Printlovers, n. 76, Febbraio 2019

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Sea. Touch. Feel.


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FU LEGGENDO CHE DIVENTAMMO UMANI di A N N A

A P RE A

Sono passati seimila anni, un battito d’ali nella storia evolutiva, da quando il nostro cervello è diventato capace di leggere. Non eravamo programmati per farlo: un nuovo circuito si è imposto sulle strutture neuronali primitive che ci consentivano soltanto visione e linguaggio, e abbiamo imparato a riconoscere i testi scritti. La lettura ci ha reso capaci di interiorizzare la conoscenza, sviluppare l’intuito e il pensiero astratto ma, soprattutto, abbiamo imparato ad assumere un punto di vista diverso dal nostro, che è all’origine dell’empatia.

Prendere coscienza della realtà dell’altro, oltrepassarsi, sentire che egli è una creatura unica e mortale come noi, uscire dalla prigione dell’individualità… sono i doni della lettura, che ci ha reso più umani, più pienamente umani. Ora gli scienziati cognitivisti ci avvertono che, con la lettura digitale, frettolosa e disordinata, i centri neuronali dell’empatia sono entrati in una fase di atrofia. Se è vero che ogni giorno consumiamo 34 gigabyte di informazioni e 100mila parole, cosa possiamo pretendere? Dai e dai, i ‘nuovi’ percorsi cerebrali, quelli associati alla compassione, sono entrati in difficoltà. E non riusciamo più a cogliere il senso profondo delle cose, a sentire le ferite delle anime altrui. Se ci interessa ancora proseguire nel processo di umanizzazione e se non accettiamo di vivere in questa specie di ‘fine dell’umanità’, dove ogni giorno si riaccendono razzismi e abissi di indifferenza, dobbiamo darci da fare. Per risvegliare il segreto dell’umanità, basta il sussurro segreto della carta. Maryanne Wolf, neuroscienziata cognitivista, docente alla Tufts University di Boston dove dirige il Center for reading and language research, dice che attraverso i libri di carta possiamo riattivare l’area deputata all’empatia. Ma abbiamo bisogno di quell’esperienza che lei chiama lettura profonda, una forma di abbraccio amoroso con il testo stampato su carta, uno stare accanto ai secoli della sua storia finché la separazione e la concentrazione possano accendere entrambi i nostri emisferi con tutti i loro strati, dal più primitivo al più recente. Prendiamo spesso in mano un libro di carta, ascoltiamolo, tocchiamolo, il tatto fa la sua parte, mettiamo da parte il cellulare e leggiamo, leggiamo, leggiamo. Daremo a quel mistero invisibile che abita in noi una nuova e consapevole prova del suo perenne esistere.


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da DICAM dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell’Università di Bologna. www.dueemmepack.it

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P E R S O N A L M E N T E

Marilde Motta Nel 1978 ha scelto le pubbliche relazioni come professione. Scrive e tiene corsi su alcune aree della comunicazione. Ad Personam® è la sua agenzia.

È ancora lusso?

Il concetto di lusso sta entrando in una fase di entropia del suo significato. Gli elementi che lo compongono si stanno disgregando, disperdendo, indebolendo. È spesso sostituito da masstige, gli è stato affibbiato l’aggettivo democratico, addirittura accessibile. Ha bisogno di blogger per farsi riconoscere, è esposto sui social alla ricerca di un like. Il lusso contemporaneo, plasmato dal marketing, è quello dei brand dietro cui ci sono società conglomerate, in Europa come in Asia, che hanno gradatamente fagocitato aziende note, o con un héritage. Sono ormai poche quelle rimaste indipendenti e con un polmone finanziario sufficiente per mantenere in vita la propria identità profonda.

Emissioni evitate 500 kg CO2: equivalenti a Emissioni evitateda 500 kgFiat CO2: equivalenti 305 km percorsi una Grande Puntoa 305 km percorsi da una Fiat Grande 1.4 a benzina con emissione di 139grPunto 1.4 a benzina con emissione di 139gr CO2/km. Emissioni evitate 500 kg CO2: equivalenti a CO2/km. 305 km percorsi da una Fiat Grande Punto 1.4 a benzina con emissione di 139gr Risparmio CO2/km. dʼacqua ottenuto. 5000 Risparmio dʼacqua ottenuto. 5000 equivalente al consumo medio in litri di tre equivalente al consumo persone in 10 giorni. medio in litri di tre persone in 10 giorni. Risparmio dʼacqua ottenuto. 5000 equivalente al consumo medio in litri di tre persone in 10 giorni. Legno: Consumo di legno evitato Legno: Consumo di legno evitato utilizzando fibre riciclate invece di fibre utilizzando fibre riciclate invece di fibre vergini.180 Kg. equivalente a 2 alberi vergini.180 Kg. equivalente a 2 alberi salvati. Legno: Consumo di legno evitato Le aziende che si proclamano “di lusso” salvati. utilizzando fibre riciclate invece di fibre vergini.180 Kg. equivalente a 2 alberi (in mancanza di parametri certificatori) sono migliaia. salvati.

La loro strategia di espansione è una sola: diversificazione estrema.

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Con una brand extension, oggi abbagliata dal mito dell’inclusione, moltiplicano i canali di vendita, in una ubiquità funzionale a milioni di nuovi consumatori. Appunto “novellini” del lusso che, in un circolo vizioso, avvallano e premiano questa proliferazione. Lo stesso brand può firmare profumi a prezzi “facili”, offrire servizi di hôtellerie a 5 stelle, posizionarsi ancora più in alto quando appare su gioielli i cui prezzi diradano la platea dei possibili clienti. Il packaging segue questa evoluzione, ne corregge persino le contraddizioni come prezzo alto e qualità discutibile (vestendo il prodotto in modo ineccepibile), o come vendita alla portata di click e proclamazione di esclusività. Qui aiutano soluzioni come il digital printing, che consente la personalizzazione della confezione, o come lo stealth code stampato sul contenitore che, via smartphone, proietta il cliente nel mondo della marca. Un packaging che risponde anche alla recente istanza di sostenibilità ambientale. Praticamente un packaging che va in soccorso di quel che, oggi, è il guazzabuglio chiamato lusso. Del “significar per verba” cosa resta del sostantivo lusso?

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PRINT NR. 76 | FEBBRAIO 2019 › www.printlovers.net DIRETTORE RESPONSABILE RUGGERO ZULIANI REDAZIONE ANNA APREA [coordinamento] › anna.aprea@strategogroup.net HANNO COLLABORATO LORENZO CAPITANI, MARILDE MOTTA, ACHILLE PEREGO, MICHELA PIBIRI TRADUZIONE PHILIP SANDERS ART DIRECTOR STEFANO TORREGROSSA › onicedesign.it PRINTLOVERS MICHELA PIBIRI - Redazione www.printlovers.net

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ADIDAS IN GREEN

ETICHETTE D'ALTA MODA

La corsa verso la sostenibilità è cominciata qualche anno fa con lo stop alle shopper in plastica. Ora il colosso tedesco vuole affrettare lo sviluppo sostenibile della filiera, comprese le cartotecniche che producono espositori e packaging di scarpe e abbigliamento. Tutto entro il 2024.

Mion è un’azienda-gioiello, che produce etichette tessute per le griffe della moda e del lusso. Produce 230 milioni di pezzi l’anno. Con un fatturato di 14,5 milioni, 700 clienti nel mondo e il più grande parco macchine esistente, è l’impresa più importante del settore. Abbiamo intervistato l’ad.

PUBBLICITÀ DEBORAH FERRARI | T. 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net RANCATI ADVERTISING CLAUDIO SANFILIPPO | T. 02 70300088 › csanfilippo@rancatinet.it SEGRETERIA PUBBLICITÀ

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FOTOGRAFIA

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PARLIAMO DI POSTPRODUZIONE

CLUB DELLE ECCELLENZE

Da vent’anni Matteo Tranchellini è il professionista di riferimento nella postproduzione delle immagini pubblicitarie. “Un lavoro ben fatto — ci spiega — è quello che non si nota ma è importante partire da un’idea creativa il più possibile precisa, per non farsi dominare dai mezzi e dalle loro infinite possibilità.”

In queste pagine il meglio della stampa digitale made in italy. Abbiamo intervistato le aziende che negli ultimi anni si sono aggiudicate l’Oscar della stampa come best digital printer, il premio sponsorizzato da HP. Ghelfi Ondulati, tech:art e PressUP ci hanno raccontato come si esprime l’eccellenza nel loro segmento di mercato.


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HOW IT'S MADE

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SPAZIO ROBILANT

TAGLI D'ARTE COL LASER

PROGETTO GRANAROLO

I risultati migliori si ottengono quando si tratta di refilare geometrie complesse: le lavorazioni risultano definite, i tagli impeccabili, gli effetti trasparenti e leggeri. Ancora più precisa e affascinante è la tecnica della microforatura, che consente fori infinitesimali, di pochi micron, su molti materiali.

Raccontare l’italianità di una marca senza cadere nella trappola dei luoghi comuni non è facile. Roger Botti, Direttore Generale e Creativo di Robilant Associati ci presenta il progetto Granarolo: il racconto di un’italianità vera, fatta di pluralità, creatività, ingegno.

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I N C H I E S TA

L'ESPERIENZA DEL LUSSO Touch, feel, show, share. Come e da quali fonti il nuovo lusso attinge la sua forza persuasiva? Come si crea la cultura dell’eccellenza? In quali spazi e con quali interfacce bisogna agire? Lo abbiamo chiesto a tre grandi esperti del settore lusso: Massimo Suppancig, Rebecca Robins, Manfredi Ricca.

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PERSONALMENTE

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COM'È FATTO PRINT

Fu leggendo che diventammo umani

di Marilde Motta

I materiali e le tecniche

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LA CARTA DI PRINT 76

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DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Viaggio al centro della Cordenons Paper Experience

Pentawards: intervista ad Adam Ryan

Manifattura del Seveso veste Valentina

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comunità di dedicata alla le ia ec ro sp e nto d’incont Una sezion estigioso pu pr ù pi il la s, al er Printlov partecipano imprese che rtiere, online tra le fluencer: ca in i stampa e gl fornitori lla i, de or ra at lit lie fi niche, nobi ec ot rt ca , ri stampato . e tecnologie di materiali

Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Ruggero Zuliani [ruggero.zuliani@ strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

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Le licenze dei font

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La collezione Makula® di Icma

Elisabetta Bonuccelli

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LA COPERTINA

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HOT FOIL LUXOR® BLUE ELEMENT Un blu metallizzato e intenso crea il gioco di contrasto su diversi elementi della copertina: i riflessi sul pesce, le bolle che salgono in superficie e la scritta PRINT. È il Blue Element, colore della collezione Pollock 2 di Luxoro, un colore dal carattere naturale e profondo che richiama il mare. I motivi microincisi sul pesce e il rilievo a secco sul corallo sono frutto della stampa a caldo con i clichè hinderer+mühlich, donano movimento e corpo ad un design da toccare oltre che guardare.

01 Stampa offset rosso Pantone

02 Stampa offset argento stampa in due passaggi

03 Foil a caldo Luxor® 107467N Blue Element con cliché h+m microinciso

04 Rilievo a secco con cliché h+m

LA CARTA DELLA COPERTINA CORDENONS REEF RED 330 g/m2.Un tuffo nei mari tropicali alla scoperta di pesci variopinti, rocce vive e spiagge incontaminate… la copertina di questo numero di Print sceglie Reef, la carta creativa di Gruppo Cordenons nella sua versione Red, per portarvi con un guizzo fuori dall’inverno. Parte della famiglia Luxury&Touch, Reef è caratterizzata da un effetto tattile unico che evoca la texture di coralli e di sabbie finissime. Adatta alle principali tecnologie di stampa e tecniche di nobilitazione è disponibile nelle colorazioni White, Red, Blue e Black ed è offerta nelle grammature 120 e 330 g/m2. Reef è ideale per progetti grafici, che allo stile uniscono il look and feel di un prodotto esclusivo, come luxury packaging, shopping bag, copertine di cataloghi e libri di pregio, brochure, immagini coordinate, inviti, greeting card e molto altro.

CLICHÉ E FOIL

CARTA

Distributore esclusivo per l’Italia dei foil e dei cliché di nobilitazione del gruppo Kurz, Luxoro offre a settori industriali quali moda, lusso, packaging, cosmesi, food&wine, supporti e idee per creare oggetti unici, in grado di rispecchiare il valore esclusivo di un prodotto o un brand. Le partnership esclusive strette con LEONHARD KURZ Stiftung & Co. KG (punto di riferimento assoluto nella produzione di film per stampa a caldo) e Hinderer + Mühlich KG (cliché e attrezzature per stampa a caldo), rendono Luxoro il fornitore ideale per qualsiasi esigenza nel campo della stampa e finitura di materiali vari. L’azienda si avvale di oltre 50 collaboratori e dispone di un’area operativa di 3.500 mq, dove si trovano uffici e impianto logistico. Qui gli ampi spazi a disposizione consentono un agile stoccaggio delle “bobine madri” (jumbo), provenienti dalla Kurz, e il loro taglio nel formato richiesto dal cliente. Grazie a rigorose politiche aziendali, Luxoro è oggi un’azienda completamente a impatto zero. C www.luxoro.it

Gruppo Cordenons sviluppa e produce creative & technical paper offrendo al mercato internazionale oltre 2.500 prodotti differenti per target e applicazione. Dedica da sempre importanti risorse alla ricerca e sviluppo di carte innovative e originali per dare immediata risposta alle richieste dei clienti e rimanere sempre al passo con i trend del momento, offrendo una qualità eccellente fatta di contenuti tecnologici e creatività. Accanto alle più avanzate tecnologie, l’azienda mantiene intatta la vocazione a creare prodotti di alta gamma con una raffinata cura del dettaglio. Attraverso una produzione sempre più flessibile, Gruppo Cordenons ha sviluppato un ampio portafoglio di carte sempre all’avanguardia che uniscono all’estetica il plus degli effetti tattili. L’ampia gamma a catalogo è arricchita dalla possibilità di richiedere forniture di carte personalizzate in base alle specifiche esigenze di colorazione, grammatura e finitura. A luglio del 2018, Gruppo Cordenons è stata acquisita da Bain Capital Private Equity. C www.gruppocordenons.com


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↙ La gamma Flora, contenuta nel campionario Ecofriendly di Gruppo Cordenons, è composta da carte e cartoncini tra le cui virtù c’è anche l’eco-sostenibilità essendo prodotti con 30% di fibre riciclate postconsumer. Le sue 9 nuance attingono direttamente da specie floreali e arbusti come Gardenia, Giglio, Ginepro, alle essenze come Cannella e Anice, da frutti e foglie come Noce, Tabacco e Crusca fino all’Avorio. Offerta in un range di grammature che spaziano da 100 a 350 g/m², Flora si presta per la creazione di prodotti editoriali, immagini coordinate, packaging, shopping bag, cartellini e a tutte le applicazioni che coniugano l’anima green al tocco di una carta naturale.

Viaggio al centro della CORDENONS PAPER EXPERIENCE

“Attenzione! I contenuti di questo articolo sono altamente emozionanti e per questo espressamente adatti a un pubblico di creativi”. Sapete perché questo numero di PRINT è speciale? Perché, grazie al contributo delle carte creative di Gruppo Cordenons, ci siamo divertiti a inventare un livello di lettura in più rispetto a quelli consueti. Avete presente il binario 9 e ¾ di Harry Potter o il sogno di Alice nel Paese delle Meraviglie? Ebbene, state per vivere un’esperienza simile. Ora chiudete gli occhi, accendete gli altri sensi e ricominciate a sfogliare la rivista da capo, partendo dalla copertina. Sì avete capito bene. Toccate e sentite le pagine e lasciate andare a briglie sciolte la vostra immaginazione perché questo magazine gioca a mescolare tre carte diverse. Ognuna di esse offre un effetto tattile inconfondibile e rappresenta una tappa di un viaggio al centro della Cordenons Paper Experience. Ecco l’itinerario: · in copertina, Reef: brivido… ruvido; · Flora: una carezza … soffice; da pagina 3 a pagina 34; · Astropremium: liscia ma… con brio; da pagina 35 a pagina 66; · Reef: un brivido… ruvido: da pagina 67 a pagina 90. Dopo questa lettura sopra le righe, non potrete mai più dire che quella che tenete tra le vostre dita quando sfogliate una rivista “è solo carta”. Buona lettura “in tutti i sensi”!

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↙ Caratterizzata da una superficie liscia e piacevole al tatto, Astropremium risponde alle esigenze del mercato contemporaneo in cerca di una premium white paper che coniughi elevata qualità a una buona stampabilità. Elegante e versatile, questa carta creativa inclusa nel campionario Pack & Lining di Gruppo Cordenons è in grado di rendere “premium” le più svariate applicazioni da libri, cataloghi, brochure a packaging, shopping bag e tutti gli stampati di pregio che fanno parte della nostra quotidianità. Disponibile esclusivamente nella versione White, Astropremium è prodotta in un’ampia varietà di grammature: 125, 145, 200, 250, 280, 320, 350 e 400, offrendo così la soluzione adatta a ogni esigenza creativa.

↖ Pensata per progetti grafici che allo stile uniscono il gusto della scoperta di luoghi inediti e il look and feel di una carta esclusiva, Reef fa parte della famiglia Luxury & Touch firmata Gruppo Cordenons. Anche le colorazioni richiamano l’atmosfera esotica della barriera corallina. Reef è disponibile in quattro versioni: White come una spiaggia incontaminata, Red dell’intensa emozione dei coralli, Blue delle acque più profonde e Black come un tuffo negli abissi inesplorati. Offerta nelle due grammature 120 g/m² e 330 g/m², Reef è adatta alle principali tecnologie di stampa, nobilitazioni e tecniche di finitura, prestandosi ad applicazioni che spaziano da progetti di comunicazione alle cover di prodotti editoriali fino al packaging e shopping bag.

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FLORA, CAREZZA … SOFFICE Petali di fiori delicati, frutti spontanei, tronchi ricoperti da muschio vellutato: sfogliare le pagine da 3 a 34 è come camminare a piedi nudi nel bosco all’alba, quando i bagliori arancioni dei raggi di sole si intrecciano tra i rami illuminando le gocce di rugiada che scivolano sull’erba. Una sensazione di calore avvolgente che Flora Gardenia ci regala grazie al cotone contenuto in questa carta. Il suo candore abbraccia come una carezza soffice gli elementi di natura nelle quattro stagioni ed evoca le magie del sottobosco: lasciate scorrere queste pagine sotto le dita, oltre alla sensazione soft, sentirete il fruscio delle foglie mosse dal vento e un batter d’ali di fate.

ASTROPREMIUM, LISCIA MA… CON BRIO Le pagine da 35 a 66 sono emozionanti come un giro intorno al mondo: a trasmettere questa universalità è Astropremium, la carta su cui sono stampate, liscia al tatto ma dalla personalità decisa e cosmopolita. Si distingue per la sua versatilità e per il sapore contemporaneo. Pratica ed elegante allo stesso tempo, è in grado di infondere energia, fantasia e libertà, rendendo speciale ogni momento di un’intensa giornata in una grande metropoli: dal caffè della mattina alla creatività del lavoro, dallo shopping fino al cocktail della sera in un locale alla moda.

REEF, BRIVIDO… RUVIDO La leggenda narra che alcuni fogli di creative paper furono rapiti dal vento e trasportati fino ai mari tropicali. Incontrando sabbie finissime e rocce vive, squame di pesci variopinti e inabissandosi nelle profondità delle acque inesplorate ne assimilarono l’essenza dando vita a Reef, la carta creativa ispirata alla magia della barriera corallina. A partire dalla copertina che invita letteralmente a immergersi nella lettura e scorrendo con le dita da pagina 67 a pagina 90, la texture di questi fogli vi trasporterà nella magia dei preziosi tesori dei fondali marini popolati da coralli, tritoni e sirene… un brivido ruvido! E se arrotolate un po’ le pagine avvicinando l’orecchio sentirete il fragore delle onde che si infrangono sulle rocce.

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adidas — Non si arresta la spinta green — — — — — di A C H I L L E

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I N T E R V I S T A

Tutto è cominciato nel 2015 con lo stop alle shopper di plastica nei 14.000 punti vendita. Poi è stata la volta del progetto Parley for The Oceans, con cui il colosso tedesco ha collaborato al recupero di rifiuti plastici, che altrimenti sarebbero finiti in mare. Da qui la spinta green di adidas ha subito un’accelerazione. E nei prossimi sei anni il progetto è quello di affrettare lo sviluppo sostenibile delle cartotecniche che producono espositori e packaging di scarpe e abbigliamento. Con l’obiettivo di trasferire know-how nella gestione sostenibile di siti produttivi, in modo da poter ridurre, lungo tutta la filiera, il consumo di energia e favorire il passaggio a fonti alternative.

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Il nostro obiettivo è liberarci del poliestere vergine entro il 2024 — Eric Liedtke

u Una corsa verso la sostenibilità. Se c’è una parola d’ordine che sta caratterizzando sempre di più il mondo dei beni di consumo e anche, e soprattutto, dei prodotti griffati, è quella legata alla salvaguardia dell’ambiente. Una politica ormai adottata sia nei processi produttivi sia nella distribuzione da decine di marchi della moda e dell’abbigliamento. Anche quelli del lusso sostenibile. Come, e in prima fila, la tedesca adidas. Il gigante dell’abbigliamento, delle calzature e degli ar-

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ticoli sportivi (cui fa capo anche Reebok) ai quali nel corso degli anni si sono aggiunti anche borse, profumi, orologi, occhiali. Il gruppo, fondato nel 1949 da Adolf Dassler, che aveva cominciato a produrre scarpe da calcio già venticinque anni prima mentre il fratello Rudolf divideva l’attività e l’anno dopo dava vita alla concorrente Puma, è oggi una vera e propria multinazionale, prima in Europa e seconda al mondo dopo Nike nel suo settore, con 24 miliardi di euro di ricavi (2017) e circa 60mila dipendenti in tutto il mondo. E proprio al mondo, inteso come Terra, è ispirata la mission ambientale di adidas che riguarda non solo i prodotti ma anche il packaging che li

contiene. Una mission portata avanti con decisione in questi anni dal numero uno del gruppo, il danese Kasper Rorsted, diventato amministratore delegato dall’ottobre del 2016. Il traguardo green di adidas è ambizioso ma c’è da scommettere che, rispettando il vecchio motto dell'azienda (il nuovo è "Here to Create") che ha il suo quartier generale in Baviera, a Herzogenaurach (“Impossible is nothing”, nulla è impossibile) verrà raggiunto. E riguarda l’uso della sola plastica riciclata (anche se costa il 10-20% in più) per tutte le sue scarpe e il suo abbigliamento. “Il nostro obiettivo è liberarci del poliestere vergine entro il 2024”, ha spiegato recentemente Eric Liedtke, responsabile dei marchi globali adidas, in un’intervista al Financial Times.

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Settecento milioni di euro, solo nel 2017, sono stati investiti in attività di ricerca orientate alla sostenibilità.

a adidas, fanno sapere dal quartier generale bavarese, investe ogni anno centinaia di milioni di euro nelle attività di sviluppo e ricerca orientate alla sostenibilità. Settecento milioni solo nel 2017. La linea di abbigliamento Primavera/ Estate 2019 contiene già il 41% circa di poliestere riciclato, mentre nel 2018 è stato utilizzato solo cotone sostenibile per tutte le categorie di prodotto sotto i marchi del gruppo. Del resto il cotone sostenibile viene prodotto impiegando meno acqua

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e meno pesticidi, in un contesto che garantisce condizioni di lavoro eque per i coltivatori.

Parley Ocean Plastic. Non solo l’attrezzatura da corsa, ma anche altre categorie come Football e Originals.

Un esempio lampante in questo ambito è la partnership siglata nel 2015 con “Parley for The Oceans” sposando la causa di collaborare per tre anni al recupero dei rifiuti plastici che altrimenti sarebbero finiti in mare. Così nel 2017 le scarpe Parley – solo con plastica riciclata, come la calzatura UltraBoost, che permette di recuperare 11 bottiglie di plastica che altrimenti inquinerebbero i mari - hanno fatto registrare un milione di paia vendute e nel 2018 addirittura cinque milioni. L’obiettivo è di venderne 11 milioni quest’anno toccando così il 3% del totale. E nei prossimi anni verrà ampliata la gamma di prodotti realizzati in

L’obiettivo di adidas è quello di arrivare a utilizzare soltanto poliestere riciclato per l’intera gamma di scarpe e abbigliamento entro i prossimi sei anni, favorendo la spinta alla sostenibilità in tutta la filiera. Una spinta che non poteva non riguardare anche gli shopper, le scatole delle scarpe, il packaging in generale piuttosto che gli espositori per negozi e vetrine. Una scelta che, secondo le strategie decise ai vertici dell'azienda di Herzogenerauch, richiede precise linee guida e certificazioni nella produzione e nell’utilizzo dei materiali da parte dei fornitori-partner, compreso il mondo della stampa e della cartotecnica.

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u Uno dei primi step è stato cominciare quattro anni fa a dare l’addio nei negozi ai sacchetti di plastica. I classici shopper dove mettere le scarpe o l’abbigliamento. Una decisione per la quale adidas ha predisposto una serie di punti da rispettare. Innanzitutto istruire i membri dello staff di vendita affinché chiedano ai clienti alla cassa se desiderano un sacchetto. Perché, secondo Adam Brundage, Project manager global brands sustainability di adidas, “la nostra azienda è molto attenta a evitare l’accumulo di rifiuti plastici”. Poi, sempre sul fronte degli shopper, avviare, com’è successo, partnership con aziende dedite alla produzione di imballaggi sostenibili, mandando in soffitta la plastica e privilegiando la carta. E tra i partner italiani c’è uno dei gruppi maggiormente specializzati nella produzione di shopper per le griffe e del lusso come la marchigiana Fiorini International. Se dieci anni fa, conferma Stefano Fiorini, Sales director shopping & luxury divisions di Fiorini International, erano mol-

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to usate le shopping bag in plastica oggi è sempre più richiesta la carta, in particolare riciclata e senza più plastificazioni. Del resto ci sono Paesi come gli Stati Uniti, dove adidas è molto presente, che richiedono espressamente l'utilizzo di almeno il 40% di carta riciclata. La svolta verde del gigante tedesco dell’abbigliamento e delle calzature sportive non poteva non riguardare anche le scatole delle scarpe e gli allestimenti dei punti vendita all’insegna della pay-off “Run for the oceans”. Una mission per la cui realizzazione sono stati chiamati anche i fornitori e retailer. Per esempio per la realizzazione di un packaging biodegradabile, lo shoebox, che il personale dei negozi consegna al cliente una volta perfezionato l’acquisto, ricordandogli che l’involucro di cartone originale deve essere smaltito correttamente affinché venga riciclato. Sullo shoebox e all’interno delle scarpe è presente un codice Nfc che contiene tutte le informazioni sulla campagna “run for the ocean”. La campagna, lanciata tre anni fa in circa un centinaio di punti vendita non era la classica operazione di washing marketing utile a mettere in buona luce ciò che sostenibile non è. Infatti anche gli allestimenti progettati per la campagna sono ecocompatibili e ai partner-fornitori che hanno aderito (aziende grafiche e agenzie come la veronese Quadra Display, High Level, Publiline, Nu-

Uno dei primi step è stato cominciare quattro anni fa a dare l’addio nei negozi ai sacchetti di plastica, subito sostituiti con le shopper in carta.

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Essere uno stampatore green è il biglietto da visita per l’ingresso nel mondo adidas.

reg e Liganova) è stato presentato un vero e proprio codice di comportamento. Ovvero utilizzare materie prime riciclate e stampe con inchiostri bio o base acqua privi di solventi. Per le vetrine realizzare una vetrofania in materiale saponato, non in plastica, ma nonostante ciò adatto a sostenere le alte temperature che si possono sviluppare a causa dei raggi solari e dell’illuminazione artificiale. Dopo le installazioni, il fornitore è tenuto allo smaltimento di tutti i materiali residui secondo la normativa vigente in Italia, prestando attenzione alla differenziazione dei rifiuti. Il kit dei materiali espositivi prevedeva: un footwear wall con inserti per l’evidenziazione dei materiali cartonati in cartone alveolare e tre totem da terra da utilizzare soprattutto per

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Kasper Rorsted, amministratore delegato di adidas

i piccoli negozi mentre per i grandi punti vendita è stata prevista una scaffalatura di grandi dimensioni composta di pannelli in cartone alveolare. In tutte le soluzioni espositive la sezione grezza del cartone alveolare è a vista per mettere in evidenza l’impiego di materiali sostenibili. La stessa attenzione verso materie prime green (carta riciclata per le scatole e gli shopper, cartone alveolare per gli espositori) riguarda anche la pelle per cui adidas ha aderito al Leather Working Group (LWG), associazione formata da produttori e distributori dell’industria della pelle, oltre che da istituzioni accademiche ed ONG. LWG promuove lo sviluppo di pratiche di business sostenibile nell’industria della la-

vorazione dei pellami e ha creato degli standard oltre che un sistema di punteggi per la valutazione delle concerie. Allo stesso modo il gruppo tedesco valuta i processi produttivi dei suoi fornitori (comprese aziende di stampa e cartotecniche) per diminuire le loro emissioni di gas serra. L’obiettivo è quello di supportare la supply chain nello sviluppo di iniziative volte a ridurre il consumo di energia e nel passaggio a fonti alternative, trasferendo ai fornitori il suo know-how nella gestione sostenibile dei siti produttivi. Per questo vengono effettuate anche valutazioni ambientali presso gli stabilimenti. Come dire: essere uno stampatore green è il biglietto da visita per l’ingresso nel mondo adidas.

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ETICHETTE

prêt-à-porteR di A N N A

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A Torreglia, nel Parco Regionale dei Colli Euganei, c’è un’azienda-gioiello, che produce etichette tessute per le più grandi aziende della moda e del lusso. Con un fatturato di 14,5 milioni di euro, 700 clienti nel mondo e il più grande parco macchine esistente (140 telai customizzati) Mion è l’impresa più importante del settore, con una produzione di 230 milioni di pezzi l’anno. Esito di lunghe collaborazioni tra le aziende produttrici e i centri stile delle griffe, i progetti delle etichette riflettono lo stile degli abiti e degli accessori, esprimono un grande lavoro di brand identity e di promozione dell’immagine di marca. Un universo parallelo alla moda di cui parliamo con Niccolò Mion.

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Dimmi che etichetta hai e ti dirò che abito indossi. Non sempre ci facciamo caso, ma le etichette cucite all’interno dei nostri abiti riflettono lo stile dei capi che indossiamo, non soltanto perché ne riportano loghi, decori, colori, ma perché ne suggellano la cifra e l’importanza. Come? Attraverso la fattura, le forme e i materiali di cui sono fatte. Ce ne sono di particolarmente sofisticate, altre sono minimali, sempre tuttavia esse ricalcano per affinità i codici del brand: i caratteri tipografici, i cromatismi, il suo portato di valori e di significati. In quella piccola superficie di tessuto stampato le aziende – soprattutto quelle del lusso - proiettano un grande lavoro di brand identity e di promozione dell’immagine di marca: non a caso il layout di un’etichetta è l’esito di lunghe collaborazioni tra le aziende produttrici e i centri stile delle griffe, che cercano di monitorare ogni dettaglio della super-

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ficie – contrasti cromatici, alette di piegatura, dimensioni, impunture, finiture - allo scopo di accrescere il pregio di abiti e accessori. Print ha incontrato Niccolò Mion, ceo di Mion, una delle aziende italiane più importanti nel settore delle etichette tessute, punto di riferimento delle multinazionali della moda e del lusso, colosso con una rete vendita che spazia dall’Europa, agli Stati Uniti al Giappone. Con un fatturato di 14,5 milioni di euro e 700 clienti nel mondo, Mion ha il più grande parco macchine per etichette esistente, composto da 140 telai customizzati. Vera e propria eccellenza del made in Italy, sorta nel Parco Regionale dei Colli Euganei, a Torreglia, Mion produce 230 milioni di etichette l’anno, e lo fa spaziando su una gamma molto ampia di materiali: dal poliestere riciclato al cotone, alla seta , al lino, dal jacron (materiale molto simile, nel tatto, alla carta) al Pvc, dal legno alle microfibre, alla pelle e molti altri materiali stampati con diverse tecniche (serigrafia e stampa digitale, impressione a caldo, alta frequenza).

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Dal 1967, anno della fondazione, prende il via la storia di Mion, realtà industriale che nei decenni, grazie alla costante ricerca tecnologica e stilistica, ha accompagnato lo sviluppo della grande moda italiana ed europea. E proprio come accade nella filiera della moda, oggi l’azienda veneta è sempre più sensibile al tema della sostenibilità, che si esprime nell’attenzione alla compatibilità delle produzioni e dei filati. Quale posizione occupa la sua azienda nella costellazione di imprese che popolano il settore delle etichette in tessuto? Siamo la Ferrari del settore, siamo fornitori di tutti i brand del lusso. Lavoriamo quasi esclusivamente con le grandi aziende della moda e del lusso, sia italiane che francesi, abbiamo uffici commerciali e agenti in tutta Europa e nel mondo, siamo insomma l’azienda più importante nel settore del lusso. Qual è il vostro più immediato obiettivo? Vogliamo realizzare al più presto, nel corso di quest’anno, un prodot-

il nostro progetto è sostituire tutto il filato di poliestere con il poliestere riciclatO PRINTLOVERS | FEB2019


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to completamente sostenibile. Ce lo hanno chiesto i clienti e noi – che eravamo preparati a questa esigenza ormai molto diffusa nel mondo del lusso – abbiamo deciso di avviare un progetto importante di sostenibilità.

vogliamo diventare la prima azienda produttrice di etichette tessute al mondo, completamente greeN PRINTLOVERS | FEB2019

Di cosa si tratta? Vogliamo sostituire tutto il filato di poliestere con il poliestere riciclato, una delle fibre tessili più sostenibili in assoluto, un materiale ecologico, trasformato in fibra a partire dalle comuni bottiglie in plastica. Un progetto ambizioso? Sì, Mion Green è un ambizioso progetto in tema di eco-sostenibilità e attenzione all’ambiente: vogliamo diventare la prima azienda produttrice di etichette tessute al mondo, completamente green. Il progetto Mion Green darà un ulteriore valore aggiunto alle nostre etichette, pur mantenendone inalterate le caratteristiche di qualità e stabilità, che da sempre caratterizzano i nostri prodotti.

Come si fa a riconoscere un’etichetta in poliestere riciclato? Non è possibile riconoscerla, sono praticamente uguali alle etichette standard. La materia prima, ovvero il poliestere, deve essere accompagnata da una certificazione che stabilisce il fatto che quell’etichetta deriva da materiali naturali. Altrimenti nessuno lo sa. In questo senso le certificazioni sono importanti. Il nostro fornitore vanta la certificazione Global Recycle Standard (Grs), che va ad aggiungersi alla Oeko-Tex di classe 1, la certificazione che accerta la salubrità delle fibre tessili che l’azienda detiene dal 1995. Come fate a progettare le etichette perché siano in sintonia con i desideri dei brand del lusso? Noi presentiamo due collezioni all’anno di etichette create da noi, lo facciamo con un anno di anticipo rispetto alle sfilate. Presentiamo agli uffici stile i nostri look-book, proprio come le aziende di abbigliamento. Ci rivolgiamo a chi studia le tendenze e progettiamo etichette fatte con tutti i tipi di filo. Nella cre-

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azione delle collezioni ci muoviamo esattamente come si muovono le aziende che fanno abiti: guardiamo ai fenomeni che accadono nel mondo, al cinema, alle strade delle grandi metropoli, ai giovani, ai cambiamenti della società. Attraverso i nostri book promuoviamo poi le collezioni. L’etichetta è il biglietto da visita delle aziende che lavorano nella moda, dunque c’è molta attenzione ai dettagli. Come sono le etichette alla moda? Sono realizzate con tecniche semplici, hanno alette in alto e in basso perché non si veda la cucitura, le grafiche di moda sono quelle geometriche o con motivi floreali, ma con pochi colori. Il design deve comunque sempre essere riconducibile allo stile dei brand. Come funzionano gli ordini online? Abbiamo un sistema di web ordering che Mion ha reso utilizzabile da tutti i clienti per inserire pro-

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poste d’ordine e per monitorarne e tracciarne lo stato di avanzamento. Permette infatti ai vendor autorizzati di inserire direttamente ordini di prelievo on-line. Dove sta andando questo mercato? Il mercato si è contratto rispetto a qualche anno fa. Si è creduto a un certo punto che l’artigianato italiano fosse facilmente sostituibile, ma ora i brand del lusso sono tornati perché siamo italiani, e questo rappresenta una garanzia di autenticità della catena di custodia. In che senso l’Italia rappresenta una garanzia? Noi gestiamo i brand dei clienti, siamo i soli a poter dare loro l’ assicurazione che le loro etichette non siano falsificate, che non si creino dei falsi: inseriamo infatti, in fase di tessitura, un sistema di riconoscimento non visibile a occhio nudo che dà ai clienti la garanzia che l’etichetta è autentica.

ora i brand del lusso sono tornati perché siamo italiani, e questo rappresenta una garanzia di autenticitA PRINTLOVERS | FEB2019


THERE‘S WHITE AND THEN THERE‘S G-SNOW. La nuovissima carta ultra-bianca. Disponibile ora! Per ulteriori informazioni contattate: Arctic Paper Italia srl info-it@arcticpaper.com +39 02 669 49 41 Distributore locale: Cartaria Monzese srl ordini@monzesecarta.it +39 02 48 00 95 24

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c’è postproduttore il , re to a p m ta , un e lo s tra il fotografo a foto perfetta per la stampa tiva. o rd o c c ra i d ta ell Figura responsabile d ensibilità e capacità interpre il È . e d e v i s n l a, s ma no petenza tecnic i, da vent’anni riferimento ne agine. m o c i d o tt fa in m lavoro atteo Tranchell ne pubblicitaria legata all’im M n o c o m ia rl a zio Ne p della comunica o n a li a it a m ra o pan

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PIBIRI

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lito. inciata nel foto m co a ri o st a n U , 50 ellini, milanese Matteo Tranch zoli R o all’Istituto iz anni, si è format assato nella un p di Milano e ha e gli ha dato una ch fotolitografia Oggi ica delle cose. visione analog e orta il suo nom lo studio che p ne nell’elaborazio è specializzato la al magini: d digitale delle im coli cromatica a pic messa a punto rativi, fino alla interventi miglio ini complesse mag creazione di im one 3D, e lavora e alla modellazi me Saatchi & con agenzie co e ter Thompson Saatchi, J. Wal ma e ne ci n. Editoria, McCann Erikso settori bblicità sono i soprattutto pu ne con una passio di riferimento, le &Motorcyc per Automotive oto ati, Renault, M (Ferrari, Maser ior, per il Fashion (D ur) ), lia ri p A i, zz u G lamo ani, Vogue e G Valentino, Arm ni, ti everage (Mar e per il Food&B no e Barilla). Lo Campari, Cinza lizzato anche in studio è specia re, con stiche e d’auto produzioni arti nella a competenza una grandissim t. stampa fine ar

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Lo studio di Viale Misurata 41 a Milano ricorda una serra tropicale, piena di verde e di luce e con una grande voliera abitata da un pappagallo chiacchierone. Fuori, in giardino, sfilano alcuni esemplari di galline ornamentali provenienti dalla Cina. Piumose, pettorute e superbe offrono immediatamente uno spunto di conversazione con Matteo Tranchellni: il libro Chic-ken realizzato a quattro mani con il fotografo Moreno Monti. Una straordinaria galleria di ritratti di galline che posano disinvolte, stagliandosi su sfondi neri con piumaggi variopinti e spumeggianti, creste plastiche e l’attitudine di chi non teme l’obiettivo, chic come le modelle della Belle Époque di Giovanni Boldini. Ma Chic-ken è solo l’ultima fatica di una lunga carriera di lavoro sulle immagini, cominciata, da giovanissimo, nel fotolito, e proseguita in proprio a partire dalla fine degli anni Novanta, quando ha abbracciato il boom della postproduzione digitale in pubblicità. Quanto è importante la competenza acquisita con la fotolitografia nel lavoro di postproduzione digitale? Per me è fondamentale. Faccio parte della generazione protagonista del passaggio dall’analogico al digitale e ho lavorato nel fotolito sia come cromista che come montaggista a mano. I miei strumenti erano maschere e pennello, e chi come me operava in questo settore deteneva un sapere empirico ma straordinariamente approfondito. Il cromista doveva avere occhio e sensibilità, doveva essere in grado di percepire variazioni del 3% sul puntino guardando un’immagine attraverso il lentino. E anche se quella del fotolitista è una figura strettamente tecnica, a differenza di quella del postproduttore che è anche interpretativa, il bagaglio che ho acquisito è di grande importanza perché, malgrado siano cambiati i mezzi, la stampa funziona sempre in quadricromia, e il computer ragiona sempre per quattro canali. Sapere che un grigio può avere equilibri diversi a seconda delle percentuali dei quattro colori mi permette di ragionare come lo stampatore, di evitare a monte i problemi che possono nascere in fase di stampa tutte le volte che un esecutivo viene preparato basandosi solo sulla resa a monitor, approccio che spesso ha chi è nato e cresciuto esclusivamente col digitale. Qual è il processo di realizzazione dell’immagine perfetta? Si deve partire sempre da un’idea creativa il più possibile precisa, per non farsi dominare dai mezzi e dalle loro infinite possibilità. Ci sono campagne in cui il layout è molto chiaro e lo spazio creativo è minimo; in altre l’idea prende forma strada facendo, e anche il postproduttore ha il suo peso nelle soluzioni creative. Le strade sono molteplici: ci può essere lo scatto da perfezionare sul semplice piano cromatico e ci può essere l’immagine da comporre partendo da numerosi scatti da montare insieme, come avviene nell’automotive in cui viene realizzato uno scatto per ogni dettaglio. Nel corso del tempo ci siamo specializzati anche in modellazione 3D, uno strumento molto versatile per la creazione di elementi da utilizzare da soli o all’interno di immagini complesse. Il livello di perfezione tecnica è estremo: si può, per

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esempio, modellare una bottiglia di vino restituendo alla perfezione la trasparenza del vetro, la consistenza materica della carta, le nobilitazioni dell’etichetta. Così si eliminano a monte tutte le imperfezioni che potrebbero esserci nello scatto fotografico e si ottiene un’immagine che può essere utilizzata all’infinito, ingrandita quanto si vuole e posizionata in tutte le angolazioni e ambientazioni possibili senza dovere, ogni volta, ripetere lo shooting. Fin dove si può spingere la postproduzione nell’immagine pubblicitaria? Il senso del limite è frutto di molti fattori: c’è il brief del cliente e il risultato che vuole ottenere, certo, ma molto dipende dalla sensibilità del postproduttore. E non dimentichiamo il contesto: quando la postproduzione digitale è nata si tendeva a portarla ai suoi limiti estremi. Era un nuovo giocattolo da sperimentare e tutti volevano mostrarne la muscolarità. C’è stato un momento, nell’arte e nella pubblicità, in cui si andava per estremi: la postproduzione esagerata, barocca e surreale di David LaChapelle, per intenderci, e la fotografia nuda e cruda come forma di provocazione di Thierry Richardson. C’è, in questo momento, una tendenza estetica prevalente? Come tutte le cose che vengono metabolizzate col tempo, la postproduzione ha raggiunto il suo equilibrio e ora tende verso un’estetica naturale, in cui il lavoro ben fatto è quello che non si nota. Ma dal punto di vista della comunicazione visiva è un momento in cui sembra manchino punti di riferimento precisi, un po’ perché assistiamo a un impoverimento culturale – e arte e pubblicità sono sempre andate a braccetto, mutuando reciprocamente i propri linguaggi – e un po’ perché molti parametri basati su stereotipi sono giustamente stati messi in discussione e non si sa bene da dove ripartire. Come si potrebbe definire il rapporto tra postproduttore e fotografi, e cosa si prova a intervenire sul lavoro di grandi autori? Ho avuto la fortuna di lavorare con star della moda come Marino Parisotto, Giampaolo Barbieri e Brigitte Niedermair. Lavorare con persone di grande carisma non è sempre semplice perché si mette mano a lavori fortemente personalizzati, ma arricchisce moltissimo il proprio bagaglio culturale e dà enormi soddisfazioni. Nel momento di massima sperimentazione, la postproduzione

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Si deve partire sempre da un’idea creativa il più possibile precisa, per non farsi dominare dai mezzi e dalle loro infinite possibilità. — Matteo Tranchellini

è diventata in alcuni casi addirittura prevalente rispetto alla fotografia in sé, tanto che i portfolio di molti fotografi si distinguevano per l’impronta di chi aveva fatto la postproduzione. In quel momento la mia figura veniva percepita come una minaccia anche se poi, per quanto un’immagine possa essere manipolata, i diritti sull’opera restano sempre in capo al fotografo. Quando si progetta un’immagine fotografica si tiene conto dei supporti di stampa e della tecnologia che si utilizzerà? Non è frequente che si metta a punto l’immagine fotografica sulla base della carta o sulla macchina che verrà utilizzata: quella è una competenza specifica dello stampatore. Piuttosto il ragionamento è inverso: a partire dall’immagine realizzata, si scelgono le tecnologie e i supporti più adatti a valorizzarla. Il mio lavoro di solito termina con la messa a punto del profilo di stampa corretto e la garanzia che l’immagine rispetti degli standard, fornendo, se necessario, una prova di stampa certificata. Nei casi in cui ho modo di scegliere il supporto o la tecnologia, seguo l'avviamento macchine, relazionandomi con lo stampatore che alla fine dà la curva precisa.

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Quindi, dal punto di vista tecnico, la stessa fotografia può andare bene per un catalogo di alta gamma, un packaging e un quotidiano? Le tecnologie di stampa sono talmente evolute che non è più necessario realizzare immagini diverse a seconda della destinazione. Anche sui quotidiani, un tempo spauracchio di brand e creativi, ormai si stampa la fotografia con una qualità eccellente. Il controllo sulla macchina è estremo, ogni dato numero di fogli viene fatto il controllo col densitometro, mentre prima avveniva tutto in maniera empirica: il cromista metteva le pellicole a bagno nell'acido, controllava temperatura e umidità e tutto era basato sulla sensibilità personale, con un margine di errore molto più ampio e tollerato. Come si ottiene la prova di stampa certificata, e si realizza per tutti i lavori? Si usa una stampante con caratteristiche specifiche, dotata di un software – il più usato adesso è GMG – che stampa l'immagine con una scala di valori che viene letta da uno spettrofotometro. Se la stampa si discosta del 3% dai suoi parametri, la prova di stampa non è valida. La richiesta di prova di stampa da parte dei committenti non è elevata, un

PAGINE PRECEDENTI — Chic-ken — Cliente: Pirelli

IN QUESTE PAGINE — Cliente: Vogue Foto: Brigitte Niedermair — Cliente: Fabi Foto: Brigitte Niedermair — Cliente: Gianvito Rossi Foto: Brigitte Niedermair — Chic-ken

po’ perché gli strumenti sono molto più evoluti di prima, un po’ perché alcuni clienti la fanno internamente, ma spesso, quando ho dei dubbi, la faccio per un controllo interno: c'è sempre un margine di errore che bisogna prendere in considerazione. I problemi oggettivi legati alla specificità della stampa si verificano nel 5% dei casi. Nel 95% si rispetta uno standard che va bene per la maggior parte dei lavori. Un consiglio ai giovani che vogliono fare questo mestiere? Arricchire la propria esperienza personale, leggere libri, andare a vedere le mostre, crearsi un bagaglio culturale. Bisogna essere curiosi e trasversali, perché la competenza tecnica nell’uso degli strumenti non basta. Pensiamo solo a come sono cambiati i riferimenti negli anni: ci sono film che hanno plasmato la nostra estetica. Avere dei punti di riferimento serve non soltanto a stimolare l’immaginazione, ma anche a essere in grado di reinterpretare un concetto e uno stile, perché si capisce come sono stati fatti, come sono nati e perché. Concludiamo in bellezza: in apertura abbiamo accennato a un libro molto particolare accompagnato da una mostra itinerante… come è nato e come è stato stampato? Chic-ken è un lavoro a quattro mani realizzato col fotografo Moreno Monti. Si tratta di ritratti di galline ornamentali, riprese nelle loro pose naturali, da cui traspare tutto il carattere oltre alle peculiarità estetiche. L’idea è nata dalla frequentazione di fiere avicole molto diffuse nel Nord Europa, legate alla tradizione aristocratica settecentesca di popolare i giardini di bellezza. Il libro è stato realizzato grazie a una campagna di crowdfunding che ha avuto un successo inaspettato, ed è stato stampato in offset in 3500 copie da Kappadue Arti Grafiche di Treviso. Abbiamo scelto l’offset perché ci è sembrata la tecnologia più efficace per restituire le diverse gradazioni di nero degli sfondi, che nella parte alta diventano tutt’uno con il nero delle cornici delle pagine. Per quanto riguarda le stampe da esposizione, invece, abbiamo scelto una tecnologia ibrida, la Lambda di Colorzenith: la stampa avviene da file digitale con getto d’inchiostro su carta fotografica. Il laser fissa l’immagine che poi viene sviluppata in analogico, con bagno di sviluppo e fissaggio. Rispetto all’inkjet tradizionale, che già offre una qualità altissima, la Lambda permette alla luce di entrare nel pigmento, che si stratifica e restituisce una profondità straordinaria a immagini così ricche di contrasti e dettagli.

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IL LINGUAGGIO VISIVO DI NICOLÒ DEGIORGIS PRENDE FORMA NELLA STAMPA DI LONGO

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Un giovane fotografo di Bolzano che ha già raggiunto la fama internazionale. Tre libri — Hidden Islam, Oasis Hotel e Transart — che raccontano storie di devozione nascosta, viaggi in terre inospitali e arte e cultura in luoghi non convenzionali. E il sodalizio con LONGO: molto più di un semplice partner di stampa.

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LONGO, azienda tipografica fondata a Bolzano nel 1957, si sta annoverando tra i consulenti di stampa italiani più attivi nel mondo della fotografia e può contare su importanti collaborazioni internazionali, quali Donata Wenders, Oliver Klink, Aaron Farley, Fumiko Imano, Christopher Thomas e molti altri. La stampa di questo genere di volumi dà particolare valore all’elaborazione artistica, trasformandoli in oggetti, pezzi da collezione e opere d’arte. Grazie all’attenzione e alla precisione sia in fase di prestampa che in fase di stampa, la realizzazione di questi volumi rappresenta sempre una grande soddisfazione. Che siano immagini dai colori sgargianti o fotografie in bianco e nero, la riproduzione pressoché fedele all’originale richiede però una grande esperienza e rappresenta anche una grande sfida. Gli estremi con-

trasti, la varietà di toni e le sfumature di grigio nel caso di immagini in B/N richiedono processi di stampa particolarmente esigenti. LONGO, grazie alla stampa Duoton e Triton e a retinature particolari, è in grado di ottenere la quasi assoluta perfezione nelle immagini e di raggiungere un risultato ottimale in termini di sfumature di grigi e profondità. L’effetto di stampa è incredibilmente più alto. LONGO E NICOLÒ DEGIORGIS, UNA COLLABORAZIONE VINCENTE Tra i fotografi che hanno scelto LONGO come partner per i loro progetti c’è Nicolò Degiorgis, nato a Bolzano nel 1985, che già nel 2011 è stato selezionato dalla prestigiosa rivista americana di fotografia "Photo District News” come uno dei 30 fotografi emergenti a livello mondiale.

Dopo gli studi in cinese alla Ca’ Foscari di Venezia e alla Capital Normal University di Pechino, ha deciso di dedicarsi alla fotografia durante uno stage a Hong Kong; decisivi, per il suo ingresso nel professionismo, il tirocinio svolto nella leggendaria Magnum Photos di Parigi, fondata da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, e la collaborazione con Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton. Oggi Degiorgis lavora come fotografo free-lance per riviste internazionali come Financial Times Magazine, D di Repubblica, Io Donna, Madame Figaro, Vogue Giappone. Ha fondato insieme al fratello Michele la casa editrice "Rorhof ", dal nome di un vecchio maso di Bolzano, con la quale produce numerose mostre e workshop. Negli ultimi anni ha ottenuto importanti riconoscimenti per i suoi progetti fotografici.

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“HIDDEN ISLAM”, UN VOLUME PLURIPREMIATO Il più famoso dei libri di Nicolò Degiorgis è sicuramente "Hidden Islam", con cui nel 2014 ha vinto il premio “First Book Award - The Paris Photo Aperture Foundation 2014”, come uno dei migliori libri fotografici dell’anno. Lo stesso anno ha ottenuto il 1° premio "Arles 2014 – Les rencontres de la photographie Prix du Livre D´Auteur“ ed è stato insignito del premio “Deutscher Photobuchpreis 2014”. “Hidden Islam" è un’indagine sui luoghi di culto degli immigrati islamici nel Nordest: Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Qui Degiorgis documenta in 132 immagini il mondo nascosto delle piccole moschee di fortuna ricavate da spazi di ogni genere – garage dismessi, magazzini abbandonati, negozi, fabbriche, discoteche – in luoghi periferici delle città o nei centri storici

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abbandonati. La struttura narrativa del libro è suddivisa in due sezioni complementari: fotografie degli ambienti di culto prese all’esterno, in bianco e nero, con taglio fotografico rigoroso; poi una doppia pagina a colori, che mostra l’interno dei luoghi, racchiusa dentro due pagine ripiegate, sotto gli esterni. Foto affascinanti di edifici, presenti nel libro sotto forma di immagini pieghevoli, che si lasciano aprire e mostrano ciò che non è visibile ai più. In questo volume l’impaginazione e l’oggetto editoriale creano essi stessi significato: attraverso le pagine di “Hidden Islam” che si aprono, il lettore scopre quasi fisicamente i segreti dei vari luoghi selezionati. Il libro è autoprodotto dalla casa editrice fondata da Degiorgis stesso, Rorhof, e accompagnato da un’introduzione del fotografo inglese Martin Parr.

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­­­­OASIS HOTEL, TRANSART E GLI ALTRI LIBRI LONGO da anni collabora con Nicolò e tra le altre sue pubblicazioni si annoverano "Oasis Hotel", che documenta un'escursione in autostop lungo la China's Cross-Desert Highway, una strada costruita a metà degli anni '90 per aiutare l'estrazione del petrolio. Si estende per oltre 500 km da nord a sud attraverso il Taklamakan, uno dei deserti più inospitali del mondo. Il viaggio registra la strada e la sua gente – camionisti, raccoglitori di cotone, lavoratori dei pozzi petroliferi e prostitute – le cui vite sono coinvolte nella dipendenza e nella desolazione della prospera industria petrolifera. Nel 2015 “Oasis Hotel” si è aggiudicato il secondo posto al Fedrigoni Top Award. “Transart“ raccoglie le immagini suggestive di uno dei festival culturali più innovativi dell’Alto Adige, dove artisti internazionali si riuniscono in luoghi

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insoliti come fabbriche, rimesse di autobus e padiglioni industriali, condividendo l’interesse per la sperimentazione. Molto importante anche il lavoro di archivio su Julius Neubronner “The Pigeon Photographer”, vincitore dell’ “Historical Book Award 2018 at the Prix du Livre at Rencontres d’Arles”. Nel suo ultimo libro "Peak" invece, Degiorgis usa il linguaggio della fotografia in un modo così coerente che non è più necessario aggiungere testi o didascalie. Nel libro non si trovano né saggi né spiegazioni: le immagini parlano da sé. Ciò che contraddistingue la collaborazione di LONGO con Nicolò Degiorgis e con gli altri fotografi e case editrici è l’entusiasmo. Ha origine una particolare vibrazione tra team di consulenti, l’artista e i designer, tutti accomunati dal desiderio di massima qualità e dove spesso si agisce e si pensa, comprendendo pensieri e desideri, addirittura anticipandoli.

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LUXORO ESPLORA DESIGN ESCLUSIVI PER PACKAGING INEDITI

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Un progetto originale per l’uso di Spatial FX, l’esclusiva proposta di nobilitazione introdotta da Kurz.

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Francesca Meana, di Pourquais Pas Lab, è la Paper Designer con cui Luxoro Srl ha collaborato in questo progetto inedito, dedicato a esaltare le performance di Spatial FX, l’esclusiva proposta di nobilitazione introdotta da Kurz, una tecnica con la quale è possibile creare effetti tridimensionali attraverso un’illusione ottica: una combinazione di creatività e tecnologia di stampa che lascia senza fiato. Spatial FX è un prodotto della linea TRUSTCONCEPT® attraverso cui la grafica prende forma e dà vita alla superficie: soluzione di stampa dall’impatto visivo spettacolare grazie all’utilizzo di effetti olografici all’avanguardia, personalizzati e inediti.

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Designer e artista di grande raffinatezza, Francesca Meana ha accettato la sfida di abbinare la tecnologia Spatial FX ad un piccolo astuccio da lei progettato, un oggetto unico nel suo genere, presentato per la prima volta al Luxe Pack 2018 di Monaco. L’idea da cui è partita la designer è stata quella di giocare con le sfumature dei toni abbinando una grafica in stile origami con un richiamo al rilievo a secco. Il disegno delle geometriche pieghe della carta e le gradazioni di colore sono l’intuizione perfetta per far risaltare l’illusione ottica del tridimensionale, caratteristica inedita di questa tecnologia brevettata in casa Kurz. Ci sono voluti confronti e interazioni tra tutti gli attori del progetto per

ottenere un risultato capace di rendere tangibili gli effetti, e allo stesso tempo un manufatto così originale. La capacità di dare forma a un'idea è sempre frutto di competenza ed esperienza e questo piccolo gioiello di packaging ne è la prova. In questa cornice un ruolo importante è stato quello del partner Pusterla 1880, la cartotecnica che si è occupata di produrre l’astuccio, azienda in cui Francesca è cresciuta, si è formata e ha nutrito la sua passione. Solo alla fine Francesca Meana ha deciso di aggiungere il tocco di colore al design, ottenendo un’opera che rende in pieno l’ecletticità del carattere pseudo-plastico del TRUSTSEAL® SFX creando effetti spaziali

sorprendenti. Le sfumature dei toni esprimono perfettamente l’effetto tridimensionale e la stampa sembra effettivamente sollevarsi dalla superficie. Il packaging nobilitato con lo Spatial FX diventa così esperienza perché crea effetti inattesi per i consumatori e al contempo dona un senso di avventura ai tecnici del settore. La proposta di tecnologia di stampa firmata Kurz permette di creare idee e immagini che una volta ottenute, oltre alla soddisfazione, lasciano un senso di conquista di un territorio nuovo mai esplorato.

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Tutti i premiati, le foto e i video su www.oscardellastampa.it

OSCAR DELLA STAMPA BEST DIGITAL PRINTER sponsored by

Gli Oscar della Stampa premiano ogni anno il meglio dell’industria grafica italiana e danno accesso, di diritto, al Club delle Eccellenze: aziende che rappresentano l’eccellenza non solo da un punto di vista qualitativo di prodotto ma anche organizzativo, etico, di propensione alla formazione e valorizzazione delle proprie risorse. Le categorie dei premi conferiti dalla giuria nell’ultima edizione, che ha avuto luogo il 30 novembre 2018 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano sono: Imprenditore dell’anno, Best technology innovator, Best nobilitazioni e supporti speciali, Best label printer, Best digital printer, Best cartotecnica, Best converter, Best wide format, Industry 4.0 printer of the year, Industria grafica dell’anno.

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Trend di innovazione, nuovi prodotti e servizi, capacità di anticipare e rispondere alla crescente domanda dei creativi e dei brand che vogliono innovare la loro comunicazione. Come si esprime l’eccellenza italiana nel digital printing? Abbiamo dato la parola alle aziende che negli ultimi tre anni si sono aggiudicate l’Oscar della Stampa come Best digital printer: Ghelfi Ondulati nel 2016, tech:art nel 2017 e PressUP nel 2018. L’Oscar al Best digital printer premia chi ha saputo interpretare al meglio l’innovazione digitale, sfruttando il momento di trasformazione in una grande opportunità di business. Cosa vi ha permesso di raggiungere l’eccellenza? Roberta Bottà, Responsabile marketing e comunicazione di Ghelfi Ondulati: Abbiamo creduto fin da subito alle potenzialità della stampa digitale e proprio per questo, nel 2016, siamo stati i primi in Europa a investire in una stampante indu-

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striale digitale. Contestualmente abbiamo creato una funzione aziendale dedicata alla stampa digitale: un team multidisciplinare di 15 persone in grado di orientare e seguire i nostri clienti in tutti gli aspetti coinvolti nello sviluppo di packaging innovativi. Gli ambiti di attività per la creazione di packaging digitali sono molteplici: ideazione grafica dei contenuti, interconnessione con il web, progettazione e ricerca, realizzazione. L'insieme di queste competenze ha consentito di realizzare un'ampia gamma di packaging dedicati e versatili: packaging con dediche personalizzate, composizioni puzzle, imballi parlanti collegati al web tramite QR code, imballi anticontraffazione e tracciabili, stampa di pezzi unici, edizioni limitate personalizzate in base all'area geografica, ricorrenze, campagne di comunicazione. Davide Salvo, co-fondatore e CEO di tech:art: Il nostro progetto di sviluppo si è basato sin dall’inizio sulle potenzialità dell’innovazione

digitale. Abbiamo inserito in azienda tutte le tecnologie di stampa e di nobilitazione che ci permettessero di proporre prodotti con un elevata qualità e ad alto valore aggiunto. L’integrazione della stampa digitale con Hp Indigo, la verniciatura UV con MGI JetVarnish 3d, l’hot-foil con Kurz DM-Liner e la fustellatura laser con Highcon ci hanno permesso in questi anni di creare un flusso di produzione digital-oriented con il quale siamo riusciti a rispondere alle nascenti esigenze del mercato. Un case-history esemplare è stata, sei anni fa, il lancio sul canale web della nobilitazione con la vernice UV spessorata di biglietti, cartoline augurali e brochure. Oggi tutto ciò si sta ripetendo con la personalizzazione degli stampati con la fustellatura laser decorativa e con il packaging su misura, che libera totalmente la creatività di agenzie di comunicazione ed end-user. Il mix tra gli investimenti tecnologici e i grandi professionisti presenti in azienda è la chiave di uno sviluppo così entusiasmante.

Vincenzo Cirimele, CEO di PressUP: Siamo una realtà relativamente giovane che in pochi anni ha saputo affermarsi tra i leader in Italia. La nostra genesi si differenzia da quella di molti altri player del web to print che si sono proposti online facendo uno switch da realtà di stampa tradizionali; PressUP invece nasce e si sviluppa come tech-company pura, puntando su un workflow proprietario customizzato sulle esigenze del canale di vendita online. Tra gli asset su cui si basa la nostra identità è prioritaria la vocazione all’eccellenza che perseguiamo con un controllo qualitativo minuzioso lungo tutta la filiera: dal customer care consulenziale alla verifica gratuita del file di stampa, fino alla consegna anche in giornata con il servizio esclusivo PressUP NOW. Altro elemento distintivo è la nostra anima green che ci ha permesso di conseguire le certificazioni FSC e PEFC e ci porta a lavorare in conformità con i più elevati standard di sostenibilità ambientale. Pur operando come solution provider globale,

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abbiamo colto da subito la necessità di proporre online servizi a valore aggiunto come il filorefe, la tecnologia H-UV e stampati nobilitati. — Sono anni di grande fermento nel settore della stampa digitale. Quali sviluppi vi riserva il futuro e come vi distinguerete sul mercato? Roberta Bottà: Le caratteristiche dell'imballo digitale ci consentono un nuovo posizionamento nell'industria di marca e dell'ortofrutta, che sono sempre più alla ricerca di flessibilità e personalizzazione. Stiamo investendo in ricerca per creare imballi sempre più interconnessi con il web e offrire un'ampia gamma di servizi a valore aggiunto per il consumatore finale: informazione sull'origine dei prodotti, tutorial, partecipazione a concorsi a premi, community management, customer care... Grazie alla nostra scelta, unica in Italia, di utilizzare

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la tecnologia di inchiostri ad acqua per la stampa digitale, siamo in grado di offrire prodotti che rispondono alle esigenze più restrittive in termini di compatibilità e sicurezza alimentare. La disponibilità interna di tutte le competenze necessarie per la realizzazione dell'imballo digitale dalla A alla Z, unita agli investimenti in tecnologia e alle caratteristiche intrinseche della stampa digitale, oggi ci consentono di ideare, realizzare e modificare prodotti in tempi brevissimi, in linea con le esigenze di time to market sempre più stringenti dei nostri clienti.

le chiavi per riuscire a rispondere alle esigenze dei clienti con qualità ed efficienza, mentre l’innovazione di prodotto è l’elemento per acquisire nuove fette di mercato oggi inesplorate. Sempre di più lo sviluppo software sarà basilare per creare nuovi prodotti digital-oriented e siamo certi che il servizio inciderà sempre di più rispetto allo stampato. Il nostro futuro ci vede quindi impegnati su tutti questi aspetti, avviando partnership solide con clienti e fornitori per creare una rete di eccellenze desiderose di produrre e di stupire.

Davide Salvo: Il presente è decisamente in fermento, l’universo del digitale apre nuovi scenari agli stampatori e l’integrazione tra contenuti digitali e stampa sembra la nuova strada da percorrere. Non da meno la personalizzazione portata all’estremo e la riduzione dei tempi di consegna sono i punti cardine dello sviluppo del nostro mercato. Tecnologia e organizzazione sono

Vincenzo Cirimele: Il mercato ci riconosce un approccio umano che risponde alla nostra volontà di essere client-oriented. Vendere online porta con sé un’impersonalità del rapporto commerciale che riusciamo a valicare grazie all’attitudine consulenziale del nostro customer care e la gestione personalizzata di richieste speciali che vanno oltre il catalogo dell’e-shop. Puntando pre-

valentemente al mondo delle PMI, ci interfacciamo con interlocutori che non sempre hanno il know-how necessario per usufruire autonomamente dei servizi online: hanno bisogno di essere guidati e consigliati, e trovano in PressUP personale preparato per offrire velocemente risposte e soluzioni: questa strategia si sta dimostrando premiante. Per il prossimo futuro intendiamo sviluppare ulteriormente mercati con forte potenziale inespresso, avviando un processo di culturizzazione che porti il servizio di stampa online nel top of mind di chiunque debba stampare. L’acquisto online ormai è entrato nel nostro quotidiano, non esistono barriere concettuali, solo abitudini consolidate che possono essere superate grazie alla conoscenza: più velocità, più efficienza, più convenienza, più tempo da dedicare al proprio business, perché stampare sia solo un piacere.

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Il taglio laser, tra tecnologia e arte ENGLISH VERSION C pg. 86

Con una precisione pressoché assoluta, il laser consente tagli di qualsiasi forma, anche sottilissimi, infinitesimali, senza che si verifichino schiacciamenti dei bordi. Perciò gli effetti migliori si ottengono quando si tratta di refilare geometrie complesse: le lavorazioni risultano definite, i tagli impeccabili. La vera novità in questo settore è la tecnica di micro foratura, che presenta un dettaglio di disegno impeccabile, affascinanti sfumature cromatiche e una stupefacente trasparenza. di L O R E N Z O

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Nata da un’idea teorizzata da Einstein fin dal 1916, l’invenzione del laser è attribuita a Ted Maiman, fisico californiano che, il 16 maggio 1960, dopo una lunga passeggiata su una spiaggia deserta di Malibu accese il primo laser artigianale. Poiché nessuno in quegli anni conosce Maiman dovrà trascorrere un bel po’ di tempo perché la maggior parte dei fisici accetti la scoperta. Il fatto di non essere uno scienziato convenzionale lo esclude per giunta dal premio Nobel. Nonostante tutto da quel giorno il laser entra nelle nostre vite, diventando presto uno strumento tanto diffuso quanto indispensabile, emblema non solo della scienza, ma anche della fantascienza, tanto che già nel 1964, all’epoca della sua stesura, nell’episodio pilota di Star Trek ‘The Cage’ viene usato per la prima volta un fucile laser. Ben prima della spada laser dei Jedi di Lucas.

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Il laser deve la sua grande diffusione per prima cosa al fatto che si tratta di una tecnologia tutto sommato economica e, soprattutto, di facile applicazione in ambiti anche molto diversi tra loro che vanno dalla medicina alla cosmesi, dalle stampanti alla lettura dei barcode, dai lettori di dvd agli strumenti di misura, fino agli usi ludici, militari o industriali per i settori più vari, arti grafiche comprese. UN GAS, DUE SPECCHI E… ENERGIA! Per noi nel XXI secolo è quasi scontata la sua esistenza anche nei comuni elettrodomestici di casa, ma qual è il suo funzionamento? Caratteristica principale del laser è quella di produrre un fascio di luce perfettamente costante, molto intenso ed estremamente concentrato. In altre parole, a differenza di una lampadina che irradia luce ovunque intorno a sé disperdendo la sua intensità luminosa, il laser focalizza in un punto molto piccolo la luce come una potente lente. Senza scendere in inutili tecnicismi, il laser si configura come un apparato costituito da un gas, che funge da mezzo, una pompa di energia e due specchi, uno

dei quali parzialmente trasparente. La pompa fornisce in modo intermittente energia alle particelle di gas che, eccitate, iniziano a rilasciare fotoni. Questi, liberi di muoversi, iniziano a colpire a loro volta altre particelle di gas innescando una reazione a catena. Gli specchi, riflettendo i fotoni più e più volte, accelerano e intensificano questa reazione finché non si forma un raggio di qualche decimo di millimetro, particolarmente concentrato, che viene emesso attraverso lo specchio semi-trasparente. Da qui la capacità del laser di illuminare, tagliare, forare, vaporizzare, ablare, marcare… insomma modificare un materiale in svariati modi senza quasi creare scarti, in quanto il materiale viene sublimato trasformandosi in gas e con una pulizia di taglio pressoché perfetta. UN’ALTERNATIVA AL TAGLIO Utilizzare il laser per tagliare carta e cartone è una scelta assolutamente ovvia in alternativa alla tradizionale taglierina lineare o alla fustellatura, soprattutto per la possibilità di eseguire tagli di qualsiasi forma, anche finissimi con una precisione assoluta. Eppure


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questo tipo di tecnologia è usata nelle arti grafiche soprattutto per lavorazioni di nicchia, spesso di cartotecnica, o nel caso in cui al taglio si richieda una performance particolare quando non artistica. Il motivo risiede soprattutto nell’abitudine all’uso e nella facilità di accesso, anche economica, al taglio lineare o alla fustellatura per le lavorazioni più frequenti. Sicuramente il laser è un’ottima alternativa alla fustella meccanica. Carmelo De Marco, tecnico commerciale di Gravotech Italia, puntualizza: «Il primo vantaggio offerto dal laser è che non è necessario produrre uno stampo, il secondo che può essere impiegato su tutti i materiali o quasi, compreso il plexiglass che non è fustellabile». È ideale quindi per le piccole tirature, certamente vantaggioso almeno perché non c’è nessun costo per la fustella, nessun ammortamento del costo fustella, spalmato sul numero di copie, pochissimi scarti e nessun tempo di avviamento. «Il costo fondamentale da tenere in considerazione è quello del consumo della sorgente, quantificabile in circa 1 euro/ora. A questo vanno aggiunti ovviamente quelli per il tempo di esecuzione, con

la necessità di avere un addetto che si occupi di monitorare costantemente la situazione, e il tempo di creazione del file, sia che se ne occupi direttamente il cliente, sia che questa fase venga richiesta al fornitore.» Va ricordato però che non ha senso ricorrere al laser per spartire i fogli, o per refilare uno stampato, o ancora per finestrare una busta o fustellare una cartelletta o un astuccio, considerando anche che è una tecnologia molto più lenta della fustella tradizionale. In altre parole il laser non è sempre la digitalizzazione del processo analogico di fustellatura della carta, tanto che per chi produce macchine di laser cutting carta e cartone sono solo un materiale come un altro. FARE ARTE CON IL LASER Il laser inoltre, è a tutti gli effetti una macchina a controllo numerico pilotata da un computer: per questo dà il meglio di sé, al contrario di taglierine e fustellatrici, quando è necessario refilare geometrie complesse con la massima precisione anche su carta patinata. A seconda delle lenti utilizzate il laser permette quindi di tagliare

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praticamente qualsiasi forma di qualsiasi dimensione, senza bruciature. Un esempio di quello che è possibile fare con il laser anche a livello industriale è il libro “Il piccolo teatro di Rebecca” di Rebecca Dautremer, realizzato da Rizzoli: gran parte delle 192 pagine è stata intagliata facendo in modo che lo specchio centrale del foglio fosse vuoto per far sì che i bordi, che formano una sorta di cornice, potessero essere intagliati a loro volta per ricavarne svariate forme. Poiché lo spazio centrale delle pagine è bucato, è possibile vedere anche gli elementi ritagliati delle pagine sottostanti, dando un effetto 3D: in questo modo il lettore ha davvero l'impressione di trovarsi davanti a un palcoscenico e di assistere a una sorta di teatro nel quale si avvicendano personaggi e cambi di scenografia. Solo il laser ha permesso di tagliare elementi di svariate dimensioni che possono essere grandi e complessi, ma anche estremamente piccoli. Ci sono anche “L'erbario delle fate” di Benjamin Lacombe, sempre di Rizzoli, che combina il taglio laser con la carta GSK per creare effetti di trasparenza, o “Cappuccetto Rosso” di Sybille

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Schenker edito da Minedition. In questo caso l’uso del laser cutting è minore, ma rende perfettamente le fronde degli alberi del bosco, le venature delle foglie o ancora il lupo che ha divorato Cappuccetto Rosso. Esiste un gran numero di artisti che con il laser e la carta realizzano vere e proprie opere d’arte come Eric Standley, che crea vetrate sovrapponendo strati di carta colorata incisa al laser (http://www.eric-standley.com), Ingrid Siliaku, che costruisce ardite architetture di carta (https:// ingrid-siliakus.exto.org), l’italiana Francesca Gabbiani o Su Blackwell che realizza vere e proprie sculture intagliando libri. INFINITE POSSIBILITÀ PER CREARE Ma al di là dell’arte, cosa è possibile fare con il taglio laser? La tecnologia laser non può essere associata al solo taglio, ma si possono effettuare una serie di operazioni come il mezzo taglio, la cordonatura, la microforatura, il bassorilievo, la dentellatura, fino all’ablatura per sottrazione che consente di realizzare vere e proprie sculture: tutte lavorazioni queste che possono essere eseguite disgiunte o congiunte tra loro

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a seconda delle esigenze creative e tecniche. Un esempio è la rivisitazione creativa de “Lo scudo con testa di Medusa” del Caravaggio presentata a Luxe Pack da SD Laser. La complessità che caratterizza il dipinto viene resa con la lavorazione della carta. La capigliatura di serpi di Medusa è realizzata con la tecnica del taglio nella prima anta e la tecnica della marcatura nella seconda, mentre la microforatura rende tutto il sestino simile a un tessuto. Solo per limitarci a carta o cartone, si possono realizzare biglietti d'invito o d’auguri, copertine di libri, packaging di qualsiasi tipo, partecipazioni, biglietti da visita, confezioni regalo, decorazioni da tavolo, volantini, brochure, pieghevoli a due o tre ante, inviti tridimensionali come pop up, teatrini e kirigami… realizzati anche in tirature importanti. Basta un giro in cartoleria per rendersene conto. Con questa tecnologia si può lavorare su un foglio bianco steso di piccole o grandi dimensioni, ma anche in post produzione su fogli stampati tagliati perfettamente a registro con la stampa, si possono personalizzare piccole


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come si preparano i file Le macchine laser sono in grado di elaborare sia file raster che vettoriali, anche se questi ultimi sono richiesti per le sole lavorazioni di taglio. Nel caso di laserizzazioni particolarmente complesse in cui coesistono più tecniche si procede con un file misto ponendo su livelli differenti le diverse lavorazioni o intensità di taglio, come il taglio passante o mezzo taglio, riservando la parte rasterizzata per la marcatura. Usando un colore piatto per livello si indicherà al fornitore il tracciato senza incorrere in errori. Qualora si vogliano ottenere ulteriori lavorazioni, ad esempio incisioni più o meno profonde (con diversa potenza) o marcature più o meno intense, si possono impostare ulteriori layer con colori diversi. Parlando di formati e di software sono normalmente supportati sia Illustrator che Autocad e SolidWorks, pdf, eps, mentre i bitmap possono essere cpt, ps, bmp, jpg, tiff, gif e png. Qualcuno accetta anche documenti Office. Le linee devono essere sottili settando, ad esempio a titolo di riferimento, in Illustrator uno spessore di 0,001 pt e “spessore minimo”. Per ottimizzare il materiale, le pose devono essere posizionate in modo da occupare meno spazio. Verificare che il disegno non abbia oggetti in 3d e che quindi le linee di taglio siano tutte alla quota 0; verificare inoltre che non vi siano linee sovrapposte: in tal caso il laser ripercorre più volte lo stesso percorso compromettendo la qualità del taglio.

tirature o agire anche su stampati finiti come ad esempio una scatola già incollata, un libro rilegato, un astuccio che contiene il prodotto, applicando testi, immagini, illustrazioni e decorazioni, ma anche grafismi tecnici come codici a barre, data matrix o QR code. Il materiale non deve essere obbligatoriamente fissato su un piano d’appoggio e si può lavorare anche fuori squadra: una telecamera rileva i punti di posizione e registro stampati sul materiale da lavorare, dando al raggio la posizione. Oggi ci sono anche delle tecnologie che permettono di rilevare le deformazioni del soggetto e seguirne i contorni in fase di lavorazione. Se per esempio la stampa è deformata a causa di una nobilitazione termica, la telecamera individua le anomalie e “pilota il laser” evitando tagli fuori registro. «Le lavorazioni più frequenti — ci racconta Carola Garrone, responsabile marketing di Gravotech Italia — sono la marcatura, l’incisione e il taglio di acrilici (plex, bilaminati plastici), di materiali organici (pelle, stoffa, cuoio, legno, carta, vetro), di metalli trattati (anodizzati, verniciati) e con Thermark anche di metalli grezzi (acciaio, ottone e alluminio).»

Bisogna però stare attenti alle bruciature. Come si fa a evitarle? Durante il taglio, sotto l’azione del raggio, la carta vaporizza in un processo di sublimazione: la carta in altre parole viene consumata e passa allo stato gassoso molto velocemente. È proprio il fumo, che allontana il calore dalla carta, insieme a un flusso d'aria ausiliario e all'aspirazione del piano che evitano questo sgradevole effetto collaterale. Il tutto con la massima precisione e limitando l’impatto ambientale. Un esempio forse estremo, ma sicuramente d’effetto, in cui le bruciature non sono assolutamente tollerate è l’incisione del taglio in controdorso di un libro rilegato direttamente sulle pagine. COSA SI PUÒ FARE… E COSA NO Attenzione però, osare va bene, ma ci sono comunque limiti di cui tenere conto già in fase di progettazione. Bucare le scritte, anche piccole, per lasciar trasparire il sotto è interessante, ma le lettere non possono essere trattate come in stampa: ad esempio agli occhielli devono essere applicati, dove serve, dei punti di tenuta per evitare che alcune parti si stacchino. Inoltre, il taglio laser può essere più lento rispetto alle platine o a fustellatori rota-

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tivi su produzioni con numeri elevati di pezzi. Inoltre, non tutti i laser sono adatti a tutti i materiali: le tre tecnologie attualmente disponibili (CO2, fibra, galvanometrico) non sono intercambiabili. «La fibra è adatta all’incisione su metalli,» spiega ancora De Marco, «il CO2 sui materiali organici, per cui plastiche, gomma timbro, cartoncini eccetera. La tecnologia ibrida che noi proponiamo consente la marcatura su plastica (con alcuni accorgimenti anche su PVC, che in linea generale non è laserabile) e quella che chiamiamo Green, in quanto il raggio generato è di colore verde, è usata su leghe di plastica, policarbonato, circuiti stampati. Queste ultime due sono tecnologie molto più rapide rispetto alla fibra e al CO2 (circa 10 volte più rapide!) e per questo possono essere inserite in linea nei vari processi industriali. Anche se la velocità di lavoro è dipendente dal tipo di macchina, non dal tipo di sorgente: se montata su testa galvanometrica è molto più veloce mentre se viene montata su sistema plotter le velocità si riducono.» Quindi, se abbiamo laser per lavorazioni solo su materiali organici, altri

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su materiali non organici, le tecnologie “miste” fanno in modo che con un solo laser si ampli la gamma utilizzabile di substrati chimicamente differenti tra loro, al netto comunque di accoppiamenti che possono abbinare carta, cartoncino, plastica, vernici, metalli, legni. Il taglio laser garantisce una precisione molto elevata nelle finiture e non necessita di ulteriori lavorazioni di pulitura e lucidatura del bordo di taglio. «Poi ovviamente molto dipende — precisa De Marco — anche dalla forma dell’oggetto da lavorare e dalle sue dimensioni rispetto alla macchina usata: si tratta infatti per lo più di macchine che lavorano in 2D.» Al di là del taglio che può essere fatto su materie plastiche, acrilici, legni, multistrati, tessuti, pelle e naturalmente carta, il laser consente anche l’incisione e la marcatura con profondità diverse, «anche in virtù della diversa potenza del laser utilizzato» specifica De Marco. In questo caso i materiali utilizzabili spaziano dalla carta stessa, con effetti di cesello millimetrici, al legno, dal metallo al plexiglass, dal cuoio ai fogli di pietra, alle plastiche e ai supporti acrilici. A dif-

ferenza del taglio, il processo di marcatura non segue le tracce di un disegno vettoriale, ma di un’immagine raster. In questo caso il software di gestione della macchina determina soglie di grigio alle quali assegna diversi valori di potenza di incisione e tramite il rilascio di energia localizzata si altera la superficie in modo permanente. I limiti sui materiali non sono legati alla tecnologia, ma alle sostanze in essi contenuti o che possono liberarsi durante la lavorazione: è il caso di pelle e pelle artificiale con cromo, fibre di carbonio, PVC, PVB, PTFE e Teflon, ossido di berillio, materiali contenenti alogeni (fluoro, cloro, bromo, iodio e astato) e resine epossidiche. In caso di dubbi è il caso di procedere sicuramente con dei test. La vera novità in campo laser è la tecnica di microforatura che presenta un dettaglio di disegno impeccabile, bellissime sfumature cromatiche e una stupefacente trasparenza. La lavorazione laser lascia passare la luce attraverso il materiale conferendo al campione laserato una sorta di trama trasparente molto simile a quella di un tessuto o di una tela.


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Pensare, per realizzare insieme. In Polyedra non abbiamo mai smesso di farlo, perché c’è sempre un’idea pronta a diventare realtà. Come o grazie a cosa? Possiamo inventarlo insieme: l’importante è non smettere d’immaginarsi il futuro. Polyedra è il partner poliedrico capace di ascoltare per tradurre in soluzioni le vostri visioni. Don’t stop imaging.

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BRANDING

Granarolo: raccontare l'italianità

Come si può raccontare l’italianità di una marca senza incorrere nella trappola dei luoghi comuni? Ci sono tanti modi, spesso abusati, che appiattiscono le caratteristiche delle aziende e li trasformano in stereotipi del made in Italy. Si avverte però la necessità di spiegare, in modo nuovo ed efficace, l’insieme dei valori su cui si fonda il prodotto italiano.

ROGER BOTTI è dal 2008 Direttore Generale e Creativo di Robilant Associati. Il suo ruolo coniuga insieme competenze manageriali, supervisione creativa e responsabilità organizzative. Botti vanta un’esperienza consolidata nel Brand Design e nel Packaging Design. Si occupa anche di Corporate Identity per importanti brand. Sotto la sua supervisione si è consolidato in RobilantAssociati un team dedicato a progetti di Retail Branding e Digital Strategy. Appassionato osservatore dei comportamenti di consumo, interviene spesso come relatore a conferenze e convegni.

Con il progetto Granarolo, Robilant&Associati ha voluto sviluppare il racconto di un’italianità vera, fatta di pluralità, creatività, ingegno. E lo ha fatto attraverso una ‘semplice’ illustrazione, cuore del progetto di comunicazione, che sintetizza la filiera italiana del latte, fatta di centinaia di piccoli produttori eccellenti. Una foto-icona che sintetizza la minuziosa vastità delle piccole realtà locali, la genuinità, la passione. In quanti modi si può raccontare l’Italia? Molte delle aziende che incontriamo ogni giorno si confrontano con la sfida di dare voce a un’italianità straordinaria ed esemplare: persone vere, professionisti appassionati, avanguardie tecniche e tecnologiche, minuziose eccellenze e grandiose visioni. Per tutte, la preoccupazione è la stessa: come valorizzare questo tema senza sacrificare la singolarità, il DNA irripetibile, la storia peculiare? Tanta grandezza e “biodiversità” dell’impresa nostrana è difatti spesso insidiata dal grande concetto del “made in Italy”: abbaglio incombente, a volte più minaccia che opportunità, più appiattimento che unicità. C’è infatti un’italianità “da bandiera” vagamente abusata, calderone di stereotipi inflazionati e ormai vuoti. E poi c’è un’italianità vera, ancora densa e pensante nel senso, che è pluralità, creatività, ingegno. Può essere origine, metodo, saper fare; leggero e sognante lifestyle o pesante meccanica; selezione delle materie o innovazione dei processi; ricette segrete o produzioni irripetibili. Ogni storia è una storia a sé che merita di essere rappresentata, valorizzata e divulgata per rapporto alla sua quotidiana eccezionalità. Granarolo è un’azienda con una storia così. Con un’italianità speciale che abbiamo definito “agricola”. Quante aziende offrono ai consumatori “latte fresco”? Quante imprese possono presentarsi al mercato con la promessa di “latte italiano di qualità”? Quanti produttori si guadagnano la preferenza dei consumatori sulla base della prossimità? Quanti possono vantare un tratta-

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mento rispettoso degli animali e dell’ambiente? Ebbene, più di una e in numero ogni giorno crescente. Ma quanti invece possono affermare di avere più di 700 soci-allevatori, presenti in 12 regioni italiane, con più di 6 mila mucche e una filiera garantita da oltre 400 mila controlli ogni anno su ogni fase della produzione? Soltanto uno. Ed è questo l’elemento fondativo del progetto di branding realizzato per la gamma dei latti fresco e alto pastorizzato. Qualità, filiera, prossimità, benessere animale e benessere per il consumatore: questa è l’Italianità eccellente di Granarolo, questa è l’italianità che nessun altro offre e interpreta cosi. Ecco perché una “semplice” illustrazione è il cuore di questo progetto: un’Italia agricola, da nord a sud la filiera italiana del latte fatta di centinaia di piccoli produttori eccellenti, la più grande in termini di capillarità sul territorio. Un’illustrazione-manifesto che in maniera immediata e diretta dice ai consumatori: siamo grandi, perché siamo la somma di tante piccole e autentiche realtà locali; siamo appassionati, perché mettiamo insieme l’amore e l’impegno dei tanti soci; siamo rispettosi perché abbiamo a cuore il benessere delle nostre mucche; siamo buoni perché il nostro latte è genuino, controllato e garantito in ogni fase. Siamo Granarolo, la più grande filiera italiana del latte. Una semplice, iconica, descrittiva e chiara sintesi: l’Italia agricola è la forza di Granarolo. Restyling del pack? Certo, by the way. Ma più di tutto un progetto fondativo per la marca, una strategia di riqualificazione del posizionamento del brand volto a sancire una nuova pagina della storia Granarolo.

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Pentawards 2019, il concorso che premia i packaging più belli del mondo Dal 25 febbraio al 12 aprile sono aperte le iscrizioni al concorso più prestigioso, su scala mondiale, dedicato esclusivamente al packaging in tutte le sue forme. Abbiamo intervistato Adam Ryan, Project Director di Pentawards, per conoscere meglio i criteri di selezione della giuria e le novità di quest’anno.

Bronzo, argento, oro, platino e diamante. È la scintillante cinquina dei Pentawards, il concorso planetario nato nel 2007 per esaltare il valore del packaging nella strategia dei brand e la creatività di chi lo realizza. I riconoscimenti permettono ai designer di presentarsi al mondo con il proprio expertise, certo, ma non solo: il premio è ricco di momenti di formazione e scambio di idee. Tutte le forme di packaging sono ammesse, con una differenziazione estrema – non meno di 55 categorie – che fa sì che ogni prodotto competa solo ed esclusivamente con i suoi “simili”, sotto l’occhio vigile di una giuria internazionale composta da importanti designer e responsabili del packaging di grandi brand.

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Quali sono i criteri che Pentawards applica per decidere quali sono i progetti più belli al mondo? Ogni anno, packaging da tutto il mondo vengono valutati da una giuria formata da 15 designer, responsabili del packaging e responsabili marketing di grande notorietà e reputazione, che lavorano con alcuni tra i maggiori brand globali. I vincitori vengono scelti in base a quattro criteri principali. Qualità del design: i giudici sono alla ricerca di ottimi design dal punto di vista grafico e strutturale. Considerano aspetti come le scelte tipografiche, il valore artistico, il logo o nome del brand, l’uso del colore, e aspetti strutturali come forma, sagoma e silhouette. Espressione del brand: la giuria valuta l’efficacia con cui il design del pack o della linea esprime la personalità, le caratteristiche o la storia del brand. Creatività e Innovazione: il punteggio ricevuto dal packaging o dalla linea

dipende anche dall’innovazione, dall’originalità e dalla creatività del design. Se il prodotto è una nuova versione o un’edizione limitata di un brand esistente, i giudici valutano l’efficacia del nuovo design paragonato a quello precedente. Potere emotivo: i giudici esprimono la loro reazione generale al pack, la loro reazione emotiva, e se credono che susciterà una reazione positiva nel mercato di riferimento. Ecco alcuni alcuni membri della giuria di quest’anno: Mark van Iterson, Global Design Director di Heineken; Steve Honour, Design and Visual Leader Innovation di Diageo; Mark Budden, Chairman di Design Bridge; Denise Siebert, Vice President Design di Kellogg’s e il nuovo presidente di giuria Clem Halpin, Creative Director di Bulletproof. Che cosa fa spiccare un design da tutto il resto? Ecco alcuni elementi di spicco dei

brand vincitori del 2018. L’omaggio al passato: Mutti è un brand italiano con una ricca storia alle spalle. Per questo motivo, la sfida di rinnovare la linea di pelati era particolarmente difficile per i designer. Nonostante sia un prodotto di fascia alta, è presente in numerose case. Auge Design si è concentrata sulla storia di Mutti, riportando in uso caratteristiche esclusive che erano state messe nel dimenticatoio dallo pseudo-modernismo. L’inclusione di aspetti storici del brand, lo schema di colori semplice (rosso, bianco e oro) e la tipografia sono tutti elementi che hanno reso il progetto un successo e hanno convinto la giuria ad assegnargli il diamante nel 2018. Esecuzione perfetta: Guocui Wudu è una bevanda alcolica cinese fatta di erbe medicinali purissime. Per mettere in mostra la purezza delle erbe, ShenZhen Lingyun creative packaging design Co. Ltd ha creato una bottiglia a forma di una goccia

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d’acqua trasparente e blu con linee chiare. I designer si sono anche assicurati che non ci fosse alcuna etichetta sulla bottiglia, in modo che si potesse vedere la purezza del liquido. Il prodotto è sigillato con un tappo di sughero, a cui è attaccato un piccolo libretto informativo. La trasparenza e l’esecuzione perfetta caratterizzano questo design. Ironia: stanca dei soliti vecchi design per lettiere per gatti, Gatuna di The Bold Studio (Spagna) ha capito di aver bisogno di qualcosa in più per distinguersi dalla concorrenza. L’azienda ha distolto la propria attenzione dalle caratteristiche tecniche del prodotto, per creare un design del packaging semplice ma efficace, che guarda al legame emotivo tra gatto e padrone con ironia. Quali sono le iniziative che renderanno l’edizione di quest’anno dei Pentawards la più incentrata, finora,

sulla community del packaging? Sappiamo tutti che non ci si ferma mai nel settore del packaging. Sia che si lavori in un’agenzia, che si diriga un brand, che si forniscano materiali o che si crei il prodotto finale, il tempo è prezioso. Oltre al nuovo sito e al nuovo processo di iscrizione, abbiamo lavorato con la nostra giuria internazionale per creare nuovi criteri di giudizio e un nuovo sistema in cui offriamo feedback di valore e costruttivi a ogni partecipante, che vinca o perda. I nuovi criteri massimizzeranno le possibilità di successo dei partecipanti, rendendo assolutamente chiaro ciò che la giuria sta cercando, e il feedback offrirà un punteggio di eccellenza a ogni partecipante, che può essere messo a confronto con il Global Pentawards Standard. Inoltre, i vincitori riceveranno l’opportunità imperdibile di essere pubblicizzati e di presentarsi a una delle

conferenze globali Pentawards, oltre a poter iscrivere il proprio design a un display dei design vincenti di Pentaward, che viene mostrato in tutto il mondo. Come si colloca in generale il packaging italiano nella competizione mondiale? Nel 2018 Pentawards ha ricevuto 2318 proposte provenienti da 64 paesi in 5 continenti. Ciò rappresenta una crescita del 15% rispetto all’anno precedente e dimostra la portata veramente mondiale del premio. L’Italia è uno dei paesi più creativi al mondo: dall’inizio della nostra competizione, ha vinto 24 premi (dal bronzo al diamante) ed è uno dei 25 paesi con il maggior numero di iscrizioni ogni anno. Auge Design è il primo vincitore italiano del premio diamante. Davide Mosconi, Creative Partner di Auge Design, è parte della giu-

ria del 2019 ed è il primo membro italiano della giuria dei Pentawards. L’agenzia di design Spazio Di Paolo è l’azienda italiana più premiata e ottiene sempre ottimi risultati nella competizione. Questo dimostra il talento, la creatività e l’innovazione portati da questo paese. Di recente ho visitato un evento di UPM Raflatac, intitolato Wine&Design e tenutosi a Milano. L’evento ha riunito agenzie di design, fornitori, brand e produttori che hanno discusso di trend, sostenibilità, marketing e design dell’etichetta. L’evento mi ha permesso di conoscere meglio il mercato italiano e chissà, forse presto organizzeremo una conferenza o una cena di gala proprio lì. Una cosa è certa: l’Italia sta diventando uno dei paesi più stimolanti al mondo per quanto riguarda il packaging design.

Adam Ryan Project Director di Pentaward 0048

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Manifattura del Seveso veste IL CORPO SINUOSO DI VALENTINA Simbolo dell’erotismo italiano, icona sexy nata dal genio di Guido Crepax, Valentina rivive oggi in un magnifico volume di grande formato, Lanterna Magica, prodotto in edizione limitata da Skira per rendere omaggio alla prima edizione dell’opera (1978). Il libro è impreziosito da tre serigrafie numerate e autenticate dall’Archivio Guido Crepax, e da una tavola artistica autografata da Lorenzo Mattotti. Interamente disegnata da Crepax, la storia della giovane fotografa è un esempio

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di “grafica modernissima e di ambientazioni e contesti fuori dalle dimensioni storiche”. È riportato integralmente in questa edizione il testo di Gillo Dorfles scritto in occasione della prima edizione. Lanterna Magica, Skira Limited Edition, ha una tiratura di 300 copie ed è diviso in tre varianti caratterizzate ciascuna da una serigrafia autenticata dall’Archivio Crepax: Imitazioni, Riflesso e Bambole.

Volume di grande formato 35,4cm x47, peso 6Kg Le 216 pagine sono stampate a un colore su Old Mill Fedrigoni avorio da 190 gr capitelli neri, arricchite da un omaggio autografo di Lorenzo Mattotti. La copertina cartonata è rivestita con tela Cialux colore viola speciale con tavola stampata a 1 colore Pantone nero La cartella che custodisce le serigrafie è stampata nero serigrafico profondo su carta Old Mill da 250 gr numerata e timbrata dall’archivio Crepax. La custodia a conchiglia è rivestita in Cialux con trancia a caldo in bianco su piatto anteriore e dorso e inserimento tavola formato 20x10

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E V E N T I

Con UPM Raflatac al convegno Wine&Design L’universo delle etichette tra innovazioni e design, nobilitazioni e neuromarketing. di A N N A

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Una cornice prestigiosa — i sontuosi saloni dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, vero e proprio concentrato di lusso, design e storia - ha fatto da sfondo quest’anno all’interessante convegno Wine&Design, organizzato da UPM Raflatac, sponsorizzato da Luxoro, che si è svolto il 23 novembre dello scorso anno, con l’obiettivo di fare il punto sulle innovazioni nell’ambito delle etichette dei vini: non soltanto per quanto attiene ai supporti, alle tecniche di stampa e di nobilitazioni ma anche sul versante della comunicazione e del design. Media partner dell’evento, la nostra rivista Print. Un pubblico selezionatissimo — titolari di prestigiose cantine e di importanti etichettifici, art director di agenzie internazionali, designer, manager, giornalisti — ha avuto la possibilità di conoscersi, confrontarsi, condividere cibo di altissimo livello, ma soprattutto ascoltare gli interventi degli speaker, brillantemente moderati da Emanuele Posenato, tra i più importanti e noti esperti del settore grafico e cartotecnico. L’ETERNO FASCINO DELL’ORO A inaugurare il convegno è stato Gianni Azzaretti, Brand Ambassador Luxoro, che ha sottolineato l’importanza per le aziende di costruire un vero e proprio racconto attraverso l’etichetta. “L’oro — ha detto Azzaretti — è il più importante richiamo attrattivo per gli occhi: se l’oro asseconda il piacere della vista, il cliché compiace il tatto, se l’oro è la trama il cliché è la parola, dunque il vero protagonista del racconto”. “È giunto il momento di cominciare a comunicare l’oro in maniera diversa — ha detto Jana Kokrhanek, amministratore delegato di Luxoro — una foglia da sola non basta più: attraversiamo un tempo storico in cui la bellezza chiede di venire fuori ma perché questo accada, perché l’etichetta si trasformi in una superficie tattile, ci vuole un cliché”.

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NOBILITAZIONI A PROVA DI SENSI In che modo le carte e le nobilitazioni possono rendere espressive le etichette e dunque influenzare la scelta di un vino? A fornire una risposta a questa domanda che tanto preoccupa le aziende sono oggi le tecniche del neuromarketing, in grado di misurare le reazioni emotive attraverso metodologie legate alle scoperte delle neuroscienze e l’utilizzo di tecnologie come l’Eye Tracker e il Brain Tracker. Particolarmente apprezzata perché di grande interesse in questo momento è stata la ricerca presentata da Andrea Ciceri e Giulia Songa, rispettivamente presidente e CEO di SenseCatch. I due ricercatori, insieme con l’art director Stefano Torregrossa hanno presentato i risultati di una ricerca qualitativa, realizzata grazie alle tecnologie di stampa messe a disposizione da Rotas Italia, svolta su un campione di trenta consumatori allo scopo di individuare nobilitazioni, carte e combinazioni cromatiche più adatte ad attrarre lo sguardo e le emozioni di potenziali consumatori.

quadrata, un nome di fantasia di un vino rosso senza né annata né prezzo) possiamo mettere a punto, grazie alle tecniche di neuromarketing, un insieme preciso di scelte relative a materiali, nobilitazioni, design, indispensabili per chi progetta e disegna etichette”. Le etichette che hanno registrato migliore performance? Risultano vincenti, hanno spiegato i ricercatori, tutti i contrasti: nero/ bianco, opaco/lucido, liscio/ ruvido, insomma finiture lucide esaltate da fondi opachi. Le carte più apprezzate? Opache ma materiche. E le nobilitazioni? Non ci sono dubbi: vincono quando sono in rilievo (cliché, vernice braille, liquid gold).

MISURARE LE EMOZIONI COL NEUROMARKETING “Per la prima volta — ha spiegato Stefano Torregrossa — attraverso una ricerca che si concentra su poche, precise variabili (una bottiglia bordolese classica, un'etichetta

LA PASSIONE PER LA BELLEZZA “Abbiamo un’appassionata ignoranza sul neuromarketing che però ci interessa sempre più e ci induce a investire. Siamo un’azienda di stampa votata alla bellezza e crediamo che se si guarda una cosa

PROBLEMI DI ETICHETTATURA Delle problematiche legate all’etichettatura – dalle difettosità legate ai processi di applicazione alle colle, dalle grinze al settaggio delle macchine fino ai problemi dovuti alle condizioni ambientali — hanno parlato Alessandro Tronconi di UPM Raflatac e Matteo Grioni di Sacmi Labelling.

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E V E N T I

bella si sente meno dolore” ha detto Francesco Celante, presidente di Rotas Italia. PENTAWARDS 2019 AI NASTRI DI PARTENZA Quali sono gli elementi che fanno di un packaging il più bello del mondo? La perfezione con la quale viene eseguito il progetto, l’onestà che lo ispira, la presenza di un elemento sorprendente, l’innovazione. Sono questi gli elementi, ha spiegato Adam Ryan, Project Manager di Pentawards, il premio di packaging internazionale più importante del mondo di cui UPM è sponsor, che anche quest’anno guideranno la giuria internazionale del premio nella selezione delle eccellenze nel packaging a livello mondiale. Giunto alla dodicesima edizione, Pentawards è un collettore di talenti e di business, un premio cui partecipano designer da 64 paesi e 5 continenti, che ogni anno registra un incremento del 15% di iscritti in più. MUTTI, THE MOST BEAUTIFUL PACKAGING A raccontare il progetto Mutti, vincitore del Diamond Pentaward Best of Show 2018 e di tanti altri importanti premi, è stato Davide Mosconi, direttore creativo di Auge Design. Nel suo intervento Mosconi ha messo in luce il percorso creativo

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NOVITÀ D’ALTA GAMMA FIRMATE UPM A presentare le novità firmate UPM è stato Stefano Pistoni, Business Development Manager, Wine & Spirits UPM Raflatac, che ha illustrato le caratteristiche e le performance dei nuovi adesivi (RH30, RH365) a base gomma, prodotti allo scopo di risolvere problemi applicativi e funzionali, e rispondere a specifiche esigenze dei trasformatori. Pistoni ha presentato la Reverie Collection 2018, una nuova selezione di carte d’alta gamma particolarmente adatte a trattamenti di embossing e debossing e ideali per applicazioni wine&spirits e, nello specifico, per l’etichettatura di prodotti destinati al frigo o al secchiello, con un’alta resistenza all’ingrigimento. Interessanti anche i numeri del progetto RafCycle, il programma di UPM Raflatac per il recupero e la valorizzazione degli scarti delle etichette, che in Italia si concretizza in numeri di grande impatto: 200 piattaforme di raccolta di LCI, 4.084 tonnellate di carta siliconata raccolte dal 2007 ad oggi, di cui 1.300 tonnellate solo nel 2018.

che ha portato l’agenzia fiorentina al memorabile risultato. “Siamo partiti dall’esigenza di dare un’ impronta di ricercatezza a un prodotto molto semplice come il pomodoro — ha detto il direttore creativo — evitando tutti i cliché della comunicazione tradizionale e puntando piuttosto l’attenzione sulla necessità di rendere veramente iconici i pomodori. Lo abbiamo fatto a partire dallo studio delle forme delle diverse varietà di prodotto e, per dare rilievo alla tradizione italiana, abbiamo poi posto una particolare attenzione allo studio e alle scelte tipografiche.” IL FUTURO È TRA NOI: DRINKING GOES MINDFUL Per finire ha preso la parola Spiros Malandrakis, personaggio di calibro internazionale, che ha tenuto uno degli interventi più interessanti del convegno. Vero e proprio guru del settore, Industry Manager di Euromonitor International, tra i più importanti analisti del mondo nel segmento delle bevande alcoliche, giornalista di altissimo profilo editoriale (ricercato collaboratore di Bloomberg, della BBC, The Independent, Financial Times, Reuters, Time, WSJ, del canale CNBC) Malandrakis si è spinto nel territorio delle previsioni suggerendo possibili sviluppi dell’intero segmento degli alcoholic drink. “L’alba di un nuovo giorno è

alle porte” ha annunciato Malandrakis facendo riferimento a nuove, sorprendenti esperienze: come le etichette che sfruttano la realtà aumentata, le tante performance in 3D, le degustazione arricchite dall’interazione digitale, fino alle nuove formule delle bevande che si affermeranno nel mondo (ibride o con meno alcool proposte in pack di dimensioni sempre più ridotte). “Tutte queste novità saranno possibili — ha precisato Malandrakis — se manterremo alta la capacità di raccontare storie attraverso le etichette”. Ma le storie — sia ben chiaro — dovranno confrontarsi con la nostra contemporaneità, essere cioè inserite nel mondo multipolare, sganciate da vecchi stereotipi e correlate a un’agenda di marketing che non potrà negare le nuove tematiche alle quali dobbiamo aprirci. Quali? Sono tante: dalla diffusa sensibilità ambientale ai diritti LGBT,. fino ai problemi posti dalla legalizzazione della cannabis che sta creando disinteresse per l’alcool, e ha già indotto Heineken a lanciare una birra alla marijuana e senza alcool. Per non parlare degli stili di vita — ancora tutti da esplorare — della generazione zeta, del lento e deciso affermarsi del vino in lattina, dei vini cinesi, delle bevande ibride (vino al cioccolato oppure alla vaniglia) fino ai nuovi modi di vendere Gin, Cognac, Vodka. “Insomma tutto sta per cambiare o forse — ci ha avvertito Spiros Malandrakis — tutto è già cambiato”.

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Che cos’è il neo lusso? Come e da quali fonti attinge la sua forza persuasiva? Come si crea la cultura dell’eccellenza? In quali spazi e con quali interfacce bisogna agire? Lo abbiamo chiesto a tre grandi esperti, di profilo internazionale, del settore lusso. Massimo Suppancig

Rebecca Robins

Manfredi Ricca

Massimo Suppancig è da circa trent’anni una figura leader nel settore della moda e dei beni di lusso. Ha assunto posizioni manageriali di vertice in società internazionali come Benetton, GFT, Escada AG, Hugo Boss, Valextra, Ittierre e ultimamente Garage Italia Milano, dove la sua vision e la competenza non solo hanno generato profitti, ma hanno anche rivoluzionato e sfidato gli standard del settore.

Rebecca Robins è Global Chief Learning and Culture Officer di Interbrand. Guida la Interbrand Academy attraverso la rete globale di uffici di Interbrand ed è un’esperta globale del settore lusso. Ha una vasta esperienza nel branding in diversi settori. Interviene con commenti e parla sul tema dei brand, della cultura, del lusso e della moda su pubblicazioni come Bloomberg, Business of Fashion, the FT, New York Times, WWD.

Manfredi Ricca in qualità di Chief Strategy Officer guida alcuni dei progetti di più alto profilo di Interbrand, oltre a essere responsabile della strategia del gruppo in Europa. Vanta quasi due decenni di esperienza come advisor dei vertici di alcune delle organizzazioni più rispettate del mondo, contribuendo ad accrescere l’impatto del brand sulla performance. I suoi interventi sono apparsi su media quali BBC World, Financial Times e New York Times. Rebecca e Manfredi sono co-autori del libro: Meta-luxury: Brands and the Culture of Excellence, Palgrave Macmillan, London, 2012

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Il lusso contemporaneo è essenzialmente esperienza, anzi al plurale, le molte e diversificate esperienze che si possono fare a partire dal bene indissolubilmente legato al suo brand. Per comprendere il lusso d’oggi, in tutte le sfaccettature, bisogna guardare al passato e all’evoluzione storica fino al punto in cui, molto recente, si è prodotto il distacco fra il tangibile e l’intangibile. Da beni suntuari a beni di lusso il passaggio è invece avvenuto nei secoli, attraverso due rivoluzioni industriali, anzi tre se consideriamo gli sviluppi

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I N C H I E S T A

dell’ICT a partire dagli anni ’70 del ’900 che hanno aperto la via all’esperienza immateriale del lusso come, per esempio, la condivisione e la relazione “social” e socializzante nonché l’influenza sul lifestyle. Il lusso antico, di ostentazione e di opulenza fu quello di apparato e di parata, cerimoniale e liturgico che usciva dalle mani di artigiani artisti per le alte sfere ecclesiastiche, la nobiltà di spada e quella di toga, banchieri e grandi mercanti. Oggetti praticamente unici, o in multipli limitatissimi. Le rivoluzioni industriali (la prima a metà ‘700 e la seconda nelle ultime decadi del’800), su uno sfondo storico in cui agisce una società in profonda evoluzione, hanno gettato le basi per creare prodotti in serie al fine di soddisfare una domanda crescente di articoli ricercati, elitari, costosi, edonistici. È la nuova borghesia che detta le regole del lusso. Soprattutto dalla metà del ‘900, antiche e nuove aziende impegnate in questo settore affidano al marketing

il compito di dare vita a un lusso moderno attraverso le strategie di brand positioning. Negli anni ’80 si è poi aperto un flusso inarrestabile con la brand extension, ovvero una proliferazione conglomerata di prodotti e servizi tutti marchiati dallo stesso logo. Un lusso percepito, manipolato, praticamente usato e vissuto essenzialmente nella sua natura materiale e tangibile, “boa di segnalazione” di status.

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Nel 1999, Bernd H. Schmitt dette il via a un nuovo filone di studi e con la pubblicazione del suo saggio “Experiential Marketing: How to Get Customers to Sense, Feel,Think, Act and Relate to Your Company and Brands” definì le caratteristiche del marketing esperienziale che, per il settore del lusso, significa essenzialmente far prevalere gli aspetti intangibili, giacché l’alta qualità tangibile dei materiali e dei processi è ormai data per scontata. Il prodotto, o il servizio (si pensi per esempio all’hôtellerie)

Il concetto di esperienza, nel lusso, cambia molto a seconda dei touchpoint, quali accorgimenti utilizzare per mantenere una uniformità coerente? U N I F O R M I T À

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e il brand che lo firma diventano ora generatori e interfacce di esperienze. Quali? Schmitt ha individuato sei tipologie (sensoriale, emotiva, cognitiva, pragmatica, lifestyle, relazionale) attorno a cui ogni brand può costruire il proprio statuto identitario e un costrutto di valori, principi, significati la cui integrità deve passare indenne attraverso molti touchpoint online e offline (come il sito di e-commerce e il negozio reale, il commento in un blog e la campagna pubblicitaria ufficiale, il packaging e l’interazione con un assistente virtuale, ecc..), la cui forza persuasiva deve parlare direttamente al singolo potenziale acquirente pur rivolgendosi a molti, la cui dichiarazione di sostenibilità è il lasciapassare per la credibilità. Per approfondire questo neo lusso, che ha caratteristiche peculiari abbiamo raccolto le opinioni di esperti che lavorano per note aziende del settore come Massimo Suppancig, Manfredi Ricca, Rebecca Robins.

Per Massimo Suppancig l’esperienza nel lusso è naturalmente diversa a seconda dei canali attraverso i quali si entra in contatto con il prodotto. Il manager aggiunge: «Canali che naturalmente negli ultimi anni si sono ampliati. L’importante è la filosofia a monte di tutti i processi e quindi che "il linguaggio" delle maison, o delle aziende che si occupano della creazione e commercializzazione di beni di lusso, sia di assoluta coerenza. Se così è, automaticamente ogni dettaglio pensato per ogni canale di contatto verrà sviluppato in assoluta sintonia con il linguaggio di riferimento». Il pensiero di Rebecca Robins mette in luce che: «L’esperienza che abbiamo con un brand si basa su una dinamica costante di “dentro” e “fuori”. I brand leader nel lusso sono nati dalla ricerca dell’eccellenza, dal desiderio di creare qualcosa di meglio, di produrre meglio e di offrire il meglio. Tutto questo inizia con l’essere ossessivamente impegnati con il mondo del cliente» e aggiunge «le grandi esperienze con un brand sono create anche attraverso una altrettanto grande tutela del brand stesso. Questo

avviene dall’interno, dall’impegno dei brand nel creare la cultura dell’eccellenza. Quando Burberry era allo stadio iniziale del suo rinnovamento e Angela Ahrendts e Christopher Bailey stavano lavorando insieme, Angela presentò Christopher come “lo zar del brand” con la funzione di elevare e proteggere i livelli di eccellenza nell’esperienza con il brand e così si espresse: “ho detto al gruppo di lavoro che ogni cosa che il consumatore vede, ovunque nel mondo, deve passare dal suo ufficio, senza eccezioni” ». A queste considerazioni Manfredi Ricca fa eco affermando: «Chi guida l’azienda dovrebbe pensare a cosa si potrebbe aggiungere al brand e al processo di business. Si dovrebbe chiedere in quali spazi, interfacce e momenti si potrebbero creare significative esperienze. La scelta e la configurazione dei touchpoint dovrebbe essere la logica conclusione di un’approfondita comprensione del cliente»..

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Nel mondo del lusso, come possono essere veicolate le esperienze e fatte percepire attraverso il packaging e i materiali ad esso abbinati? Massimo Suppancig spiega: «Il marketing esperienziale è una naturale conseguenza dell’evoluzione e della correlata crescita del consumatore avvenuta soprattutto nell’ultimo ventennio. Significa semplicemente offrire esperienze in linea con i tempi al consumatore, per soddisfarlo, emozionare e favorire cosi l’acquisto e il consumo del prodotto bene, o del prodotto servizio. Stiamo parlando quindi di riportare il consumatore al centro dell’attenzione analizzando in modo scientifico le reazioni razionali e irrazionali che portano all’acquisto. Naturalmente nel 2019, parlando di coinvolgimento polisensoriale, il connubio tra aziende e strutture tecnologicamente e scientificamente evolute diventerà fondamentale. Pensiamo solo allo sviluppo che l’eye tracking sta avendo negli studi delle reazioni inconsce del consumatore. Comunque, esattamente come a inizio anni

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‘90 ci fu un naturale connubio tra marketing strategico e marketing operativo e aziende del lusso, ora il marketing esperienziale sarà fondamentale per le aziende che vorranno generare politiche di penetrazione con i propri prodotti». Citando il volume “Meta-luxury: Brands and the Culture of Excellence” scritto insieme a Rebecca Robins, Manfredi Ricca così si esprime: «Il business che abbiamo definito come “meta-luxury” crea l’eccellenza combinando, senza compromessi, artigianalità, focus, storia e rarità. Qualsiasi materiale dovrebbe reinterpretare e esaltare questi canoni, non solo in termini di contenuto, ma anche attraverso le tecniche di produzione, che vanno dalla scelta dei materiali alla tecnologia inclusa. L’eccellenza è un implacabile impegno a tutto tondo».

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Il digital printing ha aperto l’era della personalizzazione dedicata anche a un singolo specifico cliente per farlo sentire unico. Il digital printing è una soluzione che si farà strada nel mondo del lusso? Non ne è particolarmente entusiasta Massimo Suppancig che reputa: «Il digital printing verrà sempre mantenuto entro certi limiti e ambiti. Questo perché in un mercato globalizzato, dove i tempi di consegna assumono posizioni di sempre maggiore predominanza, i processi devono poter essere gestiti. Anche nel packaging come sui prodotti stessi, le personalizzazioni potranno raggiungere unicamente livelli limitati di espansione».

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Il packaging sta diventando sempre più duraturo poiché accompagna la vita del prodotto per lungo tempo. La durata è un bene per l’ambiente come lo è la riciclabilità? Quale ruolo avranno i materiali eco-sostenibili e a riciclo chiuso nel futuro del packaging di lusso? A M B I E N T E

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Una precisazione prima di tutto come sottolinea Massimo Suppancig: «Lunga durata e eco-sostenibilità sono due concetti diversi e non necessariamente devono coesistere. È dimostrato che, oggi, i concetti di eco-sostenibilità e riciclabilità sono di gran lunga più importanti di quello di durabilità. Il packaging del futuro dovrà rispettare sia codici di riciclabilità molto stretti sia i codici estetici dei prodotti. La durabilità in un mondo che ha difficoltà a smaltire i materiali accumulati, sarà un concetto da rielaborare». Anche per Manfredi Ricca «il lusso sarà sempre più definito dal grado zero di impatto, o perfino positivo, che un acquisto dovrà avere sulla società pur apportando un’esperienza arricchente per se stessi. Il packaging si dovrà ispirare a queste aspettative». Un’opinione condivisa anche da Rebecca Robins che approfondisce: «L’industria della moda resta uno dei più significativi contributori all’im-

patto nocivo sul nostro ambiente e c’è l’opportunità per i brand del lusso di ribellarsi e di stabilire nuovi standard nella sostenibilità. Le persone richiamano i brand alla responsabilità. Una maggiore trasparenza sta pubblicamente emergendo circa le pratiche nell’industria, stiamo vedendo un più potente richiamo all’azione da parte del consumatore. Si consideri l’esempio di Burberry che, lo scorso anno, ha cessato la pratica di distruzione del residuo di magazzino e questo è diventato un comune sentire con i consumatori. C’è un più ampio richiamo all’azione. È tempo per i brand di ripensare l’intero ruolo del packaging giacché il livello di merci di lusso acquistate online continua a crescere. Mentre c’è un livello di aspettativa per un’esperienza di lusso, in linea con il brand che il cliente sta acquistando, ci sarà anche un’aspettativa crescente dei livelli di impegno nella sostenibilità e certamente nelle innovazioni che trasformano il nostro intero consumo di lusso, da ciò che consumiamo a come consumiamo».

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Crescenti generazioni stanno già accedendo al lusso attraverso la formula del noleggio e della rivendita come prova la crescita esponenziale di attività come Rent The Runway e di The Real Real. Giacché il modo in cui abbiamo accesso al lusso e al livello di lusso si sta evolvendo, nel contesto del noleggio e della rivendita, ne consegue che il prodotto firmato sta prendendo il sopravvento sul packaging firmato. Rebecca Robins approfondisce: «Dior ha appena svelato un nuovo sito web e ha annunciato nuove esperienze nel packaging, separatamente per uomo e donna [NdR: i prodotti ordinati online sono consegnati avvolti in una carta velina profumata e con un nastro Dior in scatole che sono state appositamente concepite]. Poiché la personalizzazione e i livelli di personalizzazione possono essere intrecciati in altri modi, i clienti vorranno, o necessiteranno di confezioni di genere? Ci sono numerosi esempi dove diverse forme di packaging potrebbero facilmente essere unificate. Consideriamo ciò che Hermès sta facendo con Petit H. Dove ogni elemento rifiutato dal rigoroso processo di verifica, poiché al di sotto del livello di eccellenza definito, invece di essere scartato è incanalato nel progetto Petit H per essere riutilizzato in altre creazioni. I marchi del lusso leader si sono sempre chiesti “perché” e “perché no” e questo dovrebbe essere il principio guida quando si tratta di portare avanti una nuova cultura di eccellenza sostenibile».

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T I P O G R A F I A

Le licenze dei font Designer, agenzie e aziende usano regolarmente numerosi font scaricati dalla rete. Ogni carattere digitale, tuttavia, ha una sua licenza specifica che ci permette di sapere cosa possiamo e cosa non possiamo fare con i font che abbiamo installato.

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di S T E F A N O

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TO RREGRO S SA

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T I P O G R A F I A

La pagina delle offerte del distributore di caratteri digitali HypeForType. Come si vede, è possibile acquistare font di elevata qualità e legalmente licenziati per cifre assolutamente ragionevoli

I FONT SONO SOFTWARE E VANNO ACQUISTATI LEGALMENTE Iniziamo con una dovuta premessa: carattere e font non sono sinonimi. Un carattere — in inglese: typeface — è l’insieme di tutti i segni grafici identificativi di un alfabeto, progettati secondo una specifica coerenza visiva. Sono quindi caratteri Garamond, Futura, Helvetica e così via. Un font è, invece, il file attraverso il quale ci è permesso di visualizzare, utilizzare e stampare un contenuto con un determinato carattere. Sono dunque font i file Garamond_Semibold.otf o Futura_ Light.ttf installati sul nostro computer. Per capirci, pensate alla musica: un carattere è la canzone; un font è il relativo file .mp3 che ci permette di ascoltarla. Un font è dunque un semplice software: questo comporta due importanti conseguenze. La prima: un font non è mai bello, brutto, efficace, moderno, vecchio — queste sono proprietà del carattere. Un font, al limite, può essere integro, danneggiato, o può occupare una certa quantità di spazio sul nostro hard disk: nulla di più. La seconda: i font sono in tut-

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Garamond_Semibold.otf

In quanto software, un font è sottoposto alle normative in vigore contro la pirateria informatica

to e per tutto software e quindi, né più né meno di Adobe Photoshop o dell’ultimo videogame che avete acquistato, sono sottoposti alle vigenti norme sulla pirateria informatica. Un font, quindi, va sempre regolarmente acquistato (sempre che non sia, s’intende, una versione free o con licenza OpenFont) e mai scaricato illegalmente da siti di dubbia legalità. L’acquisto può avvenire direttamente dalla digital foundry che produce il carattere, oppure da grandi distributori come MyFonts, HypeForType, FontFont. Il regolare acquisto di un carattere licenziato, oltre a rispettare la legge, è soprattutto un atto di professionalità nei confronti del type designer che ha realizzato il carattere e ha impiegato tempo, risorse e competenze per realizzarlo. FONT GRATUITI Nella maggior parte dei casi, i font gratuiti scaricati dalla rete e liberi da ogni vincolo di utilizzo, sono di scarsa qualità: incompleti, imprecisi, senza glifi particolari, senza legature, senza features OpenType. Ciò significa che, prima o poi,

risulteranno inadatti alla maggior parte degli utilizzi professionali. Inutile nascondersi dietro la paura di spendere: tra pacchetti bundle, piccole foundry e saldi, è spesso possibile acquistare correttamente e legalmente font (completi, ben realizzati e di elevatissima qualità) per pochi euro. LEGGERE LA LICENZA, SEMPRE Quando acquistate un carattere, insieme con i font che lo compongono scaricate sempre un file, generalmente di testo semplice. Questo file è la licenza EULA (End User License Agreement, cioè “contratto di licenza per l’utente finale”) e deve sempre accompagnare il vostro carattere: non va cestinata. Non solo: va sempre letta, in ogni sua parte — la maggior parte dei siti dove acquistare font permette di visionare la licenza prima dell’acquisto. Ogni licenza è, solitamente, piuttosto chiara e riporta nello specifico tutto ciò che potete e non potete fare con il carattere. Fatte salve le dovute piccole differenze tra un contratto e un altro, la licenza standard è quasi sempre identica per ogni font.

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T I P O G R A F I A

LA LICENZA STANDARD Una licenza standard prevede sempre il divieto di distribuire o rivendere il font a terzi e di modificare i glifi per creare un nuovo font e immetterlo nel mercato. Di solito, invece, è consentito: modificare i glifi durante l’utilizzo e creare copie digitali personali Non è concesso, quindi, modificare i glifi di Helvetica e ridistribuirlo (gratuitamente o a pagamento) con lo stesso nome o un nome diverso. È invece consentito modificare i tratti dei glifi di Helvetica per creare, ad esempio, un logo per un cliente. È altresì consentito fare una copia del font scaricato per installarlo, ad esempio, su un secondo dispositivo di proprietà. La licenza è sempre personale: significa che il designer può scaricare quella famiglia di font solo per un utente alla volta. Non è ovviamente concesso passare il font regolarmente acquistato con licenza personale ad un collega, un amico, un dipendente o collaboratore: chi ha più utenti a cui installare il font, dovrà acquistare più licenze, una ciascuno. Esistono appositi pacchetti di licen-

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ze detti enterprise per coprire le esigenze di grandi aziende o agenzie. Da ciò ne consegue che se un designer usa il font Circular per creare un logo ad un cliente, non è tenuto in alcun modo a cedere al cliente, insieme ai file del progetto, anche il carattere utilizzato per crearlo. La cessione non è ammessa nemmeno se regolarizzata: il designer non può fare fattura del font acquistato per sé. Se il cliente vorrà usare Circular nella sua azienda, dovrà acquistare in prima persona le licenze necessarie. Alcuni grandi distributori, in alternativa, permettono di acquitare un font a nome di una terza persona specificandolo all'atto d'acquisto: questo è l'unico modo tramite il quale un designer può acquistare un font da cedere ad un cliente (ma,

Qui sopra: la schermata del licensing dal sito MyFonts, dove è possibile selezionare i tipi di licenza necessari (Desktop, Webfont, eccetera) e il numero di utenti.

La licenza è personale: una famiglia di font è per un solo utente. Vietato cedere un font a un collega o a un cliente

ovviamente, non potrà usarlo lui stesso: a meno che non acquisti una seconda licenza per sé). USO PERSONALE E USO COMMERCIALE Molto spesso, le licenze standard specificano due differenti usi del carattere: per uso commerciale o uso personale. Possono essere entrambi inclusi nella licenza, o soltanto uno di essi (generalmente, l’uso personale). Se un font è free for personal use ma non per commercial use, significa che posso scaricarlo e usarlo per miei progetti personali, ma non posso utilizzarlo in progetti su commissione, per i quali cioè verrò pagato da un committente. Generalmente, è possibile acquistare anche la licenza per uso commerciale contattando direttamente il type designer o il distributore. SPECIFICHE DI UTILIZZO Le licenze standard sono talvolta specifiche per utilizzo: Desktop, Webfont, App, ePub, Server. Per ciascun utilizzo occorre una licenza diversa. Per realizzare con quel font un packaging, un prodotto editoriale, della stationery, un magazine o

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un logo per un cliente, avrò bisogno della licenza Desktop. Se volessi usare lo stesso carattere anche online sul sito del mio cliente, invece, avrò eventualmente bisogno di integrare la licenza Desktop con una licenza Webfont. Lo stesso vale per l’utilizzo in App su dispositivi mobili, pubblicazioni digitali (e-book) e così via. FONT PRE-INSTALLATI, GOOGLE FONTS E FONT SU ABBONAMENTO Sulla maggior parte dei nostri computer si trovano già alcuni font: Helvetica, Arial, Times New Roman — giusto per citarne alcuni. Altri vengono installati insieme a specifici software (ad esempio: Minion e Myriad insieme ai software Adobe). Anche questi caratteri sono sottoposti ad una licenza standard, sottoscritta all’atto del download del sistema operativo o del software: la licenza prevede il libero utilizzo per usi commerciali e personali. Ovviamente, la legalità di questa licenza è garantita solo se il software è stato correttamente acquistato e non scaricato illegalmente. Alcune foundry e distributori permettono la sottoscrizione di

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Qui sopra: GoogleFonts, come si vede, propone solo caratteri digitali con licenza OpenSource, cioè libere sia per utilizzi personali che per usi commerciali.

abbonamenti di vario genere: Adobe Typekit, ad esempio. Ma anche MyFonts, Linotype, Monotype, Fontstore e molti altri offrono servizi simili. In tutti questi casi, si raccomanda comunque la lettura delle licenze specifiche dei singoli caratteri digitali. Nella maggior parte dei casi, la licenza dei font su abbonamento rispetta le caratteristiche di una licenza standard. I font scaricati da Adobe Typekit, ad esempio, comprendono già la licenza Desktop e la licenza Web; possono essere sincronizzati tra tutti i dispositivi su cui esiste il medesimo account Adobe; non possono essere ceduti a terzi in alcun caso. Google Fonts è un caso diverso: tutti i suoi font sono distribuiti con licenza gratuita OpenSource. Cioè,

Alcuni servizi online consentono di scaricare font da provare per un tempo determinato, poi eventualmente acquistarli

sono liberi da utilizzare sia per scopi personali che commerciali, senza vincoli se non quello di mantenere la medesima licenza open con cui sono stati scaricati. Ovvero: non è possibile scaricare il font Roboto da Google Fonts, modificarne i glifi e venderlo sotto altro nome. Ogni altro utilizzo (sia Web che Desktop) è incluso. Altri servizi online, infine, prevedono la possibilità di scaricare e provare font per un tempo determinato, e poi valutarne l’eventuale acquisto su licenza. Un esempio su tutti: SkyFonts di Monotype. Fintanto che il font è in prova (il trial dura normalmente un’ora) ne è permesso l’uso libero, purché non commerciale. Se il designer però decide che quel carattere è perfetto per un progetto su committenza, sarà obbligato ad acquistarlo con regolare licenza standard prima di finalizzare o vendere il progetto. Se, ad esempio, si trasforma un font in prova in tracciati per costruire un logo per un cliente, senza acquistare il relativo font prima di immettere il progetto nel mercato, si sta naturalmente violando la legge.

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G A S P E R I N I – U E I

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GASPERINI – UEI GROUP DREAM WITH US Il visual book che racchiude la sapienza tecnica e la creatività di Gasperini

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Un visual book e un cofanetto dedicato: Dream with us è un progetto realizzato per presentarsi al pubblico di buyer della stampa e del packaging di lusso, premiato con l’oro all’edizione 2018 di FSEA Gold Leaf Award, l'Associazione Statunitense che raccoglie i maggiori player della nobilitazione grafica mondiale. Il book, frutto della creatività del Team Design di Gasperini, è nato per racchiudere in un unico progetto la storia, il know-how e il legame con la propria terra che da sempre contrad-

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distinguono l’azienda toscana. All’interno, uniche realizzazioni di soggetti artistici legati a questa regione accanto ad altri capolavori italiani. In collaborazione con Pozzoli, prezioso partner in fase di progettazione, campionatura e produzione del book, Gasperini è riuscito a portare al massimo le possibilità espressive di lavorazioni come il rilievo a secco, la stampa a caldo microincisa, il termorilievo e la calcografia. Troviamo il rilievo artistico 3D che si ottiene realizzando un cliché artistico artigianale con uno scavo misto ottenuto con macchine a controllo numeri-

co e la sapiente manualità di esperti maestri incisori. E ancora, i cliché per stampa a caldo con microincisione, dove ogni tramatura microincisa è realizzata dai designer di Gasperini in esclusiva per ogni specifico progetto, rendendo quindi il prodotto finito inimitabile ed esclusivo. Ogni pagina interna del book è un raffinato scrigno di sapienza tecnica e creatività: in particolare i preziosi mosaici realizzati con varie resine termografiche e la Venere del Botticelli ricreata in calcografia artistica con punzone inciso a mano dal Maestro Icaro Paolicchi.

Per dare vita a Dream with us sono state prescelte le raffinate creative papers di Gruppo Cordenons, in particolare Astropack, Stardream e Wild. Completano l’immagine un cofanetto in cartoncino rivestito, progettato per custodire il book abbinato a una preziosa shopping bag. Entrambi sono prodotti con Stardream nelle colorazioni calde Copper e Antique Gold, carte perlescenti di grande impatto e dalla superficie liscia, perfette per esaltare la stampa a caldo con microincisione con cui è stato riprodotto il logo dell’azienda.

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PRODUCT & PROCESS INNOVATION

CUSTOMER EXPERIENCE

PRINT MARKETS

TERZA EDIZIONE

PRINTING BUSINESS

Centro Congressi Stella Polare – fieramilano Rho Le tecnologie 4.0 rendono sempre più centrale il ruolo della stampa nella comunicazione dei brand. Come schierare la propria azienda in prima linea sul mercato? Come essere sempre più competitivi? Vieni a scoprirlo partecipando alla terza edizione di Print4All Conference. Dopo il grande debutto di Print4All, il nuovo appuntamento della piattaforma internazionale che riunisce l’intera filiera della grafica e della comunicazione per accompagnarla verso l’edizione 2021. La partecipazione è gratuita, registrati su conference.print4all.it MAIN SPONSOR

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DUE EMME PACK IL PARTNER PIÙ GIUSTO NELLA FILIERA DELLA CARTA Da Due Emme Pack e DICAM (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’ Università di Bologna) un importante progetto per favorire le cartiere nel rispetto degli standard ambientali, nelle operazioni di contenimento degli sprechi e di comunicazione dell’efficienza energetica.

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L’impegno a promuovere la sostenibilità non può non riguardare l’industria italiana della carta che si candida a diventare settore strategico nella sfida che ci attende tutti. La produzione della carta genera impatti sulla sfera vegetale, sulle risorse energetiche, sull’acqua e sull’aria. E il consumo della carta produce un flusso di rifiuti particolarmente rilevante. Anche se negli ultimi due decenni si è agito molto sul versante della sostenibilità, con iniziative come l’Environmental Paper Network, che promuove il consumo responsabile e Twosides, che si occupa di raccogliere e divulgare dati sul settore, non bisogna mai fermarsi. È questo l’impegno di Due Emme Pack, una delle aziende più qualificate nel settore della vendita e del taglio carta. DUE EMME PACK E DICAM, INSIEME PER UN PROGETTO INNOVATIVO In questa cornice si colloca appunto il progetto di ricerca sviluppato da Due Emme Pack che, in collaborazione con DICAM (il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna) offre supporto alle cartiere nelle operazioni di taglio dalla bobina a foglio e di impacco di ogni tipologia, formato e grammatura di carta, con attenzione all’ottimizzazione del formato e al contenimento degli sprechi.

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L’ECOCALCOLATORE Il rispetto di rigorosi standard ottenuti con l’impiego di materie prime controllate e non provenienti da aree in cui sono stati violati i diritti civili, insieme alla eco sostenibilità, sono da tempo le basi dell’attività di Due Emme Pack che si è fatta promotrice dell’iniziativa “Ecocalcolatore”, sviluppata originariamente da Arjowiggins e WWF, per il calcolo dell’impatto ambientale della scelta di carta riciclata. Il progetto ha preso le mosse dalla validazione dell’Ecocalcolatore, come strumento di divulgazione, attraverso la traduzione degli impatti ambientali in informazioni che li collegano alla vita quotidiana (km percorsi da un’utilitaria, consumi di una famiglia italiana media). Tale operazione viene effettuata con dati verificati e referenziati, in modo da affiancare informazioni scientificamente supportate alla potenza comunicativa dello strumento. LIFE CYCLE ASSESSMENT Le attività di ricerca hanno poi valutato l’impatto ambientale delle lavorazioni svolte in azienda per il taglio delle bobine e il confezionamento dei prodotti tramite l’applicazione della metodologia Life Cycle Assessment (LCA), strumento che contabilizza l’impatto generato dall’attività industriale specifica, sulla base di dati primari di flusso di materia ed energia forniti dall’azienda stessa.

PAPER PROFILE A completamento del progetto si è operato un coinvolgimento dell’intera filiera produttiva, considerando gli impatti ambientali generati nella produzione delle diverse tipologie di carta e comunicati dai principali fornitori attraverso i paper profile. Le informazioni raccolte andranno a popolare la nuova versione di Ecocalcolatore, disponibile nei primi mesi del 2019. Oltre a ciò, sono stati considerati i percorsi e i mezzi di fornitura offerti dalle diverse aziende, in modo da valorizzare le soluzioni sostenibili anche nella fase di trasporto. A settembre 2018, il progetto Due Emme Pack—DICAM è stato presentato in un workshop all’interno degli eventi collegati al “SANA”, Salone internazionale del biologico e del naturale, la fiera leader in Italia nel comparto dei prodotti biologici e naturali.

La boutique della carta Due Emme Pack svolge, nel settore cartario, un ruolo di collegamento strategico fra le cartiere e gli stampatori. Collabora con i principali produttori di carte tra i quali: Lecta Group, Arjowiggins Graphic, Navigator Company, Holmen, Burgo Group e Metsa Board. Tanti i servizi che l’azienda di San Giovanni in Persiceto (Bo) offre ai propri clienti: JJil taglio da bobina a foglio per ogni tipo di carta, formato e grammatura; JJottimizzazione del formato e massima attenzione agli sprechi; JJvelocità nell’evasione degli ordini entro le 48/72 ore per piccole e medie quantità;. JJsupporto di un team di esperti nella scelta della carta. 0063


E V E N T I

PACKAGING PREMIÈRE La prossima edizione a Fieramilanocity dal 28 al 30 maggio 2019. La terza edizione di Packaging Première, salone milanese dedicato al packaging per il lusso conterà, secondo le stime del suo organizzatore Pier Paolo Ponchia, circa 230 espositori. L’evento, inaugurato nel 2017 con 96 espositori per la maggior parte italiani, punta oggi ad aumentare il numero di espositori e visitatori stranieri, soprattutto europei. “Ogni anno notiamo un interesse crescente da parte dei marchi e delle aziende estere. Il primo anno la percentuale degli espositori stranieri era del 25%. Vorremmo che tale cifra raggiungesse il 40-50% a lungo termine, al fine di affermare il concetto di un salone internazionale con sede a Milano”, aggiunge Pier Paolo Ponchia, sottolineando tuttavia che l’evento rimarrà relativamente riservato e "selettivo", con un

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massimo di 280 espositori nei prossimi anni. "Da un punto di vista storico, l’Italia può vantare un gran numero di aziende che rappresentano l’eccellenza nel settore gastronomico, per non parlare di quello di vini e liquori. Vorremmo dare ai settori della profumeria e della cosmesi, che hanno avuto minore spazio nelle passate edizioni, un maggiore impulso negli anni a venire. Quello che più mi interessa è creare equilibrio tra i vari ambiti", spiega l'organizzatore. L’attenzione riservata all’arte e al design è un altro punto di forza di Packaging Première. "Il design rappresenta un elemento essenziale della fiera, in parte perché Milano ne è la capitale, in parte perché Packaging Première si situa temporalmente tra il Salone del Mobile e la settimana della moda di

Milano. Numerosi designer traggono ispirazione dal nostro evento per creare materiali innovativi e nuovi prodotti. Durante la scorsa edizione la nostra Paper Art Gallery ha presentato opere di rinomati artisti della carta." Anche per la prossima edizione l’arte giocherà un ruolo sempre più importante: l’Art Gallery darà infatti spazio ai materiali usati nel packaging, come legno, plastica, vetro, utilizzati per creare opere d’arte. A curare l’immagine coordinata di questa terza edizione sarà Lorenzo Petrantoni, artista di fama internazionale, che crea illustrazioni attraverso l’assemblaggio di immagini recuperate dai vecchi dizionari di fine ottocento, periodo storico che lo ha profondamente appassionato e che influenza tutta la sua produzione.

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Icma crea la collezione di carte

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MAKULA® PER PEREGO CARTA Sembrano usciti da un bestiaire medioevale con le miniature di mitici animali su fondo oro. Nella collezione MaKula®, una giraffa, un leopardo e una tigre hanno un manto vellutato e scintillante, colori fastosi, pezzature e striature che sono virtuosismi grafici. Nata per rendere omaggio alla bellezza degli animali reali che vivono in Natura, la collezione di carte MaKula® dona un’esperienza visiva e tattile vibrante per il modo immaginifico e sontuoso che interpreta il loro manto. Questa nuova collezione è particolarmente rappresentativa delle possibilità creative e realizzative di Icma in collaborazione con i clienti. Non importa quanto sia sfidante il brief, per Icma è sempre un punto di partenza per poter fare sperimentazione, per mettere alla prova il proprio laboratorio tecnico e

le potenzialità del processo produttivo. Perego Carta, che serve il mercato del lusso e di cui conosce le esigenze in fatto di unicità ed estrema raffinatezza, ha chiesto a Icma di ispirarsi alla fauna selvaggia, in particolare alle pezzature irregolari della giraffa, al maculato del pelo del leopardo, alle striature della tigre. Ogni soluzione di impatto visivo ha richiesto la sperimentazione di decine di campioni di laboratorio, combinando basi, colori, finiture, fiocchi diversi per ottenere anche sensazioni tattili sorprendenti. Dalla vasta collezione uscita dal laboratorio di Icma, è poi stata selezionata la gamma che compone il campionario MaKula, un progetto sfidante anche sul piano produttivo: sono stati impiegati infatti supporti molto diversi tra loro (carte kraft, carte colorate in pasta, altre 100% riciclate, altre ancora metallizzate) e, praticamente, è stata

messa in atto tutta la possibile combinazione di sistemi di nobilitazione (dalla tintura del supporto, alla spalmatura del colore, dalla bi-coloritura alla tramatura superficiale ottenuta attraverso alcuni dei nostri 250 cilindri goffratori, fino al floccaggio). MaKula® è una collezione sartoriale dedicata al mercato del lusso, per i clienti di Perego Carta che richiedono unicità, anche per quantitativi limitati (a partire da 25 fogli), in funzione dei loro progetti esclusivi di packaging. Una collezione che può essere ulteriormente personalizzata con la creazione ad hoc di carte su misura nei colori Pantone, utilizzando supporti e floccato diversi.

poterlo mettere alla prova in tutte le sue possibili combinazioni (base, grammatura, retro, colore, finitura, trama, formato, quantità). Perego Carta ci ha fornito l’occasione per una sperimentazione estrema e molto gratificante sia per la stimolante collaborazione creativa sia per la fiducia data a un progetto così complesso. Le carte MaKula sono prodotte da Icma in esclusiva per Perego Carta. Sono sicuro che, oltre al packaging di lusso, l’inventiva e la capacità delle persone di Perego consentirà di trovare nuove applicazioni capaci di valorizzare queste splendide carte" spiega Marco Nigrelli, direttore marketing e comunicazione di Icma. www.icma.it

"Da quando abbiamo lanciato il sistema Tailor Made, quest’anno completato con la Tailor Guide, attendavamo di

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www.zechini.com

ZECHINI B.ON.D: LA NUOVA FRONTIERA NELLA CREAZIONE DEL PACKAGING DI LUSSO Zechini presenta una nuova soluzione per la produzione di scatole di lusso, personalizzabili nella forma e nelle finiture, studiata per le piccole e medie produzioni ad alto tasso di creatività.

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La richiesta di packaging di lusso è in costante e inarrestabile aumento. È un settore interessante, che richiede risposte innovative nei metodi di produzione, adeguate alle nuove richieste di mercato. Zechini, azienda italiana specializzata nella creazione e produzione di macchine per il packaging, propone una nuova soluzione che risponde alle esigenze di personalizzazione di designer, grafici e creativi: B.ON.D, box on demand.

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Il sistema permette di produrre scatole da 10 ai 40 cm di lato e dai 2 ai 15 di altezza, anche con grafiche diverse da scatola a scatola. Una volta deciso il formato, sono tantissime le possibilità tra cui scegliere. È possibile rivestire la scatola con tanti materiali diversi. Dalla normale carta, alle stampe in digitale o offset, dalle carte con finiture particolari, come legno o metallizzate, alle carte nobilitate, fino ai tessuti e alle carte ecosostenibili di ultima generazione. Questo permette di avere una flessibilità nella produzione mai avuta prima: il packaging diventa realmente on demand, sia nelle misure sia nelle grafiche. Con B.ON.D l’unico limite alla personalizzazione sarà la creatività del committente.

B.ON.D È GARANZIA DI UN’ESECUZIONE SEMPRE PERFETTA, OVUNQUE. B.ON.D assicura la professionalità di tutti i centri che propongono la personalizzazione di scatole con questo sistema grazie alla Zechini Academy. Questa soluzione, infatti, offre a tutti coloro che la scelgono un percorso di istruzione e formazione continua che garantisce un’altissima professionalità di tutti gli operatori B.ON.D. Per una qualità costante nella produzione che risponde anche alle esigenze dei brand del lusso.

scatola sempre uguale. La produzione non necessita di tempi lunghi di piazzamento, di personale specializzato e nemmeno di spendere di più. Meno vincoli di progettazione e più flessibilità nella realizzazione, così è tutto più facile. È possibile scoprire di più sul sistema B.ON.D e sulle sue infinite possibilità di personalizzazione sul sito: zechini.com/bond-box-on-demand Inizierete a pensare alle scatole in modo diverso.

CAMBIO FORMATO AUTOMATICO. Avere una produzione di scatole con misure e personalizzazione diverse ora è semplice come avere la solita

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Printlovers proietta l’universo di Print sul web ed è un’accurata selezione in cui si trova solo il meglio. È il luogo ideale per trovare fonti di ispirazione e i partner per realizzare i migliori progetti di comunicazione stampata. Ecco le aziende che hanno già abbracciato la community di Printlovers dando visibilità alle loro creazioni più belle e innovative.

Se c’è un’azienda capace di rappresentare l’eccellenza della stampa e dei supporti, la trovi su printlovers.net

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Grafica Metelliana è un gruppo composto da tre aziende: l’industria poligrafica Grafica Metelliana, la casa editrice Areablu Edizioni, l’azienda di stampa digitale Oneprint. L’azienda capogruppo è la Grafica Metelliana, nata nel 1991, che oggi conta più di 70 dipendenti e un fatturato medio di 10 milioni di euro. Il core business dell’azienda è la comunicazione below the line (cataloghi, libri e volumi, brochure, opuscoli, identità visiva, etc.), la progettazione e la realizzazione di packaging e shopping bag. I clienti vanno dalle agenzie di comunicazione alle case editrici, dai grafici e designer freelance fino alle aziende di tutti i settori merceologici.

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Presente su tutto il territorio nazionale, Grafica Metelliana si avvale di un parco macchine completo, che permette la gestione dell’intero ciclo di lavorazione, dal file al CTP, con studio e realizzazione di prototipi. Vincitrice due volte del Fedrigoni Top Application Award, in occasione degli Oscar della Stampa 2013 (ex Vedovella), premio alle eccellenze delle arti grafiche in Italia, è stata premiata come “Industria Grafica dell’Anno”. Alla fine del 2015 Grafica Metelliana si è aggiudicata il secondo posto nella categoria publishing del premio internazionale Scodix Design Awards.

Commerciale Iole Preziosi +39 345 2560388 iole.preziosi@graficametelliana.com

Amministrazione +39 089 349392 commerciale@graficametelliana.com

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Grafica Nappa è un'azienda dal profilo moderno, con obiettivi chiari e condivisi, e una visione che punta all'eccellenza nel mondo printing e packaging. Dal 1919 si sono susseguiti 100 anni di sfide quotidiane, che le quattro generazioni della famiglia Nappa hanno sempre raccolto investendo in competenza e tecnologia, innovando e offrendo soluzioni mai scontate. Ben cosciente della responsabilità affidata dal committente per il proprio brand, ogni progetto di printing e packaging è meticolosamente studiato al fine di ottimizzare la comunicazione e la creatività, la produzione e la competitività, in accordo con i principi di sostenibilità e nel rispetto delle normative.

Commerciale Marco Pecoraro +39 3921704465 m.pecoraro@graficanappa.com

Amministrazione Generoso Nappa +39 3294183331 g.nappa@graficanappa.com

GRAFICA NAPPA SRL Via Gramsci, 19 81031 Aversa (CE) www.graficanappa.com

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Diversi tipi di stampa (offset, digitale, tipografico), competenze grafiche sempre aggiornate, allestimenti e finiture di pregio, il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente: sono solo alcuni dei plus che proiettano l'azienda tra le eccellenze del panorama poligrafico internazionale. Molteplici sono le società che si affidano a Grafica Nappa, appartenenti ai mercati Moda e lusso, Trasporti, Settore Horeca, Food & Beverage, Cosmetica, Farmaceutica. Dal 2013 inoltre è operativa la divisione IML per la produzione di etichette In Mould Label.

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Grafica Nappa

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Grafical nasce nel 1984 nel cuore della Valpolicella, dove opera da oltre 30 anni nel settore grafico, coniugando tradizione e innovazione per creare un prodotto di eccellente qualità. L’iniziativa parte da Andrea Lonardi, che dopo aver acquisito esperienza e competenze lavorando per diversi anni nel settore decide di mettersi in gioco fondando una propria realtà aziendale. Grafical si è successivamente trasformata e sviluppata grazie all’entrata degli altri fratelli, Flavio, Mario ed Elio, e a oggi conta ben 80 collaboratori. Dopo aver lavorato per diversi anni nella stampa in piano, Grafical ha voluto dare una svolta decisiva per ampliare la sua gamma di prodotti offerta investendo nelle tecnologie offset, serigrafica e di-

Commerciale Anna Lonardi +39 045 6830001 anna.lonardi@grafical.it

GRAFICAL SRL Via dell'Artigianato, 42 37020 Marano di Valpolicella (VR) www.grafical.it

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gitale in bobina. L’azienda si è specializzata, grazie a queste tecnologie, nella stampa di etichette autoadesive per il settore vitivinicolo che sono diventate poi il fiore all’occhiello dell’intera produzione. Le macchine utilizzate sono tutte di ultima generazione e permettono di lavorare con le tecniche più esclusive e con materiali selezionati. Il successo di Grafical è, infatti, derivato in buona parte dai punti di forza su cui fa leva da sempre: ottima qualità dei prodotti e brevi tempi di creazione ed evasione degli ordini. Nel 2015 l’azienda si è inoltre aggiunta al "Club delle Eccellenze" del mondo della stampa grazie al riconoscimento come "Best Technology Innovator” durante la consegna degli Oscar della stampa.

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70 anni di esperienza nel mondo del packaging. La storia di Industrialbox, iniziata nel 1947, si è intrecciata con quella di marchi di prestigio globale e aziende di successo che come l'azienda pensano che la forma sia essenziale per una comunicazione coinvolgente e distintiva. Industrialbox ha imparato ad ascoltare le loro esigenze specifiche e a tradurle in progetti unici ed espressivi, dando corpo ad aspirazioni e idee, grazie a un know how tecnico e della materia costruita nel tempo, che è imprescindibile per dare vita a forme di grande contenuto.

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La cura meticolosa di ogni particolare fa nascere forme capaci di comunicare un’identità, un progetto, una storia. Creare packaging di qualità significa essere consapevoli che anche il più piccolo dettaglio è portavoce di eccellenza: per questo, Industrialbox segue ogni fase della progettazione e della produzione con menti, mani e occhi allenati dall’esperienza e costantemente impegnati nella ricerca della perfezione. Solo forme così concepite trasmettono valori ed emozioni: Industrialbox ci crede e continua a lavorare ispirandosi a questo principio.

Commerciale +39 051 6630851 commerciale@industrialbox.bo.it

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La Commerciale è un’industria grafica punto di riferimento nel settore con oltre settant’anni di esperienza e una tradizione trasmessa attraverso quattro generazioni. Nata nel 1945 come piccola tipografia con annessa cartoleria nel centro di Alba, l’azienda è cresciuta con l’evolversi delle richieste delle aziende agricole e alimentari della zona. Nonostante gli straordinari sviluppi tecnologici, i fratelli Artuffo, a capo dell’azienda, hanno voluto mantenere il nome originale per garantire il legame con il passato. Dai caratteri tipografici La Commerciale è passata alla stampa offset a foglio, di cui è stata tra i pionieri nel settore in Piemonte. Poi l’introduzione di macchine a tecnica mista in bobina dotate di sezioni offset, doppie sezioni serigrafiche, rilievo, lamina per arrivare ai nuovi set-

Commerciale Federica Artuffo +39 0173 363672 f.artuffo@lacommerciale.it

Amministrazione Mauro Artuffo +39 0173 363672 m.artuffo@lacommerciale.it

LA COMMERCIALE SRL Corso Asti 8/a 12051 Alba (CN) www.lacommerciale.it

C O N T A T T I

tori della stampa in bobina digitale che ha permesso all’azienda di specializzarsi sempre di più nel campo dell’etichetta autoadesiva, senza dimenticare però la lunga esperienza nel campo del packaging di pregio e della carta colla dall’alto valore aggiunto. L’azienda ha investito nelle nuove tecnologie trasformandosi in una litografia all’avanguardia, in grado di gestire internamente tutti i processi. Oltre ad essere certificati ISO9001, ha ottenuto anche la certificazione FSC. La Commerciale si è distinta negli anni grazie alla notevole qualità e cura del dettaglio, alle continue sperimentazioni nelle cromie, nei processi di stampa, nei materiali e nelle nobilitazioni, caratteristiche che le hanno permesso di essere premiata come “Best Label Printer” agli Oscar della Stampa 2016 (Ex La Vedovella).

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Prodotti Astucci e scatole Etichette

La Commerciale

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Con le sue due sedi, a Bolzano in Alto Adige (Italia) e Augsburg (Germania), oltre 120 dipendenti e più di 60 anni di esperienza, LONGO è annoverata tra le aziende leader in Europa centrale nel settore della stampa e della comunicazione. Dal 1957 il nome LONGO è garanzia di soluzioni di altissima qualità; si tratti della tradizionale stampa offset o della moderna riproduzione digitale, l'eccellente dotazione tecnica e le più recenti tecnologie assicurano la perfetta concretizzazione delle idee e, di conseguenza, risultati ai massimi livelli. A tale scopo, il nutrito team di creativi ed esperti di prestampa affianca il cliente dalla fase di progettazione fino al prodotto finito, fornendo una

Commerciale Silvia Armiento +39 0471 243 111 silvia.armiento@longo.media

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consulenza continua anche in materia di archiviazione e distribuzione ai target. L'innovazione è il principio ispiratore di LONGO: un traguardo è un punto di partenza per nuove sfide. Presso l'azienda altoatesina vengono collaudate continuamente tecnologie, idee e materiali innovativi e realizzate inoltre piattaforme e-business personalizzate, per semplificare sensibilmente la gestione del Corporate Design delle aziende clienti. Tecnologie innovative, cura artigianale e una grande passione sono la base del lavoro di LONGO, che viene considerato partner di fiducia per i suoi clienti. Attraverso un dialogo costante nascono nuove idee e soluzioni individuali.

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Prodotti Astucci e scatole Imballaggi flessibili Libri Materiale punto vendita Riviste Stampati pubblicitari Cataloghi

S T A M P A

Amministrazione amministrazione@longo.media

LONGO SPA Via Kravogl, 7 39100 Bolzano www.longo.media

C O N T A T T I

LONGO

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Fondata a Inzago nel 1968 da Aldo Pozzoli, la società si è imposta fin da subito all’attenzione del mercato come pioniera nella produzione di packaging per il mondo dell’intrattenimento. Pozzoli SpA è stata infatti la prima azienda a combinare la produzione di packaging e vinili. “Fare quello che fanno i nostri concorrenti non è abbastanza”: questo era, ed è tuttora, il motto di Aldo Pozzoli, che si traduce in soluzioni che ricercano il cosiddetto “Wow effect”: packaging che soddisfano, e spesso anticipano i bisogni dei consumatori, come ad esempio il Pozzoli TwinTray ®, uno dei brevetti di maggior successo usato in tutto il mondo. All’inizio degli anni 2000 Pozzoli reagisce ai cambiamenti del mercato con importanti investimenti in capacità produttiva e in struttura commerciale: nascono le tre filiali in UK, Germania e Francia e

Saverio Costanzo +39 02954341 mail@pozzolispa.com

Amministrazione Stefano Castelli +39 02954341 mail@pozzolispa.com

POZZOLI SPA Via Giuseppe di Vittorio 11 20065 Inzago (MI) www.pozzolispa.com

C O N T A T T I

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Prodotti Astucci e scatole Borse e Sacchetti Imballaggi flessibili Libri

la produzione si diversifica con l’apertura ai mercati dell'alta profumeria, della cosmesi e del wine & spirits. Anche in questi esigenti ambiti vengono sviluppate soluzioni innovative e brevetti come la Flat Box™, la Beverage Box™, la Display Beverage Box™ in una vasta gamma di produzioni cartotecniche, nobilitazioni e materiali, fortemente caratterizzate dall’attenzione alla sostenibilità. Oggi l’azienda produce astucci in cartoncino teso, scatole rivestite e progetti speciali per edizioni limitate, nonché packaging brevettati per conto di alcuni tra i più importanti brand nazionali e internazionali. La trasversalità e la leadership dell’azienda milanese nel mondo del packaging sono confermate da importanti riconoscimenti internazionali (Fedrigoni Top Award, Luxury Packaging Awards).

S T A M P A

Pozzoli

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Arconvert è la divisione converting del Gruppo Fedrigoni ed è tra i leader di mercato a livello globale nella produzione di carte e film autoadesivi per il labelling dell’industria cosmetica, della GDO, della farmaceutica, dell’elettronica, del tessile e della logistica, ma anche del settore del food & beverage. Grazie alla bellezza dei frontali prodotti dalla capogruppo Fedrigoni, Arconvert eleva il packaging alla categoria di arte e sdogana il concetto di “confezione coordinata” – e.g. etichetta e astuccio realizzati con la stessa tipologia di carta e nella stessa gradazione di colore.

Amministrazione Commerciale Chiara Tomasi + 39 344 25 49 087 chiara_tomasi@arconvert.com

ARCONVERT SPA Via del Linfano 12 38062 Arco (TN) www.arconvert.com

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Oltre a soddisfare le più elevate esigenze estetiche, Arconvert rappresenta anche lo stato dell’arte dell’innovazione tecnologica del settore, offrendo materiali autoadesivi altamente performanti che resistono al contatto con acqua, ghiaccio e condensa e che respingono addirittura le macchie. Arconvert è specializzata anche nella produzione di materiali di sicurezza quali marche da bollo, visti per passaporti, fascette fiscali e di materiali di anticontraffazione, che garantiscono l'autenticità di marchi di qualità, come il Made in Italy, sia nella moda sia nell'agroalimentare.

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Materiali Carta Film autoadesivi

Arconvert

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Specializzata nella produzione di carte per stampa, editoria, legatoria, packaging, coordinati grafici e cartotecnica, Fedrigoni è un’azienda fornitrice di marchi del lusso in tutto il mondo. Focalizzata sulla collaborazione con i clienti – un approccio tipico di tutte le divisioni del Gruppo – per la realizzazione di prodotti su misura, dedica a questa ricerca una parte significativa della propria capacità produttiva che si affianca al quotidiano ripristino delle collezioni standard che coinvolgono oltre 3.000 articoli sempre disponibili a stock. Oggi Fedrigoni ha quindici di-

NORD-OVEST E SARDEGNA +39 02 55308 151 NORD-EST +39 045 8230 801 TRIESTE ED EST EUROPA +39 040 9235082 TOSCANA, EMILIA ROMAGNA +39 055 8826 114-115 UMBRIA, MARCHE, ABRUZZO +39 075 5068 034-35 LAZIO, PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA +39 06 4192 875-6 CAMPANIA, MOLISE, SICILIA +39 081 5404 555

FEDRIGONI SPA Viale del Piave, 3 37135 Verona (VR) www.fedrigonicartiere.com

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visioni produttive e sette aziende distributive, opera con società dirette in undici paesi e ne serve più di cento attraverso partner distributivi qualificati. Negli ultimi vent’anni la crescita aziendale è stata costante e ha attraversato diversi momenti strategici e riorganizzativi. Ora si è aperta una nuova fase di crescita pulsante sia sul piano organico interno che attraverso acquisizioni. Con fatturato e margine a perimetro costante sempre in crescita anno dopo anno, Fedrigoni si attesta oggi come leader europeo nella produzione e distribuzione di carte speciali.

Materiali Carta

Fedrigoni

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Fontana Grafica è specializzata nella fornitura di materiali di rivestimento di alta qualità: carte, tele e tessuti, pelli e derivati. È in grado di offrire diversi materiali per il settore delle arti grafiche: stampa, editoria, legatoria, cartotecnica, packaging e packaging di lusso, display e piccola pelletteria. Punti di forza dell'azienda milanese sono un'ottima conoscenza tecnica dei materiali e un’ampia disponibilità di magazzino. A queste

Commerciale Maria Antonietta Savino +39 02 3933021 marion@fontanagrafica.net

Amministrazione Marcelo Valiente +39 02 3933021 valiente@fontanagrafica.net

FONTANA GRAFICA SRL Via Cernobbio 2 20158 Milano (MI) www.fontanagrafica.net

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Fontana Grafica

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si uniscono un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo di carte e superfici pregiate, e una grande attenzione e sensibilità alle tematiche e regolamentazioni ambientali. L'impegno di Fontana Grafica nei confronti dell'ambiente è concreto: l'azienda è certificata FSC e anche l'offerta di carte realizzate con materiale riciclato, comprese le fibre riciclate post-consumo, certificate FSC e conformi al Regolamento REACH, è in continua espansione.

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Materiali Accoppiati multistrato Carta Pelle e derivati Tele e tessuti

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Gasperini, market leader internazionale insieme al partner UEI Group nei settori della nobilitazione della stampa, dell'anticontraffazione e della brand identity, è partner privilegiato di studi creativi, etichettifici e cartotecniche di alta gamma per la creazione di capolavori unici. L'Azienda fornisce ai propri clienti consulenze e forniture nei settori della stampa a caldo, emboss-deboss, microincisione, textures, calcografia e termorilievo. Fra i vari servizi è in particolare molto apprezzato quello di creazione di textures personalizzate, anche da replicare al campione. L'Azienda è nota per l'eccelsa qualità dei propri

Commerciale Giulia Gasperini +39 0574 468142 giulia@gasperini.it

Amministrazione Claudia Nocker +39 0574 692944 amministrazione@gasperini.it

CARLO GASPERINI & C. Via Carlo Goldoni 44 59100 Prato www.gasperini.it

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cliché artistici 3D e per la fornitura in esclusiva nazionale dei propri cliché in rame per la stampa a caldo, rilievo, texture e microincisioni, che ne rappresentano il cavallo di battaglia. Gasperini, col partner UEI Group, detiene il primato assoluto tecnologico nell'automazione industriale tramite i brevetti internazionali di Econofoil® - sistema di sleeve intercambiabili in rame in sostituzione dei cilindri in ottone, Copperflex® - lamierini in rame per macchine semirotative e Speedchase® - sistema che consente di mettere in macchina lavori premontati con tempi di messa a punto ridotti a pochi minuti.

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Materiali Cliché Tecnologie anticontraffazione Tecnologie per la nobilitazione

Gasperini UEI Group

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ideale per qualsiasi esigenza nel campo della stampa e finitura di materiali vari. L’azienda si avvale di oltre 50 collaboratori e dispone di un’area operativa di 3.500 mq, dove si trovano uffici e impianto logistico. Qui gli ampi spazi a disposizione consentono un agile stoccaggio delle “bobine madri” (jumbo), provenienti dalla Kurz, e il loro taglio nel formato richiesto dal cliente. Luxoro è fornitore di materiali di decorazione, ma è anche partner in grado di sviluppare con designer e creativi le migliori applicazioni per dare vita alle loro idee. Grazie a rigorose politiche aziendali, Luxoro è oggi una realtà totalmente a impatto zero.

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Materiali Cliché Laminati metallici

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Il principale obiettivo di Luxoro è di diffondere e promuovere la preziosità e il calore dell’oro. Distributore esclusivo per l’Italia dei foil e dei cliché di nobilitazione del gruppo Kurz, Luxoro offre a settori industriali quali moda, lusso, packaging, cosmesi, food&wine, supporti e idee per creare oggetti unici, in grado di rendere unica e prestigiosa l’immagine di qualsiasi brand. La partnership esclusiva stretta con LEONHARD KURZ (player mondiale e punto di riferimento assoluto nella produzione di attrezzature e tecnologie per la stampa a caldo e la stampa a freddo) e Hinderer + Mühlich (cliché e attrezzature per stampa a caldo), rendono Luxoro il fornitore

Commerciale Gianni Azzaretti +39 0384254011 gianni.azzaretti@luxoro.it

Amministrazione Ezio Gallesi +39 0384254011 ezio.gallesi@luxoro.it

LUXORO SRL Sede amministrativa Galleria Unione 5, 20122 Milano Sede operativa e amministrativa Via delle Rose 3, 27020 Parona Lomellina (PV) www.luxoro.it

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Luxoro

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Manifattura del Seveso grazie una lunga esperienza nel campo della nobilitazione e finissaggio dei tessuti, si è affermata come produttore leader in Italia ed in Europa di tele per la legatoria, la cartotecnica ed il packaging di lusso. Le tele sono prodotte con tessuti e carte rispettose dell’ambiente. L’ampia collezione di tessuti include tele dalla finitura naturale come viscose, cotoni, filamento viscosa a effetto seta e tessuti spalmati. Tutti i prodotti sono accoppiati a retro carta. Un’ampia scelta di colori e differenti stili che viene costantemente aggiornata, incontrando i più avanzati concetti di design. La collezione, realizzata appositamente per il centenario, è composta da 20 qualità di tessuti differenti. La gamma di colori disponibili a stock è di 235.

Commerciale Alba Roncalli Tarancon + 39 035 88 19 50 alba@manifatturadelseveso.it

Ufficio Vendite + 39 035 88 19 50 info@manifatturadelseveso.it

MANIFATTURA DEL SEVESO SPA Via A.Vespucci, 20 24046 Osio Sotto (BG) www.manifatturadelseveso.it

C O N T A T T I

Manifattura del Seveso è in grado di produrre colori speciali su richiesta del cliente. Tutti gli articoli in cotone e le viscose Cialux® e Assuan Greentesse sono certificati FSC® e da quest’anno si è aggiunto anche il famoso brand Setalux®. Manifattura del Seveso, tra le poche aziende tessili certificate ISO14001, si è fatta apprezzare dai maggiori editori di libri d’arte, fotografici, dai produttori di cataloghi di moda, nel mondo della comunicazione e ora nel packaging di lusso. Con l’introduzione della Setalux® Digifly l’azienda è presente anche nel mondo del digitale, dopo aver “conquistato” il mercato della stampa offset su tessuto. Altra novità del 2019 sarà il lancio di un tessuto in cotone, Canvas Digifly, adatto per la stampa digitale.

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Materiali Tele e tessuti

Manifattura del Seveso

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Polyedra S.p.A. è la società leader in Italia nella distribuzione di carte per la comunicazione stampata, soluzioni per l’imballaggio standard e industriale, nonché di supporti sintetici per la comunicazione. Presente sul mercato italiano dal oltre 30 anni, Polyedra è parte del Gruppo Lecta, uno dei maggiori produttori di carta patinata senza legno e tra i leader di mercato in Europa nelle carte speciali. Gestisce un magazzino con più di 10.000 referenze provenienti da oltre 200 tra i più prestigiosi produttori a livello nazionale e internazionale. Le principali categorie di attività sono: Print – Carte e cartoncini da stampa ed editoria sia in versione patinata che non, carte auto copianti, prodotti autoadesivi, carte

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speciali text&cover, supporti per la stampa digitale, cartoni, buste e sacchetti, carte per fotocopie. Packaging– Carte da imballo, cartoni ondulati, materiali antiurto, nastri adesivi, buste imbottite e speciali per spedizione, carte alimentari e da forno, articoli da imballo protettivi e anticorrosivi per il settore industriale, accessori e attrezzature per il confezionamento. Dal 2016 Golden Distributor per Italdibipack Group Packaging Systems. Sign & Display – Film adesivi e supporti per stampa digitale, lastre e pannelli, pellicole adesive per intaglio, fogli plastici. Dal 2016 distribuisce anche sistemi di stampa digitale (HP, Canon) e di converting e finishing (Elitron, Summa, Flexa, Valiani).

Servizio Clienti Sign & Display 848 811 333

Servizio Clienti Print & Packaging 848 811 666

Amministrazione +39 02 335511 info@polyedra.com

POLYEDRA SPA Via Riccardo Lombardi, 19/10 20153 Milano www.polyedra.com

C O N T A T T I Materiali Accoppiati multistrato Carta Cartone Film autoadesivi Film plastici Laminati plastici

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Polyedra

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realizzazione di libri pagina su pagina con apertura a piatto. Per completare la sua offerta, oggi Zechini propone anche macchinari per la produzione di una linea di packaging di lusso, ovvero Revobox®. Attraverso il recente ramo d’azienda ZetaPunto®, fornisce inoltre soluzioni robotiche per applicazioni di Pick & Place. Nel 2019 Zechini lancia una nuova soluzione per il packaging di lusso ad alta personalizzazione, B.ON.D Box On Demand. Un servizio innovativo che, oltre alle macchine, fornisce anche tutto il know how tecnico e commerciale per farle fruttare al meglio.

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Materiali Tecnologie per la cartotecnica Tecnologie per la legatoria

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Zechini progetta, sviluppa e commercializza in tutto il mondo attrezzature di qualità per la legatoria e la cartotecnica. L’azienda, guidata dai fratelli Fulvio e Roberto Zechini, forte dei suoi oltre 60 anni di successi, è tra i leader del mercato delle macchine per la legatoria. Zechini realizza attrezzature rivolte principalmente alle aziende caratterizzate da una capacità produttiva in tirature medio-basse e in fuori formato. La sua produzione si articola in quattro linee principali: preparazione del blocco libro; realizzazione di copertine; inserimento dei libri in copertina;

Commerciale Alice Ponti +39 022650713 a.ponti@zechini.com

Amministrazione Fulvio Zechini +39 022650713 fulvio@zechini.it

ZECHINI GRA.FOR SRL Via G. Di Vittorio, 2 20090 Vimodrone (MI) www.zechini.com

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76 E N G L I S H be used for most of the main printing technologies and enhancing techniques, and is available in White, Red, Blue and Black colourings and 120 and 330 g/m2 weights. Reef is ideal for graphic projects that need to add to style the look and feel of an exclusive product. For example: luxury packaging, shopping bags, covers for precious catalogues and books, leaflets, corporate identity image, invitations, greeting cards, and much more.

PAGE 10 HOW PRINT IS MADE HOT FOIL STAMPING LUXOR® BLUE ELEMENT A metallic and vibrant blue creates a play of light on different elements of the magazine cover: reflections on the fish, the bubbles and the title PRINT. It’s Blue Element, a colour from Luxoro’s Pollock 2 collection, which has a natural and deep appearance and reminds us of the sea. The micro-engraved patterns on the fish and the embossing on the corals are the result of hot foil stamping with hinderer+mühlich plates, and they give the design movement and three-dimensionality. This makes it not only visually appealing, but also interesting to the touch. THE PAPER USED FOR THE COVER: CORDENONS REEF RED 330 g/m². A swim in tropical seas where you’ll discover colourful fish, live rock and unspoiled beaches… For the cover of this issue of Print, we chose Reef, Gruppo Cordenons’s creative paper, in its Red version, to make you forget about winter for a little while. Part of the Luxury&Touch group, Reef has tactile qualities that evoke the texture of corals and fine sand. It can

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THE PAPER: GRUPPO CORDENONS Gruppo Cordenons develops and produces creative and technical papers, and offers the international market over 2.5000 products with different targets and implementations. The company has always invested significant resources in researching and developing innovative and original papers, in order to meet their clients’ demands and to keep up with current trends. The quality of their products is excellent, a combination of creativity and technological innovation. As well as its attention to new technologies, the company maintains its commitment to producing high-end products with a refined attention to detail. Through an increasingly more flexible production process, Gruppo Cordenons has developed a rich portfolio of cutting-edge papers, which bring together visual appeal and tactile effects. The wide range of the catalogue is further expanded by the possibility of requesting personalised papers, tailored to specific needs in terms of colour, weight and finishing. In July 2018, Gruppo Cordenons was bought by Bain Capital Private. CLICHÉ AND FOIL: LUXORO Exclusive distributor for Italy of foils and clichés for enhancement from the Kurz group, Luxoro offers industrial sectors such as fashion, luxury, packaging, cosmetics, food & wine, substrates and ideas for creating unique objects that can mirror the exclusive value of a product or brand. The close exclusive partnerships with LEONHARD KURZ Stiftung & Co. KG (the undisputed benchmark in the production of film for heat printing) and Hinderer + Mühlich KG (cliché and equipment for heat printing), make Luxoro the ideal supplier for any need in the field of printing

V E R S I O N and finishing of various materials. The company has a staff of over 50 people and an operational area of 3,500 sq.m. where there are the offices and logistics centre. Here the wide spaces available allow flexible warehousing of the “parent reels” (jumbo) from Kurz, and their cutting in the format required by the client. Thanks to its rigorous company policies Luxoro today is a completely zero impact company. www.luxoro.it

PAGE 14 ADIDAS UNSTOPPABLE GREEN For adidas it all started in 2015, when they stopped using plastic bags in their 14.000 shops. The next step was the Parley for the Oceans projects, in which the German brand helped recycle plastic waste, which would have otherwise ended up in the oceans. adidas’s green momentum only picked up from here, and over the next six years they aim to speed up the development of paper products for shoes and clothing packaging. By transferring knowledge about sustainable management of production sites, the goal is to reduce energy consumption and facilitate the shift to green energy sources along the entire production chain. A race towards sustainability. Sustainability is the watchword that is spreading more and more in the market for consumer goods and, above all, designer labels. This is an approach used by dozens of fashion brands, including luxury brands, for both production and distribution processes. An excellent example of this is the German brand adidas. The brand has its headquarters in Herzogenaurach, Bavaria. It is a giant of clothing, shoes, and sports gear (which also own Reebok), and over the years it has expanded into bags, perfumes, watches, glasses. It was founded in 1949 by Adolf Dassler, who had started producing football boots twenty-five years earlier, when his brother Rudolf split the business and started the rival brand Puma. Today, adidas is a real multinational corporation: it is number one in the field in Europe, and number two globally, only preceded

by Nike, with a revenue of 24 billion euros (2017) and about 60 thousands employees worldwide. And the world, the Earth, inspires adidas’s environmental mission, which isn’t only about the products themselves, but also about their packaging. Since he became CEO in 2016, Kasper Rostred has been leading this mission with a high level of commitment. adidas’s green objectives are ambitious, but they will certainly be achieved by following the company’s old motto “Impossible is nothing” (the new one is “Here to Create”). They aim to use only recycled plastic for all their shoes and clothing, even though it is 10%-20% more expensive. “Our goal is to get rid of virgin polyester overall by 2024”, recently said Eric Liedtke, head of adidas’s global brands, in an interview with the Financial Times. Adidas invests hundreds of millions of euros every year in development and research for sustainability. Specifically, 700 millions only in 2017. The Spring/Summer 2019 collection already contains about 41% recycled polyester, and in 2018 only sustainable cotton was used in all of the brand’s product categories. Sustainable cotton is produced using less water and less pesticides, in a context that guarantees fair labour for the growers. An excellent example in this area is the partnership with “Parley for the Oceans”, established in 2015, which committed the brand to collaborate for three years on recycling plastic waste that would have otherwise ended up in the oceans. This is how, in 2017, the Parley shoes were designed. Like the UltraBoost model, which recycles 11 plastic bottles that would otherwise pollute the seas, Parley is only made with recycled plastic, and sold a million pairs in 2017 and 5 million in 2018. The goal is to sell 11 million this year, and by doing so to reach 3% of total sales. Over the next few years, the range of products made with Parley Ocean Plastic. Not only running gear, but also other categories such as Football and Originals. adidas aims to completely stop using virgin polyester over the next six years, and use only recycled polyester for their entire range of shoes and clothing, supporting the push towards sustainability in the entire production chain. This push also affects

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the choice of shopping bags, shoe boxes, and all packaging, as well as the displays in stores and shop windows. This choice, according to the strategies decided by the company, requires precise guide lines and certifications in production and in using materials made by suppliers and partners, including the printing and paper industries. One of the first steps was to get rid of plastic bags, typically used in shops for sold items. To do so, adidas set out some rules to follow. The first one is to train sales staff to ask clients at the till if they want a bag. Because, as Adam Brundage, adidas’s global brands sustainability project manager, says, “our company is very careful not too accumulate plastic waste”. Then, the brand started partnerships with companies committed to producing sustainable packaging, discarding plastic a preferring paper. One of the Italian partners is a group hugely recognised for its production of shopping bags for luxury brands: the Marche-base Fiorini International. Stefano Fiorini, Sales director for shopping & luxury divisions at Fiorini International, confirms that ten years ago plastic bags were widely used, while now paper is being sought after more and more, especially when recycled and free of plasticizations. After all, there are countries such as the US, where adidas has a strong presence, that require at least 40% of paper to be recycled. The company’s green commitment needs to apply to shoe boxes and displays in the shops as well, which advertise “Run for the oceans”. To make this mission successful, they have involved suppliers and retailers. For example, the shoe boxes are biodegradable, and when they hand them over to clients sales staff remind them of the correct ways to dispose of the box for it to be recycled. On the box and inside the shoes, there is an NFC code which gives all the information on the “Run for the ocean” campaign. The campaign was launched three years ago in about a hundred shops, and wasn’t the usual deceiving marketing operation, aimed at making something not sustainable appear to be sustainable. In fact, even the displays designed for the campaign are eco-friendly, and the partners and suppliers who participated (graphic design companies and agencies such as Verona-based Quadra Display, High Level, Publiline, Nureg and Liganova) were presented with a code of conduct to follow. This required them to use recycled raw materials and print with eco-friendly, water-based, or solvent-free inks. For shop windows, decals had to be made in an eco-friendly, glue-free material, not plastic, but still be able to withstand high temperatures caused by sunlight and artificial light. After the installations, the supplier was required to dispose of the

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materials according to current Italian regulation, with attention to recycling. The display kit included: a footwear wall to highlight cardboard materials made of honeycomb cardboard, three free-standing totems for small shops or a large structure made of cardboard panels for bigger stores. The raw structure of the cardboard was visible in each display, to highlight the use of sustainable materials. adidas are equally careful about green raw materials (recycled paper for boxes and bags, honeycomb cardboard for displays) as they are about leather. In regards to this, adidas is part of the Leather Working Group (LWG), an association formed by leather producers and distributors, as well as academic institutions and NGOs. LWG promotes the development of sustainable business practices in the leather industry, and has created a point system to assess tanneries. Similarly, the German company assesses the production process of each of their suppliers (including printing and paper companies) to reduce greenhouse gas emissions. The goal is to support the supply chain in developing initiatives to reduce energy consumption and to switch to sustainable energy sources, sharing with their suppliers their know-how on the sustainable management of production sites. For this reason, environmental assessments of factories are also carried out. This is to say: being a green printer is a ticket to the adidas world.

PAGE 20 PRET-A-PORTER LABELS In Torreglia, in the regional park of the Euganean Hills, a jewel-company produces fabric labels for big fashion and luxury brands. With a turnover of 14.5 million euros, 700 clients all over the world, and the biggest machine fleet in existence (140 customised looms), Mion is the biggest company in the field, producing 230 million items every year. The projects for the labels are the result of lengthy collaborations between producers and brand designers, and they reflect the style of clothing and accessories, express the brand identity and promote its image. A parallel universe to the fashion sector, which we talked about with Niccolò Mion. Show me your label and I’ll tell you what you’re wearing. We don’t always notice, but the labels sewn on the inside of our clothes reflect their style, not only because they have their logos, patterns, colours, but also because they seal their value and importance. How? Through the quality, the shapes and materials they are made of. Some are particularly sophisticated, some are minimal. But they always match

the brand’s code: the fonts, colours, and the value and meaning they carry. Companies – especially luxury ones – invest in that small surface a great deal of work on brand identity and promotion of the brand’s image. In fact, the layout of a label is the result of lengthy collaborations between producers and the brands, who try to control every detail of the surface – colour contrast, folds, dimensions, stitches, finishings – in order to increase the quality of clothing and accessories. Print met with Niccolò Mion, CEO of Mion, one of the most important Italian companies in the field of fabric labels, a reference point for multinational fashion and luxury corporation, a giant in a sales network that goes from Europe to the US to Japan. With a turnover of 14.5 million euros and 700 clients all over the world, Mion has the biggest machine fleet in existence, made up of 140 customised looms. A true Made in Italy excellence, based in Torreglia, in the regional park of the Euganean Hills, Mion produces 230 million labels every year, and does so on a wide range of materials: from recycled polyester to cotton, silk, linen, from jacron (which feels to the touch very similar to paper), to PVC, from wood to microfibers, leather, and many other materials, printed on with different techniques (screen printing, digital printing, hot-stamping, high frequency). Mion was founded in 1967, and over the decades, thanks to constant research in technology and fashion, the company has accompanied the development of Italian and European fashion. And in line with the rest of the fashion industry, today the Veneto company is more and more interested in sustainability, and more specifically in the compatibility of production and textiles. What position does your company occupy in the fabric labels sector? We are the Ferrari of our field, we supply all the luxury brands. We work nearly exclusively big fashion and luxury brands, both Italian and French. We have commercial offices and representatives all over Europe and the world. We are the most important company in the luxury sector. What is your most pressing objective? We want to create as soon as possible, during the current year, a completely sustainable product. Our clients have expressed their demands for one. We were ready for this requirement, already widespread in the luxury sector, and we decided to start a significant project on sustainability. What is this project? We want to replace all virgin polyester with recycled polyester, which is one of the most sustainable fabrics. It is an eco-friendly material, made of common

plastic bottles transformed into fibres. An ambitious project? Yes, Mion Green is an ambitious project in terms of sustainability and environmental issues: we aim to become the first fabric label producers in the world to be completely sustainable. The Mion Green project will be yet another added value to our labels, which will maintain their quality and stability, which have always distinguished our products. How can you tell a label made of recycled polyester from any other? You can’t, they are basically the same as standard labels. The raw material, polyester, needs to have a certification that guarantees it comes from natural materials. Otherwise no one would notice. For this reason certifications are important. Our supplier has the Global Recycle Standard (Grs) certification. Furthermore, the company has had the class 1 Oeko-Tex certification since 1995, which guarantees the health of textile fibres. How do you design labels that meet the demands of luxury brands? We present two collections of labels every year, a year ahead of fashion shows. We present our look books to fashion offices the same way clothing brands do. We consult with those who study trends and design labels in all materials. When we design a collection, we approach it in the same way clothing companies do: we look at what is happening in the world, in cinema, in the streets of metropolitan cities, at young people, at changes happening in society. We then promote our collections through our look books. A label is the trademark of fashion brands, so there is a high attention to detail. What does a fashionable label look like? It is made with simple techniques, it is folded top and bottom to hide the stitching. The graphic designs are geometric or floral, but with few colours. The design always has to have a relation to the brand’s style. How do online orders work? Mion has a web ordering system that all clients can use for order proposals, to monitor and trace the stage they are at. It allows authorised vendors to set up payment orders directly online. Where is this market going? The market has shrunk compared to a few years ago. At one point, people believed that Made in Italy products could be easily replaced, but now luxury brands have returned to us because the fact that we are Italian guarantees authenticity of the chain of custody.

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What do you mean when you say Italy is a guarantee? We manage our clients’ brands. We are the only ones who can make sure their labels aren’t forged. To do this, we insert during the weaving a system which isn’t visible to the eye and which guarantees the label is authentic.

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ing spatial effects that fully convey the versatile and pseudo-plastic qualities of TRUSTSEAL ® SFX. The tonal gradations create a perfect three-dimensional effect and the print looks like it is lifted from the surface. Thus packaging enhanced with Spatial FX becomes an experience for consumers, who are surprised by its effects, and creates a sense of adventure in technicians of the field. This printing technology, proposed by Kurz, creates ideas and images that not only satisfy, but also leave us feeling like we have conquered unexplored territories.

PAGE 37 An innovative project using Spatial FX, the exclusive enhancement proposal introduced by Kurz. Francesca Meana, at Pourquais Pas Lab, is the Paper Designer Luxoro worked with on this unprecedented project. The project aims to enhance the performance of Spatial FX, the exclusive enhancement technique introduced by Kurz, which creates three-dimensional effects through and optical illusion: a combination of creativity and printing technology that takes your breath away. Spatial FX is part of the TRUSTCONCEPT® product line, where graphics take shape and give life to the surface: it creates printing solutions with a spectacular visual impact by using cutting edge, personalised and innovative holographic effects. A highly refined designer and artist, Francesca Meana took on the challenge of combining the Spatial FX technology with a small case she designed, a one-of-a-kind object that was first presented at Luxe Pack 2018 in Monaco. The initial idea was to play with tonal gradation combining origami-style graphics and a reference to embossing. The drawings of paper folds and tonal gradations are the perfect way to enhance the three-dimensional optical illusion, the innovative quality of this technology patented by Kurz. Everyone involved in the project has had to collaborate to achieve a product that makes visual effects tangible and is such an original artefact. The ability to give shape to an idea is always the result of competence and experience, and this small gem of packaging proves it. Pusterla 1880 played an important role in this project. It is the paper processing company that produced the case, and where Francesca grew up, trained, and nourished her passion. Francesca Meana only decided at the end to add the colours to the design, creating surpris-

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HOW IT’S MADE LASER CUTTING – BETWEEN TECHNOLOGY AND ART With a precision that is near absolute, the laser allows cuts of any shape - even very thin, infinitesimal ones – without borders getting crushed. As a result, the best effects are achieved when dealing with trimming complex geometries: the work is defined, the cuts faultless. The real news item in this sector is the micro-drilling technique, which offers faultless design detail, delightful chromatic shades and an amazing transparency. The laser came out of an idea that Einstein put forward as a theory in 1916 but its invention is attributed to Ted Maiman, a Californian physicist who, on 16 May 1960 after a long walk on a deserted beach in Malibu, fired the first handcrafted laser. Since nobody at the time knew who Maiman was, he had to wait quite a long time for most physicists to accept his discovery. The fact he was not a conventional scientist excluded him from being considered for the Nobel Prize. Despite all that, the laser entered our lives from that day, soon becoming a tool as widespread as indispensable, an emblem not only of science but also science fiction. In fact, in 1964, at the time it was being developed, a laser gun was used in the pilot episode of Star Trek, ‘The Cage’ – a long time before the laser swords of George Lucas’ Jedi. The laser owes its widespread use firstly to the fact it is, all things considered, an inexpensive technology and, above all, easily applied in very different settings that run from medicine to cosmetics, from printers to barcode readers, from DVD readers to measuring tools up to gaming, military or industrial uses for all sorts of sectors, including graphic arts.

A GAS, TWO MIRRORS AND… ENERGY! We in the 21st century take its existence almost for granted in common household appliances, but how does it work? The laser’s main feature is that it produces a perfectly constant ray of light, which is very intense and extremely concentrated. In other words, unlike a light bulb that beams light everywhere around it losing the intensity of its light, the laser focuses the light on one very small point, like a powerful lens. Without going into pointless technical terms, the laser is set up as a piece of equipment made up of a gas, which works as a medium, an energy pump and two mirrors, one of which is partially transparent. The pump intermittently supplies energy to the gas particles that are excited and start to release photons. In turn these, which are free to move, strike other gas particles giving rise to a chain reaction. The mirrors, reflecting the photons more and more times, accelerate and intensify this reaction until the formation of a particularly concentrated ray of some tenths of millimetres, which is emitted through the semi-transparent mirror. This is where the laser gets its ability to illuminate, cut, drill, vaporise, ablate, mark… basically to modify a material in many ways almost without creating waste as the material is enhanced transforming itself into gas and with a virtually perfect clean cut. AN ALTERNATIVE TO CUTTING Using the laser to cut paper or card is an absolutely obvious choice as an alternative to the traditional linear cutter or to the die cutter, especially because of the possibility of making cuts of any shape at all, even very fine ones, with absolute precision. And yet this sort of technology is used in the graphic arts above all for niche work - often paper enhancement or when a particular, non-artistic performance is required. The reason lies in the habitual use of and ease of access to - also in economic terms - linear cutting or die cutting for the more frequent jobs. The laser is certainly an excellent alternative to the mechanical die cutter. Carmelo De Marco, Business Technician at Gravotech Italia, points out: “The first big advantage offered by laser is that it isn’t necessary to produce a die or mould; the second is that it can be used on all - or nearly all - materials, including Plexiglas, which can’t be die cut.” So it’s ideal for small runs - at the very least it’s certainly advantageous because there’s no cost for the mechanical die cutter, there’s no cost depreciation for the die cutter spread over the number of copies, there's very little waste and no

start up time. “The basic cost to keep in consideration is the source consumption, which can be calculated at around 1 euro an hour. On top of this, there are obviously those for the execution time, the need for having an employee to constantly monitor the situation, and the time for the creation of the file both when the client takes care of it directly and when the supplier is asked to deal with this stage.” It should be remembered though that it doesn’t make sense to use the laser for sorting the sheets or for trimming a printed object, or again for putting a window in an envelope or die cutting a folder or case, bearing in mind as well that it’s a much slower technology than a die cutter. In other words, the laser is not always the digitalization of the analogical process of die cutting paper, as much as for someone who produces laser cutting machines paper and card are just one material like any other. CREATING ART WITH THE LASER The laser, in addition, is to all intents and purposes a numerically controlled machine driven by a computer: that’s why it is at its best, unlike cutters and die cutting machines, when it’s necessary to trim complex geometries with the greatest precision even on coated paper. Depending on the lenses used the laser then allows the cutting of practically any shape of any size without burning. An example of what can be done with the laser also on an industrial level is the book “Il piccolo teatro di Rebecca” by Rebecca Dautremer, published by Rizzoli: most of the 192 pages were cut out in such a way that the central mirror of the sheet was empty in order that the borders, which form a sort of frame, could in turn be cut out to obtain different shapes. Since the central space of the pages is holed the cut out elements of the underlying pages can also be seen, creating a 3D effect. In this way the reader really has the impression of being in front of a stage and being in a sort of theatre in which there are characters and changes of scene. Only the laser has the capability of cutting various-sized elements that can be large and complex but also extremely small. There’s also “L'erbario delle fate - The Herbarium of the Fairies” by Benjamin Lacombe, again published by Rizzoli, which combines laser cutting with GSK paper to create effects of transparency; or “Cappuccetto Rosso - Red Riding Hood” by Sybille Schenker published by Minedition, in which there is less use of laser cutting but it perfectly creates the foliage of the trees in the forest, the veining on the leaves and even the wolf that

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ate up Red Riding Hood. There’s a great number of artists who are producing real works of art with laser and paper such as Eric Standley, who creates artefacts by overlaying layers of laser-cut coloured paper (http://www.eric-standley. com), Ingrid Siliaku, who builds daring paper architecture (https:// ingrid-siliakus. exto.org), the Italian Francesca Gabbiani, or Su Blackwell who produces genuine sculptures by cutting out books. ENDLESS POSSIBILITIES FOR CREATING But beyond art, what can be done with laser cutting? Laser technology can be joined with not just cutting but can carry out a whole series of operations - half-cutting, creasing, micro-drilling, bas-relief, perforations, as far as ablation for cutouts that enable the production of genuine sculptures: all these can be performed separately or joined together according to creative and technical needs. One example is the creative revisiting of Caravaggio’s “Head of Medusa” presented at Luxe Pack by SD Laser. The complexity that characterises the painting is rendered by the working of the paper. Medusa’s hair ope snakes is created with the technique of cutting in the first leaf and the technique of marking in the second, while the micro-drilling makes all of the roll fold similar to a fabric. Restricting ourselves just to paper or card, what can be made includes invitation or best wishes cards, book covers, any sort of packaging, business cards, gift packaging, table decorations, flyers, brochures, leaflets with two or three leaves, 3D invitations like pop-ups and kiribati… produced in major print runs too. Just go to a stationer’s to get an idea. Using this technology it’s possible to work on a flat blank sheet of large or small size, but small print runs can also be personalised in post-production on printed sheets cut perfectly in registration with the printing or done on finished print products such as an already glued box, a bound book, a case containing the product, and texts, images, illustrations and decorations can be applied as well as bar codes, data matrix and QR codes. The material doesn’t necessarily have to be set on a flat surface and can be worked on even out of square: a video camera detects the positioning and registration points printed on the material to be worked on, setting the position. Nowadays there are also technologies that enable deformities in the subject to be detected and their outlines followed during the working process. For example, if the printing is deformed because of a thermal enhancement the video camera

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identifies the anomalies and “guides the laser”, avoiding the out of register cuts. Carola Garrone, Gravotech Italia’s Head of Marketing, tells us, “The most common jobs are marking, engraving and cutting of acrylics (plex, bilaminated plastics), organic materials (skins, cloth, leather, wood, paper, glass), treated metals (anodised, painted) and with Thermark even crude metals (steel, brass and aluminium).” Burning is something that needs to be paid attention to though. How can it be avoided? During cutting - under the ray’s action - the paper vaporises in a sublimation process: in other words the paper is used up and passes to the gaseous state very quickly. It’s the smoke itself, which takes the heat away from the paper, along with an extra flow of air and the level intake that avoid this unpleasant side effect. All of this takes place with the greatest precision and a limited environmental impact. An extreme but certainly effective example, in which burning is absolutely not tolerable, is the engraving cuts against the spine of a book bound directly on the pages. WHAT CAN BE DONE… AND CAN’T But be careful! Taking risks is fine but there are limits to take into account even in the planning stage. Putting holes even in the small wording to let what is below be seen is interesting but the letters can’t be treated like in printing: for example, holding points have to be applied to the eyelets, where necessary, to avoid certain parts coming away. In addition, laser cutting can be slower than main plates or rotary die cutters in productions of high numbers of pieces. As well as that, not all lasers are suitable for all materials: the three technologies currently available (CO2, fibre, galvanometric) are not interchangeable. “Fibre is suitable for engraving on metals,” explains De Marco once again, “CO2 on organic materials, so plastics, rubber stamps, cardboard, etc. The hybrid technology that we offer allows marking on plastic (with certain tricks on PVC too, which in general can’t be layered), and what we call Green - in that the ray generated is a green colour - is used on plastic alloys, polycarbonates and circuit boards. The latter two are very fast technologies compared to fibre and CO2 (around 10 times faster!) and that’s why they can be inserted in line on the various industrial processes. But the working speed depends on the type of machine, not on the source type: mounted on the galvanometric head is much faster while if it’s mounted on the plotter system the speeds are reduced.” So if we have laser for working only on organic materials,

others on non-organic materials, the “mixed” technologies work so that with only one laser there’s an extension of the usable range of substrates that are chemically different from each other, regardless of the pairings that can be made with paper, cardboard, plastic, paints, metals, and woods. Laser cutting guarantees a very high precision in the finishings and doesn’t need further work in cleaning and polishing the cut border. “Then a lot obviously also depends,” explains De Marco, “on the shape of the object to be worked on and on the dimensions compared to the machine being used: in fact, this is for the most part for machines that work in 2D.” Apart from the cutting that can be done on plastic, acrylic, wood, multi-layered, textile, leather and, of course, paper materials laser also allows engraving and marking of different depths, “also because of the different power of the laser in use,” De Marco specifies. In this case the usable materials range from paper itself, with minuscule chiselling effects, to wood, from metal to Plexiglas, from leather to sheets of stone, to plastics and to acrylic substrates. Unlike cutting, the marking process doesn’t follow the tracing of a vector drawing but a raster image. In this case the machine’s management software determines grey thresholds to which it assigns different engraving power values and through the release of localised energy the surface is altered permanently. The limits on the materials are not tied to the technology but to the substances contained in them and that can be freed during the work: it’s the case with leather and artificial leather with chrome, carbon fibre, PVC, PVB, PTFE and Teflon, beryllium oxide, materials containing halogens (fluorine, chlorine, bromine, iodine and astatine) and epoxy resins. In case of doubt, go ahead with tests. The real news item in the laser field is the micro-drilling technique that offers faultless drawing detail, beautiful chromatic shades and an amazing transparency. Laser processing lets light pass through the material giving the layered sample a sort of transparent weft very similar to that of a textile or yarn. HOW THE FILES ARE PREPARED The laser machines are able to process both raster and vector files, even if the latter are only required for cutting work. In the case of particularly complex lasering work in which several techniques exist at the same time, the way forward is with a mixed file putting on different levels the various cutting intensities or workings, such as the passing cut or half cut, keeping the rasterised part back for

the marking. Using one flat colour per layer indicates to the supplier the outline without making mistakes. Should further working be wanted - for example, deeper or shallower engravings (with different power) or stronger or weaker markings - further layers can be set with different colours. On the subject of software and formats, Illustrator, Autocad and SolidWorks are supported and PDF and EPS while the bitmaps can be CPT, PS, BMP, JPG, TIFF, GIF and PNG. Some also accept Office documents. The lines have to be thin, setting - as an example for reference - a thickness of 0.001 pt as a minimum. To optimise the material the settings can be positioned so as to take up less space. Check that the design doesn’t have 3D objects and that the cutting lines are then all at level 0; also check that there aren’t any overlapping layers: in this case the laser will go over the same path again and compromise the quality of the cut.

PAGE 47 PENTAWARDS 2019, THE AWARD FOR THE MOST BEAUTIFUL PACKAGING IN THE WORLD Applications for the most prestigious award for packaging, in all its forms, on a global level, are open from 25 February to 12 April. We interviews Adam Ryan, Pentawards’s Project Director, to better understand the jury’s selection criteria and this year’s changes.

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Bronze, silver, gold, platinum and diamond. This is the shining quintet of Pentawards, the worldwide competition started in 2007 to highlight the value of packaging in brand strategies and the creativity of its makers. The prizes allow designers to present their expertise to the world, but not only: the award is full of educational moments and exchanges of ideas. Every form of packaging can enter the award, as there are no less than 55 categories. This allows for each product to only compete with similar ones, under the careful eye of an international jury made of notable packaging designers and design directors who work with big brands. What are the criteria Pentawards applies to decide which are the most beautiful projects in the world? Each year, packaging from around the world is judged by an international jury of 15 highly respected designers, packaging design directors and marketing chiefs from major global brands. Winners are awarded based on 4 main judging criteria’s: Quality of Design: Judges are looking for excellent graphic and structural design, considering aspects such as typography, artwork, the logo or brand name, use of colour, as well as structural aspects such as shape, form and silhouette. Brand Expression: Judges score the how effectively the graphic and (if appropriate) structural design of the pack or range expresses the personality, characteristics or story of the brand. Creativity and Innovation: Judges score the pack or range for the quality of innovation, originality and creativity of the design. Where entries are a revamp or a limited edition of an existing brand, judges are asked to score on the effectiveness of the new design compared to the previous design. Emotional Connection: Judges score the whether they like the pack overall, how they responded to it emotionally and whether they believe that it will elicit a positive response in its target market. Jury members this year include: Mark van Iterson, Global Design Director, Heineken, Steve Honour, Design and Visual Leader, Innovation, Diageo, Mark Budden, Chairman, Design Bridge, Denise Siebert, Vice President Design, Kellogg’s and new jury president Clem Halpin, Creative Director at Bulletproof. What does the jury look for? How does one design stand out from the rest? Here are some factors that stood out

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among the winning entries in 2018: Honouring the past: Mutti is such a historic brand in Italy that it was very challenging for the designers to revamp its range of canned tomatoes. Although its an upmarket product, it is a staple of many households. Auge Design, focused on on Mutti’s history, reviving unique exclusive features which had been pushed into oblivion many years ago by the dominance of pseudo-modernism. The inclusion of historical aspects of the brand, the simple red, white and gold colour scheme, and the typography used were all factors that made the project a success and persuaded the jury to award it the diamond 2018. Immaculate Execution: Guocui Wudu is a Chinese alcoholic drink made from extra-pure medicinal herbs. To showcase the purity of the hervbs, ShenZhen Lingyun creative packaging design Co., Ltd created a bottle in the shape of a transparent, bright blue water drop with clear lines. The designers also made sure there were no labels on the bottle so you can see how pure the liquid is. The product is sealed with a cork, to which a small information booked is attached. Honestly and immaculate execution are at the heart of this design. Humour: Tired of the sane old plain designs for cat litter packaging, Gatuna by The Bold Studio (Spain), decided it needed something to make it stand out from its competitors. The company shifted its focus away from the technical side of its products to create a simple but powerful packaging design that took a jocular look at the emotional connection between a cat and its owner. So, what are the new initiatives that will make this year’s edition of Pentawards the most community-centric yet? Well, we all know that life in packaging is non-stop. Whether you work in an agency, manage a brand, supply materials or create the finished article, time is precious. Along with the launch of a new website and new entry process, we have worked with the International Jury to establish a new judging criteria and a system where we are able to give valuable and constructive feedback to every single entry, win or lose. The new judging criteria will maximise our entrant’s chances of success by outlining exactly what the jury are looking for and the feedback initiative will provide a score of excellence to all entries, which can be benchmarked against the Global Pentawards Standard. In addition, winners will be given the invaluable opportunity to gain exposure and deliver presentations at one of the

global Pentawards conference events, whilst also having the have the opportunity to apply for their design to be featured in a display of Pentaward winning designs, which tours the world. Last year it was the Italian agency Auge Design, with the packaging for Mutti, that won the prestigious Diamond Pentaward. How is, in general, Italian packaging design positioned in the world? In 2018, Pentawards received 2318 entries from 64 countries in 5 continents. This showed an increase of 15% from the previous year and demonstrates the truly global reach of this competition. Italy, is one of the most creative countries in the world! Since the beggining of our competition, Italy has had 24 winning entries (bronze to diamond) and is in the top 25 countries, with the highest amount of entries, each year. Auge Design are the first ever diamond winners from Italy. We have made Davide Mosconi, Creative Partner at Auge Design our first ever jury member from Italy. He will be involved in judging our 2019 competition. Design agency Spazio Di Paolo, are the most awarded business from Italy and consistantly perform well in our competition. This shows the talent, creativity and innovation that is coming from this region of the world. I recently visited an event by UPM RAFALTAC called Wine&Design held in Milan. This was a coming together of design agencies, suppliers, brands, manufacturers discussing trends, sustainability, marketing and label design. This gave me a better understanding of the Italian market and its our plan to promote our awards more in Italy. Who knows, maybe we will hold a conference, or gala ceremony there soon. One thing for sure, is that Italy is becoming one of the most inspiring countires in the world for packaging design.

PAGE 65 ICMA HAS CREATED THE MAKULA® PAPER COLLECTION FOR PEREGO CARTA They appear to have come from a medieval bestiary of miniature mythical animals on a gold background. In the MaKula® collection, a giraffe, a leopard and a tiger feature shimmering velvet coats, magnificent colors, and skillfully rendered spots and stripes. Created as a tribute to the beauty of real animals living in nature, the MaKula® collection provides a vibrant visual and tac-

tile experience through the imaginative and sumptuous portrayal of their coats. This new collection is particularly representative of the creative possibilities of Icma's customer collaboration. No matter how challenging, the brief is always a starting point for Icma to experiment and test its technical laboratory and the potential of the manufacturing process. Perego Carta, which caters to the luxury market and is familiar with its needs in terms of uniqueness and extreme sophistication, asked Icma to draw inspiration from wild fauna, and specifically the irregular spots of a giraffe, the speckled fur of a leopard, and the stripes of a tiger. Each of these striking solutions required experimentation with dozens of laboratory samples, with the combination of different bases, colors, finishes, and flocking to also obtain an unexpected tactile sensation. A selection was then made from the vast collection emerging from the Icma laboratory to form the MaKula sample book, a project that also proved challenging on a productive level. In fact, a range of very different bases was used (kraft, pulp-dyed, 100% recycled, and metalized papers) and practically all the possible combinations of finishing systems were carried out (from dyeing and color coating to two-color coating, surface embossing with several of our 250 embossing cylinders, and flocking). MaKula® is a tailored collection dedicated to the luxury market, for Perego Carta customers who require uniqueness, even for limited quantities (starting from 25 sheets), to be used for their exclusive packaging projects. This is a collection that can be further customized with the ad hoc creation of tailored paper in Pantone colors, using different bases and flocking. “Since launching the Tailor Made system, which we completed this year with the Tailor Guide, we were waiting for the chance to test out all its possible combinations (base, weight, reverse side, color, finish, texture, format, and quantity). Perego Carta gave us the opportunity to carry out extreme experimentation, which was very gratifying due to the stimulating creative collaboration and to the fact that they entrusted us with such a complex project. MaKula paper is manufactured by Icma exclusively for Perego Carta. I’m certain that, in addition to luxury packaging, the inventiveness and ability of the Perego personnel will allow them to find new applications that take advantage of this splendid paper", says Marco Nigrelli, Icma’s director of marketing and communication.

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Elisabetta Bonuccelli Il lusso si mette in piega — Marchigiana d’adozione, Elisabetta Bonuccelli è nata a Torino, ma vive e lavora a Milano. È stata allieva di Luisa Canovi che, da brava sensei (maestra), l’ha guidata nei suoi primi passi, come lei stessa dice “tra monti, valli, pieghe rovesciate e orecchie di coniglio”. Elisabetta ama le carte di una certa consistenza, ‘croccanti’, ma nei lavori su commissione sceglie, insieme al cliente, tipologie, colore, texture e grammature, secondo lo stile della marca, il tema, il tipo di allestimento. Ha usato spesso carte perlescenti (come la Stardream di Cordenons, la Sirio Pearl di Fedrigoni), metalliche (come le carte di Icma o di Arjo Wiggins), carte giapponesi di Takeo. E nella ricerca personale? “Uso di solito carte da disegno o acquerello, ultimamente soprattutto Tintoretto della Fedrigoni e Accademia della Fabriano. Questo perché da qualche tempo ho sentito l’esigenza di inserire l’uso degli inchiostri e della scrittura nelle mie sculture origami”. Quale legame c’è, a suo parere, tra l’origami e il lusso? “Progettare e realizzare un origami richiede tempo — risponde — C’è forse qualcosa di più lussuoso del tempo?".

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Abbracciami forte Il titolo si riferisce alla torsione delle fibre della carta, indotta dalla tecnica di piegatura utilizzata.

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Ph. Roberto Tavazzani

A R T E I N U L T I M A


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