Alessandro Vergari
Social trekking 36 proposte per camminare insieme e fare rete, in Italia e all’estero
Indice
Introduzione
6 Il social trekking 9 Come leggere la guida 11 Suggerimenti per camminare bene 19 Le piante amiche dei camminatori 23 La biblioteca del social trekker
Le proposte ➜ In Italia 28 32 36 38 40 44 46 50 54 59 62 64 68 72
2
La valle degli occitani Piemonte Alpeggi e formaggi Piemonte Wild Walking Women Piemonte Su per i colli… ma con calma! Piemonte Crêuze e carruggi Liguria Dalle Alpi all’Arno con PassoBarbasso Centro-nord Italia La Via del Ferro Toscana, Emilia Appennino contromano Toscana, Emilia La “piccola” Toscana dei colli fiorentini Toscana Passeggiate migranti Torino, Milano, Firenze, Genova Letture in cammino Toscana Con i partigiani sul Monte Giovi Toscana Terra di leggende e realtà Toscana Nuovi “vagabondi” Tutta Italia
75 80 84 86 88 93 95 99 102 104 107 111 113 117
Maremma: ricordi antichi e nuovi tesori Toscana Vita nei boschi Toscana Escursioni… in carrozza! Lazio Carovane con le orecchie lunghe Abruzzo Basilicata coast to coast Basilicata Sassi e Murge, per tutti! Basilicata Nel Gargano, sulle tracce di pastori e pellegrini Puglia Fra passaturi e masserie, alla scoperta dell’Arneo Puglia Passi per cucire l’Italia Tutta Italia Sila, la Scozia del Mediterraneo Calabria Gli ultimi greci dell’Aspromonte Calabria Cammini politici Tutta Italia Barocco e fichi d’india: gli Iblei a piedi Sicilia Iglesiente, l’altra Sardegna Sardegna
➜ All’estero 122 126 130 135 139 144 149 153
La valle del Draa Marocco La Ciudad encantada Spagna Maramures¸, museo contadino vivente Romania Serbia, il Paese che c’è ancora Serbia Attraverso le Alpi Albanesi Albania e Montenegro Nel cuore sacro dell’Albania Albania Karpathos, silenziosa e selvaggia Grecia In Turchia, sui sentieri della storia Turchia
Social trekking
3
Piemonte
La valle degli occitani
A
Elva, c’è un museo un po’ particolare. Le foto seppiate e gli oggetti qui conservati sono muti testimoni di un tempo in cui tutti i maschi adulti del paese andavano a raccogliere capelli per il nord Italia, per poi riportarli a casa, lavorarli e rivenderli alle fabbriche di parrucche. I più pregiati erano quelli delle donne anziane, meglio se il pelo era bianco candido. Ma erano molto apprezzate anche le lunghe trecce delle giovani spose. Di solito le donne vendevano i loro capelli per guadagnare qualche soldo, per tirare avanti nella vecchiaia, per fare la dote alla figlia, per pagare un debito. I ragazzini rimangono meravigliati davanti alle teche del museo dei capelli di Elva. Ma ancora di più rimangono a bocca aperta all’incontro con Prezzemolo, un simpatico signore che è venuto apposta per raccontarci, con storie e battute, la sua infanzia di povertà, passata ad arrangiarsi per inventare giochi e passatempi. Sembra strano che un gruppo di bambini abituati alle meraviglie degli effetti digitali si appassioni e resti affascinato di fronte al carro armato a elastico, al frullino, al gioco della lippa.
Il territorio La valle Maira, nelle Alpi Cozie, indenne dagli abusi della società industriale e da sciagurati attraversamenti transfrontalieri, è un ambiente naturale alpino fra i più belli e meglio preservati del Piemon28
te. Ad accrescerne la meraviglia, la presenza della comunità occitana, che parla ancora oggi l’antica lingua d’oc. Nelle accoglienti locande, potremo scoprire tradizioni, usi e costumi, conservati gelosamente ancora oggi. La valle, ricca di storia e d’arte, è disseminata di antichi borghi di pietra, intatti e splendidamente conservati, di bellissime chiese e santuari. Anche dal punto di vista naturalistico il percorso offre un’ampia varietà di paesaggi, dai boschi di pini silvestri ai pascoli della bassa valle, dai lariceti, ai grandi prati e alle brughiere d’alta quota, ricchissimi di fioriture anche in piena estate. L’isolamento di questa zona garantisce un’atmosfera fuori dal tempo, non artefatta, anche grazie ai tanti “custodi” del luogo, persone che hanno scelto di rimanere orgogliosamente in questa valle, a salvaguardarne le tradizioni.
La proposta La cooperativa Walden viaggi a piedi propone questo trekking anche a famiglie con bambini e ragazzi: il percorso non presenta particolari difficoltà e tutta la valle è servita da un comodo sherpa-bus che può portare i bagagli o anche le persone, nel caso abbiano dei problemi a percorrere una tappa a piedi. L’itinerario parte dalla borgata Camoglieres di Macra, dopo aver guardato il film Il vento fa il suo giro, un’ottima introduzione ai luoghi e all’atmosfera di queste montagne. Percorrendo poi la Via dei Ciclamini si raggiunge la chiesa di San Peyre, una delle più antiche della valle e seguendo una mulattiera si arriva allo splendido posto tappa di San Martino dove, la sera, ci attende un concerto musica di occitana. Un’altra breve e agevole giornata di cammino ci porta a scoprire la conca di Elva e le sue 28 borgate; qui visiteremo la bella chiesa di Santa La valle degli occitani Piemonte
29
Maria con gli affreschi di Hans Clemer, pittore delle Fiandre del XV secolo, e il museo dei capelli. Ussolo e Chiappera ci aspettano nella parte più alpina e spettacolare della valle. E poi torneremo a Chialvetta, con il suo piccolo museo La misoun d’en bot (“La casa di una volta”). Panorami grandiosi, ma anche tanti incontri: i margari, a cui qui, d’estate, vengono affidate le vacche, che verranno accudite in alpeggio; alcuni protagonisti di Occitània a Pè, una camminata che, qualche anno fa, attraversò tutti i paesi appartenenti a questa antica lingua, parlata dalle Alpi ai Pirenei; L’estorio drolo, musicisti locali, e tante altri abitanti delle borgate. Punti forti ➜➜ i borghi di pietra ➜➜ la cultura e la musica occitane ➜➜ Elva e il museo dei capelli
Chi vi accoglie Centro culturale borgata San Martino. Tel. 0171-99.91.86, www.borgata-sanmartino.com. Trattoria della Gardetta (a Chialvetta), è anche un posto tappa. Tel. 0171-99.017, www.lascurcio.it. Locanda occitana San Pancrazio d’Elva. Tel. 0171-99.79.86, www.lalocandadielva.it.
Reti e incontri Walden viaggi a piedi, www.waldenviaggiapiedi.it. Comunità montana valli Grana e Maira. Un portale di
informazioni sulla valle, www.valligranaemaira.it. Percorsi occitani. Tutto sul circuito escursionistico più frequentato della valle, www.percorsioccitani.com. Chambra d’oc. Il portale dell’Occitania, www.chambradoc.it. 30
Cosa leggere
Aa.Vv., Val Maira, +eventi, 2011. Una guida molto ben fatta sulla valle. Cosa vedere
Il vento fa il suo giro (2009) di Giorgio Diritti Piròt en fiet d’en bot (2003) di Sandro Gastinelli Cosa ascoltare
Lou Dalphin L’estorio drolo Info turistiche Ufficio informazione turistica di Dronero,
tel. 0171-91.70.80, atvallemaira@virgilio.it
Youtube Occitània a Pè - introduzione Facebook
gruppo Alta Val Maira
La valle degli occitani Piemonte
31
Centro-nord Italia
Dalle Alpi all’Arno con PassoBarbasso
P
artecipare a un’uscita di barbassici è un’esperienza singolare, soprattutto se si sceglie a un finesettimana “inter-regionale”, dove si ritrovano escursionisti di più regioni. Si sentono le battute dei toscani, la dolce pronuncia romagnola, l’accento milanese e quello veneto; si parla di vecchi e nuovi viaggi, di amici comuni, di tematiche ambientali e, spesso, di ricette e buon vino. C’è chi va un po’ più veloce e sale ogni cimetta e chi invece rimane sempre in fondo a fare da “spazzaneve”; c’è chi chiacchiera tutto il tempo, e chi preferisce passeggiare in silenzio. Ma quello che non manca mai è la voglia di ritrovarsi e camminare in buona compagnia. PassoBarbasso nasce nel 2011 a Bologna da un gruppo di camminatori di diverse regioni italiane, provenienti dall’esperienza dell’associazione La Boscaglia. L’obiettivo principale è la divulgazione e la pratica del “camminare lento”, come presupposto per un più profondo contatto con la natura, con gli altri e con sé stessi. Tutte le uscite, di solito nel fine settimana, sono guidate e curate da accompagnatori volontari, con grande esperienza di camminate, costantemente alla ricerca di nuovi spunti e contatti per far sì che le proposte siano sempre stimolanti. “Regola” fondamentale, camminare in piccoli gruppi: aiuta a entrare in confidenza e a valorizzare le conoscenze di ognuno. Le escursioni si svolgono nel massimo rispetto per l’ambiente, scegliendo, se possibile, i mezzi di trasporto pubblico e il car-pooling.
44
La proposta I barbassici camminano soprattutto nel centro-nord, in Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, spaziando dai classici luoghi di wilderness, ai percorsi ricchi di testimonianze storiche e culturali, agli angoli delle nostre città che possono rivelare aspetti inconsueti. Tra le escursioni più social, il giro a Monte Sole, sull’Appennino bolognese, per visitare la Scuola di pace, che organizza attività di educazione al dialogo e alla soluzione non-violenta dei conflitti, e i luoghi della memoria legati alle stragi dell’ultima guerra mondiale. Un altro bel trekking va a visitare l’Orto dei ragazzi (vicino a Torino), una cooperativa agricola che offre percorsi d’inserimento e formazione a ragazzi con problemi socio-economici. Oppure si percorrono i sentieri dell’Orsigna, valle nascosta e quasi dimenticata che Tiziano Terzani aveva scelto come suo ultimo asilo, perché abitata da “un’umanità che non viveva di televisione, ma di fantasia”. PassoBarbasso promuove inoltre lo scambio di ospitalità tra i soci, per rendere più sostenibile la partecipazione alle escursioni, che spesso sono anche interregionali (sia perché attraversano più regioni, sia perché richiamano partecipanti da tutta Italia). Un’occasione in più per fare amicizia. Perché?
Perché PassoBarbasso sa creare delle relazioni che continuano anche oltre la semplice condivisione di una passeggiata. Contatti
www.passobarbasso.it
Dalle Alpi all’Arno con PassoBarbasso Centro-nord Italia
45
Calabria
Sila, la Scozia del Mediterraneo “
S
e non fosse per la mancanza dell’erica con le sue caratteristiche sfumature violacee, il viaggiatore potrebbe credere di essere in Iscozia.” Così descriveva la Sila il famoso scrittore viaggiatore Norman Douglas, che percorse la Calabria agli inizi del ’900, raccontando la bellezza del paesaggio, la natura lussureggiante e l’ospitalità della gente. Proprio per far conoscere queste caratteristiche vive ancora oggi, nel 1989 a Longobucco è nata l’associazione Sila trekking. Piano piano ha coinvolto un numero sempre maggiore di cittadini, che in questi anni hanno contribuito in modo determinante alla crescita della associazione. Grazie a loro, la sede è operativa ogni giorno. Inoltre stanno lavorando con il Cai di Cosenza per realizzare una rete sentieristica più efficiente e meglio segnalata. Ma il loro obiettivo più ambizioso è la realizzazione di un progetto di “ospitalità diffusa” nel centro di Longobucco; sono già pronte la Casa dell’escursionista e la Taverna dei briganti, che possono ospitare quasi una ventina di persone… anche se il meglio dell’ospitalità diffusa è di dormire e mangiare direttamente in casa dei longobucchesi, quasi si fosse di famiglia. È di recente istituzione il Parco letterario Old Calabria che organizza incontri letterari e, presto, anche itinerari e passeggiate a tema nella regione.
104
Il territorio Longobucco è la “capitale” del Parco nazionale della Sila e i suoi
quasi 800 metri d’altezza la fanno sembrare una città di montagna, così immersa nel verde e così ricca d’acqua, nonostante la sua latitudine. Il centro storico è un labirinto di vicoli stretti intorno alla chiesa, retaggio di uno sviluppo difensivo. La zona era famosa nel passato per le miniere d’argento, conosciute già dai greci, ma ora attira escursionisti e amanti della natura soprattutto per i grandi boschi ricchi di funghi e fiori. Tra gli itinerari più interessanti nella zona c’è quello che porta alle rocce di Pietragnazzita, enormi massi granitici, veri e propri monumenti geologici, e i percorsi lungo i torrenti Vurga Nera e Colognati, che in estate si possono percorrere anche “dentro” il loro corso selvaggio, camminando tra i sassi arrotondati dell’alveo, con sandali da trekking e costume da bagno, per una “fresca” passeggiata.
La proposta Una delle più belle escursioni organizzate da Sila trekking ricalca proprio un sentiero descritto da Douglas, e percorre una mulattiera ancora integra, fino al torrente Trionto, un corso d’acqua cristallina, su cui si può fare anche un po’ di torrentismo. La Sila grande e la Sila piccola offrono infinite possibilità di itinerari, alla scoperta dei suoi boschi e dei suoi piccoli paesi. Longobucco, per esempio, è una meta da visitare per l’incontro con la gente del posto, gli artigiani del legno e gli anziani suonatori di chitarra battente, e per assaggiare i piatti tipici preparati dalle massaie del paese. Fra le occasioni per visitare questa zona, il Festival della montagna, i primi di giugno o la Settimana escursionistica silana in agosto. Sila, la Scozia del Mediterraneo Calabria
105
Per gli appassionati del viaggio a piedi è anche in programma una settimana itinerante dalla costa ionica, da Rosano a Longobucco, per una vera immersione nella Sila più autentica. Punti forti ➜➜ l’ospitalità dei longobucchesi ➜➜ il facile torrentismo nell’acqua limpida dei fiumi della zona ➜➜ rileggere le impressioni di un viaggiatore degli inizi del ’900
Chi vi accoglie La casa dell’escursionista, una piacevole struttura per dormire a Longobucco, che organizza anche ospitalità diffusa. Chiedete di Mimmo Flotta, tel. 0983-37.10.76, 380-79.48.403. Reti e incontri Trekking Calabria è il sito internet di riferimento per le proposte
di escursionismo in questa zona: www.trekkingcalabria.it. (Sila trekking, per ora ha solo una pagina su facebook.) Cosa leggere
Norman Douglas, Vecchia Calabria, Franco Pancallo editore, 2010 Cosa vedere
Il lupo della Sila (1949) di Duilio Coletti Info turistiche Ufficio Cisp (Calabria internet social point), tel. 0983-
72.178, chiedere di Federico Domenico e Mario de Simone
Youtube Le bellezze del mondo: la “Vurga” delle Coserie Cropalati Longobucco forever Facebook Sila trekking
106
Sardegna
Iglesiente, l’altra Sardegna
L
e ciminiere di Porto Vesme svettano, come a voler conquistare il cielo e garantirsi di essere viste da lontano. Sembrano ricordare che la Sardegna, prima di tutto è questo: una miniera a cielo aperto, un intreccio di tante vicende difficili. Poi il paesaggio ti avvolge, si mostra nella sua bellezza e ti confonde. Arrivando a Porto Paglia gli amici delle Domus amigas ci accolgono e ci raccontano come qui si può vivere nel rispetto di se stessi e dell’ambiente che ci ospita. Nell’Iglesiente si sente il calore, l’umanità delle persone, ed è un gran bel modo di viaggiare, con il mare intorno… ma si capisce anche che non ci sono né filtri né maschere, siamo in una terra schietta, il cui passato arriva prepotente fino a noi, come un’onda che si infrange sulla costa in tutta la sua forza. E il presente ha l’aspetto di una verità che fa ancora male. Il dna di questa regione è scritto fra la bellezza del mare indomabile e la dura vita della campagna. Ancora oggi, per sopravvivere, bisogna ingegnarsi e stringere i denti, soprattutto se ci si vuole muovere nel rispetto dell’ambiente, senza sfruttarlo, cercando un equilibrio che lasci spazio a entrambi, uomo e natura.
Il territorio Le falesie che salgono in verticale dal mare hanno rallentato o evitato l’espansione turistica, la colonizzazione selvaggia di luoghi inIglesiente, l’altra Sardegna Sardegna
117
cantati che restano a tratti impervi, accessibili solo ai buoni camminatori. Vanno guadagnati con i propri passi, ma permettono di meravigliarsi di fronte al faraglione del Pan di zucchero, un gigante appoggiato sul mare, che attrarrà a lungo il nostro sguardo, mentre ci dirigiamo verso la famosa e bellissima Cala domestica. Non mancano profumi di macchia, calette e spiagge, come quella, meravigliosa, di Piscinas. Nell’interno, lungo le profonde gole di Gutturru Cardaxiu, la vegetazione rimane spesso piegata dalla forza del maestrale, e in mezzo alle piante si elevano i resti di un’industria mineraria che è stata protagonista fino a qualche decennio fa, come dimostrano Porto Vesme e Masua, antichi porti costruiti per il carico dei metalli che arrivavano da quest’area estrattiva. La nota costante di questo territorio è però la durezza della pastorizia. A Fluminimaggiore, gli attrezzi e gli strumenti esposti nel museo locale della civiltà contadina non sono solo un ricordo del tempo che fu, ma oggetti ancora vivi nelle mani dei pastori. Il passato, qui, è ancora presente.
La proposta La cooperativa Walden viaggi a piedi propone un viaggio in una Sardegna lontana dai villaggi turistici e dalle calette esclusive. Per avere l’occasione di conoscere anche Cagliari, il nostro viaggio inizia proprio da qui. Nei suoi vicoli e sulle sue terrazze si respira l’aria di un Mediterraneo aperto, che porta gli odori e il vento degli altri Paesi che vi si affacciano. Saremo poi ospiti delle Domus amigas, una realtà femminile che affronta la crisi partendo dai bisogni e dalle competenze di ognuno, nel pieno rispetto della natura e col tentativo di contrastare l’emigrazione dei sardi. Presso Buggerru ci fermeremo presso un agriturismo costruito con criteri di ecosostenibilità, e incontreremo la cooperativa Start Uno, un altro esempio 118
di impresa al femminile. A Fluminimaggiore visiteremo il museo che racconta la vita di questi luoghi, e poi le dune di Piscinas, le scogliere, le grotte, i pastori, la macchia mediterranea fiorita. Punti forti ➜➜ le testimonianze dell’archeologia industriale ➜➜ la natura spettacolare del Pan di zucchero e di Cala domestica ➜➜ il profumo della macchia mediterranea
Chi vi accoglie Domus amigas (a Gonnesa), un’associazione di donne che
sperimenta forme di economia alternativa, partendo dai bisogni, dalle esigenze dell’ambiente e delle persone del luogo. Sviluppano progetti di agricoltura biologica, artigianato, bioedilizia e turismo responsabile. Per esempio, hanno organizzato un circuito di ospitalità diffusa che permette un vero incontro con gli abitanti di questa zona. Chiedete di Teresa. Tel. 0781-42.150, www.domusamigas.it. Agriturismo Fighezia. Tel. 348-06.98.303, www.agriturismofighezia.it. Reti e incontri Villaggio Carovana. Una casa per ferie per una vacanza diversa, all’insegna del turismo sociale, dove incontrare nuovi amici e nuove storie. Tel. 070-53.14.64, www.villaggiocarovana.it. Antichi Cammini. L’associazione di Matteo Casula offre varie proposte di turismo alternativo, dai trekking in posti poco conosciuti alle giornate di archeologia sperimentale: www.antichicammini.it. Cooperativa Start Uno. A Fluminimaggiore, un piccolo paese in una zona ancora meravigliosamente selvaggia dell’isola, quattro donne si sono messe insieme per far conoscere questa area poco conosciuta dell’isola. Organizzano escursioni, visite al museo Iglesiente, l’altra Sardegna Sardegna
119
etnografico e alle aree archeologiche della zona: www.startuno.it. Walden viaggi a piedi, www.waldenviaggiapiedi.it. Cosa leggere
Flavio Soriga, Nuraghe beach, Laterza, 2011. Un libro che racconta la Sardegna con un approccio ironico e divertente. Michela Murgia, Viaggio in Sardegna, Einaudi, 2008. Cosa vedere
Padre padrone (1977) di Paolo e Vittorio Taviani Cosa ascoltare
Sonos ’e memoria (2001) di Paolo Fresu Voyage en Sardaigne (1998) di Enzo Favata Info turistiche Ente di promozione del turismo in Sardegna,
120
www.sardegnaturismo.it
Youtube
Documentario - Parco geominerario Sulcis iglesiente
Torino, Milano, Firenze, Genova
Le passeggiate migranti
S
ono a San Lorenzo, uno dei più vivaci centri dell’immigrazione di Firenze. Di solito passo veloce nelle strade dell’omonimo mercato all’aperto, tra le incombenti mercanzie di tutti i tipi attaccate ai barrocci, facendo fatica a fendere la folla di turisti e curiosi che lo affollano. Ma questa volta è diverso: sto facendo una “passeggiata migrante”, un nuovo modo di vedere il mondo, senza spostarsi di casa. È un’idea nata qualche anno fa a Torino, città simbolo dell’immigrazione, prima italiana e poi da tutto il mondo: alcuni quartieri, come quello di Porta Palazzo, si sono trasformati in veri melting pot culturali, dove in pochi chilometri quadrati trovi rappresentanti di quasi tutte le nazioni del mondo, ascolti più di 60 lingue e dialetti e puoi trovare gli ingredienti per cucinare un piatto della tradizione andina, un involtino rumeno o un sushi giapponese. E allora, se nelle città d’arte abbiamo bisogno di una guida per capire la storia e l’architettura, perché non affidarsi a una guida migrante per conoscere le altre culture che vivono accanto a noi e di cui spesso non conosciamo che stantii stereotipi? E così ci facciamo accompagnare da Sandra, cinese (ma con marcato accento fiorentino), che ci spiega la cultura gastronomica del Paese d’origine della sua famiglia, e da Dije, vicepresidente della Comunità senegalese, che invece racconta della terribile tragedia del dicembre 2011, quando un estremista di destra fiorentino ha Le passeggiate migranti Torino, Milano, Firenze, Genova
59
ucciso, proprio a due passi da dove stiamo parlando, due ragazzi del suo Paese, Modou e Mor. Ci fermiamo per un caffè alla caffetteria etiope Habesha e poi continuiamo fino alla chiesa battista in Borgo Ognissanti per discutere di intercultura e di diversità religiosa. Passiamo poi dalla sede dell’associazione Anelli mancanti, centro interculturale regionale attivo fin dal 1997, che lavora per l’aggregazione tra giovani italiani e migranti. Si finisce in bellezza con una cena all’Ostello di Santa Monaca, presso la chiesa del Carmine, dove Francisca, domenicana, e le altre donne migranti dell’associazione Delicias, ci preparano una sorprendente cena multietnica, un esempio tangibile della ricchezza che viene dal mischiare le diversità.
La proposta L’idea, partita da Torino, si è propagata rapidamente a macchia d’olio, non solo in Italia (Milano, Genova, Firenze sono già “Città migrande”; Roma, Napoli e Palermo lo diventeranno presto) ma anche in Europa: città come Parigi, Lione, Marsiglia, Stoccarda e Valencia, faranno parte di un unico MygranTour, rivolto a turisti, semplici curiosi e studenti. Filo d’unione, un percorso rigorosamente a piedi, guidato da cittadini migranti, per scoprire i sapori e i colori delle varie etnie, visitando le sedi delle associazioni e i negozi tipici, ascoltando la loro musica, entrando negli edifici di culto di altre religioni per confrontarsi su quest’aspetto e vivere davvero la ricchezza della città multietnica. La rete Città migrande è promossa e gestita in consorzio da Viaggi solidali, Oxfam Italia ed Acra ma è aperta ad associazioni, enti, istituzioni che ne condividono lo spirito e i criteri di qualità. È un’iniziativa adatta soprattutto alle scuole e ai ragazzi che, una 60
volta tanto, si divertono e non si annoiano durante la classica gita scolastica. Perchテゥ?
Perchテゥ certe volte si puテイ girare il mondo anche passeggiando vicino a casa. Contatti
www.cittamigrande.it
Le passeggiate migranti窶サorino, Milano, Firenze, Genova
61
Marocco
Lungo la valle del Draa
P
oco prima del tramonto donne e uomini escono nello spiazzo polveroso davanti all’abitazione dello sposo e una piccola banda suona, con tamburi e flauti, un ritmo irresistibile. Gli uomini, tra cui il futuro marito, iniziano a ballare, mentre tutte intorno, e a debita distanza, le donne in nero, ma dagli occhi attenti, incitano con le loro grida. Accompagnati da Nourdine, la nostra guida, facciamo amicizia per strada con una giovane che stranamente non è velata e si permette persino di rivolgerci parola. Scopriamo, davanti a un tè offerto a casa sua, che è separata, ma che suo marito non le dà nulla per la figlia. È appena tornata dalla Spagna, dove ha lavorato tre mesi per la raccolta delle fragole, e ora che ha visto un altro modo di vivere, questo villaggio le sta molto stretto. Poi Nourdine ci conduce tra i dedali dei villaggi fortificati, gli ksar, costruiti con fango e travi di palma, e lungo i sentieri tra i palmeti, salutando parenti e amici, e ci racconta del viaggio che faremo tra le tombe dei marabutti, donne e uomini santi, le cui sepolture, ben riconoscibili per la piccola cupola, sono ancora meta di frequenti pellegrinaggi. La tradizione vuole che prendendo un oggetto, un sasso o un legno presso la tomba e poi dormendoci insieme, si ricorderà il sogno fatto e si avrà un messaggio divinatorio sulla propria vita.
122
Il territorio Tagounite è un villaggio che sorge nel sud-est estremo del Maroc-
co, a pochi chilometri dalla frontiera con l’Algeria, lungo la valle del Draa: non vi sono posti di blocco da attraversare, ma l’atmosfera di confine si percepisce se si conta il numero di caserme e di militari lungo la strada e se si visita il grande mercato del giovedì e della domenica, un tempo l’ultimo grande mercato del Marocco, prima dell’inizio delle piste carovaniere verso Timbuctù. Il villaggio è composto di due parti: la prima, più recente, si sviluppa lungo la strada nazionale N9 che qui è poco più che una striscia d’asfalto nero tra le sabbie. Vi si trovano lo spiazzo del mercato, i distributori di benzina, le scuole, i ristoranti e i piccoli bazar, gli internet-point. L’altra parte di Tagounite resta nascosta ai turisti perché lontana dalla strada asfaltata: si snoda più a est, lungo le sponde del fiume Draa e del suo palmeto, ed è abitata prevalentemente dalle comunità berbere che occupano vecchie kasbah o le rovine degli ksar. Qui si incontrano bambini che giocano a calcio tra la polvere o che tornano da scuola in sella alle mountain-bike, donne curve che curano a mano piccoli orti ai margini dell’oasi, anziani a dorso dei muli con un carico di legna e paglia. Il deserto, in questa zona del Sud marocchino, appare come un vero miracolo geologico, difficile da descrivere a parole per la varietà di colori e forme che offre. Ogni tipo di deserto ha un nome diverso: si incontrano infatti i ripidi e aridi rilievi scuri del J’bel Bani, le infinite distese di sabbia bianca del reg, le dune di sabbia rossa chiamate erg, lo oued composto da piccole dune di sabbia chiara interrotte da sparse tamerici, letti levigati di antichi affluenti del Draa, oasi e spiazzi erbosi. Infine, l’immensa hammada, il deserto piatto e sassoso che rappresenta il paesaggio prevalente del Sahara.
Lungo la valle del Draa Marocco
123
La proposta La guida marocchina Nourdine Balatif inizia questo trekking dalla parte nascosta di Tagounite, la kasbah di Ait-Isfoul. Da qui, attraversando il palmeto verde brillante del Draa, lentamente lasceremo la zona abitata ed entreremo nel deserto. L’itinerario a piedi non prevede mappe o sentieri prestabiliti, non esistono circuiti segnalati: le guide conoscono la zona e si orientano facilmente con il sole e scrutando l’orizzonte. Incroceremo pozzi e oasi, bivacchi di nomadi e dromedari al pascolo. I dromedari ci seguiranno con tutto l’equipaggiamento, scandendo il ritmo della marcia e del riposo. Ogni sera, al calare del sole, bivaccheremo in una zona riparata tra le dune, al calore del fuoco. Le guide daranno prova di esser anche ottimi cuochi del deserto: piatti immancabili saranno l’harira, una zuppa calda e nutriente a base di cereali, il tajine con verdure e carne, il cous cous preparato a mano, insalate speziate, spremute di arancia e naturalmente il tè alla menta. Se saremo fortunati, potremo assaggiare il “pane di sabbia”, preparato e cotto sotto la sabbia. Al termine dell’itinerario a piedi raggiungeremo Oulad Driss, una delle più belle oasi della regione nella zona di M’hamid, dove visiteremo l’antica kasbah e il museo. Di ritorno a Tagounite tenteremo la facile ascesa al monte Tajine per un ultimo spettacolare panorama sul deserto. Punti forti ➜➜ dormire sotto il cielo del deserto ➜➜ il profumo e il sapore del tajine ➜➜ i canti e la musica delle guide, la sera, attorno al fuoco
Chi vi accoglie Café restaurant du Sud La famiglia di Nourdine gestisce
a Tagounite un piccolo caffé-ristorante, segnalato da Slow food 124
nella comunità dei cuochi di Terra madre. E poi c’è la loro casa, dove si può essere ospitati. Tel. 00212-662-66.24.77. Reti e incontri Caravan Atlas du sable, un tour operator autorizzato che conosce
molto bene il Marocco e lavora sempre con guide del posto (tra cui Nourdine, che ne è il fondatore): www.desertbleu.org. Cosa leggere
Fatima Mernissi, La terrazza proibita, Giunti, 1999 Elias Canetti, Le voci di Marrakech, Adelphi, 2004 Tahar Ben Jelloun, Marocco, romanzo, Einaudi, 2010 J.M. Le Clézio, Deserto, Rizzoli, 2008 Cosa vedere
La casa sulle nuvole (2008) di Claudio Giovannesi Ritorni (2006) di Giovanna Taviani Il pane nudo (2005) di Rachid Benhadj Il tè ne deserto (1990) di Bernardo Bertolucci Cosa ascoltare
Ogni anno in Essaouira si svolge un festival di musica gnawa, un genere musicale simile al blues, creato dagli schiavi liberati di Marrakech e Essaouira: www.festival-gnaoua.net. Music from Morocco (2005) di Altaf Gnawa Group Gift of the Gnawa (2009) di Hassan Hakmoun, Adam Rudolph Info turistiche Ente nazionale per il turismo del Marocco,
www.visitmorocco.com
Youtube Moroccan gnawa music Facebook Tagounite
Lungo la valle del Draa Marocco
125