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Ernst König sul tema del doping nello sport di massa
LE REGOLE ANTIDOPING SONO UGUALI PER TUTTI
Foto: Alexandra Herzog
DATI PERSONALI
Ernst König (43) ha studiato scienze agrarie e informatica ed era attivo quale responsabile marketing nonché direttore in seno ad associazioni e organizzazioni nazionali. Dal 2018 è il direttore di origine bernese di «Swiss Sport Integrity». Ernst König giocava a hockey e ha partecipato a maratone quale atleta attivo di atletica leggera. Era presidente di un club di hockey e co-organizzatore di manifestazioni podistiche. Oggi lo si può incontrare in bici o mentre fa jogging. Ernst König è sposato ed è padre di due figli.
Lo statuto sul doping vale per tutti coloro che praticano sport e sono affiliati a una società legata a Swiss Olympic. Ernst König, direttore di «Swiss Sport Integrity» ci fornisce dei consigli sul perché è importante essere consapevoli in merito al tema e quando bisogna prendere in considerazione un controllo antidoping anche nello sport di massa.
Ernst König, iniziamo con una tesi: solo nello sport d’élite vale la pena assumere doping. Nello sport di massa non viene perciò effettuato alcun controllo. Cosa ci dice in merito?
Ernst König: in linea di massima non vale mai la pena, nemmeno nello sport d’élite. Ma se pensiamo alla situazione in cui viene fatto un controllo: per quanto riguarda il doping, il nostro focus è puntato sullo sport di prestazione. Non significa che non facciamo niente a livello di sport di massa. Le regole sono uguali per tutti. Ma facciamo regolarmente dei controlli nella quinta lega del calcio? No, sarebbe sbagliato. Già per via del gran numero di atleti con licenza che giocano a quel livello. Il lavoro che concerne l’antidoping è caro, calcoliamo circa 1’000 franchi per controllo. Si tratta dell’efficienza del denaro impiegato, che dal nostro punto di vista è data nello sport d’élite. Ma possiamo fare dei test in ogni momento, anche al più basso livello di prestazione, e lo facciamo anche. Ora sembra una contraddizione, ma non lo è. Perché lo facciamo in modo mirato, praticamente solo quando abbiamo un sospetto.
Come viene a sapere di questi casi sospetti?
Abbiamo un portale di annuncio grazie al quale è possibile comunicarci un sospetto o un caso, indicando il nome o in modo anonimo. Accade piuttosto raramente, ma può portare a un controllo se il sospetto diventa sempre più reale. Quello che accade spesso è una collaborazione con le autorità doganali. Se i doganieri trovano sostanze illegali in pacchetti, noi verifichiamo se l’indirizzo del destinatario corrisponde a qualcuno che sottostà allo statuto sul doping. Se è così si tratta di una potenziale violazione nell’ambito del doping e può accadere di svolgere lì, in modo mirato, un controllo.
L’importazione di sostanze dopanti è punibile?
No. Il legislatore vuole limitare la disponibilità di sostanze dopanti perché sono dannose per la salute. Ciò significa che l’importazione è vietata, non importa se si pratica sport o meno. Questo non ha lo stesso significato di «punibile». La Svizzera in questo caso prende una via particolare, in tutti i Paesi europei vicini il consumo proprio di sostanze dopanti è punibile a determinate condizioni, da noi non è invece il caso. Non è prevista alcuna multa per l’importazione, la persona deve solo pagare per lo smaltimento. Sono però punibili il commercio, la distribuzione o la produzione di prodotti vietati.
Perché gli sportivi ordinano comunque sostanze vietate?
Spesso per ignoranza e per motivi estetici. Tra i giocatori di calcio amatori vediamo regolarmente casi simili. Possono dimostrare in modo credibile non di aver ordinato sostanze per giocare meglio a calcio. Vogliono sembrare in forma, anche sui social media. Ma per noi non fa alcuna differenza se si tratta di lifestyle o di un miglioramento delle prestazioni. Quando qualcuno con una licenza in ambito ginnico ordina una sostanza illegale, indipendentemente dallo scopo, si tratta di una potenziale violazione antidoping e può portare a una squalifica.
Questo ci porta a «strict liability». Cosa si intende con questo termine?
Ogni atleta è responsabile per ciò che entra nel proprio corpo. E questo indipendentemente dal fatto se ciò avviene volutamente o meno. Quando qualcuno acquista e consuma integratori alimentari da fonti discutibili, spesso nelle sostanze vi sono impurità che sono vietate. Se un risultato positivo di doping può essere ricondotto a queste impurità, questo non evita la pena, può al massimo essere motivo di riduzione della pena.
Spesso accade per ignoranza
Ernst König
DOPING IN CIFRE
Oltre
300
GINNASTI
della FSG nel 2021 sono stati formati in occasione di 11 eventi di prevenzione sul tema antidoping.
Circa
1000
FRANCHI
è il costo di un controllo antidoping
Oltre
2000
CONTROLLI ANTIDOPING
vengono svolti da Swiss Sport Integrity durante anni normali
1471
ATLETE E ATLETI
hanno svolto un workshop personale sul doping, 8’958 una formazione digitale.
Perché il consumo di integratori alimentari è ancora problematico?
Una delle domande più importanti che dovrebbe porsi ogni sportivo è: necessito davvero di questa sostanza? Nel 99 per cento dei casi la risposta è no. Tuttavia il 95 per cento di tutti gli atleti assume integratori alimentari. Sarebbe molto più importante un’alimentazione equilibrata. Se si ha effettivamente bisogno, consigliamo di essere prudenti. Purtroppo per il piccolo mercato svizzero vi sono pochi prodotti certificati. Non possiamo nemmeno dare dei suggerimenti ai nostri atleti. Nella prevenzione consigliamo di acquistare integratori alimentari solo da produttori svizzeri seri. Una sicurezza al 100% non c’è, però rimane elevata.
Possono essere problematici anche medicamenti come quelli attualmente sul mercato per il raffreddore e l’influenza?
Sì, assolutamente. Anche qui vale il principio della «strict liability». Quando qualcuno intende assumere dei medicamenti, consigliamo vivamente di sottoporli a verifica. Non bisognerebbe in alcun caso assumere un medicamento senza prima averlo inserito nella nostra Banca dati sui medicamenti e quindi verificare autonomamente e non affidarsi a terzi, nemmeno a medici non attivi in ambito medico-sportivo. La scorsa estate abbiamo avuto il caso di Kariem Hussein che non ha fatto il controllo nella banca dati con conseguenze notoriamente spiacevoli.
Quanto doping c’è nello sport ginnico? Anche in confronto ad altre discipline sportive.
Il tasso di doping nello sport ginnico è basso. A livello nazionale e internazionale la prevalenza è alta nelle discipline sportive che vengono generalmente legate al consumo di doping. Si tratta spesso di discipline sportive di resistenza, atletica leggera, ciclismo, sci di fondo e discipline di forza come il sollevamento pesi. La ginnastica non rientra in questa categoria. Ciò non significa che non vi siano dei casi. Poiché la forza nella ginnastica, come in altre discipline, è un elemento centrale. Ne consegue che il rischio potenziale per un consumo di doping c’è.
CONSIGLI SULLA PREVENZIONE ANTIDOPING
Informarsi correttamente
Conoscere diritti e dover su sportintegrity.ch/it/diritti-e-doveri e nell’opuscolo «Insieme per uno sport pulito» di Swiss Sport Integrity sportintegrity. ch/it/downloads. Formarsi con il corso E-Learning Clean Winner, testare le proprie conoscenze con il PlayTrue Quiz/Youth Quiz dell’AMA sportintegrity. ch/it/formazione.
Scegliere in modo mirato
Acquistare e assumere integratori alimentari da produttori svizzeri affidabili: sportintegrity.ch/it/medicina/integratori-alimentari. Preferire un’alimentazione sportiva sana, trovare specialisti tramite la Swiss Sports Nutrition Society ssns.ch.
Verifica assolutamente necessaria
Testare sempre nella Banca dati i medicamenti prima dell’assunzione, tramite mobile app o su sportintegrity.ch/it/medicamenti.
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Gli sportivi non dovrebbero in alcun caso assumere un medicamento senza prima averlo verificato nella nostra Banca dati sui medicamenti. Foto: Adobe Stock / Elnur Amikishiyev
Io quale ginnasta devo considerare l’eventualità di un controllo antidoping a ogni competizione? O solo a partire da un determinato livello?
In linea di principio abbiamo il diritto di testare sempre e ovunque. Oltre i due terzi dei nostri controlli avvengono al di fuori delle competizioni. La nostra attenzione è però puntata sullo sport di prestazione. A una festa di ginnastica la probabilità che vi sia un controllo antidoping è piuttosto bassa.
Come si fa a sensibilizzare sul tema del doping nello sport di massa?
È difficile. E si tratta effettivamente di un problema di prevenzione. La nostra attenzione è puntata sullo sport di prestazione. Ed è noto che nello sport di massa abbiamo possibilità limitate. Puntiamo tanto sulla collaborazione con Swiss Olympic e le associazioni, le quali hanno la responsabilità principale. Aiutiamo, siamo responsabili del fatto che le informazioni siano corrette e siano disponibili in maniera possibilmente accessibile affinché vengano comprese dai gruppi di destinatari. Ma non possiamo
garantire che tutti gli atleti conoscano le regole. Nella prevenzione antidoping, lo sport di massa viene effettivamente tralasciato un po’.
I ginnasti che praticano sport di massa conoscono i loro diritti e doveri per quanto riguarda il doping?
Non bene. Ma abbiamo molto poco a che fare con loro. Vi sono circa due milioni di sportivi in Svizzera, impossibile raggiungerli tutti. Ciò che constatiamo è che: quando vi sono casi di doping con una grande attenzione mediatica, il numero di test nella banca dati sui medicamenti aumenta vertiginosamente. Realizzano che l’elenco delle sostanze dopanti vale anche per loro quando un grande caso diventa pubblico.
Quali obiettivi desidera raggiungere con ‹Swiss Sport Integrity› nei prossimi anni?
Abbiamo grandi obiettivi. Stiamo implementando il nuovo settore relativo alle violazioni in ambito etico. La loro notorietà è per noi molto importante, soprattutto nello sport di massa. Nella prevenzione abbiamo iniziato una grande offensiva che andrà fino al 2024. Oltre 20’000 atleti hanno una Swiss Olympic Card. Il nostro obiettivo è che il loro primo contatto con noi sia incentrato sulla prevenzione, e non su un controllo antidoping.
Testo: Katharina Hodel/lr