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Il vero rischio, per la Democrazia, è rappresentato dalla persistente ignoranza politica
Aria, idee e leadership nuove. Con il civismo, per la rinascita della Democrazia Italiana. (parte 11di40)
In diverse interviste, in occasione di interventi ad eventi, ed in modo particolarmente preciso nel testo del Manifesto politico in cui propone ‘Un’alleanza repubblicana oltre gli attuali partiti. Cinque idee per cominciare’, Carlo Calenda, che ora ha ‘travasato’ quel suo pensiero in ‘Siamo europei’ — carta identitaria che gli ha valso il ruolo di Capolista del Nordest per il Pd alle elezioni europee del 26 maggio, indicava come uno dei rischi delle società occidentali attraversate dai tumultuosi processi di innovazione e globalizzazione, l’impreparazione delle fasce di popolazione socialmente e culturalmente più deboli nel comprendere ed affrontare il cambiamento.
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E sottolineava, con una fermezza e chiarezza esemplari, che tale disagio deve costituire uno dei terreni prioritari di intervento delle forze democratiche, perché gli effetti dell’ignoranza sono come onde devastanti che gonfiano la rabbia ed il risentimento, dei cittadini coinvolti, trascinati dal populismo politico a travolgere gli assetti istituzionali.
“Conoscere. Piano shock contro analfabetismo funzionale. Partendo dalla definizione di aree di crisi sociale complessa dove un’intera generazione rischia l’esclusione sociale. Estensione del tempo pieno a tutte le scuole. Programmi di avvio alla lettura, lingue, educazione civica, sport per bambini e ragazzi. Utilizzo del patrimonio culturale per introdurre i bambini all’idea, non solo estetica, di bellezza e cultura. È nostra ferma convinzione che una liberal democrazia non può convivere con l’attuale livello di cultura e conoscenza. L’idea di libertà come progetti collettivo deve essere posta nuovamente al centro del progetto di rifondazione dei progressisti.”44
Sono parole che suonano come un testo aggiornato di ‘Lettera ad una professoressa’ e sono tanto più pregnanti perché espresse da un professionista con un retroterra di esperienze che gli hanno consentito di incrociare e verificare l’intensità dei processi di spiazzamento per coloro che vengono coinvolti da ristrutturazioni, delocalizzazioni, innovazione tecnologica e produttiva; le proposte formulate sono puntuali, la motivazione e l’obiettivo che le sostengono apprezzabili e condivisibili sul piano etico-politico.
Peccato che non siano (per niente) sufficienti per migliorare la partecipazione consapevole alla vita politica democratica.
Con ricerche che hanno affondato il bisturi su interrogativi e dilemmi mai affrontati con spregiudicatezza e rigore scientifico in quanto, per così dire, ‘scabrosi’, Ilya Somin in Democrazia e ignoranza politica. Perché uno Stato più snello sbaglia di meno, ha documentato che “crescenti livelli di istruzione nell’arco di decenni non hanno condotto a più alti livelli di conoscenza politica” ed individuato una serie di fattori strutturali vincolanti che rendono “sommamente improbabile, se non impossibile, che si possa registrare un sensibile incremento della conoscenza politica in un prossimo futuro. Dobbiamo perciò, trovare modi migliori di convivere con una diffusa ignoranza politica”45 .
D’altronde già nel lontano 1942, Joseph Schumpeter, in Capitalismo, socialismo, democrazia, aveva messo in guardia sostenendo che “Entrando nel raggio della politica, il cittadino medio scende a un gradino inferiore di rendimento mentale. Ragiona e analizza in un modo che giudicherebbe infantile nella sfera dei suoi interessi concreti. Ridiventa un primitivo”.
44 Il manifesto politico di Carlo Calenda https://bit.ly/3xYo9N3 45 L'ignoranza politica degli elettori è razionale. Come limitarla https://bit.ly/3Ex0sxJ 38