Ultr'azzurro maggio 2014

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OTTICA

Di Mella

Ottici dal 1962 ESAME DELLA VISTA COMPUTERIZZATO


Gli sponsor di questo numero:

Direttore

Gennaro Montuori Vice Direttore

Nastasia Spina

II CENTRO COMMERCIALE cop. ALCENTRO

Hanno collaborato:

III TRASMISSIONE cop. TIFOSI NAPOLETANI

F. Autiero M. Carratelli I. Perrone

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EDITORIALE

In redazione:

Cinzia Montuori Le foto a bordo campo sono di:

Raffaele Esposito Le foto di studio sono di:

Vittorio Cangiano

UEFA. 6 COPPA 25 ANNI DOPO

38 PARMA-NAPOLI

12 FACCIAMO CINQUINA

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46 UDINESE-NAPOLI

NAPOLI-LAZIO

Progettazione grafica, e impaginazione di:

Gennaro Uccello Copertina e poster:

Antonio Uccello supporto web:

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Tifosi Napoletani

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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92. Stampato presso:

LA BUONA STAMPA s.r.l.

TATTICAMENTE PARLANDO...

MAGLIA SULLA PELLE 22 LAANTONIO CAPONE 50 INTER-NAPOLI

28 LA FOTO DEL MESE CALCIATORE 32 IL DEL MESE:

GONZALO HIGUAIN

34 NAPOLI-JUVENTUS

Il nostro direttore insieme ai nipoti Gennaro e Giovanni Montuori nel giorno del compleanno di quest’ultimo

E... 52 PROMOSSI RIMANDATI

57 LO SPAZIO DEI TIFOSI

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IV ILOVEYOUNAPOLI cop. retro EURONICS post. GRUPPO TUFANO retro WHY NOT post. CLUBBING

5 SECORTEX COLLEZIONI ARGENTO 10 JAMBO1 E. LECLERC 11 MINA SPORT HOTEL 16 GRAND IL SARACENO 17 CYCAS LA REGINA 20 PIZZERIA DEI TRIBUNALI 21 SUD TRASPORTI - RISTORANTE 26 HOTEL IL SANTUARIO E 27 PIZZA PANUOZZO 29 C A D 30 HOTEL MILLENIUM 31 DIVAN LETTO E 36 CARBOIL LA VIA EN ROSE VIAGGI 37 SCOMMESSE PUNTO SNAI 40 RISTORANTE WHITE CHILL OUT 41 PIZZERIA ADD’ E GUAGLIUN 44 ILALCOMMERCIO RIONE SANITÀ 45 ILALCOMMERCIO RIONE SANITÀ PANINOTECA 48 PIZZERIA DREAM VIEW CAMPI 49 ...AI FLEGREI 56 TIPOGRAFIA LA BUONA STAMPA


C’

eravamo lasciati nella settimana dell’attesissima sfida contro la Juventus. Ebbene, come ormai tutti saprete, il Napoli ha disputato una delle sue partite più bella della stagione stendendo e surclassando l’armata bianconera con un perentorio 20. Purtroppo l’entusiasmo in città è durato appena sette giorni. Infatti, nella stessa settimana che li ha visti protagonisti in positivo contro la capolista, gli azzurri hanno perso contro il Parma al Tardini. E’ poi seguita la vittoria sulla Lazio, e a testimonianza dell’andamento altalenante di questa stagione il pareggi contro Udinese e quello contro l’Inter in trasferta dove però meritavamo di vincere. C’è da ingoiare il rospo di quel corposo distacco dalle prime due della classe, ma tutto sommato il campionato ha ormai dato i suoi verdetti. Adesso in programma c’è un altro appuntamento. Il collettivo di Benitez proverà a vincere la Tim Cup, e mettere in bacheca il quinto trofeo nazionale della sua storia, il secondo della gestione De Laurentiis. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato. All’Olimpico la Fiorentina di Montella, altra finalista della manifestazione tricolore, dovrà fare a meno di Cuadrado. E’ in dubbio la presenza di Higuain, così come è in dubbio quella di Gomez e Rossi. Speriamo che il Napoli possa disporre dell’apporto di tutti gli effettivi e recuperare il Pipita. La vittoria della Coppa Italia potrebbe riscattare gli azzurri da un’annata vissuta per certi versi nell’anonimato, evitando di salutare la stagione con in mano un pugno di mosche, a causa della ristrettezza della rosa. Finalmente a mia conferma, dopo essermi battuto per tanto tempo, sono arrivate le parole di colui che appresenta la nostra squadra, che ha detto che il Napoli ha bisogno di 7 giocatori. Grazie mister. Ha valorizzato la mia tesi. Erano in tanti che cercavano di spararmi addosso e farmi passare per il nemico del Napoli, proprio io che quando il Napoli perde non dormo la notte. Sono anni che queste persone cercano di nascondere la verità, facendo del male alla tifoseria e allo stesso presidente che è nel calcio da appena 10 anni. Al Napoli, ormai, spetta il terzo posto, un piazzamento sicuramente di lusso, ma che espone la squadra partenopea a grandi rischi. Innanzitutto nega l’accesso dalla porta principale alla Champions League e costringe il Napoli ai preliminari. Un dato di non poco conto, se solo consideriamo che i mondiali sono alle porte, e molti dei calciatori impegnati con le rispettive nazionali non parteciperanno al ritiro, con conseguenze imponderabili

anche sul prossimo campionato. A tal proposito, auguriamo a Prandelli e alla nostra nazionale un grande risultato e ai nostri calciatori partenopei che militano in altre squadre prestazioni soddisfacenti. Il calcio va guardato in prospettiva. Il prossimo anno, molte delle squadre che questo campionato non hanno brillato poiché sono in fase di ristrutturazione, torneranno alla ribalta. Auguriamoci che il Napoli possa disputare un campionato ad alti livelli ed essere competitivo su più fronti, ma per far si che ciò accada sarà assolutamente necessario intervenire sul mercato. Senza voler assolutamente rigirare il coltello nella piaga, ritengo che la colpa di molti mancati successi, non è assolutamente di Benitez. Il tecnico quest’anno ha ottenuto il massimo da un organico composto da soli 14 grandi giocatori e una panchina quasi striminzita. Il Pipita è stato scelto come calciatore del mese di questo numero per il grande contributo che ha dato al Napoli durante tutto il corso di questa stagione. L’argentino ha superato il record di reti messo a segno da Diego nell’anno del suo approdo a Napoli. Una precisazione a riguardo va fatta. Oggi sono in tanti a superare lo scoore di Maradona delle reti segnate in una stagione. Ma c’è da dire che è cambiato il formato del campionato, ci sono più giornate a disposizione, e poi c’è una differenza tecnica. Diego non era un prima punta, ma un rifinitore, un trequartista, un registra. Quindi, cari cannonieri non illudetevi, Diego è unico! Mentre andiamo in stampa apprendiamo la triste notizia della scomparsa di Vujadin Boskov allenatore della nostra squadra del cuore nella metà degli anni ’90. Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, nel ricordo di un’uomo leale, umile e simpatico, ma soprattutto di un grande amico. Vi auguro una buona lettura degli articoli che troverete in questo numero e vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo tutti i giovedì, a partire dalle 20:45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, canale 14 del digitale terrestre e canale SKY 920 Napoli Mia TV, con le varie repliche del venerdì e del sabato. La trasmissione più seguita dal tifo partenopeo, con un parterre ricco di illustri ospiti. La trasmissione sarà visibile su tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport, LunaMovie, LunaSat) e in streaming live sul sito www.tifosinapoletani.it. , sul canale 680 per la regione Lazio, e 602 per il Salento. Come sempre, dal profondo del cuore Forza Napoli!



COP PA U E FA . 25 MAGGIO 1989 MAGGIO 2014

L

a Coppa Uefa 1988-1989 fu una cavalcata azzurra nel segno di Maradona e con i gol di Careca (6). Alla festa del gol parteciparono anche Diego (tre rigori), Carnevale (3 reti), Francini (2), Renica, Alemao e Ciro Ferrara con un gol a testa. Alla prima partita, 1-0 al Paok, rigore di Maradona. Può sembrare una miseria, ma Romano prese un palo e il portiere Gitsoydis sventò quattro pallegol. Il ritorno, a Salonicco, fu una bolgia. Maradona prima fischiato, poi applaudito. Bottigliette in campo. Careca in gol su lancio di Diego, prodezze del portiere greco, 1-1 finale.

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Secondo ostacolo il Locomotive di Lipsia. In trasferta, Napoli impostato per strappare il pari. Maradona martoriato da Kracht e Kreer. Tedeschi in vantaggio, pareggio di Francini, tre paratissime di Giuliani (1-1). Al “San Paolo”, 2-0 secco: Francini ancora protagonista su una punizione di Maradona, raddoppio di Carnevale (2-0). Bella musica negli ottavi. Dominio azzurro a Bordeaux e gol fulmineo di Carnevale. Di fronte, autentiche stelle: Tigana, Stopyra, Scifo. Traversa di Maradona, due palle-gol mancate da Careca, una fallita da Carnevale. Espulsi, nella ripresa, De Napoli e Roche. Rimase l’1-0. A Fuorigrotta brutto ritorno e 0-0. Nei quarti, il derby nazionale con la Juventus. Basiti a Torino (0-2). Bruciava ai bianconeri il 5-3 incassato in campionato contro gli azzurri. Ritennero di avere la qualificazione in tasca, Carnevale pizzicò un palo. Zoff era l’allenatore di quella Juve di bassotti, Zavarov e Rui Barros, però c’erano anche Altobelli e Mauro. Appuntamento al “San Paolo”, strapieno. Ceri a San Gennaro e a San Diego. Una rimonta da leggenda, tra bengala e cori. Juventini storditi. Dopo dieci minuti, una trattenuta di Bruno a Careca in area: inesorabile Maradona dal dischetto. Fu un assedio. La Juve capitolò ancora alla fine del primo tempo. Fuga di Alemao, passaggio a Carnevale che bruciò sull’anticipo Tricella e battè Tacconi. Conto pari con l’andata e il “San Paolo” si gonfiò di speranza ed entusiasmo come un grande animale pronto a balzare sulla presa. Gli azzurri partirono come saette nella ripresa. Tacconi si salvò alla meglio su un colpo di testa di Carnevale (assist di Diego). Dalla Juve neanche un tiro in porta, ma resisteva bene in difesa. Crebbero sugli spalti ansia, eccitazione, tensione. Si andò ai supplementari senza Maradona che abbandonava per un risentimento muscolare. In campo Ciccio Romano. Non finì la pressione del Napoli. Il miracolo giunse a un soffio dalla fine. Careca sfondò sulla destra e crossò: Renica, sopraggiungendo nell’attacco in massa del Napoli, infilò di testa l’incredibile 3-0 facendo fuori la Juve.


A NNI D O PO di Nacque in quel match la convinzione della vittoria finale perché era stata compiuta l’impresa più ardua. Centoventi minuti indimenticabili. In semifinale, si presentò il Bayern del monumentale Augenthaler. Fu una serata di tempesta, la città sconvolta da un nubifragio, il “San Paolo” come una nave nell’oceano in burrasca. Un pallone di Francini rimbalzò sulla traversa, Giuliani si oppose con i pugni a un gran tiro di Thon. Maradona giocava in condizioni menomate, ma proprio lui allungò a Careca il pallone della prima folgore azzurra. Il Bayern stava attaccando e fu trafitto in

Mimmo Carratelli

contropiede. Rimase choccato. Alla ricerca del raddoppio nella ripresa. Carnevale colpì un palo. Brivido in area azzurra per un “mani” di Corradini. Il Bayern venne avanti confusamente alla ricerca del pareggio e si buscò il raddoppio dopo un’ora di gioco. Corner magistrale di Maradona, Carnevale sovrastò i difensori tedeschi e schiacciò in rete. Sul 2-0, a dieci minuti dalla fine, Maradona lasciò il campo, sofferente. Al ritorno, metà Stadio Olimpico di Monaco conquistato dai tifosi napoletani giunti dall’Italia e da molte città della Germania. Maradona e Careca stritolarono il Bayern portando due volte in

vantaggio il Napoli, in contropiede. Maradona creò e Careca fulminò in rete la sua splendida “doppietta”. Ma due volte pareggiarono i tedeschi. Tutto avvenne nella ripresa (2-2). Semifinale superata. Finale andata e ritorno con lo Stoccarda. All’andata, a Napoli, notte di sogno e primo tempo da incubo. Uno scugnizzo di Frattaminore, Maurizio Gaudino, emigrato in Germania e peperino dello Stoccarda, da venti metri impallinò Giuliani. Gelo sugli spalti. In campo, i corazzieri tedeschi fiutarono lo scacco matto. Il rullo dei tamburi della curva B si fece assordante. Nella ripresa, il Napoli si rovesciò nella metà campo dello Stoccarda. Salvataggio sulla linea di Schroeder. Poi la malizia di Maradona ingannò lo squadrone teutonico. Diego controllò il pallone, nell’area tedesca, con un braccio malandrino e poi lo scaraventò sul braccio teso del terzino Schaefer. continua a pagina seguente 

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Rigore. L’arbitro greco Germanikos vide solo il fallo del tedesco. Dal dischetto Maradona segnò con un sorriso impudente. Venti minuti finali col cuore in gola alla caccia della vittoria che arrivò a tre minuti dal 90’: da Crippa a Carnevale, guizzo di Maradona che smarcò Careca. Accerchiato, il brasiliano spinse la palla in porta (2-1). L’invasione napoletana a Stoccarda per il ritorno, la sera del 17 maggio 1989, resta indimenticabile. Careca scese in campo imbottito di antibiotici per domare la febbre. Ferrara, Francini, De Napoli e Alemao si batterono come leoni. Il Napoli colpì subito con Alemao, il “tedesco”. Scambio con Careca e carambola in fondo al sacco. Pareggio di Klinsmann su corner (uscita sventata di Giuliani). S’alzò nel Neckarstadion il canto dei napoletani: “Oje vita, oje vita mia”. Roba da brividi. Imbeccata di Maradona per Ferrara, spintosi su un corner nell’area dello Stoccarda, e volée di destro di Ciruzzo che lasciò di stucco il portiere Immel. Contropiede micidiale nella ri-

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presa. Duetto Careca-Maradona, il pibe resistette alle spallate di un difensore, volò via, dette di nuovo la palla a Careca che toreò Immel in uscita: 3-1. La Coppa, la Coppa! Ma non era finita. De Napoli regalò un autogol ai tedeschi tramortiti che si risvegliarono. Careca uscì dal campo stremato, sostituito da Bigliardi (Bianchi rinforzò gli ormeggi). Melina del Napoli per gelare il risultato. Ci scappò al 90’ l’orgoglioso pareggio dei tedeschi

(3-3), ma il conto era favorevole agli azzurri dopo la vittoria dell’andata. Coppa conquistata. Si commosse anche Bianchi, l’Orso. Lacrime, baci, festa e caroselli nelle strade di Stoccarda completamente in mano ai tifosi napoletani. Gemellaggio con quelli tedeschi. Le sei partite casalinghe della Coppa fruttarono al Napoli 17 miliardi di lire. Contro la Juve, si registrò il record delle presenze: 83.090 spettatori al “San Paolo”.


Tornammo in Coppa Uefa l’anno dopo con Bigon (1989-90). Con lo Sporting Lisbona, il Napoli giocò 210 minuti senza l’ombra di un gol. Gli fu favorevole la lotteria dei rigori nella partita di ritorno al “San Paolo”. Incredibile: Maradona si fece parare il penalty. Se l’era fatto parare anche Crippa. Ma, per fortuna, i portoghesi sbagliarono di più dal dischetto: si fecero parare un tiro da Giuliani e colpirono un palo e una traversa. Finì 4-3 per il Napoli. Al secondo turno, la sfida fu con gli svizzeri del Wettingen. Senza gol la partita in casa loro. I tormenti di Maradona segnarono il match di ritorno. Diego non si allenava più, restava chiuso in casa, la cocaina, la maledetta cocaina. Non si presentò al ritiro prepartita e il Napoli lo sospese. Sugli spalti nessuno sapeva e l’assenza di Diego sorprese tutti, ma urlarono il nome di Zola quando fu annunciato il piccolo sardo al posto dell’argentino. Dopo 13 minuti, gli svizzeri andarono a segno. Baroni acciuffò il pareggio e Mauro su rigore (21) regalò la qualificazione al turno successivo. Andammo incontro a una batosta memorabile incontrando il Werder Brema. I tedeschi vinsero (3-2) al “San Paolo”. Nel match in Germania schiantarono il Napoli (5-0). Maradona inutilmente in campo nelle due partite.

Coppa Uefa 1992-93. Diego se n’era andato. Superstiti della squadra delle meraviglie: Careca, Corradini, Crippa, Ferrara e Francini. Partiti anche De Napoli e Alemao. Il fantastico Zola a tener su l’entusiasmo residuo. In panchina, Claudio Ranieri. Acquisto di lusso Daniel Fonseca pagato a peso d’oro al Cagliari. Un imprevisto uragano azzurro si abbatté sul campo del Valencia: 5-1. Tutti di Fonseca i gol che non si fermò nella partita di ritorno e siglò l’1-0. Eravamo tornati grandi? Il Paris Saint Germain del liberiano George Weah ci riportò a terra. Due gol del gigante africano al “San Paolo”, piedi di velluto e forza fisica, e fu 0-2. A Parigi sarebbe stato meglio andare al Moulin Rouge. Gi azzurri sgambettarono onestamente e raccol sero un gelido e inutile 0-0. Prima del Napoli di De Laurentiis, l’ultima apparizione del Napoli in Coppa Uefa fu nel 199495 grazie al sesto posto conquistato con Lippi. Era il Napoli di Vincenzo Guerini col Condor Agostini, Boghossian, le punizioni magiche del brasiliano

André Cruz, Freddy Rincon, detto “il moviolone”, e Benny Carbone, il fantasista di Bagnara Calabra. Stava venendo alla ribalta Fabio Cannavaro. A centrocampo l’avvocato Pecchia. In porta, Pinuccio Tagliatatela di Ischia. Furono due vittorie contro i pallidi lettoni dello Skonto Riga (2-0 in casa, gol e rigore di Carbone; 1-0 su loro campo siglato da Buso). Dietro la panchina del mite Guerini si agitava l’ombra di Boskov. La confusione regnava sovrana a Soccavo. Fu un bel colpo eliminare i portoghesi del Boavista. Ancora Benny Carbone a segno in trasferta (1-1), poi 2-1 al “San Paolo” con doppietta di Agostini. Al terzo turno, stop. L’Eintracht di Francoforte si portò via l’1-0 da Napoli con incidenti e squalifica internazionale di un turno. A Francoforte, identico risultato: 10 per i tedeschi. Uscimmo dalla Coppa e uscimmo dall’Europa per un tempo infinito. Poi la riscossa, in questi ultimi anni, con due partecipazioni alla Champions e l’Europa League. Il Napoli è tornato europeo.

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T

FA C C I A M O C

ante aspettative, un unico trofeo. Un’intera città scalpita per l’attesissimo appuntamento. Sabato 3 maggio, ore 21:00, i riflettori saranno tutti puntati sul rettangolo verde dell’Olimpico, la stessa arena dove due anni fa il Napoli festeggiava la vittoria del primo trofeo della gestione De Laurentiis battendo la Juventus. Quest’anno a sfidarsi a duello saranno la Fiorentina di Montella, reduce dall’ottimo campionato e dalla contesa al terzo posto, ed il Napoli di Benitez che ha vissuto una stagione senza troppi sussulti e che spera di salvare l’annata mettendo in bacheca la quinta coppa nazionale della sua storia. Quest’anno la Coppa Italia non è mai stata così ambita. La vorrebbe la Fiorentina, reduce da un campionato ad alti ritmi non vissuto però secondo le aspettative per i vari infortuni al reparto offensivo, e la vorrebbe il Napoli per riscattare la stagione e rendere meno amaro quel corposo distacco dalle prime due posizioni. Ma soprattutto la vorrebbero per svariati motivi ognuno dei protagonisti che scenderanno in campo. La compagine viola dovrà fare a meno dello squalificato Cuadrado, uno dei suoi uomini migliori. In compenso potrebbero rientrare i due grandi assenti di questa stagione, Giuseppe Rossi e Mario Gomez a gara in corso o da titolari. Molteplici sono i significati che porterebbero alla sua conquista. Dopo anni bui e tristi la tifoseria azzurra aspetta con ansia di poter cantare vittoria ed alzare al cielo un trofeo che serva a rimpinguare una bacheca aggiornata due anni fa. Vincere la Coppa Italia, inoltre, permetterebbe alla formazione azzurra di sfidare nella finale di Supercoppa italiana la rivale Juventus e togliersi semmai qualche sassolino dalle scarpe. Un motivo in più per onorare la finale. L’ultima ed unica vittoria del Napoli in Supercoppa risale infatti al 1990-91, ironia della sorte proprio ai danni della Juventus.

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Prima della vittoria del 20 maggio 2012 che pareggia il poker delle vittorie e delle sconfitte in finale di Coppa Italia, ben quindici anni hanno separato il Napoli dalla vittoria di questo importante trofeo. L’ obbiettivo fu centrato nel 1987 (insieme al primo scudetto) grazie a Diego Armando Maradona e Bruno Giordano che di quella edizione ne fu capocannoniere. Rete di Giordano nella gara di ritorno, 3-0 all’andata con gol di Renica, Muro e Bagni. Sempre in riferimento al 2012, era trascorso praticamente mezzo secolo dalla prima vittoria degli azzurri in coppa Italia. Il Napoli, infatti, non fallì il suo primo appuntamento nella finale di questa importante manifestazione conquistando nel 1962 il primo trofeo nazionale contro la Spal per 2-1, col Petisso Pesaola allenatore e Rosario Rivellino calciatore, e con protagonisti i presidenti Fiore e Lauro. Reti di Corelli , Micheli per gli ospiti, e ancora Ronzon per gli azzurri. Grazie a questa storica vittoria il Napoli resta ancora oggi l’unica squa-


INQUINA di

dra nella storia ad aver conquistato la Coppa Italia come partecipante alla serie B. Lo stesso anno i partenopei conquistarono anche la promozione in serie A. In mezzo ai due successi la vittoria del 1976 contro il Verona grazie alle reti di Beppe Savoldi e all’ autogol di Ginulfi direttamente da calcio d’angolo di Esposito, e gol di Braglia. Quell’anno il Napoli era allenato da Luis Vinicio, poi sostituito da Delfrati e da Rivellino. Quest’ultimo, ancora oggi resta l’ unico nella storia del Napoli ad aver vinto la coppa Italia da calciatore e da allenatore. Ma forse non tutti ricorderanno che il Napoli ha disputato anche altre quattro finali di Coppa Italia nel corso della sua storia, finali in cui gli azzurri sono usciti sconfitti. Nel 1972, dieci anni dopo la vittoria del primo titolo nazionale, i partenopei si arresero al Milan di Gianni Rivera, Pierino Prati e Alberto Bigon, che poi sarebbe diventato l’allenatore del secondo scudetto azzurro. Era il Napoli dei brasiliani ex milanisti Sormani e Altafini, e dei napoletani Juliano, Improta e Montefusco. I partenopei, allenati

Gennaro Montuori

da mister Chiappella, ressero per tutto l’arco del primo tempo ma nella ripresa furono superati a causa di una sfortunata deviazione di Panzanato su tiro di Rivera, che spiazzò il mitico Dino Zoff. Nel finale Rosato raddoppiò il vantaggio dei rossoneri di Nereo Rocco che al termine del campionato finirono secondi nel torneo alle spalle della Juventus. Nel 1978 il Napoli, affrontò nella finale l’Inter di Bersellini. L’undici di Gianni Di Marzio passò subito in vantaggio con Restelli che raccolse una deviazione del portiere sul tiro di Chiarugi. Ma l’Inter rispose con la rete di Spillo Altobelli in una mischia. Quando tutto sembrava volgere al termine dei 90 regolamentari fu un gol di Bini (all’87°) a spezzare il sogno dei napoletani. Gli azzurri, nei turni precedenti erano stati capaci di eliminare sia Milan che Juventus, indimenticabile il 5-0 alla Vecchia Signora con la quaterna di Beppe Savoldi, con cinque assist di Antonio Capone, cosa mai capitato nel mondo del calcio. Nel 1988-89 le finaliste di Roma furono il Napoli e la Sampdoria. La finale di andata si disputò al San Paolo il 7 giugno 1989 e lì gli azzurri 1-0 grazie ad un gol di Renica. Nella gara di ritorno che si disputò eccezionalmente al “Giovanni Zini” di Cremona per l’inagibilità del “Ferraris” di Genova successe l’impensabile. Sampdoria-Napoli era anche la sfida tra due grandi tridenti, Maradona-Careca-Carnevale da un lato e Vialli-Mancini-Dossena dall’altro, ma anche il duello tra i due grandi del centrocampo, il napoletano Alemao ed il sampdoriano Cerezo. In quella circostanza però non ci fu partita, la compagine doriana stese gli azzurri con un roboante 4-0, firmato Roberto Mancini, Gianluca Vialli, Cerezo e Wierchwood. Nell’edizione del 1997 il Napoli di Gigi Simoni (ma in quel finale di stagione sostituito da Enzo Montefusco) batte il Vicenza di un giovane Francesco Guidolin nella finale d’andata al San Paolo grazie ad un bel gol di Fabio Pecchia. Ma al “Menti” accade l’impensabile. Dopo 20’ di partita Maini per il Vicenza sigla l’ 1-0. Gli azzurri, privi di Colonnese e Beto, rimasero anche in dieci nella ripresa per l’espulsione di continua a pagina seguente 

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I TRIONFI < 1962 Roma (Stadio “Olimpico”) 21 Giugno NAPOLI – SPAL 2-1 Napoli: Pontel (46’ Cuman); Molino, Gatti, Girardo; Rivellino, Corelli, Mariani; Ronzon; Tomeazzi, Fraschini, Tacchi. All. Pesaola Spal: Patregnani; Muccini, Oliveri, Gori, Cervato, Riva; Dell’Omodarme, Massei, Mencacci; Micheli, Novelli. All. Montanari Arbitro: Bonetto di Torino Marcatori: 12’ Corelli (N), 16’ Micheli (S), 78’ Ronzon (N)

29 Giugno 1976 Roma (Stadio “Olimpico”)

NAPOLI – VERONA 4-0 Napoli: Carmignani; Bruscolotti, La Palma, Burgnich, Vavassori; Orlandini, Massa, Juliano, Braglia; Savoldi, Esposito, Braglia. All. Delfrati Verona: Ginulfi; Bachlecher, Sirena, Guidolin (77’ Vriz), Catellani; Nanni, Franzot, Mascetti; Luppi (67’ Macchi), Moro, Zigoni. All. Valcareggi Arbitro: Lattanzi di Roma Marcatori: 75’ aut. Ginulfi, 77’ Braglia, 79’, 86’ Savoldi

13 Giugno 1987 Bergamo (Stadio “Atleti Azzurri d’Italia”)

ATALANTA – NAPOLI 0-1 (andata 0-3) Atalanta: Piotti; G.Rossi (75’ Perico), C.Gentile, Icardi, Progna; Stromberg, Bonacina, Compagno; Magrin, Limido (54’ Cantarutti). All. Sonetti Napoli: Garella; Ferrara, Volpecina (46’ Bruscolotti), Ferrario, Bigliardi; Bagni, De Napoli (75’ Caffarelli), Romano; Carnevale (60’ Muro), Giordano, Maradona. All. Bianchi Arbitro: Longhi di Roma Marcatori: 85’ Giordano (all’andata 67’ Renica, 71’ Muro, 77’ Bagni)

20 maggio 2012 (Stadio Olimpico)

JUVENTUS – NAPOLI 0-2 Juventus: Storari; Barzagli; Bonucci; Caceres; Lichsteiner; (dal 64’ Pepe); Marchisio; Pirlo; Vidal; Estigarribia; Del Piero; (dal 64’ Vucinic); Borriello (dal 73’ Quagliarella). All. Conte Napoli: De Sanctis; Campagnaro; Cannavaro; Aronica; Maggio; Inler; Dzemaili; Zuniga; Hamsik (dal 85’ Dossena); Lavezzi 7 (dal 71’ Pandev); Cavani (dal 90’ Britos). All.: Mazzarri Arbitro: Brighi (Cesena) Marcatori: 63’ Cavani . 83’ Hamsik

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Caccia. La gara termina con lo stesso punteggio del San Paolo, ma stavolta in favore del Vicenza. Si va ai supplementari. A due soli minuti dai rigori, Taglialatela non trattiene una punizione di Maini e Maurizio Rossi respinge in rete. La tifoseria vicentina è in visibilio, e al 120esimo esulta ancora per la rete di Iannuzzi. Il Napoli torna invece a casa con un pugno di mosche. L’anno successivo arriva anche la retrocessione nella serie cadetta. In complessivo il conto delle vittorie in coppa Italia ammonta a 4 come anche le sconfitte. Quest’anno c’è quindi un ex-equo da superare. Speriamo che gli azzurri, dopo aver pareggiato il conto delle sconfitte e delle vittorie, possano portarsi sul totale di 5-4. Il popolo azzurro ha sete di successo e vorrebbe tornare ad esultare. Ma questa è anche la sfida delle occasioni irrinunciabili. De Laurentiis potrebbe agguantare Ferlaino in qualità di presidente, portando il conto delle vittorie a due e ribadire, ancora una volta l’affidabilità e la compiutezza del suo progetto dopo le critiche di questa stagione. Certamente superare le vittorie di Ferlaino in coppa Italia non equivale alla vittoria dei due scudetti che l’ingegnere ha saputo invece regalare alla città. Ma noi ci auguriamo che un giorno possa eguagliarlo anche in questo. La Coppa Italia, tutti la sognano. La sognano i vari Hamsik, Maggio, Pandev, Fernandez, Britos, Dzemaili, Inler che hanno già assaporato la gioia dell’alzare al cielo un trofeo nella città di Napoli, che nei grandi eventi onora il successo con una gran festa pronta a durare anche un’intera notte. La vorrebbero anche gli ex Real Madrid alla ricerca del primo trofeo italiano, come Higuain il cui curriculum è di quelli invidiabili, Pepe Reina reduce dai grandi successi nella Premier League, Callejon ed Albiol,


gente abituata a vincere. Marek Hamsik assapora il gusto di vincerla per la prima volta da capitano, se riuscirà ad essere sin dall’inizio in campo. La vorrebbero poi anche i restanti componenti della rosa come Bherami, Mertens, Ghoulam, Henrique. Insomma, ogni singolo ha il suo buon motivo per desiderarla. Tra questi c’è sicuramente Rafa Benitez, vero specialista di Coppe, che ha già ottenuto prestigiosi riconoscimenti come racconta la sua brillante carriera d’allenatore. Il tecnico spagnolo vorrebbe scucirsi di dosso l’ etichetta dell’essere un “grande allenatore ma non adatto al campionato italiano” come purtroppo una gran parte di gente inesperta lo ha definito. Lui, che le partite di cartello non le sbaglia mai, e che quest’anno ha dato al Napoli un respiro internazionale come confermano i 12 punti raccolti in Champions League, ha voglia di regalare alla città di Napoli il suo primo trofeo in azzurro. Due anni fa, furono le prodezze di Hamsik, Lavezzi e Cavani a scandire il cammino del Napoli verso la finale. Quest’anno ci affidiamo ai nostri undici leoni. Auguriamoci che gli oltre 30mila cuori partenopei che tra poche ore invaderanno la Capitale alla ricerca di nuova gloria, potranno allo scadere dei novanta minuti tingere d’azzurro Roma e che la città di Napoli possa dar inizio alla sua festa. Ma il nostro ricordo, come doppio ex di questa sfida va inevitabilmente a Bruno Pesaola, un uomo che ha legato il suo nome ad entrambe le città, conquistando due promozione in serie A e una vittoria di coppa Italia tra le file del Napoli e uno scudetto con la Fiorentina, ma che ha annunciato ufficialmente il tifo per il Napoli, nel rispetto però di quella Firenze che comunque lo ha amato e che di lui conserva una grande considerazione. Pesaola, ancora oggi sostiene che il suo sogno sarebbe stato quello di vincere il tricolore con gli azzurri e che per la salvezza del Napoli ottenuta in un momento difficile della storia del club ha gioito di più che per la vittoria dello scudetto con i viola. Grande Petisso!

LE SCONFITTE 5 Luglio 1972 – Roma (Stadio Olimpico)

MILAN – NAPOLI 2-0 Milan: Cudicini; Sabadini, Zignoli, Anquilletti; Schnellinger, Rosato, Golin (46’ Magherini - 75’ Maldera), Biasiolo; Bigon, Rivera, Prati. All. Rocco Napoli: Zoff; Pogliana, Vianello, Zurlini, Panzanato; Perego, Pincelli (58’ Esposito), Iuliano; Sormani, Improta, Macchi. All. Chiappella Arbitro: Toselli di Milano. Marcatori: 49’ aut. Panzanato, 78’ Rosato.

8 Giugno 1978 – Roma (Stadio Olimpico)

INTER – NAPOLI 2-1 Inter: Cipollini, Canuti, Fedele (58’ Chierico), Baresi, Gasparini, Bini, Scanziani, Oriali, Altobelli, Marini, Muraro (89’ Anastasi) All. Bersellini Napoli: Mattolini, Bruscolotti, La Palma, Restelli, Ferrario, Stanzione, Vinazzani, Juliano, Savoldi, Valente (62’ Mocellin), Chiarugi. All. Di Marzio Arbitro: Menicucci di Firenze Marcatori: 6’ Restelli (N), 18’ Altobelli (I), 87’ Bini (I)

28 Giugno 1989 – Cremona (Stadio G.nni Zini)

SAMPDORIA – NAPOLI 4-0 (andata 0-1) Sampdoria: Pagliuca; Lanna, Carboni, Pari, Vierchowod, Pellegrini, Victor (87’ Bonomi), Cerezo, Vialli (83’ Salsano), Mancini, Dossena. All: Pezzotti Napoli: Giuliani; Corradini, Francini, Fusi (80’ Bigliardi), Alemao, Renica, Crippa, De Napoli, Careca, Maradona, Carannante (51’ M. Neri). Allenatore: Bianchi. Arbitro: Lo Bello di Siracusa Marcatori: 32’ Vialli, 38’ Cerezo, 47’ Vierchowod, 59’ rig. Mancini (andata 50’ Renica)

29 Maggio 1997 – Vicenza (Stadio R. Menti)

VICENZA – NAPOLI 3-0 dts (andata 0-1) Vicenza: Brivio; Sartor, Viviani, Lopez, Beghetto; Gentilini (97’ M. Rossi), Di Carlo, Maini, Ambrosetti (18’ Iannuzzi); Murgita, Cornacchini (72’ D’Ignazio) All. Guidolin. Napoli: Taglialatela; Ayala, Boghossian, Baldini F., Milanese; Crasson, (98’ Panarelli), Bordin (62’ Aglietti), Longo R. (72’ Altomare), Esposito M.; Pecchia, Caccia. All. Montefusco. Arbitro: Braschi di Prato Marcatori: 20’ Maini, 118’ M. Rossi, 120’ Iannuzzi.

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Il sogno della tua vita



TATTICAMENTE L

a stagione calcistica 2013-2014 sta ormai volgendo al termine, un’annata che di sicuro avrebbe potuto regalare molto di più ma che per vari motivi, uno su tutti la rosa limitata, ha portato al raggiungimento del 3°posto e alla conquista della finale di Coppa Italia... È stata un’annata con un Napoli dalla doppia faccia, dal rendimento altalenante. Una squadra che ha ben figurato contro compagini di grosso calibro ma che ha lasciato per strada punti importanti contro quelle più abbordabili, maturando così la distanza in classifica con la coppia di testa. Da un punto di vista tattico, per la prossima stagione, per poter finalmente lottare per i vertici, andranno corretti gli errori in fase difensiva, inserendo in rosa calciatori sia in difesa che a centrocampo. Troppi goal si sono presi per errori in uscita e troppo spesso i 2 centrali di metà campo hanno subito le incursioni degli avversari. Bisognerà trovare quegli automatismi per far sì che i tre reparti siano sempre stretti e collegati tra loro, riuscendo così a tenere i ritmi alti per evitare le ripartenze avversarie e per poter contare sempre di più sull’apporto degli attaccanti esterni in fase di non possesso. In fase di possesso, invece, abbiamo ammirato per buona parte della stagione, un Napoli che non si è mai risparmiato, soprattutto nel girone di andata, sempre tonico e sempre pronto a cercare un goal in più. Numeri importanti quelli della fase offensiva: tanti goal, possesso palla, baricentro alto e il movimento continuo con 4 attaccanti

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fissi. Un Napoli propositivo che ha provato a fare sempre la partita al di là di quello che era l’atteggiamento degli avversari. Per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere, resta la conquista della Coppa Italia che non solo gioverebbe a tutto l’ambiente, ma che ha in sé più di un valore, quello di vincere il 1° trofeo della gestione Benitez, quello di una gran bella rivincita in Supercoppa nei confronti della Juventus e quello di regalare ai propri tifosi una più che meritata soddisfazione, visto che nonostante l’uscita dall’Europa e il secondo posto sfumato, il Napoli in questo 2014 è stata la squadra che ha potuto vantare la maggiore affluenza di pubblico allo stadio in assoluto. Benitez è l’allenatore del presente e del futuro, il progetto di De Laurentiis si basa tutto su di lui e nonostante la rosa ristretta, i numeri di questo suo primo anno di Napoli dicono terzo posto, ottavi di Champions ed Europa League e una finale di Coppa Italia ancora da giocare. La società, per il prossimo anno dovrà assecondarlo, affidarsi alla sua competenza per operare al meglio sul mercato, in modo da piazzare colpi importanti per ridurre il gap dalle prime della classe e far fare alla squadra il salto di qualità. L’obiettivo sarà quello di crescere, trovare il giusto equilibrio tra le due fasi e portare a completamento gli obiettivi, riuscire a mantenere lo stesso ritmo, la stessa intensità, la stessa determinazione e concentrazione in entrambi i gironi di campionato. Ciò

potrà avvenire solo gestendo bene le risorse, prendendo gli uomini giusti e cercando di creare una rosa che possa soddisfare in pieno le richieste di Benitez e colmare le lacune strutturali del Napoli. Quest’anno si sono create le basi per la prossima stagione, ora passa tutto nelle mani della società e del presidente De Laurentiis, bisogna tracciare bene le linee del mercato, servono i campioni, calciatori con mentalità vincente e adatti a giocare nel modulo tattico di Benitez, quei giusti ricambi pronti a far fronte a cali fisici, mentali, infortuni ecc., giocatori validi su cui poter far affidamento, una più ampia rosa sulla quale poter contare in ogni partita. Campioni che andranno ricercati sin da subito per portarli in squadra nella sessione del mercato estivo, giocando in anticipo sulla concorrenza, tenendo presente che la conquista del terzo posto in campionato e la relativa partecipazione ai preliminari di Champions, potrebbe presentare dei contrattempi (qualche giocatore vorrà avere la certezza della qualificazione alle fasi a gironi) e senza dimenticare il Mondiale in Brasile che avrà non poca influenza sul mercato stesso. Bisognerà pertanto, programmare al meglio la prossima stagione calcistica, non saranno ammessi errori, la campagna acquisti sarà fondamentale per continuare a dare un senso a quest’annata, per non vanificare il lavoro fatto fino ad ora dalla squadra e da Benitez e soprattutto per poter finalmente vincere qualcosa di importante!


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LA MAGLIA SUL Antonio

CAPONE

F

“Undici polli e un CAPONE”

acendo un tuffo nel passato azzurro, ho ricordato con affetto Antonio Capone, che indossò la maglia azzurra dal 1977/78 al 1982/83. Nacque a Salerno il 13 giugno 1953 ed intraprese la carriera calcistica molto presto, crescendo nel vivaio della Salernitana ma cambiando numerose squadre. Prima di giungere nella nostra città, giocò con il Brindisi nel 1975/76 per poi passare ad ottobre dello stesso anno alla Salernitana e successivamente all’Avellino. Quando giocava a Salerno l’attaccante campione del mondo Giuseppe Galderisi suo grande ammiratore per vedere i suoi gol scavalcava sul fino spinato. A volerlo a tutti i costi nelle file partenopee fu l’allenatore Gianni Di Marzio, napoletano di Mergellina. Per i colori della nostra maglia si è battuto sempre con grande grinta realizzando un totale di 13 gol in

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88 incontri, tanti assist e una cifra di rigori procurati che resero grande Beppe Savoldi. Il mitico massaggiatore Salvatore Carmando parlava così tanto a Diego Armando Maradona delle sue finte ubriacanti che un giorno Diego volle conoscerlo. Ci piace anche ricordare che il suo gol più bello in campionato lo ha segnato a Bergamo contro l’Atalanta, ed uno altrettanto strepitoso in Coppa Uefa in Belgio contro lo Standard Liegi. Ricordiamo su tutte quattro partite, la prima Napoli- Lazio del 2 aprile 1978 in cui realizzò una bellissima doppietta, permettendo alla nostra squadra di vincere 4 a 3 sui capitolini sostituendosi come protagonista ai due nazionali Giordano e Savoldi. La seconda, Avellino


LLA PELLE di

– Napoli del 9 marzo 1980, anche in quell’occasione realizzò una doppietta, regalando la vittoria agli azzurri per 3 reti a 2 sui lupi irpini. E un Napoli-Taranto 3-0 con una sua tripletta in Coppa Italia. Ma ritornando indietro nel tempo, ricordiamo la sua più bella gara in assoluto con la maglia del Napoli. Il 22 gennaio 1978 contro il Milan fece impazzire tutta la difesa rossonera. Il Napoli vinse 1-0 grazie ad un gol di Beppe Savoldi su calcio di rigore, procurato dallo stesso Antonio, a cui fu anche annullato un gol; alla fine della partita mister Di Marzio alzò al cielo la mano di Tonino indicandolo come mattatore della giornata. Uscì tra gli applausi dei tifosi milanisti,

Gennaro Montuori

molti dei quali dissero che il suo modo di giocare ricardava quello del brasiliano Garrincha, uno dei più famosi calciatori della storia del calcio. In quella partita gli furono cambiate ben quattro marcature. Il giorno dopo su tutti i giornali non si parlava che di lui e dei suoi dribbling funambolici. Un quotidiano nazionale molto importante pubblicò il titolo a caratteri cubitali “UNDICI POLLI E UN CAPONE ”. Nel corso di quel campionato Capone entrò anche nella lista dei quaranta dei Mondiali del ‘78. Mr . continua a pagina seguente 

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Bearzot lo tenne sotto osservazione per l’intera stagione, ma un brutto infortunio gli negò questa possibilità. Ha affiancato grandi campioni come Krol, Juliano, Bruscolotti, Ferrario e Savoldi. Nella stagione 1980-81 sfiorò lo scudetto con il Napoli. Infatti, tutti i giocatori dell’epoca ancora oggi rimpiangono la sua assenza in quel finale di campionato, su tutti Krol, Bruscolotti, Marangon e il compianto Musella. In un’amichevole in Svizzera, dove fu pro-

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tagonista di una doppietta a dimostrazione dell’ottimo stato di forma di cui godeva, nonostante un problema all’inguine, giocò ugualmente l’incontro. La domenica successiva, però, chiese a Mr Marchesi di non essere impiegato per la trasferta a Pistoia a scopo precauzionale. Fu allora, che Bruscolotti e

Krol entrarono in camera per convincerlo a giocare. Antonio accettò, ma la scelta si rivelò fatale, e il grave infortunio lo costrinse a uno stop anticipato. Quell’assenza costò cara al Napoli in chiave scudetto. Negli anni in cui il campione del mondo Paolo Rossi, rifiutò il trasferimento all’ombra del Vesuvio, Luis Vinicio disse ad Antonio che il Napoli aveva già il suo ‘‘Paolo Rossi’’ in casa, alludendo orgogliosamente a lui. Da molti anni Antonio è opinionista della mia trasmissione. In sua compagnia è praticamente impossibile annoiarsi. Ci divertiamo sia in trasmissione che durante le nostre cene post-diretta dove con una simpatica performance, ci intrattiene con la sua impeccabile imitazione di Adriano Celentano, ottenendo devo dire, un gran successo. A nome di tutti i tifosi azzurri, grazie per le gioie che ci hai regalato, ma soprattutto per i tuoi gol e gli assist che hai fornito a Beppe Gol, rendendolo ancora più grande.

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ulla stessa ‘‘cancha’’ che un tempo fu teatro delle gesta di D10s, nel segno della tradizione, una tradizione vincente, un nuovo argentino è giunto nel paese del sole per riportare il Napoli sul tetto dell’Europa. Gonzalo Higuain, con quel fiuto ardente del gol, ottimo collante di reparti nonché inesauribile distributore di assist. Se non ci fosse lui bisognerebbe inventarlo. 17 reti in campionato, 4 in Champions League, 2 in coppa Italia e 1 in Europa League, per un totale di 24 realizzazioni stagionali e 11 assist sfornati a tutto campo. Fisico resistente, un motore inesauribile, il Pipita è entrato di forza nella cerchia dei più grandi sudamericani del tempo. Il grande Sallustro, i brasiliani Clerici, Vinicio, Altafini, Careca e Canè, gli uruguaiani Fonseca e Cavani, e inevitabilmente la stirpe dei grandi argentini Sivori , Pesaola, Lavezzi, e Maradona. Dici argentini e pensi inevitabilmente a loro. El Cabezón più un trequartista che un attaccante fenomenale nei tunnel e nei dribbling, il Petisso più un ala sinistra che giocava bene anche a centrocampo che un terminale offensivo, ed il Pocho più un tornante che un’ attaccante d’aria di rigore. Che dire poi del Pibe de oro che occupava tutti i ruoli dalla trequarti in su. Fu proprio Maradona a lanciarlo sulla ribalta mondiale facendolo giocare a Sudafrica 2010 per poi gioire per

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il suo trasferimento all’ombra del Vesuvio. Il Pipita già dalla trentacinquesima giornata ha superato il record delle 14 reti siglate da Diego nella sua prima stagione in azzurro. Ma Diego era un registra, un trequartista, un rifinitore più che una vera prima punta, insomma un classico numero 10. Oltretutto, la formulazione del campionato era diversa, composto da meno giornate. Passiamo a qualche numero di questo mese. Dopo circa otto turni a secco, Gonzalo interrompe un insolito digiuno realizzando la sua prima tripletta con la casacca del Napoli. Dopo la sberla di Lulic è la legge del Pipita a far saltare il banco al San Paolo. Dal dischetto trafigge la porta della compagine biancoceleste con un destro incrociato nell’angolino basso, fattura che vale il momentaneo raddoppio. C’è tutto nella rete del decisivo sorpasso; movimento smarcante, controllo in aria di collo piede, e un diagonale a mezz’ altezza che fredda Berisha. In pieno recupero, poi, con uno scavetto completa l’opera. Oltre ad essere un inesauribile goleador, Higuain è prima di tutto un campione d’umiltà. La signorilità, quel comportamento mai sopra le righe, fanno di lui un campione dentro e fuori dal campo. Nato a Brest, in Francia, dove suo padre giocava da terzino, Gonzalo ha trascorso nella vecchia Gallia i primi mesi della sua infanzia. Ha vinto la sua battaglia più grande a soli dieci mesi di vita, quando una meningite fulminante lo ha co-


DEL MESE di

Nastasia Spina

stretto a impegnative cure mediche. Muove i primi passi da calciatore nell’Atletico Palermo. All’età di 10 anni viene acquistato dal River Plate. Dopo aver percorso tutta la trafila delle giovanili, debutta in prima squadra all’età di 17 anni contro il Gimnasia la Plata. Con i Millonarios colleziona la sua prima rete, contro il Banfield. Nel 2006 viene acquistato da uno dei club più blasonati del Vecchio continente, il Real Madrid. Sotto la guida di Josè Mourinho il Pipita entra nella storia del club spagnolo segnando la 700esima rete dei Galacticos nella massima competizione europea. Giunge a Napoli con un bottino di 107 realizzazioni in 190 partite disputate e 6 trofei. Speriamo che dopo la Mano de D10s, anche il Pipita possa metterci la sua di mano ( ma forse meglio i piedi) per far volare in alto il Napoli.

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SERIE A 2013/2014

31a giornata - 30 Marzo 2014

NAPOLI JUVENTUS

2

Reina Henrique Fernandez Albiol Ghoulam Inler Jorginho 37’ Callejon (dall’89’ Dzemaili) Hamsik (dal 79’ Mertens) 81’ Insigne Higuain (dal 73’ Pandev) A disp.: Doblas, Colombo, Britos, Mesto, Reveillere, Radosevic, Bariti, Zapata. All.: Benitez

0

Buffon Caceres Bonucci Chiellini Lichtsteiner Vidal Pirlo Pogba (dal 61’ Marchisio) Asamoah (dal 53’ Isla) Llorente Osvaldo (dal 69’ Vucinic) A disp.: Storari, Rubinho, Padoin, Mattiello, Penna, Giovinco. All.: Conte

arbitro: ORSATO (Vicenza) NOTE: 46.134 spettatori. Angoli: 8 a 4 per il Napoli - Recuperi: 1’ pt, 6’ st.

di Nastasia Spina

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SERIE A 2013/2014

32a giornata - 6 Aprile 2014

PARMA NAPOLI

1

Mirante Cassani Paletta Felipe Molinaro Acquah Marchionni 55’ Parolo (dall’80’ Munari) Biabiany (dal 92’ Cerri) Palladino (dall’89’ Gobbi) Schelotto A disp.: Bajza, Pavarini, Rossini, Jankovic, Galloppa, Mauri, Sall, Obi. All.: Donadoni

0

Reina Henrique Fernandez Albiol Ghoulam Jorginho Inler Callejon (dal 68’ Mertens) Hamsik (dall’81’ Pandev) Insigne Higuain (dal 68’ Zapata) A disp.: Doblas, Colombo, Britos, Reveillere, Mesto, Behrami, Dzemaili. All.: Benitez

arbitro: BERGONZI (Genova) NOTE: 15.000 spettatori circa. Angoli: 3 a 3 - Recuperi: 1’ pt, 5’ st.

di Isabella Perrone

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SERIE A 2013/2014

33a giornata - 13 Aprile 2014

NAPOLI LAZIO

4

Reina Henrique Britos Albiol (dal 46’ Fernandez) Ghoulam Jorginho (dall’83’ Mesto) Behrami Insigne Pandev 40’ Mertens (dal 65’ Callejon) 50’ - 67’ - 91’ Higuain A disp.: Doblas, Colombo, Reivellere Inler, Dzemaili, Hamsik, Zapata. All.: Benitez

2

Berisha Konko Ciani Cana Radu 82’ Onazi Ledesma 22’ Lulic (dal 73’ Cavanda) Candreva Mauri (dal 56’ Postiga) Felipe Anderson 88’ (dal 63’ Novaretti) A disp.: Strakosha,Guerrieri, Pereirinha, Crecco, Minala, Perea, Kakuta. All.: Rejna

arbitro: BANTI (Livorno) NOTE: 39.987 spettatori. Angoli: 4 a 1 per il Napoli - Recuperi: 1’ pt, 4’ st.

di Nastasia Spina

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SERIE A 2013/2014

34a giornata - 19 Aprile 2014

UDINESE NAPOLI

1

Scuffet Heurtaux (dall’80’ Basta) Danilo Domizzi Gabriel Silva Pinzi (dal 78’ Nico Lopez) Allan Badu Pereyra 55’ Fernandes Muriel (dall’86’ Widmer) A disp.: Brkic, Benussi, Naldo, Bubnjic, Jadson, Yebda, Maicosuel, Zielinski, Di Natale. All.: Guidolin

1

Reina Reveillere Fernandez Henrique Ghoulam Behrami (dal 74’ Jorginho) Inler 39’ Callejon Hamsik (dal 90’ Albiol) Insigne Zapata (dal 67’ Pandev) A disp.: Doblas, Colombo, Mesto, Zuniga, Radosevic, Dzemaili. All.: Benitez

arbitro: CALVARESE (Teramo) NOTE: 16.219 spettatori. Angoli: 3 a 0 per l’Udinese - Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

di Isabella Perrone

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SERIE A 2013/2014

35a giornata - 26 Aprile 2014

INTER NAPOLI

0

Handanovic Campagnaro Ranocchia Andreolli D'Ambrosio (dal 68’ Zanetti 6) Hernanes (da 74’ Guarin) Cambiasso Kovacic Nagatomo Palacio Icardi (dall’81’ Kuzmanovic) A disp.: Castellazzi, Carrizo, Jonathan, Alvarez, Botta, Taider, Milito. All.: Mazzarri

0

Reina Henrique Albiol Britos Ghoulam Jorginho Inler Callejon Insigne Mertens (dal 70’ Hamsik) Higuain (dall’87’ Pandev) A disp.: Colombo, Reveillere, Doblas, Mesto, Zuniga, Dzemaili, Radosevic, Zapata. All.: Benitez

arbitro: RIZZOLI (Bologna) NOTE: 47.119 spettatori. Angoli: 4 a 2 per il Napoli - Recuperi: 0’ pt, 5’ st.

di Nastasia Spina

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PROMOSSI E... C

ome già vi avevo svelato la volta scorsa, non sono mai stata una vera appassionata di calcio, ma soltanto una pseudo-tifosa juventina. Eppure oggi, vivendo sotto lo stesso tetto a 360 gradi col mio compagno Gennaro Montuori nonché direttore di questo mensile, posso dire di intendermene un po’. Ricordo che qualche mese fa Gennaro realizzò una sorta di scheda valutativa comprensiva di tutti i calciatori del Napoli e a dir la verità, anche se non sono un allenatore o una grande intenditrice di calcio, per quel poco che ho appreso lo trovo un articolo valido, essendo Gennaro molto profondo quando si esprime sui giocatori del Napoli. È come se conoscesse vita e

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miracoli dei suoi beniamini. Ascoltandolo e vivendolo nella quotidianità, è riuscito a trasmettermi nozioni importanti che oggi mi permetto di avanzare valutazioni sulle qualità tecniche della rosa partenopea. Ovviamente, vivendo tantissime partite direttamente dallo stadio, e tante altre su Sky, ho imparato ad ammirare i calciatori più bravi e ad apprezzare anche il lavoro di quelli meno dotati. Una breve postilla prima di iniziare è d’obbligo. Mi scuso se qualche mia considerazione potrebbe sembrare non del tutto precisa. Io proverò ad esserlo il più possibile. Iniziamo la nostra analisi partendo dai portieri. Reina e Rafael sono assolutamente indiscu-


RIMANDATI di

tibili. In questo ruolo il Napoli è più che completo. Promossi a pieni voti entrambi. Per quanto riguarda il reparto difensivo mi sento di promuovere Albiol, Ghoulam, Maggio, Zuniga (che a me è sempre piaciuto, poi l’infortunio patito al ginoc-

Isabella Perrone

chio lo ha portato lontano dai campi di gioco) e ultimamente anche l’argentino Fernandez. Rimandati, invece, Revellier, Britos e Mesto. Nonostante apprezzi il loro impegno sul campo, non mi sento di promuoverli. continua a pagina seguente 

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Certamente non potrei mai sotto il profilo umano da buona credente quale sono giudicare l’altro. Mi permetto soltanto di rilegare la critica a una mera dimensione sportiva, anche perché ho avuto il piacere di conoscere personalmente Britos e devo ammettere che mi ha fatto una bella impressione. L’ho trovato una persona molto dolce, soprattutto per il modo in cui si è posto nei confronti della mia bambina. Tornando a noi, per

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quanto riguarda gli altri, mi esimo dall’esprimere giudizi su Dzemaili e Zapata, non avendo sufficienti elementi a disposizione per poter fare una valutazione oggettiva. A dir la verità qualche volta lo svizzero mi ha entusiasmata per il modo in cui ha respinto la palla in rete, mentre Zapata l’ho visto giocare poche volte, anche se fisicamente mi sembra uno molto potente. Mi piacciono in compenso Behrami, Jorginho e Inler e


soprattutto l’intero reparto offensivo. Ammiro la classe dei tre piccoletti Insigne, Mertens e Callejon, e degli stessi Pandev e Higuain. Su Hamsik, invece, sono un po’ restia per la sua discontinuità. Alterna prestazioni mediocri ed altre eccellenti. Passiamo al tecnico. Mi piace Benitez, perché la squadra del Napoli gioca meglio dell’anno scorso. Personalmente non appartengo a quella cerchia di persone che contestano il presidente. Anzi, credo che abbia fatto molto per la squadra e per la città di Napoli. I napoletani dovrebbero essergli riconoscenti. A tal proposito, Gennaro,

dopo aver letto il mio articolo ha detto: ‘’ Tu sei una di quelle persone a cui piace partecipare e non vincere. Ci sono tifosi che la pensano come te ed è soltanto colpa loro se il presidente non provvede ad allungare la rosa ’’. Non entro in merito alla questione. Nelle vesti del presidente farei esattamente ciò che ha fatto lui, nelle vesti dei tifosi, e li comprendo, vorrei a tutti i costi vincere. Biasimo quindi entrambe le posizioni. Spero soltanto che un giorno anche io possa festeggiare per le vie di Napoli la conquista di un qualcosa di importante.

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LO SPAZIO DEI TIFOSI

La rubrica è gentilmente offerta da

Ale e Marco mandano un grande abbraccio ai Tifosi Napoletani da Rimini‌ Sempre e solo Forza Napoli

Gli amici di Piazza Mercato con il nostro Direttore Gennaro Montuori

Angela e Rosa De Luca innamorate pazze del Napoli

Carlo e Dilan tifosissimi del Napoli

Il piccolo Andrea De Luca anche da Milano tifa Napoli

Lorenzo, Fabio, Raffaele e Giulio insieme al nostro direttore Gennaro allo stadio San Paolo

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LO SPAZIO DEI TIFOSI

La rubrica è gentilmente offerta da

Salvatore Guida super Tifoso del Napoli come il padre e gli zii

Il piccolo ma grande tifoso Antonio Di Maio insieme al suo amico “Palummella”

Il bellissimo Vincenzo Montuori mentre sogna un trionfo del Napoli

Rosanna Simonetti “coccolina” dei genitori e dei nonni

Il piccolo Carlo De Martino stile Hamsik tifoso del Napoli

La piccola Orsola Petrillo già tifosissima azzurra

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in diretta

GIOVEDÌ alle ore 20.40

sui canali di:

920

DIGITALE 14

repliche su:

DIGITALE 14

presenta

Napoli Mia TV

LAZIO 680

SALENTO - FOGGIA BRINDISI - LECCE 602

VENERDÌ alle ore 01.30 VENERDÌ alle ore 22.30 SABATO alle ore 11.00

G e n n a ro M o n t u o r i

per interagire in diretta:

info@tifosinapoletani.it

Foto in studio:



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