www.scatolificioceriana.it IA
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BUYER
NR 61/2016 | ZETA’S SRL | VIA KOLBE, 8 | 20137 MILANO | € 6,50
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SP EC
design Luisa Rama - photo Gianmaria Colognese
Flexo? Si. STRATEGIE E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE STAMPATA | www.printlovers.net
BIODIVERSI SI NASCE di A N N A
AP R E A
Sembra come cristallizzato dall’uso quel sistema di concetti – l’arte e la bellezza, il buon cibo e la creatività – che identifica da decenni il Made in Italy. Si discute oggi di quali possano essere le narrazioni alternative, le centrali di senso capaci di valorizzare, con tratti più attuali, la complessità culturale dei nostri prodotti, soprattutto di quelli artigianali. Molti studiosi di comunicazione ne sono convinti: l’icona del Made in Italy, troppo contaminata dal mondo del lusso, deve ricercare un modo nuovo di veicolare nel mercato globale le qualità esclusive dei talenti italiani, i caratteri che si originano dalla varietà dei territori, le stratificazioni culturali che s’intrecciano con le innovazioni e il gusto estetico. Nell’universo di segni e di risorse di cui disponiamo, la biodiversità si fa strada come una centrale di senso riconosciuta. Quella elevatissima specializzazione delle cose che sappiamo fare, le tante nicchie di ‘artigianalità industriale’ diffusa, quei dettagli infinitesimali che fanno la differenza del nostro design e della nostra manifattura, possono essere capaci di sedurre il mondo con le loro note distintive.
La biodiversità è la nostra grande bellezza, la sorgente di quelle straordinarie competenze che sono nel nostro DNA.
Una ragione ci sarà se abbiamo 1200 vitigni autoctoni (i francesi solo 222), coltiviamo 533 varietà di olive (gli spagnoli 70), se vantiamo il primato di 4813 specialità tradizionali regionali, se siamo i primi esportatori al mondo di ben 249 prodotti. E che dire delle 51 aree italiane riconosciute dall’Unesco come patrimoni dell’umanità? In questo nostro piccolo territorio, che occupa soltanto lo 0,4 per cento delle Terre emerse dalle grandi glaciazioni, tra vette alpine, pianure, calette e scogliere, si concentra il più straordinario patrimonio artistico e naturalistico del Pianeta. Gli uccellini l’hanno capito… più 240 specie, l’airone bianco, il cardellino, la cinciallegra, il cuculo, il gabbiano corallino depongono le uova solo nei nostri parchi e lungo le nostre coste. Quanto a noi, mettiamocelo bene in testa: biodiversi si nasce. E la biodiversità è il nostro tesoro.
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VALDO, 90 ANNI DI PASSIONE
I N T E R V I S TA Come il Prosecco superiore di Valdobbiadene ha conquistato il mondo. Lo racconta il Presidente Pierluigi Bolla.
18 I N T E R V I S TA
23 5+1 CONSIGLI PER
PROSPETTIVE DEL WINE BRANDING È tempo di una strategia di marca integrata. Per andare oltre e fare il salto di qualità. Parla Roger Botti, direttore creativo di RobilantAssociati.
SOMMARIO 3
SGUARDI
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COMMUNITY
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LA COPERTINA
Biodiversi si nasce
Nasce printlovers.net
Materiali e tecniche
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ECHI DI STAMPA
43
COLORE
51
PROGETTI
55
ARTE&EVENTI
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PACKAGING
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GRANDANGOLO
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STRATEGIE
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PREMI
PREPARARE UN FILE PER LA STAMPA Accorgimenti, consigli, trucchi e piccole astuzie per evitare brutte sorprese. Per l’offset e la stampa digitale.
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IN GIRO A COSMOPROF E COSMOPACK
Sinestesie quotidiane
M E R C AT I Il Beauty in Italy entra nell’olimpo delle grandi eccellenze, e miete successi. Ma la bellezza comincia dal packaging.
36 C R E AT I V I & C R E AT U R E
71 SPECIALE
ETICHETTE DI SUCCESSO BY DONI&ASSOCIATI Simonetta Doni: “La ricerca di tecniche e materiali che la stampa mette a disposizione sono alla base del nostro lavoro”.
SPECIALE WINE & BEVERAGE NR. 1 Un giro del mondo intorno al vino dedicato alle performance delle nostre aziende e ai risultati del settore.
Dettagli che fanno la differenza
Aldo Manuzio a Venezia
Le forme dell'olio
Carte e cartiere
Comunicare il vino
International Packaging Competition Vinitaly 2016
@printloversmag
PRINTLOVERS.NET LA COMMUNITY ONLINE DELLA CREATIVITÀ Questo mese abbiamo due grandi novità, una veste grafica completamente rinnovata, come avrete già potuto apprezzare, ma soprattutto un nuovo sito, che diventa da oggi il riferimento quotidiano della community degli appassionati e professionisti della comunicazione stampata.
Nell’era dello sharing e della condivisione anche una rivista materica ed emozionale come Print Buyer, che fa della sua fisicità l’elemento distintivo, non poteva certo esimersi dall’avere un corrispettivo online in grado di estendere a tutti i nostri simpatizzanti e lettori la possibilità di accesso alle stimolanti proposte di contenuto della rivista. Nasce così un progetto online unico nel suo genere, di cui, dal nostro modesto punto di vista si avvertiva la mancanza, in grado di proporre materiali innovativi, progetti alternativi e creativi, veicolando l’esperienza e la proposta di personaggi della comunicazione.
L’ORGANIZZAZIONE DEL SITO Il sito è stato pensato come un “wall”, un muro degli stimoli, con un corpo centrale dove è l’immagine a fare da padrone. Tante foto tematiche che si riferiscono alle principali categorie informative che in estrema sintesi sono: JJInterviste ai designer del momento ed ai comunicatori dei brand. JJMateriali: andremo a costruire nel tempo un ricchissimo database completo dei materiali disponibili sul mercato, ogni materiale avrà una scheda tecnica, i riferimenti di gamma e alcune foto delle applicazioni realizzate con quel materiali. JJProgetti, suddivisi per categorie, presentati e recensiti. All’interno della scheda, è possibile anche votare il progetto andando ad apporre il nostro check/love. JJConcorsi. Sul sito sarà possibile trovare informazioni sulle principali competizioni in tema di creatività applicata, oltre che i vincitori delle precedenti edizioni con foto e laddove disponibili rendering e video.. JJAziende, un database delle migliori aziende specializzate nelle lavorazioni di nobilitazione e trasformazione, anch’esse suddivise per categorie merceologiche.
Sempre con accesso dalla homepage, sul lato destro, saranno sempre disponibili i link alla proposta formativa di Accademia del Poligrafico, ed alle nostre produzioni video, tramite il canale Youtube dedicato. Sul lato sinistro troviamo invece gli interessanti link al database dei Green, le aziende ecologiche, e al database WebToPrint hub oltre allo spazio Blog, dove saranno disponibili i contributi delle nostre principali firme. Uno spazio di approfondimento contenutistico di sicuro interesse, un corner tecnologico, di cultura e consigli che consentono l’approfondimento. Oltre al sito verranno attivati i canali social: Facebook, Twitter, Youtube, Instagram e Pinterest. Basta digitare “printloversmag” e si aprirà il nostro mondo, che desideriamo condividere e soprattutto popolare con i vostri lavori e progetti. Ma questa è una storia che scriveremo assieme.
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PRINTLOVERS | APR2016
Riservato ai professionisti delle Arti Grafiche e Comunicazione
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14 CATEGORIE PRODOTTO
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PRINTLOVERS | APR2016
G R A N D E
F O R M A T O
D I G I T A L
M A R K E T I N G
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LA COPERTINA
LEGATURA
COPERTINA
La legatura è stata eseguita da Gruppo Padovana, e si può definire una brossura svizzera con copertina rigida. Il blocco libro è cucito a filo refe ed indorsato e quindi imbavato in terza di copertina.
La copertina è realizzata in cartone doppia microonda bianco/avana, con superficie esterna in carta patinata ed interna in carta kraft avana. La stampa è stata eseguita, direttamente sul supporto ondulato, con macchina flexografica a foglio, in sei colori con vernice di protezione. Per la cromia, sia dell’interno che dell’esterno sono state impiegate la scala quadricromica standard a cui si aggiungono un pantone oro ed argento. Per l’immagine esterna (prima e quarta di copertina) la lineatura è di 70 Linee, mentre per l’interno, in carta avana, è di 32 Linee.
STAMPA ›
INTERGRAFICA VERONA
GRUPPO PADOVANA
SCATOLIFICIO CERIANA
Integrafica Verona si è occupata della stampa delle segnature interne della rivista. Da oltre 30 anni è impegnata nella stampa e trasformazione di carte speciali per il mondo della comunicazione commerciale e per la comunicazione sul punto vendita. L'esperienza maturata al servizio di importanti cartiere nazionali, sia per la produzione di cataloghi che per il testing delle carte, è tale che l'azienda è oggi considerata fra i massimi esperti nella stampa su tecnologie convenzionali di supporti speciali. Fra le caratteristiche distintive, la Certificazione FSC per un'eccellenza a impatto zero, una qualità ecologica che sposa sistemi di stampa altamente innovativi.
Gruppo Padovana, Legatoria e Confezione Grafiche è una tra le più importanti realtà industriali nell'ambito del finishing e legatoria del Paese. Un parco macchine estremamente ampio e variegato e un'esperienza che ha varcato i vent'anni di attività sono gli ingredienti per la proposta commerciale dell'impresa padovana. Sono in grado di realizzare oltre venti tipologie di confezione, in numerose varianti, abbinando processi industriali e lavorazioni cartotecniche spesso semiautomatiche o addirittura manuali.
Situato in uno stabilimento di 14.000 mq lo Scatolificio Ceriana di Settimo di Pescantina (Verona), è specializzato nella produzione di scatole, astucci, espositori, vassoi automontanti o già montati, imballaggi in genere in cartone ondulato, cartoncino teso e accoppiato. L'azienda propone servizi di stampa fexografica ad alta definizione su cartone ondulato, come dimostra la copertina di questo numero, che in ragione del supporto di stampa possono raggiungere le 70 linee, paragonabile ad una qualità offset standard. Oltre alla stampa, Ceriana provvede anche al confezionamento cartotecnico ed ai servizi logistici di supporto per una clientela dei più svariati settori, dall'alimentare, al vino, dai prodotti tecnologici agli elettrodomestici.
› www.intergraficavr.com
› www.gruppopadovana.it
› www.scatolificioceriana.it
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PRINTLOVERS | APR2016
LA COPERTINA DI PRINT LOVERS NR. 61
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Matteo Cuccato
APRILE 2016
PRINT BUYER NR. 61 | APRILE 2016 DIRETTORE RESPONSABILE RUGGERO ZULIANI COMITATO DI REDAZIONE ANNA APREA (COORDINAMENTO) › aprea.a@ilpoligrafico.it EMANUELE POSENATO HANNO COLLABORATO MASSIMO CAIAZZO, LORENZO CAPITANI ACHILLE PEREGO, STEFANO TENEDINI
/STRUDELBRAIN
ART DIRECTOR STEFANO TORREGROSSA › onicedesign.it IMPAGINAZIONE STEFANO TORREGROSSA › onicedesign.it NEXIDIA › nexidia.it
Nasce a Bolzano il 17/07/84 dove studia Design e Arti. Lavora come illustratore, grafico e character designer. La passione per il disegno è contaminata dagli studi musicali in viola e violino, esperienze che gli permettono di declinare forma, ritmo, tono e colore sul piano visivo. Ha collaborato con realtà indipendenti come Monipodio! e Passenger Press e collettivo Dr.Ink. Tra le recenti collaborazioni: Nickelodeon, Foot Locker Europe, Wacom Europe, Adobe Italia, Microsoft Italia, Faber Castell Italia, MYSTERY BOX studios, Pictoplasma, Illustri Festival, Yahoo Sport, Huffington Post UK, H-Art, Selle Royal.
www.matteocuccato.com
www.behance.net/teocato
COPERTINA MATTEO CUCCATO › matteocuccato.com
ZETA'S SRL 20137 MILANO | VIA KOLBE, 8 T. 02 7529101 | F. 02 75291039 › www.printlovers.net PUBBLICITÀ PAOLA ZANELLA | T. 335 1414220 › zanella.p@ilpoligrafico.it RANCATI ADVERTISING CLAUDIO SANFILIPPO | T. 02 70300088 › csanfilippo@rancatinet.it SEGRETERIA PUBBLICITÀ | T. 02 7529101 › adv@ilpoligrafico.it
REA MILANO 1190227 AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE MILANO N. 706 | 11/10/2004 STAMPA INTERGRAFICA VERONA (VERONA)
ABBONAMENTI T. 02 7529101 | abbonamenti@ilpoligrafico.it
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€ 64,00
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QUOTA ANNUA ITALIA
QUOTA ANNUA EUROPA
QUOTA ANNUA EXTRA-EUROPA
PER ABBONAMENTI Bonifico Bancario a ZETA'S SRL | CREDEM AG. 2, MILANO IBAN IT31X 03032 01601 010000060641 c/c Postale 41419201 Dipartimento Culture e Civiltà
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PRINTLOVERS | APR2016
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DRUPA 2016: PRINT BY ITALY IN MOSTRA A DUSSELDORF
Manca davvero poco all’apertura di Drupa 2016, la più importante fiera delle arti grafiche, che si terra a Düsseldorf dal 31 maggio al 10 giugno. Già tutto lascia presagire che sarà un grande successo. Non solo perché quasi tutta la superficie espositiva è stata già occupata da tempo, ma soprattutto perché le innovazioni che vedremo sono di grande interesse per il mercato. Touch the future è il pay off che Drupa ha scelto per questa edizione che, non a caso, concentra la sua attenzione sulle tecnologie più innovative, quelle cioè più capaci di proiettare il settore verso il futuro, a cominciare dalla stampa 3D (in crescita con un tasso che procede al ritmo del 25% all’anno), all’inkjet e all'elettronica stampata che promettono grandi opportunità al settore del packaging. I PRINTLOVER AL DRUPACUBE Drupa Cube sarà lo spazio speciale che la fiera riserva ai mercati verticali e a tutti coloro - designer, grafici, artisti, buyer, esperti di comunicazione e marketing manager - che s’interessano di applicazioni e di creatività nell’uso delle nuove tecniche di stampa. Un’area che gli organizzatori della fiera hanno
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deciso di riservare a chi si occupa di comunicazione stampata ma è solo marginalmente interessato alle tecnologie. In questo spazio, oltre ai convegni e alle numerose attività formative e informative, verranno esposti i lavori degli stampatori che hanno vinto i premi nelle diverse nazioni europee. IN MOSTRA GLI OSCAR DELLA STAMPA Al Drupa Cube saranno dunque esposti anche gli Oscar della Stampa, assegnati nell’ultima edizione della Vedovella. Si tratta del primo, concreto esito della dichiarata volontà degli organizzatori del premio (l’editore stesso del nostro giornale e 4IT Group) di promuovere, al di fuori del nostro Paese, le eccellenze della stampa italiana. Abbiamo battezzato l’esposizione Print by Italy perché vogliamo che si affermi come una sorta di brand, un sigillo capace di valorizzare non solo il luogo di produzione, ma l’italianità delle scelte creative: sintesi di quella incomparabile capacità di coniugare la qualità del prodotto alle tecniche di stampa, alle capacità nella selezione dei materiali. Print by Italy come testimonianza di ciò che significa ‘Stampato dall'Italia’.
I PREMIATI A LA VEDOVELLA 2015 Premio Printgraph per Industria Grafica dell'anno:
Nava Press (gruppo Rotolito Lombarda) Premio Luxoro per Best Technology Innovator: Grafical Premio KBA Italia per Best Cartotecnica: Pusterla 1880 Premio Gallus per Best Label Printer: Nuceria Group Premio Cordenons per Best Nobilitazioni e Supporti speciali:
Lazzati Industria Grafica
Premio degli Organizzatori per Best Converting: Gruppo Premio Heidelberg Italia per Imprenditore dell'anno:
Umberto e Cesare Calloni
Pro-Gest
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W2P SPRINT24: BROSSURA FLAT° A COLORI HD
NUOVA VITA AGLI SCARTI CON UPM RAFLATAC
Una nuova rilegatura si aggiunge alla varietà di scelta tipografica di SPRINT24. Seguendo lo sviluppo tecnico e il fascino della qualità, SPRINT24 ha finalmente collaudato la rilegatura panoramica a colori HD con risoluzione offset anche per piccole tirature. Il nuovo prodotto, chiamato Brossura Flat°, si rivolge a chi cerca l'eccellenza e la cura nella produzione di un prodotto tipografico top di gamma. La Brossura Flat° è particolarmente indicata per album fotografici, libri di pregio, portfolio o presentazioni istituzionali e garantisce un'apertura panoramica delle pagine doppie del volume senza divisione al centro pagina. Unendo praticità e seduzione, esaltata dalla stampa a colori HD con risoluzione offset, la stampa con Brossura Flat° consente
Recuperare e dare nuova vita agli scarti della filiera dell’autoadesivo: è il servizio offerto da UPM Raflatac, azienda leader nella fornitura di materiali autoadesivi che, insieme con la sua consociata L.C.I, specializzata nel recupero delle carte da macero, consente di rimuovere dai supporti lo strato di silicone valorizzando poi la fibra per produrre nuova carta. Grazie alla sinergia con una terza azienda, Brevetti Waf, anche i supporti siliconati in poliestere – utilizzati soprattutto nel settore wine & beverage – vengono rigenerati a nuova vita. Come? Una volta lavorati sono riproposti alle cantine sottoforma di spumantiere, secchielli per il ghiaccio eleganti e solidali, che le aziende vinicole possono utilizzare come cadeaux o come oggetti promozionali. “Un prodotto innovativo - dice
la massima libertà di impaginazione, poiché la brossura flat si svincola dalle regole delle rilegature tradizionali. › www.sprint24.com
Stefano Pistoni e Marco Silvestri, ad di L.C.I.
Stefano Pistoni di UPM Raflatac - ma soprattutto uno strumento di comunicazione per le cantine partner di RafCycle”. Il programma RafCycle viene offerto a tutti i settori ma nel mondo del vino ha riscosso particolari consensi.
touch the future Idee che ispirano e portano al successo drupa è il must-attend event 2016: punto di partenza per idee promettenti. Focus sulle tecnologie del domani. Punto di incontro per le idee che animano i mercati. Modelli business innovativi ed esempi di best-practise mostreranno il potenziale di crescita del futuro: print, packaging production, green printing, functional printing, multichannel, 3D printing.
daily news, trends, innovations blog.drupa.com
31 maggio – 10 giugno, 2016 Düsseldorf/Germany www.drupa.com Share
HONEGGER GASPARE S.r.l. Via F. Carlini, 1 _ 20146 Milano Tel. +39 (02)47 79 141 _ Fax +39 (02)48 95 37 48 contact@honegger.it
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PRINTLOVERS | APR2016
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BREVETTO ORIGINALE DI SCATOLIFICIO CERIANA: SCATOLA CON INTERNI INCORPORATI Si tratta di una scatola per l’imbottigliamento a mano, una soluzione cartotecnica innovativa per il mercato vinicolo, ma non solo, che permette di snellire il magazzino del cliente e di velocizzare il processo di confezionamento per bottiglie coricate, senza rinunciare alla parte estetica, anzi esaltandola. La scatola viene appoggiata sul piano di lavoro e assemblata in pochi, semplici e veloci gesti. Nessun bisogno di colla, niente nastro adesivo, nessun elemento aggiuntivo. L’elemento innovativo sono gli interni incorporati, facili e veloci da utilizzare. Una soluzione studiata per le scatole da sei bottiglie coricate, sia del tipo “americane” che con fondo automatico, con chiusura classica, a due terzi o a cofanetto. Niente piani, niente separatori, ma un unico prodotto pre-assemblato, più comodo, più leggero, più elegante. È sufficiente piegare gli interni posti ai lati della scatola per ottenere dei nuovi divisori. Con un solo gesto la scatola è completa e pronta ad accogliere le bottiglie (guarda il video ›).
Quella proposta da Scatolificio Ceriana non è però l’unica soluzione innovativa atta a ridurre i tempi di confezionamento e gli spazi in magazzino. Di pari interesse una scatola con l’alveare già inserito al suo interno, un corpo unico, che può essere utilizzata anche su linee confezionatrici automatiche senza controlli ed interventi manuali. Entrambi i prodotti sono specifici per cantine.
Lo Scatolificio Ceriana viene fondato nel 1959 da Adriano Ceriana. Nel 1977 Gian Antonio Barichello, padre di Giovanni e Marco che oggi la gestiscono, entra nella compagine societaria e subentra gradualmente alla conduzione. Il primo balzo tecnologico si compie subito con l’introduzione di un Case-Maker, che segna l’incremento del lavoro e la velocità nell’esecuzione del prodotto finito, a seguire una notevole spinta commerciale con l’affiancamento di Anna, moglie di Gian Antonio, consentono all’azienda di ampliare il parco clienti ed affrontare sfide produttive importanti. Nel 1996, a seguito dell’acquisizione di un’azienda concorrente avvenuta qualche anno prima, si decide per l’accorpamento delle due unità produttive nell’attuale sede. Dal 2010 al 2015 una sequenza di notevoli investimenti tecnologici rinnova il parco macchine e determina il nuovo balzo, ancora una volta in termini di capacità produttiva ma soprattutto in ordine alla qualità esecutiva con il passaggio a lineature che raggiungono la qualità ben rappresentata dalla copertina di questo numero, portando lo scatolificio Ceriana ad essere una delle aziende leader a livello nazionale nel segmento. La qualità ha le sue esigenze, prima fra tutte una tecnologia di ultimissima generazione: Fustellatore rotativo: Goepfert 1628 stampa flexo alta definizione a 6 colori; Case-Maker: Goepfert 1125 CL stampa flexo alta definizione a 7 colori con fustellatore rotativo; Fustella piana: 2 Bobst, 1 Rabolini; Piega-incolla: Teso – Bobst, Ondulato – Bahmuller con triplo introduttore e fino a 20 punti colla.
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Ha chiuso il 2015 con oltre 15 milioni di bottiglie sul mercato. In quasi un secolo Valdo ha saputo estendere al mondo intero la passione per le bollicine. CosĂŹ, da spumante Veneto consumato localmente il Prosecco ha oggi conquistato tutto il mondo.
Novantâ&#x20AC;&#x2122;anni di passione Pierluigi Bolla
di A C H I L L E
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PE REGO
PRINTLOVERS | APR2016
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ABBIAMO SEMPRE SFIDATO I NOSTRI LIMITI Nel 1883 Albano Bolla era proprietario di una locanda a Soave, che tuttora esiste, e decise di produrre vino da vendere in locanda per poi portarlo nei migliori locali di Venezia e Milano. Nel 1926 nasce la ‘Società Anonima Vini Italiani Superiori’ e il vino prodotto veniva venduto con il marchio Bolla. Nel 1938, il figlio Sergio Bolla conclude l’acquisizione della società trasformandola in Valdo, e iniziando così a dare un forte impulso allo sviluppo dell’azienda. Negli anni ’60, con una politica attenta alle nuove esigenze del mercato, i prodotti Valdo cominciano a essere distribuiti in tutta Italia e si stanziano i primi investimenti in un costante miglioramento tecnologico che la Valdo ha sempre fin qui garantito. Da un consumo locale il Prosecco comincia a essere conosciuto in tutte le altre regioni fino ai primi anni del ’90, quando le prime bottiglie Valdo passano le Alpi, vengono distribuite in Europa e poi successivamente solcano i mari per arrivare nelle Americhe e nel lontano Far East. La storia recente registra la costruzione di un nuovo stabilimento a Valdobbiadene dedicato allo sviluppo di e nuovi prodotti di eccellente qualità quali la Cuvée di Boj, Cuvée del Fondatore, Cuvée Viviana e Valdo N°10. Sono le particolari, innovative politiche di marketing che hanno consentito alla Valdo di diventare leader del Prosecco . Ciò che i leader dell’azienda hanno saputo ampiamente dimostrare – chiosa Pierluigi Bolla - è la capacità di sfidare se stessi, i propri limiti, le proprie capacità.
Celebrerà i suoi primi novant’anni quest’anno. E lo farà durante l’edizione 2016 di Vinitaly. Perchè la storia della Valdo non è solo la storia della famiglia Bolla, è anche quella di un’azienda che, più di altre, ha fatto conoscere nel mondo le bollicine del Prosecco superiore Docg di Valdobbiadene.
CHE COS’È OGGI LA VALDO? Un’azienda che ha chiuso il 2015 con oltre 15 milioni di bottiglie sul mercato tra Prosecco e Spumante di cui più del 50% distribuite all’estero e che – esordisce il presidente Pierluigi Bolla – si conferma leader del Prosecco Dogc in Italia e all’estero. QUAL È LA STRATEGIA AZIENDALE? Da un punto produttivo lo sviluppo di una nuova linea di spumanti per coprire nuovi segmenti, nuovi consumatori e nuovi mercati mentre da un punto di vista commerciale, una sempre maggiore presenza diretta sui mercati esteri con personale nostro a presidio della distribuzione nelle forme più adeguate. COME INTERNET HA CAMBIATO LA COMUNICAZIONE DI VALDO E COME VIENE UTILIZZATO? Internet e i social hanno rivoluzionato la comunicazione che non avviene più solo tramite i media tradizionali, oggi il brand può parlare di sé direttamente ai propri consumatori, per questo recentemente abbiamo fatto un restyling del sito, mobile friendly, con collegamenti diretti ai social Facebook e Instagram dove raccontiamo tutto il mondo Valdo: i prodotti, il territorio, la storia, gli eventi e le attività e inoltre possiamo raccogliere i pareri e le richieste dei consumatori in un rapporto immediato e senza filtri.
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QUANTO È IMPORTANTE L’IMMAGINE DEL PACKAGING… BOTTIGLIA, ETICHETTE? Il fattore estetico ha un grande peso nell’acquisto, un’etichetta speciale e accattivante permette di emergere in uno scaffale pieno di bottiglie di spumanti. La Floral, che presentiamo per il secondo anno, è stata una vera rivelazione, il canale Horeca ha accolto questa novità con assoluto entusiasmo, ed è stata subito sold out, abbiamo ricevuto ordini che non abbiamo potuto evadere perché si trattava appunto di limited edition. Il packaging ha catturato l’attenzione, i clienti hanno realizzato intere vetrine con bottiglie e cartoni floreali, una ventata di freschezza che è arrivata sulle tavole dei consumatori. Chiaramente la qualità deve andare di pari passo, il consumatore può lasciarsi affascinare una volta, ma se il contenuto non è all’altezza non acquisterà una seconda volta quel marchio solo perché si tratta di una bella bottiglia.
COME È NATA L’IDEA DEL PROGETTO FLORAL EDITION? La Floral edition che presentiamo quest’anno al Fuori Salone di Milano è un omaggio alla natura, alla bellezza, ai colori, a una visione positiva del mondo e alle donne, grandi appassionate di bollicine rosé. Da un progetto creativo dell’agenzia di comunicazione A&V, è stata disegnata dall’artigiano del colore, come lui stesso si definisce, Fabrizio Sclavi, grande giornalista di moda e illustratore, maestro nell’interpretare oggetti e storie illustrate con un tratto energico che unisce grafica giapponese ad uno stile pop dichiaratamente ispirato a Andy Warhol, la nuova Floral è la perfetta espressione della filosofia Valdo, anticonformista, positiva e pop. Petali multicolori avvolgono la bottiglia del Rosé Brut, dipinti su una superficie bianca come porcellana. Un effetto di grande energia ed eleganza per una bottiglia destinata a fare il giro del mondo per portare, oltre a momenti di gioia e di spensierato piacere, tutti i valori del Made in Italy: la qualità superiore dei vini Valdo, l’eccellenza del gusto, la radicazione nel territorio, insieme alla bellezza diffusa del nostro Paese e al ‘saper vivere’ dell’Italian lifestyle”.
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QUALI SONO LE AZIENDE A CUI SI AFFIDA VALDO PER LA STAMPA DELLE ETICHETTE E QUALI ALTRI STAMPATI (LIBRI, BROCHURE, CATALOGHI) VENGONO REALIZZATI? Il fornitore principale per le etichette Valdo è Tonutti Tecniche Grafiche Spa, per le brochure e i cataloghi abbiamo una varietà molto frammentata di fornitori che spazia dalla zone di Verona a quella del Piemonte. Per la nostra rivista Perlage invece, ci rivolgiamo a Cierre Grafica Soc. Coop. Di Sommacampagna (VR). Noi crediamo ancora molto nella comunicazione stampata, al di là del fatto che sia in crescita quella digitale.
Crediamo molto nella comunicazione stampata, nella forza comunicativa di brochure, cataloghi, libri.
QUANTO È IMPORTANTE IL MADE IN ITALY DEL VINO E IN PARTICOLARE DEL PROSECCO NEL MONDO? Il Made In Italy è un marchio di garanzia di qualità, eccellenza, sapienza e amore per la terra, universalmente riconosciuto. L’Italia ha un patrimonio immenso, il food e il beverage sono parte di questo inestimabile bagaglio. Anche nel vino la provenienza ha molta importanza, in Italia abbiamo una varietà di paesaggi e territori che offrono ottimi vini e spumanti, il Prosecco negli ultimi anni ha riscosso un grande successo, forse più all’estero che nel
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Anticonformista e pop, il packaging della nuova Floral edition che presentiamo quest’anno al Fuorisalone è la perfetta espressione della filosofia Valdo.
nostro Paese. È amatissimo in tutto il mondo, UK è il caso più eclatante di questo apprezzamento globale come recentemente dichiarato da tutte le testate tra cui il prestigioso The Guardian. Il Prosecco piace perché è easy, è poco alcolico, si può bere in tutte le occasioni, si può abbinare a piatti dolci o salati, come aperitivo, a tutto pasto o per accompagnare il dessert. CHE NOVITÀ SARANNO PRESENTATE DA VALDO A VINITALY? In occasione di questo importante anniversario di 90 anni di storia, il Vinitaly sarà ricco di novità. Verrà svelata in anteprima la Floral Edition, che nei giorni a seguire sarà protagonista al fuori salone di Milano nella Lounge Valdo all’interno del Superstudio di via Tortona. Inoltre verranno presentati gli Spumanti Regionali, assoluta novità in Casa Valdo; proprio in occasione della fiera verranno svelate le prime due etichette della serie: la Falanghina e la Passerina, affermando il ruolo di Valdo come punto di riferimento nel panorama spumantistico italiano. Ma a settembre lanceremo la special limited edition Valdo 90, un metodo classico che solo Valdo sa fare, per continuare a brindare a questi anni di successi.
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Le cantine firmate dagli archistar hanno catalizzato gli investimenti delle aziende. Vere e proprie meraviglie dell’architettura che non veicolano però i tratti distintivi dei prodotti.“S’è fatta ora di portare le marche dai luoghi d’origine alla strada” dice Roger Botti. Creare cioè punti vendita di marca, per entrare in contatto con i consumatori.
Wine Branding Verso un approccio integrato
di A N N A
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PRINTLOVERS | APR2016
ROGER BOTTI, CONSULENTE D'IMPRESA, DIRETTORE CREATIVO, ESPERTO DI MARCA E DI CONSUMI.
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Quello di Roger Botti, direttore creativo e partner di RobilantAssociati, una delle più importanti agenzie di Brand consultancy italiane, molto attiva nel Wine branding, è un punto di osservazione privilegiato per capire cosa si muove nel mondo del vino: sono tanti infatti i clienti che l’agenzia ha seguito, da Cantine Ferrari a Zonin 1821, da Santa Margherita a Cantina Tramin, Masi e molti altri. Ora che il nostro Paese ha raggiunto indiscutibili primati nel settore, si può provare, con l’aiuto del direttore creativo, a delineare un orizzonte evolutivo delle strategie di comunicazione delle marche. Cosa c’è, o cosa ci dovrebbe essere, al centro di una strategia di Wine branding… i territori, le famiglie, la cantina, la tradizione produttiva? “Ci dovrebbe essere la marca con i suoi valori distintivi e i suoi tratti unicizzanti” risponde Botti “ dotarsi di una strategia di marca chiara aiuta a riallineare tutti gli strumenti e gli elementi attraverso cui la Cantina si esprime”. Assistiamo, negli ultimi anni, a un fenomeno che si è delineato con sempre maggiore evidenza: la cantina è il centro
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È dal 2008 direttore operativo di Robilant Associati. Il suo ruolo coniuga insieme competenze manageriali, supervisione creativa e responsabilità organizzative. Il suo iter professionale lo vede direttore creativo in Giò Rossi prima e in Future Brand in seguito. Roger vanta un’esperienza consolidata nel Brand Design e nel Packaging Design. Ecletticità e passione lo portano ad occuparsi con un approccio fortemente strutturato anche di progetti Corporate Identity per importanti brand. Sotto la sua supervisione si è consolidato in Robilant Associati un team dedicato a progetti di Retail Branding e Digital Strategy. Appassionato osservatore dei comportamenti di consumo, interviene spesso come relatore a conferenze e convegni.
privilegiato dell’azienda vinicola, uno spazio simbolo divenuto, non a caso, meta privilegiata di quel turismo enogastronomico che sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti. Al culto della cantina hanno di certo contribuito la posizione (sono ormai tante quelle ospitate in castelli medievali, bagli, dimore nobiliari) ma anche gli arditi interventi architettonici che ne hanno esaltato il contesto e il rapporto con il territorio, attraverso progetti
Dotarsi di una strategia di marca chiara aiuta a riallineare tutti gli elementi attraverso cui la cantina si esprime
spettacolari…tetti ondulati, padiglioni di cristallo, torri che svettano tra i filari. Cosa pensa di questa tendenza? “La moda di realizzare cantine bellissime e architettonicamente molto scenografiche firmate da grandi architetti, per quanto sia un’iniziativa virtuosa, richiede pur sempre una riflessione strategica a monte. Gli interventi di restyling funzionano se sono inseriti in un ragionamento di marca mirato al raggiungimento di obiettivi predeterminati. Se non lo sono, rischiano di restare investimenti alti e poco efficienti in rapporto agli obiettivi di business dell'azienda o finiscono per diventare un’ulteriore occasione di celebrazione della personalità dell’artista invece che dei valori della Cantina, dei suoi processi, dei suoi prodotti”.
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ALLA RICERCA DELL’UNICITÀ Da quell’immensa costellazione di tipologie del nostro vino, che non si trova in alcun paese del mondo (viaggiando dalle Alpi alla Sicilia è impossibile non scorgere, ovunque, lunghe distese di vigneti, tutti diversi tra loro) occorrerebbe distillare la specificità di ciascun vitigno, i suoi valori unici e irripetibili, ci spiega Botti. “Se non vogliamo disperdere il patrimonio di ricchezza e di varietà della nostra enologia – abbiamo circa 4000 tipologie di vino - dobbiamo, sul piano della comunicazione, concentrarci sul carattere specifico dei nostri vini, sugli elementi distintivi di ciascuno”. C’è il rischio, altrimenti, che le storie si somiglino tutte? “Certo" risponde “una volta c’erano i vini toscani, i veneti, i trentini, insomma l’identità coincideva col luogo d’origine, oggi è necessario individuare le diverse peculiarità”. TRATTI, SEGNI, LINGUAGGI Ogni azienda vitivinicola ha un suo specifico talento, un elemento differenziante che le appartiene, sul quale bisogna fare leva per comunicare. Si costruisce così il linguaggio di marca, fatto di segni, parole, racconti, elementi distintivi e sofisticati che marcano una differenza, creano relazioni. Altrimenti il vino sarebbe tutto uguale. Cosa ci fa decidere se spendere 10 o 20 euro per una bottiglia, qual è il fattore distintivo che spinge all’acquisto? “La marca e il suo valore percepito”, risponde
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Botti. Ed è il motivo per cui è fondamentale sintetizzare l’essenza delle marche. Che è un esercizio di straordinaria complessità. PROGETTO TRAMIN Facciamo un esempio? Per valorizzare l’importanza della Cantina Tramin, ci racconta, nonché le specificità e la ricercatezza dei suoi prodotti, RobilantAssociati ha lavorato sui valori unicizzanti che definiscono il profilo della marca: la polisensorialità svelata dell’olfatto; la precisione creativa; la contaminazione organica; la cultura cooperativa dell’azienda. Sulla base di questo, l’agenzia ha poi identificato il talento-guida della cantina: il profumo, la musicalità diventata, nella sintesi lessicale, “compositore di raffinate sinfonie olfattive”. Elemento distintivo è dunque il profumo suadente del vino? “Diciamo che la marca fa del profumo l’elemento di seduzione principe e la chiave di accesso alla conoscenza” precisa Botti, “e parole come ritmo, pausa, silenzio, ascolto, impalpabilità evanescenza hanno ispirato la creazione del segno composto da cinque elementi accennati, come cinque sono i sensi”.
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A MILANO, LO SPAZIO BOLLICINE DI FERRARI Dopo Roma Fiumicino, Ferrari è atterrato all’aeroporto di Milano Malpensa con un Spazio Bollicine. Un luogo raffinato e al tempo stesso accogliente. La location unisce al piacere del brindisi italiano per eccellenza, un’esperienza nel buono e nel bello del nostro paese. Studiato da RobilantAssociati, l’ambiente è aperto, luminoso, sottolineato da linee sinuose, arredato con raffinati oggetti di design italiano.
PUNTI VENDITA DI MARCA Quali sono le prossime ‘strade del vino’, i modelli di comunicazione di Wine Branding che si affacciano sul futuro? “Fino a oggi i consumatori che desideravano entrare in relazione diretta con una casa vinicola dovevano recarsi in cantina: luogo eletto per la celebrazione della casa e della sua produzione in sinergia con il suo territorio di origine. Una possibilità per il futuro? Trovare nuovi modi per portare i brand vicino alle persone,
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sulle strade che tutti i giorni la gente frequenta, come gli Spazi Bollicine che Ferrari Spumante ha aperto nei principali aeroporti italiani, per fare un esempio”. Dunque se investire nel restyling della cantina è fondamentale, altrettanto importante è creare punti vendita di marca, strumenti indispensabili per entrare in contatto con appassionati e consumatori, canali privilegiati di comunicazione e interazione con il prodotto, le sue caratteristiche e gli stili di vita a essi collegati.
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5+1 CONSIGLI PER PREPARARE UN CORRETTO FILE PER LA STAMPA
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Complice la tecnologia che rende tutto più facile, oggi realizzare un file corretto per la stampa è diventato quasi un gioco da ragazzi. Così come verificarlo ed eventualmente correggerlo prima di andare in macchina. Eppure non mancano le insidie e qualche piccolo accorgimento occorre tenerlo presente, non solo per l’offset, ma anche per la stampa digitale, per avere un file più corretto possibile. Tutto ciò partendo dalle due applicazioni standard di Adobe, InDesign e Acrobat.
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1 LO SPAZIO COLORE: LAVORARE IN RGB FINO ALL’ULTIMO: SÌ MA ATTENZIONE ALLA CONVERSIONE IN CMYK, CHE PUÒ RISERVARE QUALCHE SORPRESA… CMYK è la sigla nella quale è racchiuso il segreto per eliminare almeno il 50% dei problemi che arrivano in prestampa. Offset o digitale, la stampa avviene utilizzando i 4 colori di cromia, lo spazio CMYK appunto, anche se i flussi di produzione di oggi consigliano di mantenere il lavoro in RGB fino alla fine: questo spazio è infatti quello dei dispositivi di acquisizione, come fotocamere e scanner, e dei monitor di lavoro e di output, come gli smartphone; inoltre, essendo più ampio, riproduce più colori. Ma è anche vero che convertire in fase di realizzazione del pdf può, in alcuni casi, riservare delle sorprese. Non che un’immagine in conversione sia sbagliata, solo può essere diversa da come la volevate. Lo stesso un fondino in InDesign creato in RGB. Quindi convertite voi i vari elementi prima di uscire in pdf. Ovvio, tutto dipende dallo stampato. Per la moda si verificheranno tutte le foto in Photoshop una per una. Per una brochure commerciale la conversione in output sarà sufficiente, purché si abbia l’accortezza di scegliere la funzione Converti in destinazione e il profilo di destinazione (tipicamente Fogra 39L per la carta patinata e 47L per la uso mano), nella finestra Output del comando Esporta pdf in InDesign, altrimenti quello che era in RGB arriva in stampa [1]. Attenzione anche ai colori dei grafismi fatti in InDesign come fondi, filetti e testi. Prima di fare il pdf quindi uno sguardo alla palette Campioni eviterà problemi. Eliminate i colori non in uso, convertite gli RGB e, se il lavoro non ne prevede, convertite le tinte piatte in quadricromia secondo i valori più prossimi [2]. Se il lavoro è molto complesso e vi trovate una tinta piatta in uso non visibile in pagina, ricordate che con Anteprima selezioni colore InDesign mostra dove viene usata [3]. Attenzione al testo nero che deve essere in solo nero e non a 4 colori e ai colori importati dai collegamenti. Un vettoriale ad esempio, si porta dietro le sue specifiche colore: tradotto, l’RGB di un elemento colorato in Illustrator non compare nei Campioni di Indesign e come tale passa in pdf.
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2 LA RISOLUZIONE: ANCHE UN’IMMAGINE “IN BASSA”, SE SUFFICIENTEMENTE GRANDE, PUÒ REGGERE IN STAMPA. 300 dpi (ma basterebbe anche 250) è la risoluzione che deve avere qualsiasi immagine debba essere stampata. Ovviamente dipende dall’ingrandimento che avrà in pagina. Una foto a 72 dpi, magari presa dal web, molto grande, ad esempio 2560x1600 px, ovvero 90 cm di base, diventa 21 cm se portata a 300 dpi e regge quindi senza problemi di qualità la pagina se tenuta al naturale [4]. Senza perdersi dietro a proporzioni, il trucco per capire se un’immagine in bassa risoluzione, tra i 72 e i 96 dpi, può essere usata per la stampa è dividere la misura in cm per 3,5. Non barate, però: quando ridimensionate in alta non ricampionate l’immagine. Formalmente si tratta di un’alta risoluzione con misure e dpi giusti, ma qualitativamente la foto resta una bassa! InDesign vi aiuta: la palette Collegamenti riassume, per ciascun oggetto, profilo colore, dpi originali e dpi effettivi in base all’ingrandimento [5]. La nostra foto lasciata a 72 dpi, messa in pagina in un documento A4 al 50% risulta a 144 dpi, troppo pochi per reggere una doppia. Se proprio non potete usare un’altra foto, non resta che usare un trucchetto che gioca sulla lineatura di stampa: in Photoshop, impostando in Dimensione Immagine l’opzione Auto… e inserendo il numero di linee del retino di stampa (ed es. 60 linee) si aumenteranno le dimensioni dell’immagine e la risoluzione [6]. Ovviamente non si ottengono miracoli né si farà di una bassa un’alta, ma la qualità migliorerà sicuramente.
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I FONT: USARE SEMPRE E SOLO FONT OPENTYPE, COMPATIBILI CON MAC, WINDOWS ED ESPORTABILI NEI FORMATI DIGITALI. Veniamo ora ai font, croce di ogni grafico e di ogni rip. Siamo ancora ben lontani da una standardizzazione e non è raro imbattersi in font molto vecchi PostScript Type 1 che arrivano da archivi che i grafici si scambiano in barba alle licenze. Ora, al di là degli aspetti legali, conviene sempre usare font OpenType che sono gli unici compatibili con il mondo Mac e Windows, ma garantiscono piena esportabilità verso i formati digitali. Anche qui InDesign, con il comando Trova Font, aiuta l’identificazione di font correttamente installati sulla propria macchina e quindi disponibili per la creazione del pdf e la verifica della tipologia di formato
[7]. Ormai è possibile reperire in OpenType anche vecchi font e in questo formato sono disponibili tutte le librerie on-line di font free (es. www.google.com/ fonts). Eventualmente resta la possibilità di convertirli con software come TransType, FontXchange o Fontlab Studio [8-9]. Attenzione solo che non sempre la conversione è perfetta: glifi, caratteri speciali o segni diacritici non sempre sono resi correttamente. In questo caso, se non è possibile la sostituzione del font con uno simile, si può ricorrere alla conversione in tracciato (Crea profili sul box di testo). È una soluzione drastica che non consente la retroversione in caso di correzioni. Eventualmente appoggiatevi copia della gabbia di testo fuori pagina per eventuali modifiche.
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ABBONDANZE E SOVRASTAMPA: PER EVITARE BRUTTE SORPRESE IN FASE DI STAMPA, PREVEDETE ABBONDANZE E VERIFICATE GLI EFFETTI DI SOVRASTAMPA UTILIZZANDO GLI STRUMENTI DI ANTEPRIMA Una delle sviste che ricorrono più di frequente è la mancanza di abbondanza ai grafismi che vanno in taglio. È indispensabile per evitare che in fase di confezione, in caso di un taglio non preciso, si vedano degli antiestetici fili bianchi. Sono sufficienti 3-5 mm recuperabili facilmente spostando leggermente la foto, ingrandendola di poco o solo ricordandosi di aprire la gabbia. Tutto questo, nel caso di immagini, senza nemmeno allungare il fondo. La dimenticanza nasce dal fatto che chi impagina preferisce vedere la pagina esattamente come verrà per valutare i pesi e gli
equilibri degli elementi. Basterebbe abituarsi, appena si crea l’impaginato, a indicare un vivo pagina di almeno -3 mm così da avere le guide per ogni lato, aprire tutte le gabbie almeno di 3 mm e impostare la visualizzazione del documento come Anteprima quando si vuole valutare la resa della pagina al vivo. [10]. Ci sarebbe, infine, un’insidiosa impostazione che può compromettere la resa di uno stampato: la modifica delle impostazioni di foratura e sovrastampa dei colori. Fortunatamente, InDesign imposta nativamente in modo corretto il modo in cui i colori interagiscono tra di loro. Se non avete modificato l'opacità della grafica con il pannello Trasparenza, i riempimenti e le tracce appariranno pieni, in quanto il colore superiore fora, cioè taglia via, l’area sottostante nei punti di intersezione. InDesign consente la simulazione della sovrastampa al fine di verificare l’effetto. Mentre tutti i colori forano, il nero (k 100) applicato al testo o agli oggetti di default viene sovrastampato, così da prevenire errori di registro sui caratteri neri di piccole dimensioni posizionati sopra ad aree colorate. Potete modificare le impostazioni relative all’inchiostro nero nelle preferenze Aspetto del nero, ma val la pena farlo solo se il nero lavora su un’area estesa (es. testo molto grande) che sta sopra un oggetto colorato, come una foto, per evitare che questa traspaia sotto: questo perché l’inchiostro nero di solito è stampato per ultimo e può non essere totalmente coprente. Per essere certi di come sarà la resa basta verificare il pdf in Acrobat con Anteprima di output. Nella finestra Separazioni come si può vedere come lavorano i singoli inchiostri, di cromia o pantoni, lastra per lastra e la loro coprenza. Sempre da questa palette è possibile verificare anche la corretta foratura con Simula sovrastampa. Ricordate di lasciare sempre attivata la simulazione a monitor delle sovrastampe dalla preferenze di Acrobat. [11].
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5 VERIFICA PRELIMINARE: ACROBAT E INDESIGN OFFRONO FUNIONALITÀ DI PREFLIGHT CHECK. USATELI MA LE CORREZIONI È MEGLIO FARLE MANUALMENTE Fin qui abbiamo visto piccoli accorgimenti per una corretta realizzazione dell’esecutivo in modo da esportare un pdf corretto per la stampa. Ma è possibile verificare sempre, in corso di lavoro il rispetto delle norme sfruttando strumenti di preflight come la Verifica preliminare che lavora "live" in InDesign, o il corrispettivo di Acrobat che controlla direttamente il pdf. In entrambi i casi, lo strumento si serve di una serie di profili in base all’output cui è destinato il lavoro. Sfortunatamente in InDesign c’è solo un profilo base in cui colori e risoluzioni non sono controllati. Se non si vuole creare un profilo proprio, cosa per altro molto semplice, in rete se ne trovano alcuni completi (tiny.cc/w9mt9x). La verifica preliminare così configurata controlla durante l’impaginazione il file, indicando con un semaforo alla base della finestra del programma se ci sono errori e dove in modo da poter intervenire [12]. In Acrobat, invece, la verifica va richiamata dal menu Produzione di stampe: qui i profili preinstallati sono tanti compresi quelli per la stampa offset con e senza tinte piatte e tutti quelli per la verifica in base alle certificazioni ISO, come PDF/X. Di norma è sufficiente controllare un pdf con il profilo Offset a fogli che verifica la compatibilità con le indicazioni del Ghent PDF Workgroup. Il risultato sarà un report dettagliato in cui errori e alert sono elencati e linkati in modo dinamico direttamente all’oggetto in pagina. Attenzione solo che lo strumento consente anche di correggere automaticamente gli errori, cosa da utilizzare con attenzione soprattutto nel caso di conversioni di spazi di colore o di settaggi di coprenza o foratura. Conviene intervenire manualmente dove serve per aver piena padronanza della modifica [13].
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LÀ DOVE ADOBE NON ARRIVA: SE GLI STRUMENTI DI ADOBE DOVESSERO RISULTARE INSUFFICIENTI ESISTONO PRODOTTI DI TERZE PARTI CHE SI INTEGRANO PERFETTAMENTE, PLUGIN O STAND ALONE. Enfocus PitStop è forse il più conosciuto. Si tratta di uno strumento molto potente da affiancare ad Acrobat che rende possibile controlli ancor più fini e interventi di modifica sul pdf molto sofisticati sia sul singolo elemento, sia in batch. Basterà qualche esempio: è possibile convertire con un solo comando tutte le immagini vettoriali in raster in modo intelligente, escludendo il testo che resta tale e quindi ricercabile; ritagliare effettivamente l’area di refilo di un pdf (la taglierina di Acrobat maschera solo l’area ritagliata); gestire professionalmente gli inchiostri; e persino aggiungere l’abbondanza dove manca [14-15]. FlightCheck di Markzware è un’applicazione storica che consente la verifica non solo dei pdf, ma anche dei nativi (non solo InDesign) verificando qualità
delle immagini, correttezza delle font, colori consentiti, grafismi gestiti in modo pericoloso per la resa a stampa. Legato al portale di web-to-print saxoprint. it, l’add-on SAXOPRINT® pro design verifica i file di InDesign mentre si lavora e in base alla tipologia di prodotto che si vuole realizzare. Anche se ha finalità commerciali, si parte infatti da template forniti, le verifiche sono puntuali e gli errori vengono intercettati correttamente. InPreflight, infine, è una soluzione completa per la verifica, la raccolta dati per la stampa e l’invio di documenti di InDesig [16]. La particolarità del programma è quella di poter lavorare in batch su file multipli individuando anche errori che sfuggono alla verifica di Adobe come la possibilità, data dalla licenza di una font, di essere embeddata in un pdf, l’individuazione di font in documenti di Illustrator collegati all’impaginato o ancora le opzioni di compressione di tiff e eps.
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LA GRANDE BELLEZZA
Profumo di ripresa a Cosmoprof. Con l’export salito del 10,5%, il Beauty in Italy entra nell’olimpo delle grandi eccellenze.
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l Cosmoprof di Bologna, la fiera leader mondiale per i professionisti della bellezza, non c’è in giro una ruga: anche la rassegna stessa, che pure ha compiuto 49 anni, porta le sue novità con l’entusiasmo di un’adolescente. La maggiore piattaforma internazionale per il business della cosmetica e del benessere personale conferma così una tendenza in atto da tempo: non si risparmia per essere (e apparire) più in forma, più sani, più giovani. La rassegna ha raggiunto da tempo una dimensione globale, e richiamando quasi 2000 aziende può definire le linee guida per lo sviluppo del settore non solo per i produttori di cosmetici ma anche per chi crea, produce e vende contenitori e imballaggi. A Bologna c’è infatti anche il Cosmopack, una fiera nella fiera che valorizza la sinergia con Cosmoprof per presentare in un’unica mostra il meglio della filiera produttiva della bellezza in tutte le sue componenti: le materie prime, le nuove tecnologie, i macchinari e l’automazione per il packaging e
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soluzioni a 360 gradi per il settore, compresi i contenuti più creativi. ECCELLENZA DELL’ITALIA Di qui escono anche le previsioni sull’andamento del comparto, visto che le aziende e le figure chiave dell’industria cosmetica sono i principali potenziali buyer degli espositori di Cosmopack: responsabili acquisti, direttori tecnici, brand manager, designer... insomma, passa di qui chi decide quale forma, consistenza e design avranno le confezioni. Tra sei mesi o un anno sui banchi delle catene di profumerie si vedrà chi ha portato la proposta migliore, il processo produttivo più efficace o il materiale più convincente o evocativo. “Il Cosmopack riunisce le imprese di eccellenza dall’Italia e da tutto il mondo: quest’anno ci sono 450 espositori da 50 Paesi, quasi l’8% in più rispetto alla scorsa edizione”, spiega il presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli. “L’industria cosmetica italiana non sente la crisi e per il comparto del packaging rappresenta una boccata di aria fresca mentre la crisi continua a mordere: il 2015 si è chiuso con una crescita pari al 4,1% e un fatturato di 9,7 miliardi, e le stime per quest’anno sono sulla stessa linea, se non ancora migliori”.
COSMESI SEMPRE PIÙ GLOBALE A guidare la crescita sono i mercati stranieri, che valgono un terzo dei ricavi e segnano un forte incremento, con l’export salito del 10,5% a 3,7 miliardi e una previsione di +9%. Ma tornano a farsi largo anche i consumi interni: l’anno scorso l’area cosmetici made in Italy ha superato i 6 miliardi con un timido +0,5%. E negli stand si dice che la ripresa continuerà a un tasso quasi doppio. A beneficiarne soprattutto i canali di vendita legati ai brand più diffusi, saliti dello 0,9% e verso +1,3% nel 2016. Il segmento professionale (i parrucchieri), vive invece un costante declino: -2,6% nel 2015 e un altro -2,3% stimato nel 2016. INIZIATIVE INTERNAZIONALI Seppure attente al mercato domestico, le aziende degli imballaggi guardano soprattutto all’export: per questo le esibizioni Cosmopack e Cosmoprof hanno programmato anche diverse iniziative internazionali: un’edizione a Hong Kong e una a Las Vegas, un road show che recluta buyers anche in luoghi insospettabili come il Kazakhstan e l’Iran, un forum a New York dedicato al B2B specifico per il mondo del packaging.
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APPUNTAMENTO A NEW YORK Nella Grande Mela, considerata la vetrina e il polo di riferimento dei cosmetici e del design di tendenza, produttori, distributori e creativi hanno mostrato il meglio dell’innovazione e del knowhow delle nostre aziende: centinaia gli incontri con clienti americani, canadesi, arabi e dell’Estremo Oriente. “Un’esperienza utile e produttiva che deve spingere imprese e venditori italiani a rivolgersi a un mercato strategico come gli Stati Uniti, che apprezza la nostra qualità”, ha sottolineato Franco Giuliani, amministratore di Pharmacos. Insomma, bisogna crederci, come ha confermato anche Valentina Marchesini di Marchesini Group: “Siamo partiti dalla competenza nei macchinari per il settore farmaceutico per approdare al mondo beauty: il mondo delle fiere si evolve per seguire il mercato e i consumatori, e anche i produttori di macchine devono trovare nuove forme di promozione e business”.
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IL BEAUTY IN ITALY IN ROTTA VERSO IL MONDO Paradossalmente (ma forse non tanto) andare all’estero sembra far svanire le difficoltà che in Italia continuano a rallentarci: mostrare l’eccellenza dei processi produttivi e dei prodotti, valorizzare il design e lo stile italiano rende più appetibili le aziende. Ed è meglio che vivacchiare sul mercato casalingo e rubarsi i clienti facendosi la guerra sul prezzo. “Il mercato americano è un’occasione irrinunciabile: l’Europa, e noi in particolare, offre soluzioni così avanzate per tecnologia e creatività che l’industria della bellezza non può più
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TUTTI I NUMERI DELLA BELLEZZA farne a meno, tanto che non si contano le aziende italiane fornitrici delle più grandi case mondiali”, aggiunge Campagnoli. Anche perché, oltre alla concentrazione di produttori top brand, l’America è un grande mercato consumer, saldamente in testa alle graduatorie, e gli analisti del settore prevedono tassi in crescita almeno fino al 2018. COSMETICI CERTIFICATI HALAL (‘LECITI’ IN ARABO) Bologna segnala dunque l’obiettivo del 2016: guardare all’estero. “Non solo all’Occidente ma anche a mercati sempre più interessanti come India, Cina, Australia, Taiwan, Marocco, Indonesia, Polonia o Sud Africa – ricorda Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia –, molti dei quali presenti per la prima volta in fiera. Non a caso fra le novità c’è anche l’area dedicata alla cosmesi halal, con prodotti certificati per musulmani”. Tanto che la fiera di Abu Dhabi ha incoronato packaging e design, adattati ai gusti locali, come forza trainante: e infatti le vendite saranno in sensibile crescita (a un ritmo del 4%) almeno fino al 2019.
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PRODOTTI A IMPATTO ZERO Insieme alle nuove strategie per l’export crescono anche gli spazi dedicati ai nuovi prodotti green (+22,15%) o sostenibili, che consentono alle aziende italiane di restare competitive grazie alla capacità di intercettare e capire le evoluzioni del mercato. Per stare sempre un passo avanti ai concorrenti è importante cogliere i nuovi trend di prodotto, come il boom dei cosmetici multifunzione, o inserirsi nel giro dei consumatori emergenti (i Millennials) oppure sfruttare il web, dai social network alle app per personalizzare i cosmetici. La forza dell’Italia – su cui devono puntare le singole aziende – è comunque la capacità di fare sistema. Ci sono indicatori industriali che testimoniano questo valore aggiunto delle imprese: un’occupazione qualificata, gli investimenti in ricerca e innovazione, la solidità finanziaria, la presenza di nicchie di creatività impensabili all’estero. La filiera cosmetica allargata va infatti dagli ingredienti al prodotto finito passando per macchinari, packaging e promozione. Ed è l’eccellenza di ogni anello a rendere la catena più forte, fino a farne un sistema integrato e competitivo che porta il valore del comparto a oltre 14 miliardi.
USA A QUOTA 237 MILIARDI DI DOLLARI A rafforzare l’idea che le aziende italiane si possano avvantaggiare di un buon clima per il settore beauty & wellness, gli analisti di PricewaterhouseCoopers hanno fornito i risultati di uno studio svolto negli Usa. Il segmento genera circa 237 miliardi di dollari di fatturato con un export per 17 miliardi e vale 3,6 milioni di posti di lavoro. Nella ricerca e sviluppo l’industria investe quasi 3 miliardi l’anno con oltre 6.000 tra scienziati e tecnici, e punta tutto sulle piccole imprese: il 70% infatti impiega meno di 50 dipendenti, come in Italia.
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9,7 +9% 3,8 +14,3% 249 +16% 170 +19%
MILIARDI: IL FATTURATO ITALIANO DELLA COSMESI
LE PREVISIONI DI CRESCITA
MILIARDI: IL VALORE DELL’EXPORT ITALIANO
LA PERCENTUALE DI CRESCITA DELL’EXPORT
MILIONI: IL VALORE COMPLESSIVO DELL’EXPORT IN USA
LA PERCENTUALE DI CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE IN USA
MILIONI: LE VENDITE ONLINE DI COSMETICI NEL 2015
LA PERCENTUALE DI CRESCITA DELLE VENDITE ONLINE
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SEDURRE CON IL PACKAGING Un buon futuro per il packaging della cosmetica lo prevede anche Matthew Ribeyron, un marketing manager che opera sul mercato francese, convinto che una buona confezione sia tutt’altro che un semplice involucro per il prodotto, ma al contrario un fondamentale fattore di rafforzamento del brand e un alleato irrinunciabile per i produttori. “Gli obiettivi dei marchi cambiano a seconda del tipo di prodotto, il consumatore target a cui è rivolto, la sua età e l’ambiente in cui vive. Nel corso della sua vita, un marchio deve affrontare e risolvere molte variabili per sviluppare, crescere e aumentare la capacità di adattarsi con sempre maggiore reattività – sottolinea Ribeyron –. Un marchio vivo cerca modi nuovi per sedurre e conquistare altri consumatori. Non basta un buon prodotto e un prezzo equo: il vero valore aggiunto del brand, la sua capacità di colpire, sta nel design e nel packaging, i primi punti di contatto che stimolano nei clienti l’impulso a comprare”. CONFEZIONI A PROVA DI SENSI In questo le nuove tecniche di stampa in cui le aziende italiane sono maestre sanno come sollecitare i sensi: in particolare la vista, ma anche il tatto. Ad esempio una combinazione di opaco e lucido rende più visibili i prodotti sullo scaffale e attrae l’attenzione. Toccando le confezioni si percepisce (grazie ai materiali, alle lavorazioni e agli inchiostri tattili) se un involucro è liscio, ruvido, morbido, rigido, cedevole... E tutte queste combinazioni rendono la confezione una firma inequivocabile del prodotto e ne accentuano l’unicità. PERSONALIZZAZIONE IN PRIMO PIANO Prodotto, innovazione, confezione, qualità, promozione... stiamo dimenticando qualcosa? “La personalizzazione. Sono lontani i tempi in cui si allungava la mano sullo scaffale e
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ci si accontentava: oggi noi clienti vogliamo tutto su misura, dalle auto alle scarpe e alle creme di bellezza. L’azienda che vincerà la sfida dell’unicità avrà un vantaggio competitivo da non trascurare – puntualizza Sarah Jindal, analista per l'innovazione nel mercato cosmetico di Mintel –. E non penso solo alla formulazione, ma anche alla stampa: scegliendo etichette “private” per disegno, colore o misure, i consumatori sentiranno il prodotto vicino ai loro gusti.
250.000 I VISITATORI DI COSMOPROF 2016
1.800 LE AZIENDE STRANIERE CHE HANNO ESPOSTO A BOLOGNA
E restando al packaging perché non poter scegliere contenitori di misure a scelta, dal campioncino per sperimentare alla confezione extra per i cosmetici abituali?” SOCIAL MEDIA COSMETICS E se tutta questa attenzione infastidisse i consumatori? "I giovani non sono più gelosi della privacy, anzi cedono i loro dati personali se ne ricavano informazioni utili o un’esperienza divertente prima di fare un acquisto – sottolinea Jeri Smith, una consulente di pubblicità –. Apprezzano anche le inserzioni che soprattutto sul web diffondono idee, suggerimenti e tendenze in linea con le loro preferenze: le vendite sono salite del 150% da quando on line non ci sono più segreti: né sui gusti del cliente né dove si trova in quel momento”. E senza più confini alla creatività, quindi, produttori e confezionatori possono davvero sbizzarrirsi.
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S P E C I A L E
C O S M O P A C K
F O R P O M S O C K C A P O M S O &C A Z N E S O S S E C C U S + ++ + + + E R E I T N FRO a cura della R E D A Z I O N E
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mpi sorrisi alla manifestazione dedicata alla filiera della cosmetica, dalle materie prime alla formulazione, dai macchinari al packaging, punto di riferimento per l’industria internazionale del settore abbinata alla più nota manifestazione Cosmoprof; ampi sorrisi non solo per le bellezze in mostra ma soprattutto per l’andamento del mercato. Giunto alla sua 49° edizione il Cosmoprof, che ospita i padiglioni specializzati del Cosmopack, ha avuto luogo, come sempre, a Bologna fra il 18 e 21 Marzo scorso, presso il Palazzo dei Congressi di Fiera Bologna, riunendo per la prima volta l’intera filiera cosmeceutica e nutraceutica. I visitatori di Cosmopack sono i decision maker delle aziende beauty e sono in prevalenza responsabili acquisti, direttori tecnici, brand manager, packaging designer, responsabili R&D, Responsabili marketing e commerciali.
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LA SODDISFAZIONE DEGLI OPERATORI Tangibile la generale soddisfazione degli operatori del settore che incassano un risultato 2015 migliore del previsto, superando il previsionale di 9,7 miliardi di euro stimato e registrando un fatturato consolidato che ha superato la soglia a dieci zeri, con un valore della produzione di 10.030 milioni di euro, +6,6% rispetto al 2014. Questi i dati finali comunicati dall’associazione di categoria, Cosmetica Italia, che giustifica il rialzo definitivo dei ricavi legandolo soprattutto all’export, che cresce del 14,5% a 3,8 miliardi di euro. Buone notizie anche per quanto concerne il sell-out interno, con i consumi di prodotti di bellezza nella Penisola che aumentano del 2,2% nel 2015, a 9,7 miliardi di euro, anche in questo caso superiore alle stime di Cosmetica Italia che ipotizzava un passo in avanti molto più debole del mercato interno. Entrando maggiormente nel dettaglio delle analisi presentate, parlando dei canali distributivi si consolida il già evidenziato cambio di rotta della profumeria che, nel 2015, ha messo a segno un +0,9%, primo dato positivo dopo anni di decrescita mentre avanzano decisamente le erboristerie
(+4,9%) a oltre 430 milioni di euro, a confermare l’attenzione dei consumatori nei confronti dei prodotti naturali. Il canale farmacie rimane un canale importante con un incremento pari a +1,5%. In forte ascesa le vendite dirette (+11,3%), mentre calano ancora acconciatori (-2,2%) ed estetiste (-3,3%). Per quanto riguarda i canali professionali, però, si prevede per il 2016 un rallentamento del calo di vendite, soprattutto per gli acconciatori. I saloni hairstyle continueranno cioè a perdere in fatturato, ma meno di prima, grazie all’incremento dei trattamenti: prima del 2008, le donne si recavano dal parrucchiere per la tintura una volta ogni 33 giorni, negli anni successivi hanno dilazionato la loro presenza fino a una volta ogni 45 giorni, mentre nel 2016 è atteso un incremento della frequenza dei trattamenti. L'IMPATTO DELL'E-COMMERCE Da non sottovalutare l'importanza in questo settore dell’e-commerce che nel 2015 ha raggiunto quota 170 milioni di euro (+22%), un ritmo di crescita di gran lunga superiore a quello di qualsiasi altra forma di online shopping italiano, che nell'insieme è cresciuto mediamente del 19 per cento.
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22% + E C R E M E-COM +11,3%
TENDENZE COLORE ROSA QUARZO, TE BLUE SERENITY E... CIOCCOLATO ITE DIRET D N E V Pur in un tripudio di forme e colori si sono evidenO +6,6% FATTURAT ziate chiaramente delle tendenze colore: nel make up, così come nella nail art, sono i colori pastello DATI COSMETICA ITALIA 2015 SU 2014 i veri protagonisti della primavera estate 2016 ed in particolare il rosa quarzo e blue serenity su tutti. “Il primo è adatto soprattutto a chi ha gli occhi azzurri, mentre l’altro si sposa meglio con occhi dai toni caldi” spiega Monica Zanelli, make up artist. Per le unghie invece preferenza ai colori pastello. Forma a stiletto, colori eccentrici, decorazioni stravaganti. Quando si parla di unghie siamo ormai a abituati a vedere di tutto. Monica Pierini, nail artist, traccia le tendenze colore per la primavera estate 2016: “I colori più in voga sono quelli pastello, mentre per quanto riguarda le forme si punta sulla naturalezza. Le donne hanno bisogno di essere belle ma pratiche”. Per l’hair style si conferma una tendenza al cioccolato, emersa già lo scorso autunno e confermatasi in questo inizio di primavera, assieme al broux e cherry bombre, tonalità tra il castano ed i riflessi rossi ma anche il rame. Detto ciò, non ci si può sorprendere di fronte al proliferare di colori pop, dal rosa al blu, ma sembra proprio che per le signore glamour quest’anno si profili il grigio, sia come colore base che come colore pieno. Insomma, nessun limite! COSMOPACK FACTORY UNO SPACCATO DELLA FILIERA Immaginate di vedere raccolta in pochi metri quadri tutta una filiera produttiva: dalla produzione al confezionamento. Giunta alla quarta edizione, The Cosmopack Factory è un’iniziativa consolidata di Cosmopack, che consente di avvicinare i visitatori alle industrie cosmetiche, ai loro metodi di ricerca e di sperimentazione, svelandone le potenzialità e raccontando la storia dei loro processi evolutivi. Dopo aver mostrato come nasce un rossetto, un mascara e una cipria, per l’edizione 2016 è stata realizzata “The Cream Factory”: protagonista un siero dalla texture leggera e setosa, il Cosmopack Optimoist Perfectionist Serum che dona luminosità e levigatezza alla pelle. Il progetto è stato realizzato in collaborazione fra alcune delle aziende espositrici di Cosmopack e leader internazionali: per la realizzazione del packaging secondario hanno collaborato Industrial Box e Pusterla 1880 realizzando rispettivamente un astuccio in cartoncino teso, nobilitato con lamina a freddo e vernici a contrasto ed un astuccio in plastica trasparente, anche in questo caso nobilitato (guarda il video su Printlovers.net). I due astucci davano buona prova di funzionamento nella macchina in dimostrazione continua e si sono fatti apprezzare per l’estetica e la buona fattura.
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THE COSMOPACK WALL CELEBRA L’AUDACIA E STIMOLA I GIOVANI DESIGNER Soddisfacente infine anche l’esito della terza edizione di “The Cosmopack Wall”, mostra evento che celebra i prodotti più audaci, in anticipo sulle tendenze, che uniscono all’estetica la qualità dell’innovazione tecnica. Le aziende di eccellenza del settore, italiane e internazionali, presentano in manifestazione i progetti, le materie prime e le formulazioni più avanzate. Alla realizzazione del premio ha contribuito l’Istituto Marangoni Design di Milano. Gli studenti del primo anno di Visual, comprendente un corso di packaging, sono stati invitati a realizzare un trofeo simbolico del valore estetico e comunicativo del packaging. Tra le varie proposte di “Premio” è emersa quella di Yuetong Shi (vedi video >). “Il suo progetto – spiega Cristina Morozzi, Direttore dell’Istituto Marangoni Design, ed uno dei quattro giurati della commissione esaminatrice i progetti – rappresenta un arco, con un drappeggio di fili (corde, metalli) di colore diverso a significare le diverse peculiarità delle industrie concorrenti. Per gli studenti misurarsi con lo staff di Cosmopack è stata una esperienza molto formativa: finalmente un progetto che avranno la possibilità di vedere realizzato dopo le tante simulazioni a cui sono chiamati ad esercitarsi nel loro corso di studi. Un momento importante in cui una grande Fiera internazionale e una Scuola Internazionale si sono avvicinate, nel segno della collaborazione creativa”. Fra le aziende cartotecniche partecipanti sono giunte in nomination Industrial Box e Pozzoli Spa, con il brevetto Flat Box® una scatola abbattibile, di un solo centimetro di spessore, che ha raccolto notevole consenso durante la manifestazione. Molto stimolante infine il calendario di Cosmopack Forum: le ultime tendenze, i nuovi trend in crescita della cosmesi maschile e dell’ eco-sostenibilità sia nella formulazione che nel packaging dei prodotti beauty, in particolare il focus sulle novità in termini di design di packaging cosmetico, a cura dell’Istituto Marangoni Design.
tinyurl.com/jxbk5d9
Gli acquirenti online di cosmetica sono il 16,2% degli utenti Internet italiani maggiorenni (quasi 5 milioni di persone), vale a dire poco più di due milioni di acquirenti. Due acquirenti online di cosmetica su tre sono donne (65,4%) e in metà dei casi hanno un’età compresa tra 25 e 44 anni e in media più elevata del totale degli acquirenti online. Secondo le stime dell’Osservatorio Netcomm nello studio "Acquisti online di cosmetica - Key Findings”, nel 2015, ogni 100 euro spesi in Italia in prodotti di cosmetica, 2,2 sono passati attraverso il canale online. L’acquisto online di prodotti cosmetici avviene nell’89% dei casi su un sito Web del merchant e solo in 11 casi su 100 via App. I merchant più utilizzati nell’acquisto online sono gli eRetailer, ovvero soggetti nati con la Rete e che non esistevano prima dell’avvento di Internet, seguiti dai produttori che trovano nell’online il modo per raggiungere direttamente i propri clienti.
+4,9% E I R E T S I R ERBO +1,5% FARMACIE
RIE +0,9%
PROFUME
DATI COSMETICA ITALIA 2015 SU 2014
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di A C H I L L E
DESIGNER E STILISTA DEL VINO
P EREGO
Alle spalle, Simonetta Doni ha trent’anni di storia e di successi. Il suo studio è forse fra i più importanti in Italia e nel mondo per i brand di wine and spirits. A lei, che è una delle più apprezzate designer del settore, Print ha chiesto di raccontare il suo progetto del cuore. Ma Simonetta parla volentieri anche di packaging, di comunicazione delle aziende vinicole, di come un designer può accrescere il valore di un’etichetta e di una cantina.
Simonetta Doni si diploma all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1975 fonda lo Studio Doni & Associati, che inizia la sua attività nel campo delle grandi edizioni di arte. Alla fine degli anni Ottanta, si specializza nella comunicazione del vino, e annovera tra i suoi clienti importanti aziende italiane ed estere. Crea il corso di grafica pubblicitaria a Palazzo Spinelli ed è per 20 anni titolare di questa cattedra.
› www.donieassociati.it
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a sempre Simonetta Doni e il suo team realizzano e costruiscono su misura l’immagine migliore per le aziende e le loro ‘bottiglie’. Non a caso è un lavoro, quello del suo studio, spesso premiato, compresa l' etichetta d’oro, assegnata nell’edizione 2015 del Concorso internazionale di packaging promosso da Vinitaly, al Costa Toscana Igt bianco Gorgona 2013 dei Marchesi de’ Frescobaldi, la cui grafica era stata realizzata proprio da Doni&Associati.
Particolare dell’etichetta Frescobaldi, Nipozzano Vecchie Viti. Il nome del vino ha guidato il progetto visuale. Etichetta stampata su carta mille righe, con 4 colori Pantone, una lamina, rilievo a secco e resina lucida a spessore.
La casa vinicola dei Frescobaldi è solo uno dei tanti prestigiosi clienti di Simonetta Doni, sia in Italia e sia all’estero, dalle cantine francesi a quelle spagnole, dalla Chapelle Delacroix alle Vignerons Catelans e delle Terres Secretes. Tanto che, dal Barone Ricasoli alla Cà del Bosco, da Sella&Mosca ad Antinori, da Donnafugata a Mezzacorona, dal Castello Banfi fino a Zonin e al Giv (Gruppo Italiano Vini), lo studio fiorentino può vantare nel suo portafoglio ben 21 delle 101 icone del vino italiano classificate dalla rivista americana Wine Spectator, la Bibbia dei vini.
SONO DECINE E DECINE (MEGLIO SAREBBE USARE CENTINAIA) QUINDI LE “CREATURE” REALIZZATE DALLA “CREATRICE” SIMONETTA DONI. MA CE N’È QUALCUNA A CUI È PIÙ LEGATA? Tantissime. Però è difficile citarne una a scapito di un’altra. Faccio eccezione per il progetto Gorgona, anche per il suo alto valore sociale. SI TRATTA DELLA BOTTIGLIA DEL BIANCO TOSCANO CHE HA VINTO L’ANNO SCORSO IL PREMIO PACKAGING DI VINITALY? Esatto. Un premio che si è aggiunto ai molti che abbiamo ricevuto in un 2015 da questo punto di vista davvero eccezionale.
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< > Gorgona: l’isola in una bottiglia. Un’mmagine coordinata formata da cassa di legno, carta protettiva con sigillo e una etichetta/giornale per un racconto puntuale dell’isola ricca di sensazioni forti. Attraverso la produzione di questo vino, viene data la possibilità ai detenuti di lavorare in vigna e acquisire una professionalità che potrà essere loro molto utile una volta terminata la pena.
COME È NATO QUESTO PROGETTO? Su iniziativa, quattro anni fa, della direttrice del carcere che si trova sulla splendida isola toscana di Gorgona dove c’era un piccolo vigneto. L’idea era quella di coinvolgere un’azienda vinicola per sfruttare quell’ettaro di appezzamento – oggi raddoppiato - lavorato dai carcerati. Il progetto piacque ai Marchesi de’ Frescobaldi che mandarono sull’isola enologi e tecnici e ci coinvolsero per creare l’immagine di questo nuovo prodotto. Un prodotto che avrebbe dovuto esprimere la sua cifra sociale, per il fatto che nella vigna lavorano, regolarmente retribuiti, i detenuti che così imparano anche un mestiere che potrà essere loro molto utile una volta terminata la pena. Abbiamo subito pensato di coinvolgere proprio i detenuti per raccogliere i loro suggerimenti. Quelli più significativi però li abbiamo avuti dal loro “tutor”, e riguardavano l’isola di Gorgona, la sua bellezza, i suoi paesaggi, il suo sole. Da lì è nata l’idea di raccontare l’isola con la grafica della bottiglia.
Particolare dell’etichetta Zorah Wine, Karasì - Armenia. Per l’immagine di questa etichetta e per le altre dello stesso produttore, abbiamo elaborato, ridisegnandola come se fosse un gioiello, la lettera “Z”, dell’alfabeto armeno. Le nobilitazioni, di resine lucide e lamine sono state utilizzate proprio per esaltare la preziosità del disegno.
IN CHE MODO SI È REALIZZATA L’IDEA? Abbiamo ideato con il nostro team di grafici un’etichetta autoadesiva stampata in solo due colori, quello molto leggero di fondo e il nero, che praticamente riproduce la pagina di un giornale, il giornale dell’isola, con la testata, l’articolo di fondo, la spalla. Ma proprio perché Gorgona è un tesoro nascosto abbiamo pensato di nascondere l’etichetta avvolgendola in una carta bianca speciale, leggermente inchiostrata, che non si rovina anche se la bottiglia, come per tutti i vini bianchi, viene messa nel secchiello del ghiaccio. La carta è fermata da un sigillo giallo, che ricorda il sole di Gorgona, abbinata alla chiusura in gomma e lacca, sempre gialla, della bottiglia. La carta che ricopre la
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bottiglia sul retro ha stampato la stessa pagina di giornale dell’etichetta e una volta bevuto il vino, contenuto in una tradizionale bottiglia verde scuro borgognotta della Vetreria Etrusca, la si può collezionare. E mi creda, ho visto contendere questa carta da collezione nei dopo cena tra più di una persona. Anche perché in questi anni hanno scritto sul “giornale di Gorgona” persone come lo stesso marchese De’ Frescobaldi e Andrea Bocelli.
Particolare dell’etichetta Ca’ del Bosco, Franciacorta - Brut - linea Vintage Collection. Stampata su carta perlata con goffratura a tre colori più lamina, rilievi a secco e vernice protettiva.
COME SI COMPLETA IL PACKAGING? Con casse di legno in pino, che possono contenere una o sei bottiglie e la magnum. All’interno della cassa è stampata la mappa dell’isola. A CHI VI SIETE AFFIDATI PER LA STAMPA? Si tratta, come avrà capito, di un imballaggio speciale per bottiglie special editions. E quindi è curato nei minimi dettagli. Per questo abbiamo affidato la stampa a una tipografia di alta qualità e innovazione come la Modulgraf di Barontini, che si trova vicino a Firenze mentre l’imballaggio viene realizzato nella cantina Frescobaldi, e l’applicazione della carta coprente viene fatta tutta a mano. IL PROGETTO GORGONA CONFERMA COME SIA IMPORTANTE VESTIRE IL PRODOTTO DALLA BOTTIGLIA ALL’ETICHETTA? Il vino è sempre più, oltre che un’eccellenza alimentare, un segno di status e di consapevolezza di qualità
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‹ Particolare di una delle sei etichette Domenico Clerico, Aeroplanservaj, Barolo. Questo progetto si compone di sei etichette che raccontano la storia di “Aeroplaneevaj” (Aeroplano selvaggio , in piemontese) tutte per lo stesso vino, un Barolo della medesima annata. In questo caso l’etichetta è stampata su una carta pregiata, a sei colori Pantone con sovrapposizioni e rilievi a secco, oltre vernice protettiva.
‹ Lo stile tradizionale della Valpolicella è stato reinterpretato per raccontare, attraverso l’immagine, il territorio di produzione e la tenuta. Etichetta realizzata su carta goffrata a tre colori Pantone, con rilievo a secco e resina trasparente a spessore.
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della vita. Anche per questo si identifica ad esempio molto bene con il made in Italy. Saper comunicare bene un vino con un adeguato lavoro di design visuale è sempre più un elemento fondamentale di identità, di memorabilità, di posizionamento e determinante per la scelta finale del consumatore. Il visual design efficace è un investimento strategico per accrescere il valore di ogni specifico vino e dell’azienda. IN QUESTI ANNI LA BOTTIGLIA È DIVENTATA PIÙ SEMPLICE, LINEARE, DICIAMO VINTAGE O RICCA E AFFASCINANTE? Sia l’una che l’altra cosa, la diffusione, non solo commerciale, ma anche culturale del vino, si è enormemente ampliata e di conseguenza anche l’offerta di nuovi prodotti. Si è quindi esteso lo spazio nell’ambito del design visuale per poter interpretare questo elemento. Anche in questo caso il fascino e il design della bottiglia devono convergere con la massima attenzione per valorizzare il prodotto e corrispondere alla filosofia dell’azienda e ai messaggi che intende trasmettere. Nel caso di Gorgona, era un messaggio sociale ma anche volto a evidenziare la magnificenza dell’isola. LA STESSA COSA SI AVVERTE ANCHE PER LE ETICHETTE? Certo, un’importante parte del nostro lavoro è il continuo aggiornamento e la continua ricerca che facciamo per conoscere, approfondire e padroneggiare i nuovi materiali e le nuove tecniche di lavorazione, le nuove carte, come quella che abbiamo cercato per Gorgona, gli inchiostri, i rilievi le resine e le moltissime novità che il continuo progresso tecnologico e industriale ci mette a disposizione. Per noi è importante avere lo sguardo rivolto al futuro senza perdere il feeling con la tradizione per interpretare al meglio ogni lavoro.
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Esperti in stampa, con la passione per l’arte che rappresenta. In un mondo sempre più digitale, la stampa acquista sempre più valore fisico e simbolico, si eleva e comunica non solo visivamente. Da oltre 35 anni, dedichiamo alla stampa la nostra passione, l’esperienza, la sperimentazione di nuove tecniche, per produrre emozione in ogni prodotto che realizziamo.
Come echi che a lungo e da lontano tendono a un’unità profonda e buia... i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi... CH A R L E S B A U D E L A I R E
SINES TESIE QUOTI DIANE di M A S S I M O
C A I A ZZO
S I N E S T E S I E
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colori e gli odori hanno sempre determinato la qualità delle risorse alimentari, rivelandone la potenziale tossicità o lo stato di conservazione. In particolare nella specie umana, la vista svolge una funzione strategica per la sopravvivenza, veicolando gran parte delle informazioni che riceviamo dall’ambiente circostante. Infatti, da quando i nostri progenitori hanno assunto la posizione eretta, il nostro campo visivo è divenuto più ampio ma, al tempo stesso, l'efficacia dei recettori olfattivi – rispetto a quella di altri mammiferi – è stata limitata dalla loro maggiore distanza da terra. I colori non solo hanno la funzione di evidenziare informazioni determinanti – come ad esempio, la maturazione di un frutto che si differenzia dalle foglie con colori più o meno intensi o per dare avvio al corteggiamento animale come nel caso della ruota del pavone o della gola rossa della fregata – ma incidono anche sulla percezione della temperatura, del volume, del peso, del trascorrere del tempo e del rumore. La visione cromatica dell’essere umano ha quindi la capacità di attivare una sorta di “segnaletica intuitiva” che, interagendo con i segnali olfattivi e acustici, restituisce una percezione d’insieme dove esperienza e istinto si fondono. 1
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Le aree sensoriali del cervello - l’interazione tra i sensi è determinante per elaborare le informazioni trasmesse dai nostri recettori
Rappresentazione simbolica della sinestesia presso gli Egizi
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Rappresentazione Aristotelica dei 7 pianeti associati a 7 colori e 7 note.
lla fine del secolo scorso, studi condotti nell’ambito della neuro-fisiologia hanno evidenziato che quando uno stimolo raggiunge il nostro cervello, si attivano contemporaneamente più aree sensoriali, confermando che i nostri cinque sensi, pur essendo autonomi, sono strettamente collegati tra loro. Questa simultaneità percettiva si definisce sinestesia – dai termini greci συν (insieme) e αισθησισ (percezione). La “percezione sinestetica” dipende dalla facoltà dei nostri recettori di trasmettere informazioni al cervello e dalla sua capacità di rielaborarle in una sensazione unitaria. 2 Il fenomeno della sinestesia ha sempre affascinato l’umanità. A partire dagli Egizi che enumeravano sei sensi - tra i quali il più importante era il pensiero - passando per gli antichi Greci che in base alle teorie di Aristotele associavano ai sette pianeti
una scala di sette colori e sette note. E ancora oggi, la sinestesia rappresenta uno dei più avvincenti temi di sperimentazione, sia in ambito umanistico che scientifico. 3 Nel medioevo si diffondono in Europa i manuali miniati di medicina redatti sulla base dei trattati arabi. Il Tacuinum sanitatis casanatensis, uno dei più conosciuti, descrive come il vino appaga i nostri cinque sensi: il gusto, la vista, l’olfatto, il tatto (che ne definisce il corpo) ed infine anche l’udito nel momento del brindisi. Esperimenti condotti da varie associazioni internazionali di sommelier, dimostrano quanto il colore sia determinante nella definizione della qualità del vino. Infatti le cosiddette degustazioni bendate hanno ingannato anche esperti sommelier che hanno confuso prestigiose riserve con vini economici venduti in brick o addirittura vini rossi con i bianchi. 4
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La mescita del vino, tavola miniata tratta dal Tacuinum sanitatis casanatensis, XIV secolo (Biblioteca Casanatense codex 4182).
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el Cinquecento, il pittore Giuseppe Arcimboldo, secondo quanto riportato dallo storico don Gregorio Comanini, indaga le musicali consonanze dentro i colori e, partendo dal sistema pitagorico delle proporzioni armoniche, mette in relazione i gradi della scala musicale e la luminosità dei colori. 5 Nei dipinti allegorici di Hans Von Aachen, i baci, le carezze, gli sguardi, i sussurri e il profumo della pelle coinvolgono i cinque sensi nella sinestesia dell’amore. 6 Nel Seicento, Isaac Newton colloca le sette note musicali in prossimità di ciascuno dei sette colori dello spettro ordinati in sequenza nel cerchio cromatico. 7
Giuseppe Arcimboldo, Ritratto di Rodolfo II, 1590
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Hans von Aachen, I cinque sensi dell‘amore, circa 1560
7
Isaac Newton, Cerchio Cromatico, 1672
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L’abate Athanasius Kircher rappresenta l’armonia della nascita del mondo come la musica di un organo cosmico con sette canne colorate, ciascuna delle quali corrispondente a un giorno della creazione e scrive: “Se durante un concerto avessimo la possibilità di osservare l’aria, mentre vibra simultaneamente influenzata dalle voci e dagli strumenti, con grande stupore vedremmo colori organizzarsi e muoversi in essa”. Il filosofo inglese John Locke racconta addirittura di un cieco che sente e tocca i colori, dimostrando per primo come il fenomeno della sinestesia possa essere l’effetto dell’adattamento a limiti fisici come quelli causati da danni alla corteccia visiva. 8
Caricatura di Louis Bertrand Castel mentre suona il Clavicembalo Oculare, circa 1750
8
Athanasius Kircher, Harmonia Nascentis Mundis tavola tratta dalla Misurgia Universalis, 1650
Wassily Kandinsky, Composition VIII, 1915
N
el Settecento, il padre gesuita e matematico Louis Bertrand Castel inventa il Clavicembalo oculare, un curioso strumento che quando viene suonato, fa apparire i colori su piccoli pannelli impostati in base a una correlazione tra scala musicale e spettro cromatico. Egli stesso lo descrive così: “Clavicembalo per gli occhi con l’arte di pitturare i suoni, e ogni sorta di pezzi musicali”. 9 Nell’Ottocento, l’eclettico scienziato Francis Galton cita casi di “confusione sensoriale” da parte di persone che sentendo un suono vedono simultaneamente un colore.
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I
l chimico George Field collega i colori alla scala musicale in base ad un “Sistema Universale di Filosofia Analogica” basato sulla triade suddivisa in colori primari, secondari e terziari. 10
George Field, tavola sulle analogie tra suono e colore tratta da Chromatics or The Analogy, Harmony, and Philosophy of Colours, 1817
Nel Novecento, il pittore Wassily Kandinsky associa a ciascun colore un suono e scrive: “In generale il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle molte corde. L’artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana”. 11
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I
l pianista russo Alexander Scriabin, partendo dal presupposto che l’orchestra è per il direttore come la tavolozza per il pittore, propone un proprio sistema di associazioni tra note e colori. 12 E in effetti in musica si parla proprio di scala cromatica anche se in realtà trovare una corrispondenza oggettiva tra suono e colore è impossibile, per il semplice motivo che le sette note non sono l’essenza della musica ma semplicemente una convenzione per scriverla mentre la luce bianca nasce proprio dalla sovrapposizione delle sette lunghezze d’onda dei colori dello spettro solare. Alexander Scriabin, Clavier Lumière, 1911
The Dukes of Stratosphear, copertina del disco 25 o’clock, 1987
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egli anni sessanta e settanta, si intensificano le ricerche sulla simultaneità percettiva che si manifesta anche a seguito dell’assunzione di droghe allucinogene come l’LSD, sostanza che caratterizzò le esperienze psichedeliche di vari pittori e musicisti. Nel suo libro L’arte del Colore, Johannes Itten cita il seguente aneddoto: “Un industriale invitò a cena un gruppo di dame e signori. Gli ospiti furono accolti da gradevolissimi odori di cucina che facevano pregustare un piatto da buongustai. Ma quando la gaia brigata si riunì intorno alla tavola imbandita di raffinatissimi cibi, il padrone di casa accese una luce rossa. La carne sui piatti si colorò di un bel rosso, apparendo freschissima, ma gli spinaci apparvero neri, le patate di un rosso brillante. La sorpresa fu generale, ma la luce si mutò subito in blu, e l’arrosto sembrò stantio, le patate marce. Gli ospiti persero del tutto l’appetito. Poi si accese una luce gialla, il vino rosso prese l’aspetto di un olio scuro e i commensali divennero giallastri come cadaveri; alcune signore particolarmente sensibili si alzarono e lasciarono precipitosamente la sala da pranzo. Nessuno fu capace di mangiare, benché tutti capissero che le strane sensazioni erano soltanto provocate dalle luci colorate. Ridendo l’anfitrione riaccese la luce bianca e subito a mensa tornò il buonumore”. 13
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John Singer Sargent, Le verre de porto (A Dinner Table at Night), 1884
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La percezione è dunque il risultato della convergenza di diversi stimoli sensoriali che confluiscono in una sensazione unitaria, positiva o negativa, che è determinante nella formulazione del nostro giudizio. In particolare, nel rapporto tra colore e gusto, vi sono sorprendenti scoperte che confermano quanto la vista possa influenzare la percezione dell’odore e del sapore di un cibo. 14
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na ricerca condotta presso l’università dell’Arkansas, nel 2014, ha dimostrato come il blu possa attenuare l’appetito. Ai 112 partecipanti all’esperimento, divisi in varie stanze illuminate con diverse luci (bianca, gialla e blu) non venne servita la cena. Il mattino seguente quando fu portata la colazione, nonostante il cibo fosse giudicato da tutti saporito, si riscontrò che chi aveva fatto colazione nella stanza con la luce blu aveva mangiato di meno. I ricercatori hanno sottolineato che i risultati dell’esperimento erano conseguenza del fatto che il blu è un colore poco presente nei cibi e sin dalla preistoria ha indicato risorse alimentari potenzialmente tossiche o deteriorate. Sempre nel 2014, un esperimento fatto all’Università Politecnica di Valencia ha evidenziato quanto il colore del contenitore dove sono serviti cibi e bevande possa influire sul gusto e sull’aroma. La stessa cioccolata servita in tazze di diverso colore veniva percepita da 57 volontari in modo differente: i partecipanti ritenevano che il sapore di quella servita nelle tazze di colore arancione o crema era migliore. 15
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nche il colore dell’ambiente influenza la percezione del sapore. Un team di ricercatori dell’Università di Oxford ha fatto assaggiare lo stesso whisky in tre ambienti di colore diverso. Nel primo dominava il verde delle piante e nell’aria vi era l’odore di erba tagliata. Nel secondo, i rossi profondi dell’arredo dalle forme tondeggianti davano una sensazione di morbidezza e nell’aria si avvertiva un profumo dolce. Infine, il terzo ambiente era marrone, interamente realizzato in legno, e nell’aria vi era un profumo di legno con il sottofondo sonoro dello scoppiettio del fuoco. Nonostante i partecipanti fossero consapevoli di aver bevuto il medesimo whisky, giudicarono diverso il suo sapore in base agli ambienti, definendolo di volta in volta “erboso”, “dolce” o “boisè” (legnoso) e preferendo all’unanimità quello bevuto nella stanza dove dominava il legno. 16 Un’altra ricerca condotta sempre dall’Università di Oxford, ha dimostrato invece quanto il sapore sia influenzato dalla percezione acustica dell’ambiente. Ai partecipanti veniva richiesto di mangiare una caramella in stanze con differenti sonorità: la stessa caramella era percepita più o meno dolce se gustata in ambienti dove venivano diffusi suoni acuti o bassi. Henri Brispot, Un Gourmand, 1928
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Gerrit van Honthorst, Allegro violinista con bicchiere di vino, 1623-1624
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ecenti scoperte della genetica hanno infine evidenziato che la percezione sinestetica nella maggior parte dei casi è congenita e si presenta spesso all’interno della stessa famiglia. Questo significa che tra i consanguinei di Paolo Basso – vincitore a Tokyo nel 2013 del titolo di Miglior sommelier del mondo – potrebbero esservi altri portentosi sinesteti del vino, molto probabilmente di sesso femminile, visto che una recente ricerca statistica ha dimostrato che questo straordinario talento è sei volte più comune nelle donne. 17 Solo il sinesteta puro può cogliere il senso più profondo dell’unità dei sensi. Infatti, le associazioni non sono sovrapponibili; è possibile sentire un odore e associarlo a un colore, ma non per questo vedendo quello stesso colore associarlo al medesimo odore.
PROGETTISTA E CONSULENTE DEL COLORE: LA PROFESSIONE DEL FUTURO IACC-Italia, Associazione Italiana dei progettisti del colore, rappresentanza italiana di IACC International Color Consultant Association, certifica la formazione dei progettisti del colore. Dal 23 al 29 giugno 2016 a Milano, presso la Scuola Politecnica di Design si svolgerà un seminario (4 modulo del 3° biennio formativo) rivolto a chi desidera accostarsi al tema del colore nella progettazione o approfondire le conoscenze sull’argomento. Il seminario è aperto anche da chi non ha frequentato i primi 3 moduli. Saranno sviluppate tematiche relative al colore nelle città, nella progettazione di case di riposo, nella psicologia applicata al marketing e nella comunicazione d’impresa. I docenti sono di altissimo livello e tutti di fama internazionale: Edda Mally, Massimo Caiazzo, Lia Luzzatto, Stephanie Gurk, Giovanni Brino.
PER INFORMAZIONI: www.iacc-italia.org | segreteria@iacc-italia.org | Tel. +39 327 1710228
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Il sommelier italo-svizzero Paolo Basso
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VULTURE: L’ETICHETTA CHE NARRA DI TERRITORIO, STORIA E LETTERATURA Luxoro presenta etichetta e packaging per una selezione esclusiva di Aglianico del Vulture Re Manfredi, dove design e colori traggono ispirazione dal territorio di provenienza, dalla storia e dalla cultura italiana
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arà la 50ma edizione di Vinitaly il palcoscenico sul quale Luxoro, agente e distributore esclusivo per l’Italia del Gruppo Kurz, presenterà l’etichetta VULTURE, destinata a vestire una selezione esclusiva di Aglianico del Vulture della Cantina Re Manfredi, del Gruppo Italiano Vini (GIV). Il Vulture è uno dei territori fra i più antichi nel panorama enologico italiano e l’Aglianico ha iniziato a fare la sua comparsa nelle classifiche internazionali. “Con VULTURE”, afferma Jana Kokrhanek Amministratore Delegato di Luxoro, ”abbiamo voluto impreziosire uno dei vini più rappresentativi della zona, dando maggiore rilievo al territorio e, in particolare, al vulcano, rappresentandolo nel suo elemento più profondo, disegnando un visual provocatorio che fosse anche industrializzabile”. Quest’anno l’etichetta è stata progettata dall’agenzia Domino Communication, che ha affrontato il lavoro abbandonando l’estetica classica,
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ricca di riferimenti araldici e storici, preferendole un percorso evocativo, arricchito dall’applicazione tecnica e pregiata della nobilitazione, ispirato maggiormente al “terroir” per dirla alla francese. Il concept, infatti, s’ispira agli elementi naturali del nostro pianeta-madre, alla terra, al fuoco delle sue viscere e al vulcano, il creatore del territorio di provenienza di questo vino. Il richiamo al Vulture è spiccato, evidente, rappresentato dalle “scie di fuoco” che colpiscono immediatamente l’osservazione e che pare si muovano, scavando, come nella realtà, alla ricerca di una via di fuga,
to il compito di rendere ancor più avvolgenti le “scie di fuoco”. Rilievi, incisioni e nano-incisioni, realizzate grazie l’uso dei cliché h+m, pregevoli opere d’arte in miniatura, conferiscono matericità e tattilità al soggetto, che ne impreziosiscono ulteriormente l’impatto estetico. La bottiglia è contenuta in un packaging che riprende il design dell’etichetta, a voler rafforzare il legame con il territorio di provenienza del vino, e che propone, su uno dei lati esterni, contenuti narrativi con riferimenti storici e letterari che legano Re Manfredi di Svevia alla cultura e alla tradizione del nostro Paese.
SPECIFICHE TECNICHE FOIL E LAVORAZIONI EFFETTUATE SULL’ETICHETTA VULTURE: › Luxor® 414; Luxor® 428 › Cliché: Hinderer + Mühlich GmbH & Co. Kg – a member of Kurz Group › Carta: ArjoWiggins Curious Collection 90 gr. autoadesiva
alla ricerca della luce. La nobilitazione, sempre studiata da Domino Communication in stretta collaborazione con gli specialisti della Luxoro, svolge un ruolo chiave nella drammaturgia stilistica comunicata dall’etichetta. Ai foil, alla gamma cromatica scelta, Luxor® 414 per il rosso, Luxor® 428 per l’oro, applicati con tecnologia a caldo, è affida-
La produzione dell’etichetta è stata affidata a Tipografia Valdostana, per la stampa offset in quadricromia, e a Grafimont per la stampa a caldo e il rilievo a secco. Tipografia Valdostana ha prodotto anche il packaging esterno, dove è stata ripresa la grafica dell’etichetta per creare un imballaggio suggestivo, prezioso, decisamente d’avanguardia.
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POZZOLI FLAT BOX™, LA SCATOLA ABBATTIBILE MADE IN ITALY CALECO®, DI PUSTERLA 1880, INNOVA IL CONCETTO DEL TERMOFORMATO Le produzioni di termoformati prevedono oggi l’utilizzo di una gran quantità di materie plastiche, spesso accoppiate con il cartone mediante incollatura, che offre al prodotto una superficie grafica più allettante, che risultano però difficilmente separabili alla fine del ciclo di vita e quindi non riciclabili. In genere inoltre ogni termoformato viene prodotto esclusivamente per un cofanetto e qualora si decidesse di cambiare i prodotti, o anche solo la loro disposizione al suo interno, o ancora la forma del cofanetto, il termoformato deve essere completamente rifatto con un nuovo stampo e i costi considerevoli che questo implica. In Pusterla 1880 non sono insensibili al tema e hanno pensato bene di sviluppare un’interessante alternativa: Caleco® è il brevetto introdotto lo scorso anno e presentato in Cosmopack di marzo. Caleco® è una soluzione cartotecnica che riduce significativamente la quantità di materia plastica necessaria amplifican-
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done la capacità comunicativa. L’accoppiamento plastica-cartone non avviene per incollatura ma per incastro, rendendo così i materiali facilmente separabili e dunque riciclabili. Il sistema consente la realizzazione di singoli termoformati per ogni singolo prodotto, agganciabili al supporto in cartone, lasciando molta libertà di posizionamento dei prodotti all’interno dei cofanetti resi molto più facilmente modulabili o personalizzabili a seconda delle campagne marketing, pur uniformando il formato dei cofanetti. Tutte queste caratteristiche portano vantaggi economici ma anche una maggior flessibilità in termini di organizzazione di produzione o di organizzazione di surplus produttivi senza precludere alcunché in termini di capacità comunicativa.
Il valore di un’innovazione di prodotto si misura dai benefici e dai miglioramenti che la sua adozione determinano, senza che ciò comporti costi aggiuntivi o oneri economici e sociali. Questi i presupposti alla base della ricerca innovativa in Pozzoli Spa che in occasione di Cosmopack ha presentato Flat Box™, una scatola abbattibile innovativa, interamente frutto del design e delle abilità progettuali ed esecutive dell’azienda lombarda. Da sempre, nel packaging Pozzoli si uniscono estetica, funzionalità e rispetto per l’ambiente, richieste non sempre compatibili con le esigenze del packaging di lusso per il mondo Retail. Pozzoli Flat Box™ è innanzitutto una soluzione vantaggiosa per gli operatori del retail in quanto permette di ridurre spazi e costi di stoccaggio nei punti vendita senza rinunciare a una struttura solida e alla cura del particolare. Estremamente facile al montaggio, il packaging risulta rigido con angoli ben squadrati privo di antiestetici tagli a vista del cartone. Il sistema, brevettato, consente la stampa in alta qualità sia con supporti standard che speciali e accoppiati a film argento, effetto perlescente, effetto legno etc. Consente di conseguenza un’ampia gamma di finiture e nobilitazioni (rilievi, microincisioni, vernici serigrafiche etc.), ma è allo stesso tempo ecologica, in quanto totalmente riciclabile (quando realizzata in carta e cartone che su richiesta possono essere certificati FSC e PEFC), contribuendo pertanto alla riduzione del carbon footprint.
www.pozzolispa.com
www.pusterla1880.com
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PER LA “RISERVA DEL CENTENARIO” DEL VECCHIO AMARO DEL CAPO, DISTILLERIA CAFFO SI AFFIDA A GRAFICA METELLIANA Prodotto in occasione del centenario della distilleria Caffo, il pack che accompagna Vecchio Amaro del Capo, Riserva del Centenario, è stato progettato per esprimere, a livello sensoriale, morbidezza e forza, classe ed eleganza, per soddisfare gli intenditori più esigenti. La grafica richiama le antiche botti di rovere nel quale il prodotto matura il suo carattere e le sue qualità, mentre il disegno di Capo Vaticano, romanticamente re-illustrato nello stile a china, riprende lo stile dell’etichetta del prodotto. Una produzione limitata, in una nuova bottiglia ma soprattutto in una confezione progettata per l’occasione dallo studio grafico Elle17 e prodotta da Grafica Metelliana S.p.A. che ha realizzato un astuccio in cartoncino teso da 270 grammi, accoppiato con cartone ondu-
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lato, stampato a 4/0 sull’intera superficie impreziosita con vernice di nobilitazione in argento tramite tecnologia Scodix UV. Prima della verniciatura è stato plastificato in soft touch per dare una sensazione tattile immediatamente distintiva.
www.graficametelliana.it
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Esistono tante realtà quante se ne possono realizzare. In Polyedra lo stesso vale per le soluzioni: solo immaginando nuove forme di noi stessi continueremo ad offrire ai vostri progetti nuove interpretazioni. La materia non ha più importanza. Ciò che conta sono le idee, quelle con cui cambieremo il futuro, e noi saremo qui per realizzarle. Rendendole infinitamente possibili. Da sempre, Polyedra è leader nell’offerta di soluzioni innovative per i settori print, sign&display e packaging. E da oggi per qualsiasi settore riusciate ad immaginare. PRINTLOVERS | APR2016
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TONUTTI TECNICHE GRAFICHE STAMPA LE ETICHETTE DELLA PACE
Quali perfezionisti innamorati della carta, abbiamo creato una nuova qualità naturale nella gamma Munken Design, per ampliare il tuo universo di idee. Grazie alla tonalità ultra-bianca Munken Kristall rende tridimensionale l’immagine con un marcato contrasto tonale ed una sensazione di naturalezza. La scelta perfetta per quei progetti che mirino ad un’espressione sicuramente elegante. Scopri la tonalità preferita della gamma su: arcticpaper.com
Uve bianche e rosse appartenenti ai cinque Continenti – Sirah, Tulilah, Shurrebe, Pedral e Maizy, Marzemino, Terrano, Merlot, Gamay e Ucelut – tutte coltivate assieme in nome dei valori di convivenza pacifica fra i popoli . È questo il progetto nato nel 1983 dai produttori di Cormòns, denominato Vino della Pace. Nasce da questo stesso intento anche il desiderio di produrre un’etichetta d’arte capace di custodire il messaggio di pace e di fratellanza dei prodotti. Tantissimi ne-
gli anni gli artisti che si sono succeduti nella creazione delle etichette: Enrico Baj, Mimmo Rotella, Dario Fo, Arnaldo Pomodoro, Emilio Vedova, Fernando Botero, Yoko Ono. Tonutti Tecniche Grafiche si è occupata di stampare le etichette firmate dai grandi nomi dell'arte. Ciascuna etichetta è stata stampata in modo unico utilizzando lavorazioni di altissimo pregio come passaggi multipli di lamine, rilievi concavi e convessi, vernici e colori a caldo.
Arctic PAPer info -it@ArcticPAPer.coM
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Venezia, Gallerie dell’Accademia A cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Giulio Manieri Elia
ALDO MANUZIO: IL RINASCIMENTO DI VENEZIA Un affascinante viaggio tra le opere d’arte prodotte nella Venezia di Aldo Manuzio (1449-1515), alla scoperta di un genio del nostro Rinascimento, che fu editore, umanista, maestro tipografo, uomo di raffinata cultura. Un uomo al quale si devono grandi invenzioni: il corsivo, il formato tascabile del libri, la spaziatura, l’allineamento dei caratteri, l’attenzione filologica ai testi, l’impiego di carte speciali, le eleganti legature e non solo. Si deve a Manuzio la stampa di oltre cento edizioni di una bellezza senza pari. Irraggiungibili. Manuzio è stato anche il primo grande editore moderno. Sfruttando l’imponente rete logistica di Venezia, rese disponibili al pubblico degli studiosi i grandi classici della cultura greca e latina, i libri ebraici e i testi italiani della nuova letteratura in volgare. Fu grazie a lui che uno straordinario universo di idee si diffuse, e artisti come Lorenzo Lotto, Tiziano, Giovanni Bellini, Giorgione, Giulio Campagnola, Carpaccio cominciarono a esprimere un nuovo sguardo sulla natura. ‘Aldo Manuzio: Il Rinascimento di Venezia’ affronta questa svolta irripetibile della cultura europea. La mostra è alle Galleria dell’Accademia di Venezia fino al 19 giugno. Sono esposti 100 tra dipinti, sculture, incisioni e rarissime edizioni.
Hypnerotomachia Poliphili è il libro illustrato più celebre e raffinato di Aldo Manuzio con fantasiose xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon.
FEDRIGONI E FABRIANO: SPONSOR DELLA MOSTRA Con il sostegno di Fedrigoni e Fabriano si consolida il legame indissolubile tra la carta e la stampa, dalle origini a oggi. È un supporto di duplice natura quello offerto dalle due aziende del Gruppo, che prevede da un lato la fornitura della carta, la Symbol Tatami Fedrigoni, su cui sono impresse le immagini delle opere d'arte che compongono il catalogo, dall'altro la creazione di un percorso didattico che, a corredo della mostra, prevede un fitto calendario di appuntamenti dedicati alla scoperta dei segreti del libro. Bartolomeo Veneto, Ritratto di donna, Francoforte, Städel Museum
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QUANDO GLI EXTRA VERGINI VESTONO BENE Italia e Spagna tra i vincitori del concorso internazionale Olio Officina - Le forme dell’olio 2016, terza edizione.
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l concorso sul packaging e l’abbigliaggio organizzato da Olio Officina, si è imposta all’attenzione l’azienda abruzzese Olearia Fratelli De Cecco, nell’ambito della categoria regalistica, mentre, per gli oli da scaffale e canale Horeca, il primo posto se lo aggiudica l’azienda iberica Casas de Hualdo. Premio speciale alla linea commerciale per l’azienda sarda Domenico Manca-San Giuliano, mentre, per l’originalità stilistica, assegnato a una edizione limitata di Mia Italy da Spello, in Umbria. Una menzione per il valore sociale ed educativo, infine, all’olio “Secolare” dell’azienda agricola Sorelle Barnaba di Monopoli.
PREMIO SPECIALE LINEA COMMERCIALE
MENZIONE PER IL VALORE SOCIALE ED EDUCATIVO SECOLARE Az. Agr. Sorelle Barnaba Monopoli (Bari)
BIO, FRUTTATO, L'ORIGINALE Domenica Manca Spa Alghero (Sassari)
CATEGORIA: REGALISTICA
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L’OR VERT Soc. Agr. Federica Cerrati Ferrari Lecce
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AUTENTICO LE FERRE’ Le Ferre Srl Castellaneta (Taranto)
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GIULIVO Olearia Fratelli De Cecco Srl Fara San Martino (Chieti)
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SENSACIONES DEL MEDITERRANEO Señoríos De Relleu, S.l. Alicante – España
LORENZO Manfredi Barbera & Figli Palermo
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CATEGORIA: OLI DA SCAFFALE E CANALE HORECA CASITAS DE HUALDO Casas De Hualdo S. L. Madrid – España
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CASE DI LATOMIE, BOTTIGLIA SABINA Az. Agr. Antonino Centonze Castelvetrano (Trapani)
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The easy and effective Brand
VU' Frantoi Del Vulture Srl Venosa (Potenza)
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OLIO D'AUTORE Frantoio Oleario D’orazio Srl in collaborazione col pittore Luca Alinari Conversano (Bari)
MURAIOLO LIMITED EDITION Mia Italy Di Monia Caneschi Fontemonte – Spello (Perugia) PREMIO SPECIALE ORIGINALITÀ STILISTICA
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Rey ha creato una gamma di carte per l’ufficio per rispondere a tutte le esigenze di stampa. Siamo sempre alla ricerca di nuove idee per offrire al consumatore prodotti e soluzioni facili da usare.
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LOOKtheBOOK IL VOLUME GIOIELLO DI PIXARTPRINTING Stampato in offset con rilegatura bodoniana, LOOKtheBook ha un formato quadrato (21x21 cm), la copertina bianca e nera è in cartoncino colorato. Il cofanetto è in cartoncino nero SBS 550g plastificato. Le pagine interne sono stampate su carta Extraprint 160g, impreziosite da nobilitazioni: stampa braille, inserto trasparente in GSK, stickers.
Sono ormai tante le attività content sviluppate da Pixartprinting, leader europeo nell’Upload&Print, tra cui spicca il blogazine Pixarthinking nato con l’obiettivo di creare un legame con gli utenti del mondo internet e diffondere la cultura dei prodotti stampati, insinuandosi in quell’incrocio di saperi (l’arte, il design, il cinema, la letteratura, il teatro) ai quali l’azienda attinge come risorse immaginative per la sua offerta di prodotti stampati. Da qualche mese Pixarthinking esce in un nuova versione e vuole essere, come scrive provocatoriamente nel suo editoriale il direttore Mattia Coletti “un magazine sofisticato per borderline”, dove si indaga il lato insolito e surreale di molti temi d’attualità, soprattutto “cose singolari nate” spiega Coletti “nella periferia dell’impero culturale, e meritevoli di maggior luce”. IDEE PER CREARE Ultimo, apprezzatissimo frutto tra le tante iniziative culturali dell’azienda di Quarto d’Altino è LOOKtheBook, primo volume di una collection ispirazionale destinata a designer, grafici, creativi, presentato al Propeller Party, il 14 marzo alla Cascina Cuccagna di Milano . Ricco di immagini, idee, suggestioni, LOOKtheBook è un volume illustrato finalizzato al
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piacere dello sguardo, una pubblicazione scintillante di idee, da cui è possibile estrarre forme, essenze, linguaggi. SFUMATURE DI BELLEZZA Come è nato il libro? “Abbiamo voluto ripercorrere le tappe più interessanti toccate dal blogazine nel corso del suo primo anno” racconta Cristina Cortellezzi, che lo ha ideato come Direttore editoriale, e ne ha seguito passo per passo la realizzazione “lo abbiamo fatto per raccogliere e ricomporre una galleria di immagini e di testi che, tutti insieme, potessero offrire al nostro pubblico un grappolo di stimoli e di suggestioni visive”. VIAGGIO NELLA CREATIVITÀ Come lo ha strutturato? “Il viaggio del libro si apre con Paperlove, sezione dedicata al mondo della carta, prosegue con Creativity, dove abbiamo raccontato i progetti che ci hanno fatto innamorare. Seguono i capitoli Trend e Innovation, e infine il libro si chiude con il capitolo Back to the future dove abbiamo inserito le forme espressive che riemergono ciclicamente dal passato, tornando attuali.” Non solo una raccolta di contenuti, LOOKtheBook è anche un volume che contempla pagine speciali, che invitano il lettore a personalizzare la propria copia.
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ALCHIMIE CON LE CARTE FAVINI Favini ha partecipato al progetto “Alchimie, opere nell’incontro tra impresa e arte”, promosso dalla Regione Veneto e da Confindustria, in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa, che ha visto lavorare insieme artisti del triveneto e aziende del territorio con l’obiettivo di creare una partnership creativa. Dal 18 marzo al 1 maggio, le sale di Palazzetto Tito ospiteranno l’esposizione delle opere. “Una linea del tempo“, il progetto di Maria Morganti nasce dall’idea di mettere in relazione il processo creativo dell’artista con quello della cartiera. Maria Morganti ha chiesto di prelevare 40 diversi tipi di “pasta” durante la prima fase della produzione della carta, e dalla manipolazione delle
paste colorate ha creato le sue opere. La carta utilizzata è stata Remake, nata dal riciclo creativo dei sottoprodotti della filiera della pelletteria. Ultima nata in casa Favini tra le carte che utilizzano materiali alternativi alla cellulosa, Remake dà nuova vita ai residui di lavorazione del cuoio, consentendo una riduzione del 25% di fibra vergine di cellulosa. “Le nostre carte grafiche sono da sempre utilizzate dai creativi di tutto
il mondo come fonte di ispirazione – ha dichiarato Eugenio Eger, ad di Favini – ma in questo caso l’artista non si è limitata a conoscere il nostro prodotto, ma ha utilizzato per la sua opera il materiale da cui le nostre carte nascono, un prodotto grezzo che si è trasformato in una fonte di ispirazione. Per noi – ha aggiunto – è un’esperienza diversa, che ci ha fatto sentire davvero coprotagonisti di un processo creativo”.
La carta Favini usata per il progetto 'Alchimie' è Remake, che contiene il 25% di residui di lavorazione del cuoio e della pelletteria in sostituzione di cellulosa di albero.
DIGITAL FABRICATION PER FABRIANO La carta UNICA di Fabriano è entrata come protagonista del progetto Visual Making, esperienza di sperimentazione grafica condotta all’interno del FabLab milanese Opendot, la community di designer, artisti e illustratori che, nel corso di tutto il 2015, ha lavorato sulle potenzialità di integrazione tra digital fabrication, grafica e stampa artistica artigianale. Obiettivo: testare processi innovativi per la produzione di matrici adatte a varie tecniche di stampa artigianale: calcografia, tipografia e serigrafia. L’operazione ha permesso di creare un archivio di immagini che suggeriscono nuove tecniche e nuovi effetti. Sono state realizzate 12 matrici di diversi materiali (legno, linoleum, plexiglass metallo) e 24 stampe, realizzate artigianalmente su carta Fabriano UNICA. Il percorso espositivo, che si è
concluso il 17 marzo 2016, curato da dotdotdot, ha ripercorso tutte le fasi del progetto: dall’archivio delle sperimentazioni alle matrici realizzate, fino al manuale di istruzioni stampato su carta Fedrigoni Freelife 100% ecologica in formato componibile, con la possibilità di assemblare le pagine da conservare.
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FOOD DESIGN ALL’ITALIANA È il primo libro tutto italiano che affronta il tema del food design in tutta la sua complessità, dall’ideazione del prodotto alla produzione, dalla distribuzione alla comunicazione e al consumo. L’autore, Alberto Bassi, insegna all’Università Iuav di Venezia, e nei Corsi di laurea in Design dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Il volume propone 80 prodotti alimentari italiani ‘iconici’ come la Pizza margherita, il prosciutto
San Daniele, il formaggino Mio, il panettone Motta, il gianduiotto, il cornetto Algida, il Bacio Perugina, la caramella Golia, l’ovetto Kinder, la coppa del nonno, il gelato Magnum. Per ciascuno Bassi racconta gli aspetti progettuali – dall’ideazione dell’alimento alla sua forma, dal packaging alla comunicazione, alla pubblicità – senza perdere di vista il loro impatto sui consumi, ma anche il ruolo che hanno svolto le imprese.
Alberto Bassi, Food design in Italia. Progetto e comunicazione del prodotto alimentare 272 pagine, 340 illustrazioni, 2015 Electa Architettura
UN NUOVO LOOK PER LA PASTA AMATO Ha vinto il Bronze Award ai Pentawards 2015 il nuovo packaging del Brand Antonio Amato. A distanza di un anno e mezzo dall’acquisto che ha salvato il pastificio salernitano dal fallimento, Giuseppe Di Martino, il nuovo proprietario, presenta questo nuovo, scintillante packaging ispirato alle ceramiche dipinte a mano di Vietri. Firma il progetto la CBA, agenzia di Brand Design che fa oggi parte del Gruppo WPP, leader mondiale della comunicazione, con 11 sedi nel mondo. L’agenzia ha alleggerito il vecchio
marchio sia nella composizione grafica che tipografica, ripensando anche la palette dei colori istituzionali: il rosso, come espressione della passione e della spontaneità salernitane; il blu e i toni azzurri del mare Mediterraneo; il giallo della pasta. Tra non molto l’azienda procederà a ulteriori cambiamenti che prevedono un allargamento dell’offerta ai prodotti della Dieta Mediterranea, olio, farine, novità che saranno presentati al pubblico in occasione della fiera milanese Tuttofood.
HAPPYCENTRO FIRMA LE NUOVE CARAMELLE SABADÌ Finiscono tutte in ‘ella’ i nomi delle sei nuove caramelle Sabadì, che si chiamano infatti Stella, Marinella, Isabella, Gisella, Serenella, Didella. Biologiche, lavorate a mano con zucchero di canna, miele di zagara e oli essenziali. Sono prodotte da Sabadì, bottega artigianale conosciuta per la qualità del suo cioccolato realizzato con materie prime biologiche certificate provenienti da presidi Slow Food. Sviluppato in un formato pratico e funzionale, il packaging delle caramelle è stato affidato dal produttore all’agenzia Happycentro, studio di grafic design attivo dal 1998 a Verona. La confezione, illustrata anche
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all’interno, riporta come simpatici elementi narrativi sei bimbi-caramella che giocano con mandarini, limoni, pompelmi, maggiorana, zenzero, chiodini di garofano e tutti gli ingredienti delle caramelle. Design e illustrazioni sono di Anna Rodighiero, l’art direction è Federico Galvani.
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LE TEXTURE DI ICMA PER IL SETTORE DEI PREZIOSI 300 texture combinabili con 150 fra colori, goffrature, effetti visivi e tattili. Una gamma ricchissima quella delle sartorial paper© di Icma - azienda italiana specializzata nella lavorazione delle superfici di carta e cartoncino che oggi si propone anche al settore dell’alta gioielleria e degli orologi, l’universo forse più attivo nelle strategie di brand extention, operazioni che sempre più comportano un’allargamento dell’ offerta ad accessori e articoli complementari alle principali linee di prodotto. L’obiettivo è infatti quello di ‘coprire’
tutte le espressioni del lifestyle e dei valori che la marca esprime, mantenendo inalterati alcuni elementi identificativi. Un ruolo chiave in questo senso è svolto dal packaging, per il quale è necessario coordinare e assecondare i diversi utilizzi. A questa esigenza Icma dà oggi una risposta, con la gamma delle sartorial paper©, che offre ai brand del settore dei preziosi infinite declinazioni, possibilità, colori e soluzioni su misura. Uno sguardo ai nuovi cataloghi di Icma (www.icma.it) mostra le infinite combinazioni che si possono ottenere.
ARCTIC PAPER LANCIA MUNKEN KRISTALL Munken Kristall è una quarta tonalità ultra-bianca che entra nella gamma Munken Design, carte fini di alta qualità, proposte in 4 distinte nuance e 8 differenti combinazioni, tutte con la certificazione EU Ecolabel e FSCTM . Per ottenere il punto di bianco perfetto, capace di esprimere ciò che gli utenti percepiscono come bianco forte, Arctic Paper – uno dei produttori europei più importanti nel segmento delle carte fini per la grafica e l’editoria – ha concentrato le proprie ricerche nel produrre una brillantezza ottimale della carta, in linea con gli standard ISO e LAB. La combinazione delle due scale valori ha portato all’aspetto ‘naturale’ e al tempo stesso acceso di Munken Kristall, in grado di veicolare una percezione più marcata del bianco. L’introduzione di Munken Kristall risponde ad una richiesta del mercato di carte con un punto
PACKAGING PROTAGONISTA ALLA MILANO DESIGN WEEK Anche quest’anno il packaging si ritaglia una posizione di grande rilievo nell’ambito della Milano Design Week, uno degli eventi più importanti nell’ambito del design internazionale, che ha contribuito a consolidare il ruolo di Milano come capitale mondiale del design. I Best Packaging, concorrenti al contest Oscar dell'imballaggio 2016, organizzato da Istituto Italiano Imballaggio e Conai, sono in mostra a Milano in via Solferino 27, location situata nel cuore del Brera Design District dove hanno sede più di 80 design store permanenti, botteghe artigiane, gallerie d’arte, negozi, musei, l’Accademia di Belle Arti, la Pinacoteca, la Scala oltre a numerosi centri di divulgazione culturale e artistica. Tema di questa edizione dell’Oscar dell'imballaggio è l’ambiente. Nei giorni che precedono la premiazione, prevista il 15 aprile e ospitata nella sede del Corriere della Sera, si svolgono incontri sul tema del food packaging con designer e aziende. Prevista la partecipazione dell’agenzia CBA design con una case study sul food packaging, di Paolo Prossen con progetti di packaging per la moda e il lusso, di Warrant Group che affronta i problemi dei brevetti, di LCE che sviluppa il tema dell’eco design.
di bianco più acceso, esigenza cui Arctic Paper ha potuto dare una risposta dopo numerose consultazioni con designer di diversi Paesi. “Con Munken Kristall abbiamo trovato la gradazione di ultra-bianco ottimale, in perfetta armonia con gli altri componenti della famiglia: Munken Pure, Munken Lynx e Munken Polar” – ha dichiarato Conny Olsson, direttore tecnico di Artic Paper”. I prodotti della gamma Munken sono disponibili presso Polyedra.
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MARIYANA M. / shutterstock.com
Cosa significa comunicare il vino negli anni Dieci del 2000? Soprattutto, come lo si comunica in maniera efficace? Ecco qualche consiglio dalla viva voce degli esperti del settore.
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C O M U N I C A R E
di L O R E N Z O
Partiamo dal fatto che il vino non ha bisogno di essere fatto conoscere in sé, tutti sanno cosa sia il vino e inoltre non c’è ricerca e innovazione come, per citare l’esempio più estremo, nel settore dell’high tech. Il vino, anzi, richiama valori come la tradizione, il fare le cose ‘per bene’, ‘come una volta’ (anche se, in realtà, anche nell’agroalimentare le novità tecnologiche ci sono, eccome…). E allora, a parte le sensazioni di un bouquet particolare, che cosa devo comunicare, se più o meno tutti sanno cosa sia il vino? Bella domanda. Per rispondere, bisogna fare qualche osservazione su un mercato nel quale a grandi produttori si affiancano una miriade di cantine locali, e nel quale sempre più importanza riveste l’export.
T PAROLA D’ORDINE: TERRITORIO Chi si occupa di design e comunicazione legata al vino non ha dubbi: dal territorio. «Bisogna prima di tutto conoscere bene i territori, le cantine, la famiglie» sostengono Sara Mutti e Giacomo Bersanetti, dello studio SGA Wine Design di Bergamo. «Individuare i caratteri specifici di ognuna per distinguerla dai competitors. Vestire un vino vuol dire vestire una famiglia, entrare in empatia con delle persone, per trasformare il loro carattere in segno grafico. È necessario uno studio approfondito del vissuto della specifica cantina, bisogna indagare la sua storia, la produzione, il
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paesaggio. Tutto questo va poi “distillato” (metafora quanto mai adatta!) e trasformato in linee, colori, forme..». Il territorio: è questa la parola chiave, non solo per chi si occupa soprattutto di clienti di importanti dimensioni come SGA, ma anche per uno studio dedicato in massima parte alle piccole start-up come il bresciano DDue. Il titolare Daniele Bresciani, infatti, racconta: «Di questi tempi c’è stato un grande ritorno alla terra e al territorio, si sono investiti capitali nell’agricoltura, e il vino, insieme all’olio, costituisce da questo punto di vista un prodotto ad alto potenziale. Non solo: se prima le piccole cantine producevano conto terzi, ora commercializzano in proprio, valorizzano le peculiarità, cercano un’identità da comunicare e una nicchia di mercato da occupare. C’è una grande spinta verso la creazione di cose nuove, sia come ricerca di vini sempre più sofisticati (non nel senso di adulterati!), sia soprattutto come studio sull’immagine. Perché in fondo, il prodotto è quello, bene o male, da centinaia, migliaia di anni!». E allora nuovamente chi si fa
carico della comunicazione deve partire dallo studio del territorio, della cantina, della famiglia. È una sfida difficile. Come vincerla? «L’unica via» risponde Bresciani «è rifarsi ai valori dell’azienda: da lì parte tutto il lavoro di ricerca per individuare gli specifici attributi del brand, che diventano segni grafici.» Si tratta senza dubbio di un grande investimento di energie e tempo, che però è imprescindibile per ottenere alla fine un risultato soddisfacente, capace di emergere in mezzo a una concorrenza sterminata e spietata. «Conoscere a fondo l’azienda per cui si sta lavorando» ricorda Gianluigi Tobanelli, titolare dello Studio GT&P di Foligno, «serve anche a progettare un prodotto compatibile con la linea produttiva del cliente, il che consente di ottimizzare tempi e costi; l’etichettatura, per esempio, si inserisce all’interno della filiera produttiva: come posso fare un progetto grafico e tecnico realizzabile se non so con quali macchinari e con quali livelli di automazione, banalmente, sarà applicata sulla bottiglia?».
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E AL CENTRO… L’ETICHETTA Già, l’etichetta. Rimane ancora lei la regina della comunicazione del vino. Anche il produttore più piccolo e magari disattento chiede al suo grafico di progettargli “una bella etichetta”, perché lo sa: se in un’enoteca ciò che può influenzare la scelta del cliente è ancora il consiglio del venditore, nella GDO – canale di distribuzione sempre più importante – la lotta tra bottiglie affini per tipologia di prodotto e posizionamento di prezzo è condotta tutta ‘a suon di etichette’. Non si lesina sulle lavorazioni e le nobilitazioni, rimanendo per lo più nel campo del già collaudato: stampa a caldo e rilievo a secco la fanno da padroni, così come sempre più diffuso è l’uso di inchiostri UV e della stampa serigrafica, che trasmettono un chiaro senso di qualità del prodotto. «D’altronde l’evoluzione tecnologica, e in particolare il digitale, hanno reso più contenuti i costi di lavorazioni di grande effetto estetico, anche sulle basse tirature dei piccoli produttori, che possono così permettersi un’etichetta di gran pregio» racconta ancora Tobanelli. «L’etichetta è imprescindibile» sostiene Bresciani. «La bottiglia in tavola deve essenzialmente stare bene, fa parte di un’esperienza globale che è il piacere del pasto, la compagnia, il cibo, il vino… L’etichetta veicola un messaggio fondamentale, forse il 90% degli acquisti avviene proprio in base all’etichetta: quindi è importante che si
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l’idea di serigrafare una bottiglia di vino. Era una tecnica già ben nota, usata però solo nel comparto farmaceutico, e ci siamo detti: perché non sfruttarne il grande potenziale estetico? Ormai è una cosa usuale, il che ha portato allo sviluppo di nuovi inchiostri, materiali, ritrovati tecnici. E, cosa non indifferente, a un abbassamento dei costi, che è sempre frutto della ricerca tecnologica».
L faccia notare. Come? Bisogna sempre rinnovarsi, sempre fare ricerca.» Concordano Sara Mutti e Giacomo Bersanetti: «Noi lavoriamo a strettissimo contatto con i nostri fornitori, con chi stampa e nobilita le etichette e tutto ciò che creiamo: le nostre necessità progettuali non di rado li stimolano verso sfide innovative, alla scoperta di potenzialità tecniche inedite. È una sinergia continua tra diverse professionalità che alla fine produce sviluppo e know how: un esempio? Nel 1985 abbiamo avuto per primi
In alto, etichetta di un rosso egiziano destinato all'esportazione nei Paesi occidentali, la cui etichetta non solo è scritta in carattere latino e i lingua inglese, ma soprattutto vuole suggerire un "fascino da Mille e una notte" per offrire un'esperienza di piacevolezza a 360°. In basso, etichette per la cantina umbra Colle Ciocco, dal design elegante e pulito (GT&P).
TENDENZE: IL LETTERING Qualche tendenza nella grafica? Non c’è solo l’onnipresente oro a caldo per caratterizzare una bella etichetta. Come in tanti altri settori, anche in questo il lettering sta esplorando nuove frontiere comunicative ed espressive. Così, se da un lato vini di pregio scelgono font calligrafici che subito suggeriscono un senso di estrema eleganza, dall’altro sono sempre più usati caratteri maiuscoli. Un caso emblematico ce lo raccontano ancora in SGA, ed è quello delle
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Una serie di esempi di packaging nelle quali il lettering gioca un ruolo importante. Dall'alto, il packaging coordinato - etichetta, bottiglia, scatola – del rosso veronese Alanera della cantina Zenato, progettato da SGA; la bottiglia dello spumante Noè prodotto dalla Famiglia della Bernardina, la cui etichetta è giocata su colori e lettering essenziali, puliti, con un maiuscolo importante ma non troppo duro (progetto di dDue); infine una selezione dei vini della cantina Braida di Giacomo Bologna, "vestiti" da SGA, tra cui le due barbere Bricco dell'Uccellone e La Monella che con il loro lettering brioso hanno fatto la storia del packaging design.
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etichette studiate per le barbere La Monella e Bricco dell’Uccellone della cantina Braida, nell’astigiano: «Giacomo Bologna, il produttore, voleva un’etichetta che esprimesse il carattere dei suoi vini, vivaci, frizzanti, in particolar modo La Monella (lo dice il nome…). Così abbiamo pensato di giocare con il lettering, di farlo “saltellare” pur mantenendo rigore e pulizia di linee, alternando corsivi e tondi in corpi diversi e scegliendo un colore insolito. Si è creata così una sorta di “onomatopea visiva” che dà tutta l’importanza necessaria al nome senza perdere nulla in suggestione: basta guardare l’etichetta per iniziare ad assaporare tutto il brio di questo vino ribelle ed esuberante». Le etichette per La Monella e Bricco dell’Uccellone sono state le prime studiate da Bersanetti insieme a Chiara Veronelli, e tutt’ora mantengono intatto il loro spirito innovativo: è un altro carattere, quello della lunga durata, che bisogna tenere presente nello studiare la grafica che accompagna un vino: non è come nella moda, settore in cui ogni sei mesi si ridisegna una collezione, o come nell’high-tech e in tanti altri rami dove ci si rinnova di continuo. Il packaging di un vino diventa parte stessa della sua identità, non va quindi progettato sottostando a mode del momento, ma è sempre necessario saper guardare più a fondo. Ancora una volta, rifarsi a quei valori stabili e duraturi che ne sono alla base.
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F ETICHETTE FUNZIONALI Ma l’etichetta non è solo estetica, ha anche un ruolo funzionale: riporta infatti tutte le indicazioni di legge (titolazione alcolica, volume nominale del recipiente, contenuto di solfiti e allergeni, sigle DOC, DOCG, IGT, IGP, DOP, provenienza, imbottigliatore ecc.), il nome, l’annata, la tipologia. E poi ancora i suggerimenti per la conservazione e il servizio, una descrizione del bouquet, gli abbinamenti preferibili… Insomma, davvero una gran mole di informazioni, che finiscono per condizionare la creatività. «In realtà» spiega ancora Gianluigi Tobanelli «in genere la parte più creativa è riservata all’etichetta frontale, che riporta pochissime indicazioni come il nome e l’annata: serve a catturare l’attenzione, e per lo più rimane uguale anno dopo anno, fino a che non si decida un massiccio restyling.» Diverso è il discorso per l’etichetta sul retro, che muta a ogni annata e a ogni novità in materia legislativa; la situazione italiana è particolarmente caotica e confusa: infatti l’attività di regolamentazione in campo agroalimentare è affidata alle varie autorità locali, con tutto un intrecciarsi di provvedimenti emanati da Province, Regioni, Stato e Comunità Europea nel quale non è sempre facile districarsi. E poi, non dimentichiamo che l’etichettatura che va bene per l’Italia non va bene per altri Paesi. E non è solo questione di tradurre termini come “amabile”, “fruttato” o “impianto tannico importante, corposo di grande struttura con un impatto retro-olfattivo vasto e duraturo”.
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M In alto, flyer progettato da DDue per l'Azienda Agricola Fratelli Berlucchi, tutta giocata su un sapiente effetto di pieghe ; sotto, etichetta del Montefalco del Fratelli Pardi nella quale un ruolo centrale ha la nobilitazione con oro a caldo.
MERCATO ESTERO «In questi ultimissimi anni c’è stato un notevole allargamento di orizzonti» raccontano Sara Mutti e Giacomo Bersanetti, «soprattutto in direzione degli Stati Uniti, del Canada, dei Paesi nordeuropei e dell’Estremo Oriente. Anzi, è stata propria l’apertura all’estero che ha permesso alle aziende italiane, rivelatesi molto dinamiche, di sopravvivere, e bene, a questi anni di crisi». E per questo tipo di mercati non basta, come dicevamo, ‘tradurre’ un’etichetta e adattarsi a una normativa differente. Bisogna fare uno studio attento del mercato locale: «Fondamentale è la sinergia con il distributore locale» sostengono Mutti e Bersanetti. «In genere si tratta di mercati più semplici» afferma Bresciani «che non hanno il background di conoscenza quasi innata del vino che c’è in Italia o in Francia, amano i prodotti “facili” (come il pur ottimo prosecco, che infatti ha un grande successo all’estero); per questo serve soprattutto chiarezza nella comunicazione e un continuo aggiornamento sulle tendenze locali».
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Progetto di comunicazione globale studiato da Sga per Natincò dei Produttori Associati Moscato d’Asti, risultato della partnership tra SGA, Claudio Castellaro di Creative Business come consulente mktg e NokNok per il sito web.
C COMUNICAZIONE MULTICANALE Non c’è comunque solo l’etichetta, o anche il packaging. Oggi le aziende devono studiare un piano di comunicazione globale. «Internet è uno strumento imprescindibile» sostiene Tobanelli, «sia per le potenzialità dell’e-commerce, sia per la comunicazione.» «Il profilo dell’azienda, al giorno d’oggi, non può che essere digitale» gli fa eco Bresciani, «suddiviso tra un sito istituzionale e i social. Il primo è il contenitore per eccellenza, che va però concepito in un’ottica aggiornata: i siti di nuova generazione infatti sono versatili, consentono un livello multiplo di fruizione a seconda della predisposizione interattiva di chi lo visita: si possono semplicemente sfogliare delle immagini, oppure soffermarsi a leggere approfonditamente la scheda di un vino, si può utilizzarlo per entrare in contatto con il produttore… Va arricchito con immagini emozionanti, filmati, infografiche… tutto ciò che può creare l’esperienza. I social invece consentono di selezionare il target, di preparare
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piani promozionali personalizzati, però l’importante è seguirli costantemente, aggiornarli, interagire con gli utenti: una pagina facebook abbandonata a se stessa è la peggiore vetrina per un’azienda!» Il trend di questi anni è chiaro: l’attenzione si va spostando sempre più dal prodotto al “contorno”, è il contesto che diventa fondamentale. Il marchio del vino va legato a tutto ciò che lo accompagna, o lo potrebbe accompagnare, «dallo shopper alla maglietta» chiosa Bresciani. Ma soprattutto il vino dovrebbe diventare il cuore di un sistema di accoglienza globale: un marketing intelligente dovrebbe percorrere la strada del turismo enogastronomico, le cantine dovrebbero lavorare in sinergia con gli enti turistici, gli operatori alberghieri e i ristoratori, le istituzioni culturali. «Fare sistema: è questa la via. Lo scopo deve essere quello di offrire al cliente un’esperienza totale di piacere e di emozione» conclude Bresciani. Perché alla fine è questo ciò cui tutti noi tendiamo: una vita piacevole ed emozionante.
SGA WINE STRATEGY: OLTRE L’ETICHETTA, UNA CONSULENZA GLOBALE SGA Wine Design lancia a Vinitaly 2016 il suo nuovo servizio di consulenza per aziende vinicole SGA Wine Strategy: si tratta di una formalizzazione di quei servizi di consulenza di marketing già offerti dall’azienda (analisi strategica per definire prezzo, canali distributivi, posizionamento nel mercato…), che da oggi si ampliano e si dirigono anche nella direzione della comunicazione temporary (web, social, eventi, temporary store…). L’obiettivo è sempre lo stesso: individuare il valore di unicità dell’azienza e dei suoi prodotti e definire una strategia comune che, attraverso l’utilizzo dei diversi media, veicoli e promuova la percezione di questo valore in un progetto globale.
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LUXURY LABELLING FOR LUXURY WINE
THE ART OF LUXURY LABELLING by MANTER è un’esclusiva collezione di carte
in grado di ispirare e scatenare la fantasia dei designers più esigenti. Con questa raccola di materiali preziosi, che stimolano vista e tatto per la loro piacevolezza dando vita a una vera e propria esperienza estetica, Arconvert eleva le etichette autoadesive per i prodotti di alta gamma alla categoria dell’arte. Richiedi il nostro catalogo. Te lo invieremo gratuitamente perché ci piacerebbe conoscere la tua opinione.
www.arconvert.com Manter è un marchio registrato da Arconvert Arconvert is a company of Fedrigoni S.p.A.
T Y P O M A N I A
pag. 72
Esportazioni del vino italiano
pag. 73
Importazioni del vino italiano
pag. 75
Vendite nella GDO
pag. 76
Giro del mondo intorno al vino
pag. 74
Fatturati delle aziende vinicole
Al mercato, alle performance delle nostre aziende e ai risultati del settore è dedicato il primo dei nostri speciali sul vino e sui mille modi di comunicarne i valori.
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S P E C I A L E
NE O O I Z TA TALIAN R O ESPVINO I DI
+8,5%
+17%
ESPORTAZIONE VINO ITALIANO
2015 5232 MLN EURO
I vini spumanti continuano a essere trainanti. Le esportazioni sono cresciute del 17% a 985 milioni di euro, rispetto a un +4.4% generato dai vini imbottigliati.
Le esportazioni di dicembre sono cresciute dell’8.5% raggiungendo i 471 milioni, ottimo risultato considerando l’andamento già positivo di novembre (+11%). Vino imbottigliato
–1,4%
>5mld €
I volumi esportati hanno chiuso a 20.03 milioni di ettolitri, in calo dell’1.4% rispetto al 2014. Il dato è fatto di tre componenti molto diverse tra loro: volumi stabili poco sopra i 12 milioni di ettolitri nel segmento dei vini imbottigliati, volumi in calo del 12% nel segmento dei vini sfusi (5 milioni di ettolitri) e spumanti in crescita del 14% a 2.8 milioni di ettolitri.
La bilancia commerciale supera per la prima volta i 5 miliardi di euro. E’ la differenza tra le esportazioni e le importazioni. Ciò significa che circa lo 0.3% del prodotto interno lordo italiano viene generato dal commercio estero di vino.
4008 milioni di euro
Vino spumante
985 milioni di euro
Vino sfuso
359 milioni di euro
2014
2013
5079 MLN EURO
4998 MLN EURO
PRINCIPALI MERCATI STATI UNITI
+14%
1265 milioni di euro
GERMANIA
–1,3%
959 milioni di euro
GRAN BRETAGNA
+14%
745 milioni di euro
ESPORTAZIONE VINO ITALIANO
2015 20 MLN DI HL
SVIZZERA
CANADA
GIAPPONE
353 milioni di euro
300 milioni di euro
156 milioni di euro
+1,5%
+8%
+3% Vino imbottigliato 12,2 milioni di ettolitri Vino spumante
5 milioni di ettolitri
Vino sfuso
2,8 milioni di ettolitri
2014
2013
20,3 MLN HL
20,0 MLN HL
MERCATI EMERGENTI CINA
+17%
87 milioni di euro
RUSSIA
–30%
71 milioni di euro
BRASILE
-14%
25 milioni di euro F O N T E : I N U M E R I D E L V I N O. I T S U D AT I I S TAT 2 0 1 5
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S P E C I A L E
NE IA O I Z TA N ITAL R O IMPVINO I DI
+13%
La categoria trainante è quella dei vini spumanti francesi, che sono poi il principale prodotto importato. Le importazioni sono cresciute del 13% a 137 milioni di euro.
+5,4% Vino sfuso. L’import è decelerato visibilmente nei secondi sei mesi. L’anno chiude a +5.4%, 122 milioni di euro, ma nel secondo semestre è calato del 6%. Abbiamo importato 2.4 milioni di ettolitri di vino, +4.5%. Il nostro principale fornitore è la Spagna con 55 milioni di euro (+9%), seguito da USA, Australia, Francia.
+11% Vini imbottigliati. Importiamo soltanto 58 milioni di euro, meno della metà che per i vini sfusi. La Francia è il principale mercato con 23 milioni di euro, +5%. Ma a guidare la crescita della categoria (+11%) sono stati i prodotti provenienti dalla Germania (9 milioni, +15%) e dalla Spagna (9 milioni, +21%). Sempre molto esigue le importazioni dei vini dagli altri mercati del nuovo mondo.
.IT O N I V IDEL
R
E M U N I
+10%
IMPORTAZIONE VINO ESTERO
2015 2,7 MLN DI HL
Le importazioni di vino nel 2015 sono cresciute del 10% a 317 milioni di euro, con un rallentamento nella seconda metà dell’anno, +4% rispetto al +13% circa dei primi 6 mesi dell’anno. Vino imbottigliato
0,3 milioni di ettolitri
Vino spumante
0,1 milioni di ettolitri
Vino sfuso
2,4 milioni di ettolitri
VINO SFUSO SPAGNA
STATI UNITI
AUSTRALIA
40 milioni di euro
14 milioni di euro
FRANCIA
GERMANIA
SPAGNA
23 milioni di euro
9 milioni di euro
9 milioni di euro
+9%
55 milioni di euro
-9%
+62%
VINO IMBOTTIGLIATO
+5%
+15%
+21%
Da settembre 2006, attraverso il blog “I numeri del vino” Marco Baccaglio, analista finanziario con la passione del vino, pubblica analisi relative al settore. Traendo spunto dalle numerose fonti di informazione quali ISTAT, OIV, le dogane dei diversi paesi, i bilanci aziendali e istituti di ricerca, il blog offre oggi una visione completa del mondo del vino, partendo dai dati produttivi, passando per quelli commerciali dei diversi mercati fino ad arrivare all’analisi dell’andamento economico finanziario dei principali attori. Dalla sua nascita, il blog ha mantenuto il suo integrale scopo benefico, che riguarda la pubblicita’, le sponsorizzazioni e i corrispettivi percepiti dall’autore per le collaborazioni con testate esterne, quali la presente. Gli incassi vengono devoluti a Divina Provvidenza ONLUS, che opera con un asilo e un centro di riabilitazione in Peru. < L'autore, Marco Baccaglio.
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S P E C I A L E
LLELE E D ATI INICO R U EV FATIT D N AZ E
+10%
Dal confronto tra le prime 5-6 aziende e le prime 5-6 cooperative si registra un andamento decisamente difforme. Fatto 100 il fatturato di entrambe nel 2008, le aziende sono cresciute di circa il 10% in più delle cooperative (in termini cumulati). Se invece restringiamo il confronto al 2014, il campione delle cooperative ha un fatturato stabile (-0.4% per la precisione), mentre le grandi aziende private sono cresciute del 2.9% rispetto allo scorso anno.
+1,5% +6% RISPETTO AL 2013
NEGLI ULTIMI 5 ANNI
Le prime 10 aziende hanno fatturato 1.96 miliardi di euro, +1.5% rispetto al 2013 e circa +6% annuo negli ultimi 5 anni, soprattutto grazie al balzo messo a segno tra il 2010 e il 2011.
FATTURATO PRINCIPALI AZIENDE VITIVINICOLE ITALIANE (milioni di euro)
2014
2013
% Var
% 5 anni
GIV
349
348
0,2%
2,7%
CAVIRO
314
321
-2,0%
4,7%
CANTINERIUNITE / CIV
202
202
-0,2%
8,4%
ANTINORI
185
172
8,0%
8,0%
MEZZACORONA
171
163
5,0%
3,3%
ZONIN
160
154
4,2%
12,0%
ZONIN SUPERA MARTINI, GIV RESTA STABILE
MARTINI
159
157
0,9%
4,9%
In termini di ranking, le gerarchie del 2013 sono state rispettate. Unica variazione nella classifica top 10 è Zonin che supera l’azienda spumantistica Martini al sesto posto del ranking. Sotto i primi 10, Santa Margherita sale all’undicesimo posto, superando la Cantina di Soave e Cevico. Tra le grandi aziende, GIV ha avuto un fatturato stabile, Caviro è calata del 2% (ma sappiamo che ha progetti di crescita nel vino). Crescono invece molto bene Antinori, +8% e Santa Margherita.
CAVIT
159
153
3,7%
4,3%
BOTTER
137
136
0,5%
13,1%
ENOITALIA
126
128
-1,4%
–
SANTA MARGHERITA
110
102
7,8%
6,5%
CEVICO
107
117
-8,4%
11,1%
CANTINA DI SOAVE
102
103
-0,9%
5,4%
GIORDANO
101
101
0,2%
-2,2%
COLLIS VENETO WINE GROUP
94
98
-3,7%
–
LA VIS
–
85
–
–
FRESCOBALDI
87
85
2,5%
2,5%
CONTRI
82
92
-10,8%
–
RUFFINO
81
75
7,8%
9,9%
MGM MONDODELVINO
72
66
8,2%
–
BANFI
68
66
2,9%
6,9%
LA GIOIOSA
62
58
7,8%
–
MARCA TREVIGIANA
60
54
11,2%
–
MASI
60
65
-7,5%
4,5%
GANCIA
50
56
-10,5%
-6,7%
BENE LE COOPERATIVE DEL TRENTINO Tra le cooperative, gli andamenti sono stati buoni per le grandi del Trentino Alto Adige, Cavit e Mezzacorona, mentre quest’anno mancano i dati su Lavis, che sta attraversando un momento delicato.
SOTTO I 100 MILIONI DI EURO DI FATTURATO Tra le aziende sotto i 100 milioni di fatturato, cresce di oltre il 10% (unica in tutto il campione) Marca Trevigiana, mentre a +8% si trovano Ruffino (CBrands), MGM e La Gioiosa.
BOTTER, ZONIN E CEVICO CRESCONO DEL +10% Su un orizzonte quinquennale, 3 aziende sono cresciute a un ritmo annuo superiore al 10%: Botter, Zonin e Cevico. Non a caso tutte e tre realtà più attive nella commercializzazione che nella produzione integrata di vino.
F O N T E : I N U M E R I D E L V I N O. I T S U D AT I M E D I O B A N C A R E S E A R C H
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S P E C I A L E
DE NE N A R UZIO LA G RIB T S I D
+0,2%
I vini fermi sono stabili (+0.2%), mentre i vini spumanti chiudono con un progresso sull’anno del 6.5%. Lo scenario mostra un prezzo-mix sostanzialmente stabile e crescite guidate dai volumi per il segmento spumanti.
+2,7%
GDO: PREZZO AL LITRO IN EURO
+1,3% Le vendite in GDO nel 2015 crescono dell’1.3%, con un incremento egualmente suddiviso tra prezzo e volumi.
GDO: VALORE IN MILIONI DI EURO
2,93
2,98
3,01
2013
2014
2015
GDO: VENDITE IN MILIONI DI LITRI
1530
1519
1540
522
509
511
2013
2014
2015
2013
2014
2015
Tra i vini fermi, l’andamento più positivo resta quello dei vini di qualità, DOC/DOCG, che crescono del 2.7%, interamente grazie al prezzo mix. Migliora anche l’andamento dei vini IGT, che erano stati molto negativi nel 2014.
+6,5% Nel segmento degli spumanti si chiude un altro anno molto positivo a +6.5%
+4% C’è un andamento più favorevole dei vini bianchi rispetto ai rossi: nel segmento DOC +4% contro +2%, negli IGT +2% contro -2%. Lo stesso era capitato nel 2014: andrebbero fatte delle considerazioni su come le abitudini alimentari, che svoltano verso cibi più leggeri e dietetici e le abitudini di consumo, che cambiano da un consumatore abituale a uno sporadico e dal vino a pasto al vino anche fuori pasto, possono incidere sulla domanda di vini per colore.
–4% I vini da tavola sono invece in calo del 4%, interamente a causa dei prezzi, che ritracciano parzialmente dopo i fortissimi incrementi del 2012-2013.
VENDITE VINO IN BOTTIGLIA IN GDO PER DENOMINAZIONE (in milioni di euro)
2013
2014
% Var
CHIANTI
58,3
60,5
+3,8%
LAMBRUSCO
43,6
44,3
+1,6%
VERMENTINO
33,7
37,3
+10,4%
CHARDONNAY
31,6
34,0
+7,6%
PROSECCO
31,3
32,0
+2,5%
BARBERA
31,2
31,3
+0,1%
MONTEPULCIANO
28,0
29,3
+4,5%
BONARDA
29,3
27,6
-5,7%
NERO D'AVOLA
26,0
27,6
+6,1%
SANGIOVESE
23,1
23,2
+0,6%
MÜLLER THURGAU
21,8
22,3
+2,0%
TRAMINER
17,8
20,0
+12,6%
MORELLINO
18,6
–
–
DOLCETTO
17,3
16,6
-3,7%
MERLOT
15,9
15,9
-0,3%
F O N T E : I N U M E R I D E L V I N O. I T S U D AT I I R I
PRINTLOVERS | APR2016
0075
S P E C I A L E
DO N O L ML VINO E D O NO A GIRO R INT Quanto vino si produce nel mondo? Chi lo beve? Quali sono le maggiori tendenze in atto? In questo breve articolo proveremo a passare in rassegna questi argomenti. Beh, tanto per cominciare è meglio chiarire a che punto stavamo negli anni ’80. In quegli anni si producevano mediamente 300 milioni di ettolitri di vino e se ne bevevano soltanto 240 milioni. Ciò determinava un eccesso produttivo piuttosto rilevante (lo chiamavano “il lago di vino”), anche considerando che circa 30-35 milioni di ettolitri in aggiunta al consumo umano vengono utilizzati per la distillazione di acqueviti. Negli ultimi 10 anni la situazione si è stabilizzata: da un lato i grandi produttori europei hanno agito per ridurre il potenziale produttivo, dall’altro lato il consumo di vino si è globalizzato. L’organizzazione mondiale del vino (OIV) dichiara nei suoi resoconti che la domanda e l’offerta di vino sono ormai equilibrate: si stimano circa 276 milioni di ettolitri di produzione nel 2015 contro consumi che non dovrebbero discostarsi molto dai 240 milioni di ettolitri stimati nel 2014; riaggiungendo i 35 milioni di usi industriali si raggiunge l’equilibrio.
ITALIA, FRANCIA, SPAGNA: 60% DELLA PRODUZIONE MONDIALE Questi numeri sono anche molto simili alle medie degli ultimi anni, dove a determinare la produzione sono più gli andamenti climatici che non variazioni strutturali. Infatti, la superficie del vigneto mondiale è ormai stabilizzata intorno ai 7.5 miloni di ettari, con il calo delle nazioni europee parzialmente compensato dalla crescita in Cile, Sud Africa e Nuova Zelanda. L’Italia e la Francia mantengono il primato produttivo in volume. In verità, l’Italia con una produzione media degli ultimi 10 anni di quasi 48 milioni di ettolitri (inclusi fecce, mosti e succhi), supera di poco i 46 milioni della Francia. Insieme alla Spagna e agli altri paesi europei, il cosiddetto “Vecchio Mondo” del vino rappresenta circa il 60% della produzione mondiale (rispetto al 70% di 10-15 anni fa). Nel “Nuovo Mondo” i maggiori produttori sono gli USA, con 21 milioni di ettolitri prodotti in media negli ultimi 10 anni, l’Argentina, con poco meno di 15 milioni di ettolitri, l’Australia con 12 milioni di ettolitri, come la Cina (anche se i dati non sembrano molto attendibili) e alcuni nuovi paesi come il Cile e il Sud Africa, con circa 10 miloni di ettolitri (ma valori più elevati negli anni più recenti).
(MILIONI DI ETTOLITRI)
60%
FRANCIA
SPAGNA
DELLA PRODUZIONE MONDIALE
75
mln
FRANCIA
DI EURO
ITALIA STATI UNITI
STATI UNITI STATI UNITI
GERMANIA
21 31
milioni hl
milioni hl
ARGENTINA ARGENTINA
PRODUZIONE CONSUMI
milioni hl
PORTOGALLO PORTOGALLO
14 10
milioni hl
GERMANIA
9 20
milioni hl
6 5
milioni hl
milioni hl
CILE
milioni hl
CILE
10 3 milioni hl
0076
48 46 36
IL VALORE ALL'INGROSSO DELLA PRODUZIONE MONDIALE DI VINO
I VALORI DELLA PRODUZIONE La fotografia della “classifica” dei produttori di vino nel mondo è tuttavia più efficace se si guarda al valore di quanto viene prodotto piuttosto che al volume. Un
ITALIA
milioni hl
PRINTLOVERS | APR2016
S P E C I A L E
esercizio interessante è quello di utilizzare i prezzi medi delle esportazioni di vino per determinare il valore della produzione di vino. Se passiamo dunque dai volumi ai valori, possiamo calcolare in 75 miliardi di euro circa il valore a prezzi all’ingrosso della produzione di vino. Di questo valore, oltre un terzo è appannaggio della Francia, il doppio di quello che in base a questo valore si attribuisce al vino italiano (circa 13 miliardi di euro), mentre il settore del vino americano diventa la terza forza con un valore prodotto di circa 7 miliardi di euro annui, ben più dei 4 della Spagna che invece figura come il terzo produttore mondiale per volume.
VECCHI E NUOVI CONSUMATORI Dal lato dei consumi le dinamiche sono certamente più interessanti, perchè guidata da fattori strutturali: i paesi europei sono in fase di transizione, da un consumo “abituale” e legato a fattori nutrizionali (vino come alimento) a un consumo “sporadico” e legato a fattori
GRAN BRETAGNA
SPAGNA
12 FRANCIA
46 27 milioni hl
SPAGNA
COMMERCIO MONDIALE Questo spostamento dei consumi dagli storici paesi produttori verso nuovi consumatori ha portato con se un duplice impatto. Un incremento dell’interscambio mondiale di vino, passato da 60 milioni di ettolitri nel 2000 a 90 nel 2008 per superare i 100 milioni di ettolitri negli ultimi anni. In termini di valore, stiamo parlando di circa 26 miliardi di euro, di cui il 71% relativi a vini imbottigliati, il 18% a vini spumanti e il restante 11% a vini sfusi. Anche nel commercio estero, come nella produzione, l’Italia ha un ruolo di primaria importanza. In termini di volume, con 20 milioni di ettolitri esportati rappresenta circa un quinto del totale, superata solo dalla Spagna, che negli ultimi 12 mesi ha sfiorato quota 25 milioni di ettolitri. In termini di valore, il vino italiano esprime esportazioni per circa 5.35 miliardi di euro, secondo solo alla Francia che guida il ranking mondiale con 8.3 miliardi di euro. Nell’ambito del commercio mondiale, Cile e Australia sono chiaramente i due paesi che hanno strutturato la loro industria vinicola allo scopo di vendere il prodotto all’estero: nel 2015 oltre il 60% della loro produzione è stata esportata! Con la crescita del consumo di vino in nuovi mercati, sono anche cambiati i modelli di consumo e quindi i prodotti richiesti. Nei nuovi mercati dove il vino non è parte delle tradizioni locali, il consumo è qualitativamente migliore e quantitativamente inferiore. Non solo, l’occasione di consumo del vino nei nuovi mercati appare meno legata alla celebrazione del pasto. Ciò ha spinto i vini bianchi più dei vini rossi e i vini spumanti più dei vini fermi.
36 10
milioni hl
FRANCIA
emozionali (vino come piacere). Ciò sta portando con sé cali nel volume di vino consumato del 2-3% annui nelle storiche roccaforti del consumo come Francia, Italia e Spagna, che oggi rappresentano meno di un quarto dei consumi mondiali, rispetto a una quota di quasi un terzo di dieci anni fa. Il vino che non si sono bevuti gli europei è, fortunatamente per i produttori, stato bevuto dai consumatori americani, cinesi e dei paesi del “Nuovo Mondo”. Gli USA, pur con un consumo pro-capite piuttosto esiguo (10 litri a testa all’anno contro i 33 dell’Italia e i 43 della Francia) sono diventati il maggior consumatore mondiale di vino con oltre 30 milioni di ettolitri, rispetto ai 27 della Francia e ai 20 dell’Italia (dati stimati 2014). Anche i Cinesi stanno contribuendo a compensare il calo dei consumi europei, anche se nel 2014 OIV ha registrato un dato in calo. I cinesi, con un consumo pro capite di meno di 2 litri, sono il quinto mercato mondiale per consumi con 16 milioni di ettolitri.
milioni hl
milioni hl
milioni hl
ITALIA
ITALIA
milioni hl
10 3 PRINTLOVERS | APR2016
RUSSIA
48 20
SUDAFRICA SUDAFRICA
milioni hl
F O N T E : I N U M E R I D E L V I N O. I T S U D AT I O I V
milioni hl
RUSSIA
6 9
milioni hl
milioni hl
CINA
CINA
12 15 milioni hl
milioni hl
milioni hl
AUSTRALIA AUSTRALIA
12 5 milioni hl
milioni hl
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0078
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INTERNATIONAL PACKAGING COMPETITION 2016
PREMIATE A VINITALY LE ETICHETTE PIÙ BELLE Vincitori della Medaglia d'oro e premi speciali assegnati alla 20a edizione dell' International Packaging Competition di Vinitaly.
L
a giuria del 20° Concorso Internazionale Packaging di Vinitaly ha assegnato il 24 marzo a Verona l’“Etichetta dell’anno 2016” al vino "Asolo Prosecco Spumante Brut 2015” dell’az. Agr. Rech Simone di Monfuno in provincia di Treviso. La Cantina dei Colli Ripani di Ripatransone in provincia di Ascoli Piceno vince il premio speciale “Packaging 2016”, mentre il premio speciale "Immagine coordinata 2016" è stato attribuito alla Az. Agr. Francesco D’Alessandro di Ortona in provincia di Chieti. I vincitori sono stati selezionati tra i 187 campioni ammessi alla competizione provenienti da Francia, Italia e Spagna, distribuiti nelle 10 categorie previste dal regolamento.
1 SPINEFRASSE Cinto Euganeo (PD ) di ONICE DESIGN CANTINA DEI COLLI RIPANI Ripatransone (AP) di ANDREA CASTELLETTI
ETTA ETICH016 O I M PRE L'ANNO 2 DEL
IALE SPEC 016 O I M E 2 PR AGING PACK
AZ. AGR. D'ALESSANDRO Ortona (CH) di SPAZIO DI PAOLO INTENSO 05 CANTINA DI SOLOPACA Solopaca (BN) di ALTSTUDIO
NATALE VERGA Cermenate (CO ) di GRAFICHE VALPOLICELLA
GINE IMMA2016 O I M PRE DINATA COOR
©FOTO ENNEVI / VERONAFIERE
TENUTA AMADIO AZ. AGR. RECH SIMONE Monfumo (TV) di ARTELAGUNA
INTERNATIONAL PACKAGING COMPETITION 2016
La competizione, organizzata da Veronafiere-Vinitaly con lo scopo di evidenziare il miglior abbigliaggio dei vini, dei distillati, dei liquori e degli oli extra vergine d’oliva (bottiglia, chiusura, capsula, etichetta, collarino, ecc.), ha premiato lo sforzo di quelle aziende che più stanno investendo risorse e creatività nell’estetica del proprio prodotto. Soddisfatta la giuria – presieduta dal designer Cleto Munari e composta da Alberto Gozzi (art-director), Luca Fois (designer), Elvilino Zangrandi (designer), Annibale Toffolo (giornalista) – che ha constatato un innalzamento del livello medio delle proposte, con il binomio innovazione e tradizione declinato verso un’immagine più internazionale, al fine di poter attrarre un maggior numero di persone nel mondo.
Vorrei però che le aziende vitivinicole avessero più coraggio con etichette e packaging Cleto Munari, Presidente della Giuria
Secondo i giurati, il prodotto deve parlare velocemente e immediatamente di sé e del produttore, dire la verità e raccontare il proprio rapporto con il territorio. Importante è anche l’aspetto emotivo perché
NEROFINO CASTEL FIRMIAN NOSIO Mezzocorona (TN) di DONI&ASSOCIATI
©FOTO ENNEVI / VERONAFIERE
RIFERMENTAZIONE ANCESTRALE GAVIOLI ANTICA CANTINA Nonantola (MO)
il cervello reagisce prima alle emozioni. «Vorrei però – ha detto Cleto Munari – che le aziende vitivinicole avessero più coraggio con etichette e packaging, che osassero di più con proposte nuove, divertenti e anche un po’ azzardate». Un auspicio che sembra andare verso i consumatori più giovani, in particolare i Millennian americani, più sedotti da bottiglie attraenti e magari un po’ stravaganti.
AMARO TREDICI ERBE CANTINA TOLLO Tollo (CH) di SPAZIO DI PAOLO
CUVÈE SPECIALE 2015 CAVIT SC Trento di SGA DESIGN FUORICLASSE LEON ACQUAVITE SPA Visnà di Vazzola (TV) di JBAKER
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GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO Arconvert
70
arconvert.it
Arctic Paper
59
arcticpaper.com
Exaprint
7
exaprint.it
Grafiche Seven
41
graficheseven.com
Gruppo Padovana
2
gruppopadovana.it
ICMA
81
icma.it
Intergrafica Verona
42
intergraficavr.com
International Paper
55
internationalpaper.com/europe
Luxoro
50
luxoro.it
Manifattura del Seveso
12
manifatturadelseveso.it
Merck
22
merckgroup.com
Messe Dusseldorf
11
drupa.com
Polyedra
53
polyedra.com
PressUp
56
pressup.it
Rotolito Lombarda
5
rotolitolombarda.it
Scatolificio Ceriana
84
scatolificioceriana.it
Tonutti Tecniche Grafiche
78
grafiche-tonutti.it
61
APRILE 2016
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