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Rimettere l’equità sociale al centro della Riforma del welfare

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POSTFAZIONE

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E ciò comporta la necessità che tutte le forze sociali ed economiche autenticamente autonomiste e riformiste debbono ri-progettare una Governance regionale autonomistica alternativa all’attuale gestione parolaia ed inconcludente, mettendo al centro idee e programmi concreti immediatamente praticabili.

Si possono ricavare le coordinate strategiche di tale visione dalla Relazione di Ivo Rossi tenuta al Convegno organizzato dall’Università di Torino il 20 aprile dell’anno scorso. E per un duplice inquadramento, storico ed attuale, della vicenda del Regionalismo rafforzato, osservata dal versante veneto si rinvia all’approfondimento di Enzo De Biasi104 e al “Progetto di una maggiore autonomia nell’alveo culturale della sussidiarietà e del pragmatismo, superando le amnesie storico-politiche ed il populismo venetista”105 .

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Oscurata dall’ondata di demagogia e retorica con cui sono stati promossi ‘quota 100’ ed il Reddito di cittadinanza, la macroscopica emergenza della questione Welfare continua a non entrare tra le priorità dell’Agenda politica. Per il rilievo che ha assunto sia sul piano delle ingiustizie sociali che continuano a sommarsi che su quello delle compatibilità finanziarie che restano ignorate, oggi essa dovrebbe determinare uno sforzo di visione complessiva e organica sulle esigenze di riequilibrio e ammodernamento, come nel 1997 riuscì alla Commissione ‘Onofri’, con l’ausilio di strumenti scientifici di indagine ed il sostegno di una volontà riformatrice che costituirono un evento eccezionale, purtroppo rimasto tale.

Tanto che è utile rileggerne la Relazione conclusiva nella sua versione integrale e confrontarla con il dibattito corrente su Previdenza, Assistenza, Istituti del Mercato del lavoro e nuove emergenze (leggi immigrazione)106 .

E’ sicuramente interessante anche rileggere i testi del Convegno di studio e di confronto sulle analisi e le proposte del libro bianco realizzato da Astrid, Fondazione Gorrieri e Istituto per la Ricerca Sociale realizzato dieci anni dopo per valutarne l’impatto e la necessità di un aggiornamento strategico107 .

Ebbene su tutte le questioni e le polemiche che negli ultimi sette anni — a partire dalla ‘Fornero’ — hanno ‘insanguinato’ lo scontro politico all’interno e tra gli schieramenti politici (Jobs act, Buona Scuola, Quota 100, REI e Reddito di cittadinanza), emergono un livello di superficialità, improvvisazione e soprattutto scoordinamento tra i singoli provvedimenti che li hanno resi destinati a ‘tamponare’ le situazioni di disagio sociale senza sradicarne le cause, anzi, in alcuni casi accentuando le iniquità e peggiorando nel contempo il conti.

Risulta evidente la necessità di una revisione e di un riorientamento globale delle politiche sociali, alla luce della macroscopica distorsione rappresentata dal fatto che la nostra spesa assistenziale che nel 2019 quoterà

104 L’Autonomia farlocca: dopo lo spreco di denaro la beffa della perdita di tempo https://bit.ly/31EMWKl 105 E’ tempo di s-Legare il veneto https://bit.ly/3HVTowE 106 Relazione conclusiva della commissione Onofri su previdenza, sanità e assistenza https://bit.ly/3pJgDSm 107 La riforma del welfare Dieci anni dopo la «Commissione Onofri» https://bit.ly/31znGoZ 58

circa 120 miliardi, con una crescita che avviene senza controlli rigorosi e soprattutto, per una parte cospicua (calcolata attorno al 15 per cento) nelle tasche dei benestanti!108

Tale sottolineatura critica è diretta in particolare ad un ripensamento serio, meditato per gli interventi sull’emergenza povertà: senza esasperare le polemiche politiche ciò significa il reddito di cittadinanza deve diventare l’occasione per rifondare il welfare nel senso dell’equità, non giustapponendolo agli interventi precedenti, bensì potenziandoli e riorganizzandoli, ovvero rendendoli più efficaci.

Sulla necessità di una rivisitazione critica del sistema di welfare sono interessanti le analisi di Tito Boeri nell’ultima sua pubblicazione, Populismo e Stato sociale109 e l’intervista di Sabino Cassese, Populismo e Stato sociale. Non è distribuendo soldi, ma opportunità che si placa la rabbia sociale110

Sull’esigenza di equità risulta esemplare il richiamo etico e le indicazioni programmatiche contenute nella lettera di Pierre Carniti (recentemente scomparso) alle Organizzazioni Sindacali Confederali a proposito della querelle sulla riforma previdenziale111 .

Insomma, la questione povertà deve diventare il focus della riflessività e di programmi sottratti alla speculazione politica ed innestati nel solco della solidarietà, della concretezza, dell’efficienza operativa e dell’uso appropriato delle risorse finanziarie. Ciò che urge veramente oggi, non è l’aumento del budget, bensì l’iniziativa politica per aggregare le forze sociali, i ricercatori, le agenzie culturali, enti pubblici, ovvero tutti i soggetti portatori di conoscenzacompetenze scientifiche-esperienze sul campo, allo scopo di elaborare una nuova mappa aggiornata del welfare, delle nuove emergenze, dei programmi realistici di intervento.

La ‘lista degli invitati’ per dare vita ad una ‘Commissione Onofri 2019’ è lunga e può contare su protagonisti istituzionali, professionali, intellettuali, generosi e radicati nelle progettualità del fare: Provincia di Trento, Alleanza contro la povertà, Caritas, Fondazione Zancan, Fondazione Moressa… E la documentazione a disposizione davvero cospicua, ineludibile112 .

Sullo specifico Progetto di Reddito di cittadinanza in fase di gestazione, ed indicato nella Legge di Bilancio 2019 da parte del Governo, è illuminante l’analisi- commento di Natale Forlani, già Segretario confederale CISL, Direttore di Italia Lavoro e Direttore Generale per l’immigrazione al Ministero del lavoro che esprime in due articoli illuminanti113 e del quale riportiamo in Appendice gli interventi pubblicati sul Blog il Sussidiario.net.

Ma prima di metterci al lavoro urge una ricognizione sullo ‘stato reale’ del Paese osservato nella sua complessità e globalità socioeconomica, che ci segnala che il vero bug del welfare system risiede nel declino demografico; ed è dalla consapevolezza di tale fragilità che bisogna partire114 .

108 Welfare, l’irresistibile ascesa delle spese per l’assistenza https://bit.ly/3Iy2jVA 109 Perché il populismo minaccia anche lo stato sociale https://bit.ly/3lOtWQk 110 Populismo e stato sociale https://bit.ly/3IzETyT 111 Lettera aperta di Pierre Carniti a CGIL, CISL e UIL https://bit.ly/3pN6jJo 112 L’Assegno Unico della Provincia Autonoma di Trento: un primo bilancio https://bit.ly/3rXN6Hg e «Spendere meglio con un Welfare di tipo generativo» https://bit.ly/3lQDV7L 113 Reddito di cittadinanza: consigli non richiesti agli amici 5 stelle https://bit.ly/3rNJec3 e Reddito di cittadinanza, un colpo mortale al Paese https://bit.ly/3lPBJxo 114 La versione di Blangiardo, Mr Istat https://bit.ly/3rUdSQX 59

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