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Prefazione

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Architettare

Architettare

di Silvano Agosti

Quando Paolo e Giuseppe mi hanno chiesto di esprimere un mio pensiero in relazione al nuovo e complesso edificio educativo che hanno chiamato educazione diffusa, ho pensato subito a quanto fitto esso sia di proposte e pensieri scolpiti nel buon senso e nella certezza che esista davvero la necessità e l’intenzione di “educare” l’Essere Umano. Ma a mio personale parere gli Esseri Umani andrebbero nutriti e ospitati gratuitamente dai Governi e gli Stati del mondo. Soprattutto ogni Essere Umano andrebbe lasciato in pace nel territorio di crescita che la natura gli offre, ovvero il proprio DNA; oppure andrebbe lasciato libero nella pratica completa e totale del Gioco. Sì, sempre a parere strettamente personale, il solo desiderio di ogni Essere che viene al mondo, almeno dalla nascita fino ai 5 anni di età, è unicamente quello di giocare, giocare e giocare. Naturalmente se nell’infanzia i giochi saranno semplici, già dalla prima adolescenza ogni Essere Umano fruirà dei vari linguaggi creativi che traggono origine dal gioco, ovvero la pittura, la danza, la musica, la letteratura, la recitazione, il cinema e così via, proprio come Paolo e Giuseppe propongono nel loro progetto di educazione diffusa. Importante è che ognuno scopra la propria unica, rara e irrepetibile creatività finora completamente estinta da qualsiasi esperienza scolastica. Ovviamente gli adulti, che in genere riservano il loro tempo ad attività ricreative precostituite (poker compreso) o perfino a giochi d’azzardo, non sanno nemmeno più quale sia il vero Gioco, cioè

la creatività da cui l’Essere Umano non dovrebbe separarsi mai. L’ideale quindi, come è previsto in modo specifico nel mio testo Lettere dalla Kirghisia, invece di imprigionarli in qualsiasi edificio educativo, sarebbe di consentire agli esseri umani di recarsi ogni giorno nei parchi a giocare, (giocare e nient’altro) più o meno fino alla soglia di età dei 18 anni. Cari Giuseppe e Paolo, un edificio giustamente va protetto nel corso della sua esistenza ed è giusto concepire restauri anche strutturali, come, di fatto, si rivela essere la vostra proposta di un’educazione “diffusa”, che lentamente restaurerebbe una educazione “confusa”, che dura ovunque da circa due secoli e mezzo. È importante, infatti, non dimenticare che l’educazione di massa ha origine nel 1700 e si sviluppa insieme alla nascita della società industriale. Oggi stiamo assistendo all’evidenza spettacolare ormai storica di una decadenza della produzione solo industriale dei beni (le città sommerse dal veleno dell’ossido di carbonio emesso durante la giornata da milioni di automezzi industriali, vedi rifornimenti energetici delle grandi industrie a base di carbonio, vedi nocività del cibo industriale ecc.). Oggi quindi, più che restauri, si dovrebbero progettare edifici nuovi assolutamente diversi e quindi già previsti dalla Natura. In uno dei miei dialoghi apparentemente surreali con una quercia, stupendamente alta oltre una ventina di metri, mi sono figurato di chiederle da quale processo educativo era nata tanta sua bellezza. E facilmente mi sono figurato che rispondesse: “Tutte le istruzioni della mia educazione erano rinchiuse in una minuscola ghianda di qualche manciata di millimetri. La mia educazione fa rima con inseminazione, ma oltre la minuscola ghianda ho fruito anche di nutrimenti preziosi a base di pioggia e di sole”.

Desidero concludere questa mia riflessione proponendovi di immaginare che, forse, la crescita in libertà di ogni essere umano non dipende dal progettare nuovi e spettacolari edifici educativi, ma finalmente dalla decisione che tutti gli Stati e i Governi facciano ciò che avrebbero da sempre dovuto fare. Cioè? Cioè Stati e Governi fin qui soffocati dai privilegi e barricati dietro montagne di chiacchiere politiche, di leggi, leggine e leggette comunque mai rispettate, decidano di procurare a tutti gli abitanti della terra, nessuno escluso, casa e cibo gratuiti. Ma i fondi per tale buona e naturale azione di massa? Semplicemente prelevando il 22 per cento delle spese militari, ma non una sorta di IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) bensì una sorta di IVU (Imposta sul Valore Umano). Solo così, cari Paolo e Giuseppe e cari lettori, sparirebbero immediatamente dal mondo le Guerre, il Denaro, la Prostituzione, le Droghe, il Lavoro obbligatorio e sparirebbero anche tutti i ragionieri, i genitori, gli insegnanti, gli educatori, i mariti, i preti, i medici, gli artisti da un Pianeta ormai e finalmente abitato solo da Esseri Umani. Un abbraccio a tutti voi.

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