2 minute read
Il pane della vergogna
Nahama Dakhisufa (aramaico: "pane della vergogna") è una parabola che esprime un'idea centrale nel pensiero ebraico intesa a spiegare lo scopo della creazione del mondo e l' osservanza dei comandamenti. La parabola dà una risposta a una famosa domanda; poiché l' anima è creata vicino al trono del Re e lì già gode dello zelo del Divino, che senso ha essere mandata in questo mondo nel corpo, dove si impegnerà a osservare i comandamenti, tutto solo per tornare al mondo delle anime da cui proviene? In effetti la situazione è anche peggiore, poiché la persona può peccare e quindi la sua anima potrebbe non tornare affatto lì. La risposta a questo sta nella parabola del povero che riceve il pane in regalo, che pur godendone nel mangiarlo, si vergogna di mangiare il pane della grazia. Invece una persona che ha lavorato duramente per il proprio sostentamento e si è guadagnato il pane, non prova alcuna vergogna nel mangiarlo. E la parabola è che dare una ricompensa gratuita significa "Nahma Dakisufa", un pane di gentilezza che implica spiacevolezza, e quindi all'uomo viene comandato di mantenere la Torah e le Mitzvot, e quindi il suo godimento della ricompensa per il suo lavoro sarà maggiore e senza vergogna. L'idea di "Nahma Dakisufa" è usata per spiegare il desiderio di Dio di creare il mondo, e queste sono le parole di RAMCHAL (Rabbi Moshe Luzzatto) nel suo libro Da'at Tavonot:"Perché Dio ha lo scopo del bene sicuramente, e in effetti la legge del bene è fare il bene, e questo è ciò che voleva per creare le creature in modo che potesse fare del bene a loro, ed è giusto che coloro che lo ricevono lo ricevano come dovrebbero perché allora saranno i proprietari di quel bene e non si vergogneranno della loro buona accettazione come uno che riceve la carità, per questo hanno detto (Taalmud Gerusalemme Cap. A, Halacha C): Chi mangia il cibo di un altro, si vergogna di guardarlo in volto".