2012 book eco targa florio

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ONLUS D.Lgs 4.12.1997 N. 460 c.f. 9714810581

Il tour del Mito per la Sicilia amata da Vincenzo Florio Edizione speciale del Book ufficiale delle Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia, per un evento unico come la Targa Florio 2012, rievocazione storica della leggendaria competizione automobilistica, voluta sin dal 1906 dal Grand Mousier, Vincenzo Florio. Oggi, Edizioni Belle e Buone Arti, la Sicilia delle Eccellenze, con questo “Speciale” vuole, non solo promuovere le Madonie della “mitica” Targa Florio ed il suo territorio ricco di tipicità enogastronomiche, ma anche onorare la memoria di quell’uomo straordinario che fu Vincenzo Florio, precursore appassionato nella valorizzazione delle eccellenze dell’Isola. La Targa Florio, infatti, non è stata solo la corsa automobilistica più antica e famosa al mondo, ma è stata molto di più: un grande palcoscenico mondiale per una Sicilia tutta da scoprire dal punto di vista

storico, culturale, delle tradizioni e del gusto. L’impegno di Vincenzo Florio in questa attività di promozione della sua terra, oggi continua attraverso l’attività delle Strade del Vino e dei Sapori, per offrire a tutti gli appassionati un viaggio indimenticabile in una terra che ha tanto da raccontare dal punto di vista della bellezza dei luoghi, della cultura del territorio, dei prodotti tipici e dei sapori unici, ancora poco conosciuti ai più, ma che rappresentano l’essenza più profonda della Sicilia. Ai lettori di questo book, l’immagine di un’altra Sicilia, quella sognata nel secolo scorso da Vincenzo Florio, una terra cosciente del suo ruolo di centralità nel Mediterraneo e proiettata in un futuro di sviluppo sostenibile, attraverso un adeguato utilizzo delle proprie risorse e la valorizzazione delle eccellenze.

Edizioni Belle e Buone Arti, la Sicilia delle Eccellenze

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Speciale Eco Targa Florio - Madonie

Termini Imerese, Museo Storico del Motorismo Siciliano e della Targa Florio

Gal Madonie, la promozione del territorio e del suo capitale umano Le nostre terre hanno una storia antica ed i paesaggi che guardiamo oggi sono il frutto del lavoro della nostra gente che, generazione dopo generazione, ha convissuto con la montagna, nel rispetto della natura. Oggi spetta alla nostra generazione accettare la sfida di tenere aperti i sentieri del futuro per i nostri figli. Il territorio delle Madonie costituisce un punto di forza del “Sistema-Sicilia”; consapevoli di tale importanza abbiamo promosso Piani di Sviluppo Locale integrati, fondati sul concetto della “rete”, nell’ambito della programmazione co-finanziata dai Fondi Europei. Il Piano “Madonie in rete per lo sviluppo”. Il territorio è al centro del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, co-finanziato dal FEASR e il Piano Integrato di Sviluppo Territoriale; “Città a Rete Madonie-Termini”, co-finanziato dal FESR 2007-2013. Ma il fattore principale che consente di attivare e mettere a valore le risorse - comprese quelle finanziarie - è il “capitale umano”, cercando con ogni sforzo, di costruire nuovi schemi organizzativi e di “governance”. Partecipiamo infatti al “distretto turistico del Bartolo Vienna Presidente

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Parco delle Madonie e dell’Imera” e abbiamo attivato un “distretto produttivo delle carni bovine delle aree interne della Sicilia”. Con altri territori virtuosi della Sicilia, anche per interpretare al meglio le politiche Comunitarie, - “Uniti nella diversità” è il motto dell’Unione Europea - ci stiamo confrontando nell’ambito di un progetto di “governance dei sistemi locali” e delle misure di Cooperazione, interregionale e transnazionale. Tre sono le iniziative progettuali che stiamo realizzando insieme: • “Sicilia… è dieta mediterranea” (capofila il GAL ISC MADONIE); • “Percorsi innovativi per lo Sviluppo Rurale” (capofila il GAL SICANI); • “O.R.I. offerta di Ruralità Integrata di Sicilia” (capofila il GAL NATIBLEI). Facciamo appello alle tradizionali capacità di impegno e tenacia delle popolazioni rurali, per tradurre questa progettualità in azioni concrete e utili, in grado di apportare reali benefici in termini di miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità.

www.targaflorio.it

Nasce a Termini Imerese in provincia di Palermo, il Museo Storico del Motorismo Siciliano e della Targa Florio con annesso centro restauro e formazione professionale per artigiani del settore. Il progetto è nato dall’iniziativa della “Fondazione Targa Florio” che ha trovato ancora una volta il pieno ed entusiasta appoggio nell’Amministrazione Comunale di Termini Imerese ed in particolare del primo cittadino dott. Salvatore Burrafato, che come immediata e concreta risposta ha individuato nei locali dell’ex mattatoio la sede da ristrutturare ed adeguare per quella che vuole essere una nuova realtà, complementare e modulare con le altre già efficacemente esistenti nell’area madonita, con l’introduzione dell’innovativo elemento dinamico, in luogo della base statica ed iconografica già in uso nelle strutture museali di Campofelice di Roccella, Collesano e Cerda. Il progetto che rientra tra le finalità statutarie e costitutive della “Fondazione Targa Florio”, vede l’attività museale espositiva di auto e moto, cosi da completare il circuito museale madonita già esistente solo su base iconografica. Oltre a questa attività vi è prevista una officina di restauro e una carrozzeria oltre ad un aula multimediale per 50 posti destinate al progetto formazione. L’obiettivo è e sarà quello di evitare che il grande patrimonio di artigianalità qualificata che negli oltre 100 anni di Targa Florio si è sviluppato nel territorio, possa andare disperso. Gli artigiani che consentivano alle Bugatti, Ferrari, Mercedes, Maserati, Jaguar e a tutte le marche che hanno partecipato alle gara più antica del Mondo di correre la Targa Florio, devono essere messi in condizione di trasmettere il loro prezioso sapere, perché questo patrimonio di artigianato si sta irrimediabilmente perdendo. 3


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Speciale Eco Targa Florio

Fondazione Targa Florio, la promozione del Mito nel Mondo La Fondazione è imprenditorialità e arte, ricerca e attrattiva turistica culturale, un motore forte attraverso la storia della gara, che protegge ed esalta, essendo uno dei migliori esempi della creatività che tutto il mondo ci invidia, la Targa di Vincenzo Florio. Vero esempio di attività sociale e culturale gestita con logiche e rapidità che solo i privati e le loro risorse, possono portare al successo. La Fondazione, nata dalla volontà di amanti della Targa, siciliani e non, piloti o appassionati che da tempo raccolgono con fondi propri e senza nessun contributo di sorta, cimeli e testimonianze di questo incredibile patrimonio storico e culturale che tutto il mondo ci invidia evitando concretamente la dispersione di questa importante storia artistica e sportiva. Questo per non essere da meno del Giappone e della Nuova Zelanda ove i fans della Targa hanno ricreato una parte del percorso con tanto di targhe stradali approfittando della somiglianza del territorio o del museo di Indianapolis ove vi sono testimonianze della targa Florio insieme ai cimeli di quest’altro pilastro di storia dell’automobile che però, a differenza della Targa, non può vantare una componente artistica e culturale come quella nata e fiorita intorno a questo evento. La Fondazione Targa Florio divulga e implementa la cultura dell’arte e dell’impresa nel settore dell’automobile in Italia e all’estero attraverso l’or6

ganizzazione di eventi, mostre d’arte, convegni e manifestazioni. Per fare ciò essa si avvale dell’opera di studiosi, esperti e specialisti selezionati nel mondo dell’arte, della cultura, del management e delle istituzioni. Si deve alla Fondazione il francobollo commemorativo del centenario, tirato in tre milioni di esemplari, che potete vedere, in una fedelissima riproduzione, nella pagina seguente. La Fondazione si occupa di marketing e di strategie di comunicazione internazionale nell’ambito del mercato automobilistico, utilizzandole come sistema di scambio culturale e di crescita commerciale dall’Italia verso l’estero e viceversa, in particolare modo con i paesi con cui di volta in volta essa coopera. La cultura e l’informazione tecnologica sono considerate, in questo settore, un insostituibile veicolo di collaborazione e reciproco supporto, tra il mondo italiano dell’auto, il suo made in Italy, rappresentato dalla Fondazione Targa Florio, e paesi terzi; ciò avviene anche e soprattutto attraverso gli istituti italiani di cultura all’estero, il mondo delle istituzioni e gli organismi nazionali ed internazionali. Sin dal tempo del comitato promotore, ovvero oltre 15 anni or sono ha dato vita ad una serie di eventi sia propri che partecipati, molti di valenza internazionale ed alcuni dei quali in paesi lontani come il Giappone o Israele. Molti di questi sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica.

The Foundation concerns itself with the promotion of the world’s oldest and most famous motor race: The Targa Florio, invented by Vincenzo Florio, Sicilian entrepreneur. The ‘Targa’ which literally translates as plate or award refers to the solid gold prize that was awarded to each year’s winner of the famous race. The foundation seeks to protect and promote the history of this famous event by assisting in the promotion of various cultural events which are carefully managed independently. The foundation was created by enthusiasts of the Targa Florio, including drivers who took part in the original event as well as spectators who haven’t forgotten the spectacle of seeing some of the world’s best known drivers battle it out around public roads on one of the world’s most challenging circuits…..Independently funded without any outside contribution the Foundation seeks to maintain and promote the history of the original event, without doubt one of the most famous motor races in history. The Foundation boasts an impressive collection of ephemera purchased and put together by friends and supporters of the Foundation. It is worth pointing out that fans from as far away as Japan and New Zealand have recreated their own ‘Targa Florio’ creating a similar course, road signs and pits like the original event itself but nothing can detract from the sense of history and passion this unforgettable event imprinted in the minds of enthusiasts all over the world. This magic can only be captured in Sicily in Vincenzo Florio’s Targa Florio! The Targa Florio Foundation organizes and promotes a number of events both in Italy and abroad to help keep the memory of this famous event alive. This includes art exhibitions, stands at some of the better known motoring events, meetings and talks. To do

so the Foundation employs the use of a number of experts in their field, art specialists, historians, former competitors, libraries and institutions. A recent product of the Foundation was a postage stamp to commemorate the one hundredth anniversary of the Targa Florio of which 3 million copies were printed. The Foundation occupies itself with marketing and promotion in the automobile sector and has set up various cultural exchanges with other countries with whom they cooperate with the promotion of the various events that they organize. In this sector culture and information technology are considered irreplaceable in what they contribute to Italy’s automobile world. The shared enthusiasm both in Italy and abroad for Italy, its products and culture are represented by the Targa Florio Foundation. For 15 years the Foundation has promoted a number of events both in Italy and as far away as Japan and Israel. Many of these events have been sponsored by the Italian President. But the Foundation is also about research. This is something that can be seen in a number of events that the Foundation organizes. At the Science and Technical Museum in Tokyo they are currently displaying a hybrid vehicle ‘Bizzarini Eco Targa’ which conforms to Euro 5, and is 4 wheel drive which was built by the ‘Universita La Sapienza Polo’ in Rome to participate in the Eco Targa, an event the Foundation organizes to promote the design of economically viable vehicles for the future. There is a separate leaflet available regarding the Eco Targa. The Foundation participates closely with the Palermo Automobile Club with whom it is a founder of the Targa Florio Iconographic Museum in Collesano. 7


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Speciale Eco Traga Florio 2012 - In primo piano

Antonio Cappadonia, Mastro Gelatiere tutore dei sapori genuini del gelato, eccellenza tutta siciliana nel Mondo “Dall’America o dal Giappone vengono a scoprire i suoi segreti. Lui, da un piccolo laboratorio con malcelata maestria, parla di territori e prodotti con rarissima competenza, studiandone i risultati su quel che produce, o meglio, trasforma. Artigiano di elevata professionalità, difensore di biodiversità, custode di saperi e sapori”. Questa la bellissima e perfetta motivazione con cui gli è stato recentemente consegnato il Premio “Annalisa Sagona”, l’ultimo prestigioso riconoscimento tra i tanti che riceve continuamente. Antonio Cappadonia, doveva diventare avvocato. La sua vocazione di “difensore”, l’ha trasferita nella sua grande passione: il gelato artigianale, sempre bio, di altissimo livello, talmente alto che da ogni dove, lo cercano per carpirne i segreti. E il “Maestro Antonio”, generoso e disponibile, si presta volentieri a trasferire la sua passione e la sua “Arte” ai moltissimi aspiranti gelatieri che arrivano da ogni parte del mondo e pendono dalle sue “labbra e dalle sue mani”. 10

Il suo “verbo” si basa però se su una sola esclusiva condizione: tutti gli ingredienti devono essere di origine naturale e la frutta fresca e solamente di stagione. E questo semplice ma importante principio lo “predica” in continuazione, dal palcoscenico internazionale del “Serbeth Festival” di Cefalù - appena concluso, di cui è da sempre tra gli animatori - ai partecipanti di stage presso il suo laboratorio di Cerda ed in tutti i convegni e manifestazioni nazionali ed internazionali. Per questo l’abbiamo definito “il mastro tutore del vero gelato artigianale”. Un caloroso invito a tutti: andatelo a trovare, ritornerete con sensazioni e sapori indimenticabili. Così è successo a noi. Buon gelato naturale e genuino del maestro Antonio Cappadonia che troverete in Cerda (PA) nel suo bar, Atelier del gelato, nella centralissima Via Roma (Tel. +39 091 89 91 681).

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Speciale Eco Targa Florio

La storia della mitica Targa Florio

Telling the story of the glorious Targa Florio, means to enter in the world of the legendary pioneers of motor racing. The Targa Florio is, in fact, the oldest car race in the world, built, organized and financed by a extraordinary Sicilian as Vincenzo Florio. Son of the “Belle Epoque”, with an incurably passion for racing, he decided to make a race in Sicily, to show to the world the beauty of the Island. The idea of race of the Cavaliere Florio came while he was in France to contact drivers and manufacturers who had had participate to another race car. It was there that he found the inspiration for what would become the first true international car race, test for the manufacturers and effective test for the ability of pilots. Thus was born the Targa Florio in the 12

Raccontare la storia della gloriosa Targa Florio, significa entrare nel leggendario mondo dei pionieri delle corse automobilistiche. La Targa Florio è, infatti, la competizione automobilistica più antica al mondo, voluta, organizzata e finanziata da un siciliano straordinario come Vincenzo Florio. Figlio della “bella epoque”, con un’inguaribile

In altro: 1906 La prima storica edizione alle tribune in C.da Pistavecchia a Campofelice di Roccella. A Sinistra: Vincenzo Florio, il Padre della Traga Florio divenuta negli anni un mito mondiale 13


Speciale Eco Targa Florio

passione per le corse automobilistiche, decise di realizzare una gara in Sicilia, per mostrare al mondo le bellezze dell’Isola. L’idea della corsa al Cavaliere Florio gli venne mentre era in Francia per contattare piloti e costruttori che avrebbero dovuto partecipare ad un’altra gara automobilistica. Fu lì che trovò l’ispirazione per quella che sarebbe divenuta, la prima vera gara automobilistica internazionale, banco di prova per le case costruttrici ed efficace test per l’abilità dei piloti. Così nacque la Targa Florio nel cuore delle Madonie, era il maggio del 1906 e fu un grande evento mondano, che riunì tutta l’elite mondiale. Il quartier generale dell’evento fu stabilito al Grand Hotel delle terme a Termini Imerese e venne allestita una sala stampa dotata di telegrafo internazionale, il secondo in Italia dopo quello esistente a Milano. Insomma, insieme alla Targa Florio nacque anche il primo circuito per gare automobilistiche. Una corsa speciale, unica, lungo un percorso stradale che dalla montagna scendeva fino al mare attraverso un susseguirsi di paesaggi seducenti, fatto di singolari difficoltà con cui piloti e auto dovevano costantemente confrontarsi. La Targa Florio si è disputata 61 volte, praticamente senza soluzione di continuità (se 14

heart of the Madonie, it was on May of 1906 and was a great social event, which brought all together the world’s elite. The headquarter of the event was established at the Grand Hotel delle Terme in Termini Imerese and was set up a press room with international telegraph, the second in Italy after Milan. In short, with the Targa Florio was also born the first circuit racing. A special unique race, along a road that from the mountains gone down to the sea through a succession of attractive landscapes, made of unusual difficulty with which drivers and cars were constantly

confront. The Targa Florio was run 61 times, almost without interruption (except for the years of the two world wars), from 1906 to 1977 . Only once the race has been transformed from test of speed in proof of “regularity”, precisely in 1957 . The best drivers in the world have competed in the Targa Florio at least one time, writing unforgettable pages about sport’s history. Manufacturers such as Ferrari, Porsche, Alfa Romeo, Bugatti, Fiat, Peugeot, Mercedes, have entrusted their reputation or their end to the of the bMadonie ‘s race. From the pioneer company nowadays remains the remembers kept in the museum of the Targa Florio in Collesano, stop for a itinerary through the memories of a legendary race.

si eccettuano gli anni delle due guerre mondiali), dal 1906 al 1977. Una volta soltanto la gara è stata trasformata da prova velocistica in prova di “regolarità”, precisamente nel 1957. I più forti piloti del mondo hanno disputato la Targa Florio almeno una volta, scrivendo pagine indimenticabili di storia sportiva.

Case automobilistiche come Ferrari, Porsche, Alfa Romeo, Bugatti, Fiat, Peugeot, Mercedes, hanno affidato la loro fama o la loro fine al successo nella corsa madonita. Di quell’impresa pionieristica, oggi rimane la memoria custodita nel museo della Targa Florio di Collesano, tappa obbligata per un itinerario coinvolgente fra i ricordi di una corsa leggendaria.

1962 foto Jesse Alexander Targa Florio - La Ferrari 250 GTO di Giorgio Scarlatti e Pietro Ferraro, classificati quarti assoluti e primi di classe. Ernesto Venturella applaude

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Speciale Eco Targa Florio

Il percorso storico delle Madonie

54^ Targa Florio 1971 Ferrari 16 512 di Vaccarella

The “cursa” so called in dialect the legendary Targa Florio, stretched along a challenging course; the picturesque scenery had always fascinated the participants coming from all over the world. That is why its Madonie uniqueness race has become a monument that has revolutionized the world, its builders and pilots who have had the courage to drive cars ever more efficient and powerful on a way incomparable for the difficulty and uniqueness of the local landscapes . The circuits that passed through the towns of rich tradition, became jealous custodians of the epic acts of the world’s oldest motor race, were three: the large (148.823 km.), used for the six first editions of Targa, the average (108 km .), used in 12 editions, between the years 1919 and 1930 and the small

La “cursa”, così in dialetto veniva chiamata la mitica Targa Florio, si snodava lungo un tracciato stradale impegnativo, dagli scenari suggestivi che affascinavano i partecipanti provenienti da ogni angolo del mondo. Per questa sua unicità la corsa madonita è diventata un monumento al mezzo meccanico che ha rivoluzionato il mondo, ai suoi costruttori e ai piloti che hanno avuto il coraggio di

In alto: 1960 Foto Bernard Cahier, ragazzi al bivio in posa davanti a Graham Hill su Porsche A sinistra: La Ferrari 512 di Vaccarella, durante l’indimenticabile 54^ Targa Florio

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Speciale Eco Targa Florio

1963 foto G.Goddard La Lancia Flaminia Zagato di Anatoly Arutunoff e Bill Pryor insegue la Lancia Aurelia di Mario De Tommasi e De Leo

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guidare automobili sempre più perfezionate e potenti su un percorso ineguagliabile per difficoltà e straordinarietà dei territori attraversati. I circuiti che attraversavano i borghi ricchi di tradizioni, divenuti gelosi custodi delle gesta epiche della competizione automobilistica più antica al mondo, sono stati tre: il grande (148,823 km.), utilizzato per le prime sei edizioni della Targa; il medio (108 km.), utilizzato in 12 edizioni, negli anni compresi tra il 1919 ed il 1930 e il piccolo (72 km.), utilizzato per ben 32 edizioni, con le sue mille curve. A Cerda paese collinare a 60 km. da Palermo si trovano le famose Tribune fatte costruire da Vincenzo Florio; Termini Imerese, è rimasta sempre il punto di partenza e d’arrivo della Targa. Collesano, borgo agricolo alle pendici delle Madonie, interessante per il centro in stile medievale, oggi sede del Museo della Targa; Caltavuturo, rinomata per la lavorazione del ferro battuto e la produzione locale di ricami tipici, era crocevia del piccolo circuito delle Madonie attraversato dai piloti subito

(72 km.), used for 32 editions, with its thousand curves. A Cerda hillside village at 60 km from Palermo, are the famous Tribune built by Vincenzo Florio; Termini Imerese, always was and is the point of departure and arrival of the Targa. Collesano, an agricultural village on the slopes of the Madonie, interesting for the middle-aged center, nowadays Museum’s headquarter of the Targa; Caltavuturo, known for its manufacturing iron and the local typical embroidery, was the crossroads of the small circuit Madonie, run through immediately after Cerda. Petralia Sottana and Petralia Soprana, aristocratic villages with a rich artistic heritage well preserved, belong to the middle Madonie’s circuit . Castelbuono, the town of Ventimiglia, gentlemen of the County of Geraci, with the Castle where is treasured the holy relic of the skull of St. Anne given to Guglielmo II II by the Duke of Lorraine. Campofelice di Roccella , a strategic place for the Targa Florio with the famous straight along the country where cars reached high speeds; Castellana Sicula that gave birth to Baron Antonio Pucci, who won the 1964 edition of the Targa with

Colin Davies. Polizzi Generosa, a farming town famous for its sweets “Sfloglio”, a typical cake made with fresh cheese, chocolate and marzipan fruits; finally Isnello, places full of history, initially inserted by Vincenzo Florio and Henry Desgrange in the path of the Targa Florio in large circuit.

dopo Cerda. Petralia Sottana e la consorella Soprana, borghi aristocratici con un ricco patrimonio artistico ben conservato, rientranti nel medio circuito delle Madonie. Castelbuono, paese dei Ventimiglia, signori della Contea di Geraci, con il Castello in cui è custodita la sacra reliquia del teschio di S.Anna donata a Guglielmo II dal Duca di Lorena. Campofelice di Roccella, luogo strategico per la Targa Florio con il famoso rettilineo che costeggia il paese dove le auto raggiungevano forti velocità; Castellana Sicula che ha dato i natali al barone Antonio Pucci che vinse l’edizione della Targa del 1964 con il compagno di guida Colin Davies. Polizzi Generosa, centro agricolo famoso per lo sfoglio, un dolce tipico a base di formaggio fresco, con cioccolato e frutta martorana e, infine, Isnello, località piena di storia, inserita inizialmente da Vincenzo Florio e Henry Desgrange nel percorso della Targa Florio nel grande circuito.

1969 L’Abarth 2000 n 178 di Erich Bitter e Giovanni Alberti

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le Eccellenze del Territorio

Matteo Turrisi, un cultore appassionato delle eccellenze del territorio Mi occupo di scovarli e divulgare il loro prodotto, raccontando a chi li assaggia la storia del prodotto, sottolineando l’utilizzo della materia prima, le tecniche di produzione ed in fine li guido in un percorso degustativo, che io chiamo scaletta di assaggi, quasi sempre abbinata ai vini. Il mio compito è quello di portare la gente, in un viaggio ovviamente virtuale, direttamente sul territorio del prodotto che stanno assaggiando, trasferendo emozioni e Vi assicuro che per far questo bisogna conoscere profondamente il territorio ed il produttore, che spesso mi ospita qualche giorno e mi porta con lui”. I suoi fedeli “assaggiatori” sono “coccolati” e condotti magistralmente con mano nei percorsi degustativi di eccellenze madonite e siciliane, proponendo abbinamenti con vini “ blasonati”, ma anche con vini siciliani di “ nicchia” che spesso si rivelano come delle autentiche sorprese.

Pubbliredazionale

Anni di esperienza e tanta passione: questo il segreto del “cantiniere Matteo” che per gli amici enonauti è un autentico “winemaker” . L’abbiamo incontrato nella sua “Casa”, l“Enoteca dei Desideri enogastronomici”, nei pressi di Piazza Margherita, nel cuore di Castelbuono (Pa), che, non a caso, è definito un modello di turismo enogastronomico di fama mondiale, punto di riferimento per tutte le Madonie. “L’esperienza acquisita nel corso di anni di lavoro mi porta a conoscere un po’ il territorio che amo, dico un pò perchè la Sicilia è talmente grande che ci vuole quasi una vita per conoscerla. Nell’entroterra scopro aziende talmente piccole e sconosciute da non poterle definire neanche tali, ma a differenza magari di aziende più in vista e conosciute, producono con maestria il loro prodotto. Usando tecniche antiche ormai quasi in via di estinzione perchè rimpiazzate negli ultimi decenni da normative comunitarie troppo restrittive, facendo perdere l’originalità al prodotto.

DESIDERI ENOGASTRONOMICI di Matteo Turrisi desiderienogastronomici@virgilio.it 20

Via Mastro Giorgio da Milano, 5 - 90013 Castelbuono (PA) - Tel. +39 0921 679518 - Cell. +39 389 5440769

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Speciale Castelbuono

Castelbuono, la Città Gentile

Nel cuore del Parco delle Madonie, un modello di turismo enogastronomico d’eccellenza «Per un significativo campione della popolazione mondiale, l’ombelico del mondo si trova esattamente in piazza Margherita, a Castelbuono». Così Roberto Alajmo, in uno splendido testo dal titolo “Castelbuono, la città gentile” edito da Edizioni di Passaggio, dà inizio ad una narrazione divertente e ben documentata sulla piccola cittadina medievale siciliana, capitale dell’antica contea dei Ventimiglia, adagiata in una valle alle pendici del “Colle Milocca” ed inserita nella lussureggiante scenografia naturale dei boschi madoniti.
 Una tesi, questa dell’ombelico del mondo, che nel tempo ha conquistato un numero crescente di nuovi adepti, a giudicare dalla sorprendete crescita dei flussi turistici e dalla soddisfazione con cui questi scoprono e soggiornano nel paese. 22

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Dietro questa trovata narrativa, ottima per un incipit ad effetto, in realtà c’è molto del carattere degli abitanti locali: laboriosi ed orgogliosi all’eccesso, promotori instancabili di un amor proprio e ambasciatori nel mondo delle tipicità castelbuonesi. “Castelbuonesità”, definita da alcuni, quasi una patologia: l’incapacità - soprattutto per gli emigrati - di troncare quel cordone ombelicale con la terra natia e il dovere di continuare a perpetuare, quasi come missione di vita, una lieta litania sulle “prodezze” di un territorio indubbiamente dotato e fiero. Che Castelbuono fosse terra di prodezze 24

Castelbuono si trova nel cuore del Parco delle Madonie, Ente creato nel 1988 per tutelare la varietà faunistica e la rara e preziosa vegetazione presente in Sicilia. Quindici i Comuni, fra mari e monti, che ne fanno parte; centri ricchi di storia ma non solo: ammirando castelli medievali o ruderi romani, infatti, non sarà difficile farsi rapire dall’odore di un formaggio fresco proveniente da una stalla, e magari chiedere un assaggio!

Il fascino delle Madonie sta proprio qui: una natura rigogliosa, una storia millenaria ed una cultura e civiltà contadina ancora viva. Il parco delle Madonie è una meta obbligata per un viaggio nella natura e nelle tradizioni: itinerari, centri visita, educazione ambientale…ed una miriade di manifestazioni nei vari Comuni madoniti. A Castelbuono spicca “Paese DiVino, galà dell’enologia”, un evento da non perdere: un mix di arte, musica e vino che richiama migliaia di appassionati. Si svolge a luglio ed agosto di ogni anno ed è ideata ed organizzata magnificamente dall’Associazione “Amici perBacco”, presieduta da Dario Guarcello e Matteo Turrisi (vice presidente); il sommelier Turrisi (Matteo per gli amici enonauti) è un autentico “winemaker” ed accoglie nella sua “Enoteca dei Desideri enogastronomici”, nei pressi di Piazza Margherita, fedeli “assaggiatori”, conducendoli magistralmente in percorsi degustativi di eccellenze madonite e siciliane, proponendo abbinamenti con vini “ blasonati”, ma anche con vini siciliani di “ nicchia” che spesso si rivelano come delle autentiche sorprese.

Peonia del Parco delle Madonie

e primati, pur in una maniera tutta sua, se n’è avuta significativa avvisaglia con i famosi panettoni, tradizione meneghina eppur reinterpretata con incredibile fortuna nel paese madonita; oppure per la “bizzarra” idea degli asini, che da qualche anno aiutano ogni giorno nella raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta e contribuiscono alla crescente notorietà del centro. Ma chi Castelbuono la conosce, e non solo superficialmente, perché ha avuto modo di apprezzarne anche la prelibata cucina dei ristoranti e soprattutto le straordinarie bellezze artistiche, probabilmente sa che i “primati” castelbuonesi non sono solo quelli che fanno facile mostra di sè nei mass media. Sa anche, ad esempio, che l’imponente castello medievale che dà il nome al paese (“castrum-bonum”), è da qualche anno sede di un apprezzato museo. Un museo “civico”, per l’esattezza, e “civico” soprattutto per il sentimento dei castelbuonesi per il castello (che peraltro novantanni fa lo acquistarono con una “colletta” popolare, una volta finita in rovina la 25


le Eccellenze del Territorio

L’Abbazia Santa Anastasia si estende su una superficie di circa 400 ettari alle pendici del Parco delle Madonie nel comune di Castelbuono (PA), dalle quali in lontananza si scorge il mare con le isole Eolie che vi si distendono solennemente. Fondata da Ruggero d’Altavilla nel XII sec., i monaci dell’Abbazia erano riusciti a fare vino ed olio fin da tempo immemorabile, detti prodotti venivano allora richiesti dalle più importanti mense baronali e vescovili di Sicilia. Per lungo tempo l’Abbazia, retta prima dai monaci Teatini e poi dai Benedettini, fu il centro di maggior interesse culturale e lavorativo della intera zona. Il passare inesorabile dei secoli ha, inevitabilmente, trasformato l’antico maniero in un vero e proprio rudere, con i terreni un tempo rigogliosi e verdeggianti, ridotti ad immense distese sterili, arse ed assolate. Quei terreni, tuttavia, immersi nella macchia mediterranea e con delle condizioni microclimatiche rare, sono tornati, grazie a un profondo e amorevole interesse, a dare frutti di altissima qualità adottando esclusivamente agricoltura biologica e biodinamica. È in questa cornice suggestiva che nascono i vini dell’Abbazia Santa Anastasia, vitigni autoctoni come il Grillo ed il Nero d’Avola e vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Sauvignon Blanc e lo Chardonnay che assumono la tipicità di un territorio unico in Sicilia

caratterizzato dalla macchia mediterranea che li abbraccia, dalle alte temperature diurne e dalle fresche brezze notturne. Oggi l’antico sito dell’Abbazia, immerso in un lussureggiante vigneto, sulle colline che dominano Cefalù e a pochi Km da Castelbuono, è stato trasformata dopo un sapiente restauro, nel Relais Santa Anastasia. Un luogo magico con un panorama mozzafiato che si estende fino alle Isole Eolie. Lo squisito charme della dimora si ritrova anche nelle 29 camere tutte curatissime negli arredi e arricchite dei comfort moderni. L’atmosfera di serenità e relax si respira ovunque e gli ospiti possono scegliere di fermare il tempo nelle sale di lettura e in quella del biliardo, o fare attività all’aria aperta nella piscina con idromassaggio e nei percorsi natura realizzati nel parco di 400 ettari. Inoltre i due ristoranti interni al Relais offrono una cucina eccellente, che utilizza i prodotti della tenuta coltivati biologicamente, serviti in ambienti ricchi di storia e di fascino. Gli ospiti hanno anche la possibilità di degustare i vini della Cantina Abbazia Santa Anastasia e di visitarne i luoghi di produzione. Il bar e una sala meeting per 100 persone completano la struttura. Nei dintorni sentieri trekking e su richiesta possibilità di praticare golf, mountain biking ed equitazione.

ABBAZIA SANTA ANASTASIA S.p.a. 26

info@abbaziasantanastasia.it www.abbaziasantanastasia.it C.da Santa Anastasia – 90013 Castelbuono (PA) (ss.286 Km 3,5 direzione Castelbuono) - Tel: +39 (0)921 671959 - FAX: +39 (0)921 672527 27 (Cantina)

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Abbazia Santa Anastasia, una storia lunga un millennio


Speciale Castelbuono

Foto d’autore Michele Di Donato, castelbuonese d’adozione è un giovane appassionato fotografo, di 43 anni; da quando ne aveva 9 ritrae la sua realtà da fotoamatore. In questi anni ha partecipato e vinto numerosi concorsi e mostre collettive. La prossima mostra, per la quale sono già stati selezionati alcuni scatti, si terrà a Castelbuono dal 31 marzo al 14 aprile prossimo. Predilige il bianconero e fotografa, quasi esclusivamente, in pellicola, che poi sviluppa e stampa da se.

di chiese e monumenti di pregio, sviluppatosi con ordine tutto dinanzi al maestoso Castello trecentesco e sotto la quinta naturale dei boschi madoniti. Un rapporto tra natura e arte costante, che ritorna in ogni aspetto della vita castelbuonese. Nel peso specifico dell’altro museo locale - quello naturalistico - dedicato al grande botanico ottocentesco Francesco Minà Palumbo, sino ad arrivare anche ai festival musicali delle ultime estati, uno sul jazz e l’altro sul rock, che grazie a questo binomio vantano una stupefacente considerazione nazionale. Oppure in tavola, dove l’estro, la qualità, la reinterpretazione della tradizione, sposano le tipicità del contesto naturale, senza internazionalismi o interpretazioni di maniera: solo arte (culinaria)

nobile stirpe dei Ventimiglia). Una capillare raccolta fondi che restituì il castello alla cittadinanza, in primo luogo perché contenitore della splendida cappella barocca con stucchi dei Serpotta e al cui interno regna la sacra reliquia della patrona del paese: “a matri Sant’Anna”. Uno scrigno quindi, ma al tempo stesso una fortezza aperta alla visita museale, che negli anni - anche grazie alle sezioni e alle attività riservate all’arte contemporanea - ha saputo attirare quasi cinquantamila visite ogni anno. La visita all’antico maniero ci dà modo anche di conoscere in anticipo l’evoluzione e la natura attuale del tessuto urbano, grazie ad una sezione didattica dedicata, presentandoci un centro ben conservato e ricco 28

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Speciale Castelbuono

e natura (generosa), mirabilmente amalgamate, che - oltre tutto il resto - diventano motivo in sé per “andare a Castelbuono”. Beninteso: a Castelbuono, e non si legga in modo riduttivo, si va anche solo per mangiare… Oltre il panettone, sana follia di una famiglia magnifica e senza inibizioni, la “testa di turco”, il dolce tipico per eccellenza, oppure il “Risu n’ taanu” (letteralmente “riso in tegame”), altro dolce autoctono che si propone soprattutto a carnevale. E dopo la pasticceria c’è il resto; ed i funghi prima del resto. Dai porcini ai basilischi, i “tartufi” delle Madonie, ancor più preziosi perché rari e fuori stagione, insperati, fondamento di incredibili primi piatti tardo-invernali; o le carni degli animali selvatici, l’olio profumato e i vini biodinamici.

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L’arte pasticcera trova a Castelbuono un esempio di eccellenza ormai di fama internazionale: è quella dei fratelli Fiasconaro che accolgono, durante tutto l’anno, nella loro “bottega” in piazza Margherita, migliaia di estimatori provenienti da tutto il mondo. Quest’anno i fratelli Fiasconaro presentano una novità mondiale: i Panettoni Salutistici, una sfida che hanno già lanciato con due prodotti innovativi, Naturlì e Zerozero Latte. Gli ambasciatori delle dolci eccellenze Siciliane nel mondo, si mettono nuovamente alla prova con l’ultima creazione dolciaria: tra Natura, Bontà e Tradizione nasce il Panettone Biologico: un panettone naturale che rispetta la consolidata ricetta Meneghina, unendo, alla sapiente lavorazione e alla lunga e lenta lievitazione, la scelta di ingredienti di altissima qualità selezionati e provenienti esclusivamente da agricoltura biologica. Quest’ultima si fonda su obiettivi e principi ideati per minimizzare l’impatto umano sull’ambiente e allo stesso tempo permette al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile. Il risultato è un prodotto fresco, dalla ridotta shelf life, disponibile solo per un limitato periodo di tempo.

Un territorio vocato all’eccellenza che, “nomen omen” dicevano i latini, elargisce del buono a tutti gli avventori fiduciosi. E pur se non passa più, oggi, per le strade castelbuonesi, quel fascino a motore, di auto in corsa a contendersi una Targa, resta immutato l’incanto dei nuovi Tazio Nuvolari, più lentamente e con le opportune soste, nel gustarsi questi percorsi pieni di arte, sapori e vita.

Castelbuono ha una tradizione culinaria di tutto rispetto; in particolare gli Chef castelbuonesi sono famosi per i piatti a base di pregiati funghi delle Madonie. Una eccellenza unica al mondo poiché spunta solamente sulle Madonie: è il fungo Basilisco, “il tartufo” dei funghi, con cui i ristoratori di Castelbuono realizzano piatti prelibati, semplicemente da provare. 31


Speciale Speciale Gangi, Gangi, uno uno dei dei Borghi Borghi più più belli belli d’Italia d’Italia

La Banca di Gangi, vicina al territorio per promuovere Valori, Economici, Sociali e culturali responsabile e sostenibile del territorio nel quale la Cassa opera; soddisfare i bisogni finanziari dei soci e dei clienti; ricercare il miglioramento continuo della qualità e della convenienza dei servizi e dei prodotti offerti; produrre utilità e vantaggi; creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci, delle loro famiglie e della comunità locale. La Banca di Credito Cooperativo Mutuo Soccorso Gangi ha 997 soci. La Bcc di Gangi opera, tramite 4 sportelli, nel territorio dell’hinterland madonita, ubicati a: Gangi (sede e ag. di città) in provincia di Palermo, Nicosia in provincia di Enna e Castel di Lucio in provincia di Messina.

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Nel 1959, superato il necessario iter burocratico, l’agognato obiettivo dei soci della Società di Mutuo Soccorso di Gangi diventava realtà: nasceva la Cassa Rurale e Artigiana. Davvero una grande conquista e una bella soddisfazione per i promotori e per i fondatori! Gli scopi che la Cassa si prefiggeva possono essere così sintetizzati: favorire i soci e gli appartenenti alla comunità locale nelle operazioni e nei servizi di banca; perseguire il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovere lo sviluppo della cooperazione; l ‘educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO MUTUO SOCCORSO GANGI sede@gangi.bcc.it Corso Umberto I, 24 - 90024 Gangi (Pa) - Tel. +39 0921 64 41 40 - Fax: +39 0921 64 43 70

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Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Gangi, la capitale delle Alte Madonie Uno dei Borghi più belli d’Italia, scrigno prezioso di Arte e Sapori veri.

Gangi, a picturesque town Madonie, is one of the 202 most beautiful villages of Italy for the urban architect scenery and for its rich cultural tradition. The charming village shows a cascade of houses, pull each on the other from the mountain Maron down to the valley, offering a thrilling sight. 34

Gangi, suggestiva cittadina madonita, insignita, da pochi mesi, tra i 202 Borghi più belli d’Italia per lo scenario urbano e architettonico straordinario e per la sua ricca tradizione di tesori culturali e di tipicità uniche ed autentiche. L’incantevole borgo si presenta con una cascata di case, accostate le une sulle altre che dal monte Marone scendono verso valle, offrendo una vista emozionante, un paesaggio unico al mondo, che spazia a Nord con una vista mozzafiato sull’Etna e a Sud con un panorama immenso che va da Caltanissetta, Monte San Calogero a Termini Imerese. 35


Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Memorie e tradizioni, una festa che promuove Cultura, in uno dei “Borghi più belli d’Italia” Sometimes you come take a different way to promote a site than the usual Town Festival: a way that goes over the simple taste of the typical dish, a way that goes beyond the mere need to see increased visitor numbers to add a percentage to a sterile statistics table of tourist flows. Sometimes, with the combination of different special, “ingredients” you can reach goals higher: and the ingredients are traceable in the presence of an urban and architectural extraordinary and virtually unchanged for centuries, in the presence of a rich cultural tradition and an irrepressible memory of the past, in the the availability of an exceptional human capital that gives for free their own manual and intellectual labor, with the ability to switch on a spark that transform an idea 36

Capita a volte di imbattersi in una maniera diversa di promuovere un luogo rispetto alla solita “sagra” di paese: un modo che va oltre il semplice assaggio del piatto tipico, magari fra sgomitate di turisti e curiosi presi per la gola, un modo che travalica la mera necessità di vedere incrementato il numero di visitatori per aggiungere una percentuale a una sterile tabella di statistica dei flussi turistici. A volte, dalla combinazione di diversi “ingredienti” particolari, si riesce a raggiungere obiettivi decisamente più alti: e gli ingredienti sono rintracciabili nella presenza di uno scenario urbano e architettonico straordinario e praticamente immutato da secoli, nella presenza di una ricca tradizione culturale e di una prorompente memoria del passato, nella disponibilità di un eccezionale capitale umano che in maniera gratuita presta il proprio lavoro manuale e intellettuale, con la capacità di accendere quella scintilla che trasforma un’idea in un evento. A Gangi, nelle Madonie, avviene tutto ciò. 37


Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Nonna Sabatina è certamente fra i maestri pasticceri di Gangi che ha mantenuto gelosamente la ricetta tramandata dai suoi avi. Il Biscottificio Patti infatti nasce a Gangi nel 1948 e fu proprio Nonna Sabatina che diede inizio all’attività per produrre prelibati biscotti originali, con ricette semplici e genuine che sono state tramandate al figlio e oggi al nipote, in un rigoroso rispetto delle tradizioni. Come le “cose buone di casa nostra” i bi­scotti di Patti, non solo mantengono la tipicità tramandata di generazione in generazione, ma la qualità prevale sempre, utilizzando materie prime selezionate, prodotte sulle alte Madonie. Infatti le lavorazioni del Biscottificio Patti seguono le antiche ricette, frutto di una genuina e tradizionale lavorazione artigianale, che ci dona “un buon biscotto dal sapore antico”, oggi sempre più raro. “Nel corso degli anni, abbiamo voluto puntare ad un prodotto di alta qualità, genuino e naturale”

BISCOTTIFICIO PASQUALE PATTI 38

biscottificiopatti@libero.it Via G. Salerno, 1 - 90024 Gangi (PA) - Tel. e Fax 0921.644192

affermano con orgoglio gli eredi di Nonna Sabatina; “da ciò la completa assenza di coloranti e conservanti nei nostri biscotti, sani e naturali: zucchero farina e uova sono gli ingredienti base della maggior parte dei nostri biscotti a cui vengono aggiunti in alcuni le mandorle bianche (pelate) o tostate dei nostri monti e accuratamente selezionate. I biscotti tipici di Patti: • Cucchia, tipico dolce natalizio di Gangi, dolce ripieno di mandorle, zucchero, uva passa e aromi naturali; • Taralle, squisita a colazione e a merenda più gradita se inzuppata nel latte nel caffè o nel thè; • Amaretto, dolce esaltato dal gusto delle mandorle squisito se gustato sorseggiando un liquore; • Turrunettu, il dolce più esclusivo e tradizionale. La base è costituita da mandorla tostata e ricoperta da una dolce patina di neve (zucchero e albume); grande richiesta per il simpatico formato mignon • Il tipico biscotto a “S”, inzuppato nel vino come comanda la tradizione contadina; • Umberti, biscotti fragranti ricchi di aromi naturali; • Frollini al limone, fragranti biscotti dal forte aroma di limone, sono eccezionali accompagnati a liquori dolci. Tutte bontà deliziose, ideali per la colazione e la merenda, ma anche come ottimi fuori pasto, altri con mandorle possono anche precedere un buon bicchiere di liquore.

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Patti, i biscotti e i dolci tipici di Gangi

into an event. At Gangi, in the Madonie, it happens. After one of the many curves on the old “S.S 120 Etna and Madonie” lead from Palermo to Catania through the Madonie, suddenly behind the traveler’s eyes presents a fascinating sight: a cascade of stones, the houses leaning against each on the other that from the summit of a high and isolated mountain down to the valley. With a backdrop of exception: the majestic cone of Mount Etna. It ‘Gangi which shows itself in all its uniqueness: a glance exceptionally rare to capture in Sicily. “Memories and Traditions” is the title of a short trip in the short past of the village - the fifty years, a time with its contradictions, the rural life regulated the modus vivendi of the community - held in Gangi in a summer evening (August 4) between the knowledge of the old trades earthbound, the wisdom of the customs and traditions of families and traditional flavors. Through a careful historical research and the involvement of local people in the role of people in strict clothing of the time,in one of the most characteristic environmental contexts of the village - the vast urban landscape between the castle of Ventimiglia, the church and the town square - has been reconstructed in detail the daily life of that time: the

Attraverso una accurata ricerca storica e con il coinvolgimento degli abitanti del luogo nel ruolo di figuranti in rigoroso abbigliamento dell’epoca, in uno dei contesti ambientali più caratteristici del borgo - l’ampio scenario urbano compreso fra il castello ventimigliano, la chiesa della Catena e la piazza cittadina - è stato ricostruito nei minimi dettagli uno spaccato della vita quotidiana di quel periodo: il lavoro legato alla campagna, la spontaneità del borgo medievale, ben curato ed entrato da appena un anno fra i “Borghi più belli d’Italia”, ancora da lontano si percepisce interamente e in un solo

colpo d’occhio la sua essenza: in alto la parte più antica, una volta racchiusa dalla cinta muraria medievale che si spingeva fino a metà del monte, caratterizzata dal massiccio castello e dalla cupola della chiesa maggiore; poco più sotto il grande vuoto della selva di un convento; in basso la parte residenziale della inevitabile espansione urbana; e infine, isolata ai suoi piedi, la sagoma di uno dei Santuari più singolari della Sicilia. Se poi si passeggia per le antiche vie di Gangi, a mezzogiorno o sul fare della sera, è facile imbattersi in un insieme inebriante di odori: sono i profumi della buona cucina gangitana che come una volta provengono dalle case del borgo, antichi saperi culinari che ancora oggi si trasformano in entusiasmanti sapori. “Memorie e tradizioni” è il titolo di un breve viaggio nel pas39


Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

sato non troppo lontano del borgo – il cinquantennio a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, un’epoca in cui, pur con le sue contraddizioni, la vita agreste regolava il modus vivendi della comunità -, svoltosi a Gangi in una sera d’estate (il 4 agosto) fra i saperi dei vecchi mestieri legati alla terra, la saggezza degli usi e dei costumi delle famiglie e i sapori della tradizione. Attraverso una bambini nei giochi di strada, la memoria orale, le abitudini quotidiane, i momenti che si fanno rito e naturalmente le abitudini gastronomiche ispirate alla civiltà contadina. Un salto di un secolo in cui il visitatore è stato chiamato a partecipare attivamente attraverso l’esperienza diretta. Il percorso ha avuto inizio con la ricostruzione di un “màrcatu” (piazza Valguarnera), il luogo in campagna dove avveniva la produzione del formaggio comprendente tutte le strutture ad essa correlate: focolaio, salatoio, pagliaio e recinti per lo stazionamento e mungitura delle pecore e delle capre. Poco oltre (largo Acquedotto) il visitatore ha potuto gustare i prodotti del màrcatu, i formaggi e la ricotta fresca accompagnati dal pane casereccio, prima di immergersi nella quotidianità di un secolo fa in una delle più suggestive vie del borgo (via Castello): qui ha incontrato le figure che popolavano il borgo, il “viddàno” che tornava dalla campagna con un fascio di legna caricato sulle spalle, il “monaco di cerca” con l’asino, i bambini che giocavano chiassosi in strada, le donne sedute davanti l’uscio di 40

work related to the campaign, the spontaneity of children in street games, oral memory, daily routines, the moments that make the rite and of course the eating customs inspired by the peasant civilization. A jump of a century in which the visitor is invited to actively participate through a direct experience. The journey began with the reconstruction of a “màrcatu” (square Valguarnera), the place in the country where they were making cheese including all structures and outbuildings: salting annexe, barn and fences for parking and milking sheep and goats. A little bit further (largo Acquedotto), the visitors could taste the products of màrcatu, cheese and fresh ricotta cheese with home baked bread, before leaving the everyday life of hundred years ago and arriving in one of the most charming streets of the village (via Castello): here met with the figures that populated the town, the “viddàno” coming back from the campaign with a bundle of firewood loaded on the shoulders, the “Monaco of search” with the donkey, the children playing loud on the street, the women sitting in front of the ‘doorstep grappling with the “tòmbolo” and with embroidery, a group of widows who left the church, the goatherd who sold his milk - the visitors were able to taste - and yet noble women walking,

the keepers of the feud, the “lampionaro” that was about to turn on the lights for oil, with a look to the familiar surroundings of home faithfully replicated, the “frame” for weaving, the housewife intent on making water and flour with a specialty fresh pasta - the “Tagliarini” and various crafts. Just beyond (piano Chain) re-enactment has revived the “’Nzinga”, the various stages of engagement once the formal meeting of the two families and the celebration of pastries, candies green and the typical “cordial.” The Gangi’s tasting savors, after the cheese, continued with the “pasta ccu maccu”, pasta with beans and fennel macco considered one of the most typical dishes of the village, accompanied by a glass of local wine. The route then reserved a gourmet moment for the kitchen of the poor people, but no less tasty: the “pitànze” consisting of intestines and liver of lamb with sweet - and - sour sauce, accompanied by roasted peppers and a delicious caponata made in the traditional manner. Continuing along the evocative streets of the village at sunset, the visitors could enjoy “’u manciàri dà fèsta,” the dish a little ‘richest day of celebration but not everyone could allow, “Maccarrùna ccu Sucu,’ a càrni ‘a sucu ccu col l’ova e patàti “(macaroni with sauce, meat with gravy with

casa alle prese col “tòmbolo” e col ricamo, un gruppo di vedove che uscivano dalla chiesa, il capraio che vendeva il suo latte – di cui i visitatori hanno potuto fare assaggio -, e ancora le nobildonne a passeggio, il soprastante del feudo e i campieri, il “lampionaro” che si apprestava ad accendere i fanali a petrolio,con uno sguardo agli ambienti familiari di casa fedelmente riproposti, il “telaio” per la tessitura, la massaia intenta a preparare con acqua e farina una delle specialità di pasta fresca – i “tagliarìni” - e i vari mestieri. Poco oltre (piano della Catena) la rievocazione ha riproposto la “‘nzìnga”, le varie fasi del fidanzamento di una volta con l’incontro formale delle due famiglie e il festeggiamento a base di dolci, confetti verdi e il tipico “rosòlio”. La degustazione dei sapori di Gangi, dopo i formaggi, è continuata con la “pasta ccu màccu”, pasta col macco di fave e finocchietto considerata uno dei piatti più tipici del borgo, accompagnata da un buon bicchiere di vino locale spillato da piccole botti. Il percorso ha quindi riservato un momento gastronomico di cucina più povera, ma certamente non meno gustosa: le “pitànze” costituite da interiora e fegato di agnello in agrodolce, accompagnate da peperoni arrostiti e da una gustosissima caponata fatta alla maniera tradizionale. 41


Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

eggs and potatoes). The last part of the path (the medieval Course Vitale) has offered to visit some antique shops of the time, re-opened or restored for the occasion, haberdashery, the laboratory of embroiderers and an impressive display of trousseau faithfully reconstructed with furniture and original costumes. The cultural and gastronomic journey has been completed (Piazza del Popolo) with the taste of sweet, ‘a créma”, cakes while a duo of local artists entertained the guests of the village Gangi. Among the comments at the “Memories and traditions” received about three thousand persons - a high percentage of not native and they caught the essence of the manifestation: the novelty, consistency reconstructive and the reception , in addition the situation of Gangi and the good food. Elements that have allowed us to design a guided tour of memories, traditions and authentic cuisine in one of the most beautiful medieval villages of Italy, charming and livable and showing all the charm of hidden. An experience that has turned a bright idea into an event and, who knows, maybe you can also become valid model, a new way of promotion and development.

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Continuando a percorrere le suggestive vie del borgo al calar del sole, il visitatore ha potuto gustare “‘u manciàri da’ fèsta”, il piatto un po’ più ricco del giorno di festa che non tutti potevano permettersi: “maccarrùna ccu sùcu, ‘a càrni ‘a sùcu ccu l’òva e i patàti” (maccheroni col sugo, la carne col sugo col le uova e le patate). L’ultimo tratto del percorso (il medievale Corso Vitale) ha offerto di visitare alcune antiche botteghe dell’epoca, riaperte o ripristinate per l’occasione, merceria, il laboratorio delle ricamatrici e una suggestiva esposizione di corredo da sposa fedelmente ricostruite con arredi e costumi originali. Il suggestivo percorso gastronomico e culturale è stato completato (Piazza del Popolo) con l’assaggio dei dolci, “’a créma”, i dolcetti e il rosòlio, mentre un duo di artisti locali di musica etno-popolare ha intrattenuto gli ospiti del borgo di Gangi. Fra i commenti alla manifestazione “Memorie e tradizioni” raccolti fra le circa tremila presenze – un’alta percentuale delle quali non indigena – se ne distinguono tre in particolare che ne hanno colto l’essenza: la novità, la coerenza ricostruttiva e l’accoglienza, oltre naturalmente al luogo e al buon cibo. Elementi che hanno permesso di ideare un percorso guidato alla scoperta di memorie, tradizioni e genuina gastronomia all’interno di uno dei borghi medievali più belli d’Italia, affascinante e vivibile e che mostra tutto il fascino dell’Italia nascosta. Una esperienza che ha trasformato una brillante idea in un evento e che, chissà, potrà magari diventare anche valido modello, un modo nuovo di intendere promozione e sviluppo. Salvatore Farinella

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Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

Prodotta in un piccolo caseificio artigianale, con latte vaccino, ovino e caprino. La Provola delle Madonie di Casa Barreca, è una rarità, un formaggio a pasta filata ottenuto dalla lavorazione di latte crudo vaccino e in piccole percentuali ovicaprino. Questa è la principale caratteristica che ne fa un prodotto di nicchia e di eccellenza. Trattandosi di formaggio ottenuto da latte crudo è molto delicato perchè contiene tutte le caratteristiche dell’alimentazione dell’animale, costituendo un prodotto unico e variabile stagionalmen-

te, in relazione al tipo di alimentazione. Avrà quindi un colore più giallo intenso nel periodo primaverile con nutrimenti di foraggi freschi, ricchi di caroteni e di particolari essenze tipiche dei pascoli madoniti, sarà invece più chiara la colorazione che assume il prodotto durante il periodo invernale quando gli animali sono nutriti con foraggi secchi. In entrambi i casi si potrà percepire la genuinità e la bontà del prodotto che nasce a più di mille metri sul livello del mare, in paesi per fortuna ancora salubri e pieni di ricchezze naturali ed artistiche.

AZIENDA AGRICOLA BARRECA VINCENZO di Maria Barreca marilinabar@libero.it 44

C.da Abbate - Geraci Siculo (PA) - Tel. +39 0921 643721

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Azienda Agricola Barreca e la Provola delle Madonie, un capolavoro d’arte casearia


Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

A long career long, bright as his paintings, lasted 83 anni. ll first picture he painted in 1918 at ‘the age of nine, the’ last in 2001, two days before his death. In eithythree years of successful and continuous artistic activities, he painted an efflorescence of precious works: paintings, tempera, oils, charcoal, ink, a crescendo of experiences all dedicated to his loved Sicily. Gianbecchina the big old man of painting, died at 92 years, his real name is Giovanni Becchina, the youngest of five brothers and sisters in the family of a poor shoemaker in Sambuca di Sicilia. In the village, as in all the centers of the ‘hinterland, where even the rich are poor, it does the best for not dieing. There is so much work but run short money. So, Master Audenzio decided to emigrate with his wife Calogera and four children. The fifth, Giovannino, was leaving to thebrothers -in-law Mariantonia and Michele Guzzardo, wealthy and childless. Suddenly the child found attention, but is desperately alone. He looks around and does not find the joyous confusion of the litter, now an ocean away. Grows alone and introverted, observing the changes of the Nature, the skill of the craftsmen, the sweat of the peasants, the whims of the animals, the miracle of life, in the face of misery. So became Gianbecchina, the painter who gives us those keys and the movements captured by eye and immediately stored in his memory. A few years later he 46

Giambecchina, artista longevo Cittadino Onorario di Gangi

Una lunga carriera, lunga e luminosa come i suoi dipinti, durata ben 83 anni.ll primo quadro lo ha dipinto nel 1918 all’ età di nove anni, l’ ultimo nel 2001, due giorni prima di morire. In ottantatreanni di proficua ed incessante attività artistica, ha dipinto una efflorescenza di preziose opere: acquerelli, tempere, oli, carboncini, china, un crescendo di esperienze tutte dedicate alla sua amata Sicilia. Gianbecchina il grande vecchio della pittura, morto a 92 anni, all’anagrafe è Giovanni Becchina, ultimo di cinque fratelli nella povera famiglia di un calzolaio di Sambuca di Sicilia. Nel paese, come in tutti i centri dell’ entroterra, dove anche i ricchi sono poveracci, si campa per non morire. Lavoro 47


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ce n’ è tanto ma di soldi ne girano pochi. Così, come al tempo fan tutti, mastro Audenzio decide di emigrare con la moglie Calogera e quattro figli. Il quinto, Giovannino, lo lascia ai cognati Mariantonia e Michele Guzzardo, benestanti e senza prole. Il bambino si ritrova all’ improvviso ricolmo di attenzioni, ma disperatamente solo. Si guarda intorno e non ritrova la gioiosa confusione della nidiata, oramai lontana un oceano. Cresce solo e introverso il piccolo, osservando le mutazioni della natura, l’abilità degli artigiani, il sudore dei contadini, le bizze degli animali, il miracolo della vita che si rigenera minuto dopo minuto, alla faccia della miseria. Diventa così Gianbecchina, il pittore che ci restituisce quelle tonalità e quei movimenti catturati dagli occhi e subito ammassati nella sua memoria. Qualche anno dopo avrebbe scritto: «Materia della mia pittura è la terra siciliana nella quale respiro quando vago tra i campi biondi di messi oltre le distese viola di sulla, oppure riposo all’ ombra degli ulivi d’ argento o contemplo l’ azzurro profondo del cielo e del mare. In questa terra io non cerco idillico rifugio, ma vado scoprendo la misura e la bellezza della Grecia pagana, la tenacia degli arabi, l’ intraprendenza dei normanni, l’ esuberanza degli spagnoli, la somma dei caratteri che costituiscono il nostro popolo. Cerco soprattutto nella fatica quotidiana degli uomini, nello sguardo delle madri, nel sorriso dei bambini, l’ eredità antica della civiltà contadina che va scomparendo...

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wrote: “The subject of my painting is the Sicilian country that I breath when I cruise between the blond fields or when I sleep on a shade of the olive trees colors silver or when I contemplate the deep blue of the sky and the sea. In this land, I don’t search idyllic refuge, but I want to discover the size and beauty of pagan Greece, the tenacity of the Arabs, the Normans’ s initiative, the Spanish’s exuberance, the sum of the characters that do our people. Looking specially for the daily effort of the men, for the eyes of the mothers, for the laughter of children, for the ‘ancient heritage of rural culture that is disappearing ... This wisdom of an ancient civilization is the subject of my life. In this land that suffers and lives in the space of every season belong to my colors.“ And in the paintings of the artist relive that

light, the tones and gestures, now supplanted by the hole of ozone or machines that have toke everything to the men of the fields and shops. Gianbecchina, is a peasant among peasants and creates masterpieces such as the paintings dedicated to the threshing of wheat with mules, is a miner among the miners, earthquake victim among the earthquake victims, innocent among children and painful for women. I was on the place just after the terrible days of the Belice’s earthquake and I was on the place one yaer after for the anniversary with Sergio Zavoli, Guttuso and many others. With only two colors that can be found in the barracks, black and red, painted on the sheet that becomes the symbol of heartache . “The stones of Gibellina”are crying , writes us... Gianbecchina goes also in the place of important and “famous” murders and stay among the people threatened by ‘Etna in’ eruption in 1971, all together with the ‘lifelong friend, Franco Grasso, and journalist Mario Farinella, writer of the discomfort of “L’ Ora.” A civil commitment to be the painter, which comes from his rural origins and from experience in Milan and Rome with friends “Corrente”, a group of young artists, many Sicilians, that in the forty year take at the center of their art the people’s suffering, the horrors of war and faces and bodies of men and women “normal” liberated from fascist rhetoric. This period was

Questa saggezza di una civiltà millenaria è la materia del mio canto. A questa terra che soffre e che vive nel volgere di ogni stagione appartengono i miei colori». E nelle tele dell’ artista rivivono quella luce, quelle tonalità e quei gesti, ormai soppiantati dal buco dell’ ozono o dai macchinari che hanno scalzato gli uomini dai campi, dalle trazzere e dalle botteghe. Gianbecchina, si fa contadino tra i contadini e realizza capolavori come le tele dedicate alla battitura del grano con i muli, minatore tra i minatori, terremotato tra i terremotati, innocente tra i bambini e dolente tra le donne. C’è nel Belice nei giorni terribili del terremoto e c’ è ancora l’ anno dopo alla veglia dell’ anniversario, con Sergio Zavoli, Renato Guttuso e tanti altri. Con gli unici due colori che riesce a trovare nelle baracche, il nero e il rosso, dipinge il lenzuolo che diventa il simbolo del dolore. “Gridano le pietre di Gibellina”, ci scrive... Gianbecchina è anche nei luoghi dei capipopolo assassinati e tra la gente minacciata dall’ Etna nell’ eruzione del 1971, insieme all’ amico di una vita, Franco Grasso, e al giornalista Mario Farinella, cantore del disagio su “L’ Ora”. Un impegno civile, quello del pittore, che deriva dalle sue origini contadine e dall’ esperienza maturata a Milano e Roma con gli amici di “Corrente”, un gruppo di giovani artisti, molti sono siciliani, che negli anni Quaranta mettono al centro della loro arte la sofferenza della gente, gli orrori della guerra e facce e corpi di uomini e di donne “normali” liberati dalla retorica fascista. Di questo periodo è il quadro “La fidanzata”, il ritratto della moglie-compagna Maria Marino, dipinto a memoria al Nord con i pennelli sospinti dalla nostalgia. Questa figura esile, è di una modernità assoluta, a raffronto delle virago raffigurate dai pittori di regime. Come scrive Tanino Bonifacio, curatore di mitiche mostre del Giambecchina, mentre 49


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nell’ Italia del dopoguerra si fronteggiano in modo feroce figurativi e astrattisti, il maestro di Sambuca “Zambut” inventa una terza via, “Il realismo poetico”. Quella che Guttuso chiama “La terrestre poeticità di Gianbecchina”. Come era finito a Roma e Milano l’ artista? Riprendiamo le file da quell’ infanzia di solitudine. Gli screzi cominciano presto con i parenti adottivi. Quando lo zio decide che il giovane deve diventare un tecnico agrario è la rottura. Il giovane, ormai Gianbecchina per sempre, lascia Sambuca e va a Palermo per seguire le scuole artistiche. Diventa allievo di Pippo Rizzo, il grande pittore futurista, che ne forgia l’ estro. Nel capoluogo frequenta il gruppo dei quattro, Guttuso e compagni, che gli contagiano il virus dell’ esplorazione alla ricerca di nuove strade. Dopo le esperienze nordiche torna in Sicilia, riprende il suo cammino nelle campagne ancora assolate, ancora animate da braccianti e animali, ancora abbagliati da quella luce antica. In una delle otto sezioni espositive ci sono i quadri del periodo astratto. Ma anche qui è una sorta di seconda via dell’ informale: nel flusso di colori in movimento si intravedono gli immancabili campi di grano proiettati in un gorgo e qualche ombra umana. In un’ altra sezione ci sono le opere religiose, quelle che talora l’ artista fa su commissione. Come a voler rappresentare l’ espulsione della gente dalle campagne, così la terra ritrova un senso solo nella sacralità dei luoghi eletti. Ci sono ancora due parentesi da chiudere. Quella dei familiari negli States. Nel 1960 Gianbecchina, ormai cinquantenne, si imbarca sulla motonave Leonardo da Vinci per andare a New York dove deve esporre le sue opere all’ Hilton. Nella gran50

painting “girlfriend”, the portrait of his wife-partner Maria Marino, painted a memory in the North with brushes driven by the nostalgy. This slender figure, is absolutly modern, a comparison of the virago depicted by the painters of the regime. As writes Tanino Bonifacio, curator of exhibitions at the legendary Giambecchina, while in the post-war Italy the painters of figures and abstract confront each other , the master of Sambuca “Zambut” invented a third way, “The poetic realism”. What Guttuso called “The earth poetry of Gianbecchina.” How was the artist in Rome and Milan? We take againt the line of his loneliness childhood. The disagreements begin soon with the adoptive parents. When his uncle decides that the young must become an agricultural engineer, there was breaking. The young man, now Gianbecchina, leaves Sambuca and goes to Palermo to follow the art schools. Become a student of Pippo Rizzo, the great futurist painter, who forged the ‘inspiration. In the capital hang around with the Group of Four, Guttuso and his companions, that infect the virus of the exploration to the search of new roads. After the Nordic experiences go back to Sicily and take again his walk in the countryside still sunny, still animated by laborers and animals, still dazzled by the special light. In one of the eight sections of the exhibition they are paintings of the abstract period. But here is a sort of second life of the informal. In the flow of colors

in movement it is possible to notice fields of mill and some human shadows. In another section, there are other religious works, that sometimes the’ artist pains because commissioned. As if to represent the ‘expulsion of people from the countryside, so the earth finds meaning only in the sanctity of the places chosen. There are still two brackets to close. That of their families in the United States. In 1960 Gianbecchina, now fifty years old, he boarded the ship Leonardo da Vinci to go to New York where he has to show his work at ‘Hilton. In the Big Apple find about 59 members of his family as bothers, grandchildren and great-grandchildren. Hugs and tears. He said that during the voyage he convinced the captain to exhibit the paintings in the halls destinated to the American exhibition. Many compliments, but perhaps not enough ... And here we are all ‘other question suspended: the two paintings bridge’ of the entire work: the first, an oil on wood, depicting a companion of elementary school, the last, picture with pencil drawing on paper, a woman in years bloom and old age. Symbol of a time that you start to end. As of the time of the master, but suffered long, heady and rich, especially “varies Humanity”, the one with the “U” maioscola of his beloved island, formed by a stragarande majority of decent people.

de mela ritroverà 59 parenti tra fratelli, nipoti e pronipoti. Abbracci e lacrime. Ai consanguinei ritrovati racconta che durante la traversata, il capitano lo ha convinto a esporre nei saloni le tele destinate all’ esposizione americana. Molti complimenti, ma forse non basta... Ed eccoci all’ altra questione sospesa: i due dipinti ponte dell’ intera opera: il primo, un olio su legno, ritrae un compagno delle elementari; l’ ultimo, disegno a matita su carta, una donna negli anni fioriti e nella vecchiaia. Simbolo di un tempo che si avvia alla fine. Come il tempo del maestro, sofferto ma lungo, inebriante e ricchissimo, soprattutto di “varia Umanità”, quella con la “U” maioscola della sua amatissima Isola, formata da una stragarande maggioranza di persone perbene. Tano Gullo (Rebubblica 12 dic 07 - ed. Palermo)

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Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Tesori d’arte religiosi, da visitare meditando The history of Gangi is lost in the magic of myth, with the founding of the city of Engyon in 1200 BC., built by some Cretans coming in Sicily following Minos because he was searching Daedalus and then the story goes through the different dominations until arriving to the Norman Epoch. The events of Gangi from the middle of the thirteenth century until 1625, are tied to the events of the Lords of Ventimiglia Gangi and Geraci. The fifteenth and sixteenth centuries were periods of great social and cultural revolution: in fact, during these centuries the village , enclosed by a wall until the thirty century, the population was increasing so much that the population had to live outside of the circuit of the wall, making it the most populated town in the high Madonie. In this period are transformed several churches and others are built new for the urban settlement nuclei. It The “Zoppo di Gangi” conferms it importance. The Zoppo do Gangi is the pseudonym of two contemporary artists Vazzano Gaspare 52

La storia di Gangi si perde nell’incanto del mito, con la fondazione della città di Engyon nel 1200 a.C., ad opera di alcuni Cretesi venuti in Sicilia a seguito di Minosse alla ricerca di Dedalo. La lunga odissea della sua storia, passa attraverso le diverse dominazioni della Sicilia, giungendo fino all’epoca Normanna. Le vicende di Gangi, dalla metà del XIII secolo fino al 1625, sono legate alle vita dei Ventimiglia, signori di Gangi e Geraci Siculo. Il Cinquecento ed il Seicento sono periodi di grande evoluzione sul piano sociale e culturale: durante questi secoli infatti il borgo, racchiuso da una cinta muraria fin dal Trecento, si amplia notevolmente superando il circuito delle mura e aumentando considerevolmente i suoi abitanti, divenendo il più popoloso borgo delle alte Madonie. In questo periodo vengono trasformate diverse chiese in autentici tesori d’Arte Sacra. e altre vengono costruite ex novo determinando nuovi nuclei insediativi urbani. Si afferma lo “Zoppo di Gangi”, pseudonimo dei due artisti contemporanei Gaspare 53


Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

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Il Ristorante Divino Un locale “Di-Vino” tra i più rinomati delle Alte Madonie, dove vini top e buona tavola si sposano con i sapori veri. Il Divino Ristorante di Contrada Marangolo a Gangi è un posto dove, assieme agli aromi della buona cucina locale, si può respirare l’aria di luoghi incantati, con panorami mozzafiato immersi nel cuore delle Madonie; in uno dei Borghi più belli d’Italia, troverai sapori veri, convivialità e un forte legame con il territorio e le sue peculiarità gastronomiche. Il Divino offre un’accogliente sala in stile moderno curata nell’arredamento e nella scelta dei colori, un ambiente ideale per festeggiare ricorrenze particolari e passare una serata piacevole con gli amici, gustando esclusivamente prodotti locali, pizze cotte al forno a legna e vini delle migliori cantine Siciliane.

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Vazzano e Giuseppe Salerno che molto hanno influito sulla cultura figurativa pittorica del manierismo e della controriforma in gran parte della Sicilia e delle Madonie, dove hanno lasciato numerose opere. La Chiesa Madre sorge nella piazza del paese ed è intitolata a S. Nicolò di Bari. Oggi è collegata con l’imponente torre detta dei Ventimiglia che, con le sue arcate, fa da vestibolo all’ingresso principale dell’edificio; un tempo però le due strutture erano separate e l’antica torre, oggi campanile della chiesa, svolgeva la funzione di torre civica. La chiesa Madre sorse nel XIV secolo con lo stesso titolo di S. Nicolò; a quell’epoca era formata da una sola navata e da un transetto sul quale si attestavano tre cappelle absidate. Nel corso del XVI e XVII secolo subì le prime trasformazioni che portarono all’allungamento del vano fino alla torre e all’ampliamento che consentì di creare tre navate. All’interno della chiesa è possibile ammirare il Giudizio Universale, capolavoro di Giuseppe Salerno (detto lo Zoppo di Gangi) le statue lignee di San Gaetano di Tiene, Sant’Eligio, San Luigi, San Vincenzo Ferreri, San Domenico, tutte opere attribuite allo scultore gangitano Filippo Quattrocchi, mentre il San Nicola di Bari, dell’altare maggiore del 1661, è opera di Scipione Li Volsi.

and Giuseppe Salerno which have greatly influenced the figurative painting of Mannerism and the Counter-Reformation in most part of Sicily and the Madonie, where they left numerous works. La Chiesa del Monte and the convent are called so because built on a large square in the peak of Monte Marone. The particular church is adjacent to the ‘ancient Castle of the Ventimiglia. the entrance to the church, Piazza Valguarnera, is decorated with an artistic stone portal, with Ionic capitals dating back to 1700, in the center of the square stands the bronze monument, dedicated to Madonna Immacolate, work of Father Alberto Farina illustrious artist of Gangi. The door of the Church is madeup of two panels in bronze by a talented sculptor of Gangi, Antonino Salvo, representing scenes from the life of St. Francis. The Church consists of has a single nave, to which must be added the vestry, the choir , nearby the presbytery, and the chapel recently built near the entrance. On the Altar, you can admire the masterpiece of the painter P. Anthonio Jerone the Dogma of the Immacolate that in 1951 was donated to the convent of Gangi, express wish of the ‘author.

Ristorante DIVINO divinoristorante@libero.it www.ristorantedivino.eu C.da Marangol snc - Gangi (PA) - Tel. +39 0921501104 - +39 3488594769 - GPS 37” 79’ 71.21” N - 14” 20’ 58.15” E

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Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Il Palazzo Bongiorno gioiello delle Madonie

The Palazzo Bongiorno, is one of the most beautiful eighteenth-century architecture of the Madonie. Since 1967 the edifice was acquired by the town of Gangi, making it the official seating; and nowadays is the place of the communal Council. The construction of the palatial home of Bongiorno, barons of Cacchiamo and marquis of Eschifaldo, began around 1754/55 by Baron Francesco Benedetto,by a project of the bother architect Felice Gandolfo. 56

Il Palazzo Bongiorno, è una delle strutture più belle di architettura settecentesca delle Madonie. Dal 1967 l’edificio è stato acquistato dal Comune di Gangi, che ne ha fatto la sua sede di rappresentanza, ed ospita la sala dove si svolge il Consiglio comunale. La costruzione della suntuosa abitazione dei Bongiorno, baroni di Cacchiamo e marchesi di Eschifaldo, venne iniziata intorno al 1754/55 dal Barone Francesco Benedetto, su progetto del fratello architetto Gandolfo Felice.

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Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Il Castello di Gangi la Torre dei Ventimiglia il Palazzo Comunale Il Castello di Gangi sorge nella prima metà del XIV sec. per volere di Francesco I Ventimiglia, Conte di Geraci. Appartenne alle famiglie Ventimiglia, Graffeo e Valguarnera. Nel corso del Seicento l’antico maniero subì numerose trasformazioni che lo resero più palazzo che castello. Successivamente l’edificio rimase in stato di abbandono, utilizzato come carcere, finché non entrò in possesso della famiglia Milletarì la quale, ancora oggi ne mantiene la proprietà ma solo di una parte, essendo la rimanente ritornata in possesso di un ramo cadetto della famiglia Ventimiglia. La facciata del prospetto principale che volge a sudovest, sulla piazza Valguarnera è compresa su due vecchie torri rimaneggiate ed è ornata da un ampio portone a bugne. Il piano nobile presenta una lunga fila di 58

The Castello di Gangi is built on the first half of the fourteenth century wanted by Francesco Ventimiglia I, Count of Geraci. Belonged to families Ventimiglia, Graffeo and Valguarnera. In the course of the seventeenth century and the ‘ancient castle underwent many changes that made more palace like castle. Subsequently, the building remained in a state of neglect, used as a jail until it came in possession of the family Milletarì which today still retains ownership but only of one part, the remainder being returned to the possession of a branch of the family Ventimiglia. The nobile floor has a long row of balconies with wrought iron railings. The north side of the ‘building looks out of sheer Avenue of Remembrance.

The Tower of Ventimiglia is an architectural structure GothicNorman. On the eastern side is attached to the front elevation of the Mother Church of which it is the bell tower. Originally it was the old feudal tower of Ventimiglia built by Francessco I in 1337. In 1530 he was given to the Knights of Malta and in 1560, when the parish moved from the church della Catena to the church of S. Sebastian (at the Mother Church), was converted into a bell tower. The tower is square-shaped, threelevel, supported by four pillars, forming a porch. Palazzo Comunale, was founded in 1800, the main facade with the prospectus in Venetian style, overlooking the Piazza del Popolo, in the center is marked an elegant tower characterized down by a loggia where wereplaced a marble plaque with the names of those who died in World War I and a bronze statue of Victory. Above the loggia a marly escutcheon with a emblazon of Gangi. The tower closes with a clock and a battlement.

balconi con ringhiere in ferro battuto. Il versante nord dell’edificio s’affaccia a strapiombo su Viale delle Rimembranze. La Torre dei Ventimiglia è una struttura architettonica di stile goticonormanno. Sul lato orientale è attaccata alla facciata di prospetto della Chiesa Madre della quale costituisce la torre campanaria . In origine fu l’antica torre feudale dei Ventimiglia fatta costruire, secondo alcune fonti di archivio, da Francesco I nel 1337. Nel 1530 fu assegnata ai Cavalieri di Malta e nel 1560, quando la parrocchia si trasferì dalla chiesa della Catena a quella di S. Sebastiano (presso la Chiesa Madre), fu trasformata in torre campanaria. La torre è di forma quadrata, a tre livelli, sostenuta da quattro pilastri, formanti un portico.

Il Palazzo Comunale, sede del Municipio, è sorto nel 1800; la facciata principale con prospetto in stile veneziano, che si affaccia sulla Piazza del Popolo è segnata al centro da una elegante torretta caratterizzata in basso da una loggetta dove sono collocate una lapide marmorea con incisi i nomi dei caduti nella prima guerra mondiale e una statua bronzea della Vittoria. Sopra la loggetta uno scudo marmoreo con il logo di Gangi, un Minotauro alla fonte, e da un’edicola con un bassorilievo dell’Assunta, copatrona di Gangi. La torretta si chiude con un orologio ed una merlatura. 59


Speciale Gangi, uno dei Borghi più belli d’Italia

Il Museo Civico percorsi culturali e didattici

Il Museo Civico istituito nel 1958 è stato riaperto al pubblico dal 1995 in uno dei più belli ed antichi palazzi del paese, l’ottocentesco palazzo Sgadari. Distribuito su quattro sale, il Museo è articolato in una sezione didattica dove sono esposti vasi indigeni, attici, corinzi, terracotte figurate ed oggetti metallici di incerta provenienza ed in una sezione topografica dove sono esposti i materiali archeologici che provengono da due anonimi centri antichi presenti nel territorio di Gangi. Dal Monte Alburchia provengono elementi architettonici, terracotte figurate arcaiche, materiali ceramici di età ellenistica e materiali di tradizione punica. 60

the Hellenistic period. The field topography, placed in the fourth room, takes care of an old question in today not yet resolved that means the identification of the Alburchi Mount with ancient Enghion Cretan town mentioned by Diodorus Siculus. On the mountain Alburchia, located about seven kilometers from Gangi in 1958 were conducted excavations that have been permitted identify walls dating from the fourth and fifth centuries BC. The Museum was established in 1958 reopened to the public since 1995 in one of the most beautiful and historical buildings in the country, the ‘nineteenthcentury palace Sgadari. Distribuito in four rooms, the Museum is divided in an educational section where displays native, Attican and Corinthian jars, figured earthenware and metal objects with unknown origin; the topographic section which displays archaeological materials that come from two anonymous antique centers in the area of Gangi. From MonteAlburchia come architectural elements, figured archaic terracotta, ceramic of hellenistic epoch and materials of the punic tradition The first three rooms offer the visitor an overview about the prehistory and protostory. In the widows there are stored indigenous objects like t three lobes vase. One room accommodates six transport amphorae from

Dall’insediamento rurale di Gangivecchio provengono alcuni reperti che ne attestano la frequentazione tra il I ed il IV sec. d.C.. Le prime tre sale propongono al visitatore un excursus riguardo la preistoria e la protostoria. Nelle vetrine sono conservate oggetti di fattura indigena tra cui spicca una brocca trilobata. Una sala accoglie sei anfore da trasporto di epoca ellenistica. Il settore topografico, sistemato nella quarta sala, si occupa di una vecchia questione ancora oggi non risolta e cioè l’identificazione del monte Alburchia con l’antica Enghion la città di fondazione cretese citata da Diodoro Siculo. Sul monte Alburchia, sito a circa sette chilometri da Gangi, nel 1958 sono stati condotti degli scavi che hanno permesso di individuare strutture murarie databili tra il IV ed il V secolo a.C.

Ringraziamo per la collaborazione lo Studio fotografico dei F.lli Dinolfo e La Nuova Posta di Gangi (PA)

Corso Umberto I°, 47 - Gangi - Tel. 0921.589315 fratellidinolfo@tiscali.it

Via Lombardia, 34 - Tel. 0921.501109 - Fax 0921.501282 gangi@lanuovaposta.it 61


Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

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Casalvecchio, un’oasi di pace nelle Gole di Tiberio In una splendida vallata che da Gangi, Geraci Siculo, porta a San Mauro Castelverde, chiamata anche la Valle dei fiumi del Raino, Calabrò e Pollina, l’Agriturismo Casalvecchio è una sosta obbligata per chi cerca momenti veri di assoluto relax nella pace di una natura ed un paesaggio delle Alte Madonie. Dal latino “Casa Veteri”, Casalvecchio è un antico casale dell’800, classica masseria siciliana, ampliata e ristrutturata con grande cura, rispettando perfettamente la sua originalità; sono state ricavate otto

questa è la loro mission che da anni caparbiamente stanno portando avanti. Il cuore dell’agriturismo lo si trova in cucina, dove Salvina, vero talento artistico, cucina come dipinge, con grande amore e passione per le tradizioni ed i cibi genuini, ricette tramandate da nonna e mamma e gelosamente custodite. Un piatto per tutti, che subito ti innebria per la sua semplicità, è la “pasta con i tenerumi” con le cime di zucca cotte con l’aggiunta di un pò di acciuga e un cuc-

accoglienti camere, tutte con ampio bagno e vista in un paesaggio di una vallata sempre verde, in una natura talmente incontaminata che, non solo si deve fotografare, ma ti viene una gran voglia di... dipengerla, per fissare così un ricordo indelebile di un soggiorno magico ed emozionante. Fautori di tanto amore per il territorio, sono Salvina e Carmelo Giunta che, nel 2007, l’hanno aperto al pubblico dei “cultori” della natura incontaminata. “Vogliamo rivalutare l’autentica Civiltà contadina attraverso la valorizzazione dei Saperi e Sapori”

chiaio di “vera sprumuta di olive”, rigorosamente della casa. Citiamo solo alcune prelibatezze: la pasta con il finocchietto spontaneo, col macco di fave... piatti della migliore tradizione madonita, con ingredienti colti al momento nel curatissimo orto di “Casa Giunta”, curato dal “grande” Carmelo, di grande generosità ed impegno civico. Qui si respira aria pura ma si coltiva “genuinamente” anche il senso dell’ospitalità siciliana, quella con la “O” maiuscola che, unica al mondo, ti fa veramente sentire a casa tua.

AGRITURISMO CASALVECCHIO di Carmelo Giunta 62

casalvecchiogeraci@libero.it www.casalvecchiogeraci.it C.da Montededaro - SP 60, km 26 - Geraci Siculo(PA) - Tel. 0921 645885 - 339 4457038

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Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

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Agriturismo Gelso, sapori unici e salubre relax nelle Madonie Alle pendici delle Alte Madonie, a soli 15Km dall’uscita Tremonzelli della A19, spicca l’Agriturismo Gelso, un’Azienda agricola ad alta vocazione biologica; si coltivano ortaggi destinati all’ottima cucina tradizionale siciliana di “Casa Gelso”, gestita direttamente dai coniugi Timm e Claudio Ventimiglia. Completano la proprietà alberi d’olivo, frutteti e vigneti, i cui pregiati frutti diventano olio genuino, marmellate fatte in casa e, dal piccolo vigneto, un raro vino rosso “del contadino”, esclusivo per la tavola dell’agriturismo e ricercatissimo dagli appassionati. Il tutto rigorosamente bio. Nel palmento centenario, adibito alla produzione di vino, si trova la sala Ristorante. Gli ospiti vengono accolti in una antica casa ristrutturata, con quattro camere complete di bagno, riscaldamento e terrazzo; la colazione viene servita in un ambiente adiacente, tutto finestrato, con vista nel dolce paesaggio collinare madonita. Un parco giochi per bambini, solarium e ampie zone ombreggiate da grandi alberi di mandorlo, arricchiscono una struttura familiare che esprime l’autentica, migliore, “vera” ospitalità siciliana e madonita.

AGRITURISMO GELSO, azienda agricola di Lisa Ventimiglia 64

infotiscali@agriturismogelso.it www.agriturismogelso.it C.da Catalani - Castellana Sicula (PA) - Tel. +39 0921642310 - 3406191334 - GPS 37” 48’ 06.85” N - 14” 02’ 10.41” E

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Speciale Alte Madonie, Castellana Sicula

Castellana Sicula, un paese ricco di dolci sapori

In the Madonie’s protected Park exists a village perfectly mounted that conserves with care the authenticity of its own places and preserves the harmony between nature and traditions. Castellana Sicula is the gate of the Madonie’s Natural and regional Park. Its landform is varied, there is flat country like at 750 m alt. until 1000m alt where there is Nociazzi.The first high class house built in Castellana was Casina Rossi, a little castle ordered by the abbot Andrea Figlia of Petralia Sottana and used by him like a vacation destination in the summer. 66

Nella riserva protetta delle Madonie è perfettamente incastonato un paese che conserva con cura la genuinità dei suoi luoghi e preserva la perfetta simbiosi tra natura e tradizioni. Castellana Sicula apre le porte al Parco Naturale regionale delle Madonie. Il suo territorio è estremamente variegato, si passa da aree pianeggianti come i 765 mt. sul livello del mare di Castellana centro ai 1000 mt. circa della sua frazione d’alta quota, Nociazzi. La prima abitazione signorile costruita a Castellana fu Casina Rossi, una palazzina a forma di castello, commissionata dall’abate Andrea Figlia da Petralia Sottana e utilizzata in estate come luogo di villeggiatura. 67


Speciale Alte Madonie, Castellana Sicula

Nociazzi è la frazione d’alta quota della quale è possibile ammirare, nella sua interezza, il panorama Castellanese. Il borgo montano, caratterizzato da venule che si intrecciano in un assetto urbano arcaico, è suddiviso in due parti: Nociazzi superiore che ospita diverse aree attrezzate, mete predilette dei turisti della Domenica e Nociazzi inferiore nel quale si sviluppa il piccolo centro urbano. abitato da poco più di duecento persone. A Nociazzi si erge uno dei più importanti edifici, Mulino Petrolito, costruito con la particolare pietra locale di un bel colore grigio-rosa, coperto da una struttura lignea ad una sola falda ricoperta di coppi. Il manufatto si sviluppa su due livelli: quello inferiore, coperto da una volte a botte, in conci di pietra squadrata, che contiene la ruota idraulica; il livello superiore, pur essendo un unico vano indiviso, che si articola in spazi a diverse quote con destinazioni d’uso differenti. La struttura veniva utilizzata per la macinatura del grano, da cui si ricavava la farina per produrre il pane e la crusca per nutrire gli animali. Una sosta in uno dei panifici locali consentirà anche al viaggiatore più frettoloso di 68

Nociazzi is a high altitude community, from this part it is possible to admire at 360° the view of Castellana Sicula. It is a mountain village characterized by path that interlace itself in an archaic urban organisation. Nociazzi is divides in 2 parts. Nocciazzi superior has area equipped to receive the guests on Sunday; Nociazzi inferior is a little urban centre with about 200 people. At Nociazzi pick up one of the most important edifice, Mulino Petrolito, built with the characteristic stone colour grey-pink, covered with a wooden structure with only a slope roof tile. It is a 2 levels structure: the inferior level has a hydraulic wheel; the superior level is a unique room with different spaces. The Mulino Petrolito was used to mill the durum wheat to produce the bread and the bran to nourish the animals. A stop in one the local baker’s shop will allow to the guest to taste the bread, prepared with the mill flour and yeast mother (cruscenti). Could be the first approach with the local gastronomy.

It will be very difficult to resist to taste every food every meal in this village. The vegetable and fruits are cultivate with traditional method and the respect to the nature. From the olive extra virgin olive oil to the cheese, fruits, vegetables olives, bovine ovine meat like the agnellone. A lot of vegetables grow up in the mountain like for example mushroom, asparagus. The snails are a famous meal of the Madonie’s Area

gustare il pane locale, preparato con farina di grano duro e lievito madre (“cruscenti”). Sarà un primo incontro con la gastronomia locale, ricca di piatti semplici e genuini, ottenuti con sistemi tradizionali, rispettosi dell’ambiente. Dall’olio extravergine di oliva ai formaggi e ricotte, dalla frutta agli ortaggi, ai legumi, dalle olive alle carni bovine e ovine, fra cui il pregiato agnellone; molti anche i prodotti spontanei della montagna utilizzati in cucina quali funghi, asparagi, verdure autoctone, oltre alle lumachine (“vavaluci”). Tra le specialità locali, da non perdere gli amaretti, squisiti dolci a base di mandorla preparati da mani esperte della Pasticceria Ferruzza, famosa anche per una serie di specialità di raffinatissimi “bon bon” al cioccolato, rigorosamente di Modica. 69


Info utili a Castellana Sicula

COME ARRIVARE, DOVE MANGIARE E DORMIRE Autostrada A19 Palermo - Catania, svincolo Tremonzelli, SS 120 Autolinee S.A.I.S. Fermata - Bus Stop, Corso Mazzini, 116 Agriturismo Gelso - C.da Catalani - Castellana Sicula Tel. 0921642310 / 3406191334 - www.agriturismogelso.it Agriturismo Villa Padura - C.da Calcarelli - Castellana Sicula Tel. 0921562180 - www.agriturismovillapadura.com

In un Paese con una forte vocazione agricola, diventa imprescindibile il nesso tra l’agricoltura e l’artigianato. A Castellana Sicula, la tradizione degli “amaretti” è diventata il fiore all’occhiello degli artigiani “mastri pasticceri” come Maurizio Di Gangi della Pasticceria “Dolcezze delle Madonie”. Tramandata dalla nonna, la lavorazione degli amaretti è diventa arte pasticcera; abbiamo cercato di carpire la ricetta: mandorle, uova, zucchero e aromi naturali. Provate pure a farli voi gli “amaretti”, ma siamo quasi sicuri che non ci riuscirete. Non rimane che venire a Castellana Sicula alla Pasticceria “Dolcezze delle Madonie” per gustarne gli originali.

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Bound with mountain economy, Castellana Sicula’s agriculture is found on herbaceous culture like cereal, leguminous and forage, it is productive for the country and give a very good landscape value. Olive trees and vineyards are both elements primordial to give products of high quality like extra virgin olive oil and local wine. There is a straight bound with the handicraft. Very old is the wood, iron and intertwining handicraft tradition. The handicraft done by women was very present in the life of every day, for example cross-stitching and the art of embroidery. Nowadays is possible to notice young and old women working at the embroidery doing sheets, carpets and tablecloths and so on.

B&B Masseria Xireni - C.da Xireni - Castellana Sicula Tel. 0921 562086 / 3484121330 - www.masseriaxireni.it Osteria VinVito - Corso G.Mazzini - Castellana Sicula Tel. 0921562129 - osteriavinvito@alice.it Pasticceria Dolcezze delle Madonie - P.za Vittoria - Castellana S. Tel. 092156228 - 3408261780 Pasticceria Ferruzza Luigi - Corso G.Mazzini - Castellana Sicula Tel. 0921 562135 / 349 3010476 - www.pasticceriaferruzza.it Pasticceria Mancuso V. - C.da Maimone - Castellana Sicula Tel. 0921562226 / 3687327820 Pasticceria Orlando & D’Alberti - Corso Mazzini - Castellana Sicula Tel. 0921642052 Ristorante La Fontana - Via Arno - Castellana Sicula Tel. 0921562129 - osteriavinvito@alice.it 71


Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

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Cotto mio, una bonta’ autenticamente Madonita La passione di un artigiano, cresciuto in una “bottega delle carni”, dove la tradizione per le materie prime di qualità ed il servizio al cliente, rientrano da sempre nella cultura della “Civiltà contadina”. Con questo bagaglio prezioso di esperienza, Vincenzo Albanese, “mastro salumaio” ma soprattutto grande appassionato delle tipicità delle sue Madonie, ha aperto una decina d’anni fa, un laboratorio artigiano in quel di Castellana Sicula, la cittadina alle porte delle alte Madonie. In un territorio incontaminato come questo, non è stato difficile trovare una materia prima eccellente e, soprattutto, genuina; selezionando infatti i maiali delle Madonie, allevati allo stato brado, è nato “Cotto Mio”, un prodotto unico, un prosciutto cotto, completamente naturale, senza polisfofati e senza lattosio, praticamente bio, un alimento vitale per chi soffre di allergie. Con queste premesse il gradimento del consumatore è subito arrivato ! “Cotto Mio” è diventato in breve tempo il fiore all’occhiello del laboratorio artigiano “Albanese, salumi siciliani del Parco delle Madonie”, conquistando una nicchia di mercato che sa apprezzare “le cose buone e sane” e, soprattutto, ne diventa un affezionato consumatore. Assolutamente da provare anche tutta la gamma degli aromatizzati di Cotto Mio, agli agrumi (una vera delizia) spezziato, alle erbe

aromatiche... Completano l’offerta del laboratorio artigiano di Vincenzo Albanese, gli arrosti e le classiche porchette, tutte a base di ingredienti semplici, solo”carne, sale e aromi”. E, dulcis in fundo, il “Pollo Porchetta”: una ricetta naturale, sempre “sale, carni e aromi”. Questo prodotto però ha un’altra rara caratteristica: è completamente italiano, si può quindi fregiare del “Made in Italy” autentico che, di questi tempi, è sempre più difficile trovare negli scaffali della distribuzione nazionale.

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Thelma, servizi a cinque stelle per immobili da sogno La THELMA REAL ESTATE S.R.L ubicata nel territorio Madonita, con sede a Campofelice di Roccella (PA), pur essendo una moderna società, vanta anni di esperienza nel campo. Essa infatti, è il frutto di una fusione con la THELMA IMMOBILIARE di Venturella Rossana, che ha operato nel settore per più di 10 anni. Le accurate selezioni di immobili in vendita e la vasta clientela di cui gode ne fanno un punto di riferimento nel campo delle vendite e delle locazioni. Uno staff di seri professionisti cura il cliente nella vendita/acquisto/locazione offrendo una serie di servizi che vanno dalle valutazioni gratuite, all’assistenza finanziaria e gestione immobiliare per casa-vacanze. La Thelma Real Estate S.r.l. si occupa della compravendita e della locazione di immobili di vario genere (ville, appartamenti, esercizi commerciali, aziende agricole, capannoni industriali, terreni, strutture turisticoalberghiere ecc.). I nostri professionisti sono a disposizione per stime verbali – gratuite - per ogni tipo di immobile, ma anche per visure catastali ed ipotecarie, consulenza tecnica e legale, consulenza notarile in sede di contratto. La nostra rete permette di offrirvi, anche, assistenza bancaria per aiutarvi nella scelta del

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Speciale Eco Targa Florio, Campofelice di Roccella

Campofelice di Roccella, la Porta delle Madonie After the title of “Porta delle Madonie”, Campofelice di Roccella has well-developed in terms of hospitality and tourism hotel with luxury hotels, guesthouses, restaurants, cinemas, clubs and summer clubs. The beach is wide: a fine sand, sometimes gravel, provides hours of intense relaxation to anyone wishing to spend quiet hours and holidays away from the stress and the chaotic underground. Perfect not just for families, the Campofelice summers are full of fun and entertainment: festival, music, food festivals, concerts and international artists, fashion, culture, comedy shows and feature an interesting and enjoyable summer program. Attentive to visitors and tourists during all the year through special events as the Christmas Time with a huge Christmas tree in the center of town square and small Cribs that illuminate our streets, or as our carnival with music and colors, allegorical floats and dancing 76

Acquisito l’indiscusso titolo di Porta delle Madonie, la piccola cittadina di Campofelice di Roccella, forte della straordinarietà delle sue coste, si è ben sviluppata, sotto il profilo turistico e dell’accoglienza alberghiera con lussuosi hotel, pensioni, ristoranti, cinema, locali estivi e discoteche. La spiaggia è particolarmente ampia: una sabbia fine, a tratti ciottolata, garantisce intense ore di relax a chiunque voglia trascorrere ore tranquille e vacanze serene lontano dallo stress e della caoticità metropolitana. Ideali non solo per le famiglie, le estati campofelicesi sono all’insegna dello svago e del divertimento: festival musicali, sagre gastronomiche, concerti e artisti internazionali, moda, cultura, spettacoli e cabaret caratterizzano un interessante e piacevole programma estivo. I nostri eventi principali sono estivi tanto da darci anche l’appellativo di Spiagge delle Madonie. Alcuni di questi si svolgono proprio sul litorale, manifestazioni culturali ed eventi musicali presso la Torre Roccella che è posto sul litorale. Per raggiungere Campofelice l’autostrada A19 PalermoMessina l’uscita è “svincolo Campofelice/Buonfornello”.Attenti al visitatore e al turista durante tutto l’anno, eventi e manifestazioni contraddi77


Speciale Eco Targa Florio, Campofelice di Roccella

stinguono il periodo natalizio e carnevalesco : un enorme abete al centro della piazza cittadina, piccoli Presepi che illuminano i nostri quartieri e ancora, un Carnevale all’insegna della musica e del colore con carri allegorici e maschere danzanti…. Ben collegata alle più note città d’arte dell’isola, da Campofelice è semplice raggiungere, grazie agli automezzi di linea, usufruendo dei servizi di noleggio ( che spesso si avvalgono di qualificate guide turistiche ), percorrendo l’A19 o ancora servendosi della stazione ferroviaria a pochi chilometri dal centro abitato, Palermo, l’aeroporto internazionale “Falcone-Borsellino” ed i porti del capoluogo e della vicina Termini Imerese. La questione del nome Sulle ragioni che spinsero gli abitanti di Roccella o i signori feudali ad aggiungere il nome di Campofelice a quello già esistente di Roccella è ancora valida la spiegazione dell’Avv. Pasquale Cipolla quando scrive che il Comune si chiamò così “ forse per velare con la beltà del nome le condizioni disagevoli e poco igieniche del luogo, centro delle risiere di malaria, oggi, migliorate le condizioni igieniche, il paese per la mitezza del clima, è degno del suo nome”. Nel 1699, il Casale prende il nome di Roccella. Negli ultimi anni del secolo XVIII compare il nuovo nome di Campofelice utilizzato insieme a quello di Roccella fino al 1919, anno in cui l’Amministrazione comunale individuò: Comune di Campofelice di Roccella. 78

masks... Well connected to the most famous art cities of the island, from Campofelice is easy to reach, thanks to the line of vehicles, taking advantage of rental services (which often make use of qualified tourist guides), along the A19, or using the railway station a few kilometers from the town, Palermo, International Airport “Falcone-Borsellino”, and the ports of capital and the nearby Termini Imerese. The question of the name About the reasons that led the people or feudal lords to add the name Roccella at the name of Campofelice is still valid the explanation of the lawyer Mr. Pasquale Cipolla when he wrote that the town was named like that perhaps to hide the beauty of the name of the arduous and not very hygienic at the place, which was the center of malaria epidermises today improved hygienic conditions, the country for the mild climate, is worthy of its name. In 1699, the House was called Roccella. In the last years of the eighteenth century is the new name of Campofelice used together with that of Roccella until 1919, when the City Council approved: City of Campofelice of Roccella. Archeology - Himera was founded in 648 by the Greeks of mixed origin. The city had a quick building and demographic development, this colony, just mentioned by ancient historians, has always had great importance for the famous Battle of Himera (480), after which it was built the most important

monument of the city, the unique example of the Hellenistic in this area, the Temple of Victory. Antiquarium Himera The museum preserves the most significant finds unearthed in the excavations of Himera and other sites in the territory of the central northern Sicily. Mosaics, friezes, amphoras, coins are exemplary of the reality of colonial Archaic and Classical ages. Temple Of Victory The building, by the tripartite plan, with the entrance on the eastern side, reveals the influence of the Templar Agrigento. An impressive set of gutters carved lion-head, whose ruins can now be seen in the antiquarium, surround the temple, while the pediment was decorated with sculptures throughout round. Casale Of Roccella Il Casale di Roccella was founded by Don Gaspar La Grutta Guccio in December 18 1699. He asked and was granted by King Charles II the right to manufacture in the feud Roccella, giving the same name, after payment of two hundred “Onze” in favor of the Royal Court. He had purchased March 28 1699 the feud and the Castle of Roccella from somebody of the order of St. Francis of Assisi that was the owner. When he got the “Licentia populandi, Don Gaspar, built in 1700, a hundred houses, fourteen shops, church and a source that formed the original nucleus of new country. But Don Gaspar oppressed by debt for the construction of houses and land, was forced to sell the Feudo Roccella.

Archeologia Himera - Fondata nel 648 da greci di origine mista la città ebbe rapido sviluppo edilizio e demografico; poco citata dagli storici antichi questa colonia ha sempre avuto vasta risonanza per la celebre Battaglia di Himera ( 480 ), a seguito della quale venne edificato il più importante monumento della Città, unico esempio tangibile di architettura ellenistica presente nel territorio, il Tempio della Vittoria. Antiquarium Himera - Il museo conserva i più notevoli reperti rinvenuti negli scavi di Himera e in altri siti del territorio della Sicilia centro settentrionale. Mosaici, fregi, anfore, monete sono esemplari testimonianze della realtà coloniale d’età Arcaica e Classica. Tempio della Vittoria - L’edificio, dalla pianta tripartita, con ingresso e pronao sul lato orientale, rivela influssi dell’architettura templare agrigentina. Un imponente complesso di gronde scolpite a testa leonina, i cui resti possono oggi essere ammirati all’interno dell’antiquarium, coronavano il tempio, mentre il frontone era decorato con sculture a tutto tondo. Il Castello di Roccella - Campofelice di Roccella ha un cuore antichissimo che giace in riva al mare ed un cuore nuovo sulla collina. Ricostruirne le vicende dal IX al XVI secolo, appare impresa difficile ma non vi è alcun dubbio che tali notizie sono legate alla storia del Castrum Roccellae. Significativo ai fini della ricostruzione storica è la distinzione, nel periodo feudale, dei termini Castello e Casale, il primo è una fortezza con compiti di difesa, il secondo presuppone l’esistenza di una comunità e di un centro abitato. Molti studiosi hanno sostenuto l’origine araba, pre feudale del Casale di Roccella, ma tale tesi non può ritenersi fondata dal punto di vista storico essendo recenti le origini del Comune di Campofelice di Roccella. Michele Amari, nella sua Storia dei mussulmani di Sicilia, riferisce di 79


Speciale Eco Targa Florio, Campofelice di Roccella

una che al- Idrisi «pone sulla costiera fra Termini e Cefalù una Sahrat al-Harir, o al-Hadid, che significherebbe la rupe della seta o del ferro, valida fortezza al suoi tempi, ch’è il Castrum Roccellae dei Diplomi siciliani del medioevo, ed oggi ne rimangono le vestigia ed il nome di Roccella, il quale si dà ancora ad un piccolo villaggio dentro terra, detto altrimenti Campofelice» Il Castello – Fortezza invece, ha origini più antiche, ed è probabile che nel corso della conquista araba sia stato distrutto dalla furia dei nuovi conquistatori e che venne poi ricostruito dal Signore di Gratteri. Le vicende successive del Castrum Roccelle si ritrovano nei Diplomi latini del Medioevo, si parla di villani, cioè di uomini legati alla terra, servi della gleba, e non di borghesi, cioè di uomini liberi. Alla data del 1135 quindi non si può pensare che Roccella al mare avesse un insediamento autonomo e libero rispetto al feudo.

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When sold, the Baronage passed into the hands of Marziani that for a century were the new feudal lords. Meanwhile, in 1812, Sicilian Parliament issued the Sicilian Constitution with which abolished all the feudal privileges prohibiting letters arbitrary arrest and conviction by the Lords against the vassals, and ordered tighter controls against the claim of the Barons to exercise jurisdiction . When since 1813 the Sicilian Parliament approved the part of the constitution about the Municipal administration and the law of 1817, all municipalities in Sicily and the Casale di Roccella have had the possibility to vote a Mayor and City Council. Castle of Roccella Campofelice of Roccella has an ancient heart near the sea and a new one in the hill. Reconstruct the events from IX to XVI century, it is an hard work. But there is no doubt that these stories are linked to the history of Castrum Roccellae. Significant for the historical reconstruction is the distinction between the meaning of feudal castle and Casale, the first is a fortress to defense, the second presupposes the existence of a community and a town. Many scholars have supported the Arab origin, pre-feudal of Casale di Roccella, but this argument can not be regarded by the historical point of view because the origins of the city Campofelice of Roccella are too recent. The Castle - Fortress, more ancient origins, during the Arab conquest was destroyed by the fury of the new conquerors,

and then reconstructed by the Lord of Gratteri. The next events are found the Middle Ages Latin Diplomas where it is speaking about peasants, men tied to the land, and not about the middle class, that means free men. In 1135, therefore we cann’t imagine that the Roccella on the sea had an autonomous establishment and free compared to feudal. However, around the Castle – Fortress, was joined a growing group of people bound to economic activities revolving around Roccella to the sea. Between 1574 and 1576, regarding the activities of Trappetti in the fief of Roccella will arrive an activity, thus draw a significant number of men, peasants, middle classes from neighboring areas. But there was no house. The first time Roccella appears as the baronial house is in the census of 1714. Very important is the reading of “Licentia populandi, granted by the King of Spain Charles II to Prince Don Gaspar The Grutta: it is read that all the villages that already exist for a long time as Collesano, Termini and Cefalù, opposed to the Court of the Regia Magna Curia for not giving the license to manufacture the new land because could be to their detriment. The appeal was however not accepted and the Prince was allowed to build the Casale. The Mother Church The Mother Church is in the main place Garibaldi square. It was built by the Prince of Roccella, Don Gaspare La Grutta Guccio in 1700 and dedicated to Santa Rosalia.

Tuttavia, intorno al Castello Fortezza dovette, aggregarsi un nucleo sempre più consistente di persone in vario modo legate alle attività economiche ruotanti intorno alla Roccella al mare. La Chiesa Madre - La Chiesa Madre si trova nella principale piazza Garibaldi. Fu costruita dal Principe di Roccella Don Gaspare La Grutta Guccio nel 1700 e dedicata a Santa Rosalia Una prima volta venne restaurata ed ingrandita nell’anno 1834 col contributo di tutti i cittadini di Campofelice. Una seconda volta nel 1985, non solo per una esigenza spirituale, ma anche per la salvaguardia della storia del Comune, in quanto essa rappresentava una delle primissime costruzioni della nascita del Casale di Roccella. Dal punto di vista architettonico la Chiesa Madre palesa una semplicità classica La facciata esterna, ben squadrata, è caratterizzata da otto lesene che l’attraversano perpendicolarmente e culminano con due torri campanili che presentano nella parte bassa due orologi sormontati da aperture rettangolari con arco. In corrispondenza del portale si apre una grande finestra rettangolare che ha la funzione di dare luce all’interno. Interamente restaurata si presenta all’interno semplice e lineare, ad unica navata, in fondo alla quale, nella parte absidale, si trova un Crocifisso ligneo ai cui lati stanno quattro colonne in marmo grigio. Ai due lati della chiesa, un insieme di cappelle disadorne al cui centro sono poste delle statue in legno raffiguranti la Vergine Santissima, l’Addolorata, il Cristo, San Giuseppe col Bambi81


Speciale Eco Targa Florio, Campofelice di Roccella

no, Santa Rosalia, Santa Lucia. In prossimità della zona absidale si trovano due tondi, uno raffigurante L’Annunciazione del 1700, l’altro raffigurante il Battesimo di Gesù da parte del Battista opera contemporanea. Monumenti Monumenti Pasquale Cipolla - All’Avv. Pasquale Cipolla. Grande avvocato ed illustre scrittore, cittadino benemerito di Campofelice. Il monumento si trova in Piazza Garibaldi sulla lapide si trova scritto: “a Pasquale Cipolla rivendicò i secolari diritti dei cittadini sul feudo la cittadinanza pose Campofelice Roccella” Monumento ai Caduti - Anche Campofelice ha voluto onorare il sacrificio di tante giovani e preziose vite umane morti in guerra erigendo un Monumento ai Caduti a ricordo perenne. Il monumento si trova dentro il Villino comunale, presenta una lapide con sopra incisa: “ai caduti di tutte le guerre ai martiri per e libertà della la municipalità pose” Personnagi Famosi Pasquale Cipolla - Nato a Caltavuturo nel 1858 fin da giovane mostrò precocità intellettuale e grande passione per gli studi umanistici e giuridici. Poco più che ventenne scrisse una “Storia di Caltavuturo”. Si trasferì ancora giovane a Campofelice che divenne la sua patria d’elezione, partecipando attivamente alla vita politica del Comune, di cui fu anche Sindaco, divenendo infaticabile sostenitore dei diritti dei cittadini e della collettività nella lunga lotta politica e giudiziaria contro gli eredi degli ex-signori feudali di Roccella. 82

The first time was restored and enlarged in 1834 with the contribution of all citizens of Campofelice. On the second time in 1985 preserving the history of Campofelice di Roccella because it was one of the first parts of constructions since the foundation of Casale di roccella. From an architectural point of view, the Mother Church reveals a classic simplicity. The external facade, well-squared, is characterized by eight pilasters that cross perpendicularly and culminate with two bell towers which represents in the low part two clocks surmounted by rectangular with arched openings. At the portal is a large rectangular window that has the function of giving light inside. Completely restored, it simple and straight inside, has a single nave, at the bottom of which, in the apse, there is a wooden crucifix in the sides are four columns in gray marble. On either side of the church, a series of chapels, you can find wooden statues depicting the Virgin Most Holy, Our Lady of Sorrows, the Christ, Saint Joseph and Child, Santa Rosalia, Saint Lucia. Near the apse area, there are two rounds, one depicting the Annunciation of 1700, the other depicting the baptism of Jesus by the Baptist work contemporary. Below the marble baptismal font. Monuments Pasquale Cipolla Monument To the lawyer Pasquale Cipolla. Great lawyer and distinguished writer, a meritorious citizen of Campofelice. Il monument is in Piazza Garibaldi and on the

plaque it is written: “To Pasquale Cipolla claimed the secular rights on the feud citizenship poses Campofelice Roccella “ War Memorial Campofelice also wanted to honor the sacrifice of so many precious young lives dead in the war ,building a War Memorial. The monument is located inside a town house, presented with a plaque inscribed above: “to the fallen of all wars for the martyrs and for the freedom of the city pose” Famous persons Pasquale Cipolla - He was born in Caltavuturo in 1858. since his youth he showed great intelligence and passion for the huma and legal Studies. Little more than twenty years old he wrote “The Story of Caltavuturo”. He even moved at Campofelice that became his home, he participated actively to the political life of the municipality and became mayor, he became a supporter of the rights of citizens and the public in the judicial and political struggle against the heirs of former feudal lords di Roccella. When in 1904 the City of Campofelice presented trial against Barone Cammarata for the recognition of civic sowing paid by the owner, Cipolla was the representative of this struggle. He also wrote a colossal: “Reasons for the City of Campofelice against Baron Bernard Cammarata and Spouses,” a masterpiece of legal and political wisdom, from a historical feudal servitude that earned the victory to territory. He died in 1911.

Quando nel 1904 il Comune di Campofelice presentò giudizio contro il Barone Cammarata per il riconoscimento dell’uso civico di semina con corrisposta al padrone, Cipolla fu l’alfiere di questa lotta scrivendo anche un’opera colossale: “Ragioni del Comune di Campofelice contro il Barone Bernardo Cammarata e Consorti”, un capolavoro di sapienza giuridica e politica, un appassionata rievocazione storica e riscatto dalle servitù feudali che valse la vittoria al Comune. Rimase sempre pronto a vigilare perché i diritti acquisiti nelle aule dei tribunali trovassero pieno riconoscimento e attuazione nella vita di tutti i giorni e quando questi furono violati, fu pronto ad intervenire. Morì nel 1911. Leggenda di Santa Rosalia - Il patronato arriva a Campofelice con la carrozza del principe La Gutta e con il bagaglio di fede già maturato a Palermo. Rosalia apparteneva ad una nobile famiglia della corte normanna e figlia di Sinibaldo signore di Quisquina e delle Rose. La leggenda vuole che Rosalia, chiesta in moglie dal conte Baldovino, guardandosi allo specchio abbia visto il volto di Gesù sofferente ed abbia deciso di ritirarsi a vita

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Speciale Eco Targa Florio, Campofelice di Roccella

di eremita sul Monte Pellegrino. Nel 1624 a causa di un vascello infetto proveniente dalla Barberia scoppiava a Trapani la peste che si propagava in tutta la Sicilia ed in modo particolare a Palermo. Nel 1624 un tale Vito Amodeo che da anni scavava alla ricerca delle ossa della Santa pervenne ala ritrovamento. La chiesa avendo dei dubbi chiese di verificare le ossa ma il popolo premeva perché le ossa fossero portate in processione al fine di chiedere l’intercessione della Santa contro “Il Mal Contagioso”. Il 4 settembre 1624 venne portata in giro e al suo passare il male sembrò arretrare ebbe così inizio “ Il Festino” ringraziamento dei palermitani a Santa Rosalia chiamata affettuosamente “A Santuzza”. La Maggiolata - E’ un’antica tradizione che riguarda solo il comune di Campofelice di Roccella che consiste nell’adornare, nel primo giorno di maggio, l’entrata di ogni abitazione con petali di fiori stagionali di vario genere fra cui margherite, rose, papaveri e gerani. Sembrerebbe che si possa ricondurre tale usanza al periodo romano (dal 238 a.C.), in cui venivano fatte offerte di fiori a Flora, dea della primavera e della riproduzione. Tale usanza sta scomparendo, salv rari casi nelle zone centrali del comune dove vi è la maggior concentrazione di cittadini originari della zona. I fiori vengono raccolti e sparsi a caso o disegnando dei cuori davanti all’uscio delle abitazioni in segno di augurio. Le Vampe di San Giuseppe - Avviene fra il 18 e il 19 marzo e si caratterizza dalle cataste di legna che vengono bruciate in vari punti del paese ed in modo particolare in piazza Vittime del Lavoro ed in via Notaro Campagna dove le vampe diventano particolarmente spettacolari agli occhi di bimbi ed adulti. La brace viene poi utilizzata per arrostire i carciofi e salsicce. Come nella maggiolata anche in questo caso troviamo delle analogie con le tradizioni romane che, dopo aver bruciato dei fuochi di paglia vi saltavano sopra per ottenere la purificazione in onore del sole che è ritornato dopo il periodo invernale. Il fuoco simboleggia il calore che si deve riservare ai poveri che più degli altri hanno sofferto il freddo e la fame ed infatti, insieme alle vampe, è tradizione che vengano imbandite tavolate. Piatti tipici Pupa cù l’ova (biscotto con uovo sodo); Biscotti di San Martino (biscotto con finocchio dolce) Buccellati (biscotti ripieni di pasta di fichi e mandorle) Apparicchio (caponata locale senza pomodoro) 84

Santa Rosalia Legend - Rosalia belonged to a noble family of the Norman Court and she was the daughter of the lord of Sinibaldi Quisquina and delle Rose. The legend wants that the Count Baldovino asked to Rosalia to become his wife. Looking herself in the mirror saw the suffering face of Jesus and decided to live like an hermit on Monte Pellegrino. In 1624 because of an infected ship coming from Barberia burst in Trapani the plague that spread across Sicily and specially in Palermo. In 1624 Vito Amodeo, who for years have dug in search of the bones of the Saint, found the relics. The church had asked further questions to verify the bones but the people wanted the bones were carried in procession to ask the intercession of the Holy against “The Mal contagious.” On 4th September 1624 she was carried in procession and evil seemed to retreat had started “The Festino” thanks of Santa Rosalia in Palermo affectionately call “A Santuzza “. Events La Maggiolata - It’s an ancient tradition of only Campofelice of Roccella. It consist of decorated the entrance of each habitation with seasonal flower petals of various types including daisies, roses, poppies and geraniums in the first days of May. This custom dates back to Roman times (from 238 BC), in which offerings flowers were made in Flora, the goddess of spring and reproduction. This custom is disappearing, except in rare cases in central areas of town where

there is a greater concentration of people from the area. The flowers are collected and scattered at random as a sign of hope. The “ Vampe “ Of Saint Giuseppe - Is organized between 18 and March 19 and is characterized by stacks of wood burning in various places of the country and specially inPiazza delle Vittime del Lavoro and in Via Notaro Campagna where the blaze is particularly spectacular in the eyes of children and adults. The brace is then used to roast artichokes and sausage. As in Maggiolata here we can find some similarities with the Roman traditions. After they burned the fires of straw, they jumped over to the purification in honor of the sun. The fire symbolizes the warmth that you must give to the poor who have suffered, more than others, of cold and hunger. Typical Courses Pupa cu l’ ova (egg biscuit with soda); Biscotti di San Martino (biscuit with sweet fennel); Buccellati (biscuit dough stuffed with figs and almonds); Apparicchio (tipical caponata without tomato); Artichokes with batter; Grilled artichokes (stuffed with garlic, mint, salt and oil); Fritter of vegetables Salad of citrus fruits (lemons and oranges); Salad of peach and red onions; Sarde a beccafico (tipical fish course); Pasta with cuttlefish ink and “finocchino“; Pasta with “broccoli incasciata“; Pasta with “macco“ (fave cream); Wild Asparagus Frittata “Cassatelle” (biscuits) stuffed with ricotta and cinnamon “Cassatelle” (biscuits); stuffed with cream peas; “Panuzza cena” (sweet bread with finocchino); “Sfingi“ (pancakes with sugar)

Carciofi con pastella Carciofi alla brace (farciti con aglio menta, sale e olio) Frittella di legumi Insalata di agrumi (limoni e arance) Insalata di pesca e cipolle rosse Sarde a beccafico (sarde farcite con mollica, prezzemolo, aglio, sale, pepe, pecorino gratt., uova) Pasta con nero di seppia e finocchino selvatico Pasta con broccolo incasciata (saltata in padella con form. gratt.) Pasta con il macco (crema di fave) Frittata di asparagi selvatici Cassatelle ripieno di ricotta e cannella Cassatelle ripieno di crema ceci Panuzza cena (pane dolce con finocchino) Sfingi (frittelle con zucchero)

Si ringrazia per la collaborazione il Sig. Antonino Venturella del Museo Biblioteca Targa Florio di Campofelice di Roccella (PA) e il Dott. Robero Di Sanzo della Errediesse Consulting

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Eccellenze enogastronomiche nelle Alte Madonie

PromoMadonie, valorizzare il territorio per il turismo enogastronomico La Promomadonie Sas, vuole essere un valido punto di riferimento per tutto il territorio, avendo a cuore anche l’ accoglienza dei sempre più numerosi turisti stranieri che giungono nella nostra meravigliosa terra, con il desiderio di scoprirne le infinite bellezze naturali, storiche e le variegate tradizioni. Da questo scopo nasce la ormai salda collaborazione con la Trabinis Viaggi insieme alla quale la Promomadonie è impegnata in un continuo e costante lavoro che prevede lo sviluppo, l’organizzazione e la promozione di tour, soggiorni e viaggi in Sicilia, selezionando le migliori strutture, e i migliori partners per offrire un servizio di primo ordine, avvalendosi di personale in grado di dare assistenza e di fornire i servizi nelle varie lingue.

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La Promomadonie Sas, e’ un’ agenzia di servizi turistici il cui obbiettivo principale è quello di promuovere e divulgare il ricchissimo patrimonio artistico, culturale, naturale, artigianale e gastronomico di un territorio di notevole bellezza come quello siciliano ed in particolar modo madonita. La Promomadonie Sas, da’ la possibilità di scegliere oltre alle sue proposte: • soggiorni hotels ed agriturismo • centri benessere e spa • enoturismo • tour ed escursioni - strada del vino e dell’olio • organizzazione di degustazione di prodotti tipici - corsi di cucina • passeggiate a cavallo - trekking • sagre e feste locali pacchetti personalizzati con percorsi che vi porteranno tra gli splendidi scenari della nostra terra.

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le Eccellenze del Territorio

Indice

Indice Strada del Vino sul Percorso della Targa Florio

pag. 93

Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria

pag. 103

Strada del Vino del Val di Noto

pag. 113

Strada del Vino dell’Etna

pag. 125

Strada del Vino della Provincia di Messina

pag. 133

Strada del Vino Monreale Doc

pag. 141

Strada del Vino Alcamo Doc

pag. 147

Strada del Vino Erice Doc

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Strada del Vino di Marsala - Terre d’Occidente

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Strada del Vino Val di Mazara

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Strada del Vino Terre Sicane

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Il Gusto della Cultura dei Territori Le 12 Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia, mettendo in sinergia pubblico (enti territoriali) e privati, in primis aziende vitivinicole, agroalimentari, di ristorazione e di accoglienza, vogliono realizzare il giusto connubio tra cultura e prodotti del territorio, per far conoscere l’enogastronomia realizzando un percorso di storia e tradizioni, che legano i luoghi ai prodotti tipici e soprattutto ai vini. C’è un work in progress, che vede le Strade protagoniste con un modello di sviluppo dell’offerta enoturistica, basato su un processo di condivisione del valore del territorio e sulla messa a sistema della filiera turistica ed enogastronomica, condividendo iniziative di alto profilo come la Eco Targa Florio.

Come Federazione stiamo lavorando, tra portatori di interessi diffusi nel settore del turismo legato all’enogastronomia, ad un importante progetto che è quello del Distretto Turistico “Vini e Sapori di Sicilia“. Questo riconoscimento, voluto dalla normativa regionale, ci permetterà di sviluppare le azioni a sostegno del comparto enoturistico, oggi non più comparto di nicchia, ma risorsa trasversale e coniugabile con le altre forme di attrazione turistica in Sicilia. Infine uno speciale ringraziamento va alla Casa editrice Belle e Buone Arti che, per il terzo anno consecutivo, ha realizzato questa nostra guida ufficiale, strumento prezioso per appassionati ed operatori del turismo enogastronomico siciliano.

Dott. Gori Sparacino Presidente della Federazione delle Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia

Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni 90

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alla scoperta del territorio

La strada del Vino sul Percorso della Targa Florio

La Strada del Vino sul percorso della Targa Florio, attraversa Comuni delle Madonie dove della manifestazione se ne fa un vero e proprio culto e si trovano memorie gelosamente custodite, come il Museo della Targa Florio di Collesano (www.museotargaflorio.it). A Cerda, Comune all’ingresso del percorso, il mastro gelatiere Antonio Cappadonia ha allestito le pareti del suo locale con delle bellissime stampe originali della Targa Florio, tra cui quella qui riprodotta. Antonio Cappadonia è famoso a livelli mondiali per le sue specialità e per l’organizzazione del “Sherbeth Festival” (www.sherbethfestival.it) una grande Festa del gelato (con originali abbinamenti vino/gelato) che si svolge ogni anno, in settembre a Cefalù. 92

La Strada dei vini sul percorso della Targa Florio insiste sulla Sicilia settentrionale in un’area a ridosso del Parco delle Madonie interessata dalla Doc Contea di Sclafani e dalla Igt Fontanarossa. Si tratta di un territorio caratterizzato da una forte identità 93


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Strada del Vino sul Percorso della Targa Florio c/o Castello dei Ventimiglia P.zza Castello - 90013 Castelbuono (PA) - Tel. 091 345878

ninopiazza54@libero.it

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alla scoperta del territorio

storico culturale e da importanti risorse naturalistiche ed ambientali che godono di una articolata rete viaria che ha tra le sue peculiarità la presenza del percorso della Targa Florio, la storica competizione automobilistica. All’interno della Strada sono stati individuati tre percorsi: Doc Contea di Sclafani, Natura Igt Sicilia e Targa Igt Fontanarossa. Nel primo percorso la Strada si sviluppa lungo l’ itinerario che attraversa l’abitato di Cefalù, Campofelice di Roccella, Cerda, Sclafani Bagni, Caltavuturo, Valledolmo, Vallelunga Pratameno e riveste grande interesse dal punto di vista storico e turistico per la presenza di importanti e rinomati monumenti: dalla cattedrale di Cefalù alla area archeologica di Imera, dai centri storici dei comuni attraversati, alle architetture rurali che caratterizzano il territorio. L’itinerario attraversa luoghi di interesse paesaggistico e naturalistico come il Bosco di Granza e 96

della Favara, il Parco delle Madonie nei pressi di Sclafani Bagni, e si sviluppa attraversando la Doc della Contea di Sclafani caratterizzata dal paesaggio rurale tipico dell’area. Nel percorso Natura Igt Sicilia, l’itinerario attraversa l’abitato di Cefalù, Isnello, Collesano, Scillato, Polizzi Generosa, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Geraci Siculo e Castelbuono. La zona riveste grande interesse dal punto di vista naturalistico perché attraversa e circoscrive l’intera area del parco delle Madonie. Il percorso è, dunque, caratterizzato dall’ambiente naturale, dalla presenza di vaste aree boschive ed è qualificato inoltre dalle notevoli presenze storico culturali proprie dei centri storici dei comuni interessati dal percorso. E per finire il percorso Targa Igt Fontanarossa - Doc Contea di Sclafani. L’itinerario si articola sul percorso della Targa

Un’importante tradizione per tutto il territorio madonita, è rappresentata da una creativatà artigianale di alto livello. Salvatore Meli, a Collesano, è un ceramista specializzato in cotto e maioliche dalla vivacità delle sfumature e dalla semplicità dei decori, utilizzando la tecnica di produzione manuale, ispirandosi a preziosissime campionature recuperate fra le macerie di antichi caseggiati diroccati. 97


Elenco Associati Strada del Vino nel Percorso della Targa Florio

Florio ed è caratterizzato dalla presenza di memorie storiche legate alla manifestazione sportiva che negli anni ha connotato la viabilità dell’area. Si ricorda la presenza delle tribune di Cerda (Floriopoli) che costruiscono ancora oggi un elemento di attrazione per il turismo sportivo. La zona riveste grande interesse anche dal punto di vista naturalistico: attraversa, infatti, il Parco delle Madonie e le zone vincolate Sic/ Zps (Siti di importanza comunitaria/Zone di protezione speciale) Bosco di Granza e della Favara caratterizzate da un ambiente naturale di rara bellezza e da vaste aree boschive. L’interesse del percorso è garantito anche dalla presenza di importanti siti storico-culturali nei centri storici dei paesi attraversati dall’itinerario.

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Poggio del Sole Resort Immerso nella luminosa campagna ragusana, tra la citta’ ed il mare, il poggio del sole resort offre alla vista degli ospiti un vivace connubio tra stile contemporaneo ed architetture tradizionali. La varieta’ e versatilita’ dei suoi spazi, la cortesia e professionalita’ del personale, rendono il poggio del sole un luogo ideale per vacanza, incontri di lavoro, relax ed eventi indimenticabili. Hotel Poggio del Sole Resort S.P. Ragusa / M. di Ragusa - Km 5,7 Tel +39 0932 666452 Fax +39 0932 667288 info@poggiodelsoleresort.it www.poggiodelsoleresort.it 100

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alla scoperta del territorio

C onsorzio C erasuolo

D enominazione

di

di

V ittoria

O rigine C ontrollata

e garantita

La strada del Vino Cerasuolo di Vittoria

Il territorio della Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria: dal Barocco al Liberty si trova tra la provincia di Ragusa e quella di Catania, là dove iniziano le prime ondulazioni dei monti Iblei. Territori legati da un denominatore comune: il vino Cerasuolo di Vittoria. Un territorio con ampie fasce incontaminate, dal collinare al marino, ricche di fascino mediterraneo e di testimonianze capaci di soddisfare le esigenze di un viaggiatore curioso, sensibile e attento. Città diverse per storia e tradizione, dove è possibile rintracciare i fasti 102

Piazza Libertà - 97100 - Ragusa - Tel. 328 4580062 - Fax 0932 875114 info@cerasuolovittoria.eu - www.cerasuolovittoria.eu

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Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria - c/o: C.C.I.A.A. Piazza LibertĂ - 97100 Ragusa Tel./Fax 0932 675387

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di una cultura legata alla terra e al suo vino. Il Cerasuolo di Vittoria nella sua tipologia attuale nasce nel 1606, quando fu fondata la città di Vittoria: la sua fondatrice Vittoria Colonna Enriquez, infatti regalò in quell’anno ai primi 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto. La Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria propone un percorso ricco di fascino che si snoda tra esempi illustri di Barocco ed elementi unici del Liberty isolano, un’area che pullula di ricchezze d’arte, rovine millenarie, tracce di dominazioni antiche.

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Itinerari

Poche provincie italiane possono vantare una concentrazione di tipicità enogastronomiche paragonabile a quella che si trova nell’area della Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria. Fra formaggi, legumi, pomodori, primi piatti dal gusto sofisticato quanto antico e popolare, cioccolata e dolci di tradizione millenaria, vini e prodotti a base di pesce, il viaggio del ghiottone in questo territorio potrebbe durare in eterno riservando soddisfazioni in ogni stagione. Inoltrandosi da ovest verso Vittoria e Comiso è irrinunciabile una visita a Chiaramonte Gulfi: oltre che per il panorama sterminato che si gode dalla Villa Umberto 1, la visita risulterà indimenticabile per gli amanti della gastronomia che potranno gustare carni e formaggi squisiti provenienti dagli allevamenti e dai pascoli dei Monti Iblei. La specialità di Chiaramonte è comunque soprattutto la carne di maiale cucinata in modi diversi. Non tutti sanno che Comiso è una nobile e antica città, ricca di palazzi aristocratici tra cui notevoli il palazzo laconoCiarcià e il castello dei Naselli d’Aragona, di chiese, la Chiesa Madre, la chiesa di San Biagio col suo campanile ricoperto di maioliche policrome, la chiesa di San Francesco con opere di Antonello Gagini. Da Comiso parte un itinerario naturalistico tra i più suggestivi lungo il corso dell’Ippari; tutta la campagna circostante, florida e ben coltivata, punteggiata da maestosi carrubbi, è marcata dai muretti a secco tipici di queste parti costellata di masserie. Ed ecco all’orizzonte “l’oro verde” di Vittoria: distese di serre capaci di sfornare in gennaio ortaggi e frutta di prima qualità destinati ai mercati di tutta Europa, e non solo. Patria del Cerasuolo Docg e di varie Doc d’eccellenza, prova ne è la presenza di rinomate cantine concentrate nell’area che, 107


alla scoperta del territorio

partendo da Scoglitti, sale per Vittoria-Comiso-Acate fino a lambire Caltagirone e, dall’altro lato si arrampica verso Chiaramente Gulfi e Licodia Eubea. Una visita è d’obbligo presso la nostra sede “Enoteca della Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria” all’interno dell’antico Castello Enriquez sito nella omonima Piazza a Vittoria, meglio se in occasione di eventi importanti quali Rosso di Sicilia, che si tiene di solito in Dicembre, e il Vittoria Jazz Festival tra maggio e giugno. Da Vittoria, lungo la Valle dell’Ippari, il fiume cantato da Pindaro, si ammira la Riserva naturale del Pino di Aleppo, che qui vi cresce rigoglioso, mentre nei pressi della foce sorge l’antica città di Camarina fondata dai Corinzi nel VI secolo a.C. Recenti scavi archeologici hanno portato alla luce magnifici resti architettonici, mentre l’adiacente museo raccoglie numerosi reperti e offre un interessante percorso attraverso le vicende storiche della città. Da Camarina, dopo una puntata a S. Croce Camerina immersa in una rigogliosa campagna di vigneti e oliveti, con escursioni a Punta Secca (spiagge incantevoli) e al Castello di Donnafugata (ricca quadreria), ci dirigiamo verso il cuore del Ragusano, dove alcuni grossi centri, a breve distanza l’uno dall’altro, offrono un campionario architettonico, urbanistico e monumentale, oltre che paesaggistico, di rara bellezza. Siamo immersi nel barocco siciliano, un barocco tardo, tutto settecentesco, sviluppatosi in seguito al terremoto del 1693 che rase al suolo ben 25 città della Sicilia orientale, un barocco scenografico, ridondante, fastoso che pone la Sicilia in posizione non secondaria rispetto alla cultura architettonica e urbanistica europea. Ragusa capoluogo di provincia, è una città in gran parte moderna, con pianta regolare, adagiata su di un’altura ai margini di un profondo vallone dal quale si apre la vista su Ragusa Ibla, la città vecchia, affascinante e irreale, aggrappata ad un costone scosceso, disposta irregolarmente come in un presepe. Qui, accanto a importanti resti medievali, alcuni straordinari edifici barocchi, la chiesa delle Anime del Purgatorio, la basilica di San Giorgio dalla imponente e movimentata facciata a tre ordini che si staglia scenograficamente sopra una grandiosa scalinata, la chiesa di San Giuseppe. Forse nomi come Montalbano, Castello di 108

Donnafugata, Parco degli Iblei risuonano più familiari di quelli, ad esempio, di Ibla Buskers o Cheese Art, appuntamenti dove la goliardia non è mai troppo lontana da un certo stile che è prettamente regionale. Ibla Buskers, ad esempio, da 14 anni mette in piazza l’impegno sociale unito al divertimento, coinvolgendo artisti, artigiani e musici in una grande festa collettiva. Di sapore non troppo diverso, Cheese Art – la Biennale di Cultura e Scienza delle tradizioni casearie ed agroalimentari del Mediterraneo – porta a Ragusa ogni due anni (il 2010 è uno di questi) la cultura del gusto con in primo piano, naturalmente, il variegato universo caseario. E come non citare, a questo punto, il Ragusano D.O.P, uno dei formaggi più antichi dell’isola, protagonista dei menù per un viaggio gourmand. A breve distanza da Ragusa sorge Modica : notevole il patrimonio artistico e monumentale, molti gli edifici civili e religiosi da visitare; da segnalare sono la Chiesa Madre di San Giorgio, “maestoso poema di pietre curve” e il Museo delle arti e tradizioni popolari che raccoglie, secondo una disposizione tematica molto efficace, una vasta documentazione sui diversi aspetti del lavoro e della vita di ogni giorno delle popolazioni rurali nella leggendaria contea di Modica. Varia in tutta l’area l’offerta di strutture ricettive, dagli agriturismi agli alberghi di media e alta fascia. Un viaggio che arricchisce gli occhi,lo spirito e il palato. 109


Una tappa obbligatoria per Gourmet esigenti Il Ristorante Tocco D’Oro nasce nella Città di Comiso in una delle Vie principali, il Corso Vittorio Emanuele. In un antico Palazzo adibito a frantoio, risalente alla metà del 1800, i coniugi Cilia ristrutturano l’immobile in modo moderno ed essenziale,

meta per molti gourmet, siciliani amanti della buona tavola genuina ma anche turisti alla ricerca dell’enogastronomia tipica, piatti unici ed irripetibili, patrimonio mondiale della terra siciliana a cui i coniugi Cilia dedicano un particolare “tocco d’oro”, un’appassionato impegno, profuso fin dall’apertura del loro magico locale. 110

mantenendone però scrupolosamente la struttura originale, con un risultato finale di gran classe e un calore unico di calda ospitalità. Sotto la direzione dello Chef/ Patron, Nuccio Cilia, il Tocco d’Oro è diventato in pochi anni una

Tocco D’Oro Ristorante Corso Vittorio Emanuele, 1 97013 Comiso (RG) Tel. +39 0932 968211 info@toccodoro.com www.toccodoro.com 111


alla scoperta del territorio

La strada del Vino Val di Noto

Il Val di Noto è un vasto comprensorio molto omogeneo per tradizioni, cultura e storia. Ăˆ un’area di enorme interesse turistico sotto almeno quattro aspetti diversi: quello paesaggistico e naturalistico, quello enogastronomico, quello storico, urbanistico e archeologico, quello culturale ed artistico. Tutti questi aspetti si fondono insieme in un unico grande patrimonio antropologico che risente profondamente delle radici greche, arabe, spagnole, bizantine che sopravvivono 112

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Strada del Vino del Val di Noto - Via Garibaldi n째62 - Pachino (SR) - Tel: +39 0931 597700 - Mobile +39 338 8081010

.stradadelvaldinoto.it

stradadelvaldinoto@gmail.com

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alla scoperta del territorio

negli usi e nei costumi degli abitanti, nella cultura materiale, nel modo di vivere, nella struttura dei centri abitati, nel sapere tramandato di generazione in generazione. In questo splendido fazzoletto di Sicilia sopravvive un’Europa antica e moderna, piena di fascino e di suggestioni. Il percorso della Strada del Vino del Val di Noto appare come una grande clessidra, i cui punti sono rappresentati dai sei comuni di appartenenza. Da Siracusa punta verso ovest raggiungendo Palazzolo Acreide, poi scende verso Noto ed Avola a Sud, e si biforca in due direzioni: una interna che scende fino a Rosolini ed Ispica, ed una che costeggia il mare Jonio, passando per la riserva naturalistica di Vendicari e che scende fino a Pachino, nell’estrema punta meridionale. Il percorso principale (segnato in rosso) prevede una serie di percorsi secondari (segnati in azzurro) attraverso le aree vitate di maggiore elezione, attraverso le quali è possibile raggiungere le aziende produttrici.

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Itinerari

Tutto il territorio offre offre una enorme varietà di bellezze paesaggistiche. Si va dall’area iblea, tra Palazzolo, Avola, Noto e Rosolini, dove splendidi canyon preistorici si avvitano lungo i percorsi del Cassibile e di Manghisi. Laghetti e corsi d’acqua offrono angoli di natura incontaminata ideali per chi cerca pace, silenzio e tranquillità. Le zone umide tra Vendicari, Cuba e Longarini presentano scenari incantevoli, dove migliaia di specie di uccelli migratori, dai fenicotteri agli aironi, riposano prima delle traversate oltre il canale di Sicilia. Intorno alla città di Ispica è possibile ammirare la parte terminale della Cava d’Ispica, un canyon preistorico dove grotte preistoriche, tombe e necropoli offrono quadri di straordinaria bellezza evocativa. Gli scenari marini e le spiagge fanno il resto, svolgendo per un centinaio di chilometri, tra lo jonio e il mediterraneo, una ininterrotta sequenza di dune, scogliere di forte impatto paesaggistico. Qui le temperature, mediamente alte, insieme ad un livello di luminosità tra i più alti d’Europa, creano condizioni climatiche uniche in tutta l’Isola. Nel triangolo vitato tra Noto, Rosolini e Pachino la vite, con la caratteritica coltura ad alberello, disegna per chilometri uno spettacolo rurale di grande bellezza, alternati da palmenti, carrubeti, oliveti e mandorleti, agavi, fichi d’india e palme nane, disegnati dai caratteristici muri a secco della tradizione contadina siciliana. Intorno alla città di Ispica è possibile ammirare la parte terminale della Cava d’Ispica, un canyon preistorico dove grotte preistoriche, tombe e necropoli offrono quadri di straordinaria bellezza evocativa. I comuni della Strada del Vino Val di Noto sono da considerare dei musei a cielo aperto, 117


RIOFAVARA ricchi di storia e di bellezze architettoniche. Tra questi, particolare rilievo assumono la città di Noto, capitale indiscussa del Barocco siciliano, e Palazzolo Acreide, col teatro greco, entrambi riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Nei loro centri storici si svela un tesoro di bellezze architettoniche fatte di chiese, palazzi arricchiti da fregi preziosi dell’antica arte degli scalpellini, balconi tra i più belli del mondo, piazze e scorci di grande effetto scenografico. Importante il patrimonio archeologico tra Ispica e Rosolini, come pure i reperti delle antiche tonnare di Avola, Portopalo di Capo passero, il borgo marinaro di Marzamemi con il cortile arabo, la tonnara e il Palazzo di Villadorata. Il patrimonio antropologico, ricchissimo, risente delle influenze culturali dei tanti popoli che hanno abitato queste terre. I saperi della tradizione popolare, gli antichi mestieri, le usanze, la cucina e la gastronomia sono l’altra faccia da scoprire di una terra dove tanti linguaggi si fondono in una originalissima mescolanza di culture.

uve utilizzando moderne tecniche di vinificazione e utilizziamo lieviti selezionati nella nostra area. Con orgoglio affermiamo che siamo stati i primi a lavorare sull’autoselezione dei lieviti autoctoni del Nero d’Avola. Da sempre proponiamo vini unici e irripetibili, ma anche innovativi. Per raggiungerci con il GPRS: 36°46’60” N 14°55’28” E

www.riofavara.it info@riofavara.it C/da Favara - 97014 Ispica RG - Tel. 0932 705130 - Fax. 0932 959839 - 0932 773057

ANTICA AZIENDA AGRARIA CURTO I Curto, coltivano dal 1670 vigneti, secondo gli impianti tradizionali(per lo più ad alberello), in terreni altamente calcarei, particolarmente vocati, ricadenti nell’area ELORO DOC, la maggior parte dei quali sono ubicati alle porte di Pachino, in prossimità di Avola, nella terra d’origine del Nero d’Avola,ospitati

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coltura naturale-biologica in tutta la nostra azienda viticola perché desideriamo rispettare la natura e non inquinare l’ambiente. Nella nostra cantina trasformiamo le

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Riofavara è un’azienda viticola risalente al 1920, Sedici ettari totali in 6 vigne, dislocati nelle contrade più vocate del territorio del Val di Noto. Pratichiamo l’agri-

nella zona più luminosa ed assolata d’Italia. Le uve così ottenute, di eccelsa qualità, danno vini corposi di alta classe ed eleganza. Vini presentati: Curto Eloro Doc rosso Nero d’Avola; Curto Fontanelle Eloro D.o.c. rosso Nero d’Avola; Curto Ikano Rosso Igt Nero d’Avola-Merlot; Curto EΩs Eloro D.o.c. rosato di Nero d’Avola; Curto Poiano bianco Igt Sicilia - Inzolia; Curto Dulce Netum moscato passito The Curto’s grow vineyards since 1670, most of the training methods are Head Trainig, according to traditional training. The vineyards soils have a very calcareous nature and they are all in the Eloro D.O.C.

area, near Pachino, not far from Avola, the original country of the “Nero d’Avola”. This is the brightest and sunniest area of Italy. The excellent quality of the grapes in this way obtained, gives elegant and high class wines.

www.curto.it info@curto.it C.da Sulla S.S: 115 Ispica – Rosolini km. 358,II - Tel/Fax: +39 0932 950161 119


Eccellenze siciliane nel mondo

L’Azienda familiare Campisi, nasce nel 1854 e da allora si dedica artigianalmente alla lavorazione e conservazione, rigorosamente a mano, del pesce fresco selezionato nel Mar Jonio e Mediterraneo. Tra i prodotti il tonno pescato all’amo, il pesce spada, cernia, ricciola, acciughe, sardine ed una vasta gamma di prodotti vegetali tra cui il pomodoro ciliegino di Pachino Igp in tutte le sue possibili trasformazioni. L’utilizzo di antiche tecniche, affinate nel tempo nel borgo di Marzamemi, l’essiccazione e la stagionatura dei prodotti di tonnara, in una fascia climatica particolarmente adatta, ha reso l’azienda Campisi, la custode delle antiche tradizioni conserviere in via di estinzione. La lavorazione del pesce non si ferma all’attività conserviera, ma si estende alla realizzazione di alcune specialità a base di pesce aromatizzato, come pesti, creme e patè dal sapore tipicamente marinaro. Queste delizie vengono preparate con particolare cura, secondo ricette esclusivamente artigianali, della tradizione isolana che impiega tra gli altri, l’olio extravergine di oliva, peperoncino rosso,

prezzemolo fresco, aglio, ciliegino secco e capperi. L’azienda Campisi lavora il pomodorino di Pachino sul sito di origine, per mantenerne integre le proprietà, senza alcuna aggiunta di conservanti. Secco o semisecco, sfuso o sott’olio, trasformato in salsa o in estratto concentrato, con o senza acciughe. I pomodorini vengono impiegati in lavorazioni speciali per la realizzazione di sughi pronti essenzialmente preparati a base di pesce, con tutto il sapore e gli aromi della Sicilia. La provenienza controllata delle materie prime, unita alla lavorazione artigianale, restituisce ai palati più esigenti, sapori e aromi a base di olive, carciofi, pomodorini, melanzane e funghi. Sapori e aromi di Sicilia che si ritrovano anche nella selezione di sale di provenienza marina, semplice o aromatizzato con spezie o erbe, per condire gustosi piatti. L’azienda Campisi, con la sua organizzazione specializzata può recapitare i suoi prodotti in ogni parte del mondo, garantendo la spedizione e l’integrità del suo contenuto fino a destinazione. Su richiesta, anche confezioni regalo.

CAMPISI 120

info@campisiconserve.it www.campisiconserve.it Via Marzamemi, 12 - 96018 Marzamemi-Pachino (SR) - Tel. 0931 841166 - Fax 0931 841835

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Campisi, custode di deliziose eccellenze


le Eccellenze del Territorio

La Corte del Sole, un’antica masseria immersa fra la natura dell’oasi di Vendicari e paesaggi carichi di storia, come le rovine dell’antica città di Eloro e la Villa Romana del Tellaro, si propone, anche con pacchetti ad hoc, come un luogo di raffinata ospitalità per enoturisti appassionati, nei territori del Nero d’Avola, del Passito di Noto e Siracusa e del Cerasuolo di Vittoria l’unica Docg siciliana. A pochi passi dal mare e vicina al centro storico di Noto, capitale mondiale del Barocco, in un ambiente caldo e familiare, si possono scoprire le autentiche specificità delle eccellenze enogastronomiche, come i piatti tipici della migliore tradizione siciliana, abbinati ai vini delle più pregiate cantine del territorio, da degustare in serate a tema, appositamente organizzate. La Corte del Sole offre ai propri Ospiti eleganti e confortevoli camere arredate in stile mediterraneo, Ristorante con veranda panoramica ed una ricca colazione nell’antico frantoio.

Immersed within the green landscape of the Vendicari reserve and the ancient and suggestive remains of the Greek town of Eloro and the Villa Romana del Tellaro, The Hotel la Corte del Sole offers to the œno-tourist a refined hospitality, the package tour, in the territory of the wine Nero d’Avola, Passito di Noto and di Syracuse and the Cerasuolo of Vittoria the unique Sicilian DOCG. Localized not far from the sea and near of the historical center of Noto, worldwide cultural capital of the Baroque, the restaurant gives the possibility to taste plates inspired to the old sicilian cooking tradition with its various Sicilian wines: To taste at dinner or participle to cooking course. The rooms large and differently furnished, are unique. The restaurant has comfortable and elegant spaces and a splendid veranda and breakfast is served in the old olive and grape press.

LA CORTE DEL SOLE www.lacortedelsole.it 122

info@lacortedelsole.it

C.da Bucachemi – Eloro - 96017 Noto Marina (SR) - Tel. 0931 820210 - Fax. 0931 812913

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Corte del Sole, relax in Val di Noto, all’insegna del buon gusto


alla scoperta del territorio

La Strada del Vino dell’Etna

È nel cuore del Mediterraneo che nasce “La Strada del Vino dell’Etna”. In una terra, la Sicilia, che grazie all’orgoglio ed al fascino della sua storia, alla forza dei suoi paesaggi ed al calore della sua gente, ha incantato i viaggiatori di ogni tempo. Viaggiatori rapiti da quelli che sono i frutti di questa generosa isola. Uno di questi frutti è il vino. Nobile bevanda che, alle pendici del vulcano più alto d’Europa, l’Etna, trova una delle sue massime espressioni. Vino che, fin dai tempi più remoti, ha costituito, per le genti di questo territorio, una preziosa fonte di commercio. Vini dalla forte personalità. Vini che esprimo124

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STRADA DEL VINO DELL’ETNA THE WINE ROUTE OF ETNA

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Strada del Vino dell’Etna - Via Nicola Coviello, 15 - 95127 Catania - Tel. +39 095 4012961 / 63 / 64 - Fax +39 095 4012962

.stradadelvinodelletna.it

strada.vinodelletna@provincia.ct.it

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alla scoperta del territorio

no la forza dei luoghi. La passione di chi li lavora ed i contrasti di una terra inondata di luce quasi tutti i giorni dell’anno, bagnata dalle acque del Mar Jonio e solcata dalle incandescenti e spettacolari lave dell’Etna. La Strada del Vino dell’Etna è un percorso “evocativo”, voluto dalla Provincia regionale di Catania, che fa riferimento a strutture reali. Un itinerario turistico che, in armonia con gli obiettivi delle politiche di sviluppo rurale, ha lo scopo di valorizzare ed incentivare i territori ad alta vocazione vitivinicola. Un itinerario che comprende vigneti, cantine ed aziende agricole, enoteche, musei della vite e del vino, centri d’informazione ed accoglienza, aziende specializzate in produzioni tipiche di qualità, strutture turistico ricettive, valori naturali, culturali ed ambientali.

Itinerari

La “strada”, virtuale, parte dal comune di Riposto, sede del porto dell’Etna, e si snoda, accarezzando le colline, tra i tornanti ed i terrazzamenti che si arrampicano verso il vulcano. Tra i caratteristici muri a secco di nera pietra lavica, tra gli antichi casolari contadini, le masserie e le sontuose ville dei nobili di un tempo. Un viaggio tra le rigogliose campagne dei versanti sud-est e nord-est dell’Etna. Tra i frutteti e gli agrumeti che circondano i caratteristici paesini dell’Etna. Un viaggio, durante il quale, si attraversano i territori dei comuni di Giarre, Mascali, Santa Venerina, Zafferana, Milo, Sant’Alfio, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Nicolosi, Pedara, Viagrande e Trecastagni. Comuni antichi. Ricchi di storia, beni artistici ed ambientali. Centri storici in cui dominano e convivono diversi stili architettonici. Le chiese, le piazze, i palazzi ed i paesaggi, unici, non lasciano indifferente il visitatore. 128

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le Eccellenze del Territorio

Cantine Patria, produzione di qualità legata al territorio Erano gli dei dell’abbondanza e della fertilità che la leggenda vuole abitassero sull’Etna e oggi continuano a “vivere” nello spumante che porta il loro nome: Palici. È questo uno dei fiori all’occhiello di Cantine Patria: uno spumante metodo classico Brut, prodotto da Nerello mascalese in purezza, dal profumo intenso e dal colore giallo paglierino, ideale per antipasti e aperitivi, piatti a base di pesce e dolci. Una “perla enologica”, come l’hanno definita molti esperti, che non a caso ha ricevuto numerosi premi. Non è il Palici l’unico prodotto pregiato: i monovarietali di Cantine Patria sono vinificati in purezza e portano etichette raffinate, creazioni degli artisti più rappresentativi del territorio. Ecco allora, per esempio: il Syrah, vino potente, maturo e austero; il Nero d’Avola, dal vitigno più tipicamente siciliano, che dà al vino un’espressione inconfondibile; il Cabernet, dal sapore caldo, note speziate di vaniglia e profumi di erbe aromatiche e frutti a bacca rossa. E poi ancora Chardonnay, Merlot, Viognier, Pinot

Noir. La produzione di Cantine Patria è composta di vini Doc e Igt, provenienti dalle uve più nobili coltivate sull’Etna. Per il palati più esigenti, l’azienda dedica le Riserve Etna Doc Torrepalino, invecchiate quattro anni prima in botti di rovere e poi in bottiglia. The legend says that the gods of fertility and abundance lived on the Volcano Etna, and today they live on the sparkling wine Palici. It is one of the best wine of Patria awarded in many competitions, a sparkling wine classic method Brut, product of nerello mascalese only, an intensive perfume, yellow color, perfect for appetizer, aperitif, fish plates and sweets. They produce others wines like Syrah, a strong wine, Nero d’Avola typical Sicilian wine, Cabernet,chardonnay, Merlot, Viognier. The production of Patri is composed by Doc and Igt. The company Patria ha a Reserve Etna Doc Torrepalino, aged for four years in barrique and after in bottle.

Soc. Agr. PATRIA a.r.l. www.vinipatria.it 130

info@vinipatria.it

S.S. 120 km. 194.500 - 95012 Solicchiata di Castiglione di Sicilia (CT) - Tel. 0942 986072 / 983133 - Fax 0942 983143

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Servizio pubbliredazionale

Oltre 20 le aziende vitivinicole che fanno parte della “Strada del Vino dell’Etna”. Aziende che si aprono ai visitatori ed a quanti amano il vino. Aziende situate in luoghi incantevoli. Cantine antiche che, nel pieno rispetto della tradizione, utilizzano tecnologie moderne. Suggestioni ed atmosfere d’altri tempi. È in questi luoghi, dove grazie alle particolari condizioni climatiche legate al vulcano, nasce l’ETNA DOC. Un vino, nelle tre qualità bianco, rosso e rosato, ottenuto dalle uve di quattro vitigni: il Carricante, il Catarratto, il Nerello Mascalese ed il Nerello Mantellato. Ma la “Strada del Vino dell’Etna” vuol dire anche produzione tipica. Sta crescendo, infatti, il numero delle aziende agroalimentari ed artigianali. Prodotti tipici che, puntando sulla qualità, si avviano a diventare i protagonisti dell’economia locale.


alla scoperta del territorio

La strada del Vino della Provincia di Messina

La Strada del Vino della provincia di Messina abbraccia un territorio che si affaccia geograficamente su due mari il Tirreno e lo Ionio, con al suo interno lo splendido territorio della catena montuosa dei Peloritani e il magnifico scenario natural-paesaggistico delle Isole Eolie, nonché un immenso e ricco patrimonio storico ed archittettonico da valorizzare con un’offerta turistica integrata da un’enogastronomia imperniata alla qualità e tipicità. 132

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Strada del Vino della Provincia di Messina - Via Acqueviole Pl. Salamone - Business center c/o C.I.A. - 98057 Milazzo (ME)

Tel. 090 9221555 - Fax 090 9227441

.stradadelvinomessina.it

135 info@stradadelvinomessina.it - me.milazzo@cia.it


alla scoperta del territorio

Lungo la strada del vino si distinguono tre percorsi che ci guidano alla scoperta dei territori di produzione dei tre vini DOC della provincia messinese: il percorso del Vino Faro, quello del Vino Mamertino e quello del Vino Malvasia delle Lipari. All’interno di ciascun percorso si propongono degli itinerari che permettono di scoprire attentamente il territorio arricchendo la vista, la mente ed il palato di sensazioni uniche ed indimenticabili. L’Associazione Strada e Rotte del Vino della Provincia di Messina, sita a Milazzo in via Nino Ryolo, 20 Tel. 090.9223119 – fax. 090.9227441 – e-mail: info@stradadelvinomessina.it – sito web: www.stradadelvinomessina.it è a disposizione per supportarvi nella scelta del vostro itinerario personalizzato lungo i tre percorsi, organizzando itinerari, degustazioni guidate e visite alle cantine associate.

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Itinerari PERCORSO DEL VINO FARO DOC Tale percorso è volto a valorizzare l’area di produzione, ossia tutte le aree collinari del comune di Messina, dello storico vino Faro, definito “il Rosso dello Stretto”, le cui origini risalgono all’età Micenea (XIV secolo a.C. circa) una delle prime DOC ad essere riconosciute (1976) in Sicilia, il cui uvaggio prevede principalmente l’uso di Nerello mascalese, Nerello cappuccio e Nocera. In particolare, la vitivinicoltura messinese di qualità si concentra nella parte Nord, ossia a Spartà, Faro Superiore, Castanea e, a sud a S.Stefano e San Placido Calonerò. Un possibile percorso da Sud a Nord nell’areale di produzione prevede: - Visita al monastero benedettino di S. Placido Calonerò (XVI Secolo) che ospita l’Istituto Agrario Minutoli. - Visita guidata al centro cittadino: Duomo, dove si possono ammirare mosaici del sec. XIV e rifacimenti ed alcune statue di santi; Campanile del Duomo, col singolare meccanismo del suo orologio che, oltre a segnare le ore, ogni giorno alle ore 12 mette in movimento statue e ingranaggi meccanici che rievocano episodi astronomici, religiosi e cittadini; alla Fontana di Orione (opera del Montorsoli); - Sempre al centro città si può visitare: la Chiesa in stile gotico di S. Maria degli Alemanni (XIII Secolo) e quella di SS. Annunziata dei Catalani (XII Secolo) – sorta verosimilmente sulle rovine del Tempio di Nettuno; oppure è possibile visitare il Museo Regionale di Messina. - Degustazione di ottimo vino DOC Faro, oltre a poter mangiare una buona pagnotta ‘a disgraziata’, si possono degustare miele, conserve sott’olio, vini e liquori tipici e prelibatezze gastronomiche come la “cucunciagra”, patè a base di capperi delle Isole Eolie. 137


- Visita guidata al Monte Dinnammare (dal latino “bimaris” due mari), che fa parte della catena dei Monti Peloritani, dove sorge l’omonimo Santuario della Madonna di Dinnammare, dalla cui terrazza antistante si gode dello stupendo panorama della costa tirrenica e di quella ionica. PERCORSO DEL VINO MAMERTINO DOC Se decidiamo di visitare le zone di produzione del Mamertino DOC - vino sia rosso (uvaggio: Nero d’Avola e Nocera) che bianco (uvaggio:Cataratto, Inzolia e Grillo) - noto anche come “Vino dell’Imperatore” in quanto bevuto da Giulio Cesare, possiamo iniziare il tour partendo dai Comuni situati nella parte nord-orientale della costa tirrenica sino a giungere ai comuni, come Furnari e Patti, che segnano il confine occidendale dell’areale di produzione. Nello specifico lungo il percorso sono stati tracciati tre itinerari, visionabili sul sito della Strada del Vino: 1° itinerario - Roccavaldina - Condrò - Torregrotta 2° itinerario - S.lucia Del Mela - Milazzo 3° itinerario - Tindari - Patti - Furnari PERCORSO DEL VINO MALVASIA DELLE LIPARI DOC Se decidiamo di fare il tour per degustare il nettare degli Dei , ossia il vino dolce Malvasia delle Lipari (uvaggio:Malvasia delle Lipari e Corinto Nero) – la cui introduzione nelle Isole Eolie risale, verosimilmente, al XVII Sec. - vi proponiamo il seguente itinerario: Isola di Lipari Isola di Filicudi Isola di Salina

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alla scoperta del territorio

La strada del Vino Monreale DOC

La Strada del Vino Monreale Doc, si estende alle spalle di Palermo, lungo un circuito che entra nel comune di Monreale, comprende in parte il comprensorio di Piana degli Albanesi e coinvolge per intero i comuni di Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena. È un territorio che strega per lo splendore architettonico della Cattedrale di Monreale, il massimo esempio di architettura Normanna in Sicilia; per gli scavi archeologici sul monte Jato, che hanno messo in luce testimonianze d’insediamenti datati agli inizi del primo millennio a.C. e per il patrimonio etnico e culturale rappresentato da Piana degli Albanesi. I vini della Doc Monreale, nascono in un’area a vigneto di circa 12mila ettari in cui sono coltivate uve pregiate bianche e nere, autoctone e internazionali. I vitigni ammessi alla produzione dal disciplinare sono 12; il vino prodotto è bianco, rosso e rosato, ma i bianchi possono anche essere proposti come superiore e vendemmia tardiva, mentre ai rossi può essere attribuita l’indicazione di riserva. La Strada del Vino Monreale Doc vuole dare impulso anche al territorio circostante, sviluppando il turismo enogastronomico, con la valorizzazione delle tipicità. Lo sfincione, il superbo pane di Monreale, la pasta con le ricette tradizionali del territorio, l’olio extravergine d’oliva Dop, le susine bianche, presidio Slow Food e i cannoli di ricotta. Per il sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo, la Stada del Vino Monreale Doc è “un viaggio nel sapere e nei sapori con un panorama ricchissimo di prodotti agroalimentari tipici che rappresentano, da sempre, elementi di riconoscibilità e d’appartenenza della Città con marchi 140

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Strada del Vino Monreale D.O.C. - C/0 Principe di Corleone - Pollara, C.da Malvello - Monreale (PA)

Tel. 091 8463512 - Fax 091 8463197

info@principedicorleone.it

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alla scoperta del territorio

riconosciuti sia nazionali che comunitari”. Monreale per il primo cittadino è una città d’arte “custode di tradizioni uniche ed irripetibili, frutto delle sedimentazioni culturali di varie civiltà che si sono succedute nel tempo, tramandando il loro sapere e la loro cultura ed arrivando fino ai nostri giorni con vigoria fiorente di un artigianato artistico dove eccelle l’arte musiva. La storia, i monumenti, i paesaggi, la natura, i borghi, gli antichi casali, le tradizioni, l’artigianato ed i prodotti tipici sono tessere di un mosaico che lasceranno ai visitatori attenti un ricordo indelebile della Città di Monreale”. Parole che sottendono l’impegno dell’Ente locale ad intervenire con atti concreti per sostenere i prodotti di nicchia del territorio.

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alla scoperta del territorio

La strada del Vino Alcamo DOC

Promossa dall’Associazione Nazionale Città del Vino, si è costituita nel Luglio del 2000 un’Associazione della “Strada del Vino Alcamo Doc”, allo scopo di valorizzare le capacità di attrazione del territorio e delle sue risorse storico-culturali, naturalistiche ed ambientali in relazione ai percorsi della Strada del Vino e di valorizzare e promuovere in senso turistico le produzioni vitivinicole, le attività agroalimentari di qualità e le specialità enogastronomiche del territorio. L’Associazione opera in armonia con le linee guida della Legge regionale 2 agosto 2002, n. 5 che disciplina la realizzazione delle strade e delle rotte del vino in Sicilia e che individua le “Strade” come ”itinerari turistici lungo i quali insistono vigneti, cantine di aziende agricole, enoteche, musei della vite e del vino, centri di informazione e accoglienza, aziende specializzate in produzioni tipiche e di qualità, strutture turistico ricettive, valori naturali, culturali e ambientali”. Il turismo rurale in generale ed il turismo enogastronomico in particolare sono caratterizzati, infatti, da forti motivazioni culturali e dall’alto livello di conoscenza e di infor146

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Strada del Vino Alcamo D.O.C. - Corso VI Aprile, 7 - 91011 Alcamo (TP) - Tel. +39 0924 25008

.stradadelvinoalcamodoc.it

info@stradadelvinoalcamodoc.it

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alla scoperta del territorio

mazioni del turista interessato ai percorsi del vino e della gastronomia tipica. A tal fine l’Associazione promuove con un progetto coordinato una serie di percorsi turistici significativi ai fini di un’offerta turistica integrata in un territorio vitivinicolo particolarmente ricco di risorse culturali e ambientali. La combinazione d’insieme, nelle terre dell’Alcamo Doc, fra natura, cultura e prodotti tipici, offre uno splendido esempio di turismo enogastronomico di qualità, inteso come modo con il quale ognuno potrà arricchire i propri interessi culturali. Questo proggetto intende guidare l’eno-turista alla scoperta dei luoghi e dei sapori della Strada dell’Alcamo Doc. Buon viaggio!

Itinerari

Gli antichi viaggiatori, quelli che attraversavano il nostro Paese alle prese con il Grand Tour, hanno scritto della Sicilia ricca di sole, cultura e paesaggi agrari di rara bellezza. Il fascino di questa terra di dolci colline, casali, città d’arte e vigneti ha nel territorio dell’Alcamo Doc, a cavallo delle province di Trapani e Palermo, uno degli esempi più suggestivi della Sicilia. Un paesaggio ampio e collinare, che si affaccia sul Golfo di Castellammare, dominato dalla presenza del vigneto che disegna verdi geometrie di filari ordinati su terre assolate e dai colori cangianti: dal bruno delle argille, al rossastro delle sabbie, ai bianchi calcari pietrose. Qui le uve danno vita a vini di alta qualità, bianchi, rosati e rossi intensi, apprezzati in tutto il mondo. L’ Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” promuove, per suo statuto, percorsi turistici alternativi in un’area ad alta vocazione vitivinicola caratterizzata dalla presenza di cantine, da produzioni gastronomiche tipiche nonché da 150

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le Eccellenze del Territorio

Bioviola, il profumo di un terroir tutto naturale

attrattive naturalistiche-ambientali, archeologiche e storico-culturali particolarmente significative ai fini di un’offerta turistica integrata. Gli itinerari che qui si presentano attraversano luoghi di rara bellezza, sentieri naturalistici ricchi di tradizioni contadine, casali, bagli e masserie di ineguagliabile bellezza decadente, filari di vigne bordati da olivi centenari che testimoniano la fatica e l’arte dei contadini. L’enoturista, nel percorrere gli itinerari proposti, troverà un’offerta ricettiva ben distribuita per tipologia (dagli alberghi alle strutture agrituristiche) e per dislocazione territoriale e potrà assaporare la sorprendente cucina siciliana frutto di una sapiente tradizione gastronomica originata dalle diverse civiltà con cui è venuta in contatto durante le diverse dominazioni, dai greci ai romani, dagli svevi agli spagnoli. L’influenza del mare, i prodotti tipici dell’agricoltura (fichidindia, melanzane, meloni, arance), il buon vino e la creatività di cuochi e pasticceri si ritrovano, con un mix straordinario, nella cucina locale.

Pubbliredazionale

Giovane azienda agricola, dal 1994 ha scelto il sistema dell’agricoltura biologica per ottenere prodotti agricoli tramite tecniche che mettono al primo posto la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente, con la creazione di un ecosistema che evita la proliferazione dei parassiti. L’azienda Bioviola si sviluppa lungo le colline dell’Alcamo Doc e nel territorio di Calatafimi-Segesta, ed è costituita da 14 ettari di terreno coltivati a vigneto e da 2 di uliveto. Tre i vini prodotti: il Yule, un bianco, Catarratto in purezza; un rosato, derivante da un blend

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di Nero d’Avola (60%) e Merlot (40%) e il D’Amanti, un Merlot in purezza. Inoltre, l’azienda produce un olio extra vergine d’oliva, con olive Cerasuola. Tutti i prodotti sono controllati e certificati biologici. I vini dell’azienda Bioviola hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, in Italia e all’estero. Due medaglie d’argento nel 2011 alla manifestazione Biodivino; nel 2010, ancora due medaglie d’argento al concorso internazionale Mundus Vini Biofach di Norimberga.

BIOVIOLA www.bioviola.com info@bioviola.com Via G.Tomasi di Lampedusa - Alcamo (TP) - Tel. 0924 22371 - Cell. 338 9488276

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alla scoperta del territorio

Strada del Vino Erice DOC

Per il viaggiatore la Sicilia è da sempre terra capace di suscitare forti emozioni e grandi suggestioni, un luogo dove la storia si fonde con il mito, dove la natura è stata straordinariamente generosa e la cultura è il frutto della fusione di grandi civiltà, per le quali la Sicilia ha sempre rappresentato approdo strategico e habitat ideale. Dal 2005 la Sicilia vanta un nuovo patrimonio, la Strada del Vino e dei Sapori Erice DOC, uno straordinario percorso che si snoda tra Erice, Trapani, Segesta e Mozia 154

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Strada del Vino Erice DOC Via Cap. A. Rizzo, 39 - 91010 Fulgatore - Erice (TP) - Tel: +39 0923.811700 - Fax: +39 0923.811654

.stradadelvinoericedoc.it

info@stradadelvinoericedoc.it

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alla scoperta del territorio

attraverso un territorio leggendario, disseminato di testimonianze storiche uniche al mondo, di scorci naturalistici di rara bellezza, di giacimenti enogastronomici tutti da scoprire. La forza di questi luoghi è stata catturata dai preziosi vini del posto, oggi esportati ed apprezzati in tutto il mondo. Il calore di questa terra ha dato origine al successo dei suoi prodotti tipici; l’olio, il sale, i formaggi, i prodotti di tonnara caratterizzano la cucina locale, ricca di piatti eccellenti che sprigionano profumi e sapori che si imprimono per sempre nella memoria. Ma la Strada del Vino e dei Sapori Erice Doc non è solo un sorprendente patrimonio enogastronomico, un luogo magico in cui si concentrano bellezze naturalistiche e valenze storiche ed artistiche impareggiabili. Oggi la Strada è un’associazione che raccoglie Enti pubblici intenti a promuovere e a valorizzare il territorio e imprese private di grande fascino e tradizione: agriturismi d’eccellenza, castelli trasformati in resort di lusso, ristoranti tipici, case vinicole, cantine di produzione e preziosi interpreti dell’artigianato tipico locale. Tutti pronti ad accogliere il turista più esigente per un’esperienza di vacanza completa e indimenticabile. 158

Itinerari

La fruibilità turistica del territorio presentato è resa possibile anche dagli itinerari turistici offer ti dalla Strada del Vino Erice Doc, prenotabili attraverso il portale www.stradadelvinoericedoc.it. La Strada, grazie alla collaborazione dei suoi associati, è in grado di offrire pacchetti turistici integrati attraverso i quali il visitatore può scoprire le numerose eccellenze storico-culturali, naturalistiche ed enogastronomiche della provincia di Trapani. Di seguito un esempio di offerta turistica integrata e la descrizione le apprezzatissime escursioni sensoriali. 1° giorno - Ritrovo dei par tecipanti all’aeroporto di Trapani. Trasferimento al centro storico della città per il pernottamento presso un antico palazzo situato nel suo cuore barocco. Cena a base di piatti tradizionali della cucina siciliana. 2° giorno - Prima colazione. Salita a Erice tramite la funivia panoramica. Visita del tipico borgo medievale con le sue strade selciate e le botteghe artigiane, la Cattedrale della Matrice, la piazzetta, le numerose chiese, il Castello, i Giardini del Balio. Durante la visita si scopriranno gli antichi metodi di lavorazione a telaio dei famosi tappeti ericini e le tecniche decorative delle ceramiche del luogo. Pranzo in un prestigioso ristorante inserito in un suggestivo contesto medievale. Tra159


le Eccellenze del Territorio

sferimento al sito archeologico di Segesta per ammirare lo straordinario tempio del 430 a. C., perfettamente conservato, e il teatro dove ancor oggi si svolgono rappresentazioni classiche. Rientrando a Trapani, sosta presso una famosa cantina locale per un tour guidato attraverso i vigneti-giardino, la produzione del vino, la conservazione nelle prestigiose botti, l’imbottigliamento e l’enoteca. Rientro a Trapani. Cena e pernottamento. 3° giorno - Prima colazione. Trasferimento a Scopello per la visita naturalistica alla Riserva dello Zingaro; lungo i suoi sentieri, rigogliosissima la vegetazione mediterranea, interrotta da calette tranquilledove il mare si insinua con dolcezza. Lungo la strada, sosta presso un’antica tonnara per ammirare gli splendidi faraglioni. Visita al paesino di casupole in pietra e al suo maestoso baglio del XVIII sec., tipico casolare di campagna strutturato come una casa for tezza a difesa dagli attacchi dei briganti. Pranzo a base di pane cunzato, esperienza unica per il palato grazie alla qualità del pane e all’uso di ingredienti tipici locali.Trasferimento in una storica tonnara trapanese per apprendere le fasi di un’antica tecnica di pesca locale, la mattanza, e della lavorazione del tonno. Resto del pomeriggio libero per una passeggiata lungo le sontuose vie del centro storico della città di Trapani. Cena tipica in un baglio ristrutturato. Rientro a Trapani per il pernottamento. 4° giorno - Prima colazione.Trasferimento alla Riserva dello Stagnone, straordinaria laguna nella quale sono state ricavate le più antiche saline di tutto il Mediterraneo e da cui proviene il migliore sale d’Italia, ricchissimo di principi nutritivi. Le saline, con i suggestivi mulini a vento, le bianche montagne di sale, le vasche colorate, rappresentano un paesaggio davvero straordinario. Si visiterà un mulino ristrutturato ripercorrendo l’intero tragitto del sale dal mare alle nostre tavole. A seguire, visita del sito fenicio di Mozia, del suo cothon, della necropoli, dei mosaici, della splendida statua del Giovinetto, testimonianza del V sec. a.C. Pranzo presso un suggestivo chateaux relais immerso nei vigneti tra Marsala e Trapani. I proprietari accompagneranno gli ospiti a visitare la cantina e la sala barriques che contiene vini d’annata unici. Trasferimento in aeroporto.

Divino Hotel, una sosta ideale per chi ama la terra del vino Fiocco Azzurro in Contrada Rilievo. Nasce il Divino Hotel, una nuovissima struttura della famiglia Vultaggio - un nome, una garanzia - che da anni gestisce l’Agriturismo Vultaggio, in contrada Misiliscemi, a Trapani, non lontano dallo stesso Divino Hotel. In contrada Rilievo, tra Trapani e Marsala e distante soli 10 km dall’aeroporto di Trapani, grazie alla sua posizione assolutamente centrale rispetto alla provincia di Trapani, il Divino Hotel Trapani è il luogo ideale per poter pianificare le vostre escursioni nel territorio della magnifica provincia di Trapani. Infatti l’hotel si trova a pochi chilometri dalle più rinomate località turistiche e di interesse storico ed archeologico della provincia. Il wine bar del Divino Hotel, è il punto di incontro per un aperitivo con gli amici o per una pausa pranzo, lontano dal caos della città. Il tutto all’insegna della buona enogastronomia, tipica

della migliore tradizione della Famiglia Vultaggio. Infatti il wine bar del Divino Hotel è anche un ottimo punto di ristoro, dove si possono degustare deliziosi salumi e formaggi del territorio siciliano e dove incontrare la tipica tavola calda trapanese e i gelati artigianali in estate. Un occhio di riguardo viene dato ai prodotti del presidio Slow Food, quali i salumi di maialino nero dei Nebrodi, il caciocavallo ragusano, l’aglio rosso di Nubia, il sale marino di Trapani, il pane nero di Castelvetrano, le mandorle di Noto, i pistacchi di Bronte. Le persone affette da disturbi alimentari, quali ad esempio la celiachia, su richiesta possono usufruire di pietanze senza glutine. La carta dei vini offre una selezione speciale di etichette siciliane, tra le quali Mirio, il nero d’Avola dell’Agriturismo Vultaggio.

DIVINO HOTEL 160

www.divinohotel.it info@divinohotel.it Via Marsala, 271 - 91100 Rilievo (TP) - Tel. +39 0923 864013 - Tel. / Fax: +39 0923 865107

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alla scoperta del territorio

Strada del Vino di Marsala Terre d’Occidente

Anche Marsala ha la sua Strada del Vino; si chiama Terre d’Occidente ed evoca questa parte di Sicilia che più di altre ha conosciuto nei secoli intrecci di culture: fenici, punici, greci, romani, arabi e poi longobardi, aragonesi, angioini sono qui arrivati; e l’elenco potrebbe continuare ancora. Questa babele oggi la si può osservare ma anche gustare. Gli occhi possono soffermarsi sulle antiche vestigia, sui monumenti e le opere d’arte, sul paesaggio modellato dall’uomo; al palato il 162

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Strada del Vino di Marsala – Terre d’Occidente Via XI Maggio 132/A – 91025 Marsala - Tel/Fax: 0923-715833

.stradavinomarsala.it

info@stradavinomarsala.it

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alla scoperta del territorio

L’Enoteca della Strada, inaugurata il 16 marzo 2011 in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, concretizza finalmente il lungo impegno dell’Associazione e della Città di Marsala per la creazione, in pieno centro storico, di una struttura polifunzionale, accogliente ed attrezzata, per diventare punto di riferimento e rappresentanza dell’intero panorama vitivinicolo siciliano.

compito di assaporare piatti e ricette, alcune antichissime, assemblaggio di usi e di custumi tramandati nei secoli. Sappiamo come al turista piaccia sempre di più viaggiare lungo percorsi che gli offrono la possibilità di conoscere la qualità dei vini e dei prodotti tipici, alimentari ed artigianali, ma anche la cultura e le bellezze artistiche, la storia e le tradizioni di un luogo e dei suoi abitanti. La Strada del Vino di Marsala Terre d’Occidente è lo strumento più appropiato per avventurarsi nel nostro territorio, attraverso il quale può essere conosciuto e apprezzato per l’alta qualità del suo vino Marsala e degli altri suoi prodotti, soprattutto, per la sua gente, protagonista assoluta di questa nuova e stimolante esperienza. Sono i produttori vitivinicoli, ma anche i ristoranti, i gestori di strutture ricettive, gli agriturismi, i titolari di attività commerciali tipiche, gli artigiani, i promotori del territorio ed è proprio con loro che vi invitiamo ad intraprendere un viaggio che sarà sicuramente ricco di piacevoli sorprese. Siamo nelle terre del Marsala, uno dei vini mito dell’enologia italiana, un territorio capace di mettere insieme grandi tradizioni enogastronomiche con importanti siti storici, archeologici e naturalistici. 166

Itinerari Il percorso che propone oggi la Strada del Vino di Marsala, è estremamente variegato, ruota intorno al vino, all’arte e al sale ed offre l’opportunità di fare un’accurata conoscenza del territorio e delle sue caratteristiche. Gli appassionati del turismo enogastronomico, possono disporre delle nostre guide in cui sono inseriti i sei itinerari della Strada del Vino di Marsala: • Storia e Archeologia (Itinerario 1) • Isole e Saline (Itinerario 2) • Approdi e Spiagge (Itinerario 3) • Artigianato e Tradizioni (Itinerario 4) • Tipicità e Feudi (Itinerario 5) • Panorami e Bagli (Itinerario 6) Raccontare gli itinerari compresi nella Strada del Vino Marsala Terre d’Occidente è impresa ardua, perché sono talmente tante

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le Eccellenze del Territorio

Conoscere il Marsala

le proposte dove storia ed enogastronomia si accavallano, si sovrappongono e si fondono che a volte si rischia di perdere il filo. Oggi un percorso sancisce questo legame indissolubile fra vino e territorio, che si snoda lungo la Strada del Vino di Marsala Terre d’Occidente. Marsala, splendida civitas, così la definì Cicerone, che della nota cittadina siciliana fu questore nel 75 a.C., oggi è porto turistico e, al tempo stesso, cantina all’aria aperta, per i suoi dintorni disseminati di antichi bagli, le tipiche costruzioni rurali della campagna siciliana, che nel Settecento venivano adibite alla lavorazione e alla conservazione del vino. Meta di escursioni verso le isole, prima fra tutte la splendida Mozia poco a nord dello Stagnone, l’arcipelago delle Egadi e verso i siti archeologici (il tempio di Segesta), i musei, ma anche le cantine e le botteghe tipiche, testimonianza di un’antica tradizione enogastronomica. Da non perdere, attraversando la litoranea Nord, l’itinerario della “Via del Sale” lungo le storiche saline, che prosegue proprio fino l’isola di Mozia, che un tempo si collegava alla terrraferma con la necropoli di Birgi, grazie ad una strada sommersa di epoca romana lunga 1.770 metri, che oggi è visibile soltanto con la bassa marea. Proprio nell’isola è possible visitare Il Museo Whitaker, il primo museo punico sicilano. Andar per Bagli, tour per le prestigiose Cantine; passeggiare tra Storia ed Archeologia all’interno del Museo Baglio Anselmi con la Nave Punica, e poi la possiblità di visitare gli artigianati locali, i produttori della Fragola Marsalina, la pesca e gustare i genuini prodotti dell’agricoltura locale: colori e sapori di una strada che vi lascerà a bocca aperta. 168

Gli orizzonti del Marsala Le origini del Marsala, la sua scoperta e la diffusione della sua notorietà, sono riconducibili ad una storia tanto straordinaria quanto affascinante. La nascita del Marsala é databile 1773. Fu proprio in quell’anno, infatti che John Woodhouse - commerciante di Liverpool – mentre veleggiava al largo della costa occidentale siciliana, fu indotto da una tempesta di scirocco a cercar rifugio nel porto di Marsala. Lui ed il suo equipaggio ebbero così modo di degustare il vino locale, forte e robusto, maturo e solare, il perpetuum, che potremmo definire l’antenato del Marsala.

Marsala è una magia Un vino maturo non garantisce la sua esistenza millenaria. L’alta qualità non conosce il tempo. Ricercare non vuol dire essere in un territorio. Scoprire il Marsala oggi è l’inizio di un cammino dai gusti magici e dai nuovi orizzonti. Il Marsala predilige i colori caldi, le tonalità oro, piatti tipici tradizionali del territorio e… la gente. Basterebbe parlare di profumi, dei profumi del Marsala, evoluti; dai gusti diversi nella diversità, retrogusti infiniti, per farvi subito innamorare ed emozionare! Vogliamo quindi presentarvelo, nelle quattro uniche tipologie che rappresentano il Marsala originale, sinonimo di qualità superiore. Vergine. Vino di grandissimo carattere. Così scoperto dagli Inglesi per il colore ambrato, esprime profumi terziari evoluti, gusto asciutto e retrogusto persistente. Evoca sensazioni di grandi distillati. Superiore Riserva Oro Dolce. Vino dolce dalle caratteristiche uniche. La rarità e le emozioni suscitate danno piena visione del luogo di produzione. Ricorda profumi di vini passiti. Superiore Secco. Colore topazio e profumi mediterranei, equilibrato ed intenso al gusto, mostra straordinarie attitudini per esaltanti abbinamenti con piatti a base di carne. Fine. Famoso in cucina, è un vino giovane di spessore, con grande propensione per abbinamenti di alta qualità con piatti a base di pesce.

info:

www.casavinicolabuffa.it incontrareilmarsala@casavinicolabuffa.it Via V. Florio, 31 - 91025 Marsala (TP) • Tel. 0923.982444 - Fax 0923.721271 169


alla scoperta del territorio

La strada del Vino Val di Mazara

L’Associazione Strada del Vino Val di Mazara si è costituita nel giugno 2000 per iniziativa di un gruppo di imprenditori vitivinicoli dei territori ricadenti nei comuni di Mazara del Vallo, Petrosino, Salemi e Campobello di Mazara, allo scopo di far conoscere i percorsi che attraversano queste terre a vocazione prevalentemente vitivinicola e realizzare un ampio programma di sviluppo turistico volto a valorizzare e far apprezzare le bellezze e le capacità di attrazione delle località rurali, promuovere i vini ed i prodotti gastronomici e dell’artigianato, favorire un accoglienza tipica vicina alla storia, alle tradizioni ed alla cultura del territorio. 170

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Strada del Vino Val di Mazara – Piazza della Repubblica, 6 – 91026 Mazara del Vallo (TP) - Tel/Fax: 0923 940607

.stradadelvinovaldimazara.it

info@.stradadelvinovaldimazara.it

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alla scoperta del territorio

Itinerari

La Strada del Vino Val di Mazara ha tra i suoi obiettivi la promozione della DOC Delia Nivolelli: un vino dalle caratteristiche uniche come il territorio che lo produce, dotato di un profilo sensoriale e qualitativo in grado di competere sui mercati nazionali ed internazionali. Il Delia Nivolelli è ottenuto dalla vinificazione sia di varietà autoctone, come il Grillo, l’Inzolia, il Damaschino ed il Grecanico per il Bianco ed il Nero d’Avola, il Pignatello o Perticone per il Rosso, sia da varietà alloctone, come il Chardonnay ed il Muller Thurgau per il Bianco ed il Cabernet Sauvignon, il Merlot ed il Sangiovese per il Rosso. La Val di Mazara occupa la punta estrema della Provincia di Trapani e della Sicilia Occidentale, facendo da sponda naturale del Mediterraneo per tutti i paesi del Nord Africa. Questa terra particolarmente fertile e pianeggiante, luogo di incontro e di confronto di culture e di religioni, ieri come oggi, reca i segni di tante civiltà. Viaggiando tra queste terre ricche di paesaggi naturali di straordinaria bellezza, si colgono le tracce lasciate dai Fenici, Greci, Arabi e Normanni e non solo nelle splendide testimonianze architettoniche, ma anche nella cultura e nella sapienza antica con cui ancora si coltiva la terra per ottenere eccezionali vini ed oli dai sapori unici. Questa Associazione intende guidare l’enoturista alla scoperta dei luoghi e dei sapori della Strada del Vino della Val di Mazara. 174

In pochi altri posti, come per la Sicilia, parlare di cucina è iniziare un viaggio, incontrando piatti che dischiudono prospettive di tempo e suggeriscono immagini di luoghi dalla variegata composizione. Cucina ricca di prodotti fragranti, sapori che stanno, così come la posizione geografica dell’isola, in un delizioso equilibrio tra terra e mare. Nella Sicilia occidentale la varietà di piatti è ricco di prodotti, spezie e profumi che testimoniano quanto l’isola si sia, da secoli, trovata al centro di mire ed attenzioni di popoli di ogni dove. Non è possibile parlare di un’unica cucina: le diversità originare dalle differenti influenze culturali si sono incrociate con quelle determinate dalla diversità tra cucina della costa e cucina dell’interno; due mondi ancora lontani, ma tra i quali, a causa delle difficoltà di spostamento, esisteva un tempo un solco profondo. Si può pensare alla tradizione gastronomica siciliana come ad una tavolozza di colori dalle tonalità forti accanto a tinte sfumate, un gioco di richiami e di rimandi suggestivi più che decifrabili. 175


Come tutte le cucine povere è ad esempio ricorrente l’abitudine del piatto unico: le paste di vario tipo e cucinate in modi diversi, arricchite dai prodotti del posto finiscono col diventare l’intero pasto. È il caso della pasta con le sarde, delle paste con ortaggi e legumi, dalle varie paste al forno. Prima ancora della pasta è però il pane ad assolvere questa funzione nutritiva. Tanti sono i tipi di pane di cui la Sicilia è ricca, tra cui il caratteristico Pane Nero che accompagnato all’ottimo olio di oliva, all’origano e pomodoro danno origine al diffuso pane cunzatu (condito), trionfo della semplicità quanto della bontà. I prodotti della pastorizia hanno un posto di rilievo, mentre il consumo della carne è un eccezione spesso riservata alla festa. La preparazione più comune è alla brace, vengono utilizzati soprattutto il maiale, ma ancor più l’appetitoso castrato. Con l’influsso arabo la cucina divenne ricca, ricercata e dai contrasti insoliti, in analogia al paesaggio. Così all’austera semplicità dei templi greci si sostituirono le raffinatezze da “mille e una notte” dello stile arabo e la ricchezza dell’architettura degli edifici barocchi. La caponata di melanzane è un esempio di come diversamente vengano elaborate le verdure, il falsomagro (grosso rotolo di carne con ripieno di prosciutto, formaggio e uova) o gli involtini di carne (ripieni di pangrattato, uva passa, pinoli, formaggio ed aromatizzati con alloro e cipolla), le sarde a beccafico (con pangrattato, limone e pinoli): piatti la cui complessità aveva anzitutto la funzione di ostentare ricchezza. È agli Arabi che si deve l’introduzione degli agrumi, dello zucchero, della cannella e dello zafferano, oltre a quella del riso che qui ha avuto modi di cottura ed utilizzi diversi dai soliti, basti pensare alle arancine (con ripieno di ragù di carne e piselli o di prosciutto e formaggio), una sorta di emblema della cucina isolana, spesso il primo incontro gastronomico in occasione di un viaggio in Sicilia. Il pesce, come ovvio, è proposto con ricchezza di preparazioni e di varietà: tra di esse, anche per il posto che da sempre si occupa nella tradizione popolare, merita rilievo il tonno oltre al pesce spada, le sardi e le alici. Particolari 176

le preparazioni del pesce spada alla ghiotta, del maestoso gambero, principe indiscusso dei piatti più prelibati, del pesce san Pietro con le cui uova si preparano le busiate, un tipo di pasta fresca fatta in casa. Un piatto indimenticabile negli odori e nel sapore è il “Cuscus”, versione siciliana del Couscous di origine magrebina realizzato appunto con il pesce. Attenzione particolare merita la pasticceria che fa parte delle abitudini quotidiane, il cui profumo è nell’aria come quello delle piante odorose (rosmarino, il finocchietto selvatico, origano) che si incontrano lungo il viaggio: cannoli, cassate, il tradizionale gelo di melone (gelatina di anguria), le “cassatedde” di ricotta ed i “muccunetti” sono i più diffusi, ma ogni territorio è ricco di novità e sorprese. Non si possono non ricordare i gelati e le granite, prodotti squisiti dell’abilità artigiana , ma prima ancora abitudini, riti che parlano di altre dimensioni del tempo. È considerato un obbligo, nelle giornate estive, offrire all’ospite una granita di caffè, di limone o di mandorle, ma la letteratura parla di raffinatezze quali la granita di gelsomino.

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La strada del Vino Terre Sicane

Sambuca di Sicilia Palazzo Panitteri sede della Strada del Vino

La Strada del Vino Terre Sicane, è un itinerario-sistema per conoscere il territorio dei Comuni di Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belìce e Sciacca, un’area ricca di valenze culturali e ambientali, dove gustare i generosi vini e i prodotti tipici della tradizione locale. Terre dove è possibile immergersi nell’atmosfera dell’antica Entella di Contessa e Adranone di Sambuca, il più alto insediamento punico del Mediterraneo, nella mitica Terme Acquapia di Montevago, nella magia del Parco Letterario del Gattopardo di S. Margherita, nel profondo “ mare azzurrissimo “ di Sciacca, ed ancora nello scenario delle dolci colline coltivate che da Menfi degradano verso il Mar d’Africa. Qui popoli diversi hanno convissuto realizzando un percorso di storia, arte e tradizioni che miti e leggende legano ai luoghi, ai prodotti tipici e soprattutto ai vini. 178

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Strada del Vino Terre Sicane Palazzo Panitteri - 92017 Sambuca di Sicilia (AG) - Tel. +39 0925 940217 - Fax +39 0925 941007

.stradadelvinoterresicane.it

gregoriosparacino@libero.it

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Il giusto connubio tra cultura, prodotti e territorio, che vuole produrre sinergie per far conoscere l’enogastronomia e i luoghi dove, per dirla con le parole di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”, “riappare l’aspetto della vera Sicilia”. La Strada coinvolge uno dei territori siciliani più interessanti dal punto di vista vitivinicolo. Un nome su tutti: Planeta, una delle aziende vitivinicole che più ha contribuito al successo dell’enologia siciliana nel mondo. Se a questo aggiungiamo il brand come Settesoli, la più prestigiosa, e di successo, cooperativa vitivinicola siciliana, Donnafugata che a Contessa Entellina ha uno dei suoi siti produttivi più interessanti, e ancora Feudo Arancio, Cellaro, Corbera e tanti altri produttori, si fa presto a comprendere come il vino sia protagonista assoluto delle Terre Sicane. È un’area molto ricca anche dal punto di vista lattiero-caseario. Basti citare la Vastedda del Belice, uno straordinario formaggio realizzato con il latte della Pecora della Valle del Belice, e ancora il Pecorino rosso, la Ricotta infornata, il Piacentino, il Pecorino siciliano dop. E sempre nel cuore della Valle del Belice, troviamo altre eccellenze agroalimentari come il Ficodindia di Santa Margherita del Belice e il Carciofo spinoso di Menfi. 182

Itinerari

Palazzo Filangeri Cutò sede del Premio Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Ci piace partire da Sambuca e dal Lago Arancio, per questo nostro viaggio lungo la Strada del Vino Terre Sicane, perché lo consideriamo un «cancello ideale» per accedere alle peculiarità di questo territorio e anche perché, proprio in questo comune, ha sede l’Associazione, una delle più attive di Sicilia. Sambuca di Sicilia - fondata dall’Emiro Al Zabut (Lo splendido) dopo lo sbarco arabo in Sicilia nell’827. Testimonianza viva di questa origine sono un intero quartiere (Vicoli Saraceni) ed una fortezza Mazzallakkar sul Lago Arancio. Sambuca con il Palazzo Panitteri sede del Museo Archeologico, con I’ex Ospedale “P. Caruso” destinato a Museo della Città, con iI Teatro Comunale “L’ideA” e con l’lstituzione Gianbecchina si pone come “Città della Cultura”. A Nord di Sambuca è Adranone un insediamento greco-punico con I’acropoli e 5 km di mura di cinta, si tratta del più alto sito punico del Mediterraneo. A Sud, nella valle dei Mulini, il lago Arancio, con il Centro Federale degli sports acquatici. Sambuca, Mecca dello sci nautico, è gemellata con Winter Haven (Florida-USA), capitale mondiale dello sci nautico. Santa Margherita di Belìce - fondata nel 1572 dal Barone Corbera, antenato dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sorge là dove era l’antico casale arabo Manzil-Sindi, divenuto Misilindino nel periodo normanno. Guarda verso la forra della Dragonara e il bivio di Misilbesi, mitici luoghi alberati descritti nel romanzo “Il Gattopardo”. Il Palazzo Filangeri di Cutò è sede del Parco Letterario del Gattopardo e del Museo del Gattopardo dedicato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Nella ex Chiesa Madre è stato inaugurato recentemente il Museo della Memoria del Belìce, dedicato al tragico evento del sisma del 1968. La città è rinomata per la coltivazione del Ficodindia, per la produzione della tradizionale Vastedda e per la originale proliferazione della pecora Belicina. Montevago - fondato nel 1636 da Don Rutilio Xirotta ed in seguito abbellito dal Cardinale Pietro Gravina, Principe di Montevago, Arcivescovo di Palermo e Vicario Generale del regno di Sicilia. Il paese crebbe e si sviluppò sino al 15 Gennaio 1968 data della sua distruzione a causa del terremoto. Oggi Montevago è una moderna cittadina, ampia, ariosa e abbellita da nuove opere d’arte quale il 183


“Sole Deposto” di G. Pomodoro, e “l’Abbraccio” del Maestro L. Cascio, opere del Maestro F. Panella e i mosaici dell’artista rumeno Marin Deaconu. Fiore all’occhiello della cittadina il suggestivo centro termale “Terme Acqua Pia”, che coniuga benessere e svago in una sintesi piacevolmente rilassante. Antiche tradizioni enogastronomiche e rinomati piatti tipici, valorizzano le produzioni locali quali la “vastedda del Belice”, olio d’oliva estratto dalla nocellara del Belice, vini di ottima qualità e ficodindia. Menfi - è un paese prevalentemente agricolo e sulla coltivazione della terra si fonda la sua economia. La coltivazione della vite è una presenza costante del paesaggio rurale che si estende su di un altopiano di 400 m. di altezza fino al mare. Ogni anno, la prima settimana di luglio, si svolge la grande manifestazione INYCON “Menfi ed il suo vino”, una iniziativa che lega il vino alle tradizioni, alla cultura, alla valorizzazione delle risorse ed allo sviluppo del territorio. Nel centro di Menfi si trova anche il suggestivo Palazzo Planeta, donato recentemente dalla famiglia Planeta al Comune per destinarlo a sede dell’Enoteca delle Terre Sicane. Ma vi sono anche altre importanti colture quali l’olio, il carciofo, gli ortaggi e i cereali. L’antico borgo marinaro di Porto Palo, bandiera Blu 2009, è la più importante località balneare del comprensorio. Tra calette e dune sabbiose ci si immette in un ambiente costiero estremamente silenzioso dove il susseguirsi di dune, modellate dal vento d’Africa ha generato una vegetazione mediterranea. Contessa Entellina - è l’unico comune socio della Strada del Vino Terre Sicane, compreso nella provincia di Palermo. Sorto nel 1450 sulle rovine abbandonate dell’antico casale Comitissa, venne ricostruito e ripopolato da soldati albanesi, provenienti dal castello di Bisiri di Mazara, dove avevano prestato servizio per il re di Napoli dal 1448. Contessa è una delle 54 località italiane che conservano ancora la lingua, il rito e i costumi degli antenati albanesi. Nel territorio si trovano le rovine di Entella, antica città degli Elimi e la grandiosa abbazia olivetana di S. Maria del Bosco. Sciacca - adagiata su di un fianco del Monte Kronio, Sciacca è un balcone sul blu oltremare del mediterraneo che conserva il suo aspetto arabeggiante con il suo trecentesco Castello dei Luna. Famose le terme, note fin dall’antichità per le proprietà curative dei fanghi, delle Stufe di San Calogero. Sciacca è famosa in tutto il mondo per il suo mare, per la bellezza delle sue ceramiche e l’entusiasmante carnevale. L’estro creativo dei saccensi si manifesta anche durante i giorni del secolare Carnevale, “il più antico in Sicilia, il più allegro d’Italia”. Unico è infine il corallo di Sciacca, dal caratteristico colore arancio e oggi molto raro, utilizzato dagli orafi /artigiani locali per la creazione di splendidi gioielli. Sono da visitare innumerevoli monumenti tra i quali Palazzo Steripinto (1501), il Convento dei Carmelitani (1200 circa) e la Porta San Salvatore. 184

Enoteca Strada del Vino Terre Sicane Via Santi Bivona, 13 - 92013 Menfi enoteca@sistemavinomenfi.it


alla scoperta del territorio

La Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni La Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni promette un viaggio di deliziose sorprese agli intraprendenti enogastronauti che vogliono andare aldilà dei soliti luoghi ormai fin troppo percorsi. È un’Associazione dove ogni associato, sia pubblico che privato, intende impegnarsi per promuovere lo sviluppo e la conoscenza di questa terra ancora da svelare ai più. Cura ed eccellenza sono il filo conduttore che vuole accogliere i turisti attraverso un’ampia offerta di proposte atte a cercare di soddisfare una vasta gamma di possibili fruitori, sia individuali che in gruppo. Cultura, tradizioni, siti storici ed archeologici, splendidi paesaggi, cibo genuino, vini caratterizzati, non sono sufficienti a descrivere la qualità del ricordo che un’esperienza in questa terra può regalare, se non si parla pure della cordialità della gente che vi abita, del loro sorriso, del loro modo, quasi familiare, con cui vi attendono e vi accolgono. L’enogastronomia gioca un ruolo di primo piano: non dimentichiamo che è proprio qui, in particolare nella Piana di Riesi, che vengono prodotti i vini Nero d’Avola più eleganti di Sicilia. Colori, sapori, profumi, storia e tradizione si trasformano in sentieri del gusto, sulle orme di un passato così vivo da sembrare presente. Colline e mare, la laboriosa attività di validi imprenditori e gli immobili 186

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Strada del Vino e Dei Sapori Dei Castelli Nisseni – c/o C. S. La Vite c.da Le Schette – 93016 Riesi (CL) - Tel. 0934 929308 - 335 8092208

.stradadelvinocastellinisseni.com

castellinisseni@gmail.com

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alla scoperta del territorio

scenari di storici castelli, il clima dolce d’estate e d’inverno caratterizzano un territorio tanto prezioso nella sua varietà da rimanere nobilmente autentico. La Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni ospita agriturismi capaci di coniugare il comfort al silenzio, resort e alberghi dove sognare, case vinicole d’eccellenza, ristoranti dove scoprire la tradizione culinaria locale, prodotti tipici storici e artigianato difeso dalla contaminazione delle tecniche moderne. Nei nostri circuiti, è possibile scegliere per le strutture ricettive, ex Feudi trasformati in agriturismo, Hotel 4*, e su richiesta è possibile proporre i circuiti in hotel 3*. Tutti i circuiti sono con assistenza in lingua (italiano, inglese, francese, spagnolo, altre lingue su richiesta) per tutta la durata del soggiorno, e le visite guidate sono previste anch’esse in lingua, con supporto dell’assistente ove necessario. Le quote si intendono per persona, la stagionalità è unica, escluse la feste da calendario. Le quote sono garantite su una base 15 e 25 partecipanti, ove necessario si accettano richieste in base alle esigenze. I tour saranno effettuati a raggiungimento dei numeri di cui sopra. Per confermare i servizi è necessario versare un acconto del 30% all’atto della prenotazione, il saldo dovrà pervenire 15 giorni prima dell’arrivo. Eventuali assicurazioni non sono incluse se non su richiesta. Non ci sono quote di iscrizione.

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Itinerari

Vi conduciamo lungo gli itinerari legati alla Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni, compresi nella provincia di Caltanissetta, in atmosfere d’altri tempi genuinamente legate al territorio e alle tradizioni delle genti locali. La Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni infatti comprende territori ricchi di storia e di cultura. Abitata da Siculi e Sicani, di cui conserva preziose tracce, fu ospite di Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Aragonesi, Castigliani, Austriaci e Borboni, e tutti lasciarono abbondanti tracce del loro passaggio, ora costruendo opere durevoli aldilà dello scorrere del tempo, ora rendendo questa terra teatro di scontri tra civiltà, in difesa dei valori della cultura che ciascuno di loro intendeva tutelare. Mazzarino, Butera e Falconara ed in generale tutto il territorio della provincia nissena sono pronte a raccontarvi tutto questo, mentre la terra che vi circonda vi offrirà frutti pregiati con i suoi vigneti DOC, con i suoi oliveti DOP, con i suoi formaggi caratteristici e le sue mandorle e il miele capaci di creare deliziosi dolci come, ad esempio, il torrone. 191


© Speciale Eco Targa Florio 2012 - Edizioni Belle e Buone Arti SICILIA EXCELLENCE, TERROIR & HOSPITALITY - Edizione speciale Editore Edizioni Belle e Buone Arti, l’Italia delle Eccellenze Direttore editoriale: Tiziano Toffolo - tiziano.toffolo@gmail.com Direttore responsabile: Piero Rotolo Concept: Studio P&G Marsala - T&T associati Progetto creativo: www.pgimmagine.it Redazione grafica: Giuseppe Farina - Vania Sausa Traduzioni: Veronique Duquesnel Ufficio di redazione: Via C. Civello, 26 - Campofelice di Roccella (PA) - Tel. +39 0921 600646 Segreteria redazionale: Veronica Dolce - Ornella Dolce Stampa: Priulla (PA) Coordinamento editoriale: Belle e Buone Arti, la Sicilia delle Eccellenze

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Ringraziamenti L’Editore ringrazia: per la collaborazione, il Comune di Gangi (Pa), nelle persone del Sindaco Giuseppe Ferrarello e dei suoi collaboratori, in particolare un sentito ringraziamento al Sig. Carmelo Giunta; per “Memorie e Tradizioni” l’arch. Salvatore Farinella, storico gangitano. Il Comune di Campofelice di Roccella (PA) nella persona del Sindaco e dell’Ass. Mario Cicero, del Sig. Nino Venturella, direttore del Museo Biblioteca Targa Florio di Campofelice di Roc., del dott. Roberto Di Sanzo e del Sig. Carmelo Dolce. Si ringrazia inoltre per i materiali presenti all’interno del Book, le varie Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia, l’APT di Siracusa, l’APT di Trapani, il Comune di Monreale e il fotografo Francesco Pedone, il Comune di Marsala, lo Studio P&G e, per il servizio “Speciale Castelbuono”, Michele Di Donato per le foto e Michele Spallino per i testi. Si ringrazia inoltre per la collaborazione l’Istituto Alberghiero “Principi Grimaldi” di Modica e tutto lo staff docente. Un grazie sentito al collega Franco Portelli, direttore di Ragusa Oggi e a Matteo Turrisi dell’Enoteca Desideri Enogastronomici di Castelbuono per il coordinamento del Villaggio dei Sapori Eco Targa Florio. Avviso ai Lettori I dati e le notizie riportati negli spazi dedicati alle varie Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia, sono stati direttamente forniti dalle singole sedi. Indirizzi, appuntamenti, date, annunci di eventi ed ogni altro riferimento di qualsiasi tipo, potrebbero essere suscettibili di variazioni successive alla stampa di questa pubblicazione. Si raccomanda, quindi, prima di tutto, di accertarsi direttamente alla fonte. L’Editore declina ogni e qualsiasi responsabilità per eventuali disguidi.

© Speciale Eco Targa Florio 2012 - Edizioni Belle e Buone Arti Finito di stampare nel mese di Ottobre 2012

© Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo book può essere riprodotta, registrata o trasmessa, in qualsiasi modo o con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore. L’Editore, nell’ambito delle leggi internazioni sul copyrigth, è a disposizione degli aventi diritto non potuti rintracciare. prezzo di copertina € 15,00 distribuzione omaggio al Villaggio dei Sapori Eco Targa Florio 2012



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