SURREALISMO
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le AVANGUARDIE del novecento
pillole d’arte
pillole d’arte
piccoli libri di storia dell’arte
Le pillole d’arte sono volumi da leggere e rileggere.
Realizzate per tutti coloro che vogliono approcciarsi alla storia dell’arte, in modo semplice ed efficace.
Una piccola raccolta di sapere da utilizzare anche in capo didattico da studenti e docenti, per la realizzazione di interventi didattici personalizzati.
Collana diretta da Thomas CaponeItinerari del Surrealismo
il Surrealismo: l’ultima avanguardia
Gli anni Venti del Novecento fu una stagione molto diversa da quella che l’aveva preceduta. Si abbandonarono i linguaggi più sperimentali e molti artisti intrapresero la via della classicità, scegliendo iconografie comprendibili e rassicuranti, emulando i quadri dei maestri conservati nei musei. Però in contemporanea emerse anche un nuovo movimento, il Surrealismo, che pur sposando molti di quegli ideali ha introdotto novità dirompenti, facendo sì che alcuni storici lo abbiano considerato come l’ultima grande avanguardia di inizio secolo. Un’avanguardia che riscosse una grande fortuna per svariate ragioni: il Surrealismo non era vincolato ad uno stile unico e immediatamente riconoscibile ma, si preferì servirsi di una varietà di formule espressive e tecniche, anche molto diverse tra loro. Possiamo
ricordare inoltre che, l’avanguardia, emerse in ambito letterario grazie al poeta André Breton, per poi sconfinare in ogni aspetto della ricerca
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creativa. Un percorso simile a quanto accaduto al Futurismo. L’obiettivo era la totalità. André Breton nel Manifesto del Surrealismo pubblicato nel 1924 diede una definizione del movimento: «Surrealismo: s.m., automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere sia verbalmente che per iscritto il funzionamento reale del pensiero. […] Il Surrealismo si fonda sull’idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme d’associazione finora trascurate, sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero.» Queste teorie del poeta Breton ebbero come punto di riferimento il saggio L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud che spiegava che durante la notte, nel sogno cadono le inibizioni, vengono rimossi i freni imposti dalla morale corrente e, in quel preciso momento, noi ci sveliamo a noi stessi: comprendiamo cosa siamo veramente. L’inconscio sale in superficie ma non si palesa in modo limpido, ma richiede di essere interpretato, ecco spiegato del perché al risveglio il più delle volte ricordiamo i sogni come pure rivelazioni: assurde, impossibili,
eppure reali. Da qui nasce la realtà surrealista, che crede nel primato dell’immaginazione in antitesi al conformismo della vita borghese. Si basava sull’abbattere la morale corrente sostituendola con l’esaltazione del desiderio, della sensualità, dell’erotismo e lo svelamento delle pulsioni represse che avrebbero guidato il mondo verso una nuova for-
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ma di vita. I surrealisti fecero della provocazione, e molto spesso anche dello scandalo, una pratica consueta; infatti, dinanzi ad un dipinto o a una scultura surrealista, è facile provare un sentimento ambiguo. Sono
immagini che sovvertono le nostre consolidate abitudini visive, dissacrano iconografie secolari1 o inscenano metafore di un erotismo torbido2. I surrealisti convinti del valore della casualità elaborarono un gioco
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collettivo. Riuniti intorno ad un tavolo, i partecipanti scrivevano o disegnavano su un foglio: passando di mano in mano tale foglio, se ne ripiegava una parte, in modo da celare il suo contenuto. Così ciascun giocatore continuava la frase o l’immagine ma restando ignaro di quella precedente. Alla fine, il foglio esibiva la somma dei singoli interventi in tutta la loro assurdità.
René Magritte
Magritte è stato uno dei più importanti esponenti del Surrealismo e, nonostante la rappresentazione all’interno delle sue opere di soggetti apparentemente realistici, la grandezza dell’artista si risconta nella trasformazione del quotidiano in illusione e in sogni, scovando significati insoliti e scontrandosi con la ragione. «La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione» una delle affermazioni di Magritte, un continuo interrogarsi su dove si trovi il confine tra reale e finzione. Famose soprattutto le opere piene di enigmi de Il tradimento delle immagini e La condizione umana. Nel primo3 è rappresentata una pipa ma la scritta sottostante recita: “Questa non è una pipa”. Si crea un conflitto tra l’enunciato e l’immagine, poiché vediamo un oggetto ma la frase lo smentisce: nonostante tutto ha anche ragione, poiché si tratta solo dell’immagine di una pipa, e non di una pipa vera
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e propria. In La condizione umana4, l’artista si interroga sui modi e sui limiti della percezione della realtà: un dipinto poggiato su un cavalletto dinanzi ad una finestra riproduce il paesaggio circostante, ma è quasi impossibile distinguere quello reale da quello dipinto, se non fosse per minimi dettagli come il bordo della tela.
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Ernst nel corso della sua attività artistica sperimentò in simultanea più registri stilistici, inventando anche soluzioni grafiche e pittoriche come logica conseguenza dell’automatismo. Nel 1925 elaborò la tecnica del frottage: sovrapponendo un foglio a oggetti diversi ne registrva i sottili rilievi con la semplice pressione della matita. Dopo due anni seguì il grottage: in cui le texture degli ogetti emergevano dal raschiamento di diversi strati di colori sovrapposti tra loro. In seguito realizzò quadri stendo la tela sul pavimento e gettandovi sopra una grossa corda impregnata di pigmento in polvere, la cui traccia informe diventava il punto di avvio per la costruzione dell’opera5.
Tramite queste tecniche Ernst creò immagini e opere che sembravano scaturire dal mondo onirico. Da ricordare come per l’artista surrealista ribadì più volte la grande importanza del Trattato della pittura di Leonardo da Vinci, in particolare, egli alludeva al passo in cui l’artista invitava i colleghi a stimolare la propria fantasia.
Fu insieme a Magritte una delle personalità più importanti del Surrealismo, oltre ad essere una delle più eccentriche della storia dell’arte e noto soprattutto a livello mondiale. Ricordato anche per il suoi approccio all’avanguardia con il metodo paranoico-critico, basato su immagini doppie che, a seconda di come le si osserva, acquistano aspetti e significati tra loro incongrui, come nel caso dell’opera Volto paranoico. Dalì rappresenta l’artista in cui si riassumono le componenti più appariscenti del Surrealismo. L’anticonformismo spinto sino allo scandalo così come il desiderio di guadagnare la ribalta della notorietà costituirono sempre degli ostacoli alla sua permanenza nel movimento, al punto che nel 1934 Breton ne sancì l’espulsione, anche se a quella data Dalì si era già imposto sulla scena artistica grazie a una pittura dagli effetti potentemente illusionistici, dove l’esasperata rifinitura rafforzava visioni allucinate e plausibili solamente nel mondo onirico. 6
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«il SURREALISMO si fonda sull’idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme d’associazione finora trascurate, sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero.»
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