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Guatemala DIRITTO ALLA SALUTE
Fin dalla prima missione sanitaria ospedaliera all’ospedale di Llano de la Virgen, nel 2005, proponemmo ai responsabili locali di lavorare insieme per trasformare la struttura in un ospedale pubblico da destinare alla popolazione del territorio di San Raymundo. Impegnarci cioè a lasciare aperto l’ospedale tutto l’anno, coinvolgendo medici e infermieri locali, perché fino ad allora veniva aperto solo quando arrivava un gruppo straniero.
“Non si può, non ne vale la pena. Medici e infermieri guatemaltechi sono poco affidabili e poi sarebbe uno sforzo economico troppo pesante…”. Così risposero e così hanno risposto negli anni successivi.
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Negli anni poi è diventato sempre più chiaro e definitivo che il loro spirito “missionario” era ben diverso dal nostro. Abbiamo allora deciso di accelerare quel “cambio di passo” auspicato da tempo.
Proprio durante l’ultima missione del gennaio 2020, abbiamo dunque cominciato a parlare con il sindaco della cittadina che ci ospita da tanti anni, San Raymundo, proponendo di realizzare con lui un ospedale pubblico. Purtroppo, pur manifestando grande interesse per l’idea, confessò che erano troppo scarse le disponibilità economiche per lanciarsi in un simile progetto.
Ma la “provvidenza” ci ha fatto incontrare, proprio in quei giorni, dei rappresentanti del sindaco di San Juan, cittadina vicina a San Raymundo ma molto più grande e importante. I contatti avuti direttamente con il sindaco hanno subito fatto capire che forse eravamo sulla strada giusta per realizzare il nostro sogno.
Si è cominciato a discuterne e poi a stilare una prima convenzione d’intenti: loro ci avrebbero messo a disposizione la struttura da destinare al nuovo ospedale e noi ci impegnavamo ad allestirla con attrezzature, macchinari e presidi rimediati in Italia.
E poi è arrivato il COVID.
E i soldi dell’amministrazione di San Juan sono stati destinati all’emergenza dovuta alla pandemia e parte dei presidi già inviati da noi in Guatemala con un container per il nuovo ospedale sono stati trasferiti negli ospedali limitrofi, destinati a trattare i pazienti affetti dal Coronavirus. Siamo sicuramente contenti di aver potuto aiutare quella povera gente a far fronte all’emergenza COVID, ma, a proposito del nostro sogno, abbiamo dovuto dire: “aspetta, blocca tutto, ora non si può.”
Pandemia permettendo, la nostra idea è quella di organizzare nei prossimi mesi un viaggio in Guatemala di un gruppo di responsabili per iniziare a realizzare, insieme alle autorità di San Juan, questo bel sogno. E nel frattempo, cominciare a individuare un gruppo medico-infermieristico locale da coinvolgere nel progetto a cui garantire, ove necessario, una formazione professionale e a cui affidare la responsabilità della gestione del nuovo ospedale.
Una volta iniziata questa nuova avventura, potremmo modificare la nostra attività sanitaria ospedaliera in Guatemala, trasformando l’attuale unica, grande e affollata missione annuale con l’organizzazione di ripetuti e frequenti periodi di lavoro, anche di breve durata, impegnando piccole équipes di cui facciano parte sempre le figure mediche e infermieristiche delle attività di base (medicina generale, ginecologia, pediatria, chirurgia generale e anestesia) a cui aggiungere ogni volta specialisti diversi (urologi, chirurghi plastici, otorini, oculisti, odontoiatri, ecc.). All’assistenza sanitaria, si affiancherebbe anche l’attività di formazione e tirocinio dei colleghi locali, aiutandoli nella loro crescita professionale.
A gennaio, mentre Carlo era in Guatemala, abbiamo avuto una video-riunione con il Sindaco e la giunta del Municipio di San Juan in cui abbiamo presentato il Progetto del nuovo ospedale pubblico, redatto dal nostro volontario, Ing. Luigi Sauve, seguendo le indicazioni dei nostri chirurghi e infermieri volontari.
Abbiamo già inviato tre container con attrezzature ospedaliere e presidi donati o dismessi dai nostri ospedali. Nel primo container, inoltre, abbiamo inviato anche un’ambulanza!
Il terreno è stato individuato e speriamo che presto possano partire i lavori di costruzione.
Il sogno di Sulla Strada si sta avverando perché lo stiamo sognando insieme a tutti voi e ai nostri amici guatemaltechi. E quindi… è già realtà!
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