Il Cammino minerario di Santa Barbara

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IL PERCORSO

Fontanamare

M. Coremo'

Portu Banda

Laveria Lamarmora

Galleria Lamarmora

Galleria

Domus Nieddas

Bega Su Pitticheddu

Masua

Chiesa Santa Barbara

Chiesa

Chiesa Santa Barbara

Nebida

M. Trubixedda

M. S. Giuseppe

P.Ta Mezzodi' Campumari

Campu Pirastu

M. Campu Pirastu

Genna Murtas

M. Arbu

M. Meu

P.ta is Ollastus

Grotta Santa Barbara

Miniera di San Giovanni

Chiesa Santa Barbara

M. Scorra

Pitzu Luas

P.ta Su Pranu

M. Azzieddas

M. S. Pietro

C. S. Pietro

Serra Paurinu

Cuccu Mannu

Sa Punta S'Olioni

P.ta de su Callau Asceru

Agruxiau

M. Agruxiau

Chiesa di San G. Battista e Santa Barbara

M. Fenugu

Bindua

S. Severino

Stazione di Monteponi

Medau Zedde

Chiesa di Santa Barbara

Eca

C. Cabitza

Monteponi

Carrière Cungiaus

Cuccu Picciu

Sa P.ta 'e Candiazzus

Arcu De Is Moddizzis

P.ta Nebidedda

Cungiaus

Genna Maiori

P.ta Is Coris

M. Casula

Vergine Maria

M. Gravellu

Cuc.ru Suergiu

C. Sciascia

Campo Pisano

Chiesa Santa Barbara

Campera

M. Cresia

P.ta Gesus

C. Olla

Santuario del Buon Cammino

Miniera de Campo Pisano

P.ta Corona Menga

M. Palmas

Chiesa di San Francesco

Cattedrale di Santa Chiara

L

P.ta Carcadroxiu

C. Piria Is Lois

Gennarta

da iglesias a nebida

LUNGHEZZA: 21 km

DISLIVELLO: SALITA 660 m DISCESA 704 m

DIFFICOLTÀ: media

TEMPO: 7 ore

informazioni

Fondazione Cammino minerario di Santa Barbara, via Roberto Cattaneo 70, Iglesias, tel. 0781-24.132, info@camminominerariodisantabarbara.org, www.camminominerariodisantabarbara.org. Comune di Iglesias, via Isonzo 7, tel. 0781.27.42.00, protocollo.comune. iglesias@pec.it, www.comune.iglesias.ca.it.

Ufficio Turistico di Iglesias, piazza Municipio 1, tel. 0781-27.45.07, infoturistiche@comune. iglesias.ca.it, www.iglesiasturismo.it. Pro loco Iglesias, via Crispi 13, tel. 0781-31.170, info@prolocoiglesias.it, www.prolocoiglesias.it.

Consorzio turistico per l’Iglesiente, piazza Pichi 3, tel. 348-31.78.065, info@ctiglesiente.it, www.ctiglesiente.it.

Trasporti

Stazione Fs di Iglesias, via Garibaldi, www.trenitalia.com. La stazione collega la città di Iglesias con il porto di Cagliari e l’aeroporto di Cagliari/Elmas, e con le stazioni Fs di Olbia e Sassari. Stazione Arst Iglesias, via Crocifisso 92, tel. 0781.39.80.901, informazioni.ig@arst.

sardegna.it, www.arst.sardegna.it Servizio taxi di Zoppo Paolo, tel. 338-62.42.141. DanTravel, minibus, autovettura con conducente, tel. 393-33.16.542 / 349-37.06.738, info@autonoleggiodantravel.com, www.autonoleggiodantravel.com. Autonoleggio Piras Gianfelice, via Campania 22, Cagliari, tel. 070-80.05.110 / 393-91.17.576, www.sardegnatrasferimenti.com, info@sardegnatrasferimenti.com, gianfelicepiras@sardegnatrasferimenti.com. Transfer in Sardinia, via Sassari 73, Cagliari, tel. 347-09.39.232, www.transferinsardinia. com, transferinsardinia@gmail.com.

Ospitalità

IGLESIAS: Convento di San Francesco, via Crispi 5, tel. 347-99.74.433, amicisanfrancescoiglesias@gmail.com, 18 posti, uso cucina, a donativo. Aperto tutto l’anno. Hotel Artu, piazza Sella 15, tel. 0781-22.492 / 0781-22.546, hotelartu@tiscali.it, 25 posti, (tariffe speciali per gruppi), aperto tutto l’anno. Alla partenza del Cammino. Euro Hotel Iglesias, via Fratelli Bandiera 34, tel. 0781-22.643 / 351-56.84.698, www.eurohoteliglesias.it, info@eurohoteliglesias.it, 56 posti,

➜ nebida

chiusura invernale definita annualmente. A 600 m dalla partenza del Cammino. g Per l’elenco completo delle strutture ricettive consultare il sito www.camminominerariodisantabarbara.org, alla sezione “Ospitalità” oppure contattare il Consorzio turistico per l’Iglesiente.

NEBIDA: Posada Nebida, corso Pan di Zucchero SP83, angolo vico Pan di Zucchero, tel. 0781-24.132, prenotazioni@cmsb.it, 11 posti.

Locanda L’Agusteri, Villaggio Tanca Piras, via S’Argiola 37, tel. 348-55.09.580, 14 posti, 35-50 €, aperto tutto l’anno.

Ristorante e servizio navetta.

B&B Pedra Rubia, loc. Santa Margherita,

tel. 320-84.10.636, info@pedrarubia.com, www.bb-sardegna.com, 6 posti, 30-45 €, marzo-dicembre.

B&B La Pigna, via Cala Domestica 21, tel. 334-94.74.224, spigamauri@gmail.com, www.lapignanebida.it, 7 posti, chiuso novembre-maggio.

B&B La Vecchia Montagna, corso Pan di Zucchero 198, tel. 349-58.90.627, lavecchiamontagna@tiscali.it, 10 posti, 50-60 €, aperto tutto l’anno. Nebida Vacanze, via S’Argiola 3, tel. 338-58.07.097 / 339-71.62.490, info@nebida.com, www.nebida.com, 20 posti, 30-35 €, aperto tutto l’anno.

sin dalla prima tappa, camminiamo sulle rocce calcareodolomitiche più antiche d’italia, su grandi giacimenti di piombo, zinco e argento che per secoli sono stati oggetto di un’intensa attività estrattiva. subito c’immergiamo nel grande patrimonio culturale, ambientale e religioso della sardegna. dalla città medioevale di iglesias fino al villaggio di nebida, incontriamo cappelle, chiese ed edifici di culto dedicati alla santa patrona dei minatori. il passaggio nel santuario della Madonna del buon Cammino regala a questa prima giornata un particolare significato spirituale. la tappa è mediamente impegnativa, non tanto per la lunghezza, quanto per i due strappi in salita che occorre superare nella prima parte del percorso per raggiungere il colle del buon Cammino  (m 341) e gli scavi di Cungiaus (m 323).

Partiamo dal monumento dedicato a Quintino Sella (m 188), nell’omonima piazza della città medioevale di IGLESIAS [1.1]. Lasciata la piazza entriamo nel centro storico attraverso via Matteotti e proseguiamo per piazza Lamarmora, dalla quale imbocchiamo via Sarcidano e vico Duomo, per arrivare alla piazza Municipio. Attraversiamo in diagonale questa piazza tenendo sulla sinistra l’antica cattedrale di Santa Chiara  [1.2] e il palazzo vescovile, fino a imboccare via Satta, dalla quale, dopo aver svoltato a sinistra, arriviamo alla chiesa di San Francesco [1.3]: qui si trova la prima cappella dedicata a Santa Barbara. All’uscita della chiesa di San Francesco proseguiamo a sinistra su via San Marcello e prendiamo subito a destra la SS126. Giunti alla curva, proseguiamo dritto per via Buon Cammino lasciando sulla destra piazza Conte Ugolino e procediamo costeggiando per 300 m le mura medioevali, per poi imboccare sulla sinistra la strada asfaltata che conduce in cima al colle dove sono stati edificati il santuario e il monastero dedicati alla MADONNA DEL BUON CAMMINO (m 339) [1.4] .

Giunti in località MONTE CASULA è possibile imboccare sulla sinistra il sentiero segnalato che conduce all’omonimo sito archeologico [1.5] per poi ritornare sui propri passi e riprendere la carrareccia che, prima in leggera discesa e poi con una ripida risalita, conduce verso l’area mineraria di Cungiaus. Arrivati in cima alla collina (m 323) è possibile accedere attraverso un cancello a una terrazza dalla quale si può osservare in sicurezza l’immensità degli scavi minerari realizzati negli ultimi 2.000 anni. Da qui scendiamo rapidamente lungo una strada asfaltata fino alla MINIERA DI MONTEPONI (m 176) [1.6] . Accediamo alla miniera attraverso un portale d’ingresso sul lato nord di piazza Giovanni Paolo II, dove si trovano la chiesa di Santa Barbara e l’ingresso della galleria Villamarina [1.7]. Percorriamo in salita la strada principale del grande complesso minerario, dalla quale è possibile osservare le imponenti testimonianze dell’attività mineraria. Tra queste merita di essere visitato il Pozzo Sella [1.8]. Dopo aver costeggiato sulla sinistra l’edificio dell’Archivio storico minerario, procediamo verso ovest, transitando tra vari impianti abbandonati fino a giungere ai ruderi della laveria Galletti. Da iglesias. La Madonna del Buon Cammino indica ai pellegrini la direzione.

Il Cammino prosegue abbandonando la strada asfaltata nei pressi della sbarra d’ingresso al santuario e al monastero, e prendendo a sinistra la carrareccia che, dopo aver costeggiato verso ovest il recinto del santuario, conduce alla località Monte Cresia. Proseguiamo lungo le antiche mulattiere e carrarecce minerarie che attraversano le colline metallifere, ben segnalate con gli adesivi e le etichette d’alluminio del Cammino, che riportano la torre con la freccia direzionale di colore giallo su sfondo blu; qui, tra la fitta macchia mediterranea, è possibile osservare le prime testimonianze della passata attività mineraria (pozzi, scavi, gallerie e forni di calcinazione).

qui discendiamo lungo i tornanti che conducono al villaggio minerario di MONTE AGRUXIAU [1.9], al quale si accede dopo aver attraversato la circonvallazione nord della città di Iglesias. Arrivati alla piazza del villaggio, dove si trova la chiesetta dedicata a Santa Barbara, prendiamo sulla destra la strada che conduce al villaggio minerario abbandonato di MONTE SCORRA (m 235) [1.10] attraverso una comoda strada carrabile recentemente pavimentata con asfalto ecologico. Passato il villaggio di Monte Scorra, ci lasciamo alle spalle la valle di Iglesias e proseguiamo in discesa per 500 m fino a incontrare il fondo della piccola valle che ospita i ruderi di una vecchia laveria. Dal fondovalle riprendiamo a salire fino all’ovile Pittau, dal quale iniziamo la discesa con la vista verso sud-est del litorale costiero. Proseguiamo ancora sulla strada carrabile fino al bivio successivo, che imbocchiamo a destra in leggera salita. Camminiamo per 1,3 km, quindi imbocchiamo sulla destra una carrareccia sterrata che, attraversando le vecchie discariche minerarie, conduce alla parte alta del villaggio minerario di NEBIDA [1.11], frazione del Comune di Iglesias, dal quale si osserva la splendida costa di Nebida-Masua, con il Pan di Zucchero sempre in vista. Alla fine del piazzale antistante le palazzine dei minatori attraversiamo sulla destra l’apertura di un muretto basso e imbocchiamo un piccolo sentiero che costeggia in discesa il centro abitato.

Incontriamo l’ingresso in mattoni della galleria Santa Margherita, che lasciamo sulla destra per svoltare ancora a sinistra e poi raggiungere la via pianeggiante che ci condurrà alla chiesa di Santa Barbara [1.12]. Proseguiamo in discesa lungo via Sandro Pertini fino a imboccare sulla sinistra via Corallo che percorriamo per 100 m, per poi prendere sulla destra il breve tratto di strada che ci porta sulla via principale del villaggio, la SP83. Ci portiamo quindi sul lato opposto della Provinciale dalla quale raggiungiamo, andando a sinistra, piazza del Belvedere (m 145) [1.13], dove si conclude la prima tappa del Cammino.

Variante da iglesias a Monteponi (-7 km) Chi volesse accorciare e rendere più leggera questa prima tappa, può seguire una variante che consente di evitare le risalite al colle del Buon Cammino, al monte Casula e agli scavi di Cungiaus: da Iglesias si raggiunge la Miniera di Monteponi seguendo la SS126 dentro la città, utilizzata in passato dai minatori proprio per andare a Monteponi.

È un tragitto di 2,3 km che corre verso sud-ovest sul lato sinistro della carreggiata a partire dalla fine di via Roma, nei pressi della porta occidentale (Porta Nuova) delle mura di cinta della vecchia città di Iglesias. All’inizio di questo percorso è possibile osservare, sulla sinistra di via Cattaneo, la chiesetta di Santa Barbara costruita nel 1910 dalla Società Monteponi per favorire il culto della patrona dei minatori. La chiesetta inoltre ospitava la statua della santa (normalmente conservata a Iglesias) nella settimana in cui ogni anno veniva portata in processione su questo stesso percorso.

da vedere

iglesias Il suo territorio è stato abitato sin dal Neolitico antico. L’abbondanza delle risorse minerarie (argento, piombo e zinco) attrasse le grandi potenze del Mediterraneo, i fenici, i punici e i romani, che diedero il via a un intenso sfruttamento delle miniere metallifere dell’Iglesiente.

Nel Medioevo la città fiorì con il nome di Villa Ecclesiae sotto il dominio di Pisa, quando in seguito alla disgregazione del Giudicato di Cagliari (1258) fu assegnata al conte Ugolino della Gherardesca della famiglia dei Donoratico (il personaggio descritto da Dante Alighieri nel XXXIII canto dell’Inferno). Fu dotata di mura e torri difensive, fu edificato il castello-fortezza di San Guantino sul colle Salvaterra, furono costruite numerose e pregevoli chiese, fu fondata una zecca dove si coniavano gli “aquilini” d’argento. La vita dei cittadini fu regolata da un importante statuto chiamato Breve di Villa di Chiesa, nel quale erano contenute anche le norme per la gestione dell’attività estrattiva. Lo stesso conte Ugolino fece costruire, fra il 1284 e il 1288, la CATTEDRALE DI SANTA CHIARA , unica cattedrale della cristianità dedicata alla Santa di Assisi.

Poco distante dalla cattedrale si incontra la CHIESA DI SAN FRANCESCO la cui prima fondazione, di dimensioni ridotte rispetto alle attuali, risale al 1328, ed è legata alla presenza di un vero e proprio convento dei frati minori francescani. Nella cappella dedicata a Santa Barbara si trovano alcune lapidi, recentemente restaurate a opera dell’Associazione Pozzo Sella, con i nomi dei minatori deceduti nelle miniere dell’Iglesiente dal 1922 al 1931. Questi nomi rappresentano simbolicamente tutti i minatori che nei secoli hanno perso la vita nel duro lavoro della miniera, che vogliamo ricordare e omaggiare all’inizio del nostro cammino.

MO n T e PO ni . Edificio decantazione fumi e camino della fonderia della miniera.

Gli amanti della pittura possono ammirare in questa chiesa anche il retablo del Mainas, un polittico in tempera su tela attribuito ad Antioco Mainas (1537-1571).

santuario e Monastero del buon Cammino Ubicato sul colle omonimo che domina la città di Iglesias e costruito in diverse riprese e tecniche costruttive dalla prima metà del XVII secolo, è stato ampliato a partire dal 2000 per ospitare il monastero dell’ordine delle clarisse. Il culto della Madonna del Buon Cammino è in continuità con quello della Vergine Odighitria, di provenienza bizantina come santa Barbara, che significa “guida del cammino” o “conduttrice”.

Il passaggio in questo santuario consente, dunque, agli escursionisti/pellegrini di iniziare il cammino da un luogo di culto e di preghiera dedicato alla Vergine del Buon Cammino che tradizionalmente indica la direzione ai viandanti. Le monache clarisse del monastero del Buon Cammino sostengono con grande dedizione l’attività del Cammino minerario di Santa Barbara del quale hanno scritto il testo del Testimonium; accolgono con gioia e cortesia i pellegrini, timbrano le loro credenziali e augurano un buon cammino con canti e preghiere. Per visitare il santuario si consiglia di telefonare, possibilmente la sera prima, al numero di telefono 0781-31.427.

Monte Casula Il sito archeologico di Monte Casula si trova in una cavità carsica chiamata grotta di Su Mrajani, nella quale sono stati rinvenuti reperti legati sia alla funzione abitativa sia alla funzione funeraria, dal Neolitico antico sino alla civiltà romana. La cavità è costituita da: un pozzo ellittico di 6×4 metri, profondo 5 metri, e un cunicolo del diametro di mezzo metro che si apre al livello della campagna nel lato ovest della grotta. Passando da qui è possibile provare la suggestione di iniziare il Cammino da un luogo abitato dagli uomini che per primi sono giunti in questo territorio ottomila anni fa.

Monteponi La MINIERA di piombo, zinco e argento di Monteponi rappresenta una delle testimonianze più significative dell’epopea mineraria della Sardegna. Lo sfruttamento dei ricchi giacimenti minerari ha avuto inizio per opera dei cartaginesi e dei romani. Dopo alterne vicende e lunghi periodi di inattività, una forte ripresa dell’estrazione dei metalli si è verificata nel XIII secolo con l’intervento dei pisani che, recuperando le tracce dei precedenti lavori romani, aprirono numerose “fosse” che raggiungevano notevoli profondità per l’estrazione di solfuri di piombo (galena) contenenti notevoli quantità di argento.

Ma fu nella seconda metà dell’Ottocento che lo sfruttamento delle risorse minerarie si fece più intenso, a causa del processo di industrializzazione in atto in tutta Europa. La Società Monteponi, costituita nel 1850 da imprenditori torinesi e genovesi, diventò una delle più importanti imprese del nostro Paese, fino a rappresentare l’eccellenza dell’industria italiana all’Esposizione universale di Parigi del 1889.

iglesias . I resti delle mura pisane che circondavano la città nel Medioevo.

Da vedere in particolare la CHIESA DI SANTA BARBARA , la galleria Villamarina, la Palazzina Bellavista (in passato sede della Direzione della miniera, con annessa abitazione del direttore, oggi sede dell’università), le imponenti strutture di archeologia industriale del POZZO SELLA , recentemente rigenerate e aperte al pubblico, e dei magazzini che attualmente ospitano il grande Archivio storico minerario della Sardegna. Senza dimenticare le trasformazioni del paesaggio circostante, dovute agli scavi e alle discariche minerarie.

Monte agruxiau e Monte scorra Le miniere dismesse di piombo e zinco di Monte Agruxiau e Monte Scorra sono state sfruttate dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Il villaggio cresciuto attorno alla Miniera di Monte Agruxiau è ancora abitato da una trentina di famiglie, mentre quello edificato attorno alla Miniera di Monte Scorra venne completamente abbandonato subito dopo la cessazione dell’attività estrattiva.

nebida Le sue origini risalgono al XVII secolo, quando ebbero inizio i primi lavori di estrazione mineraria, attorno ai quali si è sviluppato l’insediamento abitativo. Nei primi anni del Novecento il numero degli abitanti giunse fino a tremila persone, di cui quasi un terzo era occupato nei diversi cantieri del complesso minerario. L’attività è cessata negli anni Ottanta. Nella parte alta del villaggio si trova la chiesa dedicata a SANTA BARBARA . Ancora oggi gli abitanti di Nebida tengono vivo il culto della patrona dei minatori: la tradizionale processione in suo onore si tiene ogni anno.

La miniera ti rimane addosso

Vuoi sapere cos’è la miniera? La miniera è sempre stata la nostra storia, e adesso non lo è più.

Le miniere piombo-zincifere, quelle in cui io ho lavorato, sono le più pericolose per la silicosi. Questa malattia che ti mangia i polmoni, che ti esplode dentro quando già l’hai lasciata, hai cambiato mestiere. Gli ex minatori sono quasi tutti malati di silicosi, muoiono per mancanza d’aria. Per polmoni forati. Le polveri di miniera oggi continuano ad ammazzare. la polvere. C’era sempre polvere in miniera, non si respirava. Dopo l’esplosione delle mine era terribile, si entrava e c’era solo polvere. La ventilazione è arrivata tardi. Alcuni minatori svenivano perché mancava aria e li trovavamo così, dopo che la polvere si era abbassata. Morti. Morti a fine turno. La fine del lavoro era il momento più pericoloso. Partivano centinaia di esplosioni una dietro l’altra. Le gallerie si riempivano del fragore degli esplosivi. Le mine venivano innescate in fila e si alzava un gran polverone sopra la stanchezza, il desiderio di rivedere l’aperto, la luce.

gallerie, pozzi e fornelli. In miniera si lavora in orizzontale per corridoi che sono le gallerie che seguono la vena del minerale. Poi ci sono i pozzi e i fornelli, i collegamenti in verticale tra i livelli della galleria. Servono per scendere e salire, per far girare l’aria, per portare fuori il minerale. In miniera si lavora per vuoti, abbiamo lavorato fino a 60 m sotto il livello del mare. Togliendo tutto alla terra.

Dalla miniera di minerale si usciva bagnati. Con la camicia fradicia d’acqua e di sudore. E quando uscivi non bastava l’acqua per lavarti. La miniera ti rimane addosso, il suo odore di chiuso ti rimane sulla pelle, il sapore del minerale ti impregna gli abiti, il corpo.

Più la galleria si stringe, più scendi nelle viscere della terra, più fa caldo, manca l’aria...

Il giorno più bello in miniera? Quando il premio di produzione è stato legato al prezzo del minerale. È stata una conquista grande. Negli anni Settanta eravamo un movimento, lottavamo insieme. Eravamo operai, ed eravamo fieri di esserlo. Poi ci hanno inghiottito, assimilato. Ci hanno mandato in pensione a 45 anni. A 45 anni ci siamo trovati disoccupati, senza lavoro. Una buona pensione e nessun futuro.

Sono stato via per un po’ e quando sono tornato la cosa che più mi ha colpito è stato accorgermi che le miniere erano una storia passata. Ci siamo costruiti case da ricchi, abbiamo smesso di fare figli, siamo finiti al bar.

Gerardo

Ex minatore. Carbonia, luglio 2006

Andavamo a piedi alla miniera

Sono nato a Montecani nel 1930. A 17 anni sono entrato a lavoro ad Acquaresi e lavoravo nell’esterno in officina. Però, siccome in officina si guadagnava poco, allora ho detto al caposervizio che volevo andare in galleria e mi hanno trasferito in miniera perché si guadagnava qualche cosa di più. Andavo a piedi alla Miniera di Scalittas passando in questo sentiero anche di notte quando si montava al terzo turno, d’estate e d’inverno. La lampada a carburo ci illuminava il sentiero e siccome quando c’era vento ti spegneva la candela, si metteva un parafiamma o un pezzo di lamiera alla candela, ma si andava piano sempre po fai luxi a su mori (“per fare luce al sentiero”).

Gino

82 anni, ex minatore. Nebida, 2012

P.ta Cubedda

P.ta Pintau

P.ta Sa Bidda

P.ta Buccione

Porto Bega Sa Canna

Porto Corallo

P.to Ferru

Banda

Aspu

P.ta Cortis

su Pranu

N.Ghe S. Pietro

Mezzodi'

M. Trubixedda
M. Guardianu
P.ta
M. S. Giuseppe
M. Azzieddas
M. Mordegu
M. Coremo'
M. Nai
M. Sai
Fontanamare
Nebida
Masua
Portu
Porto Flavia
Galleria Lamarmora
Laveria Lamarmora
Miniera di Masua
Chiesa Santa Barbara
Chiesa Santa Barbara
Ferrovia Scalittas-Cala Domestica
Canale Grande
Porto Sciusciau
P.ta
Gutturu 'e Sattu
Cuccu
P.ta 'e Mesu
P.ta Bousse Campumari
Pitzu Luas
Oliveto

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