Ultr'azzurro giugno 2015

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Sommario 2

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L’Editoriale di Gennaro Montuori

4

Undici anni di De Laurentis, 5 allenatori e piĂš di 100 giocatori

Il film del mese

48

Dnipro - Napoli

di Mimmo Carratelli

Il film del mese

De Laurentis, la differenza tra proclami e realtĂ

6

50

di Gennaro Montuori

Napoli - Lazio

10

vista da Antonio Capone

La sfida del mese Napoli - Lazio di Gennaro Montuori

20

Benitez, il vincente incompreso di Mauro Guerrera

24

La maglia attaccata alla pelle di Gennaro Montuori

32

Empoli - Napoli Il film del mese

36

Napoli - Milan Il film del mese

40

Napoli - Dnipro Il film del mese

Napoli - Cesena Il film del mese

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Juventus - Napoli

di Amelia Amodio

14

Parma - Napoli

Il film del mese

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Le foto dei tifosi Foto di Vittorio Cangiano


Finalmente è finita. Quanti tifosi del Napoli hanno detto questa frase. Impensabile in una città che vive di pallone, dove anche una sola domenica senza campionato non sembra un giorno di festa. Quella maglia azzurra fa parte della famiglia, anche lei si siede a tavola con gli altri per mangiare il ragù. Purtroppo l’importanza di questa maglia, ciò che essa rappresenta forse non tutti l’hanno capito. Altrimenti non si sarebbero viste così tante partite senza determinazione, senza voglia di combattere, senza onorare questi colori. Soprattutto non si sarebbe vista ancora una volta, come già successo più volte in questi ultimi quattro anni, una rosa incompleta, quando mancavano due o tre ritocchi per vincere un campionato. Nella prima puntata stagionale della mia trasmissione televisiva, mettevo in guardia i tifosi napoletani sulle lacune del mercato estivo: squadra più debole tra i pali, indebolita a centrocampo sia per quantità che per personalità e sostenevo che la difesa di una squadra che punta allo scudetto, non poteva avere in Britos e Ghoulam i perni fondamentali. Mi hanno accusato che non volevo bene al Napoli, forse proprio da coloro che per interessi personali hanno sempre avallato ogni operazione della Società. Ma non è che forse proprio loro non vogliono bene a questa maglia? Benitez quasi certamente l’anno prossimo andrà altrove. Sarà una perdita importante. Però prima di fare le valige ha il dovere di spiegare a noi tifosi il perché di alcune scelte di formazione (vedi De Guzman al posto di Hamsik), il perché di alcuni molli approcci a partite che andavano vinte a ogni costo. Così come i calciatori hanno il dovere di spiegare ai tifosi la strana coincidenza di prestazioni di alto livello, in coincidenza con il ritiro imposto dal presidente. Già il presidente. Ora se il prossimo anno il Napoli sarà in Europa League o si dovesse avverare il miracolo Champions, non deve cambiare l’essenza della lezione subìta quest’anno. Senza giocatori di qualità e personalità anche tra i rincalzi, non si vincerà mai niente, e sarà anche difficile riempire il portafogli con gli introiti economici della Champions. Però De Laurentiis ha una grande dote e una grande abilità. La dote è la fortuna, perché solo chi è fortunato poteva non mangiare il biscotto già infornato dai panettieri romani. L’abilità è quella di un imprenditore capace di allestire una squadra solo competitiva ma che si ostina a non rendere vincente, per mantenere i conti in ordine. I sacrifici di questi tifosi meriterebbero di più, non possono essere ripagati solo con lo scudetto dei bilanci. Io da napoletano onesto e sincero mi sono televisivamente schierato al suo fianco quando ha attaccato Platini, anche se non concordavo sul luogo della protesta. Così come sarò pronto a schierarmi al suo fianco quando dimostrerà davvero che vuole vincere. Ora ritocca proprio al presidente, all’allenatore e ai giocatori. Quella con la Lazio è la partita della vita. Un po’ quasi quanto quella dell’aprile del 1990 quando il Napoli di Maradona regalò la seconda gioia tricolore, ripagando la passione di questa immensa tifoseria. CHE TUTTI I GIOCATORI ALMENO IN QUESTA ULTIMA PARTITA DIANO IL 200X100. OCCHI DELLA TIGRE E FAME DI VITTORIA. I TIFOSI, STATENE CERTI DARANNO IL LORO SOLITO PASSIONALE CONTRIBUTO.

ONORATELI

ANNO XXIV - N.6 - GIUGNO 2015

Graficart di Luca Iodice Bacoli (NA)



Undici anni di De Laurentiis, cinque allenatori e più di cento giocatori di Mimmo Carratelli

Una formazione del Napoli con i primi acquisti di De Laurentiis

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’intensa attività nel cinema (cento film prodotti dal 1977, compresi sedici “cinepanettoni”). Undici anni nel calcio alla presidenza del Napoli, salvando il club dal fallimento e riportandolo rapidamente in serie A sino a conquistare le prime posizioni della classifica partecipando ai tornei europei (tre Champions, cinque Europa League). Tutto questo è valso ad Aurelio De Laurentiis, venticinquesimo presidente del Calcio Napoli, la laurea honoris causa dell’American University di Roma. Il giorno dopo, l’anno scorso, festeggiò il suo sessantacinquesimo compleanno (24 maggio) al ristorante ischitano “Le fumarole” sui Maronti, spaghetti alle cozze, pollo alla brace, crostata di fragole. Nessuno potrà dimenticare l’estate del 2004 quando il Napoli divenne un fantasma, un storia che sfumava nei tribunali e una squadra che non c’era più. Mentre eravamo al cimitero delle promesse e delle speranze, alle 9 del mattino del 24 agosto, un martedì, si materializzò, giungendo da Los Angeles e acquartierandosi all’Hotel Quisisana di Capri, il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis che al Tribunale di Napoli, sezione fallimenti, offrì sull’unghia 25 milioni di euro per avere Varricchio il club azzurro in serie C. 4

I tre tenori, Lavezzi, Cavani, Hamsik

Lunedì 6 settembre, a una settimana dall’inizio dei campionati, la fallimentare consegnò il Napoli a De Laurentiis per una sessantina di miliardi di lire. L’uomo si buttò nella pazza avventura con Pier Paolo Marino e Giampiero Ventura uomo di mare genovese, poi con Edy Reja il friulano che sembra un pioppo brizzolato. Nei primi due anni, conclusi con la conquista della serie B, impegnò 50 milioni di euro

Fabio Quagliarella

fra l’acquisto del titolo sportivo dalla Fallimentare, l’assunzione di due allenatori, l’ingaggio di 47 giocatori. De Laurentiis disse che Marino era il suo Maradona e Reja era il suo Clint Eastwood. Al quarto anno di presidenza riportò il Napoli in serie A. In otto anni nella massima divisione ha cambiato


Callejon con Mertens

Vargas

quattro allenatori: da Reja a Donadoni, da Donadoni a Mazzarri, infine Rafa Benitez. Da quando ha assunto la presidenza, De Laurentiis ha ingaggiato cento e più giocatori: 33 al primo anno quando il Napoli cominciò da zero in serie C e non c’erano neanche i palloni per gli allenamenti, 14 nel secondo anno di Serie C, 7 il terzo anno in Serie B. Nelle stagioni giocate finora in Serie A, De Laurentiis ha acquistato 58 calciatori dalla stagione 2007-08 alla stagione in corso 2014-2015. (10 nel 2007-08, 7 nel 2008-09, 6 nel 2009-10, 6 nel 2010-11, 12 nel 2011-12, 4 nel 2012-2013, 13 nelle stagioni 20132015). Dopo avere superato i due anni in serie C e sofferto poco in serie B, col ritorno in serie A De Laurentiis ha chiuso in attivo ogni bilancio annuale inserendo il Napoli nei pochi club virtuosi del calcio europeo, grazie anche alle corpose plusvalenze ottenute con le cessioni eccellenti, su tutte quelle di Cavani e Lavezzi. Diversi sono stati gli acquisti indovinati dal patron azzurro. Ad esempio come quelli fondamentali per la scalata azzurra dalla Serie C alla all’Europa: Gianluca Grava, Calaiò (pagato 2,9 milioni di euro), Roberto Sosa (450 mila euro), Gennaro Iezzo e Paolo Cannavaro. questi ultimi due rinunciarono alla Serie A pur di giocare nel Napoli. La promozione in Serie A ha aumentato il fascino della ma-

glia azzurra, così a Napoli sono arrivati campioni come Lavezzi (pagato 6 milioni e ceduto dopo cinque anni al Paris Saint Germain), Hamsik (pagato appena 5,5 milioni), Gargano, Denis (8 milioni) e Maggio (8 milioni), Zuniga (8,5 milioni), De Sanctis, Behrami, Pandev e Campagnaro. Prima della gestione Benitez, i colpi più pagati sono stati Quagliarella (18,5 milioni), Inler (16,5 milioni) e Cavani (pagato 17 milioni ma rivenduto sempre al PSG per 64 milioni). La rivoluzione di Benitez per riformare il Napoli dopo la partenza di Cavani, ha portato in maglia azzurra campioni come Higuain, Mertens, Callejon, Reina, Albiol e Manolo Gabbiadini. Per i risultati raggiunti e la positiva conduzione economica, De Laurentiis si aggiunge ai grandi presidenti del Napoli che sono stati Giorgio Ascarelli, Achille Lauro, Roberto Fiore, Corrado Ferlaino, l’unico a vincere lo scudetto (due volte) e la Coppa Uefa dopo avere ingaggiato Maradona.

Higuain e Reina 5


De Laurentiis, la differenza tra proclami e realtà

di Gennaro Montuori

D

alle fughe in motorino alle parolacce nelle assemblee di Lega. Da “il calcio italiano è da rifondare” allo “stadio virtuale”. Dalle promosse sulla scugnizzeria all’acquisto di club satelliti all’estero. Quante uscite bizzarre di De Laurentiis da quando è diventato il presidente-padrone del Napoli. In tanti si sono legate al dito le offese fatte ai tifosi: “Ma perché si lamentano, non hanno mai vinto un c…”. Non ultima quella prima dell’inizio della stagione in corso. De Laurentiis sul palco di Dimaro

De Laurentiis lascia in motorino un’assemblea di Lega

Era una serata fresca, tipica delle estati in montagna. Su quel palco, davanti a tifosi e giornalisti arrivati in Trentino per scoprire il (vecchio) nuovo Napoli, il patron azzurro incantò tutti raccontando una favoletta come solo una persona di cinema sa fare. Quella sera a Dimaro, le lacrime di commozione sembrarono sincere. Illusero tutti che, finalmente, De Laurentiis avesse capito “cosa vuol dire essere napoletano”. Parole di Don Aurelio ovviamente. Addirittura, dopo la storiella delle scommesse targate Singapore e il tradizionale attacco al sistema calcio, proprio lui, annunciò vobis gaudium magnum, che il Napoli avrebbe lottato per lo scudetto. Tutti in piedi ad applaudire, perché per il napoletano la parola scudetto è sacra e non va pronunciata invano. Infatti il re dei cine-panettoni non precisò se la lotta fosse durata fino a maggio o solo fino a novembre come fatto presagire poi dalla 6

campagna acquisti estiva. Quel “motto che è anche il mio, ca’ nisciuno è fesso”, sempre parole di De Laurentiis, invece era la conferma che il presidente azzurro ancora non ha capito il vero significato di essere napoletano. Campagna acquisti non di primo piano e flop prima nei preliminari Champions e poi in campionato. Un vero napoletano si sarebbe sentito ferito nell’orgoglio, come è successo ai tifosi, l’unica vera parte napoletana di questa società. Il silenzio durato mesi, venne interrotto nel periodo pre-natalizio quando sotto l’albero il Napoli trovò la Supercoppa Italiana meritatamente conquistata contro la grande Juventus. Bastò quella vittoria per dare una scossa di napoletanità al presidente: “ma io ho sempre pensato di essere tra le grandi del calcio, visto che dal 500simo posto che occupavamo quando ho preso il club, ora siamo al ventesimo posto del ranking”. Poi il periodo buio coinciso con le sconfitte sui campi di squadre di seconda fascia, ha consigliato il silenzio al patron azzurro. Forse meglio così, perché davvero il silenzio può essere d’oro. Il botta e risposta a distanza con Pepe Reina è il classico esempio. IL presidente per giustificare la mancata conferma in azzurro del portiere finito al Bayern, ha provato a scaricare la colpa sulla moglie del portiere spagnolo: “Reina ha accettato un compenso maggiore in Germania e problemi familiari non lo facevano restare a Napoli. La moglie non voleva più vivere a Napoli”. La risposta stizzita è stata l’ennesima dimostrazione dello scarso tatto comunicativo del patron azzurro: De Laurentiis attacca i tifosi del Napoli


De Laurentiis mentre annuncia il ritiro punitivo della squadra

De Laurentiis attacca Platini

“Non è stato mai un problema familiare, anzi mia moglie ama Napoli come la amo io. Basta scherzare!”. Quanto da migliorare sia il metodo comunicativo di De Laurentiis, lo dimostra anche la mancata ottimizzazione delle giuste scelte nell’imporre il ritiro alla squadra e nell’accusare il presidente dell’Uefa Platini. La squadra eliminata in semifinale di Coppa Italia dalla Lazio. Due finali contro la Juventus andate in fumo (Coppa Italia e Supercoppa Italiana), così come sono andati in fumo i relativi introiti economici. Per giustificare il ritiro punitivo, lo show di De Laurentiis in sala stampa con accuse velate ai giocatori, ha fatto il giro di tutte le TV italiane. Tutti in ritiro a Castel Volturno perché “Napoli è città piena di distrazioni” ed era necessario dare “una sferzata nell’orgoglio di chi orgoglio ne ha per trovare la concentrazione. Un super allenamento ma allenamento di testa, rispetto per i tifosi, rispetto per la società, rispetto per l’allenatore, rispetto per loro stessi. Perchè la prima cosa importante è che loro abbiano rispetto per loro stessi”. Risultato: spaccatura tra società e Benitez appoggiato dalla squadra contrari al ritiro appoggiato. Ancora più plateale l’attacco a Platini, questa volta in diretta televisiva europea. Il Dnipro pareggia al San Paolo con un gol in netto fuorigioco, che gli ha pratica-

mente spalancato le porte della finalissima di Europa League. Un vero e proprio furto giustamente mal digerito da De Laurentiis. Accuse a Platini giustissime: “Se diamo fastidio ce lo dicano: Platini perchè fai queste stupidaggini” - ha poi continuato – “Forse hanno già assegnato questa coppa alla Spagna, al Siviglia (…). Platini è un monarca, ora mi chiedo cosa penserà nel buio della sua cameretta a Nyon visto che non ha saputo garantire un arbitraggio come si deve ad una semifinale europea. (…). Ciao Platini, mi raccomando sogni d’oro”. Una giusta protesta, che però ha raccolto come risultato un altro torto nella partita di ritorno, questa volta sotto forma di gol viziato da un netto fallo su un attaccante azzurro e una mancata espulsione a un calciatore ucraino. “Basta scherzare”, prendiamo in prestito la chiusura del tweet di Reina per stimolare De Laurentiis per rendere questa squadra da competitiva a vincente. Oramai sono tre-quattro anni che campagne acquisti di basso zoppe impediscono a questa città di rivivere la gioia di uno scudetto. “Basta scherzare”, è arrivato il momento di ripagare i sacrifici che questi tifosi fanno per sostenere con tanto amore ed entusiasmo la gallina dalle uova d’oro del gruppo Filmauro.

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Benitez, il vincente incompreso di Mauro Guerrera

C

ontro la Lazio sarà la sua ultima volta sulla panchina del Napoli. Lascerà il golfo più bello del mondo per trasferirsi nel club più famoso del mondo. Sembra che sia colorato del “blancos” del Real Madrid il futuro del tecnico spagnolo. Anche qualche club inglese sta facendo carte false per averlo sulla propria panchina. Nato a Madrid il 16 aprile del 1960, Benitez dopo una carriera di calciatore vissuta nell’anonimato, ha iniziato il suo percorso di allenatore dalle giovanili proprio del Real Madrid. Dal 1988 al 1995, ha arricchito la bacheca minore del club madridista con una vittoria nel campionato e due Coppe di Spagna Under 19. Dopo due esperienze non proprio positive con Valladolid e Osasuna, Benitez fu l’artefice della promozione dell’Extremadura prima, e del Tenerife poi. Dal 2001 al 2004 guidò il Valencia alla conquista di due Liga Spagnole e due Europa League, prima di passare al Liverpool. In sei stagioni con i reds di Anfield Road, ha conquistato 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Community Shield, 1 Supercoppa Europea e 1 Champions League. L’Inter del triplete di Mourinho, si affidò proprio a lui per ridare stimoli a una squadra sazia di vittorie. Ma i dissapori con Moratti per il mercato non soddisfacente, lo hanno portato a lasciare Milano a metà stagione. Ma grazie alla sua mentalità vincente, lo ha fatto dopo aver vinto con i nerazzurri 1 Supercoppa Italiana e 1 Mondiale per Club. Tutto questo in soli sei mesi. Nella stagione successiva il Chelsea in difficoltà, lo chiamò per provare a raddrizzare una barca che stava affondando. Terzo posto in campionato 10

e conquista dell’Europa League, niente male per un tecnico non gradito alla piazza dei blues. Arriva così la chiamata di De Laurentiis. Per il patron azzurro Benitez era l’uomo giusto per l’internazionalizzazione del club e per dare alla squadra la mentalità offensiva, tipica dei grandi club europei. La prima stagione in azzurro di Benitez, ha visto il Napoli fare una figura da big in Champions e superare per la prima volta, nell’era De Laurentiis, un turno a eliminazione diretta nelle coppe europee. Alla fine della stagione per il Napoli terzo posto in campionato e conquista della Coppa Italia. Record di punti in campionato, record di gol stagionali e di vittorie conquistate. Un annata che sembrava il prologo per qualche vittoria importante. Invece nel secondo anno, il rendimento del Napoli in campionato è fatto di alti e bassi. A Benitez non è servito a nulla vincere la Supercoppa Italiana contro la Juventus. I napoletani “pretendevano” lo scudetto dal tecnico spagnolo. La semifinale di Coppa Italia e la semifinale europea dopo ventisei anni, non sono stati sufficienti per cancellare la precoce eliminazione nei preliminari di Champion League. Soprattutto non sono piaciute alcune scelte di formazione quando il Napoli ha perso tanti punti contro le squadre cosiddette piccole. Questo magari è vero, anche perché per i tifosi Benitez era una garanzia, soprattutto per quanto riguarda la qualità degli acquisti. Si sono sentiti traditi anche perché in tanti non sanno che il tecnico spagnolo si era dimesso perché non contento del calciomercato di De Laurentiis. Solo i big (Higuain, Callejon, Albiol, Mertens) arrivati grazie a lui in azzurro, lo convinsero a continuare la stagione, sopportando immeritate offese di dubbio gusto alla sua persona. In città c’è chi abilmente ha saputo lanciare la moda della stagione fallimentare, pensando forse di commentare la storia del Real Madrid, del Barcellona o del Bayern Monaco.


Nella Napoli calcistica, troppi si sono imborghesiti dimenticando che nei precedenti ottantanove anni, è stato fatto di meglio solo con Maradona.

I numeri parlano a favore dell’allenatore più vincente avuto a Napoli, dopo quelli che hanno avuto la fortuna di allenare Re Diego.

ECCO I NUMERI DI BENITEZ PRIMA DI NAPOLI-LAZIO 2014-2015 4° Posto PUNTI TOTALI PUNTI IN CASA

N° 63 38

Media 1,70 2,11

2013-2014 3° Posto PUNTI TOTALI PUNTI IN CASA

N° 78 43

Media 2,05 2,26

PUNTI IN TRASFERTA GOL SEGNATI TOTALI GOL SEGNATI IN CASA

25 68 44

1,32 1,84 2,44

PUNTI IN TRASFERTA GOL SEGNATI TOTALI GOL SEGNATI IN CASA

35 77 43

1,84 2,03 2,26

GOL SEGNATI IN TRASFERTA

GOL SUBITI TOTALI

24 50

1,26 1,35

GOL SEGNATI IN TRASFERTA

GOL SUBITI TOTALI

34 39

1,79 1,03

GOL SUBITI IN CASA

24

1,33

GOL SUBITI IN CASA

15

0,79

GOL SUBITI IN TRA.ERTA

26

1,37

GOL SUBITI IN TRA.RTA

VITTORIE TOTALI

18

VITTORIE TOTALI

24 23

1,26

VITTORIE IN CASA VITTORIE IN TRASFERTA

11 7

VITTORIE IN CASA VITTORIE IN TRASF.tA

13 10

PAREGGI TOTALI PAREGGI IN CASA PAREGGI IN TRASFERTA SCONFITTE TOTALI SCONFITTE IN CASA

9 5 4 10 2

PAREGGI TOTALI PAREGGI IN CASA PAREGGI IN TRASF.TA SCONFITTE TOTALI SCONFITTE IN CASA

9 4 5 6 2

SCONFITTE IN TRASF.TA

8

SCONFITTE IN TRASF.RTA

4

2014-2015 4° Posto PARTITE GIOCATE VITTORIE

Media 58 46,55%

2013-2014 3° Posto PARTITE GIOCATE VITTORIE

Media 53 60,38%

PAREGGI SCONFITTE GOL FATTI GOL SUBITI

27

17 29,31% 14 24,14% 102 1,76 70

1,21

Il Napoli quest’anno è stata la seconda migliore squadra per tiri subìti (dietro solo alla Lazio) e la miglior squadra in assoluto per conclusioni in porta. Sono numeri che parlano di un modulo quasi perfetto, che pochi addetti ai lavori hanno davvero saputo interpretare. Ma forse era pretendere troppo da chi lavora in una piazza non abituata a vincere.

PAREGGI SCONFITTE GOL FATTI GOL SUBITI

32

11 20,57% 10 18,87% 104 1,96 57

1,07

Dopo il match con la Lazio dirà addio. Lo farà dopo aver vissuto a 360° Napoli e la sua storia, le sue bellezze, la sua cultura, le sue tradizioni, il suo popolo. Napoli vuole vincere e puoi vincere, non solo nel calcio. Ma bisogna farlo “sin prisa ma sin pausa e spalla a spalla”, ce lo ha insegnato Don Rafè. 11




La sfida del mese: Napoli-LAZIO

di Gennaro Montuori

L

e sfide tra Napoli e Lazio sono state spesso partite ricche di spettacolo e di emozioni. Sono tanti i nomi famosi che hanno indossato entrambe le Luis Vinicio casacche. Le tifoserie di questi due club, ricordano con orgoglio i trascorsi nella loro squadra del cuore di giocatori come Garella, Caso, Massa, Damiani Agostinelli, Boccolini, Vinazzani, Bigon, Buso, Paolo Di Canio, Pandev. Anche alcuni tecnici hanno legato il proprio nome alle panchine di queste due squadre con tifoserie appassionate e passionali: Luis Vinicio, Gigi Simoni soprattutto Gigi Simoni Edy Reja. Ma quelli che più degli altri hanno fatto breccia nei cuori di laziali e napoletani sono senza dubbio Sergio Clerici e Bruno Giordano. Addirittura Giordano con il Napoli ha vinto uno scudetto. Ma al di là dei pro-

Clerici-Giordano due grandi doppi ex di Napoli e Lazio

tagonisti, la storia di Napoli-Lazio è iniziata con un pareggio a reti inviolate il 13 novembre del 1927. La prima vittoria della Lazio è stata l’1-2 del 27 giugno 1929, mentre quella del Napoli è stata il 3-0 dell’8 giugno 1930, quando una doppietta di Buscaglia e un gol di Mihalic piegarono la resistenza della difesa biancoceleste. Negli anni successivi, Attila Sallustro fu uno dei veri protagonisti di questa sfida, segnando tanti gol che regalarono gioie immense ai tifosi napoletani. L’attaccante

Sallustro in azione contro la Lazio

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Il gestaccio di Chinaglia ai tifosi napoletani


Chinaglia in azione contro il Napoli

azzurro uscì però sconfitto in una sfida contro Piola, icona del calcio nazionale. Era il 3 gennaio del 1937 e la Lazio vinse per 3-5 con Sallustro e Piola autori entrambi di un gol a testa. Emozionante fu il 3-2 dell’1 maggio 1955. Lazio in vantaggio con Bredesen. Una doppietta di Jeppson ribaltò il risultato. Quando il pareggio laziale di Pistacchi sembrava aver indirizzato il match verso il pareggio, allo scadere Ciccarelli regalò la vittoria ai partenopei. Non potevano mancare nella storia di questa sfida nomi illustri che sono stati i beniamini del San Paolo. Pesaola su rigore permise al Napoli di pareggiare 1-1 il 9 marzo del 1958, mentre Canè-Sivori furono gli eroi del 2-0 dell’1 maggio 1966. Sempre nel 1966, il 6 novembre, Altafini siglò l’1-0 finale che mandò in visibilio l’intero stadio. Un gol dell’ex “Peppe” Massa, fu determinante per la vittoria 1-0 del Napoli il 26 marzo del 1976. Il 20 maggio del 1973 fu una trasferta amara per la Lazio al San Paolo. Ultima di campionato con i biancocelesti che contendevano lo scudetto alla Juventus. Un gol di Oscar Damiani sul finire della partita, negò ai capitolini la possibilità di vincere lo scudetto. Giorgione Chinaglia la prese davvero male. Si rivolse verso i tifosi napoletani con insulti e il classico gesto delle corna. Poi

Bruno Giordano con la maglia della Lazio

Chinaglia marcato da Zurlini e Vavassori

l’ex calciatore dell’Internapoli, si scusò con tutto il popolo napoletano dalle pagine della mitica testata “Sport Sud”. Ma alcune partite hanno scritto la storia di questa sfida a caratteri cubitali. Iniziamo con il 3-3 del 7 aprile 1974. Clerici per il vantaggio del Napoli. Lazio avanti con una doppietta di Chinaglia. Pareggio di Clerici e nuovo vantaggio laziale sempre con Chinaglia, autore di una tripletta. Juliano segnò il gol del definitivo pareggio.

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Diego Maradona in Napoli-Lazio 4-0

Diego esulta dopo un gol alla Lazio

Partita al cardiopalma quella del 2 aprile 1978. Doppio vantaggio per il Napoli con Juliano e Savoldi. Un giovanissimo Bruno Giordano accorciò le distanze su rigore, prima della doppietta di Capone che

Giordano con la maglia del Napoli a formare la storica Ma.Gi.Ca.

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Lavezzi fece impazzire i difensori laziali

Maradona prima di un Napoli-Lazio

chiuse la partita. La Lazio tornò in partita grazie a un altro gol di Giordano e a un gol di Lopez. Furono quattro i gol del Napoli anche nel giorno del Maradona show. Era il 24 febbraio 1985. Prima

Il gol-scudetto di Marco Baroni

Hamsik anticipa il portiere della Lazio


Diego, toccò maldestramente il pallone nella sua porta. Sul 2-0 il Re volle deliziare i suoi sudditi con altre due perle. La prima perla, dopo aver rubato palla a un difensore, fu un pallonetto preciso. La seconda magìa arrivò direttamente dal calcio d’angolo. Appena la palla entrò, il Re esultò saltellando come un bambino che aveva appena aperto il suo regalo di Natale. Indelebile ricordo l’1-0 firmato da Baroni il 29 aprile del 1990. Quel gol assicurò matematicamente il secondo scudetto al Napoli di Corrado Ferlaino. Il Napoli di De Laurentiis, ha avuto un grande protagonista in Edinson Cavani. Il bomber uruguaiano segnò una tripletta nell’emozionante 4-3 del 3 aprile 2011. Lazio sullo 0-2 con Mauri e Dias. Pareggio del Napoli con Dossena e Cavani. L’autogol di Aronica gettò nello sconforto i tifosi napoletani, prima che Cavani con una doppietta ribaltasse il risultato all’ottantottesimo minuto per una storica vittoria del Napoli. Ancora Cavani con una tripletta piegò la Lazio nel 3-0 del 26 settembre 2012. Il resto è storia recente, con le ultime due sfide che si sono concluse con una vittoria a testa. In campionato il Napoli fece sua l’ultima partita giocata: 4-2 con i gol di Lulic per la Lazio, Mertens e doppietta di Higuain prima del gol di Onazi. Higuain nel finale fissò il pun-

Pandev ex di Lazio e Napoli

Cavani dopo il gol del 4-3 in Napoli-Lazio del 3 aprile 2011

Napoli-Lazio 3-0, ancora una tripletta per il matador

stagione di Re Diego in maglia azzurra. Successe tutto nel secondo tempo. Retropassaggio di un difensore laziale. Maradona si avventò sul pallone e con un’abile tocco superò il malcapitato portiere Orsi. La seconda segnatura azzurra fu un’autorete di un difensore che, spaventato dalla vicinanza di

Napoli-Lazio 4-2. Higuain si porta il pallone a casa dopo la tripletta

Il gol di Mertens dell’ultimo Napoli-Lazio in campionato

teggio sul 4-2, portandosi il pallone a casa. Invece è di quest’anno in Coppa Italia l’ultima sfida al San Paolo. La vittoria 0-1 dei biancocelesti capitolini è costata al Napoli l’eliminazione in semifinale. Di Lulic il gol vittoria, prima che lo stesso Lulic salvasse sulla linea di porta un tiro di Insigne.

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Napoli-Lazio vista da Antonio Capone

di Amelia Amodio

A

ntonio Capone, ex attaccante del Napoli, negli anni ’80 fece parlare di sé grazie ai suoi dribbling e alla sua velocità, qualità che avrebbero potuto mettere in seria difficoltà qualsiasi avversario. Nato a Salerno, vestì la maglia azzurra per cinque stagioni: durante quegli anni, grazie alla sua classe, si guadagnò il soprannome de “il brasiliano”. L’ e p i s o d i o che lo consacrò fu la partita contro il Milan a San Siro nella stagione 1977-78. I rossoneri si trovarono di fronte un giovane agilissimo, quasi imprendibile. Conquistò il rigore realizzato da Savoldi e segnò anche un gol che gli venne poi annullato. Nessuno riusciva a prenderlo, tant’è che Capone con Beppe savoldi l’allenatore gli cambiò la bellezza di tre marcature: entrò così di diritto nella storia azzurra. Da lì nacque l’accostamento con Garrincha. Ma c’è ancora un’altra partita, vissuta da protagonista, che Capone non dimenticherà mai: parliamo del Napoli-Lazio del 1978. Quella partita, giocata contro una squadra che qualche anno prima aveva conquistato lo scudetto e ne conservava ancora gran parte dell’undici titolare, restò per lui un ricordo indelebile. Sì perché in quell’occasione riuscì a firmare i suoi primi due gol da titolare, ed è proprio “il brasiliano” a raccontarcelo: “Quel Napoli-Lazio fu una sfida difficile, ci avviavamo verso la fine del campionato e la Lazio era una squadra forte e temibile. Qualche giorno prima una trasmissione, dopo tanti assist, mi augurava di

firmare il mio primo gol. Fu un’emozione doppia visto che segnai il primo gol in serie A, tra l’altro contro una squadra così blasonata, per poi ripetermi e firmare ancora un sigillo. Quella partita fu decisiva per la qualificazione in Coppa Uefa, si trattò di un vero e proprio confronto diretto e fui felice di aver fatto la mia parte accanto a un campione come Savoldi”. In quell’ occasione il tuo talento ha oscurato quello di campioni come Savoldi e Giordano e successivamente la stampa, entusiasta, si scatenò dedicandoti parecchie pagine parlando delle tue gesta, dei tuoi spettacolari dribbling e delle tue qualità di assistman: che cosa hai provato vedendo il tuo nome in primo piano sulle pagine delle più importanti riviste sportive? “Sicuramente fu una bella soddisfazione! L’Intrepido e il Monello mi dedicarono delle pagine tessendo le mie lodi, la Domenica Sportiva mi dedicò un bel servizio. Ero veloce, agile e dotato di molta fantasia. Un rammarico? La mia poca continuità. Se avessi avuto maggior costanza, avrei potuto raggiungere sicuramente traguardi più alti anche se posso comunque ritenermi soddisfatto. Non penso di aver oscurato nessuno, ero più una seconda punta. Ho fornito tanti begli assist e procurato 6 rigori a un campione come Savoldi il quale quell’anno giunse a quota 30 gol, 17 in campionato e 13 in coppia, rivelandosi come l’attaccante più prolifico della stagione ”.

La copertina dell’Inteprido dedicata a Capone 20


Un gol di Capone alla Lazio

Tornando ai giorni nostri, Napoli-Lazio resta sempre un confronto molto sentito, anche se gli azzurri sono ormai fuori dalla zona Champions. Tuttavia chiudere una stagione fatta di alti e bassi con una bella vittoria potrebbe regalare una piccola soddisfazione ai tifosi. Alla vigilia del match Antonio Capone esprime

quando l’avversario, sulla carta, è molto meno temibile: gli azzurri, infatti, hanno perso oltre 20 punti con le piccole. Tuttavia, se analizziamo il momento di forma delle due squadre, prevedo una partita difficile per il Napoli, che è riuscito quest’anno anche a perdere il fondamentale sostegno dei tifosi, anche se sono il Napoli dinanzi

Capone supera Garella

Capone affronta Bruna Giordano

il suo punto di vista per quanto riguarda, appunto, quest’ultima sfida di campionato: “Il Napoli ha un attacco superiore a quello della Lazio, che però ha un centrocampo più tecnico di quello azzurro. Come il Napoli anche la Lazio ha lamentato delle lacune difensive e ha peccato di mancanza di continuità prima di inanellare una lunga serie di risultati utili consecutivi. Con squadre più blasonate il Napoli ha sempre detto la sua in campo, a differenza di

al suo pubblico, nel suo San Paolo, vorrà di certo far bella figura salutando i tifosi con una bella vittoria”.

Capone competente opinionista della trasmissione Tifosi Napoletani 21




ABBONDANZA

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LA MAGLIA ATTACCATA ALLA PELLE

di Gennaro Montuori

S

andro Abbondanza, napoletano di Agnano, classe 1949. Con la maglia azzurra ha giocato nelle stagioni dal 1967 al 1969, nella stagione 1970-71 e in quella 1972-73. In totale con il Napoli ha giocato 1 partita in Coppa Uefa, 8 in Coppa Italia e 35 partite in Serie A segnando 2 gol, entrambe al Verona. La prima al Abbondanza con la maglia San Paolo il 27 dicembre 1970, del Napoli la seconda al Bentegodi il 18 aprile 1971. Furono due gol importantissimi, perché assicurarono al Napoli quattro punti nell’anno in cui gli

Il Napoli 1968-69

azzurri di Chiappella, lottarono per lo scudetto fino alla fine contro le due milanesi. Alla fine fu solo terzo posto, ma quel Napoli disputo un campionato eccezionale, grazie anche alle prestazioni di Abbondanza. Abbondanza ha indossato spesso la maglia numero nove o la numero undici, ma appena arrivato in prima squadra dalle giovanili azzurre, si è accollato la pesante eredità della numero dieci appena lasciata libera dal grande Omar Sivori. Al suo debutto risaltarono i calzettoni abbassati che continuò a portare mentre giocava, proprio come il grande fuoriclasse argentino, che tra l’altro era anche il suo idolo. Piccolino di statura (appena 172 cm), calzettoni abbassati, con la maglia numero 10 addosso e tante giocate di fantasia: per questo fu subito ribAbbondanza con la numero 11. attezzato “il Sivorino”. 24

E pensare che a undici anni giocava in porta, nelle classiche partite organizzate in strada dai ragazzini. Gli suggerì il ruolo di mezzala sinistra Giovanni Lambiase che lo portò al Napoli. Cresciuto sotto la guida di Piero Manola e Nicola D’Alessio, AbbonAbbondanza viene incoraggiato da Di Cos- danza fece tutta la trafila dai “Pulcini” tanzo al debutto in Serie A alla prima squadra, dove esordì il 9 marzo 1969, quando aveva appena vent’anni. Quel giorno il Napoli pareggiò con il Bologna 1-1, davanti a 70mila spettatori e con il formidabile attacco formato da Sala, Juliano, Altafini, Abbondanza e Barison. Il suo sogno di giocare da napoletano con la maglia del Napoli, è stato impreziosito da compagni di squadra di grande livello: Sivori, Sormani, Altafini, Hamrin e soprattutto Dino Zoff, l’unico calciatore italiano ad aver vinto con la nazionale sia l’Europeo (1968) che il mondiale (1982). Le sue poche presenze con la maglia azzurra sono legate Lambiase si compliemta con anche all’importanza dei com- Abbondanza pagni di squadra e al fatto che in quegli anni le squadre potevano fare solo una sostituzione a partita.

Abbondanza con il suo idolo Omar Sivori


Il Napoli 1970-71

Il Napoli 1971-72

Il trequartista partenopeo, nella stagione 1972-73 è stato uno dei quattro moschettieri del centrocampo del Napoli formato da napoletani: Juliano, Improta, Esposito e appunto Abbondanza. In prestito al Monza, tornò a Napoli prima che Liedholm potesse trattenerlo nella squadra brianzola. In seguito ha giocato anche con Pisa, Lazio e Brindisi. Proprio con la Lazio fu uno dei protagonisti della promozione dei romani dalla Serie B alla Serie A, conquistata grazie anche alle ottime prestazioni di Abbondanza, sigillate da sette gol decisivi. Malgrado sia rimasto poco tempo nel Napoli, ha lasciato nel cuore dei suoi tifosi il ricordo di giocate deliziose. Decise di apAbbondanza ubriaca un avversario con un dribbling

pendere gli scarpini al fatidico chiodo ad appena 31 anni per diventare allenatore del settore giovanile azzurro dal 1980 al 1994. La sua carriera da allenatore, lo ha visto conquistare 3 finali nazionali Berretti e portare alla ribalta del calcio che conta, calciatori come Pino Taglialatela, Gaetano De Rosa, Ciccio Baiano, Marco Ferrante, Raffaele Ametrano, Antonio Floro Flores. Alle dipendenze della società azzurra ricordiamo anche 2 presenze sulla panchina del Napoli in Serie B e 1 in Serie A contro il Bari.

Abbondanza saluta i suoi tifosi

Abbondanza con Altafini e l’infortunato Sormani

Abbondanza esulta dopo un gol

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La foto del mese

Foto di Pietro Mosca

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Serie A 2014/2015 - 33a giornata - 30 aprile 2015

Il film di...

VS EMPOLI

4-2

Vergognosa sconfitta del Napoli a Empoli. La squadra azzurra ha subìto una vera e propria lezione di calcio da una squadra più motivata e con più fame di vittoria. Una sconfitta che riduce al lumicino le speranze di un posto per andare nella prossima Champions League e che ha bruciato in soli novanta minuti quanto di buono fatto contro Fiorentina, Cagliari e Sampdoria. Napoli deconcentrato in difesa e poco consistente a centrocampo, subisce l’iniziativa dei toscani ben guidati dal tecnico napoletano Sarri. Disarmante con quale facilità gli empolesi sono arrivati più volte alla conclu-

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NAPOLI

sione, così come è stato disarmante il modo di come il Napoli ha preso gol, quasi a livello di calcio amatoriale. Inguardabili le coppie di difesa (Koulibaly-Britos) e di centrocampo (Inler-Gargano). Solo Hamsik e in parte Insigne hanno disputato una buona partita, ma da soli hanno potuto davvero poco, considerando anche la svogliatezza dei compagni. Ora serve un miracolo per raggiungere almeno il terzo posto. È diventato un obbligo espugnare lo Juventus Stadium.


IL TABELLINO: EMPOLI – NAPOLI: 4-2 (primo tempo 3-0) EMPOLI (4-3-3): 33 Sepe; 23 Hysaj, 24 Rugani, 26 Tonelli, 2 Laurini (21 Mario Rui, dal 78’); 11 Croce, 6 Valdifiori, 88 Vecino; 5 Saponara (27 Zielinski, dal 62’); 20 Pucciarelli (18 Verdi, dall’ 81’), 7 Maccarone. Non entrati: 28 Bassi, 98 Giacomel, 50 Somma, 19 Barba, 8 Signorelli, 4 Diousse, 25 Brillante, 9 Mchedlidze, 10 Tavano. All. Sarri

NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 11 Maggio, 26 Koulibaly, 5 Britos, 31 Ghoulam (33 Albiol, dal 51’); 88 Inler (23 Gabbiadini, dal 72’), 77 Gargano; 7 Callejon, 17 Hamsik, 14 Mertens (24 Insigne, dal 59’); 9 Higuain. Non entrati: 1 Rafael, 15 Colombo, 4 Henrique, 16 Mesto, 96 Luperto, 8 Jorginho, 19 David Lopez, 91 Duvan. All. Benitez

MARCATORI: Maccarone (E) al 7’, autogol Britos (N) al 42’, Saponara (E) al 45’, autogol Laurini (E) al 64’, autogol Albiol (N) all’81’ e Hamsik (N) al 91’. NOTE: Ammoniti: Laurini (E) al 15’, Ghoulam (N) al 23’, Tonelli (E) al 71’, Higuain (N) al 78’, Verdi (E) al 91’. Espulsi: Nessuno. Angoli: 6 a 5 per l’Empoli. Possesso palla: 51,2% Napoli, 48,8% Empoli. Recupero: 1’ nel primo tempo e 5’ nel secondo tempo. Arbitro: Davide MASSA di Imperia. Spettatori: 11.425.

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Serie A 2014/2015 - 34a giornata - 3 maggio 2015

Il film di...

VS NAPOLI

3-0

Un Napoli pimpante e atleticamente in forma, mette sotto un Milan allo sbando. Piove sul bagnato per i rossoneri. Dopo appena un minuto un perfetto inserimento in area di Hamsik viene premiato da Insigne con un preciso passaggio filtrante. De Sciglio interviene atterrando Hamsik lanciato a rete: espulsione e rigore che Higuain si fa parare da Diego Lopes. Primo tempo caratterizzato dall’assedio del Napoli che non trova però concretezza. Il Milan gioca di rimessa e in occasione di una ripartenza colpisce il palo con Bonaventura di testa. La ripresa è rutta un’altra storia. Gabbiadini prende il posto di Jorginho evanescente per tutta la partita. Hamsik viene arretrato sulla linea dei due centrocampisti al

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MILAN

fianco di un eccezionale David Lopez, e il Napoli trova finalmente fluidità di manovra e pericolosità. Proprio il capitano azzurro sblocca il risultato sfruttando una corta respinta della difesa milanista. Il raddoppio arriva poco dopo con Higuain imbeccato da Mertens. IL pipita si fa perdonare l’errore dal dischetto con un tiro preciso. Ancora Higuain protagonista del terzo gol partenopeo. Il suo tiro viene respinto alla meglio dalla difesa avversaria ma Gabbiadini si fa trovare pronto e ribadisce in rete al volo di tacco. Una vittoria che cancella la brutta figura di Empoli e permette al Napoli Di preparare con maggiore serenità l’impegno europeo contro il Dnipro.


IL TABELLINO: NAPOLI – MILAN: 3-0 (primo tempo 0-0) NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 11 Maggio, 33 Albiol, 5 Britos, 31 Ghoulam; 19 David Lopez (96 Luperto, dall’83’), 8 Jorginho (23 Gabbiadini, dal 55’); 7 Callejon, 17 Hamsik, 24 Insigne (14 Mertens, dal 68’); 9 Higuain.

MILAN (4-3-3): 23 Diego Lopez; 2 De Sciglio, 33 Alex, 29 Paletta, 19 Bocchetti (25 Bonera, dal 15° s.t.); 18 Poli, 34 De Jong, 21 Van Ginkel; 10 Honda, 9 Destro (11 Pazzini, dall’11° s.t.), 28 Bonaventura (37 Felicioli, dal 39° s.t.).

Non entrati: 1 Rafael, 15 Colombo, 4 Henrique, 26 Koulibaly, 3 Strinic, 16 Mesto, 77 Gargano, 88 Inler, 91 Duvan. All. Benitez

Non entrati: 32 Abbiati, 99 Donnarumma, 14 Albertazzi, 81 Zaccardo, 17 Zapata, 38 Gamarra, 35 Di Molfetta, 22 Cerci. All. Inzaghi

MARCATORI: Hamsik (N) al 70’, Higuain (N) al 74’ e Gabbiadini (N) 76’ NOTE: Ammoniti: Albiol (N) al 64’, Hamsik (N) al 71’. Espulsi: De Sciglio (M) al 1’. Angoli: 15 a 1 per il Napoli. Possesso palla: 76% Napoli, 24% Milan. Higuain al 1’ si fa parare un rigore da Diego Lopez. Recupero: 1’ nel primo tempo e 2’ nel secondo tempo. Arbitro: Paolo Silvio MAZZOLENI di Bergamo. Spettatori: 25.469 per un incasso di E 548.351,44

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Europa League - Semifinale di andata - 7 maggio 2015

Il film di...

VS NAPOLI

1-1

Giornata storica per il Napoli. Dopo ventisei anni dal trionfo in Coppa Uefa, gioca la terza semifinale europea della sua storia. Gli azzurri partono contratti, attanagliati dall’emozione normale quando si scrive una pagina importante di un club. Secondo tempo Napoli che gioca un po’ da Napoli, segna e sfiora diverse volte il gol del raddoppio con Higuain. Ancora un’ottima prestazione di David Lopez (che segna anche il suo primo gol in maglia azzurra) e del capitano Marek Hamsik. Anche se il secondo gol non è arrivato per imprecisione dell’attacco azzurro, l’1-0 sarebbe stato un risultato prezioso in vista del complicato ritorno in Ucraina. Ma un gravissimo errore dell’assistente dell’arbitro norvegese Moen ha reso la

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DNIPRO

partita di Kiev ancora più difficile. Il guardalinee non ha visto un nettissimo fuorigioco di due giocatori del Dnipro e ha permesso agli avversari di pareggiare con un gol irregolare. A molti tifosi del Napoli un po’ più avanti con gli anni, è tornato alla mente il torto subìto nel 1977 nella semifinale contro l’Anderlecht, quando un arbitro inglese negò agli azzurri la possibilità di giocarsi la finale di Coppa delle Coppe. Il Napoli è decisamente superiore agli avversari ed è una squadra in grado di segnare almeno un gol contro chiunque. La qualificazione è ancora nelle mani del Napoli, a patto che gli azzurri giochino da Napoli e che la “comitiva” arbitrale non abbia altre sviste clamorose come quella che ha determinato il risultato del San Paolo.


IL TABELLINO: NAPOLI – DNIPRO: 1-1 (primo tempo 0-0) NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 11 Maggio, 33 Albiol, 5 Britos, 31 Ghoulam; 19 David Lopez (77 Gargano, dal 71’), 8 Jorginho; 7 Callejon (23 Gabbiadini, dal 77’), 17 Hamsik, 24 Insigne (14 Mertens, dall’80’); 9 Higuain.

DNIPRO (4-3-3): 71 Boyko; 44 Fedetskiy, 23 Douglas, 14 Cheberyachko, 12 Léo Matos; 7 Kankava (19 Bezus, dal 68’), 25 Fedorchuk; 24 Luchkevych (20 Gama, dal 57’), 29 Rotan, 10 Konoplyanka; 9 Kalinic (11 Seleznyov, dal 79’).

Non entrati: 1 Rafael, 4 Henrique, 26 Koulibaly, 88 Inler. All. Benitez

Non entrati: 16 Laštuvka, 2 Vlad, 39 Svatok, 99 Matheus. All. Markevych

MARCATORI: David Lopez (N) al 50’, Seleznyov (D) all’80’ NOTE: Ammoniti: Kankava (D) al 23’. Espulsi: nessuno. Angoli: 13 a 1 per il Napoli. Possesso palla: 69,7% Napoli, 30,3% Dnipro. Recupero: 1’ nel primo tempo e 4’ nel secondo tempo. Arbitro: Sven Oddvar MOEN (Norvegia). Spettatori: 41.095 per un incasso di E 1.387.360,00

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Serie A 2014/2015 - 35a giornata - 10 maggio 2015

Il film di...

VS PARMA

2-2

Un pareggio che rischia di far perdere definitivamente il treno per la Champions. Il Napoli sta facendo di tutto per non sfruttare le occasioni che le dirette concorrenti le stanno offrendo per andare al secondo posto. Ancora una volta un approccio sbagliato, porta il Napoli a disputare un primo tempo sotto tono. Poi quando si mette anche Andujar a favorire il vantaggio degli avversari con il “napoletano” Palladino diventa tutto più difficile. Il Napoli guidato da Hamsik prova a reagire, ma in attacco si sente la mancanza di Higuain. Allora ci pensa Gabbiadini a ridare nuova linfa agli azzurri. Il

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NAPOLI

pareggio sembrava avesse rimesso il Napoli in corsa, ma il primo gol stagionale di Jorquera porta di nuovo in vantaggio il Parma. Squadre negli spogliatoi con i ducali sopra di un gol. Nella ripresa entrano Callejon, Higuain e David Lopez. Aumenta la qualità e il Napoli pareggia con un gran gol di Mertens. La partita termina 2-2 e dopo il triplice fischio finale animi tesi e rissa sfiorata tra i tesserati delle due squadre, con Higuian e Mirante attori principali. Il “napoletano” portiere del Parma, festeggia con i suoi tifosi la soddisfazione di aver fermato la squadra della sua città nella corsa alla Champions.


IL TABELLINO: PARMA – NAPOLI: 2-2 (primo tempo 2-1) PARMA (4-3-3): 83 Mirante; 2 Cassani (15 Costa, dal 73’), 28 Feddal, 4 Mendes, 18 Gobbi; 8 Josè Mauri (5 Ghezzal, dal 79’), 80 Jorquera (31 Mariga, dal 70’), 23 Nocerino; 26 Varela, 17 Palladino, 3 Lila. Non entrati: 22 Iacobucci, 1 Bertozzi, 6 Lucarelli, 58 Esposito, 37 Broh, 21 Lodi, 34 Haraslin, 14 Galloppa, 88 Coda. All. Donadoni

NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 4 Henrique, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 3 Strinic; 88 Inler (19 David Lopez, dal 74’), 77 Gargano (9 Higuain, dal 57’); 23 Gabbiadini, 17 Hamsik, 14 Mertens; 91 Duvan (7 Callejon, dal 52’). Non entrati: 1 Rafael, 15 Colombo, 11 Maggio, 16 Mesto, 5 Britos, 31 Ghoulam, 8 Jorginho, 24 Insigne. All. Benitez

MARCATORI: Palladino (P) al 9’, Gabbiadini (N) al 28’, Jorquera (P) al 33’e Mertens (N) al 71’ NOTE: Ammoniti: Mendes (P) al 22’,Lila (P) al 52’, Albiol (N) all’82’ Espulsi: Nessuno. Angoli: 10 a 4 per il Napoli. Possesso palla: 61,5% Napoli, 38,5,% Parma. Recupero: 0’ nel primo tempo e 4’ nel secondo tempo. Arbitro: Piero GIACOMELLI di Trieste. Spettatori: 11.789.

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Europa League - Semifinale di ritorno - 14 maggio 2015

Il film di...

VS DNIPRO

1-0

Grande delusione sotto il diluvio di Kiev. Il Napoli perde con il Dnipro e dice addio al viaggio a Varsavia per la finale di Europa League. Un’eliminazione che brucia, perché arrivata contro una squadra dal tasso tecnico inferiore. Bruciare un sogno contro un avversario modesto, ha gettato nello sconforto i tifosi napoletani. Una partita iniziata male per la pioggia incessante che ha reso il campo pesante danneggiando soprattutto i calciatori azzurri, più dotati tecnicamente degli avversari. Continuata con le incomprensibili scelte di Benitez di lasciare Hamsik in panchina e Zapata in tribuna. Finita peggio con Higuain che come all’andata ha bruciato

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NAPOLI

un occasione d’oro per portare il Napoli in vantaggio e chiusa con il gol degli ucraini viziato da un fallo su Britos. Ma al di là del fallo, in occasione del gol subìto, c’è una complicità di tutto il reparto difensivo azzurro. Maggio che consente a Konoplyanka di crossare senza pressione, Andujar che sbaglia l’uscita e non fa suo il pallone lasciando anche la porta vuota, Britos che malgrado il fisico imponente si fa travolgere da Selezynyov. Dnipro in finale contro il Siviglia che ha eliminato la Fiorentina. Al Napoli non resta che raccogliere i cocci di una stagione che si preannuncia fallimentare e iniziare a programmare il futuro.


IL TABELLINO: DNIPRO – NAPOLI: 1-0 (primo tempo 0-0) DNIPRO (4-2-3-1): 71 Boyko; 44 Fedetskiy, 23 Douglas, 14 Cheberyachko, 12 Léo Matos; 7 Kankava, 25 Fedorchuk; 24 Luchkevych (99 Matheus, dal 67’), 29 Rotan, 10 Konoplyanka (20 Gama, dal 85’); 11 Seleznyov (9 Kalinic, dal 75’). Non entrati: 16 Laštuvka, 2 Vlad, 28 Shakhov, 19 Bezus. All. Markevych

NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 11 Maggio, 33 Albiol, 5 Britos, 31 Ghoulam; 19 David Lopez (4 Henrique, dal 78’), 88 Inler; 7 Callejon, 23 Gabbiadini (17 Hamsik, dal 55’), 24 Insigne (14 Mertens, dal 60’); 9 Higuain. Non entrati: 1 Rafael, 26 Koulibaly, 77 Gargano, 8 Jorginho. All. Benitez

MARCATORI: Seleznyov (D) al 57’ NOTE: Ammoniti: Leo Matos (D) al 22’, Gabbiadini (N) al 27’, Fedetskiy (D) al 43’, Seleznyov (D) al 69’, Kankava (D) al 74’, Ghoulam (N) al 79’, Matheus (D) al 84’, Callejon (N) al 85’, Boyko (D) al 94’ Espulsi: Nessuno. Spettatori: 69.289. Angoli: 12 a 3 per il Napoli. Possesso palla: 63,2% Napoli, 36,8,% Dnipro. Recupero: 2’ nel primo tempo e 5’ nel secondo tempo. Arbitro: Milorad MAZIC (Serbia)

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Serie A 2014/2015 - 36a giornata - 18 maggio 2015

Il film di...

VS NAPOLI

3-2

Per il Napoli l’importante era vincere per continuare a sperare nella conquista di una posizione Champions. Il Napoli ottiene la vittoria soffrendo contro un Cesena già retrocesso. Gli ospiti hanno messo in vetrina il loto gioiellino Defrel, autore di una splendida doppietta. La manovra degli azzurri è sembrata impacciata, poco fluida, con i giocatori tesi attanagliati dalla paura di sbagliare davanti a un pubblico mal predisposto dopo la cocente delusione con il Dnipro in Europa League.

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CESENA

Infatti, non sono mancati striscioni e cori di contestazione. Anche qualche fischio quando i calciatori sono scesi in campo per il riscaldamento pre-partita. Per fortuna ci ha pensato l’attacco stellare di Benitez ha rimettere le cose a posto. Senza Higuain, entrato solo nella ripresa, la bella doppietta di Mertens e il gol di Gabbiadini regalano una vittoria preziosissima al Napoli. Ora sono rimaste da giocare le ultime due partite, quelle decisive contro Juventus (a Torino) e Lazio (al San Paolo). Con due vittorie si va in Champions.


IL TABELLINO: NAPOLI – CESENA: 3-2 (primo tempo 2-2) NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 16 Mesto, 26 Koulibaly, 33 Albiol, 31 Ghoulam; 19 David Lopez, 8 Jorginho; 7 Callejon, 17 Hamsik (24 Insigne, dall’83’ ), 14 Mertens (77 Gargano, dall’ 89’); 23 Gabbiadini (9 Higuain, dal 66’). A disposizione: 1 Rafael, 15 Colombo, 11 Maggio, 4 Henrique, 5 Britos, 3 Strinic, 88 Inler, 91 Duvan. All. Pecchia (Benitez squalificato)

CESENA (4-3-1-2): 30 Agliardi; 14 Volta, 25 Capelli (9 Rodriguez, dal 27° s.t.), 15 Krajnc, 33 Renzetti; 7 Carbonero, 8 De Feudis (44 Cazzola, dal 38° s.t.), 34 Cascione; 23 Tabanelli (6 Lucchini, dall’11° s.t.); 11 Brienza, 92 Defrel. A disposizione: 1 Leali, 2 Nica, 24 Perico, 81 Bressan, 77 Ze Eduardo, 19 Succi, 27 Dal Monte, 18 Djuric. All. Di Carlo

MARCATORI: Defrel (C) al 14’, Mertens (N) al 18’, Gabbiadini (N) al 20’, Defrel (C) al 46’, Mertens (N) al 57’ NOTE: Ammoniti: Volta (C) al 5’, Ghoulam (N) al 42’, Capelli (C) al 70’, Koulibaly (N) al 75’ Espulsi: nessuno. Angoli: 6 a 1 per il Napoli. Possesso palla: 61,7% Napoli, 38,3% Cesena. Recupero: 2’ nel primo tempo e 3’ nel secondo tempo. Arbitro: Massimiliano IRRATI di Pistoia. Spettatori: 37.568 per un incasso di E 416.120,44

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Serie A 2014/2015 - 37a giornata - 23 maggio 2015

Il film di...

VS JUVENTUS

3-1

Ancora una prova deludente per il Napoli. Gli azzurri erano chiamati a tenere ancora viva la speranza di una miracolosa qualificazione alla prossima Champions ma hanno miseramente fallito la partita. In campo senza grinta e determinazione, la squadra è stata in balìa delle seconde linee della squadra bianconera. Clamorosa sostituzione di Higuain alla fine del primo tempo, minuto mai scelto prima da Benitez per fare un cambio. Ancora una disattenzione difensiva ha permesso alla Juve di andare in vantaggio con Pereyra bravo a sfruttare una invenzione di Coman. Il pareggio di David Lopez, bravo a sfruttare la respinta di Buffon su rigore sbagliato da

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NAPOLI

Insigne, ha solo illuso il Napoli di poter fare sua l’intera posta in palio. Sturaro al 77’ ha gelato ogni velleità azzurra, dopo che Buffon si era reso protagonista di almeno due interventi decisivi. Il rigore segnato da Pepe nei minuti di recupero è servito solo per riempire le statistiche. L’attaccante bianconero ha segnato su rigore assegnato per una clamorosa ingenuità di Britos che ha rifilato una violenta testata a Morata. Ancora una volta una squadra senza attributi ha fallito una partita decisiva.


IL TABELLINO: JUVENTUS – NAPOLI: 3-1 (primo tempo 1-0) JUVENTUS (4-3-1-2): 1 Buffon; 20 Padoin, 15 Barzagli (19 Bonucci, dal 46’), 5 Ogbonna, 22 Asamoah; 6 Pogba, 27 Sturaro, 8 Marchisio (21 Pirlo, dal 71’); 37 Pereyra (7 Pepe, dal 78’); 9 Morata, 11 Coman. Non entrati: 30 Storari, 34 Rubinho, 3 Chiellini, 33 Evra, 17 De Ceglie, 23 Vidal, 32 Matri, 14 Llorente, 10 Tevez. All. Allegri

NAPOLI (4-2-3-1): 45 Andujar; 11 Maggio, 33 Albiol, 5 Britos, 31 Ghoulam; 19 David Lopez, 77 Gargano (8 Jorginho, dal 78’.); 7 Callejon, 14 Mertens, 24 Insigne (17 Hamsik, dal 68’); 9 Higuain (23 Gabbiadini, dal 46’). Non entrati: 1 Rafael, 15 Colombo, 4 Henrique, 3 Strinic, 88 Inler. All. Benitez

MARCATORI: Pereyra (J) al 13’, David Lopez (N) al 49’, Sturaro (J) al 77’ e Pepe (J) al 93’ su rig. NOTE: Ammoniti: Asamoah (J) al 48’, Ghoulam (N) all’82. Espulso: Britos (N) al 92’ per fallo di reazione. Angoli: 8 a 3 per il Napoli. Possesso palla: 44,1% Napoli, 55,9,% Juventus. Recupero: 1’ nel primo tempo e 4’ nel secondo tempo. Arbitro: Luca BANTI di Livorno. Spettatori: 39.843

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“LE FOTO DEI TIFOSI” foto di Vittorio Cangiano

io, Izzo Francesco P oli Nap super tifoso del

Auguri per 50 anni di matrimoni moglie Angela con i figli e l’amicoo a Mario Citarelli e Mario Pesce in foto tutti grandi arbitro benemerito lettori del nostro giornale tifosi napoletani

Carmine e sasy allo stadio per tifare sempre forza Napoli

affè Diamante C l e d o in n To e ro Aldo, Genna ci con il grande Cleri

ione La famiglia Corc apoli innamorati del N

Gemellaggio Napoli-Calabria


“LE FOTO DEI TIFOSI� foto di Vittorio Cangiano

Dai Distinti un solo grido Forza Napoli

li sissima del Napo

Angelica tifo

Mario Pesce, aribtro benemerit o, con il presidente Aurelio De La urenti

s

ens, Miriam con Mert il suo idolo

cuni o Montuori con al ar n en G 6 7 9 1 ia Fogg Morace i. Ricorda Paolo ol ap N el d si fo ti militari

I gemelli Davide e Francesco piccoli grandi tifosi del Napoli

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