Università IUAV di Venezia Facoltà di Architettura Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’antico
SPAZI IN TRANSIZIONE Un progetto per l’industria tra paesaggio, architettura e nuove forme della produzione nel territorio della pedemontana veneta
relatore
candidato Alberto Tallon
282863
Anno accademico 2019/2020
prof. Matteo Aimini
Università IUAV di Venezia Facoltà di Architettura Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’antico
SPAZI IN TRANSIZIONE Un progetto per l’industria tra paesaggio, architettura e nuove forme della produzione nel territorio della pedemontana veneta Tesi di laurea
candidato Alberto Tallon
282863 relatore
prof. Aimini Matteo Anno accademico 2019/2020
INDICE la strada pedemontana veneta il bacino nord del fiume sile transetto 14 facciate quadranti strategie bibliografia per immagini
VUOTO FERTILE lavorare a margine “Andare, Camminare, Lavorare” così cantava in una sua canzone Piero Ciampi riferendosi al lavoratore che doveva partecipare senza sosta al processo di produzione e consumo. Ripetendo questo mantra nel recente passato si è perseguito un’idea di sviluppo e di lavoro che ha invaso il territorio diventando parte stessa del paesaggio e dell’immaginario collettivo. Sinonimo di successo. A differenza del testo citato, il mezzo di locomozione non sono i piedi, bensì i mezzi su ruote, auto e bilici, che trasportano persone e merci da casa al luogo di lavoro (quando queste non coincidevano), da casa al luogo di consumo e viceversa. Il tessuto costruito si dilata. Il territorio diventa un foglio bianco dove le strutture a cui appoggiarsi sono le strade e gli assi mercantili, quando assenti o non più adeguate, se ne creano di nuove. In corrispondenza dei nodi e dove i processi speculativi lo favoriscono si creano concentrazioni di aree produttive, le placche. Intanto il tessuto edilizio continua ad espandersi e invade la campagna. Un pulviscolo di case e capannoni piccole aree industriali, le schegge. Questo si traduce in un territorio caotico e complesso ma allo stesso tempo ripetitivo, caratterizzato da un continuo cambio di scala. Villette e capannoni si susseguono. Lo spazio diventa presidio del privato e l’unico strumento di controllo è il rispetto dello standard urbanistico (distanze dai fabbricati, degli indici di volume e superficie coperta, area a parcheggi ...) producendo talvolta spazi sovradimensionati o sottoutilizzati. Lo standard diventa il metro della quantità piuttosto che della qualità. Il processo di espansione è operazione del singolo, la terra è “espropriata” dando vita a processi speculativi che addensano la città rispettando la zonizzazione, senza dotarla degli strumenti per essere definita tale. Una semplice ripetizione seriale degli elementi che la costituiscono. La strada, la casa, il capannone, la palazzina, il parcheggio, il parchetto. Questo si traduce in un territorio monodimensionale, impermeabile e introverso. Un territorio vivibile e attraversabile quasi unicamente in auto. Monotonia che non
è solo fisica e materica, contribuisce a ciò è anche la specializzazione produttiva dei distretti industriali e anche l’organizzazione della città. Dai luoghi di lavoro si cerca di evadere come spiegava Olivetti per accedere ad altri luoghi preposti e già definiti: quello del riposo, quello del consumo e quello dell’evasione. Non c’è spazio per l’imprevisto, per la contaminazione. Si perde la relazione con il contesto. L’edificio è privo di interazioni spaziali, non c’è confronto con il paesaggio che li ospita. Nemmeno per contrasto estremizzando i concetti del Movimento Moderno. Lo spazio dell’incontro, dell’imprevisto diventa sempre più raro, marginale e poco riconoscibile. Luogo di esclusione più che d’inclusione. Lo spazio pubblico è il residuo “spazio inutilizzabile rimasto tra le tasche dello spazio pubblico” come lo definisce Bauman in Fiducia e paura della città. Le recenti crisi e l’attuale situazione accompagnano un epoca di cambiamenti veloci e allo stesso tempo impercettibili tanto da faticare a tenerne il passo. La digitalizzazione cambia inevitabilmente le abitudini e i modi di vivere accrescendo la consapevolezza della qualità dell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Seguire questa spinta significa ricercare qualità. Una qualità che vada oltre il rispetto dello standard. La costruzione di una strada come la pedemontana veneta, un segno tecnico che invade il territorio, un’infrastruttura pensata a servizio della produzione e del commercio può diventare il mezzo, andando oltre lo scopo per cui è stata progettata raggiungendone uno a lei estraneo: restituire complessità al paesaggio. I vuoti risultato della fine del ciclo descritto precedentemente , le tasche e le aree di margine residuo dello spazio “progettato” , diventano l’occasione per ricucire il paesaggio. L’occasione di un vuoto diventa terreno fertile per riportare qualità e complessità, non solo ambientale ma anche sociale e culturale, per progettare tra spazi già costruiti creando una nuova identità e una ritrovata dimensione del paesaggio.
LA STRADA PEDEMONTANA VENETA
PEDEMONTANA VENETA
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km 5
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Il tracciato della strada pensato e a lungo atteso a completamento della rete stradale della grande metropoli veneta lambisce il limite Nord ai piedi della fascia pedemontana.
LA NEBULOSA INDUSTRIALE
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km 5
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il pulviscolo industriale diffuso costituito da insediamenti di diverso tipo: quello lineare, interventi a carattere spontaneo sorti lungo gli assi infrastrutturali a zona, sorti a seguito di una pianificazione per placche, che risultano spesso fuori scala se non fuori contesto; schegge, piccole entità, sorti casualmente e in modo spontaneo soprattutto a seguito di uno sviluppo economico molecolare
TRANSETTI
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km 5
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La lettura dei transetti che innervano l’asse pedemontano relazionando i vari centri urbani e le aree industriali con il tracciato della strada pedemontana.
IL BACINO NORD DEL FIUME SILE LA doppia V del Montello
La doppia “V” del Montello
IL BACINO NORD DEL FIUME SILE L’area è definita a Nord dal Montello e dal corso del fiume Piave e a Sud dalle acque del fiume Sile che arrivano a lambire la cinta di Treviso. I due limiti presentano caratteristiche ambientali diverse. Nel mezzo la diffusione dell’area urbanizzata che si concentra lungo i due transetti che scendono a cono dal Montello 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
LA BASSA PIANURA ASCIUTTA Le piene alluvionali del Piave hanno portato con sé i detriti che formano il suolo della pianura tra I due fiumi. Il suolo prevalentemente pianeggiante è caratterizzato dalla presenza di detriti ghiaiosi che rendono la parte superiore asciutta mentre scendendo a Sud i terreni diventano argillosi 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap, carta dei suoli provincia di Treviso
LA LINEA DELLE RISORGIVE La capacità drenante del suolo permette il rifornimento delle falde che lungo il limite Sud caratterizzano il paesaggio di risorgiva. 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap, carta suoli provincia e carta delle risorgive provincia di Treviso
CORSI D’ACQUA La presenza dei due principali fiumi delimita i confini Nord e Sud dell’area. All’interno la presenza dei corsi d’acqua è il risultato della bonifica e della canalizzazione avvenuta nei secoli. I canali che prelevano l’acqua dal Piave scorrono pensili attraversando i territori interni. Scoli minori e canaline contribuiscono poi a creare la rete idrica a sevizio dei terreni agricoli. Unica eccezione è il corso del torrente Giavera che ha la sua foce ai piedi del montello. Lungo il limite Sud invece la presenza di numerose risorgive danno vita a corsi d’acqua che sfociano e alimentano il Sile. 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
I CORRIDOI ECOLOGICI I piani individuano sulla carta la rete ecologica territoriale che seguendo i corsi d’acqua principali costituisce l’ossatura del sistema ambientale 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap, ReteEcologicaProvinciale
LA MAGLIA STRADALE La maglia stradale fortemente densa ha come vie principali le strade che collegano le urbanizzazioni sorte ai piedi del montello a Treviso. La strada Postumia, già strada romana, taglia a metà il territorio in direzione Ovest - NordEst. La strada individua l’antico limite tra pianura asciutta e risorgive 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
LA MAGLIA STRADALE palinsesto La rete capillare di strade diffusa è anche appoggio per la l’espansione della città. Le nuove edificazione crescono per addizione attorno ai piccoli centri come nei pressi delle case rurali segno di un forte legame familiare, contribuendo al processo di consumo di suole e alla sua impermeabilizzazione. 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
EDIFICATO Le strade così come per le aree industriali sono la struttura d’appoggio anche per la diffusione del tessuto edificato. I centri maggiormente edificati sono quelli attorno la città di Treviso e quella di Montebelluna
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
LE AREE INDUSTRIALI Le aree industriali si appoggiano alla vie principali e ai nodi infrastrutturali mentre un pulviscolo di schegge si distribuisce a macchie nel resto del territorio. Su tutte emerge la forte presenza di attività lungo la strada Pontebbana che da Treviso arriva a Nervesa 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
IL TRACCIATO DELLA PEDEMONTANA Il tratto di pedemontana realizzato in trincea attraversa i terreni prevalentemente agricoli e raggiunge qui l’autostrada A4 presso l’area tra Villorba e Spresiano. 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
TRANSETTO 14
TRA PIAVE E SILE Il transetto oggetto di studio è quello che individua l’area tra Treviso e Montello è anche quello che mette in relazione il centro di Treviso con il territorio settentrionale della provincia. Lungo quest’asse si estende la strada mercato Pontebbana ma è anche quello che attraverso il canale Piavesella e il torrente Giavera permette di mettere a contatto le aree ambientali del fiume Piave con quelle del bacino del Sile. immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
LE PRESE L’area Nord della Pedemontana dove i canali prelevano le acque dal Piave in prossimità della presa di Nervesa e il torrente Giavera ha la sua foce ai piedi del Montello. Già all’inizio del suo corso il Canale Piavesella alimenta la presenza di vari insediamenti industriali 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
LA CINTA DI TREVISO
Nei pressi dell’ultimo casello della pedemontana si trova la presenza di una zona a forte carattere produttivo. Queste aree si appoggiano alla strada mercato e ai corsi d’acqua che storicamente fornivano energia. Infine il canale Piavesella e il torrente Giavera dopo aver fatto confluire le sue acque con quelle del Botteniga alimentano il fossato che cinge le mura della città 0
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immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
presa di Nervesa
Nervesa e il piave cava
centro Spresiano
strada pedemontana
placca di Villorba
LA STRADA MERCATO
5
strada ovest
1
km
la cinta di Treviso
Il tracciato della strada mercato dove le aree produttive e commerciali si sviluppano non solo linearmente lungo la strada, ma anche attraverso i piani di zonizzazione, creano delle placche che si scostano dalla logica che ha caratterizzato la loro presenza lungo questo asse, il rapporto tra metri lineari di strada e edificato aumenta esponenzialmente. immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap
1984
1993
ESPANSIONE E NUOVI VUOTI
2000
2019
La continua espansione dell’area produttiva trova un freno all’inizio degli anni 2000. Fino a quel momento il traino dell’economia ha spinto a “riempire tutto” . Costruire edifici ed intere aree fuori scala perdendo ogni rapporto con il territorio immagine: voli Istituto Geografico Militare
LA PLACCA DI VILLORBA Il suolo è un foglio bianco da riempire. Ogni metro cubo edificabile deve rispondere alle logiche commerciali. Lo spazio è presidio del privato e vi si accede solo per produrre o consumare. Le attività si accumulano. Gli autosaloni sfruttano la vetrina della strada mercato. I centri di rivendita all’ingrosso addensano le aree retrostanti . Le grandi industrie si appoggiano ai nodi delle infrastrutture per creare i loro poli. Nel frattempo anche i servizi alla persona e quelle che vendono tempo libero trovano spazio tra gli spazi ormai saturi dell’area industriale
LEARNING FROM VILLORBA
Via Torricelli Via Torricelli
no n° no n°
Via Torricelli Via Torricelli
16 A 16 A
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accesso Via Fratelli Rosselli, 3/7 accesso Via Fratelli Rosselli, 3/7
3/6 3/6
3/5 3/5
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8A 8A
Via F.lli Rosselli, 2 Via F.lli Rosselli, 2
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FACCIATA / IDENTITÀ Lo spazio ha un unica dimensione, quella lineare. Le tipologie edilizie si ripetono indifferenti le une dalle altre e con il paesaggio circostante. I materiali e le soluzioni progettuali sono ripetitive e di scarsa qualità. L’identità, laddove risulta necessaria, è rimandata ad un insegna di grandi dimensioni leggibile dall’auto e gli spazi amministrativi si distinguono dagli spazi produttivi per l’utilizzo di facciate tecnologiche
MAPPA DELL’ABBANDONO La crisi ha portato al dissesto economico le varie attività. La gestione del patrimonio edilizio diventa difficoltosa, i fenomeni di abbandono aumentano così il dissesto dell’area. Seppur debole il recupero di alcune strutture fa notare come l’area rimanga attrattiva per le aziende grazie proprio alle sue dimensioni e non solo per la sua posizione
0
200
500
1 km
immagine: elaborazione della mappa di OpenStreetMap, dati rilievo dell’abbandono Paesaggi del NordEst.2016, rilievo personale 2019
QUADRANTI
QUADRANTi
QUADRANTE RESIDENZIALE Il quartiere
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Il tessuto urbano si compone di villette con giardino e condomini che si sviluppano partendo dai centri storici. Lo spazio pubblico si limita alla presenza dei marciapiedi e di piccoli parchi pensati come risarcimento ai processi speculativi poco accessibili e privati di identità. DEFRAG: dove termina il tessuto residenziale inizia la campagna non c’è spazio per aree di margine. All’interno delle aree edificate sono presenti delle anomalie, capannoni spesso abbandonati, tessuti non ancora edificati e parchi
CAMPAGNA FOTOGRAFICA
QUADRANTE RURALE Il campo
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Il tessuto agricolo può essere considerato alla pari di quello industriale. Il suolo deve essere sfruttato il più possibile a fini produttivi. Impoverendo non solo la terra ma anche il paesaggio. I campi arrivano il più vicino possibile ai corsi d’acqua. Il territorio è difficilmente fruibile le problematiche sono per lo più ecologiche e paesaggistiche DEFRAG: Il piano agricolo non risulta continuo come gli altri quadranti ma è frammentato dalla presenza di piccoli insediamenti residenziali e schegge di tessuto industriale
STRATEGIE
CAMPAGNA FOTOGRAFICA
QUADRANTE INDUSTRIALE La placca
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1 km
Il tessuto industriale pare quasi riproporre i modelli dispersivi del tessuto residenziale alterandone la scala. Singoli edifici al centro del lotto recintato o a schiera. DEFRAG: il margine tra tessuto costruito e spazio aperto rimane netto. Lo spazio tra gli edifici e i lotti rimasti inedificati costituisce l’unica porosità dell’area
CAMPAGNA FOTOGRAFICA
STRATEGIE
Strutture ecorelazionali
Spazi collettivi
Rete blu-verde
MARGINI FERTILI Lo spazio tra le cose Gli spazi di margine diventano occasione per creare una rete che permette di vivere e di raccontare il paesaggio. La natura non ha bisogno di un progetto per modificare il territorio riappropriandosene. L’esito e le forme non sono prevedibili ma il progetto deve riuscire a governare e controllare il processo creando diversità all’interno di ambienti omogenei. Il paesaggio si mescola alla città in senso estetico ecologico e d’uso approfittando delle porosità e dei margini già presenti all’interno del territorio
CREARE COMPLESSITÀ Le diverse strategie sono pensate come un sistema di azioni che risultino comuni a più obbiettivi creando così non solo uno schema complesso e intrecciato ma che si traduca in un territorio ricco di complessità e interazioni
STRUTTURE ECORELAZIONALI
INFRASTRUTTURA BLU-VERDE
SPAZI COLLETTIVI
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riassetto sezioni corsi d’acqua riforestazione recupero della struttura vegetale esistente: filari siepi ripariali rafforzamento dei margini. Fasce tampone infiltrazione spazi verdi bacini di accumulo acque e fitodepurazione percorsi naturalistici prati urbani incentivo variabilità culturale
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riassetto dei corsi d’acqua infiltrazione spazi verdi bacini di accumulo acque tetti giardino sistemi di riciclaggio acque deimpermeabilizazione del suolo percorsi spazi aperti spazi gioco attrezzati orti urbani
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riassetto sezioni corsi d’acqua infiltrazione spazi verdi bacini di accumulo acque e fitodepurazione tetti giardino percorsi naturalistici prati urbani spazi gioco attrezzati aree sport ristoro arte aree eventi orti urbani usi temporanei
PAESAGGIO DELLA PRODUZIONE
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tetti giardino ristoro Incentivo diversificazione culturale Incremento spazi del lavoro produzione di energia nuova residenzialità usi temporanei nuove tipologie architettoniche
SPAZI IN TRANSIZIONE
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riassetto sezioni corsi d’acqua percorsi spazi aperti infiltrazione spazi verdi spazi gioco arte e cultura aree eventi orti urbani incremento spazi del lavoro recupero dell’abbandono e demolizione usi temporanee
LE ARTERIE I corsi d’acqua anche se ad oggi considerati marginali, sono la struttura portante delle reti ecologiche. Riconoscerne la loro presenza è il primo layer per avviare un riqualificazione ambientale
ZIONE TORRENTE
SEZIONE ATTUALE terreno coltivato
margine letto
margine
terreno coltivato
SEZIONE PROPOSTA terreno coltivato
margine
letto
margine
terreno coltivato
Il corsi d’acqua sono stati canalizzati, l’acqua scorre veloce attraverso la sezione ormai completamente artificiale del loro letto. La vegetazione ne maschera la presenza La rinaturalizzazione della sezione permette non solo di creare un nuovo spazio per l’acqua ma nuove aree di margine arricchendo e diversificando l’ambiente SEZIONE PROPOSTA percorso
terreno coltivato
margine
letto
margine
terreno coltivato
Rimodellare la sezione del corso d’acqua permette non solo di diversificare l’habitat ripariale ma anche di ricostituire un rapporto con il fiume
STATO DI FATTO I terreni agricoli arrivano a lambire il corso d’acqua impoverendone l’habitat e non lasciando spazio ad eventuali piene che si vanno a riperc uotere nelle aree più critiche
INTERVENTO Oltre a rimodellare il corso e la sezione del fiume creare delle fasce di vegetazione che separino i canali dai terreni coltivati ricostruendo habitat ripariali e contribuendo alle depurazione delle acque provenienti dai campi contenti sostanze inquinanti
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INTERVENTO La possibilità di esondare permette di creare zone umide non permanenti che contribuiscono alla biodiversità dell’ambiente. L’implementazione di percorsi lenti lungo il fiume e l’inserimento di attrezzature minime e puntuali che permettano il contatto con il suo corso ed avrebbe una funzione di monitoraggio e sensibilizzazione della cittadinanza
I CAPILLARI Se i corsi d’acqua principali fungono da arterie, la rete idrica minore e le aree di confine forniscono il sistema capillare capace di portare complessità diffusa nel territorio
si
sezione attuale
sezione proposta
Fossati, filari e capifosso oggi si limitano a segnalare la presenza di una maglia agricola sempre più povera Gli elementi descritti sopra diventano occasione progettuale per aumentare la diversità ambientale e alla creazione di una rete di mobilità lenta sicura e diffusa
sezione proposta
Dare spessore al margine intrecciando più ecosistemi senza limitare la presenza umana
STATO DI FATTO Lo spazio agricolo risulta impoverito e fortemente sfruttato dall’attività agricola intensiva. Un territorio sempre più spoglio in cui l’ambiente ripariale oggi trova spazio solo tra i residui dell’attività umana
INTERVENTO Ibridazione tra l’ambiente agricolo e quello ripariale. Incentivare le culture alternative e la variabilità culturale frammentando maggiormente gli appezzamenti così da incrementare i contesti di margine oggetto di intervento
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INTERVENTO Complessità e scoperta graduale del paesaggio, una parte di territorio scarsamente fruibile diventa l’occasione per migliorare la qualità dell’ambiente non solo del suolo ma anche delle acque sotterranee. Proporre attività e workshop all’interno di quest’area potrebbe dare impulso turistico ricreativo giustificando così una serie di percorsi di viabilità lenta e leggera
ORGANI Appoggiandosi al sistema arterioso un nuovo paesaggio ibrido può trovare spazio all’interno della placca. Sfruttando la porosità dei vuoti la creazione di spazi di margine tra il tessuto costruito e gli spazi aperti, la vegetazione può dar vita ad un nuovo utilizzo del suolo portando qualità ambientale all’interno di un area altrimenti priva.
sezione attuale
sezione proposta
Capannone - parcheggio - strada. La sezione tipo si ripete su ogni lotto edificabile Il rapporto tra edificio e paesaggio è muto e privo di interazioni Lo spazio tra gli edifici diventa occasione di progetto e di interazione con il contesto .L’organizzazione dei lotti come in un condominio permette una migliore gestione degli spazi
sezione proposta
Creare luoghi inaspettati all’interno dell’area. Il margine diventa spazio permeabile non solo linea di confine. Materiali di progetto diversi che rendano non solo il suolo permeabile all’acqua ma anche tappetto per una viabilità alternativa e nuovi utilizzi
STATO DI FATTO Gli spazi di confine sono linee di divisione nette. Ogni lotto ha il suo recinto e il suo accesso. Le aree sono sfruttate fino al loro margine.
INTERVENTO Organizzare i lotti come condominio consente di ridurre gli spazi d’accesso. Ciò consente di ricavare nuovi spazi di margine per ridare complessità al suolo, rendendo accessibile l’area : dalla gestione delle acque a fasce cuscinetto per la penetrazione dei corridoi ecologici
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IL NUOVO MARGINE Dilatare il margine per consentire la penetrazione del paesaggio creando complessità. Nuovi materiali di progetto che consentano nuovi utilizzi degli spazi, dalle coperture degli edifici alla creazione di nuovi spazi di vita urbana. Percorsi di mobilità lenta e attrezzature anche temporanee che facciano da catalizzatore ed attrattori per nuovi attori
Strutture ecorelazionali
Spazi collettivi
Rete blu-verde
BIBLIOGRAFIA PER IMMAGINI
CONNESSIONI
EDIFICIO
Past
Future
SUOLO
FUNZIONE
connettere
CONNETTERE The naked city, Guy Debort 1957 New Babylon, N.Constant 1959-1974 Potteries Thinkbelt, Staffordshire, Cedric Price 1966 Waldheim-Urban, L.Hilberseimer No stop city, Archizoom 1970 Concorso per la Zona Standiana, Ravenna, C.Dardi 1986 Hannover expo, D.Kienast 2000 Golden Lane, a+p Smitson 1952 Plan ooievaar, H+N+S Landscape Architects 1986
CONNETTERE relazioni ecologiche connettere
Ringcultuur, Neutelings Riedijk Ark Golden Lane, a+p Smitson 1952 Monumento continuo, Superstudio 1969 RELAZIONI ECOLOGICHE Manifesto del terzo paesaggio, Paesaggi in transizione, G.Clément 2005 Corredor verde de Cerdanyola, Cerdanyola del Vallés, 2Jansana, De la Villa De Paauw Arq. 2009 Parisis – Pierrelaye : Territoires Economiques RD 14, BASEland 2011
Le Grand Pari, PAM 2008
Hannover expo, D.Kienast 2000
concept
CONCEPT Rielaborazione degli interventi studiati e concept delle strategie d’intervento. L’ armatura ecologica è pensata come un sistema arterioso. I corridoi ecologici già identificati saranno struttura portante per il sistema capillare che penetrerà all’interno del area.
CONCEPT modelli connettere
La serie di strategie riguarderanno non solo il sistema ambientale ma anche una serie di interventi economici e sociali che permetteranno di creare nuove identità per i margini. All’interno delle aree maggiormente edificate i vuoti e le aree sottoutilizzate potranno venire riconvertite non solo permettendo la rinaturalizzazione dell’area ma anche fornendo una serie di servizi che mirano a migliorare la qualità della zona MODELLI Toulose Le Miral, Candilis, Josic Woods 1961 No-Stop city, Archizoom 1970 Waldheim, Hilberseimer 1944
MODELLI Barene di San Giuliano Mestre, S.Muratori 1959 Concorso per casabella, L.Quaroni 1964 A city made of rooms, O.M.Ungers 1964 Campus plan Oklahoma Christian University, Caudil Rowlett and Scott 1983 Berlin-Austellungen B. Tschumi 1991 Melun Senart, Coop-himmelblau 1991 Project for a City Park in Sicily , O.M. Ungers 1985 Agricultural city, Kurokawa 1960
simulazioni
SIMULAZIONI Rielaborazione dei modelli insediativi di riferimento e simulazione di inserimento nel territorio : griglia, grappolo, recinto, ponte, superficie
rinaturalizzazione
RINATURALIZAZIONE Renatures the Aire Swiss, Group Superpositions 2016 (8-9)
Rete blu verde
RINATURALIZZAZIONE Projet de restauration environnementale de la rivière de vallvidrera, emf Ana Zahonero2010 Fiesenheim_selzrenaturierung, Francke und Knitell Park Groot Schijn , Maxwan 2012 RETE BLU VERDE Griespark Volketswil Switzerland, ASP_Landscape_Architect 2009 Kronsberg, Hannover , Dieter Kienast 2000 Quartier de la morinais , Atelier paysages Bruel Delmar 2013 Bottière-Chênaie ecodistrict in Nantes, atelier paysages bruel delmar 2012 (7-8)
contatto
RETE BLU VERDE Bottière-Chênaie ecodistrict in Nantes, atelier paysages Bruel Delmar 2012 (1-2-3-4) Quartier de la morinais , Atelier paysages Bruel Delmar 2013 CONTATTI Water game Atelier paysages Bruel Delmar 2012 (6-7-8)
CONTATTO gestione delle acque
Griespark Volketswil Switzerland, ASP_Landscape_Architect 2009 Renatures the Aire Swiss, Group superpositions 2016 Umfassungsweg Twickel Estate, Michael Van Gessel 2014 Garden of the Familistère, base-land 2007 GESTIONE DELLE ACQUE Gli attuali strumenti di gestione delle acque: scoli, fossi, canali; sono vissuti come elementi marginale pensati solo per rispondere ad un esigenza tecnica, la loro rete però diventa occasione per un progetto di rivalorizzazione ambientale.
rInaturalizzazione
GESTIONE DELLE ACQUE Ripensare i materiali del progetto delle coperture e dei suoli non solo permette la revisione delle strutture esistenti ma anche una migliore gestione delle acque. Tetti verdi, bacini, cisterne materiali naturali e permeabili per il suolo divento quindi l’occasione per creare nuovi spazi RINATURALIZZAZIONE La rinaturalizazione dei corsi d’acqua consente, lavorando sulla sezione del letto, la creazione di nuovi habitat ricchi di valori ambientali ma anche nuovi spazi collettivi
RINATURALIZZAZIONE Seguendo la gerarchia della rete di gestione della acque individuare percorsi di mobilità lenta e di contaminazione dei luoghi. Presenze estranee all’interno di contesti omogenei nuovi luoghi identitari e occasioni di controllo ed educazione ambientale PARCO AGRICOLO parco agricolo aprire
Cow - Horizon Project, WEST 8 2006 Projekt fuer eine stadt, H. Holein 1960
CONNESSIONI suolo ripulire
Paesaggio culturale Mechtenberg-Essen , P.Burgi 2009 Parc de la Théols, Issoudun, M.Desvigne 1994 Dyck Castle, RMP Landschaftsarchitekten 2002 SUOLO Monumento continuo, Superstudio 1969 Model for the garden rooms of the Museumpark, Yves Brunier 1992 Jardin du tiers paysage Submarine Base St Nazaire, J.MacFarlane, G.Clément and Coloco 2011 Superkilen , Topotek 1 + BIG Architects + Superflex 2012 Alter Flugplatz Kalbach,Frankfurt am Main, GTL Landschaftsarchitekten 2004
SUOLO camouflage schermare
Mauerpark Berlino, Gustav Lange 1994 Parc de l’Estació del Nord, Espiral arbrada, de Beverly Pepper 1992 Parc-soldiaritat, E.Costa CAMOUFLAGE Aircraft plant camoflauge, Boeing house Model for the garden rooms of the Museumpark, Yves Brunier 1992 Festival hall on the German island of Rugen, H.Tessenow 1936 Geometrischer-garten, Herning C.Th. Sørensen 1983
pieghe schermare
CAMOUFLAGE Gites ruraux à Jupilles, Duncan Lewis 1997 Campus Fantoni, Studio Valle 1978 MFO-Park, Raderschal +p 2002 Aplix Factory , D.Perrault 1999 PIEGHE Unità residenziale ovest Ivrea, Gabetti Isola 1974 Biozentrum, Frankfurt OMA 1987 Ipermercato Baumaxx a Maribor , Njiric +Njiric 1998 La Rioja Technology Transfer Centre, Foreing Office 2008
tappeto urbano
TAPPETO URBANO Rinnovare l’interazione tra edificio e paesaggio non più contrasto ma mimesi e integrazione. L’architettura nasce dal movimento del suolo. Non più supporto statico su cui costruire ma da incidere piegare. Un lavoro topografico che permetta di dissolvere il limite tra architettura e paesaggio. Rimuovere i confini tra territorio e città integrando la dispersione. Le dimensioni e la rapidità di crescita dei manufatti industriali sono difficilmente assimilabili, l’alleanza tra manufatto e paesaggio anche attraverso opere di camouflage può permettere uno sviluppo coerente del territorio.
spazi in transizione
“Il progetto ha bisogno di tempo per adattarsi: dopo il periodo di concezione ed il periodo di esecuzione c’è il periodo dell’adattamento e reazione del progetto al sito scelto” D.Lewis
SPAZI IN TRANSIZIONE Villaggi Potemkin La casa Abbandonata, A.Rossi 2001 Playground , Dijkstraat A. van Eycke 1954 Mobile office, H.Hollein 1969 Chip city, Hashinobu 2004 Agronica, A.Branzi 1995 SoHo, Riken Yamamoto Parckfarm, Alive Architecture Taktyk 2014
TESTI DI RIFERIMENTO Aimini M., Paesaggi del NordEst, Indagini e scenari Re-Cycle ai margini della pedemontana veneta, Aracne, Roma 2016 Arioli A., Paesaggi in transizione da vuoto a sedime fertile, Tesi di dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana, Politecnico di Milano 2012 Augè M. Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità. Elèuthera, Milano 2009 Bonomi A. Il capitalismo molecolare. La società al lavoro nel nord Italia. Einaudi,Milano 1997 Bonomi A., Masiero R. Dalla smart city alla smart land. Marsilio Ed., Venezia 2014 Branzi A. Modernità debole e diffusa: Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo, Skira, Milano 2006 Buonanno D. Ruralurbanism, Paesaggi produttivi. Tesi di dottorato di ricerca in Progettazione Urbana e Urbanistica, Università degli Studi di Napoli Federico II,2014 Careri F. Constant. New Babylon, una città nomade. Testo&Immagine, Torino 2001 Carreri F. Walkscapes. Camminare come pratica estetica. Einaudi, Milano 2002 Cipriani L. Vita e Morte del Paesaggio Industriale. Università degli Studi di Trento 2012 Clement G., Manifesto del terzo paesaggio, Quodliebet, Macerata 2005 Fabian L., Savino M. Radici, condizioni, prospettive. Acqua, Mobilità, Energia. Publicazione degli atti della XVIII conferenza nazionale SIU, Planum,Roma Milano 2015 R. Koolhaas, Junkspace. Per un ripensamento radicale dello spazio urbano. Quodlibet, Macerata 2006 Lanzani A., Merlini C., Zanfi F. Fare paesaggio muovendo dagli spazi del lavoro, Aracne, Roma 2006 Marini S., Bertagna A., Gastaldi F., L’architettura degli Spazi del Lavoro. Quodlibet, Macerata 2012 Mitchell W. J. City of Bits: Space, Place, and the Infobahn. Mit Pr, Boston, 1996 Perulli P., Visioni di città: le forme del mondo spaziale. Einaudi, Milano 2009 Rattenbury K., Hardingham S. Cedric Price: Potteries Thinkbelt: Supercrit#1 Routledge, Londra 2007 Ratti C. Claudel M. Architettura Open Source. Verso una progettazione aperta. Einaudi, Milano 2014 Renato Rizzi, La Pedemontana Veneta. Il divino del paesaggio: economia della forma. Marsilio, Venezia 2007 Venundo A. Spessori, Codici, Interfacce.Architetture della Strada. Tesi di dottorato di ricerca in Progettazione architettonica e Urbana. Università degli Studi di Trieste a.a. 2005/2006 Voltini M. Il progetto della Modificazione. Tesi di dottorato di ricerca in Architettura, Urbanistica e Conservazione dei Luoghi dell’Abitare e del Paesaggio, Politecnico di Milano aa.2012/2013
« Uh » mugolò con voce supplichevole il colombre « che lunga strada per trovarti. Anch’io sono distrutto dalla fatica. Quanto mi hai fatto nuotare. E tu fuggivi, fuggivi. E non hai mai capito niente. » Dino Buzzati, Il colombre
10/07/2020 data …………………..
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è consultabile da subito potrà essere consultata a partire dal giorno ………………….. x non è consultabile
che la sua/loro tesi dal titolo: Spazi in trasizione …………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………….
DICHIARA/DICHIARANO
I - Luglio 2019 / 2020 sessione ………………………… dell’a.a. …………….………….
Architettura per il Nuovo e l'antico laureando/a/i - diplomando/a/i in ………………………………………………...
Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...…………….
Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...…………….
282863 Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. Alberto Tallon
(da inserire come ultima pagina della tesi/elaborato finale)
DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELLA TESI
UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA