ReginA Apostolorum

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scheda

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Regina Apostolorum nsa

Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli

L’ABC DELLA FEDE v i s i t ate i l n o s t ro

sito w w w .nsaita

Indirizzi Gli spunti di riflessione, in questo anno 2012/2013 dedicato alla FEDE, riguarderanno alcuni atteggiamenti personali nel confronti di questa VIRTù, aiutati anche da alcune considerazioni del Card. Giacomo Biffi, lette da don Egidio Villani (Sacerdote della Diocesi di Milano).

ALGERIA sr FerrArio Flora sr CAtAPAno Sandra 5 Rue des Fréres Ould Ahcéne · 31007 eL MAqqARi ORAnO T. 00213 041 282218 · florafnda@yahoo.fr sandra.catapano@yahoo.it

BURKINA FASO sr CoMi Alma

Siamo presenti in

Rivista Trimestrale Anno 25

l i a . o rg

Argentina · Canada Algeria · Benin · Botswana Burkina Faso · Ciad · Costa D’Avorio Egitto · Ghana · Libano · Niger Nigeria · Tanzania · Togo

Le Pagne de LEtIzIA

B.P. 152 SARH T. 00235 68 13 51 · marghensa@tiscali.it

TOGO sr ProFUMo etta B.P. 36 KOLOWARe - SOKODe T. 00228 90 37 144 · ettanda@yahoo.fr

COSTA D’AVORIO sr MArtineLLi Marisa

Tu sei certa/o del significato della tua vita, della bontà e verità della tua moralità? La tua vita, dopo la morte, con cosa coinciderà? La fede come avvenimento Oggi molti dicono: in tutte le religioni c’è del buono; oppure: tutte le religioni sono uguali, sicché ognuno può scegliere quella che gli va bene come può scegliere il colore della camicetta o il luogo della villeggiatura. Questo non è il cristianesimo: il cristianesimo è prima di tutto un avvenimento, l’avvenimento di “Dio, il Mistero” che si fa uomo in Gesù. Certo, il cristianesimo è anche una religione, ha un culto, una legge morale, ma primariamente esso solo,tra le religioni, è un fatto, un fatto che si può accogliere o rifiutare.

03 B.P. 332 ABiDJAn 03 ADJAMe T. 00225 20 37 12 52 · marisa.nelli@tiscali.it

sr. SCHiAVon Annamaria B.P.113 FeRKeSSeDOUGOU T. 00225 36 86 80 02 · annamariasc@yahoo.fr

sr GeroSA enrica sr BoLZAn Giuliana B.P. 44 GAGnOA · T.00225 32 77 27 24 gerosaenrica@yahoo.fr · giulibo@email.it

Vivi il cristianesimo come “dottrina” da sapere, diversa dalle altre religioni, o come un fatto cui aderire? Come si concretizza nella tua vita questa adesione? La fede come aprirci all’ intervento divino Talvolta siamo scandalizzati dal silenzio di “Dio, il Mistero”. Davanti a tante angosce e tante pazzie che la storia umana contiene perché “Dio, il Mistero” non parla e non interviene? “Dio, il Mistero” non parla perché ha già parlato, e non ha più niente da aggiungere avendo mandato in Gesù la sua Parola sostanziale. La fede è la nostra risposta , il nostro aprirci ad accogliere il discorso appassionato di “Dio, il Mistero” che è Padre , e arrenderci a Lui. Le tue risposte ai problemi e alle angosce tue e del mondo corrispondono a quanto “Dio, il Mistero” ci ha detto con Gesù?

sr BiASini Mariangela B.P. 35 KADiOLO MALi T. 00225 36 86 70 72

sr SAnGALLi Piera B.P. 158 ABiDJAn 18 T. 00225 21248720 · piera_nda@yahoo.fr

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Animazione Missionaria

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Il nuovo volto di tengrela

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La fede per la vita C’è chi pensa che avere fede sia qualche cosa di fortuito (come avere i capelli rossi o gli occhi grigi), oppure qualche cosa di casuale, una fortuna (come fare soldi con “gratta e vinci”). Gesù invece ci propone la fede in Lui come qualche cosa di sostanziale, necessario per non fallire la vita. Tutti abbiamo bisogno di dare uno scopo alla nostra venuta nel mondo, abbiamo bisogno di liberarci dei nostri errori morali, di sapere a cosa incontro dopo la morte…

seTTembRe 2012 · N

MESSAGGI AL MONDO

Chiamati a far risplendere la PArOLA DI vErItà


professato e testimoniato”

Costituzione Dogmatica sulla Chiesa “Lumen Gentium”, 21 novembre 1964

Per il Concilio Vaticano II occorre: “… ripartire da Dio, celebrato,

Via G. Solaro, 21 23881 Airuno (LC)

appuntamenti

Come infatti il Figlio è stato mandato dal Padre, così ha mandato egli stesso gli apostoli (cfr. Gv 20,21) dicendo: «Andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20). E questo solenne comando di Cristo di annunziare la verità salvifica, la Chiesa l’ha ricevuto dagli apostoli per proseguirne l’adempimento sino all’ultimo confine della terra (cfr. At 1,8). (...) È spinta infatti dallo Spirito Santo a cooperare perché sia compiuto il piano di Dio, il quale ha costituito Cristo principio della salvezza per il mondo intero. Predicando il Vangelo, la Chiesa dispone coloro che l’ascoltano a credere e a professare la fede, li dispone al battesimo, li toglie dalla schiavitù dell’errore e li incorpora a Cristo per crescere in lui mediante la carità finché sia raggiunta la pienezza (...) Ad ogni discepolo di Cristo incombe il dovere di disseminare, per quanto gli è possibile, la fede.

APPuNtAMENtI

Suor M. Claude, NSA, Algeria

i n a v o i “G ” i c i am

La comunità di animazione missionaria vocazionale delle suore NSA di Airuno (LC) apre a tutti i giovani che desiderano condividere alcuni momenti della sua proposta per offrire occasioni di preghiera, meditazione spirituale su testi biblici. Il cammino prevede la possibilità di vivere, durante il periodo estivo, un’esperienza missionaria presso le nostre comunità in Africa. Ogni seconda domenica del mese dalle ore 9.00 alle 16.00 Aperto a giovani dai 18 ai 30 anni Tema: “Ravviva

il dono di Dio che è in te” (2 Tm. 1,6)

14 ott. 11 nov. 09 dic. 13 gen. 10 feb.

Timoteo, ritratto di un missionario “Ravviva il dono di Dio che è in te” 2 Tm. 1,6 “Prendi la tua parte di sofferenza” 2 Tm. 2,3 La “sana dottrina” e il primato della carità 2 Tm. 1,14;2,14 ss; 4,3 I tre ritratti: • gli uomini empi 2 Tm. 3,1-9 • l’apostolo Paolo 2 Tm. 11-13 • Timoteo 2 Tm. 14-17 10 mar. Non ci può essere missione senza croce 2 Tm. 4,6 ss 14 apr. Le relazioni mancate 2 Tm. 4,10- 14;1,15; 2,17-18 Le relazioni riuscite 2 Tm.2,24-25 12 mag. Le relazioni di equipe 2 Tm. 1,16-18 La chiesa come legame di relazione o comunità alternativa Fil. 2, 14-15 09 giu. GIORNATA “PORTE APERTE” aperta a tutti/e

Per informazioni: Suor Martina (NSA) Tel. 02-70600256 bernardimartina05@gmail.com www.nsaitalia.org Suor Annarosa (NSA) Tel. 039-9943080 annarosacrippa@yahoo.it

Prega Spirito di Vita, che in principio aleggiavi sull’abisso, aiuta l’umanità del nostro tempo a comprendere che l’esclusione di Dio la porta a smarrirsi nel deserto del mondo, e che solo dove entra la fede fioriscono la dignità e la libertà e la società tutta si edifica nella giustizia. Spirito di Pentecoste, che fai della Chiesa un solo Corpo, restituisci noi battezzati a un’autentica esperienza di comunione; rendici segno vivo della presenza del Risorto nel mondo, comunità di santi che vive nel servizio della carità. Spirito Santo, che abiliti alla missione, donaci di riconoscere che, anche nel nostro tempo, tante persone sono in ricerca della verità sulla loro esistenza e sul mondo. Rendici collaboratori della loro gioia con l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, chicco del frumento di Dio, che rende buono il terreno della vita e assicura l’abbondanza del raccolto. Amen.

(…) La missione antica e nuova che ci sta innanzi è quella di introdurre gli uomini e le donne del nostro tempo alla relazione con Dio, aiutarli ad aprire la mente e il cuore a quel Dio che li cerca e vuole farsi loro vicino, guidarli a comprendere che compiere la sua volontà non è un limite alla libertà, ma è essere veramente liberi, realizzare il vero bene della vita. Dio è il garante, non il concorrente, della nostra felicità, e dove entra il Vangelo - e quindi l’amicizia di Cristo - l’uomo sperimenta di essere oggetto di un amore che purifica, riscalda e rinnova, e rende capaci di amare e di servire l’uomo con amore divino. (…) La nuova evangelizzazione necessita di adulti che siano «maturi nella fede e testimoni di umanità». Vegliate e operate perché la comunità cristiana sappia formare persone adulte nella fede perché hanno incontrato Gesù Cristo, che è diventato il riferimento fondamentale della loro vita; persone che lo conoscono perché lo amano e lo amano perché l’hanno conosciuto; persone capaci di offrire ragioni solide e credibili di vita.

(dal Discorso del Santo Padre Benedetto XVI all’Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana Aula del Sinodo Giovedì, 24 maggio 2012)

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Editoriale

Gesù manda G

li apostoli sono mandati, non si appoggiano sul loro zelo, sul loro entusiasmo, ma sono comandati e mandati. Questo è molto bello, è una grandissima forza sapere che io lavoro qui perché sono mandato e comandato e questo mandato viene in qualche modo da Dio. Se ci scegliessimo noi il modo di fare, di operare, potremmo spesso essere interiormente erosi dalla domanda: “Ma ho fatto veramente ciò che dovevo?”. Invece la coscienza di essere mandati è una grande forza, una forza per tutti i momenti della vita … Anche noi dobbiamo con spirito di fede ricordare e riconoscere che siamo mandati e comandati nel nostro ministero. Questo non vuol dire che non ci debbano essere prudenze, precauzioni, ecc., ma vuol dire che quando uno ha la coscienza di essere mandato, può andare avanti tranquillamente senza lasciarsi vincere dalle difficoltà. Se poi guardiamo il metodo usato da Gesù per la missione, vediamo che si basa molto sugli incontri personali. L’evangelizzazione è sempre a tu per tu. Parte da un contatto, da persona a persona. E questo ci dà una grande serenità perché, certo, può darsi che le circostanze concrete della nostra missione non siano le migliori, che l’organizzazione non sia bene oliata, però un cristiano (prete o laico) ha sempre modo di incontrare le persone e può dire loro la Parola, dare loro se stesso come messaggio. La natura dell’evangelizzazione è così: non

è comunicazione di una notizia al di fuori di noi, ma è qualcosa che abbiamo dentro noi stessi e consegniamo ad altri come tesoro prezioso. L’evangelizzazione nasce dagli incontri personali e per questo si contenta anche, almeno all’inizio, dei piccoli numeri. È chiaro che questo metodo non è il metodo delle grandi masse. Gesù avrebbe potuto mandare gli apostoli a dire: “radunatevi tutti il giorno tale, sulla spianata del tempio, diecimila, centomila uditori…”. Gesù manda gli apostoli perché ciascuno incontri le persone e porti la parola di vita, la forza. La nostra predicazione non comincia mai con grandi numeri. Certo, bisogna anche far conto dei grandi numeri, ma non è questo il metodo fondamentale; non sono le grandi assemblee, non sono le grandi convocazioni, che si possono indire ogni tanto, ma è la testimonianza personale che è data dall’incontro di ciascuno con il suo prossimo. La nostra Chiesa non è per le grandi masse o per i grandi raduni; possono certo tenere, ma prima ci deve essere stato un lavoro profondo, capillare, a tu per tu, lavoro che deve continuare anche dopo (…). Così la Chiesa continuerà a essere se stessa, continuerà a vivere il suo mandato perché viva la vita che ha vissuto Gesù, che era povero fra i poveri, e quindi potrà comprendere meglio i poveri e la povertà di ogni persona e mettersi nella giusta relazione con Dio, che è di umiltà, di gratitudine e di abbandono a lui. (da “Parole per vivere” C.M. Martini, Ed. Paoline)


Calendario dei grandi eventi che si terranno a Roma nell’ambito dell’Anno della Fede ai quali sarà presente il Santo Padre: • giovedì 11 ottobre: apertura dell’Anno della Fede che “avverrà in Piazza San Pietro, ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II. Vi sarà una solenne celebrazione eucaristica concelebrata da tutti i Padri Sinodali, dai Presidenti delle Conferenze Episcopali del mondo e dai Padri conciliari ancora viventi che potranno raggiungerci”. • Domenica 21 ottobre: Canonizzazione di 6 martiri e confessori della fede: il francese Jacques Barthieu; il filippino Pedro Calugsod; l’italiano Giovanni Battista Piamarta; la spagnola María del Carmen; l’irochese Caterina Tekakwitha; la tedesca Madre Marianne (Barbara Cope) e la tedesca Anna Schäffer. • Il 25 gennaio 2013, durante la tradizionale celebrazione ecumenica nella basilica romana di San Paolo fuori le Mura si pregherà insieme affinché attraverso la comune professione del Simbolo i cristiani non dimentichino la via dell’unità. • Il 28 aprile il Santo Padre conferirà la Cresima ad un gruppo di giovani. • Il 05 maggio, sarà dedicato alla pietà popolare e all’opera dei confratelli. • Il 18 maggio, vigilia di Pentecoste, sarà dedicata a tutti i movimenti, antichi e nuovi, con il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro. • Domenica 02 giugno, festa del Corpus Domini, è in programma una Solenne Adorazione Eucaristica che sarà contemporanea in tutte le cattedrali e chiese del mondo. • Domenica 16 giugno dedicata alla testimonianza del Vangelo della Vita.

Rivista Trimestrale Anno 25. n. 3 Direttore Responsabile: Sr. Fiorina Tagliabue Autorizz. Tribunale di Varese n. 185 del 5.10.1966 Sped. in abb. post. art. 2 Comma 20 lettera C Legge 662/96 - Milano

c/c n. 19349216

Redazione: Via Accademia, 15 20131 Milano Tel. 02.70.600.256 Fax 02.70.63.48.15 http://www.nsaitalia.it e-mail: nsa-mi@iol.it animazione-nsa@libero.it Suore NSA Bardello Piazza Trieste, 5 21020 Bardello (VA) Tel. 0332.74.33.79 Fax 0332.74.59.56

• Il 07 luglio si concluderà in San Pietro il pellegrinaggio dei seminaristi, novizie e novizi di tutto il mondo. • Il 29 settembre, sarà dedicato in particolare ai Catechisti, nell’anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. • Il 13 ottobre sarà dedicato alla presenza di Maria nella Chiesa. • Infine il 24 novembre si celebrerà la giornata conclusiva dell’Anno della Fede. L’Anno sarà arricchito da eventi culturali, fra i quali, una mostra su San Pietro a Castel Sant’Angelo (7 febbraio - 1 maggio 2013) ed un concerto in Piazza San Pietro (22 giugno 2013). Una barca, immagine della Chiesa, in navigazione sui flutti. L’Albero maestro è una croce che issa le vele le quali, con segni dinamici, realizzano il trigramma di Cristo (IHS). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole che associato al trigramma, rimanda all’Eucaristia. Il sito dell’evento www.annusfidei. va, sarà disponibile in versione multilingua e sarà direttamente consultabile da tutti i dispositivi mobili e tablet. È pronto anche l’inno ufficiale dell’Anno della Fede: “Credo, Domine, adauge nobis fidem”. È uscito a settembre nelle diverse lingue il Sussidio pastorale, Vivere l’Anno della Fede. Una piccola immagine del Cristo del Duomo di Cefalù (Sicilia), sul cui retro si trova scritta la Professione di Fede, accompagnerà tutti i pellegrini e i credenti nelle varie parti del mondo.

Stampa e grafica: Jona srl Paderno Dugnano (MI)

ASSOCIATA ALLA associazione stampa missionaria italiana iscritta all’unione stampa periodica

Garanzia di riservatezza Il trattamento dei dati viene svolto nell’ambito della banca dati della Rivista Regina Apostolorum e nel rispetto della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali; la quale assicura che essi non sono trasmessi a soggetti terzi alle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli. Chiuque desiderasse comunicare la cancellazione o modifiche può farlo inviando un fax alla redazione: n. fax 02.70.63.48.15.


Sommario Vita nsa

4

La caratteristica dell’amore…

8

bardello in FeSta

per una persona davvero speciale!

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Messaggi al mondo

Chiamati a far risplendere la

Dalla missione 24

Pronti a ricominciare

28

Il nuovo volto di

16

aQUileia

alla ricerca di un nuovo stile pastorale legato profondamente al Vangelo

20

32

donna bella come lei

Le Pagne de letizia

Adesso parliamo noi 36

FamilY 2012

… tutti della stessa grande famiglia che è la ChIesa 38

Dal Burkina Faso a Family 2012

Un’esperienza straordinaria

Profili

assomigliare a una

tengrela

Dalla parte di

Parola di verità Camminando...

i “nipotini” di zorgho sono tornati a scuola

42

La valigia di

raFFa


Vita nsa

La caratteristica

… un gesto altamente significativo e sempre commovente, un impegno sacro che prendiamo sulle orme dei Dodici, affidandoci a Maria Regina degli Apostoli, nostra Madre e Maestra, allo Spirito Santo “anima” della Missione.

U

na festa “giovane” a Bardello! L’abbiamo vissuta sabato 28 agosto celebrando la rinnovazione dei Voti di suor Giuliana Bolzan. Alla freschezza del “Mattino” di Giuliana si è unita anche la “Sera” delle Giubilari della comunità: suor Alfreda (102 anni), suor Angela e suor Marisa che ricordavano rispettivamente 75, 70 e 50 anni di Professione religiosa. Due momenti della vita diversamente splendidi ma sempre importanti perché in ciascuna abbiamo lodato l’opera del Signore e la gioia che ha fatto dire “Sì, eccomi!” Dall’inizio alla fine siamo del Signore e seguiamo le sue orme “con Maria Madre di Gesù”, come recita in nostro motto! Eravamo in 40 perché si sono aggiunte a noi consorelle delle altre comunità. La semplicità non ha tolto nulla alla profondità della preghiera, alla serietà dei Voti rinnovati, alla gioia di ritrovarsi e di scambiare notizie, riandare ai ricordi, rilanciare speranze! Sorridente e serena, la nostra giovane NSA ha posto con decisione e fiducia questo gesto che la impegna verso l’Istituto e verso la Chiesa ben consapevole che la chiamata è un dono gratuito del Signore che sceglie chi vuole per seguirlo. Così è stato per gli Apostoli, così sarà sempre nella Chiesa perché a Dio “nulla è impossibile” e chi crede “trasporta le montagne”. Tutto ciò per dire che non bisogna avere paura, anche quando le situazioni umane sembrano fragili ed incerte.

Più gravi, ma altrettanto serene e decise le Giubilari hanno cantato le meraviglie del Signore nella loro lunga vita di missionarie. Torniamo alla festa: il posto d’onore è stato dato ovviamente alla Celebrazione Eucaristica nel corso della quale suor Giuliana ha rinnovato i suoi Voti di Castità, Povertà e Obbedienza nelle mani della Provinciale che rappresentava l’Istituto. Dopo di lei tutte le suore presenti hanno ripetuto la formula dell’impegno ad essere consacrate per la missione nell’Istituto NSA. È un gesto altamente significativo e sempre commovente, un impegno sacro che prendiamo sulle orme dei Dodici, affidandoci a Maria Regina degli Apostoli, nostra Madre e Maestra, allo Spirito Santo “anima” della Missione. Ci siamo poi ritrovate per un pranzo fraterno ed allegro, durante il quale le suore


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dell’amore… più dotate hanno raccontato aneddoti, storielle e canti in pieno “stile” NSA. Suor Giuliana non ha avuto timore di intraprendere il cammino formativo per essere Suora di Nostra Signora degli Apostoli pur sapendosi sola come italiana ha accettato di far parte del Noviziato di Abengorou in Costa d’Avorio e poi di vivere il suo impegno missionario a Gagnoa, dove si trova attualmente. Le sue scelte sono approvate e sostenute dalla mamma, presente alla festa e “membro” aggiunto delle Famiglia NSA! Il celebrante, Don Domenico, sacerdote Guanelliano della comunità di Barza (Ispra) ha contribuito a rendere più solenne la celebrazione facendosi accompagnare dai suoi due Novizi che hanno servito all’altare. Il Padre aveva nei giorni precedenti predicato il Ritiro Spirituale alla comunità. Le sue meditazioni ci hanno aiutate a rivedere il nostro cammino, a cogliere con maggiore pro-

fondità i molteplici aspetti della consacrazione a Dio nella vita religiosa. Una “grazia” che ci accompagnerà nel nostro cammino di ogni giorno aiutandoci a seguire il Signore con un cuore sempre più grande e libero. Giovani o anziane, sane o ammalate, le Suore di Nostra Signora degli Apostoli sono missionarie sempre e ovunque, il loro impegno per il Vangelo continua per tutta la vita anche se in forme e circostanze diverse… tutte devono “correre” come diceva il Nostro Fondatore, Padre Agostino Planque alle suore in Africa: “Gesù vi dice: è per me che corri, e io sono con te. Troverai riposo nel giorno che io ho fissato: nell’attesa di quel giorno, corri e corri ancora, io sono nel tuo cuore e non ti abbandono …”. Suor Marisa Bina, NSA


Vita nsa «I missionari non invecchiano mai, perché vivono l’amore universale» è una frase che ho sentito ripetere spesso. Ne ho avuto conferma il 25 agosto scorso nella nostra casa-madre di Bardello, che ha accolto generazioni di suore nel tempo e che ora custodisce una pimpante comunità di suore “stagionate”. L’occasione era una festa importante, quella che con stupore e gratitudine ricorda al tempo la caratteristica dell’amore che dura per sempre: tre sorelle che hanno compiuto 50, 70 e 75 anni di vita donata al Signore per la missione! In ordine sono suor Marisa Bina, suor Angela Airaghi e suor Alfreda Porotti (che con i suoi 102 anni di vita, sfida con fede e buonumore le leggi dell’età…). Vederle gioiose, con la battuta pronta, attive anche nei loro acciacchi e sempre felici di aver seguito il Signore nell’avventura missionaria, ha confermato il detto scritto all’inizio. C’ero anche io tra le festeggiate, stupita di farne parte, con i miei due anni di vita

suor Marisa al centro

Mentre in ginocchio davanti all’altare, con le mani in quelle della mia Provinciale rinnovavo il mio ‘sì’ al Signore, come in un flash ho visto queste mie suore attorno a me, queste donne profondamente appassionate della vita e del mondo. Mi sono sentita piccola di fronte a queste grandi missionarie che avevano dato la vita intera per “conoscere e amare Dio e farlo conoscere e amare”.

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consacrata. La mia gioia è stata di rinnovare i voti temporanei accompagnata dal sostegno di queste tre sorelle maggiori, e di tutte le altre, che erano presenti nume-


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suor giuliana con la mamma

rose, oltre che da mia madre emozionata e commossa nel constatare ancora una volta l’affetto delle suore NSA. Mentre in ginocchio davanti all’altare, con le mani in quelle della mia Provinciale rinnovavo il mio “sì” al Signore, come in un flash ho visto queste mie suore attorno a me, queste donne profondamente appassionate della vita e del mondo. Mi sono sentita piccola di fronte a queste suor alfreda (seconda da sinistra) suor Marisa, suor angela e suor giuliana (quarta, sesta e settima da sinistra)

grandi missionarie che avevano dato la vita intera per “conoscere e amare Dio e farlo conoscere e amare”. Suor Alfreda è addirittura tra le fondatrici della missione dove io vivo da due anni, Gagnoa in Costa d’Avorio, e dove lei è arrivata nel 1948! Che bello far parte di questa famiglia missionaria, ho pensato, mentre dopo la comunione, tutte insieme, com’è tradizione ogni anno, hanno rinnovato i loro voti. Nella mia mente si è formata l’immagine di un’ideale catena d’amore e fedeltà a Dio e ai popoli del mondo che continua… La festa che ne è seguita è stata un susseguirsi di buon cibo (anche un delizioso cous-cous offerto da un’infermiera musulmana), storielle, barzellette, canzoni vecchie e nuove, rigorosamente concepite dalle suore stesse e tante risate. Sì, più le guardo, più penso che le mie suore non invecchieranno mai, perché sono fatte tutte di quell’amore che non muore. Suor Giuliana Bolzan, NSA


Vita nsa

BARDELLO

per una persona T

utta Bardello in festa per la “sua” suora Alfreda Porotti, al secolo Giuseppina, che lo scorso 22 agosto ha compiuto ben 102 anni. In questo 2012, l’anziana religiosa ricorda anche i 75 anni della sua professione religiosa. Suor Alfreda Porotti, classe 1910, è stata festeggiata nel convento delle suore di Nostra Signora degli Apostoli, dove ha fatto la sua professione religiosa e dove risiede dal 1972. La missione della religiosa, l’ultima nata proprio a Bardello è sempre stata rivolta al servizio degli ultimi. Dopo il periodo di noviziato svolto in Francia per alcuni anni, suor Alfreda, presi i Voti nel convento di Bardello, parte per una missione in Africa, dove si fermerà fino al 1971. La religiosa è cresciuta a Bardello con i suoi genitori ed è ovviamente legatissima al suo paese. Come missionaria ha prestato servizio in Costa d’Avorio, poi è stata chiamata per una missione in Libano, prima del suo definitivo rientro in Italia a Bardello nel 1972. Nel convento di Nostra Signora degli Apostoli, sabato 25 agosto durante la messa si sono ricordati oltre ai 75 anni di professione religiosa di suor Alfreda, anche quelli di altre cinque consorelle. L’an-

ziana ma arzilla religiosa si è sempre occupata della cucina. Fino a che l’età e le forze glielo hanno consentito, suor Alfreda ha cucinato per tutto il convento. “Una cuoca provetta, che anche quando non era più responsabile e superati i 90 anni, ha dato sempre una mano in cucina alle consorelle” ricordano dal convento. A suor Alfreda sono giunti gli auguri del sindaco cha a nome di tutta la cittadinanza ha espresso parole di riconoscenza e affetto alla festeggiata. “Suor Alfreda è davvero una persona speciale, sottolinea


O IN FESTA

a davvero speciale!

suor alfreda con a destra il sindaco di Bardello, Paola Quintè

la prima cittadina, perché è l’ultima suora ancora vivente nativa di Bardello, oltre ad essere con i suoi 102 anni, la nostra concittadina più anziana; nonostante la veneranda età è molto lucida ed in gamba”. Le suore del convento svolgono da sempre un ruolo prezioso per tutto il paese e suor Alfreda non si è mai tirata indietro

quando c’era da aiutare qualcuno. La religiosa è stata festeggiata oltre che dalle consorelle e dall’amministrazione comunale, anche dai parenti, nipoti e pronipoti che le hanno offerto una bella torta augurale, per un compleanno, ma soprattutto per una persona davvero speciale. (da il giornale La Provincia)

9


Messaggi al mondo

Chiamati a far

PAROLA D (Lett. ap. Porta fidei, 6)

Messaggio del santo Padre Benedetto xVI per la giornata Missionaria Mondiale 2012


11

risplendere la

DI vERITà C

ari fratelli e sorelle! La celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale si carica quest’anno di un significato tutto particolare. La ricorrenza del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, l’apertura dell’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi sul tema della nuova evangelizzazione concorrono a riaffermare la volontà della Chiesa di impegnarsi con maggiore coraggio e ardore nella missio ad gentes perché il Vangelo giunga fino agli estremi confini della terra. Il Concilio Ecumenico Vaticano II, con la partecipazione dei Vescovi cattolici provenienti da ogni angolo della terra, è stato un segno luminoso dell’universalità della Chiesa, accogliendo, per la prima volta, un così alto numero di Padri Conciliari provenienti dall’Asia, dall’Africa, dall’America Latina e dall’Oceania. Ve-


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Messaggi al mondo scovi missionari e Vescovi autoctoni, Pastori di comunità sparse fra popolazioni non cristiane, che portavano nell’Assise conciliare l’immagine di una Chiesa presente in tutti i Continenti e che si facevano interpreti delle complesse realtà dell’allora cosiddetto “Terzo Mondo”. Ricchi dell’esperienza derivata dall’essere Pastori di Chiese giovani ed in via di formazione, animati dalla passione per la diffusione del Regno di Dio, essi hanno contribuito in maniera rilevante a riaffermare la necessità e l’urgenza dell’evangelizzazione ad gentes, e quindi a portare al centro dell’ecclesiologia la natura missionaria della Chiesa.

Ecclesiologia missionaria Questa visione oggi non è venuta meno, anzi, ha conosciuto una feconda riflessione teologica e pastorale e, al tempo stesso, si ripropone con rinnovata urgenza perché si è dilatato il numero di coloro che non conoscono ancora Cristo: “Gli uomini che attendono Cristo sono ancora in numero immenso”, affermava il beato Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptoris missio sulla permanente validità del mandato missionario, e aggiungeva: “Non possiamo restarcene tranquilli, pensando ai milioni di nostri fratelli e sorelle, anch’essi redenti dal sangue di Cristo, che vivono ignari dell’amore di Dio” (n. 86). Anch’io, nell’indire l’Anno della fede, ho scritto che Cristo “oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra” (Lett. ap. Porta fidei, 7); proclamazione che, come si esprimeva anche il Servo di Dio Paolo VI nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, “non è per la Chiesa un contributo facoltativo: è il dovere che le incombe per mandato del Signore Gesù, affinché gli uomi-

ni possano credere ed essere salvati. Sì, questo messaggio è necessario. È unico. È insostituibile” (n. 5). Abbiamo bisogno quindi di riprendere lo stesso slancio apostolico delle prime comunità cristiane, che, piccole e indifese, furono capaci, con l’annuncio e la testimonianza, di diffondere il Vangelo in tutto il mondo allora conosciuto. Non meraviglia quindi che il Concilio Vaticano II e il successivo Magistero della Chiesa insistano in modo speciale sul mandato missionario che Cristo ha affidato ai suoi discepoli e che deve essere impegno dell’intero Popolo di Dio, Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, laici. La cura di annunziare il Vangelo in ogni parte della terra spetta primariamente ai Vescovi, diretti responsabili dell’evangelizzazione nel mondo, sia come membri del collegio episcopale, sia come Pastori delle Chiese particolari. Essi, infatti, “sono stati consacrati non soltanto per una diocesi, ma per la salvezza di tutto il mondo” (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 63), “messaggeri di fede che portano nuovi discepoli a Cristo” (Ad gentes, 20) e rendono “visibile


La priorità dell’evangelizzare Il mandato di predicare il Vangelo non si esaurisce perciò, per un Pastore, nell’attenzione verso la porzione del Popolo di Dio affidata alle sue cure pastorali, né nell’invio di qualche sacerdote, laico o laica fidei donum. Esso deve coinvolgere tutta l’attività della Chiesa particolare, tutti i suoi settori, in breve, tutto il suo essere e il suo operare. Il Concilio Vaticano II lo ha indicato con chiarezza e il Magistero successivo l’ha ribadito con forza. Ciò richiede di adeguare costantemente stili di vita, piani pastorali e organizzazione diocesana a questa dimensione fondamentale dell’essere Chiesa, specialmente nel nostro mondo in continuo cambiamento. E questo vale anche per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, come pure per i Movimenti ecclesiali: tutte le componenti del grande mosaico della Chiesa devono sentirsi fortemente interpellate dal mandato del Signore di predicare il Vangelo, affinché

L’incontro con Cristo come Persona viva che colma la sete del cuore non può che portare al desiderio di condividere con altri la gioia di questa presenza e di farlo conoscere perché tutti la possano sperimentare (…) Il punto centrale dell’annuncio rimane sempre lo stesso: il Kerigma del Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo …

lo spirito e l’ardore missionario del Popolo di Dio, sicché la diocesi tutta si fa missionaria” (ibid., 38).

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Cristo sia annunciato ovunque. Noi Pastori, i religiosi, le religiose e tutti i fedeli in Cristo, dobbiamo metterci sulle orme dell’apostolo Paolo, il quale, “prigioniero di Cristo per i pagani” (Ef 3,1), ha lavorato, sofferto e lottato per far giungere il Vangelo in mezzo ai pagani (cfr Col 1,2429), senza risparmiare energie, tempo e mezzi per far conoscere il Messaggio di Cristo. Anche oggi la missione ad gentes deve essere il costante orizzonte e il paradigma di ogni attività ecclesiale, perché l’identità stessa della Chiesa è costituita dalla fede nel Mistero di Dio, che si è rivelato in Cristo per portarci la salvezza, e dalla missione di testimoniarlo e annunciarlo al mondo, fino al suo ritorno. Come san Paolo, dobbiamo essere attenti verso i lontani, quelli che non conoscono ancora Cristo e non hanno sperimentato la paternità di Dio, nella consapevolezza che “la cooperazione missionaria si deve allargare oggi a forme nuove includendo non solo l’aiuto economico, ma anche la par-


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Messaggi al mondo tecipazione diretta all’evangelizzazione” (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 82). La celebrazione dell’Anno della fede e del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione saranno occasioni propizie per un rilancio della cooperazione missionaria, soprattutto in questa seconda dimensione.

Fede e annuncio L’ansia di annunciare Cristo ci spinge anche a leggere la storia per scorgervi i problemi, le aspirazioni e le speranze dell’umanità, che Cristo deve sanare, purificare e riempire della sua presenza. Il suo Messaggio, infatti, è sempre attuale, si cala nel cuore stesso della storia ed è capace di dare risposta alle inquietudini più profonde di ogni uomo. Per questo la Chiesa, in tutte le sue componenti, deve essere consapevole che “gli orizzonti immensi della missione ecclesiale, la complessità della situazione presente chiedono oggi modalità rinnovate per poter comunicare efficacemente la Parola di Dio” (Benedetto XVI, Esort. ap. postsin. Verbum Domini, 97). Questo esige, anzitutto, una rinnovata adesione di fede personale e comunitaria al Vangelo di Gesù Cristo, “in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo” (Lett. ap. Porta fidei, 8). Uno degli ostacoli allo slancio dell’evangelizzazione, infatti, è la crisi di fede, non solo del mondo occidentale, ma di gran parte dell’umanità, che pure ha fame e sete di Dio e deve essere invitata e condotta al pane di vita e all’acqua viva, come la Samaritana che si reca al pozzo di Giacobbe e dialoga con Cristo. Come racconta l’Evangelista Giovanni, la vicenda di questa donna è particolarmente significativa (cfr Gv 4,1-30): incontra Gesù, che le chiede da bere, ma poi le parla di

un’acqua nuova, capace di spegnere la sete per sempre. La donna all’inizio non capisce, rimane a livello materiale, ma lentamente è condotta dal Signore a compiere un cammino di fede che la porta a riconoscerlo come il Messia. E a questo proposito sant’Agostino afferma: “dopo aver accolto nel cuore Cristo Signore, che altro avrebbe potuto fare [questa donna] se non abbandonare l’anfora e correre ad annunziare la buona novella?” (In Ioannis Ev., 15, 30). L’incontro con Cristo come Persona viva che colma la sete del cuore non può che portare al desiderio di condividere con altri la gioia di questa presenza e di farlo conoscere perché tutti la possano sperimentare. Occorre rinnovare l’entusiasmo di comunicare la fede per promuovere una nuova evangelizzazione delle comunità e dei Paesi di antica tradizione cristiana, che stanno perdendo il riferimento a Dio, in modo da riscoprire la gioia del credere. La preoccupazione di evangelizzare non deve mai rimanere ai margini dell’attività ecclesiale e della vita personale del cristiano, ma caratterizzarla fortemente, nella consapevolezza di essere destinatari e, al tempo stesso, missionari del Vangelo. Il punto centrale dell’annuncio rimane sempre lo stesso: il Kerigma del Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, il Kerigma dell’amore di Dio assoluto e totale per ogni uomo ed ogni donna, culminato nell’invio del Figlio eterno e unigenito, il Signore Gesù, il quale non disdegnò di assumere la po-


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Con il beato John Henry Newman vorrei pregare: “Accompagna, o Signore, i tuoi missionari nelle terre da evangelizzare, metti le parole giuste sulle loro labbra, rendi fruttuosa la loro fatica”. La vergine Maria, Madre della Chiesa e Stella dell’evangelizzazione, accompagni tutti i missionari del vangelo.

vertà della nostra natura umana, amandola e riscattandola, per mezzo dell’offerta di sé sulla croce, dal peccato e dalla morte. La fede in Dio, in questo disegno di amore realizzato in Cristo, è anzitutto un dono e un mistero da accogliere nel cuore e nella vita e di cui ringraziare sempre il Signore. Ma la fede è un dono che ci è dato perché sia condiviso; è un talento ricevuto perché porti frutto; è una luce che non deve rimanere nascosta, ma illuminare tutta la casa. È il dono più importante che ci è stato fatto nella nostra esistenza e che non possiamo tenere per noi stessi.

L’annuncio si fa carità “Guai a me se non annuncio il Vangelo!”, diceva l’apostolo Paolo (1 Cor 9,16). Questa parola risuona con forza per ogni cristiano e per ogni comunità cristiana in tutti i Continenti. Anche per le Chiese nei territori di missione, Chiese per lo più giovani, spesso di recente fondazione, la missionarietà è diventata una dimensione connaturale, anche se esse stesse hanno

ancora bisogno di missionari. Tanti sacerdoti, religiosi e religiose, da ogni parte del mondo, numerosi laici e addirittura intere famiglie lasciano i propri Paesi, le proprie comunità locali e si recano presso altre Chiese per testimoniare e annunciare il Nome di Cristo, nel quale l’umanità trova la salvezza. Si tratta di un’espressione di profonda comunione, condivisione e carità tra le Chiese, perché ogni uomo possa ascoltare o riascoltare l’annuncio che risana e accostarsi ai Sacramenti, fonte della vera vita. Insieme a questo alto segno della fede che si trasforma in carità, ricordo e ringrazio le Pontificie Opere Missionarie, strumento per la cooperazione alla missione universale della Chiesa nel mondo. Attraverso la loro azione l’annuncio del Vangelo si fa anche intervento in aiuto del prossimo, giustizia verso i più poveri, possibilità di istruzione nei più sperduti villaggi, assistenza medica in luoghi remoti, emancipazione dalla miseria, riabilitazione di chi è emarginato, sostegno allo sviluppo dei popoli, superamento delle divisioni etniche, rispetto per la vita in ogni sua fase. Cari fratelli e sorelle, invoco sull’opera di evangelizzazione ad gentes, ed in particolare sui suoi operai, l’effusione dello Spirito Santo, perché la Grazia di Dio la faccia camminare più decisamente nella storia del mondo. Con il beato John Henry Newman vorrei pregare: “Accompagna, o Signore, i tuoi missionari nelle terre da evangelizzare, metti le parole giuste sulle loro labbra, rendi fruttuosa la loro fatica”. La Vergine Maria, Madre della Chiesa e Stella dell’evangelizzazione, accompagni tutti i missionari del Vangelo. Dal Vaticano, 6 gennaio 2012, Solennità dell’Epifania del Signore Benedictus PP. XV


Camminando...

aQUileia

alla ricerca di un nuovo stile pastorale legato profondamente al Vangelo

I

l convegno di Aquileia ha elaborato una lunga serie di proposizioni in cui sono raccolti suggerimenti, stimoli e proposte su cui ora le chiese del Triveneto dovranno tornare a riflettere per giungere a scelte operative o eventualmente consolidarle. Le proposizioni riguardano dieci temi su cui si sono confrontati dieci gruppi di studio, a loro volta suddivisi, ciascuno, in tre sottogruppi. Ognuno di questi ha poi presentato due proposizioni per ogni argomento. Sarà utile ricordare questi dieci temi: 1. La situazione religioso-spirituale odierna e “primo annuncio”. 2. La formazione dei cristiani “adulti nella fede”. 3. In relazione con le “nuove generazioni”. 4. La realtà delle famiglie oggi e il compito di educare. 5. Corresponsabilità ecclesiale, cooperazione pastorale e ministerialità. 6. Culture in dialogo e testimonianza cristiana. 7. Accoglienza degli immigrati e incontro con culture e religioni. 8. La promozione del “bene comune” e l’impegno civile.


…. Un’altra importante attenzione riguarda

l’accoglienza degli immigrati e l’incontro tra le culture e le religioni. Deve trattarsi di un’accoglienza che non si limita all’emergenza (trovare casa, lavoro...), ma che deve poi continuare nell’inserimento, nell’accompagnamento e nella partecipazione. Una risorsa su cui fare affidamento, a questo riguardo, sono i numerosi istituti religiosi multietnici da cui si può imparare come riuscire a presentare l’unità nella diversità culturale. Occorre comunque guardare all’uomo concreto e vedere la presenza sempre più rilevante delle persone immigrate (che

9. Incontro con i poveri e testimonianza della carità. 10. Uso dei beni nella comunità cristiana e solidarietà. È interessante cercare di cogliere il filo conduttore che unisce insieme tutte queste tematiche e lo stile suggerito per la loro realizzazione. Punto di partenza di tutta l’attività pastorale è l’esperienza di Cristo incarnato morto e risorto, da cui deriva la missionarietà che deve pervadere tutti gli ambiti della Chiesa. Ciò richiede un cambiamento di mentalità, o meglio, una vera e propria conversione per giungere a presentare un’immagine di Chiesa che manifesti e promuova le seguenti caratteristiche: comunione, relazionalità e fraternità, confronto e silenzio per un ascolto più vero. Dovrà essere una Chiesa capace di riscoprirsi «discepola a balbettare davanti alla Parola, e per questo umile e ben disposta all’ascolto della Parola, dell’uomo e del mondo». E attraverso questo ascolto, essere in grado di discernere i “segni dei tempi”. È auspicabile soprattutto che «la voce dei giovani sia ascoltata, creando luoghi anche permanenti che rispondano a questa esigenza». Sotto questo punto di vista, assume un particolare rilievo la dimensione vocazionale che deve permeare tutta l’azione pastorale giovanile. Un rapporto particolare deve essere stabilito anche con la realtà delle famiglie, verso le quali è necessario uno stile decisamente improntato all’accoglienza, all’accompagnamento, alla prossimità e alla condivisione. Di qui l’importanza di rafforzare il rapporto sul territorio con le istituzioni che, in particolare nell’ambito civile, operano nel campo sociale. Come è importante curare la formazione specifica degli operatori della pastorale familiare.

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nel Triveneto raggiunge ormai il 10% della popolazione), come

un segno e un dono del Signore.


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Camminando... Per quanto riguarda lo stile pastorale, essenziali sono la corresponsabilità ecclesiale e la cooperazione pastorale. È pertanto necessario che la Chiesa continui a essere “sinodale”, ossia in comunione e ascolto reciproco per rispondere alle sfide del nostro tempo. Il volto che essa deve assumere dovrà perciò essere sempre più “comunionale”, instaurando relazioni vere tra presbiteri, laici, religiosi, e imparando ad avere fiducia reciproca per recuperare lo stile evangelico dell’essere comunità in cammino. Inoltre, bisognerà che faccia emergere le energie nascoste, valorizzando in particolare il ruolo della presenza femminile e facendo crescere i laici. In parole semplici: alla base delle proposte sta la formazione del “noi ecclesiale” a partire dalle risorse esistenti. La Chiesa deve inoltre valorizzare il dialogo con le culture; un dialogo basato sulla fiducia, lo spirito di mitezza, di accoglienza, di misericordia e di attenzione all’altro. In particolare vengono suggerite iniziative importanti quali: il “Cortile dei gentili” come luogo di incontro tra credenti e non credenti, i “Centri culturali” intesi come laboratori di ricerca per la comprensione di ciò che tocca la vita sociale dell’ambiente, le “scuole di formazione” per il bene comune riguardante l’ambito politico, amministrativo, economico e una particolare attenzione al mondo della scuola. In senso globale, si auspica che tutti i settori e gli ambiti pastorali delle diocesi attuino un’attività improntata allo stile di un laboratorio di ricerca, con un coordinamento a livello regionale. Un’altra importante attenzione riguarda l’accoglienza degli immigrati e l’incontro tra le culture e le religioni. Deve trattarsi di un’accoglienza che non si limita


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Il tempo di oggi, ha sottolineato un gruppo di studio, ci chiede di essere meno tiepidi dinanzi ai problemi e più profetici per non far mancare il lievito del vangelo in questo mondo, e concorrere insieme agli altri uomini di buona volontà all’edificazione del bene comune. Siamo chiamati a farci

esempio di trasparenza, legalità

e partecipazione, capaci di

ascoltare e dar voce agli ultimi.

all’emergenza (trovare casa, lavoro…), ma che deve poi continuare nell’inserimento, nell’accompagnamento e nella partecipazione. Una risorsa su cui fare affidamento, a questo riguardo, sono i numerosi istituti religiosi multietnici da cui si può imparare come riuscire a presentare l’unità nella diversità culturale. Occorre comunque guardare all’uomo concreto e vedere la presenza sempre più rilevante delle persone immigrate (che nel Triveneto raggiunge ormai il 10% della popolazione), come un segno e un dono del Signore. Compito della Chiesa è di stimolare le istituzioni sociali per una risposta più attenta alle esigenze di queste persone, e operare in collaborazione con esse, “mai da sola”, evitando per quanto possibile di sovrapporsi a tali istituzioni. Un’altra area in cui la Chiesa è chiamata

a essere presente e farsi voce profetica è quella del “bene comune” e dell’impegno civile. «Il tempo di oggi, ha sottolineato un gruppo di studio, ci chiede di essere meno tiepidi dinanzi ai problemi e più profetici per non far mancare il lievito del Vangelo in questo mondo, e concorrere insieme agli altri uomini di buona volontà all’edificazione del bene comune. Siamo chiamati a farci esempio di trasparenza, legalità e partecipazione, capaci di ascoltare e dar voce agli ultimi». L’impegno per bene comune dovrà esprimersi come responsabilità primaria dei laici credenti in dialogo con la comunità, assieme ai propri pastori e con il territorio. Oltre a ciò, il tema dell’incontro con i poveri e la testimonianza della carità, poiché «amore, fede, speranza, carità non possono vivere disgiunti da legalità e giustizia, che anzi diventano la prima forma di carità e devono essere il contributo essenziale al contesto sociopolitico da parte del cristiano. La carità è simbiosi perfetta di Vangelo e carità». Nel Triveneto, la dimensione caritativa appare già ricca di risorse e potenzialità, ma «deve essere migliorata a partire dalle realtà esistenti». Infine, il tema dell’uso dei beni” nella comunità cristiana che deve essere improntato alla solidarietà. Occorrerà adottare uno stile caratterizzato da trasparenza, comunione/partecipazione e discernimento, ossia dalla definizione delle priorità in chiave evangelica. Un gruppo avverte: «L’uso dei beni personali e comunitari, ambito per cui la Chiesa è chiamata a conversione, è sotto esame dell’opinione pubblica e il rischio della contro testimonianza è rovinoso». Per questo «oggi occorre un nuovo stile pastorale legato profondamente al Vangelo». (Osservatore Romano)


Profili

Assomigliare donna bell A

ttraverso alcune riflessioni personali e le testimonianze di amici, familiari, persone che l’hanno conosciuta e stimata come donna e come missionaria vogliamo far vivere il ricordo e la “bellezza” di suor Remigia, Missionaria di Nostra Signora degli Apostoli, per tanti anni a servizio della chiesa d’Algeria.

Suor Remigia alle sue suore in qualità di responsabile del Distretto di Algeria … Ho potuto costatare la ricchezza di vita di ogni comunità, di ciascuna di voi in particolare nel posto che il Signore vi ha affidato: la vostra vita vissuta in uno spirito di condivisione fraterna, nella preghiera, nel portare insieme desideri e attese, le più profonde. Questa condivisione vissuta nel rispetto reciproco è una ricchezza proprio perché frutto dell’impegno di ognuna nei riguardi dell’altra. È una condivisione esigente perché impegna tutta la vita ed è vissuta davanti a Dio e la comunità. È in questa condivisione,

in questa vita di comunione che voi siete “segno”, “sacramento” della presenza di Dio in mezzo alla gente. Siete segno di un Dio che è amore in ragione della vostra consacrazione religiosa. E siete segno di speranza per la Chiesa. Il Regno di Dio cresce senza manifestazione esteriore (Novembre 1978).

Da altri scritti … La nostra appartenenza alla chiesa di Algeria ci porta a pensare a quella parte di obolo del povero. È quello che possiamo offrire per la costruzione del Corpo di Cristo che è la chiesa universale. Nel lavorare con pazienza, nel nascondimento, nel silenzio e a volte nella sofferenza è cosi che la chiesa di Algeria vive. È cosi che è preziosa davanti a Dio. In questo è la nostra speranza (Marzo 1980). … Essere testimoni della Misericordia di Dio vuol dire dare valore, sicurezza, tirar fuori il bene da ogni forma di male. Signore fa che sia questo il soggetto della nostra meditazione e il grido della nostra preghiera perché la tua Misericordia si


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a una la come lei suor Remigia e i lavori di ricamo algerino che tra le sue mani diventavano dei veri capolavori

rinnovi in noi e attraverso noi (Febbraio 1981).

Il popolo di Hennaya La nostra tristezza è dovuta alla vostra partenza. Ăˆ questo che ci fa soffrire. I poveri del nostro villaggio, i bambini, i vecchi e tutti quelli che vivono ad Hennaya vi sono riconoscenti per la cura e i consigli prodigati a nostro favore. I vostri modi gentili, il vostro sapere e saper fare. Noi non possiamo pronunciare il vostro nome senza fare una preghiera al Signore perchĂŠ sia Lui, Clemente e Misericordioso, ad aprirvi al suo vasto Paradiso. LĂ dove storici e uomini politici hanno fallito nel tentativo di avvicinare i popoli tra loro, Ricamo algerino


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Profili voi invece avete intessuto legami di fraternità tra religioni senza offendere le nostre convinzioni. Avete risposto ai nostri bisogni e ogni volta che ci siamo rivolti a voi abbiamo trovato un’amica onesta, una suora che ascolta e comprende, una madre infaticabile e una religiosa tollerante. Cara suor Remigia sappiate che a Hennaya voi avete delle sorelle, dei fratelli, delle amiche e amici ma anche dei figli che vi esprimono il loro amore e che non possono dimenticarvi. Non dimenticate che le porte di tutte le case di Hennaya per voi sono tutte aperte e siete sempre la benvenuta tra noi. Che il Signore vi benedica, vi protegga. Hennaya, 23 giugno 2003

ne e semplicità. Mi ha dato molti consigli di cui: rimanere sempre me stessa, ragionare con la mia testa e non farmi influenzare da nessuno. La mamma dice che per certi versi sono simile a lei educate ma schiette. La zia ridendo ha confermato che siamo acqua e sapone, anzi solo acqua, senza sapone! Il perché lo sappiamo solo io e lei. E a dir la verità sono contenta di assomigliare a una donna bella come lei, che riesce a contagiare le persone.

Da Silvia (pronipote)

Roberto (pronipote)

Se devo essere sincera non ho molti ricordi della zia perché sfortunatamente l’ho incontrata solo due volte nella mia vita, ma non per questo l’ho sentita distante, anzi mi è sempre stata vicina con la preghiera e col pensiero, interessandosi di me e della mia vita. Circa 10 anni fa ricordo di essere andata con la mamma a S. Bartolomeo nell’asilo dove si trovava la zia. Credo che questa sia stata la prima volta che la incontrai e subito mi è sembrata dolce e affettuosa. Ma i momenti più importanti passati insieme a lei sono stati i tre giorni trascorsi a Roma. Se devo essere sincera non sapevo cosa aspettarmi ma nonostante non l’avessi mai conosciuta dal vivo la sentivo vicina come se fosse una zia che frequento tutti i giorni perché mamma mi parlava spesso di lei e la sentivo qualche volta per telefono. Quando mi ha vista mi ha abbracciata forte e mi ha fatta subito sentire importante e accolta. Abbiamo parlato e ci siamo conosciute meglio. Le cose che mi hanno colpita di più sono state la sua forza, determinazio-

suor Remigia e i suoi bambini di hennaya

Un ricordo della zia Remigia? Avevo 8 anni quando venne da noi un paio di giorni. La scuola era appena finita e per me vacanza era sinonimo di gioco assoluto; tanto che a ogni richiesta di mamma la mia risposta era “si, dopo”. Fin quando la zia mi prese vicino a lei sul divano e mi chiese: “perché ai tuoi amici quando ti chiamano per giocare corri subito? Perché quando la maestra ti da il compito a scuola lo fai subito? e quando invece ti parla la mamma rispondi sempre si dopo? Lei forse fa sempre così con te quando gli chiedi qualcosa?”. A queste domande non sapevo cosa rispondere, aveva ragione su tutto. Mi spiegò quante cose la mamma fa per me senza che io le chieda niente. In quel momento capii che non doIl mercato a hennaya


23 vevo più comportarmi in questo modo con lei. Con queste semplici parole la zia mi ha dato una lezione di vita. Grazie a lei ho imparato a riconoscere e apprezzare le persone che con i piccoli gesti quotidiani ti dimostrano il loro amore. Prima di andarsene nel salutarmi mi ringraziò per averle ceduto il mio letto, la mia cameretta dove lei ha potuto raccogliersi tranquillamente in preghiera, come se fosse nella sua stanza in Algeria. Questo mi ha fatto sentire orgoglioso perchè anche io avevo fatto qualcosa di bello per lei.

Liliana (nipote) Un pensiero sulla zia? Mi ricordo di quando ero piccola e la zia tornava dall’Algeria per le sue vacanze. Appena la vedevo mi metteva paura, soggezione forse un po’ per il suo vestito e forse anche per i suoi occhi così chiari, azzurri, che mi davano l’impressione di una persona fredda, autoritaria. Fin quando un pomeriggio incuriosita della sua vita, decisi di andare in chiesa con lei. Pregammo insieme e mi insegnò un nuovo modo di pregare, non le solite preghiere di tutti i giorni che avevo fatto fino allora, ma parlare con Dio, affidarsi a Lui e alla Madonna, pregare per me e per i miei cari. Lì capii quanto era dolce e devota, sicura della sua scelta di vita. Un altro insegnamento che per me è diventato il mio motto di vita è una frase che mi disse quando avevo circa 12 anni: “non fare agli altri quello che non vorresti facessero a te”. Anche questa fu una frase che nessuno mi aveva mai detto prima e col tempo capii il grande significato che aveva. Questo mi fece capire quanto zia avesse un gran rispetto verso tutti, quanto fosse una persona saggia e profonda. Con lei non avevo bisogno di fare grandi discorsi, bastava poco per capirci, i suoi consigli erano sempre mirati,

sintetici e sinceri. Un particolare che abbiamo in comune è che non sopportiamo le persone che chiacchierano troppo, in una conversazione fatta ultimamente con lei mi venne spontaneo dirle: “Zia noi siamo di quelle persone che una parola è poco e due sono troppe! “Lei si mise a ridere di gusto e disse: “Oggi ho imparato qualcosa di nuovo! “A 93 anni aveva ancora voglia di vivere, imparare ma soprattutto con la sua discrezione di insegnare e di raccontarsi visto che aveva una lucidità da fare invidia. Ogni telefonata tra noi finiva sempre con la sua frase: “Vi penso sempre e prego per voi”. Ora zia che sei in Paradiso con la tua famiglia e i tuoi amici cerca di non dimenticarti di tutti noi. Due caratteristiche della zia che mi piacciono sono: quando le dicevi qualcosa di spiacevole spalancava gli occhi, batteva la mano sulla gamba e diceva: “oh mi dispiace tanto, mettiamoci nelle mani di Dio e accettiamo la sua volontà”. Se invece le davi una bella notizia rispondeva: “Vedi quanto è grande e buono il Signore!”. Mentre quando non sapeva cosa rispondere diceva sempre una parola in arabo che a me piace molto: inchallah! Mettiamoci nelle mani di Dio; sono sicura che la sua vocazione religiosa stava tutta in quella parola inchallah!

Nanda e Emilio (nipoti) Le persone speciali le riconosci. Sono quelle persone capaci di rigenerarti anche con un semplice sorriso o col fatto stesso di esserci. Sono quelle persone che poi allontanandosi ti strappano il cuore e se lo portano via, causandoti dentro un vuoto incolmabile. Questo è quello che abbiamo provato quando siamo partiti da Roma dopo la tua festa, e che proviamo ancora oggi che non sei più tra noi. Sei sempre nel nostro cuore.


Dalla missione

Pronti a ric I “nipotini” di Zorgho Un grido di gioia È iniziato il nuovo anno scolastico e i “nipotini” sono ritornati sui banchi di scuola. L’anno 2012/2013 sarà quello del loro CE2, cioè la nostra terza elementare. Ci sono tutti perché in Burkina le classi sono stracolme di ragazzi e non è prevista la bocciatura se non all’ultimo anno che comporta degli esami di passaggio al ciclo superiore. Quindi eccoli, tutti schierati a… battaglia! Hanno terminato l’anno con una piccola festa e poi Amèlie, l’insegnate, li ha salutati con un regalo offerto a ciascuno dagli amici italiani: un sacchetto di riso, uno di legumi secchi e dell’olio. Avevo telefonato qualche tempo prima durante le lezioni e salutandoli ho detto loro: “Per me siete i ragazzi più belli di tutta l’Africa”… e subito si è levato in risposta un urlo di gioia! Piccole cose, piccole gioie della vita che fa piacere condividere. Da questa gioia ripartiamo!

Educare sempre Educare è anche far riflettere, interrogarsi sui fatti della vita in cui siamo immersi. Lo si deve fare anche con i ragazzi di una

amelie con i suoi alunni


cominciare sono tornati a scuola

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Dalla missione

Boureihima, Mahamadi, guélirou, naffisèta, Koutoumou

gaston, salfo, aminata, Isabelle, Moumouni

Lucien, aristide, Blaise, Daduda, eveline Rasmata, sadia, Rabiatou, naffisèta, nassiratou

Nella classe sono insieme ragazzi cattolici, musulmani, protestanti e animisti, a tutti l’insegnante spiega che Dio, creatore del mondo, vuole la pace fra i suoi figli. I ragazzi capiscono e si nutrono di questi pensieri buoni che ,si spera, metteranno radici, nella loro vita futura. Così poco a poco anche in questo povero villaggio africano cresce qualcosa di bello e di importante… un “Giardino della Pace”, perché no? Sarebbe davvero un bel nome per la classe dei “nipotini!.

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classe elementare. Poiché sono mancate le piogge, il raccolto della scorsa stagione è stato povero e, mancando il miglio, alimento di base, le famiglie si sono trovate presto in difficoltà. In Burkina la gente è coraggiosa, allenata alle difficoltà, alla lotta quotidiana per mangiare, per curarsi quando si è ammalati, per mandare a scuola i figli ecc. È ancora cosa normale, ad esempio, mangiare una sola volta al giorno, per lo più la sera. La siccità ha toccato anche le famiglie dei “nipotini” che come quasi tutti gli altri arrivavano a scuola a stomaco vuoto. Abbiamo allora deciso, con Amèlie, di offrire loro ogni giorno qualche frittella di miglio. Al villaggio ci sono le donne che le preparano, l’insegnate si è accordata con due di loro. Il primo giorno in cui hanno ricevuto le


27 frittelle i ragazzi hanno chiesto all’insegnate. “Maestra chi ci ha fatto questo regalo?”. “Gli amici dell’Italia e la vostra suora Jabaa”, risponde, poi aggiunge: “E voi, fareste la stessa cosa per dei ragazzi di un altro Paese che hanno fame?”. Dopo pochi attimi di silenzio si alza qualche mano… alcuni dicono: “Sì, io lo farei!”. Altri tacciono pensierosi e non dicono niente… Sono positivi i due atteggiamenti, quello di chi spontaneamente dice sì e quello di chi non si sente pronto a dare una risposta e preferisce magari pensarci su. È il gioco della libertà della persona e sta all’insegnante accompagnare la riflessione dei suoi ragazzi stimolandoli, illuminandoli con i giusti argomenti. È quello che Amèlie cerca di fare con i suoi alunni interpellandoli su vari problemi che toccano il villaggio, il Burkina, il Continente africano. Anche per questo siamo contenti di aiutarla nella sua missione di insegnante.

Non tralasciare i grandi problemi Il Burkina confina anche con il Mali, Paese che ultimamente è stato sconvolto dalle aggressioni armate dei musulmani fondamentalisti che stanno destabilizzando il Paese. Il loro gesto più plateale è stato di distruggere parte della storica biblioteca di Timbuctù, città simbolo, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. La paura ha già costretto molte persone a lasciare il Paese aumentando il numero già consistente dei profughi. Il Burkina per ora è tranquillo ma è giusto stare all’erta, interrogarsi e fare il possibile per contrastare il terrorismo partendo da una mentalità di pace da inculcare soprattutto nei giovani e nei ragazzi. Amèlie affronta spesso con i suoi alunni il tema della pace, del rispetto degli altri, delle loro

Djemilatou, Julienne, Clarisse, Justine e Christine (gemelle)

credenze, per una convivenza senza violenze e soprusi. Nella classe sono insieme ragazzi cattolici, musulmani, protestanti e animisti, a tutti l’insegnante spiega che Dio, creatore del mondo, vuole la pace fra i suoi figli. I ragazzi capiscono e si nutrono di questi pensieri buoni che, si spera, metteranno radici, nella loro vita futura. Così poco a poco anche in questo povero villaggio africano cresce qualcosa di bello e di importante… un “Giardino della Pace”, perché no? Sarebbe davvero un bel nome per la classe dei “nipotini!. Suor Marisa Bina, NSA

Diciamo un grazie grande agli amici e alle amiche che ci stanno aiutando! Gesù nel Vangelo ci insegna: “Quando fai l’elemosina, non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra” e ciò perché tutto il bene fatto verrà trascritto e conservato nel cuore del Padre, diventando eterno. La carità cristiana non è solo aiuto materiale: è azione che si rivolge a tutta la persona per aiutarla ad essere libera e per indirizzarla a Dio, Creatore e Padre. Non c’è niente di più grande, di più ricco di pace e di gioia. Grazie!


Dalla missione Tengrela è una cittadina sperduta nelle savane al nord della Costa d’Avorio, abitata in prevalenza dalla etnia Senufo, coltivatori che vivono dei prodotti della loro terra. I Senufo hanno saputo conservare nel tempo molti aspetti delle ricche antiche tradizioni come i riti di iniziazione, le danze, l’artigianato che è molto originale e creativo. Ora c’è una novità che sta sconvolgendo la vita e le abitudini di questa gente di savana… è scoppiata la ricerca dell’oro….

Il nuovo volto di

Tengrela


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C’

è dell’oro in questa regione: è stato trovato a 24 km da Tengrela, sui bordi del fiume Bagouè e più in là (per altri 30 km) sulle rive del Badènou, il corso d’acqua che segna la frontiera fra Costa d’Avorio e Mali prima di gettarsi nel grande fiume Niger. Dalla parte maliana è già stata attivata una struttura per l’estrazione del metallo pregiato. Sul versante ivoriano si stanno facendo progetti e le prospettive appaiono buone. Come spesso accade in Africa, si è fatto appello agli stranieri… ecco allora australiani e sudafricani già al lavoro sul terreno con i loro macchinari di perforazione. È in costruzione anche una fabbrica. L’estrazione artigianale dell’oro era in realtà già iniziata a Tengrela qualche anno fa, con buoni risultati e discreti guadagni: 10.000 franchi CEFA al grammo. Ora, dopo le recenti scoperte il numero di quelli che cercano fortuna sognando la facile ricchezza è in continuo aumento. Che cosa si deve fare? È sufficiente acquistare un pezzo di terreno (che per ora costa pochissimo), e poi… scavare con perseveranza: prima verticalmente per una profondità misurata su cinque persone, poi orizzontalmente. È questo il livello al quale si può trovare il minerale, ovviamente mischiato con la terra. Lo si porta quindi in superficie con un secchiello, lo si getta in una specie di piscina di circa 3 metri per lato piena d’acqua, affidando alle ragazze il compito di lavarlo pazientemente con dei cestini di vimini che girano in continuazione per lasciare cadere le scorie e fare emergere i granelli d’oro. I compratori arrivano verso mezzogiorno dando il via alle contrattazioni. Alle 18 la miniera si svuota, ciascuno rientra al vil-

laggio per mangiare e riposarsi. Lo chiamano “villaggio”… in realtà è un insieme di tende in plastica nera dove i minatori vivono tutti insieme per meglio dedicarsi alla ricerca dell’oro. Il villaggio si anima a tarda sera grazie anche a gente che viene dal di fuori per vendere le merci più svariate. I commercianti si arricchiscono proponendo di tutto: apparecchi musicali, CD, abiti, pezzi di ricambio, utensili di cucina, oggetti vari, soprattutto alimentari. I camion con le merci partono da Tengrela, quello che trasporta alimentari è letteralmente preso d’assalto dai minatori. I prezzi sono più elevati che altrove come succede dove corrono più soldi. Ciascuno si ingegna come può per guadagnare qualcosa: molto redditizia è la vendita dei sacchetti di acqua ghiacciata: alcune famiglie hanno comperato un congelatore nel quale fanno ghiacciare l’acqua versata in sacchetti di plastica, mandano poi dei giovani a venderla nel villaggio dei minatori. Ne smerciano fino a 300 sacchetti al giorno. Sembra tutto bello e facile… è davvero così? Se osserviamo attentamente i risultati di questa corsa all’oro non possiamo non evidenziare alcuni aspetti negativi che devono far riflettere: • L’aumento dei prezzi: a Tengrela fare la spesa è sempre più problematico per le donne, soprattutto quelle più povere o con numerosi figli; i prodotti spesso vengono a mancare perché il meglio viene convogliato verso il villaggio delle miniere. • Si abbandona il lavoro nei campi. Le donne trascurano i loro impegni domestici: percorrono molti km in bicicletta, prima della levata del sole, per


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Dalla missione essere pronte a vendere ai minatori del cibo già pronto. • I terreni fertili ai bordi del fiume vengono perforati in continuazione e non saranno più adatti all’agricoltura che è e rimane l’attività principale della gente del nord. • La mancanza d’igiene, lo stile di vita favoriscono il sorgere di epidemie quali il colera o la meningite. Si diffonde anche l’AIDS. Sembra ormai che conti una sola cosa: fare soldi, il più rapidamente possibile! Se venite a Tengrela sareste stupiti nel vedere il numero crescente di moto di grossa cilindrata in vendita o in circolazione….

Dopo il periodo della guerra civile resta molto da ricostruire, soprattutto nel campo educativo, il livello dell’istruzione lascia molto a desiderare anche ai gradi superiori come il Liceo. Ad Abidjan è stata creata una Università, ma i giovani preferiscono studiare all’estero. Il sistema scolastico ha bisogno di profonde e urgenti riforme. Il 40% della popolazione della Costa d’Avorio è al di sotto dei vent’anni, qui sta il futuro e non bisogna tardare a farsene carico. Sr. Olga Mongellaz, NSA


Ricordando gli inizi… È nel 1976 che le Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli arrivarono a Tengrela. Ecco come suor Claire Dutel descrive gli inizi di questa missione: “Che dire di Tengrela? Come parlarne quando ancora non siamo completamente installate? Quando le attività sono iniziate da poco? Quando la comunità non è al completo? Perché Tengrela? In quale tipo di scelta si situa questa missione? Sul piano geografico, Tengrela, si trova all’estremo nord della Costa d’Avorio. Dal punto di vista socio-economico è la zona più sfavorita, più povera. Molto lontana dalla Capitale. Zona rurale dal clima secco e molto caldo. Regione agricola e dedita alla pastorizia. Grosso centro di scambi commerciali con il Mali (paese confinante). E proprio perché luogo di frontiera, Tengrela beneficia di un incremento e di una discreta crescita economica. Il luogo è popolato dai Senufo che sono in gran parte di religione animista ma si trovano anche i malinké e i peul di religione mussulmana. Quelli che ricoprono delle funzioni pubbliche e che appartengono a tutte le etnie sono, in gran parte, di religione cristiana. Da qualche tempo, sul piano dell’evangelizzazione, i Senufo hanno espresso il desiderio di aprirsi al cristianesimo e hanno chiesto la presenza dei padri e delle suore. Ecco perché da poco più di un anno Marie-Joseph ed io siamo qui. Nostro obbiettivo è quello di offrire una testimonianza di vita evangelica, fraterna vissuta in tutta semplicità insieme alla gente. Non la ricerca di realizzare chissà quali attività per mostrare la nostra efficienza o per trarne profitto … bensì il desiderio di vivere con loro l’esperienza della vita di Nazareth, di condivisione, di amicizia, di vita fraterna in comunità e con tutti i nostri fratelli, senza distinzione, ricchi o poveri. Una vita semplice che possa “parlare” a quelli e quelle che ci vivono accanto e che possa suscitare delle domande a coloro che fanno fatica a capire il senso di una vita donata interamente per il Vangelo e senza nessun altra ricerca di prestigio o successi personali. Con Peyriguère ripeto: “Si fa del bene non nella misura di ciò che si dice, di ciò che si fa ma per ciò che si è”. Siamo persuase che ciò che è importante è di fare incontrare Gesù Cristo all’altro, di essere felici insieme della felicità di Dio, di legare insieme la gente tra loro e farli vivere dell’Amore di Dio. Di prendere il tempo di incontrare le persone e di incontrare Dio.

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Dalla parte di

Le Pagne de LETIzIA A

iutare i malati in cura nel lebbrosario “Raoul Follereau” di Adzopé, in Costa d’Avorio. Migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali e stimolarle

a crescere autonomamente. Sono questi, in buona sostanza, gli obiettivi di “Le Pagne de Letizia”, la giovane onlus nata l’11 febbraio 2009 grazie all’intraprendenza di

Roberto Buzio (fondatore e presidente dell’associazione), affiancato da un gruppo di volenterosi amici.

La scintilla

Buzio ha toccato con mano la realtà ivoriana recandosi personalmente sul posto, all’istituto “Follereau”. Era il 2008. Ha conosciuto le suore di Nostra Signora degli Apostoli, che da più di mezzo secolo operano all’interno della struttura ospedaliera; ha stretto amicizia con padre Francesco Arnolfo, missionario della Sma (Società Missioni Africane) e cappellano del lebbrosario; ha visto con i propri occhi le sofferenze affrontate dalle persone, in larga parte bambini, afflitte dalla lebbra e dall’ulcera di Burulì. Quel viaggio, quell’esperienza, gli hanno fatto scoccare la scintilla. L’idea?


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Il sorriso di Letizia dopo la medicazione quotidiana

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Dalla parte di Creare una onlus per dare sostegno a chi si occupa degli “ospiti del lebbrosario” e quindi contribuire a migliorare l’assistenza medica e le condizioni di vita dei malati. Così l’associazione si è trasformata da intenzione in realtà. A quel viaggio del 2008 ne sono seguiti altri, i rapporti e la collaborazione con le suore di Nostra Signora degli Apostoli e con padre Francesco si sono intensificati.

La lebbra e l’ulcera di Burulì

Oggi “Le Pagne di Letizia” vanta una dozzina di soci. La sede è a Omegna, cittadina piemontese sul Lago d’Orta, dove Buzio vive e si adopera per far conoscere l’associazione e i suoi obiettivi. Un lavoro di divulgazione e sensibilizzazione che vuole togliere il velo Roberto Buzio, al centro della foto, con i ragazzi di adzopé

ad una delle tante realtà africane difficili. E per correggere alcune convinzioni errate. Ad esempio sulla lebbra, una piaga che contrariamente a quanti molti possono pensare, non si è ancora rimarginata. La lebbra non appartiene solo al passato, in realtà è viva e distribuisce sofferenza anche nel presente perché in alcune zone del pianeta non è stata ancora domata. Anzi, continua a deturpare vite e a spargere dolore. Succede, appunto, in Costa d’Avorio, dove spesso sono i bambini ad essere attaccati dal morbo e da un’altra terribile patologia necrotizzante, l’ulcera di Burulì. Le conse-

guenze fisiche, per chi viene colpito, sono terribili: spesso si deve ricorrere all’amputazione di arti o di parte di essi per frenare l’avanzamento della malattia.

I progetti

“Le Pagne de Letizia” è attualmente impegnata in un ambizioso progetto: creare all’interno del lebbrosario un padiglione nuovo ad uso esclusivo dei bambini malati di lebbra e di ulcera di Burulì. L’idea è quella di ristrutturare l’edificio che ospitava la vecchia chiesa dell’istituto e riadattarla a reparto di degenza. Nel dicembre del 2010 Buzio si è recato ad Adzopé e ha parlato della sua intenzione


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Aiutare i malati in

cura nel lebbrosario “Raoul Follereau” di Adzopé, in Costa d’Avorio. Migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali e stimolarle a crescere autonomamente. Sono questi, in buona sostanza, gli obiettivi di “Le Pagne de Letizia”, la giovane onlus nata l’11 febbraio 2009 grazie all’intraprendenza di Roberto Buzio (fondatore e presidente

con il direttore del “Raoul Follereau” ricevendone l’approvazione. I successivi eventi legati alle elezioni presidenziali e sfociati nella guerra civile hanno però determinato un rimescolamento della situazione anche ai vertici dell’istituto: il direttore non c’è più e di fatto accordi e autorizzazioni ottenuti sono stati annullati. Ora la onlus attende la nomina di un nuovo direttore per poter sbloccare la situazione. Fondamentale, per il decollo del progetto, sarà l’appoggio logistico delle suore di Nostra Signora degli Apostoli, che hanno già manifestato il loro entusiasmo per l’idea. In precedenza “Le Pagne de Letizia” aveva promosso un altro progetto: la realizzazione di una struttura medico-ricreativa nel villaggio rurale Niangon Paul, in piena foresta, a poca distanza dal lebbrosario. Il luogo è stato visitato direttamente da Buzio. I lavori sono già iniziati: il complesso comprenderà un dispensario di primo soccorso, una chiesa, una scuola, un’area ricreativa per i bambini e un mini campo da calcio. Ne usufruiranno le migliaia di indigeni disseminate nei circostanti villaggi rurali. Bisognosi d’aiuto sono poi gli abitanti di Duquesne Cremone, il villaggio sorto appena fuori dall’istituto Follereau: lo abitano persone guarite dopo

dell’associazione), affiancato da un gruppo di

volenterosi amici.

le cure, che per vari motivi non hanno potuto fare ritorno nei paesi d’origine. Gli sforzi compiuti dall’associazione omegnese nella raccolta fondi sono tesi a fornire un aiuto concreto anche a loro.

Perché “Le Pagne de Letizia”

Perché il nome “Le Pagne de Letizia”? Il pagne è il tipico tessuto colorato utilizzato in Costa d’Avorio per confezionare abiti, fasce porte-enfant, coperte e tende; Letizia è una bambina rimasta ospite del lebbrosario per un anno e mezzo. Buzio, durante la sua prima visita al lebbrosario, comprò un pagne da regalare a sua madre, ma la bambina gli chiese se fosse possibile dividere il tessuto in tanti piccoli fazzoletti in ricordo della loro amicizia. Il giorno della partenza di Buzio, Letizia e gli altri bambini andarono a salutarlo: in testa, a mo’ di bandana, avevano ciascuno un pezzo del pagne che Buzio aveva donato a Letizia e ai suoi piccoli amici. Un gesto indimenticabile. Ricordato ogni giorno, con il suo nome, dall’associazione.

Per informazioni visitate il sito www.lepagnedeletizia.it


Adesso parliamo noi

FAMILY 2012 … tutti della stessa grande famiglia che è la ChieSa

N

oi l’abbiamo rappresentato con un disegno! Nella realtà è stato un puzzle composto da un milione di tessere, che ha riprodotto il mondo in un enorme prato alla periferia di Milano. È ciò che si è colto guardando dall’alto l’area dell’aeroporto di Bresso, occupata quasi a perdita d’occhio da una distesa fatta da un milione di pellegrini che con le loro bandiere e i loro colori sono arrivati da tutta Italia e da ogni parte del mondo, per partecipare alla messa celebrata dal S. Padre, Benedetto XVI, al termine del VII Incontro Mondiale delle famiglie. Anche noi siamo stati alcune tessere di questo puzzle. La nostra parrocchia, infatti, ha vissuto questa esperienza grazie a delle famiglie (le nostre) che hanno accolto altre famiglie provenienti: dal Burkina Faso, dalla Costa d’Avorio, dalla Romania. È stata una settimana unica dove tanti

di noi si sono resi disponibili per fare che questo incontro fosse importante e unico per tutti. Questa esperienza di incontro con le altre culture, ci ha permesso, infatti, di cancellare barriere, in qualche modo invisibili che a volte sostengono tanti nostri pregiudizi, aprendoci invece ad una vera esperienza di fraternità. Ci siamo sentiti un po’ più fratelli, un po’ più cristiani, uguali, tutti insomma facenti parte della stessa grande famiglia che è la Chiesa. Una settimana frenetica con l’incalzare degli appuntamenti: il Congresso Eucaristico in fiera, i momenti di preghiera comunitari e decanali. Ci siamo improvvisati interpreti, autisti, accompagnatori, guide. Tutti si sono messi a disposizione di tutti creando sinergie e nuove possibilità per far vivere al meglio questo momento che ha raggiunto l’apice della sua bellezza e intensità nella festa delle Testimonianze


Porto ancora negli occhi e nel cuore le immagini e le emozioni di questo indimenticabile e meraviglioso evento, che ha trasformato Milano in una città delle famiglie: nuclei familiari provenienti da tutto il mondo, uniti dalla gioia di credere in Gesù Cristo (…) In quanti mi hanno ascoltato in questi giorni ho trovato una sincera disponibilità ad accogliere e testimoniare il «vangelo della famiglia». Sì, perché non c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna.

del sabato sera e nella Celebrazione Eucaristica della domenica mattina a Bresso. Che emozione! Bambini, adulti, giovani e meno giovani, tutti insieme siamo arrivati ed abbiamo atteso il Papa. La messa celebrata e vissuta nel raccoglimento e in un silenzio impensabili per una simile moltitudine di persone. Il succedersi dei canti, delle letture nelle diverse lingue, la profondità dei messaggi trasmessi. Tra lunedì e martedì i nostri ospiti sono, poi, ripartiti. Di colpo ci siamo ritrovati nella normalità di sempre. Pian piano le telefonate a catena si sono fermate. Anche gli sms, le e-mail che per giorni arrivavano da tutti e a tutte le ore. Tutto sembrava essersi concluso con questo magico incontro! E invece no! Qualcosa, in noi, è cambiato! Questa esperienza non è stata solo una parentesi nella nostra vita. Incontrare persone provenienti da altre realtà ha fatto nascere delle belle amicizie. Dopo aver vissuto una settimana nelle nostre famiglie, queste persone, sono diventate parte di noi. Questo è stato il senso più vero dell’incontro: conoscere persone provenienti da altre culture, altri paesi con storie diverse dalle nostre … proprio questo è stato lo stimolo per arrivare a capire meglio noi stessi. A capire che la famiglia resta il fondamento sociale su cui costruire il futuro. Che il lavoro è importante per migliorare il mondo, per darci dignità. Che il fine della festa è di saper fare delle soste per ringraziare il Signore e per ritrovare momenti di gratuità e di condivisione con le persone che ci vogliono bene e a cui vogliamo bene. I nostri affetti più cari. Il Santo Padre, con la Sua presenza e la Sua Parola ci ha ricordato che in mezzo a tante grida di sofferenza del mondo è nostro dovere gridare la speranza soprattutto la Speranza Cristiana. Dopo tanti mesi di preparazione questo

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Benedetto XvI Udienza Generale Mercoledì 6 giugno 2012

evento si è concluso e ora per dare seguito a tutto questo siamo chiamati a metterci in gioco. Non dobbiamo dire solo a parole di credere in Dio ma avere davvero fede in Lui e sapere che qualcuno sopra di noi ci guida aiutandoci a tirare fuori il meglio di noi stessi. Solo questa certezza può aiutarci ad andare avanti, a superare difficoltà che ci sembrano insormontabili e a raggiungere risultati che nemmeno possiamo immaginare. Benedetta


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Adesso parliamo noi Un gesto di amicizia

Le giornate dell’incontro

Grazie all’invito ricevuto dalla Parrocchia di sr Alma Comi, ho avuto la gioia di partecipare all’incontro mondiale delle Famiglie 2012 con una coppia di Diabo, Jacob e Claire Soubeiga. Con grande emozione e attesa abbiamo intrapreso il viaggio che ci ha portati prima a Milano e poi a San Zeno, dalle famiglie amiche che ci attendevano a braccia aperte. Un po’ di tempo per raggiungere il posto a noi destinato, sistemarci e poi come primo gesto significativo abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata dal Parroco Don Giancarlo che ci ha dato il cordiale “benvenuto” a nome di tutta la comunità. Io ero ospite dalle nostre suore della Comunità NSA di Airuno, Jacob e Claire presso una famiglia.

Abbiamo poi partecipato a tutte le intense giornate dell’incontro fino a quello più emozionante con il Papa Benedetto XVI, che abbiamo potuto vedere per ben tre volte! Il tema “Famiglia, Lavoro, Festa”, mi ha aperto nuovi orizzonti facendomi cogliere meglio come queste tre realtà partono dalla famiglia per aprirsi al mondo, perché il lavoro e la festa sono dei mezzi con i quali la famiglia abita lo spazio sociale e vive il tempo umano. Questi temi indicano alla coppia uno stile di vita: la famiglia come modo di vivere la relazione; il lavoro come modo di abitare il mondo e la festa come modo di abitare il tempo. Uno stile che non può prescindere da Gesù e dal gesto della creazione:

Dal Burkina Faso a Family 2012

un’esperienza straordinaria


Al di là delle difficoltà: impegno e gioia nel sì detto a Dio La vita di famiglia incontra le sue prove: la sofferenza, i limiti, le sconfitte fanno parte della nostra condizione di creature segnate dal peccato. Ci vuole allora la saggezza, il discernimento, il coraggio per affrontarle, a volte al di là di ogni evidenza, senza mai perdere la fede e la fiducia in Dio. Noi siamo la gente che ha detto “SI” a Dio, sì alla famiglia, sì alla festa. Dobbiamo formare uomini e donne di fede capaci di testimoniare Gesù Cristo. Vivere la festa nella verità. L’uomo moderno ha creato il tempo libero ma ha perso il senso della festa, bisogna ritrovare il senso della domenica come tempo per l’uomo e per la famiglia. Ritrovare l’importanza vitale della Messa: non andare a Messa è come cessare di respirare in quanto cristiani, è tagliarsi da Dio. Essere cristiani senza Messa è essere cristiani senza Gesù Cristo. Abituare i figli alla Messa, abituarli alla festa che è il settimo giorno della creazione. L’esistenza umana non può fermarsi solo al lavoro e alla sofferenza. Non dare tempo alla festa è fermarsi al sesto giorno: la famiglia “normale”, la famiglia vera, è quella che sa vivere e assumere insieme il lavoro, la sofferenza, la festa.

Il tema “Famiglia, Lavoro, Festa”, mi ha aperto nuovi orizzonti

facendomi cogliere meglio come queste tre realtà partono dalla famiglia per aprirsi al mondo,

Cristo è venuto in una famiglia umana, ha abitato in mezzo ad un popolo; la coppia (“uomo e donna li creò”) è ad immagine di Dio, l’amore che la unisce è la culla scelta da Dio per deporvi il suo amore nei figli che nascono affinché possano conosce il Creatore e lodarne la misericordia. Da qui l’importanza di educare i figli alla fede, soprattutto attraverso l’esempio. La famiglia è un patrimonio dell’umanità, patrimonio di tutti perché contribuisce in modo universale a umanizzare l’esistenza.

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perché il lavoro e la festa sono

dei mezzi con i quali la famiglia abita lo spazio sociale e vive il

tempo umano. L’incontro con le consorelle NSA

La nostra gioia si è prolungata nella visita a Roma, alla nostra comunità di Marino e poi ad altre, quali Bardello e Airuno. In tutte abbiamo sperimentato un’accoglienza veramente fraterna e spontanea. Vorrei sottolineare in particolare l’emozione provata di fronte alla testimonianza di zelo apostolico, di fiamma missionaria che anima ancora le nostre suore anche nella vecchiaia e nella malattia: l’Africa è sempre nel loro cuore e sanno trasformare i loro ricordi in preghiera affinché la Missione continui a raggiungere i confini della terra. Concludo dicendo che questo incontro mondiale delle famiglie mi ha arricchita nella mia fede. La scoperta dell’Italia nello splendore dei monumenti, nello splendore e nella tradizione che traspare dai suoi monumenti impressionanti è stato per me una grande e viva testimonianza della nostra Chiesa Cattolica Romana. Per questa esperienza unica e straordinaria, ringrazio tutti, in particolare la Parrocchia di San Zeno. Il Parroco, la gente, le famiglie… Suor Félicienne Kiema, NSA


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Adesso parliamo noi Tre cose molto belle e importanti portiamo con noi da questo incontro mondiale delle famiglie con il Papa: Gli insegnamenti che ci sono stati offerti attraverso l’ascolto di relatori che ci hanno parlato del valore della famiglia come luogo capace di accogliere la sofferenza, la fatica del vivere quotidiano ma anche luogo di impegno che si esprime attraverso il lavoro realizzato con gratuità e umanità avendo come scopo la valorizzazione della propria dignità in vista di un bene più grande. Il senso della festa che unisce e rende più forti i legami famigliari. La famiglia deve creare delle occasioni per vivere la festa. Per questo occorre che anche le nostre celebrazioni eucaristiche siano una vera festa della famiglia. A noi è già stata data questa opportunità al nostro ritorno a casa. Odette ed io siamo stati invitati dalla fraternità Cana di MBatto (Costa d’Avorio) a condividere una riflessione evangelica sulle nozze di Cana. L’organizzazione: le famiglie, le parrocchie sono state eccezionali! È grazie anche a loro che abbiamo sentito ancora di più quanto sia importante vivere la nostra scelta e la nostra vocazione di famiglia cristiana. Abbiamo fatto realmente esperienza che nella famiglia cristiana non esistono limiti di cultura, colore della pelle, lingua … non esistono frontiere. L’amore vero parla con un linguaggio universale. Family 2012 ne è stata una prova tangibile! I volontari: ci hanno dato una forte testimonianza di servizio e di gratuità. Non parlo solo di quelli presenti all’incontro nelle manifestazioni ufficiali ma anche di quelli più discreti, presenti nelle parrocchie e che ci hanno offerto la loro disponibilità, il calore della loro fraternità sincera. Non posso dimenticare: Davide, Francesco, e tutti quei volontari anche di una certa età che hanno speso tempo e fatica per rendere il nostro soggiorno a Milano indimenticabile portandoci a visitare luoghi e bellezze tipicamente italiane che sono rimaste impresse nel cuore e nella mente. Penso anche a Benedetta che si è ugualmente prodigata per questo. Solo il Signore può ricompensare questi gesti di vero bene e di vera amicizia! Un grazie sincero a tutte queste persone meravigliose, alle comunità parrocchiali di Bogliasco (Genova), di Airuno (Lecco), di S. Zeno (Lecco) per aver reso possibile, anche economicamente, questa nostra partecipazione a questo evento mondiale. Un grazie speciale va alle suore NSA d’Italia che portano nel cuore l’amore per l’Africa e per la missione.

Honoré con Odette, Jean, Rose, Silvain e Claire


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Adesso parliamo noi

La val ig


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gia di R AFFA La valigia delle mie esperienze missionarie è piena di tanti ricordi, emozioni, sentimenti ma soprattutto carica di grandi valori umani e spirituali scoperti e vissuti in Niger e in Costa d’Avorio. Rovistando in essa, vi trovo tantissime cose: indumenti, oggetti, souvenirs di vario valore‌ E tutte le mie esperienze vissute: dalla missione urbana a quella rurale, dai villaggi popolati a zone isolate e di primissima evangelizzazione; esperienze sicuramente diverse, ma tutte importanti e arricchenti.


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Adesso parliamo noi Emozioni e ricordi Sono le ore 19.00 di lunedì 28 maggio. L’aereo sorvola sulla città di Abidjan. Il mio cuore è trepidante, l’ansia freme e nello stesso tempo sono inquieta perché non so immaginarmi come si presenterà ai miei occhi la città bombardata e lacerata in questo lungo periodo di crisi. Invece, appena scesa dall’aereo, sono subito sorpresa per l’aria di tranquillità che si respira: non più risse per prelevare i bagagli o spintoni per chiedere la mancia. Tutto si svolge nella calma. La vita sembra aver ripreso il suo ritmo: sono stati fatti lavori per rendere agevoli e pulite le strade, c’è più ordine e si viaggia liberamente, senza tanti blocchi di polizia. Durante il tragitto per raggiungere la destinazione, sono presa da sensazioni strane e affascinanti: osservo i baracchini dei venditori ambulanti, piazzati ai bordi della strada e illuminati da candele e lampade a petrolio; i crocchi di persone intente a discutere animatamente; il via-vai di biciclette, motorini e macchine di ogni sorta; le luci colorate dei grattacieli che si specchiano nella laguna. Uno scenario bellissimo che risveglia in me tante emozioni e ricordi.

Un mosaico di esperienze Luoghi a me cari, incontri con amici del passato, notizie varie hanno riempito le mie prime giornate. È stato bello rivedere, nella Parrocchia di S. Anna di Port Bouet, le attività e le opere lanciate da padre Gianfranco Brignone insieme con altri confratelli SMA italiani e francesi e adesso affidate al clero locale. Il lavoro svolto con tanta passione ha dato i suoi frutti e la gratitudine e la memoria sono sempre vivi nella comunità ecclesiale. Tutto questo riempie il cuore di gioia e

suor hortence, nsa

Raffaella con i bimbi della Costa d’avorio


45 ti fa cogliere come il bene fatto ai fratelli nel nome del Signore, non è stato invano. Il sogno del Fondatore si è realizzato: formare il clero locale, fondare chiese e strutture idonee per la promozione umana e per l’evangelizzazione; e poi lasciare tutto per partire e ricominciare in altri luoghi. Ho vissuto tutto il periodo della mia permanenza nella Casa Regionale ad Abobo Doume, dove abitano i padri Dario Dozio, Paulin Kouassi, Rapetti Lorenzo e Giampiero Rulfi. La casa è situata in un quartiere periferico di Abidjan. All’inizio ho provato una sensazione di chiusura: qui non c’è dispensario o maternità e tutte le altre strutture di formazione umana e spirituale, come nelle altre missioni che ho conosciuto. Ma vivendoci quotidianamente, ho capito la sua caratteristica preziosa: questa è la sede dove i padri vengono per ritemprarsi e ripartire per le zone da evangelizzare. È l’Africa che viene in casa, con tutte le problematiche, difficoltà finanziarie, preoccupazioni. Ogni giorno si condivide ciò che di bello si è realizzato, si presentano nuove attività di sviluppo o progetti pastorali. Insomma, la Casa Regionale è una specie d’ambasciata SMA, un luogo di ritrovo e accoglienza per tutti i Padri africani, italiani e francesi che operano in Costa d’Avorio. Vi arrivano anche gli studenti dei seminari di Issia, Ebimpé, Ibanan (Nigeria), Calavi (Benin) e Nairobi (Kenya). In questo fazzoletto di terra ho colto tanti aspetti nuovi e interessanti. Ho trovato tutta l’Africa nei suoi molteplici aspetti di usanze, costumi e tradizioni; ma con una realtà che li accomuna: l’appartenere alla famiglia SMA. Mi ha colpito cogliere sui volti di questi giovani tanto entusiasmo e vivacità nel


Adesso parliamo noi sapersi gestire e vivere la missione nei diversi ambienti dove lavorano. Ho goduto, stando a tavola durante i pasti, sentir raccontare le loro storie vissute durante il periodo di formazione: rivedevano i volti dei superiori, imitando i loro modi di dire, gioviali o severi. Questi momenti di fraternità hanno illuminato le mie giornate, nonostante le abbondanti piogge.

La SMA: una grande famiglia Non più camminare su terreni sconnessi, salire e scendere dalla macchina per percorrere piste di terra battuta e sentieri accidentati. Dopo tanti viaggi in Costa d’Avorio (precisamente 20) ormai le strade polverose e i villaggi tradizionali mi sono familiari, come pure le attività delle missioni. Questa volta, senza troppi spostamenti, ho potuto fare esperienze interessanti e incontrare tutti i padri italiani che lavorano in missione e alcune suore NSA che insieme ai padri SMA sono stati i primi evangelizzatori della terra ivoriana. Molto bella la giornata trascorsa nel Seminario diocesano di Anyama per l’ordinazione di 9 diaconi SMA. La liturgia è stata ben animata dal coro dei frati francescani e studenti SMA, presieduta dal Vescovo di Yopougon insieme a tanti padri. I familiari e gli amici dei novelli diaconi hanno rallegrato la festa con le loro danze e i loro canti durante il pranzo. È stato davvero un momento molto forte e significativo perché ho visto una Chiesa giovane che cresce, ricca di tante vocazioni maschili e femminili, una Chiesa universale senza barriere di colori e di razze. I 150 anni di evangelizzazione hanno dato risultati sorprendenti. Me ne sono accorta a Bondoukou, parte-

(…) Dopo tanti viaggi in Costa d’Avorio (precisamente 20) ormai le strade polverose e i villaggi tradizionali mi sono familiari, come pure le attività delle missioni. Questa volta, senza troppi spostamenti, ho potuto fare esperienze interessanti e incontrare tutti i padri italiani che lavorano in missione e alcune suore NSA che insieme ai padri SMA sono stati i primi evangelizzatori della terra ivoriana (...) Mi è rimasta impressa: l’intraprendenza, la giovialità e la determinatezza di suor Hortence, suora NSA di origine burkinabè attualmente impegnata nella formazione delle giovani novizie. Il suo sorriso trasmette la gioia della sua donazione al Signore. E’proprio vero che lo Spirito di Dio soffia in tutte le direzioni: guida, plasma e anima i cuori docili alla sua chiamata. Ho capito che la Chiesa è una grande barca che, pur nelle tempeste, non affonderà mai.

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I 150 anni di evangelizzazione hanno dato risultati sorprendenti. Me ne sono accorta a Bondoukou, partecipando al funerale del vescovo: ho visto sfilare in processione tanti vescovi locali, preti, religiosi e suore africane appartenenti a diverse Congregazioni tra cui le suore di Nostra Signora degli Apostoli ben radicate in questa terra ricca di tante vocazioni locali.

cipando al funerale del Vescovo: ho visto sfilare in processione tanti vescovi locali, preti, religiosi e suore africane appartenenti a diverse Congregazioni tra cui le suore di Nostra Signora degli Apostoli ben radicate in questa terra ricca di tante vocazioni locali. Mi è rimasta impressa: l’intraprendenza, la giovialità e la determinatezza di suor Hortence, suora NSA di origine burkinabè attualmente impegnata nella formazione delle giovani novizie. Il suo sorriso trasmette la gioia della sua donazione al Signore. È proprio vero che lo Spirito di Dio soffia in tutte le direzioni: guida, plasma e anima i cuori docili alla sua chiamata. Ho capito che la Chiesa è una grande barca che, pur nelle tempeste, non affonderà mai. Grande commozione ho provato nel partecipare ad Adjame nella parrocchia di San Michel, al saluto di Padre Joseph Marty, un missionario SMA francese che, dopo 60 anni di vita in Africa, ora ritorna nella sua terra di origine. Nell’omelia, padre Rapetti ha ben sottolineato le varie tappe della vita del padre e ha evidenziato la trasformazione avvenuta in seno alla Chiesa durante i suoi 60 anni di presenza in questa terra; così può ritornare sereno in patria, sapendo che il seme gettato è cresciuto, e produce buoni frutti. E come non ricordare l’anniversario della morte del Fondatore: una festa semplice ma sentita e familiare. Alla Casa Regionale di Abidjan c’è una buona presenza di Amici SMA che giornalmente partecipano alla liturgia eucaristica e animano tutti i momenti importanti e significativi. Anche questi laici africani si sentono parte della grande famiglia SMA e condividono quel poco che hanno

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con fraternità e passione per la missione. È stato bello per me scoprire questa realtà in terra ivoriana e sentirmi parte viva tra questi amici e fratelli.

L’avventura continua Ho vissuto tante altre emozioni in questo viaggio e con gioia sono rientrata in Italia perché con i miei occhi ho visto le grandi meraviglie che il Signore ha compiuto in Costa d’Avorio. Questa esperienza è stata bella e positiva: mi ha fatto cogliere in modo più approfondito il prezioso lavoro dei padri missionari. E ora che son tornata a casa, aprendo la valigia dei miei ricordi e rovistando in essa, con sorpresa ho scoperto che ci sono ancora degli spazi da riempire: altri viaggi, nuove esperienze, incontri. Allora: l’avventura continua! Sempre se il Signore lo vorrà. Raffaella Russitto


aPPUntamenti

Programma

Sma-NSa

2012-2013 Feriole • Via Vergani, 40 • 35037 Teolo (PD)

Getto semi di Vangelo “per la crescita e la gioia della vostra fede”

SCUOLA DELLA PAROLA La comunità approfondisce il tema dell’anno invitando tutti al percorso: “Per la crescita e la gioia della vostra fede” Paolo e la comunità di Filippi Ogni terzo sabato del mese dalle 16.00 alle 19.00 GRUPPO I CARE Per giovani che desiderano “mettersi in gioco” insieme e per gli altri. Ogni prima domenica del mese dalle 09.00 alle 13.00. L’incontro termina con la Messa e il pranzo condiviso. GRUPPO “AD GENTES” Rivolto ai giovani che desiderano discernere e maturare una scelta missionaria con la prospettiva di un’eventuale partenza, confrontandosi in gruppo e con possibilità di accompagnamento personalizzato. Il percorso prevede anche la possibilità di un’esperienza estiva nelle nostre comunità in Africa. Ogni secondo week end del mese dal sabato pomeriggio al pranzo della domenica

Fil. 1,25

SANKOFA Uno sguardo al passato per ringraziare e uno al futuro per dire si! Tre incontri sulla spiritualità della nostra famiglia SMA-NSA, a partire dalla nostra storia e dagli scritti dei Fondatori Mgr. de Brésillac e P. Planque. Sono invitati tutti coloro che si sentono parte di questa grande famiglia. Tre domeniche, tutta la giornata: 25 nov. 24 feb. 12 mag. Tre serate “Africa Film” per meglio conoscere i mille volti dell’Africa e la ricchezza delle sue culture Il mercoledì dalle ore 21.00 dei giorni: 5 sett. 3 ott. 7 nov. INCONTRI AMICI SMA-NSA Avvento: sabato 24 novembre 2012 Quaresima: sabato 23 febbraio 2013 Pellegrinaggio SMA-NSA: una domenica dopo Pasqua Per informazioni: Suor Marta (NSA) Tel. 049-9900494 marta.pettenazzo@gmail.com nsaferiole@smaferiole.org www.nsaitalia.org


professato e testimoniato”

Costituzione Dogmatica sulla Chiesa “Lumen Gentium”, 21 novembre 1964

Per il Concilio Vaticano II occorre: “… ripartire da Dio, celebrato,

Via G. Solaro, 21 23881 Airuno (LC)

appuntamenti

Come infatti il Figlio è stato mandato dal Padre, così ha mandato egli stesso gli apostoli (cfr. Gv 20,21) dicendo: «Andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20). E questo solenne comando di Cristo di annunziare la verità salvifica, la Chiesa l’ha ricevuto dagli apostoli per proseguirne l’adempimento sino all’ultimo confine della terra (cfr. At 1,8). (...) È spinta infatti dallo Spirito Santo a cooperare perché sia compiuto il piano di Dio, il quale ha costituito Cristo principio della salvezza per il mondo intero. Predicando il Vangelo, la Chiesa dispone coloro che l’ascoltano a credere e a professare la fede, li dispone al battesimo, li toglie dalla schiavitù dell’errore e li incorpora a Cristo per crescere in lui mediante la carità finché sia raggiunta la pienezza (...) Ad ogni discepolo di Cristo incombe il dovere di disseminare, per quanto gli è possibile, la fede.

APPuNtAMENtI

Suor M. Claude, NSA, Algeria

i n a v o i “G ” i c i am

La comunità di animazione missionaria vocazionale delle suore NSA di Airuno (LC) apre a tutti i giovani che desiderano condividere alcuni momenti della sua proposta per offrire occasioni di preghiera, meditazione spirituale su testi biblici. Il cammino prevede la possibilità di vivere, durante il periodo estivo, un’esperienza missionaria presso le nostre comunità in Africa. Ogni seconda domenica del mese dalle ore 9.00 alle 16.00 Aperto a giovani dai 18 ai 30 anni Tema: “Ravviva

il dono di Dio che è in te” (2 Tm. 1,6)

14 ott. 11 nov. 09 dic. 13 gen. 10 feb.

Timoteo, ritratto di un missionario “Ravviva il dono di Dio che è in te” 2 Tm. 1,6 “Prendi la tua parte di sofferenza” 2 Tm. 2,3 La “sana dottrina” e il primato della carità 2 Tm. 1,14;2,14 ss; 4,3 I tre ritratti: • gli uomini empi 2 Tm. 3,1-9 • l’apostolo Paolo 2 Tm. 11-13 • Timoteo 2 Tm. 14-17 10 mar. Non ci può essere missione senza croce 2 Tm. 4,6 ss 14 apr. Le relazioni mancate 2 Tm. 4,10- 14;1,15; 2,17-18 Le relazioni riuscite 2 Tm.2,24-25 12 mag. Le relazioni di equipe 2 Tm. 1,16-18 La chiesa come legame di relazione o comunità alternativa Fil. 2, 14-15 09 giu. GIORNATA “PORTE APERTE” aperta a tutti/e

Per informazioni: Suor Martina (NSA) Tel. 02-70600256 bernardimartina05@gmail.com www.nsaitalia.org Suor Annarosa (NSA) Tel. 039-9943080 annarosacrippa@yahoo.it

Prega Spirito di Vita, che in principio aleggiavi sull’abisso, aiuta l’umanità del nostro tempo a comprendere che l’esclusione di Dio la porta a smarrirsi nel deserto del mondo, e che solo dove entra la fede fioriscono la dignità e la libertà e la società tutta si edifica nella giustizia. Spirito di Pentecoste, che fai della Chiesa un solo Corpo, restituisci noi battezzati a un’autentica esperienza di comunione; rendici segno vivo della presenza del Risorto nel mondo, comunità di santi che vive nel servizio della carità. Spirito Santo, che abiliti alla missione, donaci di riconoscere che, anche nel nostro tempo, tante persone sono in ricerca della verità sulla loro esistenza e sul mondo. Rendici collaboratori della loro gioia con l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, chicco del frumento di Dio, che rende buono il terreno della vita e assicura l’abbondanza del raccolto. Amen.

(…) La missione antica e nuova che ci sta innanzi è quella di introdurre gli uomini e le donne del nostro tempo alla relazione con Dio, aiutarli ad aprire la mente e il cuore a quel Dio che li cerca e vuole farsi loro vicino, guidarli a comprendere che compiere la sua volontà non è un limite alla libertà, ma è essere veramente liberi, realizzare il vero bene della vita. Dio è il garante, non il concorrente, della nostra felicità, e dove entra il Vangelo - e quindi l’amicizia di Cristo - l’uomo sperimenta di essere oggetto di un amore che purifica, riscalda e rinnova, e rende capaci di amare e di servire l’uomo con amore divino. (…) La nuova evangelizzazione necessita di adulti che siano «maturi nella fede e testimoni di umanità». Vegliate e operate perché la comunità cristiana sappia formare persone adulte nella fede perché hanno incontrato Gesù Cristo, che è diventato il riferimento fondamentale della loro vita; persone che lo conoscono perché lo amano e lo amano perché l’hanno conosciuto; persone capaci di offrire ragioni solide e credibili di vita.

(dal Discorso del Santo Padre Benedetto XVI all’Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana Aula del Sinodo Giovedì, 24 maggio 2012)

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Regina Apostolorum nsa

Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli

L’ABC DELLA FEDE v i s i t ate i l n o s t ro

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Indirizzi Gli spunti di riflessione, in questo anno 2012/2013 dedicato alla FEDE, riguarderanno alcuni atteggiamenti personali nel confronti di questa VIRTù, aiutati anche da alcune considerazioni del Card. Giacomo Biffi, lette da don Egidio Villani (Sacerdote della Diocesi di Milano).

ALGERIA sr FerrArio Flora sr CAtAPAno Sandra 5 Rue des Fréres Ould Ahcéne · 31007 eL MAqqARi ORAnO T. 00213 041 282218 · florafnda@yahoo.fr sandra.catapano@yahoo.it

BURKINA FASO sr CoMi Alma

Siamo presenti in

Rivista Trimestrale Anno 25

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Le Pagne de LEtIzIA

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TOGO sr ProFUMo etta B.P. 36 KOLOWARe - SOKODe T. 00228 90 37 144 · ettanda@yahoo.fr

COSTA D’AVORIO sr MArtineLLi Marisa

Tu sei certa/o del significato della tua vita, della bontà e verità della tua moralità? La tua vita, dopo la morte, con cosa coinciderà? La fede come avvenimento Oggi molti dicono: in tutte le religioni c’è del buono; oppure: tutte le religioni sono uguali, sicché ognuno può scegliere quella che gli va bene come può scegliere il colore della camicetta o il luogo della villeggiatura. Questo non è il cristianesimo: il cristianesimo è prima di tutto un avvenimento, l’avvenimento di “Dio, il Mistero” che si fa uomo in Gesù. Certo, il cristianesimo è anche una religione, ha un culto, una legge morale, ma primariamente esso solo,tra le religioni, è un fatto, un fatto che si può accogliere o rifiutare.

03 B.P. 332 ABiDJAn 03 ADJAMe T. 00225 20 37 12 52 · marisa.nelli@tiscali.it

sr. SCHiAVon Annamaria B.P.113 FeRKeSSeDOUGOU T. 00225 36 86 80 02 · annamariasc@yahoo.fr

sr GeroSA enrica sr BoLZAn Giuliana B.P. 44 GAGnOA · T.00225 32 77 27 24 gerosaenrica@yahoo.fr · giulibo@email.it

Vivi il cristianesimo come “dottrina” da sapere, diversa dalle altre religioni, o come un fatto cui aderire? Come si concretizza nella tua vita questa adesione? La fede come aprirci all’ intervento divino Talvolta siamo scandalizzati dal silenzio di “Dio, il Mistero”. Davanti a tante angosce e tante pazzie che la storia umana contiene perché “Dio, il Mistero” non parla e non interviene? “Dio, il Mistero” non parla perché ha già parlato, e non ha più niente da aggiungere avendo mandato in Gesù la sua Parola sostanziale. La fede è la nostra risposta , il nostro aprirci ad accogliere il discorso appassionato di “Dio, il Mistero” che è Padre , e arrenderci a Lui. Le tue risposte ai problemi e alle angosce tue e del mondo corrispondono a quanto “Dio, il Mistero” ci ha detto con Gesù?

sr BiASini Mariangela B.P. 35 KADiOLO MALi T. 00225 36 86 70 72

sr SAnGALLi Piera B.P. 158 ABiDJAn 18 T. 00225 21248720 · piera_nda@yahoo.fr

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Animazione Missionaria

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Il nuovo volto di tengrela

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La fede per la vita C’è chi pensa che avere fede sia qualche cosa di fortuito (come avere i capelli rossi o gli occhi grigi), oppure qualche cosa di casuale, una fortuna (come fare soldi con “gratta e vinci”). Gesù invece ci propone la fede in Lui come qualche cosa di sostanziale, necessario per non fallire la vita. Tutti abbiamo bisogno di dare uno scopo alla nostra venuta nel mondo, abbiamo bisogno di liberarci dei nostri errori morali, di sapere a cosa incontro dopo la morte…

seTTembRe 2012 · N

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