Ultr'azzurro ottobre 2013

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Direttore

Gennaro Montuori Vice Direttore

Nastasia Spina Hanno collaborato:

M. Carratelli M. Filardi R. Iuliano C. Montuori A. Pompameo J. Salemme

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EDITORIALE

6 HIGUAIN IL NUOVO ALFIERE DELLA

In redazione:

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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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COLONIA ARGENTINA

12 IN RICORDO DI MUSELLA 16 ROMA-NAPOLI: CHIAVE TATTICA LUNA, LA TELEVISIONE 20 TVDELLO SPORT STAMPA 24 TRIBUNA “CARLO IULIANO” VIOLENZA 26 NOE ALLA ALLA PREPOTENZA

28 LA FOTO DEL MESE CALCIATORE 30 IL DEL MESE: ALBIOL

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T I F O S I N A P O L E TA N I

32 NAPOLI-BORUSSIA D. 36 MILAN-NAPOLI 40 NAPOLI-SASSUOLO 44 GENOA-NAPOLI 48 ARSENAL-NAPOLI 52 NAPOLI-LIVORNO 54 ROMA-NAPOLI 56 LO SPAZIO DEI TIFOSI

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arissimi lettori, c’eravamo lasciati con il Napoli a punteggio pieno dopo le prime tre giornate di campionato insieme a Roma e Juventus. Ebbene, ad ormai un mese di distanza, il Napoli cede il primato alla Roma e slitta in seconda posizione a meno due dalla vetta, a pari punti con i bianconeri. Luci ed ombre in questi ultimi trenta giorni. Dopo 27 anni la formazione partenopea è riuscita nell’impresa di espugnare il Meazza, ha trionfato in Champions League contro i vicecampioni d’Europa del Borussia Dortmund, ma ha clamorosamente pareggiato in campionato contro l’ultima della classe, il Sassuolo. Peccato anche per la disfatta londinese in campo europeo contro l’Arsenal. Per fortuna è arrivata la netta vittoria contro il Livorno che ci ha tirati su di morale. Dopo le prime sette gare in cui il Napoli ha affrontato avversari di caratura inferiore, arriva per gli azzurri un test importante in campionato contro la capolista, la Roma di Garcia. Speriamo che il Napoli possa arrivare a questo scontro diretto al completo. In questo momento dobbiamo restare vicini alla squadra evitando inutili polemiche. Sappiamo tutti che manca qualcosa, ma rimandiamo il discorso a gennaio, quando ci sarà la riapertura del mercato. Ultimamente il mondo del calcio si trova a confrontarsi su un tema di forte impatto sociale, il razzismo negli stadi a seguito dei cori discriminatori da parte di alcune tifoserie italiane, in particolare quella del Milan. All’interno di questo mensile ho realizzato anche un articolo in merito a questa vicenda. In chiusura vorrei esprimere tutto il mio cordoglio per la morte del mio ca-

rissimo amico fraterno Gaetano Musella a cui ho dedicato un articolo. All’interno di questo numero troverete l’articolo di Massimo Filardi sullo scontro diretto Roma-Napoli, mentre gli incontri del passato tra le due squadre saranno raccontati da Jessica Salemme. Il grande Mimmo Carratelli ci parlerà degli argentini del Napoli, mentre Nastasia Spina argomenterà sulle brillanti prestazioni del calciatore del mese Raul Albiol. Nel numero troverete anche l’articolo di Raffaella Juliano, figlia del grande Carlo Juliano sulla tribuna stampa dedicata al papà, mitico ufficio stampa della società sportiva calcio Napoli. Vi auguro una buona lettura degli articoli che troverete in questo nuovo numero e vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo tutti i giovedì, a partire dalle 20:45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, canale 14 del digitale terrestre e canale 909 di Sky. La trasmissione più seguita dal tifo partenopeo, con un parterre ricco di illustri ospiti. Ad allietare le serate la partecipazione canora dei Cantori del 900. La trasmissione sarà visibile su tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport, LunaMovie, LunaSat) e in streaming live sul sito www.tifosinapoletani.it. , e sul canale 648 per la regione Lazio. Come sempre, dal profondo del cuore Forza Napoli!



HIGUAIN IL NUOVO ALFIERE DEL

G

onzalo Higuain è un argentino tranquillo. Non è uno di quei gauchos furenti, smargiassi e furbacchioni, delle vere “peste” come ne abbiamo conosciuti tanti, mi viene in mente subito Omar Sivori, il carissimo Omar che sapeva essere “terribile” in campo, irridente e torvo mattacchione. Sarà perché Higuain è nato “casualmente” in Francia, a Brest, dove suo padre giocava da terzino, trascorrendovi i primi mesi dell’infanzia, e poi c’è tornato brevemente a 19 anni accompagnando il padre, sarà che del francese ha i tratti signorili e la misura nel parlare, sarà per questo che Gonzalo Higuain è “meno argentino” dell’immaginario secondo cui gli argentini sono rabbia e grinta e voglia di primeggiare. Ma Gonzalo, a suo modo, è un duro. Fisico resistente, lottatore quando occorre, fiuto ardente del gol (107 in 190 partite col Real Madrid). Scampato, poi, a una meningite fulminante quando aveva dieci mesi, curata a tempo con strascico di medicinali da prendere per eliminare ogni traccia della malattia. Viene da dire “un argentino per bene”.

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I primi argentini del Napoli, nel 1931, furono Carlo Volante (25 partite) e Antonio Capuano (appena una gara). Meteore in uno squadrone che schierava il veltro Sallustro, Vojak, Mihalic, Cavanna, Buscaglia, Colombari. Nel 1934 arrivò Guillermo Stabile, “el filtrador”. Il Genoa lo mollò al Napoli dopo un infortunio. Era praticamente zoppo e in maglia azzurra filtrò poco: venti partite e neanche l’ombra di un gol (1934-35). Antonio Ferrara (1935-37) era un’ala niente male. Giocò 34 partite e segnò sei gol. Evaristo Barrera (1940-42) era grande e grosso. Arrivò dalla Lazio. Centravanti statico, aveva però un tiro potente. Fece 12 gol in 47 partite. L’argentino che ha conquistato il cuore è Bruno Pesaola, il “petisso”. Aveva 27 anni e arrivò nell’estate del 1952. Napoli fu una immediata scelta d’amore. Era nato a Buenos Aires (28 luglio 1925), figlio di un calzolaio di Montelupone, in provincia di Macerata, emigrato in Argentina dopo la prima guerra mondiale. Disse un giorno: “Napoli è come il quartiere della Boca a Buenos Aires, colori, gente, chiasso, allegria, fa-

vola, ma qui c’è il mare e là c’è solo un canale, il Riachuelo. E, poi, a Napoli, non ti senti mai solo”. Ha giocato otto campionati nel Napoli: 240 partite (231 al Vomero, nove al San Paolo), 27 gol, ala sinistra con i mantici al posto dei polmoni pur cominciando a fumare, quel poco da giocatore, quel molto da allenatore che l’ha portato negli ultimi tempi ad essere ospite di molti ospedali napoletani per salvarsi la vita. Juan Carlos Tacchi, argentino piccolo e sgusciante all’ala sinistra, giunse, nel 1960, dall’Alessandria. Aveva giocato con Rivera. Prima, nel Torino, era stato compagno di squadra di Bearzot. Fu un idolo del San Paolo per le serpentine e quel tiro dalla bandierina che finiva direttamente in gol. Giocò nel Napoli 115 partite segnando 16 reti. Nel 1962 arrivò in prestito dalla Juventus un argentino introverso e insofferente, Humberto Rosa. Trentenne, aveva dato il meglio nel Padova di Rocco. Una forte rivalità lo divise da Ronzon. La squadra azzurra era spaccata in clan. Rosa rimase due anni, uno in A e uno in B. Giocò 44 partite e segnò 4 gol.


LLA COLONIA ARGENTINA di

Nell’estate del 1965 arrivò il “cabezòn”. Più di cinquemila persone accolsero Omar Sivori alla stazione di Mergellina inalberando uno striscione: “Tu si’ ‘na cosa grande”. Heriberto l’aveva fatto fuori dalla Juve. Stava per essere ceduto al Varese quando Pesaola lo convinse a scegliere Napoli. Al San Paolo regalò ancora i suoi ultimi prodigi, tunnel beffardi, pallonetti, dribbling assassini e gol al bacio. In coppia con Altafini esaltò per quattro anni il Napoli di Roberto Fiore. Abitò a Villa Gallotta e girava su una “Mercedes Pagoda” bianca con autista personale, il fedele Scarpitti, un magazziniere che il Napoli gli as-

Mimmo Carratelli

segnò. Uno strappo l’angustiò alla seconda stagione azzurra. In una tournée in Sudamerica, nel 1967, ci rimise i menischi. Clamoroso l’addio al San Paolo nell’ultima partita in maglia azzurra contro la Juve di Heriberto. Il Napoli vinse con due gol di Montefusco (2-1), ma per tutta la gara Sivori fu inseguito da Erminio Favalli, finta ala destra col compito di marcare e innervosire Omar. All’ennesimo fallo dello juventino, si scatenò la rissa. Azzurri e bianconeri si azzuffarono davanti alla panchina di Heriberto. Panzanato, che in campo era il paladino di Omar, abbatté Salvadore con un pugno. Sivori fece la sua parte. Le sanzioni furono dure: 9 giornate a Panzanato, 6 a Sivori, 4 a Salvadore, due mesi a Chiappella che era entrato poderosamente nella mischia. Era l’1 dicembre 1968. Sivori decise di lasciare il calcio. Il 23 dicembre volò a Buenos Aires. Nei quattro anni col Napoli giocò 63 partite e segnò 12 gol. E’ venuto a mancare il 17 febbraio 2005 per un tumore al pancreas. Era nella sua villa di San Nicolas, in Argentina. E’ stato un argentino triste Ramon Diaz, piccolo e magro, con un caschetto di capelli neri e un viso a punta da indio, campione del mondo nel 1979 con Maradona nell’Argentina giovanile. Giunse a 23 anni nel 1982 dal River Plate per tre miliardi. Era un gran dormiglione. Leggeva le poesie di Borges e ascoltava i dischi di Julio Iglesias. Giocava a biliardo con Bruscolotti e andava matto per le patate lesse. Fu ceduto in comproprietà all’Avellino dopo un anno e 25 partite.

Invece, era allegro e simpatico Daniel Bertoni, ala ficcante e di fantasia, ambidestro, palleggio raffinato e tiro secco. Nato a Bahia Blanca, diceva di essere un mezzo sangue. Il nonno paterno era di Milano, i nonni materni lui inglese e lei spagnola. Si diplomò per fare il tornitore, ma non entrò mai in una officina. Al Napoli arrivò nel 1984, l’anno di Maradona, dalla Fiorentina. Aveva 29 anni. Giocò due camcontinua alla pagina seguente 

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pionati, 53 partite e 14 gol. Se ne andò con rimpianto, il tandem con Maradona l’esaltava, e si sistemò all’Udinese. E, un magnifico pomeriggio di luglio, arrivò l’argentino geniale, unico, la gioia del football, il pibe de oro. Tredici miliardi per strapparlo al Barcellona grazie alla tenacia di Antonio Juliano e alle acrobazie finanziarie di Ferlaino. Diego Armando Maradona si presentò al San Paolo per calciare un pallone in cielo e dire: “Buonasera napolitani”. Ce n’erano settantamila nello stadio solo per vedere il suo viso da scugnizzo sotto la cascata di

un tuffo a pelo d’erba sul cross da sinistra di Renica e Bistazzoni fu battuto. Contro il Milan, ricevuta la palla da Giordano, con tocchetti al volo del piede magico saltò Filippo Galli e Nuciari in uscita, si defilò sulla sinistra e, dalla linea di fondo, insaccò a porta vuota. In assoluto anticipo sulla “mano de Dios” contro l’Inghilterra al Mondiale dell’86, Maradona inaugurò la “manina” a Udine il 12 maggio 1985. Agguantò il pareggio (2-2) a un minuto dalla fine con una furbata. Gol di mano, direttore di gara Pirandola. Zico corse verso il pibe e gli urlò: “Se sei onesto, vai dall’arbitro e fatti an-

riccioli neri. Erano le 18,31 del 5 luglio 1984, un giovedì. Il ragazzo di 24 anni diventò il figlio, il fratello, il fidanzato di un popolo. E fu Maradonapoli. Per sette anni regalò mirabilie uniche, compresa la famosa “rabona” incrociando il piede sinistro dietro al destro e calciando deliziosamente la palla col piede mancino. Nell’anno del primo scudetto, debuttò a Brescia da campione del mondo. Su un invito di Bagni, giocò in dieci metri mezza difesa bresciana, come aveva fatto contro il Belgio al Mondiale, e concluse lo slalom irresistibile con un morbido diagonale mancino. Poi l’incredibile gol di testa alla Sampdoria,

nullare il gol”. Diego guardò il brasiliano con la sua faccia da impunito e replicò: “Mi presento. Sono Diego Armando Maradona. Di professione disonesto”. Fu santo e peccatore. Si innamorò di Heather Parisi. Usava l’aereo come il taxi per volare a Buenos Aires, Parigi, Montecarlo, Madrid, Barcellona, Tokyo ritirando premi e giocando partite di beneficenza o andandosene per conto suo. Fu deferito otto volte per i ritardati rientri. Si consegnò al vizio bianco arrendendosi giorno per giorno, disastrosamente. La cocaina saltò fuori a un controllo antidoping. Ventuno controlli erano andati a vuoto, nella par-

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tita col Bari (17 marzo 1991) nessuno più lo protesse. Fu squalificato per 15 mesi. Se ne andò da Napoli un lunedì sera. Era il 1° aprile del ’91, Pasquetta. Tutti dissero: “Nessuno sarà mai come il pibe”. Diego ha lasciato il segno di 259 partite e 115 gol (81 in campionato, 29 in Coppa Italia, 5 nelle Coppe europee). Trascinò il Napoli alla conquista del primo scudetto della storia azzurra, bissato tre anni dopo. Vinse una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Fu capocannoniere del campionato italiano 1988 con 15 reti. Fu eletto dal popolo “meglio ‘e Pelè”. Roberto Fabian Ayala, argentino di Paranà, figlio di un salumiere, venne dal River Plate nel 1995, a 22 anni, con le credenziali di 25 partite con la nazionale biancoceleste e un’attitudine da leader. Forte di testa, dominatore dell’area di rigore. Dovette coprire il vuoto lasciato da Fabio Cannavaro. Giocò 87 partite e segnò un gol. Orgoglioso, non volle rimanere quando il Napoli retrocesse nel ’98. Ferlaino lo cedette al Milan per 12 miliardi. E, dopo, arrivarono argentini improbabili. Josè Luis Calderon, un ex panettiere, arrivò dall’Independiente nel 1997. Giocò sei partite e non mise un solo pallone in rete. Costò 7 miliardi. Fu rispedito per 2,5 miliardi all’Independiente. Aveva 27 anni e promesso trenta gol. Gabriel Miguel Bordi, argentino di Cordoba, era un ragazzone di un metro e 85, soprannominato “el tanque”, il carroarmato. Era il 1999, lo vedemmo in due partite. Martin Luciano Galletti se lo andò a cercare Ferlaino in Argentina all’Estudiantes. Attaccante filiforme era definito “el huesito”, praticamente un grissino. Arrivò nel 1999, segnò due gol in undici partite. E fu tutto. Dall’Udinese prendevamo argentini di scarto. Uno fu Hector Mauricio Pineda di 25 anni, centrocampista. Giocò 22 partite nella stagione 2000-01. L’altro fu Javier Esteban Lopez D’Asero, difensore, 25 anni, una partita


appena col Napoli. Un bidoncino che l’Udinese ci mollò nella cessione di Jankulovski al club friulano (il Napoli intascò dieci miliardi). Claudio Daniel Husain, argentino di San Justo, 26 anni, soprannominato “lo spaccapietre”, doveva essere il motore del centrocampo azzurro. Arrivò dal River Plate. Corbelli lo pagò 24 miliardi. Nel Napoli giocò onestamente 40 partite in tre campionati (dal 2000 al 2003). Facundo Quiroga aveva questo gran nome di un famoso caudillo argentino che finì ammazzato. Arrivò a Napoli dallo Sporting Lisbona, alto 1,82, ventidue anni. Giocò 28 partite nel campionato 2000-01. Se ne andò dopo un anno, neanche paragonabile allo storico caudillo. E finalmente arrivò un argentino degno: Roberto Carlos Sosa, quasi trentenne, ma ancora vigoroso, detto “el pampa”. Aveva giocato in serie A con l’Udinese (quattro anni), poi in B con Ascoli e Messina. Forte nel gioco aereo, bel fisico di 1,89. Fu uno dei primi giocatori del Napoli della rinascita dopo il fallimento (2004). Ventura gli preferiva gli attaccanti più giovani (Varricchio e Berrettoni), Reja lo utilizzava in alternativa a Calaiò. Divenne un attaccante-talismano, specialista di gol nei minuti di recupero. Contribuì a portare il Napoli in serie A. In azzurro, 89 partite e 23 gol. La stella di Ezequiel Ivan Lavezzi di Villa Gobernador, provincia di Santa fè, nel nord dell’Argentina, è apparsa nel luglio del 2007. Un piccoletto robusto (1,73), ventidue anni, rapido coi piedi, veloce nella corsa, geniale nelle finte. Una mezzapunta devastante su tutto il fronte dell’attacco. Il Napoli lo prese dal San Lorenzo per 6 milioni, dopo cinque anni (48 gol in 188 partite) lo ha rivenduto al Paris Saint Germain per 30 milioni. Lo aveva segnalato per primo Gianni Di Marzio. Lo affidò al Napoli Ramon Diaz, allenatore del San Lorenzo de Almagro. Cominciò a giocare a 14 anni nel Coronel Aguirre di Rosario per passare al Boca Juniors. Ebbe una crisi esistenziale e abbandonò il calcio

per fare l’elettricista. Ma tornò ben resto sui campi, tesserato per l’Estudiantes. Quindi, la gloria col San Lorenzo (25 gol in 84 partite). Pirotecnico in campo, fecero discutere i suoi undici tatuaggi, tra cui il nome del figlio Tomas, una pistola su un fianco, lo stemma del San Lorenzo su un polpaccio, quello del Rosario Central, che è la sua squadra del cuore, e disegni misteriosi. Era forte e tosto Hugo Armando Campagnaro, il terzino con i denti “verdi”, argentino di Cordoba, ceduto all’Inter dopo quattro anni in azzurro. E’ stato un vero “tanque” German Denis, centravanti robusto, al Napoli nel 2008 per 8 milioni di euro pagati all’Independiente. Tredici gol in 63 partite son sembrati poco. Ceduto nel 2010 all’Udinese, dal 2011 in forze all’Atalanta dove ha ritrovato la via della rete (34 gol in 79 partite). Il Napoli prese Jesus Datolo nel gennaio 2009 pagando 6,5 milioni di euro al Boca Juniors. Segnò l’unico gol in maglia azzurra a Torino nella vittoriosa partita contro la Juventus (3-2) subentrando a Campagnaro (59’). Venticinque presenze, coppe comprese, e via verso l’Espanyol e l’Internacional di Porto Alegre. Elegante, buona tecnica, ma lento era José Ernesto Sosa, centrocampista argentino di Caracaranha, al Napoli nel 2010 dall’Estudiantes (aveva giocato nel Bayern Monaco). Un gol in 24 partite, dirottato in Ucraina, al Meta-

list. Una passata e fuga per Mario Santana, centrocampista argentino di Comodoro Rivadavia, otto apparizioni nella stagione 2011-2012. Due partite e un mistero profondo ha lasciato l’attaccante Christian Chàvez, giunto dal San Lorenzo (1,3 milioni di euro) e là tornato dopo due sostituzioni in maglia azzurra, in Grecia al Pas Giannina. Nel 2008 arriva Nicolas Navarro, 1,90, di Buenos Aires. Aveva 23 anni, portiere, costato 2,5 milioni di euro, proveniente dall’Argentinos Juniors, la prima squadra di Maradona. Gioca per gli infortuni che bloccano Iezzo e Gianello. Non convince mai. Disputa 22 partite incassando 25 gol, rescinde consensualmente il contratto che lo legava al Napoli tornandosene in Argentina. Nel 2011 il Napoli ingaggia Ignacio Fideleff, argentino di Rosario, 22 anni, riccioli biondi, 1,89, difensore centrale dei Newell’s Old Boys, quattro partite e via al Parma, poi al Maccabi Tel Aviv, al Tigre in Argentina. E’ argentino di origini avellinesi (Lacedonia) Federico Fernandez, 24 anni, altezza rispettabile (1,89), testa alta quando muove la palla, forte di destro, sempre sotto esame a Napoli mentre gioca costantemente nella nazionale argentina. Acquistato a luglio 2011 per tre milioni di euro. Giocava nell’Estudiantes. E’ stato mandato in prestito al Getafe (14 presenze e una rete nella Liga), è rientrato. Benitez ne sta tastando le qualità.

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IN RICORDO D

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l mondo del calcio piange la scomparsa del grande Gaetano Musella, ex centravanti del Napoli nonché mio amico fraterno. La sua morte ci ha lasciato dentro un vuoto incolmabile, ed è per questo che ho deciso di ripercorrere in questo articolo le tappe della sua carriera calcistica. Gaetano Musella nasce a Napoli il 22/01/1960. Trequartista, straordinario negli “assist”, con grandissima velocità nel dribbling, fortissimo tecnicamente e con uno strepitoso fiuto del gol, insomma un ragazzo dal piede d’oro. 85 le presenze con la maglia del Napoli. Debutta il 15/01/1978 in occasione di Napoli – Bologna la gara termina 0-0. L’allenatore degli azzurri è Gianni Di Marzio, il giovane Nino colpisce una traversa con un grandissimo tiro. La sua gioia è immensa. Debuttare con la squadra del cuore è il suo sogno da bambino, l’unico rammarico della giornata è il legno colpito. A proposito di rammarico e di debutto, nell’esordio in Coppa UEFA conto i belgi dello Standard Liegi gli viene annullato un gol regolare; ma la gioia

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del primo gol in Europa è rimandata al 16/09/1981 quando realizza un gol stupendo contro gli Ungheresi del Radnicki. Nel corso del campionato 1980/81, in trasferta contro Torino, Brescia e Fiorentina, Nino realizza i gol più belli della sua carriera. Le sue prodezze fanno sognare i tifosi partenopei; il Napoli va ad un passo dal tricolore. Il suo bottino di reti con la casacca del Napoli arriva a 13 tra cui 9 in cam-


I MUSELLA di

Gennaro Montuori

pionato, tre in Coppa Italia ed uno in Coppa UEFA. Nella sua carriera da professionista gioca tre anni con il Catanzaro, tre con il Bologna dove realizza 7 gol in campionato, in serie “C” con Palermo, Empoli, Padova, Nocerina e Juve Stabia, dimostrando di essere di categoria superiore. Gli anni più belli li trascorre di nuovo a Napoli ma questa volta a Castellammare di Stabia. Gli stabiesi nonostante le sue prodezze non riescono a centrare l’obbiettivo della serie B per ben due volte, perdendo agli spareggi. Nella sua carriera realizza circa 100 gol. Lo “scugnizzo” di Fuorigrotta totalizza anche 14 presenze con la nazionale under 21, siglando un gol. Nel primo anno di Maradona è ad un passo dal Napoli. Viene contattato da Antonio Juliano, con il contratto già pronto ma non riesce a firmare. Fino a poco tempo fa lo stesso Musella nel raccontarlo si chiedeva il perché, ma non sapeva darsi una risposta. E’ stato sicuramente il più grande rammarico della sua carriera calcistica. Spesso Nino pensava a come sarebbe stato bello festeggiare un gol al San Paolo su un assist di Maradona; ma il suo sogno purtroppo non si è mai avverato. Oggi che Nino non è più tra noi possiamo soltanto ricordare che splendida persona era quando era ancora in vita. Porterò sempre nel cuore un grande ricordo della mamma, della sorella, dei fratelli, della moglie Simona e dei figli Alessandro e Camillo, che sono due ragazzi molto simili al papà sotto il profilo umano. Grazie mille amico mio, ti porterò nel cuore per sempre.

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... nei pressi di Piazza Nazionale a Napoli, troverai...


ROMA-NAPOLI: CH Inizia da Roma la serie di sfide decisive per il Napoli

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ndremo ad incontrare una squadra che ha uno score da fare invidia: 7 vittorie su 7 gare, 20 gol realizzati ed un solo gol subito. La formazione giallorossa è allenata dal tecnico Garcia, che ha dimostrato sin dalla presentazione della squadra all’Olimpico personalità e idee chiare, riuscendo a dare da subito una precisa identità. La Roma di Garcia è una squadra compatta, che attua un modulo il 4-3-3 molto personalizzato, con Totti centravanti di manovra che non da punti di riferimento, vero catalizzatore di tutte le manovre offensive e con due ali Gervinho e Florenzi bravissimi nelle ripartenza e nei tempi di inserimento. Quelle che si affronteranno all’Olimpico saranno due squadre in salute, che viaggiano nel nostro campionato con il vento in poppa consapevoli della propria forza e con rispetto reciproco. Assisteremo ad una partita a scacchi dove i duelli individuali faranno la differenza. Uno su tutti sarà quello formato dalla coppia Totti-Berhami. Si scontrano difatti il miglior incontrista della serie A che è appunto Behrami ed il miglior calciatore in termini di creatività che è Totti, dai cui piedi passano tutte le azioni della formazione capitolina. Vero e proprio ago della bilancia per il semplice motivo che il

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IAVE TATTICA di

Massimo Filardi

capitano è il faro della Roma e fermare Totti significa non solo limitare di molto il loro potenziale offensivo, ma recuperando palla in quella zona di campo si possono innescare quelle ripartenza che potrebbero fare molto male anche ad una difesa impenetrabile come quella che ha dimostrato di possedere la Roma. Con le ripartenze si andrà ad innescare il miglior reparto del Napoli che è senza dubbio quello offensivo, formato da due calciatori molto tecnici e bravi nell’uno contro uno, Insigne e Callejon, da Hamsik calciatore di valore assoluto, molto abile negli inserimenti e nel trovarsi giusti spazi, e Higuain a mio avviso miglior acquisto del nostro campionato. È importante che per questa partita il Napoli possa contare sull’apporto di tutti gli effettivi e che quindi possa scendere in campo al completo. Per tanto sarà fondamentale recuperare Albiol che con la sua esperienza e con il suo carisma è l’unico in grado di guidare il reparto difensivo, la fase che più sta soffrendo. È altresì fondamentale il recupero di Zuniga e Maggio, considerando che i nostri avversari hanno due ali molto veloci. In ultimis quella del nostro terminale offensivo Gonzalo Higuain, un fuoriclasse, che in una partita di vertice non può assolutamente mancare.

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TV LUNA, LA TELEVISI

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enti mesi di grandi successi, due anni quasi, per il giusto riconoscimento ad una emittente che cresce di giorno in giorno. Gia’ perché Tv Luna è ormai unA televisione generalista che si sta ritagliando spazi impensabili fino a qualche tempo fa. Il rilancio della sede di Napoli fa da contraltare al già affermato successo della sede centrale di Caserta e di Avellino. Un team vincente quello del gruppo lunaset, un mix di contenuti forniti da qualificati giornalisti che con la loro professionalità garantiscono la giusta informazione. Una Tv generalista che quest’anno ha deciso di puntare molto sul calcio e sullo sport. In sinergia con il canale sportivo del gruppo, quel Luna Sport (canale 114 del digitale terrestre) che anche in termini di ascolto sta raggiungendo ottimi traguardi, tv luna ha praticamente destinato gran parte delle sue risorse al calcio ed in particolar modo al calcio Napoli. I programmi sportivi il giorno della gara degli azzurri, con un prepartita che vede i tre moschettieri Carlo Alvino, Raffaele Tagliamonte ed Angelo Pompameo, in giro per i campi di tutta Italia a raccontare le emozioni novanta minuti prima dell’inizio della partita con immagini in esclusiva direttamente dallo stadio San Paolo. Al termine della partita, per altri novanta minuti i commenti a caldo dei tifosi alerno dello stadio, la conferenza stampa “in diretta” dagli spogliatoi di Raphael Benitez e del tecnico ospite fanno del programma un preciso punto di riferimento per tutti i tifosi che, seguendo il Napoli da casa, ritrovano le emozioni dello stadio, in modo gratuito, attraversoTv Luna Napoli, (canale 14 del digitale terrestre). Senza dimenticare lo studio di Napoli che durante il match dei partenopei segue passo passo con i due giornalisti Nicola Alfano

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ed Anna di Chiara le gesta della squadra. Il lunedi poi è giorno di analisi. Si parte alle 17.30 con “Febbre azzurra Live” programma di approfondimento sportivo curato dalla splendida Anna Di Chiara, (in diretta alla stessa ora anche il mercoledi e venerdi) che “in diretta” risponde ai tifosi azzurri sui temi della domenica calcistica. L’affascinante giornalista, tifosissima del Napoli conduce anche l’appuntamento con Gennaro Montuori con “Aspettando Tifosi Napoletani” in onda alle 20.20 del lunedi sera ed in replica alle ore 22.30 circa. L’intervista al popolare “Palummella” precede alle ore 20.45 sempre il lunedi “Linea diretta con i Tifosi”, appuntamento settimanale con gli opinionisti Carmine Tascone e Tommaso Mandato che rispondendo al telefono ed ai messaggi dei telespettatori affrontano i temi della partita. Le pillole di tifo, filmati inediti dalla curva, le radiotelecronache dei colleghi di Sky, Radio Kiss Kiss e Mediaset completano il programma che si articola in una attenta analisi tecnico tattica. Grande successo sta riscuotendo il martedi la rubrica sportiva “Pane al pane... vino Alvino con la voce della telecronaca del tifoso su Sky Carlo Alvino, interloquire con i tifosi azzurri attraverso un filo diretto telefonico


ONE DELLO SPORT di

con gli appassionati di calcio. Il martedi sera ed il mercoledi è tempo di Champions League, con il programma “Luna Azzurra Champions” o “Luna azzurra itinerante” a fare da corollario ad una settimana tutta azzurra. In diretta dagli stadi d’europa e dal San Paolo tutto il pre e post gara (90 minuti prima ed al termine della partita tutti i commenti in altri 90 minuti di approfondimento puro. In assenza della champions il tour si completa con il programma itinerante; da una location esterna un approfondimento a tutto campo con ospiti qualificati. E si arriva poi al giovedi sera alle 20.40 quando in scena entra a pieno titolo “Tifosi Napoletani” con l’inesauribile Gennaro Montuori. Il popolare “Palummella” conduce il programma di punta della rete con qualificati ospiti sportivi, che con la loro attenta analisi sviscerano i temi della partita disputata la domenica precedente, proiettandosi al tempo stesso sul prossimo impegno sportivo degli azzurri. Un mix di calcio,musica ed attualità che conferma la bontà di una trasmissione ineguagliabile per originalità, competenza e qualità. Al venerdi un altro piccolo spaccato di calcio con “Globuli azzurri” dell’appassionato giornalista Samuele Ciambriello che all’interno della rubrica “Dentro i Fatti” parla anch’egli con i suoi qualificati ospiti delle gesta degli azzurri. E ancora le esclusive delle gare dell’Avellino calcio e della Casertana sugli schermi di Luna sport. Una palinsesto sportivo pazzesco, che si interessa anche di altri importanti sport. L’esclusiva della pallanuoto napoletana, per esempio. con

Angelo Pompameo

Acquachiara, Posillipo e Canottieri, e ben presto da gennaio con altre due formazioni di A2 sono la testimonianza di come anche gli altri sport la facciano da padrone su Luna sport. Domenica e Lunedi la trasmissione delle partite sul canale 114 del digitale terrestre. Poi il basket. L’esclusiva della Juve Caserta in A1, a farla da padrone. E poi ancora in esclusiva le gare della Expert Azzurro Napoli, su Tv Luna Napoli alle 22.45 del Lunedi e alle 19.30 su Luna sport. Ma anche il basket femminile con la squadra di Salerno orgoglio della città. Un mix di giornalisti qualificati raccontano anche attraverso le numerosi edizioni quotidiane del Telegiornale tutti gli accadimenti sportivi e non, fornendo ultimissime notizie e aggiornamenti giorno dopo giorno, ora dopo ora. Merito delle intuizioni giornalistiche dell’editore Pasquale Piccirillo, che con le sue idee sta portando l’emittente di terra di lavoro nella case di tutti, con un interessante palinsesto sportivo, politico e di attualità che fa di Teleluna (anche secondo i confortanti dati Auditel) una delle piu’ seguite emit tenti televisive della Campania. Ma il merito resta anche di Voi telespettatori che con entusiasmo, passione ed amore ci seguite in tanti. Un merito ai nostri tecnici che con il loro prezioso lavoro vi offrono le emozioni che solo il grande sport sa darci. Infine il sito internet. Su www.lunaset.it lo streaming video vi offre la possibilità di seguire “in diretta” tutti i programmi del gruppo, oltre che ad aggiornarvi su tutte le notizie e gli accadimenti della nostra regione. Nin rsta che augurare buona visione a tutti con Tv Luna, la tv dello sport, la tua Tv, quella che non ti abbandona mai.

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TRIBUNA STAMPA “ I

l sogno è diventato realtà. Martedì 8 ottobre 2013 la Tribuna Stampa dello Stadio San Paolo è stata intitolata a Carlo Iuliano, storico capo ufficio stampa del Calcio Napoli scomparso improvvisamente lo scorso 6 febbraio, all’età di 71 anni. L’evento ha visto la partecipazione di centinaia di persone, personaggi noti dello sport e dello spettacolo, da Corrado Ferlaino, a Luciano Moggi, da Beppe Bruscollotti a Sandro Abbondanza, ma anche Faustinho Canè, Gigi Pavarese, Filippo Fusco, Gino Rivieccio, Lucia Cassini.. tutti allo stadio, per omaggiare la sua memoria, assieme alla figlia di Iuliano, Raffaella, e alla moglie Anna. Carlo Iuliano ha legato profondamente la sua vita al Napoli, ha attraversato 35 anni di storia del Club, da Achille Lauro a Salvatore Naldi, passando per le glorie di Corrado Ferlaino e Diego Armando Maradona, croce e delizia di un’epoca indimenticabile che ha segnato i più grandi traguardi della società azzurra. Gli scudetti e le coppe, le tournee in giro per il mondo, la retrocessione e il ritorno in serie A, il calcio che cambia col passar degli anni e la rivoluzione dei diritti TV, il giornalismo che si trasforma con l’avvento dei social network e delle nuove tecnologie. Iuliano è sempre stato attento al cambiamento, precursore dei

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tempi, il protagonista dietro le quinte, l’uomo di Società che è riuscito con la sua correttezza a guadagnare la stima dei colleghi giornalisti, la fiducia incondizionata di calciatori e presidenti, l’affetto dei tifosi. Speciale il suo rapporto con il più grande di sempre, Diego Armando Maradona. Tutti si rivolgevano a lui


CARLO IULIANO” di

per un consiglio, un problema da risolvere, Carlo Iuliano ha sempre espresso la massima disponibilità. Era un uomo buono, che sotto la corazza del burbero celava un animo generoso e appassionato. A otto mesi dalla sua scomparsa, il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, gli ha offerto la giusta consacrazione, accogliendo la richiesta dei colleghi giornalisti, dell’USSI, della famiglia e di tutto il popolo della rete che si è mobilitato per vedere realizzata l’intitolazione della Tribuna da lui stesso creata. Eh già, perché Carlo Iuliano vanta un primato. E’ stato il primo capo ufficio stampa nella storia del calcio in Italia. Un primato del Napoli di Achille Lauro, che creò questa figura professionale ben prima delle tanto blasonate squadre del Nord, Juventus, Milan, Inter. Questa intitolazione cristallizza la sua memoria nel tempo, il giusto riconoscimento al lavoro di un uomo che ha dedicato sé stesso al Napoli, giorni e notti, senza sosta, contribuendo a dar lustro alla sua storia. Iuliano non ha mai smesso di sentire il Napoli come “suo”, e il suo nome resterà impresso nello Stadio dove ha trascorso la vita. Per sempre vivo e pronto ad accogliere tutti i cronisti che si alterneranno sui banchi di quella tribuna, con l’attenzione di sempre, come un punto di riferimento da cui non bisogna mai prescindere.

Raffaella Iuliano

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NO ALLA VIOLENZA E A S

ono stato chiamato da vari portali sportivi e da varie emittenti televisive e radiofoniche ad esprimermi in merito all’anticonvenzionale modo di protestare della curva B contro il razzismo nei confronti dei napoletani e sul metodo repressivo adottato da Tosel. Sul primo punto voglio dire che per giudicare biso-

gnerebbe essere a conoscenza dei fatti. Io non lo sono e per tanto mi esimo dal farlo. Per essere a conoscenza delle cose avrei dovuto partecipare alle riunioni degli ultras. Cosi facendo evito anche tante polemiche. Non voglio esprimermi su questa vicenda, in quanto potrei far intendere che il tifo di ieri è più bello di quello di oggi e non è mia intenzione farlo. Non voglio né vantarmi e né tantomeno discriminare gli altri. Sulla scelta estrema del Giudice

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Sportivo dico soltanto che un gruppo di persone non può far chiudere un intero stadio, per tanto è stata giusta la riapertura dello stesso. Così facendo non si puniscono 100/200 tifosi protagonisti della becera iniziativa, ma un’intera tifoseria, compresi quelli che stanno a casa a guardala in tv, perché una partita di calcio senza i tifosi dalla tv può sembrare un’ amichevole. Anche se a dirla tutta in altre occasioni ci sono stati anche degli stadi interi ad offendere la nostra città. Io non voglio sparare nel mucchio, non è mia abitudine farlo. Questi cori discriminatori li ascoltiamo ormai da trent’anni e non ci vengono rivolti soltanto dai tifosi rossoneri ma da quasi tutti i sostenitori delle squadre del nord e del sud. In passato ci abbiamo provato a cambiare le cose e per un periodo abbiamo realizzato vari gemellaggi scambiandoci addirittura le dimore con alcuni tifosi della Roma, del Genoa e del Milan. Con questi ultimi La Gazzetta addirittura ci dedicò la prima pagina togliendo spazio a campioni del calibro di Gullit, Van Basten, Maradona, Careca ecc. Ho avuto sempre stima e rispetto per tutte le

società di calcio, ma negli ultimi anni l’ ho persa per Milan, Inter e Juventus e vi spiego anche i motivi. Per il Milan quando scoprimmo che i suoi sostenitori erano a conoscenza dei calendari prima dei sorteggi, e quindi già muniti di tagliandi. Per quanto riguarda l’Inter per via degli affari di Passaportopoli, e per la Juventus per la perdita degli scudetti a tavolino. Ci sarebbero altre società da menzionare, ma credo che queste tre siano al di sporta di tutte. Le cosiddette ‘‘Regine d’Italia’’. Quando sono venuto a conoscenza di questi retroscena ho capito che uno scudetto del Napoli o di altre piccole società vale realmente 10 scudetti di queste tre squadre. Che vergogna vedere queste tre tifoserie spalleggiarsi. Ho capito che gli affari non sono solo delle società, ma anche di questi gruppi. Purtroppo quello che mostrano agli occhi della gente non è reale, è solo un gioco. Vergogna a tutti i tifosi che cantano delle nostre disgrazie, del colera e del terremoto. Si dimenticano del disastro di Seveso, della diossina, dei terremoti nelle proprie regioni, dell’alluvione di Firenze, del terremoto dell’Emilia e del Friuli. E’ proprio in queste occasioni che la mia città ha dimostrato solidarietà nei confronti di chi era in difficoltà anche attraverso l’esposizione di striscioni da parte della curva B e di altri settori. Ricordo a tutti che in


ALLA PREPOTENZA di

occasione della tragica scomparsa di Antonio De Falchi, morto nel prepartita di Milan-Roma, mi resi protagonista di un’ iniziativa solidale. Mi occupai in prima persona di organizzare una partita di beneficenza il cui ricavato fu utilizzato per l’acquisto della lapide del giovane romanista. Tornando ai giorni nostri non so se sono dieci, centro, mille o diecimila persone, ma se vogliamo realmente togliere la violenza dagli stadi oggi ci sono i mezzi per farlo.

Gennaro Montuori

Una telecamera arriva finanche ad inquadrare un oggetto di piccole dimensioni come può essere un anello. Caro Palazzo, non mi venga a dire che non conosce chi sono questi individui che specialmente negli ultimi anni stanno sporcando il calcio. Possedete sia i mezzi che gli strumenti per prendere provvedimenti diversi dal chiudere uno stadio ed infangare intere città. Manovrano centinaia di giovani che non sanno dietro il loro fare che cosa

c’è. E’ evidente che la protesta di Napoli è stata organizzata da un solo gruppo. Se fosse stata più estesa allora il discorso sarebbe stato diverso. Le catastrofi purtroppo capitano in tutte le città del mondo e non bisogna gioire su queste tragedie. E’ di cattivo gusto e per nulla cristiano. Sugli spalti bisognerebbe gareggiare per le scenografie, per gli slogan più belli e per il tifo più rumoroso. Ricordo lo striscione creato dal nostro gruppo e rimasto nella storia per la sua originalità come emblema dello sarcasmo partenopeo, che recitava ‘’Giulietta è ‘na zoccola’’. Questo era sfottò. Sono passati quarant’anni, ma il mio grido è sempre lo stesso ‘‘no alla droga e no alla violenza’’. Dulcis in fundo mi permetto di dire che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e le reti nazionale dovrebbero introdurre un premio (Come accadeva qualche anno fa) per i tifosi più corretti d’Italia per incentivare gli ultras a comportamenti più tolleranti.

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foto di RAFFAELE ESPOSITO

LA FOTO DEL MESE



IL CALCIATORE E C

on il numero 33 sulle spalle, una possente stazza fisica distribuita in 190 centimetri di altezza, che fanno di lui praticamente una muraglia per gli avversari , contrasta, sovrasta e capeggia il quartetto difensivo. Di chi parliamo? Ovviamente del leader della difesa partenopea, Raul Albiol. Archiviando il tonfo degli azzurri contro l’Arsenal, dove L’Ex Real Madrid scende in campo con un problema muscolare, per il resto le sue prestazioni sono tutte da cornice d’oro. C’è il suo zampino nella vittoria degli azzurri al Meazza, ultimo tabù sfatato dell’era De Laurentiis, dove una sua sponda in aria avversaria manda a rete Britos. Classe ‘85 centrale difensivo di fama mondiale, dotato di gran duttilità, il difensore di Villamarxant può essere impiegato anche nel ruolo di terzino destro. In Italia l’ex Galacticos ci arriva con un bagaglio di titoli internazionali di tutto rispetto. Scudetto, due coppe di Spagna, una Supercoppa spagnola, due Europei ed un Mondiale conquistati con la maglia delle Furie Rosse. Si erge come un colosso a difesa rendono invalicabile il passaggio degli attaccanti avversari e con l’esperienza che lo contraddistingue mantiene in equilibrio la linea a 4 della difesa partenopea. Contro il Genoa, nonostante l’infortunio, riesce a tenere alta la difesa del Napoli e a ridurre la distanza tra i reparti facilitando il gioco di squadra. Spesso si rivela un centrocampista aggiunto andando a chiudere le iniziative degli avversari fino a metà campo, dando così una copiosa dose di aiuto a Behrami e ad Inler. Con incessante pressing e corsa non concede spazi e giocate agli avversari e come un titano spazza via cross e lanci lunghi che potrebbero mutarsi in situazioni pericolose. Sa trasmette compattezza e sicurezza ai suoi compagni di reparto e difficilmente butta via la palla nel disimpegno. Preferisce giocarla coi piedi per poi partecipare alla fase di costruzione del gioco. Insomma, se il tiki taka partenopeo è ai vertici della classifica europea è anche grazie al contributo che arriva dalla difesa. Tra i pezzi pregiati del suo repertorio l’abilità nel gioco aereo e la bravura nella marcatura a zona. La sua carriera ha inizio nel Valencia dei tempi d’oro, ma nel 2004, un grave incidente rischia di comprometterla. L’ex merengues rimane lontano dai campi di calcio per un’intera stagione, ma con gran determinazione ritornerà a calcare il rettangolo verde più motivato che mai. Al ventottenne difensore centrale della Roja è stato affidato l’arduo compito di trasmettere compattezza alla retroguardia partenopea, quella che negli anni passati ha sempre scricchiolato. Una gran responsabilità, ma che tuttavia Albiol raccoglie con diligenza. Senza di lui in campo la difesa partenopea rantola e anche tanto, per tanto si spera che possa recuperare presto e tornare a dirigere la difesa azzurra.

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E DEL MESE di

Nastasia Spina

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CHAMPIONS LEAGUE 2013/2014

1a giornata - 18 Settembre 2013

NAPOLI BORUSSIA D.

2

Reina Maggio Albiol Britos 88’ aut. Zuniga Inler Behrami Callejon Hamsik (dal 91’ Mesto) 66’ Insigne (dal 71’ Mertens) 29’ Higuain (dal 71’ Pandev) A disp.: Rafael, Cannavaro, Fernandez, Armero, Dzemaili. All.: Benitez

1

Weidenfeller Grosskreutz Subotic Hummels (dal 45’ Aubameyang) Schmelzer Bender Sahin Blaszczykowski (dal 45’ Langerak) Mkhitaryan (dal 71’ Hofmann) Reus Lewandowski A disp.: Kirch, Papastathopoulos, Gunter, Hofmann, Schieber, Duchksch. All.: Klopp

arbitro: PROENCA (Portogallo) NOTE: 55,766 spettatori. Angoli: 8 a 3 per il Napoli - Recuperi: 3’ pt, 4’ st.

di Carmine Montuori

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Millenium Gold Hotel NESPEV S.r.l. Viale C. Umberto Maddalena, 192 80144 Napoli booking: fax :

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SERIE A 2013/2014

4a giornata - 22 Settembre 2013

MILAN NAPOLI

1

Abbiati Abate (dal 79’ Nocerino) Mexes Zapata Emanuelson Poli (dal 73’ Niang) De Jong Muntari Birsa (dal 56’ Robinho) Matri 90’ Balotelli A disp.: Amelia, Coppola, Constant, Nocerino, Cristante, Vergara, Niang, Zaccardo. All.: Allegri

2

6’

54’

Reina Mesto Albiol Britos Zuniga Behrami Dzemaili Callejon Hamsik (dal 67’ Pandev) Insigne (dall’84’ Inler) Higuain (dal 78’ Mertens) A disp.: Rafael, Colombo, Maggio, Fernandez, Armero, Cannavaro, D. Zapata. All.: Benitez

arbitro: BANTI (Livorno) NOTE: 51.380 spettatori. Angoli: 8 a 2 per il Milan - Recuperi: 2’ pt, 3’ st.

di C. M.

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SERIE A 2013/2014

5a giornata - 25 Settembre 2013

NAPOLI SASSUOLO

1

Reina Mesto Cannavaro Fernandez Armero Inler Dzemaili Pandev (dal 62’ Callejon) Hamsik Mertens (dal 75’ Insigne) Higuain

1

14’

A disp.: Rafael, Colombo, Albiol, Uvini, Britos, Behrami, Bariti, Radosevic, Zapata. All.: Benitez

20’

Pegolo Ante (dal 79’ Rossini) Bianco Acerbi Schelotto (dal 56’ Marzorati) Laribi Magnanelli Kurtic Longhi Zaza Berardi (dall’84 Missiroli) A disp.: Pomini, Rosati, Pucino, Alexe, Masucci, Chisbah, Farias, Floro Flores, Ziegler. All.: Di Francesco

arbitro: DOVERI (Roma) NOTE: 60.000 spettatori circa. Angoli: 6 a 6 - Recuperi: 2’ pt, 4’ st.

di C. M.

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SERIE A 2013/2014

6a giornata - 29 Settembre 2013

GENOA NAPOLI

0

Perin Gamberin (dal 37’ Stoian) Portanova De Maio Kucka Biondini Lodi Matuzalem (dal 60’ Fetfatzidis) Antonini (dal 46’ Santana) Calaiò Gilardino A disp.: Bizzarri, Donnarumma, Sampirisi, Kucka, Cofie, Konatè, Centurion. All.: Liverani

2

Reina Zuniga Albiol (dal 46’ Cannavaro) Britos Mesto Inler Behrami Callejon Insigne 14’, 25’ Pandev (dall’81’ Dzemaili) Zapata (dal 58’ Higuain) A disp.: Rafael, Colombo, Cannavaro, Mesto, Fernandez, Radosevic, Mertens, Hamsik. All.: Benitez

arbitro: DAMATO (Barletta) NOTE: 15.000 spettatori circa. Angoli: 7 a 5 per il Napoli - Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

di C. M.

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CHAMPIONS LEAGUE 2013/2014

2a giornata - 1 Ottobre 2013

ARSENAL NAPOLI

2

Szczesny Sagna Mertesacker Koscielny Gibbs Flamini Arteta Ramsey (dall’87’ Monreal) Ozil Rosicky (dal 63’ Wilshere) Giroud

0

8’

15’

A disp.: Fabianski, Vermaelen, Bendtner, Jenkinson, Gnabry. All.: Wenger

Reina Mesto Albiol (dall’82 Fernandez) Britos Zuniga Behrami Inler Callejon (dal 77’ Zapata) Hamsik Insigne Pandev (dal 60’ Mertens) A disp.: Cabral, Cannavaro, Armero, Dzemaili. All.: Benitez

arbitro: MAZIC (Serbia) NOTE: 59.536 spettatori. Angoli: 6 a 2 per l’Arsenal - Recuperi: 0’ pt, 3’ st.

di C. M.

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SERIE A 2013/2014

7a giornata - 6 Ottobre 2013

NAPOLI LIVORNO

4

Reina Mesto Fernandez Britos Armero 26’ Inler Behrami 54’ Callejon (dal 68’ Insigne) 83’ Hamsik (dall’84’ Bariti) Mertens 3’ Pandev (dal 77’ Zapata) A disp.: Rafael, Colombo, Uvini, Cannavaro, Dzemaili. All.: Benitez

0

Bardi Rinaudo Coda Ceccherini Schiattarella Luci (dal 65’ Siligardi) Duncan Greco (dal 52’ Piccini) Mbaye Paulinho Emeghara (dal 69’ Belinghieri) A disp.: Anania, Aldegani, Valentini, Gemiti, Emerson, Mosquera, Lambrughi, Benassi, Borja. All.: Nicola

arbitro: BERGONZI (Genova) NOTE: 46.503 spettatori. Angoli: 4 a 4 - Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

di C. M.

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ROMA - NAPO

D

opo aver raccontato le vittorie del Napoli fuori casa contro il Milan,sono felice di parlare dei trionfi degli azzurri contro la squadra della capitale, forse la piú temibile in questo campionato. Roma-Napoli é il derby del sole,il vero derby del sud. Durante questa partita gli spalti dello stadio Olimpico di Roma si colorano da un lato di bianco e azzurro dall’ altro di giallo e rosso,creando cosí un’atmosfera magica. Forse non sono la persona piú indicata per raccontare le imprese di una squadra che non ho mai seguito,infatti non vi nascondo che non sono mai stata una grande tifosa in generale. Negli ultimi anni però avendo sposato un napoletano doc amante della sua e terra e della squadra che la rappresenta,ho avuto la possibilità di seguire il Napoli con assidua frequenza e la scorsa stagione ho potuto farlo, per la prima volta,direttamente dagli spalti dello stadio San Paolo.Da ciò che so e che ho potuto vedere,quella partenopea é una grande squadra e nonostante le mie origini, da calabrese doc ,oggi posso dire con fierezza di tifare per la squadra piú importante del sud. Tornando al derby del sole,Roma-Napoli,il primo incontro si giocò nel 1929-30 al campo Testaccio di Roma; risultato 2-2 con la doppietta di Vojak per il napoli.La prima vittoria in casa della Roma nel 193334,risultato 1-2, con i gol di Rosetti e ancora una volta di Vojak. Con questa vittoria gli azzurri conquistarono il terzo posto in classifica che gli valse la qualificazione alla coppa europea.Nel campionato 56-57 il Napoli batte la Roma per tre reti a uno dopo ben Ventitre anni dall ‘ultima vittoria,con la doppietta di Luis Vinicio il brasiliano soprannominato “o’lione” e il gol di Vitali. Un’altra vittoria nella stagione successiva,0-2, con i gol

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del “bersagliere”,nome con cui veniva soprannominato Di Giacomo e Vinicio. In questa stagione il Napoli con il trionfo contro l Roma e la Juventus si aggiudicó il quarto posto in classifica,tornando tra le grandi. Nel 1966-67,ai tempi del Napoli di Pesaola e Roberto Fiore,che oltre a portare allo stadio 100.000 tifosi ogni domenica riuscirono a strappare al Milan e alla Juventus rispettivamente Altafini e Sivori,gli azzurri portarono a casa u ‘altra vittoria con due reti a zero,su gol di Sivori e Braca.Dopo questo campionato il Napoli si impone nuovamente a Roma nella stagione 73-74 allo stadio Olimpico con il gol di Braglia,soprannominato Jonny Chitarra.NellA stagione75-76 la squadra partenopea vince ancora con risultato di 0-3 con la doppietta di Sperotto e il gol dell’impeccabile rigorista Beppe Savoldi.Dopo quest’ultima vittoria gli azzurri si ripetono nel 1986-87 quando per l’occasione si girarono le scene del film “i ragazzi della curva b”, che vedeva come protagonisti protagonisti,oltre al noto Nino D’Angelo e al nostro direttore Gennaro Montuori, Bruno Pesaola,Bruscolotti,Carnevale,Ciccio Romano che esordiva con il napoli e Giordano che invento l’assist per il gol della vittoria realizzato dal piú grande calciatore della storia del napoli,il mitico Diego Armando Maradona. Risultato della partita infatti fu di 0-1. Questo campionato rappresentò per la squadra e i suoi tifosi uno degli anni migliori poiché dopo sessant’anni gli azzurri vinsero lo scudetto. Altro trionfo a Roma nel 1993-94 per 2reti a 3 su gol di capitan Ferrara,Buso e Di Canto.Dopo 17 anni il napoli si impone all’Olimpico nel 2010-11con la vittoria regalata da Cavani,il matador. Sono passati 3 anni e da allora non ci sono state vittorie in casa Roma.Quest’anno


O L I S T O RY di

le due squadre hanno fatto grandi acquisti a partire dagli allenatori che già hanno dimostrato il loro valore in altri club. La Roma é di sicuro una squadra molto forte e per questa stagione oltre alle due bandiere Totti e De

Jessica Salemme

Rossi,si é rafforzata ulteriormente con l’acquisto dell ex portiere del napoli Morgan De Santis,i difensori Benatia e Maicon,il centrocampista Strotman capitano della nazionale olandese e per finire gli acquisti piú importanti quelli fatti inattacco,Gervinho e Ljajic. Anche il Napoli però a pensato bene di rafforzare la sua rosa con l’acquisto dei tre nazionali spagnoli,il portiere Reina,il difensore Raul Albiol,il centrocampista Calejon e l’attaccante argentino Higuain.La squadra partenopea é una squadra temibile dalle grandi qualità in grado di concorrere alla conquista del primo posto in classifica. Il Napoli é tra le favorite é darà filo da torcere alla Roma. Sono passati tre anni dall’ultima vittoria nella capitale,le carte sono tutte in regola,ora manca solo una nuova vittoria.

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LO SPAZIO DEI

Il tifosissimo Samuele Esposito consegna la gigantografia al suo idolo Higuain Napoletani si nasce. Il piccolo Alessandro Savarese giĂ tifosissimo come papĂ Francesco e mamma Marinella

I due super tifosi del Napoli gli istruttori della scuola nuoto: Pasquale Manzo e Roberto Esposito nella piscina "Massimo Galante� di Scampia

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Annalisa e Enrico innamorati del Napoli coronano il sogno della loro vita


TIFOSI Da Marina di Camerota Gianni e Giusy sempre più esageratamente tifosi del Napoli

La piccola Desirée Saputo già tifosissima del Napoli

Maraucci Mario insieme ai figli Salvatore, Gennaro e Ferdinando a godersi lo spettacolo di Napoli - Borussia Dortmund

Angelo e Desirée figli del Regno delle Due Sicilie tifano Napoli alla faccia dei juventinI

Sasio Campanella insieme al suo idolo Higuain

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