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L’immigrazione che ci è entrata in casa, ma non ancora in testa e -soprattutto -nel cuore
Aria, idee e leadership nuove. Con il civismo, per la rinascita della Democrazia Italiana. (parte 25 di 40)
“Bisognerebbe cambiare tutto, lei dice, anche nel titolo di un suo libro. Cosa in particolare?
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La prima cosa è proprio questo: la politica dell’immigrazione e dell’integrazione. Non è che se la sanità o la scuola non funzionano, lo stato non se ne occupa. Al contrario: se ne deve occupare di più. Deve intervenire, cambiare. Invece con l’immigrazione gli stati hanno fatto così, non se ne sono occupati più ed è una follia. Una dimissione di responsabilità gigantesca, che la pubblica opinione plaude ma di cui pagherà le conseguenze. E molto di più pagheranno i figli degli italiani. Quindi occorre ricominciare a gestire questo fenomeno”.
Stefano Allievi, il Bo LIVE — 5 MAGGIO 2019
In una bella intervista, con domande dirette al cuore di tutti gli argomenti ‘problematici’ al centro del dibattito sull’immigrazione, Stefano Allievi dipana, con le sue risposte chiare, asciutte, documentate con numeri incontrovertibili, una contro narrazione che consente di dotarci di ‘Uno sguardo non convenzionale sui migranti’164 .
Ne emerge la sfida epocale che deve essere giocata da tutti i Paesi europei e dalla stessa Europa nel suo insieme sul terreno prioritario dell’integrazione. La questione sottesa e non del tutto esplicitata è che tale opzione per essere praticata non richiede semplicemente di ‘restare umani’165 .
Bensì deve essere sorretta dalla convinzione che essa comporta l’avvio di un processo di ‘ri-umanizzazione’ della convivenza, con l’adozione — per tutti i migranti — di un Piano straordinario che preveda chiare e precise ‘regole d’ingaggio’ (correttamente citate da Stefano Allievi), verifiche e sanzioni per i comportamenti scorretti, che sono indispensabili sia per la governance della patologia dell’esercito di irregolari e clandestini, sia per trasformare l’emergenza da questione securitaria (che in parte è stata ed è) in occasione storica per generare nuove risorse umane che potranno contribuire all’arricchimento identitario, socio-economico e culturale del Paese.
È insomma richiesto un ripensamento critico ed uno sforzo di riprogettazione che ha una valenza antropologico-culturale, perché investe non solo i noti pregiudizi della destra politica, ma anche le riserve ed i ritardi cognitivi della sinistra.
A tal fine sono importanti le analisi che sempre ci debbono aiutare a non affogare nelle accese polemiche e nelle diatribe politiche intrise di provocazioni e suggestioni razzistiche, ed a concentrarci piuttosto sui nodi cruciali dell’incontro e dell’accettazione dell’altro, che presenta diverse problematicità. 1) Innanzitutto, l’insorgenza, che in questi ultimi anni si è fatta assillante e diffusa, della pulsione securitaria.
164 Uno sguardo non convenzionale sui migranti https://bit.ly/3pTUOzz 165 “Restiamo umani” https://bit.ly/3IOnX7Z
Ne ha parlato con la consueta sensibilità e competenza professionale, Massimo Recalcati (‘Nella mente di Salvini’ — la Repubblica — 5/09/2018):
“Considerare la pulsione securitaria solo come un elemento regressivo, barbaro, analfabeta, senza invece cogliere che essa riguarda un fondamento imprescindibile della nostra vita psichica. Per questo l’azione meritoria di un ministro coraggioso e lucido come Minniti, per fare un esempio, è stata descritta da una certa sinistra come poliziesca o, peggio, neonazista. La politica ha invece il dovere di misurarsi con queste cristallizzazioni pulsionali senza ignorarne il peso specifico per dare a esse uno sbocco diverso da quello del populismo o della pura strumentalizzazione reazionaria. Altrimenti la parola Europa rischia di fare la stessa fine di quella di Uomo. Di diventare, cioè, un puro artificio retorico, un’astrazione vuota di contenuti, un desiderio sganciato dalla base materiale della pulsione. Non esiste l’Uomo con la U maiuscola. Esistono gli uomini in carne e ossa, uno per uno. Non esiste l’Europa sganciata dai suoi popoli, dalle sue differenze, dai suoi territori”.
2) Un secondo passaggio è rappresentato dalla difficoltà di dover gestire la dicotomia di due impostazioni strategiche alternative: accoglienza/espulsione.
E in questo caso bisogna fare i conti con il rigore della riflessione teorica espressa da due Docenti esperti della materia, schierati su fronti opposti:
Marzio Barbagli, Senza migranti aziende e famiglie soffrirebbero166 .
Marco Tarchi, L’impatto di culture diverse sarebbe insostenibile, Corriere della Sera — LA LETTURA — 3 giugno 2018.
Allargando lo sguardo, però, Marzio Barbagli sostiene anche che «Su sicurezza e nascite la sinistra non vuole accettare la realtà» ... voterò per il Pd, ohimè: anche se sottovaluta la paura della gente. La Lega dà risposte sbagliate a problemi esistenti»167 .
3) Un terzo passaggio riguarda poi l’approccio politico concreto, le scelte operative sul campo, sia a livello di politica internazionale che nell’azione a livello territoriale.
Ne ha parlato — nella temperie delle prime polemiche sull’arrivo di Salvini al Ministero dell’Interno — Giovanni Orsina, Ripristinare il senso della realtà ed intestarsi Minniti168 .
E sul come affrontare il risorgente odio razziale, il filosofo Daniel Little ha dato delle indicazioni illuminanti, realistiche, praticabili: Il pregiudizio è molto radicato. Come si contrasta? Operando tra la gente a livello locale — Corriere della Sera — La Lettura 24 giugno 2018.
Mentre Sergio Fabbrini, ne La questione migratoria come sfida identitaria, ha cercato di dipanare la matassa della sfida identitaria169 .
4) Diamo conto, infine, di un paio di riflessioni che prefigurano l’opportunità di praticare una ‘terza via’: Claudio Cerasa, L’Europa è fottuta senza una terza via sull’immigrazione, “La gran sveglia dell’Economist contro gli estremisti sovranisti e umanitari. Né Salvini né Saviano: un nuovo modello”170 .
166 Senza migranti aziende e famiglie soffrirebbero https://bit.ly/3ILmLCf 167 «Su sicurezza e nascite la sinistra non vuole accettare la realtà» https://bit.ly/3pVqyob 168 L'opposizione schiacciata https://bit.ly/3ILC2TJ 169La questione migratoria come sfida identitaria https://bit.ly/3s61BZN 170 L'Europa è fottuta senza una terza via sull'immigrazione https://bit.ly/3GE26hU 74