Ultr'Azzurro Gennaio 2012

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Direttore Editoriale

Gennaro Montuori Direttore Responsabile

Antonio Corrado Hanno collaborato:

M. Carratelli P. Casale M. Cucco I. Della Ragione C. Montuori M. Pesce R. Tagliamonte In redazione:

Cinzia Montuori I servizi fotografici sono di:

Agenzia Mosca R. Esposito

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EDITORIALE

6 L’URLO DEL “PIRATA” 30 PALERMO NAPOLI 8 L’ANGOLO DELL’INSOLENTE 32 NAPOLI

CESENA

10 LA CHIAVE TATTICA

Copertina e poster di:

R. Esposito

Impaginazione e ideazione grafica:

Gennaro Uccello tel. 328.3359262 Per la pubblicità su questo mensile rivolgersi alla redazione di:

Tifosi Napoletani MUGNANO (NA) Via Cesare Pavese, III trav. 2/A tel/fax 081 745 14 33 Gli articolisti forniscono la propria prestazione a titolo spontaneo, gratuito e assumendos la responsabilità.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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36 NAPOLI BOLOGNA

VARGAS 14 EDUARDO TURBOMAN

40 SIENA NAPOLI

PUNTO 16 IL SUL MERCATO

ARBITRI 44 INCONTRO E CALCIATORI

GIOCATORE DEL MESE: 48 SPORT & SPETTACOLO 20 IL GORAN PANDEV IN CAMPO

22 I CONTI IN ORDINE 24 LA FOTO DEL MESE

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Per ricevere a casa UltrAzzurro basta pagare le spese di spedizione inviando un vaglia postale di € 40,00 intestato a: GENNARO MONTUORI Via Cesare Pavese, III Trav. n° 2/A - 80018 Mugnano (NA). Riceverai il mensile periodicamente a casa tua per un anno (con probabile esclusione di Luglio ed Agosto). la spedizione in 24/48h lavorative è a cura del corriere espresso:

26 NAPOLI GENOA

Stampa di:

DOC 52 TIFOSE NUNZIA BUONANDI SPAZIO 56 LODEI TIFOSI

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C

arissimi lettori eccoci a questo primo appuntamento del 2012. Nonostante la pausa dell’impegno di Champions, il Napoli continua a balbettare in campionato. Il distacco dalle prime tre posizioni e, quindi, dalla zona che vale l’Europa che conta, si è dilatato in maniera quasi incolmabile anche perché la concorrenza è aumentata con gli inserimenti dell’Inter e della Roma che pretendono, adesso, a pieno titolo un posto in champions. La difesa è finita sul banco degli imputati ed un intervento della Società appare indispensabile, così come sostengo dall’inizio del campionato, anche se alla chiusura del mercato di riparazione mancano solo pochi giorni. Al momento anche la partecipazione alla Europa League (vi accederanno la quarta e la quinta classificata) appare complicato. La Coppa Italia potrebbe, però, fare entrare gli azzurri in Europa dalla porta di servizio. L’accesso alla finale e magari la conquista del Coppa varrebbe l’automatica qualificazione alla Europa League e consentirebbe al Napoli di tornare ad alzare un trofeo, anche se la musichetta della Champions ha tutt’altro sapore. In questo numero Mimmo Carratelli si sofferma sul portierone azzurro balzato, suo malgrado, alle cronache per un video che gettava dubbi infamanti sulla sua moralità e, per questo motivo, abbiamo deciso di regalargli la copertina. Con Antonio Corrado, nell’angolo dell’insolente, analizzeremo ai raggi X la difesa azzurra. Vi racconteremo delle ultime voci di mercato a sei giorni dalla sua chiusura. Mauro Cucco ci presenterà l’ultimo arrivato in casa Napoli, Edu Vargas. Raffaele Tagliamonte ci parlerà del ritrovato Goran Pandev. Vi faremo rivivere, attraverso le solite belle foto di Raffaele Esposito, le gare di campionato e di Coppa Italia. In questo numero, l’atteso appuntamento con le belle tifose doc vedrà protagonista la modella Nunzia Buonandi. Vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo con “Tifosi Napoletani” tutti i giovedì, trasmissione che, dalla scorsa settimana, ha traslocato sulle frequenze di Canale 34, una delle televisioni più di qualità dell’emittenza campana, con un parterre ed una veste tutto nuova. Vi ricordo che potrete interagire con la trasmissione e con il nostro giornale anche attraverso il sito web www.tifosinapoletani.it, sempre aggiornato nella nuova veste ricca di news e dove, tra l’altro, potrete vivere in diretta streaming l’appuntamento televisivo del giovedì. Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dal profondo del cuore, forza Napoli.



L’URLO DEL M

organ De Sanctis, abruzzese di Guardiagrele, delizioso paese in collina della provincia di Chieti, 35 anni, 1,90 di altezza, portiere di lungo corso, un fedelissimo dell’Udinese (otto campionati) dopo essere sbocciato nel Pescara, di passaggio nella Juventus (due anni, tre partite) e con esperienze oltre confine, a Siviglia e in Turchia col Galatasaray, si inserisce nella galleria dei portieri del Napoli col “gioiello” del record dell’imbattibilità casalinga centrato nel campionato scorso con 798’, strappando il primato che era di Castellini (762’). Della sua terra d’origine De Sanctis conserva le virtù antiche della saggezza, della vita come lavoro e sacrificio, della solitudine che rafforza il carattere in un paesaggio di rocce, di valloni aspri, di boschi, terra di monti senza una pianura, il respiro del mare lontano. Guardiagrele è una cittadina di pochissimi abitanti, ma di grandi fortificazioni: due Porte di difesa, quattro torri, un torrione. Il posto ideale e segnato per un portiere di calcio, l’uomo più solo della squadra e il difensore estremo. D’Annunzio definì Guardiagrele “la città di pietra”. Un posto duro che tempra il carattere della gente. De Sanctis è un figlio vero della sua terra. Sulle sfolgoranti ribalte del calcio si porta dietro la serietà che ne ha fortificato la giovinezza, l’impegno costante, i gesti semplici, il carattere leale. Giocando in un ruolo che ha creato leggende, dai gatti volanti ai giaguari, dai kamikaze ai Nembo Kid, dai ragni neri a Batman, non ha tradito le sue origini solide e non s’è fatto affascinare dalle parate spettacolari. Il portiere non deve dare spettacolo, deve dare sicurezza. Questo è il suo credo. Il piazzamento, i movimenti essenziali, l’occhio attento, il coraggio asciutto senza “fare scena”. Un portiere abruzzese senza svolazzi e fantasie per la platea. Un portiere solido come sono solidi gli uomini dell’Abruzzo. E’ per questo suo carattere e per l’essenzialità delle sue parate che Morgan De Sanctis, tutt’altro che un pirata, semmai un vigile guardiacoste, si sottrae agli occhi della critica e la confonde. Non è un portiere matto, di quelli che piacciono ai fotografi. E’ un portiere tranquillo, la dote migliore per ridurre al minimo i rischi e gli errori. L’anno scorso, giocando tutte le partite, è stato il secondo portiere meno battuto della serie A dopo il milanista Abbiati. Il Napoli ha in De Sanctis un “punto fermo”. Sempre presente. La continuità del rendimento medio-

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“PIRATA” Mimmo Carratelli

alto ne fa uno dei portieri più affidabili. Su di lui il Napoli ha costruito molti successi. Le sue parate sono state la “premessa” delle imprese azzurre. Nella sua prima stagione nel Napoli mantenne la porta inviolata in 15 gare (7 vittorie e 8 pareggi). L’anno scorso protesse il pareggio di Firenze (1-1) sventando la palla-gol di Gilardino che sarebbe costata la sconfitta. Contro il Catania difese l’1-0 negando a Morimoto la rete del pareggio. All’andata, sul campo siciliano, aveva compiuto quattro interventi miracolosi che consentirono al Napoli di uscirne imbattuto (1-1). Anche al Lecce (1-0) negò la palla del pareggio sull’occasione di Piatti. E fu decisivo nel 2-2 col Bari e nello 0-0 col Brescia (paratissima su Caracciolo). Al debutto in serie B col Pescara, parò un rigore a Christian Vieri. Nel primo campionato col Napoli non dimenticò quella sua prima prodezza e nelle prime quattro giornate del girone di ritorno sventò tre rigori contro Miccoli (0-0 a Palermo), Lucarelli (2-0 al Livorno) e Di Natale (1-3 a Udine). Quest’anno, in Champions, ha sventato il rigore di Gomez salvando al San Paolo l’1-1 col Bayern. Le sue parate continuano ad essere un messaggio di tranquillità. Ora fate il vostro gioco sembra dire dopo avere calamitato il pallone consegnandolo ai compagni. Il Napoli l’ha preso dal Siviglia per 1,5 milioni di euro. E’ il 54° portiere della storia azzurra. Ai primi posti, per presenze, Bugatti (256 partite), Sentimenti II (227), Castellini (202), Taglialatela (194), Cavanna (152), Carmignani (144), Zoff (143), Chellini (121), Casari (107), Bandoni (106), Iezzo (104), Galli (98), Garella (88), Pontel (82), Giuliani (64). De Sanctis ha già collezionato, a tutto gennaio, 96 presenze ed è lanciato a battere il numero di presenze di Casari, il portierone bergamasco degli anni Cinquanta che giocò tre campionati in maglia azzurra. De Sanctis andò alla Juve nel 1997 per 10 miliardi, ma divenne protagonista nell’Udinese con 194 partite in otto campionati. Nel 2000 è stato campione d’Europa con la nazionale under 21. Portiere al Siviglia e al Galatasaray prima di rientrare in Italia per vestire la maglia del Napoli. Terzo portiere in nazionale con Marcello Lippi e con Donadoni. Convocato per la Federations Cup in Sudafrica. In panchina nel Mondiale 2010. Tre presenze in nazionale: nel secondo tempo di Italia-Islanda 0-0 (30 marzo 2005), in Italia-Moldavia 2-1 (12 ottobre 2005),

in Grecia-Italia 1-1 (19 novembre 2008). Il primo grande portiere del Napoli è stato Giuseppe Cavanna, vercellese del 1905. Giocò tutta la sua carriera nel Napoli dal 1929 al 1935. Fu il primo “giaguaro”, nomignolo che gli dettero i tifosi napoletani. Spesso giocava con una coppola in testa. Indimenticabile Arnaldo Sentimenti II, modenese, che si legò a Napoli per tutta la vita. Abitava in una bella casa al Vomero, la collina dove visse per più di sessant’anni, dal 1934 al 1997. Fu un portiere “pararigori”. Ne parò a Bernardini e a Piola. Nel 1941-42 parò sei rigori di fila. Di Bepi Casari rimase famosa una parata col sedere, al Vomero, impedendo a Praest di segnare il 3-0 per la Juve favorendo la rimonta del Napoli (3-2). Bruno Pesaola considera Ottavio Bugatti, milanese di Lentate sul Seveso, il miglior portiere della storia del Napoli. Da Lauro fu accolto con una battuta crudele: “Sono sicuro che Jeppson segnerà tanti gol da rimediare a quelli che prenderà questo Bugatti”. Era chiamato “il gatto magico”. Giocò nel Napoli dal 1953 al 1961. Claudio Bandoni, lucchese di Ponte a Moiano, giocò tre campionati nel Napoli, dal 64 al 67, senza saltare una partita. Vantò un ruolino magnifico: 106 gare, imbattuto 58 volte. Nella stagione 64-65 non subì gol in sette partite consecutive. Il Napoli lo prese per 75 milioni dall’Inter. Dino Zoff, soprannominato Nembo Kid, venne a prenderne il posto nello scambio che portò Bandoni al Mantova (più 120 milioni alla società lombarda). Il Napoli vinse la concorrenza del Milan. Zoff giocò 143 partite di seguito lasciando che, in panchina, lo guardassero incantati Cuman e poi Trevisan, i portieri di riserva. Nel campionato 1970-71 rimase imbattuto dalla prima giornata per 590 minuti. Fu ceduto alla Juventus per 320 milioni e il Napoli ebbe dal club bianconero Carmignani, il popolarissimo Gedeone chiamato “mani di fata” per la presa difettosa. Luciano Castellini, milanese, portiere del Torino di Pulici e Graziani, campione d’Italia 1976, sbolognato dal club granata a 33 anni dopo otto stagioni, visse a Napoli una seconda giovinezza giocando sette campionati. Alla vigilia delle partite indossava lo stesso pigiama. Teneva la porta sempre sgombra di ogni oggetto: non vi lasciava cadere mai né i guanti, né il cappellino. Portava le ginocchiere e i pantaloncini imbottiti di gommapiuma. Il suo hobby erano le passeggiate a cavallo in montagna. Ri-

messo in sesto dal clima mediterraneo, giocò sino a 40 anni, smettendo nel 1985. Soprannominato “il giaguaro” per la specialità di piombare sugli attaccanti, Castellini era un portiere d’azzardo, protagonista di parate volanti e spettacolari, di uscite fulminee e coraggiose sui piedi degli avversari. Nel Napoli non subì gol in 94 delle 202 partite di campionato. Nel primo anno, rimase imbattuto per 586 minuti. Nel 1981-82 segnò il record di imbattibilità casalinga dei portieri del Napoli: 762 minuti consecutivi senza prendere gol al “San Paolo”. Zoff si era fermato a 657’. De Sanctis ha fatto meglio. Un portiere di casa è stato Giuseppe “Pino” Taglialatela, ischitano, cresciuto nel vivaio azzurro e ammaestrato da Luciano Castellini, per otto campionati nel Napoli. Volava tra i pali e fu chiamato Batman. I portieri dei due scudetti sono stati Claudio Garella e Giuliano Giuliani. Garella, torinese, giunse dal Verona nel 1985. Vinse lo scudetto dell’87. Parava con tutte le parti del corpo incorrendo in qualche “garellata”. Rimasero famosi un suo intervento col sedere e uno in rovesciata per salvare la porta. Fu liquidato con Bagni, Ferrario e Giordano dopo la “congiura” contro Ottavio Bianchi. Tre stagioni in azzurro. Giuliani, romano, è stato uno dei portieri italiani meno battuti. Col Napoli vinse il campionato 89-90 e la Coppa Uefa 1989. Disegnava capi d’abbigliamento sportivo. Famose le maglie coloratissime che fece indossare ai portieri Pagliuca, Taffarel, Galli, Peruzzi. Per sé, a Napoli, disegnò una sgargiante maglia con un cerchio sul petto e, dentro, una stella gialla a cinque punte. Giovanni Galli, pisano, longilineo (1,87), con sublimi trascorsi alla Fiorentina e al Milan, arrivò a Napoli, dal club rossonero, nel 1990, a 32 anni. C’era ancora Maradona e Galli si tolse un tormento: averlo contro. Il pibe lo aveva beffato con due pallonetti memorabili sia da portiere della nazionale che del Milan. Rimase tre anni nel Napoli. Un altro portiere di casa è stato Gennaro Iezzo, stabiese, all’undicesimo posto fra i portieri azzurri di tutti i tempi. Rinunciò alla serie A per giocare nel Napoli (in serie C). Nel 200506, protagonista della promozione in serie B con appena 18 gol subìti in 32 partite. In B contribuì a fare della difesa azzurra la meno battuta. Portiere di sicuro rendimento, legatissimo al Napoli. Oggi tra questi grandi del passato c’è anche lui, De sanctis che del “pirata” ha solo il nome, Morgan.

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L’ANGOLO DELL’ D

a sempre le squadre che vincono campionati o giungono nei primi posti o si aggiudicano trofei sono quelle che prendono meno gol. Non è un caso se negli ultimi otto campionato sette volte hanno vinto lo scudetto le compagini con la migliore difesa. A mettere sotto accusa la difesa azzurra non sono soltanto i numerosi errori di cui si sono resi protagonisti i difensori partenopei ma sono, soprattutto, i numeri che, impietosamente, fotografano il momento non certo felice che vive la retroguardia partenopea: peggiore difesa interna dopo Lecce e Novara (le ultime due della classe), decima difesa per quanto riguarda il computo complessivo delle reti subite, peggio addirittura di squadre come Fiorentina, Cagliari e Siena. Che l’organico azzurro avesse qualche problema, specialmente nel pacchetto arretrato, mi ero permesso di sottolinearlo già a luglio nel ritiro di Dimaro dopo avere dato un’occhiata anche ai nuovi arrivi. In molti fecero la faccia “brutta” come se avessi detto chissà quali eresia anche se, adesso, sembrano avere cambiato opinione. Per individuare le colpe delle falle difensive, qualcuno ha proditoriamente puntato il dito contro il tecnico che, a dire il vero, mi sembra il meno colpevole anche alla luce delle reti che puntualmente subisce il Napoli. Per la maggior parte i problemi per De Sanctis scaturiscono più da errori dei suoi compagni che non dalla bravura degli avversari. Basta andare a rivedersi le 20 reti subite in campionato dai partenopei per averne la conferma. A precisa domanda su quali siano i reali problemi della difesa del Napoli, Walter Mazzarri ha correttamente e

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INSOLENTE

Antonio Corrado

sinceramente risposto sottolineando come l’attuale centrocampo azzurro dia oggi, rispetto alla scorsa stagione, minore copertura alla difesa avendo nelle sue corde più qualità che quantità. Il tecnico napoletano ha, poi, sottolineato come, quest’anno, le “distrazioni” difensive siano diventate quasi una costante. Problema di minore copertura da parte del centrocampo ma anche maggiori errori da parte dei difensori. Un’opinione ampiamente condivisibile anche attraverso un attento esame del pacchetto arretrato azzurro: De Sanctis, vice Buffon, più che fare miracoli non può; Campagnaro è stato costretto a fare gli straordinari, non avendo nessuna valida alternativa, ed adesso sta pagando un inevitabile calo di forma; Cannavaro è dall’inizio della stagione che stenta a riprendere il rendimento che aveva avuto nell’ultimo campionato; Aronica fa quello che può, anche di più, ma non ha i mezzi tecnici per assicurare un adeguato rendimento ad una squadra che è tra le prime sedici d’Europa e mira a raggiungere il podio in campionato; Britos ancora non siamo riusciti a vederlo; Fernandez, centrale difensivo, ha giocato soltanto una volta nel suo ruolo (a Monaco contro il Bayern) e poi è stato sempre adattato come esterno a destra; Fideleff ha dimostrato di non essere assolutamente pronto per un campionato come quello italiano; Grava, 36enne reduce da un delicato intervento al crociato anteriore, è praticamente in naftalina. Con questo quadro difficile potersi aspettare di meglio. Quello che stupisce è che ne Bigon ne tanto meno De Laurentiis abbiano ravvisato la necessità di intervenire sul mercato per regalare a Mazzarri almeno due difensori: un esterno a sinistra ed un’alternativa a Campagnaro a destra risultando Fernandez un centrale e, quindi, naturale sostituto di Cannavaro. Il mercato resterà aperto fino a fine mese e qualcosa si potrebbe ancora fare per tappare le falle difensive ed evitare di fare la stessa fine della Costa Concordia!

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LA CHIAVE Dal mercato di gennaio un 4-2-3-1

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rima di entrare nel valutazione di come sarà il mercato del Napoli ed i riflessi che avranno gli interventi effettuati dalla Società, vorrei tornare indietro nel tempo, a quando i responsabili del mercato del Napoli sostenevano che a gennaio era inutile acquistare poiché c’era poco materiale valido su cui investire. Incredibilmente si ribaltava la realtà, come spesso succede a Napoli. Si affermava che un giocatore non avrebbe avuto il tempo di ambientarsi, portando con se, inoltre, turbamenti e tensioni in un spogliatoio già coeso e amalgamato. Andatelo a raccontarlo al Milan, che, del mercato di metà anno, sembra di averne fatto un momento importante e fondamentale delle proprie strategie. Molto probabilmente la dirigenza milanista ha capito che il mercato di gennaio ti offre moltissime occasioni a costi più contenuti, contrariamente a ciò che affermavano i dirigenti azzurri ( vedi i vari Tevez, Borriello, Quagliarella, Pato, Amauri, ,Pizzarro, Maxi Lopez per citarne alcuni ). Ma la cosa più importante al mercato invernale, però, è che ogni squadra ha ben consolidata la propria classifica e, quindi, sa benissimo dove si dovrà intervenire ed in vista di quali obiettivi reali da raggiungere, e non per quelli che a luglio potevano essere solo auspicabili. In un certo senso il compito degli operatori di mercato é semplificato dalla realtà della classifica. Chiaramente chi é in testa alla classifica, per esempio, sa che deve operare scelte di un certo livello per mantenere la propria posizione, cercando di potenziarsi, quanto meno come i diretti concorrenti ( teoria del Velista). “Teorie solo teorie” affermava il DS azzurro, ma, come qualcuno del passato enunciava ( mi sembra Keynes) .”ogni teoria deve essere dimostrata dai numeri” . E sono i numeri che hanno condannato il mercato di gennaio fatto dal Napoli nel passato: infatti la compagine azzurra ha perso sempre le posizioni di vantaggio acquisite sugli avversari nella prima parte del campionato. Persino l’ anno scorso, nel miglior campionato giocato dal Napoli nella storia del dopo fallimento, i partenopei hanno dovuto cedere qualche posizione rispetto al Milan ed all’Inter. È vero che il Napoli ha centrato comunque un risultato clamoroso, ma é lecito pensare che se a Napoli, oltre a Mascara, fosse giunto qualche altro calciatore importante, molto probabilmente si poteva sognare qualcosa di più. Per esempio, probabilmente, il Milan, senza Van Bommel e Cassano, non avrebbe vinto il campionato e l’Inter non si sarebbe ripreso il secondo posto senza ai gol di Pazzini. Inoltre questi giocatori, contrariamente ai luoghi comuni, hanno potuto anticipare il loro inserimento di un anno nelle strutture tattiche delle loro nuove società: vedi Matri nella Juve, Cassano nel Milan e Pazzini nell’Inter, che hanno potuto godere del vantaggio di conoscere già l’ambiente ed i compagni, facendo una partenza eccezionale. Ma torniamo al mercato degli azzurri che smentendo le proprie tesi del passato, ha piazzato un botto di fine anno acquistando il vice pallone d’oro sudamericano Vargas. Un giocatore che va a rinforzare l ‘attacco azzurro sia dal punto tattico che tecnico. Il Napoli che sta uscendo dal mercato di gennaio sembra molto simile a quello progettato da Mourinho all’Inter con giocatori come Pandev e Balotelli a fare da riserve a Etó, Milito e Sheneider. Quel progetto tattico che sembrava orientato al rafforzamento dell’attacco in termini di alternative ai titolari fu, invece, l’occasione per Mourinho di scoprire nuove alternative tattiche che prevedevano l’utilizzo di Sheneider alle spalle di tre attaccanti. Mi

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TATTICA

Pasquale Casale

stile Mourinho? piace ricordare che il sottoscritto aveva intuito cosa aveva in testa l’allenatore nerazzurro e lo aveva scritto prima della gara che l’Inter doveva giocare a Napoli, qualche giorno prima del match di champions contro il Chelsea di Ancellotti. Credo che a Napoli si sia creata la stessa situazione con cinque grandi attaccanti in squadra a disposizione di Mazzarri. Sicuramente il tecnico azzurro non azzarderà subito l’utilizzo di quattro attaccanti contemporaneamente ad inizio gara. Questo strumento tattico potrebbe essere utilizzato probabilmente a partita iniziata, in alcune occasioni particolari, passando dalla difesa a tre centrali a quella con due centrali in un 4-2-3-1 sul modello interista: con Aronica schierato alla Chivu che in possesso di palla può scivolarein mezzo (con Cannavaro e Campagnaro) per compensare il movimento di Maggio stile Maicon a destra in centrocampo Gargano e Inler con il rombo d’attacco con Hamsik modello Scheneider dietro i tre tenori Pandev ad interpretare se stesso a destra, Cavani nelle vesti di Milito al centro dell’attacco e per finire Lavezzi o Vargas a sinistra nel ruolo di Etòò (vedi schema n.1). pL’alternativa sarebbe anche passare anche ad un 3-3- 4 offensivo con Maggio sulla linea di Pandev Cavani e Lavezzi con Hamsick alle spalle con Gargano ed Inler a supporto. vedi schema n.2 e n. 3 Il problema per poter giocare con questo sistema (anche solo a partita iniziata) sta nel fatto che in mezzo al campo il Napoli ha un giocatore più predisposto all’organizzazione che non all’interdizione (Inler) mentre all ‘Inter in centrocampo vi erano prevalentemente Zanetti e Cambiasso due ottimi intenditori che garantivano grande copertura della difesa senza disdegnare di sostenere l’attacco. In questa ottica sembrerebbe opportuno cercare nel mercato invernale un calciatore con caratteristiche fisiche, tattiche e agonistiche molto simili a Gargano ( magari più temporeggiatore) per sostituirlo quando questi debba fermarsi, ma soprattutto per poter schierare un squadra con Hamsik più tre attaccanti. Nella rosa del Napoli comunque c’è Zuniga che potrebbe anche giocare da mediano d’interdizione, avendo tutte le caratteristiche sopra descritte. So che difficilmente Mazzarri si staccherà da un sistema di gioco che ha dato tante soddisfazioni, sia a Napoli che in altre squadre anche se, la difesa con due centrali é stata utilizzata spesso in situazioni, a parer mio, più complicate. In particolare quando il Napoli doveva recuperare il risultato. Questo dimostra che le difficoltà a cambiare sono più di natura psicologiche che tattiche, e cioè, si cambia quando sulla gara non grava la responsabilità del risultato positivo: per dirla in modo più semplice quando il risultato é già compromesso si può osare poiché non c’é più niente da perdere. Io sono convinto che Mazzarri abbia nella testa qualcosa del genere, sa benissimo che se vuol recuperare deve schierare i calciatori più importanti e siccome questi hanno caratteristiche più offensive, per farli giocare insieme, dovrà formare una squadra con una formazione più statica ricercando gli equilibri nel reparto di difesa con una grande copertura in centrocampo. Insomma nel futuro del Napoli vedo una perfetta sintesi tra il Mazzarri e Mourinho pensiero.

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EDUARDO VARGA

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S

Mauro Cucco

“C

ol Napoli voglio vincere tutto. Sono felicissimo di essere qui. Sono pronto per giocare e dare subito il massimo”. Si è presentato con queste poche e semplici parole Eduardo Jesus Vargas Rojas, per gli amici soltanto Edu Vargas, ovvero il neo-acquisto del Napoli. Cileno, ventidue anni, trequartista ed attaccante al tempo stesso, alto 1.75 cm per 70 kg, Vargas è il nuovo astro nascente del calcio sudamericano che la società partenopea s’è assicurata sborsando una cifra pari ad 11 milioni di euro per averlo, soprattutto dopo che il talent-scout Maurizio Micheli ha trascorso un mese intero a Santiago del Cile per visionarlo, trattarlo ed infine prelevarlo dall’Universidad de Chile. “Turboman”, “Varguita”, “La Joya”, “El Genio azul” sono solo alcuni dei soprannomi che gli sono stati simpaticamente affibbiati dalla stampa cilena, ma il nuovo Alexis Sanchez ha confessato di non gradire né tutti questi nomignoli né tantomeno il continuo paragone con l’ex punta dell’Udinese (tra l’altro seguito dallo stesso Napoli un po’ di tempo fa). “Non mi piace essere paragonato sempre a Sanchez per ogni cosa che faccio – ha confessato – Io sono Edu Vargas e voglio essere considerato come tale. Inoltre io ho un solo soprannome, ovvero Edu. Gli altri non mi interessano e non mi piacciono”. Schietto, sincero, per certi versi ancora timido in attesa di insediarsi per bene nello spogliatoio azzurro, ma a Vargas non manca certamente quella personalità che gli consentirà di reggere tutte le pressioni e le aspettative che si sono create attorno a lui fin dal suo arrivo in Italia. Il giovane cileno è un classico fantasista che parte largo sulla destra per poi accentrarsi e calciare in porta come fosse una seconda punta. E’ rapido quasi quanto il Pocho Lavezzi ma, a differenza dell’argentino, non è quel giocatore che arretra fino alla propria metà-campo per raccogliere la sfera e puntare la porta avversaria. Buona tecnica di base (a Castelvolturno ha già fatto notare la sua bravura nel calciare le punizioni), ottima scaltrezza e visione di gioco, le due qualità che però eccellono in Vargas sono il tiro ed il fiuto del gol (31 reti in 78 presenze nel campionato cileno). Edu giunge a Napoli già da vincente avendo conquistato nell’arco di tutto il 2011 i tornei di Apertura e Clausura più la Copa Sudamericana (di cui è stato capocannoniere con 11 gol segnati). Nella corsa al Pallone d’Oro del Sudamerica è risultato secondo solo al brasiliano Neymar e in patria, lui che ha cominciato la sua carriera da un reality show televisivo, gode di tantissima considerazione tant’è che ha già collezionato 8 presenze con la Nazionale maggiore (e 2 gol) dopo aver vinto il Torneo giovanile di Tolone nel 2009 con l’Under 20. Dunque, l’ingaggio di Vargas rappresenta il chiaro segnale che questo Napoli dei tre tenori fa sul serio: gli azzurri sono l’unica società ad aver speso finora una cifra superiore ai 10 milioni di euro e con il tridente delle meraviglie Hamsik-Cavani-Lavezzi, il ritrovato Pandev e la freschezza dell’ultimo arrivato è pronto a rilanciarsi in campionato sfoderando un vero e proprio attacco a cinque stelle. Un Napoli con un attacco a tutto…Vargas!

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IL PUNTO SUL P

iù si avvicina la chiusura di questa sessione invernale di calcio mercato, più si rincorrono voci e trattative. Un po’ tutti i Club sono alla ricerca del colpo giusto per migliorare l’organico perché qualsiasi rosa si ha a disposizione è pur sempre migliorabile. Il Napoli, dopo avere aperto col botto il mercato, con l’acquisto di Edu Vargas, si è limitato ha sfoltire la rosa con le cessioni di Mascara e Rinaudo al Novara e quella di Santana che si dovrebbe concretizzare a breve. Con l’attacco praticamente a posto con Cavani, Lavezzi, Pandev e Vargas ed un centrocampo che vive sempre su equilibri precari legati alla “scommessa” Donadel, il reparto che dovrebbe essere migliorato resta la difesa: De Sanctis è una garanzia; Campagnaro, finché la condizione fisica lo sorregge, è giocatore di tutto affidamento ma non può tirare la carretta fino a fine stagione ed un suo sostituto, a tutt’oggi, in rosa non esiste considerato che le uniche alternative si chiamano Grava, 36enne reduce da un intervento al legamento crociato, e Fernandez che di ruolo è un centrale difensivo e mal si adatta come esterno; Cannavaro stenta a ritornare il grande giocatore ammirato la scorsa stagione e che per tanti addetti ai lavori avrebbe meritato la convocazione in Nazionale e la sua alternativa è Fernandez che, però, Mazzarri ha impiegato soltanto una volta in quel ruolo (a Monaco contro il Bayern); a sinistra le dolenti note dove Britos, che nei piani di tecnico e Società doveva essere il titolare, non ha praticamente mai giocato a causa dell’infortunio subito ad agosto nell’amichevole con il Barcellona. Al suo posto Aronica, encomiabile sotto il profilo dell’impegno ma tecnicamente non all’altezza di una squadra che ha grandi ambizioni in Italia ed in Europa. Il giovane ed acerbo Fideleff in questo momento non può nemmeno essere preso in considerazione palesando enormi limiti. Con questo scenario ci saremmo aspettati, e tuttora ci aspettiamo, un adeguati intervento da parte della Società anche se le voci di mercato che riguardano il Napoli parlano più che altro di centrocampisti ed attaccanti ma di nessun difensore: Muntary, El Kaddouri, Mudingayi e Gabbiadini gli ultimi nomi accostati al Club azzurro. Ma di difensori nemmeno l’ombra e forse proprio con un difensore si potrebbe chiudere il mercato del Napoli, magari con l’arrivo di Chivu.

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IL GIOCATORE

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DEL MESE

Raffaele Tagliamonte

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enti presenze di cui dieci partendo dalla panchina, 931 minuti giocati, di cui oltre la metà nell’ultimo mese e mezzo, e sei reti all’attivo, negli ultimi cinquanta giorni. Questo lo score di Goran Pandev, il macedone approdato all’ombra del Vesuvio dopo alcune stagioni anonime in maglia nerazzurra. La cura Mazzarri ha avuto effetti miracolosi ed il neo attaccante azzurro, progressivamente, si è andato conquistando sempre più la considerazione del tecnico ritagliandosi sempre più spazio in campo. Un settembre incolore, che aveva presentato un Pandev lento ed impacciato, seguito da un ottobre nero passato tutto in infermeria e senza giocare nessun minuto, eccetto i 51’ giocati al Meazza contro l’Inter il primo del mese, avevano fatto storcere il naso a molti sulla bontà dell’operazione che aveva portato il macedone a Napoli. Piano piano, però, Pandev ha riacquistato una condizione fisica accettabile che ha restituito al campo un giocatore praticamente nuovo: grande tecnica, difesa impeccabile della palla, elevata visione di gioco, propensione agli assist ed un notevole feeling con il gol hanno fatto salire vertiginosamente le quotazioni dell’ex interista. La doppietta contro la Juventus, a fine novembre, ha di fatto consacrato il ritorno al calcio di Goran Pandev. Le gare di dicembre e quelle di gennaio hanno confermato la bontà del giocatore che, adesso, per Mazzarri, è diventato qualcosa di più di una semplice alternativa ai tre “tenori” che, a questo punto, faranno bene a guardarsi dalla concorrenza del macedone. L’esplosione del giocatore ha, però, attirato l’attenzione sul futuro di Pandev: arrivato in azzurro con la formula del prestito secco con il Napoli che si è accollato parte dell’ingaggio, 1,5 milioni di euro, mentre i restanti due sono stati pagati da Moratti. Con questa situazione, a fine stagione, il ritorno di Pandev ad Appiano Gentile sarà inevitabile. Difficile ma non impossibile trattenere l’attaccante a Napoli. Il costo del cartellino, infatti, unitamente ad un ingaggio che sfonda abbondantemente il tetto fissato dal Presidente De Laurentiis, con i 3,5 milioni di euro percepiti da Pandev, sembrano lasciare pochi margini di trattativa. L’accordo con il club nerazzurro si potrebbe raggiungere su una cifra intorno ai 9 milioni ma il nocciolo del problema sarebbe sempre legato all’ingaggio del macedone. Una volta raggiunto l’accordo tra i due Club, Pandev avrebbe nelle mani il suo destino: un notevole taglio al suo ingaggio gli potrebbe consentire di restare in azzurro e di potere recitare ancora un ruolo da protagonista nel mondo del calcio. Al contrario il suo ritorno nella grigia Milano lo relegherebbe nuovamente ai margini di una squadra che ha dimostrato di non credere più in lui.

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I CONTI IN S

e sul campo, almeno in campionato, il Napoli denota qualche problema, non altrettanto si può dire per quanto riguardi i conti del Club di De Laurentiis. Un bilancio sano e positivo caratterizza, a dispetto delle altre grandi Società italiane, il sodalizio azzurro tanto da meritare anche i complimenti del Presidente della Figc Abete. Conti in ordine che danno, tra l’altro, idea di quelle che sono le strategie della Società. Un bilancio che, ricordiamolo, così come per tutte le società di calcio, segue le date della stagione sportiva e quindi va dal 30 giugno 2010 al 30 giugno 2011. Negli ultimi tempi qualcuno si è preso la briga di parlare di bilancio senza, però, fare un’analisi completa dei conti del club ma soffermandosi unicamente sulla voce che vedeva riconoscere al Consiglio di Amministrazione un compenso 2.999.000 euro. Una cifra che potrebbe sembrare esagerata e dare adito a qualche mugugno considerato che del Consiglio di amministrazione fanno parte quattro componenti della famiglia De Laurentiis, con il Presidente Aurelio, la moglie Jacqueline Marie Baudit, i figli Eduardo e Valentina ed il dott. Chiavelli ma che, tuttavia, merita alcune precisazioni: il ruolo di amministratore comporta un impegno e delle responsabilità ruolo che in nessuna società non prevede compensi; per cinque anni il consiglio di amministrazione del Napoli non ha percepito alcun compenso, e se si divide l’importo erogato quest’anno per i cinque anni e poi per i cinque consiglieri viene fuori un compenso aderente alle cifre di mercato. Fatte queste doverose precisazioni per dare una corretta informazione ai tifosi, diviene importante soffermarsi su altri punti che faranno certamente contenti i supporters partenopei. Per il quinto anno consecutivo il Club di De Laurentiis chiude i conti in utile. Rispetto all’ultimo bilancio il Napoli ha incrementato il suo fatturato del 18% superando i 131 milioni di euro. Fatturato che si è accresciuto grazie ai notevoli incrementi degli incassi ai botteghini, circa il 28,7%, passati da 17 a 22 milioni. Importante anche l’incremento dei ricavi scaturenti da sponsorizzazioni circa il 30% con un fatturato che è passato dai 20 milioni dell’anno precedente ai 27 milioni di euro dell’ultimo bilancio. Notevole anche l’incremento dei proventi provenienti dalla cessione dei diritti televisivi con un più 21% che ha fatto salire i ricavi di questa voce di bilancio da 48 a 58 milioni. Un altro dato di bilancio risulta essere particolarmente indicativo ed è quello relativo al costo del personale. Una voce che per le Società di calcio è formata principalmente dal monte ingaggi dei calciatori. Ebbene, il costo relativo agli stipendi è cresciuto del 33% circa passando dai 35 milioni del campionato 2009/2010 ai 46 del campionato 2010/2011. Questo significa che il Presidente sta cambiando politica e strategia anche per quanto concerne il famoso o famigerato “tetto ingaggi” come testimoniato anche dall’ultimo rinnovo di contratto fatto a Maggio. Numeri quindi che testimoniano lo stato di salute del Club che, dal 2013 in poi, di sicuro non sarà tra le Società che rischieranno l’iscrizione alle competizioni europee per la mancanza dei requisiti di bilancio previsti dal fair play finanziario introdotto da Platini.

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O RDINE

Antonio Corrado

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foto di Raffaele Esposito

LA FOTO DEL MESE



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recupero 1a Giornata 22/12/2011

6

Valeri di Roma 5,5

De Sanctis 6,5 Campagnaro 6,5 Cannavaro 6 (66’ Fernandez s.v.) Aronica 6 Maggio 6 Inler 6,5 Gargano 7 49’ (59’ Dzemaili 6) Zuniga 6,5 80’ Hamsik 6,5 17’ Pandev 6,5 46’ (77’ Lucarelli s.v.) 27’ Cavani 7 12’ A disp.: Rosati, Dossena, Santana, Mascara. All.: Mazzarri 7

1

Frey 5 Mesto 5 Granqvist 5 Dainelli 5 Kaladze 5 (59’ Marchiori 5,5) Rossi 5 Seymour 5 (50’ Merkel 5,5) Veloso 6 24’ Jorquera 6 Caracciolo 5 (84’ Jankovic s.v.) Pratto 5,5 A disp.: Lupatelli, Antonelli, Sampirisi, Ze Eduardo. All.: Malesani 5

NOTE: 27.141 spettatori. Angoli 4-3 per il Napoli. Recupero p.t. 1’, s.t. 0’.

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17a Giornata 08/01/2012

1

Mazzoleni di Bergamo 6,5

Benussi 5,5 Munoz 6 Silvestre 6 Cetto 5,5 Balzaretti 6 Migliaccio 5,5 Della Rocca 5,5 (46’ Acquah 5) Barreto 6 Vazquez 5,5 (46’ Alvarez 5) Budan 6 (68’ Mehmeti 5) Miccoli 6,5 89’ A disp.: Tzorvas, Mantovani, Bacinovic, Pinilla. All.: Mutti 5

3

De Sanctis 6,5 Campagnaro 6,5 Cannavaro 6 Aronica 5 Maggio 6 Inler 6 Gargano 6 (72’ Dzemaili s.v.) Dossena 5,5 60’ Hamsik 6,5 (77’ Zuniga s.v.) 35’ Pandev 7 (82’ Chavez s.v.) 54’ Cavani 7 A disp.: Rosati, Fernadez, Grava, Mascara. All.: Mazzarri 6,5

NOTE: 9.597 spettatori. Angoli 4-3 per il Palermo. Recupero p.t. 2’, s.t. 2’.

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Ottavi di finale 12/01/2012

2

Doveri di Roma 5,5

Rosati 5,5 Cannavaro 5,5 Fernandez 5,5 Britos 5 (74’ Donadel 6,5) Dossena 5,5 Inler 6 (58’ Maggio 6,5) Dzemaili 6 Zuniga 4,5 Hamsik 6,5 Vargas 5 (46’ Pandev 7) 86’ Cavani 6,5 65’ A disp.: Colombo, Fideleff, Grava, Chavez. All.: Mazzarri 5

1

Ravaglia 5,5 Vesi 5,5 Benaluane 6 Rossi 6 Lauro 6 20’ Popescu 6,5 (30’ Parolo 6) Arrigoni 6 (74’ Martinez 6) Colucci 6 (60’ Candreva 6) Ghezzal 6 Bogdani 6 Rennella 5,5 A disp.: Calderoni, L. Arrigoni, Cica, Lolli. All.: Arrigoni 6

NOTE: 28.082 spettatori.

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18a Giornata 16/01/2012

1

Brighi di Cesena 5,5

De Sanctis 6 Campagnaro 5 (56’ Zuniga 5.5) Cannavaro 5.5 Aronica 5,5 Maggio 5,5 (83’ Vargas s.v.) Inler 6 (89’ Lucarelli s.v.) Gargano 6 Dossena 6 Hamsik 6 Pandev 6,5 Cavani 6 71’ rig. A disp.: Rosati, Fernandez, Britos, Dzemaili. All.: Mazzarri 5.5

1

Gillet 6.5 Raggi 6 (72’ Crespo s.v.) Antonsson 6 Cherubin 6 Pulzetti 6,5 (75’ Garics s.v.) Taider 6,5 Mudingayi 6,5 Perez 6.5 Morleo 6,5 14’ Acquafresca 6,5 (72’ Ramirez s.v.) Di Vaio 5 A disp.: Agliardi, Rubin, Krhin, Gimenez. All.: Pioli 6.5

NOTE: 42.956 spettatori. Angoli 9-0 per il Napoli. Recupero p.t. 1’, s.t. 3’.

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19a Giornata 22/01/2012

1

Damato di Barletta 5

Pegolo 7,5 Pesolo 6 Terzi 6,5 Contini 5,5 Vitiello 5,5 Bolzoni 6 D’Agostino 6 (89’ Angelo s.v.) Vergassola 6, Del Grosso 6, Brienza 6,5 (85’ Parravicini s.v.) Calaiò 7 67’ (80’ Destro s.v.) A disp.: Farelli, Belmonte, Reginaldo, Gonzalez. All.: Sannino 6,5

1

De Sanctis 6 Campagnaro 5 (70’ Zuniga 5) Cannavaro 4 Aronica 4,5 Maggio 5 Inler 5 (70’ Dzemaili 5) Gargano 5 (56’ Lavezzi 7) Dossena 6,5 Hamsik 6 86’ Pandev 7 Cavani 5,5 A disp.: Rosati, Fernandez, Britos, Vargas. All.: Mazzarri 6

NOTE: 15.000spettatori circa. Angoli 9-6 per il Napoli. Recupero p.t. 0’, s.t. 4’.

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INCONTRO ARBITRI S

i è svolta a Roma in un albergo presso l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, come accade ormai da alcuni anni, il tradizionale incontro d’inizio d’anno, tra classe arbitrale, i dirigenti, gli allenatori ed i capitani dei club di serie A, alla presenza del presidente della Figc Giancarlo Abete, del presidente dell’Aia Marcello Nicchi, del responsabile della Can A Stefano Braschi, del presidente dell’Associazione calciatori Damiano Tommasi e di quello dell’Associazione allenatori Renzo Ulivieri. Maggior “serenità di giudizio” verso l’operato degli arbitri, nei cui confronti la critica “resta forte”, ma con una “minore cultura del sospetto” questo quanto richiesto dal mondo arbitrale. Sulla metodologia del lavoro e sulle difficoltà dei fischietti è intervenuto il Presidente della Figc: “La discrezionalità c’è solo su alcune aree di intervento - ha sottolineato Abete - come il fallo di mano in area o la volontarietà. Il resto dipende da una valutazione oggettiva, secondo un sistema valido in tutto il mondo. C’è una difficoltà di valutazione ed io noto che spesso anche i telecronisti cambiano posizione dopo una più attenta visione dell’azione. Questo testimonia quanto sia arduo valutare immediatamente quanto accade in campo. Si ha una dimensione di critica sempre forte, ma molto più serena, che capisce le difficoltà del prendere decisioni in frazioni di secondi, meno collegata alla cultura del sospetto. È molto difficile trovare situazioni valutabili in maniera univoca, non è facile avere certezze su spinte e strattoni, che spesso ci penalizzano in Europa perchè in Italia siamo abituati ad abusarne”. Nella riunione, dopo i saluti istituzionali, è toccato al designatore Stefano Braschi fare il punto sulla prima parte del campionato, illustrando i dati elaborati dall’Aia che promuovono la crescita globale del gruppo degli arbitri della Can A: “Abbiamo un gruppo di 20 arbitri in crescita, che dà garanzie a chi gioca e infatti ciascuno di loro non ha mai arbitrato più di due volte la stessa squadra; questo sarà il modo di designare fino a fine stagione. D’altronde non è un caso se abbiamo tre arbitri “Top Level” (Tagliavento, Rizzoli e Rocchi) su venti e dieci internazionali che hanno dimostrato di poter fare gare di livello”. Siamo verso la fine del girone d’andata, la Serie A 2011-12 ha una media di 30.33 falli a partita, con un trend in diminuzione (erano 38.76 nel 200708), in linea con la Champions League (28.00) ed i principali campionati europei (eccezion fatta per la Premier League, al 22.40) anche se Braschi ci

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E CALCIATORI Mario Pesce tiene a precisare: “Anche se cerchiamo di favorire lo spettacolo e fischiare meno - ha avvertito il designatore quando c’è un fallo va sanzionato e non transigiamo nella lotta al gioco violento”. In effetti, i provvedimenti disciplinari, pur se in leggera diminuzione rispetto agli ultimi 5 anni, sono allineati alla media europea e confermano l’intenzione di fronteggiare il gioco violento: 0.24 le espulsioni a partita (eravamo a 0.32 nel 200708) e anche qui in media con la Champions (0.19); 4.32 le ammonizioni a gara (trend in calo rispetto al 4.73, in Champions 4.00, solo la Liga sfora con 5.57). Si conferma il dato dei rigori (0.32, cinque anni fa era 0.33), continuano a diminuire infine gli errori nella valutazioni dei fuorigioco da parte degli assistenti: sono in tutto 2110 le situazioni valutate (968 alzati e 1142 non alzati), con soli 43 errori (2.04%, rispetto al già basso 4.23% di un anno fa), che nel dettaglio danno una media di 2.7 errori a giornata, 0.27 a gara. Si è parlato specificamente dei fuorigioco: la gara con più errori è stata Fiorentina-Milan (3 su 17), anche se la percentuale maggiore di errore appartiene a Chievo-Fiorentina (2 su 10) e Roma-Lecce (1 su 5) col 20%. Per gli arbitri, hanno preso la parola Rizzoli e Rocchi. Per il futuro, i rappresentanti delle società hanno chiesto all’Aia di mostrare episodi di gioco, per poter meglio confrontarsi sulle situazioni tecniche, utilizzando comunque situazioni relative ai campionato trascorso. Un passo avanti verso una collaborazione sempre maggiore tra tutte le parti in causa per sgombrare sempre di più il campo da dubbi e sospetti.

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BENEFICE E Sportivi ed artisti in campo Sport & Spettacolo in campo

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nche quest’anno, come al solito nel consueto clima Natalizio, sportivi ed artisti si sono appuntamento fini benefici. Nella suggestiva locationsportivi della “Bouganvilla” nche dati quest’anno, come per al solito nel consueto clima Natalizio, ed artisti sia Posillipo, all’organizzazione della “361 Ondemand” di Giuliano Annigliato, si sono ritrosonograzie dati appuntamento per fini benefici. Nella suggestiva location della “Bouganvilla” a vati in tanti per raccogliere fondi a favore della Fondazione “Una luce d’amore”. Raccolti 15.000 Posillipo, grazie all’organizzazione della “361 Ondemand” di Giuliano Annigliato, si sono ritroeuroin devoluti alle sezioni difondi Napoli e Milano dell’Associazione LILT (Lega italiana per la lotta ai vati tanti per raccogliere a favore della Fondazione “Una luce d’amore”. Raccolti 15.000 tumori). euro devoluti alle sezioni di Napoli e Milano dell’Associazione LILT (Lega italiana per la lotta ai Non a caso la serata è stata presentata da Ana Laura Ribas che ha lottato e vinto con questa tumori). malattia grazie prevenzione. Non a caso la alla serata è stata presentata da Ana Laura Ribas che ha lottato e vinto con questa Presenti molti personaggi del mondo del calcio e dello spettacolo, tra questi l’ex Presidente malattia grazie alla prevenzione. delPresenti Napoli Corrado Ferlaino, l’ex portiere è esibito al Karaoke molti personaggi del mondo delazzurro calcio ePino delloTaglialatela spettacolo,che tra si questi l’ex Presidente conNapoli il suo cavallo di battaglia il suo vecchioPino compagno di squadra “marachelle” Cardel Corrado Ferlaino, “Gloria”, l’ex portiere azzurro Taglialatela che sie èdiesibito al Karaoke melo Imbriani, attuale tecnico del Benevento, difensore della Lazio Guglielmo Stendardo ed il con il suoilcavallo di battaglia “Gloria”, il suo vecchio comgiornalista Rai Ivan Zazzaroni che ha aperto varie finestre all’interno della storica trasmissione sportiva di Canale 34 “Number two”. Molte anche le presenza del mondo dello spettacolo con l’ex miss Italia Francesca Chillemi, Matilde Brandi, la bellezza mediterranea Maria Mazza, Elena Ossola, Alessia Fabiani, Cecilia Capriotti, l’attore Francesco Paolantoni, Costantino Vitagliano, Mimmo Esposito, Matteo Branciamore, il cabarettista Genny Vella, che ha animato la serata con le sue incursioni, e poi ancora alcuni giornalisti. Tra gli ospiti tanti generosi imprenditori napoletani che hanno contribuito fattivamente alla raccolta dei fondi: la famiglia Percuoco di Caffè Moreno, Salvatore Cirillo per la Zeus, Paolo Gallone di Karel Più, Lello Fusco con Armada Nueva ed ancora Mars, original Marines, Le Pandorine e Dorabella. A loro deve andare un doveroso ringraziamento per avere contribuito ad aiutare quanti lavorano alla ricerca per combattere la peste dei nostri giorni.

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ENZA

Isaia Della Ragione Isaia Della Ragione

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TIFOSE DOC

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F

Nunzia Buonandi

otomodella, indossatrice e show-girl la prorompente Nunzia Buonandi è esplosa nelle case dei napoletani in una delle più note trasmissioni sportive dell’etere campano, vale a dire “Number Two”. Difficile non notare la sua bellezza ed il fisico mozzafiato e ne sono buona testimonianza gli scatti che la bella Nunzia ha voluto regalarci in queste pagine. Per una bellezza statuaria come quella della giovane modella non poteva mancare il classico calendario che, per l’occasione, ha avuto finalità sociali con il ricavato destinato alla manutenzione del patrimonio artistico e culturale napoletano: nel calendario “Venere Partenope” alla conturbante Nunzia è toccato, guarda caso, il mese di agosto, quello più caldo… A Canale 34 l’affascinante show-girl ci è arrivata passando per i classici concorsi di bellezza, per le passerelle delle sfilate fino alla partecipazione, nella veste di ballerina, a due edizione della fucina di talenti che risponde al nome di “Made in Sud”. Testimonial di note aziende, alcuni spot pubblicitari sulle reti Mediaset, la partecipazione ad “Avanti un altro” programma condotto da Paolo Bonolis su Canale 5

e l’esordio sul grande schermo in “Matrimonio a Parigi” film con la regia di Claudio Risi e la partecipazione di Massimo Boldi e Biagio Izzo uscito nelle sale cinematografiche lo scorso novembre. Un’altra apparizione cinematografica anche in un film di Paolo Caiazzo in programmazione nella prossima primavera. Attualmente Nunzia Buonandi è impegnata nella sua prima esperienza in teatro con Alessandro Siani nello spettacolo “Sono in zona” che oltre Napoli toccherà altre importanti tappe nazionali come Firenze, Milano e Roma. Per la giovani ed esuberante show-girl napoletana è sicuramente un buon inizio di carriera che sicuramente la porterà lontano. Molti gli hobby coltivati da Nunzia nel suo tempo libero: lo sport prima di tutto che l’ha vista impegnata come pallavolista con trascorsi anche in serie B, palestra e jogging le sue attività principali, ma per la giovane modella anche una grande passione per i viaggi, con preferenza per la capitali del nord Europa, la musica ed il disegno.

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LO SPAZIO DEI T

La piccola Marika Leva innamorata del Napoli

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Il p

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Il piccolo Genny Bucciano legge il nostro mensile


TIFOSI

Titta: i miei figli Ciro e Giulia non potrebbero mai tifare per un altra squadra! Un’altro Giuseppe Bucciano

Il p

Pietro e Mattia tifosi del magico Napoli

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Via Salita dei Principi, 47 NAPOLI

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ieri...

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IN DIRETTA

GENNARO MONTUORI

Giovedì ore 21.00

RECORD DI ASCOLTI PRIMI IN ITALIA

DIGITALE 187

DIGITALE 604

Ringrazio tutti i miei ospiti per aver reso grande il programma ieri...

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ROBERTO FIORE

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ROBERTO CARLOS SOSA

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PINO TAGLIALATELA

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GIUSEPPE SAVOLDI

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