Ultr'azzurro giugno 2013

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Direttore

Gennaro Montuori Vice Direttore

Nastasia Spina Hanno collaborato:

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M. Carratelli Idris C. Montuori I. Perrone A. Pompameo E. Tuccillo

EDITORIALE

30 IL CALCIATORE DEL MESE

GIANLUCA GRAVA

6 I CAPITANI DEL NAPOLI 32 NAPOLI - INTER

In redazione:

Cinzia Montuori I servizi fotografici sono di:

Raffaele Esposito

Progettazione grafica, copertina, poster e impaginazione di:

36 BOLOGNA - NAPOLI IL GIOCATORE 12 CAVANI, DELL’ANNO 16 BENVENUTO DON RAPHAEL

Gennaro Uccello gennaro.uccello@libero.it 328.3359262

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44 ROMA - NAPOLI

20 SUPPLICA A DE LAURENTIIS BENITEZ 48 RAFAEL SPAGNOLO LAURENTIIS-MAZZARRI 22 DE CHE TARANTELLA! 52 NAPOLI-ROMA STORY IL MASSIMO 26 FILARDI: INTENDITORE

28 LA FOTO DEL MESE

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

40 NAPOLI - SIENA

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TIFOSI NAPOLETANI è la rivista letta da più di 50.000 persone

54 “CARISSIMO INFAME” 56 LO SPAZIO DEI TIFOSI

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C

arissimi lettori, c’eravamo lasciati con il Napoli ad un passo dalla Champions. I nostri ragazzi alla fine hanno concluso l’annata al secondo posto in classifica che vuol dire accesso diretto alla fase a gironi di Champions League. All’indomani di Roma-Napoli, ultima partita di questo straordinario campionato degli azzurri, Walter Mazzarri ha dato le dimissioni. Personalmente l’ho trovato poco corretto. Avrebbe dovuto dire chiaramente che era il nuovo allenatore dell’Inter, evitando di rilasciare dichiarazioni false. Oltretutto non è stato chiaro suoi motivi che lo hanno portato a prendere questa decisione. Lo avrei apprezzato di più qualora avesse avuto il coraggio di dire che lasciava Napoli per incompatibilità di pensiero con il presidente Aurelio De Laurentiis. Invece, ha preferito andar via nel silenzio, lasciando il dubbio nel cuore dei napoletani. Nel rispetto di quella Napoli che in questi quattro anni gli ha dato tanto, e che per il momento resta l’unica piazza di primissimo piano che ha allenato e che pertanto gli ha permesso di arrivare a certi livelli, avrebbe dovuto agire diversamente. Diciamocela tutta, Walter Mazzarri è andato via perché non ha avuto la piena assicurazione sui giocatori, ma anche per un discorso puramente economico. Questa è la dimostrazione che il Dio Danaro oggi regna supremo nel mondo del calcio. Per questa ragione per me il tecnico livornese esce di scena con mancanza di stile. Da poche settimane Rafa Benitez è il nuovo allenatore del Napoli. Io e la mia redazione gli diamo un caloroso benvenuto. In copertina ho dato un titolo a sei personaggi cardine della storia del Napoli ‘‘Passione, business e tradimenti’’ auguriamoci che ci sia più passione per questo pubblico che merita rispetto e considerazione. In campo internazionale, l’ex tecnico del Chelsea, ha dimostrato tutto il suo valore. L’esperienza all’Inter non è pregiudizievole. Cinque mesi sono davvero troppo poco per potersi esprimere. Speriamo che il suo arrivo possa in qualche modo influire sulla permanenza di Cavani. Ultimamente crescono le voci di mercato sul Matador. Cavani è un uomo di record, colui che nella storia del Napoli ha segnato più di tutti in una sola stagione, ha siglato triplette alle squadre più blasonate e mai nella storia del Napoli era capitato che un giocatore segnasse così tanto in soli tre anni. C’è da dire che l’anno prossimo il Napoli dovrà migliorare il secondo posto o quantomeno eguagliare il risultato ottenuto questa stagione. Cedendo Cavani non credo che sarà facile ripetersi. Con un giusto adeguamento dell’ingaggio credo che alla fine El Matador deciderà di restare. Auguriamoci che dopo la partenza di Campagnaro non sia prossima quella di Zuniga e ricordiamo al presidente che Ferlaino ebbe il coraggio

di non cedere Maradona nonostante le grandi offerte del Marsiglia. Ci sono moltissimi giocatori che ritorneranno e che non si sono dimostrati all’altezza, speriamo che saranno dati ad altre squadre e che vengano presi giocatori di prima fascia. Caro Aurelio noi vogliamo vincere. Infine, vorrei ricordare al presidente che i bilanci possono essere chiusi all’attivo anche con 10 milioni. Presidente investa. Costruisca un grande Napoli. Lo deve alla tifoseria che come sempre accorre numerosa allo stadio ogni domenica per incitare la sua squadra ed è pronta a finanziare tutte le iniziative della Società Sportiva Calcio Napoli. Vi auguro una buona lettura degli articoli che troverete in questo nuovo numero e vi informo che la trasmissione ‘’Tifosi Napoletani’’ andrà in onda fino all’ultimo giovedì di giugno. Fino ad allora vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo tutti i giovedì, a partire dalle 20:45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, canale 14 del digitale terrestre e canale 843 e 918 di Sky. La trasmissione più seguita dal tifo partenopeo, con un parterre ricco di illustri ospiti e con la partecipazione canora di ospiti di fama nazionale, sarà visibile su tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport, LunaMovie, LunaSat). La trasmissione sarà visibile anche in streaming live sul sito www.lunaset.it. e su Rete3 Digiesse Praia a Mare per la Calabria canale 191, 648 per la regione Lazio. Durante la diretta potrete anche interagire con noi scrivendoci all’indirizzo di posta elettronica info@tifosinapoletani.it. Inoltre non dimenticate di visitare il nostro sito www.tifosinapoletani.it per poter godere di una sezione riservata alla News sempre aggiornata e per di più impreziosita da una nuova veste grafica. Un ringraziamento particolare ai nostri sponsor che hanno permesso la distribuzione del giornale come copia omaggio. La trasmissione ripartirà ai primi di settembre sempre su TV Luna Napoli, dove quest’anno oltre al nostro grande parterre siamo stati onorati dalla partecipazione del grandissimo presidente Corrado Ferlaino, il Direttore Generale che ha registrato più successi con il Napoli Luciano Moggi, l’ex grandissimo centrocampista del Napoli di Maradona Eraldo Pecci, gli ex allenatori Emiliano Mondonico, Franco Colomba ed il mitico Bruno Pesaola. Un abbraccio a tutti voi, vi auguro buone vacanze, ci rivediamo a settembre e come sempre dal profondo del cuore, forza Napoli.



I CAPITANI DE

N

on ho dati precisi per citare tutti i capitani del Napoli. Ma sono certo che il primo capitano è stato Paulo Innocenti, il terzino di origini brasiliane soprannominato Pippone per via di un naso notevole. Era nato a Rio Grande do Sul (1902). Venne a Napoli nel 1926 per il servizio militare. Aveva giocato nel Bologna e vinto uno scudetto con la squadra emiliana. Ingaggiato dalla società azzurra, fu esentato dal servizio militare. Col Napoli ha giocato per dieci anni (1926-1937) da quando era presidente Ascarelli sino alla presidenza di Achille Lauro: 213 partite, 6 gol. Nel campionato 1926-27, non ancora a girone unico, è stato il primo azzurro a far gol (Genoa-Napoli 4-1 il 17 ottobre 1926). Il suo ruolo era quello di terzino sinistro. Naturalizzato italiano, rimase a Napoli aprendo in Galleria un famoso bar che chiamò Bar Pippone, ritrovo di sportivi. E’ scomparso il 13 luglio 1983, a 81 anni. Forse, il viareggino Carlo Biagi è stato il capitano del Napoli alla fine degli anni Trenta. Giocava da interno sinistro. In maglia azzurra, 66 partite e 11 gol. Giunse dal Pisa. Scomparso a 72 anni, nel 1986. Ricordo senz’altro la fascia di capitano sul braccio di Naim Krieziu, minuscola e scattante ala sinistra albanese che giocò nel Napoli dal 1947 al 1952 (168 partite, 39 gol). E’ morto a Roma nel 2010, a 92 anni. Amedeo Amadei è stato il capitano dei primi tempi al Vomero. Centravanti possente, fisico robusto, grande corsa, tiro micidiale. In azzurro 171 partite e 47 gol giocando dal 1950 al 1956. Nato a Frascati nel 1921. Cuore azzurro, ala sinistra robusta, minuscola, il

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petisso, fughe sull’out e cross per Jeppson, Vinicio e Amadei, i centravanti delle sue stagioni nel Napoli, Bruno Pesaola (240 partite, 27 gol) è stato il capitano degli anni sulla collina vomerese dopo Amadei. Nato a Buenos Aires nel 1925, da padre marchigiano emigrato in Argentina e da madre spagnola di La Coruna, ha trovato a Napoli la sua patria del cuore, napoletano a vita, dove vive da quando vi giunse nel 1952, giocando e allenando, allontanandosene le poche volte che il calcio l’ha portato altrove, ma solo di passaggio. Ottavio Bugatti, monzese di Lentate sul Seveso, il gatto magico, il miglior portiere che il Napoli abbia mai avuto secondo il giudizio di Pesaola, 256 partite in azzurro incassando 329 gol, ha indossato la fascia di capitano. Ha giocato nel Napoli dal 1953 al 1961. E’ nato nel 1928. Ricordo la fascia di capitano sul braccio di Gianni Corelli, ferrarese, mediano dall’ampia falcata e dal tiro dalla distanza (105 partite, 23 gol). Protagonista e goleador della finale di Coppa Italia 1962 vinta dal Napoli sulla Spal (2-1). Segnò la prima rete e poi si fece parare un rigore. Ha giocato nel Napoli dal 1961 al 1965. Classe 1936, è scomparso nel 2008. Capitano, mio capitano. Ecco Antonio Juliano, ragazzo di casa nostra, classe 1943, sedici anni nel Napoli, 505 partite in totale (355 in serie A, 39 in serie B, 72 in Coppa Italia, 39 in Europa). Ventisei gol in campionato, tre nelle competizioni europee, dieci in Coppa Italia. Un leader pur giocando fra molti campioni (le annate con Sivori e Altafini). Calamita della manovra azzurra, centrocampista di grande talento,


L NAPOLI di

18 presenze in nazionale, presente in tre campionati del mondo, campione europeo con la nazionale del 1968. Claudio Vinazzani, toscano di Carrara, classe 1954, è stato un capitano intrepido nei sette anni in maglia azzurra dal 1976 al 1983 (188 partite, 4 gol). E’ stato un fedelissimo. Col Napoli debuttò in serie A. Disse: “Il Napoli è tutto per me. Alla Massese guadagnavo duecentomila lire al mese”. Rimase

Mimmo Carratelli

a lungo legato alla città aprendo un negozio a Fuorigrotta. Con la fascia di capitano ricordo Ruud Krol, il fantastico olandese che Antonio Juliano convinse a venire a giocare nel Napoli prima di portare in maglia azzurra Maradona. Fisico da indossatore, classe adamantina, Krol dominava in campo e alla “Mela”, il night di via dei Mille. Abituato a creare gioco nello strepitoso Ajax, andava spesso avanti. Fu Pesaola, in un campionato difficile, a inchiodarlo in difesa nel ruolo essenziale di battitore libero. Con i suoi lunghi lanci millimetrici mandava in gol Diaz e Pellegrini. Con Rino Marchesi, il Napoli di Krol (1980-81) sfiorò lo scudetto che si infranse al San Paolo nella partita persa col Perugia (01, fulminea autorete di Ferrario), 92mila spettatori. 107 partite con la maglia azzurra dal 1980 al 1984 e un solo gol a Brescia (2-1 per il Napoli). Giocò 18 partite nelle coppe. continua alla pagina seguente

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Quando Juliano andò a Bologna, concludendo in Emilia la sua mirabile carriera, fu Giuseppe Savoldi ad ereditarne la fascia di capitano in più di una occasione. Una foto immortala proprio Juliano e Savoldi capitani in un Napoli-Bologna. Beppegol non era alto (1,75), ma aveva una fantastica elevazione, gran colpitore di testa. In azzurro 118 partite di campionato e 55 gol dal 1975 al 1979, uno dei più prolifici attaccanti della storia del Napoli.

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Giuseppe Bruscolotti, salernitano di Sassano, classe 1951, ha avuto la fortuna di giocare sempre in serie A col Napoli (dal 1972 al 1988). Capitano, prima di cedere generosamente la “fascia” a Maradona. Gliela consegnò facendosi promettere dal pibe che gli avrebbe fatto vincere lo scudetto. E Diego mantenne la promessa. Presenze totali in maglia azzurra 511 con 11 reti (387 le presenze in campionato, 96 in Coppa Italia, 28 in Europa). Raccolta da Bruscolotti la “fascia”, Diego Armando Maradona è il capitano mitico della storia azzurra. Sette anni nel Napoli, 258 partite, 115 gol (188 partite e 81 gol in campionato, 45 partite e 29 gol in Coppa Italia, 25 partite e 5 gol in Europa). Nato a Lanus (Buenos Aires) nel 1960, Maradona giunse a Napoli nel 1984, a 24 anni. Lasciò il Napoli nel 1991 dopo l’antidoping nella partita col Bari che rivelò tracce di cocaina nel suo sangue. Squalificato pesantemente, concluse la sua felice stagione azzurra. Indimenticabile. Ciro Ferrara, napoletano, classe 1967, è stato il capitano del Napoli nel dopo-Maradona. 322 partite in azzurro, 15 gol (247 in campionato, 12 gol; 46 in Coppa Italia, 2 gol; 29 in Europa, 1 gol). Dieci stagioni nel Napoli dal 1984 al 1994. Tramontata l’epoca di Maradona, negli anni difficili ricordo Roberto Bordin capitano azzurro. Classe 1965, Bordin è nato in Libia dove il padre operaio era andato a lavorare. Al Napoli lo volle Lippi prendendolo dall’Atalanta. Dal 1993 al 1997, ha giocato 108 partite in maglia azzurra, zero gol. Anche Roberto Goretti, perugino, classe 1976, al Napoli dal 1997 al 2000 (34 partite, un gol), ha indossato la fascia di capitano.


Negli anni dello sfacelo, retrocessioni e fallimento, la fascia di capitano è toccata a Francesco Montervino, pugliese di Taranto, classe 1978. Aveva giocato nel Napoli che si avviò al fallimento (2003-04) e fu uno dei primi ex azzurri ad accorrere quando De Laurentiis iniziò col Napoli in serie C. 142 partite nel Napoli, 6 gol. Paolo Cannavaro è l’ultimo capitano azzurro. Dal 2006 costantemente in campo dopo una prima esperienza nel campionato 1998-99 (due presenze). In totale 273 partite nel Napoli, 9 gol (234 partite di campionato, 8 gol; 17 presenze in Coppa Italia, 1 gol; 22 gare europee, nessun gol). Con la fascia di capitano ha superato Maradona. 

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CAVANI, IL GIOCAT E

dinson Cavani, El Matador, per gli amici Edi, quando segnò il suo primo gol con la maglia del Napoli e baciò verso l’alto, subito pensai ‘’Sarà proprio una bella persona questo Cavani’’ e da lì a poi lo soprannominai l’Atleta di Cristo. Sono stati poi in tanti a dire la stessa cosa. Arrivò dal Palermo e non segnava tanti gol, ma non appena indossò la maglia del Napoli capii subito di che pasta era fatto. Uno di quegli attaccanti che se ne vedono raramente. Dalla porta degli avversari alla porta del suo portiere, difendere e attaccare come pochi. Ne ho visti di campioni, ma questo ragazzo mi ha impressionato come non pochi. Devo ammettere che ha fatto tanto per lui Walter Mazzarri. Questo tecnico, anche nelle altre squadre che ha allenato prima del suo approdo al Napoli, ha saputo dimostrare che i suoi attaccanti segnano più gol che altrove. Ma quello che è riuscito a fare questo ragazzo è un qualcosa di straordinario. Ha superato tutti i record arrivando a quota 104. Intanto detiene il record di aver segnato più gol con la maglia azzurra in una sola stagione, superando Swatch, Vojak e Sallustro. Chissà se un giorno avrà la possibilità di superare il record del grande Attila o se il presidente lo avrà già ceduto. Intanto, per amor di cronaca e in quanto tifoso della storia del Napoli, ci tengo a sottolineare che Sallustro non potrà mai essere superato, perché i suoi 107 gol sono stati segnati tutti su azione. E’

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un record che difficilmente potrà essere eguagliato. Ma Edinson è anche detentore di un altro record. Nessun calciatore nella storia del Napoli, prima d’ora, aveva mai segnato così tanto in soli tre anni (104 reti). Ha realizzato ben otto triplette, soprattutto contro le grandi squadre, in modo particolare con la Juventus, il Milan e l’Inter detentrici del maggior numero di scudetti nella storia del calcio italiano. Non possiamo non citare i gol in Champions League contro i vari Manchester City e il Chelsea. A comando della classifica dei goleador azzurri di tutti i tempi c’è Diego Armando Maradona, il calciatore più grande della storia, a quota 115 gol. Bisogna sottolineare che Diego li ha realizzati in sette anni, mentre Edinson è riuscito a farli tutti in soli tre anni. Poi c’è un altro dato da tenere in considerazione. Diego ha vinto due scudetti, una Super coppa italiana, due coppe Italia ed una coppa Uefa. Edinson per il momento ha vinto la classifica cannonieri ed una coppa Italia. Diego, inoltre, era un uomo squadra ed oltre a segnare tanti gol era anche un assist-man. Due giocatori completamente diversi. Qualche volta Edinson può sembrare un po’ goffo per il modo in cui stoppa la palla, ma è straordinario il modo in cui attacca e difende, le sue acrobazie, i suoi tackle. E’ un attaccante vero con il fiuto del gol. Si potrebbe scrivere un libro sul suo conto, anche se veste la maglia azzurra da appena tre anni, ma questo è semplicemente l’arti-


TORE DELL’ANNO di

colo di un giornale. Si sono dette tante cose sul suo conto, si è fatto del gossip sulla sua vita privata, senza alcun rispetto per la privacy. Personalmente ritengo che non sia corretto entrare nella vita privata delle persone senza farsi alcuno scrupolo. Purtroppo questo capita spesso nella nostra città. Non dobbiamo permettere a niente e nessuno di turbare l’ambiente. Un altro aspetto brutto è che i nostri giocatori non possono passeggiare liberamente per le strade della città. Sarà forse colpa della Società che ha ingabbiato i nostri campioni? Come è già successo ad altri, Edinson è stato letteralmente imprigionato, non gli è stato concesso di partecipare alle trasmissioni televisive, di entrare liberamente nei negozi. Gli è stata tolta l’aria per respirare. Un giocatore deve poter vivere a contatto con la città. Sarebbe giusto anche per la tifoseria, che è sempre pronta a versare soldi per le tante iniziative della Società Sportiva Calcio Napoli. Il nostro presidente ha ricevuto tantissimo, ma ha dato poco. Speriamo che non ceda Cavani, un giocatore che comunque vadano le cose, è entrato nella storia partenopea. Caro De Laurentiis se il Napoli nei prossimi anni non dovesse ripetersi, lei sicuramente non sarà ricordato come un buon presidente. La cessione di Cavani comprometterà la sua presidenza. Cavani è un calciatore intoccabile. La sua cessione un giorno potrebbe avere un effetto bumerang e quindi ritorcersi contro di lei. Ciao Edinson, ti saluto con la speranza che a settembre si possa tornare a parlare di un bomber che veste ancora la maglia azzurra. Come si può anche lontanamente pensare che

Gennaro Montuori

l’Atleta di Cristo possa indossare una maglia di un colore diverso dall’azzurro? Dovrà ricordarselo ogni qualvolta punterà gli occhi verso il cielo, oppure quando in qualsiasi posto del mondo si tufferà nelle acque del mare. Come potrà mai dimenticare le bandiere e i cori che lo hanno inneggiato. Nel concludere l’articolo vorrei anche ricordarvi che Cavani resta il calciatore più copertinato nella storia di questo mensile. Gli ho dedicato tante volte la prima pagina nel corso di questi anni, sia per premiare la sua serietà, la sua simpatia, la disponibilità con la quale si presta al pubblico, che per il suo essere un grande campione, e messo tutto insieme fanno di lui un campione sia dentro che fuori dal campo.

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di ENZO CACIALLI



BENVENUTO DO

L’

annuncio è arrivato in ‘prime time’. Da perfetto un uomo di spettacolo Aurelio De Laurentiis ha dato su Twitter in prima serata l’annuncio dell’arrivo a Napoli di Rafael Benitez Maudes, che sarà il tecnico del Napoli per le prossime due stagioni a 3,5 milioni l’anno. “Rafa Benitez è il nuovo allenatore del Napoli. Un uomo di grande esperienza internazionale. Un leader”, ha scritto il patron azzurro, postando anche la stretta di mano con il nuovo tecnico. Il 53enne allenatore nato a Madrid sbarca quindi a Napoli per aprire un nuovo ciclo dopo i quattro anni di Mazzarri e il suo arrivo rilancia le ambizioni del Napoli. Benitez ha vinto molto, quasi tutto in carriera: due Liga spagnole con il

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Valencia, una Champions League e una Supercoppa Europea con il Liverpool, il Mondiale per club con l’Inter e l’Europa League di dieci giorni fa con il Chelsea i titoli più importanti. Il messaggio, quindi, è chiaro, il Napoli dopo la risalita e le soddisfazioni in Italia e in Europa ora vuole vincere. Per farlo Benitez, che porta a Napoli quattro uomini di staff tra cui l’ex nazionale olandese Zenden come vice, dovrà costruire un suo Napoli partendo dal modulo: il suo è un 4-2-3-1 profondamente diverso, quindi, dal modo di giocare di Mazzarri. Il primo dubbio è legato alla prima punta, cioè alla permanenza o meno di Cavani, sul cui conto, da domani, si apre la seconda


ON RAPHAEL di

telenovela estiva del Napoli. Dovesse andare via il ‘Matador’, Benitez chiederebbe un attaccante di esperienza internazionale: i nomi più caldi sono quelli di Dzeko dal Manchester City o di Torres, che lo spagnolo ha appena rivitalizzato al Chelsea. Dalle sue precedenti esperienze l’allenatore, cresciuto come giocatore e poi come allenatore nelle giovanili del Real Madrid, potrebbe portare a Napoli anche Lucas Leiva, centrocampista brasiliano che lui volle al Liverpool o Ramires che ha appena allenato al Chelsea. Fatto l’annuncio, insomma, partirà subito il mercato, per avere un Napoli quanto più pronto possibile al via del ritiro il 13 luglio a Dimaro, visto il profondo lavoro di rinnovamento tattico che il cambio di guida prevede.

Angelo Pompameo

Per Benitez quella di Napoli è la seconda esperienza italiana dopo il flop alla guida dell’Inter: i nerazzurri erano reduci dal triplete e dallo choc dell’addio di Mourinho e non perdonarono a Rafa un avvio lento in campionato che, nonostante il successo nel Mondiale per club, lo portarono all’esonero. Stavolta l’allenatore che parla cinque lingue è pronto a plasmare una sua squadra, scrollandosi subito di dosso i paragoni con Mazzarri e lanciando un progetto a lungo termine. Così da avere il modo, come vuole De Laurentiis, di imparare anche il napoletano. Ai tifosi azzurri non resta che affezionarsi al tecnico, un allenatore che può portare molto il alto il club. A lui va il benvenuto ed il buon lavoro di tutti noi.

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SUPPLICA A DE

N

ell’ultima sfida interna di questo campionato ci sono state cose positive e cose negative. Innanzitutto c’è da dire che il presidente si è praticamente fatto la festa da solo. Ormai i tifosi quasi non contano più. Si è sparato i botti organizzandosi da solo lo spettacolo pirotecnico, ha fatto il presentatore, insomma gli è mancato solo di indossare la maglia e scendere in

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campo per completare il repertorio. E’ uno sballo il nostro presidente, sta facendo discutere tutta l’Italia del calcio. Mentre lui era intento a presentare al pubblico il suo discorso, la curva A con dei cori molto eleganti invitavano il presidente a rafforzare la squadra per tentare di vincere il tricolore e poter ben figurare in Champions. Tutto sommato va bene così. Meglio


LAURENTIIS di

Gennaro Montuori

secondi che terzi, ma è ancora meglio essere primi piuttosto che secondi. Il pubblico azzurro come sempre è stato straordinario, come del resto lo sono stati Cavani e Mazzarri. Dico questo perché ritengo che Edinson, in un contesto diverso da Napoli, non sarà lo stesso mattatore. Ecco perché bisognava prima di tutto riconfermare Mazzarri, poi bisognerebbe a tutti i costi trattenere Cavani ed infine procedere a degli acquisti, come ha promesso in più occasioni De Laurentiis e su questo punto convengo anch’io. Però, presidente, per fare una grande squadra non vanno ceduti i grandi campioni. Con un piccolo sacrificio Cavani potrebbe rimanere. Mazzarri avrebbe voluto altri giocatori per fare una grande squadra e per potersi misurare, perché diciamocela tutta non si è ancora misurato con il grande calcio, ma alla fine non è stato accontentato. Questo è stato il reale motivo della sua partenza. Tanti addetti ai lavori sostenevano che non era in grado di gestire una rosa lunga e competitiva. Ma manca la controprova. Quel che sappiamo di certo è che con pochi uomini è riuscito a portare il Napoli al secondo posto con un gruppo operaio composto da soli 12/13 bravissimi calciatori. Con altri innesti di spessore avrebbe fatto ancora meglio. Per cui grande Napoli, grande pubblico e grande Mazzarri, se queste sono le reali motivazioni che lo hanno portato ad abbandonare l’incarico, altrimenti anche lui fa parte della schiera dei traditori. Nel frattempo resto in attesa che arrivi quel giorno in cui anch’io potrò dire grazie presidente. Non faccia come ha fatto con Quagliarella e Lavezzi, che sono passati come quelli che non volevano restare in maglia azzurra. Non ci prenda in giro.

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DE LAURENTIIS-MAZZARR

È

finito finalmente il campionato più difficile del mondo dopo 38 gare. I verdetti parlano chiari, la Juventus ha vinto per manifesta supremazia sia territoriale, sia per organizzazione di gioco che tenuta atletica, psicologica, e la squadra che avuto più fame, più determinazione. In effetti si dice: Juventus in Champions League fase a gruppo con 87 punti, 27 vittorie, 6 pareggi, 5 perse. Mentre il suo vero e degno antagonista ossia il Napoli ne ha vinte 23, pareggiate 9 e perse 6 nonostante i 29 gol segnati dal miglior attaccante del campionato. Alla pari della Juventus non dovrà fare i preliminari un risultato notevole considerando che dalla sua nascita ciò e avvenuto solo quattro volte. Quindi il Napoli entra in Champions dalla grande porta, avrà una vetrina universale, si presume un investimento adeguato. Il dilemma De Laurentiis Mazzarri è giunto alla fine. Personalmente sono oltre 3 mesi che dico nella fortunata e seguitissima trasmissione condotta da Gennaro Montuori che il mister Mazzarri se ne sarebbe andato all’Inter. Mentre sto scrivendo questo pezzo cade un ansa che dice testualmente «ho concluso il mio ciclo dopo 4 anni stupendi per i quali ringrazio tutti». Era ora. È finita la sceneggiata alla napoletana. Già l’anno scorso il signor di San Vincenzo non voleva sedersi sulla panchina del salvo

È 22

a detta sua rischiando, gli è andata bene grazie ai pochi ragazzi fantastici che ha avuto nella sua rosa striminzita. Se a gennaio, quando la Juve era in flessione, la società gli avesse procurato due elementi di peso, forse il Napoli sarebbe finito a 9 punti dalla Juventus? Ho profondo rispetto per il signor De Laurentiis per il suo coraggio, il suo cinismo nell’attuare il progetto societario alla faccia di tutti, ma penso che avendo la piazza calcistica più importante d’Italia i napoletani meritano una squadra da terzo scudetto. Non capita tutti giorni. Da simpatizzante e innamorato del popolo borbone vorrei per meriti acquisiti sul campo vedere uno scudetto del Napoli. Mi sorprende un fatto: perché Mazzarri se ne andato dopo aver portato il Napoli al secondo posto storico? Potrebbe essere che il presidente De Laurentiis non l’abbia soddisfatto nelle sue ambizioni sportive. Sta di fatto che il Napoli meriti o perché secondo lui come dice Capello dopo quattro o cinque anni in un club si prova la sensazione di logorio e di stanchezza. Io penso che andando all’Inter, in una squadra gloriosa pluridecorata, ritrovi quegli stimoli che gli son mancati al Napoli, e con la probabile partenza di Cavani che potrebbe andar via a suon di milioni e portandosi con sé giocatori del calibro di Campagnaro e forse anche Zuniga, la società


RI: CHE TARANTELLA! di

sarà costretta a rimpiazzare quest’ultimi di pari gradi, se non superiori che possano evolvere sui campi europei e mondiali. Malgrado tutto io penso che quando si cambia, si cambia per il meglio. Il presidente da buon ragioniere avrà sicuramente i suoi calcoli, ma deve sapere che questa è un’occasione più unica che rara. Il Napoli che entra nell’olimpo nel calcio che conta a livello mediatico dovrebbe garantirsi giocatori in grado di sostenere sia una rosa folta e di qualità e un allenatore che sappia dirigere, plasmare, organizzare un calcio degno di questo nome. A rimpiazzare Mazzarri è arrivato Benitez, un’allenatore di classe internazionale che a me piace moltissimo ed ha esperienza europea e un carisma ideale per tenere compatto lo spogliatoio molto solare come quello del Napoli. I tifosi napoletani, come si sa, sono dei buongustai, amano un calcio spettacolare e vi assicuro che non hanno tutti i torti, dopo quella strada stratosferica capitanata da Bruscolotti che aveva nella sua compagine elementi come Maradona, Bruno Giordano, Careca, Alemao qualsiasi squadra attuale deve essere in grado o di pareggiare le loro gesta oppure arrivare almeno alla caviglia di quest’ultimi. Sono persuaso che il presi-

Idris

dente, visto l’amore che hanno i tifosi del Napoli per la loro città e la loro squadra, farà sì che non pensino che è lì a Napoli solo per farsi gli affari suoi. Se lui dà ai napoletani, i napoletani gli daranno tanto amore, e tanto denaro per la loro presenza nello stadio, in fin dei conti Napoli è Napoli, anche nella miseria, allo stadio e a tutte le altre attività inerenti alla società ci vanno sempre grazie alla benevolenza di San Gennaro alla loro passione spasmodica per il calcio. Infine vorrei ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per questo giornale e tutte le maestranze di Tele Luna che si prodigano tutte le settimane a far vedere il lato migliore dei nostri volti che arrivano nelle case di tutto il mondo. Una menzione particolare al conduttore Gennaro Montuori che anche quest’anno ha reso credibile e spettacolare, nonché simpatica la trasmissione “Tifosi napoletani” ha avuto addirittura come ospiti niente di meno che il signor Luciano Moggi, Corrado Ferlaino e Bruno Pesaola. Io ringrazio i ristoranti e gli albergatori che mi hanno ospitato e i camerieri che mi hanno sopportato. Spero per l’ amore che ho per il popolo napoletano di vedervi il prossimo anno!

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FILARDI: IL MASSIM

M

assimo Filardi, ospite abitudinario della nostra trasmissione Tifosi Napoletani è ormai da anni uno degli opinionisti cardine del programma. Gli aspetti tecnico-tattici sono il suo forte. Oltretutto, Massimo è uno di quelli che vive il calcio a 360°. Oltre ad essere stato difensore del Napoli dei tempi d’oro di Diego Armando Maradona, Filardi è stato anche un procuratore sportivo. Recentemente si è recato a Dubai dove ha avuto modo di incontrare Fabio Cannavaro e Peppe Mascara, suo assistito quando rivestiva la carica di procuratore sportivo. Nato a Salerno il 20-12-1966, jolly difensivo promettente, tira i primi calci ad un pallone nella scuola calcio della sua città natale. Cresciuto calcisticamente nel Varese, dove fu acquistato all’età di 14 anni, dopo aver percorso tutta la trafila del settore giovanile, esordisce in prima squadra nell’84-85. Con i lombardi, il difensore salernitano colleziona 25 presenze, riuscendo finanche a giocare in tutte le Nazionali, fino all’Under 21 e alla Nazionale B. Le sue qualità difensive attirano l’attenzione del Direttore Generale del Napoli, il grande Italo Allodi, che stregato dalla sua verve decide di portarlo all’ombra del Vesuvio. L’ 8 settembre del 1985 debutta con la maglia azzurra in campionato al San Paolo contro il Como, gara nella quale gli azzurri si impongono per due reti ad uno, con gol di Giordano e Bertoni. Le sue ottime prestazioni convincono mister Ottavio Bianchi a schierarlo da titolare per l’intera stagione. Con la casacca azzurra vince scudetto, Coppa

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Italia e Coppa Uefa. Ma nel momento di maggior prosperità arriva la stangata. Nell’amichevole col Mantova, in un duro contrasto con un avversario, si rompe crociato e menisco. L’incidente gli comprometterà la carriera e lo terrà lontano dal campo per l’intera annata. Dopo questa triste parentesi viene ceduto all’Avellino, la stagione seguente al Taranto dove realizza il suo primo goal. Nella stagione 199192 però, ritorna ad indossare la maglia azzurra su richiesta di mister Claudio Ranieri. In totale 78 le presenze nel Napoli per lui, tanti i ricordi, ma più che un ricordo Massimo si porta avanti nel corso degli anni una soddisfazione.. In un match a Torino contro la Juventus, finito 1 a 1, dopo aver annullato per l’intera partita Platini, ne riceve i complimenti a fine gara negli spogliatoi. Straordinaria anche la sua prestazione al San Paolo nel derby contro l’Avellino, dove gli azzurri si impongono per 1 a 0, peccato che un palo gli neghi la gioia del goal. Come possiamo non menzionare anche una rocambolesca

partita con la Roma. Massimo parte dalla panchina ed il Napoli nella prima frazione di gioco è sotto di 2 goal. Nell’intervallo Ranieri corre ai ripari e lo invita a riscaldarsi per sostituire Nando De Napoli. Con il suo ingresso in campo i partenopei ribaltano il risultato e vincono per 3 reti a 2 con goal di Silenzi, Careca e Zola. La sua esperienza in maglia azzurra gli ha permesso di giocare con campioni come Maradona, Ferrara, Bruscolotti, Bagni, Giordano, Careca, Zola e Fonseca tanto per citarne qualcuno. Se


MO INTENDITORE di

non fosse stato per quel brutto infortunio sicuramente avrebbe avuto una carriera ricca di soddisfazioni e probabilmente avrebbe anche raggiunto la Nazionale maggiore, quella che gli manca. Con il suo solito modo pacato e razionale, Massimo è ormai da tempo un punto di riferimento per i tifosi partenopei. Nella seguente intervista ha detto la sua su Rafa Benitez, il nuovo nocchiere della panchina azzurra. ‘‘Il valore tecnico dell’allenatore non si discute. C’è tutta una carriera ornata di trofei, vittorie e traguardi importanti che parlano per lui. E’ un tecnico di primissimo piano. Personalmente, però, avrei preferito un allenatore italiano. Benitez non conosce bene il calcio italiano, ed è per questo stesso motivo che all’Inter la sua esperienza non è andata a buon fine. Bisognerà metterlo nella condizione di poter lavorare con gli uomini di cui ha bisogno per rendere operanti le sue idee di gioco. Faccio un breve esempio per essere più chiaro. Benitez predilige un si-

Nastasia Spina

stema di gioco che richiede l’utilizzo degli esterni sia alti che bassi, pedine che il Napoli attualmente non ha in rosa.’’ -Condividi la scelta di ingaggiare un allenatore che attua un sistema di gioco totalmente diverso da quello di Mazzarri? Può essere rischioso? ‘‘Per questo motivo bisognerà essere bravi in sede di calciomercato. Questa squadra così com’è attualmente non va bene per lui. Serve una campagna di rafforzamento. Andrà

rivoluzionata la preparazione, verrà cambiato metodo di gioco. Diciamo che sono preoccupato per i tempi.’’

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LA FOTO DEL MESE

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IL CALCIATORE E A

rdore agonistico, temperamento da guerriero, condottiero dalla C alla Champions, questo è Gianluca Grava, l’uomo che visse due Napoli. Lui l’immarcescibile. Un leader, un istituzione, il simbolo della rinascita, della risalita dagli inferi, il totem, ma anche l’ultimo rimasto del fu Napoli Soccer. Una favola la sua carriera al Napoli. E come ogni favola che si rispetti il giusto lieto fine ad una storia scritta a gocce di sudore. Quasi un finale da Oscar quello che il San Paolo gli ha riservato in occasione dell’ultima partita interna di questo campionato, Napoli-Siena. In questa stagione ha dovuto anche sopportare l’onta della squalifica comminata dalla Disciplinare, il timore di chiudere la carriera con il cappio al collo, poi infine la revoca. Con il Napoli 2 reti e 181 presenze ripartibili tra serie A,B,C, Europa League ed ovviamente la Champions. Esordì nella massima competizione europea contro il Villareal, nella notte che consegnò il Napoli alla storia. Quello il podio più alto

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della sua carriera. Gianluca arrivò alla corte di De Laurentiis nel 2005 quando il Napoli pagava lo scotto di gestioni dissennate e rantolava nell’inferno della serie inferiore. Nel 2005 l’esordio, tra l’altro da capitano, in serie A in quell’ Udinese-Napoli terminato con un roboante 0-5 per gli azzurri. Con la maglia azzurra si è reso protagonista di gesta eroiche, marcando avversari di caratura internazionale, come i vari Cassano, Milito, Pato, Del Piero, Ronaldinho fino ad annullarli. Il difensore casertano è uno di quelli che gli avversari li annichiliva. Grinta, cuore, anima e polmoni sempre a servizio della squadra. Una carriera da gregario, a sgobbare nelle retrovie, a fare da comprimario ed attendere in silenzio che arrivasse l’occasione. Giocare d’anticipo era il suo marchio di fabbrica, ma quel gesto tecnico qualche anno fa, sotto gli occhi impietriti del San Paolo, contro la Fiorentina, gli costò la rottura del crociato sinistro che lo costrinse a 11 mesi di degenza. Difensore dalle chiusure composte, dai mille tackle, dagli anticipi provvidenziali, Gianluca è un mix di tecnica e cuore. Per sempre scolpito nella mente avremo quel salvataggio provvidenziale sulla linea di porta in quel cardiopatico Napoli-Lecce del 2010, con il quale negò il gol a Corvia e permise a Cavani di mettere a segno, qualche istante dopo, un eurogol


E DEL MESE di

Nastasia Spina

che ebbe un peso decisivo nella lotta per la Champions. Da qui ad allora sono ormai trascorsi tre anni. Così, in Napoli-Siena di quest’anno, con la fascia da capitano stretta al braccio e con le chiavi della difesa in mano, all’ 11’ della ripresa lascia il campo. Standing ovation. Applauso scrosciante del San Paolo, battiti di mani irrefrenabili a ritmare un saluto già annunciato, qualche coro assordante che intona il suo nome... tutto perfetto per quella passerella d’addio. Ma Grava alla sua Napoli preferisce dire “Ti amo” anziché addio, una dichiarazione graffita su una canotta azzurra. Ti amo e non addio, perché gli amori veri non conoscono la parola fine.

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gol n

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n. 100 di “Matador” Cavani

35a Giornata - 5 Maggio 2013

3

Giannoccaro (Lecce)

De Sanctis Gamberini (dal 62’ Rolando) Cannavaro Britos Maggio Behrami Dzemaili (dal 66’ Armero) Zuniga Hamsik 33’ rig. 78’ Cavani 3’ Pandev (dall’85’ Insigne) A disp.: Rosati, Colombo, Grava, Mesto, Behrami, Donadel, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri

1 Handanovic Ranocchia (dall’82’ Schelotto) Chivu Juan Jesus Jonathan Benassi (dal 46’ Cambiasso) Kovacic Kuzmanovic (dall’83’ Pasa) Pereira 23’ rig. Alvarez Guarin A disp.: Carrizo, Belec, Ferrara, Colombi, Garritano, Forte. All.: Stramaccioni

NOTE: 40.000 spettatori circa. Angoli: 6 a 5 per l’Inter. Recuperi: 0’ pt, 3’ st.

di Carmine Montuori

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36a Giornata - 8 Maggio 2013

0

Massa (Imperia)

Stojanovic Motta Sorensen De Carvalho (dall’81′ Naldo) Morleo Taider Perez (dal 55′ Pazienza) Christodoulopoulos Diamanti Kone (dal 66′ Moscardelli) Gilardino A disp.: Agliardi, Natali, Abero, Garics, Krhin, Riverola, Pasquato, Gabbiadini. All.: Pioli

3

De Sanctis Rolando Cannavaro Britos Maggio Behrami (dal 22′ Inler) 66’ Dzemaili Zuniga 53’ Hamsik (dal 77′ El Kaddouri) Insigne (dal 69′ Pandev) 63’ rig. Cavani A disp.: Rosati, Colombo, Grava, Gamberini, Mesto, Armero, Radosevic, Donadel, Calaiò. All.: Mazzarri

NOTE: 45.000 spettatori circa. Angoli: 3 a 0 per il Bologna. Recuperi: 2’ pt, 2’ st.

di C.M.

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37a Giornata - 12 Maggio 2013

2

Giacomelli (Trieste)

Rosati Grava (dal 56’ Insigne) Cannavaro Rolando Mesto Inler Dzemaili Armero El Kaddouri (dal 78’ Pandev) Cavani 73’ Calaiò (dal 63’ Hamsik) 93’ A disp.: De Sanctis, Colombo, Britos, Gamberini, Campagnaro, Behrami, Maggio, Donadel, Zuniga. All.: Mazzarri

1

Pegolo Terzi Terlizzi Felipe Vitiello (dal 65’ Angelo) Della Rocca Calello Rubin Agra (dal 78’ Reginaldo) 37’ Grillo Emeghara (dal 69’ Paolucci) A disp.: Farelli, Sestu, Paci, Texeira, Bolzoni, Mannini, Valiani, Verre, Bogdani. All.: Iachini

NOTE: 52.433 spettatori circa. Angoli: 7 a 6 per il Siena. Recuperi: 0’ pt, 5’ st.

di C.M.

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di Accetto Vincenzo & Francesco

Progettazione

Installazione

Realizzazione

Via Nazionale delle Puglie, 70 S. Vitaliano (Na)


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38a Giornata - 19 Maggio 2013

2

Banti (Livorno)

Lobont Torosidis (dal 66’ Piris) Burdisso Castàn Dodò (dal 79’ Perrotta) Bradley Tachtsidis Lamela Pjanic (dal 75’ Florenzi) Marquinho 47’ Destro 58’ A disp.: Goicoechea, Svekauskas, Romagnoli, Taddei, Lucca, Lopez, Osvaldo. All.: Andreazzoli

1

Rosati Rolando Cannavaro (dal 72’ Calaiò) Britos (dal 51’ Armero) Maggio Behrami Dzemaili Hamsik Zuniga Pandev (dal 6’ El Kaddouri) 84’ Cavani A disp.: De Sanctis, Gamberini, Grava, Mesto, Inler, Donadel. All.: Mazzarri

NOTE: 33.000 spettatori circa. Angoli: 6 a 4 per il Napoli. Recuperi: 3’ pt, 5’ st.

di C.M.

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RAFAEL BENITE E

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EZ SPAGNOLO di

È

vero questa città è speciale come tu dici. Ma anche il suo allenatore deve essere speciale! D'altronde la storia ci insegna che Napoli non è fatta per le mezze cartucce! Non tutti lo capiscono però! Ma quelli che lo comprendono sono chiamati a vivere grandi esperienze ed a raggiungere traguardi eccezionali! Omero amò Napoli e ne descrisse i luoghi nel suo poema. Virgilio si appassionò di Napoli al punto di chiedere per testamento che il suo corpo giacesse qui per sempre! Uomini da tutto il mondo si sono immersi nella sua bellezza ed hanno tripudiato. Anche Pesaola si innamorò di Napoli e non l'ha lasciata più! Ora arriva uno spagnolo a guidare i suoi campioni per dare vittoria ai suoi colori. Benvenuto Rafael Benitez! Sappi però che mai come in questo momento Napoli ha bisogno di uomini sinceri, onesti, forti! Tanti anni fa un altro spagnolo fu suo re. Amato come nessun altro. Grande come nessun altro. Rimpianto come nessun altro! Il suo nome era Carlo: sì Carlo III. In pochi anni fece opere così grandi e tanto importanti che

Enrico Tuccillo

giovanissimo ce lo rubarono lo portarono a Madrid per costruire come in realtà fece opere grandi anche in quest'altra città! Fu proprio subito dopo di lui che si abbatterono su Napoli tremende tempeste. E fu buio, morte, tristezza, devastazione. Ti chiederai perché questa memoria? Perché la tua venuta a Napoli o è per la vittoria o è niente. Perché vincere a Napoli vuol dire dare gioia e speranza a tutti i meridionali del mondo a tutti gli uomini che subiscono ingiustizie, a tutti coloro che amano i colori del cielo e del mare e che vivono desiderando i valori più belli della storia umana. Ti assicuro che sei chiamato a una delle più esaltanti imprese per la pace. Perché la bravura, l'impegno, la sana disciplina, lo sforzo e la tenacia sono gli strumenti più sicuri e più belli per la vittoria che genera la pace! E Napoli, continuamente colpita dall'invidia, dalla gelosia da ignobili sfruttamenti e becere calunnie, ha bisogno di pace, di giustizia sociale e di vittoria! Perciò ad maiora Rafael perché o sarai grande o non sarai... nessuno!

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NAPOLI-ROM

L

a sconfitta dell’ultima giornata del campionato allo stadio Olimpico per 3-1, con l’inutile goal di Cavani, non ha permesso al Napoli di battere il record storico dei punti. Il secondo posto è stato un traguardo importante, ma come dicono molti esperti il Napoli con qualche acquisto di spessore avrebbe potuto vincere anche lo scudetto. Dopo aver raccontato con grande gioia le vittorie del Napoli contro il Milan e l’Inter questa volta ho il piacere di raccontare le imprese storiche ottenute dal Napoli contro la squadra capitolina. Roma-Napoli è il Derby del Sole tra le squadre più importanti del Sud. Allo stadio Olimpico c’è sempre stata un atmosfera magica per quello che mi hanno raccontato gli esperti. E’ ovvio che per me non è facile raccontare le gesta di una squadra che mai ho seguito, ma documentandomi sulla storia del Napoli vi assicuro che ne sono rimasta affascinata. Non vi nascondo che ero tifosa della Juventus, anche se non avevo mai assistito ad una partita di calcio. Q u e s t ’a n n o , però, ho seguito gli azzurri con intensa passione e molte volte l’ho fatto direttamente dagli spalti del San Paolo insieme a Gennaro Montuori, ed oggi posso dire con immensa gioia che il Napoli è diventato e resterà per sempre la squadra del mio cuore. Io calabra, diamantina doc, del Regno delle due Sicilie, oggi posso dire di essere una supporter della squadra più importante del Sud. Nella stagione 1929-30 al campo Testaccio di Roma si disputa il primo incontro tra i due club. La sfida termina in parità con il risultato di 2-2, con doppietta del mitico Vojak. Nella stagione 1933-34 si registra la prima vittoria del club partenopeo contro la squadra capitolina. Gli azzurri, infatti, si impongono a Roma per 2 reti a 1 con goal del solito Vojak e di Rosetti. Con quella vittoria il Napoli conquista il terzo posto centrando la qualificazione alla coppa europea. Passeranno 23 anni per rivedere gli azzurri vincere a Roma. Correva la stagione 1956-57 e gli azzurri vincono la gara per 3 reti a 1 con goal di Vitali e doppietta del grande Luis Vinicio. L’anno dopo gli azzurri si ripetono battendo la Roma per

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2 reti a 0 col ‘‘Bersagliere’’ Di Giacomo e ancora col brasiliano Vinicio (O’ Lione). Il 1957-58 fu un anno storico per i napoletani e per il Napoli, infatti, con la vittoria contro la Roma e a Torino contro la Juventus la squadra si aggiudica il quarto posto e torna tra le grandi del campionato. In una storica partita al Collana gli azzurri si impongo contro i bianconeri per 4-3. Ai bordi del campo la folla scalpita, l’arbitro è il famoso Concetto Lo Bello che concede l’invasione, ma minaccia di sospendere la partita al primo segnale di frenetismo della folla. I marcatori dell’incontro furono il solito Vinicio che siglò una doppietta, Brugola, e al 90esimo goal di Bertucco. Ritornando al Derby del Sole nel 1966-67 il Napoli di Pesaola e Roberto Fiore (il duo che riesce a soffiare Altafini al Milan e Sivori alla Juventus e che portano sugli spalti del San Paolo ogni domenica 100.000 tifosi) si impone all’Olimpico (con 40.000 napoletani al seguito) per 2 reti a 0 con goal del giovane Braca e con una magia di Omar Sivori, idolo della folla partenopea. Per rivedere gli azzurri di nuovo vittoriosi a Roma bisognerà attendere sette anni, precisamente la stagione 1973-74 . Il Napoli lotta ai vertici del campionato e la formazione di Vinicio da spettacolo. In quell’anno gli azzurri realizzano 35 goal. Il bomber di questo magico Napoli è il ‘‘Gringo’’ Sergio Clerici. Il capitano è Antonio Juliano, in difesa si affaccia il giovane Bruscolotti


MA STORY di

detto ‘‘Pale e Fierro’’. Questa volta a siglare il gol della vittoria è Giorgio Braglia detto ‘‘Jonny Chitarra’’ capellone funambolico. Stavolta invece passeranno solo due anni (1975-76) per rivedere il Napoli vincere a Roma. Il Napoli stravince per 0-3. Questa vittoria è la più eclatante degli azzurri e stranamente il mattatore della gara è Sperotto (calciatore che all’ombra del Vesuvio riuscirà a fare ben poco) che realizza una doppietta, mentre dal dischetto firma il terzo goal l’infallibile rigorista Beppe Savoldi. Questa volta ci vorranno ben undici anni per rivedere il ritorno alla vittoria del Napoli allo stadio Olimpico. Era la stagione 1986-87. Per l’occasione si girano le scene del film Il Ragazzo della curva B, oltre a Nino D’Angelo e a Gennaro Montuori, sono protagonisti anche Bruno Pesaola, Giuseppe Brusco-

Isabella Perrone

lotti, Andrea Carnevale, Ciccio Romano all’esordio con il Napoli e Bruno Giordano. E’ proprio quest’ultimo ad inventare l’assist al più grande giocatore della storia Diego Armando Maradona che realizza il goal della vittoria. L’incontro termina difatti 0-1. A fine campionato il Napoli conquista finalmente dopo sessant’anni il suo primo scudetto. C’è un pareggio che va raccontato, ed è quello del 1987-88. Allo stadio Olimpico l’incontro tra Roma e Napoli termina 1-1. E’ una partita che va annoverata nell’almanacco dei precedenti tra Roma-Napoli quasi fosse una vittoria. Gli azzurri agguantano il pari in nove contro undici, con un colpo di testa straordinario di Giovanni Francini. Ma la stagione del Napoli finirà in malo modo. Il secondo posto degli azzurri non da la felicità ai tifosi partenopei che perderanno lo scudetto nelle ultime cinque gare a discapito del Milan. Nel 1993-94 il Napoli batte la Roma in trasferta per 2-3. Questa volta è la formazione di Marcello Lippi ad espugnare l’Olimpico, con una vittoria che vale anche la qualificazione in Europa. Segnano Buso e due prodezze di Di Canio e capitan Ciro Ferrara. L’ultima vittoria degli azzurri a Roma risale a tre anni fa, stagione 2010-11, e ce la regala la doppietta del Matador Edinson Cavani, il nuovo idolo della folla partenopea.

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“CARISSIMO Risposta di “Palummella” all’Anonimo Infame

N

el corso della mia vita mi sono sempre contraddistinto per la trasparenza. Contrariamente a quanto ha fatto l’autore dello striscione che è comparso nell’ultima gara interna di questa annata, (che ha preferito agire nell’anonimato) io ho sempre messo la faccia quando avevo qualcosa da obbiettare. Mi viene da ridere. Ci sarebbero tante cose da dire in merito. Innanzitutto voglio pubblicamente ringraziare questo signore per la grande pubblicità che mi ha fatto. Con il suo fare ha dimostrato che dopo tanti anni sono ancora preso in considerazione. Sui motivi che lo hanno spinto a compiere questo gesto rimango perplesso e basito. Forse fanno troppo rumore le mie parole, i miei pensieri. Da un lato è brutto, però dall’altro, siccome esistono anche persone intelligenti, questo episodio suggerisce diverse chiavi di lettura. Innanzitutto mi chiedo se il soggetto in questione non sia uno dei mandanti degli atti vandalici di Napoli-Frosinone che deteriorarono l’immagine della nostra tifoseria. Poi, vorrei dire a costui, ma anziché spendere dei soldi per creare uno striscione contro di me, non sarebbe stato meglio impiegarli per farne uno in cui si chiede al presidente di non cedere Cavani? Almeno sarebbe stato utile oltre che motivo di orgoglio per la tifoserie partenopea. Cavani è un giocatore che è entrato nella storia dei grandi goleador azzurri, ed attualmente è a soli 14 gol dal grande Diego Maradona, che ha giocato per ben sette anni nel Napoli ed è il più grande calciatore di tutti i tempi. Meritava più lui che io questo striscione, perché Palummella è un tifoso, Cavani è un campione. Io sono appena un conduttore tifoso. Inoltre, anche quando era nell’aria la cessione di Lavezzi mi fu dedicato uno striscione simile. In occasione di tutte le feste me ne viene fatto uno. Non si dimenticano mai di me. La gente, però, conosce la mia lealtà, il mio modo di fare. Se incitare Cavani per loro è sbagliato allora mi dispiace, ma io vorrei che El Matador rimanesse. Sono anche dispiaciuto perché questo signore ha avuto l’aiuto delle istituzioni e della Società, in quanto questo striscione è rimasto esposto per una manciata di minuti senza trovare alcuna opposizione. Era proprio li, vicino alle telecamere, dove generalmente con tanta scrupolosità viene data attenzione al minimo particolare. Possibile che non se ne siano accorti? Per dieci minuti hanno lasciato che un’ apologia di reato venisse continuata. Allora mi chiedo chi comanda, le istituzioni, la Società Sportiva Calcio Napoli o questo signore è capace di manovrare un sistema? Non si riesce a capire bene francamente e questo dispiace. Mi fa piacere che dopo tanti anni sono ancora

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O INFAME” di

preso in considerazione. Per quanto mi riguarda l’importante è che se ne parli, nel bene o nel male. La parola Infame è un termine che il più delle volte viene usato dai delinquenti. Forse questo signore si è identificato con lo striscione ed ha solamente sbagliato ad inserire il nome, perché magari accanto a quell’aggettivo andava inserito il suo. Probabilmente avrà avuto l’aiuto delle istituzioni per entrare. Per quel che mi riguarda è infame chi si rende autore di certi atti. Io non credo di aver fatto del male a nessuno e se mi trovo ancora all’apice della storia è perché ho sempre rispettato le persone e sono stato motivo d’orgoglio per la mia curva, perché quella era la mia curva. Capitanavo il settore insieme ad altri miei amici, che ne fanno parte ancora oggi. Ci volevamo molto bene, non minacciavamo mai nessuno, ci aiutavamo l’uno con l’altro con la mente, con il cuore e anche con gli alimenti. C’è qualche ragazzo tra loro che lavora per qualche azienda importante, addirittura del Nord Italia . Se questi striscioni vanno a finire in mano alle loro aziende non credo che ci facciano una bella figura, in quanto di giorno si vestono giacca e cravatta, ma la domenica assumono altre entità.

Gennaro Montuori

Il futuro del tifo poteva essere Giorgio Ciccarelli, ma purtroppo è scomparso prematuramente anni fa. Io lo ricorderò sempre con tutto me stesso. Alla fine, però, vorrei fare i complimenti a tutto il tifo azzurro, in modo particolare alla curva A che in occasione di Napoli-Siena, ultima partita in casa di questo straordinario campionato del Napoli, ha espresso tutto il suo dissapore nel momento in cui il presidente ha impugnato il microfono ed ha cominciato a parlare. La curva B rimane sempre una curva magica al di là di quei pochi personaggi che non credo la comandino. Spesso si finisce per generalizzare troppo, si insinua che è opera di un intero settore quando invece è iniziativa di pochi. Io nella curva ho tanti amici e tanti gruppi storici che mi hanno rispettato ed io mi inchino a questi gruppi. Inoltre voglio anche salutare i distinti e la tribuna che nei momenti in cui bisognava trascinare la squadra si sono sempre dimostrati parte del 12esimo uomo in campo. Complimenti alla tifoseria perché ha versato tanti soldi ed ha portato il Napoli alla seconda posizione.

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LO SPAZIO DEI

Francesco Chianese vive a Grosseto, nato a Cagliari ma tifoso del Napoli

Franco Corcione di Secortex con il figlio Luigi entrambi innamorati del magico Napoli

Il piccolo Luigi Maiurino, tifosissimo del Napoli

Luana e Antonio Rescigno insieme al loro idolo di sempre Marekiaro Hamsik Edoardo De Laurentiis, Grava e De Sanctis festeggiano i 60 anni del nostro amico Mario Pesce

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TIFOSI Alessandro e Thomas Ranucci piccoli tifosi che già sono antijuventini

Emanuele tifosissimo del Napoli come zio Rino e già lettore di “Tifosi Napoletani”

Francesco Beatrice con il nostro Direttore

Matteo Cipolletta tifosissimo del Napoli festeggia il suo undicesimo compleanno

Totò, Peppino e ‘a Malafemmina durante la conferenza stampa tenutasi negli spogliatoi del Napoli

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Giovedì alle ore 20,45 sui canali di:

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Foto in studio:

Raffaele Esposito

Assistente di studio:

Antonio Cicia



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