Da Firenze a Roma in bicicletta

Page 1


IL PERCORSO

Monte

Poggio Stefaneri

San Miniato in Alpe

Poggio Castellare

Abbazia di Vallombrosa

Poggio Alberaccio

Poggio di Moriano

Poggio Le Serre

Cascia

Da Firenze a Vallombrosa

PERCORSO: STERRATO 5% ASFALTO 95%

LUNGHEZZA: 41,1 km

DISLIVELLO: SALITA 1.480 m DISCESA 550 m

DIFFICOLTÀ: impegnativa

Trasporti

Stazione ferroviaria Trenitalia a Firenze (Santa Maria Novella, Campo di Marte e Rovezzano), Rignano sull’Arno, Sant’Ellero con servizio di trasporto biciclette

Flixbus a Firenze (Villa Costanza); collegamenti da e per le principali città.

Servizi

FIRENZE: Iat, via Cavour 1, www.feelflorence. it, tel. 055-29.08.32 / 055-29.08.33.

VALLOMBROSA: Pro loco, prolocosaltinovallombrosa@gmail.com.

Assistenza bici

FIRENZE: Florence by bike, via San Zanobi 54/r, tel. 055-48.89.92. Scarpelli, via Palazzuolo 126/r, tel. 055-21.35.75. Ciclocity, via Orsini 4/a, tel. 055-68.00.069. REGGELLO (FUORI PERCORSO, 9 KM DA DONNINI [1.7]): Mori Ebike, via Gramsci 1, tel. 339-50.92.716.

Ospitalità

FIRENZE: Ostello Santa Monaca, via Santa Monaca 6, tel. 055-26.83.38 / 055-23.96.704, info@ostellosantamonaca.com, prenotazioni su www.ostellosantamonaca.com, €. Ostello Plus Florence, via Santa Caterina d’Alessandria 15/17, tel. 055-62.86.347, plusflorence@humancompany.com, prenotazioni su www.plushostels.com, €. Casa del pellegrino, via del Pellegrino 45, tel. 339-26.00.257 (Alessandra) / 338-19.38.855 (Aurora), tuskanyinlove@gmail.com, €€.

BAGNO A RIPOLI: Antico Spedale del Bigallo, via del Bigallo e Apparita 14, tel. 055-63.09.07 / 339-54.20.973 (Ferdinando), ostello@anticospedalebigallo.it, www.anticospedalebigallo.it, €.

RIGNANO SULL’ARNO: Affittacamere DaMammaSara, via del Bombone 78, tel. 055-49.39.129 / 373-74.51.598 (Sara), €/€€.

SANT’ELLERO: B&B Casa al Bosco, via Casa al Bosco 6, tel. 388-75.61.581 (Federico), €/€€.

VALLOMBROSA: Hotel Rifugio La Foresta, via San Giovanni Gualberto 2, tel. 05580.22.158, info@hotelrifugiolaforesta.com, www.hotelrifugiolaforesta.com, €€/€€€.

La prima tappa del nostro viaggio si sviluppa in parte sul tracciato della Via Ghibellina e ci porta, attraverso colline e boschi secolari, a un’abbazia millenaria. È possibile spezzare la tappa e dormire al

Bigallo o vicino a Rignano sull’Arno; oppure partire da Sant’Ellero, raggiungibile in treno da Santa Maria Novella.

Firenze centro Da piazza Duomo (raggiungibile dalla stazione di Santa Maria Novella percorrendo via Panzani e via de’ Cerretani) iniziamo il nostro percorso tra i capolavori architettonici e i monumenti del centro storico di Firenze. Imbocchiamo via dei Calzaiuoli per spostarci dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore a piazza della Signoria. Da Palazzo Vecchio ci dirigiamo verso piazza Santa Croce e poi proseguiamo fino a piazza Piave. Immettendoci sulla pista ciclabile, attraversiamo il viale davanti alla torre della Zecca e dopo 200 m, al semaforo, passiamo l’incrocio sulle strisce pedonali [1.1] per imboccare PONTE SAN NICCOLÒ sul lato sinistro.

Gavinana Oltrepassato l’Arno, continuiamo a sinistra per il lungarno Ferrucci fino a piazza Ravenna. Attraversiamo la rotonda e infiliamo il vialetto dell’ALBERETA , che immette su un percorso ciclopedonale sterrato a fianco del fiume. Dopo 1,9 km, in località NAVE A ROVEZZANO (400 m oltre il ponte di Varlungo), andiamo a destra portandoci su via di Villamagna e poi lasciamo il lungofiume imboccando a destra via delle Sentinelle. Allo stop continuiamo a sinistra su via Villa Cedri, che termina su via del Padule  [1.2], dove voltiamo a destra. Proseguiamo fino al semaforo, attraversiamo la provinciale ed entriamo a Rimaggio.

Rimaggio Continuiamo in salita su via Vicchio e Paterno per 1 km; all’incrocio [1.3], dove troviamo un piccolo tabernacolo, voltiamo a destra su via della Croce (le Mtb continuano su via Vicchio e Paterno, seguendo la variante descritta in fondo).

FIRENZE. Dal centro verso la collina, oltre l’Arno.

Procediamo tra ville e splendidi uliveti; superiamo il trecentesco TABERNACOLO DI RIMAGGINO e scendiamo fino a un fosso, da cui risaliamo a Bagno a Ripoli.

Bagno a Ripoli Andiamo a sinistra sulla provinciale SP 1 e, dopo 500 m, la lasciamo per continuare diritto su via del Bigallo, in ripida salita. Superiamo l’ANTICO SPEDALE DEL BIGALLO e restiamo sulla strada principale, in saliscendi tra un mare d’ulivi. Riprendiamo la provinciale, andiamo a sinistra e la percorriamo per 2,5 km. Dopo la frazione di SAN DONATO IN COLLINA la strada procede in saliscendi tra splendide vedute panoramiche fino alla località LE CORTI [1.4] (qui si ricollega il percorso per Mtb).

Continuiamo in discesa per 1,9 km fino all’entrata di BOMBONE dove giriamo a destra, attraversiamo il piccolo borgo e allo stop ci immettiamo sulla provinciale. Dopo 550 m voltiamo a sinistra per entrare a Rignano sull’Arno.

Rignano sull’Arno Proseguiamo verso la stazione, passiamo sotto alla ferrovia, superiamo il ponte sull’Arno e all’incrocio con la SR 69 giriamo a sinistra verso Firenze. Il nostro percorso continua sulla strada regionale per circa 1 km, fino al bivio col cartello per Marnia  [1.5] (le Mtb girano a destra per Marnia), dove proseguiamo sempre sulla regionale per altri 2,3 km.

Davanti alla stazione ferroviaria di SANT’ELLERO [1.6] andiamo a destra in salita verso Fontisterni. La stradina sale tra colline tappezzate di ulivi, e dopo 4,3 km raggiungiamo DONNINI [1.7] dove incrociamo la SP 86 che imbocchiamo a sinistra, continuando per circa 2 km in salita fino al punto in cui si collega il sentiero che arriva dalla pieve di San Pietro a Pitiana  [1.8] (qui s’immettono le Mtb che non affrontano il tracciato della vecchia ferrovia). Proseguiamo per altri 2 km e, allo stop di TOSI [1.9], voltiamo a destra verso Vallombrosa; la strada procede in salita per 5,6 km dentro a una magnifica pineta, fino a raggiungere la secolare ABBAZIA DI VALLOMBROSA , meta della nostra prima tappa.

Variante in Mtb

LUNGHEZZA: -2,0 km (SEGUENDO IL TRACCIATO DELLA VECCHIA FERROVIA)

DISLIVELLO IN SALITA: uguale

FONDO STERRATO: 43% DIFFICOLTÀ: impegnativa

Rimaggio Al punto [1.3] proseguiamo in salita su via Vicchio e Paterno, superiamo la CHIESETTA DI SAN LORENZO a Vicchio di Rimaggio e saliamo per un altro km tra ville e uliveti. La stradina inizia a scendere e prosegue su sterrato; superato un ponticello, risaliamo per circa 1 km fino al bivio con la strada asfaltata. Voltiamo a sinistra per via di Terzano, in ripida salita tra gli ulivi, e dopo 600 m all’incrocio teniamo ancora la sinistra (girando invece a destra per via della Bascula si raggiunge l’antico Spedale del Bigallo). Proseguiamo ancora in salita per 3 km su via di Terzano, fino alla località Croce dei Frati dell’Incontro [1.3.1].

Croce dei Frati dell’Incontro Imbocchiamo davanti a noi una sterrata tra i boschi, superiamo il B&B Casignano e dopo 500 m passiamo a fianco di un rustico. Proseguiamo nel bosco per 1,8 km seguendo le frecce arancioni della Via Ghibellina, e in fondo a un viale di cipressi usciamo su una stradina asfaltata  [1.3.2]. Andiamo a sinistra e dopo 500 m iniziamo un tratto su fondo sterrato. Poco più avanti, la strada prosegue in discesa, fino alla provinciale in località Le Corti  [1.4]; voltiamo a sinistra e procediamo sul percorso principale fino al punto [1.5].

Rignano sull’Arno Al punto  [1.5] imbocchiamo a destra la stradina per Marnia; dopo 900 m in piano, svoltiamo a sinistra su sentiero che sale nel bosco. Dopo 2 km superiamo una casa con la facciata ricoperta di edera e continuiamo in salita per altri 2,5 km fino a una strada asfaltata. Andiamo a sinistra e raggiungiamo la PIEVE DI SAN PIETRO A PITIANA [1.5.1]

Giriamo a destra su via di Cappello in ripida salita e 1 km dopo, al bivio per Trana, teniamo la sinistra; poco oltre proseguiamo diritto, su sterrato in direzione Vallazzi. La sterrata scende per 1 km fino a un bivio presso un’edicola votiva. Qui abbiamo due possibilità per raggiungere VALLOMBROSA : andare avanti 150 m fino a incontrare la provinciale al punto  [1.8] e continuare sul percorso delle bici da strada, oppure immetterci a destra sul tracciato della vecchia ferrovia, che è molto impegnativo e ha una pendenza media del 15%.

Vecchia ferrovia Al bivio presso l’edicola votiva, andiamo a destra seguendo le indicazioni con i Tau gialli della Via di Francesco. Il sentiero sale in modo ripido e costante nel bosco per 3,2 km, e termina sulla strada provinciale. Andiamo a destra ed entriamo a SALTINO ; allo stop giriamo a sinistra e dopo 1,8 km raggiungiamo l’abbazia di VALLOMBROSA .

VALLOMBROSA. L’antica abbazia sorge tra boschi secolari.

Da vedere

Firenze Una visita classica può partire da PIAZZA DUOMO , dove visitiamo SANTA MARIA DEL FIORE , capolavoro del gotico italiano, con la splendida cupola del Brunelleschi, che caratterizza la città. Prospiciente al duomo si trova il BATTISTERO a pianta ottagonale, con tre magnifiche porte in bronzo e un interno ricco di marmi e mosaici. Il CAMPANILE DI GIOTTO è alto 85 metri, iniziato dal grande artista e portato a compimento dai suoi collaboratori; dalla sua sommità si gode una delle migliori viste di Firenze.

La vicina PIAZZA DELLA SIGNORIA è il cuore della vita cittadina fin dal Duecento. Su di essa si affacciano superbi monumenti, tra cui PALAZZO VECCHIO , sintesi dell’architettura cittadina del Trecento e fulcro della storia fiorentina, e in parte di quella italiana; contigua è la GALLERIA

DEGLI UFFIZI , uno dei musei più importanti al mondo.

Sul lungarno si trova il famoso PONTE VECCHIO , di origine etrusca, ma eretto e distrutto più volte; ai suoi lati s’allineano numerose botteghe di orafi e argentieri, mentre in alto il corridoio del Vasari collega Palazzo Vecchio e palazzo Pitti, attraverso gli Uffizi.

Da non perdere nemmeno la BASILICA DI SANTA CROCE , meraviglioso tempio gotico duecentesco; il MUSEO DI SAN MARCO nel convento dove risiedette il Beato Angelico; la CHIESA DI SANTA MARIA NOVELLA dalla bella facciata e riccamente affrescata all’interno; PALAZZO PITTI con l’annesso GIARDINO DI BOBOLI , magnifico esempio di giardino all’italiana.

Bagno a Ripoli Le origini del paese sono etrusco-romane. La vicinanza a Firenze e la bellezza del paesaggio, nel corso dei secoli, hanno attirato le più facoltose casate cittadine, che nei dintorni del borgo hanno costruito le splendide ville che ancor oggi ammiriamo tra gli uliveti. Sul percorso, poco prima di Rimaggino, s’incontra un’elegante edicola coperta sulla quale è raffigurata una Madonna in trono col Bambino: è il TABERNACOLO DI RIMAGGINO . Tra i più importanti luoghi di ricovero per viandanti e pellegrini è l’ANTICO SPEDALE DEL BIGALLO . Edificato nel Duecento e tuttora attivo, è uno dei migliori esempi di architettura medievale fiorentina.

Rignano sull’Arno Il territorio era già frequentato in epoca etrusca, grazie alla presenza di un tracciato che metteva in comunicazione Arezzo e Fiesole. Il percorso si sviluppava a mezza costa tra il Pratomagno e la valle dell’Arno, e in epoca romana divenne la strada consolare Cassia Vetus o Via Flaminia Militare. Lungo quest’antica direttrice, nel Medioevo sorsero un castello e la PIEVE DI SAN LEOLINO, una delle più antiche chiese romaniche del territorio. Leggermente decentrata rispetto al centro cittadino, è caratterizzata da uno stile semplice e al suo interno, suddiviso in tre navate, c’è un notevole fonte battesimale esagonale in terracotta invetriata del 1510-1520, attribuito a Santi Buglioni.

La ferrovia a cremagliera

Oltre un secolo fa esisteva un’ingegnosa ferrovia a cremagliera che, coprendo una distanza di otto chilometri in 57 minuti, collegava la stazione di Sant’Ellero a Vallombrosa. Grazie alla rotaia dentata che ne caratterizzava il sistema di trazione, il treno poteva superare pendenze anche del 22%. La ferrovia fu progettata dall’ingegnere Giuseppe Telfener e realizzata nel 1892 in appena quattro mesi. Due erano le stazioni intermedie: Donnini e Filiberti, che oltre alla salita e discesa dei passeggeri, permettevano il rifornimento di acqua e carbone. Grazie alla ferrovia, Vallombrosa registrò un boom turistico negli anni a cavallo del Novecento, e vi si realizzò un grande albergo; tra gli ospiti illustri ci furono il poeta inglese John Milton, che dedicò a Vallombrosa alcuni versi del suo Paradiso perduto, e Gabriele D’Annunzio che nel 1898 descriveva così il paesaggio circostante: “la valle ha un’apparenza magica, ha il carattere di una visione mistica”. Il trenino funzionò a pieno ritmo fino al 1910; con la Prima guerra mondiale, il calo dei turisti, l’aumento del prezzo del carbone e l’alternativa offerta dai pullman ne resero sempre meno conveniente l’utilizzo e sancirono la definitiva chiusura del servizio nell’aprile 1924. La linea venne smantellata, ma il tracciato è ancora visibile in alcuni punti, come può osservare chi percorre la variante per Mtb.

Pieve di San Pietro a Pitiana Sul percorso in Mtb (ma raggiungibile con una breve deviazione da Donnini se si segue il percorso principale), nella quiete della campagna lungo l’antica Cassia Vetus, sorge la PIEVE ROMANICA DI SAN PIETRO , la cui prima fondazione è anteriore all’anno Mille. L’interno conserva due dipinti di Ridolfo del Ghirlandaio del XVI secolo; dal portico cinquecentesco sul retro, si gode di un panorama grandioso sulla vallata.

Abbazia di Vallombrosa In una splendida area naturale che copre 1.270 ettari, tra alberi monumentali e specie arboree autoctone, sorge una delle più importanti abbazie della Toscana e d’Italia. Dove un tempo sorgeva l’umile capanna di san Giovanni Gualberto, a partire dal 1036 cominciarono i lavori per la costruzione di una nuova abbazia che diventò la casa madre dell’ordine dei vallombrosani. Nonostante le opere di ampliamento dei secoli successivi, l’abbazia ha mantenuto fino a oggi il suo austero aspetto medievale.

Da vedere l’immensa ABBAZIA , circondata da imponenti mura e da una torre d’avvistamento del Quattrocento, e il MUSEO D’ARTE SACRA , che contiene reperti storici e manoscritti, oltre a una pala del Ghirlandaio. Adiacente all’edificio religioso si trova anche una piccola FARMACIA con prodotti per la salute, preparati a base di erbe, liquori e mieli.

Visite guidate per gruppi (solo su prenotazione, tel. 055-86.22.51) e individuali la domenica alle 12 oppure su prenotazione. Messa ore 11.

Le origini di Vallombrosa

All’origine dell’abbazia di Vallombrosa c’è la decisione del fiorentino Giovanni Gualberto di ritirarsi in un eremo tra i boschi del Pratomagno, seguendo l’ideale di un ritorno al rigore della Regola benedettina. Era nato intorno all’anno Mille da una famiglia nobile; secondo gli agiografi, ebbe la vocazione dopo aver visto il crocifisso della chiesa di San Miniato al Monte chinargli il capo in segno di approvazione per aver perdonato l’omicida del fratello. Quest’evento lo indusse a chiedere all’abate di essere accolto nella sua comunità.

L’esperienza monastica del giovane si connotò subito per le istanze pauperistiche e un assoluto rigore morale, che espresse nella sua ferma opposizione alla simonia che in quegli anni affliggeva la Chiesa. Perciò, quando scoprì che il nuovo abate aveva comprato l’elezione, lo denunciò pubblicamente e lasciò il monastero in cerca di un luogo che gli permettesse di vivere in modo più autentico la sua vocazione. Dopo un lungo pellegrinaggio che lo portò anche a Camaldoli, nel 1028 giunse a Vallombrosa, dove conobbe due eremiti, Paolo e Guntelmo. Con essi, costruì dapprima delle capanne di frasche e un piccolo oratorio; poi un umile cenobio intorno al quale si radunarono i primi monaci.

Mentre la fama del romitorio cresceva, nascevano nuove fondazioni in Toscana e nel 1055 papa Vittore II approvava la congregazione vallombrosana. Fedeli all’impegno del fondatore contro la corruzione ecclesiastica, nel 1062 i vallombrosani denunciarono pubblicamente il vescovo di Firenze, colpevole di simonia; in tutta risposta, il prelato si coalizzò con gli aristocratici e ordinò l’assalto e l’incendio del monastero vallombrosano di San Salvi, appena fuori delle mura cittadine.

Malgrado l’avversione di una parte della Chiesa, l’impegno dei monaci nel coniugare spiritualità e operosità ottenne molti consensi e in poco tempo l’abbazia fondata da Giovanni Gualberto divenne potente per donazioni, e influente sul piano culturale e politico.

Oltre che per il rigore evangelico, nel corso dei secoli i monaci vallombrosani si sono distinti anche per la dedizione all’ospitalità, per l’attività amanuense ed erboristica, e soprattutto per la silvicoltura: sensibili alla custodia del creato, sono stati dei veri e propri “monaci forestali” impegnati nella cura dell’enorme bosco che circonda il monastero. Non è un caso che l’abbazia di Vallombrosa abbia ospitato il primo Istituto forestale nazionale, e che san Giovanni Gualberto sia patrono dei forestali italiani.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.