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Marina Abramovic

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Aquarium

Aquarium

La performance art, di cui Marina Abramović è un punto di riferimento, è nata ad inizi Novecento, da artisti come pittori, attori e poeti che si esibivano apertamente davanti ad un pubblico. Con il trascorrere degli anni prima John Cage poi Allan Kaprow hanno unito più linguaggi espressivi per creare qualcosa di unico e nuovo. Sono stati gli anni Settanta quelli che hanno permesso di raggiungere il definitivo riconoscimento della performance all’interno della storia dell’arte ed è proprio in quegli anni che in Europa si sono formati due tra i più importanti performer del ventesimo secolo: Marina Abramović e Ulay.

Tra le performance più celebri di Marina spiccano, oltre a quelle già citate:

- Relation in time, performance realizzata a Bologna, presentava i due artisti influenzati dalle pratiche di meditazione asiatiche. Marina e Ulay sedevano dandosi le spalle, con i capelli intrecciati saldamente tra di loro per sedici ore;

- Balkan Baroque, presentata alla Biennale di Venezia, in cui l’artista era seduta in una cantina piena di ossa bovine insanguinate. Marina le ha pulite costantemente per giorni, sia dal sangue che dai vermi, cantando litanie e lamenti. Quest’opera aveva un messaggio chiaro; era un riferimento agli orrori perpetuati nella guerra dei Balcani che si stava svolgendo e venne premiata con il Leone D’Oro;

- Rythm 0, una delle performance cardine di Marina Abramović, avvenuta a Napoli. Marina era in piedi al centro di una stanza dove erano presenti molti oggetti, come coltelli, corde e piume, e rimase immobile per sei ore, esattamente come un oggetto. Le persone avrebbero potuto fare di lei quello che desideravano, esattamente come lei fosse un altro degli oggetti presenti nella stanza. Dopo le prime due ore, alcuni spettatori iniziarono ad accanirsi su di lei, mentre altri intervennero per proteggerla: la performance era riuscita, mostrando il peggio ed anche il meglio delle persone.

- GrandMother Of Performance sarà la sua ultima performance. Perché? L’artista ha infatti pensato a quest’opera che avverrà solo il giorno del suo funerale. Quel giorno ci saranno tre bare e ciascuna sarà mandata in una delle tre città che hanno segnato la sua vita, quindi Belgrado, Amsterdam, New York. Solo una conterrà il corpo dell’artista, ma nessuno potrà saperlo. [20]

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produzione artistica

Segue nel paragrafo corrente una serie di prodotti e installazioni in risposta all’ingenua aspettativa postumana, creati dalla mano di un artigiano del Terzo Millennio che ha visto con i suoi occhi e sentito nell’aria l’onda di influenza del postorganico in quell’oggi che può essere considerato una delle tappe conseguite dai propositi transumanisti. Ciascuna opera sarà accompagnata da un’analisi dettagliata ed esaustiva che si interfaccia con le tematiche e i contenuti trattati da artisti e movimenti citati nel paragrafo precedente.

POST PLASMIC è il titolo della serie. Il termine “plasmic”, si riferisce a tutto ciò che concerne in primo luogo il plasma (dal lat. plasma -ătis, gr. plásma -atos ‘cosa formata, plasma’ •1865.)

Il titolo vuole far riflettere sui molteplici significati del concetto di “plasma”: 1. Il costituente liquido del sangue, in cui è presente nella percentuale del 55% della massa totale: è una soluzione acquosa, di colore giallo e di carattere colloidale, contenente proteine, glicidi, lipidi, sali, che differisce dal siero per il contenuto di fibrinogeno; si usa spesso nelle trasfusioni invece del sangue intero. 2. In fisica, gas fortemente ionizzato, nel quale la maggior parte degli atomi o delle molecole è decomposta in ioni carichi positivamente e elettroni carichi negativamente; tale condizione si realizza quando il gas raggiunge temperature elevatissime (come all’interno delle stelle), oppure per effetto di scariche elettriche di grande intensità (come nelle lampade ad arco o al neon). 3. Fisica del plasma, la parte della fisica che studia le proprietà e il comportamento dinamico del plasma, in particolare in relazione ai processi di fusione nucleare. 4. Schermo al plasma, monitor al plasma, costituito da due pannelli di vetro tra i quali è racchiusa una rete di cellette corrispondenti ai singoli pixel che compongono l’immagine, all’interno delle quali è contenuta una particolare miscela di gas che, al passaggio di corrente elettrica, si ionizza illuminando opportunamente i fosfori dello schermo; per la possibilità di essere prodotti in grandi dimensioni mantenendo un ingombro limitato tali schermi trovano largo impiego nella fabbricazione di televisori.

Il progetto inizia con un flusso di coscienza origine del progetto stesso, da interpretare come pensiero di un umano che nel periodo storico odierno si interroga quotidianamente su questa società, ormai globale, nell’intento di scardinare i meccanismi tossici al fine di trasmettere messaggi di speranza all’umanità intera proponendo stimoli visivi per la mente collettiva.

La serie POST PLASMIC si divide in:

1. UBI EST ANIMUS NOSTER (OIL CREEK) - video installazione 2. VISUAL CORTEX PENTAGRAM - fotolibro 3. AQUARIUM - installazione 4. WEAPONS OF MASS RESTRUCTION - leporello grafico 5. PALUS LOTORUM - cortometraggio condiviso

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