Educazione diffusa

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Prefazione di Silvano Agosti Quando Paolo e Giuseppe mi hanno chiesto di esprimere un mio pensiero in relazione al nuovo e complesso edificio educativo che hanno chiamato educazione diffusa, ho pensato subito a quanto fitto esso sia di proposte e pensieri scolpiti nel buon senso e nella certezza che esista davvero la necessità e l’intenzione di “educare” l’Essere Umano. Ma a mio personale parere gli Esseri Umani andrebbero nutriti e ospitati gratuitamente dai Governi e gli Stati del mondo. Soprattutto ogni Essere Umano andrebbe lasciato in pace nel territorio di crescita che la natura gli offre, ovvero il proprio DNA; oppure andrebbe lasciato libero nella pratica completa e totale del Gioco. Sì, sempre a parere strettamente personale, il solo desiderio di ogni Essere che viene al mondo, almeno dalla nascita fino ai 5 anni di età, è unicamente quello di giocare, giocare e giocare. Naturalmente se nell’infanzia i giochi saranno semplici, già dalla prima adolescenza ogni Essere Umano fruirà dei vari linguaggi creativi che traggono origine dal gioco, ovvero la pittura, la danza, la musica, la letteratura, la recitazione, il cinema e così via, proprio come Paolo e Giuseppe propongono nel loro progetto di educazione diffusa. Importante è che ognuno scopra la propria unica, rara e irrepetibile creatività finora completamente estinta da qualsiasi esperienza scolastica. Ovviamente gli adulti, che in genere riservano il loro tempo ad attività ricreative precostituite (poker compreso) o perfino a giochi d’azzardo, non sanno nemmeno più quale sia il vero Gioco, cioè 7


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