UltrAzzurro Marzo 2012

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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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EDITORIALE

LE COPPIE-GOL STRANIERE NEL NAPOLI

8 MESCHINAPOLI ITALIA: 12 COPPA RICOMINCIO DA TRE

DA IMITARE

30 NAPOLI CHELSEA 32 NAPOLI INTER 36 PARMA NAPOLI

GIOCATORE DEL MESE 40 NAPOLI 14 IL GOKHAN INLER CAGLIARI E 18 SUPERTELECAMERE 44 CHELSEA PALLONE CON MICROCHIP NAPOLI

20 IL RITORNO DI DIEGO FORZA DELLE 22 LAAMBIZIONI:

SEI FORTE NAPOLI!

24 LA FOTO DEL MESE

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POLIZIA DA 26 LONDRA: STADIO, MODELLO

Stampa di:

48 UDINESE NAPOLI DOC 52 TIFOSE MARIKA FRUSCIO SPAZIO 56 LODEI TIFOSI

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C

arissimi lettori, ci siamo lasciati con il sogno Cham-

pions, ma cosi non è stato. Il Chelsea ci ha eliminato ribaltando il risultato dell'andata al San Paolo. Al

contrario di tanti non penso che il Napoli sia uscito a testa alta. Dobbiamo dire comunque grazie e bravo al nostro Napoli che con i titolarissimi in campo ha dimostrato di poter giocare contro chiunque in Italia e in Europa. Bravo a Mazzarri che in tre anni è riuscito a costruire una squadra di altissimo livello. Peccato ci siano solo tredici giocatori e non ci siano anche i ricambi dello stesso livello. Meno bravo di Mazzarri è il presidente De Laurentiis che non ha investito sul mercato di gennaio acquistando solo Vargas, un giocatore che è servito poco in questa seconda parte di stagione. Speriamo che il presidente decida di spendere meglio l'anno prossimo perchè la squadra puó raggiungere la Champions dopo il pareggio in rimonta ad Udine. Grande Cavani, sbaglia il rigore ad un quarto d'ora dalla fine e poi realizza una grande doppietta. La musichetta io voglio ascoltarla di nuovo, anche tutti napoletani lo desiderano. L'obiettivo è vincere la coppa Italia e arrivare terzi in campionato. Un appunto a tutti quelli che per un biglietto ed un favore farebbero di tutto. Nella vita ci vuole un pò di orgoglio. Vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo con “Tifosi Napoletani” tutti i giovedì, sulle frequenze di Canale 34, una delle televisioni più di qualità dell’emittenza campana, con un parterre ed una veste rinnovata. La trasmissione sarà visibile anche in streaming live sul nostro sito www.tifosinapoletani.it, attraverso il quale potrete anche interagire con la trasmissione e con il nostro giornale e godere di una sezione riservata alle News sempre ricca ed aggiornata. Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dal profondo del cuore, forza Napoli.

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LE COPPIE-GOL STRAN Lavezzi e Cavani al quinto posto

A

bbiamo una coppia che segna e fa sognare, una coppia sudamericana, un uruguayano e un argentino, il Matador e il Pocho. Sono sulla scia delle più famose coppie-gol straniere del Napoli. Cavani e Lavezzi, i nuovi gemelli del gol. Vola Cavani verso la porta come un cavallo alato, la corsa leggera, la spada fulminante. Scatta, corre, dribbla e tira il nuovo scugnizzo argentino Lavezzi che a ogni difesa fa venire la strizza. Sembrava bisticciasse con la porta avversaria, quand’ecco che sta sfoderando prodezze assolute nel tiro a rete. Se è Cavani che traccia il solco delle vittorie, Lavezzi lo imita. I due sono lanciatissimi a stupire e a piazzare la loro magia alle spalle delle più prolifiche coppie-gol straniere del Napoli. Attualmente, con 56 gol in un campionato e mezzo, Cavani e Lavezzi sono in quinta posizione dietro la coppia-suprema Maradona-Careca (97

gol), il tandem Vinicio-Pesaola (86), l’antica accoppiata degli anni Trenta Vojak e Mihalic (80 reti) e il duo Canè-Altafini (77) degli anni Sessanta. Lavezzi ha 27 anni, Cavani 25. Se De Laurentiis se li tiene stretti potranno contendere a Canè e Altafini il quarto posto fra le migliori coppie dei goleador stranieri. Mancano all’aggancio 21 reti. Possono farcela. A fine campionato vedremo. Le cifre del Pocho e del Matador sono aggiornate al 9 marzo, dopo Napoli-Cagliari (6-3). In un campionato e mezzo, Cavani ha messo a segno 42 reti e Lavezzi 14 ma sta migliorando, ora ha lo scarpino più caldo per battere a rete, a giro e di impeto, scoprendo la gioia infinita del pistolero del gol nell’urlo della folla che lo accompagna quando ha appena mandato la palla in rete e fa i giri di felicità sull’erba del San Paolo, ambasciatore di una nuova allegria con molti tatuaggi e il portafortuna del piccolo Thomas, il figlio che con un sorriso gli fa l’assist migliore. Prima di essere il secondo pilota di Cavani, il Pocho già sosteneva le prodezze di Marek Hamsik. Un’altra coppia-gol fra le primissime della storia azzurra, all’ottavo posto fra i tandem d’attacco più prolifici del Napoli. Il Pocho e Marekiaro con all’attivo 53 gol in tre stagioni, dal 2007 al 2010: Lavezzi con 23 gol, Hamsik con 20.

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Maradona e Careca con 97 gol in quattro campionati sembrano irraggiungibili (46 reti per l’argentino supremo, 51 per il brasiliano che aveva il vento nelle caviglie). Sembravano nati apposta per stupire, per giocare insieme, per scambiarsi la palla, un dai e vai che era una danza sudamericana. Per Careca, Maradona era la rampa di lancio. Gli arrivavano da Diego palloni filanti sui quali avventarsi in corsa e fulminare i portieri. Al secondo posto delle coppie straniere del gol, ecco i beniamini che furoreggiarono al Vomero scegliendo Napoli come casa loro, il leone Vinicio e il petisso Pesaola, che oggi abitano nella stessa strada, via Manzoni, così come abitavano la stessa area di rigore. Il piccolo-grande petisso, che aveva polmoni a mantice nonostante i primi flirt con le Marlboro, il petisso cosce grosse e cervello fino, napoletano nato casualmente a Buenos Aires, correva sull’out sinistro per i cross al bacio che il leone di Belo Horizonte scaraventava in rete. Luis è stato un centravanti poco brasiliano, tutta la sua classe era nella potenza esplosiva dei tiri. I due amiconi hanno messo a segno 86 gol in cinque campionati, il tandem d’attacco più longevo nella storia del Napoli, insieme dal 1955 al 1960: 69 centri per il leone, 17 per il petisso, scudiero fedelissimo, generoso, altruista. La terza coppia-gol straniera del Napoli è una coppia di italiani che solo la geografia del tempo rendeva stranieri, nati in terre sottratte all’Italia. Antonio Vojak era di Pola e Marcello Mihalic era di Fiume. Due mezzali al fianco di Attila Sallustro. Furono 80 i gol segnati da Vojak, cannoniere autentico, e da Mihalic con lo squadrone di Garbutt degli anni Trenta: 49 gol per Vojak, 31 per Mihalic. Al quarto posto, la coppia tutta brasiliana degli anni Sessanta magistralmente diretta da Pesaola, passato dal campo alla panchina giovanissimo quando non aveva ancora 40 anni e portava i segni di 240 partite giocate col Napoli. Canè e Altafini segnarono 77 gol dal 1965 al 1969, campionati di felicità. Il bomber di cioccolato e il centravanti più forte e allegro del mondo. Canè correva all’ala destra, il ruolo nel quale lo valorizzò Pesaola, sganciando tiri al ful-


IERE NEL NAPOLI

Mimmo Carratelli

micotone. Partiva da lontano Josè perché in velocità si “beveva” i difensori, ma anche perché non amava il contatto fisico e allontanandosi dallo stopper si sentiva più libero e bello. Dai trenta metri, dritto per dritto o in serpentina, schizzava lanciato dalla fionda della sua classe infinita. 48 gol per Altafini, 29 per Canè. Il San Paolo li adorava. Josè fece coppia anche con Sivori dal 1965 al 1968, gelosi l’uno dell’altro, ma più Omar di Josè, però irresistibilmente proiettati in gol. 54 reti in tandem (43 per Altafini, 11 per Sivori che s’era già speso tutto nella Juve, ma a Napoli regalò le ultime delizie). 54 gol realizzarono insieme anche Jeppson e Pesaola dal 1952 al 1955. Il petisso eterno trottolino amoroso sulla fascia sinistra, fedele servitore dei grandi centravanti del Napoli degli anni Cinquanta, Jeppson prima, Vinicio dopo. Lo svedese biondo era implacabile sotto rete sui traversoni del generoso argentino (44 gol per lui, 10 per il petisso). Non fu un’accoppiata felice un’altra tutta brasiliana (VinicioDel Vecchio) che durò appena due campionati, dal 1958 al 1960. Del Vecchio, di due anni più giovane di Luis, era un fuoriclasse assoluto. Era stato la “stella” del Santos poco prima che nella squadra brasiliana apparisse Pelè. Introverso, pretendeva la scena tutta per lui fino a litigare per il numero di maglia. Voleva assolutamente la maglia numero 9 che Vinicio non gli cedette. Rifiutò la numero 11 e si giunse al “compromesso” di affidargli la maglia numero 10. Segnarono insieme 37 gol (23 Del Vecchio, 14 Vinicio). Il doppio centravanti non funzionò mai nel Napoli. Era già fallito il tandem Vinicio-Jepsson (24 gol in due nel campionato 195556: 16 reti il brasiliano, 8 lo svedese). Canè fece coppia anche con Clerici nel Napoli furente allenato da Vinicio. Altro tandem tutto brasiliano in due campionati indimenticabili. 36 gol in due (29 reti per il “gringo” di San Paolo, 7 per il napoletano di Rio de Janeiro con cittadinanza vomerese dopo avere incontrato una affascinante ragazza della collina, il suo grande amore). Una coppia-gol passeggera in tre campionati, dal 2004 al 2007, sul sentiero della rinascita del Napoli, i duri campi della serie C e un anno in B dopo il fallimento, è stata quella formata da Roberto Sosa e Inacio Pià, ancora un argentino e un brasiliano. El Pampa aveva 29 anni, una lunga vita di artigliere, e Pià ne aveva 22,

troppo giovane e inesperto, però prometteva tanto. Pià aveva il Brasile nelle gambe. L’altro era diventato attaccante più europeo dopo i cinque anni passati fra Udinese e Ascoli. Nel ricordo commosso di Maradona, Sosa regalò un grande amore per la maglia azzurra. Pià cercò una strada scintillante, una luce tutta sua, che non si realizzò. Rimase il rimpianto di un giovane campione smarrito. Sosa e Pià segnarono insieme 32 gol in tre campionati, 20 reti Sosa, 12 Pià. Durò poco l’accoppiata Careca-Fonseca, un brasiliano e un uruguayano: 23 gol nel campionato 1992-93 (16 centri per Fonseca, 7 per Careca al suo ultimo anno nel Napoli). Un’altra coppia tutta brasiliana fu quella Sormani-Altafini, 22 reti in due campionati, dal 1970 al 1972 (7 gol per il Pelè bianco, 15 per Josè). Otto giocatori brasiliani hanno fatto parte delle coppie-gol straniere più prolifiche del Napoli, cinque sono stati gli argentini. Le accoppiate sudamericane sono state le migliori. Di Lavezzi e Cavani le galoppate recenti fra allegria, gol, vittorie e tanto Sudamerica.

LE COPPIE STRANIERE DEL NAPOLI Maradona-Careca 97 gol in quattro campionati. Vinicio-Pesaola 86 gol in cinque campionati. Vojak-Mihalic 80 gol tre campionati Can -Altafini 77 gol in quattro campionati. Lavezzi-Cavani 56 gol in due campionati. Altafini-Sivori 54 gol in tre campionati. Jeppson-Pesaola 54 gol in tre campionati. Lavezzi-Hamsik 53 gol in tre campionati. Vinicio-Del Vecchio 37 gol in due campionati. Can -Clerici 36 gol in due campionati. Sosa-Pi 32 gol in tre campionati. Jeppson-Vinicio 24 gol in un campionato. Careca-Fonseca 23 gol in un campionato. Sormani-Altafini 22 gol in due campionati.

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MESCHIN

L

a storia continua a registrare meschinità di ogni genere! Per pochi euro o per una manciata di favori, tristi personaggi sono ancora pronti a tradire la dignità, l’amicizia, la propria gente offrendo anche spontaneamente grigi servigi ai cd potenti, che sono, a loro volta, più squallidi dei propri manutengoli! Masaniello fu tradito dal vicerè, dalla viceregina e dal suo personale consigliere. Gli offrirono doni facendo credere ch’erano il prezzo del suo tradimento e, così, abbandonato dal Popolo cui aveva dato tutto, fu ucciso mentre dormiva! Per mano di un ignobile delinquente, invidioso e codardo, finì una così gloriosa figura di autentico napoletano! Altri meschini traditori macchiarono il loro nome costringendo poi la moglie, tanto amata da Masaniello, a prostituirsi con i marinai

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stranieri che sbarcavano nel porto di Napoli. E ciò sempre per infangare il nome dei napoletani e distruggere il mito di un loro grande eroe che per primo in quell’Europa aveva osato difendere i diritti del Popolo! Uguale sorte toccò al più grande Ammiraglio del Mediterraneo che aveva disinfestato il mare dai feroci pirati dell’epoca. Anch’egli Napoletano: Francesco Caracciolo! Questa volta il complotto fu ordito dalla austriaca Maria Carolina, dalla prostituta inglese Hamilton, dal triste e malandato Nelson. Quest’ultimo con la squallida connivenza di Ferdinando IV costrinse gli stessi marinai napoletani ad impiccare il loro adorato Ammiraglio nel golfo più bello del mondo, che nel futuro si glorierà del suo nome!


APOLI

Enrico Tuccillo

Terribile dunque il prezzo pagato dalle vittime di questi tradimenti, ma non meno dolorosa la sorte toccata poi a coloro che si prestarono per realizzarli! Persino la Hamilton e la figlia avuta da Nelson, subito dopo la sua annunciata morte, furono respinte dagli stessi inglesi che pure li avevano inviati a tradire e distruggere Napoli e ad uccidere tutti i figli migliori del meridione, che avevano costituito la Repubblica Napoletana. E la donna, abbandonata, morì poi a Parigi ed il suo corpo fu buttato nella fossa comune di un condominio, dietro le mura di un palazzo a sua volta abbandonato! Ma nonostante gl’insegnamenti della storia, è triste constatare che a tutti i livelli ed ordini di grandezza

la cultura del tradimento continua ad infestare la nostra Città! Vendetta, dunque! No liberazione! Smettiamola di farci strumentalizzare avvelenando la storia nostra e dei nostri figli. Non accettiamo più di divenire coltelli che colpiscono nel buio o nelle trame della modernità mediatica! Alziamo gli occhi verso la luce. Guardiamo in faccia i nostri amici, i nostri fratelli! E defilandoci noi,finalmente lasciamo che appaia la verità che si nasconde tra i mandanti, titolari di squallidi interessi, e il Popolo vero obbiettivo di tutti coloro che lo vogliono sfruttare e, per invidia, distruggere!

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COPPA ITALIA: RICO I

l Napoli ricomincia da tre. Tre come il numero delle Coppe Italia che il club azzurro ha centrato fin qui a partire dal 1962, anno del primissimo successo nazionale avvenuto quando in panchina sedeva il “Petisso” Pesaola ed al comando della società vi era il Comandante Achille Lauro. Il primo amore non si scorda mai e per non dimenticarlo c’è un record che non è mai stato eguagliato, ovvero che il Napoli è l’unica squadra ad aver vinto la Coppa Italia pur disputando il campionato di Serie B. Dopo quel trionfo arrivarono i successi del 1976 e quello del 1987, ovvero quando gli azzurri guidati da Diego Maradona centrarono l’accoppiata Scudetto-Coppa Italia (fino ad allora vi era riuscito solo il grande Torino e la Juventus). Ed anche in quel caso fu record: percorso netto, 13 vittorie su 13. Nessuno ci è più riuscito. Quest’anno il Napoli si gioca la possibilità di vincere la quarta coppa nazionale del suo palmares. Ma per rivivere i fasti passati abbiamo interpellato tre protagonisti di quei trionfi: Rosario Rivellino, Beppe Savoldi e Bruno Giordano. Per ricominciare da tre e per sognare il poker.

Rosario Rivellino Rivellino, quante chance ha il Napoli di vincere la quarta Coppa Italia della sua storia? “Innanzitutto il Napoli ha il 50% delle possibilità di vincerla perché si ritroverà contro sicuramente un grande avversario. Però gli azzurri hanno le qualità per farcela. Giocheranno d’attacco. Sarà una finale a viso aperto in cui il Napoli avrà l’opportunità di sviluppare quello che meglio sa fare e cioè il contropiede. Anche se devo dire che quando si va a giocare una finale si deve essere umili e non bisogna andare all’arrembaggio credendo di poter essere superiori a prescindere, perché 90 volte su 100 te la fanno pagare cara. Tutto sommato, con la giusta umiltà, Penso che ce la possa fare”. Lei fu artefice del primo successo della storia del Napoli, ovvero la Coppa Italia del 1962. Quella è e resta l’unica coppa nazionale vinta da una squadra che militava in Serie B. Ricorda le emozioni di quella finale? “Noi venivamo dalla Serie B e solo la settimana prima avevamo ottenuto la promozione in A. Quindi possiamo dire che avevamo giocato la seconda finale nel giro di pochi giorni. A Verona dovevamo vincere per forza per andare in A, poi la domenica successiva abbiamo vinto la finale di Coppa Italia. Era una squadra sulle ali dell’entusiasmo quella. Andammo a giocarci la Coppa senza esserci allenati tanto ma con grande euforia, in treno, ricordo che pranzammo anche sul vagone e facemmo un giro per la Capitale. Ciò a dimostrazione del fatto che la tranquillità è meglio di qualsiasi allenamento. Ricordo che alla fine il nostro capitano chiese al Comandante Lauro se ci avrebbe dato un bel premio”. Ma lui rispose: “Quale soddisfazione maggiore se non aver vinto questo trofeo?”. Quella finale si giocò all’Olimpico di Roma, anche quest’anno la finalissima si terrà nella Capitale. Sarà di buon auspicio? “Si, speriamo bene”. Lei è uno dei pochi calciatori italiani ad aver vinto la Coppa Italia sia da calciatore che da allenatore, ovvero nel 1976 quando, insieme ad Alberto Delfrati sostituì Luis Vinicio in panchina. Ma è meglio vincere la Coppa da calciatore o da allenatore? “Senza dubbio da giocatore, anche perché forse io ero ancora troppo giovane come allenatore e non avevo realizzato l’importanza di quel successo del ’76. La soddisfazione da giocatore ti rimane dentro”.

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MINCIO DA TRE

Mauro Cucco

Beppe Savoldi

Beppe-gol, il Napoli può vincere la Coppa Italia quest’anno? “Ha molte possibilità, diciamo che se dovessi quantificarle siamo tra il 60 ed il 70%. Inoltre credo che ce l’abbia alla luce del fatto che è stato eliminato dalla Champions e l’importanza di non doversi misurare anche in un’altra competizione così dispendiosa come è la Champions sia un grande vantaggio”. Lei contibuì al successo di quella Coppa Italia del 1976 che il Napoli conquistò battendo in finale il Verona per 4-0 (Beppe-gol a segno con una doppietta tra il 79’ e l’86’). Ricorda le emozioni di quella sfida? “A dire il vero mi ricordo molto poco. Per noi non fu facile all’inizio perché eravamo sullo 0-0 fino a pochi minuti dalla fine, poi quando ci siamo sbloccati siamo riusciti a condurre in porto la partita. Ma devo dire che le finali, come tutte le partite della coppa, rivestono sempre una grande importanza perché c’è grande attesa, si respira un’atmosfera diversa, senti di più la tensione”. Ricorda sicuramente che quella finale si disputò a Roma. Ebbene, anche quest’anno la finale è all’Olimpico. Potrebbe essere di buon auspicio? “Chiaramente si. Per chi crede alla scaramanzia, alla luce di quel risultato, potrebbe essere una situazione molto favorevole”. Bomber Savoldi ne ha vinte tre di Coppe Italia (altre due col Bologna oltre a quella col Napoli) ed in tre edizioni ne è stato anche il capocannoniere (come quella del 1977-78 con la maglia azzurra). Ma quale è il segreto per vincere in Coppa? “Vincere la Coppa Italia è ben diverso dal vincere il campionato. Perché è una competizione corta, va giocata in un contesto molto più breve di tempo, il campionato invece è più lungo. Il vero segreto è la concentrazione e questo dipende un po’ dal carattere del singolo giocatore, ovvero se questi ha l’attitudine di riuscire a concentrarsi solo su poche partite perché gli è più facile”.

Bruno Giordano Bruno Giordano, il Napoli può centrare il poker di Coppe Italia quest’anno? “Credo che il Napoli tutte le carte in regola per farcela. Ha il 50% delle possibilità perché evidentemente si ritroverà contro una tra Milan e Juventus e gli azzurri nelle partite secche contro le big del calcio italiano si esaltano alla grande”. L’ultimo successo è datato 1987: anno dell’accoppiata Scudetto-Coppa Italia del suo Napoli e di quello di Maradona. Quanti ricordi… “Ricordo con piacere quella vittoria. Eravamo gasatissimi perché venivamo dalla cavalcata trionfale fatta in campionato. Fu una grande stagione quella. E facemmo un cammino straordinario in Coppa Italia: le vincemmo tutte, tredici partite su tredici. E quanti gol! C’era grande euforia, un entusiasmo alle stelle”. Già, quello fu un Napoli straripante: 22 gol segnati soltanto nella fase eliminatoria. Era un Napoli micidiale, con un attacco micidiale. Anche questo Napoli lo è? “Ripeto, quella era una grande squadra. Facemmo una grandissima Coppa Italia suggellata da una grande finale (andata e ritorno ndr) contro l’Atalanta. Io credo che questo Napoli invece già sia in un certo senso micidiale perché dispone di un grande attacco. Cavani, Lavezzi ed Hamsik sono grandi giocatori con dei grandi colpi”. La Coppa Italia 2012 potrebbe rappresentare il primo trionfo di una nuova era? “Secondo me si. Con la conquista di un trofeo il Napoli può dare inizio ad un nuovo corso. Può fargli fare il salto di qualità”.

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IL GIOCATORE C

ome potevamo non eleggere giocatore del mese colui che ha fatto vibrare il cuore di tutta una città raccolta per intero verso un sogno chiamato quarto di finale di Champions? Come potevamo non spender poche parole su un leone che, col suo ruggito, aveva spaventato l’Europa ed un cielo Blues di una notte che s’è poi rivelata amara e nefasta? Decimo minuto del secondo tempo di un Chelsea-Napoli, ritorno degli ottavi di finale della vecchia cara Coppa dei Campioni, che poteva essere la Storia è che invece non è stata. Cross dalla sinistra nel cuore dell’area di rigore londinese, capitan Terry respinge di testa il pallone fino al limite dell’area. Appostato lì c’è Gokhan Inler che arpiona la sfera col sinistro, si coordina col destro e calcia di prepotenza (ma anche di giustezza) verso la porta di Cech disegnando una traiettoria angolata ed imparabile che ha di fatto pietrificato il portiere ceco. L’urlo del Re Leone, l’urlo dei 2700 tifosi assiepati lì al “West Stand” di Stamford Bridge, l’urlo di 6 milioni di globuli azzurri sparsi in tutto il mondo che sogna ad occhi aperti ed immagina l’effetto che fa. Questo è tanto altro ancora è stato il super-gol di Inler nella bolgia di sua Maestà. Chelsea 2, Napoli 1: i partenopei sono virtualmente nella Storia, nell’elite del calcio europeo. Vuoi vedere che dopo il bolide di Vila-Real valso a superare la fase a gironi, un altro siluro del turco-napoletano (come si è auto-definito lui stesso) segnerà un altro squarcio nel fantastico microcosmo dell’Europa dei grandissimi? Tutto molto bello ma non è andata purtroppo così. Il sogno si infrange ben oltre i 90 minuti regolamentari, fino al termine del primo tempo supplementare. Alla fine la spunta il Chelsea ma ciò che resta di una serata londinese ricca di pathos è la chiara conferma che il Napoli ha finalmente preso contatto con il vero Inler. Non più quel giocatore lento, prevedibile ed anche un po’ pasticcione. Ma un medianone a tutto tondo, un elemento di spessore, degno rappresentante di quell’appellativo di “guerriero” affibbiatogli dopo essersi presentato a Luglio con la maschera da Re Leone. Sì, il Napoli (e Walter Mazzarri) possono godere di un’arma in più che può far girare la palla come si conviene, dettare i tempi alla squadra, sfornare assist filtranti per i compagni dell’attacco e finanche effettuare dei perfetti lanci lunghi allargando il gioco sulle corsie esterne. Riecco l’Inler ammirato all’Udinese, ecco materializzarsi l’Inler tanto invocato dai supporters azzurri. Finalmente l’Inler il cui valore sia commisurato ai tanti soldi spesi quest’estate dal club di De Laurentiis (ben 16 milioni di euro). L’importanza di chiamarsi Gokhan Inler (o Gogi per i compagni di squadra) sta tutta nell’importanza delle sue giocate, nella sua pregevole intelligenza tattica, nella capacità di smistare il pallone dalla parte giusta e, perché no, anche nell’aiutare Gargano ad aggredire i portatori di palla avversari. Per questo finale di stagione, in cui ci sono in gioco 3° posto in campionato e finale di Coppa Italia, aver ritrovato il vero Inler rappresenta un ulteriore garanzia per il Napoli di Mazzarri.

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DEL MESE

Mauro Cucco

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SUPERTELECAMERE E PAL Computer in campo contro i gol fantasmi

L’

entrata della tecnologia sui campi di calcio pare essere molto vicina. La Fifa ha infatti deciso di sperimentare altri due sistemi meccanici al fine di risolvere l’annosa questione del “gol fantasma” che proprio nel nostro campionato ha creato grandissime polemiche nell’ultima sfida scudetto fra Milan e Juventus, si sperimenteranno il pallone con microchip incorporato e collegato a sensori presenti al di sotto della linea di porta e il famoso “occhio di falco”, un sistema di telecamere presenti in corrispondenza della riga fra i due pali di porta. La decisione definitiva sull’eventuale introduzione di questi provvedimenti sarà presa nel mese di luglio prossimo. L’“Occhio di falco” e il pallone col microchip: eccole le ultime due proposte della Fifa per scacciare il gol fantasma, autentica spina nel fianco della classe arbitrale ancora al centro delle polemiche in Serie A dopo l’ennesimo episodio di gol valido o non valido sicuramente si possono evitare errori clamorosi come la svista dell’assistente dell’arbitro del big-match MilanJuventus che non ha visto, e quindi ingiustamente non ha fatto convalidare, la rete di Muntari del possibile 2-0 che aveva superato la linea di porta di Buffon di circa mezzo metro. Le sviste dalle giacchette nere che hanno condizionato tante partite importanti, al punto

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che il governo del calcio internazionale è impegnato a trovare una soluzione per eliminare queste clamorosi sviste arbitrali che umanamente possono verificarsi, come gli errori dei calciatori in campo quando sbagliano clamorosamente una rete sotto porta, con la differenza che per l’opinione pubblica al calciatore l’errore è ammesso per la terna arbitrale no, viva la giustizia e la par condicio! E così, l’International Board della Fifa (organo che discute e decide le Regole del gioco), riunita i giorni scorsi a Londra, ha deciso di puntare su due tecnologie: quella Made in England chiamata Hawk-Eye (“occhio di falco”, usato già abbondantemente nel tennis) basato sull’uso di telecamere; e quella ideata dalla tedesca Goal Ref che utilizza un pallone con microchip e sfrutta i campi magnetici. Due rimedi per eliminare la “piaga” del gol fantasma ammessi ai test finali Fifa, in base ai quali sarà presa una decisione definitiva sull’eventuale adozione o meno, il 2 luglio a Kiev, in occasione di una sessione speciale, all’indomani della finale degli Europei. «Questo è un importante passo avanti per noi, ma è importante condurre i test – le parole del segretario generale della Football Association, Alex Horne – il sistema che si sceglierà dovrà essere preciso, altrimenti non avrebbe senso». Altri sei sistemi al vaglio della Fifa sono stati invece scartati dopo una serie di esperimenti condotti in Svizzera. Tra questi anche quello Made in Italy denominato “Gol line technology” e sperimentato allo stadio Friuli dall’Udinese con il Cnr di Bari. I delegati Fifa erano arrivati a Udine ai primi di novembre e


LONE COL MICROCHIP Mario Pesce

la prima impressione sull’esperimento sembrava positiva, anche se notizie ufficiali di tecnici dell’Istituto sui sistemi intelligenti per l’automazione che hanno brevettato il sistema finora non ne hanno dato una risposta definitiva. «Aspettiamo di conoscere nel dettaglio la valutazione che è stata data al sistema sperimentale e quello che deciderà la Figc. Tra l’altro su questo punto Blatter e Platini si trovano su due posizioni differenti visto che il presidente dell’Uefa è da sempre contrario alla tecnologia. Blatter la pensava come Platini, almeno fino al 27 giugno 2010, quando il match degli ottavi di finale del Mondiale sudafricano tra Inghilterra e Germania venne ‘macchiato’ dall’errore dell’arbitro Larrionda e dell’assistente Espinosa, che non videro il gol di Lampard. Due giorni dopo dovette presentarsi dai dirigenti della Football Association e chiedere scusa. “Platini non vuole la tecnologia, ma io non voglio più assistere a un Mondiale e vedere un problema di questo genere – ha aggiunto il numero uno della Fifa. Intanto, nella riunione dell’International Board a Londra, sono state ammesse ai test due tecnologie per contrastare il fenomeno dei gol fantasma: l’inglese Hawk-Eye (‘Occhio di falco’), basato sull’uso di telecamere, e la tedesca GoalRef che utilizza un pallone con microchip. La decisione finale sull’eventuale adozione di un sistema tecnologico di controllo sulla linea di porta sarà presa definitivamente il 2 luglio 2012. APERTURA ALLA TECNOLOGIA. Blatter non parla propriamente di moviola in campo, ma lascia intendere che il solo occhio umano (leggi arbitro di porta) non è sufficiente a scongiurare il pericolo. La proposta del Presidente della Fifa sarà presentata nel corso del summit dell’International Board che si riunirà nei prossimi mesi a Bagshot, nei pressi di Londra. Alla vigilia della partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League con il Chelsea, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis torna a polemizzare con il presidente dell’Uefa Michel Platini. Lo fa ai microfoni di Raisport e risponde all’ex calciatore della Juventus, che ieri lo aveva bacchettato per alcune dichirazioni sull’Uefa: “Platini la pensa in un altro modo”. Non ci sono problemi con il presidente del Napoli, è stata la risposta di Platini, annunciando che la richiesta di scorporare il ranking di Champions League e Uefa è stata respinta dalla commissione dei club. L’idea piace ai club italiani, ma non ai club europei. Platini e De Laurentiis si sono conosciuti due anni fa nella piazzetta di Capri e si sono sentiti recentemente telefonicamente. Il presidente De Laurentiis lo avrebbe anche invitato a un match di Champions al San Paolo (City o Chelsea ) ma l’invito è stato declinato dal presidente dell’Uefa Platini. Tra i due traspare un rapporto personale di grande cordialità. Anche l’Uefa dopo i risultati ottenuti dal Napoli in campo europeo ha una notevole considerazione della Società del Napoli.

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IL RITORNO D A

Napoli addirittura c’ è un gruppo di tifosi che pur di far tornare Maradona si sta organizzando con legali e notai per raccogliere la provvista necessaria a saldare il suo debito col fisco. Lorenzo Cafiero, da sempre pupillo del compianto Omar Sivori che lo chiamava “Corallo”, capeggia la “rivolta” o, meglio, la “rivincita“ argentina e non si dà pace. Non se ne darà fino al giorno in cui a Napoli non ritornerà lo scugnizzo. Già, lo scugnizzo, Tiechite come lo chiamava il buon Peppe Pacileo che una volta gli mise anche tre in pagella ma che, sotto sotto, lo preferiva anche a Pelè. “Mariano, aiutami, si può fare” ! - mi telefona due volte al giorno Corallo, il pupillo di Omar per dirmi sempre la stessa cosa - : “Maradona deve allenare il Napoli” ! In fondo, per chi come me Maradona e i suoi sentimenti, li conosce meglio di altri, sarebbe proprio giusto : Maradona, molto meglio di Mazzarri, Frustalupi e Bigon messi insieme. A patto, però, che non ci si faccia prendere dai falsi moralismi, tipici degli italiani i quali, come sempre, per paura, per abitudine o per rassegnazione condannano sempre i più deboli (perché Maradona rispetto alla coca è stato un debole che ha danneggiato solo se stesso !) trincerandosi dietro le classiche spallucce e senza per nulla esprimere condanna se invece si parla di Lusi, di Penati, Cosentino o dei Sindaci dell’ Italia collusi con la mafia o la camorra. De Laurentis non può saperlo, lui di Maradona conosce poco o niente, non sa che Diego vuol vincere sempre e che pur di farlo talvolta commette errori fino a spaccarsi la testa. Come si dice, testardo e “capatosta” nel bene e nel male? Si, si dice così ma Maradona è il Re del calcio, lo è stato da giocatore, in ogni allenamento o partita ufficiale, in Italia, all’ estero, ovunque. Ed ovunque ha sempre contestato i potenti del calcio, fino al numero uno della FIFA, Blatter (tanto per fare un esempio) che somiglia sempre di più a quei politici che predicano bene e razzolano male o allo stesso Pelè che una volta lo accusò pubblicamente di essere un drogato, dunque un cattivo esempio per i giovani, omettendo però che la droga stava rovinando pure suo figlio ! Per carità, tanto Maradona quanto il figlio di Pelè sono entram7bi caduti nella polvere della debolezza ma da quella polvere che somiglia tanto alle sabbie mobili, almeno Diego è venuto fuori ed a Napoli potrà cantare il suo canto di vittoria e di rivincita. Come ? Solo grazie ad un bel gesto di De Laurentis, la panchina della squadra. Che poi vuol dire più soldi (visto che sul tema il presidente è assai sensibile), più gloria, più competenza, più voglia ! Hamsik, Lavezzi e Cavani di tanto in tanto accennano al trasferimento in squadre più ricche e più disposte a me-

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glio pagarli ? Bene, vorrei proprio vedere se con Diego allenatore, i tre parlerebbero ancora di addio ! Già me lo immagino Maradona in panchina, quella stessa panchina su cui Ottavio Bianchi si tolse il più grande sfizio del mondo, lo scudetto entrato nella storia della città : l’ ultima festa, l’ ultima vera Piedigrotta napoletana. Già me lo immagino Maradona mentre entra sul terreno del San Paolo e rivolge gli occhi al cielo per ringraziare Dio (quello della mano !) e Donna Tota, la sua carissima madre che ha perso da poco ma che quando veniva a Napoli con Don Diego, suo marito, era la persona più felice del mondo. Dopo ogni partita ci incontravamo a casa, in via Scipione Capece, per far festa. Fu così fino all’ ultimo giorno, quello delle sabbie mobili, quello dell’ inferno : non era più lui, Diego stava distruggendo se stesso. Il periodo più brutto della sua vita, quello da cui far ripartire la rivincita. Ci son voluti ventanni. Ora tocca al romano crederci e credere che Maradona a Napoli, al posto di Mazzarri, è già realtà nella logica dei tifosi, quelli veri. Quella notte, l’ ultima notte, Fernando Signorini svegliò Diego che dormiva profondamente. L’ avvocato Siniscalchi, che, nel frattempo, si era preoccupato di avvertire l’ allora ministro Enzo Scotti affinchè tutto filasse liscio all’ imbarco di Fiumicino, un amico italo-tedesco, Guillermo Coppola ed io aspettammo che Diego si rivestisse in fretta : a Fiumicino, infatti, c’ era l’ aereo della Aerolinas Argentinas che lo avrebbe riportato a Buenos Aires, la sua città che poi lo avrebbe tradito “regalandogli” addirittura la prigione. “Mariano, prepara una pasta” – mi disse. Per tutti cucinai le penne al pomodoro. Appena finì, Diego mi disse : “Vieni con me”, e mi portò nella stanza dove c’ era il telefono e chiamò sua madre. Volle che sentissi : “Madre, jo stoj jegando”, io sto ritornando a casa. Poi ci abbracciammo ed io gli diedi la mia collanina con attaccato un Cristo. Lo baciò e fissandomi mi disse : “Ritornerò a Napoli, vedrai” ! Poi scese in garage e tutta via Scipione Capece sentì quell’ ultima sgommata della BMW che lo portò a Roma. Son passati ventanni. Ora, è arrivato il momento ! Napoli e i napoletani, Gennaro Montuori, il suo amico di sempre, sapranno accoglierlo : è per loro che Maradona vuol tornare, è per loro che dagli Emirati Arabi non vede l’ ora di essere chiamato dal romano. E’ solo così, Presidente che pure lei diventerà “napoletano” ! Ed i napoletani, Corallo in testa, non vedono l’ ora ! Ma pure gli argentini, quelli veri, come Sivori e Pesaola. E pure Dio, con la sua mano !


I DIEGO Mariano Piscopo

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LA FORZA DELLE AMBIZION

R

ipartire. E’ quella la parola d’ordine a cui il Napoli di Mazzarri deve far riferimento dopo l’eliminazione in Champions League subita ad opera del Chelsea. Gli azzurri non hanno demeritato a Stamford Bridge, anzi. Buona la prova dei partenopei al cospetto di un avversario fortissimo qual’ è la squadra di Di Matteo, quest’ultimo bravo tra l’altro ad imbavagliare gli azzurri dal punto di vista tattico. Insomma, il Napoli esce evidentemente a testa alta dalla sua prima avventura in Champions. Ora però non bisogna perdersi d’animo. E’ necessario riprendersi il più presto possibile da questa batosta e proseguire la striscia di risultati positivi raggiunti in campionato. In palio c’è ancora un buon piazzamento per la Champions che verrà ed una prestigiosa finale di Coppa Italia che rappresenterebbe il giusto riconoscimento per un gruppo di ragazzi che finora ha gettato il cuore oltre l’osta-

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colo per questa maglia. Ma tornando all’amara serata di Londra, non può che crescere il rimpianto per non aver gestito nel migliore dei modi alcuni episodi-chiave ed alcuni istanti di gara che, di fatto, sono risultati decisivi ai fini del risultato finale. E non si venga a dire che a questo Napoli sia mancata la personalità e l’esperienza. Sono solo degli alibi visto che gli azzurri, invece, hanno dimostrato grande personalità nel trovare il gol del 2-1 di Inler pochi minuti dopo il raddoppio del Chelsea ad inizio ripresa. La reazione è stata da grande squadra. Ma a quel punto è logico pensare che si poteva fare qualcosa in più dal punto di vista dei cambi per cercare di condurre in porto un risultato che, fino a quel momento, stava premiando gli azzurri. Era piuttosto evidente che il Chelsea di Di Matteo aveva impostato la partita sui palloni alti, ovvero sfruttando i calci piazzati con le sue torri. Gli inglesi cercavano in

continuazione il possente Drogba con dei lanci lunghi a scavalcare il centrocampo proprio per evitare di essere pressati dai mediani azzurri e subire le ripartenze di Lavezzi e soci. In poche parole hanno cercato di mettere a dura prova la fisicità della difesa del Napoli. E ci sono riusciti benissimo. Anche perché a quel punto Mazzarri è come se gli avesse teso una mano dal momento che avrebbe potuto inserire un lungagnone come Fernandez (o Britos) per contrastarli ed invece non l’ha fatto. Sarebbe stata una scelta logica da parte del tecnico visto che si trattava solo di una questione di centimetri. In più si poteva e si doveva gestire meglio anche la situazione relativa all’infortunio di Maggio: bisognava ritardare il più possibile la sostituzione o, al contrario, accelerare il cambio con Dossena per non consentire ai londinese ampia libertà sulla destra. Ormai però la Champions è andata in archivio e per il Na-


I: SEI FORTE NAPOLI!

Massimo Filardi

poli diventa fondamentale puntare al 3° posto in campionato dove saranno decisivi i quattro scontri diretti tutti da giocare, sfortunatamente, in trasferta (nell’ordine Udinese, Lazio, Juventus e Roma). Ma il Napoli potrebbe raggiungere finanche il 2° posto perché la Juve non dista molto

e perché gli uomini di Mazzarri sono secondi, in questo momento, soltanto al Milan capolista. Questo Napoli è forte ed ha l’obbligo di porsi dei grandi obiettivi, senza peraltro gridare al miracolo come in caso di successo in Coppa Italia. Contro il Siena bisognerà realizzare soltanto un gol

per andare in finale e contro un avversario ben organizzato gli azzurri dovranno cercare di non avere fretta, di non essere precipitosi. Ci sono 90’ (tanti) per segnare quel gol che aprirebbe ai partenopei uno spiraglio davvero importante. E se lo meriterebbe questo Napoli.

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foto di Raffaele Esposito

LA FOTO DEL MESE

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LONDRA: POLIZIA DA STADIO, L’

occasione per tornare allo stadio è stata la trasferta di Champions League contro il Chelsea. Da tre anni, infatti non mettevo piede in uno stadio, io che di stadi ne ho frequentati tanti visto i trascorsi nel gruppo Ultrà della curva B. La trasferta londinese l’ho vissuta senza patemi particolari. So come muovermi intorno ad uno stadio, so cosa si può’ fare e cosa no, conosco insomma quasi a memoria i “movimenti giusti” per non avere problemi. Conoscevo solo di fama la figura dello Stewart, ma dopo la

partita ha potuto capire come quest’autorità da noi mortificata con pochi euro per la propria prestazione, sia al contrario fondamentale in Inghilterra. Innanzitutto mi ha colpito la presenza; dentro e fuori lo stadio ve ne sono più’ di 800, tutti con un numero progressivo e dotati di apparecchio radio. Il loro primo compito è quello di far entrare gli spettatori sugli spalti,in modo disciplinato; Poi, una volta terminata questa operazione gli stessi si concentrano nella fase forse più’ delicata, quella del mantenimento dell’ordine pubblico. Moltissimi tifosi azzurri erano in possesso del biglietto non del settore ospiti, comprato in Inghilterra attraverso parenti e amici, ed erano posizionati in ogni parte dello stadio con la raccomandazione di non esporre vessilli ed indossare maglie del Napoli. Ma nonostante queste raccomandazioni, ben si conosce l’irrequietezza del popolo azzurro per giunta su di uno stadio. Rispettati i divieti di non fumare il culmine si è avuto dopo una ventina di minuti quando improvvisamente quattro Stewart sono piombati a sorpresa proprio davanti a me, indicando due ragazzi anche molto tranquilli rispetto alle altre centinaia che anche se in incognita erano presenti in quello spicchio di stadio del Chelsea. Dopo un breve colloquio i due ragazzi venivano condotti sotto lo sta-

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dio ed invitati a lasciare l’impianto. Espulsi, per essersi forse alzati e aver detto qualcosa fuori luogo. Deve essere stato bruttissimo per loro lasciare lo stadio ed io penso ancora oggi a cosa abbiano provato in quel momento. Gli stewart andavano su e giù per il settore dei sostenitori del Chelsea, a caccia dei napoletani. Ed io che ero li in maniera impropria cercavo di darmi un atteggiamento disinteressato arrivando finanche a non esultare al gol di Inler. Essere in uno stadio e non poter godere. Pensavo alle tante trasferte fatte, con i pulmann, gli aerei, le macchine, pensavo ai miei trascorsi e guardavo attonito l’azione decisa degli steward pronti a mostrarti improvvisamente un “cartellino rosso”. Alla fine dela partita si conteranno a decine i tifosi del Napoli espulsi. Uno addirittura dopo aver sputato a terra. Per loro è quasi come un’offesa alla regina e allora, grazie anche all’uso delle telecamere che sono presenti in un gran numero all’interno dello stadio molti napoletani non hanno assistere per intero all’incontro. Spietati, questo il termine esatto per definirli,ma certo efficaci per i compiti a loro richiesti. Successivamente ho saputo che per tanti c’e stata l’espulsione dallo stadio. Tolleranza zero dunque,ma non per tutti. Agli inglesi, infatti, e stato concesso di tutto, ma essendo nel loro settore oltre che nel loro stadio, non hanno subito alcun provvedimento. Resta il rammarico per l’eliminazione, ma la consapevolezza di poterci riprovare. Tornando agli stewart credo che quelli


MODELLO DA IMITARE Angelo Pompameo

italiani abbiano molto da migliorare e sono convinto che con il tempo acquisiranno sempre piu’ maggiore esperienza. Per quanto riguarda i tifosi, beh, i comportamenti allo stadio e fuori sono sempre gli stessi. File non rispettate, prevaricazione, confusione creata ad arte, non dispiaciamoci se siamo molto lontano da quella cultura inglese che non possiamo non invidiare. Per quanto concerne il tifo ottimo quello napoletano, spontaneo e coinvolgente quello del Chelsea. A Londra tifano tutti anche quelli che hanno acquistato un palchetto d’onore pagando sette, ottomila sterline. A Stanford Bridge per due ore tutti si sentono uguali: nel nome dei blues.

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Ottavi di finale (andata) 21/02/2012

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Velasco Carballo (Spa) 5,5

De Sanctis 6,5 Campagnaro 6,5 Cannavaro 4,5 Aronica 7 Maggio 7 Gargano 7,5 Inler 7 Zuniga 6 Hamsik 6 (82’ Pandev s.v.) 65’ Lavezzi 8 38’ (73’ Dzemaili 5,5) Cavani 7,5 47’ A disp.: Rosati, Grava, Britos, Fernandez, Dossena. All.: Mazzarri 7

1

Cech 5,5 Ivanovic 6 Cahill 6 David Luiz 5 Bosingwa s.v. (12’ Cole 6,5) Ramires 6 (70’ Essien 6) Malouda 5,5 (70’ Lampard 6) Meireles 6,5 27’ Mata 6,5 Drogba 6 Sturridge 6 A disp.: Hilario, Obi Mikel, Kalou, Torres. All.: Villas Boas 5

NOTE: spettatori 52.495. Angoli 4-4. Recupero p.t. 4’, s.t. 4’.

di Carmine Montuori

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25a Giornata 26/02/2012

1

Bergonzi di Genova 6

De Sanctis 6 Campagnaro 6,5 Cannavaro 6 Aronica 5 Maggio 7 Inler 7 Gargano 7,5 Zuniga 5,5 Dzemaili 6,5 (89’ Dossena s.v.) Lavezzi 8 59’ (82’ Britos s.v.) Cavani 6 A disp.: Rosati, Grava, Fernandez, Pandev, Vargas. All.: Mazzarri 6

0

Julio Cesar 6 Faraoni 5,5 Lucio 6,5 Samuel 6 Nagatomo 5,5 Zanetti 6 Stankovic 5,5 (66’ Poli 5,5) Cambiasso 6 Sneijder 5,5 (46’ Pazzini 5) Milito 5,5 Forlan 5,5 (46’ Cordoba 5,5) A disp.: Castellazzi, Obi, Palombo, Zarate. All.: Ranieri 5

NOTE: spettatori 45000 circa. Angoli 11-0 per il Napoli. Recupero p.t. 0’, s.t. 4’.

di C.M.

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26a Giornata 04/03/2012

1

Valeri di Roma

Mirante 6,5 Zaccardo 6,5 77’ Santacroce 6 Paletta 6 Biabiany 6 Mariga 6,5 Musacci 5 (65’ Valdés 6) Galloppa 6 Modesto 5,5 Giovinco 6,5 Okaka 5,5 (76’ Marques 6) A disp.: Pavarini, Jonathan, Morrone, Brandao, Danilo Pereyra. All.: Donadoni 6

2

De Sanctis 5,5 Grava 5,5 (36’ Fernández 5,5) Cannavaro 6,5 Britos s.v. (19’ Campagnaro 6) Maggio 6 Gargano 6 (60’ Inler 6) Dzemaili 5,5 Dossena 6 Hamsik 6 86’ Lavezzi 7,5 40’ Cavani 6,5 A disp.: Rosati, Zuniga, Pandev, Vargas. All.: Mazzarri 6,5

NOTE: 13mila spettatori circa. Angoli: 12-1 per il Parma. Recuperi: 2’ pt, 3’ st.

di C.M.

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27a Giornata 09/03/2012

6

Brighi di Rimini

De Sanctis 6 Campagnaro 6 Cannavaro 6,5 19’ Aronica 6 Zuniga 6 Gargano 7 70’ (28’ st Vargas 5,5) Inler 6,5 Dossena 6 Hamsik 7 10’ 85’ (18’ st Maggio 7) Lavezzi 7,5 56’ rig. (14’ st Cavani 6,5) Pandev 6,5 A disp.: Rosati, Fernandez, Fideleff, Ammendola. All.: Mazzarri 7

3

Agazzi 4,5 Pisano 5,5 (1’ st Perico 5) Canini 5 30’ aut. Astori 5 Agostini 5,5 Dessena 5 (21’ st Gozzi 5) Conti 5,5 Nainggolan 6 (30’ pt Thiago Ribeiro 5,5) Ekdal 5,5 38’ 77’ 92’ Larrivey 7,5 Ibarbo 7 A disp.: Avramov, Cossu, Ariaudo, Nené. All.: Ballardini 5

NOTE: 40mila spettatori circa. Angoli: 6-2 per il Cagliari. Recuperi: 1’ pt, 2’ st.

di C.M.

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Ottavi di finale (ritorno) 14/03/2012

4

dopo supplementari Byrch 4 (Germania)

Cech 6,5 Ivanovic 7 105’ David Luiz 6,5 Terry 7 47’ (8’ pts Bosingwa 6) Cole 6 Essien 6,5 Lampard 7 Sturridge 6,5 (18’ st Torres 7) Mata 6 (5’ pts Malouda 6) 71’ rig. Ramires 7 28’ Drogba 7,5 A disp.: Turnbull, Cahill, Kalou, Bosingwa, Mikel. All.: Di Matteo 7

1

De Sanctis 5 Campagnaro 5, Cannavaro 5,5 Aronica 5 (5’ sts Vargas s.v.) Maggio 6 (36’ pt Dossena 5) 55’ Inler 6,5 Gargano 6 Zuniga 5,5 Hamsik 5 (1’ sts Pandev s.v.) Lavezzi 5 Cavani 5 A disp.: Rosati, Fernandez, Britos, Dzemaili. All.: Mazzarri 5,5

NOTE: 42mila spettatori. Angoli 12-9 per il Chelsea

di C.M.

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28a Giornata 18/03/2012

2

Rocchi di Firenze

Handanovic 7,5 Coda 6 Danilo 6,5 Domizzi 6 Pereyra 7 (86’ Ekstrand s.v.) Pinzi 7 28’ Pazienza 6,5 Asamoah 6 Pasquale 6,5 Fabbrini 6 Di Natale 6,5 54’ (73’ Floro Flores 5,5) A disp.: Padelli, Armero, Abdi, Fernandes. All.: Guidolin 6

2

De Sanctis 5,5 Campagnaro 6,5 Cannavaro 6 Britos 5,5 (64’ Vargas 5,5) Zuniga 6,5 Inler 6,5 Gargano 6,5 (53’ Hamsik 7) Dossena 6 Dzemaili 6,5 Pandev 6,5 81’ 85’ Cavani 7,5 A disp.: Rosati, Fernandez, Aronica, Fideleff, Ammendola. All.: Mazzarri 6

NOTE: spettatori 53mila circa. Angoli 7-4 per il Napoli. Recupero p.t. 2’, s.t. 3’.

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TIFOSE DOC

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T

Marika Fruscio

ra le nostre pagine non poteva mancare Marika Fruscio la signora del calcio. Lei, personaggio tv nato dalla trasmissione Uomini e donne per poi giungere a Diretta Stadio sulla 7 gold e Quelli che il calcio su rai due, oramai è una tifosa super del team di Mazzarri. Lei Brianzola doc, piombata alla cronaca rosa anche per una love story con il bomber rossonero Pippo Inzaghi, dichiara sempre e in ogni occasione che si sente a tutti gli effetti partenopea. Il calore della città da sempre dimostratogli, la passione per i colori azzurri, hanno indotto la Sexy symbol italiana a essere molto spesso nella città all'ombra del vesuvio. Marika del resto oltre alla grande passione per il calcio e per la squadra napoletana, ha un altra sua grande passione: l'arte culinaria. Con Napoli lei ha tanti legami e anche quelli gastronomici che l'hanno tralaltro vista come protagonista di una campagna pubblicitaria a favore della Pizza napoletana e che tra non poco vederemo sulle mura della città e non solo. Marika ama il Napoli, Napoli e la sua gente e non perde mai occasione per dimostrarlo.

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LO SPAZIO DEI T Davide

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già Ciro Ci tifo poll so d aro el N apo li

Mayra, Paquale e Carolina grandissimi tifosi del grande Napoli

Il piccolo Manuel Esposito già super tifoso azzurro come papà Gaetano

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Gaetano alla sua prima dal vivo al San Paolo... un grande inizio: Napoli-Chelsea 3-1

La piccola Francesca Perna realizza il sogno di incontrare il suo idolo Cavani... per la gioia di papà Peppe


TIFOSI I stewart dei distinti superiori: Salvatore Correale, Gennaro Totaro, Pasquale Mastellone, Giampiero Siano e il capogruppo Lello Capuano con la maglia di Britos ricevuta dopo la partita Napoli-Chievo

La piccola Maria Vittoria mascotte del Napoli in champions

Nicolò compie 8 anni

Campanile Giuseppe per la gioia di papà Raffaele e mamma Chiara è innamorato del Napoli

La mamma del nostro Direttore nel giorno del suo 87° compleanno

Il piccolo Tommaso Cito tifosissimo come papà Marco I fratelli Pecorella: Maria, Emmanuel e Annarita

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