intervento volto a moralizzare la contabilità del calcio, dall'altro è odioso pensare che debba valere solo per casa nostra. Dove peraltro si continua a parlare a vanvera e ad agire poco. È di pochi giorni fa l'ennesimo grido d'allarme di Carraro circa le prospettive che attendono i nostri club quando l'Uefa applicherà le norme di trasparenza contabile necessarie per l'iscrizione alle Coppe Europee. Bilanci a posto, assenza di debiti, nessuna pendenza in tema di stipendi ai giocatori: peccato che siano esattamente le norme che il calcio italiano avrebbe dovuto già applicare per ottenere l'iscrizione a questo stesso campionato. Dov'era Carraro quando Milan, Lazio, Inter, Roma e compagnia in rosso ottenevano bellamente anche da lui il via libera? Dormiva, come il collega Mario Monti? E allora buonanotte a tutti. Ma quando vi sveglierete non chiedeteci di offrirvi il caffè.
VITACSI
DI
ANDREA DE PASCALIS
Verso l’assemblea nazionale Tutte le società, associazioni, circoli e gruppi sportivi del CSI saranno impegna ti da gennaio a ma ggio 2004 per le assemblee che rinnoveranno le cariche associa tive. i aprirà a fine gennaio il lungo e delicato iter che coinvolgerà l'intera Associazione nel rinnovo delle cariche associative per il quadriennio 2004/08, attraverso la celebrazione delle assemblee territoriali, regionali e, infine, dell'assemblea nazionale. Per la prima volta troveranno applicazione le norme, fissate dallo statuto approvato nell'assemblea nazionale svoltasi quest'anno a Bussolengo, che prevedono novità importanti quali l'elezione diretta del presidente ai vari livelli e quella del collegio regionale o interregionale dei probiviri. Tutti i comitati e tutte le regioni sono chiamati ad eleggere i loro organi associativi, la cui composizione è stata, per altro, resa meno gravosa, con una significativa riduzione del numero di consiglieri territoriali e regionali da eleggere, e con la nomina a livello periferico di un solo revisore dei conti effettivo.
S
Riteniamo utile ricordare qui di seguito le principali scadenze, rammentando che l'insieme delle norme sulle assemblee è consultabile facilmente sul sito CSI: www.csi-net.it, al quale rimandiamo per i dettagli sulle procedure di convocazione, la presentazione di candidature, gli adempimenti formali da osservare, le modalità di svolgimento.
RITMI E TEMPI ASSEMBLEE DEI COMITATI TERRITORIALI Periodo di svolgimento: dal 24 gennaio al 21 marzo 2004. Elegge: Presidente, Consiglio, Revisore dei conti territoriali.
ASSEMBLEE LA DEMOCRAZIA E LA PARTECIPAZIONE Sono i valori “portanti” dell’associazionismo “storico” in Italia dal 1945 ad oggi. La democrazia si esprime attraverso la partecipazione attiva delle società sportive che non può esser ridotta a una semplice consultazione o ad estenuanti ed aridi incontri sui regolamenti... privi di anima e svuotati di valori condivisi e di significato. Spesso nelle nostre assemblee manca la “fatica del pensiero”: non si elabora più insieme, non si pensa più insieme, perdendo la passione per i grandi temi della vita, della cultura e della politica...
DEI COMITATI REGIONALI
Periodo di svolgimento: dal 22 marzo al 25 aprile 2004. Elegge: Presidente, Consiglio, Revisore dei conti, collegio probiviri regionali.
ASSEMBLEA
NAZIONALE
Periodo di svolgimento: dal 21 al 23 maggio 2004. Elegge: Presidente nazionale, Consiglio nazionale, (16 consiglieri della circ.ne nord, 8 consiglieri della circ.ne centro, 8 consiglieri della circ.ne sud e isole), collegio nazionale revisori dei conti, collegio nazionale probiviri.
RICOSTRUIRE L’AGORÀ È lo spazio del dialogo, del confronto civile e della condivisione. È lo spazio della “mediazione” dove si sperimentano la fatica della lettura dei bisogni e le strade per trovare le risposte.
Hanno titolo a partecipare alle assemblee ed a sottoscrivere le candidature le società ed associazioni sportive (circoli compresi) affiliate entro la data di pubblicazione delle rispettive convocazioni.
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VITACSI
DI
TITO DELLA TORRE
Il BOOM dei circoli sportivi parrocchiali Altri 445 nuovi circoli si affiancano alle 4.326 società sportive parrocchiali.
p
ono già 445 i nuovi circoli culturali sportivi nati nelle parrocchie italiane grazie al progetto elaborato e lanciato dal Centro Sportivo Italiano nel mese di maggio di quest’anno. Si tratta peraltro di un dato ancora incompleto, visto che il periodo di tesseramento dei circoli coincide con l'arco dell'anno solare, a differenza di quello delle società sportive tradizionali, che va da settembre ad agosto. Ogni circolo ha portato in media al
Circoli culturali sportivi parrocchiali nati dopo il mese di maggio 2003 Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Veneto
8 2 14 46 40 1 30 28 118 40 1 9 23 12 17 31 9 16
Totale
445
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CSI più di un centinaio di tesserati, visto che i circoli parrocchiali complessivamente hanno consentito all'associazione di staccare 63.327 tessere, da aggiungere ai 721.440 tesserati per l’anno 2003. La distribuzione percentuale per età dei tesserati ai nuovi circoli culturali sportivi in parrocchia mostra un andamento interessante: il 14.72% è costituito da fanciulli di 0-10 anni; il 19.96% da ragazzi di 11-15 anni; l'11.0% da giovani di 16-20 anni; il 14.2% da giovani di 21-30 anni; il 10.34% da adulti di 31-40 anni; il 9.64% da adulti di 41-50 anni. Aggregando i dati per tre sole grandi fasce di età, si scopre che il 45.68% dei tesserati dei circoli appartiene alla fascia dei più giovani, ovvero dell'età 0-20 anni. Questo dato conferma la bontà del progetto in rapporto a quella che costituisce la sua principale finalità: consentire alle parrocchie di intercettare e incontrare i giovani. E su questo dato il CSI si augura riflettano anche quelle parrocchie che ancora nicchiano di fronte alla possibilità di aderire al progetto. Qualche sorpresa è arrivata dai dati delle iscrizioni regione per regione: le maggiori adesioni si sono registrate in Lombardia, seguita da Campania, Emilia Romagna, Marche, Sicilia e Lazio. Il progetto, dunque, dimostra la sua efficacia non solo nelle regioni settentrionali, dove il tessuto parrocchiale è tradizional-
mente più robusto, ma anzi apporta sensibili risultati proprio nel contesto dell'Italia centrale e meridionale. A questi ottimi esiti si è giunti anche attraverso un intenso sforzo formativo decentrato: i circoli richiedono infatti operatori specificamente preparati, ed è lo stesso CSI che provvede alla bisogna. Nel periodo maggio-agosto 2003 la formazione ha preparato, con i corsi di Cesenatico e Nocera Umbra, 88 operatori per i circoli in parrocchia; in settembre i corsi di Paestum e Oristano hanno licenziato altri 92 operatori, ed infine 82 sono stati quelli presenti al corso di formazione svoltosi in ottobre a Reggio Calabria.
Roma: due sportelli per i circoli Nell'ambito del progetto "Circoli culturali sportivi in parrocchia", sono stati attivati due sportelli di segreteria per le parrocchie. Il lunedì e il giovedì dalle ore 9.30 alle 12 è aperto lo sportello presso il CSI di Roma Est in via Montona, 13 (tel. 06.21807881, fax 06.25204707), mentre il venerdì dalle ore 15.30 alle 19.30 sarà attivo quello di Lungotevere Flaminio 55 (tel. 06.3225129, fax 06.3610096). Presso di essi, sarà possibile avere le informazioni dettagliate sulle attività e sulla costituzione dei circoli.
LA MISSIONE DELLA CHIESA NELLA PARROCCHIA Il Santo Padre, in occasione della 52ª Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha inviato ai vescovi italiani un messaggio sulla missione della Chiesa nella parrocchia. Lo riportiamo di seguito: «La vostra sollecitudine di Pastori si concentrerà in questa occasione su un tema di fondamentale importanza nella vita e nella missione della Chiesa, quello della parrocchia. Molto opportunamente, nel programma della vostra Assemblea, essa è presentata come "Chiesa che vive tra le case degli uomini", facendo eco alle parole con cui descrivevo l'indole della parrocchia nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici (cfr n. 26). Mi preme sottolineare che condivido con voi la convinzione del ruolo centrale e insostituibile che compete alla parrocchia nel rendere possibile, e in un certo senso facile e spontanea per ogni persona e famiglia, la partecipazione alla vita della Chiesa. Come affermava infatti il Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Sacra Liturgia, le parrocchie "rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra" (n. 42). La fitta presenza delle parrocchie su tutto il territorio italiano, la loro vitalità e capacità di svolgere un servizio pastorale e anche sociale attento ai bisogni della popolazione, sono una straordinaria ricchezza della Chiesa in Italia. Nella vostra Assemblea cercherete di individuare le vie più idonee a conservare e incrementare questa ricchezza, in mezzo ai grandi mutamenti sociali e culturali del nostro
tempo e facendo fronte alle molteplici sfide che tendono ad allontanare dalla fede e dalla Chiesa anche un popolo come l'italiano, il cui radicamento cristiano è tanto solido e profondo. Per raggiungere questi risultati sarà particolarmente importante che le parrocchie italiane mantengano quel caratteristico stile "familiare" che le distingue e che fa di loro, in certo senso, delle grandi "famiglie di famiglie": così le parrocchie saranno un ambiente di vita caldo e accogliente e potranno offrire un grande contributo alla difesa e alla promozione di quella realtà preziosa e insostituibile, ma oggi purtroppo continuamente minacciata, che è la famiglia. Questa vostra Assemblea è anche l'occasione propizia che mi si offre di rivolgere un saluto affettuoso, riconoscente e incoraggiante, ai tanti sacerdoti italiani impegnati nel ministero parrocchiale, a cominciare dai parroci. Conosco bene la loro fatica quotidiana, i problemi che tanto spesso incontrano, le delusioni che non mancano, e voglio assicurare loro la mia cordiale vicinanza. Ma conosco anche lo zelo e la fiducia che li animano, lo spirito di fede ed il senso della Chiesa, da cui traggono sempre rinnovate energie. Sappiano questi sacerdoti che il Papa li porta nel cuore e che confida in loro per mantenere la fede nel Popolo di Dio e per far crescere nei Pastori e nei fedeli lo slancio apostolico e missionario, affinché le comunità parrocchiali siano cellule vive di irradiazione del cristianesimo».
CAMPAGNA NAZIONALE PER LA FORMAZIONE DI EDUCATORI PARROCCHIALI Con il kit del "Circolo Culturale Sportivo" il CSI dona alle Parrocchie uno strumento nuovo, moderno e flessibile che permetterà di promuovere attività educative, culturali, sportive e sociali, per un'esperienza di condivisione, di comunità e di fratellanza. In questa proposta formativa si incontrano la vocazione pastorale della Parrocchia, centro di aggregazione spirituale della comunità e del territorio, e lo spirito di servizio del CSI, da sempre animato da un'ispirazione educativa e da una filosofia che fa dello sport e delle attività ludico culturali una pratica di promozione dei valori cristiani.
L'incontro produrrà uno spazio aperto all'accoglienza e al rapporto con l'altro, il Circolo Culturale Sportivo, la scuola di valori in Parrocchia con il Centro Sportivo Italiano, dove ragazzi e giovani potranno vivere insieme un percorso di realizzazione e maturazione personale che li accompagni verso un benessere fisico, psichico e spirituale, in armonia con l'ambiente naturale e sociale. Per creare questo circolo virtuoso il CSI ha messo a disposizione la sua competenza tecnica e organizzativa per realizzare uno strumento-guida che trasmetta ai giovani operatori della Parrocchia quelle conoscenze necessarie a dar vita a un progetto di animazione nuovo e ricco di valori
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Il pontefice dello sport
Karol Wojtyla Il magistero di Giovanni Paolo II ci ha regalato alcuni mirabili interventi sullo sport. In occasione del venticinquesimo di pontificato, ricordiamone qualcuno. 16
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Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato e forse riscattato, oggi, dagli eccessi del tecnicismo e del professionismo
n occasione dei venticinque anni di pontificato di Giovanni Paolo II, il magistero di papa Wojtyla è stato ricordato ed analizzato dai media in ogni aspetto, tranne uno: l'insegnamento sullo sport. Al più, ci è stata riproposta qualcuna delle foto del pontefice che nuota in piscina, che scia, che pagaia in kayak, che si inerpica su un sentiero di montagna, che gioca a pallone quando ancora si chiamava Karol Wojtyla. Ma sui molti discorsi memorabili da lui pronunciati in materia di sport, neanche una parola. Forse perché questo pontefice così abituato a dire cose scomode in materia di morale, di politica internazionale, di diritti umani ha detto non poche cose scomode anche sullo sport. Per cui può andare bene chiamarlo "il papa dello sport", ma solo a
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patto di non citare il suo modo di considerare lo sport. Tra udienze, incontri e messaggi la raccolta degli interventi "sportivi" di Giovanni Paolo II è davvero ampia. La dignità del corpo, la difesa dei valori educativi, l'importanza dello sport per i disabili, la necessità di una pratica capace di rispettare le caratteristiche psicofisiche delle diverse età: non c'è, o quasi, un aspetto problematico dello sport su cui Giovanni Paolo II non si sia soffermato con parole di grande modernità. Ricorrente è la preoccupazione per il rischio di derive disumanizzanti nello sport contemporaneo, il richiamo all'obbligo di una eticità fondante lo sport. Alcune di quelle frasi dovrebbero essere tenute a mente da qualsiasi sportivo. 17
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"Lo sport è anzitutto valorizzazione del corpo, sforzo per raggiungere le condizioni somatiche ottimali... Lo sport è agonismo, gara per aggiudicarsi una corona, una coppa, un titolo, un primato... Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato e forse riscattato, oggi, dagli eccessi del tecnicismo e del professionismo mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di amicizia, di favorire il dialogo e l'apertura degli uni verso gli altri, come espressione della ricchezza dell'essere, ben più valida ed apprezzabile dell'avere, e quindi ben al di sopra delle dure leggi della produzione e del consumo e di ogni altra considerazione puramente utilitaristica ed edonistica della vita…". (Primo Giubileo Internazionale degli Sportivi, Stadio Olimpico, 12 aprile 1984).
Il pontefice dello sport
Karol Wojtyla
"…Lo sport oggi è caratterizzato da una domanda di qualità e di senso. Si avverte la necessità di ridare allo sport non solo una rinnovata e continua dignità, ma soprattutto la capacità di suscitare e sostenere alcune esigenze umane più profonde, come sono quelle del rispetto reciproco, di una libertà non vuota ma finalizzata, della rinuncia in funzione di uno scopo… Lo sport va visto nella dinamica del servizio, e non in quella del profitto...". (Convegno della CEI su "Sport, etica e fede per lo sviluppo della società italiana", 25 novembre 1989).
"Occorre individuare e superare i pericoli che minacciano lo sport moderno: dalla ricerca ossessiva del guadagno alla commercializzazione di quasi ogni suo aspetto, dalla spettacolarizzazione eccessiva all'esasperazione agonistica e tecnicistica, dal ricorso al doping e ad altre forme di frode, alla violenza. Solo ricuperando efficacemente il suo compito e le sue potenzialità di educazione e di socializzazione, lo sport può svolgere un ruolo di significativo rilievo e concorrere, per la sua parte, a sostenere le speranze che muovono i cuori degli uomini, specialmente dei giovani…". (Inaugurazione dello Stadio Olimpico, 31 maggio 1990).
"Non sono purtroppo pochi, e forse si vanno facendo più evidenti, i segni di un disagio che talvolta mette in discussione gli stessi valori etici fondanti la pratica sportiva. Accanto ad uno sport che aiuta la persona, ve n'è infatti un altro che la danneggia; accanto ad uno sport che esalta il corpo, ce n'è un altro che lo mortifica e lo tradisce; accanto ad uno sport che persegue nobili ideali, ce n'è un altro che rincorre soltanto il profitto; accanto ad uno sport che unisce, ce n'è un altro che divide". (Convegno "Il volto e l'anima dello sport", promosso dal CSI, 28 ottobre 2000).
"... grande è la responsabilità degli sportivi nel mondo. Essi sono chiamati a fare dello sport un'occasione di incontro e di dialogo, al di là di ogni barriera di lingua, di razza, di cultura. Lo sport può, infatti, recare un valido apporto alla pacifica intesa fra i popoli e contribuire all'affermarsi nel mondo della nuova civiltà dell'amore". (Giubileo degli Sportivi, Stadio Olimpico, 29 ottobre 2000). "Possa questa verifica [del Giubileo] offrire a tutti - dirigenti, tecnici ed atleti - l'occasione per ritrovare un nuovo slancio creativo e propulsivo, così che lo sport risponda, senza snaturarsi, alle esigenze dei nostri tempi: uno sport che tuteli i deboli e non escluda nessuno, che liberi i giovani dalle insidie dell'apatia e dell'indifferenza, e susciti in loro un sano agonismo; uno sport che sia fattore di emancipazione dei Paesi più poveri ed aiuto a cancellare l'intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale; uno sport che contribuisca a far amare la vita, educhi al sacrificio, al rispetto ed alla responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona umana". (Giubileo degli Sportivi, Stadio Olimpico, 29 ottobre 2000).
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ARGOMENTI
DI
ANDREA DE PASCALIS
Il CONI cambia ancora
Il Ministero dei Beni Culturali prepara una legge per ritoccare l'assetto del CONI. Il provvedimento introduce anche importanti novità sugli Enti di promozione e lo sport per tutti. Vediamo di che si tra tta.
l CONI cambia ancora. Dopo il decreto 242/99 di riordino del Comitato Olimpico, più noto come "Decreto Melandri", e dopo la legge 137/2002, che ha scorporato alcune funzioni del CONI affidandole ad una nuova struttura, la CONI Servizi SpA, di cui è unico azionista lo Stato, è in arrivo un'ulteriore legge che ritocca l'assetto del CONI. Ne è autore il Ministero dei Beni Culturali, che nella persona del sottosegretario allo sport, on. Mario Pescante, il 19 settembre ha illustrato ai presidenti degli Enti di promozione una prima bozza del provvedimento. Nominalmente l'iniziativa nasce per armonizzare quanto stabilito nel "Decreto Melandri" con le novità introdotte dalla 137/2002, ma in realtà esso persegue obiettivi più ampi, correggendo alcuni degli aspetti controversi del decreto 242/99. Dal punto di vista degli Enti di promozione sportiva le modifiche di più immediata rilevanza sono tre:
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il CONI torna ad essere (Art. 2) la "Confederazione delle Federazioni sportive nazionali", così come previsto dalla vecchia legge istitutiva del CONI risalente al 1942. Questa dicitura era scomparsa nel "Decreto Melandri", che aveva come punto di riferimento l'esistenza di un CONI "casa di tutto lo sport" e non soltanto delle Federazioni.
il Comitato nazionale sport per tutti, istituito dal "Decreto Melandri" e mai costituito, viene abolito, essendo intenzione del Ministero vigilante sullo sport ridisegnare l'intera materia dello sport per tutti con un provvedimento legislativo separato, che tenga conto delle nuove competenze delle Regioni introdotte dalla riforma istituzionale.
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gli Enti di promozione trovano finalmente una forma di rappresentanza all'interno del CONI. Essi infatti entrano a far parte del Consiglio nazionale del CONI, con cinque membri, e della Giunta nazionale, con un membro. Quanto alla Giunta, vengono cassati i criteri di incompatibilità, fissati dal "Decreto Melandri", tra il ruolo di membro di Giunta e quelli di presidente delle Federazioni, componente del C. N. CONI, componente dei direttivi delle Federazioni.
Come valutare la bozza presentata dall'on. Pescante? Il giudizio non può che essere positivo, ma cauto allo stesso tempo. L'inserimento di rappresentanti degli Enti di promozione sportiva nella Giunta e nel C. N. del CONI soddisfano un'antica, e riteniamo legittima, aspirazione ad essere presenti nelle "camere" di governo dello sport. È anche vero che si tratta di una presenza numericamente minima rispetto a quella dello sport federale, per cui è difficile dire se potrà o no essere incisiva, se nel Palazzo del Foro Italico gli Enti di promozione sportiva siederanno come "pari tra i pari" o come "ospiti di poco conto". L'interrogativo acquista una sua logica anche alla luce di quell'art. 2 che ripristina il CONI quale "Confederazione delle Federazioni sportive nazionali", dicitura che sembrerebbe collocare gli Enti di promozione al di fuori della struttura su cui si fonda e si giustifica il CONI. Così com'è ora, la bozza dell'on. Pescante lascia indeterminata, al pari di quanto faceva il "Decreto Melandri", la questione dell'inquadramento formale degli Enti, cosicché poi non si capisce più a quale titolo essi siano presenti in Giunta e nel C. N. del CONI.
Di qui i casi sono due: o all'interno del disegno di legge sullo sport per tutti promesso dal Ministero verrà inserita anche una normativa di riconoscimento e regolamentazione degli Enti di promozione, o questi resteranno ancora una volta privi di status e tutela istituzionali. Nel caso si dimostrasse giusta la prima ipotesi, gli Enti si vedrebbero inquadrati come associazioni di sport per tutti, però resterebbero "scoperti" nella loro ulteriore funzione di associazioni di promozione sportiva, che è poi quella che tradizionalmente sta maggiormente a cuore al CONI e alle Federazioni. Se e come il Ministero del Beni Culturali intende sciogliere questi nodi per ora è cosa difficile da prevedere. Nulla è stato detto sui tempi di presentazione dell'eventuale proposta ministeriale di codifica dello sport per tutti o sull'indirizzo che ad essa si intende dare. Aspettando...Godot, tanto varrebbe che il Ministero cominciasse a modificare qualche passaggio della nuova normativa sul CONI, spiegando cosa ci stanno a fare gli Enti di promozione nel CONI, cosa può e deve aspettarsi il CONI da loro, come il loro ruolo si distingue o si sovrappone a quello delle Federazioni.
EMANUELA PIERANTOZZI ALLO STAGE NAZIONALE DI JUDO Bologna - Domenica 25 gennaio 2004 il comitato CSI di Bologna in collaborazione con il Coordinamento nazionale della formazione organizzano uno stage nazionale per tecnici di judo. La sede dei lavori sarà la palestra Villaggio del Fanciullo in via Scipione dal Ferro, 4 a Bologna. L'aggiornamento sarà tenuto dalla pluricampionessa olimpica e mondiale Emanuela Pierantozzi insieme al M° Paolo Checchi componente della Commissione tecnica nazionale Judo CSI. Lo stage sarà suddiviso in due parti: una per i ragazzini che potranno imparare le prime basi del combattimento, l’altra dedicata alle cinture nere, agli agonisti, ai maestri, agli insegnanti. Si studieranno alcune tecniche di judo con Emanuela
Pierantozzi, quelle tecniche che le hanno permesso in questi anni di arrivare nei primi posti dei mondiali e delle olimpiadi. Questo il pogramma tecnico: - dalle ore 09.00 alle ore 10.30 sarà rivolto a bambini nati dal 1990 in su (89-88 ecc.) con lo studio di esercizi propedeutici, e dei randori (combattimenti) per bambini; - dalle ore 10.30 in poi stage per gli agonisti, che studieranno il Tai o Toshi fatto con diverse prese e combinazioni Ne Waza. Le iscrizioni nominative andranno spedite, entro il 20 gennaio a mezzo posta elettronica all'indirizzo info@paolochecchi.it o fax. 051-5877765 utilizzando il modulo scaricabile dal sito www.csi-net.it 21
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Albertini
nati nel
Demetrio
D I
F E L I C E
A L B O R G H E T T I
"Mi avrete visto tutti giocare la finale di Coppa del Mondo ad Usa94, beh, due giorni dopo io ho giocato la finale del torneo dell'oratorio a Villa Raverio. Io con gli amici della mia età, contro il resto del gruppo. È stata una grande festa, un bellissimo ricordo."
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Basterebbe questo per spiegare quanto sia affezionato all'oratorio ed al CSI Demetrio Albertini, oggi alla Lazio, dopo una vita di successi trascorsa al Milan ed una lunga militanza nei campionati CSI. "Giocavo nella squadra di mio fratello, ora don Alessio, 4 anni più grande di me, allenata da mio padre. A 5 anni ero già in campo all'oratorio. Tutto a livello parrocchiale, campionati, tornei CSI, poche scuole calcio. L'agonismo in campo era lo stesso sia per noi dell'oratorio sia per quelli della scuola calcio. Cambiava il divertimento: con il cancello chiuso, noi scavalcavamo il muretto dell'oratorio per giocare con gli amici. Gli altri magari andavano a giocare con la divisa, più professionali". Che ricordi conservi? Don Costante, gli amici, gli scherzi. Era tutto per gioco, facevamo le scritte degli sponsor sul muro dell'oratorio per somigliare ai grandi, o si accendevano fumogeni nei tornei serali, tipo allo stadio. Don Alessio, tuo fratello: come lo giudichi come compagno di squadra e di vita? A calcio giocava tutto di forza, era un cavallo pazzo, poi a 14 anni ha fatto la scelta dei voti. Per me importantissimo, già per l'opportunità che mi dava da piccolino di giocare con i più grandi di me. Mi ricordo che veniva a prendermi all'asilo delle suore per portarmi un'ora con lui a giocare a pallone. Mia madre trovava solo il grembiule. Siam creciuti in una famiglia molto unita. Abbiamo preso strade differenti, ma ugualmente molto particolari e impegnative fin da giovani. Di che discutevate? Classiche discussioni tra fratelli, poi è normale che lui, parlandomi, mi ha sempre comunicato grandi esperienze di fede. Baggio buddista, le preghiere di Weah… Da spettatori tanti esempi televisivi di campioni in raccoglimento. Ma vivendoci accanto, si parla mai di certi argomenti, o no? Molte volte sono solo apparenze e non so dire quanto ognuno senta profondi questi rapporti. Posso dire che Tommasi è sicuramente un ragazzo impegnato in senso cristiano, ma credo che in campo conti molto il comportamento, l'educazione. Essere cristiano è uno stile di vita. Non è solo andare a Messa o pregare, ma specie per noi calciatori, dare un buon esempio. Spesso però non ci si riesce? Sì, lo si vede dalle simulazioni o da altri atteggiamenti. Però io posso sicura-
mente sposare qualsiasi situazione "eccessiva" in campo, ma è fondamentale la pacatezza fuori, è sintomo di educazione. Non riesco a scusare determinati atteggiamenti, o dichiarazioni a mente fredda. Tirare un rigore in una finale mondiale, a 22 anni, significa avere grande maturità e senso di responsabilità. Ne hai avute molte da subito pur giocando accanto a grandissimi campioni. Forse troppe? Lo sport, e soprattutto il Milan, mi hanno dato l'opportunità di crescere rapidamente. In un certo senso è un bene… in un altro un male. Pur giocando accanto a Rijkaard, Gullitt, Boban ho avuto sempre tanta responsabilità addosso. È insita nel ruolo, ma un po' il carattere, un po' il talento e soprattutto la fiducia dei vari mister non mi hanno mai fatto avere grande pressioni. A quella età nessuno si aspettava da me cose straordinarie. Tutto quello che facevo di buono era novità in positivo. Vedere poi che le mie qualità erano quelle giuste per giocare a fianco di grandi campioni era per me una favola. Il più grande di tutti? Van Basten. Sul tuo sito hai scritto che il giorno che Sacchi ti fece scaldare per il debutto a San Siro pensasti che non avresti più visto quello stadio. Che senso aveva quel pensiero? Poteva andare anche così. Sono stato sempre molto realista nelle mie cose. Il senso era questo, allora dicevo: "questa non me la toglie più nessuno, l'esordio l'ho fatto e non me lo leva più nessuno". Nel calcio delle plusvalenze, degli interessi, che ha perso questa umiltà, credi si possa ancora parlare di valori genuini? Io penso di sì. Ho avuto la fortuna di fare un'esperienza in Spagna. Lì il calcio è sport. Un esempio: dopo il derby contro il Real perso per 4-0, sono uscito dalle gradinate, passando tra i tifosi per raggiungere la mia macchina, parcheggiata dentro lo stadio. Tutto tranquillo, oddio ti confesso che avevo un po' di timore. Ma in Italia è inconcepibile, qui ci sono solo passaggi di sicurezza. Quel giorno i tifosi dicevano "speriamo di aver fortuna domani… Andrà bene la prossima volta" e invece qui se solo pareggi… Eppure anche lì ci sono tre giornali sportivi, televisioni e radio che trasmettono calcio.
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È davvero così diverso? È diverso anche il modo in cui si parla di calcio. Lì fanno vedere i gol al tg, la serie A, la serie B, e anche la C. Diciamo che non esistono opinionisti. C'è un commento alle immagini e stop. Qui dei gesti di fair play se ne parla due secondi, o due righe, poi della simulazione e di moviole se ne parlerà tutto l'anno. Ma la moviola non misura la forza del contatto. Non ritengo che la moviola in campo porti benefici. In che senso? Prendo ancora spunto dalla Spagna, uscita dai Mondiali ai quarti, eliminata come noi dalla Corea, per errori arbitrali ben peggiori di quelli di Moreno. Arrivai a Madrid a luglio, quando in Italia non si parlava d'altro che di Moreno e del suo arbitraggio. Lì non ho mai sentito parlare una volta del Mondiale o dell'arbitro di cui gli spagnoli non ricordano neanche il nome. La famiglia, cosa rapprsenta per te? La famiglia mi ha aiutato molto nella crescita come persona e come giocatore, i miei genitori mi hanno dato la giusta opportunità di poter scegliere il mio divertimento. Primo la scuola, poi le mie scelte. Ed ho scelto il calcio. Mio figlio Federico ha tre anni. In futuro farà sicuramente
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sport, perché il valore dello sport è impressionante, secondo me soprattutto quello di gruppo: per le relazioni, il fine comune, il rispetto degli altri, l'amicizia. Poter rimanere dentro le regole che non sono le tue, ma sono di un gruppo. Magari in uno sport troppo individuale, si sviluppa di più il rapporto con l'allenatore. Chi sono i tuoi grandi amici? Nunziata, grandissimo amico dai tempi del Padova, poi Billy, Ambro, con cui organizziamo spesso le vacanze, per alcune cose Paolo Maldini. Questi sono tutti amici veri. Ti sarebbe piaciuto finire la carriera nel Milan. Come Baresi o Maldini? Sono situazioni diverse. Loro sono due grandissimi fuoriclasse. Io sono solo un buon giocatore, che ho fatto tante belle cose al Milan. Loro sono qualitativamente superiori, come lo sono stati Tassotti e Costacurta. Di recente hai detto che avresti esultato se avessi segnato in Milan-Lazio? Penso di sì. Perché è risaputo l'amore che ho per il Milan, ma c'è rispetto per i miei compagni di oggi, per i tifosi e per la società della Lazio. Per dimostrare l'affetto ci sono mille altri modi.
Natale in casa CSI Per il Centro Sportivo Italiano il Natale non rappresenta solo la classica sosta dei campionati o un breve periodo di vacanza, ma è un vero e proprio momento di gioia, condivisione e convivialità che unisce atleti, genitori, dirigenti, arbitri e consulenti ecclesiastici in un'unica grande festa, da Milano a Napoli.
nche in questo 2003, infatti, saranno numerosi gli eventi organizzati dai vari comitati provinciali e regionali del CSI in occasione delle festività di fine anno.
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MILANO Imponente sarà sicuramente il Natale degli Sportivi di Milano, in programma al "mitico" Palalido giovedì 18 dicembre. In quella occasione, il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, incontrerà migliaia di atleti e dirigenti sportivi appartenenti alla diocesi ambrosiana. Prevista, come sempre, anche la presenza di numerosi calciatori del Milan e dell'Inter e dei giocatori di basket della Breil Milano. BERGAMO Sono attesi ben 3mila partecipanti anche per il Natale dello Sportivo Bergamasco, che si svolgerà il 21 dicembre nel nuovissimo oratorio di Cornale di Pradalunga. Sarà presente ai festeggiamenti anche il vescovo di Bergamo, monsignor Roberto Amadei. Tra le iniziative legate a questo appuntamento, vi è 25
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Natale in casa CSI prologo della classica "Befana degli sportivi", in programma il 6 gennaio in Piazza Plebiscito. UMBRIA L'incontro è fissato per lunedì 21 dicembre presso l'oratorio di Ponte San Giovanni, nei pressi di Perugia, alla presenza del vescovo di Gubbio, monsignor Pietro Bottaccioli. Si aprirà con un pomeriggio di riflessione sul tema: "lo spazio dello sport CSI nella nuova evangelizzazione", mentre la giornata si chiuderà con una classica cena augurale.
anche una vera e propria "gara di solidarietà" che lo scorso anno ha visto protagonisti gli arbitri del CSI di tutte le discipline sportive, i quali rinunciando a due diarie ciascuno, hanno raccolto (insieme alle società bergamasche) ben 20mila euro. La somma è poi stata consegnata ad alcuni sacerdoti diocesani che operano in Bolivia, e da loro destinati alla costruzione di un campo di calcio e di una chiesa nello Stato sudamericano. TORINO Il Natale dello Sportivo CSI sarà festeggiato martedì 23 dicembre. Si svolgerà tutto all'interno dell'impianto Massari (zona nord del capoluogo piemontese), con inizio alle 19,30, quando i consulenti ecclesiastici delle società sportive, concelebreranno una Messa davanti all'assemblea ciessina, assieme all'arcivescovo torinese, cardinal Severino Poletto, e monsignor Giuseppe Anfossi vescovo di Aosta, entrambi invitati a questo appuntamento. Dalle 21 alle 23, prenderà invece il via una megamaratona sportiva, con tre partite, di 40 minuti ciascuna, di basket, volley e calcio a 5. In campo scenderanno, una accanto all'altra, formazioni composte da giocatori, arbitri, dirigenti, consiglieri. Gran finale all'aperto con giochi sulla pista del ghiaccio adiacente, aperta dal 15 novembre fino a dopo le festività di fine anno. NAPOLI Il "Natale CSI" verrà festeggiato sabato 20 dicembre intorno alla Basilica dell'Incoronata a Capodimonte. Pomeriggio dedicato all'attività sportiva per ragazzi, con minivolley, minibasket e percorsi ginnici. In serata la Messa celebrata da don Enzo Vollaro, rettore della Basilica partenopea. L'appuntamento sarà il
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PUGLIA Sono due le manifestazioni in cui si respira aria natalizia. Domenica 14 dicembre a Martinafranca ci sarà Telethon-Stadium Sport in tour, con una serie di proposte sportive, tra cui calcio a 5, 3x3, minibasket e pallavolo, organizzata in collaborazione con le scuole elementari e medie, per raccogliere fondi destinati a Telethon. Dal 19 al 21 dicembre ad Andria, invece, si terrà la Festa dello sport e della solidarietà, dove terranno banco le attività di integrazione per i disabili fisici e mentali, impegnati nel calcio a 5, tennistavolo ed altri giochi sportivi. MARCHE Molto attivo anche il CSI marchigiano, che nel weekend di sabato 20 e domenica 21 dicembre ha concentrato tante sorprese prenatalizie. Si chiama Festa della Gioia 2003 la due giorni riservata agli atleti under 21, che avrà luogo nelle località di Montefiore dell'Aso e Cupra Marittima. I tornei veri e propri si disputeranno nella sola giornata di sabato, mentre domenica festa e sport saranno insieme dalle 9 alle 12, poi la Messa a mezzogiorno e lo scambio di doni con auguri per finire. REGGIO EMILIA Sabato 20 dicembre, saluterà il Natale nella sede del CSI in via Agosti, nelle varie palestre e nei campi di calcio cittadini. Si comincia al mattino con vari tornei per i più piccoli. Pomeriggio dedicato alle premiazioni dell'anno appena trascorso e consegna del Trofeo Disciplina. Alle 18,30 la Messa celebrata da don Pietro Adani, consulente ecclesiastico provinciale, alla presenza delle varie autorità locali. Cena finale con serata associativa, giochi e riconoscimenti per i vari dirigenti. FROSINONE Nella consueta festa di fine anno "Natale CSI" in programma sabato 13 dicembre, i sacchi non saranno solo quelli di Babbo Natale, ma quelli della società Eurowellness di Veroli, che in quell'occasione presenterà a tutti gli intervenuti la nuova disciplina sportiva del "karate-dance". Non resta che dire Buon Natale a tutti.
VITACSI
DI
DANILO VICO
Il CSI sceglie la SCUOLA Dal protocollo d'intesa firmato con il MIUR al progetto per fare promozione sociale tra gli studenti: due importanti novità che rimettono la scuola al centro delle strategie associative. port, scuola e famiglia rappresentano il trinomio che è alla base di un protocollo d'intesa firmato martedì 14 ottobre dal Centro Sportivo Italiano e dal Ministero Istruzione Università e Ricerca. L'accordo è Letizia Moratti, Ministro dell’Istrustato presentato dallo zione Università e Ricerca stesso ministro, Letizia Moratti, nel corso della celebrazione italiana della "2ª Giornata europea dei genitori e della scuola", avvenuta proprio il 14 ottobre a Roma, presso la sede del MIUR. A seguito dell'intesa, CSI e Ministero si impegnano a: • organizzare azioni di sensibilizzazione e di informazione rivolte a studenti, docenti e genitori sul valore della pratica sportiva; • avviare percorsi di formazione, aggiornamento e occasioni di incontro per docenti e genitori; • realizzare manifestazioni che siano programmate, gestite e vissute in modo comunitario da docenti, studenti e genitori; • elaborare materiali formativi, in particolare per i genitori. A monte di questo breve elenco di possibili azioni congiunte c'è un'autentica novità, enunciata chiaramente dal Ministro Moratti: la scuola comincia a guardare allo sport come ad un valido strumento per contrastare la dispersione scolastica, l'emarginazione
S
sociale, le pratiche di assunzione di sostanze illecite, le forme di violenza. Dunque niente sport per sport, né tantomeno sport per scovare campioni: piuttosto la promozione di attività sportive diventa uno strumento didattico per perseguire la "formazione integrale del cittadino". Trovano accoglienza dunque, almeno a livello scolastico, quei princìpi indicati più volte dalle istituzioni europee come fondamento del ruolo sociale dell'attività sportiva. Obiettivi come l'integrazione multietnica, la prevenzione e il superamento del disagio giovanile, l'integrazione scolastica e sociale dei portatori di handicap, la lotta all'esclusione sociale diventano prevalenti rispetto al risultato sportivo "secco". L'altra grande novità è rappresentata dalla volontà di coinvolgere i genitori in questi processi. Se la collaborazione scuola-genitori è uno dei pilastri della nuova politica scolastica annunciata dal Ministro Moratti, è da seguire con attenzione l'idea di far decollare tale collaborazione proprio sul terreno della pratica sportiva. Anche un'altra iniziativa del CSI ha al centro la scuola. Pochi giorni dopo la firma del protocollo con il MIUR è stato presentato al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali un progetto per sensibilizzare gli istituti scolastici di ogni ordine e grado affinché promuovano l'educazione attraverso lo sport, in particolare affinché gli studenti apprendano, partendo dallo sport, il gusto di stare insieme per fare volontariato ed impegnarsi in attività di promozione sociale.
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A
DI
CRISTIANO TAVIANI
segno un sogno
Il 2º happening dei giovani ad Osimo guarda lo sport con occhi nuovi 1,2,3... HEPPING! Mano spalancata davanti alla bocca e sorriso a 36 denti: questo è il saluto ufficiale che ha aperto il 2° happening dei giovani CSI che si è tenuto ad Osimo (AN), i primi di settembre, in occasione del 4° centenario dalla nascita di S.Giuseppe da Copertino. E con questo saluto 70 giovani provenienti da tutta Italia hanno dato luogo a 5 giorni di sport, cultura e spiritualità. Prima serata a base di bans e balli di gruppo, poi la visita al santuario di S.Giuseppe da Copertino e l'incontro con la comunità francescana. Poi il via alle attività sportive ufficiali: il torneo "SMILE" di calcio a 5 e pallavolo, e il torneo "HEPPING" con diverse prove (tiri liberi a canestro, calci di rigore da centrocampo e battute libere con obiettivo). Squadre in campo con i nomi dei paesi del circondario di Osimo: Passatempo, Casenuove, Villa, San Patergnano, San Biagio, Campocavallo. Simpatica ed avvincente la sfida tra una rappresenta-
tiva dell'equipe CSI e quella dei frati francescani (10 a 7 per i colori arancio-blu). Giovedì le telecamere di Rai 3 danno il buongiorno ai ragazzi, e alle ragazze dell'equipe con tanto di ponpon arancio blu. Nel pomeriggio visita alla città di Loreto e a seguire il pellegrinaggio in notturna fino alla città di Osimo. Ben 18 Km a piedi accompagnati da un cielo stellato, una luna quasi piena e le preghiere di devozione a Maria. Venerdì sono due gli itinerari del tempo libero: il mare con le spiagge blu di Numana e Sirolo o la cultura del parco letterario Leopardiano di Recanati. Dopo cena, il centro di Osimo si è tinto di blu e arancio ed i ragazzi dell'happening e del CSI hanno incontrato i ragazzi osimani sui tappeti colorati e festosi dei free sport (pallavolo, basket e calcio 3 contro 3) che hanno occupato le due piazze centrali e le vie principali della città. Curiose e avvincenti le sfide nella "gabbia" gonfiabile del calcio 3x3: un grande successo di pubblico e di partecipazione per tutta la serata. Sabato pomeriggio il Trofeo del Centenario, in cui le squadre dell'happening si sono misurate con altre compagini provenienti da Osimo. Poi cala il sipario sulla attività propria dell'happening per dare il via alla magia, ai suoni e ai colori della serata finale, ancora in centro ad Osimo, ancora dedicata ai free sport, alle premiazioni finali (Villa si porta a casa la palma della vincitrice assoluta) . Padre Roberto Zorzolo, consulente ecclesiastico regionale, celebra la S.Messa l'indomani mattina nel santuario di S.Giuseppe da Copertino. Al termine per tutti i ragazzi una medaglietta ricordo con l'effigie del santo "che volava", a degna chiusura di un'esperienza che lascia nel cuore di tutti un profondo segno e nella mente uno speciale sogno: quello di guardare allo sport con occhi nuovi, con la voglia di viverlo come una palestra di vita, come un momento di crescita interiore e di confronto con gli altri. Qualche lacrima sancisce l'inesorabile ora dei saluti e delle partenze: i ragazzi si salutano con l'abbraccio della città di Osimo al grido di HEPPING!
VITACSI
DI
FELICE ALBORGHETTI
Per fede e per sport Negli ultimi mesi Papa Wojtyla, San Padre Pio e la Beata Madre Teresa sono stati al centro di ricorrenze e celebrazioni che hanno fatto registrare vertici impressionanti di partecipazione popolare e intensità devozionale. Il CSI ha voluto collegare idealmente, attraverso due manifestazioni sportive, queste figure che più di
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ogni altra riescono a toccare il cuore della gente: la seconda edizione della staffetta "i nostri sogni corrono con noi", in onore del frate di Pietrelcina, e la "Maratona dei Popoli a Tirana", per festeggiare la neobeata suora di Calcutta. A fare da trait d'union tra i due eventi è stata una fiaccola, simbolo visibile
di una fede proclamata attraverso il gesto sportivo, partita dal Vaticano dopo essere stata accesa da Sua Santità Giovanni Paolo II. Giunta a San Giovanni Rotondo, di lì è ripartita per Tirana, stendendo un immaginario ponte fra Italia ed Albania, per diffondere nei due Paesi un identico messaggio di richiamo alla pace e alla fraternità tra i popoli.
di corsa per PADRE PIO
una maratona per MADRE TERESA
Anche la seconda edizione della "Maratona di San Pio" è partita da Piazza San Pietro. Beneddetta dal Santo Padre, è tornata a correre la fiaccola, attraverso un centinaio di atleti del CSI e delle Forze Armate. I tedofori hanno percorso gli 879 chilometri previsti dalla staffetta, passando per alcuni grandi centri come Napoli, Potenza, Matera, Taranto, Bari e Foggia, ed anche un tratto di mare, da Pozzuoli ad Ischia e da Ischia a Napoli, per raccogliere la partecipazione e le testimonianze anche della gente del Golfo. La manifestazione ha avuto termine lunedì 22 settembre, quando la fiaccola ha raggiunto l'altare del Santuario di Santa Maria delle Grazie, dove San Pio celebrò la sua ultima messa, esattamente 35 anni fa.
Il 19 ottobre, mentre in San Pietro il Papa celebrava la beatificazione di Madre Teresa, a Tirana oltre duemila atleti provenienti da tutta Europa correvano la "Maratona dei popoli", un'iniziativa voluta dal Centro Sportivo Italiano insieme a numerose associazioni e istituzioni italiane e albanesi. Giornata soleggiata nella capitale albanese, ai nastri di partenza anche duecento atleti delle società del CSI, in gran parte pugliesi. Rai Tre ha trasmesso un'ora di diretta, mostrando le immagini salienti di questo evento sportivo eccezionale per l'Albania, a cominciare dall'arrivo della fiaccola (su cui in bell'evidenza spiccava un adesivo CSI) prima a Durazzo e successivamente a Tirana, le cui strade sono state percorse sulla distanza della mezza maratona (21,097 km) per la gara ufficiale e in due prove non competitive rispettivamente sui 2 e 7 km da migliaia di giovani.
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CURIOSANDO Quella che segue è una bella pagina di sport, un pezzo del grande Roberto Beccantini, tratto da Specchio (la Stampa). Stadium la regala ai suoi lettori. Chi volesse commentarla può scrivere a: stampa@aranblu.it
È di Lima la medaglia d'oro per l'emozione. Ai Mondiali di Parigi l'atleta afghana ha corso i 100 metri in 18 secondi: ultima. Ma prima nella classifica della speranza Ultima, e allora? Impacciata, infagottata, con i pantaloni della tuta e una maglietta qualsiasi al posto dei body spaziali che trasformano i corpi in proiettili. C'è di peggio, a questo mondo. Lima Azimi lo sa bene. Viene da Kabul, è afghana. Ai campionati mondiali d'atletica leggera ha corso i cento metri più lenti del terzo millennio: 18''37. Staccata, scherzata, umiliata. Eppure, a volte, si può vincere anche così, perdendo le scarpette (in taxi) e una gara, recuperando la dignità e l'orgoglio. Alla partenza, i giudici hanno dovuto dirle dove mettere i piedi, prigionieri di nuove regole, non la testa, libera, finalmente, dai vecchi pregiudizi.
Al diavolo i veli Lima è nata nel 1980, l'anno in cui l'Occidente boicottò le Olimpiadi di Mosca perché i sovietici avevano invaso l'Afghanistan, ed è rinata a Parigi, consapevole di essere diventata un simbolo, al diavolo i veli, abbasso il burqa, la retorica è rotolata con
lei al traguardo; ci sono momenti in cui è l'emozione a rimorchiare la cronaca, e non l'ordine d'arrivo a dettare la scaletta degli aggettivi. Crescere sotto i Talebani e poi, improvvisamente volare via senza fuggire. La "vittoria" è tutta nel contrasto, così stridente, così assurdo, fra il tempo greve, scolastico, che ha realizzato e il tempo drammatico, enorme, che si è lasciata dietro per apparire una donna come tante vicino a uomini come tanti. In una civiltà normale, sarebbe bastato il cronometro e, dunque, Lima l'afghana non avrebbe raccolto che gli spiccioli di una notiziola a fondo pagina. Ma poiché l'umanità ha smesso d' essere normale da parecchio, siamo qui a celebrare la singolare epifania di una ragazza di Kabul che, tutto a un tratto, ha osato stravolgere il sistema e ricordarci, nel suo grandioso piccolo, L’ afghana Lima Azimi a Parigi che partecipare è sempre importante.
LIBRI La palla è rotonda. Lettere da bordo campo a un figlio adolescente di Aldo Maria Valli Ed. Monti Pagg. 180 € 11,00 Il calcio come metafora della vita. Un pretesto per il giornalista Valli per parlare al figlio adolescente della vita. Le lettere al figlio sono sostanzialmente il racconto di un itinerario educativo, un po' particolare ma di sicuro fascino: l'impresa di un padre di fare del figlio un tifoso di calcio, in particolare della sua stessa squadra, l'Inter, nonché di fare di lui un calciatore bravo e famoso. Ma lo scopo primario dello scrittore è quello si aiutare il figlio adolescente e un po’ tutti i ragazzi a conoscere il calcio per amarlo e rispettarlo, perché anche attraverso questo sport si
Educare all’acqua di Elena Barchi e Monia Pozzi Ed. Aranblu Pagg. 152 € 10,00 Due istruttrici di nuoto del CSI, cresciute in piscina, definita "gioco preferito del nostro parco" mettono in pagina le loro esperienze, dopo tanti anni vissuti in acqua e a bordo vasca, trascorsi
possano acquisire valori utili nella vita di ogni giorno. "Quando si parla di gioco, e soprattutto di calcio, entriamo in una dimensione misteriosa. Quello che mi sento di sostenere è che considerando il calcio una cosa seria non vuol dire vivere di solo calcio, leggere solo i giornali che parlano di calcio, non sapere parlare d'altro se non di calcio. Considerarlo una cosa seria vuol dire amarlo. Amarlo vuol dire rispettarlo. E per rispettarlo occorre nutrirlo con due cose: conoscenza e valori morali”. Valli offre al ragazzo, e di conseguenza al lettore, pillole di saggezza, a volte anche attraverso giochi di parole: "Bisogna essere un numero 10 sempre, dentro e fuori dal campo"; sottolinea poi che l'importante è "non confondere il successo con la felicità". L'intuizione dell'autore ci sembra rilevante; il calcio come parabola dell'esistenza è un buon metodo formativo, oltre ai classici strumenti educativi, perché più comprensibile ad un ragazzo, più vicino alla sua sensibilità e ai suoi interessi.
in un'attenta osservazione dei bambini "pesciolini". Ne scaturisce un libro dedicato agli operatori, responsabili dell'educazione psicofisica dei bimbi in acqua ed a tutti i genitori, che hanno un grande potere di condizionamento verso il loro piccolo. In vasca si attraversano varie corsie, da quelle con le mamme col pancione, a quelle dei corsi per neonati, fino ai ragazzi prescolari ed alla scuola nuoto. Un percorso che parte dalla pura conoscenza dell'acqua, da parte del bambino di età inferiore ai 3 anni, fino ai primi fondamenti del nuoto per bambini fino ad 8 anni. Leggibile anche per argomenti specifici, è veloce, scorrevole, scivola via come un buon nuotatore in acqua. 31
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VITACSI
DI
MARCO CERIGIONI
Un impegno
Capitale
Franco Mazzalupi,
Presidente del CSI Roma, ci racconta la realtà del suo Comitato, tra storia, numeri e prospettive...
uecentottanta società sportive, circa 25.000 tesserati, 12 discipline regolarmente praticate; un rapporto consolidato con le realtà parrocchiali, le amministrazioni locali e il mondo scolastico; una vocazione per i grandi eventi di free sport rivolti alla cittadinanza; un'intensa attività di avviamento e di formazione di tecnici, dirigenti ed arbitri, svolta sia all'interno della propria sede storica di Lungotevere Flaminio che nello splendido impianto polivalente di Via Montona, situato nella zona Est della Capitale. Questi, in estrema sintesi, i connotati del CSI Roma, alla cui guida c'è una figura storica come quella di Franco Mazzalupi, che in gioventù è stato calciatore ed arbitro di discreto livello, per poi dedicare tutta la propria passione per lo sport alla nostra Associazione.
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Quanti anni sono che è alla guida del comitato? Cosa ha trovato in eredità e qual è oggi lo stato di salute del CSI Roma? Sono entrato nel CSI nel 1951, e da allora ho ricoperto un po' tutti gli incarichi, soprattutto in chiave organizzativa, tanto in ambito provinciale, quanto a livello regionale e nazionale. Un paio di anni fa, per esigenze di Comitato, ho accettato l'incarico succedendo a Giuseppe Pagella. Il nostro stato di salute, già allora, era ottimo sotto tutti i punti di vista. 32
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25.000 tesserati 280 società sportive 193 allenatori 30 arbitri e un rapporto “speciale” con le parrocchie
Franco Mazzalupi, seduto, e il Vicepresidente Cosma Vespa.
E naturalmente continua ad esserlo ora, dato che siamo riusciti ad avviare diversi nuovi progetti. A questo proposito, può elencare i progetti su cui avete investito maggiormente, in termini di risorse economiche e di lavoro? Il piano programmatico stabilito all'inizio del mandato quadriennale, verteva su tre principali direttrici: il potenziamento delle attività parrocchiali; il decentramento; la riqualificazione dell'attività sportiva. Partirei dal decentramento, un piano che è stato quasi per intero realizzato con la presenza di tre sedi nei vari punti cardine della città. Inoltre, abbiamo puntato molto sull' attività formativa, con un programma finalizzato ad aiutare le società a costruirsi i ruoli indispensabili per una crescita che non sia solamente tecnica, ma anche organizzativa. Altro nostro impegno, che unisce Diocesi e Presidenza nazionale, è quello di incentivare il rapporto con le parrocchie, non tanto perché già non lo si faccia, ma con l'obiettivo di allargarlo, alla luce del progetto "Circolo Ricreativo Parrocchiale", che vuole dare a tali strutture un serio strumento per costruire insieme sport e formazione. A compendio di questa panoramica, ricordo che intratteniamo sempre buoni rapporti anche con le
Franco Mazzalupi con Gianni Rivera e i bambini di una scuola calcio
autorità pubbliche a livello municipale, comunale, provinciale e regionale; prova ne sia che per ogni struttura abbiamo indicato un nostro rappresentante. Qual è attualmente il polso dell'attività sportiva CSI nella provincia? Tra gli sport di squadra, il basket è la disciplina principe, basti pensare che nell'arco della stagione svolgiamo in media 850 partite. Ma anche dalla pallavolo abbiamo avuto positive conferme, mentre nel calcio a 5 e a 11 abbiamo fatto registrare progressi evidenti. Altrettanto si può dire per il nuoto, per il ciclismo e le arti marziali, basti guardare la valanga di medaglie che tutti gli anni portiamo a casa dalle finali Joy Cup. Di rilievo, ci sono poi il circuito scolastico di Orienteering, che coinvolge annualmente più di 1500 studenti delle scuole elementari e medie della Provincia, ed i campionati di tennis maschili e femminili, che ad ogni edizione fanno registrare un notevole aumento di partecipanti. Qual è la politica attuale del
Comitato per promuovere l'attività sportiva del CSI? Avete fatto azioni/progetti di rilancio? In che modo? Con quali strategie? Oltre a tutto ciò che è stato detto, noi vogliamo proiettarci sempre di più verso l'esterno, sia organizzando direttamente manifestazioni di free sport, come Aria Aperta, che si svolge verso la fine dell'anno, sia partecipando all'organizzazione di eventi importanti come la Maratona di Roma, Parate in Piazza ecc. Non dimenticherei poi l'intensa attività informativa, svolta attraverso il nostro sito internet e l'inserto settimanale di quattro pagine sul più importante giornale romano (Il Corriere Laziale) dedicato allo sport dilettantistico. Su quali risorse umane può contare il Comitato per il suo funzionamento, in rapporto alla mole delle attività? Si fa affidamento solo sul volontariato o anche su prestazioni professionali? Fortunatamente abbiamo un nucleo di perone molto disponibili e preparate, molte delle quali provenienti dalle nostre società sportive, che ci permettono di sostenere le
nostre numerose iniziative. Ancora oggi, ho l'orgoglio di dire che molte di esse operano a livello di volontariato, fatto salvo il riconoscimento di un giusto rimborso spese. A grandi linee e in percentuale, com'è ripartito il bilancio del Comitato nelle sue voci principali: attività sportiva, formazione, comunicazione, gestione della struttura ecc? In linea di massima, la prima voce ci impegna per l'80%. Il resto del bilancio è equamente ripartito tra le altre voci. Come affrontate il problema dell'impiantistica necessaria all'attività? Il fatto di poter gestire due strutture importanti come quella del Flaminio, comprendente palestra, piscina, campi da tennis e calcetto, e quella comunale di Via Montona, provvista di piscina olimpionica, palestra polivalente e spazi attrezzati all'esterno ci permette di dare delle risposte concrete al bisogno di sport della cittadinanza. Quali sono gli obiettivi strategici 33
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In alto: la partenza di una manifestazione ciclistica In basso: nell’area di Castel Sant’Angelo il CSI di Roma anima il pomeriggio dei bambini.
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del Comitato per il prossimo biennio? In primo luogo, sarà importante mantenere le posizioni conquistate a tutti i livelli. Dovremo completare il piano di decentramento sportivo e amministrativo nella provincia di cui ho parlato poc'anzi. Ancora, vorremmo consolidare il raccordo con tutte le realtà parrocchiali: a tal fine, stiamo creando il settore "Pronto Intervento Sport", col quale ci andremo a proporre negli oratori per promuovere la pratica sportiva al loro interno, fornendo i materiali necessari e le competenze adatte. Altro impegno prioritario, quello di rilanciare - grazie all'aiuto di esperti di settore che abbiamo già individuato - alcune discipline che
non sono riuscite a decollare, vuoi per mancanza di operatori qualificati, vuoi anche per poco interesse che godono rispetto agli sport di tradizione consolidata nel nostro ambito: mi riferisco in particolare al tennistavolo ed all'atletica leggera. Sempre in questa prospettiva, volge l'ormai prossima istituzione della COSPA, Commissione unica per i giochi della palla quali badminton, squash ecc. Per concludere, dedicheremo sempre maggiore attenzione a tutto quanto accade in città e nella provincia per accogliere e soddisfare le crescenti e variegate richieste di sport da parte della popolazione, senza ovviamente dimenticare il grosso lavoro che ci attende in vista delle celebrazioni per il sessantennio del CSI.
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FABIO NARDI
“Ecco lo sport che vogliamo” A Reggio Emilia Stadium anima tre piazze. Cinque giorni di gare, esibizioni e importanti convegni. dizione record per "Stadium: lo sport incontra la piazza" a Reggio Emilia. Dal 25 al 29 settembre molti sportivi di tutte le età e studenti delle scuole elementari, medie inferiori e superiori si sono riversati in Piazza Prampolini, Piazza della Vittoria e Piazza Martiri del 7 luglio per divertirsi e far divertire. Calcio a 5, volley, basket, tennistavolo, arti marziali, ginnastica, atletica e maratonina hanno arricchito il programma di questa quinta edizione, che ha coinvolto soprattutto gli studenti in avvincenti tornei. Il pezzo forte della manifestazione è stata la gara di salto con l'asta svoltasi il sabato 27 in piazza della Libertà che ha visto impegnati i migliori atleti nazionali della disciplina.
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Non solo sport in piazza ad animare Stadium; molti sono stati infatti i dibattiti che hanno tracciato importanti momenti di riflessione. A partire da quello inaugurale dedicato ai rapporti tra il CSI e le parrocchie con l'obiettivo di costruire insieme una Chiesa vicino ai giovani. "In compagnia dei disabili" è stato invece il titolo del dibattito svoltosi venerdì 26 nella sala Teatro Rejo, dove si è cercato di scoprire quali energie portare in campo perché questa venga considerata da tutti una di quelle partite da non perdere; vi hanno partecipato don Antonio Mazzi, il direttore della Caritas reggiana don Romano Zanni, il presidente regionale della Fisd Emilia Romagna Gianni Scotti, il presidente della Commissione nazionale CSI-Handicap Roberto
Alcuni momenti di sport nelle piazze di Reggio. Particolare l’attenzione rivolta ai disabili.
Nicolis e il presidente della commissione di Reggio Alberto Grassi; "Ecco lo sport che vogliamo" è stato poi l'incontro dei dirigenti delle principali società CSI reggiane con gli amministratori degli enti locali. Sabato nella sala convegni della Camera di Commercio in piazza della Vittoria, assieme al presidente nazionale Edio Costantini c'era il giornalista Rai Pier Paolo Cattozzi nei panni di moderatore. Per i momenti di svago, ad allietare i timpani dei presenti, è stata la musica dei Popinga che hanno proposto un viaggio attraverso le note dei grandi cantautori italiani, mentre i Dritti di Chicago hanno sfoderato tutto il loro repertorio di swing anni 40/50. La ciliegina sulla torta all'ultima giornata, con la sfida amichevole di calcio a 5 al Palasport di via Guasco, tra la nazionale dei Frati Cappuccini e le Vecchie Glorie della Reggiana. La vittoria netta è andata ai granata guidati da Guido Mammi, ma i religiosi hanno dato loro filo da torcere.
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La vittima principale è il calcio, trafitto dalle infinite e ca villose dia tribe, dal sopruso, dalla leggerezza degli organi di controllo. Ora bisogna curare le vittime.
Calcio al DI
mboccare la via di un rinnovato patto tra i soggetti istituzionali competenti o definirsi in un ambito di impresa spettacolo. Questo appare il passaggio cruciale in cui è giunto il calcio italiano. Dopo la messa in scena di una "saga" largamente prevista, caduti i rivestimenti e i paludamenti, il re è nudo, presentando il conto in termini di devastazione economica e di deriva etica. Il processo di divaricazione ha prodotto una forte contrapposizione tra i diversi soggetti in causa per impossessarsi della leadership economico-finanziaria del sistema calcio del nostro paese. Nel mezzo della "bat-
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MONS.
BIVIO CARLO MAZZA*
taglia" l'omogeneità culturale e valoriale del calcio si è infranta di fronte allo scatenarsi delle diverse istanze di ordine economico. Ora nasce l'urgenza di 'governare' la novità "del dopo", ma soprattutto di impostare la prospettiva della 'europeizzazione' del calcio attraverso la creazione di una "superlega". Per quanto riguarda il nuovo eventuale "patto" tra soggetti interessati, esso può costituirsi solo a partire da un'idea di cittadinanza capace di incarnare le istanze di un calcio moderno, partecipato, solidale, interprete della soggettività e del bene comune.
Il vero rinnovamento consiste nell'identificazione di un modello di impresa calcistica che restituisca dignità allo sport in quanto sport, ridisegni il rapporto tra sport e risorse finanziarie, elabori un equilibrato quadro giuridico tra soggetti istituzionali interni ed esterni al calcio con l'alta regia del CONI. I profili più urgenti e scottanti da tenere in considerazione appaiono: l'universalità dei valori del calcio i soli capaci di mediazione degli interessi; il principio della solidarietà che sostiene i valori dello sport in stretta correlazione con la persona e
la società civile; il principio della sussidiarietà che definisce funzioni e ruoli in riferimento alla gestione e alla giustizia del calcio, secondo un armonico equilibrio di competenze rispettose dei soggetti intermedi secondo autonomie e reciprocità al fine del bene comune; il principio della mutualità per il quale non solo 'il ricco' soccorre il 'povero' ma, restituendo pari dignità e possibilità, aiuta il 'povero' a diventare 'ricco', ridistribuendo risorse per elevare cultura sportiva ed emancipazione sociale, per disincentivare conflitti sociali, per garantire l'accesso agli 'strumenti sportivi' ed impedire il ricorso a sofisticherie finanziarie intercorrenti per ovviare alla trasparenza dei bilanci. Ci domandiamo quale sia la vittima di questa 'saga' acrimoniosa e oscura. Trascinando il calcio nei palazzi della giustizia ordinaria e della politica, lungi dal produrre ricomposizione di insorti conflitti, si è posta fuori uso la giustizia sportiva, l'autonomia dello sport, la trasparenza delle intenzioni sportive (i valori) causando una breccia rovinosa degli equilibri del sistema calcio. La vittima principale comunque è il calcio, trafitto dalle infinite e cavillose diatribe, dal sopruso, dalla leggerezza, o peggio, dalla supposta connivenza degli organi di controllo. Ora bisogna curare le vittime. Se la prima vittima è il calcio, esso va curato con terapie d'urto, con interventi chirurgici, oltre i decreti e le ingiunzioni. E quali sono le altre vittime della 'saga'? I tifosi in primo luogo, le società sportive, ma anche i valori dello sport, la civiltà calcistica e infine l'onorabilità delle istituzioni sportive. Per uscirne con dignità e consapevolezza culturale urge un soprassalto di coscienza che vinca il relativismo e l'indifferentismo etico. Solo una 'buona coscienza' ha la forza morale di far fronte al male, al disagio, alla guerra di tutti contro tutti. Urge ancora una sensibilità etica condivisa che sappia imporre una tregua, un tempo di riflessione pacata, una tavola comparata di
valori e di interessi. Di fatto, se il sistema calcio appare inquinato, non appare altra soluzione proponibile che un'audace e coraggiosa ripresa etica, capace di attingere e far emergere le ragioni fondative e condivise del calcio, vigilando che nessuno se ne appropri come 'cosa nostra' rinsaldando i nessi tra cultura popolare e istituzioni di governo del calcio. A questo punto sembra doveroso riaprire una rinnovata stagione di solidarietà che ponga al centro l'uomo in quanto soggetto primario del fenomeno sportivo, la vera vittima da riscattare e da risarcire. E ancora occorre far rifiorire una responsabilità solidale a sostegno del processo di riconciliazione e di rinnovamento, la via che apre al calcio una degna e civile cittadinanza. È una 'sfida storica' tale cioè che, se è persa o se vinta, può far morire o dare nuovo slancio al calcio non solo in Italia ma in Europa.
Occorre dunque Occorre dunque un coraggio intellettuale e morale, una forza nuova che sappia intraprendere le vie sapienti delle "relazioni" personali e istituzionali con lungimiranza, intelligenza della realtà, acutezza dello sguardo nella prospettiva dell'uomo, della solidarietà e degli autentici valori dello sport. Siamo alle soglie dell'Anno europeo dell'educazione allo sport (2004): è un'occasione veramente propizia, che conviene a tutti, per rivedere intenzioni e progetti, per confrontarsi con i princìpi ed i valori che stanno a capo come obiettivi della proposta europea.
un cora ggio intellettuale e morale, una forza nuova che sa ppia intra prendere le vie sa pienti delle "relazioni" personali e istituzionali con lungimiranza, intelligenza della realtà,
In breve si possono così riassumere: il primato della persona e dei suoi diritti sulle esigenze di mercato “sportivo”; il primato della forma di governo dello sport sulle legittime strategie dei poteri connessi; il primato dello sport come bene comune a servizio della pace e della integrazione tra i popoli.
acutezza dello sguardo nella prospettiva dell'uomo, della solidarietà e degli autentici valori
*Direttore Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport
dello sport. 37
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VITACSI
DI
FELICE ALBORGHETTI
Educare con lo sport è rimini
possibile
razie al CSI anche lo sport si è reso protagonista nella grande kermesse del Meeting di Rimini conclusasi a fine agosto. Migliaia di bambini e ragazzi, quotidianamente, lungo l'intero arco della kermesse ciellina hanno infatti invaso la megapalestra gestita dagli operatori del Centro Sportivo Italiano. A puntare i riflettori sullo sport ha contribuito anche il convegno di venerdì 28 agosto "Dall'Italia che fa sport allo sport che fa l'Italia. Il ruolo educativo dello sport", promosso sempre dal Centro Sportivo Italiano. Positivo il bilancio dei sette giorni trascorsi all'interno della vetrina estiva più vista. All'interno dei 6000 mq del padiglione sportivo si sono affacciati oltre ventimila visitatori, con più di mille iscritti giornalieri ai vari tornei che si svolgevano in contemporanea dalle 11 alla mezzanotte.
G
Grande interesse ha riscosso il convegno, cui sono intervenuti Stefano Caldoro sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca; Andrea Ferretti, medico della Nazionale Italiana di Calcio; Carlo Mazza, Direttore Ufficio Nazionale CEI per la pastorale del tempo libero e dello sport; Mariolina Moioli, Direttore Generale del MIUR; Fausto Maifredi, presidente FIP e Gianni Petrucci, Presidente del CONI; oltre a Edio Costantini, Presidente nazionale del CSI. Agli interrogativi sollevati da Costantini sull'attuale momento dello sport italiano e sul ruolo educativo dello sport hanno risposto i vari relatori.
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Va l o r e a l l o s p o r t formativo on. Stefano Caldoro o sport inteso come cultura sportiva e come educazione deve concorrere sempre di più alla formazione del capitale umano del Paese. Dobbiamo riuscirci rendendo realmente centrale l'educazione sportiva nella scuola... La scuola vuole ragionare con il mondo dello sport, con chi lo sport lo fa e lo conosce. In termini di scelte di valori nell'attività sportiva scolastica, credo che vi sia la necessità di rafforzare alcuni valori propri del mondo dello sport, ovvero i valori orientati all'integrazione, alla tolleranza, al rispetto delle regole, al rispetto degli altri, alla non violenza. Per quanto riguarda lo sport nel mondo della scuola, la misurazione degli investimenti deve essere sempre meno collegata alla logica del risultato, del cronometro. Deve invece esserlo alla valutazione sostanziale di quanto lo sport e l'educazione sportiva possono dare in termini di capacità di comunicare, capacità di accogliere e capacità di integrare.
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L’ i m p o r t a n z a dei dirigenti Fausto Maifredi i deve continuare a credere nel ruolo educativo dello sport, anche a fronte dei momenti negativi, che ci sono inevitabilmente. È compito di noi dirigenti sapere ricavare anche dagli episodi non positivi qualcosa di positivo per cercare di superare le difficoltà immediate, e fare dei passi avanti.
S
Uno spirito più ricco Andrea Ferretti ome uomo che ha vissuto tutti i livelli sportivi, da quello parrocchiale, a quello scolastico, fino allo sport olimpico o ai mondiali di calcio, ritengo lo sport professionistico una realtà imprescindibile per la nostra società e una realtà comunque in grado di avere una tale ricchezza di fattori educativi da potere arricchire il nostro spirito.
C
P r i m a d i t u t t o l ’u o m o Gianni Petrucci ggi tutto è cambiato nello sport italiano. Il CONI è sì la federazione delle federazioni sportive, ma oggi le federazioni hanno una propria autonomia tecnica e organizzativa. Il compito del CONI è quello di cercare di essere al servizio delle Federazioni per far praticare lo sport agonistico, perché nelle finalità del CONI lo sport è agonismo. Ma noi dobbiamo fare anche lo sport sociale. E stiamo cercando di farlo. Tutte le federazioni sportive lo fanno, con i numeri, con gli impegni, con il volontariato, con tutto quello che è disponibile. Genitori non siate fanatici dei vostri figli, non pensate che i vostri figli debbano per forza diventare campioni. Anche se vi rendete conto che i vostri figli sono bravini, perché dovete pensare che devono diventare tutti dei Maradona? Ricordate che siete i primi educatori dei vostri figli.
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Vivere lo sport come dono di Dio mons Carlo Mazza o sport non è più un'attività che appartiene a pochi, non è più un'attività di qualcuno ma ormai è diventata di tutti. Lo sport non è un'attività della grande industria, ma è un'attività dell'uomo. Quindi perché lo sport abbia il suo compimento e raggiunga i suoi obiettivi, bisogna curare l'uomo, bisogna curare l'umano. Fare sport educativo significa: far sì che la persona diventi se stessa, diventi contenta di essere al mondo, contenta di avere un corpo bello; il corpo è bello non solo nella sua forma estetica emotivamente relazionata ma è bello perché è stato fatto dal dito di Dio, e basterebbe questo per dire che il corpo è bello. La bellezza del corpo però sparisce se non è continuamente alimentata dallo sport. Se Gibilisco non avesse avuto quella determinazione non sarebbe arrivato a certe altezze. Così anche noi, se abbiamo costantemente presente la responsabilità di vivere tutto l'uomo come dono di Dio, allora avremo anche la forza di trovare le vie culturali, didattiche, pedagogiche e pratiche per poter inserire anche nel nuovo tutto il grande patrimonio del vecchio.
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Attività motoria: forza scuola! Mariolina Moioli a riforma Moratti, dà un valore assolutamente forte all'attività motoria e sportiva, è una componente fondamentale della persona. La riforma prevede un investimento importante non soltanto sulla risorsa umana, che è la formazione del personale docente ma anche in termini di risorsa finanziaria.
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Ci siamo accordati per attuare progetti di vita sportiva scolastica dove siano presenti i genitori, soprattutto a partire dai bimbi più piccoli, perché la cultura ha dei tempi lunghi per costruirsi. E allora partiamo - sia per quanto riguarda le famiglie, sia per quanto riguarda i bambini - addirittura dalla scuola per l'infanzia e poi anche dalla scuola elementare. E lì abbiamo incontrato una disponibilità forte da parte del CSI
ZOOM
DI
ALFREDO STECCHI
L'ALLENAMENTO AD ALTA QUOTA È ormai costume abituale per atleti professionisti di numerosi sport attuare la preparazione pre competitiva in località situate ad alta quota. Le ragioni di questa scelta, oltre a trovare risposta nel clima che può consentire importanti riposi notturni, sono rappresentate dalle variazioni e dagli adattamenti che si verificano nell'organismo. In particolare, con la riduzione della pressione atmosferica si riduce il numero delle molecole di ossigeno che giunge ai polmoni così da stimolare una risposta compensativa che consiste nell'aumento della ventilazione polmonare e della frequenza cardiaca. Questo meccanismo causerà di conseguenza un miglioramento della funzionalità dei due apparati oltre ad un aumento dei globuli rossi che si manifesterà al ritorno sui livelli del mare.
L'ATTIVITÀ FISICA CONTRO L'INSONNIA L'insonnia e tutti i disturbi legati alla sfera del sonno sono problematiche molto studiate. È noto infatti che il livello della qualità di vita viene a ridursi notevolmente nel momento in cui un soggetto ne è affetto. Secondo lo psicologo Peter Hauri, l'insonnia, oltre ad essere legata a motivazioni come l'ansia, lo stress o la noia, deriva da ragioni di carattere fisiologico: soprattutto alti livelli di metabolismo, disfunzioni tiroidee ed elevate temperature corporee. L'attività fisica, in particolare quella di resistenza, svolta almeno quattro ore prima di coricarsi, sembra in grado di contribuire notevolmente alla soluzione di questi problemi.
IL PROF. CARLO VITTORI E I SUOI ANEDDOTI Il prof. Carlo Vittori, mitico allenatore di Pietro Mennea, tra i maggiori esperti della velocità nell'atletica leggera di livello mondiale, durante le sue lezioni universitarie fa spesso riferimento ad aneddoti che ha vissuto durante la sua interminabile carriera di allenatore. Racconta ad esempio che Livio Berruti vinse la medaglia d'oro durante le Olimpiadi di Roma senza mai praticare alcuna forma di riscaldamento prima di ogni gara. La scelta di Berruti però, forse ai limiti della scaramanzia, non deve confondere nessuno. Riscaldarsi bene, riscaldarsi sempre. 40
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PREFERIRE SEMPRE I PESI LIBERI Nell'ambito della preparazione atletica di qualsiasi sport, assieme agli allenamenti che riguardano la sfera aerobica e/o la mobilità articolare, viene dedicato molto spazio all'allenamento muscolare con i carichi e i sovraccarichi. In quest'ambito specifico è ormai una scelta adottata dalla stragrande maggioranza di preparatori utilizzare attrezzi liberi anziché macchinari e simili. I primi infatti riescono a sviluppare condizioni e rapporti equilibrati tra i vari muscoli causando anche stimoli indiretti al miglioramento della postura, a differenza delle varie macchine dove è l'atleta che deve adattarsi alla macchina trascurando così anche l'educazione alla coordinazione.
DELETERIO PERDERE PESO PRIMA DI GAREGGIARE In alcune discipline sportive (judo, boxe, lotta ecc.) è ancora un luogo comune perdere peso corporeo pochi giorni e addirittura poche ore prima di una competizione. Niente di più errato soprattutto poi se si considerano i mezzi che si utilizzano per le riduzioni dei chili. I sistemi adoperati, che fortunatamente negli ultimi tempi sono in notevole calo, si basano su diete, su lunghe sudate e nei peggiori dei casi sull'utilizzo di farmaci. Così facendo, si giunge al momento della gara con uno stato di disidratazione e debolezza che non permetterà assolutamente l'esplicazione di tutte le potenzialità e tutta la preparazione fatta verrà messa in seria discussione.
Il merca to dei farmaci proibiti investe sempre più il mondo delle palestre. Lo ha denuncia to "Libera", che ha snocciola to cifre da ca pogiro. Anche i bambini di 11-12 anni diventano a rischio. Cosa può fare il CSI?
Emergenza
DOPING DI
n Italia si stima che siano 400 mila le persone che ricorrono al doping, mentre il 15% delle palestre sparse sul nostro territorio rappresentano luogo di detenzione e di spaccio di farmaci proibiti. Di quelle 400 mila persone, si può dire che circa 300 mila siano frequentatori delle palestre stesse, mentre le altre 100 mila vanno collegate agli sport amatoriali". Sandro Donati, dirigente CONI, uno che della lotta al doping ha fatto una missione al limite dell'autolesionismo, ha denunciato con questi numeri secchi e impietosi la realtà delle palestre italiane. Lo ha fatto in una sede insolita, la conferenza stampa organizzata a Roma alla metà di novembre dall'associazione Libera e dal Gruppo Abele, dove sono stati snocciolati altri numeri preoccupanti: 650 sono i milioni di euro spesi nel nostro paese in doping, che diventano 1,5 miliardi di euro se infiliamo nel mucchio anche gli integratori, soldi che sempre più finiscono nelle tasche della malavita organizzata. E sia chiaro: la stragrande maggioranza di questo gigantesco giro di mal-affare riguarda lo sport della domenica, non quello di vertice. Pochi giorni dopo la denuncia di Donati e di don Ciotti, anche la commissaria europea allo sport, signora Reding, lanciava la sua pietra nello stagno: negli Usa, ma il fenomeno si sta già riproducendo al di qua dell'Atlantico, l'uso di doping ha visto diminuire l'età di ingresso: ora ci si dopa a 11-12 anni. C'è un altro dato, o un'altra vergogna,
"I
MARCELLO
SALA
di cui tenere conto. Mentre i dati di Libera e di Donati venivano ripresi dalle prime pagine di molti quotidiani "politici", per la stampa sportiva la notizia semplicemente non è esistita: ignorata o camuffata in taglio basso, tra i flash di agenzia, in fondo ad una pagina qualsiasi. È forte la sensazione che il mondo dello sport non voglia nemmeno sapere. Forse perché non sa che pesci prendere. Ma fare come le tre scimmiette - non vedo, non sento e non parlo - di certo non gioverà ai bambini di domani, i futuri clienti dell'industria dei farmaci "sportivi" proibiti. Perché poi non è nemmeno vero che non si sa cosa fare. La soluzione l'ha indicata lo stesso Sandro Donati: "Bisogna rifondare le basi etiche dello sport fin dall'infanzia". Se strani e pericolosi intrugli girano nelle palestre più che altrove un motivo c'è: è lì che si attesta un'idea di corporeità discutibile, in cui il corpo vale e merita rispetto nella misura in cui è utile alla vita quotidiana: vale se ti consente di resistere di più, di impegnarti di più, di competere di più, di guadagnare di più nella vita quotidiana. Nel fitness la stessa nozione di salute, fanno notare gli esperti, si connota sempre più come ampliamento di capacità anziché come assenza di malattia. Su questi temi anche il CSI deve cominciare a riflettere seriamente. Non solo perché l'attuale linea di tendenza della pratica sportiva molto si inclina verso l'ulteriore affermarsi del
fitness e delle palestre, e bisognerà farci i conti; ma anche perché non si può essere tanto ingenui da credere che si possa attuare un vero rinnovo dell'etica sportiva quando i due estremi della catena sportiva, lo sport spettacolo e quello di fitness, sono, sia pure per motivi e interessi diversi, attanagliati ugualmente dal problema di una latenza di etica che produce doping. La Conferenza delle presidenze territoriali, che avrà luogo ad Assisi il 6-8 dicembre, ha già messo all'ordine del giorno anche quest'argomento. Ora si attendono spunti ed indicazioni da cui cominciare per mettere a fuoco una strategia o un progetto. 41
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A Palermo
PALIO DEI SANTI PATRONI Anche Palermo ha il suo Palio. A battesimo quest'anno la prima edizione del palio dei Santi Patroni, svoltasi in dieci Comuni del distretto 9 di Palermo. La manifestazione, nata per una iniziativa del Progetto Telarium, ha raccolto subito l'adesione del CSI di Palermo che ne ha curata l'organizzazione insieme al comitato zonale Busambra Marineo. I giochi e le gare hanno coinvolto 500 partecipanti nelle proposte più o meno solite: dai tornei di calcio, pallavolo, calcio a 5, si è passati alla cronoscalata e alla gimkana. Ancora le bocce e la dama vivente, fino al torneo di palla pompiere, torte in faccia, corsa dei sacchi, esibizioni coreografiche, e ulteriori gare a squadre. Regolamento alla mano vinceva il Comune con il massimo punteggio ottenuto da una classifica tecnica e da una stilata in base al tifo con cui la squadra veniva sostenuta nel corso della manifestazione. In uno spirito di sano divertimento e di aggregazione, la prima edizione del Palio è stata vinta dal Comune di Ventimiglia di Sicila.
Lignano Sabbiadoro: STADIUM 2003 IN SPIAGGIA "Stadium 2003" ancora a segno sulle spiagge di Lignano Sabbiadoro. Per tre giorni la "Beach Arena" della località friulana è tornata ad accendersi grazie al CSI. Il beach-volley è stato il tema dominante di questa quarta edizione della manifestazione regionale, ma numerosi sono stati i momenti emozionanti da riporre nella bacheca dei ricordi: a cominciare dalla gara a cui hanno dato vita gli atleti disabili della società "Basket e non solo" presieduta da Paola Zelanda assieme all' ex campionessa di tiro con l'arco Sandra Truccolo. Immancabile la presenza di Daniele Scarpa che con le sue canoe polinesiane "outrigger" ha deliziato i bagnanti in spiaggia. Ancora animazione e giochi per i bambini, grazie alle invenzioni di Toni Zavatta e le sue semplici ma efficaci magie di artista di strada. Divertenti infine gli esercizi con la fitball, la maxipalla in gomma multiuso.
MALTA: 241 ORE DI VOLLEY SENZA SOSTA
GIOVANI EBREI E PALESTINESI INSIEME! Hanno giocato sotto rete assieme al gruppo dei giovani maltesi del Movimento Kerygma, i sei giovani ebrei e palestinesi provenienti dal villaggio di Neve Shalom in Israele, dove da 30 anni vivono con le loro famiglie. La maratona pallavolistica non è stata semplicemente una manifestazione sportiva finalizzata al record, ma una grande esperienza di gioventù per la pace. La partecipazione dei ragazzi ebrei e palestinesi è stata raggiunta grazie al lavoro di lunghi contatti fra il Movimento Kerygma, il Centro Sportivo Italiano e l'associazione Amici di Neve Shalom in Italia. Lunedì 11 agosto, sui campi di pallavolo 56 atleti divisi in sei squadre, dopo la spettacolare cerimonia d'inaugurazione, dalle ore 23 hanno dato vita ad appassionanti sfide si pallavolo; ininterrottamente per 241 ore, battendo cosi il precedente record conquistato dagli stessi, un anno fa di 240 ore. Fra i giovani atleti è regnata una stupenda armonia tanto che alla fine di questa maratona pallavolistica, ebrei e palestinesi hanno lasciato l'isola di Malta con molta nostalgia, salutati dagli amici maltesi con cui avevano instaurato in cosi poco tempo, un forte legame di fratellanza. La manifestazione patrocinata dal CSI e dalla Lega di Pallavolo Maschile Italiana, ha coinvolto più di 2201 volontari del Movimento Kerygma, di ispirazione cristiana, raccogliendo difatti le lodi del Presidente della Repubblica Maltese prof. Guido Demarco che l'ha definita come la più grande manifestazione di volontariato che si svolge nell'isola durante tutto l'anno. Quest'anno nel quarantesimo anno dell'enciclica "Pacem in Terris" il tema dominante è stato la pace come per l'appunto hanno voluto sottolineare gli atleti ebrei e palestinesi presenti in perfetta sintonia e solidarietà. Il presidente del CIO Jaques Rogge, menzionando l'accaduto, ha parlato di un incontro fra entusiasmo giovanile ed il mondo sofferente; lo stesso Ruben Acosta presidente del FIBV ha riservato parole di elogio per una manifestazione "esemplare per tutti gli altri paesi del mondo". A Malta oltre la soddisfazione rimane la certezza che questa esperienza di pace si ripeterà anche il prossimo anno.
Modena
IL CSI INCONTRA UN ALTRO PIANETA Accordo del CSI provinciale di Modena con l'ipermercato "Pianeta" di Modena; insieme collaboreranno ad un progetto di solidarietà che cercherà di restituire la vocazione aggregativa alle parrocchie, aiutandole a dotarsi di attrezzature sportivo/ricreative per l'accoglienza e la promozione dell'attività giovanile e non. I clienti dell'Ipermercato, infatti, potranno lasciare i punti acquisiti con la "carta fedeltà", a favore dell'iniziativa di solidarietà. Al termine dell'iniziativa si potrà accedere al catalogo "Associazioni" previsto per la "carta fedeltà" per regalare all'Associazione "Porta Aperta" tavoli da ping-pong, calcio balilla ed altri favolosi premi per permettere l'apertura di un centro ricreativo per minori in stato di abbandono. La Galleria dell'ipermercato modenese ha ospitato venerdì 5 dicembre la conferenza stampa di presentazione del classico torneo calcistico "Boldrini" di cui quest'anno è testimonial il terzino gialloblù Luca Ungari.
Beach volley e S. Lorenzo: la calda estate di Cava Promossa a pieni voti l'estate sportiva di Cava de' Tirreni. Si è concluso il 31 agosto l'ottava edizione del torneo interregionale di Beach Volley ''Città di Cava'' con la vittoria dei ragazzi del ''Sun Friends" vittoriosi in finale per 3 set ad 1 contro la ''Volley Costiera Amalfitana 2''. Per cinque giorni la piazza adiacente il Palazzo di città si è trasformata nella spiaggia di Cava; 33 squadre per un totale di 200 atleti, si sono battuti con grinta e determinazione entusiasmando con alcune giocate i circa 1500 spettatori accorsi a tifare e ad applaudire con grande sportività. Il 14 settembre poi ancora una splendida affermazione per la 42ª edizione della "Podistica internazionale S. Lorenzo" organizzata dal CSI con il patrocinio della provincia di Salerno; una gara di 7.800 metri con continui saliscendi ed arrivo nella suggestiva cima di Monte Castello. "Un appuntamento sportivo dai principi forti quali la fratellanza e la pace fra i popoli" così l'aveva presentata il sindaco cavese Alfredo Messina, sottolineando inoltre l'importante riconoscimento della medaglia d'argento riservata al vincitore della podistica dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Per la cronaca il keniano Sigei Kipngetich Robe e la marocchina Laabani Soumya si sono imposti rispettivamente nella gara maschile e in quella femminile; mentre tra gli allievi è stato Luigi Trotta dell'Isaura Valle dell'Irno a tener alta la bandiera italiana. Emozionante il momento che ha preceduto l'inizio delle corse, quando ai bordi del percorso è stato proiettato un messaggio di buon auspicio del grande sprinter Pietro Mennea per una gara nel segno della sportività.
PEDALAFELTRE Ancora un successo per la PedaleFeltre che nella sua ventesima edizione di domenca 14 settembre ha messo in bicicletta quasi mille partecipanti. Atleti, famiglie e perfino bambini sulle rotelle hanno pedalato in centro di Feltre lungo un tracciato molto tecnico. In giornata anche le premiazioni del Gran prix Veneto di Mountain Bike Lattebusche 2003, che quest'anno ha visto disputarsi sette prove.
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Ancona per i bambini di Chernobyl 300 bambini in piazza a Morro d'Alba (AN) in luglio per una esperienza tipo "Giochi senza frontiere", che ha accumunato nei sorrisi bambini italiani e bielorussi. In un pomeriggio di sole, oltre ai 17 punti gioco predisposti, la simpatica giornata è stata movimentata dal gruppo giocolieri "Fabbricanti di sorrisi" della Caritas e da un gruppo di clown dell'UNITALSI, oltre al grande impegno degli animatori del CSI anconetano.
Il CSI allo "Sport in Fiera" a San Marino Per il quinto anno consecutivo il CSI è presente a "Sport in fiera", rassegna dello sport sanmarinese promossa dal CONS svoltasi il 27 e 28 settembre nella località di Serravalle nella Repubblica di San Marino. Sono state 46 le classi delle scuole medie che hanno partecipato alle attività sportive e ludiche proposte dal Centro Sportivo Italiano: mini volley, calcetto 3x3, tiro con l'arco, tiro a segno e al volo, gimkana, ed anche un torneo di scacchi hanno costituito l'offerta ciessina, senza dimenticare alcune discipline poco praticate come il baseball e il golf che hanno incuriosito non poco i giovani sportivi.
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Mille disabili al Vomero
"INSIEME NELLO SPORT" Napoli per i disabili. Il 2003 è l'anno europeo delle persone con diversa abilità e nel capoluogo campano il CONI provinciale, in collaborazione con il CSI partenopeo, con la FISD (sport disabili) e la FISS (sport silenziosi) ed il comitato regionale del CONI Campania, hanno festeggiato questa ricorrenza sabato 27 settembre allo stadio "Collana". "Insieme nello sport" era il titolo della manifestazione, che dalle 9 del mattino fino alle 13, ha proposto un'infinità di sport nell'impianto sportivo del Vomero. Nella piscina coperta di 25 metri erano 80 i ragazzi diversamente abili a nuotare, all'esterno l'atletica leggera ha messo in pista disabili fisici (100 m in piedi ed in carrozzina), disabili mentali (50 e 100 m, 400 marcia, salto in lungo con rincorsa) e ciechi (100 m - 1500 m e salto in lungo). Ancora in palestra per il basket nella duplice proposta, in carrozzina e per sordomuti, la pallavolo per i disabili mentali nel pattinodromo, ed il calcio a 5 che ha impegnato atleti ipovedenti, sordomuti, disabili mentali. Non sono mancati i praticanti dell'ippoterapia, il torball per i ciechi ed il weelchair hockey (l'hockey in carrozzina elettrica) con i padroni di casa del Blue Devils Napoli, campioni d'Italia in carica. Infine hanno coronato la giornata il tennistavolo (disabili fisici) la ginnastica artistica e ritmica (disabili mentali) ed il judo, con un circuito animato dove insieme hanno giocato bambini ciechi e sani, aiutandosi fra di loro. In totale 13 sport più 32 stand dove sono stati esposti disegni, artigianato, ceramiche lavorate dai ragazzi in riabilitazione, per un coinvolgimento di almeno 1000 ragazzi disabili, di cui 400 impegnati nelle attività sportive e 600 "spettatori" provenienti dalle scuole e dai centri di riabilitazione della provincia campana. Alla giornata partenopea hanno aderito anche grandi campioni locali, come il pugile Patrizio Oliva, Sandro Cuomo della scherma, Davide Tizzano del canottaggio. Presente anche il mondo istituzionale, a rappresentarlo in modo encomiabile è stata l'on. Rosa Russo Iervolino, Sindaco di Napoli che accompagnata dall'Assessore allo Sport Giulia Parente, oltre a visitare gli stand espositivi curati dai Centri di Riabilitazione, hanno seguito le varie esibizioni sportive. Per tutti il Sindaco ha avuto parole di affetto, di incoraggiamento e di apprezzamento. Nello spazio dedicato al Weelchlair Hockey, curato dal CSI, ha perfino battuto il tiro d'inizio della gara giocata dai Blue Devils della UILDM di Napoli. Il presidente del CONI napoletano Amedeo Salerno ha espresso soddisfazione: "tutto si è svolto nel massimo ordine e con precisione e puntualità. Siamo contenti per aver trasmesso gioia a questi ragazzi meno fortunati, ed aver mostrato anche a quelli presenti sugli spalti, mille opportunità di una scelta sportiva, per loro possibile, che li aiuti a superare il disagio".
Lecco: IL CSI “ORIENTA” LA FESTA DELL’ORATORIO Riparte da Lecco l'attività polisportiva lombarda, dove il 26 ottobre si è svolta la prima Festa Polisportiva CSI della stagione 2003-2004. Oltre 1000 le presenze registrate fra piccoli atleti, dirigenti e genitori. Per la cronaca sportiva presenti 386 bambini del Giocasport, suddivisi in 87 squadre, che hanno affrontato assieme ai loro genitori una gara di orientamento, senza rilievi cronometrici. Per 218 ragazzi del Trofeo Polisportivo la gara competitiva consisteva nel trovare il maggior numero di lanterne nel minor tempo possibile. Classifiche alla mano, tra le ragazze è la squadra GS Sala al Baro ad imporsi sulle aversarie, raccogliendo 20 lanterne in 55 minuti; nella gara maschile, invece, al primo posto si sono piazzati i giovani del Csc Costamasnaga con 20 lanterne raccolte in 46'45''. La manifestazione, organizzata in occasione delle celebrazioni del 120esimo di fondazione dell'oratorio S. Luigi, ha visto anche la partecipazione di una quarantina di atleti diversamente abili, appartenenti alle associazioni "Gruppo Amici di Lecco" e "La Goccia".
Ghiaccio bollente a Parma Organizzata dal CSI è tornata Hot Ice a Parma. Ha riaperto in Piazzale Picelli la pista di pattinaggio su ghiaccio, che lo scorso anno ha visto sulle lamine oltre 2000 studenti al mattino ed un totale di 20000 presenze in tutto il periodo natalizio. Dal 6 dicembre fino al 25 gennaio anche quest'anno quello parmense sarà un caldo Natale di ghiaccio, da pattinare, da spendere in compagnia, con gli amici. Molte le novità 2003/2004: dall'aumento consistente delle dimensioni della pista di pattinaggio sul ghiaccio; alla creazione di una pista di Snow Tubing (dei bob circolari) lunga oltre 45 metri, fino all'allestimento di un piccolo quartiere promozionale e di ristoro. Meno code dunque per pattinare e maggiore possibilità di socializzare e di divertirsi.
Tennistavolo ad Udine Si rinnova anche quest'anno l'atteso appuntamento pongistico del capoluogo friulano: è iniziato domenica 2 novembre ad Udine la 18ª edizione del "Torneo D'Arrigo", organizzato dal CSI di Udine in memoria dell'omonimo presidente scomparso nel 1971. Il torneo interprovinciale si compone di 4 prove, l'ultima delle quali si svolgerà il 7 marzo e sarà riservata ai finalisti delle diverse categorie. Quest'anno c'è grande soddisfazione nel comitato per l'avvicendarsi dei migliori pongisti della regione, in rappresentanza di tutte le 4 province friulane. Nella prima tappa erano 115 gli atleti presenti nell'Istituto Malignani di Udine. Secondo appuntamento col D'Arrigo il 30 novembre a Cinto Caomaggiore per un'altra appassionante giornata di sport targato CSI.
Trapani
Volley sotto le Stelle
“Sport in piazza” a Belluno Quando lo sport non cerca talenti, il divertimento supera l'agonismo. A Belluno circa 800 bambini hanno partecipato nelle giornata di sabato 4 e domenica 5 ottobre alla sesta edizione di "Sport in piazza". Nella kermesse sportiva circa 18 discipline hanno animato piazza dei Martiri, piazza del Duomo e il parco Città di Bologna. Il Centro Sportivo italiano in collaborazione con il Comune ed il Provveditorato agli Studi, ha organizzato la due giorni dividendo varie discipline nelle tre zone: in piazza dei Martiri, si è svolto calcio a cinque, rugby, pallavolo, tennistavolo, pallacanestro, ginnastica artistica, judo, karate, giochi per i piccoli e atletica; in piazza Duomo, vai con altro calcio, pallamano, kung fu, scacchi e tiro con l'arco; e al parco, arrampicata, mountain bike ed equitazione.
Si è conclusa a settembre di fronte ad un foltissimo pubblico di appassionati, la rassegna "Volley sotto le Stelle" organizzata nella frazione di Dattilo (Trapani) dal CSI in collaborazione con l'associazione culturale Pro Dattilo e la supervisione tecnica del gruppo Happy Creatives. Applauditissima l'esibizione di alcune giovanissime atlete, che nell'intervallo tra i set si sono esibite in alcuni minispettacoli di Twirling. A fine serata le premiazioni di tutti i protagonisti del torneo, arbitri compresi. Lo staff e i capitani delle 12 squadre partecipanti al torneo hanno eletto "Giocatore e Giocatrice del Cuore" due palleggiatori, rispettivamente Franco Torrigiano del Marausa Team Volley e Cristina La Commare dei Brillatutto. 45
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ALLO SPECCHIO
DI
DON
FELICE BROGNOLI
Parrocchia e CSI
Le difficoltà di vivere gli stessi ideali pastorali e sportivi in differenti realtà sociali e politiche, tra regioni e diocesi diverse.
molto difficile parlare di Parrocchia e CSI, perché chi scrive e chi legge provengono, a livello nazionale, da realtà totalmente diverse tra di loro. Gli stessi ideali pastorali e sportivi sono vissuti in modo totalmente diversi perché ognuno di noi è inserito in realtà sociali, pastorali e politiche differenti e variano radicalmente tra regione e regione e tra diocesi e diocesi. Questa mia affermazione è dettata dall'esperienza: ho vissuto per 25 anni nella Diocesi di Brescia dove l'oratorio e il CSI sono presenti in quasi tutte le parrocchie; ed ora sono parroco nella Diocesi di Forlì dove molte parrocchie sono prive di oratori e spazi sportivi. Nella realtà in cui vivo ora ho imparato a valorizzare pienamente la proposta formativa del CSI grazie anche a tanti amici: dai dirigenti, agli arbitri e a tutti coloro che in qualche modo sono impegnati in questo meraviglioso volontariato.
È
Condividiamo i doni di Dio Mi sembra di rivivere l'esperienza degli Apostoli quando di fronte alla folla affamata si sentono dire da Gesù: "Voi stessi date loro da mangiare". Quei cinque pani e due pesci sono i doni che ognuno di noi ha ricevuto da Dio e che, se ridonati a Lui con gioioso servizio, possono sfamare la voglia di vivere di tanti giovani e adulti. Amo il CSI perché tende a valorizzare tutti, dal più piccolo al più anziano per quello che sono e non in funzione di un tornaconto economico. Quanto amo tutti coloro che donano tempo ed energie perché tanti fratelli abbiano la possibilità di vivere momenti sereni d'attività sportiva e conviviale.
Vedere Cristo in ogni fratello Dobbiamo sforzarci di vedere Cristo in ogni fratello e sorella che avviciniamo nelle nostre attività, credo e spero che Gesù, quando lo incontreremo al termine della nostra vita, ci dirà: "Venite benedetti dal Padre mio perché mi avete cercato, servito e amato nelle 46
Stadium Settembre-Dicembre 2003
vostre comunità parrocchiali". Oggi Cristo ci chiama ad amarlo in tutti i fratelli che si sentono soli e che non sanno più cosa fare e dove andare. S. Paolo ci invita a fare tutto nel Signore, e noi del CSI possiamo vivere il nostro impegno con gioia, con fiducia e speranza perché Cristo è con noi e in noi.
Fare tutto con Cristo e per amore Dobbiamo sentirci come i tralci legati a Cristo vera Vite: tutto di noi è dono Suo ed è fonte di grande gioia condividerlo con i fratelli, perché quando si ama disinteressatamente, la Sua Pace dimora nel nostro cuore. Le sorelle di Lazzaro ci insegnano che nella Chiesa è importante Maria che prega, ma è altrettanto importante Marta che serve, perché ciò che conta è fare tutto nel Nome di Cristo: sacerdoti e laici non possono fare a meno gli uni degli altri se si vuole vivere in pienezza l'ideale cristiano e del CSI. Ringraziamo Dio per averci scelti come Suoi collaboratori oggi, in questo tempo della storia e per averci donato questa esperienza: è fonte di gioia servirLo nei fratelli senza attenderci niente altro. Dobbiamo vivere in profonda comunione tra di noi, perché l'Amore di Dio regni nei nostri cuori, nelle nostre comunità e nelle nostre attività. Accogliamo l'invito di S. Paolo: "Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, non invidiatevi a vicenda, siate invece benevoli gli uni verso gli altri". I fratelli che incontriamo nelle nostre attività devono riconoscere che il nostro comportamento è guidato da Amore vero, devono percepire che tutto ciò che facciamo è guidato da Cristo e si ispira al Suo Comandamento dell'Amore. Tutti abbiamo bisogno di amare e di essere amati, dipende da noi realizzare un mondo costruito sull'Amore senza pretendere che siano sempre gli altri a farlo per noi, ognuno di noi è chiamato ad essere oggi costruttore di Pace. Dio ci accompagni sempre e guidi i nostri passi e le nostre azioni perché ora, non domani, si realizzi un mondo costruito sull'Amore, perché senza di Lui non possiamo fare niente: è Dio che costruisce la vera città, la vera Parrocchia, il vero CSI. La pace di Cristo sia sempre con tutti noi. Con amicizia.
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Inizio corsi nazionali Aerobica Seminario sul tema "sport e impresa sociale" Inizio ciclo seminariale su "sport e spiritualità" Progetto culturale e pastorale del tempo libero, turismo e sport Seminario sport e spiritualità: Sport e novecento
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Convention della formazione Inizio corso "sport e impresa sociale" 1° incontro Seminario sport e spiritualità: I documenti del Concilio Vaticano II Corso per animatori culturali sportivi in parrocchia
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Corso "sport e impresa sociale" 2° incontro Seminario sport e spiritualità: Filosofia e antropologia cristiane Testimoni di Gesù risorto. Formatori per il nuovo capitale umano del CSI Incontro di Spiritualità e approfondimento per formatori, coordinatori regionali della formazione, direttori delle scuole di formazione Inizio corsi nazionali di musicoterapia e danzoterapia Corso per animatori culturali sportivi in parrocchia
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Corsi animatori culturali sportivi in parrocchia e corso volontari servizio civile in servizio in tutti i Comitati
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Stage nazionale arbitri Seminario sport e spiritualità: Il Catechismo della Chiesa cattolica Corsi nazionali di formazione Corso nazionale per animatori culturali sportivi in parrocchia
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Corso "sport e impresa sociale" 3° incontro
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Corso di formazione e aggiornamento per istruttori e maestri di karate
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Campus formativo per educatori sportivi Settimana di formazione sociale e politica per dirigenti
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"Identità, relazione, appartenenza. Una formazione al servizio delle società sportive" Incontro per coordinatori regionali della formazione, direttori delle scuole, formatori
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INIZIATIVE NAZIONALI DI FORMAZIONE 2004
Sportilia Roma Roma Napoli
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La calunnia è un venticello... entro di noi c'è di tutto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che nulla è più complesso dell'essere umano. Ciascuno di noi è il risultato di tante variabili: fattori genetici, l'ambiente, le esperienze. Per cui è anche vero che cambiamo di continuo. Dunque in ogni momento siamo quello che siamo e il contrario... di quello che siamo. Tra le molte cose che albergano nelle profondità dell'animo umano c'è anche l'inclinazione alla maldicenza. Quando abbiamo problemi con un nostro simile e non sappiamo come spuntarla, siamo inclini a inventare offese, insinuazioni, illazioni.
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...la maldicenza butta i suoi semi nel dubbio, per cui anche la diceria più improbabile con il tempo finisce col sembrare possibile e poi si radica come certezza.
Vogliamo realizzare davvero un'opera di bonifica del cuore? Intraprendiamo una lotta senza mezze misure alla nostra inclinazione a scendere nel pettegolezzo, a riferire critiche, a dare informazioni false, a partecipare a mormorazioni contro persone assenti, a trinciare giudizi velenosi ed avventati nei confronti di altri... magari solo per invidia. È una cosa davvero indegna di ogni essere umano studiare complotti per neutralizzare o, peggio ancora, per sopraffare gli altri, soprattutto se sono più deboli. L'unica scusante è che non sempre la maldicenza è consapevole, ricercata nelle sue conseguenze. Talvolta è semplicemente figlia della leggerezza: nemmeno ci rendiamo conto del danno e della sofferenza che provochiamo. Trovo sempre molto bello ed istruttivo a questo proposito un aneddoto riferito a san Filippo Neri. Una volta una donna andò a confessarsi dal santo, accusandosi di aver sparlato di alcune persone. Il santo l'assolse, ma le diede una strana penitenza: le disse di andare a casa, di prendere una gallina e di tornare da lui, spiumando ben bene l'animale lungo la strada. Quando la donna fu di nuovo davanti a lui, il santo le disse: “Adesso torna a casa e raccogli una ad una le piume che hai lasciato cadere venendo qui”. “Impossibile! - esclamò la donna - Il vento, nel frattempo, le ha certamente disperse per tutto il paese...”. Ma qui l'aspettava san Filippo: “Vedi, come è impossibile raccogliere le piume, una volta sparse al vento, così è impossibile ritirare mormorazioni e calunnie una volta che sono uscite dalla bocca”. Perché la maldicenza ha anche questa caratteristica: che butta i suoi semi nel dubbio, per cui anche la diceria più improbabile con il tempo finisce col sembrare possibile e poi si radica come certezza. Non a caso quella grande canaglia della storia che fu il ministro francese Talleyrand consigliava ai suoi “discepoli”: “Calunniate, calunniate, qualche cosa resterà”. Ciò significa che dobbiamo arrenderci? Non è il caso di allarmarsi. Conviene, piuttosto, riflettere e prendere in esame seriamente i nostri comportamenti e il nostro stile di vita. E magari, se non siamo troppo stonati, come esercizio e promemoria possiamo metterci a canticchiare ogni tanto quella celebre aria del Barbiere di Siviglia, quella che fa: «La calunnia è un venticello, / un’auretta assai gentile / che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente / incomincia a sussurrar... Alla fin trabocca e scoppia, / si propaga, si raddoppia / e produce un’esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, / un tumulto generale, / che fa l’aria rimbombar».
edio.costantini@csi-net.it 48
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