PAESAGGIO DELLA BONIFICA : NUOVI SCENARI

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Università IUAV di Venezia Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione Laurea Magistrale in Architettura per il nuovo e l’Antico A.A. 2015-2016 - Corso di Urbanistica

IL PAESAGGIO DELLA BONIFICA : NUOVI SCENARI

Docente: Arch. Moreno Baccichet Collaboratore: Massimo M. Gheno Studente: Enrico Schiavinato - n.m.: 282832 Studente: Alberto Tallon - n.m.: 282863 Studente: Ronny Vazzola - n.m.: 282896



Indice Sezioni Sezione 1 - Indagine storico cartografica Sezione 2 - Indagine geoambientale Sezione 3 - Atlante paesaggistico dell’intorno e rilievo del bene patrimoniale Sezione 4 - L’oggetto e la società Sezione 5 - Metaprogetto e strategie

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Il territorio delle bonifiche Ragionare per questioni Che significato assume un’opera di risanamento tanto vasta oggi, per chi guarda il risultato di tale operazione? Per chi lo vive? E per chi lo attraversa? Quello che vediamo è quello che i friulani conoscevano e riconoscevano come loro territorio piu’ di cinquant’anni fa? Questa appartenenza è ancora viva se mai è stata presente? Come fare per capire questo enorme spazio orizzontale, questa distesa di terreno, come far diventare questo un paesaggio e non “passaggio”. Se è vero quanto afferma Marc Augè che “ Il paesaggio è lo spazio descritto da un uomo ad altri uomini “ capiamo che c’è bisogno di una narrazione. Qualcuno deve raccontare quella storia che è passato; un passato perduto di vista dal visitatore distratto, magari dallo stesso indigeno, “un passato al quale egli sopravvive” e che gli direbbe ancora qualcosa. Questo passato, trova forma (di ricordo) nelle cascine della bonifica, o meglio rovine. Oggi che la “scoperta progressiva del paesaggio è diventata sempre piu difficile” soprattutto in un territorio come questo, solo queste grandi matrone di campagna, queste solitarie e silenziose cattedrali di mattone rompono l uniformità del contesto e controllano lo sguardo dell osservatore. La domanda quindi sarà che ruolo dobbiamo far assumere a questi simulacri ben sapendo che “si inscrivono in uno scenario che non è da esse dissociabile” e che come punto di arrivo sono anche “ punto di vista dal quale si scoprono un altro paesaggio, altri spettacoli” e, aggiungiamo noi, la propria storia.




Indagine storico cartografica

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1763 - 1787 carta del primo rilievo

1798 - 1805 Kriegskarte

1917 igm

1938 igm

Analisi storica Evoluzione dell’abitato e del contesto agricolo La prima fase di analisi ha coinvolto l’intero territorio friulano, con la produzione delle seguenti tavole. Lo studio delle carte storiche, ha portato alla ricostruzione dell’evoluzione del paesaggio urbano ed agricolo. Interessante osservare come il territorio antropizzato si sia confrontato con i tre diversi ambienti naturali quali la zona delle risorgive a nord, le praterie umide della fascia centrale, e la fascia prelagunare a sud.


1805 - 1869 carta del secondo rilievo militare

1869 - 1887 mappa austro-ungarica

1891 igm

1950 igm

1988 fotopiano

2016 fotopiano


Analisi storica I terreni della bonifica

Degne di approfondimento le trasformazione subite da questi luoghi ad opera dell’uomo per mezzo delle vaste opere di bonifica qui susseguitesi. Una continua lotta tra uomo e natura per la conquista del territorio, iniziata in epoca romana e tutt’ora presente e viva. Un’orditura fitta e complessa che caratterizza e condiziona in maniera totale l’intero assetto del territorio friulano.

La rete degli scoli e i territori bonificati


1869

1891

1917

1938

1950

1988


1763 - 1787 carta del primo rilievo

1798 - 1805 Kriegskarte

1917 igm

1938 igm

Analisi storica Evoluzione delle zone boscchive Notevole la sottrazione di spazio boscchivo all’interno del territorio, destinato quindi all’agricoltura. Con l’evolversi delle opere di bonifica le masse boschive che occupavano la fascia piu bassa del territorio, vengono piano piano frammentate o eliminate, stravolgendo cosi l’ambiente naturale originario e la fauna esistente.


1805 - 1869 carta del secondo rilievo militare

1869 - 1887 mappa austro-ungarica

1891 igm

1950 igm

1988 fotopiano

2016 fotopiano


1763 - 1787 carta del primo rilievo

1798 - 1805 Kriegskarte

1917 igm

1938 igm

Analisi storica Evoluzione delle zone umide

Anche per questi ambienti naturali, la diffusione delle opere di bonifica ha portato ad una progressiva diminuzione e frammentazione degli stessi, considerati poco salubri.


1805 - 1869 carta del secondo rilievo militare

1869 - 1887 mappa austro-ungarica

1891 igm

1950 igm

1988 fotopiano

2016 fotopiano


1798 - 1805 Kriegskarte

Analisi storica Evoluzione dei limiti lagunari

Come il resto del territorio anche i marigini degli ambienti lagunari hanno subito delle modifiche, apportate in questo caso, non solo dall’uomo.

1917 igm

1938 igm


1805 - 1869 carta del secondo rilievo militare

1869 - 1887 mappa austro-ungarica

1891 igm

1950 igm

1988 fotopiano

2016 fotopiano


1798 - 1805 Kriegskarte

Analisi storica Evoluzione della gronda barenicola lagunare

E’ interessante osservare come tutti questi ambienti naturali, seppur frammentati e ridotti a piccole porzioni, sono portatori di una memoria territoriale originaria, da preservare e tutelare.

1917 igm

1938 igm


1805 - 1869 carta del secondo rilievo militare

1869 - 1887 mappa austro-ungarica

1891 igm

1950 igm

1988 fotopiano

2016 fotopiano


1806

1869

1938

1988

2016

Analisi storica Evoluzione dell’abitato Il territorio della bassa friulana risulta caratterizzato da una chiara distinzione degli assetti urbani, collocati in corrispondenza di differenti ambienti naturali. La fascia delle risorgive collocata a nord, ospita una serie di nuclei urbani sviluppatisi in successione lungo la “strada alta”. Nel corso degli anni questi insediamenti si sonoo consolidati ed ampliati fino a confluire l’uno nell’altro e assumere una cconformazione unitaaria. La zona piu bassa del territorio, vede lo sviluppo di piccoli nuclei urbani, collocati lungo le poche reti stradali e principalmente sui punti piu alti del terreno. Grazie anche alle opere di bonifica questi centri si sono potuti espandere e diffondere nella campagna con piccoli filamenti insediativi o puntuali colonizzazioni di stampo agricolo.


Analisi storica Il comune di Precenicco

1806

1869

1938

Precenicco è un piccolo centro della Bassa Friulana, disposto sulla riva destra del fiume Stella, che si accinge a sfociare nella laguna di Marano. La sua posizione inizia ad assumere importanza all’inizio del nuovo millennio quando, dopo la caduta di Roma, la fine della dominazione longobarda e le scorrerie degli Ungari, si afferma il potere del Patriarcato di Aquileia. Attorno al porto sul Tagliamento si crea una rete importante di traffici provenienti anche dai valichi alpini: l’importanza di Latisana si accentua all’epoca delle Crociate, (la prima dal 1096 al 1099), quando è necessario assicurare alle truppe, ai pellegrini ed ai viaggiatori che provengono dall’Europa continentale ospitalità, servizi bancari e l’organizzazione dei viaggi. Nascono così, per tutti questi scopi, organismi particolari della Chiesa. Sono gli ordini monastico-cavallereschi. Uno di questi, l’Ordine di Santa Maria dei Teutonici di Gerusalemme, nel 1232 s’instaura a Precenicco. Il suo compito è di ospitare i pellegrini tedeschi diretti a Latisana per recarsi nei grandi porti. L’ analisi condotta ha permesso di individuare le principali trasformazioni subite dal comune attraverso due secoli. E’ interessante osservare come il principale nucleo urbano si sia sviluppato in corrispondenza di un dosso, e si sia man mano consolidato lungo le principali vie di comunicazione. Particolarmente importante il ruolo assunto dal fiume Stella, che ne definisce i confini e rappresenta anche storicamente un elemento identitario del territorio. Con il passare degli anni si evidenzia un aumento della complessità del tessuto viario, che si basa però su poche principali arterie stradali.

1988

2016



Indagine geoambientale

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Carte tematiche Carta usi del suolo bassa pianura umida alta pianura ghiaiosa laguna nuclei urbani bosco vigneti frutteti prati stabili pioppeti


Carte tematiche Contesti agricoli sistemi colturali complessi aree agricole con ambiti naturali complessi agro-industriali pannelli fotovoltaici terreni a scolo meccanico idrovore


Carte tematiche Carta zone di interesse zsc zps biotopi zone umide di importanza reg aree avifauna IBA aree di reperimento parchi e riserve reg


Carte tematiche Carta aree di tutela e intervento

sistema delle foci area natura 2000 praterie fanerogame zone cuscinetto sistema dei cordoni sabbiosi


Carte tematiche Carta dei suoli


Carte tematiche Carta geomorfologica


Carte tematiche Carta geomorfologica Dosso fluviale Traccia di antico alveo fluviale leggermente incassato Traccia di antico alveo fluviale ventaglio di rotta siti archeologici


Area di intervento L’ analisi delle carte tematiche, ci ha permesso di evidenziare come il comune precenicco sia interessato nelle zone limitrofe dalla presenza di ambienti naturali protetti, senza essere però ancora coinvolto direttamente in questo processo virtuoso a sola eccezione della singolaritĂ rappresentata dal corso del fiume Stella.



Atlante paesaggistico dell’intorno

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2. 3

1.

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Morfotipi Analisi dello “stato di fatto” 5

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6

8

4

Tagliamento

SR 354

Fossalon

Stella

Il territorio preso in esame, è collocato tra due importanti corsi d’acqua, il Tagliamento e lo Stella, privi però di alcuna reale e diretta connessione ambientale. Evidenti cesure all’interno del territorio sono la strada regionale che porta a Lignano da Latisana, e il canale collettore che convoglia verso la laguna le acque dei terreni circostanti. Nonostante la forte e antropizzazione dei terreni e la prevalente monotonia formale e ambientale, si possono ancora rilevare alcuni segni carichi di memoria. I segni dei dossi ospitanti i principali nuclei insediativi, il tracciato degli antichi alvei fluviali, le isolate case coloniche, solitarie cattedrali nel deserto.


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insediamenti lungo la strada statale

Atlante della bonifica Le case coloniali

Strumenti puntuali di insediamento e controllo dei territori della bonifica sono state le case coloniali. Questi oggetti architettonici, rimangono ormai solitari testimoni di un’epoca passata, superstiti di intenti politici ed economici ormai superati, o meglio, falliti. Rovine o macerie, queste case pongono un quesito importante circa il loro destino e quello del paesaggio circostante. Elementi da cancellare o volumi massivi da ripensare e rivalutare? Possono essere oggi considerati menhir della nostra contemporaneità, simboli di feritilità e rinnovata identità?

Gli schemi proposti riassumono le tipologie osservate sul territorio, per analizzare sia le funzioni a cui erano destinate in origine, e lo stato attuale a cui sono lasciate. E’ stata inoltre redatta una mappatura generale delle abitazioni, che si presentano come un fenomeno totalizzante, che rappresente quindi una potenzialità che mai come in questo momento storico deve essere sfruttata.

insediamenti del tracciato interno della campagna

insediamenti nella zona di Titano


case coloniali ancora in funzione e foretemente modificate

tentativi di recupero delle case

ricovero di mezzi agricoli

le case coloniali e l’invasione del terzo paesaggio

totale abbandono e degrado



Oggetto e societĂ

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Facciamo...STRUTTURA 27 febbraio 2014 alle ore 19:04

Oggetto e società un comune virtuoso La presenza di una amministrazione comunale attiva e proposita, permette lo sviluppo di un intervento progettuale condiviso, in linea con le idee presenti sul territorio e rifacenti alle indicazioni derivanti dal piano di sviluppo rurale.

mercoledì 26 febbraio si è svolto presso il Centro Civico il convegno “Facciamo…STRUTTURA”, il secondo dei nostri incontri dedicato alle idee e proposte per il nostro paese e il nostro territorio. Una volta Albert Einstein disse: La teoria è quando si sa tutto e non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non se ne sa il motivo. Noi siamo riusciti a fondere le due cose: ora non funziona niente e non se ne sa il motivo. Per uscire da questa situazione pensiamo sia indispensabile avvalersi delle buone pratiche: non ci dobbiamo inventare nulla, basta “copiare” in maniera intelligente da comuni anche lontani da noi, ma valevoli dal punto di vista dell’innovazione. Le ristrettezze economiche e il patto di stabilità possono essere superati se si sanno scegliere interventi adeguati, che godano oggi di incentivi ma funzionino nella prospettiva di un risparmio anche senza di essi. Così abbiamo portato l’esempio di Torraca, un paese di 1400 abitanti in provincia di Salerno: è la prima cittadina al mondo ad avvalersi di illuminazione pubblica completamente al LED, funzionante con energia prodotta da pannelli solari installati nel territorio del comune e perciò totalmente autonoma dal punto di vista energetico. Perché non lo possiamo fare anche noi? L’intervento comporta sia la sostituzione dei tubi al neon negli edifici pubblici (Comune, scuola, oratorio etc.) sia lungo le vie del paese: significherebbe un risparmio enorme nella bolletta energetica (oltre il 60%) e sulla manutenzione (50%), senza nessun onere per l’amministrazione se si sceglie di avvalersi di società quali le ESCo, che si occupano della progettazione, realizzazione, gestione e del controllo degli impianti. E’ un argomento che vale la pena approfondire. Dobbiamo cessare di pensare in maniera miope, ma ottimizzare le risorse che abbiamo e provvedere alla cura dell’esistente. Invece di sprecare suolo coltivabile ricoprendolo di impianti fotovoltaici, utilizziamo tutte le coperture degli edifici pubblici per installarli. Si pensi al tetto a terrazza del teatro, a quello esposto a sud dell’ex oratorio, al tetto delle scuole. Il territorio e il suolo sono preziosi. Ci siamo opposti fortemente in consiglio comunale contro la relaizzazione di una nuova centrale a biomasse: le monocolture di mais che servono ad alimentarle, producono perdita di biodiversità e omogeneizzazione del territorio; si tolgono i filari di alberi, si chiudono i fossi per ettari ed ettari, senza contare l’aumento di traffico veicolare sulla strada che conduce alla centrale e il conseguente danneggiamento. Tutto ciò è molto pericoloso sia per il dissesto idrogeologico, sia per il rischio di ritrovarsi con una “cattedrale nel deserto” quando non si potrà più godere degli incentivi per far funzionare la centrale biomasse. Puntiamo a non edificare più in maniera indiscriminata: è inutile costruire opere inutili e case che rimarranno vuote, smettiamola di cementificare ovunque, anche quando non serve. Ristrutturiamo le abitazioni esistenti e a riqualifichiamo il centro storico, daremo ugualmente lavoro alle aziende edili e sarà utile per la comunità: possiamo farlo immediatamente, togliendo gli oneri fiscali della legge Bucalossi per chi decide di ristrutturare gli edifici in zona A. Riacquisteremo piano piano un centro vivo e abitato. Per chi già abita nella periferia del paese, invece, è indispensabile poterlo raggiungere in piena sicurezza anche senza ricorrere all’utilizzo dell’auto: servono piste ciclabili complete e illuminate. Bisogna edificare la pista ciclo-pedonale in via Latisana, che serve a oltre 100 famiglie per raggiungere in completa sicurezza il centro del paese; inoltre essa collegherebbe il nuovo campo sportivo, costruito in maniera decentrata rispetto all’agglomerato abitativo centrale, al centro stesso. Su via Lignano la pista ciclabile va completata: l’illuminazione è sull’altro lato della strada e la situazione attuale è estremamente pericolosa. Utilizziamo la tecnologia a risparmio energetico a LED, che consentirà di tenere tutte le luce accese, al contrario della situazione sconcertante, rimasta immutata fino a poco tempo fa, che vedeva i lampioni accesi uno sì e uno no. Questi sono alcuni esempi dei progetti concreti, immediatamente attuabili, sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico emersi durante il convegno grazie al contributo degli ospiti: Elio Baracetti, che presiede il tavolo energetico regionale degli Ecologisti Democratici, Domenico Pepe, che si occupa di riqualificazione energetica e ristrutturazione di centri storici, e Alfio Marini, consigliere comunale di Tavagnacco, esperto di facilitazione amministrativa e tecnologica. Le buone pratiche vanno copiate, ma bisogna saperlo farlo BENE :) Un caro saluto a tutti! Mandi, Andrea





Zona di interesse agricolo di rispetto

Zona di interesse agricolo ambientale a protezione del fiume stella

Zone per attivitĂ connesse allo Stella

Edifici rurali di interesse architettonico e ambientale

Oggetto e societĂ Piano regolatore del comune Elementi di riferimento per il progetto

Zona di tutela naturalistica



Oggetto e società RIcostruzione fotografica delle fasi di bonifica

Imponente opera di propaganda che il regime fascista avvia per creare una nuova classe proletaria contadina. Creare veri e propri coloni proprietari. Punti cardine di questo programma : - autarchia : autosufficenza cerealicola -bonifica integrale -sbraciatizzazione - espropriazione del latifondo

Si illustrano di seguito le attività e l’ambiente presenti sul territorio prima delle opere di bonfica. Si notano i prati sortumosi, e la difficile convivenza tra l’uomo e questi terreni.


Ingente opera meccanica e manuale che il risanamento di queste terre ha richiesto sono qui illustrate. La realizzazione di scavi, canali, chiuse ed idrovore.

Queste ultime fotografie illustrano il risultato delle opere di bonifica; le nuove terre vergini da colonizzare ed i prodotti delle nuove colture e quindi del nuovo paesaggio da abitare.



Strategie e metaprogetto

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x

x Strategie di progetto Carta delle criticità Il comune di Precenicco è collocato tra due grandi corridoi ecologici rappresentati dal fiume Stella e dal Tagliamento, caratterizzati dalla mancanza di connessione ecologica continua e trasversale, tranciata di netto dalla presenza molto forte della strada regionale e dell’intensa attività agricola. Elemento di confine e di grande impatto ambientale è inoltre il corso dello Stella, che rappresente una potenzialità ecologica e ambientale assoluta, meritevole

di ulteriore sviluppo e arricchimento, a discapito dei terreni agricoli circostanti. Infine, anche il margine lagunare risente di un impoverimento nelle zone non tutelate, e potrebbe ottenere maggiore respiro se, in quanto già vicina alla riserva naturale regionale, assumesse un ruolo di nuovo polo faunistico e naturalistico, sfruttando come zone cuscinetto quei terreni già afflitti da risalita salina.


CREARE AMBIENTI FAVOREVOLI ALL’AVIFAUNA PER ACCOGLIERE DIVERSE SPECIE

CREAZIONE DI CORRIDOI ECOLOGICI

POTENZIAMENTO DELLA BIODIVERSITA’



-riqualificare e valorizzare i corsi fluviali, naturalizzandone le sponde e utilizzando le piante per la fitodepurazione delle acque, e alberi per il controllo della vegetazione piu bassa. -creare continuità ecologica tra le zone oggetto di intervento

- conservare la parcellizzazione agraria nelle aree di bonfica e vallorizzarla diversificando le colture: -prati incolti -pascolo -boschi

-Introdurre aree umide per diversificare lo stato ambientale attuale e migliorare le qualità intensificando la rete ecologica. -creare nuove filiere produttive, legate allo sfruttamento di piantagioni di canneti. ( bioedilizia, recupero dell’artigianato storico ) Sfruttamento delle case coloniche come luoghi di co-working e workshop illustrativi.

-Valorizzazione e riattivazione delle fosse delle peschiere ivi presenti, al fine di creare un nuovo circolo virtuoso di collaborazione economica e valorizzazione delle qualità autoctone.

-recuperare le architetture della bonifica: -attività turistico didattiche -punti strategici per la diffusione del “terzo paesaggio”

Schema strategico territoriale


Metaprogetto BiodiversitĂ e nuove filiere Si intende procedere con la creazione di un nuovo ambiente di rilievo naturalistico che possa essere sfruttato per differenti obiettivi quali : proteggere e migliorare la biodiversitĂ connettere aree esistenti e ricostruzione di habitat naturali diversificazione e turismo opportunitĂ di integrazione del reddito con la creazione di una nuova filiera basata sulla produzione di materiale per la bioedilizia.



Metaprogetto I “residuiâ€? Sfruttando i tracciati della bonifica si possono connettere gli elementi puntuali delle case coloniche, potenziando quindi il carattere naturalistico dei terreni, creando fasce tampone tra habitat e agricoltura intensiva. Accostare residui e riserve per favorire continuitĂ biologica



Metaprogetto riqualificazione fluviale Riqualificare e valorizzare le sponde fluviali creando un percorso piu naturale dei canali, in modo da ridurre l’impatto ambientale delle sostanze chimiche utilizzate dall’agricoltura intensiva. Predisporre percorsi che consentano l’attraversamento e la percezione visiva senza interferire con la fauna presente.



Metaprogetto partecipazione e coinvolgimento La valorizzazione e trasformazione del territorio fin qui illustrata, dovrebbero alimentare un circolo virtuoso capace di riavvicinare i cittadini al proprio territorio, riscoprendone le caratteristiche e le potenzialitĂ . Attraverso una serie di eventi che aumentino la partecipazione e la collaborazione, il paesaggio diventa lo scenario per la messa in scena di buone pratiche radicate nel territorio, e capaci di presentarsi come attrattive a livello turistico e commerciale.

TEMATICHE

ATTORI Amministrazioni

Tour

Tecnici comunali

PROCESSO

AZIONI

LUOGHI

Relazioni Coinvolgimento

Invasione di spazi

Percorsi storici

Tavoli di lavoro

Decontestualizzazioni

Case coloniche

Anomalie relazioali

Aziende agricole

Legami nascosti

Margini lagunari

Intrattenimento Valorizazione delle risorse del territorio

Pro Loco Performance

Attivazione di percorsi

Associazioni Gruppi informali Scambi Volontari

Partneship Pubblico Privato Laboratori

Singoli cittadini

Professionisti

Segni della Bonifica

fiumi

Campagna e parchi

Rovine




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