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N. 152/2014 Marzo - Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - Euro 9,90 - CMP Milano Roserio
il poligrafico Stampa e nuovi media nell’era digitale
Cambiare pelle per crescere Incontro con Tiziano Zardini di Zardini Etichette - a pag. 24
la filiera esige attenzione Le richieste del settore alle istituzioni - a pag. 34
Packaging alimentare
Le buone norme per una produzione in sicurezza - a pag. 42
Gli stampatori scelgono Agfa Graphics. Agfa Graphics è da lungo tempo il fornitore preferito degli stampatori, siano essi piccole aziende familiari o grandi multinazionali dell’editoria. La nostra filosofia è di creare soluzioni sostenibili e facili da utilizzare che possano aumentare la qualità di stampa ed incrementare la produttività e profittabilità delle aziende. Offriamo sistemi di stampa integrati, gestione del flusso di lavoro e software per il miglioramento della qualità, sistemi per la produzione Computer-to-Plate e consumabili per la prestampa e la stampa. Tutti i nostri sistemi sono supportati da programmi di assistenza e consulenza professionali.
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Sommario piombi In primo piano Roberto Levi nuovo presidente Argi . 12 Nuovo polo di stampa Arbe Guatteri 12 Sul concordato in continuità . . . . . . 13 Autajon acquisisce Fincarta . . . . . . 14 Fornitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Aziende grafiche italiane . . . . . . . . 20 Indagine congiunturale Acimga . . . . 21 One Touch Base in Athesia Druck . . 22 INTERVISTE L’industria grafica: un futuro da reinventare Tiziano Zardini (Zardini Etichette) . . 24 mErCatI Packaging alimentare: le buone norme per la sicurezza . . 42 Due aziende italiane nei mercati emergenti dell’Africa . . . 60 News carta&cartone . . . . . . . . . . . 62 EVENTI Presso Rotolito Lombarda presentata la piegatrice FoldLine . . Convegno della Filiera a Roma: più attenzione dalle Istituzioni . . . . Nasce Prokom, l’associazione degli utenti Konica Minolta . . . . . . L’Odore della Tipografia in un convegno nel Trevigiano . . . .
30 34 40 54
34
La Filiera chiede maggiore attenzione da parte delle Istituzioni
42
Le buone norme per la produzione in sicurezza del packaging alimentare
spazio Etichette Masi Agricola sceglie il progetto RafCycle di UPM . . . . . . . . . . . . . 50 spazio Ecologia La stampa waterless amica dell’ambiente . . . . . . . . . . . 56 RUBRICHE I nomi di questo numero . . . . . . . . . 6 L’opinione di... Alberto Sironi Accanimento terapeutico . . . . . . . . . 9 L’opinione di... Emanuele Posenato Il tempo, risorsa non rinnovabile . . . 10
Organo Ufficiale ITALIA
associazione tecnici arti grafiche italia
EURO GRAPHIC PRESS
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Il Poligrafico è la rivista italiana del Gruppo Eurographic Press www.eurographicpress.com
Stampa waterless per un ambiente di lavoro privo di emissioni
il poligrafico
tutto il numero
in un minuto
Stampa e nuovi media nell’era digitale
aziende fiori all’occhiello
la filiera esige attenzione Sala gremita nella sede dell’Associazione Civita a Roma per l’assemblea annuale della filiera Carta-StampaEditoria-Trasformazione. I cui rappresentanti con determinazione hanno esposto proposte concrete alla classe politica per salvare il settore. A pag. 34
24
“L’industria grafica, un futuro da reinventare”: Tiziano Zardini di Zardini Etichette
packaging alimentare Una guida sul delicato tema della sicurezza alimentare, con spunti di riflessione sulle norme vigenti e sul comportamento da tenere all’interno della filiera. In particolare, riguardo alle aziende che fanno parte delle arti grafiche e cartotecniche che realizzano imballaggi. A pag. 42
12
Roberto Levi eletto nuovo presidente di ARGI
54
Nel Trevigiano si è svolta la Giornata nazionale del Tipografo
incontro con... zardini etichette Cambiare pelle per crescere, questa l’idea che ha trasformato questa azienda da stampatore commerciale a stampatore di etichette, soprattutto per l’industria alimentare. E crescere, dice il titolare, “insieme ai clienti e ai fornitori che ci seguono da trent’anni, e ad un fidato gruppo di collaboratori all’interno”. A pag. 24 l’odore della tipografia La “Giornata nazionale del Tipografo”, organizzata nel Trevigiano, vuole essere, come dalle parole della coordinatrice dell’evento, “uno stimolo per aprire alla tipografia un percorso che benefici dell’esperienza passata per valorizzarla nel presente e proiettarla nel futuro”. A pag. 54 spazio etichette Un’azienda vinicola ha scelto il progetto RafCycle di UPM per ridurre l’impatto ambientale, un sistema che trasforma i supporti siliconati utilizzati per le etichette autoadesive in una risorsa per produrre nuova carta. A pag. 50
I nomi di questo numero Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria
6
Accademia del Poligrafico 52 Acimga 21 Agfa Graphics 3,12 AIE 64 ANES 38 Anselmi Giulio 38 Antiga 54 Arbe Industrie Grafiche 12,46 Argi 12 Arjowiggins 62 Arneri Mauro 14 Assocarta 38 Assografici 37 Athesia Druck 22 Aufieri Francesco 14 Autajon 14 Bandecchi Emanuele 30 Barber Andy 40 basysPrint 16 Bavuso Giorgio 12 Belotti Marcello 61 Benvenuto Mario 18 Bertolini Riccardo 12 Bianchi Silvano 12 Bifulco Giovanni 61 Boldrini Laura 35 Boscaini Bruno 50 Boscaini Raffaele 53 Böttcher 12 Buchmeyer Theo 16 Buettner Harald 40 Burgo Group 62 bwebsystems 31 C.B.C. Tipolit. Cartot. 20 Calcagni Marco 21 Calloni Umberto 12 Camis 44 Camporese Macch. Graf. 59 Canon Italia 16 Caporizzi Carlo 20 Cartiere del Garda 62 Cartiere Fabriano 13 Cartotecnica Chierese 14 Centro Stampa 20 Cewe-Print 11 Civita Associazione 34 Colombo Giovanni Battista 37 COM 44 Con-Pak 14 Confartigianato Grafici 54 Crotti Francesco 12 CSQ 20 Culicchi Paolo 38 D.G. Vianini 16 Dalla Pozza Ivan 20 De Gregorio Tiziana 16
De Lucchi Vittorio 12 De Serio Antonio 12 Deidda Giampiero 16 Delfort Group 13 Deluchi Enrico 16 Dittadi Matteo 55 DuPont 18 Edigit 44,55 Elcograf 13 Elle 62 Ellegi Trento 20 Esperia 46 Europrinting 14 Eutrolog 44 Exaprint 33 Facchini Sergio 61 Favini 63 Fedrigoni 13,63 Ferranti Alessandro 61 FIEG 38 Fincarta 14 Finessi Vittorio 16 G-Risk 64 Gallus 25 Gama 44 GMDE 20 Goss International 16 GPN 65 Grafica Veneta 14 Grafiche Antiga 46 Grafikontrol 44 Grande Sara 40 Greco Antonio 38 Grillo Mario 14 Gruppo Anna 61 Gruppo Editoriale Zanardi 14 Gruppo Veneziani Editore 14 Guatteri e Visual Project 12 Heidelberg 17,25,55 Hinderer+Mühlich 18 Horner Marass Eckard 22 HP 12,30 Huber 44 I&C Packaging Academy 44 ICR 44 Il Sole 24 Ore 38 IMAC 44 Imprepack 61 Intelligent Service 2 Ipex 40 Iride International 61 Italgrafica Sistemi 20 Jansen Rutger 16 Johnson Arti Grafiche 16 KBA 12,15,17 Kodak 12,17,20,44
Kolbus Italia 16 Komori 12,17,23 Konica Minolta 40 Konig Print gruppo 20 Kosok Manuel 22 Kurz 18 L.C.I. 51 Lecta gruppo 62 Lediberg gruppo 46 Lega3000 14 Legnini Giovanni 35 Letta Gianni 34 Levi Acobas Elia 12 Levi Roberto 12 Lombardi Maria Laura 44 LookOut News 14 Lorenzini Alfredo 12 Lüscher 16 Luxoro 18,44 Maccanico Nicola 38 Macchingraf 7,12 Magrini Sabina 54 Manroland 22,30 Mantici Alfredo 14 Marsanasco Joseph 30 Marzo Magno Alessandro 54 Masi Agricola 50 Masterwork Machinery 20 Mazzoleni Alberto 12 Mensi Gianfranco 13 Millozzi Federica 54 Mitsubishi Heavy Ind. 16 MM Forniture Grafiche 16,47 Mondadori 13,64 Müller Martini 53 Neopost 12 NIIAG 16,46 Nova Alessandro 36 NTG 16 Nuova KBN 20 Open Age 39,41 Orymu Graphic Arts 40 Osuga Ken 40 Pedon Group 44 Pernter Sigmund 22 PGS 20,21 Pioli Michele 20 Pistoni Stefano 50 Pixartprinting 20,68 PLV 14 Polillo Marco 64 Pomati Davide 61 Pont Matteo 55 Pozzoni gruppo 13,14 PressUp 28,29 Preto Federica 64
Printer Trento 46 Printgraph 8,12,56 PTI Technologies 18 Puppo Alessandro 12 Q.I. Press Controls 20 R.G. 12 Ricoh 12,18 Rizzo Simone 12 Rizzoli 64 Rotatek 25 Roto2000 14 Rotolito Lombarda 30,46 Ryobi 16,17 Salis Stefano 38 Sansom Ian 35 Schiavo Stefano 55 Schnelldruck Fuerth 40 Semenza Claudio 12 Sharp 19 Sinthema 13 Stora Enso 63 Studio Xilox 22 Studio Zardini 25 Summa Luigi 12 Sun Chemical 48,49 Taylor Robert 51 Thype! 55 Tifernate 14 Tomatis Davide 55 Toray Industries 56 Tresu 12 46 TUV Austria Two C Pack 14 Ulisse Trading 61 Ultimate Technologies 31 UPM Raflatac 50 Urbani Paolo 20 Valenza Cristina 51 Van Damme Etienne 40 Van Iperen Rokus 16 Vavassori Marcello 16 Vercelli Maurizio 13 Viscom Italia 32 Vits Rotocut 16 Werth Harald 22 WGM 16 Wifag 20 Yolé Developpement 17 Zanardi Giorgio 13 Zardini Edoardo 25 Zardini Etichette 25 Zardini Franca 25 Zardini Tiziano 25 Zardini Umberto 25 Zenti Stefano 16 Zund Italia 18
Opinioni
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Gestione aziendale
Accanimento terapeutico Alberto Sironi
IPI 152/14
Tutti lo dicono e nessuno lo scrive: siamo sfiniti dai concordati preventivi per la prosecuzione d’impresa! Non ne possiamo più. Ringraziamo ironicamente l’ex Governo Monti per la trovata, ma per come questa legge ha trovato applicazione nel nostro Paese dobbiamo registrare che il principale effetto ottenuto è una forte e iniqua penalizzazione per l’industria. Infatti aziende che fanno fronte onestamente, sia pur con fatica, agli impegni presi con i fornitori, subiscono concorrenza gravemente sleale da parte di aziende che si avvalgono di questa legge per ridurre drasticamente i debiti verso terzi. Il fenomeno, come spesso accade, è tutto italiano e si genera da un’anomalia perpetrante di casa nostra, cioè la mancanza di controlli sul piano di recupero – che deve essere realistico e realizzabile – presentato dall’azienda in difficoltà sia al momento della richiesta del concordato che in itinere. Se questi controlli per mancanza di strutture e di fondi non sono realizzabili, è meglio che le aziende in difficoltà chiudano. E questo per il bene del mercato e, nello specifico, del nostro settore, già instabile a causa della radicale trasformazione che sta attraversando. Mantenere in vita a oltranza situazioni di certo fallimento è paragonabile a un accanimento terapeutico senza senso, è sbagliato prima per motivi etici che economici. È inaccettabile essere saldati del 15% del venduto e consegnato: si tratta di situazioni da debellare drasticamente e a cui opporsi con forza! È altresì vero però che non dovrebbe essere consentita ignoranza in materia, cioè si deve conoscere perfettamente la situazione finanziaria dei clienti che si servono e gestirne di conseguenza un fido oculato, altrimenti diviene poi una lagnanza illegittima disperarsi per casi di grave insolvenza, con i quali si è lavorato senza battere ciglio sino al giorno precedente della messa in liquidazione, perché certamente di sorpresa non si tratta. Resta molto importante quindi conoscere la situazione economica del cliente, meglio se degli ultimi tre anni di esercizio, almeno per i dati di bilancio fondamentali della gestione caratteristica, come: Ricavi delle vendite; Margine operativo lordo; Reddito operativo; Utile o perdita dell’esercizio; MOL; R.O.I. (%); R.O.E. (%). Il Poligrafico già da diverso tempo offre al mercato un servizio importante in questo senso, pubblicando ogni anno le informazioni economiche basilari delle maggiori aziende del settore con la sua famosa “Classifica” o meglio “I Big dell’industria grafica italiana”. Ora questa attività si è sviluppata e, affiancata alla pubblicazione già nota, verrà proposta una banca dati fruibile con password via web, un vero e proprio strumento di benchmarking che consentirà ad ogni azienda presente nel database (sono le 1.100 maggiori realtà del settore) di confrontare i propri risultati con quelli delle aziende competitor del proprio segmento e classe dimensionale. Il nome di questo strumento è Print Monitor e crediamo possa dare un interessante contributo nel reperire informazioni utili in tempi immediati.
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Opinioni
gestione aziendale
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Market & Trend
Il tempo, risorsa non rinnovabile Emanuele Posenato
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>segue a pag. 64
IPI 152/14
eposenato@gmail.com @eposenato
Ogni volta che s’investe del tempo in un’attività è fondamentale chiedersi se i risultati conseguibili offrono un ritorno d’investimento adeguato. Non basta organizzare bene la sequenza delle attività da fare, quello che in letteratura si definisce il to do list, schedulando ore, giorni, settimane e mesi in un’agenda cartacea o digitale che sia. È fondamentale che il ritorno dell’investimento sia tangibile: il tempo è denaro perché se non frutta costa! Come fare per massimizzare l’investimento di tempo in attività di vendita? Grazie alla business intelligence, cioè la raccolta di dati e informazioni in grado di aiutare la rete vendita nell’analisi del “potenziale di sviluppo” della clientela, calcolato sia in termini di ritorno economico (nel breve e a medio termine), sia in termini di potenziale connettivo che questi offre, ossia sulla reale possibilità che la collaborazione con un determinato cliente porti ad altre nuove collaborazioni o alla penetrazione di un particolare mercato. Un investimento di tempo sbagliato non è più recuperabile. Si potranno tirare in ballo la dea bendata, il destino, gatti neri e tanto altro... ma il tempo sarà andato. Potrà forse apparire un concetto scontato ma nel confronto quotidiano con le reti di vendita ci troviamo invece a verificare una cronica mancanza in tal senso. Spesso l’azione di vendita è di tipo euristico, priva di analisi preventive adeguate, povera di controlli intermedi e raramente completa di una reportistica di verifica. Nel frattempo il tempo disponibile per raggiungere risultati, individuali o di squadra, è definitivamente trascorso. Mai avrei immaginato di arrivare un giorno a impiegare i testi di un acerbo Jovanotti – era il 1992 – per affrontare temi complessi come il time management e la business intelligence. Eppure, l’eclettico Lorenzo, oggi decisamente più profondo e articolato nella sua lirica, nel periodare di Non m’annoio, aveva ben sintetizzato il concetto che il tempo è una risorsa importante, limitata e soprattutto non rinnovabile. Ed è proprio questo il concetto mutuabile: oggi il tempo dedicato alla vendita è troppo costoso e prezioso per essere sprecato. Nella complessità del quadro competitivo attuale, condizionato da surplus d’offerta ma soprattutto da un’iper-informazione (che crea spesso ridondanza se non addirittura confusione) e da un’eccessiva sensibilità al prezzo, la quantità e la qualità del tempo dedicato alla cura della relazione con la clientela assumono un rilievo fondamentale per consolidare il rapporto. La tentazione di non distogliere mai lo sguardo dai clienti fidelizzati per paura di perderli è elevatissima. Ciononostante è necessario farlo. È necessario dedicare tempo all’attivazione di nuovi contatti (attività di new business), coinvolgendoli, conquistandoli e coltivandoli affinché diventino nuovi clienti fideliz10 zati, a compensazione di quelli che inevitabilmente si contraggono o si perdono.
IPI 132/12
“Tempo, comunque vadano le cose lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo, puoi chiamarlo bastardo ma tanto è già andato”. Lorenzo Cherubini (Jovanotti).
cewe-print.it La Tua Tipografia Online
PIOMBI
LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese
AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni
ARGI: Roberto Levi a capo del nuovo direttivo
n Alla conclusione del mandato di Francesco Crotti, l’Assemblea riunita presso la sede di Macchingraf, oltre alla presentazione del consueto consuntivo delle attività del 2013, aveva il compito di rinnovare il consiglio direttivo e la presidenza. Come presidente ha eletto Roberto Levi, CEO di Printgraph, e ha espresso le preferenze per la composizione del nuovo Board: Francesco Crotti (HP), Luigi Summa (R.G.), Giorgio Bavuso (Ricoh), Antonio De Serio (Agfa), Alberto Mazzoleni (Macchingraf), Simone Rizzo (Neopost), Claudio Semenza (Tresu), Silvano Bianchi (Komori), Alfredo Lorenzini (Kodak), Alessandro Puppo (KBA Italia), Vittorio De Lucchi (Böttcher). Alla prima riunione del nuovo Direttivo
L’Associazione produttori/distributori di sistemi e prodotti per il settore grafico ha annunciato la nuova squadra che guiderà le sue attività nel triennio più prossime relazioni con le altre associazioni di filiera è 2014-2016. si procederà alla nomina del vicepresidente. Si è così concluso un importante ciclo della storia di ARGI. Alla presidenza di Crotti si deve il raggiungimento di obiettivi significativi per l’Associazione e per il mercato delle arti grafiche: la rappresentatività di ARGI è più che raddoppiata, arrivando a contare 31 soci; l’apertura verso i fornitori di tecnologie digitali ha permesso una valutazione del mercato a tutto tondo; lo sviluppo di
risultato in un proficuo e più completo scambio di esperienze. Infine, Crotti ha dato l’avvio al progetto “Manifesto Argi”, un documento descrittivo dei modelli etici e comportamentali volto a valorizzare le aziende del settore. Roberto Levi, milanese, classe 1964, “figlio d’arte”, ha iniziato a lavorare nel settore a fianco del padre, Elia Levi Acobas che fondò Printgraph nel 1961. Negli ultimi mesi ha diretto il Gruppo di lavoro che ha creato il Manifesto Argi, fermamente convinto che lealtà, serietà,
competenza e trasparenza devono essere garanzia della credibilità e della reputazione dell’Associazione e delle aziende associate. «Sono molto emozionato e felice di questo incarico», ha dichiarato Levi. «L’Assemblea si è espressa in una logica di alternanza di rappresentatività alla guida dell’Associazione tra i diversi settori merceologici, questo dimostra equilibrio e lungimiranza. Manterrò il piano strategico di una continua crescita di ARGI in tutti i segmenti con la volontà di cooperare con tutte le forze positive che il nostro Paese esprime nel settore grafico».
Nasce Arbe Guatteri, il polo di stampa piana più importante dell’Emilia
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Riccardo Bertolini, titolare della Arbe Industrie Grafiche di Modena (nella foto), e Umberto Calloni, alla guida della Guatteri e Visual Project di Reggio Emilia, hanno firmato un accordo preliminare per l’aggregazione del solo ramo offset piana dell’azienda modenese e l’intero complesso aziendale della Guatteri e Visual Project, specializzata nella stampa piana. Nella sede storica della Arbe rimarrà quindi pienamente operativa la divisione rotative offset con circa 25 dipendenti, anche perché, spiega lo stesso Bertolini, i mercati di riferimento e le dinamiche produttive sono molto diverse tra offset e roto-offset. Bertolini e Calloni, quindi, hanno elaborato e siglato il progetto industriale che a breve
darà vita alla Arbe Guatteri Industrie Grafiche. La nuova azienda diventerà la prima in Emilia Romagna e quasi unica nel settore stampa, per capacità produttiva integrata nei settori della stampa piana, UV su materiali plastici e adesivi, supporti metallici, fustellature e finissaggi speciali per il packaging. Oltre ai tradizionali stampati su carta patinata, Arbe Guatteri potrà realizzare al proprio interno anche prodotti con stampa UV su plastica, PP, PVC, film metallizzati, film olografici e lenticolare, oltre che adesivi, rilievi a secco, fustellature e packaging. Una produzione specializzata e completa
nel settore della comunicazione commerciale che spazia dalle tradizionali produzioni di cataloghi e brochure a prodotti plastici come cofanetti e astucci, cartelli, copertine speciali, card, figurine, lenticolari, magneti, stampe profumate, packaging di valore. Elemento importante del progetto industriale è l’integrazione, funzionale e operativa, con la struttura di Modena della Arbe. Ciò permetterà di coprire efficacemente le richieste del mercato commerciale Italia nel settore roto-offset di qualità. A Modena rimarranno operative infatti le due roto-offset a 16 pagine a 5 colori e la produzione digitale con l’ultima installazione, Indigo 7600, una delle tre in Italia. Il piano industriale della Arbe Guatteri, che parte con ricavi stimati attorno agli 11-12 milioni che salgono a oltre 20 sommando il settore roto-offset dell’azienda modenese, prevede il trasferimento presso lo stabilimento reggiano di tutto il ramo aziendale offset piana della Arbe. A.P. IPI 152/14
Due storiche aziende si uniscono per crescere insieme. Un segnale di fiducia sul futuro anche per tutta l’industria grafica italiana.
PIOMBI
PrimoPiano
Come far funzionare il concordato in continuità Dopo anni di crisi, il settore grafico/editoriale italiano è stremato. Non si contano più le aziende in ginocchio, le commesse stanno evaporando come posti di lavoro, e il segno più nei fatturati è ormai un ricordo, per non parlare della redditività. Inutile provare a tenere il conto di quante imprese hanno chiuso o stanno per farlo... A questo scenario che mescola rabbia e impotenza si aggiungono purtroppo anche autentiche tragedie personali, come il recente suicidio di Giorgio Zanardi che non ha voluto sopravvivere alla sua azienda. E di fronte a questa situazione limite è arrivato il momento di chiedersi se si sta facendo tutto il possibile per fermare il declino e rialzare la testa, o se non si preferisca piuttosto continuare a tenerla sotto la sabbia. Sì, perché nella
speranza di evitare il crac forse si stanno usando armi spuntate, che non servono a niente se non fanno addirittura più male che bene. Parliamo della procedura del concordato preventivo con continuità aziendale, che comincia a mostrare tutti i suoi pesanti difetti. Eppure all’inizio era sembrata un’ottima idea. «Il concordato in continuità è stato introdotto tra le misure di stimolo e crescita economica per facilitare la gestione delle crisi aziendali favorendo in vari modi la prosecuzione dell’attività», chiarisce Gianfranco Mensi, esperto di gestione delle risorse umane e partner della vicentina Sinthema, «al fine di salvaguardare sia il patrimonio della società che i posti di lavoro mentre si individuano possibili soluzioni per il rilancio. Una procedura simile al “Chapter 11” della legge
Più rigore e chiarezza contro il “falso buonismo” che sta uccidendo le aziende. fallimentare americana, che prevede anche la sospensione dei pagamenti ai creditori». Il punto debole è proprio questo, almeno per l’Italia: la sacrosanta preoccupazione di tutelare temporaneamente un’azienda che può ancora risollevarsi è stata a volte trasformata (troppo spesso, si dice) in un’allegra scappatoia per non pagare i debiti dopo aver lasciato incancrenire i problemi
Elcograf e Fedrigoni da Verona muovono l’attualità del settore Ipotesi di collaborazione tra il gruppo cartario e Delfort Group. Movimenti e cambiamenti ci sono segnalati dal nostro osservatorio su Verona. Partiamo con Elcograf, dove a fine gennaio è stata chiesta la cassa integrazione per 310 dipendenti dell’azienda ex Mondadori. Il Gruppo Pozzoni, che ha rilevato gli impianti dell’editore di Segrate, ha infatti confermato che il rotocalco Donna Moderna verrà stampato nello stabilimento di Melzo. Una decisione che rende ancora più problematico il mantenimento degli equilibri economici e dell’occupazione, e che arriva poco dopo la decisione di non partecipare al bando di gara per la stampa dei cataloghi Ikea. La scelta dipende dal cambio di calendario pianificato da Mondadori: Donna Moderna sarà in edicola il mercoledì invece del giovedì, e non essendoci problemi di sovrapposizione con altre
commesse Elcograf sposterà la stampa a Melzo, «dove i costi di produzione sono inferiori e la produttività più elevata», dice il responsabile del personale Maurizio Vercelli. Il “trasloco” è inoltre in linea con le strategie di Elcograf, che intende fare di Verona il polo per rotocalco commerciale mentre Melzo lo sarà per i prodotti editoriali. Ma se il trasferimento di Donna Moderna avrà un impatto limitato sulla produzione di Verona (300 mila copie incidono per un 2% sulla capacità produttiva dell’impianto), gli effetti politici e sindacali rischiano di essere ben più rilevanti. Azienda e dipendenti si stanno confrontando sulle decisioni urgenti per contenere il costo del lavoro, sullo sfondo c’è la possibile disdetta dei contratti integrativi a partire da maggio, a meno che non si arrivi a un’intesa.
della società, lasciando il cerino acceso in mano ai creditori e portandosi via ciò che resta di buono. In quest’ottica, molte crisi dovrebbero essere raccontate in modo diverso. Quindi certe aziende sono più tossiche da vive? Lasciar fallire è meglio che tentare di salvarle? «Bisogna ammettere che il rischio di disperdere risorse nonostante le migliori intenzioni è reale e tutti dovrebbero assumersi le loro responsabilità per il bene comune» conferma Mensi. «In effetti la situazione si sta “avvitando”: se fino a poco tempo fa i creditori potevano sperare in un incasso del 15% sul dovuto, oggi si rischia di ottenere molto meno pur di portare a casa la conclusione della procedura. È chiaro che l’approccio alle situazioni di crisi va ripensato».
>segue a pag. 64
La seconda notizia riguarda il mondo cartario. Gruppo Fedrigoni e gli austriaci di Delfort Group hanno ufficializzato un’ipotesi di collaborazione strategica: dal marketing alle vendite, dall’innovazione di prodotto e processo alla distribuzione. L’annuncio arriva dopo mesi di voci di una possibile vendita delle Cartiere ex Miliani Fabriano (acquisite nel 2002 dal Poligrafico dello Stato) a Delfort, specializzata nella produzione di carta per sigarette e l’industria farmaceutica. Al momento non ci sono motivi per dubitare che la partnership serva a rafforzare tutto il Gruppo sul mercato globale e, anche se c’è chi si spinge a ipotizzare una cessione dell’intero gruppo veronese, va sottolineato che le dimensioni di Delfort (700 milioni di fatturato, 1.750 addetti) sono inferiori a quelle di Fedrigoni (810 milioni il preconsuntivo 2013 e 2.200 addetti) e che le due aziende operano in segmenti non concorrenti. Il consolidamento in Europa sarebbe funzionale allo sviluppo di Fedrigoni: basti ricordare che le Cartiere Fabriano sono tra i sette fornitori di carta per euro scelti dalla Bce.
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PIOMBI Gruppo Editoriale Zanardi senza pace: i ladri devastano l’azienda Non c’è pace per il Gruppo Editoriale Zanardi: prima la grave situazione di crisi aziendale, con l’inevitabile corollario di tensioni con i fornitori e di confronto con il sindacato, quindi la tragica scomparsa di Giorgio Zanardi, che si è tolto la vita non riuscendo più a sopportare il peso anche psicologico dei debiti e del dissesto. E infine quella che potrebbe sembrare una beffa, se non fosse purtroppo l’ulteriore duro colpo che rende ancor più arduo il progetto di rilancio dell’azienda padovana: un furto notturno ben organizzato ad opera di una banda che ha razziato computer, attrezzature, materiali e soprattutto i cavi di rame che costituiscono la “dorsale di fabbrica”, cioè l’impianto elettrico che alimenta tutto il reparto di produzione che è rimasto quindi bloccato. Si tratta di un danno di oltre 300 mila euro, che secondo l’amministratore unico, Mario Grillo, rischia di rendere la ripartenza dell’azienda una missione impossibile: «È come se fossimo stati accoltellati alla schiena. Il morale è comprensibilmente basso, ma le 100 persone che lavorano qui sono decise a rimboccarsi le maniche per continuare, non ci fermiamo». La Zanardi sta cercando di riorganizzarsi e con il supporto di alcuni fornitori esterni prova a far fronte agli impegni e a non perdere le commesse. Ma non sarà facile: oltre a portare via i cavi, i ladri hanno messo fuori uso diverse macchine di produzione mettendo in forse la consegna di lavorazioni quasi terminate o pronte per la spedizione. Senza i computer e le attrezzature, a meno di un miracolo, non si riuscirà a rispettare i tempi previsti.
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PrimoPiano
Il Gruppo Pozzoni interessato a Roto2000 n Correvano già voci, ora sono diventate qualcosa di più concreto. Il salvataggio di Roto2000, il gruppo di Casarile che ha subìto i pesanti effetti provocati a inizio dicembre dai tredici arresti per una presunta frode fiscale da circa 30 milioni condotti dalla Guardia di Finanza, tra i quali quello di Mauro Arneri, legale rappresentante dell’azienda, potrebbe essere fatto dal Gruppo Pozzoni. In precedenza giravano i nomi di altre importanti aziende grafiche, oltre a Pozzoni anche Grafica Veneta e il Gruppo Veneziani Editore. In realtà, a oggi l’unica conferma riguarda Pozzoni che avrebbe effettivamente presentato una dichiarazione d’interesse allo studio legale Simone di Milano che sta seguendo, per conto della proprietà di Roto2000, la vicenda. Un interesse condizionato però a un’attenta valutazione dello stato dell’azienda (dai bilanci ai reparti produttivi, ai clienti in portafoglio) per cui sarebbe stata avviata la “due diligence”. I tempi però non saranno brevi, ci vorrà almeno un mese per capire se l’esito sarà positivo. In quel caso
bisognerà anche valutare gli strumenti tecnici più adeguati, dalla formula iniziale del contratto d’affitto di ramo d’azienda all’eventuale ricorso a una procedura concorsuale con la nomina di un commissario. In attesa che, come sperano i circa 120 dipendenti, si concludano con una soluzione positiva le trattative, azienda e sindacati hanno lavorato per raggiungere un’intesa sul ricorso agli ammortizzatori sociali. Una via obbligata per gestire il momento di difficoltà del Gruppo la cui produzione era stata sospesa dopo il distacco dell’allacciamento di energia elettrica. «L’azienda ci ha proposto il suo piano e noi abbiamo fatto le nostre controproposte. A questo punto aspettiamo di firmare l’accordo», spiega Francesco Aufieri, segretario provinciale della Slc-Cgil di Milano. In linea di massima l’intesa prevederebbe il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e/o in deroga per le aziende del Gruppo (Roto2000, Lega3000 e Europrinting) tuttora controllato da Arneri, ancora amministratore unico, sebbene in regime di “prorogatio”. La cassa sarebbe retroattiva e partirebbe dal 1° febbraio. La sua durata sarebbe invece legata al futuro dell’azienda. A.P.
Autajon acquisisce il Gruppo Fincarta Avevamo già anticipato questa possibile acquisizione a inizio anno, ma allora il condizionale era ancora d’obbligo. Ora è arrivata la conferma da parte della francese Autajon, multinazionale del packaging con sede principale a Montélimar, della propria intenzione di espandersi all’estero e di acquisire il gruppo italo americano Fincarta, leader in Italia nella produzione di packaging per cioccolato, caffè e liquori. Fincarta – che oltre alla storica Cartotecnica Chierese include la Tifernate di Città di Castello, la PLV di Daverio, la Two C Pack di Nashua (USA) e la Con-Pak di Roletto nel Torinese – dispone in totale di quattro stabilimenti in Italia e uno in USA vicino a Boston. Attraverso l’acquisizione di Fincarta, Autajon prevede di chiudere il 2014 con un fatturato di 500 milioni di euro e 3.500 dipendenti.
LookOut News, nasce sul web e cresce in edicola Una rivista digitale attiva con successo online da oltre un anno che decide di uscire anche con un’edizione cartacea? Quella di LookOut News è una scelta decisamente controcorrente, l’equivalente editoriale “dell’uomo che morde il cane”: una scommessa vinta, perché la rivista, nata come portale di notizie orientate all’attualità geopolitica e alla sicurezza, da fine gennaio viene stampata e diffusa in abbinamento con Panorama. Perché questo salto di qualità in un momento in cui la carta stampata non vive certo un momento florido? «Abbiamo deciso di metterci alla prova con un’edizione cartacea dopo aver valutato l’apprezzamento del pubblico nel primo anno della rivista sul web», spiega il direttore editoriale Alfredo Mantici. «Una testata di geopolitica ha lettori che cercano serietà e competenza nell’analisi dello scacchiere mondiale. Siccome il nostro business è nell’intelligence, cioè una miniera di materiale informativo, abbiamo prima offerto ai clienti una newsletter periodica, e poi creato LookOut News». Di qui l’inizio di una collaborazione con Panorama attraverso Oltrefrontiera, la rubrica settimanale dedicata alle notizie di attualità dal mondo, e numerose analisi sui Paesi più “caldi”. >segue a pag. 64
Offset a foglio KBA
„Mi entusiasma vedere quanta energia KBA mette nello sviluppo di innovazioni che si rivelano vantaggiose per tutto il mercato.“
Dario Martinelli, Managing Director della Printer Trento in Italia, è un cliente affezionato e soddisfatto di KBA da ben diciotto anni
Feeling Good with
Clienti soddisfatti come Dario Martinelli rendono felici e soddisfatti anche noi. Sono il nostro motore e la ricompensa al nostro lavoro. Ed è proprio per questo che puntiamo tutto sulla consulenza personalizzata e l‘efficacia dell‘assistenza post-vendita. Ciò che vogliamo è che i nostri clienti si sentano in buone mani e raggiungano gli obiettivi auspicati. Noi li assistiamo in tutto e per tutto. Con soluzioni individuali, innovazioni orientate al futuro e macchine dalla tecnologia straordinaria. E, ovviamente, con quell‘impegno speciale che deriva da duecento anni di collaborazione con gli stampatori di tutto il mondo. Provatelo di persona. Il nostro team sarà lieto di assistervi in qualunque momento! KBA ITALIA SPA, Passirana di Rho (MI) Tel. (02) 932.098.1, info@kbaitalia.it, www.kbaitalia.it, www.kba.com
Koenig & Bauer AG
Enrico Deluchi è il nuovo managing director di Canon Italia. Sostituisce Stefano Zenti, che assume il ruolo di Head of Emerging Markets Business Unit Canon Europe, Middle East e Africa, e riporta a Rokus van Iperen, presidente e CEO di Canon Europe, Middle East e Africa.
Grazie a oltre 25 anni di esperienza professionale, maturata presso rilevanti aziende nazionali e internazionali del mercato ITC, Deluchi ha osservato da vicino la nascita, l’evoluzione e l’affermarsi di Internet quale piattaforma con cui gestire i processi di business. «Enrico porta in Canon una grande esperienza nel mercato B2B», ha commentato van Iperen. «Avrà un ruolo fondamentale nel guidare la nostra crescita nei settori dei servizi e delle soluzioni e nel rafforzarci nel mercato italiano».
La gamma Ryobi MH1 in Italia da WGM
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Da gennaio è operativa la società Ryobi MHI Graphic Technology nata dalla fusione delle attività nell’ambito macchine offset da foglio di Ryobi e di Mitsubishi Heavy Industries Printing & Packaging. La nuova realtà, controllata al 60% da Ryobi e al 40% da Mitsubishi prevede per il primo anno di attività un giro d’affari di 30 miliardi di yen, circa 230 milioni di euro. L’accordo per la distribuzione in Italia è stato siglato con WGM – World Graphic Machine - di Castelfranco Veneto (TV) che si occuperà in esclusiva della commercializzazione delle macchine a foglio e provvederà alle esigenze dei clienti con servizi di post-vendita, fornitura di ricambi e assistenza.
Vittorio Finessi approda in MM Forniture Grafiche Con alle spalle una signi-
ficativa esperienza nel mondo delle arti grafiche, dove ha lavorato per aziende del calibro di Crosfield (1986-1993), NTG (2001-2007) e Lüscher (2007-2013), Vittorio Finessi è pronto ad affrontare una nuova sfida professionale, che lo vedrà operativo in qualità di responsabile vendite Nord Italia presso la MM Forniture Grafiche, azienda affermata da anni nel settore,
guidata da persone di lunga e consolidata esperienza e con un portafoglio prodotti di grande levatura, a partire dai CtP basysPrint che sempre più si stanno affermando per le caratteristiche che il mercato di oggi richiede: capacità produttiva, affidabilità, qualità, modularità. A questo si aggiungono i prodotti di consumo, lastre e software applicativi per editoria e cartotecnica.
Kolbus Italia: Deidda passa il testimone Il prossimo 1 maggio Giampiero Deidda (foto a sinistra) lascerà la carica di amministratore unico di Kolbus Italia. Con alle spalle una carriera trentennale nel settore delle arti grafiche – prima come consigliere delegato di D.G. Vianini, poi, dal 2009, alla guida della filiale italiana di Kolbus GmbH – Deidda ha saputo raccogliere, anche negli ultimi “freddi” anni, significativi successi di vendita. Instancabile professionista e perfezionista, ha voluto e saputo preparare al meglio il terreno per il proprio successore: a raccogliere il testimone alla direzione generale di Kolbus Italia è Marcello Vavassori (foto a destra), 40 anni, con una lunga esperienza “dall’altra parte della barricata”, maturata all’interno di importanti gruppi internazionali, quali A.G. Johnson e NIIAG. Tiziana de Gregorio affiancherà Vavassori mantenendo l’incarico di responsabile commerciale.
Jansen direttore assistenza tecnica in Goss Goss International ha promosso Rutger Jansen (nella foto), dirigente con lunga esperienza aziendale e profonda conoscenza delle macchine da stampa offset, a direttore delle operazioni di servizio e assistenza per i clienti Goss in Europa. «Questa nomina assicura continuità per i nostri clienti e rappresenta allo stesso tempo sia un passo positivo nella trasformazione di Goss che un consolidamento del nostro centro di assistenza europeo», ha spiegato Theo Buchmeyer, responsabile dell’organizzazione Goss Europe. «Jansen è un esperto delle dinamiche del settore che comprende profondamente le esigenze di una gestione moderna ed agile sia delle parti di ricambio che del servizio tecnico e di assistenza di cui i nostri clienti hanno bisogno per avere successo nel mondo di oggi». Jansen dirigerà la rete di assistenza clienti per Goss Europa che fornisce servizi di emergenza e manutenzione ordinaria, parti di ricambio nonché programmi esclusivi di manutenzione e ottimizzazione per clienti Goss in Europa, Medio Oriente e Africa. La sua squadra lavorerà in stretta collaborazione con la sede europea a Boxmeer, nei Paesi Bassi, per le operazioni di stoccaggio e distribuzione di parti su larga scala. Nel corso degli ultimi dieci anni, Jansen ha lavorato come direttore internazionale delle vendite e dei servizi di assistenza per Goss Contiweb. La filiale di Goss è leader mondiale nella fornitura di rotative, forni di essiccazione e altre parti ausiliarie per macchine da stampa offset, incluse le taglierine Vits Rotocut. IPI 152/14
Deluchi alla guida di Canon Italia
PIOMBI
news fornitori
PIOMBI La tecnologia UV LED nel mondo Anche cinque aziende italiane sono dotate del geniale sistema Komori.
< Gli stampatori europei, incluse cinque aziende grafiche italiane,
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hanno investito in offset a foglio dotate della tecnologia H-UV di Komori. Dopo il Giappone, attualmente è la Francia, in Europa, il Paese con il maggior numero di macchine installate che utilizzano lampade H-UV e inchiostri dedicati per sfornare fogli subito pronti per l’uso, grazie all’essiccazione istantanea degli inchiostri, indipendentemente dal supporto utilizzato. Questa esclusiva tecnologia Komori è stata introdotta con successo anche in altri Paesi europei, come Belgio, Olanda, Paesi scandinavi, Germania, Regno Unito e Paesi dell’Est Europa. Alla scorsa Drupa Heidelberg ha dimostrato la tecnologia LE-UV e ha dato il via alle installazioni in Svizzera e in Germania. Anche KBA annovera clienti per la propria tecnologia HR-UV, che impiega lampade LED e non lampade UV, anche se l’essenza non cambia: basso consumo energetico e fogli stampati che si asciugano subito e sono pronti per essere sottoposti a eventuali lavorazioni di finishing. Esiste anche un vantaggio ecologico, oltre che economico, legato a queste nuove tecnologie di essiccazione proposte dai principali produttori di macchine da stampa. Un sistema di essiccazione che utilizza una singola lampada richiede molto meno energia rispetto a un sistema UV standard o a un forno combinato IR/aria calda. Non dimentichiamo, infine, i vantaggi qualitativi. In Francia alcuni dei più noti produttori di profumo e case del lusso hanno insistito affinché il loro lavoro venisse stampato con macchine H-UV, in grado di garantire una qualità di stampa superiore grazie all’impiego combinato di lampade H-UV e inchiostri sensibili. In Giappone l’UV a bassa energia è prossimo a diventare il processo di stampa dominante. Komori vi ha installato più di 250 macchine con tecnologia H-UV, Ryobi ha dichiarato che l’80% delle macchine recentemente vendute sono UV LED e anche Sakurai vanta clienti con macchine dotate di UV LED. Con 400 macchine nel mondo, Komori è leader di questo mercato. Ci sono fattori che rendono gli UV a bassa energia le tecnologie ideali per il mercato giapponese. Tra questi la carenza di spazio che limita l’utilizzo di macchine con uscita prolungata e la richiesta di stampati di alta qualità senza tracce di polvere antiscartino; infine i giapponesi sono dovuti ricorrere a degli espedienti per ridurre il consumo di energia elettrica in seguito al terremoto che ha messo fuori uso la centrale nucleare di Fukushima. Il fatto che la tecnologia H-UV di Komori sia applicabile anche sulle roto-offset consente di eliminare la presenza del forno, rendendo le rotative commerciali più compatte e consentendo un notevole risparmio energetico, perché l’assorbimento legato al forno viene eliminato. E proprio in Giappone sono già in funzione con successo molte rotative H-UV. Secondo Yolé Developpement, azienda di ricerca francese, il mercato per l’UV LED dovrebbe quintuplicarsi tra il 2012 e il 2017.
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Zund, produttore leader di sistemi di taglio digitale per la grafica e molteplici comparti industriali, nei giorni 28 e 29 marzo inaugurerà la sua nuova sede italiana a Valbrembo (Bergamo). Spinta dalla volontà di essere più vicina alle esigenze di mercato e garantire un servizio ancora più efficiente, Zund ha deciso di fondare una nuova “casa” sul territorio italiano dove far convivere l’organizzazione di vendita e l’assistenza tecnica destinata a soddisfare le specifiche richieste di diversi settori applicativi. In occasione dell’evento, Zund accoglierà clienti nuovi e potenziali, operatori di settore e giornalisti, per illustrare la nuova sede e le funzionalità del moderno e attrezzato centro demo, dotato delle tecnologie più innovative e supportato da un competente team tecnico. Nel corso della due giorni, i sistemi di taglio Zund daranno prova delle loro avanzate performance e della capacità di gestire una vasta gamma di materiali per creare molteplici applicazioni atte a rispondere alle esigenze di differenti mercati. Zund Italia mostrerà inoltre il suo nuovo magazzino, dotato delle parti di ricambio per i sistemi di taglio PN, G3, S3 e L3, e di un assortimento completo di materiali di consumo originali quali lame, frese, cordonatori, utensili per la stampa, supporti per il taglio e nastri conveyor.
In viaggio con LuxExForma Per esplorare nuovi orizzonti di creatività e originalità.
Trovare modalità di comunicazione
innovative, in grado di trasmettere la bellezza nel quotidiano, è la mission di LuxExForma®, il magazine esperienziale di contenuti che narrano la bellezza, il made in Italy e il Saper Fare, nato nel 2012 ma presentato ufficialmente lo scorso anno da Luxoro, il distributore esclusivo per l’Italia del Gruppo Kurz, leader nelle tecnologie di stampa a caldo e a freddo. LuxExForma® è un progetto ideato per affiancare i designer italiani in tutte le fasi del processo creativo: dall’ispirazione alla ricerca tecnica, dall’applicazione dei materiali al loro uso, fino ad arrivare all’emozione che l’oggetto creato è in grado di suscitare. Presentato con l’evento “Risposte nel Buio”, lo scorso dicembre a Milano (vedi Poligrafico
n. 151), LuxExForma® sta proseguendo il proprio cammino con la creazione di un percorso evocativo ed emozionale costituito da una serie di 10 illustrazioni create ad hoc per comunicare in maniera coerente, ma non convenzionale, con il mondo del design. L’elaborazione di esse è stata affidata a Mario Benvenuto, illustratore e art director esperto di strategie di comunicazione. La prima illustrazione, con tiratura 6.000 copie, è intitolata Bon Voyage. Il progetto parte con elegante semplicità; questa prima tavola è stata infatti nobilitata solo in un dettaglio, trattato con cliché di Hinderer+Mühlich per creare l’effetto debossing e nobilitato con il foil Luxor® MTS 332, la gamma di foglie della serie M di Kurz.
Come diventare fornitori di servizi di marketing Ricoh Europe rende disponibili sul mercato le nuove versioni di PTI FusionPro e di MarcomCentral, due soluzioni per la gestione delle comunicazioni di marketing. Le soluzioni sono disponibili anche per il mercato italiano. Gli stampatori commerciali stanno cercando soluzioni per ampliare l’offerta tradizionale di servizi di stampa e offrire ai clienti valore aggiunto. Le soluzioni PTI, FusionPro Suite e MarcomCentral consentono ai fornitori di servizi di stampa di diventare fornitori di servizi di marketing. Ricoh è il principale distributore di FusionPro e MarcomCentral di PTI Technologies nell’area EMEA e, attraverso le filiali dei differenti Paesi, fornisce aggiornamenti, supporto e formazione per i clienti nuovi e già esistenti di PTI Technologies. FusionPro consente di sviluppare attività di marketing, di personalizzazione e di stampa dati variabili in ambienti digitali. FusionPro può essere utilizzato in maniera integrata con MarcomCentral, la soluzione per la gestione delle risorse di marketing. MarcomCentral comprende il web to print e la gestione sul Cloud delle risorse di marketing mediante un sito centralizzato.
DuPont celebra 40 anni di innovazione con Cyrel® 40° anniversario dei sistemi per la stampa flessografica DuPont™ Cyrel®. Nel 1974 DuPont introdusse nel settore degli imballaggi stampati le prime lastre in fotopolimero elastico col marchio Cyrel®. Oggi DuPont continua a giocare un ruolo di primo piano nella evoluzione del settore, migliorando costantemente la stampa flessografica grazie ai sistemi Cyrel®. Tra le tappe cardine, il lancio a Drupa ‘95 di DuPont Cyrel® Digital Imager (CDI), la prima lastra digitale Cyrel® e un flusso di lavoro di prestampa digitale. Ciò ha permesso al settore di allontanarsi dai flussi di lavoro di prestampa basati su pellicola e implementare un flusso digitale distribuito, che impiega maschere ad ablazione laser (LAM) su output CtP che consente la condivisione dei file di progettazione e di produzione prima del processo di stampa da parte delle imprese proprietarie del marchio, dei tradeshop e degli stampatori. L’inizio del secolo ha segnato la fase di una nuova crescita: nel 2000 viene introdotto DuPont Cyrel® FAST, il primo sistema di sviluppo termico delle lastre, e a Drupa 2012 vengono presentati altri 11 nuovi prodotti. L’innovazione più recente di DuPont è stata la commercializzazione, nel 2013, delle lastre Cyrel® Performance Plates DSP e DFP, progettate per fornire gamme tonali e densità d’inchiostro solido senza precedenti partendo da un flusso di lavoro digitale standard. IPI 152/14
Zund Italia: una “due giorni” per inaugurare la nuova sede
PIOMBI
news fornitori
Potenza / Prestazioni SHARP MX-7500N / MX-6500N La rivoluzione dei sistemi di stampa professionale a colori.
www.printalist.it
Con il premio “Sonora Plate Green Leaf”, Kodak vuole riconoscere quei clienti che hanno dimostrato di ottenere risultati concreti relativamente all’impegno di ridurre il loro impatto ambientale con scelte produttive oculate. Dopo diverse realtà estere, il riconoscimento è stato conferito in febbraio a Ellegi Trento, di Lavis (TN), e Italgrafica Sistemi, di Castelgomberto (VI), facenti parte del Gruppo Konig Print. Il loro core business è la produzione di etichette per il settore delle bevande (alimentare e industriale).
Per raggiungere l’eccellenza qualitativa è stata scelta la lastra Kodak Sonora XP senza sviluppo, idonea alla stampa offset UV che Ellegi utilizza: l’impiego di queste lastre ha permesso di eliminare la parte più nociva del processo, cioè sviluppatrice e chimici. Un passo concreto per essere un’azienda il più possibile verde era già stato messo in atto da Italgrafica che ha installato un impianto fotovoltaico, con circa 3.000 metri quadri di pannelli solari, che garantisce totale autonomia sotto il profilo dell’approvvigionamento energetico e una riduzione delle emissioni di CO2 nell’ambiente pari ad oltre 45 tonnellate l’anno. Nell’industria grafica la sensibilità ambientale è in aumento, non solo da parte degli stampatori, ma anche da parte dei clienti, che richiedono credenziali ambientali reali. I vantaggi di eliminare lo sviluppo sono evidenti: Kodak stima che nel 2014 grazie all’uso delle lastre Sonora si potrebbe arrivare a realizzare un risparmio di ben 265 milioni di litri di acqua.
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Nella foto sopra, a sinistra Paolo Urbani, direttore commerciale Italgrafica Sistemi, con Michele Pioli, Packaging Segment Manager Kodak S.p.A.
Tecnologia e convenienza per una MK al Centro Stampa Dopo la prima installazione in Italia della
fustellatrice MK1060MF prodotta da Masterwork Machinery Co., Ltd., presso la torinese Tipolitografia Cartotecnica C.B.C. nel 2013, una nuova installazione ha visto protagoniste PGS - Pool Graphic Service e la cartotecnica Centro Stampa di Pomigliano d’Arco (NA). Dopo un rinnovo della sala stampa, Centro Stampa ha deciso di investire nella fustellatrice di Masterwork Machinery, rappresentata in Italia da Nuova KBN, società del Gruppo PGS. Centro Stampa è ben introdotta nel mercato locale della stampa e della fornitura di imballaggi nel settore dei casalinghi, scatole per alimenti ecc. La dimensione locale dell’azienda costringe, di fatto, all’impiego di macchinari versatili. «Nuova KBN ha seguito le attività di vendita, montaggio, installazio-
ne e messa in produzione della macchina con ampia soddisfazione del cliente, come avvenuto in occasione dell’installazione presso C.B.C.», sottolinea Ivan Dalla Pozza, amministratore unico del Gruppo PGS. Nata nel ‘95, Masterwork Machinery è leader sul mercato asiatico e secondo costruttore a livello mondiale nella produzione di macchine per post stampa e cartotecnica, elaborate per soddisfare tutte le esigenze delle aziende di settore: dalla carta al cartoncino teso, fino al cartone ondulato. La fustellatrice MK1060MF rappresenta la macchina che meglio si adatta alle caratteristiche delle cartotecniche italiane: compatta, silenziosa, semplice nel suo utilizzo, velocità di produzione 7.700 fogli/h e con formato carta di 760x1060 mm, ben si configura con gli attuali formati delle macchine da stampa più moderne.
CSQ sceglie Q.I. Press Controls Centro Stampa Quotidiani (CSQ) e Q.I. Press Controls hanno firmato un contratto in base al quale l’azienda di Erbusco (BS) doterà, per la prima volta in Italia, una rotativa per quotidiani – una Wifag OF373/6 – di un sistema di controllo completamente automatico dei colori. L’investimento comprende otto scanner IDS per il controllo automatico dei colori e della bagnatura. CSQ è un moderno centro stampa per quotidiani che vanta un parco macchine di prim’ordine con due linee di stampa Wifag. Si stampano qui circa 15 testate, tra cui giornali a tiratura nazionale e locale e testate straniere per distribuzione locale. La tiratura complessiva annua è di 125 milioni di copie. Il nuovo sistema consentirà di realizzare risparmi sostanziali in termini di mano d’opera e produzione di scarti. «Con questo nuovo progetto, CSQ ha dimostrato una volta ancora la volontà di investire nell’innovazione con l’obiettivo di mantenere un vantaggio competitivo sul mercato», ha commentato Carlo Caporizzi, CEO di GMDE e agente di Q.I. Press Controls per l’Italia.
Etichette con materiali inediti e formati personalizzabili Pixartprinting, da sempre orientata all’evoluzione del catalogo prodotti, amplia ulteriormente l’offerta dedicata al mondo del labelling. Nuovi materiali, formati personalizzabili, stampa del bianco e dell’argento e altro ancora. Obiettivo: offrire un prodotto conforme a macchine etichettatrici automatiche industriali, in un’ottica customer oriented. Tra i clienti del labelling, infatti, numerose le piccole/medie imprese dotate di un proprio reparto produttivo, che operano in svariati settori, come il food&beverage. Fondamentale, dunque, la possibilità di ordinare etichette compatibili con le tecnologie che i clienti utilizzano, in modo da consentirne la lavorazione nella filiera produttiva. Le ultime novità Pixartprinting sono quindi state studiate per adattarsi alle esigenze di alta customizzazione di questa clientela. IPI 152/14
Kodak premia Italgrafica Sistemi e Ellegi Trento
PIOMBI
news aziende grafiche
MK1060MF fustella carta a partire da 90 g, cartoncino teso, fino al cartone accoppiato/ ondulato di 4 mm.
PIOMBI Crescita sostenuta dall’export... ...che compensa la stagnazione sul mercato interno.
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< È prematuro parlare di ripresa: eppure, in uno scenario segnato
dalla stagnazione a livello nazionale e dall’inasprimento della competizione internazionale, prevale l’ottimismo per il settore delle macchine per l’industria grafica e cartotecnica, una delle punte di eccellenza della meccanica strumentale italiana. Crescono esportazioni e fatturato estero, che compensano le difficoltà persistenti sul mercato interno e consentono di mantenere stabili i livelli occupazionali, con attese positive per il primo trimestre di quest’anno. Queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale dell’Ufficio studi di Acimga, l’Associazione Costruttori Italiani Macchine per l’Industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini, relativa all’andamento del quarto trimestre 2013 e alle previsioni per il primo trimestre 2014. Acimga rappresenta un settore che fattura oltre 2 miliardi di euro, esporta per l’83% in valore e occupa 7.000 addetti in circa 150 aziende, per il 90% di piccole e medie dimensioni. L’indagine congiunturale qualitativa, condotta su un campione rappresentativo dell’82% del fatturato delle aziende associate, mette in evidenza l’export come punto di forza delle nostre imprese: il 48% delle imprese lo registra in crescita nel quarto trimestre 2013, il 40% stabile e solo il 12% in calo. Risultati che dovrebbero, secondo le aspettative, consolidarsi in questi primi tre mesi del 2014. Lo scenario internazionale, che riserva tradizionalmente una buona accoglienza alle produzioni italiane, si presenta interessante per i mesi a venire soprattutto nelle realtà del Far East, in paesi mediorientali come l’Iran e sul mercato statunitense, in fase di ripresa, è meno promettente che negli anni passati nei Paesi sudamericani. La dinamica delle esportazioni tampona le criticità del mercato interno, frenato dalla crisi di liquidità e dalla conseguente prudenza anche da parte di quelle aziende interessate a investire: è rimasto fermo nell’ultima frazione d’anno (il 46% dichiara stabilità, la quota restante è equamente divisa fra aumento e contrazione). Stabili i livelli occupazionali per quote del campione prossime all’80%. «Le nostre imprese rappresentano una realtà reattiva alle difficoltà e ben presente sui mercati internazionali», commenta il presidente di Acimga, Marco Calcagni (nella foto), «e i risultati dell’indagine lo confermano. Non possiamo però trascurare segnali importanti come la stagnazione sul mercato interno, gravato da una crisi di liquidità che il sistema bancario fa poco per alleviare. E bisogna guardare con attenzione allo scenario internazionale, sul quale la concorrenza diventa sempre più agguerrita. I produttori tedeschi stanno guadagnando terreno nei nostri confronti, accompagnati oltre i confini nazionali da un sistema bancario e finanziario più efficiente del nostro, un fattore» conclude Calcagni, «che, abbinato alla sopravvalutazione dell’euro rispetto al dollaro, deve far riflettere sulla necessità di un maggiore e più efficace sostegno al “sistema Italia” sui mercati internazionali».
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news aziende grafiche
One Touch goes live at Athesia Gli stampatori rotativisti non devono più muovere un dito. Anzi no, basta solo un dito!
cornice di una Bolzano addobbata per il Natale, fra gli odori di cannella e di legno intagliato del vicino Christkindlmarkt, presso il moderno impianto produttivo di Athesia Druck, Harald Werth, direttore generale dell’azienda editrice e tipografica altoatesina, coadiuvato da Eckhard Hörner Marass, direttore generale di Manroland, hanno dato il benvenuto e aperto i lavori della tavola rotonda che la Casa tedesca ha dedicato all’innovativo One Touch Base, sistema operativo di controllo per rotative manroland sia di tipo coldset che heatset. One Touch Base è un innovativo sistema di gestione e controllo dell’impianto stampa basato su tre moduli hardware e un software proprietario, appositamente sviluppato, per una gestione estremamente efficace e intuitiva di tutti i dispositivi di processo. Tutte le informazioni rilevanti di regolazione, controllo e diagnostica di bordo dell’impianto sono facilmente raggiungibili in poche schermate d’immediata comprensione, attivabili rapidamente con un semplice tab. Sì, perché i dispositivi di controllo del sistema sono in realtà delle tavolette touchscreen (o
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Il sistema di gestione One Touch Base per il controllo della rotativa consta di una console di comando fissa e due device mobili.
più semplicemente tablet), una delle quali in posizione fissa, il ControlCenter, che sostituisce la console di comando tradizionale, e due device mobili (dette MobilePad) per consentire agli operatori di muoversi liberamente lungo l’impianto potendo controllare da remoto ogni singola attività laddove viene richiesta la loro presenza, sia in testa al sistema di piegatura che fra gli elementi
stampa o allo sbobinatore. Gli stessi dispositivi possono ricevere in WLAN da eventuali telecamere opzionali di controllo (sia sul ControlCenter che alle MobilePad), come pure possono essere posti in collegamento con il sistema di gestione delle commesse per la ricezione dei jobticket e dei metadata di completamento per la preparazione delle commesse in stampa.
Il sistema include lo SlidePad, l’interfaccia di controllo del sistema di inchiostrazione, evoluzione del precedente sistema di regolazione e controllo dei dispositivi di bagnatura e inchiostrazione. Il sistema sembra soddisfare la visione di un flusso di produzione rotativo totalmente automatizzato, asservito da un solo operatore con un unico dispositivo di controllo di tutte le componenti di processo. Athesia Druck è stata le prima azienda al mondo a scegliere e installare il sistema. Nel corso dell’evento di presentazione, alla dettagliata descrizione tecnica fornita da Manuel Kosok, responsabile del progetto, è seguita la dimostrazione pratica di funzionamento svolta direttamente nella sala stampa dal responsabile tecnico dello stabilimento, Sigmund Pernter: «I risultati dell’adozione sono stati subito evidenti: una significativa riduzione dei tempi di setup e di cambio formato, una significativa riduzione degli scarti di avviamento, proprio grazie alla possibilità di intervenire direttamente sul dispositivo in regolazione (inchiostri piuttosto che gruppo pieghe)». E.P.
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Lo scorso dicembre, nella
Interviste Tiziano Zardini
Da stampatore commerciale a stampatore di etichette, in primis per l’industria alimentare. Non è da tutti “riciclarsi” con successo, ma a volte è fondamentale per sopravvivere.
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“Come azienda siamo cresciuti insieme ai nostri clienti e ai nostri fornitori che ci seguono da trent’anni”.
36 - L’industria grafica, un futuro da reinventare Intervista con Tiziano Zardini, fondatore e amministratore delegato di Zardini Etichette
Cambiare pelle per
crescere L’idea forse gli è venuta, come capita spesso, durante una delle sue tante corse, a piedi o in bicicletta. Perché Tiziano Zardini, prima ancora che tipografo, è stato, e lo è ancora a 56 anni, un grande sportivo. Come lo sono i suoi figli, Umberto (giocatore di hockey in linea in serie A) ed Edoardo (ciclista professionista) ma anche la moglie Franca. E tutti, dallo sport, hanno imparato che per avere successo bisogna allenarsi molto, fare fatica e mostrare, anche nei momenti più difficili, la grinta vincente. Così, di fronte a un mercato della stampa editoriale e commerciale che cominciava già a far capire che le cose si sarebbero messe male, sei anni fa Tiziano Zardini decise di cambiare la “disciplina sportiva” della Tipolitografia Zardini, attualmente conosciuta come Zardini Etichette. L’azienda di famiglia fondata, come la più classica tipografia che stampa biglietti da visita, buste e fogli intestati con una prima Gto monocolore, nel 1985 a Marano di Valpolicella, terra del nobile vitigno, in provincia di Verona. E il nuovo campionato a cui si è iscritto, acquistando la Rotatek Brava nel 2009, è stato quello della stampa di etichette a rotolo e a contatto per l’industria alimentare, il mondo del vino e quello della cosmesi. Oggi, con circa 25 dipendenti, familiari compresi (la moglie che si occupa di contabilità e il figlio Umberto, perché Edoardo, che ha partecipato anche all’ultimo Giro d’Italia, vive di ciclismo), la Zardini Etichette (che nella prestampa opera con lo Studio Zardini) è in costante crescita con quasi 6 milioni di euro di ricavi e 6 linee produttive (di casa Rotatek, Gallus e Heidelberg con l’ultima arrivata, una cinque colori 50x35 tecnologicamente avanzata per la stampa su plastica e l’utilizzo dell’UV) abbinate offset, flexo e serigrafia che vanno da 5 a 8 colori, oro a caldo, oro a freddo, plastificazione, tutto in linea. E per quanto riguarda il finissaggio dispone di tavoli di controllo, piegatrici, tagliacarte e fustellatrici automatiche. «Nella mia vita» esordisce Tiziano Zardini «ho messo davanti prima di tutto lo sport; anche adesso che ho molto meno tempo le mie idee le elaboro mentre corro e faccio fatica. Ho una mia filosofia: vivo di sensazioni e credo in quello che faccio. La cosa che mi fa più piacere è che come azienda siamo cresciuti insieme ai nostri clienti e ai nostri fornitori che da trent’anni ci seguono. E a un gruppo di collaboratori insieme a noi da più di vent’anni, alcuni dei quali ancora qui dall’inizio».
di ACHILLE PEREGO
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aziende fiori all’occhiello
L’azienda
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Come è nata sei anni fa la svolta da azienda grafico-commerciale a impresa specializzata nella stampa di etichette, in primis per gli alimenti? Abbiamo fatto uno studio per capire cosa potevamo fare per produrre qualcosa di diverso dallo standard abituale. Da lì è partito tutto, la voglia e la curiosità di quello che poteva darci il mercato. Direi che con questa scelta coraggiosa ci siamo salvati. Se non l’avessimo fatta, oggi saremmo già chiusi come purtroppo sta capitando a molte aziende del territorio veneto. Del resto il mercato commerciale, quello delle buste o dei depliant sta scomparendo. Anch’io, che faccio lo stampatore, e per questo ho resistito fino all’ultimo, sono passato alla fatturazione online! Pensi che nel 2000 stampavamo 10 milioni di buste all’anno, adesso 100 mila. Come si è realizzato il passaggio dai cataloghi alle etichette? Dismettendo il tradizionale parco macchine piane, del quale abbiamo mantenuto solo una Gto a 4 colori che ancora utilizziamo per alcune lavorazioni e acquistando, ogni anno, una nuova linea produttiva (flexo, offset e serigrafica più una rotativa Rotatek Brava 45x35) per la stampa delle etichette. Così oggi presidiamo, con clienti nazionali e internazionali, ma prevalentemente per il Veneto o aree limitrofe, etichette a rotolo e stese a contatto diretto con l’alimento. Abbiamo investito in diverse tecnologie per essere competitivi per le grandi, medie e piccole tirature. Lavoriamo prevalentemente per l’industria alimentare, del vino e della cosmesi. Abbiamo sei linee produttive, la settima sarà installata entro il 2014. Qual è la strategia di crescita nel settore delle etichette per contatto con gli alimenti? Per produrre le etichette a contatto c’è bisogno di avere un’azienda che rispetti tutte le norme che gli enti preposti richiedono; è come lavorare in un banco di macelleria. Nella nostra sala macchine si lavora con cuffie e guanti in un ambiente igienicamente sicuro che rispetta i rigorosi parametri Haccp previsti per i prodotti alimentari. Ovviamente usiamo carta, solventi, colle e inchiostri che rispettano le norme previste per il contatto con gli alimenti e tra poco saremo anche certificati con un importante ente inglese per soddisfare le richieste in particolare di alcuni gruppi della Grande distribuzione organizzata. Del resto, le nostre etichette, più di un milione stampate al giorno, finiscono sui prodotti venduti nei supermercati di grandi catene. Detto questo, penso che l’azienda dove lavori deve essere perfetta in tutto, più della propria casa. E noi che stampiamo etichette a contatto con alimenti abbiamo imparato che tenere pulito l’ambiente dove lavoriamo – facciamo due pulizie al giorno e i trattamenti anti insetti ogni tre giorni – ci permette di stare meglio e di produrre di più. Quali sono le armi vincenti di un’azienda di medie dimensioni a carattere familiare? Avere investito, come abbiamo fatto noi, tanto sulla tecnologia, inserendo linee
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Fondata nel 1985 a Marano di Valpolicella, oggi Zardini Etichette è un’azienda grafica tecnologicamente avanzata, specializzata nella stampa di etichette a rotolo e a contatto per i prodotti alimentari con sei linee produttive (sette entro la fine di quest’anno), circa 25 dipendenti e quasi 6 milioni di euro di fatturato. A fondarla è stato Tiziano Zardini, grande appassionato di sport (corsa e bici) che pratica ancora a 56 anni. Zardini Etichette, è una classica impresa familiare dove lavorano anche la moglie di Tiziano, Franca, che si occupa di contabilità, e il figlio 27enne Umberto, impegnato nella prestampa realizzata dallo Studio Zardini (oltre che giocare a hockey in linea in serie A nel Cus Verona). L’altro figlio, Edoardo, 24 anni, è un ciclista professionista e corre per il team Bardiani Cfs. Sei anni fa l’azienda, nata come tipografia e fino ad allora specializzata nella stampa commerciale, ha cambiato pelle riconfigurandosi come impresa specializzata nella stampa di etichette a rotolo e a contatto, con le più avanzate tecnologie per le etichette dei prodotti alimentari. Una svolta che si è rivelata vincente e le ha permesso in questi anni di crescere sia per fatturato sia per numero di clienti, tra i quali annovera grandi nomi dell’industria alimentare, del vino e della cosmesi.
aziende fiori all’occhiello
Sala stampa La Gallus ECS 340, accanto alla Gallus TCS 250 (a destra) hanno contribuito alla riconversione dell’azienda da stampatore commerciale a stampatore di etichette.
produttive da costi elevati. E tecnologia significa qualità, competitività, velocità. I nostri clienti a volte richiedono la consegna delle etichette in giornata o addirittura entro due ore. Consegne che realizziamo direttamente con i nostri furgoni perché vogliamo mantenere lo stesso livello di qualità e sicurezza. Non avrebbe senso lavorare come in un laboratorio e poi rovinare tutto perché il trasportatore non rispetta le stesse norme di igiene. Per questo la nostra area di attività è perlopiù confinata nel Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli. Le nostre etichette superano questi confini e vanno anche all’estero con i prodotti esportati. In particolare le bottiglie dei vini nobili di questa terra. E proprio per incrementare la produzione in questo settore stiamo studiando l’investimento, che dovrebbe realizzarsi entro fine anno, in una settima linea produttiva dedicata esclusivamente al vino. Ha mai pensato alla necessità di integrazioni o accordi commerciali con altre aziende del settore? Credo sia il futuro del nostro settore, del resto non si dice che “l’unione fa la forza”? Ma non siamo ancora pronti, guardiamo troppo e solo il nostro orticello. Ho parlato spesso con colleghi stampatori della possibilità di unire, in qualche modo, le forze ma ho sempre riscontrato scetticismo e anche paura di perdere la propria indipendenza. Credo che questo atteggiamento sia sbagliato. Così, in questi due o tre anni, visitando più di un’azienda del territorio, ho visto le stesse macchine che stampano le stesse cose. Con la crisi era inevitabile che andassero in difficoltà e che molte, purtroppo, siano state costrette a chiudere.
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Quindi non vede segnali di ripresa per il mercato? Tanti settori con cui lavoravamo, industria marmo, pelle, calzaturiero e trasporti si sono fortemente ridotti, in questi ultimi anni solo le aziende che vendono prodotti di prima necessità hanno avuto un incremento. Abbiamo investito tanto in tecnologia per poter lavorare per questi ultimi dove il mercato risponde ancora. La concorrenza è alta nei prodotti poveri fatta soprattutto dalle aziende in difficoltà. Ma questa politica, svendere il prodotto con la guerra sui prezzi, non ha mai dato frutti e rischia di distruggere tutti. In generale come vede il settore grafico italiano? Dovrebbe avere aziende con dimensioni più grandi? Credo che negli ultimi quindici anni abbiamo fatto tanti errori, me compreso. Abbiamo in Italia troppe aziende grafiche con le stesse tecnologie, abbiamo investito tutti nelle stesse macchine da stampa. Quando il lavoro è calato ci siamo trovati con le macchine ferme. Per quanto riguarda la grandezza dell’azienda, penso che sia determinata dalla capacità di vedere cosa ti darà il mercato nel futuro. Non bisogna mai fermarsi o credere di essere arrivati. Bisogna pensare sempre come sarà l’evoluzione della nostra società fra tre, cinque o dieci anni. E soprattutto credere nelle proprie capacità.
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foto: Luigi Tremolada
eventi open house
foto: Luigi Tremolada
Rotolito Lombarda
Una piega versatile per nuovi mercati Manroland web systems ha organizzato un evento di due giorni invitando stampatori di quotidiani europei interessati alla piegatrice FoldLine. Debutto ufficiale a Seggiano di Pioltello (Milano), nel nuovo avanzatissimo stabilimento inaugurato nel 2010 da Rotolito Lombarda, di FoldLine, la piegatrice completamente automatica di manroland web systems installata lo scorso ottobre.
di CRISTINA ROSSI
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È la prima linea di questo tipo al mondo a entrare in funzione ed è abbinata alla HP T410 Color Inkjet Web Press, che è la seconda rotativa digitale a essere installata nello stabilimento di Rotolito Lombarda. La prima è una HP T360 e viene impiegata soprattutto per la stampa di libri. Per dare visibilità a questa primizia tecnologica, manroland web systems ha organizzato un evento di due giorni (27 e 28 febbraio), invitando una trentina tra stampatori di quotidiani ed editori europei, interessati alla qualità di stampa dell’HP T410 e alla produttività della piegatrice FoldLine. Nel corso della presentazione, Rotolito ha prodotto in tempo reale una versione speciale del prestigioso quotidiano francese Le Monde: 24 pagine stampate su carta da 45 g/m2 cui sono stati abbinati in linea due inserti da 8 pagine in formato Berliner, a dimostrazione della notevole flessibilità dell’intera linea. «Siamo attualmente in contatto con editori stranieri che vorrebbero stampare le loro edizioni direttamente in Italia», ha detto Emanuele Bandecchi, responsabile della divisione digitale in Rotolito. E questo significa che si allarga lo spettro di prodotti stampati in digitale da Rotolito Lombarda: accanto ai libri a colori, ai fumetti, ai manuali, alle guide e ai cataloghi ora si prospettano nuove aree di business, tra cui i quotidiani e gli stampati per la Gdo. «Grazie a FoldLine siamo ora in grado di realizzare una serie di stampati in tutte le varianti di piega anche nel caso delle basse tirature», ha continuato Emanuele Bandecchi. «Questo sistema ci consente di offrire ai clienti un reale valore aggiunto per diverse esigenze produttive. Si potrebbe, ad esempio, sviluppare un mercato di flyer personalizzati da abbinare alla stampa massiva realizzata con le rotative commerciali». «FoldLine si distingue dagli altri sistemi di piega sul mercato per la sua flessibilità», ha spiegato Joseph Marsanasco, direttore generale in Rotolito Lombarda. «È infatti una piegatrice da rotativa commerciale e offre svariate tipologie di piega. È ideale per un’ampia gamma di applicazioni, dai quotidiani agli stampati com-
foto: Luigi Tremolada
“FoldLine si distingue dagli altri sistemi di piega per la sua flessibilità”.
Joseph Marsanasco
eventi open house
foldline: caratteristiche tecniche • Velocità di produzione: da 150 m/min a 300 m/min • Larghezza banda: 50,8 cm, 76,2 cm, 106,68 cm • Cut-off variabile: 460-800 mm • Formato pagina minimo: 152x210 mm • Formato pagina massimo: 580x400 mm • Grammatura supporti: 45-80 g/m2 • Cambio lavoro: max 3 minuti • Qualità di piega: +/- 0,1 mm
merciali, dai messaggi pubblicitari personalizzati alle segnature dei libri». Una velocità di produzione fino a 300 m/min e una larghezza di banda fino a 106 cm rendono il sistema FoldLine adatto alle più veloci macchine da stampa digitale disponibili sul mercato, quindi può essere messo in linea per produrre una quasi illimitata varietà di prodotti stampati. In questa prima fase FoldLine sta lavorando in modalità “nearline” accanto alla HP T410: la bobina stampata sull’inkjet ad alta produttività di HP viene successivamente sbobinata sul sistema di piega FoldLine. Ma a breve FoldLine lavorerà in linea al sistema di stampa, anche grazie all’implementazione del workflow sviluppato da Rotolito Lombarda insieme a manroland e HP. Il MIS di Rotolito invierà le specifiche tecniche attraverso il formato JDF al controller di stampa HP, che effettuerà l’imposizione con software Ultimate Technologies, dopodiché il file verrà spedito attraverso il PrintNetwork Bridge, sviluppato da manroland web systems, alla piegatrice FoldLine. Il distributore in Italia di manroland web systems è la bwebsystems di Monza. I plus di FoldLine
Il sistema di piega FoldLine per la stampa digitale industriale è in grado di produrre quotidiani in qualsiasi formato (tabloid, broadsheet e Berliner) in modalità inline e offline. Ma è adatto anche ad altre applicazioni, come brochure, riviste e singole segnature di libri. Il sistema è stato pensato per realizzare fino a 96 pagine (48 pagine broadsheet) a una velocità di scorrimento massima della bobina di 300 m/min, fino a 2.700 copie di un quotidiano in formato broadsheet con 32 pagine, 9.100 brochure rilegate o 14.000 segnature da 16 pagine all’ora. FoldLine può passare rapidamente da un lavoro all’altro: i tempi di makeready per cambi di formato e carta sono davvero minimi (inferiori ai 3 minuti) e il cambio lavoro può avvenire “on the fly” o a velocità rallentata oppure, nel caso di cambi molto complessi, la macchina interrompe e poi riprende automaticamente la lavorazione.
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Viscom comunicazione d’ImpREsA
stampa digitale di etichette
Una tecnologia ormai matura
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mento del suo processo di produzione e fornitura. dell’ambiente, un notevole punto a favore rispetto alle tecnologie tradizionali. Anche la finitura ormai non è più uno scoglio nella produzione digitale: grazie a sempre più diffusi sistemi di fustellatura laser si può lavorare in linea sia con bobine longitudinali che trasversali. La continua ricerca e sviluppo delle teste di stampa inkjet, sempre più performanti, sta comportando l’aumento dell’ampiezza delle bobine di stampa. Per l’acquisto di una macchina digitale per la stampa di etichette l’utilizzatore dovrà sempre valutare e conoscere attentamente questi parametri: inchiostri, finiture, sistemi di gestione colore, teste di stampa. Investire in una macchina da stampa digitale per etichette non rappresenta soltanto un banale acquisto in conto capitale per il trasformatore, bensì un radicale stravolgi-
L’età dell’oro della stampa digitale di etichette è soltanto al suo inizio. «L’etichetta è una delle forme più immediate di comunicazione visiva», commentano gli organizzatori di Viscom Italia. «Da alcuni anni Viscom Italia, nel suo processo di sviluppo dei settori tradizionali, rappresenta a pieno titolo anche il mondo del labelling. Un’etichetta ti proietta subito nel mondo di cui il prodotto è il simbolo, raccontando la storia di un brand attraverso l’immagine, la forma e il colore. Viscom Italia ha colto le potenzialità di questo mercato, in continua espansione e sviluppo, presentando le differenti applicazioni e personalizzazioni di stampa, per far capire al mondo dell’industria, della GDO e del punto vendita, ma anche allo stampatore tradizionale, non solo le nuove tendenze e i materiali innovativi dal punto di vista tecnico, ma anche la forza di comunicazione che l’etichetta può rappresentare».
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Viscom Italia nel 2014 si vuole proporre come momento e guida di riferimento per tutti quei trasformatori e stampatori tradizionali che intuiscono nello sviluppo della tecnologia digitale di stampa per etichette un poderoso motore di ricavo. Un trend in forte crescita, un’onda che non si può non cavalcare adesso. La maturità attuale della tecnologia digitale rende questa tecnologia molto adattabile alle esigenze attuali del marketing e dei brand. La continua ricerca nelle teste di stampa e negli inchiostri UV base acqua garantisce la possibilità di utilizzare gamut colori impensabili fino a poco tempo fa anche per brevi tirature e personalizzate. La gestione di lotti inferiori, personalizzabili per mercati o fasce d’utilizzo sono spesso esigenze fondamentali per le politiche commerciali e promozionali dei brand. L’utilizzo di colori speciali nell’ambito delle etichette si abbina tranquillamente a vistosi vantaggi in termini di consumo energetico e rispetto
Non porre limiti alla tua creatività Oggi viviamo in un mondo dove l’iper-comunicazione è la regola: la visibilità di marchi e prodotti costituisce una priorità assoluta che solo i professionisti della comunicazione e delle arti grafiche sono in grado di soddisfare. Poiché la creatività è il DNA dei suoi clienti, EXAPRINT arricchisce costantemente la sua offerta con nuovi supporti di comunicazione, nuove finiture e nuovi servizi sempre più innovativi.
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eventi convegni
Carta Stampa Editoria Trasformazione
La filiera esige attenzione Un evento culturale diventa l’occasione per richiamare con determinazione le Istituzioni all’attenzione per il settore. La sala gremita nella sede dell’Associazione Civita a Roma ospita oltre 150 persone. Le finestre spalancate al sole lasciano entrare il tepore prematuro di un inatteso anticipo di primavera e il vociare dei manifestanti di turno che nell’occasione sono i rappresentanti di Confartigianato e Confcommercio. Migliaia di piccoli imprenditori di tutta Italia a scandire con veemenza lo slogan: “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro!”.
di EMANUELE POSENATO
Una mobilitazione nazionale che ha condotto a Roma oltre 60.000 imprenditori a sensibilizzare il Governo e il Parlamento sulle 372 mila imprese che nel 2013 hanno chiuso i battenti avanzando la richiesta di una svolta urgente di politica economica, di un cambio di rotta ormai indispensabile volto a evitare il declino del Paese. Un Governo che proprio in quei giorni veniva sfiduciato e un Parlamento sfiduciato da molto prima. Anche la Filiera cerca visibilità
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Ad aprire il convegno Gianni Letta, in qualità di presidente dell’Associazione Civita. Dopo il benvenuto, l’affabile politico pronuncia una breve quanto appassionata introduzione ai lavori: «Io sono un uomo della carta, non certo un uomo digitale. Amo la carta, il profumo della carta, la fisicità della carta. Per quanto sia vero che la carta è spesso emblema di quella burocrazia che i manifestanti che sfilano oggi stanno contestando, è altrettanto vero che la Politica, con la P maiuscola, si fa con la carta. Fanno la fila per apparire in televisione ma la vera politica si fa con la carta, sui giornali e con i libri». Le stesse problematiche lamentate dai manifestanti in piazza sono il tema portante della giornata, per la quale le associazioni aderenti alla Filiera hanno voluto, con una modalità differente, coinvolgere le Istituzioni. Un momento culturale, la lettura dei dati economici del settore nel contesto macroeconomico del sistema Paese ed europeo, le proposte concrete alla
eventi convegni
I comparti della filiera
• Stampa editoriale • Stampa pubblicitaria e commerciale • Cartotecnica e trasformazione • Macchine (per grafica e cartotecnica) • Carta e cartone • Editoria (libraria, quotidiana, periodica, periodica specializzata)
La Filiera in cifre
Fatturato 2013: 31,46 miliardi € Export 2013: 9,07 miliardi € Occupazione diretta: 210 mila addetti Occupazione indotta: 518 mila addetti Occupazione totale: 728 mila addetti
classe politica, chiamata a intervenire. Un messaggio del presidente della Camera Laura Boldrini, impossibilitata a partecipare da sacrosanti impegni istituzionali, esprime vicinanza al settore: «Non riesco a immaginare e non voglio pensare a un mondo senza carta. Del resto lo sviluppo della nostra società sta dimostrando come i diversi mezzi di comunicazione possano convivere, integrarsi e contribuire al miglioramento della comunicazione fra le parti sociali». La platea prende atto del saluto e degli auspici con indifferente freddezza. È invece presente in sala il sottosegretario di Governo, uscente, con delega all’Editoria, Giovanni Legnini (Pd), che la scaletta pone dopo l’intervento culturale e l’analisi economica di settore. Ospite prestigioso e gradito dell’evento è Ian Sansom. Irlandese di Belfast, onnivoro della carta, lettore, scrittore, giornalista e insegnante, in ogni sua attività ha a che fare con la carta e con i suoi trasformati. Il prof. Sansom, già critico letterario del Guardian e romanziere, nonché autore del saggio L’odore della carta, recentemente tradotto e pubblicato in Italia, ha tenuto una vivace lectio magistralis sulla storia e sul ruolo della carta nell’evoluzione della società. «La carta è la tecnologia tramite la quale abbiamo dato un senso al mondo. La carta è tutt’intorno a noi. E non pensiamo soltanto ai libri, alle lettere, ai quotidiani; pensiamo ai certificati, alle carte da gioco, ai tovagliolini, ai biglietti da visita, agli imballi dei telefoni cellulari e alle bustine del tè. Siamo gente di carta. Tuttavia, si dice, l’epoca della carta è al tramonto: si vendono più ebook che libri cartacei, i biglietti elettronici hanno rimpiazzato quelli tradizionali, gli archivi vengono digitalizzati. Il mondo in cui viviamo è stato costruito con la carta, nondimeno ovunque guardiamo la carta che sta scomparendo e stiamo entrando in un nuovo mondo, senza carta». E invece, scomodando personaggi storici, artisti, politici ma anche tanta gente comune, Sansom dimostra esattamente il contrario. La carta impera. Con ironia, mischia sapientemente Dickens e la Londra di metà Ottocento (la nuova Babilonia, la “città della carta infinita”) con i roghi dei libri ordinati da Hitler a Berlino e la guerra psicologica degli americani in Vietnam, che fu tristemente tappezzata di 6 miliardi di volantini. Parte dalla storia leggendaria dell’invenzione della carta in Cina per giungere a se stesso, quando per far funzionare il suo moderno smartphone è costretto a frapporre fra custodia e batteria un minuscolo coriandolo di carta per garantire il contatto che rende utilizzabile la tecnologia…
foto: ANSA
Lo spazio culturale
Ian Sansom.
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eventi convegni
Export su fatturato e import penetration
dinamica del reddito reale dei consumi e della fiscalità Indice 2007=100, valori reali
Alessandro Nova.
La fotografia della situazione
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Chiusa la parentesi culturale, l’Assemblea entra nel vivo con l’analisi economica del prof. Alessandro Nova, dell’università Bocconi, ormai noto per l’esperienza in materia, che ha presentato i dati dell’Osservatorio. E il clima è subito cambiato, il brusio in sala lo ha immediatamente evidenziato. Anche nel 2013 il fatturato della Filiera ha risentito gli effetti della non favorevole congiuntura del sistema economico italiano e della debolezza della domanda interna. Il fatturato, le vendite interne e il consumo apparente hanno toccato, nel corso del 2013, un nuovo minimo dal 2000. La compressione del fatturato della Filiera (-4,4% rispetto al 2012), in linea con quella dell’industria italiana, evidenzia che, anche dopo anni di forti riduzioni, la dinamica della Filiera non mostra segnali di un miglioramento relativo consistente. La domanda rimane molto debole, in particolare nel mercato interno, indubbiamente per effetto di una diminuzione dei consumi, ma inevitabilmente anche a causa del processo di digitalizzazione che ha investito molti settori della comunicazione in precedenza esclusivamente cartacea. I fattori socioeconomici hanno il loro peso. Il reddito primario dell’italiano ha perso mediamente il 12% della propria capacità di spesa nel periodo 2008–2012 (vedi grafico sopra) che, sommato all’aumento contemporaneo del peso fiscale, impatta inevitabilmente sui tassi di crescita reali dei consumi di beni considerati non certo di prima necessità come libri e giornali che nel periodo considerato hanno registrato una
fonte: elaborazioni su dati ISTAT
foto: ANSA
*Stime
fonte: Ufficio Studi Associazioni di filiera
Giovanni Battista Colombo.
“La carta è la tecnologia tramite la quale abbiamo dato un senso al mondo” Ian Sansom
eventi convegni
fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Consumi in libri e giornali/consumi totali
contrazione del 25%. L’analisi di Nova eviRapporto a valori reali: 1992-2012 denzia i timidi segnali positivi che la filiera ha riscontrato nell’ultimo trimestre maturando una performance migliore rispetto al manifatturiero in generale, anche se con dinamiche differenti: ancora una volta meglio il comparto cartotecnico di quello della stampa editoriale e commerciale. La fotografia non rassicura certo e il “retrogusto” rimane amaro. Nel corso della tavola rotonda conclusiva Giovanni Battista Colombo, presidente di Assografici, commentava: «Il settore non ha più margini di contrazione. I dati forniti da Nova segnano una riduzione della contrazione che non è però consolante per imprenditori che non riescono più a sostenere la competizione». Conferme alle ormai diffuse convinzioni che fare impresa in questo comparto richiede una visione nitida e una forte motivazione. Lo spazio competitivo è angusto ma una riconfigurazione dell’offerta, in linea con le aspettative di una domanda molto diversa dal passato, può riservare ancora soddisfazioni per chi saprà rivedersi. Per chi ce la farà... La competitività del nostro sistema nel quadro internazionale è, nonostante tutto, buona. Lo si evince dagli indici export su fatturato e import penetration (v. grafico a sinistra). Ancora una volta, però, il peso del Sistema Paese rischia di penalizzare, ed è in questo che si concretizza la proposta della Filiera alle Istituzioni.
Le proposte della Filiera al Governo
Pur nella consapevolezza di essere ancora una volta in una fase di transizione e di essere di fronte a un interlocutore di passaggio, Nova, facendosi portavoce delle associazioni rappresentate dalla Filiera, avanza con decisione le proposte fatte al Governo che il sottosegretario Legnini, seppure FONDO STRAORDINARIO per L’EDITORIA uscente, in quella sede rappresentava. Una riLa Legge di Stabilità 2014 (art. 1, comma 261, legge n. chiesta d’impegno alla puntuale attuazione della 147/2013) istituisce, presso la Presidenza del Consiglio disposizione contenuta nella Legge di Stabilità dei ministri, il “Fondo straordinario per gli interventi di so2014 relativa al Fondo straordinario per l’editostegno all’editoria” con la dotazione di 50 milioni di euro ria (vedi box a lato), il rifinanziamento del credito per l’anno 2014, 40 milioni per l’anno 2015 e 30 milioni per l’anno 2016. agevolato per le imprese della filiera attraverso Il Fondo è destinato a incentivare, in conformità con il restrumenti già esistenti (es. L. 62/2001 “Fondo golamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione del 15 agevolazioni di credito editoria”) opportunamendicembre 2006 relativo agli aiuti di importanza minore (“de te aggiornati e l’istituzione di un credito d’impominimis”): sta a favore delle imprese produttrici di prodotti - gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova editoriali, dell’industria grafica, cartotecnica e costituzione, orientati all’innovazione tecnologica e digitale cartaria per gli investimenti in beni strumentali, e all’ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo ivi compresi software applicativi, gestionali e di dei nuovi media; protezione dei dati, e in aggiornamento profes- a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzasionale, nell’ambito di processi di adeguamento tori sociali. tecnologico e produttivo. La ripartizione delle risorse del Fondo straordinario sarà Temi che le figure istituzionali da tempo stanno definita con DPCM, da adottarsi entro il 31 marzo di ciaspingendo. scun anno del triennio.
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eventi convegni
ASSOCIAZIONE CIVITA Gruppo Civita è una prestigiosa Associazione che si occupa della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale operando sul territorio. È costituita da due diverse realtà, ognuna delle quali possiede una propria specializzazione e funzionalità operativa, Associazione Civita e Civita Cultura (già Civita Servizi). Persegue, a fianco delle Istituzioni e delle oltre 160 imprese associate “l’investimento in cultura, come opportunità per la crescita non solo civile ma anche economica del nostro Paese”. Gli importanti risultati conseguiti in questi anni dal Gruppo ne hanno accresciuto la notorietà, consentendogli oggi di interpretare un ruolo da protagonista nel settore dei beni culturali. Il nome Civita trae origine dalla parola latina “civitas” che indica la città intesa come luogo di appartenenza e convivenza civile. Un’idea significativa che da sempre ispira Civita, nata nel 1987 per far fronte al degrado di Civita di Bagnoregio, antico borgo dell’Alto Lazio. Superati i confini locali, Civita ha ampliato nel corso degli anni i propri spazi d’intervento operando sul territorio per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. Gianni Letta la presiede dal luglio del 2013, quando è subentrato ad Antonio Maccanico, ed è affiancato dal vicepresidente Nicola Maccanico (già direttore generale della Warner Bros Italia).
Marco Polillo.
(foto: ANSA)
Chiamato direttamente in causa, Giovanni Legnini, dopo un iniziale inciso sul valore della Filiera che lo coglie di “sorpresa” – sembra apprendere in quella sede il valore economico della Filiera che nel suo insieme genera il 2% del PIL nazionale – denuncia scarsa consapevolezza – sua in primis, come qualcuno nota in sala e qualcun altro sottolineerà dal palco in seguito – e di conseguenza una scarsa rappresentatività presso gli organi decisori. La contingenza gli impedisce ovviamente di esporsi e quindi l’intervento si libra alto sui principi generali, mentre quella che doveva essere l’agenda Legnini per la Filiera appare, come spesso accade, troppo ampia e vaga per trovare concreta spendibilità, nonostante qualcuno in seguito ne auspichi l’applicazione. La tavola rotonda conclusiva
In chiusura d’evento, una tavola rotonda con i presidenti delle Associazioni della Filiera, coordinata da Stefano Salis, giornalista de Il Sole 24 Ore, responsabile delle pagine letterarie del supplemento Domenica, esperto di editoria, letteratura, musica. È docente all’Università Statale di Milano, dove insegna in particolare nei Laboratori di Cultura e professione giornalistica e gestisce il corso di Giornalismo culturale al Master in editoria della Fondazione Mondadori. I tempi riservati alla tavola rotonda sono stati ovviamente compressi dal ritardo accumulato, ma il ritmo serrato non ha impedito di enucleare le criticità della Filiera. «Dobbiamo avere ben presente che quella dell’editoria è oggi una filiera che include anche tutto il mondo di internet (sia in termini di professionalità che di strutture), che oggi ha necessità di superare il guado e per questo ci auguriamo che il Governo attui quei provvedimenti che nei mesi scorsi si sono lungamente dibattuti, ma che ad oggi non hanno ancora avuto attuazione a favore delle ristrutturazioni, investimenti e nuove assunzioni…», ha avuto modo di sottolineare Giulio Anselmi della FIEG, che proseguiva «…ricordiamoci però che la carta continua a rappresentare il 90% dei ricavi dell’editoria italiana, per cui va bene avere grande attenzione nei confronti dell’innovazione tecnologica online, ma ricordiamoci la realtà!». Un riferimento, quello alla carta, che al netto della romantica rappresentazione di Sansom, non sta meglio della filiera di trasformazione grafico cartotecnica, ribadiva Paolo Culicchi, presidente di Assocarta: «Nel periodo considerato dallo studio del prof. Nova si sono persi circa 1,5 milioni di tonnellate. Il settore esporta ancora il 44% del prodotto in particolare nei segmenti delle carte di valore e di qualità. Ma anche in questo caso i condizionamenti del Sistema Paese ci penalizzano: i costi energetici e alcuni vincoli ambientali che il sistema legislativo europeo e italiano pongono rispetto ad alcuni competitor internazionali rappresentano un freno alla competitività». Apprezzato anche l’inciso di Antonio Greco di A.N.E.S., che rileva le implicazioni penalizzanti nei confronti di settori come pubblicità, direct marketing piuttosto che l’editoria periodica determinate dal sostanziale monopolio di Poste Italiane. >segue a pag. 64
iniziative stampa digitale
Konica Minolta
Prokom, l’associazione degli utenti Siete in possesso di una macchina da stampa Bizhub Press targata Konica Minolta? Bene, siete invitati ad aderire al nuovo “user group” europeo e indipendente. Battezzato Prokom, è stato appena lanciato dal produttore nipponico come parte della propria strategia a supporto dell’industria grafica.
di CRISTINA ROSSI
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Da sinistra: Etienne Van Damme, Andy Barber, Sara Grande, Harald Buettner, Ken Osuga.
L’iniziativa è stata messa a punto dopo dodici mesi di ricerche e indagini, che hanno coinvolto oltre 300 clienti Konica Minolta in tutta Europa e, in base al successo che riscontrerà a livello europeo, si deciderà se trasformarla in un’operazione internazionale. Il nuovo gruppo di utilizzatori – sponsorizzato da Konica Minolta fino a quando non riuscirà ad autofinanziarsi attraverso le quote associative – si prefigge il raggiungimento di tre obiettivi principali: − “Share”, ossia condividere idee ed esperienze con altri utilizzatori; − “Influence”, ossia instaurare una comunicazione col senior management di Konica Minolta, finalizzata a influenzare le priorità legate allo sviluppo futuro di servizi e tecnologie dal punto di vista del design e delle funzionalità; − “Network”, ossia creare relazioni di lunga durata tra i membri e offrire supporto e formazione attraverso workshop, conferenze e meeting. Per associarsi a Prokom sarà necessario versare una quota annua pari a 695 euro per società, che si riduce a 495 euro se si effettua il pagamento entro il prossimo 31 marzo. Attualmente il board è costituito da tre clienti Konica Minolta: Andy Barber, direttore generale di imail, UK Mail, e presidente dell’Associazione; Sara Grande, vicepresidente marketing di Orymu Graphic Arts, con sede a Madrid, in Spagna; Harald Buettner, direttore generale di Schnelldruck Fuerth, con sede a Weiden, in Germania, ed Etienne Van Damme, deputy general manager International Marketing Division di Konica Minolta Business Solutions Europe, con sede a Langenhagen, in Germania. «Altre nomine nel board sono previste a breve e ci piacerebbe anche avere un rappresentante dall’Italia», ha dichiarato Van Damme. «Sono contento di avere un ruolo attivo in questa comunità di utilizzatori, pur essendo un rappresentante non votante». Presente alla conferenza di lancio di Prokom anche Ken Osuga, presidente di Konica Minolta Business Solutions Europe. In occasione di Ipex, dove Konica Minolta si presenterà con uno stand di ben 1.200 m2, ci sarà un corner dedicato all’iniziativa Prokom, la cui promozione parte proprio in questi giorni.
packaging salute&sicurezza
Buone norme per la SiCUREZZA
alimentare
L’obiettivo del presente articolo non è quello di fornire un’analisi dei testi legislativi o di interpretazione delle norme nazionali o internazionali (tanto varrebbe riportare gli estremi dei documenti e suggerire di leggerli...), ma è quello di portare al Lettore la mia esperienza sul delicato tema della sicurezza alimentare, fornendo spunti di riflessione sul comportamento da tenere all’interno della filiera alimentare. Il tutto, con un particolare focus sulle aziende facenti parte delle arti grafiche e cartotecniche che realizzano imballaggi o, più in generale, materiali e oggetti a contatto con alimenti (che definiremo d’ora in poi “MOCA”) e che lo fanno attraverso le adeguate buone pratiche di fabbricazione (che definiremo “BPF”). Ovvero, come mi piace affermare, “si adottano ‘istintivamente’, e con i dovuti correttivi legislativi e normativi, pratiche concettualmente riconducibili ai principi di sicurezza alimentare e del buon padre di famiglia”.
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Un imballaggio per alimenti MOCA nasce sicuro se realizzato con buone pratiche di fabbricazione. Una guida alle norme vigenti e ai soggetti coinvolti nella filiera della sicurezza alimentare. Il contesto in cui si opera
In passato eravamo abituati a non considerare l’imballaggio di un alimento, o nelle accezioni più ampie di MOCA, l’elemento di salvaguardia e di conservazione di tutte le caratteristiche del cibo in esso contenuto; la crisi che da alcuni anni sta attraversando il mondo delle arti grafiche, della comunicazione su carta, cartoncino e cartone stampati, porta gli stampatori, le cartotecniche, i produttori di materiali flessibili ecc. a inserirsi in questa filiera, ma purtroppo sempre considerando l’imballaggio quale ultimo anello della catena. Nonostante le imprese alimentari e gli organi di controllo sul territorio si siano concentrati sui cibi e sulle bevande, e che il consumatore ritenga che l’imballaggio incrementi il costo finale del prodotto e infine che le direttive e gli
uffici marketing puntino a ottenere un imballaggio sempre più ottimizzato per dimensioni, peso e appeal, le nostre imprese non possono più esimersi dal realizzare MOCA rispondenti alle disposizioni vigenti e di non attuare gli interventi che la suddetta disciplina prevede. Nel 2005 le Autorità sanitarie delle Marche riscontrarono, in alcuni tipi di latte liquido di proseguimento confezionati in contenitori multistrato, la presenza dell’ITX (isopropil-tioxantone). Questo, oltre agli effetti primari sulla salute, comportò un danno di immagine al settore e ai comparti industriali coinvolti, accendendo, sull’insieme alimento e imballaggio, i riflettori dei media e dell’opinione pubblica. In relazione a questo esempio e ad altri successivi, vorrei richiamare l’attenzione sui prodotti derivati dalla carta e dal
cartone, puri o accoppiati alla plastica (materia prima e semilavorati compresi), quali ad esempio i piatti, i recipienti e i contenitori da forno (pirottini), gli astucci tesi e non, le scatole porta torte, le vaschette per cibi precotti ecc., che proprio per tale motivo sono disciplinati sia da provvedimenti nazionali, sia comunitari.
La normativa cogente
Vi sono due filoni principali nella normativa quadro: • il primo (Regolamento CE 1935/2004) concerne le caratteristiche fisiche del MOCA e prevede che lo stesso, in condizioni d’impiego normali o prevedibili, sia sicuro e che i suoi componenti non trasferiscano ai generi alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari e/o
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di FILIPPO BACILE DI CASTIGLIONE
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LEGENDA MOCA: Materiali e Oggetti in Contatto con Alimenti. BPF: Buone Pratiche di Fabbricazione. OSA: Operatore del Settore Alimentare. OE: Operatore Economico. comportare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche; • il secondo (Regolamento CE 2023/2006) introduce il concetto di Sistema assicurazione qualità, basato sulle buone pratiche di fabbricazione (note anche come Good manufacturing practices - GMP) e supportato da controlli qualitativi e analitici e da misure correttive atte a monitorare i punti generici e critici di controllo dei processi realizzativi di un MOCA. Non esistono quindi ad oggi, prodotti nei diversi stadi di lavorazione (materia prima, semilavorato o prodotto finito), e che vanno a contatto con alimenti, che non siano stati regolamentati. Tra questi, si citano a titolo esemplificativo: le materie plastiche, la gomma, la cellulosa rigenerata, la carta, il cartone, il vetro, l’acciaio inossidabile, la banda stagnata o croma-
ta, l’alluminio, la ceramica. Ci sono altresì alcuni materiali od oggetti non disciplinati in modo specifico come il legno, il sughero, il tessuto ecc., ma che comunque ricadono nella normativa quadro. Analogamente, non esistono imprese, o meglio processi, che adeguatamente alla propria posizione nella filiera non debbano applicare tali strumenti nelle loro fasi realizzative (ad esempio di produzione, di trasformazione, di movimentazione e immagazzinamento, di distribuzione) di prodotti, per esempio imballaggi delle arti grafiche, destinati a venire a contatto con gli alimenti o presumibilmente tali.
normativa volontaria o di riferimento Alla normativa cogente si affianca quella volontaria o di riferimento, avente
il fine di supportare le aziende coinvolte nelle arti grafiche (e non solo), con i loro imprenditori e tecnici, partendo dalle analisi dei propri processi realizzativi, passando per le valutazioni dei rischi e dei prodotti, per finire con l’emissione della documentazione attestante la conformità legislativa richiesta. Essa può essere pubblicata dal Consiglio d’Europa, attraverso risoluzioni e linee guida per gli Stati membri in assenza di specifiche disposizioni legislative comunitarie o dagli Enti normatori (ad esempio ISO, CEN CENELEC, UNI), mediante specifiche tecniche che definiscono le caratteristiche di un prodotto, di un processo o di un servizio coerentemente allo stato dell’arte. È sempre l’imprenditore che adottando tali norme può ottenere un riconoscimento di parte terza (ad
esempio da un organismo di certificazione, possibilmente accreditato) e “spenderlo” in una chiara comunicazione al mercato, a dimostrazione della capacità aziendale di soddisfare sia gli aspetti legislativi, sia gli sforzi ulteriori e di miglioramento fatti a garanzia del cliente e, soprattutto, del consumatore finale.
I soggetti coinvolti e le responsabilità
Analogamente ai due filoni principali nella normativa quadro, all’interno della filiera della sicurezza alimentare, la stessa coinvolge e responsabilizza due soggetti per il proprio operato: • le imprese alimentari; • le imprese del settore dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti. Le prime, definite come Operatore del settore alimentare (che definiremo anche OSA), devono ap-
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prodotti alla normativa cogente e a dimostrare, in ogni momento, di aver adeguatamente provveduto ai controlli e agli accertamenti necessari. I MOCA devono essere sempre accompagnati, nelle fasi diverse dalla vendita al consumatore finale, dalla suddetta Dichiarazione di conformità alle norme vigenti. Questo passa anche attraverso l’assicurazione di una corretta e adeguata metodologia di identificazione e di rintracciabilità dei loro prodotti, che consenta l’individuazione dei fornitori (a monte e a valle dei propri processi interni) a cui si sono rivolte per l’approvvigionamento di materie prime (carta, inchiostro e film plastico) e
convegno sull’imballaggio alimentare
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Si svolge il 3 aprile a Vimercate il convegno “Imballaggi alimentari: novità per competere – stampa e materiali nel food & beverage packaging”. Questa sarà la seconda edizione dopo quella svoltasi con successo a Padova il 27 giugno 2013. Il convegno è gratuito per stampatori, trasformatori di imballaggi, pre-stampatori, progettisti, brand-owner e grande distribuzione. Una quota di euro 100+Iva è invece richiesta ai partecipanti che non rientrano in queste categorie. Organizzato da I&C-Packaging Academy in collaborazione con COM di Maria Laura Lombardi, il convegno rappresenta un momento di informazione su tutto ciò che ruota intorno alla stampa degli imballaggi e sulla sicurezza alimentare e sarà completato da una tavola rotonda con esponenti dell’industria del food, della grande distribuzione, dei fornitori di tecnologia, di produttori di imballaggi. L’evento è sponsorizzato da Huber, Luxoro, Eutrolog, Grafikontrol, Kodak, Edigit, ICR, IMAC, GAMA, I&C e CAMIS e vedrà la partecipazione di Pedon Group e Conad. La presenza tra i relatori di consulenti specializzati, laboratori di analisi, rappresentanti di tutta la filiera di produzione del packaging, lo rendono un evento di sicuro interesse per tutti gli stampatori e trasformatori di etichette e imballaggi. A ospitare l’evento l’Azienda agricola La Lodovica a Oreno di Vimercate, vicino a Monza, una raffinata tenuta di campagna in stile lombardo, che ospita un museo di carrozze d’epoca oltre ad una prestigiosa raccolta di manoscritti e cartoline sullo stesso tema. Per l’iscrizione registrarsi su: www.iec-italy.com/iec/it/packagingacademy da dove si può anche scaricare il programma.
semilavorati o a cui si sono affidate delle lavorazioni (ad esempio la plastificazione, l’UV, la stampa serigrafica e similari) e il prodotto finito (ad esempio astuccio in cartoncino teso). La presenza di detta Dichiarazione scritta consente agli organi di controllo di identificare e quindi rintracciare il produttore dei materiali e oggetti in questione; così come le informazioni relative alla rintracciabilità devono essere disponibili alle autorità sanitarie ecc. e, altresì, consentire sia alle OSA, sia agli OE il controllo e il ritiro dei materiali e oggetti difettosi in caso di identificazione di una fonte di contaminazione dei prodotti alimentari, che potenzialmente trasferisca o abbia trasferito una o più sostanze indesiderabili o comunque estranee agli alimenti stessi.
La sicurezza alimentare attraverso le BPF
La sicurezza alimentare, come accennato in precedenza, si inserisce lungo tutta la filiera e in tutte le fasi di vita di un alimento: coltivazione, allevamento, industria (trasformazione e confezionamento), distribuzione e consumatore, concernendo anche le attrezzature, gli impianti ecc. E il Packaging alimentare fa parte di tale filiera. I criteri e i principi di partenza sono i medesimi di chi trasforma i cibi e l’insieme della legislazione e della “prassi” fanno sì che essi siano “trasportati”, con le dovute differenziazioni, anche a chi realizza imballaggi in carta, cartone e accoppiati destinati a entrare in contatto con un alimento.
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provvigionarsi e utilizzare MOCA previo l’accertamento positivo della loro conformità alle norme vigenti e alla idoneità tecnologica per lo scopo cui sono destinati. Questo passa anche attraverso la loro richiesta e la ricezione dal fornitore di una Dichiarazione di conformità (si veda art. 4 del D.L.vo n. 108/92) e, a prescindere da tali elementi, le imprese devono assicurarsi che i materiali e gli oggetti utilizzati per il confezionamento degli alimenti non costituiscano una fonte di contaminazione. Le seconde, riconducibili per responsabilità all’Operatore economico (che definiremo anche OE), sono tenute a controllare la rispondenza dei loro
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La sicurezza alimentare è correlata alla presenza di pericoli veicolati dagli alimenti al momento del consumo (assunzione da parte del consumatore) e poiché l’introduzione di pericoli per la sicurezza alimentare può avvenire in qualsiasi fase della filiera alimentare, è essenziale un controllo adeguato lungo tutta la stessa filiera. Essa è garantita solo quando tutte le parti che vi partecipano fanno i dovuti sforzi congiunti. La comunicazione tra gli anelli di questa catena è essenziale per assicurare che tutti i pericoli relativi alla sicurezza alimentare siano identificati e controllati adeguatamente in ogni fase. Lo scambio di informazioni tra cliente e impresa (Ti serve un imballaggio primario a contatto con alimento o secondario? Che alimento deve contenere l’imballaggio?) e tra impresa e fornitore (Il tuo prodotto è adeguato sia per un alimento secco che grasso? Ha funzione di barriera all’umidità? Può andare in forno o in frigorifero?) sull’idoneità tecnologica, sui pericoli identificati e sulle misure di controllo è utile per chiarire i requisiti del cliente e del fornitore.
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requisiti da rispettare
Il sistema di assicurazione qualità voluto dal Legislatore porta molte imprese che realizzano MOCA a basare le proprie buone pratiche di fabbricazione sul metodo più conosciuto, definito HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). Esso è derivato da quanto storicamente attuato dagli OSA; ma con i doverosi e adeguati adatta-
menti ai processi e correlato alle caratteristiche e all’uso agli imballaggi degli OE, costituisce un’ottima base per condurre l’Analisi del pericolo e applicare le azioni (buone pratiche di fabbricazione, controlli qualitativi e analitici e misure correttive) per prevedere (i pericoli), prevenire (il
loro manifestarsi) e controllare (i processi in cui si potrebbero manifestare) ciò che dipende dal proprio anello della catena all’interno della filiera. I pericoli possono essere, singolarmente o nella loro combinazione, di tipo chimico (pesticidi, lubrificanti, prodotti chimici ecc. impiegati nelle vicinanze o nelle macchine da stampa), di tipo fisico (sfridi di legno, vetro, metalli, carta, peli ecc. causati dallo sbancalamento, dalle operazioni di taglio o fustellatura o dalla presenza e dall’operato del personale) o di tipo biologico (batteri e muffe, insetti o roditori, volatili ecc., causato dallo stato di immagazzinamento di bancali in legno, di microclima o dallo stato di manutenzione degli ambienti di lavoro).
Normativa cogente in italia e UE per i MOCA A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si citano: • D.M. 21-03-1973 e s.m.i.: disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con sostanze alimentari o con sostanze d’uso personale (e successive modificazioni e integrazioni). • D.P.R. 23-08-1982, n. 777: attuazione della Direttiva (CEE) N. 76/893 relativa ai materiali e agli oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari (e successive modificazioni e integrazioni). • Regolamento (CE) 1935/2004: riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari. • Regolamento (UE) 10/2011 e s.m.i.: riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con prodotti alimentari. • Altri secondo specificità di materiale (ad esempio metallo, plastica, vetro, inchiostri o coloranti ecc.). Infine, si riportano i link: • al sito del Ministero della Salute e all’ultimo aggiornamento normativo nazionale: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1173_lista File_itemName_2_file.pdf • al sito dell’Unione Europea relativo ai Prodotti a contatto con alimenti: http://ec.europa.eu/food/food/chemicalsafety/foodcontact/index_en.htm La versione di quest’ultimo è in inglese, ma risulta chiara ed esaustiva ed è composta da diverse sezioni e per temi di interesse (ad esempio Legislazione europea, Documenti e Linee guida, database consultivo per sostanze destinate al contatto con alimenti). Normativa cogente in Italia e nell’UE per le BPF A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si cita: • Regolamento (CE) 2023/2006: sulle buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari.
Le BPF si introducono nell’impresa con elementi portanti quali: • la definizione di una “organizzazione”; • la redazione e l’applicazione di specifiche procedure, istruzioni ecc. di tipo gestionale e tecnico; • la definizione e l’applicazione di piani di ispezione (valutazione della conformità effettuata mediante osservazioni e giudizi associati e, laddove opportuno, a misurazioni, ovvero prove, controlli e collaudi con le relative metodologie); • la gestione di azioni correttive o preventive; • la formalizzazione di quanto attuato con le conseguenti registrazioni; • la definizione e l’erogazione di un adeguato percorso formativo del personale
coinvolto. Le BPF si introducono e, progressivamente, si estendono, si mantengono e si migliorano, assieme all’igiene, soprattutto attraverso: • la gestione degli ambienti e delle attrezzature; • la gestione dei fornitori; • la gestione del personale; • la gestione degli imballaggi (di trasporto e movimen-
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Cosa cambia per il produttore di carta e cartone
L’imprenditore che adotta le norme può ottenere un riconoscimento e “spenderlo” in una chiara comunicazione al mercato.
Ai fini pratici, l’impresa che realizza MOCA in carta o cartone può: • ai fini del processo di progettazione: definire la ricetta di composizione della carta e del cartone ai limiti delle sostanze definite dai decreti nazionali e coerentemente alle liste europee; • ai fini dei processi di produzione e di manutenzione: variare la metodologia di lubrificazione, lavaggio, pulizia e sanificazione della propria macchina (ad esempio in caso di alimentazione con cassa d’afflusso diversificata per la produzione di carta con fibra in pura cellulosa vergine e/o con fibra riciclata) per rispettare i requisiti legislativi; • ai fini del processo di monitoraggio: eseguire controlli analitici di
Certipack: certificare la cartotecnica
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CERTIpack è un iter di certificazione tecnica riconosciuto da TUV Austria, specifico per le aziende cartotecniche. Si tratta della prima certificazione tecnica nell’ambito del packaging e va dunque a colmare una grande carenza in questo tipo di strumenti. A differenza delle certificazioni grafiche (CERTIprint, Fogra ecc.), il protocollo di CERTIpack prende in considerazione l’intero ciclo produttivo e non solo le fasi di prestampa e stampa; riguarda, dunque, anche i processi di nobilitazione, fustellatura, finestratura, incollatura e rivestimento delle scatole. L’idea ha preso piede a seguito dei successi ottenuti da CERTIprint, con cui sono state certificate numerose aziende italiane fra cui Rotolito Lombarda, NIIAG, Industrie Grafiche Arbe, Esperia e Printer a Trento, Grafiche Antiga e Serio del gruppo Lediberg. Le competenze in rete. CERTIpack si propone al mercato dell’imballaggio come network di competenze specializzate e sinergiche, in grado di proporre ai clienti soluzioni valide ed economiche, utili a raggiungere il necessario livello di competitività e redditività attraverso il conseguimento di obiettivi precisi: dai requisiti tecnici da soddisfare, alla gestione delle tematiche ambientali e di sicurezza. Per questo è in grado di accompagnare le aziende anche nel percorso di certificazione che considera il contatto con alimenti dell’imballo (MOCA) e le buone pratiche di fabbricazione (BPF).
laboratorio per il rispetto e la determinazione dei requisiti di composizione (materie fibrose, sostanze di carica, sostanze ausiliarie) e di purezza (piombo, PCB, imbiancanti ottici); • ai fini del processo di comunicazione e vendita: specificare la destinazione d’uso e indicarne per quale tipo di alimento (secco, umido, grasso...) sia adatta. Se invece gli usi previsti fossero diversi (ad esempio non può andare in forno, non adeguata a pH acidi), è opportuno che eventuali restrizioni siano indicate nelle Dichiarazioni di conformità (e sulle singole confezioni per l’alimento). Analogamente, se la fornitura di carta è suddivisa in diversi lotti e/o colli, ognuno di questi deve essere opportunamente etichettato e identificato. Sottolineo che la normativa cogente consente l’utilizzo di fibre di recupero solo per MOCA per i quali non sono previste prove di migrazione e lasciando obbligatorie le verifiche dei requisiti di purezza.
Cosa cambia per lo stampatore
Ai fini pratici, l’impresa che realizza MOCA stampato su carta e/o accoppiato a plastica può: • ai fini del processo di industrializzazione: identificare adeguati inchiostri da stampa “basso odore e bassa migrazione” e applicarli solamente sul lato non a contatto con il prodotto alimentare (fatto salvo l’applicazione di un film plastico idoneo e con effetto barriera); • ai fini del processo di produzione: utilizzare inchiostri formulati e/o applicati
in modo che le sostanze presenti sulla superficie stampata non siano trasferite all’altro lato attraverso il substrato o durante il set-off (controstampa per impilamento o in bobina); • ai fini del processo di produzione o della logistica interna: differenziare l’utilizzo o la destinazione delle proprie linee di produzione (ad esempio macchina da stampa dedicata o manutenzione, lavaggio, pulizia, sanificazione della stessa); • ai fini del processo di immagazzinamento: movimentare e immagazzinare i prodotti in stato semilavorato o finito in modo che le sostanze presenti sulla superficie stampata non siano trasferite al lato a contatto con il prodotto alimentare, o che le condizioni ambientali non ne inficino l’adeguatezza tecnologica; • ai fini del processo di comunicazione col cliente e col consumatore: identificare il lato destinato al contatto con alimenti (ove manchi l’indicazione entrambe le facce devono essere conformi ai requisiti legislativi), ancorché si possa presumere come lato destinato al contatto quello che non permette una corretta lettura della stampa. Altri casi devono essere oggetto del buon senso, come interfacciarsi col cliente diretto o finale che può esplicitare ulteriori requisiti di processo o di impiego.
L’apparato sanzionatorio
La regolamentazione comunitaria non prevede sanzioni, ma riporta che gli Stati membri debbano stabilire sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive: in Italia sono previste
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tazione) di materie prime, semilavorati, prodotti finiti; • la gestione dei mezzi di trasporto.
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Normativa volontaria o di riferimento per moca e bpf A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si citano: • UNI EN 12983-1:2005: Articoli per cottura per uso domestico su piano di cottura di un forno, fornello o piastra. • UNI EN 14338:2005: Carta e cartone destinati a venire in contatto con alimenti. Condizioni per la determinazione della migrazione da carta e cartone utilizzando ossido di polifenilene modificato come simulante alimentare (la norma specifica un metodo per valutare trasferimento o migrazione di sostanze specifiche volatili e semivolatili da carta). • UNI EN 13628 (serie):2004: Imballaggi. Materiali di imballaggio flessibili. Determinazione dei solventi residui mediante gascromatografia dello spazio di testa statico. • UNI 10192:2000: Condizionamento alimentare. Procedure per la valutazione dell’eventuale difetto organolettico derivante agli alimenti dal contatto con gli imballaggi. • Synoptic Document - CEN: Criteri accettabilità quantità e natura dei composti mirabili residui. • UNI EN 15593:2008: Gestione dell’igiene nella produzione di imballaggi destinati ai prodotti alimentari (la norma specifica i requisiti per un sistema di gestione dell’igiene per fabbricanti e fornitori di imballaggi per alimenti inclusi conservazione e trasporto). • UNI EN ISO 22000:2005: Sistemi di gestione per la sicurezza alimentare. Requisiti per qualsiasi organizzazione nella filiera alimentare (la norma specifica i requisiti per un sistema di gestione della sicurezza alimentare in cui un’organizzazione della filiera alimentare necessita di dimostrare la propria capacità di controllo dei pericoli sulla sicurezza alimentare in modo da assicurare che gli alimenti siano sicuri al momento del consumo umano). • UNI EN ISO 9001:2008: Sistemi di gestione per la qualità. Requisiti. • UNI 10851:2000: Condizionamento alimentare. Linee guida per la stesura di un capitolato di approvvigionamento relativo a imballaggi primari per alimenti. • SSN 1123-3117: Rapporti ISTISAN 13/14. Progetto CAST: Linee guida per il riscontro documentale sull’applicazione del Regolamento (CE) n. 2023/2006.
sanzioni da norme generali o specifiche che recepiscono precedenti direttive comunitarie. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si riportano due casi: • produzione, detenzione o utilizzo di MOCA che per composizione o cessione di componenti rendano nocivi o modifichino sfavorevolmente un alimento, la sanzione parte da 7.747,00 euro fino a 92.962,00; • mancanza o non correttezza dell’etichettatura o della Dichiarazione di conformità di MOCA, la sanzione parte da 1.549,00 euro fino a 7.747,00. Ulteriori indicazioni sono disponibili nelle Linee Guida della Regione Piemonte.
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Sun Chemical presenta le guide alla risoluzione dei problemi in fase di stampa Sun Chemical ha messo a punto per la sua clientela, sotto forma di poster, un’efficace guida alla risoluzione dei problemi che possono emergere in fase di stampa. Lo studio presenta cause e soluzioni dei più comuni problemi che s’incontrano durante la stampa offset a foglio, e si basa sull’esperienza pratica e conoscenza di Sun Chemical unitamente alla collaborazione di esperti del mondo della stampa. Paolo Caiani, Direttore Tecnico inchiostri Sheetfed di Sun Chemical, analizza per Voi una delle problematiche più comuni. Con questo strumento estremamente utile, che non deve mancare in sala stampa, Sun Chemical è sempre più vicina ai suoi clienti sostenendoli nel loro lavoro e ponendo la massima attenzione al processo di stampa. Potete richiedere i poster al Vostro referente Sun Chemical.
Spolvero o gocciolamento di inchiostro
Col termine Spolvero (in inglese misting) si intende il fenomeno di volatilizzazione dell’inchiostro che, a causa dell’elevata velocità di rotazione dei rulli di inchiostrazione, si stacca in minuscole gocce che si disperdono nell’atmosfera e vanno a depositarsi nelle zone circostanti. Questo fenomeno, oltre ad essere fastidioso perché “sporca” la sala stampa, è potenzialmente pericoloso per la salute umana e deve quindi essere ridotto il più possibile. Lo spolvero è una conseguenza diretta del processo di trasferimento dell’inchiostro: quando due rulli inchiostrati ruotano in contatto la separazione del film d’inchiostro crea dei filamenti che si allungano e si rompono, se un filamento si rompe in più punti il frammento libero si compatta in una particella sferica che diffonde nell’aria. Il processo è direttamente proporzionale alla velocità di stampa ma, a parità di velocità, è influenzato da altri fattori, primo tra tutti la reologia dell’inchiostro: tanto più l’inchiostro ha la tendenza a produrre filamenti corti tanto minore è la creazione di gocce. Ci sono poi altre variabili di stampa, come temperatura, spessore del film d’inchiostro, pressione tra i rulli ecc., che giocano un ruolo comunque importante. Di seguito riportiamo alcune possibili cause del fenomeno e le relative azioni correttive:
CAUSE 1. Rulli inchiostratori troppo caldi
2. Inchiostro e acqua sbilanciati
3. Nel tentativo di ottenere la densità ottica desiderata gli inchiostratori sono caricati con una quantità di inchiostro eccessiva 4. Passo del duttore inchiostro troppo breve 5. Rulli consumati o impostati impropriamente 6. Tiro dell’inchiostro troppo basso
SOLUZIONI 1. La temperatura dei rulli dovrebbe essere compresa tra 22°- 26°C. Temperature più alte abbassano il tiro e la viscosità dell’inchiostro, temperature più basse ne aumentano la corposità 2. Controllare i parametri della soluzione di bagnatura (pH, conduttività, temperatura). Regolare le impostazioni per ridurre al minimo il consumo d’inchiostro e acqua. 3. Se possibile, utilizzare un inchiostro più concentrato per ridurre lo spessore del film sui rulli o stampare in doppia battuta 4. Aumentare l’escursione al 50% della circonferenza del duttore d’inchiostro e ridurre i denti d’inchiostro 5. Controllare l’impostazione e l’usura dei rulli 6. Se possibile, aumentare il tiro al massimo consentito per i substrati da stampare. Consultare il vostro fornitore d’inchiostro
Sun Chemical Group S.p.A. Via Achille Grandi, 3 - 6 20090 Settala Fraz. Caleppio (MI) www.sunchemical.com
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Spolvero o gocciolamento di inchiostro
Col termine Spolvero (in inglese misting) si intende il fenomeno di volatilizzazione dell’inchiostro che, a causa dell’elevata velocità di rotazione dei rulli di inchiostrazione, si stacca in minuscole gocce che si disperdono nell’atmosfera e vanno a depositarsi nelle zone circostanti. Questo fenomeno, oltre ad essere fastidioso perché “sporca” la sala stampa, è potenzialmente pericoloso per la salute umana e deve quindi essere ridotto il più possibile. Lo spolvero è una conseguenza diretta del processo di trasferimento dell’inchiostro: quando due rulli inchiostrati ruotano in contatto la separazione del film d’inchiostro crea dei filamenti che si allungano e si rompono, se un filamento si rompe in più punti il frammento libero si compatta in una particella sferica che diffonde nell’aria. Il processo è direttamente proporzionale alla velocità di stampa ma, a parità di velocità, è influenzato da altri fattori, primo tra tutti la reologia dell’inchiostro: tanto più l’inchiostro ha la tendenza a produrre filamenti corti tanto minore è la creazione di gocce. Ci sono poi altre variabili di stampa, come temperatura, spessore del film d’inchiostro, pressione tra i rulli ecc., che giocano un ruolo comunque importante. Di seguito riportiamo alcune possibili cause del fenomeno e le relative azioni correttive:
CAUSE 1. Rulli inchiostratori troppo caldi
2. Inchiostro e acqua sbilanciati
3. Nel tentativo di ottenere la densità ottica desiderata gli inchiostratori sono caricati con una quantità di inchiostro eccessiva 4. Passo del duttore inchiostro troppo breve 5. Rulli consumati o impostati impropriamente 6. Tiro dell’inchiostro troppo basso
SOLUZIONI 1. La temperatura dei rulli dovrebbe essere compresa tra 22°- 26°C. Temperature più alte abbassano il tiro e la viscosità dell’inchiostro, temperature più basse ne aumentano la corposità 2. Controllare i parametri della soluzione di bagnatura (pH, conduttività, temperatura). Regolare le impostazioni per ridurre al minimo il consumo d’inchiostro e acqua. 3. Se possibile, utilizzare un inchiostro più concentrato per ridurre lo spessore del film sui rulli o stampare in doppia battuta 4. Aumentare l’escursione al 50% della circonferenza del duttore d’inchiostro e ridurre i denti d’inchiostro 5. Controllare l’impostazione e l’usura dei rulli 6. Se possibile, aumentare il tiro al massimo consentito per i substrati da stampare. Consultare il vostro fornitore d’inchiostro
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SpazioEtichette UPM Raflatac
La scelta naturale Secondo Bruno Boscaini, responsabile delle attività produttivo-industriali di Vinicola italiana Masi Agricola, «la raccolta differenziata, profondamente radicata nel nostro approccio alla sostenibilità ed effettuata presso rivenditori, vigneti e impianti di produzione, ha un ruolo determinante nella riduzione dei rifiuti prodotti e nel consumo delle materie prime.
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Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nell’apprendere che i supporti usati per le etichette, impiegate in fase di produzione, si possano trasformare da prodotti di scarto in risorsa. Questo è il motivo che ci ha spinti a siglare un accordo con UPM Raflatac e partecipare al progetto RafCycle®». Per Masi Agricola, l’innovativo programma RafCycle rappresenta un ulteriore passo verso la produzione e la commercializzazione di vino all’insegna di una sostenibilità crescente. Un elemento essenziale per l’inizio della collaborazione è stata la capacità di UPM Raflatac di recuperare lo scarto dei supporti siliconati, precedentemente destinati alla discarica, in materia prima secondaria e di trasformarli in nuova carta. Per Stefano Pistoni, End Use Manager Wine and Spirits di UPM Raflatac, «con il progetto RafCycle, UPM Raflatac si è posta l’ambizioso obiettivo di trovare soluzioni sostenibili per il recupero degli scarti lungo
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di DAVIDE BIANCOROSSO
tutta la filiera delle etichette autoadesive, fino agli utilizzatori finali o ai brandowner. RafCycle diminuisce il volume degli scarti destinati alla discarica. Al contempo, nel contesto dei supporti cartacei, è possibile oggi recuperare e riutilizzare una cellulosa di eccellente qualità». Il progetto RafCycle in Italia viene offerto agli utilizzatori finali di etichette attraverso L.C.I. (Lavorazione Cartaria Italiana), azienda leader nel recupero della carta da macero. un grande classico italiano
Masi Agricola S.p.A. è un’impresa leader nella produzione dell’Amarone, uno dei vini italiani più prestigiosi. L’azienda affonda le proprie radici nella Valpolicella, rinomata regione vinicola, dove nel lontano 1772 la famiglia Boscaini acquisì il Vaio dei Masi da cui deriva il nome stesso della Cantina. Spiega Cristina Valenza, responsabile relazioni esterne di Masi Agricola: «Quello vinicolo è un settore sicuramente maturo, almeno per quanto riguarda tecniche e tecnologie impiegate. Non prevedo un intervento drastico che rivoluzioni la viticoltura o i processi di vinificazione. Dobbiamo procedere per piccoli passi per migliorare tutte le fasi della filiera produttiva, ad esempio adottando pratiche sempre più sostenibili nei nostri vigneti, riducendo i costi di produzione e gli sprechi e scegliendo materiali di imballaggio che possano essere riciclati. RafCycle ha rappresentato per noi una scelta naturale». Bruno Boscaini, consigliere delegato di Masi Agricola, aggiunge: «Proprio in virtù di questo spirito, per alcune linee di prodotti, le bottiglie di vetro sono state ridisegnate e ora, a seconda della forma, pesano dal 20 al 30% in meno, generando un abbattimento dei consumi di vetro di oltre 660 tonnellate all’anno e, tenendo anche in considerazione la fase di raccolta e riciclaggio, promuovendo un risparmio in termini di emissioni di gas serra di oltre 400 tonnellate all’anno». Afferma inoltre che il cartone impiegato tradizionalmente per la distribuzione è stato rivisto e il nuovo disegno ad alveare ha portato a un risparmio di oltre 25 tonnellate all’anno di ondulato. In più, Masi Agricola ha implementato per il cartone la certificazione FSC. «Ugualmente, abbiamo chiesto anche a tutti i nostri fornitori di etichette che queste fossero a loro volta certificate FSC, comprese quelle presenti nella gamma enologica di UPM Raflatac». Le LCA mostrano una riduzione del 26% di emissioni di PSA
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UPM Raflatac ha progettato un modello avanzato di valutazione del ciclo di vita (LCA) con studi sulla vita delle etichette eseguiti in ottemperanza alle norme ISO 14040/44. Le valutazioni LCA aiutano ad analizzare le prestazioni di diversi materiali autoadesivi in termini di carbonio, acqua, energia e l’impatto al termine del ciclo di vita del riciclaggio dei supporti, consentendo alle aziende di prendere decisioni mirate per la riduzione dell’impatto ambientale dei propri prodotti. «ll recupero dei materiali è uno dei fattori chiave per una strategia di corretta sostenibilità», spiega Robert Taylor, environmental director di UPM Raflatac, «e il progetto RafCycle ne è un ottimo esempio. Analizzando gli aspetti ambientali dell’impiego delle etichette, partendo dalla foresta e arrivando allo smaltimento in discarica o al riciclo, grazie alle nostre valutazioni LCA abbiamo appurato che il conferimento dei supporti a UPM Raflatac aggiunge ulteriori risparmi ai già ottimi risultati ottenuti da Masi Agricola. In occasione di uno studio comparativo sul riciclaggio dei supporti rispetto allo smaltimento in discarica, UPM Raflatac ha condotto una valutazione LCA sulla base di uno scenario di 12,5 milioni di bottiglie all’anno e di diverse combinazioni di etichette e supporti in carta. Ancora più determinante: le nostre valutazioni del ciclo di vita permettono
Masi Agricola sceglie il progetto RafCycle di UPM per ridurre il proprio impatto ambientale, un sistema che trasforma i supporti siliconati utilizzati per le etichette autoadesive in una risorsa per produrre nuova carta.
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di quantificare i vantaggi, rappresentando quindi un tassello importante del processo decisionale. Considerando lo scenario di Masi Agricola, i nostri calcoli LCA mostrano che il riciclaggio dei supporti riduce l’impatto ambientale delle etichette dell’1% in termini di consumi energetici, del 3% per quanto riguarda il consumo d’acqua e, aspetto ancora più significativo, del 26% per ciò che concerne le emissioni dei gas serra». Di recente, UPM Raflatac ha anche progettato uno strumento per calcolare l’impatto ambientale delle etichette denominato “Label Life”. Lo strumento descrive le prestazioni ambientali dei prodotti autoadesivi ponendoli in una prospettiva di impronta ecologica, acqua, energia e fine vita potendo valutare le differenze tra il conferimento in discarica e il riciclo dei supporti siliconati. Fornisce le informazioni necessarie a stampatori e utenti finali di etichette per intraprendere scelte orientate verso una maggiore eco-compatibilità e che aiutino a conseguire gli obiettivi di sostenibilità. i Vantaggi di RafCycle
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«Oggi i consumatori sono ancora attratti dal brand, ed è questo genere di etichetta che conta ancora più del messaggio che trasmette», osserva Raffaele Boscaini, responsabile marketing e coordinatore Gruppo Tecnico di Masi Agricola. «Tuttavia, recenti indagini di mercato ci mostrano come le tematiche ambientali inizino a essere al quarto o quinto posto nelle discriminanti di scelta del vino che si intende comprare». Questo è sicuramente vero nei paesi del Nord Europa e Nord America, i cui consumatori chiedono vino biologico da diverso tempo. Masi Agricola esporta più del 90% della propria produzione in oltre 85 nazioni. In alcuni di questi paesi, per le bottiglie di nuova ideazione le etichette contengono anche un richiamo alla riduzione di vetro operata e ai benefici ambientali così ottenuti. «Non è detto che nei prossimi anni questa tendenza vada aumentando. Per questo, Masi Agricola è alla costante ricerca di soluzioni innovative che, oltre a generare basso impatto ambientale, possano fondersi con la migliore tradizione enologica del Triveneto e con la filosofia che da generazioni ci anima, esattamente come è stato con il progetto RafCycle».
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La sala conferenze di Tipoteca Italiana che ha ospitato la prima parte dei lavori e uno degli spazi espositivi.
eventi stampa
Giornata nazionale del Tipografo
L’odore della Tipografia Un’iniziativa pregevole che richiede però un’adesione più ampia per diventare movimento influente. Affrontare la riconfigurazione in atto senza compromettere l’identità delle imprese, valorizzandone piuttosto il passato storico-artistico da rendere disponibile alle nuove istanze della comunicazione digitale multicanale e crossmediale.
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Questo è, in estrema sintesi, l’ambizioso manifesto programmatico dell’evento organizzato nella marca trevigiana lo scorso 24 gennaio dove, carichi di aspettative, ci siamo volentieri recati affrontando la scadente viabilità che caratterizza quell’area del Paese così fertile e ricca di spirito imprenditoriale. L’iniziativa nasce dall’intraprendenza di Confartigianato Grafici in collaborazione con Confartigianato della Marca Trevigiana, con il contributo della Camera di Commercio di Treviso ed EBAV (Ente Bilaterale per l’Artigianato Veneto) tutte coinvolte nell’organizzazione di un momento convegnistico di alto livello dal titolo “L’odore della Tipografia”, che nelle intenzioni si rivolgeva agli artigiani tipografi provenienti da tutto il territorio nazionale, agli artigiani grafici e alle aziende legate al mondo della tipografia e della stampa. Un evento organizzato in tre momenti, a rappresentare il passato, il presente e il futuro, in tre rappresentative e stimolanti location. Il passato è andato in scena presso Tipoteca Italiana, stupendo museo esperienziale della famiglia Antiga, a Cornuda, una sorta di “paese dei balocchi” per chi ama la cultura tipografica, una struttura permanente di raccolta, conservazione e ricerca, dedicata alla cultura del carattere da stampa e alla storia della tipografia. In Tipoteca si sono articolati gli interventi di Alessandro Marzo Magno, giornalista e scrittore dedito alla divulgazione storica, autore del testo L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo (Garzanti). A seguire, Federica Millozzi, Conservatore Musei civici di Bassano del Grappa, che ha presentato la saga della famiglia Remondini, editori e stampatori bassanesi del XVIII secolo, che ha vissuto un ruolo di protagonista nel panorama europeo. A chiudere la sessione mattutina Sabina Magrini, laurea in Lettere e dottorato in Paleografia greca e latina, diplomata alla Scuola di Specializzazione per conservatori di beni archivistici e librari della civiltà monastica presso l’Università degli studi di Cassino, direttrice della Biblioteca Palatina di Parma e del Museo Bodoniano, curatrice delle celebrazioni per il bicentenario della morte del maestro di cui ha illustrato l’opera di incisore e stampatore. Il presente e il futuro sono stati messi in scena ad Hangar, uno spazio polifunzionale inserito nel complesso La Fornace di Asolo, una splendida struttura ricettiva
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di EMANUELE POSENATO
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ricavata da un’antica fornace costruita nel 1880 e chiusa nel 1965, poi acquistata da Confartigianato Asolo che effettuò una prima ristrutturazione a fine anni Novanta per poi operarne una seconda conclusa nel 2005 (con la costruzione di un incubatore d’impresa) che l’ha resa una struttura ricca di suggestioni, simbolo della transizione dall’economia del materiale e quella dell’immateriale. Il futuro, raccontato in Hangar, sede anche dell’Associazione Arte Artigiana, che ha visto susseguirsi giovani imprenditori e appassionati chiamati a raccontare nuovi modi per coltivare la tipografia e, quando possibile, fare impresa, ha saputo suscitare altrettanta curiosità e ammirazione dei progenitori illustri del mattino. Dalle esperienze più audaci come quelle di Stefano Schiavo, contitolare di uno spazio di co-working a Verona, attrezzato con due Heidelberg Stella, alla ricerca di contaminazioni con illustratori, designer, artisti e tipografi, a quella del giovane Davide Tomatis, laureando in Design e comunicazione visiva al Politecnico di Torino, che ha portato l’esperienza di Archivio Tipografico di Torino, una bottega tipografica messa in piedi per puro divertimento da parte di un gruppo di appassionati che promuove workshop e attività culturali. Una vicenda concettualmente vicina a quella di Matteo Pont, esperto di branding e comunicazione, cofondatore di Thype!, associazione culturale torinese per la ricerca e lo sviluppo tipografico. Prezioso infine anche il contributo di Matteo Dittadi, coordinatore didattico della Scuola grafica San Marco e direttore della Formazione Continua e Superiore, che ha portato il contributo del mondo della formazione professionale. La giornata si è conclusa con la visita al Museo della stampa Remondini, ospitato a Palazzo Sturm dal 2007, a Bassano del Grappa, in un percorso espositivo permanente che intreccia la storia della famiglia Remondini con le opere che questa ha prodotto come libri, carte decorate, incisioni, acqueforti, xilografie. Nel complesso un’iniziativa d’indubbio valore negli intenti e pregevole nell’organizzazione. Purtroppo la nutrita e appassionata presenza di pubblico non ha visto una significativa partecipazione di quei tipografi a cui, in primis, l’evento intendeva rivolgersi. Le attenuanti sono indubbiamente molte. Il momento economicamente poco favorevole, la delusione per uno scenario poco rassicurante, le incertezze di un futuro i cui confini sembrano essere sempre meno nitidi. Le attenuanti però non sono però delle giustificazioni. >segue a pag. 64
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SpazioEcologia Stampa sostenibile
La stampa waterless e l’ambiente
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Gli obiettivi includono schemi molto rigidi nel ciclo produttivo, riduzione delle emissioni di CO2 per gli impianti di stampa, riduzione del consumo di energia elettrica negli uffici e per gli impianti di stampa, riduzione dell’uso di carta da ufficio e molti altri, tutti concepiti per aiutare le aziende di stampa e i loro fornitori a risparmiare energia e dando loro la possibilità di creare ambienti puliti per chi opera all’interno. Toray Industries Inc., leader mondiale nella progettazione e produzione di lastre waterless per la stampa di quotidiani e commerciale, rappresentato in esclusiva in Italia da Printgraph Waterless, continua a essere all’avanguardia nella produzione di lastre sostenibili. Il sistema di lastre waterless Toray è basato su una lastra di stampa che elimina la necessità di un sistema di bagnatura e della relativa soluzione di bagnatura che sono invece utilizzati nel processo di stampa tradizionale. In un contesto di mercato sempre più impegnativo, le aziende di stampa che applicano la tecnologia Toray waterless sono state in grado di mantenere un vantaggio competitivo grazie alla produttività, alla qualità e alla versatilità: tutti vantaggi del processo di stampa waterless. La possibilità di produrre stampati di alta qualità su una vasta gamma
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Dal momento che la sensibilità ambientale sta prendendo sempre più piede, tra i consumatori e a livello governativo in tutto il mondo, anche le aziende che si occupano di stampa stanno attuando strategie “verdi” al loro interno.
“Con la stampa waterless, ambiente di lavoro privo di emissioni e procedure di lavoro senza stress”
di supporti cartacei consente di allargare l’offerta di prodotti semi-commerciali degli stampatori. Il processo waterless consente anche cambiamenti rapidi ed efficienti tra stampa con e senza forno, senza la necessità di sostituire l’inchiostro. Chi investe nella stampa waterless promuove anche un’elevata motivazione del personale. Si tratta di un’ulteriore e logica decisione per creare un processo ecologico di stampa, cui EWPA (Associazione europea della stampa waterless) e BG ETEM (Berufsgenossenschaft Energie Textil Elektro Medienerzeugnisse) stanno lavorando insieme per arrivare alla promozione e alla certificazione di questi aspetti ambientali.
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6 argomenti a favore del waterless Recentemente la conservazione delle risorse, la riduzione delle emissioni e dei rifiuti dominano le discussioni relative alla politica ambientale e l’industria della stampa non fa eccezione. Un processo di stampa ecologico non è più considerato come un lusso superfluo, ma come un processo di ottimizzazione redditizio. Le macchine da stampa ecologiche sono dotate delle caratteristiche tecniche che consentono un uso più efficiente di materiali e risorse, permettendo quindi una sensibile riduzione dei costi e migliorando significativamente l’applicabilità del processo di stampa. Gli investimenti in tecnologia rispettosa dell’ambiente garantiscono anche che i sistemi adottati sono già “pronti per il futuro”: gli stampatori che hanno già investito in macchine da stampa a emissioni ridotte, in caso di sostituzione o ampliamento degli impianti esistenti non dovranno preoccuparsi di conformarsi alla normativa ambientale in un secondo momento, quando può essere più costoso e quindi meno conveniente farlo. Dal punto di vista della tutela ambientale e della salute, la stampa waterless è esemplare, come dimostrano i seguenti 6 argomenti: 1. Si inizia con la prestampa dove l’impatto ambientale è già relativamente basso. Questo è possibile grazie al consumo minimo di sostanze chimiche necessarie per sviluppare le lastre Toray waterless. 2. L’eliminazione delle soluzioni di bagnatura significa che la stampa waterless è priva di emissioni provenienti dalla soluzione di bagnatura, tipiche invece nella stampa offset a umido. Infatti nell’offset a umido l’alcool isopropilico aggiunto alla soluzione di bagnatura migliora il processo di stabilizzazione perché assicura un’umidificazione migliore della lastra, abbassa la tensione interfacciale dell’acqua e limita innalzamenti della temperatura all’interno del gruppo inchiostratore in parte attraverso il raffreddamento provocato dall’evaporazione. I vapori IPA contribuiscono alla formazione di ozono a livello del suolo (smog estivo) e all’impoverimento dello strato atmosferico. Mentre i sostituti IPA possono ridurre questi problemi nella stampa a umido, ma non possono eguagliare gli effetti positivi della stampa waterless. 3. L’eliminazione della soluzione di bagnatura per umidificare le lastre da stampa contribuisce anche ad azzerare i costi sostenuti per la preparazione di essa. I vari risparmi comprendono il consumo di acqua di rubinetto e gomma arabica e la preparazione chimica della soluzione di bagnatura – cioè per mezzo di additivi, come acidificante, IPA, stabilizzatore di pH o agente biocida contro la contaminazione batterica del sistema di approvvigionamento idrico e lo smaltimento della soluzione
Una tecnologia che può soddisfare l’attuale domanda di compatibilità ambientale e di condizioni di lavoro ottimali.
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La giapponese Toray Industries è sempre all’avanguardia nella progettazione e produzione di lastre waterless per quotidiani e commerciale.
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esausta. Nonostante il fatto che il controllo della temperatura aumenta il consumo di energia e sia spesso considerato come uno svantaggio, in molti casi può essere compensato con il risparmio ottenuto per il controllo del clima in sala stampa poiché il calore generato può essere recuperato tramite uno scambiatore di calore e usato per riscaldare acqua e ambienti. Sistemi di controllo della temperatura sono sempre più utilizzati nella stampa offset a umido, per stabilizzare il processo di stampa durante tirature molto lunghe o per la produzione di stampati con IPA ridotti. 4. Un altro effetto collaterale positivo dell’eliminazione della soluzione di bagnatura è la drastica riduzione degli scarti di produzione. Dal momento che gli stampatori non hanno più bisogno di regolare il bilanciamento soluzione bagnatura/inchiostro durante l’avviamento, l’inchiostrazione è raggiunta molto più rapidamente rispetto alla stampa offset a umido. Per la stampa waterless sono solitamente utilizzati supporti di qualità superiore, gli scarti di produzione ridotti si traducono in un risparmio ancora maggiore sui costi. 5. La stampa waterless consuma anche meno agente di lavaggio rispetto all’offset a umido, dato che dai cilindri deve essere eliminata solo una sostanza grassa (inchiostro), piuttosto che una emulsione di acqua e inchiostro. Ovviamente gruppi inchiostratori più corti sono maggiormente efficienti dal punto di vista dei costi dato che utilizzano meno inchiostro. Inoltre, dato che non sono necessari agenti speciali di lavaggio per gli inchiostri senza acqua, gli stampatori possono sentirsi liberi di utilizzare qualsiasi prodotto detergente consigliato adatto per inchiostri a essiccazione ossidativa o inchiostri UV per offset a umido. Le macchine da stampa waterless sono generalmente più recenti, quindi le loro attrezzature di lavaggio dei cilindri tendono ad essere più automatizzate e ottimizzate per i solventi di lavaggio a basse emissioni, con un punto di infiammabilità maggiore di 55°C. Questi cosiddetti agenti di lavaggio A-III evaporano lentamente in modo da non formare miscele d’aria tossiche o esplosive. Gli agenti di lavaggio approvati includono anche prodotti senza VOC e a base di olio vegetale. 6. Alcuni produttori hanno sviluppato inchiostri lavabili in acqua, che possono cioè essere rimossi con acqua, un agente di lavaggio senza VOC e veramente naturale. Questi tipi di inchiostri sono finora disponibili solo per la stampa flessografica.
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“Un processo di stampa ecologico non è più considerato come un lusso superfluo, ma come un processo di ottimizzazione redditizio”
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mercati industria grafica
Imprepack/Iride International
Business nei Paesi emergenti L’esempio di due imprese italiane del settore che si stanno sviluppando nell’Africa nord-occidentale. Riparto orgogliosamente da quanto scrissi sul n. 143 del Poligrafico, in un articolo intitolato “Quali mercati per il 2013?”. Dopo aver avuto la possibilità di visitare alcuni Paesi extra europei, quell’articolo voleva essere un monito rivolto agli imprenditori del nostro settore.
di SERGIO FACCHINI
Grande interesse per la recente Fiera del Libro svoltasi a Casablanca, in Marocco.
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Un monito affinché prendessero in seria considerazione alcuni mercati emergenti che non sono tanto lontani dai nostri confini, ma che sono nel bel mezzo di un’importante evoluzione. Noi europei abbiamo, storicamente, considerato per molti anni i Paesi africani, vicini e lontani, come aree di conquista e sfruttamento, ma il vento è radicalmente cambiato e, per alcuni di essi, è ormai in atto un’ampia modernizzazione. Il viaggiatore straniero si ritrova spesso a osservare anche sulle misere capanne una distesa di antenne televisive. Da lontano non si noterebbe neppure l’esistenza di tanti villaggi perché le case basse e con i tetti ricoperti di grandi foglie di vegetazione locale li ha sempre resi pressoché invisibili se non fosse per il fatto che oggi si vedono brillare al sole le “coltivazioni di una miriade di parabole”. Quindi, esattamente come accadde da noi negli anni definiti del “boom economico”, oggi ritroviamo la medesima situazione di sviluppo e di ascesa economica in questi Paesi. La popolazione, i giovani in particolare, è animata dall’interesse culturale, dall’informazione, dalla lettura di libri e riviste e dalla scolarità che porta a richiedere un alto numero di libri stampati. In febbraio, nel moderno Padiglione Fieristico di Casablanca (Marocco) si è svolta la Fiera del Libro che ha raccolto un notevole interesse in tutta l’area come pure le altre recenti fiere che si sono susseguite negli ultimi mesi e che hanno riguardato temi, come ad esempio l’Energia o l’Agricoltura. Attenzione, però, perché la parabola di ascesa sarà molto più veloce di quanto non fu per noi visto che anche loro utilizzano i moderni sistemi informatici, dal pc all’iPad, fino al telefonino ultimo modello. Che cosa fanno o hanno fatto nel frattempo le nostre istituzioni per aiutare o agevolare le nostre imprese italiane interessate al possibile sviluppo del Commercio Estero verso questi Paesi? La valida e attiva piccolo-media imprenditoria italiana
“I Paesi emergenti stanno vivendo ora il nostro boom economico degli anni ‘60”
se ne è interessata o preoccupata? Quali sbocchi ha cercato su questi territori? Perché troviamo quasi ovunque la presenza di rappresentanze imprenditoriali di altri Paesi europei da tempo attive in questi territori e non abbiamo invece anche una forza lavoro italiana onesta e competente capillarmente diffusa e presente? Naturalmente intendo parlare della nostra piccola-media impresa italiana che molte, troppe volte, non è stata agevolata o aiutata dai canali istituzionali quali l’ICE, a differenza delle grandi imprese. Per dare una dettagliata risposta a questi quesiti mi servirebbero molte più pagine... In Marocco nell’autunno 2013 è cambiato il vento anche per il business italiano perché, come sempre, sono le persone che agiscono volonterosamente, con passione e con coraggio e che mettono davanti la politica del fare invece che quella del dire, a essere i veri motori trainanti per tutto il resto, economia e business inclusi. La nomina del nuovo Console generale d’Italia in Marocco, Alessandro Ferranti, nell’arco di sei mesi ha radicalmente cambiato i rapporti e aperto le porte di questo Paese agli imprenditori italiani onesti e volonterosi di fare una nuova esperienza imprenditoriale. Nel nostro settore specifico è alto l’interesse per le aziende di imballaggio e per le case costruttrici di queste macchine che ora sono richieste su quel mercato e che gli imprenditori locali conoscono per la nota qualità dei marchi italiani. L’esistente tecnologia di stampa sia dei giornali quotidiani, che sono tuttora molto diffusi, che della stampa commerciale, richiede uno sviluppo e un salto tecnologico pari a quanto avvenne in Italia all’epoca di Drupa 1982. Nuove aree sono in allestimento per permettere agli insediamenti industriali, che ora sono rinchiusi in area urbana, di trasferirsi e ampliarsi con la costruzione di moderni edifici che dovranno rispettare le normative europee, in particolare per i consumi energetici. Nel recente incontro avvenuto con il Console ho avuto modo di presentargli due realtà italiane del nostro settore che hanno da qualche mese aperto i battenti in Marocco, credendo nel possibile sviluppo sopra descritto. Imprepack sarl e Iride International sarl si stanno sviluppando per estendersi dal Marocco agli altri Paesi del Nord-Ovest africano grazie allo spirito imprenditoriale di due giovani, Davide Pomati (Ulisse Trading) e Marcello Belotti (Gruppo Anna). Presso il Consolato generale d’Italia in Marocco, Ferranti ha creato anche una nuova ed efficiente area, denominata ITA-ICE che, sotto la guida del nuovo direttore, Giovanni Bifulco, permetterà alle società italiane che ne faranno richiesta, di disporre incontri di presentazione alle imprese locali.
mercati industria grafica
Sergio Facchini (a sinistra) con il Console generale d’Italia in Marocco, Alessandro Ferranti.
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Cartiere del Garda, parte del Gruppo Lecta, ha lanciato Touch, la settima edizione di “A better project”, un progetto che ha visto l’azienda approfondire ogni anno un tema diverso. Quest’anno il libro affronta il più che attuale tema del “touch”: una riflessione sull’importanza del tatto e di come si sia evoluto nel corso della storia. Il libro si chiude con una riflessione sulla dimensione tattile dei libri fruibili su touchscreen mettendola in relazione con la bellezza e il fascino che la carta è in grado di trasmettere. Con questo libro, Cartiere del Garda dimostra una volta in più come l’unicità della carta di alta qualità associata a contenuti di valore possa trasmettere emozioni attraverso un’esperienza sensoriale e intellettuale unica. www.gardacartiere.it
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È uscito in Francia il primo numero di Elle Man, bimestrale di stile, cultura e società di Elle, brand di magazine femminili di alta gamma. Le 196 pagine, in 150 mila copie, sono stampate su carta Uno Bright Gloss da 80 g prodotta da Burgo Group: scelta che conferma l’attenzione dell’editore alla qualità di un prodotto editoriale anche attraverso un supporto di tendenza, gradevole al tatto, in grado di garantire comfort di lettura grazie alla superficie uniforme e al superiore grado di liscio. Uno Bright è carta MWC per roto-offset, con alto grado di bianco, lucido e opacità, per riviste di alta fascia. www.burgogroup.com
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packaging
L’eleganza in un imballaggio
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PatINatE opache
Un libro che spiega l’importanza del tatto
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mAgAzIne
L’uomo contemporaneo sceglie Uno Bright Gloss
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NEWS
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Berlucchi, storica azienda produttrice dello spumante Franciacorta, ha scelto le carte creative di Arjowiggins per realizzare il packaging del suo spumante e rivestirlo dell’eleganza che merita: è stato rivestito ad arte con Curious Metallics, carta della gamma Curious Collection di Arjowiggins Creative Papers, realizzata in una variante cromatica studiata ad hoc. Curious Collection è la gamma preferita dai designer per la sua audacia e per la non convenzionalità nel mondo delle carte creative. Col suo approccio fresco e innovativo permette di reinventare packaging, comunicazione e marketing in un modo tutto nuovo. www.arjowigginscreativepapers.com
Carta
&Supporti
NEWS
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Favini Secure Suite è stata ideata per proteggere il prodotto da falsificazioni, introducendo elementi di sicurezza in scatole, etichette, cartellini, certificati, oltre a materiale di supporto correlato come shopper, comunicazioni e documentazione aziendale, che garantiscono l’originalità del prodotto. Tali elementi di sicurezza possono essere integrati nella carta singolarmente o, per una maggior protezione, in combinazione. Tra le innovazioni proposte da Favini la più avanzata è SecureNanoLock, soluzione che prevede uno speciale ologramma con un codice incorporato che misura meno di 500 μm per lato, costituito da un pattern olografico con messaggio nascosto leggibile con smartphone o pc. www.favini.com
antiContraffazione
Secure Suite per la massima sicurezza
5 premi
German Design Award al Visual Book Materica
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CArtoNE
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Ancora migliorato il Tambrite
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Il Visual Book della carta Materica di Fedrigoni si è aggiudicato il Gold nella categoria Print Media del prestigioso German Design Award 2014. Materica è un campionario d’effetto che passa letteralmente attraverso la materia: un cratere che, formato dagli otto colori, ciascuno nelle tre grammature, sembra arrivare fino al centro della terra passando attraverso immagini di paesaggi, oggetti e situazioni inaspettate, realizzate con una combinazione di tecniche di stampa che mettono in risalto l’identità materica di questa carta. Realizzata con cotone e fibre di cellulosa FSC, Materica affianca resa tecnica al pieno rispetto dell’ambiente. www.fedrigoni.com
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Tambrite è il brand di un cartone ben conosciuto dai cartotecnici europei e trova un ampio utilizzo nel confezionamento farmaceutico, alimentare, del cioccolato e dei prodotti dolciari in genere. La riduzione della grammatura fornirà ora benefici all’intera filiera, generando risparmio di materie prime, minor peso nella gestione dei magazzini e dei trasporti, minori scarti d’imballaggio con riduzione dei costi e minor impatto sull’ambiente. Tambrite è prodotto dalla cartiera Stora Enso di Ingerois (Finlandia) che introdurrà gradualmente la nuova gamma di grammature al fine di permettere ai clienti la sostituzione delle attuali specifiche. www.storaenso.com 63
g Se ue dalle pagine precedenti (segue da pag. 10)
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Dedicare tempo allo sviluppo commerciale è quindi tanto fondamentale quanto rischioso e diventa quindi necessario operare in modo organizzato, efficace ed efficiente. In proposito, la riflessione si concentra su tre semplici parole chiave. Analisi. Deve essere continua, approfondita e tattica. Continua perché le situazioni presso i clienti possono cambiare, a volte anche in modo repentino, e con esse cambiano anche i criteri decisionali. Analisi condotte superficialmente, in modo sporadico, forniscono solo fotografie sbiadite che a distanza di qualche mese non corrispondono magari già più alla realtà. Approfondita perché il cliente tende a ragionare e regolarsi secondo i propri fini (obiettivi), ed è compito del venditore capire i bisogni inespressi o latenti e quindi cogliere il vero potenziale. Tattica perché deve essere chiaro che il vero compito del venditore è certamente quello di conseguire un risultato nel breve termine (da dare in pasto al capo o alla proprietà), ma anche e soprattutto quello di costruire un vantaggio competitivo duraturo che rappresenti un valido motivo di legame con il cliente e una barriera all’ingresso di terzi. Pianificazione. Il tempo passa. Le ore passano, le giornate volano e i mesi trascorrono inesorabili. Tutta l’attività richiede una pianificazione preventiva e una verifica intermedia e finale. Pianificare (e monitorare strada facendo) evita di dover fare i conti con situazioni indesiderate e non più recuperabili, rimpiangendo ciò che si sarebbe potuto o dovuto fare. Comunicazione. Il tempo proficuo si nutre di comunicazione efficace, chiara, adeguata alle situazioni e ai
diversi interlocutori. Lavorare sulla qualità della comunicazione significa ridurre i tempi di comprensione fra le parti e favorire la costruzione di relazioni gratificanti.
concordato in continuità (segue da pag. 13)
E allora? Per evitare che l’applicazione della legge alla lettera danneggi i creditori, quindi tutto il settore, bisogna che ciascuno faccia la sua parte. Da un lato serve il massimo rigore da parte di giudici e consulenti perché controllino e distinguano i veri concordati in continuità da quelle scorciatoie che abbiamo descritto. Dall’altro i fornitori stessi devono imparare a riconoscere i buoni clienti da quelli poco affidabili, magari evitando di prendere certe commesse “perché sì”, a rischio di trovarsi poi con crediti inesigibili che possono decretare anche la loro fine. Ma la maggiore responsabilità pesa sulle aziende oneste. «Serve più cultura d’impresa» spiega Mensi «per capire che non bisogna vergognarsi di ammettere la crisi, che è meglio chiedere un aiuto quando le difficoltà sono superabili ed è più facile trovare partner o sostegni finanziari, che è assurdo gettare il proprio patrimonio nell’impresa senza prima ristrutturarla... Il rigore e la chiarezza all’inizio potranno portare a scelte dolorose, a chiudere più aziende di quante già oggi siano in difficoltà, ma alla lunga l’effetto sarà positivo per tutto il sistema industriale». Stefano Tenedini
lookout news
(segue da pag. 14)
Un rapporto che nell’ultimo anno si è consolidato e ha aperto la strada alla partnership editoriale tra l’ammiraglia di casa Mondadori e l’editore di LookOut News, G-Risk, società di security
nata a Roma in collaborazione tra esperti italiani e stranieri. «Di nostro ci abbiamo messo un bel po’ di coraggio» dice Mantici «perché dotarsi di uno staff giornalistico è un passo impegnativo: ma siamo stati premiati. Siamo passati dalle circa 16 mila visite sul web alle 30 mila copie diffuse con Panorama. Un successo che ha colto di sorpresa anche Mondadori, che ha dovuto attivare un numero verde per i 180 mila abbonati che non volevano rimanere a secco rispetto alla diffusione in edicola. «La risposta del pubblico e le ipotesi di raccolta pubblicitaria ci rendono fiduciosi sulla sostenibilità del progetto, che punta a occupare uno spazio ancora poco presidiato tra le riviste di geopolitica». Ma Panorama è un punto d’arrivo? Niente affatto: se vi fossero soddisfacenti sviluppi in edicola non si esclude di fare da soli. «Il primo passo» precisa Mantici «sarebbe una campagna di abbonamenti indipendente a 29 euro l’anno contro i 19 online. Intanto si continua sul doppio binario: ogni giorno notizie esclusive su www.lookoutnews.it, ogni settimana report dettagliati sulle aree di crisi e ogni mese la rivista sfogliabile su tutti i supporti digitali». Un esempio vincente di integrazione tra carta e web. S.T. filiera
(segue da pag. 38)
«Nonostante la legge sulla liberalizzazione, il Sistema ci consegna sostanzialmente un monopolio che sta pesantemente condizionando il settore dei periodici per i costi di distribuzione che, con la riduzione della raccolta pubblicitaria, mina la sopravvivenza delle imprese editoriali di stampa specializzata, ma ha fortemente frenato anche lo sviluppo di alcune forme
pubblicitarie ad alto potenziale come il direct marketing». In cauda venenum…
E quando tutto sembrava avviato a una conclusione, un inatteso e verace Marco Polillo, figura autorevole, già direttore generale di Rizzoli e Mondadori, editore e scrittore – attualmente presidente dell’Associazione Italiana Editori ma anche di Confindustria Cultura Italia, la Federazione italiana dell’industria culturale che riunisce oltre 17 mila imprese del settore che danno lavoro complessivamente a circa 300 mila persone per un valore aggiunto pari a circa 16 miliardi – si è lasciato andare a una tagliente critica nei confronti della politica, in linea con i manifestanti che sfilavano in quel momento. Partendo proprio dall’intervento del sottosegretario Legnini, Polillo ha decisamente rigettato «la scarsa conoscenza di un settore che da anni soffre e si trascina evidenziando una volta di più come spesso la politica sembra non sappia come funziona il Paese!». Polillo incassa il primo vero applauso della giornata, e non crediamo sia stato tale in quanto conclusivo. l’odore della tipografia (segue da pag. 55)
Dal nostro punto di vista un’occasione mancata che speriamo non rimanga un caso isolato e sappia in futuro richiamare l’attenzione di molti più colleghi. Uno sforzo appassionato che Federica Preto, coordinatrice dell’evento, ha definito «un momento aggregativo di stimolo nei confronti di un approccio innovativo che non prescinda dalle radici ma anzi ne faccia tesoro per aprire alla tipografia un percorso futuro che benefici dell’esperienza passata e riesca a valorizzarla nel presente e a proiettarla nel futuro…». IPI 152/14
l’opinione di... posenato
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Hanno collaborato a questo numero Filippo Bacile di Castiglione, Davide Biancorosso, Sergio Facchini, Achille Perego, Stefano Tenedini Progetto grafico e impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Redazione Zeta’s srl - via Kolbe 8, 20137 Milano, tel. 027529101, fax 0275291039 poligrafico@ilpoligrafico.it www.stampamedia.net Ufficio libri e abbonamenti tel. 0275291020 fax 0275291032 abbonamenti@ilpoligrafico.it Stampa Carta Copertina
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