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Prossa dei lettori – M. Lolli

è un lavoro lungo, che va eseguito con precisione, con accortezza, e alla fine le braccia le fanno male, le sente pesantissime. Al contrario di quello che si crede, le forcine vanno utilizzate con la parte ondulata rivolta verso il basso, così terranno meglio tra i capelli. Si guarda ancora: tutto appare come deve, è perfetto. Eccola lì, la persona che vuole essere. Ma c’è un’incertezza, e Federica lo sente. In qualche punto nel nido di capelli qualcosa non tiene. Muove la testa, la scuote un poco, lo guarda crollare. Il raccolto non avrebbe tenuto, è tutto da rifare. Ha le braccia pesanti, si sta facendo tardi. Le forcine cadono nel lavandino sporco di sputi e schizzi verdi di dentifricio, compongono un disegno che non riesce ad interpretare, stanno lì a ricordarle i sogni che al mattino la spaventano, ma che non ricorda, le paure che non dice, gli imprevisti della vita che non riesce a controllare. È così faticoso fingere che tutto sia sempre perfetto. Una lacrima ha sciolto il fondotinta, i capelli sono un disastro, dovrà ricominciare da capo. Ma ce la farà, perché lei è pura, è forte, è tosta. La migliore

PROSSA DEI LETTORI

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Il 7 maggio 2014 Yann Tiersen tenne un concerto sull’isola di Ouessant per presentare il suo nuovo album, Infinity. Il racconto che segue, firmato da Marco Lolli, raccoglie le sensazioni suscitate dall’atmosfera di quel concerto e fa parte di una più ampia serie di scritti che “prendono vita da ascolti musicali e ad essi si riferiscono”.

LE PHARE

di Marco Lolli

La battaglia è combattuta sulla costa dell’isola francese Ouessant, in uno spicchio di mare incastonato nell’alta Bretagna, dove una piccola truppa di uomini dà vita a questa storia avvincente. Da un lato c’è il mare con le sue correnti e i suoi venti, nella vastità del dominio della natura che abbraccia e protegge questa terra. Dall’altra gli uomini che con i loro pochi strumenti, costretti ad un allestimento povero ed esiguo, tentano di destreggiarsi in un braccio di mare impervio e pericoloso. Le loro gesta forgiano un mirabile spettacolo, nel quale è l’armonia a regnare sovrana e ogni elemento si camuffa e si mescola alla brezza gelida che imperversa sull’isola.

L’uomo si perde nella natura, ne nasce un’atmosfera fantastica che coinvolge fin dalle primissime note: i filamenti magici di ciascun strumento si intrecciano sapientemente con la vastità del paesaggio che li circonda. Si scorge in lontananza l’Ile de Oussant. Quando ne L’Arrivée sur l’île si viene trasportati sulle note dall’essenza celtica di un valzer mitigato, l’abito marinaresco del motivo non fa altro che confermare l’immediato approdo sull’isola, ma la natura che preserva questo lembo di terra non è per nulla docile e permissiva.

Ne La Noyée il riconoscibile cigolio di una panciuta imbarcazione in legno suona come

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