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Un cantiere per i democratici ed i progressisti europei

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POSTFAZIONE

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Aria, idee e leadership nuove. Con il civismo, per la rinascita della Democrazia Italiana. (parte 34di40)

Una Fondazione dei progressisti europei:

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“In questi mesi, raccogliendo in qualche modo lo stimolo di Michele Salvati, Libertà Eguale sta lavorando per il rilancio di una Fondazione ispirata alla tradizione dei democratici e riformisti italiani, fermamente collocata nell’alveo della cultura liberalsocialista, disegnata dal discorso del Lingotto e realizzata nella vocazione maggioritaria nel corso degli anni di governo del centrosinistra” Vittorio Ferla, LibertàEguale

L’ottimo proposito di Vittorio Ferla, segnala che nel cantiere democratico-progressista europeo c’è molto da fare: citando Salvati, ribadisce che “si tratta di un processo lungo e complesso che richiede l’impegno di diverse forze, prima di tutte un partito politico adeguato alla sfida. Libertà Eguale può, però, con le sue forze, attivare un processo per coinvolgere e ispirare altri soggetti — policy communities, riviste, fondazioni, ecc. — al fine di ricostruire la trama e l’ordito di una cultura politica (e di un programma di governo) di stampo progressista, europeista e riformista”235

C’è da fare i conti con le ripetute sconfitte dei Partiti socialisti, se si esclude la performance del Partito Democratico alle precedenti elezioni europee e l’indubbio successo del Partito Socialista spagnolo di Pedro Sanchez, collegato ad uno specifico contesto e, probabilmente ad un leader giovane e carismatico, che hanno segnato un declino netto inequivocabile, sancito anche dalla debacle dello stesso PD il 4 marzo del 2018.

Non era quindi esagerato il titolo del Foglio che qualche tempo fa parlava di ‘anno terribile della sinistra’ snocciolando i numeri terribili del collasso.236

Va subito detto che la mappa dei Partiti di sinistra o comunque appartenenti allo schieramento che, usando la mappatura di tipo italiano, potremo definire di centrosinistra, si è fatta molto complessa, con una frammentazione inedita correlata al processo di ristrutturazione della base sociale di riferimento ed alla fluttuazione di un elettorato che esprime sofferenza e disorientamento e quindi è facilmente attratto dalle formazioni che si sono presentate con linguaggi e programmi di rottura rispetto alle prassi consolidati dei partiti tradizionali: Syriza, Podemos, M5s, hanno rappresentato novità, spiazzanti per gli assetti politici del passato, ma anche ‘ammalianti’ per i delusi in uscita. Il quadro complessivo che ha trovato rappresentazione nel Parlamento europeo con ultime elezioni è di difficile decifrazione ed in questa occasione sono state di poca utilità predittiva le annotazioni sulla crisi dei Socialdemocratici tedeschi inseguiti a poche lunghezze dai vincenti Verdi237 piuttosto che l’ambiguità stucchevole del Labour Party di Corbyn, oppure la problematicità delle alleanze in Spagna o di quelle che si realizzate tra i partiti italiani238 .

Ripieghiamo pertanto su un approccio analitico di tipo storico-culturale affidandoci al contributo di alcuni protagonisti che non sono implicati direttamente nella competizione politica e pertanto possono esprimere

235 La libertà eguale per il progresso dell’Europa https://bit.ly/3smfWlc 236 L'anno terribile della sinistra europea https://bit.ly/32mG1Wg 237 Il successo dei Verdi in Germania riaccende la sinistra https://bit.ly/3mfsSp1 238 Il piano economico della sinistra: fare in Europa le stesse cose che Di Maio fa in Italia https://bit.ly/3J4Sizp 96

delle valutazioni più disincantate od in ogni caso in grado di focalizzare le criticità ed alimentare una riflessività pacata sul che fare.

Donald Sassoon può sicuramente aiutarci ad usare dei criteri interpretativi corretti per comprendere la temperie di questa stagione politica.

È uno dei maggiori storici viventi; è nato al Cairo e ha studiato a Parigi, Milano, Londra e negli Stati Uniti. Ha conseguito un PhD al Birkbeck College di Londra sotto la supervisione di Eric J. Hobsbawm, è Professore Emerito di Storia europea comparata presso il Queen Mary College di Londra. A Sassoon si devono importanti studi quali: Cento anni di socialismo (Editori Riuniti 1997), un’analisi di ampio respiro del ruolo della sinistra nell’Europa occidentale nel corso del Novecento e La cultura degli europei. Dal 1800 a oggi (Rizzoli 2008), una monumentale indagine comparativa delle opere che hanno costruito l’immaginario europeo degli ultimi secoli; è anche autore di diversi saggi sulla storia d’Italia, fra cui Togliatti e la via italiana al socialismo (Einaudi 1980) e Come nasce un dittatore (Rizzoli 2010). Attualmente sta lavorando sul ruolo del capitalismo globale nel periodo 1880–1914.

Le domande che gli sono state poste partono dalla situazione attuale dell’Europa e del processo di integrazione, dall’emergere dei nazionalismi, per poi proseguire, sulla scia dei suoi studi, con uno sguardo storico rivolto alla storia del socialismo europeo e alla storia italiana del secondo Novecento.

La considerazione dell’ultimo trentennio non può che mettere in luce una crisi delle prospettive di tipo socialista -crisi che si manifesta negli anni Settanta e Ottanta e i cui effetti ultimi vediamo proprio ultimamente -, di cui Sassoon cerca di indagare le cause. Si tratta di un contributo disincantato che fornisce numerosi elementi per la discussione e che va tenuto in seria considerazione anche e soprattutto da chi non volesse condividerne le amare conclusioni sulle prospettive del socialismo europeo239

Un secondo contributo molto più ancorato ad una visione ‘contemporanea’ è quello che ci è dato da Enrico Letta, a cui la ‘trasmigrazione’ per una nuova esperienza professionale e politico-culturale a Parigi ha consentito di percepire, monitorare e concettualizzare quali debbono essere le scelte strategiche per far risalire nell’Unione europea la credibilità e le chance di successo per il pensiero e le proposte delle forze democratico-riformiste.

Una visione ed anche precise indicazioni operative affinché il nostro Continente diventi una terra, come ha sottolineato “più calda, accogliente e popolare per tutti, oppure è la sua fine!”. Nell’intervento di cui al link, per esempio egli focalizza due punti cruciali per recuperare un sentiment europeista:

• non ci deve essere solo la storia vincente dell’Erasmus: bisogna estendere l’esperienza ai sedicenni; • è necessario recuperare lo scarto (nella condivisione dello spirito europeo) tra le aree ‘metropolitane’ e quelle periferiche: vedi in particolare l’analisi delle elezioni francesi del 2017240 .

La diagnosi e le proposte di Letta si fanno più accurate e stringenti nel suo libro-intervista del 2017, ‘Contro venti e maree. Idee sull’Europa e sull’Italia’ - Conversazione con Sébastien Maillard - nel quale espone la preoccupazione motivata che a sessant’anni esatti dai Trattati di Roma, l’Europa unita, per la prima volta dalla sua fondazione, “rischia davvero di morire”. Oltre tutte le celebrazioni retoriche e lontano da ogni europeismo di maniera, egli lancia un appello a vivere questa ‘tempesta’ come una straordinaria occasione per rilanciare l’Unione europea. Contro il ritorno dei nazionalismi, anzitutto. Ma anche contro il mito ingannevole dell’uomo forte (che tutto semplifica e niente

239 Intervista a Donald Sassoon https://bit.ly/3GYpqXB 240 Festa dell'Europa - Conversazione con Enrico Letta https://youtu.be/_XUGH-GFrvA 97

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