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Provincia 31
IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 21 Gennaio 2020
VICENZA
VALDAGNO
Via Gasdotto, 23 | Telefono 0444.396350 Fax 0445.401073 red.valdagno@ilgiornaledivicenza.it
ILPROCESSO. Colpodi scenain udienzapreliminare: il giudiceaccoglie larichiestadella Regionee“convoca” Mitsubishie Iciga pagarei danni incasodi condanna
Pfas,duemultinazionali trai responsabili Giapponesi e tedeschi furono proprietari della ditta Accoltequasituttele229richiestedicostituzione dipartecivile conenti,privatieassociazionivarie Diego Neri
In caso di condanna per l’inquinamento da Pfas, a pagare saranno (anche) le multinazionali. Mitsubishi e Icig, infatti, con il fallimento Miteni, sono state chiamate come responsabili civili dal giudice Roberto Venditti, che ha accolto l’istanza presentata dalla Regione Veneto con l’avv. Fabio Pinelli. «Un bellissimo risultato - ha detto il presidente Luca Zaia -, che premia mesi di lavoro con i legali e le parti coinvolte in questa terribile vicenda di inquinamento, la più grave accaduta in Italia con Seveso». «La magistratura farà il suo corso gli fa eco il ministro Federico D’Incà -, accanto alle istituzioni, che devono però perseguire sempre più politiche di sostenibilità, senza limitarsi a dire “chi ha sbagliato paghi”». La citazione dei giapponesi di Mitsubishi, dei tedesco-lussemburghesi di Icig (società che si sono succedute negli anni nel controllo di Miteni di Trissino), assieme alla curatore fallimentare della stessa Miteni, è stato il col-
po di scena dell’udienza di ieri. Nel corso della quale il giudice ha accolto la costituzione di parte civile di 226 delle 229 richieste avanzate da enti pubblici, associazioni e privati cittadini, escludendo solamente Earth e Gruppo di intervento giuridico onlus (che non hanno dimostrato di aver svolto interventi o subito danni) e di La terra dei Pfas, associazione sorta dopo i presunti reati. Pertanto, entrano a far parte del processo, oltre ad oltre un centinaio fra ex lavoratori e residenti nella zona rossa, fra cui molti minorenni con i genitori (anche uniti in gruppi), anche decine di Comuni del Vicentino e del Veronese; la Regione, la Provincia, i ministeri della salute e dell’ambiente, i sindacati, gli enti territoriali che si occupano di acqua; e ancora
Ilprocesso peri13imputati accusati diinquinamento slittaora allafinedimarzo
Legambiente, i consigli di bacino, Medici per l’ambiente, Medicina democratica, Wwf, Italia nostra. Le Mamme no Pfas si sono costituite singolarmente, in 95. I danni finora stimato sono di diverse centinaia di milioni di euro. Nell’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, gli imputati Patrick Hendrik Schnitzer, 61 anni, Achim Georg Hannes Riemann, 65, difesi dall’avv. Ermenegildo Costabile; Alexander Nicolaas Smit, 75, assistito dall’avv. Salvatore Scuto; l’irlandese Brian Anthony Mc Glynn, 62, di Milano, con i manager Luigi Guarracino, 62 anni, di Alessandria; Mario Fabris, 56, di Fontaniva; Davide Drusian, 44, di Marano; Mauro Cognolato, 46, di Stra, e Mario Mistrorigo, 67, di Arzignano, tutti difesi dall’avv. Novelio Furin. E poi i giapponesi Maki Hasoda, 53 anni; Kenji Ito, 61; Naoyuki Kimura, di 59, e Yuji Suetsune di 57 (avv. Giovanni Lageard, Teodora Marocco e Francesco Puntillo), tutti accusati di disastro innominato e di avvelenamento delle acque. Se il giudice disporrà
«Èun paradosso»
IlfallimentodiMiteni «Vittimaecolpevole»
Unadelegazione di “Mammeno pfas” inaula. FOTOSERVIZIO COLORFOTO
il rinvio a giudizio, come noto, il processo si terrà in Corte di Assise. Gli imputati devono rispondere di reati dolosi, compiuti con volontà, nell’ipotesi omissiva, cioè per la mancata attivazione per evitarli. Accuse pesantissime con tempi di prescrizione più lunghi del disastro ambientale, la fattispecie introdotta nel 2015 non presa in considerazione dai pm perché questo primo filone d’indagine si è fermato al 27 luglio 2013, quando Mite-
ni si autodenunciò. Gli imputati contestano radicalmente la linea della procura, assicurando di essersi comportati con correttezza e nel rispetto delle leggi in vigore all’epoca dei fatti. La discussione entrerà nel vivo a partire dal 23 marzo, data della prossima udienza; il giudice ha dato un rinvio di due mesi per notificare la citazione alla multinazionale in Giappone, che ha tempi piuttosto lunghi. • © RIPRODUZIONERISERVATA
RECOARO. Operazione nata da un controllo stradale dei carabinieri. Un altro giovane denunciato
Brevi
Un20enne e un 18ennegiàcondannati perdirettissima a8 mesi
VALDAGNO INCONTRIDI FILOSOFIA AIMARZOTTINI Stasera alle 20.30 in sala Marzottini appuntamento del nuovo ciclo di incontri con la società filosofica italiana sul tema “Homo sapiens. Una specie in via di estinzione?”. Questa volta toccherà a Raffaella Corrà con “Di fronte ad un futuro distopico nasce l’urgenza di un nuovo pensiero etico”. VE.MO.
Una serra di marijuana in casa edosidaspaccio:duearresti Giorgio Zordan
In una stanza della casa in cui abitano avevano ricavato una serra dove coltivare marijuana per poi venderla. Ieri sono comparsi davanti al giudice Poi che li ha condannati a 8 mesi di reclusione e mille euro di multa. Si tratta di Christian Franco, 20 anni, di Recoaro, disoccupato, alle spalle pregiudizi di polizia (avv. Billo), e del coinquilino Emanuele Menti, 18 anni, di Valdagno, celibe, disoccupato, incensurato (avv. Adda). L'operazione antidroga è stata effettuata dai carabinieri della cittadina termale sabato sera. Una pattuglia del comandante Gianluca Biasetti ha fermato sulle strade di Recoaro un'auto condotta da A.C, 18 anni, del posto, incensurato ma noto alle forze dell’ordine per attività connesse agli stupefacenti. A bordo del veicolo c’era anche Christian Franco ed una ragazza. La perquisizione personale e dell’auto portava al rinvenimento sui due passeggeri, segnalati alla prefettura, di modiche quantità di hashish e marijuana; sul conducente venivano trovati 11,5 grammi di marijuana e un coltello a serramanico.
ChristianFranco
EmanueleMenti
Lasentenza MINACCIAI CARABINIERI MESSAALLA PROVA OK Erafinitoa processo perché avevaminacciato i carabinieridi Valdagno intervenutinellasua abitazionesurichiesta di suamamma. Alessandro Bortolon,37anni, residente aRecoaro,si era rivoltoai militariusandoespressioni deltipo «viammazzo, non toccatemichevi tirodue calci,prendo l’accettae vi accoppo».Non pagoaveva
anchesferrato aimilitari calci epugni.L’altro giorno,peril fattoaccadutonell’ottobredi dueannifa, il giudiceha dichiaratol’estinzione del reatoe pertanto ilnon doversi procedereneiconfronti dell’imputato,difeso dall’avvocatoLuisaFiorentino, perchénel frattempoaveva superatopositivamente il periododimessa allaprova al qualeerastato sottoposto dal tribunale.Lemotivazioni arriverannotra 30giorni.
I militari dell’Arma hanno deciso di andare a fondo e di perquisire l'abitazione di Franco da cui i tre giovani erano usciti poco prima. Nell’appartamento erano presenti il coinquilino Emanuele Menti e una giovane, pure trovati con addosso modiche quantità di stupefacenti. L’abitazione è stata passata al setaccio e ha permesso di scoprire che una camera da letto era stata “riconvertita” in serra per la coltivazione di piantine di marijuana, con lampade, ventilatori e fertilizzanti: all’interno c’erano tre piante in fase di maturazione. In locali attigui sono stati rinvenuti 110 grammi di marijuana già confezionata e pronta per essere venduta, oltre a 86 grammi di hashish e 2 dosi di speed. Sequestrati anche diversi grinder, utensile utilizzato per macinare lo stupefacente, bilancini di precisione, materiale per il confezionamento nonché la contabilità dell’attività illecita. I padroni di casa sono stati arrestati e già giudicati, mentre è stato denunciato in stato di libertà il conducente della auto controllata sia per il possesso ai fini di spaccio dello stupefacente che per il porto del coltello. • © RIPRODUZIONERISERVATA
VALDAGNO CINEMAD’AUTORE ALCINEMASUPER Domani pomeriggio a partire dalle 18.45, nella sala del teatro Super ritorna l’appuntamento con il “Cinema d’autore”. Nell’occasione sarà proiettato il film “L’inganno perfetto” di Bill Condon. La pellicola verrà poi riproposta anche dopodomani sera, giovedì, con inizio fissato alle 21. VE.MO. RECOARO ILMERCATO CAMBIA PIAZZAPERLE GIOSTRE Giovedì i banchi del mercato settimanale di Recoaro si trasferiscono dal piazzale della cabinovia, occupato in questi giorni dalle giostre per la festa del santo patrono, al piazzale vicino all'istituto comprensivo Floriani. Da giovedì 30 gennaio i banchi torneranno nella collocazione abituale. L.CRI.
Unodegli aspettipiùsingolari dellalungaordinanza lettaieri inauladal giudice Vendittièla citazione,inqualitàdi responsabilecivile, del fallimentoMiteni.Come noto,il curatore,tutelatodall’avv. EnricoAmbrosetti, cheha preferitononcommentare la decisione,aveva chiesto e ottenutodicostituirsiparte civile,per chiedereun risarcimentodeidannida sfruttareperla tutela dei creditori,dopoil fallimento dellasocietàtrissinese.Quindi, difatto,la curatela sitrova contemporaneamentea chiedereidanni agli imputatiin casodicondanna,maa doverli anchepagare,nellostesso caso.Perchè? Il giudiceha argomentatochela legge disponel’obbligo per l’imprenditoredirispondere dei danniprovocati«da fattiilleciti ascrivibiliai suoidipendenti», Ragionper cui Mitsubishi risponderàper i reati contestatiai 4manager giapponesi,eIcigper tedeschi eitaliani(ilgiudiceharespinto lacitazione perAllianz).Il giudice,inalcunepagine,ha spiegatoancheperchè anche
Ilgiudice RobertoVenditti Miteni,purefallita,deveessere citata,anchese le particivili non potrannopromuovere sequestri,e nonpotranno«soddisfarsisul patrimoniodel fallito»ma potrebberosolo«partecipare al ripartodell’attivonelconcorso deglialtri creditori».«Quanto alle doglianzediduplicazionedella pretesarisarcitoria, varilevato chele domandecontenute nell’istanzadipartecipazioneal passivoenellacostituzionedi partecivilesono solo parzialmentecoincidenti». Frai tanti commenti,da sottolinearequellodi Arpav,parte civile,cheha annunciatodiaver chiesto7milioni dieurodi danni, oltreaquelli d’immagine. © RIPRODUZIONERISERVATA
L’OPERA. Lo snodo tra viaPascal ePalalido
Riapertoilponteciclopedonale PrienAm Chiemsee. MOLINARI
Ponteciclopedonale rimessoanuovo Riaperto dopo 4 mesi Meteoe interventistraordinari hannoallungatole operazioni Riaperto il ponte Prien Am Chiemsee. A distanza di 4 mesi torna percorribile l’infrastruttura che collega l’area di via Galvani con quella del Palalido. Il ritardo di un mese, rispetto alla tabella di marcia annunciata alla chiusura a metà settembre, ha visto lo zampino del tempo e la necessità di procedere ad aggiustamenti del progetto iniziale. Per oltre un mese il meteo sfavorevole ha impedito l’accesso nell’alveo del torrente: le piene dell’Agno avevano spazzato via la rampa predisposta dalle ditte per effettuare gli interventi. Dopo la ricostruzione dell’accesso sono stati
necessari ulteriori interventi straordinari che riguardavano alcune parti del ponte più ammalorate del previsto. Da ieri l’importante snodo ciclopedonale è tornato percorribile. Un lavoro di messa in sicurezza che ha visto la sistemazione completa della campata di 33 metri, ad esempio, con la sostituzione del piano di calpestio e delle travi longitudinali con materiali più resistenti agli agenti atmosferici e prodotti antiscivolo. Un’opera che, alla fine, ha visto il Comune impegnare in bilancio circa 133 mila euro. • VE.MO. © RIPRODUZIONERISERVATA
MARTEDÌ 21 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Il leader grillino attacca la Regione: «Così il Veneto ha abdicato alla governance delle infrastrutture in favore di Roma»
Berti (M5S): la cessione delle strade all’Anas certifica il fallimento dell’autonomia di Zaia L’INTERVISTA
Filippo Tosatto
«L
a cessione della potestà sulle strade del Veneto all’Anas certifica il fallimento dell’autonomia sbandierata da Zaia: mille chiacchiere, nessun passo avanti e infine il disinvolto ritorno al centralismo. Il governatore? È uno straordinario influencer e mi ricorda quei ragazzini che ogni giorno minacciano di scappare di casa salvo chiedere alla mamma cosa c’è per cena». Parole acuminate quelle di Jacopo Berti, consigliere regionale e leader del Movimento 5 Stelle. Che raccoglie così il documentato j’accuse all’«allegra ritirata dell’autonomismo» formulato dal direttore del nostro giornale, Paolo Possamai. Consigliere Berti, la Regione giustifica la restituzione di 725 km di strade alla gestione Anas con i risparmi derivanti: oltre 100 milioni di costi, tra manutenzione
e investimenti programmati, a carico dell’azienda pubblica nel quadriennio. «E con ciò? I quattrini non sono tutto, tantomeno per un’istituzione che, giustamente, aspira ai maggiori poteri previsti dalla Costituzione. Altro che decentramento, così lo Stato paga e diventa padrone. Cosa dire? Al tavolo della trattativa autonomista Zaia aveva richiesto competenza diretta sulla mobilità stradale e ferroviaria, ora invece allarga le mani e cede la governance a Roma. Della serie: provateci voi, noi non ce la facciamo». C’è chi solleva dubbi circa l’effettiva capacità e volontà di Anas di rispettare gli impegni. Sul versante veneto, la lista delle opere promesse e rimaste sulla carta è piuttosto lunga... «Appunto. Non stiamo certo parlando di un modello di efficienza, puntualità e spesa virtuosa. Eppure la Regione a trazione leghista abdica alle proprie prerogative in suo favore, convinta, evidentemente, di esprimere standard gestionali ancora più modesti. Dov’è la rotta? Qual
Jacopo Berti leader veneto del Movimento 5 Stelle e un’immagine della nuova superstrada Pedemontana
è il disegno? Siamo davanti a un’ammissione d’impotenza che lascia di stucco». In tema di strategia Luca Zaia persegue il progetto di holding autostradale del Nordest. Non più tardi di ieri ha confermato «l’interesse strategico a candidare Cav», la concessionaria regionale pubblica «a gestire
a san marco protezioni entro l’anno
le tratte di autostrada in Veneto», previa acquisto delle concessioni di Pedemontana e successiva scalata alla Brescia-Padova. Una prospettiva ambiziosa. «Su questo terreno, com’è noto, il nostro dissenso è radicale. Viviamo nella regione più cementificata e inquinata d’Italia e l’unica ricetta ripropo-
sta è la quarta corsia dell’A4, ennesima replica delle opere faraoniche e impattanti ereditate dal Novecento. Pedemontana, lo ribadiremo fino alla sfinimento, è un’inutile mangiatoia che deturpa il territorio di Treviso e Vicenza, arricchisce esclusivamente il privato e a causa di un contratto folle graverà di 12 mi-
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liardi di debito i contribuenti». Aldilà dei furori ideologici, il traguardo della mobilità veloce, Tav inclusa, è un’esigenza diffusa in un territorio vocato all’impresa e ai mercati internazionali. «Le rispondo che c’è il modello Benetton, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti, e c’è quello che legge il Veneto come un’entità policentrica ma unitaria, una grande città diffusa che richiede una combinazione di trasporti integrati, a cominciare dalla metropolitana di superficie...». Che sembra sparita dal radar, sepolta com’è da un mare di annunci a vuoto. «Il sistema ferroviario metropolitano costa sei miliardi, indisponibili perché bruciati sull’asfalto di Pedemontana. Ma non c’è soltanto Sfmr: il futuro, già cominciato, richiede di abbinare treni “puliti” e tangenziali nelle città, mobilità elettrica e guida autonoma. Miraggi? Tutt’altro. Padova, ad esempio, è molto avanti in questa sperimentazione, tanto che potrebbe diventare un polo europeo di riferimento nel trasporto integrato compatibile». Cosa resta dopo l’acquisizione del 51% di Veneto Strade da parte di Anas? «Ben poco. Suggerisco a Zaia di guardare almeno al vicino Friuli che pianifica tratte ferroviarie veloci alternative ai percorsi autostradali da realizzarsi negli stessi siti per evitare consumo di suolo. Ma il Veneto è ancora padrone del proprio destino? ». —
assemblea dei delegati a mogliano
«Acqua alta, Basilica al sicuro Sviluppo, sanità, occupazione grazie a barriere di vetro» le priorità elettorali della Cisl VENEZIA. Dal prossimo inverno la Basilica di San Marco potrebbe essere definitivamente protetta dalle acque alte: anche eccezionali come quella del 12 novembre, che con il suo metro e 87 centimetri ne ha danneggiato seriamente mosaici e parti lapidee. L’ha confermato il procuratore di San Marco Pier Paolo Campostrini, uno degli autori del progetto di difesa, a margine di un convegno internazionale a Venezia sui cambiamenti climatici e i loro effetti su lagune e fasce costiere, «Il progetto di difesa, in fase definitiva», ha spiegato Campostrini «ha già iniziato il suo iter per l’approvazione presso le autorità competenti, a cominciare dalla Soprintendenza veneziana. Si tratta di un intervento completamente reversibile e di impatto anche visivo limitato, ma che avrebbe il vantaggio, al di là dell’evoluzione del Mose, di metterci subito al sicuro dalle acque alte sostenute e eccezionali, perfezionando l’isolamento parziale già ottenuto nel nartece. Sul fronte della Basilica, al posto delle attuali balaustre di protezione, non certo belle dal punto di vista estetico, verrebbero installate delle lastre di vetro trasparenti – per permettere la visione della Basilica – alte circa un metro e 20 centimetri e che andrebbero parzialmente in profondità nel sotto-
Il segretario Refosco: «I candidati affrontino la crisi della natalità e la fuga dei giovani laureati» Il segretario Furlan: Plastic Tax non penalizzi industria e lavoro MOGLIANO. All’alba del seme-
L’acqua alta eccezionale ha provocato 4 milioni di danni a San Marco
suolo. Visto che l’acqua alta in Piazza San Marco si manifesta da un livello di circa 80 centimetri, dovremmo essere al sicuro anche per accque alte eccezionali almeno fino a 2 metri». « Le lastre non andrebbero continue, ma interrotte da colonnine di collegamento tra l’una e l’altra», ha aggiunto «con gli archeologi della Soprintendenza stiamo valutando la quota di profondità per non andare a interagire con possibili reperti nel sottosuolo. Il costo totale dell’intervento sarebbe di circa 3 milioni e mezzo di euro, una cifra soste-
nibile e data anche la relativa complessità dell’installazione, vorremmo , se ci sarà dato il via libera, mettere in sicurezza la Basilica entro l’inizio del prossimo inverno, per non rischiare nuovamente seri danni per l’acqua alta al patrimonio monumentale». La stima della Procuratoria di San Marco dopo l’acqua alta a un metro e 87 dei danni subìti è di circa 4 milioni. Oltre 3 per i marmi, i pavimenti, i mosaici. A cui vanno aggiunti gli 841 per i danni provocati dal vento, che ha parzialmente divelto le coperture in piombo delle cupole. —
stre elettorale i delegati della Cisl, riuniti a Mogliano, si rivolgono alla politica regionale segnalando le priorità in materia di sviluppo economico, sanità, lavoro. Numerosi, avverte il sindacato, i nodi politici e sociali che il futuro governo veneto è chiamato a sciogliere. «Non è tutto oro quello che luccica», esordisce il segretario Gianfranco Refosco nella relazione d’apertura. E snocciola la mancata riforma delle Ipab, l’assetto delle multiutility e del sistema fieristico «orfane di una governance regionale», fino all’alto tasso di fuga dei neolaureati (saldo netto negativo del 5%). Altro che primi della classe: «Nonostante la stabilità politica della regione che dovrebbe consentireprogrammi a medio e lungo termine, alcune sfide le abbiamo già perse». La carenza di medici e infermieri negli ospedali, per Refosco, è una di queste occasioni mancate. Le ricette della Cisl, che intende coinvolgere in questa azione di stimolo ai candidati anche Cgil e Uil assieme alle associazioni d’impresa, non mancano: «Bisogna partire dall’evoluzione demografica
L’assemblea Cisl a Mogliano: Annamaria Furlan e Gianfranco Refosco
del nostro territorio», afferma il segretario «c’è un forte calo delle nascite, uno scompenso tra morti e nuovi nati, un forte invecchiamento. Le strade che proponiamo sono tre: costruire un territorio che sia attrattivo per i giovani, perché il nostro mercato del lavoro avrà bisogno di competenze nuove. C’è il tema degli anziani: il sistema socio-sanitario va portenziato perché sarà sempre più sotto pressione. E servono e politiche che rilancino la natalità, permettendo alle donne di avere figli e lavorare». Ospite dei lavori il segretario generale della Cisl Anna-
maria Furlan, che successivamente ha fatto visita alla San Benedetto di Scorzè, incontrando anche Matteo Zoppas. Si è parlato di Plastic Tax: «Chiediamo al governo di aprire un tavolo per pianificare il futuro della plastica, affinché la transizione green della nostra economia sia virtuosa e non lasci indietro nessuno. La tutela dell’ambiente e quella della salute», conclude Furlan «vanno conciliate con lo sviluppo industriale e con l’occupazione, scongiurando ricadute occupazionali o delocalizzazioni». — Matteo Marcon
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Nordest
IL CONSIGLIO REGIONALE SI DÀ ALL’ARTE “Antonio Amodio. Verso sera a Venezia” è il titolo della mostra che sarà inaugurata oggi alle 12 a Palazzo Ferro Fini con la presentazione di Philippe Daverio
Martedì 21 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Veneto, i Fratelli di Meloni a quota 5 Gli ex tosiani Bassi e Casali aderiscono al gruppo di Berlato `Tensioni a Verona e Vicenza per i candidati regionali FdI, con Giorgetti e Donazzan, diventa la quarta forza politica L’ipotesi di un asse con Gardini per lo scranno a Bruxelles `
PALAZZO FERRO FINI VENEZIA Giorgia Meloni in Veneto si allarga: il gruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale oggi crescerà da uno a tre componenti. Con l’attuale capogruppo Sergio Berlato passeranno infatti i veronesi ex tosiani Andrea Bassi e Stefano Casali, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo di Centro destra Veneto - Autonomia e Libertà. A differenza di Massimo Giorgetti e Elena Donazzan, che dopo aver lasciato Forza Italia sono confluiti nei Fratelli della Meloni mantenendo i rispettivi gruppi consiliari, Bassi e Casali nelle prossime ore passeranno formalmente nel gruppo di FdI, un passaggio che tra l’altro dovrebbe loro consentire, in quanto “uscenti”, la ricandidatura certa alle prossime elezioni regionali. Casali al riguardo si limita a dire che ci sarà una disponibilità a dare un contributo al partito, ma in terra scaligera sono pronti a rinfacciare - a lui, alla sua civica locale “Verona Domani” e pure a Bassi - l’appoggio alle ultime Europee al candidato leghista Paolo Borchia. Resta il fatto che con Bassi e Casali, più Berlato, Donazzan e Giorgetti, Fratelli d’Italia conta 5 consiglieri (ne aveva solo uno, Berlato, alle elezioni del 2015) e diventa la quarta forza politica al Ferro Fini dopo la Lega (12 consiglieri), il gruppo Zaia Presidente (10) e il Pd (8), battendo peraltro il M5s (4). Dal punto di vista tecnico, una volta formalizzato il passaggio di Bassi e Casali nel gruppo di Berlato, il Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà resterà con un unico consigliere, il leghista Fabiano Barbisan che per strategie
IL COORDINATORE LASCERÀ IL POSTO AL SINDACO JOE FORMAGGIO MA I TEMPI SONO INCERTI
privarsi dell’assessore Simone Venturini (foto) per mandarlo in Regione, magari nell’ottica di un accordo di coalizione che riguardi entrambi i palazzi della politica. Ammesso che l’intesa venga raggiunta, è da capire, però, in quale lista: forse in quella degli amministratori di Zaia? «Io so che sarò candidato in Comune», taglia corto Venturini. In casa Fratelli d’Italia, invece, sta scaldando i motori Raffaele Speranzon: dopo tante candidature di servizio, stavolta potrebbe giocarsela. (al.va.)
peo era stato congelato in attesa della Brexit e adesso che l’uscita del Regno Unito dall’Ue è effettiva, il Fratello vicentino dovrebbe traslocare in Europa. Il condizionale però è d’obbligo perché la “Berlexit”, l’uscita di Berlato dal Veneto, potrebbe non essere immediata. I dati certi sono due: Berlato è stato eletto parlamentare europeo e il suo posto al Ferro Fini sarà preso da Joe Formaggio. Il quando, però, è un capitolo aperto: potrebbe essere già il prossimo mese (e allora Formaggio dovrebbe decidere se dimettersi da sindaco di Albettone, essendo le due cariche incompatibili) oppure un po’ più in là (e più tardi si va, sarebbe un vantaggio per Formaggio). L’altra variabile riguarda le elezioni. Berlato in una riunione del direttivo regionale avrebbe detto di voler andare non più a Bruxelles, ma a Roma e quindi di essere pronto a candidarsi alle prossime Politiche, sperando ovviamente che siano il prima possibile. Se Berlato approdasse al Parlamento libererebbe il posto in Europa a Elisabetta Gardini, prima dei non eletti l’anno scorso con 14.700 preferenze dopo Berlato. E questo, raccontano i Fratelli, spiegherebbe l’asse Berlato–Gardini. Asse che nei disegni del capogruppo/coordinatore del partito vedrebbe anche il suo genero Vincenzo Forte, che è coordinatore a Vicenza, come nuovo consigliere regionale eletto in terra berica. Solo che la battaglia in quel di Vicenza rischia di essere feroce se non altro perché si ricandiderà Elena Donazzan (magari in ticket con Silvio Giovine) e perché della partita potrebbe essere pure l’esuberante Joe Formaggio. Dopodiché non è escluso che tutti i maggiorenti si candidino a Palazzo Ferro Fini, compresi la Gardini e lo stesso Berlato, con Massimo Giorgetti a Verona (che se la giocherebbe per la sesta volta) e la Donazzan a Vicenza. Big schierati con l’obiettivo di raggiungere i 10% e fare almeno 5 eletti. Si vedrà. Intanto in agenda c’è la “Berlexit”. Alda Vanzan
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Le new entry
VERONESE Andrea Bassi, eletto con la Lista Tosi, aderirà oggi a FdI
VERONESE Stefano Casali, ex tosiano, entrerà nel gruppo di Sergio Berlato OBIETTIVO 10% Il capogruppo e coordinatore veneto Sergio Berlato tra Giorgia Meloni e Elisabetta Gardini
VICENTINA Elena Donazzan, eletta in FI, ha aderito lo scorso giugno a FdI
VERONESE Massimo Giorgetti, eletto in FI, è passato un anno fa con la Meloni
interne al Ferro Fini dettate da logiche zaiane è passato in un gruppo formalmente di opposizione solo per ottenere la vicepresidenza della commissione Sanità. Tant’è, l’operazione Bassi-Casali è stata condotta sotto la regia di Berlato e le prossime mosse spazieranno da Venezia a Roma fino a Bruxelles.
BREXIT & BERLEXIT Mentre in Regione i leghisti scalpitano perché il loro doge Luca Zaia ancora non dice se si ricandiderà a Palazzo Balbi in attesa che si apra o non si apra una finestra per Palazzo Chigi, i Fratelli d’Italia hanno di fronte una molteplicità di scenari. Tutti con Berlato più o meno protagonista. L’attuale capogruppo di FdI nonché coordinatore regionale del partito e di nuovo presidente dei cacciatori dell’Acv, a breve dovrebbe andare a Bruxelles. Il suo scranno di parlamentare euro-
Il capoluogo senza consiglieri né assessori
Venezia vuole una rappresentanza VENEZIA Dieci anni dopo Renato Chisso, Venezia punta a tornare a far parte della giunta regionale. O, quantomeno, di avere una voce rappresentativa della città d’acqua e di terraferma. Nella tornata legislativa che si sta per chiudere, infatti, tra i 51 consiglieri regionali nessuno è di Venezia né di Mestre. E l’unico assessore “veneziano” nella giunta Zaia è Gianluca Forcolin che è di Musile, Veneto orientale. Pare che il Pd anche la prossima volta passi la mano. Fatto sta che a Ca’ Farsetti starebbe maturando l’ipotesi di
Disabili e park, la Lega a Zaia: procedure diverse in ogni Ulss LA RICHIESTA VENEZIA I toni sono pacati, come si addice a un componente della maggioranza. Ma la richiesta è netta: la Regione Veneto deve fare di più per i disabili alle prese con il bollino da attaccare sul parabrezza per i parcheggi. È quanto chiede Franco Gidoni, consigliere regionale della Lega, che ha presentato al riguardo una mozione. «Permettere alle persone con disabilità fisica di parcheggiare ovunque, grazie al contrassegno per auto a loro dedicato, è un segnale di civiltà - dice Gidoni - Purtroppo, però, le procedure per ottenere questo prezioso bol-
lino non sono così immediate. Oggi ogni Ulss ha modalità di rilascio diverse le une dalle altre. In particolare, a differenziarsi sono le procedure per l’accertamento dei requisiti necessari per richiedere il contrassegno: uno stato dei fatti che complica notevolmente la vita tanto a chi deve ri-
MOZIONE DI GIDONI PER UNIFORMARE LE MODALITÀ DI RILASCIO DEL PREZIOSO BOLLINO
chiedere la documentazione, quanto a chi deve rilasciarla. Ecco perché sarebbe bene che la Regione del Veneto si attivasse per creare delle linee guida che garantiscano la stessa procedura per l’accertamento sanitario».
Amministrative Sono 38 i Comuni chiamati al voto
Veneto che, quindi, dovrebbe stabilire modalità omogenee per il rilascio, da parte degli uffici medico-legali delle Ulss, per l’accertamento sanitario di chi richiede un contrassegno così prezioso come il Cude, facendo un ulteriore passo in avanti nel rendere più semplice la vita alle persone con disabilità».
VENEZIA Saranno 38 i Comuni chiamati al voto in Veneto nel 2020. L’elenco, aggiornato a ieri, è stato pubblicato sulla home page del sito web dell’Osservatorio elettorale (oe.consiglioveneto.it). Solo 4 i Comuni con più di 15mila abitanti dove è previsto l’eventuale ballottaggio: Venezia, Portogruaro, Castelfranco Veneto, Lonigo. Sarà un test che riguarderà i territori di 508.852 abitanti, pari al 10,5% della popolazione regionale, e che porterà a eleggere 496 consiglieri comunali. Le elezioni si svolgeranno contestualmente a quelle della Regione del Veneto.
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LA RICHIESTA Il Veneto dovrebbe imitare la Liguria e uniformare le procedure
IL CONFRONTO «Il registro pubblico Cude (Contrassegno Unificato Disabili Europeo) è una banca dati nazionale online che contiene tutte le informazioni relative ai contrassegni e permette una migliore condivisione dei dati per poter gestire i controlli dei Comuni e delle Polizie locali su tutto il territorio italiano - dice Gidoni - Nonostante sia già stato fatto un passo in
avanti verso un’uniformità del settore, l’accertamento dei requisiti sanitari è ancora diverso di Ulss in Ulss. Altre Regioni, come la Liguria, hanno già istituito delle linee di indirizzo valide su tutto il territorio regionale per definire i criteri medico-legali per la valutazione della capacità di deambulazione. Una strada che potrebbe intraprendere anche la Regione
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REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Martedì 21 Gennaio 2020
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Pfas, inizia il processo: 226 parti civili Doppio ruolo per la Miteni: sotto accusa, chiede il risarcimento a Mitsubishi. D’Incà: «Chiediamo la verità»
La vicenda ● E’ iniziato a Vicenza il processo a Miteni, alla giapponese «Mitsubishi Corporation Inc» e alla lussemburghes e «International Chemical Investors S.E.», accusate di aver inquinato le acque delle province di Vicenza, Padova e Verona con i Pfas. ● Ci sono 226 parti civili
VICENZA Quando si aprono le porte dell’aula, nel tribunale di Vicenza, i visi dei legali sono più distesi e le «mamme No Pfas» sorridono. I 229 che ne hanno fatto richiesta sono stati autorizzati ad entrare nel processo e a chiedere i danni per il maxi inquinamento che ha interessato le falde delle province di Vicenza, Padova e Verona, ad eccezione di tre associazioni che si sono costituite parti civili dopo i fatti contestati. Responsabili civili, quindi obbligate a pagare i danni — così come da istanza dell’avvocato Fabio Pinelli, che tutela gli interessi della Regione — sono due multinazionali. La giapponese «Mitsubishi Corporation Inc» e la lussemburghese «International Chemical Investors S.E.», attuale proprietaria di tutte le quote della holding che controlla la società, ma anche lo stesso fallimento Miteni, l’azienda di Trissino che avrebbe sversato le sostanze inqui-
Il caso di Camilla Gargioni
nanti. E proprio Miteni, come mai accaduto prima in Italia, si trova nella doppia veste di responsabile civile e parte civile, chiamata a risarcire i danni provocati dai dipendenti ma anche a chiederne la refusione. Così ha deciso nell’udienza preliminare di ieri il giudice Roberto Venditti, che ha ammesso 226 parti civili nel procedimento contro 13 ex e attuali vertici dell’ex Miteni, in relazione all’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). Già nella prossima udienza del 23 marzo il giudice potrebbe decidere se mandarli a processo davanti alla Corte d’Assise per i reati di disastro ambientale innominato e avvelenamento di acque e sostanze alimentari. Tra le richieste di parte civile figurano 41 ex dipendenti della Miteni, la Regione, la Provincia di Vicenza, Comuni vicentini, padovani e veronesi, ministeri dell’Am-
biente e della Salute e Arpav, che ha quantificato danni per oltre 7 milioni di euro, per «l’ingente attività tecnicoscientifica svolta in tutti questi anni», oltre al danno d’immagine. E ancora parti civili ammesse sono ex lavoratori e sin-
Sotto accusa La Miteni è accusata di aver sversato per anni Pfas nei fiumi
dacati, 95 appartenenti al coord i n a m e n to « M a m m e N o Pfas», che si aspettano «che i responsabili paghino, nel senso di incriminazione»; associazioni ambientaliste come Legambiente Veneto(«daremo battaglia nel nome del popolo inquinato»); e le società di gestione del servizio idrico integrato Acquevenete, Viacqua, Acque Veronesi e Acque del Chiampo. Che dal 2013 hanno investito circa 100 milioni di euro per garantire la salute pubblica e l’ambiente e il conto è assai lontano dal chiudersi. In tanti ieri hanno commentato l’esito dell’udienza. Primo tra tutti il governatore Luca Zaia, che ha sottolineato come la Regione abbia fortemente voluto che i due colossi dell’industria chimica che si sono succeduti nel controllo societario di Miteni venissero chiamati a rispondere, con Miteni, con il proprio patrimonio, degli enormi danni prodotti. «E’ un
Dopo gli sputi Valentina denuncia i due bulli Zaia: «Ai servizi sociali»
È caccia all’identità dei due ragazzini che sabato scorso, poco dopo l’ora di pranzo, hanno offeso con frasi razziste e sessiste la studentessa di Ca’ Foscari, Valentina Wang, sul treno regionale tra Mestre e Padova. «Avranno avuto al massimo sedici anni: uno si limitava ad assistere, guardando l’amico che mi insultava», ricorda con voce ferma Valentina, 19 anni, mentre è determinata a preparare l’esame di cinese che l’aspetta giovedì all’Università. «Se potessi tornare indietro, ovvio che avrei evitato lo sputo sui capelli e avrei preferito salire su un altro treno: ma se non avessero preso di mira me, lo avrebbero fatto con altri». Valentina parla un italiano perfetto, è di origini cinesi ma in Italia è cresciuta, ha ottenuto la cittadinanza l’estate scorsa e, nel weekend, rientra sempre da Venezia a Badia Polesine, per aiutare i genitori nel ristorante di famiglia. Il suo post su Facebook in cui descrive l’attacco subito è diventato subito virale e continua a suscitare reazioni. A partire da quella di un commosso Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia: «Sei come mia figlia, non c’entra nulla la nazionalità, non c’entra niente il colore della pelle, le amicizie che hai. Se sei una persona per bene, sei e sarai una cittadina di Venezia per sempre, anche se non abiti qui. Vigliacchi, vigliacchi due volte — dice degli aggressori — il fatto che siano ragazzi giovani è ancora peggio, contro una donna sola e indifesa. Se sono uomini, si costituiscano: ammettano la colpa, di essere stati ubriachi, di aver fumato. Non faremo loro processi pubblici, ma li inviteremo a fare educazione civica». Ma sulla lucidità dei ragazzini Va-
La vicenda ● Valentina Wang, studentessa cinese di 19 anni, ha denunciato i due ragazzini che sabato scorso, poco dopo l’ora di pranzo, l’hanno offesa con frasi razziste e sessiste sul treno regionale tra Mestre e Padova. Le hanno anche sputato sui capelli. ● Brugnaro e Zaia: «Vadano ai Servizi sociali»
Discriminata Offese volgari e sputi a Valentina Wang
lentina non ha dubbi: «Erano sobri, non avevano fumato, c’era intenzione nei loro gesti. Appena mi hanno vista al binario di Mestre, hanno preso di mira la forma dei miei occhi e il colore della mia pelle. C’è chi dice che non sia razzi-
smo, per me lo è a tutti gli effetti». Il governatore Luca Zaia è in linea con le parole di Brugnaro: «Quanto accaduto è indegno di una società civile. Mi auguro davvero che i due adolescenti autori del gesto siano
Guardia di finanza di Brescia
Lavoratori in nero nella ristorazione coinvolta anche una società vicentina VICENZA Lavoratori in nero nel settore della ristorazione e dell’organizzazione eventi: due quelli fatti lavorare da una società di catering del Vicentino per una fiera Milano, almeno stando agli accertamenti della guardia di finanza di Brescia che ha smantellato una rete di 250 persone risultate impiegate ma senza essere regolarmente assunte. E tra queste c’era anche chi percepiva pure il reddito di cittadinanza. Al centro dell’inchiesta c’è una onlus con sede a Brescia che metteva a disposizione
i propri tesserati a 22 attività di ristorazione del Nord Italia, e tra queste risulta appunto anche la ditta della provincia di Vicenza. Che avrebbe impiegato due camerieri per una fiera nel capoluogo lombardo. Pagandoli meno. Oltre che aggirare le norme sul lavoro, legislazione sociale, previdenziale e assistenziale a tutela dei lavoratori, la onlus coinvolta - multata di oltre 500mila euro - avrebbe consentito alle imprese utilizzatrici di disporre di manodopera a costi più bassi. © RIPRODUZIONE RISERVATA (b.c.)
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● L’editoriale
Veneto e toghe, il doppio ruolo dei magistrati
La ragazza cinese aggredita in treno: «Razzisti»
VENEZIA
bellissimo risultato — dice — premia mesi di lavoro preparatorio insieme ai legali e alle parti coinvolte in questa terribile vicenda di inquinamento, la più grave accaduta in Italia insieme a Seveso. Dal 2013 abbiamo voluto andare fino in fondo per far pagare a chi ha avvelenato l’acqua il giusto risarcimento alle popolazioni. In più abbiamo avviato il più grosso screening sanitario mai avvenuto in Italia». Aggiunge il ministro Federico D’Incà (rapporti col Parlamento): «Sui Pfas chiediamo da sempre la verità ed è giusto che i cittadini siano a conoscenza dei reali danni di queste sostanze. La decisione del giudice è un segnale importante per fare piena luce sulla vicenda». «Con l’amminissione del ministero della Salute come parte civile emerge la gravità del caso», la reazione del M5S in Regione. Benedetta Centin
individuati e possano imparare, magari con alcuni mesi di lavoro al servizio della collettività, cos’è il rispetto».Proprio ieri, Valentina ha sporto denuncia alla polizia ferroviaria di Rovigo, mentre le Polfer di Venezia e Padova stanno portando avanti i controlli incrociati delle telecamere presenti sui binari. Il treno che ha condotto Valentina fino a Rovigo era infatti sprovvisto di telecamere interne, aspetto confermato dalla relazione del capotreno di Trenitalia al direttore regionale Tiziano Baggio. Nella relazione il capotreno ha raccontato che poco dopo la fermata di Padova gli era andata incontro una ragazza «molto scossa ed in lacrime» che chiedeva se c’erano videocamere e che gli raccontava di due ragazzi che le avevano rivolto frasi «irriguardose, razziste e addirittura sputavano sulle sue cose». Lei gli aveva raccontato di non essere andata subito da lui convinta di poterli tenere a bada. «Il capotreno — racconta Valentina — mi ha seguita nel mio vagone e ha visto lo sputo tra i sedili». Tra le migliaia di commenti al post, non è mancato chi ha gridato alla fake news: «Sono in sessione d’esami, non ho tempo di inventarmi cose per avere una notorietà che non desidero — commenta Valentina — Ci sono persone che rifiutano di credere che il razzismo esista ancora, ma tanti mi hanno dimostrato che non vale per tutti». «Stiamo celebrando i giorni della memoria e dobbiamo constatare quanto sia necessario, oggi più di sempre — scrive sul suo profilo Fb il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi — Non sei sola, Valentina». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SEGUE DALLA PRIMA
a carenza di organico dei nostri tribunali è quindi alla base di un generale rallentamento di quella grande - e irrinunciabile macchina che sorveglia le regole della normale convivenza, e tutto ciò senza che siano varcate le soglie del diritto penale. Un efficiente funzionamento della macchina della giustizia civile è allora imprescindibile per uno sviluppo sano del tessuto sociale. L’adeguamento del numero dei magistrati è indispensabile se si intende mettere in campo un’ampia riprogettazione giuridico-economica del nostro territorio. Questa parte del Paese lo merita, anzitutto perché lo merita la sua società civile. È da chiedersi poi: al di là di quel che dipende da decisioni del ministro della Giustizia o d’altri, c’è qualcosa che, in questa direzione e da subito, il territorio può fare a beneficio di se stesso? Provo a esprimere qualche idea. Un efficiente funzionamento del sistema delle regole, nelle relazioni tra privati, richiede anzitutto una piena valorizzazione della consulenza legal e tax, proprio per prevenire il ricorso ai Tribunali: ovvio che il riferimento sia al mondo delle realtà produttive, perché gli investimenti che le imprese nordestine orientano alle spese di consulenza sono inferiori a quelli che le imprese dedicano in aree più competitive del Paese. Spesso qui si ritiene ancora che i soldi spesi per i consulenti siano un di più rinunciabile. Ancora, per esemplificare, un efficiente funzionamento del sistema delle regole, al di fuori dalle aule di giustizia, è quello che possono garantire i vari sistemi di Alternative Dispute Resolution, che hanno ormai trovato solida strutturazione: dalla mediazione all’arbitrato (anche se la cultura dell’arbitrato meriterebbe da queste parti un’attenzione ben maggiore). Insomma, occorrono più giudici: servono per il civile non meno che per il penale. Ma poi, per il funzionamento delle regole, accanto a quel che si chiede, c’è quel che si può fare. E già non sarebbe poco. Tommaso dalla Massara
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OUTSIDER
Mestre
Verdi, Articolo Uno e Rifondazione al momento respingono la proposta degli alleati e rilanciano Gianfranco Bettin
Martedì 21 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Il Pd accelera per Bugliesi ma la sinistra mette i paletti L’area moderata insiste con gli alleati `Se ne parlerà dopo il voto in Emilia per candidare il rettore di Ca’ Foscari L’alternativa è andare alle primarie `
Piano di S. Giuliano ancora sotto esame Via libera al canile URBANISTICA MESTRE Non ci sono motivi per
VERSO LE ELEZIONI MESTRE Quindici giorni, o la va o
la spacca, per tentare di far passare Michele Bugliesi come candidato unico del centro, del centrosinistra e della sinistra, dopo che due sabati fa la grande assemblea con la quale il Pd contava già di uscire con la proclamazione di Bugliesi, finì invece con uno stop al rettore. È la road map che ha proposto il Pd a tutto l’universo delle opposizioni al centrodestra e alla ricandidatura di Luigi Brugnaro. Il percorso ha avuto un’accelerata dopo che dalle trincee del versante opposto si sono alzate nuvole di fumo per annunciare l’accordo tra Luigi Brugnaro e la Lega, o almeno la Lega di Luca Zaia. Così dalla fine della scorsa settimana e fino a domenica 26 gennaio, quando le elezioni regionali in Emilia Romagna diranno se il Pd ha ancora qualche carta da giocare, è tutto un incontro tra le varie anime del centrosinistra per cercare di arrivare a una sintesi sul rettore in scadenza dell’Università Ca’ Foscari.
UN PASSO INDIETRO Il Pd, in sostanza, dice a tutti gli altri noi abbiamo fatto un grosso passo indietro rinunciando ai nostri cavalli di razza, da Andrea Ferrazzi a qualche sottosegretario come Baretta e Martella, e anche da Marco Caberlotto a Monica Sambo. Abbiamo accettato di proporre un non iscritto, una candidatura civica come avvenne con Giorgio Orsoni nel 2010, adesso fate un passo indietro anche voi e puntiamo tutti assieme su Michele Bugliesi. Da qui a dire che il rettore è il candidato in pectore ce ne corre, perché Gianfranco Bettin e chi fa riferimento a lui non ci sta, non ci sta nemmeno Articolo 1 e neanche Rifondazione Comunista. Il Pd, però, magari assieme ai moderati del centro con Ugo Bergamo e soci, conta di potersi
IN LIZZA Pd e ala moderata puntano sul rettore Michele Bugliesi come sfidante di Luigi Brugnaro
confrontare e superare l’attuale fase in cui l’accordo su Bugliesi è tra Pd e Pd, a una in cui si riescono a coinvolgere le altre anime dell’opposizione ai fucsia. Altrimenti l’alternativa è di andare divisi, con Pd e moderati del centro che puntano su Bugliesi e la sinistra che deciderà su chi convergere tra i tanti candidati, autocandidati o candidati a loro insaputa, un po’ il “modello Padova”. Per tentare di arrivare alla meta, i Dem hanno proposto un tavolo con tre punti all’ordine del giorno: il programma in modo che, trovando gli argomenti condivisi, si proceda poi col candidato che possa meglio portarli avanti, e terzo le Municipalità. I parlamentini, a differenza dell’elezione del sindaco che si fa in due turni, vengono eletti con un turno elettorale unico: se non si riuscirà a trovare la sintesi sul candidato sindaco, si tenterà almeno di trovarla su quelli per le Municipalità, provando a coinvolgere anche i 5 Stelle che, invece, su Ca’
Farsetti vanno per conto loro.
LA SCADENZA ULTIMA Dopo le elezioni in Emilia Romagna, se il tentativo del Pd avrà successo, si lavorerà ventre a terra per sostenere Bugliesi, con tutti i pro e i contro che presenta una candidatura simile in un’epoca in cui vanno di moda candidati che piacciono alle sardine, e quindi i personaggi istituzionali hanno meno appeal, e non a caso il segretario nazionale dei Dem Nicola Zingaretti è molto sensibile su questo aspetto. Se, invece, il tentativo non avrà successo si deciderà se andare separati in casa, col Pd e i
CONFRONTO APERTO SUL PROGRAMMA, POI SUL NOME DELL’ANTI-BRUGNARO E QUINDI SUI LEADER DELLE MUNICIPALITÀ
moderati appunto schierati col rettore, oppure fare le primarie. In questo secondo caso c’è chi ricorda che anche la volta precedente, nel 2015, le primarie si tennero molto in ritardo, il 15 marzo e Felice Casson ebbe neanche tre mesi di tempo per prepararsi al voto del 31 maggio; questa volta, però, destra e centrodestra hanno già un sindaco in carica che sta viaggiando come una locomotiva al massimo dei giri per farsi riconfermare; e, oltretutto, a Venezia le primarie hanno lasciato un brutto ricordo perché si rischia sempre di nominare un candidato che infiamma le piazze ma che, alla fine, non vince le elezioni. L’obiettivo, comunque vada a finire, è tentare di impedire a Brugnaro di essere eletto al primo turno, per giocarsela al ballottaggio con la speranza, a quel punto, di convogliare tutte le forze, 5 Stelle compresi, contro l’attuale primo cittadino. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Migrazioni, quando i “foresti” eravamo noi IL CONFRONTO MESTRE “Foresto”, si dice in dia-
letto. Un termine molto diffuso da queste parti, usato per parlare di una persona che viene da fuori. «Ma non significa necessariamente che il migrante sia uno straniero che arriva» afferma Fiorella Rossi, vice presidente dell’Università Popolare di Mestre, che al tema scottante e di attualità dedica il cuore della conferenza “I Foresti: Noi e gli Altri”, in programma domani, alle 17.30, al Centro Culturale Candiani. Un incontro moderato da Tiziano Graziottin, capo dell’edizione di Venezia e Mestre del Gazzettino, cui sono stati invitati a intervenire il sociologo Gianfranco Bettin, lo storico Franco Fusaro, la scrittrice e linguista
Giorgia Miazzo. L’Università Popolare di Mestre dichiara di possedere una sensibilità a 360 gradi, e di voler uscire dal dibattito con spirito ottimistico. «Vogliamo ricordare quello che siamo stati noi, ma anche quello che sono gli altri - spiega Fiorella Rossi - il rapporto tra noi e il diverso in senso positivo, prendendo la parte migliore di quello che arriva, ma capendo fino in fondo anche come sono stati i nostri ante-
STORICI, LINGUISTI E SOCIOLOGI DOMANI A CONFRONTO AL CENTRO CANDIANI CON L’UNIVERSITÀ POPOLARE DI MESTRE
nati, perché lasciare la propria terra è sempre un atto doloroso». Gianfranco Bettin discuterà delle implicazioni sociali e socio-culturali del rapporto con gli altri. «Un nodo importate di questo tempo è formato dal rapporto tra i residenti e le persone che arrivano qui, chi si presenta agli occhi nostri come un altro - dice Bettin - Siamo in una città portuale e turistica, dove c’è uno sviluppo industriale e urbanistico, abituata a confrontarsi sulla tematica di costruire “integrando”, un servizio difficile e che implica una inevitabile convivenza». Franco Fusaro, storico e docente di filosofia e storia in vari istituti superiori di Mestre e Mogliano, e attualmente al Liceo scientifico Majorana di Mirano, affronterà il tema da una prospettiva lontana, ovvero co-
me veniva trattata la figura dello straniero nell’ antichità greca e latina, attraverso poi l’illuminismo e il ‘900. Giorgia Miazzo, invece, racconterà il suo progetto di ricerca “Viaggio di sola andata per la Mèrica”, un percorso accademico e professionale, svoltosi tra Italia e Americhe, in particolare negli stati brasiliani. «Parlerò del patrimonio immateriale della migrazione veneta nel mondo - dice - in particolare del Sud America, del concetto di identità, memoria storica, lingua, tradizione, dolore. Nel caso anomalo delle migrazioni in Brasile, l’integrazione diventa difficile fisicamente, perché i migranti erano isolati nella foresta e quindi si sono aggrappati alla lingua veneta, alla cultura come sostegno spirituale». Filomena Spolaor
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ulteriori rinvii perciò , dopo quattro anni di un lungo iter burocratico che ha richiesto anche una apposita variante urbanistica, giovedì 23 gennaio partiranno i lavori per il nuovo canile rifugio di San Giuliano, un appalto affidato ad un Consorzio stabile di imprese padovane che entro l’autunno consegneranno la nuova struttura al Comune. Il costo dell’opera è di 1.4 milioni. Il nuovo canile sarà composto da due fabbricati, di cui uno destinato ad uffici e potrà ospitare 100 animali che potranno essere visitati accedendo direttamente dal Parco di San Giuliano. Con l’apertura del canile si dovrebbe così concludere una vicenda iniziata nel 1988 quando a San Giuliano venne costruita una struttura “semi abusiva e provvisoria” in una porzione di 4.000 metri quadri destinata ad impianto di depurazione, area sempre considerata inidonea (specie d’inverno) considerata la destinazione d’uso e affidata soprattutto alla buona volontà della associazioni cinofile. Concepito per dare riparo ad un centinaio di cani, la struttura ospitava da 300 a 800 animali, in parte poi trasferiti al rifugio Enpa di Mira.
attività produttive, affiancate dalla strada a due corsie, dalla pista ciclabile e dai parcheggi. All’approvazione del progetto ora manca solo il via libera del Consiglio comunale. L’area interessata si estende per circa 15 ettari, di cui otto appartengono ad Ater ed il resto è diviso tra Demanio e Comune. Ma il piano coinvolge anche Veritas ed Actv a cui spetterà il potenziamento del collegamento acqueo tra la punta di San Giuliano, Fondamenta Nuove e Murano. Le nuove strutture destinate alle attività produttive resteranno di proprietà del Comune che le metterà a disposizione dei privati attraverso un diritto di superficie di durata quarantennale. Lunedì prossimo in Municipio saranno discusse le osservazioni, tra le quali quella, che si annuncia molto critica, presentata dall’associazione “Amici del Parco”. Paolo Guidone
DA GIOVEDí I LAVORI PER LA STRUTTURA PER GLI ANIMALI IN COMMISSIONE SI STUDIA L’ACCORDO DI PROGRAMMA
IN COMMISSIONE I dettagli del progetto del nuovo canile sono stati illustrati ieri in Municipio durante i lavori della quinta Commissione consiliare, convocata anche per una prima illustrazione tecnica dell’Accordo di programma tra Comune e Consorzio degli operatori economici presenti a San Giuliano che prevede la riqualificazione dell’intera area adiacente al parco, con la demolizione dei fabbricati esistenti, in parte abusivi. Rispetto all’originale Piano Di Mambro, lungo l’asta del Canal Salso sono previste 15 strutture destinate ad
PROGETTO Un rendering del canile di San Giuliano
Lo smog rientra nei limiti Si ritorna al livello verde AMBIENTE MESTRE Dopo quasi tre setti-
mane con l’allerta arancione, per lo smog torna il livello verde. L’effetto benefico della pioggia si è fatto sentire domenica quando le polveri sottili sono rientrate al di sotto del limite dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria nella centralina di riferimento urbano al parco Bissuola. Così ieri l’Arpav ha potuto decretare che è ripristinato il livello verde, quello di base quando durante la stagione autunnale e invernale sono in vigore le misure di limitazione del traffico. Da oggi perciò non
vale più il divieto di circolazione per i veicoli privati a diesel euro 4. L’aria si è ripulita anche nelle centraline di via Tagliamento (addirittura è stata raggiunta quota 0 ieri a mezzogiorno), via Beccaria e Rio Novo. In sensibile miglioramento anche le Pm2,5 registrate a Portogruaro, l’unica stazione in provincia che dà la rilevazione oraria (anche qui 0 alle ore 16). Il livello verde resterà almeno fino a lunedì prossimo perché anche se le previsioni danno un incremento delle polveri sottili da domani, per il bollettino di giovedì mancano i quattro giorni consecutivi richiesti per far scattare nuovamente l’allerta arancione. (a.spe.)
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Martedì 21 Gennaio 2020
Fisco, Grande fratello sui conti e Agenzie a corto di personale Il Fisco rende più penetrante il sonar con cui scandagliare il mare dei contribuenti a caccia di evasori, totali o para-totali che siano. Il ministero delle Finanze dovrebbe sfornare entro marzo il decreto che renderà operativi i controlli sui conti correnti delle persone fisiche e gli incroci con le dichiarazioni dei redditi e le mille banche dati da cui attingere informazioni sullo stato patrimoniale dei cittadini. Un algoritmo di ultima generazione filtrerà le informazioni, focalizzando al meglio l’obiettivo: indicherà i «sospetti», che saranno oggetto i controlli e, nel caso, di sanzioni. Tutto bello (o brutto, per chi le tasse è solito non pagarle) per quanto solo in parte nuovo. «Questa misura trae origine dal decreto Salva Italia del 2011 - dice Antonio Viotto, trevigiano, docente di Diritto tributario all’università di Ca’ Foscari – e prevede la possibilità di incrociare i dati raccolti dall’Anagrafe tributaria, in particolare quelli sui conti correnti, con le dichiarazioni dei contribuenti». Domanda: ma questo non avviene già da tempo? Viotto, che è pure presidente della commissione per lo studio del diritto tributario dell’Ordine dei commercialisti della Marca, elenca le novità: «Intanto si dovrebbe applicare un nuovo software (il famoso algoritmo, ndr) per selezionare i contribuenti da controllare. Il problema degli accertamenti è che non puoi controllare tutti...». L’apparato fiscale non ha la forza per il controllo palmo a palmo, per cui si fanno le verifiche selezionate «in presenza di significativi scostamenti tra i dati dei conti correnti e quelli delle dichiarazioni». Altro fatto nuovo: «Il sistema, inizialmente, era stato pensato come sperimentazione sui conti
Università di Marika Damaggio
L’epica giornata conclusiva, in assenza di un’intesa raggiunta con Padova (quantomeno per il 2020), alla fine s’è trasformata nell’ennesima occasione per affidare alle ventiquattrore successive l’ultimo tentativo di trovare un accordo trilaterale (Trento-Padova-Verona) promosso dalla giunta provinciale. Tant’è che su richiesta di Piazza Dante, il comitato di coordinamento provinciale che doveva riunirsi ieri per approvare l’istituzione di una Scuola di medicina a Trento si riunirà nel primo pomeriggio di oggi. Un giorno in più, ma nella sostanza non è cambiato nulla. La proposta che sarà discussa è quella in inter-ateneo con Verona. Se verrà approvata dal comitato — ipotesi non scontata — sarà questa l’unica istanza che verrà recapitata a Roma. Se poi, nei prossimi TRENTO
delle società (quindi solo per spa, srl ed snc, ndr) mentre ora c’è l’intenzione di estenderlo a tutti i contribuenti; alle persone fisiche e non solo agli imprenditori». Terzo elemento di novità e, forse, il più sostanziale: «Il problema del controllo sui conti è che si inverte l’onere della prova» di una presunta irregolarità. Esempio: se dichiaro dieci ma, nei conti, ho movimenti in entrata per mille, l’erario verrà a chiedermi perché e starà a me dimostrare che
non c’è incongruenza, o che quei miei movimenti non hanno valenza a fini fiscali (è tale, ad esempio, un prestito ricevuto). Altra ipotesi: «Tutti i miei conti sono tracciati, ho molte entrate e uscite molto limitate. Il fisco verrà a chiedere: come vivi? Come comperi le bistecche?». Grande fratello delle tasse? Si vedrà. Fin d’ora, comunque, la prospettiva preoccupa David Moro: «In uno Stato di diritto - spiega il presidente dell’Ordine dei commercialisti di
Bianco e nero Accessi ai conti correnti, nuovi software per l’incrocio dei dati dei contribuenti ma anche organici ridotti e personale dall’età media alta: i due volti del Fisco
La Lettera
Magistrati, nota del ministero G
entile direttore, Le scrivo in relazione all’articolo apparso sul suo giornale domenica 19 gennaio 2020, titolato a pagina 1 «Bonafede replica: “Al Veneto il record di nuovi magistrati”» e, a pagina 3, «Il ministro: “Corte d’Appello, al Veneto il record dei giudici”». Sono costretto a precisare che la giornalista fa riferimento a una nota del Ministero della Giustizia in quanto organo istituzionale, inviata da questo ufficio
in data 17 gennaio 2020, e non a dichiarazioni del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, come si fa intendere nel titolo e nell’articolo. Pertanto, ai sensi dell’art. 8 Legge n. 47/1948 e art. 2 Legge 69/1963, si prega di procedere a una immediata rettifica. Cordialmente. Andrea Cottone Capo Ufficio Stampa Ministero della Giustizia
Treviso - la lotta all’evasione, che è doverosa, deve avvenire attraverso la costruzione di rapporti basati sulla fiducia tra Stato e contribuente, ristabilendo un corretto rapporto tra i cittadini e l’amministrazione, che non può preoccuparsi solamente di aumentare il gettito dimenticando l’inefficienza della spesa e lo sperpero delle risorse». Il rapporto Stato-cittadino non pare equilibrato: «Non è pensabile che il Fisco arrivi a sapere tutto dei contribuenti, anche i movimenti di conto corrente, e che i contribuenti, sul fronte della trasparenza ed efficienza della spesa, invece, non siano messi nelle stesse condizioni di accesso alle informazioni». L’evasione fiscale del Veneto, stima Cgia di Mestre per la scorsa annata contributiva, vale circa nove miliardi di euro. Le nuove misure di contrasto faranno meglio delle precedenti? «Conta la volontà politica - chiude Viotto -. Tanti strumenti sembravano incisivi ma sono stati depotenziati. Questa misura può avere una sua efficacia...». Giovedì, negli uffici delle Agenzie delle entrate e doganali d’Italia e del Veneto sono in calendario assemblee sindacali a tappeto, che bloccheranno l’attività. I 4.500 lavoratori veneti delle due Agenzie fiscali lamentano «una drammatica carenza di personale che si aggira oltre il 30%. Il carico di lavoro è diventato esorbitante, non permette più di coprire i servizi essenziali ed è quindi impossibile pensare alla lotta all’evasione». Cgil, Cisl e Uil, stante l’età media dei lavoratori molto alta, chiedono «un piano straordinario di assunzioni, prima che sia troppo tardi!». Insomma, il Fisco ha un’auto nuova in garage. Avrà anche i soldi per la benzina? Renato Piva
Radiografie a domicilio per i pazienti fragili: «È una novità»
Tempo scaduto Il ministero attende una risposta da Trento per domani Nella Marca La Regione finanzierà il raddoppio del corso di medicina
mesi, il progetto si allargherà a Padova lo si definirà meglio. A sparigliare le carte, ieri, è stato l’assessore Mirko Bisesti che ha chiesto al rettore Paolo Collini più tempo in attesa di trovare un punto di contatto con l’università di Padova a cui, lo scorso ottobre, la Provincia ha chiesto di avviare una sede distaccata del corso di laurea magistrale in Medicina e chirurgia. Una richiesta a cui è seguita la controproposta di Trento in partnership con Verona deliberata formalmente dal senato accademico di Trento e pronta per essere inviata entro la scadenza fissata dal ministero: domani. Fra l’una (il corso distaccato di Padova) e l’altra (l’inter-ateneo Trento-Verona) la Provincia ha come noto esortato la via di mezzo: l’accordo a tre. Intesa che fino all’ultimo s’è cercata ma per il 2020, visti i tempi stretti, non è maturata.
Senza una proposta ordinamentale discussa nelle sedi preposte (senato accademico in testa, ma anche consulta dei direttori per un parere) l’allargamento ad altri partner (tradotto: Padova) non pare imminente. Il che, si evince dai corridoi dell’ateneo di Trento, non significa la chiusura totale a potenziali collaborazioni. Ma non subito, semmai dal 2021.
La novità ● Il decreto ad hoc del ministero delle Finanze è atteso entro marzo. A aprile, con il nuovo strumento di legge, l’erario potrà incrociare i dati dell’anagrafe tributaria, in particolare quelli sui conti correnti bancari, con le dichiarazioni dei contribuenti. ● La misura, derivata dal decreto Salva Italia del 2011, pensata inizialmente per le società (spa, srl ed snc) dovrebbe essere estesa a tutte le persone fisiche, quindi non solo agli imprenditori. ● Un nuovo algoritmo di calcolo per l’incrocio dei dati dovrebbe consentire controlli a campione calibrati ed efficaci
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Medicina, Padova cerca l’intesa con Trento e Verona Intanto si amplia a Treviso
Il rettore del Bo Rosario Rizzuto oggi incontrerà a Venezia il rettore di Verona, insieme al governatore Zaia
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Treviso
Daaprilel’algoritmoantievasori.Giovedìufficifermi:«Organiciridottidiunterzo» VENEZIA
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L’ipotesi di affidare in toto la docenza clinica all’ateneo di Padova non ha infatti convinto Trento che, nello schema auspicato dall’ateneo patavino, non ha intravisto spazio adeguato. Oggi si prospetta così una giornata decisiva. Sempre oggi è in agenda il senato accademico dell’ateneo di Padova. All’ordine del giorno ci sono delle comunicazioni del rettore Rosario Rizzuto a proposito della sede distaccata a Treviso e degli aggiornamenti sulla querelle con Trento. E in mattinata il rettore di Padova Rizzuto e il rettore di Verona Francesco Nocini s’incontreranno a Palazzo Balbi, a Venezia, con il governatore Luca Zaia. Intanto il Bo si allarga a Treviso, dove raddoppierà la Scuola di Medicina portando l’intero corso universitario al Ca’ Foncello e già da novembre potrebbe partire il primo anno accademico (il via libera del Senato accademico è atteso proprio nella seduta di oggi). L’investimento, supportato dalla Regione, sarà inizialmente di 3 milioni. Si partirà con 50 matricole ma la prospettiva è di aprire in sei anni un campus da almeno cinquecento ragazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
TREVISO I pazienti più anziani e più fragili non dovranno più andare all’ospedale per gli esami radiologici. Il servizio diventa a domicilio, inizialmente con una fase sperimentale grazie alla collaborazione delle case di riposo di Treviso e Villorba e poi, fra sei mesi, anche nelle case private, se il medico di base ne farà richiesta, con la possibilità di intervenire entro 12 ore. «Telemedicina, professionalità logistica e tecnologia» sono le parole chiave, usate dal governatore Luca Zaia per definire il progetto inaugurato ieri all’Usl 2 Marca Trevigiana, il primo del Veneto e l’unico in Italia nella sanità pubblica. L’apparecchio in dotazione al Ca’ Foncello di Treviso è progettato per spostarsi e ovunque si trovi può inviare le immagini del torace e delle fratture di minore entità direttamente in Radiologia, con una linea dedicata protetta per l’invio dei dati personali. Il tecnico esce dopo che il medico radiologo ha verificato l’appropriatezza della prescrizione; l’esame arriverà digitalmente allo specialista e il referto sarà disponibile in giornata, utilizzando il codice identificativo. La strumentazione ha un costo di 80mila euro, a cui si aggiungono i 20mila per il veicolo idoneo al trasporto del macchinario e del personale. «E’ un investimento importante — spiega il dg dell’Usl 2, Francesco Benazzi — velocizza il processo, agevola il disabile o l’anziano, che non devono più venire in ospedale, azzerando i disagi per loro e i familiari, e rafforza l’umanizzazione dei servizi». Nella Marca, su 99mila residenti over 75 sono quasi seimila gli ospiti delle case di riposo: nel capoluogo l’Usl 2 prevede che la radiologia territoriale possa rispondere a circa 2.500 prestazioni all’anno. «Questo progetto dimostra la grande organizzazione e la professionalità dei nostri operatori — dice Luca Zaia —. Ci abbiamo lavorato molto, per noi è fondamentale che i cittadini abbiano fiducia nella sanità veneta». Silvia Madiotto
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AVVISO APPALTO AGGIUDICATO
Amministrazione aggiudicatrice: Regione del Veneto - Direzione Acquisti e AA.GG. Oggetto: Procedura aperta telematica, ex art. 60 del d.lgs. 50/2016, finalizzata alla conclusione di un accordo quadro per il servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto elettronici per il personale dipendente della Regione del veneto e di alcuni enti e società regionali, per la durata di 36 mesi. Cig. 8014290154. Aggiudicatario: EDENRED ITALIA S.r.l. con sede in Milano. Valore del contratto (Iva esente): 5.493.670,43. Data di spedizione del presente avviso alla G.U.U.E.: 07/01/2020 Il Direttore - Avv. Giulia Tambato
MARTEDÌ 21 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
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BELLUNO
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alta formazione
Firmato l’accordo fra Comune e Luiss per le aule al Bembo A marzo via ai corsi La giunta di Palazzo Rosso ha approvato ieri il protocollo Massaro: «Una grande opportunità per la nostra città» Alessia Forzin BELLUNO. L’ultimo atto ammi-
nistrativo è stato firmato ieri: la Luiss Business School è pronta a decollare. Ieri la giunta comunale ha approvato il protocollo d’intesa con la “Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli” per lo svolgimento a Palazzo Bembo di corsi di alta formazione e progetti di consulenza e ricerca applicata nell’area business e management. Il documento disciplina i rapporti fra il Comune e la Luiss e in particolare prevede la concessione dei locali di Palazzo Bembo che la Business School utilizzerà per i prossimi cinque anni. Complessivamente si tratta di 413,83 mq, cinque aule più due uffici tutti siti al piano terra dell’edificio restaurato che un tempo ospitava l’ospedale civile della città. In questi giorni è in corso l’allestimento delle aule, che saranno dotate di tutte le tecnologie più moderne. Se ne sta occupando la Luiss, il Comune garantisce l’adeguamento impiantistico e funzionale. Il pagamento delle utenze, poi, sarà ripartito fra Comune e Confindustria. SODDISFAZIONE
«Si è concretizzato un proget-
terrà un evento promozionale. Altri territori si stanno interessando a questa esperienza, penso che ci siano tutte le carte affinché funzioni molto bene». INDOTTO PER LA CITTÀ
E di sicuro la presenza della Luiss è un’opportunità per la città di Belluno, per l’indotto che si genererà. «Riporto le lancette indietro al 2012, quando abbiamo iniziato a ragionare su quale città sognavamo», afferma il sindaco, Jacopo Massaro. «Una città orientata ai giovani, con servizi grazie ai quali sviluppare la propria carriera e il proprio percorso di vita. Volevamo farlo con il turismo ma anche puntando sulla qualità della vita. La Luiss interpreta quel sogno che abbiamo coltivato e che adesso vediamo concretizzarsi». Anche Massaro ritiene che il lavoro di squadra sia stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo: «Con l’arrivo della Luiss Business School usciamo da una visione “pro-
Martedì l’inaugurazione dell’Hub Veneto È in corso l’allestimento delle aule di studio vinciale” e ci riappropriamo degli spazi che meritiamo, ma che è difficile prenderci a causa delle nostre dimensioni», aggiunge il sindaco. OCCASIONE
Palazzo Bembo
to che sembrava impossibile avviare», commenta con soddisfazione il direttore di Confindustria Belluno Dolomiti, Andrea Ferrazzi. «Sicuramente ha avuto un ruolo importante la compattezza che hanno dimostrato tutti gli enti che hanno creduto in questa opportunità fin dall’inizio, ma anche il buon numero di aziende che hanno dato la loro disponibilità ad impe-
gnarsi per il progetto, acquistando la formazione garantita dalla Luiss». CORSI A MARZO
I primi corsi partiranno già nel mese di marzo: «Dal 28 gennaio, dopo la presentazione ufficiale (alle 12.30 a Palazzo Bembo, OES) inizieremo la campagna di marketing», continua Ferrazzi, «e nei primi giorni di febbraio si
La piccola Belluno rialza la testa. Lo farà con master e corsi di alta formazione postuniversitari e progetti di ricerca e consulenza rivolti alle imprese, per colmare il vuoto formativo esistente in una realtà che ha visto la nascita e la crescita di distretti industriali e di rilevanti imprese nazionali ed internazionali. L’Hub Veneto delle Dolomiti permetterà di dare nuovo stimolo all’imprenditorialità sul territorio e restituirà vita al tessuto economico-sociale, favorendo anche l’inserimento dei giovani nelle imprese locali. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’assemblea di confindustria
Occhi puntati sul 2026 e sulle opportunità date dalle Olimpiadi
La presidente di Confindustria Belluno Lorraine Berton BELLUNO. Palco delle grandi
occasioni per l’assemblea generale di Confindustria Belluno Dolomiti. Alla tavola rotonda in programma martedì al teatro comunale parteciperanno infatti Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, Luigi Abete (presidente Luiss Business School), Alessandro Benetton (presidente Fondazione Cortina 2021), Giovanni Malagò (presidente del Coni), Antonio Rossi (sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia), Luca Zaia, governatore del Veneto e il ministro ai Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. L’assemblea inizierà alle 15 e il titolo è “Giochi di squadra – imprese, crescita e territorio”. La presidente dell’associazione Lorraine Berton farà una sintesi del suo primo anno di mandato guardando ai tanti obiettivi futuri, su tutti le Olimpiadi del 2026. «Evento che non dovrà essere un fine ma uno strumento utile a programmare il futuro del nostro intero territorio, di ogni sua singola vallata, dal Cadore-Comelico al Feltrino, passando per Agordino, Valbelluna, Alpago», afferma Berton, che è anche coordinatrice del Tavolo na-
zionale Sport e grandi eventi interno a Confindustria. «Più in generale, parleremo delle nostre priorità e chiederemo impegni precisi alla politica. Sarà un’assemblea concreta con messaggi forti e chiari perché l’impresa di montagna deve poter vivere e creare benessere, non sopravvivere. Il mondo industriale bellunese c’è e – come sempre – è pronto a fare la sua parte», anticipa la presidente. Dopo la relazione introduttiva della Berton seguirà l’intervento di Luigi Abete, presidente Luiss Business School, che parlerà dell’hub di Belluno e della sfida per il Nordest. “2026: in che mondo vivremo?”, sarà invece il tema della relazione di Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab, e che fungerà da premessa alla Tavola rotonda sullo sport e i grandi eventi e sul loro impatto economico sui territori, cui prenderanno parte Alessandro Benetton, Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina, Giovanni Malagò, Antonio Rossi e Luca Zaia. A concludere i lavori sarà il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. — A.F.
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MARTEDÌ 21 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
udienza nel processo a vicenza
Pfas, accolte 226 parti civili contro Miteni Esultano le mamme, la Regione e gli acquedotti: Mitsubishi, Icip e il curatore fallimentare dovranno rimborsare i danni dall'inviato a Vicenza Albino Salmaso La prima vittoria delle mamme No Pfas ha il sorriso di Laura Facciolo, che indossa la maglietta con i valori dei veleni nel sangue. Sono le 10,50 ed è appena calato il sipario sull’udienza: il gup Roberto Venditti ha ammesso 226 parti civili nel processo contro 13 ex manager della Miteni di Trissino, sotto accusa per reati che vanno dal disastro innominato, all’avvelenamento delle acque e sostanze alimentari. Soltanto tre richieste sono state respinte per irregolarità formali, tutte le altre risultano accolte. Ministero dell’Ambiente, regione Veneto, Arpav, Acquevenete, Viacqua, Acque Veronesi e Acque del Chiampo, i 95 lavoratori Miteni e poi le mamme No Pfas hanno titolo per chiedere i risarcimenti ai danni alla salute. La svolta è netta, clamorosa. Il messaggio che arriva dal tribunale di Vicenza dice che a pagare dovranno essere la Mitsubishi Corporation Inc e la lussemburghese International Chemical Investors S.E.. Stessa decisione nei confronti di Miteni, nel frattempo fallita, che dovrà concorrere al risarcimento con il curatore nominato dal tribunale. Si gira pagina. Certo, bisognerà attendere il rinvio a giudizio e poi il dibattimento con la sentenza per accertare le vere responsabilità penali, ma il principio di “chi inquina paga” a Vicenza non è più un astratto teorema: il processo ai Pfas della Miteni di Trissino ricorda quello alla Icmesa per il disastro di Seveso, spiega il governatore Luca Zaia, e il processo dev’essere esemplare. Un disastro che ha rovinato la salute a 300 mila persone tra Vicenza, Verona e Padova con i Pfoa che dal torrente Poscola di Trissino sono finiti nel collettore Arica fino a Montagnana e poi dispersi nelle campagne con l’irrigazione indiscriminata. Le 300 mila “vittime” hanno al loro fianco il governo e la regione con l’avvocato Fabio Pinelli, che sottolinea: «Ci troviamo di fronte a un danno ambientale particolarmente ingente e quindi si potrà affrontare il processo penale con la speranza di un risultato economico concreto per chi è stato danneggiato. Siamo stati noi a proporre di citare in giudizio le due multinazionali che sono capienti. Il danno, quando verrà quantificato, potrà essere concretamente risarcito», conclude l’avvocato Pinelli che in 15 pagine ha motivato le sue richieste. Che si tratti di una svolta fondamentale lo conferma il ministro Federico D’Incà che con la deputata Francesca Businarolo, saluta con favore la decisione del giudice Venditti. «Sui Pfas chiediamo da sempre la verità ed è giusto che i cittadini siano a conoscenza dei reali danni di queste sostanze. La decisione del Gup di Vicenza di ammettere tutte le parti civili al processo, è un
segnale importante e incoraggiante per fare piena luce su una vicenda che coinvolge il Veneto, ma che rappresenta un caso unico per gravità, su tutto il territorio nazionale». Il conto più salato lo stanno pagando le 4 società idriche che hanno investito 92 milioni di euro per garantire la salute con i filtri a carbone sugli impianti per abbassare i livelli di Pfas. Ora si tratta di rifare ex novo le reti con Acquevenete, Viacqua, Acque Veronesi e Acque del Chiampo pronte ad affrontare la sfida sotto la regia del commissario straordinario Nicola Dell’Acqua. E le mamme No Pfas, ricevute qualche giorno fa dalla commissione Ecomafia a Monteci-
toro? Sono soddisfatte per il primo vero successo sul fronte giudiziario. L’avvocato Mario Ceretta, che le rappresenta in giudizio, sottolinea che la svolta sta nella citazione come responsabile civile a carico del curatore fallimentare di Miteni: «Sono convinto che l’ordinanza del giudice Venditti farà giurisprudenza perché fino ad ora si è sempre ritenuto che l’unico giudice competenze fosse quello dedicato ai fallimenti e non quello penale. Dal tribunale di Vicenza arriva una novità importante per tutto il Paese, alle prese con emergenze analoghe». Si torna in aula il 23 marzo. “Chi inquina paga” non è più un tabù. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il gruppo di Mamme No Pfas in aula durante l’udienza nel processo contro la Miteni a Vicenza
zaia e pinelli
«Chi inquina ora paga Il limite zero vera svolta»
L’avvocato Fabio Pinelli VICENZA. Il più soddisfatto è
Luca Zaia:«Nel processo contro i vertici Miteni per il disastro ambientale da Pfas entrano come responsabili civili obbligati al risarcimento dei danni due importanti multinazionali. E’ un bellissimo risultato, che premia mesi di lavoro preparatorio insieme ai legali e alle parti coinvolte in questa terribile vicenda di inquinamento, la più grave accaduta in Italia insieme a Seveso», afferma il presidente del Veneto. «Il Gup Roberto Venditti ha accolto nella sua interezza l’istanza formulata dall’avvocato Fabio Pinelli, che tutela gli interessi della Regione Veneto, e ha disposto la citazione della giapponese Mitsubishi Corporation Inc. e della lussemburghese International Chemical Investors S.E.. Stessa decisione per la Miteni, nel frattempo fallita. Viene premiata la forte volontà della Regione impegnata a definire un generale ‘limite zero’ nelle acque potabili, con tutti i ricorsi che ne sono conseguiti proprio perché abbiamo voluto essere intransigenti. Ora la gente beve acqua pulita ed è protetta anche da nuovi eventuali inquinanti grazie alla tolleranza zero», conclude Zaia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un piccolo libro pieno di curiosità e illustrazioni che non vi farà certo diventare Frate Indovino, però vi permetterà di chiedere a chiunque: “Ma tu di che segno sei?”
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Martedì 21 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
A TRISSINO Una protesta degli attivisti di Greenpeace davanti alla sede di Miteni, per chiedere la bonifica
La storia
Da Marzotto a oggi: 55 anni
IL PROCESSO VENEZIA Al processo Pfas sono chiamati non solo i tredici ex manager e responsabili dell’azienda di Trissino, che è ritenuta l’epicentro del maxi-inquinamento, ma anche le società che si sono succedute nella sua proprietà. Quindi la giapponese Mitsubishi Corporation e la lussemburghese International Chemical Investors Group, in aggiunta al Fallimento Miteni: ieri il giudice dell’udienza preliminare Roberto Venditti ha infatti accolto la richiesta di citazione dei responsabili civili, formulata lo scorso 25 novembre dalla Regione e sostenuta anche da altri 25 fra enti pubblici e soggetti privati. Ammessa pure la costituzione in giudizio di 226 parti offese: sono state escluse solo tre associazioni.
`La storia dell’azienda
I PATRIMONI Per la Regione, assistita dall’avvocato Fabio Pinelli, si tratta di una conquista importante: in caso di accertamento delle responsabilità penali degli imputati, i patrimoni dei colossi garantirebbero le ingenti risorse economiche necessarie per la bonifica ambientale e per la tutela sanitaria. Il presupposto giuridico riconosciuto dal gup Venditti è contenuto nel codice civile: l’obbligo per l’imprenditore di rispondere dei danni provocati dai fatti illeciti addebitati ai suoi dipendenti. Ricorda il giudice nell’ordinanza letta in aula: «Tutti gli imputati nel presente procedimento erano legati, a vario titolo, da rapporti di lavoro con le persone giuridiche succedutesi nella proprietà del sito produttivo». E quelle multinazionali hanno una responsabilità patrimoniale «anche se il dipendente ha agito oltre i limiti delle sue incombenze e persino se ha violato gli obblighi a lui imposti». Di qui la citazione di Mitsubishi relativamente alle condotte contestate a Maki Hosoda, Kenji Ito, Naoyuki Kimura e Yuji Suetsune, e di Icig per quanto riguarda le posizioni di Patrick Hendrik Schnitzer, Achim Georg Hannes Riemann, Alexander Nicolaas Smit, Brian Anthony McGlynn, Luigi Guarracino, Mario Fabris, Davide Drusian, Mauro Cognolato e Mario Mistrorigo.
LA CURATELA Mentre è stata respinta la richiesta di citare anche le società interposte tra la controllata Miteni e la capogruppo Ice e la compa-
IL 23 MARZO LE SOCIETÀ POTRANNO CHIEDERE DI ESSERE ESCLUSE, NEL FRATTEMPO SONO STATE AMMESSE 226 PARTI CIVILI
Scandalo Pfas, a processo anche le multinazionali Vicenza, accolta la richiesta della Regione `In caso di condanna dei manager, i colossi di citare Mitsubishi, Icig e fallimento Miteni garantirebbero il risarcimento dei danni `
gnia assicuratrice Allianz, è stata invece accolta la domanda relativa al Fallimento Miteni. Caso curioso: la curatela è anche parte civile. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Enrico Ambrosetti, aveva sostenuto che non potesse essere formulata alcuna domanda risarcitoria, dopo la sentenza di dichiarazione del fallimento, per rispetto del principio di pari condizioni fra i creditori, che risulterebbero alterate «se un diritto di credito venisse riconosciuto e quantificato da una sentenza penale pronunciata successivamente all’apertura della procedura concorsuale stessa». Invece secondo il gup Venditti «alcuna alterazione della par condicio creditorum potrebbe derivare automaticamente da una eventuale sentenza di condanna al risarcimento in favore della parte civile». Il prossimo 23 marzo le società potranno chiedere di essere escluse.
ENTI E PRIVATI A chiedere i risarcimenti potranno essere quasi tutti coloro che avevano chiesto di costituirsi parte civile. Sono stati esclusi so-
ministro pentastellato Federico D’Incà evidenzia invece l’importanza della costituzione in giudizio delle parti offese: «Sui Pfas chiediamo da sempre la verità ed è giusto che i cittadini siano a conoscenza dei reali danni di queste sostanze. La decisione di ammettere tutte le parti civili al processo è un segnale importante e incoraggiante per fare piena luce su questa vicenda che coinvolge il Veneto, ma che rappresenta un caso unico per gravità, su tutto il territorio nazionale». La battaglia delle Mamme NoPfas, però, non finisce qui: «Prossimo passo: ottenere il rinvio a giudizio». I lavoratori del comitato Pfas Colmi assicurano: «Rimarremo comunque vigili sapendo bene che questo processo sarà lungo e complesso». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Zaia: «Questa decisione premia mesi di lavoro» chi ha avvelenato il giusto risarcimento alle popolazioni. Zero Pfas nel sangue, col più grosso screening sanitario mai effettuato nel nostro Paese». Ma il Movimento 5 Stelle torna all’attacco di Palazzo Balbi: «Quello che sconcerta è la sicurezza che la Regione ostenta nell’affermare di avere fatto e fare tutto il necessario, quando manca perfino l’informazione su quali e quanti possano essere i danni alla salute. Ad esempio ad oggi non è ancora stato prodotto lo studio definitivo sulla georeferenziazione degli alimenti, cioè non sappiamo quanto gli Pfas siano stati assorbiti da frutta, verdure a alimenti derivati. Cosa aspettiamo?», chiedono i consiglieri regionali Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel. Il
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lo “Earth” e “Gruppo di intervento giuridico”, che non hanno svolto attività prima dell’emergenza, e “La terra dei Pfas”, fondata dopo la contaminazione. Per il resto, invece, sono stati ammessi i ministeri dell’Ambiente (danno ambientale) e della Salute (sviamento di funzione, immagine e decoro dell’attività istituzionale). Potranno andare avanti pure residenti, lavoratori, sindacati, associazioni ambientaliste, Regione, Provincia di Vicenza, Comuni e Consigli di Bacino (danno ambientale, patrimoniale, lesione all’identità funzionale e all’immagine, sviamento di funzione), nonché Arpav e gestori del servizio idrico. Questi ultimi «sono intervenuti subito con gli investimenti destinati all’emergenza al fine di tutelare la salute pubblica», rimarcano gli avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin e Vittore d’Acquarone per conto di Acquevenete, Viacqua, Acque Veronesi e Acque del Chiampo, che finora hanno sborsato 92,94 milioni di euro per le opere. Angela Pederiva
Le reazioni
VENEZIA Il governatore Luca Zaia esulta per la citazione a giudizio di Mitsubishi Corporation, International Chemical Investors Group e Fallimento Miteni. «È un bellissimo risultato – dice – che premia mesi di lavoro preparatorio insieme ai legali e alle parti coinvolte in questa terribile vicenda di inquinamento, la più grave accaduta in Italia insieme a Seveso». L’esponente della Lega rivendica il ruolo della Regione: «Abbiamo imposto limite zero nelle acque potabili, con tutti ricorsi che ne sono conseguiti proprio perché abbiamo voluto essere intransigenti, ma ora la gente beve acqua pulita ed è protetta anche da nuovi eventuali inquinanti. Tolleranza zero, perché fin dal 2013 abbiamo voluto andare fino in fondo con la magistratura per far pagare a
chimica di Trissino comincia nel 1965 con il nome Rimar (Ricerche Marzotto): un centro di ricerca, appunto, per l’azienda tessile vicentina. Nel 1988 la ditta cambia denominazione e proprietà, diventando Miteni, in quanto viene rilevata da Mitsubishi Corporation e da Eni Chem. Il colosso giapponese acquista la totalità delle azioni nel 1996, dopodiché nel 2009 rivende tutto al gigante lussemburghese International Chemical Investors Group. In conseguenza del grave inquinamento da Pfas, Miteni viene dichiarata fallita il 9 novembre 2018. Finora sono stati citati a giudizio 13 manager e le 3 società (l’ultima attraverso la curatela fallimentare), ciascuno per il rispettivo periodo in cui ha avuto responsabilità di gestione o controllo.
Il campo di Albarella entra nell’orbita di Play Golf 54 L’OPERAZIONE ROSOLINA (ROVIGO) Il campo da golf dell’isola di Albarella è entrato nell’orbita di Play Golf 54. Un radicale cambio di scenario per il gruppo, già gestore dei percorsi di Montecchia, Frassanelle e Galzignano Terme, che agli amanti del golf potrà così offrire non solo le bellezze storiche e paesaggistiche del Parco dei Colli Euganei, ma ora anche quelle di un ambiente costiero, situato nel Delta del Po tra fiume, mare e laguna. E se già prima si trattava di uno dei maggiori circuiti del nord Italia, con l’inserimento nel pacchetto di Play Golf 54 cresce la possibilità di creare eventi di alto livello e di creare un indotto turistico.
TURISMO ESCLUSIVO
po Marcegaglia aveva acquisto per 2.416.000 euro 53 dei 70 ettari su cui si estende il campo. Con l’esclusione del Golf Hotel e del ristorante della struttura, che resteranno al gruppo Marcegaglia, a partire dal 31 gennaio il gruppo Play Golf 54 avrà la completa disponibilità dell’area su cui si estende il percorso, fatto di 18 buche lungo un percorso di 6.130 metri dove s’incontrano ostacoli
Proprietà del gruppo Marcegaglia, Albarella è un’isola che da cinquant’anni propone una formula di turismo esclusivo e aperto al mercato estero. Il campo da golf è stato realizzato nei primi anni ‘70 dall’architetto inglese John Dering Harris, all’epoca uno dei migliori progettisti in attività con 400 percorsi realizzati o rifatti in tutto il mondo, con l’obiettivo di realizzare un 18 buche a ridosso della spiaggia che richiamasse lo stile dei classici link scozzesi, cioè i tracciati costruiti vicino al mare Insomma, Albarella è un campo da golf scozzese con clima mediterraneo.
I NUMERI Lo scorso ottobre, nel corso di un’asta di beni demaniali, il grup-
DALL’ALTO Una veduta del campo da golf sull’isola di Albarella
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È IL GRUPPO CHE GIÀ GESTISCE I GREEN DELLA MONTECCHIA, DI FRASSANELLE E DI GALZIGNANO
dati dall’acqua o dalla sabbia che mettono a dura prova i giocatori. Un campo su cui già da anni si tengono corsi, clinic e gare, ma che ora questa sinergia porterà su un altro livello. Completamente diverse le caratteristiche degli altri tre campi del gruppo, pur nella comune filosofia di coniugare sport, ambiente e natura: le 27 buche di Montecchia vedono la presenza di specchi d’acqua e macchie d’incolto; il 18 buche di Frassanelle si trova in un parco ottocentesco con grandi spazi aperti e numerosi specchi d’acqua; infine il 9 buche di Galzignano Terme, tra laghetti e giochi d’acqua, ha la buca 4 con il tee in mezzo al lago e la 9 con il green che sembra galleggiare. Enrico Garbin © RIPRODUZIONE RISERVATA