La singolare commistione dell'umano e dell'alieno, della carne e della macchina – per citare le parole del suo autore – è la peculiarità più evidente di quest'arte realizzata con costruzioni materiche complesse e assemblaggi eterogenei che ci riportano dentro una dimensione alternativa certo non augurabile ma sicuramente possibile. Una sorta di futuribile pseudo-realtà scaturita dalle profondità dell'inconscio di Emilio Antonelli che vuol essere azione liberatoria, forse catartica, di incubi nascosti, fantasmi della mente che si materializzano in creature fuori di questo mondo di cui non sappiamo il grado evolutivo d'intelligenza né le potenziali intenzionalità dell'istinto. Rappresentare e guardare da osservatori attenti un'inquietudine o una fobia, in psicanalisi significa esorcizzarle e, in qualche modo, compiere un atto liberatorio.