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Tedesco: Roberti, Assemblea Fvg Comunità linguistica passo importante
“Oggi nasce un soggetto nuovo che potrà coordinare proposte e iniziative delle minoranze germanofone”
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Udine, 6 feb - “Oggi nasce un soggetto giuridico nuovo composto dai Comuni del Friuli Venezia Giulia dove si parla il tedesco e che diventa un interlocutore rilevante con il quale sarà possibile coordinare la tutela e la crescita delle comunità linguistiche germanofone”. Con queste parole l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti ha introdotto la firma della Costituzione dell’Assemblea regionale della Comunità linguistica tedesca avvenuta nella sede della Regione di Udine. I sottoscrittori sono i rappresentanti dei Comuni di Malborghetto-Valbruna, Paluzza (con la frazione di Timau), Pontebba, Sappada, Tarvisio e Sauris. “È un passo importante - ha rilevato Roberti -. Quando ci siamo insediati cinque anni fa abbiamo trovato una condizione di tutela delle lingue minoritarie molto eterogenea con situazioni assai differenziate a partire dalla quale abbiamo avviato un percorso verso l’equiparazione dei trattamenti in modo da garantire le stesse opportunità a tutte le comunità”.
Secondo Roberti, “l’avventura che parte oggi con la costituzione dell’Assemblea regionale della comunità linguistica tedesca, in concomitanza con il passaggio formale di Sappada al Friuli Venezia Giulia, rappresenta anche una grande opportunità sotto il profilo dell’attrattività turistica”.
L’Assemblea ha compiti di promozione, indirizzo, progettazione, coordinamento e consultazione ai fini della tutela e della valorizzazione dell’identità linguistica e culturale. È composta dai sindaci - o loro rappresentanti - dei Comuni sottoscrittori che eleggeranno un proprio presidente di carica quin- quennale. L’Assemblea si riunisce almeno una volta all’anno e può delegare di volta singoli comuni capofila per progetti che rientrino nei piani di azioni inclusi nel documento programmatorio annuale. Il funzionamento dell’organismo non comporta oneri aggiuntivi per i Comuni. La convenzione varrà fino al tutto il 2029. Prima della sigla, i rappresentanti delle Amministrazioni municipali firmatarie hanno espresso il loro apprezzamento per la giornata, definita storica dal sindaco di Tarvisio Renzo Zanette. Se a giudizio dell’assessore di Sappada Valerio Piller Roner, la Regione non si è limitata ad ascoltare il dettato costituzionale ma ha creduto nel valore delle minoranze, la lingua tedesca - a parere del sindaco di Paluzza Massimo Mentil e dell’assessore Fabrizio Dorbolò - dà al territorio un vantaggio competitivo. E c’è già un risvolto turistico: come ha riferito il sindaco di Malborghetto-Valbruna
Boris Preschern, la Val Canale è tornata meta di tantissimi austriaci. Il sindaco di Pontebba
Ivan Buzzi ha posto l’accento sul lavoro già fatto nell’ambito scolastico, dove la lingua tedesca si custodisce e si tramanda, mentre Antonino Pacilé, per il Comune di Sauris, ha evidenziato l’importanza di essere riusciti a proporre all’esterno un sistema di tipicità rurale. ARC/PPH/al
Tratto da: Notizie dalla Giunta www.regione.fvg.it
Club alcolisti in trattamento ACAT Carnica
i l C lub n. 104 di Ce RC iven T o “n on T i s C o R da R di M e”
Aperto il 28 maggio 1983, accoglie famiglie dell’Alta Valle del Bût e non solo, che si incontrano una volta alla settimana, presso la sede municipale. Molti di noi, lo frequentano regolarmente da tanti anni; nel tempo, siamo cambiati, migliorati nella vita di tutti i giorni. Abbiamo imparato ad accogliere gli altri, ascoltandoli. Ci siamo abituati, incontro dopo incontro, a riconoscere e superare i pregiudizi. Vorremmo trasmettere a chi legge queste righe, emozioni e stati d’animo che nascono in queste serate, ma ci è impossibile farlo perché solo la frequenza al club dà alle famiglie riunite assieme al servitore-insegnante, l’opportunità di condividere gioie, difficoltà e speranze per il futuro.
C HI SIAM o
Il club è un insieme di famiglie nelle quali si è evidenziato qualche problema legato all’uso di bevande alcoliche. Collaboriamo con i servizi socio-sanitari pubblici, gli enti locali e molte associazioni di volontariato per la promozione della salute.
Do V e SIAM o
L’ACAT è presente in tutta Italia; in Friuli ci sono molti club e uno di questi si trova qui vicino, a Cer- civento, ed è specificamente rivolto alle famiglie dell’Alto But.
Q UA n D o
Le famiglie del club s’incontrano, ogni settimana il lunedì alle 19.30 presso un locale messo gentilmente a disposizione dal comune di Cercivento, per parlare di quotidianità, di cose liete e di cose tristi, scambiandosi pezzettini di vita, esperienze, opinioni, stimoli, confronti in un clima accogliente e mai giudicante. Agli incontri partecipa un Servitore Insegnante, formato e aggiornato, che ha il compito di favorire il processo di crescita e maturazione.
Co M e LAVor IAM o
Secondo un metodo con solide basi scientifiche, ideato dal professor Hudolin, un famoso psichiatra che negli anni ‘80 ha dato un contributo determinante allo sviluppo di tutta l’alcologia italiana, rivoluzionando radicalmente il tradizionale approccio medico e psichiatrico. Raggiungere e mantenere l’astinenza da tutte le sostanze alcoliche (per l’alcolista non esiste un bere moderato, l’unico modello efficace è l’astinenza totale e definitiva) e promuovere la sobrietà sono i nostri obiettivi. I club sono nati per le famiglie che hanno problemi alcol correlati e complessi e si lavora secondo un approccio fami-
TesTiMonianZe dal Club di CeRCivenTo
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“La mia storia su come sono uscito dall’alcool”… Accompagnavo al club di Cercivento mio fratello che aveva gravi problemi alcool correlati. A essere sincero, il problema era un po’ anche mio, ma non lo avevo capito. Le prime volte in cui andavo al club, bevevo ancora qualche birra, ma dopo qualche serata ho iniziato a riflettere ed ho detto “basta” con l’alcool. Adesso sono tranquillo e sereno. Per tanti anni abbiamo frequentato il club insieme, mio fratello ed io, e ora che lui non c’è più, continuo a frequentare da solo. Appena intrapreso questo percorso, avevo un po’ di paura, ma dopo tanto tempo, ho iniziato anche a scrivere il verbale (il resoconto di quanto accade nell’incontro settimanale), rispettando una delle regole del metodo. Adesso sono contento di questo passo che ho fatto ed ho capito che bisogna essere sempre presenti. Un saluto.
Flavio liare, perché quando in una famiglia c’è un problema, quel problema non riguarda mai solo un singolo membro, nel nostro caso ad esempio la persona che ha difficoltà con l’alcol, ma tutta la famiglia e, in senso più ampio, la comunità in cui la famiglia vive. Cara famiglia, smettere di bere non è facile, cambiare le proprie abitudini, i propri comportamenti, lo è ancora meno. Soprattutto è difficile farlo da soli. L’esperienza nel club ci ha insegnato che “fare assieme” è molto più facile, più costruttivo e perfino più bello. Tutti assieme, con il club, potremo non solo smettere di bere, ma anche e soprattutto cambiare uno stile di vita che ci ha procurato tanti problemi. Sicuramente incontrerete anche tante difficoltà, ma noi, famiglie del club, saremo lì per sostenervi, sapendo che quando capiterà a noi di averne bisogno, sarete voi a darci una mano.
La Riservatezza è alla base dei nostri incontri, sia verso le confidenze che vengono fatte, sia nei confronti delle persone che partecipano. Per informazioni, rivolgersi al Servitore Insegnante del club al 333 1116499
Le famiglie del club
Io sono Alberto e ho cominciato a bere a 14 anni, finite le medie. Bevevo poco. Compravamo le bottiglie di birra tra un gruppo di amici, la sera ci trovavamo a casa mia e bevevamo quando i miei erano a dormire. I genitori erano consapevoli. I primi anni l’alcool era occasione di buona compagnia, ma poi, col passare del tempo, è diventato una dipendenza e ogni occasione era bagnata dall’alcool. Così, con l’andare degli anni, anche quando ero da solo, bevevo vino di poco prezzo. In seguito, ho sofferto di una malattia mentale: avevo poca serotonina che andava al cervello e questo aumentava la voglia di bere. Andavo al Centro di Salute Mentale e prendevo le pastiglie continuando a bere. La situazione era diventata insostenibile. Ho smesso per due volte di bere; ho resistito qualche mese, poi sono ricaduto. Poi lo scorso anno ho scoperto il club di Cercivento e dal 13 giugno del 2022 ho smesso stabilmente di bere e raccomando quindi a chi soffre di questi problemi di frequentare il club, perché aiuta. Gli effetti dell’alcool erano per me euforia e positività, perché l’alcool favorisce il buonumore, quasi contenesse serotonina. Ho deciso di smettere perché danneggia il fegato. Mi hanno aiutato a cambiar vita un po’ di forza di volontà e il confrontarmi nel club con altra gente che ha abbandonato stabilmente il bere.
Alberto
Elezioni Regionali
Mettersi in gioco e metterci la faccia in una qualsiasi competizione non è mai facile. Nelle competizioni elettorali poi subentra, oltre alla capacità di Tizio o di Caio, anche tutta una serie di fattori ulteriori circa la militanza politica, la coerenza tra il "dire" ed il "fare", le persone per cui o con cui si corre, il momento storico e così via. Onore quindi a tutti coloro che, in quest'ultima tornata elettorale regionale, hanno voluto mettersi a disposizione per un "servizio" alla comunità. La nostra piccola realtà di Tischlbong-Timau in questa tornata elettorale ha espresso ben 2 candidati alla carica di Consigliere Regionale, il Sindaco di Paluzza Massimo Mentil e Silvio Puntel. Entrambi a sostegno del candidato presidente Morettuzzo seppur in liste diverse, Massimo quale candidato del PD e Silvio a rappresentare il Movimento 5 Stelle. Ebbene dopo mesi di serrata campagna elettorale con i classici comizi ed anche alcune inevitabili tensioni tra candidati di partiti contrapposti e con ideologie contrastanti, il 2 e 3 aprile 2023 le urne hanno espresso che Massimo Mentil van Galo sarà consigliere regionale di opposizione. Bravo Massimo, complimenti per l'ottimo risultato da cui deriveranno grandi responsabilità: Complimenti anche a Silvio Puntel van Alp per essersi messo a disposizione ed aver risposto "presente" alla chiamata. Grazie ad entrambi quindi per averci provato ed aver dimostrato che anche una realtà piccola come la nostra può vantare delle persone capaci e vogliose di mettersi in gioco.
Ottaviano Matiz.
BOꞚ - IL BOSCO NEL BORGO-IL BORGO NEL BOSCO
Èin corso di avvio il progetto “BoꞚ - Il Bosco nel Borgo-Il Borgo nel Bosco”, finanziato con risorse a valere sul PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza realizzato come investimento per contrastare gli effetti della pandemia. Il progetto presentato dal Comune di Paluzza, con aggregato il Comune di Sutrio, è risultato il primo tra le 26 domande presentate dai comuni della regione Friuli Venezia Giulia sul Bando Borghi - Linea B, un bando pubblicato dal Ministero della Cultura con l’obiettivo di rigenerare i piccoli comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. Le risorse assegnate al alla proposta sono pari a 2.079.853,00 € su un totale di 7.437.867,79 € destinati ai comuni della regione. L’idea che è risultata vincente, anche considerato il Ministero titolare delle risorse, è stata quella di creare prevalentemente attività di animazione culturale e sociale, piuttosto che realizzare opere pubbliche con il rischio di un loro sottoutilizzo. Nella stesura del progetto sì è quindi partiti dalla ricerca di idee per animare e stimolare le giovani generazioni nei confronti del proprio territorio.
Si è quindi aperta una procedura rivolta ad associazioni e imprese che presentassero dei progetti di animazione culturale e sociale attorno ad una risorsa primaria del luogo: il legno. Sono stati così identificati i partner di progetto, con la massima trasparenza e l’apertura ritenuta necessaria a definire una progettualità complessa, che si articola in 16 diverse azioni e che avrà la durata di 3 anni.
I soggetti che hanno presentato progettualità che sono successivamente state inserite nel progetto integrato sono gli alberghi diffusi di Paluzza e Sutrio, la rete di impresa Visit Zoncolan, l’ISIS Fermo Solari di Tolmezzo, la società cooperativa Legno Servizi, il Cluster legno arredo del FVG, il Carnia Industrial Park – Consorzio industriale, le associazioni GIovins di Chenti, Pro Loco Paluzza, Pro Loco Sutrio, l’APS Monte Analogo di Trieste, oltre che la Comunità di montagna della Carnia.
Le 16 azioni si articolano in tre opere pubbliche: lavori di ripristino e rimessa in funzione della Segheria Veneziana “di Toni” in località Casteons di Paluzza; realizzazione di uno spazio per eventi culturali in sala San Giacomo a Paluzza; lavori di completamento e allestimento del laboratorio didattico del legno (i primi due saranno realizzati nel Comune di Paluzza, il terzo nel Comune di Sutrio) e 13 azioni immateriali: Magia del Legno, Borgo e Presepi, Palio das Cjarogiules, Mostra il Legno nel Tempo, Giovani in azione, Laboratori e centri estivi, Laboratori del legno, Imprese e innovazione, Percorsi turistici, Residenze artistiche, Design contest, Residenze studio, Comunicare il territorio, Idee innovative per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Andando oltre alle singole azioni, l’obiettivo del progetto è quello di riavvicinare le giovani generazioni alle risorse del territorio, sviluppando principalmente due aspetti: da un lato un’identità culturale e valoriale che rafforzi il legame tra la persona e l’ambiente in cui vive attraverso la conoscenza e la consapevolezza delle risorse del territorio; dall’altro l’approfondimento della “materia legno”, quale possibilità di sviluppo della creatività e possibile sbocco professionale e quindi economico per chi risiede nelle aree montane. A breve partiranno le prime iniziative: le pre-iscrizioni per i centri estivi, le residenze per studenti universitari e le residenze artistiche.
Il progressivo sviluppo delle tecniche informatiche nell’ultimo ventennio e la loro applicazione anche a discipline apparentemente distanti ha fornito lo spunto per una proficua applicazione delle dell’informatica alle materie umanistiche, con il progressivo delinearsi di un nuovo campo di ricerca rappresentato dalle digital humanities. Tra i vari risultati portati dall’applicazione delle tecnologie digitali allo studio delle lingue è da sottolineare il fiorire di una serie sempre più cospicua di repertori e banche dati, che vanno dalla creazione di corpora linguistici alla redazione di veri e propri dizionari per le varie lingue.online, continuamente incrementabili.
Nell’ambito delle lingue di minoranza presenti nel territorio italiano e sospese ormai da decenni tra obsolescenza e progressivo arretramento da una parte, tentativi di rivitalizzazione linguistica più o meno efficaci dall’altra, una delle tendenze riscontrabili riguarda la creazione di archivi digitali. Questi tendono a caricare in piattaforma digitali una serie di documenti e testimonianze lingusitiche e culturali differenti redatte in lungua e sono mossi da due differenti obiettivi. Da una parte infatti la costituzione di una sorta di “scrigno” della memoria storico-linguistica della comunità, al cui interno è possibile reperire materiali inediti o di difficile reperimento riguardanti aspetti linguistici, culturali, sociali e giuridici del passato, può rappresentare uno strumento di identificazione per la comunità stessa utile per rinsaldare la concezione della propria peculiarità linguistica e culturale. Dall’altro la possibilità di trovare concentrati in un unico sito tutti i documenti significativi per una determinata minoranza può fornite un valido supporto per gli studiosi.
Tra i vari repertori digitali online finora prodotti per varie minoranze linguistiche si possono tuttavia notare significative differenze alla luce delle ragioni primarie che ne hanno mosso la creazione. Una prima distinzione si lascia individuare tra repertori che pongono al centro la registrazione di documenti esclusivamente linguistici e altri che sono più orientati sulla salvaguardia delle caratteristiche culturali della comunità. Alla prima tipologia appartiene ad esempio la Mediateca Mòchena (http://mediateca. kib.it/home.page) che raccoglie materiale didattico, corpora di parlato spontaneo, così come l’insieme delle produzioni in lingua curate dall’Istituto Culturale Mòcheno / Bersntoler Kulturinstitut, mentre più affine alla seconda è la Mediateca Sarda (http:// www.isresardegna.it/mediateca/), creata dall’Istituto etnografico di Sardegna Un’ulteriore differenza è quella tra i semplici archivi di “raccolta” e altri “elaborati. Tra i primi figura l’Archivio etnotesti (https://archivioetnotesti.uniud. it/) del CIP (“Centro Internazionale sul Plurilinguismo”) dell’Università di Udine, il quale ha primariamente la funzione di digitalizzare e archiviare una serie di documenti linguistici e culturali senza tuttavia analizzarli dal punto di vista contenutistico. Nei secondi invece i materiali, oltre ad essere digitalizzati vengono analizzati anche linguisticamente per renderli maggiormente fruibili ai membri della comunità ed agli interessati. È questo il caso della Mediateca Latina (http://mediateca.ladintal. it/home.page), nella quale gli audio in lingua sono trascritti secondo la grafia ufficiale del ladino fassano e tradotti in italiano per renderli maggiormente comprensibili anche ai non parlanti.
Infine la disamina porta a differenziare gli archivi in base al pubblico cui si rivolgono. Da una parte infatti alcuni repertori come il Phonogrammarchiv (https:// www.oeaw.ac.at/phonogrammarchiv/) dell’ÖAW (“Österreichische Akademie der Wissenschaften”) o il già citato Archivio etnotesti si rivolgono primariamente a studiosi o specialisti. Dall’altra repertori come l’Archivio digitale online Cimbro (ADOC), reperibile al sito (https://mediateca.istitutocimbro. it/ADOC.page) o Raixe (http://www.raixe.it/) archivio della lingua tabarchina, sono primariamente rivolti alle comunità interessate.
Sebbene Taic in Vriaul (https://www.taicinvriaul. org/) rappresenti un primo esempio di repertorio digitale delle minoranze germaniche del Friuli, in ogni caso i linguisti del dell’DIUM (“Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale”) dell’Università di Udine hanno ritenuto utile mettersi al lavoro per la creazione di uno specifico “Archivio digitale online della lingua timavese” (ArDLiT). Tale creazione, che si inscrive all’interno di un progetto più ampio dell’Ateneo di Udine dal nome PaDISC “Patrimonio immateriale, diversità e sostenibilità culturale. Interrogare e digitalizzare un territorio e i suoi segni” (responsabile R. Bombi), progetto interdipartimentale del Dip. di Studi Umanistici e delPatrimonio Culturale e del Dip. di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, Univ. di Udine (dal 9-2-2022-), è vicaria di alcune considerazioni. Da un lato infatti Taic in Vriaul, pur rappresentando un ottimo prodotto che ha il pregio di riportare una serie di documenti linguistici e informazioni bibliografiche sulla lingua, non contiene registrazioni di parlato spontaneo, fondamentali per lo studio scientifico della varietà stessa. Dall’altro si è verificato come una serie di documenti di difficile reperimento o inediti non fossero presenti. Tra questi figurano una trentina di audio di discreta lunghezza registrati a Timau tra gli anni Sessanta e
Settanta del secolo scorso dalle Prof.sse M. Hornung e I. Geyer dell’Università di Vienna e forniti grazie alla disponibilità del Phonogrmmarchiv Alla luce di ciò si è deciso di prendere contatto con alcuni membri della comunità, tra cui V. Plozner, E. Bianchet, M. Unfer, C. Silverio, D. Mentil e, nel 2020 con cadenza bisettimanale, abbiamo iniziato ad incontrarci regolarmente per la predisposizione dei materiali per l’Archivio, la cui piattaforma, per ora un contenitore vuoto, è già stata creata ed è raggiungibile al sito https://archiviotimavese.uniud.it/ I materiali che verranno caricati nell’archivio appartengono a tre categorie principali: a) Files audio. Si tratta di una raccolta di circa trenta registrazioni, i cui originali sono conservati nel Phonogrammarchiv e databili tra il 1950-1980. In essi gli abitanti di Timau sono invitati a raccontare liberamente aspetti della loro vita, usi e costumi della comunità, così come eventi significativi della storia del paese. Dalla collezione originale sono state escluse le registrazioni in cui i parlanti utilizzavano una lingua diversa dal timavese, fosse essa il tedesco o l’italiano e, al termine di questo lavoro preparatorio, sono rimaste una ventina di registrazioni inedite completamente in timavese, per un totale di circa 4 ore di registrato. A queste registrazioni si sono aggiunte quelle gentilmente fornite da singoli parlanti e dalla Prof. Geyer. b) Testimonianze scritte. Il secondo grande gruppo di materiali consiste in alcuni testi già editi e inediti, redatti nel passato e di grande importanza per la documentazione timavese, sia da un punto di vista folklorico che storico. Si tratta di lavori quali la Parabola del Figliol Prodigo raccolta nel 1929 a Timau da U. Pellis nelle ricerche per l’ALI e di scritti e documenti forniti dai parlati. Si confida che ulteriori documenti possano essere rinvenuti in altri archivi, quali il Fondo Baragiola. c) Fotografie. La terza categoria di materiale è costituita da fotografie e diapositive conservate nei vari archivi delle associazioni timavesi e dai singoli abitanti del paese.
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Il lavoro principale svolto finora con i membri della comunità ha permesso di sbobinare la quasi totalità dei files (a). Ogni singolo file è stato caricato sul software ELAN che, come si mostra in foto, permette di associare ad ogni singolo segmento audio la trascrizione in timavese e quella in italiano.
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asou geats .
Trimestrale del Circolo Culturale «G. Unfer» Iscrizione al Tribunale di Tolmezzo n. 5 / 85 del 7.6.1985
Direttore responsabile - Alberto Terasso
Redazione: Piazza S. Pio X n. 1 33020 Timau - Tischlbong (Ud) e-mail: circoloculturalegunfer@gmail.com
Hanno collaborato: Laura Plozner, Nice Matiz, Federica Bulliano, Valentina Unfer, Velia Plozner, Francesco Zuin, Luca Piacquadio, Oscar Puntel, Martha Muser, Filippo Esposito, Angela Torri, Giacomo Matiz, Ottaviano Matiz, Club Alcolisti, Luca Scrignaro, Classe 5a Scuola Primaria Timau-Cleulis
Asou geats... è realizzato dal Comune di Paluzza anche con i finanziamenti regionali (L. R. 20/2009)
Tipografia C. Cortolezzis - Paluzza
Chi volesse sostenere l’attività del Circolo Culturale Giorgetto Unfer può farlo con le seguenti modalità:
- Bonifico Bancario IT79V0863764061031000150036
Codice BIC CCRTIT2T99A
Una volta trascritto e tradotto ogni singolo audio, questo verrà inserito nel sito a seconda della tematica trattata nel documento. Come risultato i frequentatori del sito potranno ascoltare l’audio e leggere in contemporanea la trascrizione in timavese e quella in italiano, così come si vede nella foto presa da ADOC (https://mediateca.istitutocimbro.it/eventi-80-90.page):
- bollettino Postale n.° 18828335 intestato a Circolo Culturale Giorgetto Unfer
"tratto da Messaggero Veneto"
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230427133624-87b2c8e66b68ec996f0237642e7aa36b/v1/501359de89f771c4b0aba9940fb24bfb.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
In seguito verranno digitalizzati e tradotti anche i documenti scrittori e verranno caricate le foto che i membri della comunità vorranno fornire.
L’obiettivo del progetto ArDLiT è innanzitutto quello di raccogliere e rendere disponibile su una piattaforma online materiale documentario rilevante sulla minoranza linguistica di Timau e sulla sua storia. Quindi, da una parte si vogliono salvare dall’oblio una serie di testimonianze, dall’altra queste saranno inserite in una cornice coerente, rendendole facilmente consultabili e utilizzabili per vari scopi. Ogni membro della comunità timavese, così come i semplici appassionati, possono per esempio ascoltare le voci degli abitanti del passato, ma anche conoscere vecchi usi e costumi, che al giorno d’oggi sono in parte dimenticati. Inoltre il lavoro sui materiali, con trascrizione e traduzione, offre anche la possibilità di utilizzo della piattaforma con finalità didattiche. Attraverso ArDLiT sarà possibile scaricare i file audio in formato ELAN per esplorare vari altri aspetti linguistici, tra cui la prosodia e la fonologia diacronica. Anche alla luce di ciò crediamo che ArDLiT possa rappresentare un beneficio sia per la comunità linguistica timavese, grazie all’opera di documentazione, promozione della lingua; sia per i ricercatori, mettendo a disposizione un bagaglio di materiali linguistici adeguatamente preparati.
Zuin