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Da Portatrices avn manifescht van alpins asi af bain zoma bearnt pacheman
21 Febbraio 2023
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L’Associazione Amici delle Alpi Carniche, in capo al Museo della Grande Guerra di Timau, da sempre custode della memoria delle Portatrici Carniche, esprime in una nota il proprio plauso e ringraziamento alla A.N.A. che “inserendo, per la prima volta nella storia, nelle locandine e nei manifesti ufficiali della prossima Adunata di Udine le eroiche donne di Carnia, rende loro un degno tributo”. Alpini e Portatrici sono da sempre legati da un inossidabile ed indissolubile patto di fratellanza, sfilando fianco a fianco in adunate e commemorazioni, tenendo viva la fiamma del ricordo di chi più di cento anni fa combatté e morì per la nostra odierna libertà.
Dopo la toccante cerimonia dello scorso giovedì in onore della Medaglia d’oro al valor militare Maria Plozner Mentil, voluta fortemente dal direttore del Museo Luca Piacquadio, il Museo della Grande Guerra è pronto a ricevere gli Alpini che torneranno in Friuli per l’Adunata nazionale anche con visite guidate in quota, “laddove i nostri soldati e le nostre donne scrissero eroiche pagine di storia patria”.
Tratto da: Radio Studio Nord
A nojs puach as reit va Pakai... draia as viara sent boarn
Nuovo libro su Pakai... quel “trio” che si è fatto in quattro
Uscito su impulso dei Giovins Cjanterins, per la casa editrice “Nota” di Valter Colle, è scritto dall'esperto Alessio Screm
Si chiamavano Trio Pakai, ma erano in quattro, come i tre moschettieri», scrive il mensile “Azzurro, orizzonte italo-sudafricano” nel numero dell’11 novembre del 1984. È l’ensemble più rappresentativo della musica popolare friulana dagli anni Settanta ai Novanta, il primo gruppo emblema di un folk revival che sarà modello per tutti gli altri a venire. La celebre formazione carnica è ora l’oggetto di un libro, il primo, completo sul suo conto, promosso dall’Associazione Giovins Cjanterins di Cleulas e scritto nell’anno che chiude il cinquantesimo della loro fondazione. S’intitola “Pakai. Il trio che si è fatto in quattro. Storia e aneddoti del mito musicale carnico”, edito da Nota di Valter Colle e scritto dal musicologo e ricercatore, carnico doc, Alessio Screm.
Il libro è stato presentato domenica 19 febbraio alle ore 16.30 nella Sala San Giacomo a Paluzza, alla presenza dell’autore, dei fondatori viventi del gruppo e di vari ospiti, moderati da Angela Cortolezzis.
Non sono mancate la musica e quel contagioso spirito d’allegria che ha caratterizzato il loro estro umano e artistico. Sono loro il Trio: Amato Matiz “Pakai” alla fisarmonica, Genesio Puntel al contrabbasso, Paolo Morocutti alla chitarra e Stefano Paletti alla voce, il quarto dei tre moschettieri entrato nel gruppo nel 1976. Hanno fatto ballare e sognare centinaia, migliaia di friulani in Friuli e nel mondo. Sono stati leader nelle sagre, nelle feste, nei festival e nei raduni dei fogolârs, stregando tutti con la loro musica, le loro gag, la simpatia. Non si contano i concerti e le apparizioni in tutta la regione, in diverse parti d’Italia, d’Europa, Canada, Stati Uniti e Sudafrica. Il libro racconta la loro storia per filo e per segno, senza mancare di quell’humor che contraddistingue lo spirito della formazione. «È stato un gran divertimento scriverlo», racconta l’autore Alessio Screm. «La storia e gli aneddoti dei quattro musicanti della Carnia, mattacchioni capaci di far ballare anche gli zoppi, è senza precedenti. Credo di appartenere a quell’ultima generazione di carnici cresciuti a pane, acqua, vino e Pakai, e ancora oggi molti giovani eternano il loro mito suonando la loro musica, me compreso: “Valzer popolare”, “Fieste”, “Cence pinsîrs”, “Valzer di Pakai”, “Fantastico Gaithal”…potrei andare avanti a lungo perché la loro produzione conta 45 pezzi che sono intramontabili». Per scriverlo Screm ha raccolto testimonianze dirette ed indirette a mezzo di interviste e corrispondenze, fotografie, lettere, memorie, diplomi, riconoscimenti, attestati, pubblicazioni, tra cui il prezioso testo di Celestino Vezzi “Amato Matiz Pakai – un om e la sô armoniche”. Inoltre ha passato in rassegna tutta la loro produzione discografica in vinili da 45 e 33 giri, audiocassette e cd, oltre ad aver fatto spoglio della stampa dell’epoca, regionale ed internazionale. «Questo perché il Trio Pakai si è esibito toccando diversi continenti, i primi del folk in regione ad intraprendere tournée oltreoceano. La stampa, con diverse uscite a cura dei Fogolârs Furlans e dell’Ente Friuli nel mondo, annunciava la loro presenza con entusiasmo. Inoltre, per scrivere il libro, è stato fondamentale il contatto diretto con Paolo Morocutti e Stefano Paletti, protagonisti e testimoni diretti ancora molto attivi, salutati Amato e Genesio, il primo scomparso nel ’85 ed il secondo nel 2016». Composto da 33 capitoli dove viene ripercorsa con criterio e metodo la loro storia, oltre a diversi aneddoti e spassosi episodi, focus su tutta la loro produzione discografica e numerose fotografie, il libro si chiude con testimonianze di amici e cultori: Claudio Calandra, Dario Zampa, Massimo De Franceschi, Gli Amici della Fisarmonica del FVG, Denis Biasin, Sdrindule e Gigi Maieron.
Oscar Puntel
Pe R a C quis Ta R e il lib R o “Pa K ai” di alessio screm contattare i seguenti numeri: Gloria 345.5990117 / Manuela 333.9496497
Vosching - Carnevale
Dopo essere usciti quasi del tutto dalla pandemia, il periodo di Carnevale si è aperto con l’invito a partecipare all’ormai ben noto “PUST”, sfilata di carnevale che si tiene annualmente nelle valli del Natisone.
Domenica 12 Febbraio a San Pietro al Natisone, oltre ad essere presenti gruppi locali e stranieri, c’eravamo anche noi a rappresentare la nostra comunità, con le nostre maschere; i Maschkars e i Jutalan.
Il gruppo era molto numeroso con la presenza, fortunatamente, di molti bambini …sottolineiamo questa presenza perché saranno loro a portare avanti le nostre tradizioni e a rappresentarci alle future sfilate.
Il corteo iniziava alle 14:00, ma noi ci siamo dati appuntamento un po' prima, in modo da sistemare le nostre cose e fare un piccolo spuntino tutti assieme con pane, salame e formaggio prima di iniziare. Con la pancia piena e qualche bicchiere, ci siamo preparati (cosa non facile e per niente veloce) ... dai bambini agli adulti, siamo passati dal cappello ai nastri, dal gilet alle camicie bianche, fino ad arrivare al “trucco e al parrucco” e, non appena abbiamo avuto l’ok dalle vecchie guardie, ci siamo messi in fila in attesa della partenza.
Come ogni anno, per le strade c’era tanta gente ad assistere alla sfilata ed è stato bellissimo vedere le reazioni delle persone alle nostre maschere, nonostante gli scherzi e i dispetti fatti dai nostri Maschkars, il tutto abbellito dai balli degli Jutalan con l’aiuto del nostro Dario.
Dopo la sfilata, come di consuetudine, tutti i gruppi si sono ritrovati sotto il tendone per la pasta e per chiudere la giornata in allegria; purtroppo, vista la distanza, ad una certa ora ci siamo dovuti avviare verso casa ma, come ogni anno, felici di aver partecipato a questo bellissimo evento.
Il fine settimana successivo, invece, abbiamo “giocato in casa” … sabato po- meriggio i primi a farsi vedere, anzi SENTIRE...per il paese sono stati i Maschkars con i loro campanacci.
Hanno girato per tutto il paese scherzando con chiunque gli capitasse a tiro e suonando il campanello di ogni singola casa.
Al calar della sera, in lontananza si iniziava ad udire l’armonia della fisarmonica...ed ecco che venivano allo scoperto gli Jutalan che si muovono per il paese portando gioia ed allegria nelle case.
La giornata ormai arrivata al termine, si è conclusa con una piccola festa resa ancora più bella da un ottimo piatto di pasta per ringraziare tutti i partecipanti e non, dandoci appuntamento all’anno prossimo!!
Il periodo del Carnevale si è concluso martedì grasso, 21 febbraio, con la festa esclusivamente dedicata ai bambini.
Dopo una breve sfilata per il paese, ci siamo ritrovati tutti in piazza per giocare: lì era stata allestita una piccola merenda.
É stato un pagliaccio ad attirare l’attenzione, invitando tutti ad entrare nel teatro dove, subito dopo, sarebbe iniziato uno spettacolo di marionette a sorpresa. Grazie a queste manifestazioni stiamo ritrovando la gioia e la tranquillità dello stare insieme, che ci fanno capire quanto sia importante far conoscere e portare avanti le nostre tradizioni.
Un grazie va rivolto a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questi eventi, con la speranza che ogni anno ci siano i presupposti per migliorare e far sì che queste feste diventino un modo per farci conoscere, non solo nella nostra vallata ma anche fuori .
Men dar Museo in da schual geat Quando il museo va a scuola
Qualche mese fa, dopo una delle varie presentazioni di Anin, sono stata contattata da un’insegnante molto colpita dalla vicenda delle Portatrici e intenzionata a narrarla nelle sue classi. Avevo constatato, girando un po’ in tutta Italia, quanto il decisivo intervento delle donne carniche in aiuto e sostegno ai soldati su quel fronte fondamentale durante i primi mesi di guerra, fosse sconosciuto ai più. La reazione del pubblico era sempre ed ovunque di grande empatia ed emozione, al punto che il libro che avevo scritto su di loro era diventato il pretesto per diffondere quanto più possibile il fondamentale servizio delle coraggiose Portatrici Carniche. Mi fu chiaro, a quel punto, che era opportuno ampliare la narrazione con contributi di valore storico, e grazie all’esperto della prima guerra mondiale Andrea Bavecchi, alla presenza quando possibile, di Luca Piacquadio Direttore del Museo della Grande Guerra di Timau, come testimone e custode del patrimonio storico, e con l’ausilio di prezioso materiale audio-video d’epoca messo a disposizione dal Museo stesso, ho potuto rispondere alla mia urgenza di necessaria e completa divulgazione. Il cerchio si è chiuso quando anche la scuola si è accorta di loro. Grazie a degli insegnanti attenti e aperti a nuove esperienze, dopo quel primo contatto, mi giunsero altre richieste di partecipazione nelle scuole. Non nascondo la soddisfazione e il piacere di entrare nelle classi con questa storia così potente, e per meglio contestualizzare la narrazione ho avuto l’opportunità di utilizzare il materiale video e fotografico d’epoca fornitomi dal Museo. E quando il Museo va a scuola succedono cose fuori dall’ordinario. Ho raccolto solo alcune delle testi- monianze dei ragazzi e degli insegnanti, mi fa piacere condividerne alcune. scuola secondaria di i grado dell’istituto Comprensivo “G. Marconi” di Terni – Classi 3E e 3A 24/5/2022
Dice il Professore di Storia Antonio Pasquini classe 3A: L’autrice ha presentato il suo romanzo storico “Anin” che in lingua carnica significa Andiamo, parlando ai ragazzi di un episodio ancora poco noto della Grande Guerra. I ragazzi e i docenti sono stati molto coinvolti dall’appassionato racconto della sua esperienza, dai brani letti e commentati in classe dalla scrittrice e dalle eccezionali foto d’epoca che hanno dato corpo e sostanza alla narrazione. Dice la Professoressa di lettere Rosalia Tornabene classe 3E: L’incontro con l’autrice Angela Torri è stato coinvolgente e appassionato. I ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere il prezioso ruolo che hanno ricoperto le donne in un evento drammatico della storia del nostro Paese. L’autrice in maniera magistrale ha descritto il coraggio, la tenacia e l’amore delle donne italiane che hanno lottato strenuamente per un grande sogno: la libertà e l’indipendenza della propria terra. Anin è un romanzo che lascia il segno e restituisce dignità alle donne invisibili. Di grande impatto le foto d’epoca che ci hanno mostrato i loro volti, gli abiti e le calzature, le gerle, e l’asprezza di quei territori. Dicono i ragazzi (testualmente):
- mi ha colpito il loro coraggio, e poi con quelle scarpe di pezza…;
- una storia bella e triste, la guerra è sempre brutta; - spaventose le trincee; istituto Comprensivo Manziana e Canale Monterano (Roma) – Classi 3G e 3F 28/2/23
- vorrei approfondire, mi piacerebbe farci la tesina per gli esami.
Dice il Professore di lettere Francesco Tescione classe 3G: L’autrice molto comunicativa e puntuale nella narrazione, ha saputo coinvolgere i ragazzi, in particolare attraverso lo straordinario contributo di foto d’epoca che ci hanno letteralmente proiettati in quel contesto doloroso. Queste piccole, grandi storie nella storia ufficiale sono le più significative; la storia non la fanno solo i generali, la storia la fanno anche le donne che contribuiscono, come in questo caso, con atti eroici al bene comune.
Dicono i ragazzi (testualmente):
- una storia scioccante;
- coraggiose;
- forti;
- molto determinate;
- l’unità fa la forza;
- invisibili (questo aggettivo tra i vari forniti mi ha molto colpita);
- è stata una lezione interessante, molto alternativa, diversa dal solito, e mi ha colpito molto il messaggio che Angela ci ha trasmesso di queste Donne che si facevano chilometri con quel peso sulle spalle. Che coraggio queste Donne enormi dentro, per la loro forza e personalità e che terribili le foto di guerra;
- sconvolgente che non abbiano maggiori riconoscimenti;
- ho apprezzato le immagini d’epoca, mi hanno fatto capire tante cose.
Quanto a me non posso che concludere con un ringraziamento al Museo della Grande Guerra di Timau (Ud) per quelle immagini che mi permettono, ogni volta, di dischiudere una realtà altrimenti difficile da immaginare, ma anche a agli insegnanti che aprono le loro classi a queste esperienze.
Angela