RASSEGNA STAMPA DEL 16 GENNAIO 2020

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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

natura e politica

Dal parco della Lessinia al Sile è battaglia Lega-ambientalisti La Regione vuole cambiare confini all’oasi veronese e aprire la caccia ai cinghiali Sì dei sindaci, ecologisti e Pd-5 Stelle contrari: oggi la resa dei conti al Ferro-Fini

Filippo Tosatto VERONA. Verdi di rabbia. Il de-

stino dei parchi naturali del Veneto infiamma lo scontro tra gli amministratori della Lega e il circuito ecologista, con l’opposizione Pd-5 Stelle lesta ad accusare la Regione di attentato all’integrità dei polmoni ambientali, autentiche oasi in una regione soffocata da cemento, traffico e smog. In prima linea, il parco della Lessinia, diecimila ettari spalmati tra le Piccole Dolomiti, la città di Verona e il Monte Baldo, lupi e marmotte, volpi e camosci, aquile reali e tritoni in un paradiso floreale e arboreo che alterna i giacimenti fossili alle vestigia dell’antica civiltà cimbra.

Uno scorcio del Parco della Lessinia; in basso i consiglieri regionali Stefano Valdegamberi e Andrea Zanoni

Zanoni: «Autorizzate cinque “retate” di lepri nel territorio trevigiano protetto, è gravissimo» pi l’anno. «La protezione del patrimonio naturalistico resterà inalterata», giurano i proponenti con Valdegamberi, lo “sponsor politico” degli allevatori, che oppone «la legittima volontà degli amministratori locali» alla protesta scatenata dai «fanatici che trasformano l’ambiente in uno specchietto delle allodole per

rastrellare voti». Ben diversa la lettura degli ecologisti, che in una lettera all’assemblea regionale –sottoscritta da 72 associazioni attive sul territorio – bocciano sonoramente il progetto, definito «una mossa in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei che si ripercuoterebbe negativamente sull’immagine promozionale, turistica e ricettiva della Lessinia»; «La motivazione addotta», sostengono «è pretestuosa perché la normativa vigente consente già il prelievo venatorio del cinghiale». Oggi le parti incroceranno le lame a Palazzo Ferro-Fini, nella

urbanistica

Crediti edilizi Cna applaude «Scelta utile al territorio»

QUEL PATRIMONIO VERDE

Sul versante politico, a dare battaglia è il dem Andrea Zanoni che, spalleggiato dalla collega Anna Maria Bigon, tuona contro il partito di Luca Zaia – «La Lega è una calamità per le aree naturali del Veneto, ci opporremo in ogni modo allo smembramento del patrimonio verde della Lessinia» – e allarga il tiro alla Marca di Treviso e al Padovano: «Il nuovo presidente dell’ente Parco del Sile ha autorizzato cinque “retate” di lepri, tra il 19 gennaio e il 2 febbraio, a Piombino Dese, Vedelago, Istrana, Treviso e Roncade», rivela «in queste aree la fauna selvatica dovrebbe essere protetta, non catturata per poi liberarla in territori gestiti dai cacciatori: è un fatto gravissimo e illegittimo». BERLATO: FUOCO SUI LUPI

FLORA E FAUNA IN BALLO

Tant’è. Sul futuro del parco lessinese incombe una proposta legislativa firmata dai consiglieri veronesi Alessandro Montagnoli, Enrico Corsi e Stefano Valdegamberi. Mira a modificarne la planimetria protetta, distinguendo la «riserva speciale» (intoccabile) dalle nuove «aree contigue agro-silvo-pastorali» a vincoli decrescenti – stimate intorno al 20% della superficie complessiva – nell’obiettivo di «supportare le imprese agricole» e contrastare «l’accresciuta presenza di specie selvatiche, perlopiù cinghiali» colpevoli di causare seri danni alle attività produttive e all’habitat. Via libera alla caccia, insomma, sulle orme di quanto già avviene nei boschi dei Colli Euganei, dove l’abbattimento procede al ritmo di 1500 ca-

seconda commissione convocata in seduta fiume dal presidente Francesco Calzavara per l’audizione dei 22 sindaci coinvolti (sostanzialmente favorevoli alla proposta di legge) nonché dei rappresentanti del combattivo arcipelago green.

L’esponente del Pd posta su Facebook la cruda immagine di una lepre intrappolata in una rete: «Che tale pratica sia dannosa, soprattutto in questo periodo dell’anno, mi è stato segnalato addirittura da alcuni cacciatori indignati. Le lepri già da gennaio si accoppiano e pertanto nelle reti finirebbero delle femmine gravide, con tutti i rischi che ogni persona di buonsenso può facilmente immaginare. Che bisogno c’è di una crudeltà simile?». È tutto? Quasi. Come poteva mancare a riguardo la schioppettata di Sergio Berlato? In attesa di volare a Bruxelles, il capogruppo di Fratelli d’Italia dà voce al popolo delle doppiette sollecitando, una volta ancora, libertà di fuoco sui lupi «in crescita incontrollata sulle aree montane e pedemontane, tanto da riversarsti in pianura e nei centri urbani, creando seri problemi alla circolazione stradale e notevoli danni alle colture agricole». Si salvi chi può. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA. «La Regione continua la striscia positiva di provvedimenti per la riqualificazione e la rigenerazione urbana emanati nei tempi dichiarati», commenta il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte «e di ciò non possiamo che essere soddisfatti. Dopo la legge sul consumo di suolo e la legge sul piano casa, si discute ora la questione dei crediti edilizi che completa e fa da cerniera alle due norme». Alla vigilia del via libera definitivo atteso oggi, gli artigiani promuovono così il nuovo strumento che incentiva l’abbattimento di edifici in degrado (e la bonifica delle relative superfici) consentendo ai proprietari di costruire altrove o di cedere sul mercato il credito volumetrico acquisito». Secondo Cna, tuttavia, nel testo in dirittura d’arrivo resta ancora da sciogliere il nodo della gestione dei crediti da parte dei Comuni: «In base al provvedimento spetterà ai Comuni l’intera valutazione dei crediti edilizi», fa notare Conte «il che significa che ogni amministrazione dovrà valutare il mercato edilizio del proprio territorio, calcolare i crediti da attribuire in base ai diversi manufatti e alle diverse zone di ubicazione, valutare le possibili zone dove utilizzare i crediti, le modalità e aspetti fiscali connessi. Un lavoro per il quale servirebbe personale specializzato e dedicato di cui buona parte dei Comuni non dispone. A questo proposito tornerebbe utile la proposta di fondere i piccoli comuni che uniti potrebbero disporre di maggiori risorse, essendo dunque capaci di far fronte anche a questo tipo di incombenze». —

i 50 anni delle regioni celabrati a palazzo chigi

Boccia esalta l’autonomia ma il Carroccio è scettico «Referendum insabbiati» Il ministro:«Il nostro Paese è un mosaico straordinario ripartiamo dal primato dei territori». Gelida la replica del governatore Fontana ROMA. Alte uniformi e drappi

tricolori a Palazzo Chigi dove il premier Giuseppe Conte ha presenziato alla Conferenza Stato-Regioni riunita in seduta straordinaria per celebrare i cinquant’anni dall’avvio delle amministrazioni regionali, primo (e unico ad oggi) esempio concreto di decentramento legislativo e delega dei poteri. Così, il ministro Francesco Boccia, ha colto la palla al bal-

zo per ribadire la volontà di proseguire sulla strada del regionalismo differenziato. «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà e specificità diverse», l’esordio «ripartiamo dal primato dei territori perché è nostro dovere rafforzare al massimo la fiducia istituzionale tra i diversi livelli istituzionali». Poi l’accenno al tema più atteso, quello della maggiore autonomia perseguita – fin qui senza successo – dal Veneto (ieri rappresentato dal vicepresidente zaiano Gianluca Forcolin), la Lombardia e l’Emilia Romagna: «Quando affrontiamo la riforma autonomista, intesa

come attuazione del principio di sussidiarietà, dobbiamo essere tutti consapevoli che è la strada moderna e più corretta per rafforzare l’unità nazionale nel solco tracciato dal presidente Mattarella. Abbiamo il dovere di attuare tutti gli articoli della Costituzione collegati al 116, per evitare sfiducia, incomprensioni istituzionali e per esaltare il primato delle regioni»; «I princìpi di specialità e fdifferenziazione scolpiti nella Costituzione», ha concluso «non sono in contraddizione, vanno entrambi applicati, seguiti e rispettati». Parole promettenti, quelle di Boccia, a fronte però della

I rappresentanti delle Regioni a Palazzo Chigi con il premier Luigi Conte ed il ministro Francesco Boccia

persistente resistenza che in seno alla maggioranza 5 Stelle e renziani oppongono all’iter di riforma. «È giusto festeggiare ma sarei stato più contento se si fosse ragionato e operato a favore dell’autonomia», il commento del governatore leghista lombardo Attilio Fontana, spalleggiato dall’assessore Stefano Bruno

Galli (molto vicino a Matteo Salvini) che lamenta il sostanziale tradimento della volontà popolare da parte dell’esecutivo giallorosso: «I referendum dove 5 milioni e mezzo di cittadini hanno votato a favore dell’autonomia sono stati insabbiati da questo Governo che traccheggia ogni giorno» e la stessa legge quadro propo-

sta dal ministro Boccia «è fatta per rallentare il processo anziché favorirlo. Piuttosto che inoltrarsi in questo percorso impervio sarebbe bastato portare a regime la legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale, quello sì sarebbe stato un metodo serio per giungere all’autonomia». — Filippo Tosatto


VII

Treviso Economia

Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Canova, la Lega chiama Zaia: «L’aeroporto deve crescere» ` Mozione di Barbisan

In Regione: «Gravissimo fermare il progetto» LA PROPOSTA TREVISO «La Giunta regionale in-

tervenga presso il Governo per non bloccare lo sviluppo sostenibile dell’area». Il caso dell’aeroporto Canova arriva anche in consiglio regionale. Riccardo Barbisan, consigliere del Carroccio a palazzo Ferro Fini oltre che capogruppo in consiglio comunale, ha portato a Venezia una

mozione per chiedere al governatore Luca Zaia di schierarsi a difesa dello sviluppo dello scalo. A Palazzo dei Trecento, una mozione analoga è già stata approvata dal consiglio comunale con il voto contrario dell’opposizione. Adesso il livello si alza: la Lega vuole aumentare la pressione sul governo e sul ministro all’Ambiente Sergio Costa. Barbisan fa la sua mossa proprio mentre a Treviso il dibattito impazza: da un lato i sindacati che temono per i posti di lavoro e invitano Save a non rinunciare agli investimenti annunciati e il governo a sbloccare il Masterplan ancorato alla commissione Via; dall’al-

tro c’è invece chi frena, come il Pd provinciale che invita a una maggiore riflessione. Barbisan quindi, affonda il colpo: «Il comportamento del ministro dell’Ambiente che, senza apparente motivo se non l’obbedienza alle sollecitazioni dei comitati e dei colleghi di partito, ha bloccato il masterplan per l’aeroporto di Treviso, rinviandolo a un nuovo esame della commissione nazionale VIA, è davvero sconcertante. Il masterplan vuole implementare i sistemi di sicurezza e ridurre l’impatto ambientale, abbattendo i rumori e l’inquinamento. Eppure il ministro Costa ha pensato bene di sconfessare i

pareri di tecnici ben più addentro di lui alla materia, mettendo il suo veto al piano. Una censura davvero inappropriata».

to 5 Stelle. Poco importa se, così facendo, danneggia gravemente l’intero bacino socio-economico collegato all’aeroporto. Nei giorni scorsi i sindacati hanno presentato ai sindaci di Treviso e Quinto di Treviso 550 firme di lavoratori preoccupati per lo sviluppo dell’area. Sono stati gli stessi sindacati a sottolineare come il masterplan non vuole aumentare il traffico aereo, ma piuttosto rendere l’infrastruttura più sostenibile per l’ambiente e la salute dei cittadini. La Giunta regionale si schieri al fianco dei lavoratori e dei cittadini». P. Cal.

I DUBBI Il consigliere regionale dubita che alla base della scelte del ministro ci siano solo motivazioni tecniche, intravede invece un disegno politico: «Non si capisce su che base possa aver ritenuto inadeguato un piano, indispensabile allo sviluppo di un’infrastruttura essenziale quale l’aeroporto di Treviso, che fa della sostenibilità e della tutela ambientale le sue linee guida, le stesse tanto sbandierate dal Movimen-

DECISO Riccardo Barbisan

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Pensioni tagliate: «Errore di calcolo» Tra dicembre e gennaio molti pensionati si sono ritrovati `L’anomalia riguarda soltanto i destinatari del “bonus Poletti” con l’assegno decurtato, centinaia di segnalazioni alla Cgil l’Inps assicura: «A febbraio e marzo salderemo gli arretrati» `

INglass ufficializza la vendita della Inevo

IL DISGUIDO TREVISO Quegli ultimi versa-

menti hanno rischiato di rovinare la fine dell’anno scorso e l’inizio del nuovo a numerosi pensionati trevigiani. Anche nella Marca, infatti, sono parecchi gli ex lavoratori che a dicembre e gennaio hanno ricevuto un assegno della pensione inferiore al solito: una “decurtazione” che in media va da una decina a una sessantina di euro al mese, a seconda dell’entità complessiva. Tranquillizziamo subito tutti: nessun taglio, come sottolinea anche il sindacato di categoria Spi Cgil. Si tratta di un’anomalia nel calcolo e l’Inps ha garantito che, forse già dal prossimo accredito, sanerà l’inghippo. Comprensibilmente, però, nel frattempo si è diffuso l’allarme tra i pensionati nostrani: sono oltre un centinaio le telefonate preoccupate effettuate in questi giorni ai centralini della Cgil di Treviso per segnalare le difformità e chiedere spiegazioni.

L’OPERAZIONE SAN POLO Il Gruppo INglass si fo-

don -. E’ senza dubbio una delle figure più importanti dell’intero scenario dell’economia, digitale e non, italiana. Ha fatto parte del nucleo fondante di Yoox contribuendo a portarla a essere una delle storie in assoluto di più grande successo a livello mondiale”. Il fondatore della piattaforma trevigiana si dice certo che il contributo apportato dal nuovo componente del cda “sarà determinante per far decollare definitivamente il nostro progetto e affermare H-Farm quale polo dell’innovazione di riferimento a livello europeo”. Maurizio Rossi, spiega un comunicato della stessa H-Farm, esce dal board per concentrarsi maggiormente sullo sviluppo internazionale della società e assumere il ruolo di presidente della Fondazione H For Human, “per dare il suo supporto alla crescita dell’organizzazione dedicata a favorire la conoscenza della trasformazione in atto e lo sviluppo e la diffusione di una cultura digitale”. M.Zan.

calizza sul core business dei canali caldi con la divisione HRSflow. L’azienda di San Polo di Piave ha annunciato la vendita al 100% della neocostituita Inevo srl alla cordata formata dall’imprenditore Luigi Cover e da Roberto Fagarazzi, già direttore commerciale della divisione stampi INglass dal 2015. Inevo Srl è la società del gruppo INglass all’interno della quale opera la divisione stampi fondata nel 1987 come Incos, specializzata nella realizzazione di stampi a iniezione per il mercato della fanaleria auto e nella tecnologia Glazing, il processo di iniettocompressione per ampie superfici in policarbonato. «Questa scelta consentirà a INglass di concentrarsi sulla divisione per i canali caldi HRSflow – ha commentato Maurizio Bazzo, presidente e fondatore del gruppo – si tratta di un settore che richiede una continua innovazione per rispondere alle richieste dello stampaggio a iniezione». Il nuovo amministratore unico dell’azienda, Luigi Cover, nonché titolare della CST Stampi srl, ha spiegato i motivi dell’acquisizione: «Siamo orgogliosi di questa scelta, Inevo ha una profonda esperienza nel settore degli stampi lighting e un’elevata capacità d’innovazione nella produzione di nuovi componenti, come richiesto dalla smart mobility. La sinergia con CST Stampi a livello tecnico/produttivo e nello stampaggio di materiali plastici estetici ci consentirà poi di essere un partner completo in tutti i settori che richiedono un alto contenuto tecnologico». Con il trasferimento appena siglato si conclude un processo di totale separazione tra il business dei canali caldi HRSflow e quello degli stampi per illuminazione. Un percorso partito negli anni Ottanta nell’ambito degli stampi rotativi multicolore e multicomponente per l’illuminazione dell’auto. Con oltre 1.000 dipendenti, INglass è presente ovunque a livello mondiale con stabilimenti produttivi diretti in Italia, Cina (Zhejiang) e Stati Uniti (Michigan). Giulio Mondin

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LE VITTIME A essere stati colpiti, in particolare, sono i titolari delle pensioni interessate dal cosiddetto “bonus Poletti” (dal nome dell’allora ministro del Lavoro e delle politiche sociali del governo Renzi, che varò il decreto): si tratta, in estrema sintesi, di una riforma dell’indicizzazione degli assegni previdenziali, riferiti all’anno 2011, tra i 1.400 e i 3mila euro lordi. In provincia di Treviso sono circa 67mila i trattamenti soggetti alla normativa. E che dunque potrebbero aver subito dei ritocchi all’importo. Cos’è successo? L’Inps ha riscontrato degli errori durante le operazioni di ricalcolo di alcune pensioni, ovvero quelle appunto interessate dal bonus Poletti. In particolare, per il 2019 la quota di pensione relativa all’incremento all’assegno pensionistico non è stata ricompresa nell’importo lordo totale della pensione, che è così stata pagata meno nei mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020.

IL SEGRETARIO PAOLINO BARBIERO: «CONTROLLARE GLI IMPORTI, A VOLTE MANCANO I COSIDDETTI DIRITTI INESPRESSI»

LE PROTESTE Allo Spi Cgil sono pervenute negli ultimi giorni centinaia di telefonate di pensionati che chiedevano spiegazioni

IL SINDACATO Dall’organizzazione sindacale dei pensionati Cgil, però, rassicurano: la direzione nazionale dell’istituto previdenziale sta provvedendo a riesaminare le pensioni per ripristinare il pagamento di quanto dovuto e dell’arretrato. Come confermato da alcune recentissime comunicazioni diffuse dall’ente, la ricostruzione delle cifre corrette e la restituzione avverranno probabilmente già con i pagamenti di febbraio e marzo. La faccenda, dunque, dovrebbe risolversi in tempi tutto sommato rapidi. «Lo Spi Cgil, in contatto con la struttura provinciale dell’Inps, resta comunque a disposizione dei pensionati trevigiani per informazioni e per verificare altre incongruenze» afferma Paolino Barbiero, segretario provinciale del sindacato. E, anche al di là di questo disguido, invita comunque tutti a prestare attenzione ai versamenti: «È sempre bene controllare la correttezza della propria pensione: il sindacato a volte riscontra situazioni particolari, i cosiddetti diritti inespressi, che portano a migliorare l’assegno pensionistico». Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alberto Grignolo nel cda di H-Farm il manager al posto di Maurizio Rossi IL PERSONAGGIO RONCADE Un supermanager del

commercio elettronico italiano per H-Farm. Alberto Grignolo entra nel consiglio di amministrazione del gruppo di Ca’ Tron. Prende il posto nel cda di Maurizio Rossi, ex vicepresidente e cofondatore del colosso del digitale insieme a Riccardo Donandon, destinato a rimanere in società dedicandosi però ad altri aspetti. Grignolo, 46 anni, laureato in Economia all’università Bocconi di Milano, proviene da Yoox, una delle maggiori e più note realtà italiane di vendita online nel settore della moda, del lusso e del design. Un’avventura imprenditoriale a cui il neo consigliere del “Trattore rosso” partecipato fin dagli esordi, nei primi anni Duemila: dalla startup, Grignolo ha seguito tutto il percorso che ha portato l’azienda milanese a essere oggi un gruppo a dimensione internazionale, quotato in Borsa, con un fatturato di due miliardi e mezzo di dollari e quattromila

dipendenti. All’interno ha ricoperto ruoli chiave, rivestendo per un quasi un decennio la responsabilità dello sviluppo commerciale, per poi ampliare il proprio operato a general manager e diventare, infine, nel 2016 il direttore generale operativo. “Sono entusiasta che Alberto abbia accettato di entrare a far parte di H-Farm – commenta il presidente e amministratore delegato di H-Farm Riccardo Dona-

IL MANAGER Alberto Grignolo

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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

natura e politica

Dal parco della Lessinia al Sile è battaglia Lega-ambientalisti La Regione vuole cambiare confini all’oasi veronese e aprire la caccia ai cinghiali Sì dei sindaci, ecologisti e Pd-5 Stelle contrari: oggi la resa dei conti al Ferro-Fini

Filippo Tosatto VERONA. Verdi di rabbia. Il de-

stino dei parchi naturali del Veneto infiamma lo scontro tra gli amministratori della Lega e il circuito ecologista, con l’opposizione Pd-5 Stelle lesta ad accusare la Regione di attentato all’integrità dei polmoni ambientali, autentiche oasi in una regione soffocata da cemento, traffico e smog. In prima linea, il parco della Lessinia, diecimila ettari spalmati tra le Piccole Dolomiti, la città di Verona e il Monte Baldo, lupi e marmotte, volpi e camosci, aquile reali e tritoni in un paradiso floreale e arboreo che alterna i giacimenti fossili alle vestigia dell’antica civiltà cimbra.

Uno scorcio del Parco della Lessinia; in basso i consiglieri regionali Stefano Valdegamberi e Andrea Zanoni

Zanoni: «Autorizzate cinque “retate” di lepri nel territorio trevigiano protetto, è gravissimo» pi l’anno. «La protezione del patrimonio naturalistico resterà inalterata», giurano i proponenti con Valdegamberi, lo “sponsor politico” degli allevatori, che oppone «la legittima volontà degli amministratori locali» alla protesta scatenata dai «fanatici che trasformano l’ambiente in uno specchietto delle allodole per

rastrellare voti». Ben diversa la lettura degli ecologisti, che in una lettera all’assemblea regionale –sottoscritta da 72 associazioni attive sul territorio – bocciano sonoramente il progetto, definito «una mossa in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei che si ripercuoterebbe negativamente sull’immagine promozionale, turistica e ricettiva della Lessinia»; «La motivazione addotta», sostengono «è pretestuosa perché la normativa vigente consente già il prelievo venatorio del cinghiale». Oggi le parti incroceranno le lame a Palazzo Ferro-Fini, nella

urbanistica

Crediti edilizi Cna applaude «Scelta utile al territorio»

QUEL PATRIMONIO VERDE

Sul versante politico, a dare battaglia è il dem Andrea Zanoni che, spalleggiato dalla collega Anna Maria Bigon, tuona contro il partito di Luca Zaia – «La Lega è una calamità per le aree naturali del Veneto, ci opporremo in ogni modo allo smembramento del patrimonio verde della Lessinia» – e allarga il tiro alla Marca di Treviso e al Padovano: «Il nuovo presidente dell’ente Parco del Sile ha autorizzato cinque “retate” di lepri, tra il 19 gennaio e il 2 febbraio, a Piombino Dese, Vedelago, Istrana, Treviso e Roncade», rivela «in queste aree la fauna selvatica dovrebbe essere protetta, non catturata per poi liberarla in territori gestiti dai cacciatori: è un fatto gravissimo e illegittimo». BERLATO: FUOCO SUI LUPI

FLORA E FAUNA IN BALLO

Tant’è. Sul futuro del parco lessinese incombe una proposta legislativa firmata dai consiglieri veronesi Alessandro Montagnoli, Enrico Corsi e Stefano Valdegamberi. Mira a modificarne la planimetria protetta, distinguendo la «riserva speciale» (intoccabile) dalle nuove «aree contigue agro-silvo-pastorali» a vincoli decrescenti – stimate intorno al 20% della superficie complessiva – nell’obiettivo di «supportare le imprese agricole» e contrastare «l’accresciuta presenza di specie selvatiche, perlopiù cinghiali» colpevoli di causare seri danni alle attività produttive e all’habitat. Via libera alla caccia, insomma, sulle orme di quanto già avviene nei boschi dei Colli Euganei, dove l’abbattimento procede al ritmo di 1500 ca-

seconda commissione convocata in seduta fiume dal presidente Francesco Calzavara per l’audizione dei 22 sindaci coinvolti (sostanzialmente favorevoli alla proposta di legge) nonché dei rappresentanti del combattivo arcipelago green.

L’esponente del Pd posta su Facebook la cruda immagine di una lepre intrappolata in una rete: «Che tale pratica sia dannosa, soprattutto in questo periodo dell’anno, mi è stato segnalato addirittura da alcuni cacciatori indignati. Le lepri già da gennaio si accoppiano e pertanto nelle reti finirebbero delle femmine gravide, con tutti i rischi che ogni persona di buonsenso può facilmente immaginare. Che bisogno c’è di una crudeltà simile?». È tutto? Quasi. Come poteva mancare a riguardo la schioppettata di Sergio Berlato? In attesa di volare a Bruxelles, il capogruppo di Fratelli d’Italia dà voce al popolo delle doppiette sollecitando, una volta ancora, libertà di fuoco sui lupi «in crescita incontrollata sulle aree montane e pedemontane, tanto da riversarsti in pianura e nei centri urbani, creando seri problemi alla circolazione stradale e notevoli danni alle colture agricole». Si salvi chi può. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA. «La Regione continua la striscia positiva di provvedimenti per la riqualificazione e la rigenerazione urbana emanati nei tempi dichiarati», commenta il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte «e di ciò non possiamo che essere soddisfatti. Dopo la legge sul consumo di suolo e la legge sul piano casa, si discute ora la questione dei crediti edilizi che completa e fa da cerniera alle due norme». Alla vigilia del via libera definitivo atteso oggi, gli artigiani promuovono così il nuovo strumento che incentiva l’abbattimento di edifici in degrado (e la bonifica delle relative superfici) consentendo ai proprietari di costruire altrove o di cedere sul mercato il credito volumetrico acquisito». Secondo Cna, tuttavia, nel testo in dirittura d’arrivo resta ancora da sciogliere il nodo della gestione dei crediti da parte dei Comuni: «In base al provvedimento spetterà ai Comuni l’intera valutazione dei crediti edilizi», fa notare Conte «il che significa che ogni amministrazione dovrà valutare il mercato edilizio del proprio territorio, calcolare i crediti da attribuire in base ai diversi manufatti e alle diverse zone di ubicazione, valutare le possibili zone dove utilizzare i crediti, le modalità e aspetti fiscali connessi. Un lavoro per il quale servirebbe personale specializzato e dedicato di cui buona parte dei Comuni non dispone. A questo proposito tornerebbe utile la proposta di fondere i piccoli comuni che uniti potrebbero disporre di maggiori risorse, essendo dunque capaci di far fronte anche a questo tipo di incombenze». —

i 50 anni delle regioni celabrati a palazzo chigi

Boccia esalta l’autonomia ma il Carroccio è scettico «Referendum insabbiati» Il ministro:«Il nostro Paese è un mosaico straordinario ripartiamo dal primato dei territori». Gelida la replica del governatore Fontana ROMA. Alte uniformi e drappi

tricolori a Palazzo Chigi dove il premier Giuseppe Conte ha presenziato alla Conferenza Stato-Regioni riunita in seduta straordinaria per celebrare i cinquant’anni dall’avvio delle amministrazioni regionali, primo (e unico ad oggi) esempio concreto di decentramento legislativo e delega dei poteri. Così, il ministro Francesco Boccia, ha colto la palla al bal-

zo per ribadire la volontà di proseguire sulla strada del regionalismo differenziato. «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà e specificità diverse», l’esordio «ripartiamo dal primato dei territori perché è nostro dovere rafforzare al massimo la fiducia istituzionale tra i diversi livelli istituzionali». Poi l’accenno al tema più atteso, quello della maggiore autonomia perseguita – fin qui senza successo – dal Veneto (ieri rappresentato dal vicepresidente zaiano Gianluca Forcolin), la Lombardia e l’Emilia Romagna: «Quando affrontiamo la riforma autonomista, intesa

come attuazione del principio di sussidiarietà, dobbiamo essere tutti consapevoli che è la strada moderna e più corretta per rafforzare l’unità nazionale nel solco tracciato dal presidente Mattarella. Abbiamo il dovere di attuare tutti gli articoli della Costituzione collegati al 116, per evitare sfiducia, incomprensioni istituzionali e per esaltare il primato delle regioni»; «I princìpi di specialità e fdifferenziazione scolpiti nella Costituzione», ha concluso «non sono in contraddizione, vanno entrambi applicati, seguiti e rispettati». Parole promettenti, quelle di Boccia, a fronte però della

I rappresentanti delle Regioni a Palazzo Chigi con il premier Luigi Conte ed il ministro Francesco Boccia

persistente resistenza che in seno alla maggioranza 5 Stelle e renziani oppongono all’iter di riforma. «È giusto festeggiare ma sarei stato più contento se si fosse ragionato e operato a favore dell’autonomia», il commento del governatore leghista lombardo Attilio Fontana, spalleggiato dall’assessore Stefano Bruno

Galli (molto vicino a Matteo Salvini) che lamenta il sostanziale tradimento della volontà popolare da parte dell’esecutivo giallorosso: «I referendum dove 5 milioni e mezzo di cittadini hanno votato a favore dell’autonomia sono stati insabbiati da questo Governo che traccheggia ogni giorno» e la stessa legge quadro propo-

sta dal ministro Boccia «è fatta per rallentare il processo anziché favorirlo. Piuttosto che inoltrarsi in questo percorso impervio sarebbe bastato portare a regime la legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale, quello sì sarebbe stato un metodo serio per giungere all’autonomia». — Filippo Tosatto


III

Primo Piano SALVAGUARDIA MESTRE Duecento milioni l’anno per difendere Venezia, la sua storia, il suo ambiente, la sua economia. È la proposta, che verrà discussa nei prossimi mesi, di finanziamento della nuova Legge Speciale. Intanto per arrivare ad avere la nuova normativa da oggi scattano tre mesi che verranno impiegati per sentire l’universo mondo. Lo ha deciso ieri l’ottava Commissione della Camera, Ambiente, Territorio e Lavori pubblici, su proposta dell’onorevole veneziano del Pd Nicola Pellicani. Sempre ieri la Commissione ha deciso che, a questo lavoro di analisi, si affiancheranno i lavori sulla proposta di legge 1428 con la quale Pellicani intende apportare “Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna”. Inoltre per questa proposta di legge si è aperta la corsia preferenziale dato che la Conferenza dei capigruppo della Camera l’ha inserita tra quelle da discutere prioritariamente.

Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Legge speciale, piano da 200 milioni l’anno La commissione Ambiente della Camera ` Consultazioni con istituzioni ed esperti ha votato una proposta di Pellicani (Pd) per definire le priorità da finanziare `

I PUNTI CARDINE

LA GENESI «Il giorno dopo la devastante acqua alta del 12 novembre, quando la marea in mezz’ora raggiunse il metro e 87, proposi in Aula questa indagine conoscitiva per capire lo stato dei lavori per Venezia e che cosa realmente si stia facendo per difendere la città e la laguna» racconta Pellicani: «Sull’onda emozionale provocata da quel disastro il Governo ha rifinanziato la Legge Speciale con 60 milioni di euro e ha incardinato la proposta di aggiorna-

«UNA INDAGINE CONOSCITIVA PER CAPIRE LO STATO DEI LAVORI PER DIFENDERE VENEZIA»

dro completo di qual è la situazione e di cosa bisogna aggiungere nella nuova Legge Speciale aggiunge Pellicani -. Alcune cose le abbiamo già fatte, come l’Art bonus esteso ai beni ecclesiastici, e quindi chi vorrà sponsorizzare interventi di restauro delle chiese di Venezia e in particolare della Basilica di San Marco avrà vantaggi fiscali; poi nelle scorse settimane questo Governo ha approvato la Zls potenziata per le aree produttive inutilizzate di Venezia e Rovigo, e ha istituito a Venezia il Centro per i cambiamenti climatici. Sono tutti tasselli che entreranno nel corpo della nuova Legge Speciale, assieme ad altri che intendiamo ottenere».

INDAGINE Tre mesi di consultazioni per valutare come e dove intervenire con la nuova Legge speciale. Nel tondo Nicola Pellicani

mento della stessa legge per adeguarla ai tempi e alle mutate necessità di una città così fragile». Ora, con la decisione dell’ottava Commissione, l’indagine conoscitiva diventa realtà: in primo

luogo verranno sentiti i soggetti istituzionali, i ministri competenti, il governatore del Veneto Luca Zaia, il sindaco Luigi Brugnaro, i sindaci dei comuni della gronda lagunare, il presidente del Porto

Pino Musolino, il super commissario del Consorzio Venezia Nuova Elisabetta Spitz, il provveditore in pectore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone e via di seguito; dopodiché toccherà ad un pa-

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nel ampio di esperti, docenti universitari, istituti di ricerca, il mondo ambientalista, i rappresentanti delle categorie economiche veneziane. «In tal modo avremo un qua-

Quali sono gli altri che, nelle intenzioni del Pd, si andranno ad aggiungere nella nuova normativa? Innanzitutto il ripristino del Magistrato alle acque, abolito dal Governo dopo che nel 2014 scoppiò lo scandalo Mose, ed oggi ci si accorge che fu come gettare il bambino assieme all’acqua sporca. Lo stesso sindaco di Venezia Luigi Brugnaro chiede da tempo di ottenere competenze su Venezia che attualmente sono invece divise tra Provveditorato interregionale alle opere pubbliche e altri enti governativi. In secondo luogo l’Agenzia per Venezia proposta poche settimane fa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Andrea Martella alla quale, tra l’altro, spetteranno le decisioni, sia nelle emergenze sia nella normale gestione del Mose; poi bisogna inserire la questione bonifiche di Porto Marghera. E, più importante di tutti, la questione finanziamento della Legge Speciale: «Quando ero all’opposizione sparai 2 miliardi di euro ma è chiaro che è un obiettivo velleitario conclude Pellicani -. Penso che 200 milioni di euro l’anno, sul modello di Roma Capitale, siano la cifra adeguata per ricominciare a sostenere Venezia». E.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

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Bandiere e dittatori, le proposte del Ferro Fini

La scheda

Socio unico “Giochi Olimpici 2026 Spa” ha un unico socio: il ministero dell’Economia e delle Finanze.

L’iter La società sarà istituita con la legge olimpica presentata ieri dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e che dovrà essere approvata dal Governo e poi dalle Camere entro marzo.

LE PROPOSTE

VENEZIA Un progetto di legge regionale per estendere la metodologia dell’estrazione a sorte, già prevista per i revisori dei conti della giunta e del consiglio regionale del Veneto, anche alle nomine effettuate dagli enti strumentali della Regione del Veneto. L’ha presentato ieri in commissione Affari istituzionali Piero Ruzzante (LeU): «La proposta è che ci sia il sorteggio dall’elenco regionale dei revisori. In questo modo sarà maggiormente garantita l’indipendenza dei revisori nell’esercizio delle proprie funzioni».

natore del Veneto, Luca Zaia: «Le Olimpiadi sono il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta. L’interlocuzione con il ministro Spadafora è in una fase positiva. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi, significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno. La legge olimpica è una pietra miliare. Farla bene e in modo condiviso ci qualifica ancora di più di fronte al Cio e alla comunità internazionale». A chiedere di accelerare è il deputato Marco Marin (FI): «Non c’è tempo da perdere. Ora mi aspetto che anche il governo faccia la sua parte mettendo risorse economiche per questa grande sfida italiana». Alda Vanzan

VENEZIA Palazzo Ferro Fini continua a sfornare proposte di legge statali di iniziativa regionale, provvedimenti che una volta votati in aula a Venezia vengono spediti a Roma e lì finiscono per giacere in un cassetto. Ieri la Prima commissione del consiglio regionale, presieduta da Alessandro Montagnoli, ha visto l’illustrazione di due nuovi proposte di legge statali. Una l’ha presentata il capogruppo della Lega, Nicola Finco, con cui chiede di modificare l’articolo 292 del Codice penale. Si tratta della norma che disciplina l’istituto del vilipendio o danneggiamento alla bandiera o altro emblema dello Stato e che prevede fino a due anni di galera. Secondo Finco e tutti i leghisti che hanno firmato il testo, l’articolo 292 deve contemplare anche le bandiere regionali: “Come tutti i simboli, anche la bandiera è uno degli elementi identificativi della personalità identitaria di un popolo e costituisce uno dei fattori dell’integrazione sociale che contribuisce ad alimentare quel legame dei cittadini con il territorio. La bandiera, dunque, tiene insieme i valori e la storia di un popolo e per tali motivi con la modifica dell’articolo 292 del Codice penale, si vuole tutelare il valore simbolico anche di tutte le bandiere delle regioni italiane con riguardo alle manifestazioni di denigrazione o di disprezzo dei simboli che rappresentano». Il Pd, con il capogruppo Stefano Fracasso, ha posto un quesito: «Le bandiere regionali hanno un valore fondante come il tricolore tale da essere tutelato dal codice penale?». L’altra proposta di legge statale di iniziativa regionale è quella di Alberto Villanova (Zaia Presidente) per vietare la dedicazione di strade e di revocare onorificenze di Stato a coloro che la storia abbia riconosciuto responsabili di azioni efferate, crimini di guerra e contro l’umanità come il dittatore jugoslavo Josip Broz Tito. La settimana prossima il voto in Prima commissione. (al.va.)

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Gli obiettivi La “Giochi Olimpici 2026 Spa” dovrà realizzare le opere e gli interventi, ma anche fare le gare, che verranno richiesti dalla Fondazione (cioè il Comitato organizzatore dei Giochi) del Ceo Vincenzo Novari.

L’ORGANIZZAZIONE VENEZIA Dopo la Fondazione, ecco la società. Si chiamerà “Giochi Olimpici 2026” la spa che sarà istituita con legge dello Stato. Sarà una società interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, il che significa che il governo metterà i soldi per le Olimpiadi invernali che si disputeranno tra sei anni in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha assicurato che porterà la legge olimpica in Consiglio dei ministri entro il mese, probabilmente già giovedì prossimo. Un decreto che poi dovrà essere convertito dalle Camere entro 60 giorni e l’auspicio di Spadafora è che ciò avvenga prima del 10 marzo, quando si terrà la sessione del Cio.

LA RIUNIONE Della legge olimpica si è parlato ieri pomeriggio a Roma nel corso di una riunione presieduta dal ministro Spadafora e alla quale hanno preso parte i componenti del comitato di indirizzo di Milano Cortina 2026: il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto Maurizio Gasparin, il presidente di Trento Maurizio Fugatti, il presidente di Bolzano Arno Kompatscher. È stato Spadafo-

Milano-Cortina, c’è la spa Il Governo mette i soldi `Spadafora presenta la legge olimpica La società “Giochi Olimpici 2026” partecipata dal ministero delle Finanze Zaia: «Va fatta bene, è una pietra miliare» `

ra a illustrare una prima versione della “legge olimpica”, i cui contenuti - recita una nota diffusa dal dicastero dello Sport - sono stati condivisi con i partecipanti alla riunione. Il testo non è ancora pronto perché ci sono due o tre temi che devono essere ancora “limati”. Quindi da una parte ci sarà il comitato organizzatore dei Giochi, cioè la Fondazione, ente di diritto privato, con 20 componenti, di cui 10 del Cio e gli altri in rappresentanza degli enti territoriali (per il Veneto il professor Andrea Giovanardi e l’avvocato Antonella Lillo), il cui Ceo è Vincenzo Novari (che tra l’altro entro febbraio dovrà convocare la prima riunione). Dall’altra parte ci sarà la spa del Mef che dovrà, su richiesta della Fondazione, realizzare le opere. Il controllo sulla “Giochi Olimpici 2026 Spa” lo eserciteranno il ministero delle Infrastruttu-

re e dei Trasporti, Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano.

I COMMENTI «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo - ha detto Spadafora - è sottoporla al Consiglio dei ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Cio previsti a marzo. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». Soddisfatto il gover-

IL CONTROLLO SARÀ ESERCITATO DA MIT, REGIONI VENETO E LOMBARDIA, PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO

Ruzzante (LeU) «I revisori dei conti siano estratti a sorte»

Comunità montane, ultimatum regionale alle due superstiti `Solo Agno-Chiampo LITI E CAVILLI

e Lessinia non si sono trasformate in Unioni LA LEGGE VENEZIA Qualche giorno fa il quotidiano La Verità le ha ribattezzate ironicamente “Eternità montane”: Comunità immaginate quasi mezzo secolo fa per valorizzare le zone di montagna e teoricamente destinate da un decennio a tramutarsi nelle meno onerose Unioni, ma in realtà sopravvissute a leggi e sentenze in diverse parti d’Italia. Pure in Veneto, seppure in misura sensibilmente inferiori ad altre zone: qui ne sono ancora in vita due, benché commissariate, quelle di Agno-Chiampo e della Lessinia. Ma dopo anni di inutili proroghe, ora la Regione ha perso la pazienza, tanto che martedì l’aula di Palazzo Ferro Fini ha approvato una norma che fissa un perentorio ultimatum: se entro tre mesi non si trasformeranno come devono, i due enti verranno definitivamente cancellati.

Le delibere regionali sulla materia sono un interminabile racconto delle liti fra i municipi vicentini e veronesi associati e dei cavilli sfruttati per sottrarsi alle prescrizioni della legge regionale 40 del 2012, che sull’onda della normativa statale del 2010 aveva stabilito che le Comunità diventassero Unioni. Un cambio molto più che lessicale, ruvidamente spiegato all’epoca come un passaggio da veri e propri “carrozzoni” al concetto di gestione condivisa delle funzioni amministrative, almeno sei nel caso dei Comuni che contano meno di tremila abitanti e che sono comunque obbligati ad associarsi. Una svolta all’insegna del risparmio, come dimostrano i numeri veneti: le 19 Comunità montane nel 2006 ricevevano 3 milioni di euro, mentre le Unioni montane che vi hanno fatto seguito nel 2019 ne hanno ottenuti 1,2. In questa somma sono ricompresi i 75.000 e i 100.000 euro destinati rispettivamente alle “riottose” di Agno-Chiampo e della Lessinia.

I COMMISSARIAMENTI Lunghe e vane le gestioni

Anniversario I 50 anni delle Regioni

Autonomia, si aspetta il testo «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà diverse, con specificità diverse; ripartiamo dal primato dei territori». Così il ministro Francesco Boccia intervenendo alla prima Conferenza Stato-Regioni del 2020 che segna i 50 anni delle Regioni. Il premier Giuseppe Conte ha detto che entro il mese ci sarà il confronto in maggioranza sull’autonomia. «Li attendiamo ai fatti», ha commentato il vicepresidente del Veneto, Gianluca Forcolin.

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straordinarie a cui sono stati sottoposti i due enti. A quanto pare i Comuni non ne vogliono sapere di adeguarsi alle disposizioni normative, per quanto parecchio datate: basti pensare che i primi provvedimenti di nomina dei commissari furono proposti dall’allora assessore Marino Finozzi, che ha fatto in tempo perfino a dimettersi da consigliere regionale senza ancora vedere conclusi, per ciascuna delle due, gli auspicati «adempimenti conseguenti all’estinzione della Comunità montana». Nel caso di Agno-Chiampo, dal 2013 in poi gli atti hanno narrato dimissioni a raffica, «atteggiamento attendista da parte delle amministrazioni comunali», recesso da parte di diversi municipi: una sfilza di giustificazioni

NORMA APPROVATA ALL’UNANIMITÀ: SE ENTRO TRE MESI NON SI ADEGUERANNO ALLE DISPOSIZIONI SARANNO SCIOLTE

che hanno determinato ripetute proroghe di 180 giorni, al punto che dal 2016 è stato costretto a rimanere in carica come commissario straordinario Stefano Angelini. Lo stesso dirigente regionale, che per inciso non riceve alcun compenso per questo ulteriore incarico al di là del rimborso spese, deve gestire pure il commissariamento della Lessinia, dove dal 2014 le carte hanno documentato «un quadro in cui apparivano convivere, in maniera apparentemente contraddittoria, sia tendenze alla frammentazione e alla destrutturazione del precedente ambito, sia fattori di coesione». Insomma, una confusione tale da portare il Consiglio regionale ad approvare l’altro ieri all’unanimità questa norma: «Le Comunità montane Agno-Chiampo e della Lessinia che, entro tre mesi dalla data dell’entrata in vigore della presente legge, non provvedano a costituirsi in unioni montane, secondo le direttive specifiche adottate dalla Giunta regionale, sono dichiarate sciolte con decreto del Presidente della Giunta regionale». Sarà la volta buona? A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Monselice

LA DONNA ORA È AI DOMICILIARI: DOVRÀ PRESENTARSI ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA TRE VOLTE ALLA SETTIMANA

Este

Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Eroina nel reggiseno, arrestata `In auto con lei anche un 27enne che nascondeva negli La pusher 34enne è stata fermata durante un normale controllo sulle strade ed è stata sottoposta a perquisizione slip una modica quantità: segnalato come assuntore `

la posizione della 34enne atestina. Dopo il rinvenimento di un quantitativo così significativo di eroina, i militari hanno deciso di sequestrarle anche il telefono cellulare, forse per cercare elementi utili a ricostruire la rete degli acquirenti.

MONTAGNANA Nascondeva oltre cinquanta grammi di eroina nel reggiseno: è stata arrestata per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Lisa Furlan, 34enne domiciliata a Este, con precedenti per droga e anche per reati contro il patrimonio, nella notte tra martedì e mercoledì scorsi si trovava a bordo di una Fiat Cinquecento, guidata da un’amica 24enne di Borgo Veneto. Con loro c’erano anche due ragazzi, uno dei quali tossicodipendente. L’auto stava viaggiando sulle strade della città murata, quando è stata fermata dai carabinieri di Montagnana e del Norm di Este in via Luppia Alberi, nell’ambito di un servizio di pattugliamento.

ARRESTO CONVALIDATO Pare infatti che la donna avesse un giro piuttosto nutrito di clienti che sceglievano di rifornirsi da lei. Continueranno quindi le indagini dei militari per debellare l’ampia e consolidata rete di acquirenti, presumibilmente della Bassa Padovana, che la donna avrebbe rifornito di droga. Nel frattempo la 34enne, una volta espletate le formalità di rito, è stata riportata a casa propria, a Este, in regime di arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima, svoltosi ieri pomeriggio al tribunale di Rovigo. Il giudice ha deciso di convalidare l’arresto, stabilendo come misura cautelare l’obbligo di presentazione davanti alla polizia giudiziaria per tre volte alla settimana. Camilla Bovo

PERQUISIZIONI PERSONALI La donna è stata fermata e condotta alla sede del punto di primo soccorso dell’Ulss 6, dove è stata sottoposta ad una perquisizione personale. Addosso, ben nascosti in un involucro posto all’interno del reggiseno, le sono stati trovati 54,4 grammi di eroina. Anche gli altri tre occupanti della Fiat sono stati perquisiti. Uno di loro, il 27enne di Borgo Veneto C. M., già noto per la sua tossicodipendenza, è stato trovato in possesso di un flacone di metadone e di un involucro di carta stagnola con 0,55 grammi di eroina, accuratamente nascosto all’interno degli slip. Una quantità minima, tale da lasciar presupporre la detenzione per uso personale. È comunque stata disposta la perquisizione nelle abitazioni di entrambi e in quella del 27enne è stato trovato un bilancino di precisione. Il giovane è comunque stato segnalato solamente come assuntore di sostanze stupefacenti, mentre la droga e il bilancino sono stati ovviamente sottoposti a sequestro. Ben più grave

UNA DROGA “RITORNATA” Le dosi di eroina sequestrate durante il controllo dei carabinieri di Este

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Monselice

Concorso di Natale, negozianti soddisfatti e la Panda va alla giovane Emma Il concorso “Vinci un’auto sotto l’albero”, voluto e promosso da oltre un centinaio di commercianti di Monselice, ha il suo vincitore. Anzi, la sua vincitrice. Ad aggiudicarsi la Fiat Panda in palio è infatti stata una ragazza residente in città, Emma Favaro: «Ringrazio tutti i commercianti per il premio - ha detto -. Quando ho ricevuto la telefonata da cui ho appreso che era stato estratto il mio biglietto, quasi non ci credevo. Ma sono felicissima! Sarà un 2020 da favola!». Il concorso è riuscito, non a caso, a stimolare l’economia locale, pur in un ricco contenitore di

eventi. Lo dimostrano i dati elaborati dagli organizzatori. Alla sua prima esperienza, infatti, il concorso, iniziato il 13 dicembre e terminato alle 24 del 6 gennaio scorso, ha generato un volume d’affari di oltre 200 mila euro e ha visto protagoniste 129 attività commerciali di Monselice. Vi hanno partecipato ben 5 mila utenti, con una media di 3,2 codici inseriti per persona, per un totale di 16 mila codici inseriti in appena 25 giorni. Del resto, il premio in palio, una Fiat Panda serie 3, 1.2, 69 cv, ha fatto gola a molti, che hanno partecipato solo facendo

HA VINTO LA PANDA Emma Favaro

shopping nei negozi monselicensi. A fronte di una spesa minima di 10 euro negli esercizi alimentari e di 20 in quelli non alimentari, i clienti hanno ricevuto una cartolina con un codice alfanumerico. Inserendo questo codice all’interno della pagina web creata nel sito monselice.org, i partecipanti hanno avuto la possibilità di tentare la fortuna, inserendo fino ad un massimo di 10 codici per utente. La dea bendata ha sorriso alla giovane Emma: il suo codice è stato estratto alla presenza di un funzionario camerale. Ca.B.

Alcol e coca, provoca un incidente: denunciata CASALE DI SCODOSIA Lo scorso 1 ottobre si era resa protagonista di un pauroso incidente stradale a Megliadino San Vitale. Ora, a distanza di alcuni mesi, è stata denunciata dai carabinieri di Casale per il reato di guida sotto l’influenza dell’alcool e in stato di alterazione psicofisica, per uso di sostanze stupefacenti. Protagonista della vicenda è una 38enne residente proprio a Casale di Scodosia, M.S.. La donna non aveva esitato a mettersi alla guida della propria auto dopo aver bevuto e aver assunto una dose di cocaina. Completamente strafatta, aveva però finito con il perdere il controllo della propria vettura, causando un incidente stradale. Subito erano scattati gli approfondimenti del caso, con esami tossicologici eseguiti all’ospedale monselicense Madre Teresa di Calcutta su richiesta degli inquirenti. Gli esiti analitici ematologici pervenuti alla stazione dei carabinieri di Casale parlano chiaro: la donna è risultata positiva all’alcool con un tasso di 2,79 g/l, addirittura oltre cinque volte il limite di soglia, ma anche alla cocaina, con un tasso di 1,5 ng/ml. Valori decisamente elevati che hanno stupito persino gli inquirenti. Oltre alla patente ritirata, subito dopo l’incidente, ora è così scattata la denuncia per guida sotto l’influenza dell’alcool e di sostanze stupefacenti. Ca.B.

Pfas, nuovi studi stranieri: «Dannosi anche sulla pelle» MONTAGNANA Basta una doccia per essere contaminati dai Pfas? È la conclusione a cui sono giunti alcuni studi scientifici americani e danesi, sulla base dei quali lancia l’allarme la consigliera regionale Cristina Guarda. «Studi scientifici di primario livello evidenziano come i Pfas penetrino nel sangue umano anche solo con il contatto attraverso l’epidermide – evidenzia la consigliera -. Quindi non è sufficiente sconsigliare l’uso alimentare dell’acqua non filtrata nelle zone contaminate: occorre fare molto ma molto di più». La giovane esponente del Gruppo Civico aggiunge: «La Regione rischia di perseverare nel-

le sottovalutazioni se non informa i cittadini con pozzi privati in tutte le “zone arancio” escluse dal filtraggio. Queste persone potrebbero essere abbandonate ad una contaminazione certa anche se non bevono l’acqua. E Luca Zaia e la sua Giunta farebbero bene a correre ai ripari invece di continuare a quietare e sopire, anche con le minacce di querele, quanti evidenziano questa bomba ad orologeria che avvelena il sangue dei veneti».

INTERROGAZIONE La consigliera intende preparare un’interrogazione da presentare in consiglio per chiedere al presidente Zaia cosa intenda fare in proposito. Una delle domande da porre all’attenzione del consiglio è come può essere

NON SOLO INGESTIONE Lo studio riterrebbe pericoloso pure il contatto

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riorganizzata la quotidianità di chi vive in zone a rischio per quel che riguarda l’igiene quotidiana. «È un problema reale - conclude la consigliera - un problema che avevo posto solo qualche mese fa, accanto al tema dell’acqua “ad uso alimentare”, sperando entrasse nei cuori dei colleghi come priorità e sentendomi invece travolgere da urla e insulti. Chiedevo una exit strategy per queste famiglie, così come per quelle che vivono in zone avvelenate, ma non definite “zona rossa” ed una serie di aiuti per l’acquisto di acqua in bottiglia, per il collegamento all’acquedotto, così come soluzioni alternative di filtraggio in loco». Ora si attende la risposta della giunta regionale, e dei suoi esperti, all’interrogazione della

Guarda, per capire come considerano i risultati dello studio americano. Anche le Mamme No Pfas intanto condividono la preoccupazione e hanno pubblicato il link allo studio sulla loro pagina facebook. «Questo nuovo studio sarà a breve pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology – commentano -. Ricordiamo che purtroppo i Pfas sono anche utilizzati in moltissimi cosmetici (shampoo, creme, ecc) e che ad oggi solo lo Stato della California ne ha vietato l’utilizzo a tale scopo. Eppure ci sono tanti brand famosi che si farebbero un’ottima pubblicità scegliendo di non utilizzarli più. Evidentemente il signor profitto continua a far prevalere le sue ragioni». Ca.B.


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Nordest

REFERENDUM VENEZIA-MESTRE, PRIMA PRESA D’ATTO La Prima commissione del consiglio regionale ha preso atto che al referendum del 1° dicembre per la separazione di Venezia e Mestre è mancato il quorum. Ora il voto in aula Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Regione-Anas, ecco la lista della spesa Dopo il ritorno di 700 chilometri di viabilità nell’orbita statale `Stoccata a Pd e M5s: «Ora tutti montano sul carro del vincitore l’assessore De Berti invia le priorità per l’utilizzo dei 100 milioni ma nel 2018 ci accusavano di rinunciare alla nostra autonomia» `

INFRASTRUTTURE VENEZIA Ora che 700 chilometri di strade sono (ri)diventate statali, la Regione presenta la lista della spesa ad Anas. Il giorno dopo la notizia sulla firma del decreto di riclassificazione da parte del premier Giuseppe Conte, l’assessore Elisa De Berti ha inviato a Roma l’elenco delle priorità a cui destinare i 100 milioni in tre anni contenuti nella dotazione finanziaria per la viabilità in rientro: otto interventi in varie province del Veneto, più un’ulteriore richiesta da 145 milioni che invece punta al fondo ordinario per le infrastrutture. Ma con l’occasione l’esponente della Lega ha anche punzecchiato i portacolori di altre forze, come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che avevano rivendicato il merito del provvedimento: «Montare sul carro dei vincitori per qualcuno è diventato uno sport».

I SASSOLINI Erano due anni che l’assessore De Berti aspettava di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe: dal giorno in cui a Palazzo Balbi il governatore Luca Zaia e l’allora presidente Gianni Vittorio Armani avevano stretto il patto su Veneto Strade, all’epoca bollato

IL PENTASTELLATO BRUSCO: «GOVERNO ATTENTO AL TERRITORIO» LA DEM BIGON: «STOP ALLE FALSE PROMESSE DEL CENTRODESTRA»

come «un’autonomia al contrario» per esempio dal consigliere regionale dem Graziano Azzalin. L’altro giorno invece Stefano Fracasso, capogruppo del Pd, ha definito «una firma importante» il via libera al provvedimento. «Dimentichi di tutte le accuse faziose e dei rilievi pretestuosi con cui si esibirono all’indomani della sottoscrizione del 23 febbraio 2018 – ha dichiarato la titolare delle Infrastrutture – scopriamo che i detrattori di quell’intesa tra Regione del Veneto e Anas, finalizzata allo sviluppo della rete stradale prioritaria regionale, sono i primi a intonare gli osanna per la firma da parte del premier Conte di un decreto che non fa altro che concretizzare quell’accordo da loro tanto bistrattato». La leghista ha rimarcato che quell’operazione significa denari sonanti: 21 milioni di euro annui per la gestione dei 700 chilometri, investimenti di manutenzione programmata per 10 milioni di euro l’anno e uno stanziamento fino al 2022 di ulteriori 100. «Questi ultimi – ha puntualizzato – non vengono oggi magnanimamente dispensati al Veneto grazie a chissà quali intercessioni politiche nei confronti del governo di Roma, come i suddetti “saltatori sul carro” vorrebbero far apparire, ma sono il frutto di una pianificazione attenta e previdente, di una equilibrata ricerca di collaborazione con enti nazionali come l’Anas, attuate dalla giunta Zaia in questi anni».

L’OPERATIVITÀ Ieri Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ha espresso un auspicio: «Non si perda il modello di gestione di Veneto Strade, che in questi anni

Gli investimenti strada in Veneto Anno 2020 Dati in euro

3

Belluno 2 4

Treviso Vicenza Verona 2

5

opera

località

importo

1 S.R. 62 “della Cisa”

2° stralcio “Grezzanella” (Vr) Variante di Villafranca di Verona

24.000.000

2 S.R. 50 “del Grappa e del Passo Rolle”

Galleria di Lamon “Pala Rossa”

Lamon (Bl)

8.000.000

3 S.R. 48 “delle Dolomiti”

Innesto tra la SR. 48 e la S.P. 532

Auronzo di Cadore (Bl)

3.500.000

4 S.S. 12 “dell’Abetone Variante da Buttapietra Sud e del Brennero” alla Tangenziale di Verona

145.000.000

Sulla questione interviene anche il M5s, con i consiglieri regionali Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel: «Noi diciamo che va bene una legge che spinge i privati a liberare il territorio da scheletri di cemento e obbrobri abbandonati, ma quale vuole essere il modello da raggiungere?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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dissocio totalmente da quanto il sindaco ha deciso di fare». Come a dire: se ce ne fate un’altra così non sappiamo cosa succederà.

bero dell’ex torrefazione Vescovi che era stato occupato dal Gramigna. Un mese prima era toccato a Casetta Berta nel popolare quartiere dell’Arcella. E prima ancora all’ex mensa universitaria Marzolo nell’aprile dello scorso anno. Ma è in aula che la distinzione fra l’ala movimentista della sinistra e il Pd ha dato il suo meglio con il no all’adozione del daspo urbano mentre non si contano i distinguo della Ruffini sull’urbanistica. Insomma si va avanti divisi alla meta. Mauro Giacon

1

Anno 2021 Rovigo

1 S.R. 10 “Padana Inferiore”

Variante in nuova sede

fra Este (Pd) e Legnago (Vr)

50.000.000

Rotatoria con 2 S.R. 11 “Padana Superiore” Via Cordellina

Altavilla Vicentina (Vi)

955.000

Rotatoria a Tavernelle 3 S.R. 11 “Padana Superiore”

Altavilla Vicentina (Vi)

1.100.000

4 S.P. 15

tra Fontanelle (Tv) e Conegliano (Tv) 10.000.000

“Messa in sicurezza della viabilità”

Rotatoria ospedale 5 S.R. 11 “Padana Superiore” di Dolo

Dolo (Ve)

1.000.000

Fonte: Regione Veneto

Cna Veneto

«Bene i crediti edilizi, ma resta il nodo dei Comuni» VENEZIA Arriva oggi nella commissione regionale Territorio la proposta di regolamento sui crediti edilizi. Lo strumento prevede che, in caso di demolizione degli edifici incongrui e ritorno del suolo alle caratteristiche naturali, le volumetrie possano essere parzialmente recuperate e trasferite altrove. «Una buona notizia per le piccole e medie

imprese artigiane», commenta Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto, secondo cui resta però da sciogliere il nodo della gestione dei crediti da parte dei Comuni, chiamati nel giro di un anno ad attrezzarsi per fissarne i valori attraverso un algoritmo. «Così – dice – si mettono in difficoltà i più piccoli, già a corto di personale. Un aiuto potrebbe arrivare dalla fusione».

LE INDICAZIONI Dopo l’acquisto delle quote che saranno cedute dalla Provincia di Padova e l’aumento di capitale che farà entrare Anas con il 51% delle azioni, Veneto Strade andrà inevitabilmente incontro a un cambio di governance, tenuto anche conto del fatto che a fine anno scadrà l’incarico dell’amministratore delegato Silvano Vernizzi. Nell’attesa, in mattinata la Regione ha trasmesso le indicazioni per l’utilizzo dei 100 milioni, anticipando così l’appello del pentastellato Manuel Brusco, che nel pomeriggio ha dichiarato: «Il Governo ancora una volta dimostra attenzione per il nostro territorio e la Regione si è posta su un piano costruttivo di collaborazione. Finanziamenti e accordi rischiano però di cadere nel nulla senza un piano chiaro delle vere necessità». Fra le indicazioni per il 2020, c’è il secondo stralcio della Grezzanella nel Veronese, prioritario anche secondo la dem Anna Maria Bigon: «Anas proceda celermente per terminare un’infrastruttura attesa da 30 anni, mettendo fine alle troppe promesse da marinaio delle Giunte di centrodestra che hanno governato il Veneto». Angela Pederiva

Padova Venezia

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ha sempre garantito puntualità ed efficacia nelle manutenzioni». L’assessore De Berti ha così ribadito che la gestione «continuerà a essere svolta da Veneto Strade anche se quest’ultima sarà partecipata da Anas, con buona pace di quanti a suo tempo si indignarono perché, a loro dire, rinunciavamo alla nostra autonomia operativa».

Padova, il sindaco sgombera senza avvisare il suo vice: bufera politica L’IMBARAZZO

IL CASO PADOVA Non sappia la sinistra quel che si fa in maggioranza. È successo alla giunta di Padova ieri mattina, quando il vicesindaco Arturo Lorenzoni, e le due assessore Chiara Gallani e Marta Nalin di Coalizione civica, movimento di area rossa che sostiene il sindaco, hanno saputo a cose fatte dello sgombero di un edificio che ospitava alcune associazioni, fra cui “Cucina brigante” che si occupa di redistribuire frutta e ortaggi in scadenza ai meno abbienti. È frequentata anche da persone nell’orbita di Coalizione e, si dice, dei centri sociali. La struttura era stata dichiarata inagibile e pericolosa, il sindaco Sergio Giordani ha messo un’ordinanza prima della mezzanotte di ieri e alle sette di mattina la sede è stata murata. Diciamo che le forze dell’ordine hanno preso a prestito i motivi di sicurezza per fare un po’ di “pulizia”.

L’ORDINANZA DI GIORDANI SULL’EDIFICIO CHE OSPITA MOVIMENTI DI SINISTRA: L’IRA DI COALIZIONE CIVICA GRUPPO CHE VORREBBE LORENZONI ALLE REGIONALI

Peccato che nessuno lo sapesse. «Non si fanno crisi di maggioranza per queste cose» ha dichiarato Lorenzoni chiudendo ogni ipotesi di spaccatura. È vero che la questura aveva chiesto massima riservatezza ma può reggere una Giunta dove il sindaco non avvisa il suo vice, i due assessori e l’altra metà della maggioranza che lo sostiene, gettando nell’imbarazzo quei rappresentanti eletti proprio dagli sgomberati? Andreotti penserebbe a una strategia di logoramento in vista della candidatura di Lorenzoni alle regionali. Ma a pensar male si fa peccato. «Bisognerà lavorare in modo più rispettoso. Non ci è piaciuto il metodo, non l’abbiamo scelto, non l’avremmo gestito così» ha aggiunto il vicesindaco. Gallani ammette: «Non si deve più ripetere». E il movimento non fa sconti: «Nessuno dei consiglieri e degli assessori di Coalizione civica era al corrente di questa operazione, violenta, stupida e senza senso, che interrom-

LA PROTESTA “Cucina brigante” ha portato frutta e verdura davanti al Comune e ha incontrato Lorenzoni, a sinistra con Giordani (foto NUOVE TECNICHE)

pe un percorso di dialogo che era complesso, ma attivo. Questo è un passaggio grave nella collegialità della giunta». Il capogruppo Nicola Rampazzo è ancora più duro: «Mi dissocio completamente dalla decisione del Comune di sgomberare le associazioni. Decisione della quale né io né nessun altro componente della giunta e del consiglio di Coalizione civica siamo stati informati. Le soluzioni potevano e dovevano essere altre e condivise con le forze con cui si governa la città». Pure l’influente consigliera Daniela Ruffini, di Rifondazione, attacca: «Mi

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I PRECEDENTI Giordani non si scompone: «Quel fabbricato ha gravi deficit strutturali e impiantistici, c’era una situazione di pericolo che ricade nella piena responsabilità mia e di chi amministra». Il fatto è che non si tratta di un episodio isolato. Da tempo sono colpiti proprio i gruppi radicali nel serbatoio di Coalizione. È successo nell’ottobre scorso con lo sgom-

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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

CORTINA

E mail belluno@corrierealpi.it

Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

L’assessore milanese Roberta Guaineri «Sempre più donne nelle stanze dei bottoni»

Verso le olimpiadi 2026

“Rete Dolomiti” finanzierà «Olimpiadi, premiata nostra scelta la nuova cabinovia in centro lasulla parità di genere» Gli impiantisti fanno squadra, danno vita a una società e portano avanti il progetto Ghedina: «Il nostro obiettivo è eliminare gli intasamenti verso le ski aree»

L’INTERVISTA

Alessandra Segafreddo

Alessandro Michielli

CORTINA. I privati fanno squa-

a “parità di genere” è stato uno dei temi analizzati dal Comitato Olimpico Internazionale prima di decretare il trionfo del dossier Milano-Cortina 2026. Un argomento affrontato a 360° durante il convegno “L’importante è pareggiare: diritto del lavoro e parità di genere nello sport”, svoltosi a Milano. A traslare il dibattito sulle Olimpiadi è stata Roberta Guaineri, assessore a turismo, sport e tempo libero del Comune di Milano. All’interno del dossier olimpico presentato dalla delegazione italiana al Cio era infatti presente un importante passaggio dedicato alla “Gender Equality”, la “parità di genere”, utile a misurare la situazione italiana sul piano del diritto delle donne: «La Gender Equality è stata istituita dal Cio come commissione», afferma Roberta Guaineri, «quindi una delle valutazioni fatta prima di incoronare il dossier Milano-Cortina è legata alla situazione italiana della parità di genere, sia per quanto riguarda la pratica sportiva da parte delle donne atlete, sia per quanto riguarda la rappresentanza delle donne a livello federale e istituzionale. È emerso che, a fronte del 30% di donne che praticano sport, in media il 12/15% di loro rappresen-

dra e danno vita a Rete Dolomiti, con l’obiettivo di realizzare in tempi relativamente brevi una cabinovia che, partendo dal centro di Cortina, porti gli sciatori alle piste ai piedi delle Tofane. «Stiamo lavorando in maniera piuttosto intensa per la realizzazione di questo nuovo impianto di risalita», rivela il sindaco Gianpietro Ghedina, «che dovrebbe partire dall’area dei campi da tennis Apollonio e arrivare a Socrepes». L’opera rientra nel quarto livello del Piano di infrastrutture per i Mondiali di sci del 2021, un livello che non doveva essere realizzato, ma approntato a livello progettuale. Ora, però, in vista delle Olimpiadi c’è una nuova accelerazione. «Gli impiantisti locali», spiega Ghedina, «si sono riuniti in un gruppo denominato Rete Dolomiti e hanno presentato al Comune e al commissario di Governo Luigi Valerio Sant’Andrea di realizzare a loro spese l’impianto, che costerà dai 12 ai 13 milioni di euro. Noi abbiamo sposato la proposta e abbiamo lavorato in sinergia affinché l’iter possa procedere con i dettami della legge 50/2017 varata per i Mondiali. Una legge che agevola gli iter, in quanto il commissario, pur rispettando il codice degli appalti, può utilizzare una procedura accelerata circa le tempistiche di pubblicizzazione dei vari atti».

L

Sciatori sulle piste di Socrepes con vista su Cortina d’Ampezzo

«Il progetto», prosegue Ghedina, «si inserisce in maniera armoniosa nel Piano infrastrutturale previsto per la rassegna iridata. Parliamo di un’opera importantissima per la diminuzione del traffico che, soprattutto du-

«Costerà 13 milioni Costruirla entro il 2021 non sarà semplice ma non è fantascienza» rante la stagione invernale, intasa le strade che portano alle ski aree di Tofana, Cinque Torri e passo Falzarego. L’impianto porterebbe gli sciatori direttamente in pista e da lì, considerando che

sarà costruita anche una cabinovia che collegherà Pocol con le Cinque Torri, negli altri comprensori». L’obiettivo è realizzare la nuova cabinovia ben prima dei Giochi olimpici invernali del 2026. «Rete Dolomiti», prosegue il sindaco, «ha l’obiettivo del 2021, ambizioso ma non irrealizzabile, vista la sinergia con Sant’Andrea e la Regione Veneto che guarda con attenzione a tutte le iniziative legate alla mobilità sostenibile. Sono contento che, dopo anni di divisioni, la maggior parte degli impiantisti abbia deciso di collaborare, dando vita alla società Rete Dolomiti, che guarda al futuro di Cortina». Il tutto con un approccio legato alla sostenibilità: «Un

concetto», chiosa Ghedina, «che sembrava solo una parola che va di moda, ma che noi stiamo rendendo concreto. Stiamo creando un sistema “ecologico” per vivere e godere della montagna. Per i cortinesi e gli ampezzani porre al centro la natura e il nostro ambiente è da sempre un imperativo: lo vediamo con le Regole, che hanno gestito e tutelato il territorio al meglio, ma lo vediamo anche in municipio dal lontano 1979, quando amministratori lungimiranti bloccarono il Piano regolatore, consentendo di edificare solo alberghi o case in diritto di superficie. L’obiettivo finale è rendere Cortina una città più moderna e più sostenibile, con interventi condivisi». —

milano-cortina 2026

Sarà operativa a marzo la nuova “Legge Olimpica” CORTINA. Una prima versione dell’attesa “Legge Olimpica’’ è stata illustrata ieri pomeriggio a Roma dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. A marzo sarà operativa, insieme alla Fondazione e all’Agenzia. «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo», ha osservato il ministro, «è sottoporre la legge al Consiglio dei Ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti

necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Cio. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha precisato, al riguardo, che «è stato assunto un impegno comune e condiviso per arrivare entro marzo a raggiungere gli obiettivi della Legge olimpica e dell’operatività della Fondazione e dell’Agenzia».

Ecco perché Luca Zaia, presidente della Regione, si è detto fiducioso. «Ancora un passo avanti. Ancora una bella notizia. Le Olimpiadi invernali del 2026 stanno seguendo il cammino prestabilito. Le Olimpiadi sono il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta», ha dichiarato ieri sera. «L’interlocuzione con il ministro Spadafora», ha aggiunto Zaia, «è in una fase positiva. Ci eravamo sentiti anche

Giovanni Malagò e Vincenzo Spadafora

tano lo sport a livello istituzionale. Questi risultati non sono soddisfacenti e ci devono fare riflettere», continua Guaineri, «Io sono ottimista, oggi c’è parecchia sensibilità a riguardo e questo cammino andrà avanti in maniera virtuosa». Come valuta la polemica per l’assegnazione delle gare femminili a Cortina e di quelle maschili a Bormio? Molti speravano di avere i “maschi” a Cortina. «Noi abbiamo dovuto redigere un dossier molto ampio sotto il profilo del territorio e giustificare le nostre scelte. La cosa più naturale è stata rappresen-

«Sciatrici a Cortina e uomini a Bormio: innaturale fare diversamente» tare al Cio il fatto che lo sci femminile è riconosciuto come lo sci che viene svolto a Cortina e lo sci maschile come lo sci che viene svolto a Bormio. Questo ha portato due vantaggi: innanzitutto questi paesi e le loro piste sono riconosciuti a livello mondiale per la loro organizzazione nei due settori dello sci alpino e poi hanno già strutture efficienti per accogliere da un lato lo sci femminile e dell’altro lo sci maschile. Secondo noi questo è stato un valore aggiunto. Sarebbe stato innaturale fare in modo diverso». —

martedì sera. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi, significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno». Al vertice di Roma hanno preso parte, fra gli altri, i componenti del Comitato di Indirizzo di Milano Cortina 2026, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vice sindaco di Cortina, Luigi Alverà, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto, Maurizio Gasparin. — F.D.M.


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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 LA TRIBUNA

CASTELLANA

castelfranco, inchiesta verso l’archiviazione

Morto a scuola: «Nessuno è responsabile» Gli esami hanno stabilito che era impossibile prevedere l’infarto miocardico che ha stroncato Sukhraj, 14 anni, al Barsanti CASTELFRANCO. La morte di

di Sukhraj Rathor, il quattordicenne morto lo scorso ottobre durante la lezione di educazione fisica, è stata una tragedia purtroppo inevitabile. L’ha stabilito l’autopsia eseguita sul corpo del ragazzo che ha fatto emergere come il decesso fosse dovuto ad una improvvisa frattura del cuore. Per cui ora scivola veloce verso l’archiviazione l’inchiesta che era stata aperta dalla Procura. L’ESAME

L’approfondimento era stato condotto dai medici dell’Usl e ha chiarito l’origine della morte del giovane di origine indiana, che solo pochi gior-

ni prima di morire aveva sostenuto e superato le visite mediche per tornare a giocare a calcio a livello agonistico. Il sostituto procuratore Mara De Donà aveva aperto un fascicolo senza indicare ipotesi di reato. La relazione dell’Usl è ora decisiva per stabilire di escludere di indagare su una responsabilità colposa per la morte del ragazzo. IL MALORE

Quel lunedì il ragazzo si era accasciato al suolo mentre stava seguendo, con i compagni di classe, l’ora di educazione fisica. Un malore improvviso e fatale quello che ha colpito lo studente india-

si parte a settembre

no, residente con la famiglia a Riese Pio X. Il dramma si è consumato poco dopo le 12. 20 all’istituto “ITT Barsanti” di Castelfranco in via dei Carpani. L’allarme era stato immediatamente lanciato dagli insegnanti e dal personale della scuola. Sul posto erano intervenute l’ambulanza e l’automedica del Suem 118 ma tutti i tentativi di far ripartire il cuore del ragazzo sono stati inutili. Per il giovane, studente della prima superiore dell’istituto Castellano, non c’è stato nulla da fare. I SOCCORSI

Sul posto intervenute anche le forze dell’ordine. Ma sorriso di Sukhraj si è spento per

sempre. Era un ragazzo amato da tutti per il suo ottimismo e per il suo sorriso; abitava con la sua famiglia a Riese Pio X, aveva compiuto 14 anni solo un mese fa. Aveva scelto con entusiasmo la stessa scuola del fratello Harminder, ora laureato in Ingegneria meccanica e impiegato alla Steelco di Riese. E i primi voti avevano confermato che buon sangue non mente: anche Sukhraj aveva già ottenuto ottimi risultati. Appassionatissimo di calcio, aveva ripreso gli allenamenti con la Union Riese Vallà Spineda e sarebbe sceso in campo nel turno successivo. — Giorgio Barbieri © RIPRODUZIONE RISERVATA

il blitz

Cocaina in casa castellano arrestato dai carabinieri

Sukhraj Rathor

crespano del grappa

Scuola dell’infanzia Vertice con la Regione montessoriana «Pedemontana Emergenza a Caselle d’Altivole proseguirà la sua attività» la prima nella Marca ALTIVOLE. Aprirà nel plesso scolastico parrocchiale Giuseppe Sarto a Caselle la prima scuola dell’infanzia montessoriana della Marca Trevigiana. Il primo percorso educativo di stampo montessoriano dedicato ai bambini dai 3 ai 6 anni in provincia di Treviso prenderà il via a settembre 2020. Il metodo Montessori, inventato dalla scienziata e medico Maria Montessori, si basa sulla libera scelta del bambino, stimolando un percorso di apprendimento che l’alunno sceglie in maniera autonoma e creativa. «La libertà offerta a ciascuno di poter scegliere il materiale e di usarlo per quanto tempo desidera e la possibilità di autocorreggere i propri errori – spiegano le formatrici dell’Opera Nazionale Montessori – mettono il bambino al centro dell’educazione». Infatti, secondo Maria Montessori, il bambino non “impara”, bensì costruisce il suo sapere e la sua personalità attraverso l’esperienza e le relazioni con lo spazio, con gli oggetti, con gli altri. A dare l’impulso all’attivazione dell’innovativo metodo didattico che fa leva sull’esperienza sensoriale è stata l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Chiara Busnardo. «Vogliamo coltivare nel territorio la cultura della pedagogia montessoriana, che acquista valore soprattutto nei primi anni di vita del bambino, prima ancora della scuola elementare, perché è dall’età della scuola dell’infanzia che si struttura il pensiero del bambino e si co-

struiscono i processi mentali dell’apprendimento», spiega il primo cittadino. I genitori hanno approvato con entusiasmo la proposta, mentre l’amministrazione comunale, credendo molto nel metodo «che fa scuola a livello europeo nonostante sia ancora poco diffuso in Italia», si è impegnato a sostenere il progetto attraverso il reperimento dei fondi per l’acquisto dell’arredo. L’open day con la presentazione del metodo Montessori che la scuola di Caselle avvierà nell’anno scolastico 2020-2021 si terrà domenica 19 gennaio alle 11. Interverranno nell’occasione, ol-

La nuova offerta nel plesso “Sarto” è per bambini dai tre ai sei anni

La garanzia di Silvia Rizzotto «Non ci saranno tagli ai fondi e il servizio sarà rafforzato» Il direttore dell’Usl 2 assicura il rinnovo dopo il 28 febbraio CRESPANO. «Nessun dubbio: Pedemontana Emergenza proseguirà la sua attività, magari anche con la possibilità di veder rafforzato il servizio. Una notizia importante per una ampia zona del territorio trevigiano». La capogruppo di “Zaia presidente” in consiglio regionale, Silvia Rizzotto, commenta così l’esito del vertice a cui ha preso parte ieri mattina in Regione, coordinato dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, insieme al dg dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, al responsabile dell’urgenza-emergenza regionale Paolo Rosi, al presidente del comitato dei sindaci del distret-

Un intervento delle ambulanze di Pedemontana Emergenza

to di Asolo e sindaco di Pieve del Grappa, Annalisa Rampin, insieme al vicepresidente dell’esecutivo e sindaco di Pederobba, Marco Turato. L’incontro è stato promosso da Rizzotto su richiesta di alcuni sindaci della Pedemontana, dopo aver recepito l’appello di Pedemontana Emergenza, che aveva lamentato il taglio dei contri-

L’iniziativa del centro culturale “Due Mulini” tre alla coordinatrice delle tre scuole dell’infanzia paritarie di Altivole, Michela Forner, due formatrici dell’Opera Nazionale Montessori: Daniela Valenti, coordinatrice scientifica dei corsi Montessori, e Cinzia Paccagnella, coordinatrice montessoriana della scuola infanzia e scuola primaria Centro Montessori Padova Spes e assistente ai corsi di differenziazione Montessori. Altivole è stato il primo Comune a livello provinciale a sperimentare l’instaurazione di una rete tra le scuole dell’infanzia: «Grazie al raccordo è stato possibile differenziare la proposta formativa». —

Dai dinosauri alla danza il ballo diventa inclusivo con le lezioni di Giovanni L’IDEA

I

n molti hanno pensato ad un caso di omonimia, vedendo il suo nome tra i conduttori di Bala Balando, il corso di ballo che si tiene al Centro Due Mulini: invece quel Giovanni Mazzariol è proprio lui, il ragazzo con la sindrome di Down, protagonista del best seller “Mio fratello rin-

Matteo e Giovanni

buti da 100 mila euro a 49 mila euro in tre anni. «La comunicazione della Regione ci rassicura», dice il presidente di Pedemontana Emergenza Paolo Girardi, che ora attende un incontro «per un confronto sui numeri» o una lettera informativa sulle modalità di prosecuzione del rapporto. «I nostri 115 volontari operano gratuitamente, sen-

corre i dinosauri” scritto dal fratello Giacomo e da cui è stato tratto un fortunato film. Ogni venerdì Giovanni, insieme all’amico Matteo Milani, detta le mosse ad una quarantina di corsisti. «La nostra famiglia e quella di Matteo si conoscono da sempre – spiega Katia Colella, la mamma di Giovanni – di fronte alla volontà di mio figlio di frequentare un corso di ballo, ci è venuta in mente l’idea di crearne uno nuovo, sfruttando le competenze di Matteo in animazione dei gruppi. Così è partita questa iniziativa che ha raccolto grande successo». Un corso che si può definire ad alto tasso di inclusione, ma non per la presenza di Giovanni e un paio di altri ragazzi con problemi, ma perché ha dato

Dieci grammi e mezzo di cocaina e tutto il necessario per confezionare le dosi: il ritrovamento di questo materiale a seguito di perquisizione dell’abitazione e di altri immobili nella sua disponibilità ha portato i carabinieri ad arrestare nei giorni scorsi un 40enne residente a Castelfranco. L’uomo dopo la convalida dell’arresto è stato sottoposto all’obbligo di dimora.

za rimborso spese, ma abbiamo sei ambulanze che coprono il territorio da Semonzo a Valdobbiadene trasportando i pazienti dal Monte Grappa e Cesen fino all’ospedale di Treviso in caso di necessità, i mezzi necessitano sempre più di interventi di manutenzione i cui costi diventano insostenibili. La revisione del contributo è dunque fondamentale per consentirci di andare avanti». La convenzione scade il 28 febbraio, ma Benazzi ha assicurato che il servizio sarà rinnovato per poi essere stabilizzato, valutandone il potenziamento e coprendo comunque «tutte le spese sostenute dall’associazione per garantire il servizio ai cittadini». Rizzotto lo precisa: «Le preoccupazioni che avevo raccolto nel territorio in queste settimane erano legittime, anche se mai nessuno ha pensato di tagliare o ridurre questo servizio, anzi: ora con il nuovo contratto si potranno adeguare e migliorare alcune criticità, tenendo comunque conto delle norme nazionali vigenti. Adesso la palla passa alla parte dirigenziale per la stesura del nuovo bando, ma per ora non possiamo che ritenerci molto soddisfatti». — Maria Chiara Pellizzari © RIPRODUZIONE RISERVATA

la possibilità a tante persone di partecipare a un’attività che magari desideravano, ma sulla quale temevano il confronto con gli altri. «Qui ci si può esprimere liberamente la propria personalità – continua mamma Katia – ma innanzitutto ci si diverte. E si fatica». Giovanni Mazzariol è davvero un docente: è lui a istruire sulle mosse ma anche a correggere chi non le esegue correttamente. E prima di ogni lezione si vede con Matteo per prepararla. «Direi che come esperimento partito in sordina – conclude Katia – questa proposta ha già rivelato le proprie potenzialità come una opportunità per i ragazzi disabili di trovare un ambiente davvero inclusivo». — Davide Nordio


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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 LA TRIBUNA

MONTEBELLUNA

Sono le giovanissime atlete dell’“Air Ballet” di Silvia Pontini «Ci servono tremila euro per andare a Roma alla gara finale»

Le “ballerine volanti” che sognano la vittoria parte la raccolta fondi per finanziare la trasferta LA STORIA

e sue ragazzine si sono guadagnate l’accesso diretto all’International Excellent Competition che si svolgerà il 16 e 17 maggio a Roma Cinecittà World e così lei, Silvia Pontini, che nel giorno del suo 21esimo compleanno lo scorso 24 aprile aveva costituito l’Asd Air Ballet, ha lanciato una raccolta di fondi per finanziare viaggio e soggiorno nella capitale quando dovranno gareggiare e confrontarsi con le squadre vincitrici della varie regioni italiane nella categoria Kids. Si tratta di un concorso internazionale di danza acrobatica e la squadra montebellunese sarà composta da 14 ragazzine dagli 8 ai 13 anni. Puntano a raccogliere fondi

L

per tremila euro per non dover pesare del tutto sulle famiglie delle giovanissime danzatrici acrobatiche. L’accesso diretto alla finalissima se lo sono conquistato a novembre in un competizione a Zero Branco, dove hanno vinto con una coreografia ispirata al tema del mare che riproporranno a Roma a maggio. Un’associazione giovanissima, atlete ragazzine e già una ribalta importante nel loro prossimo futuro. A prepararle è Silvia Pontini, tra l’altro consigliere comunale a Montebelluna, che proviene dalla danza classica e ha voluto introdurre a Montebelluna la danza acrobatica e la danza aerea. «Ho iniziato inserendo degli elementi acrobatici nella danza classica e poi ho portato qui anche la danza aerea, per la quale sono andata a frequentare dei corsi

presidenza della regione

Zanoni per il dopo Zaia tre circoli del Pd locali lanciano la candidatura MONTEBELLUNA. I segretari dei

circoli Pd del Montebellunese, Valdobbiadenese e Quartier del Piave lanciano Andrea Zanoni come candidato Pd a presidente della Regione Veneto alle lezioni di primavera. Hanno espresso questo loro orientamento nell’incontro di Istrana col sottosegretario all’economia Baretta e ora formalizzano questa loro candidatura proponendo che passi al vaglio delle primarie. Dell’attuale consigliere regio-

Andrea Zanoni

montebelluna

fuori dal Veneto – racconta Silvia – ma a Roma gareggeremo nella danza acrobatica, con la stessa coreografia con cui abbiamo vinto l’accesso diretto alla finalissima. È un concorso internazionale molto importante, in palio ci sono borse di studio e altri premi, e le ragazze sono pronte ad affrontarlo». E così è partita la raccolta di fondi. «Il loro sogno è di poter partecipare alla finalissima di Roma – aggiunge Pontini – I costi per le loro famiglie sono comunque gravosi e allora abbiamo pensato di chiedere un aiuto per far vivere questa esperienza alle allieve che tanto si sono impegnate. Con quanto raccoglieremo aiuteremo le famiglie per i costi della trasferta e acquisteremo le divise». — Enzo Favero

Una delle giovanissime ballerine del gruppo impegnata in un allenamento

il bilancio del comune nel 2019

Tecnici e operai, ottocento interventi per buche, lampioni ed emergenze

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Mettendoci anche le piccole riparazioni di prassi, sono stati circa 800 gli interventi effettuati nel 2019 dai tecnici e operai del Comune di Montebelluna: 300 gli interventi ordinari programmati anche in base alle richieste

nale Andrea Zanoni i tre segretari dei circoli Pd dicono che «potrebbe essere un ottimo candidato governatore del Veneto. Riteniamo che in questi anni sia stato molto presente nel territorio e sempre in prima linea nel sottolineare le criticità delle politiche leghiste, facendo anche proposte alternative. Pensiamo che Zanoni sia il volto adatto a costruire una proposta per far svoltare il Veneto, che si basi sulla tutela dell’ambiente e della salute, aperta al mondo civico e all’associazionismo con cui da sempre Zanoni collabora». Insomma, puntano su un candidato legato alla difesa dell’ambiente. «La promozione di un modello di sviluppo HSFFO può permettere la creazione di nuovi posti di lavoro in Veneto – aggiungono – e Zanoni può contribuire a una

nuova alleanza tra imprenditori e lavoratori per lottare efficacemente contro la burocrazia e realizzare uno sviluppo sostenibile». E vogliono le primarie per la scelta del candidato governatore: «Secondo noi, vista la legittima e probabile presenza di più candidature, alcune di provenienza civica – affermano i tre segretari di circolo – le primarie potrebbero rappresentare lo strumento più adatto per scegliere il candidato governatore. Del resto sono previste dallo statuto e permetterebbero di aprire il partito agli iscritti, ai simpatizzanti e alla società civile come chiede il segretario Zingaretti. Ci appelliamo quindi, a chiunque voglia un Veneto rinnovato e aperto al futuro di appoggiare e sostenere la candidatura di Andrea Zanoni». — E.F.

caerano

Serate di gioco in scatola «Caos e sesso in auto» da questa sera al Bazar la denuncia al sindaco MONTEBELLUNA. Prende av-

vio questa sera alle 20, al Bazar Milanese, “Mettiamoci in gioco”, 15 appuntamenti fino a maggio che avranno come protagonista il gioco da tavolo. Ogni mese è dedicato a destinatari diversi (famiglie con figli, coppie, adolescenti, adulti, anziani) ed è così strutturato: due incontri di gioco e un incontro informativo. Gli incontri saranno condotti dalle psicologhe Elisabetta Lucati, Elisa Longo

ed Eleonora Giardini e da un esperto e appassionato di giochi come Alberto Taborra. È una manifestazione che vuole mettere in rilievo l’importanza del gioco da tavolo come modalità per relazionarsi, soprattutto in un momento storico come questo che tende all’individualismo, all’isolamento sociale e che promuove l’uso del virtuale a scapito dell’incontro reale con l’altro. — E.F.

CAERANO. Il sindaco di Caera-

no, Gianni Precoma, ha ricevuto l’altro ieri la residente di via Kennedy che aveva denunciato, con un post su Facebook e una lettera indirizzata allo stesso primo cittadino, l’esistenza di una situazione di caos e degrado nella zona provocato dallo Snack Bar 88 e dalla sua clientela, con schiamazzi notturni, musica ad alto volume e perfino rapporti sessuali all’interno delle auto

parcheggiate vicino al locale. «Ho ascoltato le sue ragioni ma le ho anche spiegato che senza atti formali come denunce alle autorità competenti non possono essere presi provvedimenti di chiusura o di riduzione di orario di un bar», spiega il sindaco che l’ha anche invitata a confrontarsi con i carabinieri. Intanto la gestione del bar ha smentito ogni addebito o responsabilità. — Gino Zangrando

della popolazione, 186 quelli urgenti per chiudere buche, sistemare le strade dopo incidenti, riparare lampioni e un paio per neve e ghiaccio. Da aggiungerne 30 per manifestazioni in giorni feriali e festivi extra

orario di lavoro e 177 per allestimenti, trasporto, ritiro di materiale. «Il personale ha svolto un lavoro eccezionale sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo – dice l’assessore Michele Toaldo – I nostri uffici tecnici e la squadra degli operai hanno ricevuto 1.143 telefonate e sono stati ricevuti per informazioni ben 291 cittadini. Insomma, si è fatto uno sforzo notevole per garantire le risposte adeguate alle richieste più diverse».

nervesa

Abbazia e querele l’ex sindaco Berton porta il Comune alla Corte dei conti NERVESA. Sul caso “Il Ponte” è guerra politico giudiziaria a Nervesa e la questione finisce davanti alla Corte dei conti per un esposto del consigliere di minoranza ed ex sindaco Fiorenzo Berton contro l’amministrazione del suo successore Fabio Vettori. Negli ultimi mesi del 2015 l’amministrazione Vettori ha intentato una causa civile contro il direttore del periodico “il Ponte”, Ruggero Zanatta, a cui ha chiesto un risarcimento complessivo di 500 mila euro per dei pezzi in cui si parlava di un accordo «sotto banco» per dare l’Abbazia di Sant’Eustacchio in concessione all’azienda dell’imprenditore Ermenegildo Giusti e per un articolo successivo in cui si metteva in cattiva luce chi, come il sindaco Vettori, svolge la libera professione in campo edile e contemporaneamente è un amministratore locale. Lo scorso 21 maggio il giudice monocratico Carlotta Brusegan ha rigettato le richieste dell’amministrazione ma la giunta, su consiglio del suo avvocato Pietro Barolo, ha deciso di ricorrere in appello. «Già

nel 2015, dopo aver letto la delibera di giunta e l’iniziale impegno di spesa, nel corso del primo consiglio comunale utile ho invitato il sindaco a rinunciare alla causa perché, a mio parere, era un atto palesemente temerario e foriero di inutili spese a carico della comunità (secondo la determina 311 del 22 ottobre 2015, che si può trovare sul sito del Comune, allo studio Barolo a inizio della causa erano stati già stati accreditati 7.585 euro, OES). Per non parlare del tentativo maldestro di imbavagliare il giornalista e cittadino Zanatta», attacca Berton. «I fatti successivi sembrano avermi dato ragione. Pervicacemente il sindaco Vettori continua però, secondo me, a sperperare le pubbliche risorse ricorrendo in appello con reiterata temerarietà», conclude Berton che ora si è rivolto alla magistratura contabile, sezione di Venezia, affinché esamini se gli atti della giunta contro Zanatta siano in regola o meno con le normative sull’utilizzo dei fondi pubblici. — Gino Zangrando


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