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Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Il Giorno della memoria IL CASO VENEZIA Oggi il Veneto sarà il primo in Italia a varare una legge per la conoscenza della Shoah e per il Giorno della memoria. Una ricorrenza che lunedì il governatore Luca Zaia onorerà al Ghetto di Venezia indossando la sua kippah viola, dopo che l’altro ieri la sua Lega in Consiglio regionale ha assicurato l’appoggio alla risoluzione dell’opposizione a sostegno della commissione parlamentare contro il razzismo, quella che al Senato era stata approvata con la contrarietà del centrodestra. Nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, il presidente della Regione pone le sue personali e politiche pietre d’inciampo all’intolleranza, affermando princìpi che marcano una netta distanza da certe posizioni antisemite: «Ma proprio perché non ci devono essere ambiguità – dice – mi permetto di suggerire alla senatrice Liliana Segre, una donna dalla storia tragica e dalla levatura straordinaria, di rinunciare alle troppe cittadinanze onorarie che sono solo strumentalizzazione politica, chiedendo che vengano conferite piuttosto alla Comunità Ebraica».
Veneto, una legge per la Shoah Zaia: «I giovani devono sapere» Il governatore: «Prima Regione ad emanare norme `Appello alla Segre: «Troppe cittadinanze strumentali in materia, contro il negazionismo che dilaga in rete» Rinunci e le faccia assegnare alle Comunità ebraiche» `
Gli appuntamenti
Dibattito in Consiglio e cerimonia in Ghetto I COMUNI
IL PROGETTO Zaia è solito condannare pubblicamente gli episodi di violenza e offesa nei confronti degli ebrei e delle vittime dell’Olocausto, ultime in ordine di tempo l’aggressione in piazza San Marco all’ex deputato Arturo Scotto e la mancata posa delle Stolpersteine nelle strade di Schio. Ma indubbiamente il progetto di legge che stamattina sarà licenziato dalla commissione Cultura di Palazzo Ferro Fini, nel corso di una seduta straordinaria a cui assisterà anche un centinaio di ragazzi, è un’iniziativa senza precedenti: ogni anno la Regione stanzierà 100.000 euro per finanziare svariate iniziative dedicate al 27 gennaio, fra cui un concorso studentesco, viaggi di istruzione nei lager, eventi con deportati ed esperti, premi per tesi di laurea. «Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani – spiega il governatore
LA POLEMICA MILANO Settemila abitanti all’estrema periferia di Bologna, un quartiere di edilizia popolare con poco spazio, tante etnie, una storia di degrado e tensioni sociali. E di violenza: al Pilastro il 4 gennaio 1991 la banda della Uno bianca crivellò di colpi tre carabinieri di pattuglia. E qui abita Anna Rita Biagini, 61 anni: «Ci vivo da trent’anni, ma le cose negli ultimi tempi sono peggiorate. La sera quando porto il cane a fare una passeggiata ho una pistola in tasca, regolarmente registrata. Mi spiace ma è così», raccontava martedì a Matteo Salvini in campagna elettorale per le regionali.
DOSSIER CONTRO I PUSHER Poi si è spinta oltre, indicando al leader della Lega il citofono di un ragazzo tunisino che, a suo dire, spaccia. E Salvini, ripreso dalle tv, schiaccia il bottone: «Buonasera, suo figlio è un pusher?». Risponde il padre di Y., balbetta qualcosa e appende. Ora la citofonata è un caso diplomatico e politico, con le proteste ufficiali della Tunisia e l’indignazione dell’opposizione. «Se avesse bussato alla mia mamma, che abita al Pilastro, gli sarebbe andata molto peggio», commenta il sindaco Pd di Bologna, Virginio Merola. Oggi dovrebbe partire la denuncia della famiglia del diciassettenne contro Salvini: «Le possibili ipotesi di reato sono molteplici, a
ambiguità, ribadisce Zaia: «Non ho mai visto posizioni antisemite nella Lega. Ma se ci fossero, sarei io il primo a intervenire».
CON LA KIPPAH Luca Zaia onorerà il Giorno della memoria indossando il copricapo degli ebrei
E la senatrice annuncia: «Basta visite alle scuole» LA TESTIMONIANZA ROMA Dal prossimo aprile la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, non andrà più nelle scuole per raccontare l’inferno che provò a 13 anni quando, in conseguenza delle leggi razziali, fu espulsa da scuola, arrestata e portata nel più famigerato campo di sterminio. «Questo non vuol dire che non continuerà a testimoniare la sua esperienza», spiega il figlio della senatrice a vita, Luciano Belli Paci: «Dopo 30 anni di continui appuntamenti è stanca, provata», ma ha in programma un «ultimo, grande incontro» tra qualche mese, in provincia di Arezzo.
Agli studenti di tutt’Italia Liliana Segre ha descritto, con la sua voce calma ma risoluta, l’orrore del tentativo di fuga verso la Svizzera, l’arresto, i mesi passati nel carcere di San Vittore, in cella col padre, e poi l’orrore di Auschwitz. L’ultimo incontro nella casa circondariale milanese, dove ha voluto tornare: «Della cella 202 del quinto raggio ricordo tutto: in quel nulla mi sono impressa ogni dettaglio», ha detto ai detenuti. Non più tardi di due giorni prima aveva lanciato un messaggio agli oltre duemila studenti incontrati al teatro Arcimboldi di Milano - che l’avevano salutata con una standing ovation - invitandoli a «battersi sempre per la libertà».
– perché sappiamo quanto possono essere coinvolti dal negazionismo che dilaga in Rete. Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia, nella consapevolezza di custodire a Venezia il Ghetto più antico del mondo, che per noi è continua testimonianza dell’orrore rappresentato dalla Shoah». Relatore del provvedimento in aula sarà lo zaiano Alberto Villanova, il quale ne sottolinea la valenza anche politica: «Questa norma scardina una diffusa quanto immotivata narrazione che vorrebbe la Lega guardare a presunte posizioni di tipo fasciste». Nessuno spazio alle
Lunedì 27 gennaio, nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, la cerimonia nel Ghetto di Venezia promossa dalla Comunità Ebraica e dalla Regione si terrà a partire dalle 11 alla presenza dei presidenti Paolo Gnignati (Comunità), Luca Zaia (Giunta) e Roberto Ciambetti (Consiglio). Proprio nella sede dell’assemblea legislativa, questa mattina alle 10 si svolge la seduta straordinaria della commissione Cultura, chiamata a licenziare il progetto di legge sulla Shoah in vista del via libera definitivo da parte dell’aula. L’evento istituzionale “Educare alla Memoria” vedrà l’intervento, oltre che di Gnignati, anche di Davide Romanin Jacur, rappresentante dell’Unione comunità ebraiche italiane.
VILLANOVA: «COSÌ SI SCARDINA LA DIFFUSA E IMMOTIVATA NARRAZIONE DI UNA LEGA CHE GUARDA A POSIZIONI FASCISTE»
IL RAGAZZO ACCUSATO DI SPACCIARE: «STO MALE, SONO STATO SOMMERSO DA BUGIE» PRIVACY, IL GARANTE APRE UN FASCICOLO
zo tranquillo. E mi sono visto piombare Matteo Salvini in casa». Y. gioca a calcio e va a scuola, ma vuole abbandonarla per trovarsi un impiego e aiutare la famiglia. Il padre lavora come corriere alla Bartolini, ha un fratello più grande con un precedente per rissa, «la droga non c’entra nulla». E allora perché la signora Biagini ha scelto proprio il suo citofono? «Si incontrano la sera mentre portano a spasso il cane, sotto il portico del condominio del ragazzo si spaccia e l’ha tirato in mezzo», è la ricostruzione del legale. Lei, mentre scorta Salvini tra le aiuole del quartiere, racconta la sua vita difficile, del fi-
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BOLOGNA Il blitz del leader della della Lega Matteo Salvini che, a favore di telecamere, ha suonato al citofono di un presunto spacciatore di droga tunisino
Citofonata, la famiglia denuncia Salvini E protesta anche la Tunisia: «Razzista» memoria mi vengono in mente almeno sei o sette illeciti tra civili e penali», dice l’avvocato Cathy La Torre, che segue il ragazzo. Ieri pomeriggio era nel suo studio: «Come sto? Male. Sono stato sommerso dalle bugie, non sono uno spacciatore, sono un ragaz-
Con questo stesso spirito, il presidente della Regione motiva il voto favorevole annunciato dal capogruppo leghista Nicola Finco alla proposta di Patrizia Bartelle (Italia in Comune), condivisa pure da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, di aderire alla mozione Segre per l’istituzione della commissione bicamerale: «Sì, senza se e senza ma. Proprio per questo mi dispiace vedere la senatrice al centro, suo malgrado, della sceneggiata delle cittadinanze onorarie, un’evidente strumentalizzazione politica ai suoi danni. Lo vediamo nei Comuni: troppe dediche non sono fatte con il cuore, né per legame territoriale, ma solo per antagonismo locale. Segre faccia un passo a lato e chieda che le cittadinanze onorarie vadano alla Comunità Ebraica». Vale anche per Treviso, città a guida leghista, dove l’idea del conferimento è stato oggetto di una disputa con i dem? «Vale per tutti – conclude Zaia – anche per Verona, dov’è stato veramente brutto vedere la cittadinanza a Liliana Segre contrapposta all’intitolazione di una via a Giorgio Almirante. Serve una riconciliazione e penso che si possa ottenere nel nome della Comunità Ebraica». Angela Pederiva
glio trentenne malato di Sla e stroncato da un’overdose. Da quel momento la lotta allo spaccio è diventata la sua missione e per questo, afferma, la minacciano e lei gira con un’arma in tasca. Consegna all’ex ministro il dossier di una personale indagine, con foto e segnalazioni dei pusher di zona. «Chiedo semplicemente di poter uscire di casa tranquillamente e qui da un po’ non mi sento sicura. Ho visto questa zona peggiorare con gli anni. E dal presidente di quartiere mi sento dire che invece le cose vanno bene. Per questo apprezzo Salvini, mi è sembrato che su questi problemi abbia le
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idee chiare e mi convince. Da tempo ci promettono una nuova caserma dei carabinieri, ma rimandano sempre».
SCONTRO DIPLOMATICO Ieri mattina i familiari di Anna Rita Biagini si sono ritrovati con
LA DONNA CHE HA SPINTO L’EX MINISTRO A SUONARE: «ORA ESCO CON LA PISTOLA» DI NOTTE DANNEGGIATA L’AUTO DEI FAMILIARI
la macchina semi distrutta, il parabrezza danneggiato e i vetri laterali in frantumi. «Tornerò - promette Salvini - Non sono pentito, ho risposto a una madre coraggiosa. Noi siamo andati a disturbare la piazza dello spaccio. In galera in questo momento ci sono più di duemila spacciatori tunisini». Il vicepresidente del Parlamento di Tunisi, Osama Sghaier, irrompe nella polemica definendo il segretario «un razzista, che mina i rapporti tra Italia e Tunisia». L’ambasciatore Moez Sinaoui scrive al presidente del Senato Elisabetta Casellati denunciando «una deplorevole provocazione, fatta in maniera illecita, senza rispetto per il domicilio privato di una famiglia tunisina». E all’autorità per la privacy è già arrivata una segnalazione e il presidente Antonello Soro anticipa: «La esamineremo». Claudia Guasco © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Giovedì 23 Gennaio 2020
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Sanità e politica
No vax in classe, indagati 30 presidi
Belluno, sotto accusa per non avere allontanato dall’asilo i bambini non immunizzati fra i 3 e i 6 anni Denunciati cento genitori, hanno falsificato le autocertificazioni. Il pm: «Controlli a tappeto dal 2018»
❞ Paolo Luca I Nas hanno visitato tutte le scuole della provincia, passando al setaccio migliaia di posizioni
BELLUNO Non è ancora chiaro se intenzionalmente, «per venire incontro ai genitori», o per scarsa conoscenza della normativa. Fatto sta che trenta fra dirigenti scolastici del servizio pubblico e legali rappresentanti di scuole dell’infanzia e primarie paritarie sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Belluno per non aver allontanato gli alunni dai 3 ai 6 anni non in regola con le vaccinazioni. Sono accusati di omissione d’atti d’ufficio. Devono invece rispondere di false dichiarazioni cento genitori di bambini dell’asilo e delle elementari che hanno compilato un’autocertificazione attestando per i figli vaccinazioni mai avvenute. E’ il risultato della maxi-inchiesta avviata a fine 2018 dal procuratore capo di Belluno, Paolo Luca che, primo in Italia, ha disposto controlli a tappeto nelle scuole della provincia, dall’asilo alle medie, per appurare la corrispondenza tra la documentazione presentata dai genitori e la reale situazione degli alunni certificata dall’Anagrafe vaccinale regionale. La legge Lorenzin del 2017 ha infatti introdotto per i minori da zero a 16 anni l’obbligo di assumere 10 vaccini (antitetanica, antidifterica, antipoliomelitica, anti-epatite B, anti-varicella, anti-morbillo, anti-pertosse, anti Haemophilusinfluenzae tipo B, anti-rosolia e anti-parotite), pena l’interruzione della frequenza all’asilo, più una multa fino a 500 euro, e la sola sanzione per gli allievi di elementari, medie e biennio delle superiori.
Il Fisco
Il Fisco oggi «sciopera» e già questa, di per sé, è una faccenda inusuale. Ma se il motivo è la grave mancanza di personale, e la conseguente difficoltà ad inseguire gli evasori, proprio mentre il governo fa della lotta all’evasione uno dei perni fondamentali della sua manovra di bilancio (7 miliardi di euro le entrate stimate dal Def), allora forse è meglio correre ai ripari. Oggi i 4500 dipendenti regionali dell’Agenzia delle Entrate e di quella delle Dogane sono in assemblea, come i colleghi di tutta Italia. È l’avvio dello stato d’agitazione che, se non arriveranno le risposte attese, porterà i lavoratori sotto la sede del ministero dell’Economia il 6 febbraio. Secondo Cgil, Cisl, Uil e Unsa nella nostra regione manca il 30% del personale necessario per far andare avanti gli uffici, «all’incirca 1.200 persone» per Assunta Motta della Cgil. A queste condizioni, è difficiVENEZIA
I Nas di Treviso, competenti anche per Belluno, hanno visitato tutte le scuole della provincia, anche le più isolate tra i monti, vagliando la documentazione di ogni bimbo. Parliamo di migliaia di posizioni. «Ho avviato un’indagine capillare che non conosce omologhe — conferma Paolo Luca — partendo da Feltre, per passare poi a Belluno, al Cadore, all’Agordino e così via. Dal controllo della veridicità delle autocertificazioni sono emerse cento posizioni irregolari relative ai genitori e trenta riguardanti dirigenti scolastici che avrebbero dovuto intervenire, interrompendo la frequenza dei bambini non vaccinati, e non l’hanno fatto. Sono stati tutti identificati e denunciati e ora le loro posizioni sono da valutare. Per quanto riguarda i dirigenti scolastici — precisa il procuratore capo — poiché il reato di omissione d’atti d’ufficio richiede il dolo, bisogna vedere se sia riscontrabile in loro consapevolezza e volontà di quanto fatto. Invece per i genitori ho chiesto i decreti penali al giudice per le indagini preliminari, che li ha emessi, perciò adesso vanno appurati elementi di responsabilità per contestare le false dichiarazioni». Reato che prevederebbe 15 giorni di reclusione, ma il procuratore ha chiesto al gip di commutarli in una pena pecuniaria di 1125 euro. Solo il 10% dei genitori sotto indagine ha fatto opposizione. L’inchiesta è partita a fine 2018 perché in quel momento la legge Lorenzin è entrata davvero in vigore, dopo una serie di moratorie e rinvii che in effetti hanno creato molta
L’obbligo I minori tra zero e 16 anni per poter andare a a scuola devono assumere 10 vaccini
confusione. «Parliamo di un problema di salute pubblica — ricorda Paolo Luca — non immunizzare i minori che frequentano la scuola significa mettere a repentaglio la salute loro e quella dei coetanei che, per problemi di salute, non si possono vaccinare». «I carabinieri del Nas di Treviso hanno
Poco personale per inseguire gli evasori Baretta: «Pronti bandi per 800 posti» le inseguire i furbetti del «nero» (secondo la Cgia di Mestre, l’evasione in Veneto sfiora i 9 miliardi, per ogni 100 euro di gettito incassato dal Fisco, 13,8 restano illegalmente nelle tasche dei contribuenti infedeli) ma anche svolgere al meglio i controlli richiesti dal sempre più complesso sistema di import/ export provocato dalla Brexit e dalla guerra commerciale globale. Secondo i sindacati, qui non si tratta di rafforzare gli organici ma di coprire i buchi che si stanno aprendo a causa dei pensionamenti previsti da «quota 100» e del blocco delle assunzioni, soprattutto a Rovigo e Belluno. E mancano pure i dirigenti: «L’ultimo concorso per figure apicali è del 1999... - ha spiegato al Corriere del Veneto Motta - Tutte le direzioni, a parte Verona, sono a scavalco, con incarichi ad interim». E il governo, come risponde? «Siamo già al lavoro, pre-
sto saranno banditi i nuovi concorsi, le procedure sono state avviate» risponde il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta. Che contesta la narrazione secondo cui a Roma non si starebbe facendo nulla: «Più elementi motivano lo sciopero indetto dai lavoratori del Fisco e delle Dogane - spiega Baretta - e sicuramente tra questi c’è l’incertezza provocata dal mancato rinnovo dei vertici delle agenzie, oggi rette con incarichi ad interim. Uno stallo (dovuto al mancato accordo tra le forze della maggioranza, ndr.) che mi auguro possa essere risolto al più presto, probabilmente già nel consiglio dei ministri di domani (oggi, ndr.)». Poi c’è il tema delle nuove assunzioni, «una giusta preoccupazione dettata dall’esigenza di rendere le agenzie efficienti rispetto alla lotta all’evasione e alle nuove incombenze dettate dal quadro internazionale» concede Baret-
accertato che i responsabili delle scuole avevano omesso di allontanare gli alunni fra i 3 e i 6 anni non vaccinati e quindi carenti del requisito di accesso alla scuola — recita il comunicato ufficiale pubblicato sul sito del ministero della Salute —. Vaccinazioni che, per ragioni di igiene e sanità,
dovevano essere compiute senza ritardo, consentendo la frequenza dei bambini dal mese di settembre 2018 a quello di giugno 2019». Secondo gli ultimi dati forniti dalla Regione, nel luglio 2019 l’Usl 1 Dolomiti contava ancora 1397 alunni inadempienti all’obbligo vaccinale: 699 nella fascia zero-3 anni e 698 fra i 4 e i 6. In Veneto risultavano invece inadempienti 73.812 minori tra zero e 16 anni, dei quali 9823 nella fascia zero-6 anni. «E’ un fulmine a ciel sereno, non sapevo che alcuni dirigenti fossero indagati — ammette Stefano Cecchin, presidente della Fism, (Federazione italiana scuole materne parificate), che in Veneto conta 1100 tra materne e Nido, per un totale di 93 mila bimbi, il 65% degli iscritti fra 3 e 6 anni nell’intera regione e il 30% dei piccoli tra 0 e 3 anni —. Noi siamo stati molto scrupolosi nel confrontare le autocertificazioni con la documentazione fornita dalle Usl e ogni volta che è emersa una posizione irregolare abbiamo convocato i genitori, chiedendo di ottemperare agli obblighi di legge. Chi non ha accettato, ha ritirato il figlio da scuola o non l’ha proprio iscritto. Tanto è vero che nel Veneto abbiamo perso circa il 2% degli iscritti. Ora voglio capire quanti di questi trenta dirigenti appartengano alle scuole paritarie, perché più volte li abbiamo sollecitati al rispetto della normativa. Magari qualcuno — chiude Cecchin — può aver sbagliato ad interpretarla». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Elezioni regionali, disertato il tavolo
I renziani mollano il centrosinistra Vogliono creare il «terzo polo»
ta. E però «su questo fronte un passo è stato fatto visto che nell’ambito del Decreto Fiscale è stato approvato un emendamento voluto dal governo che prevede il potenziamento dell’amministrazione finanziaria attraverso il reclutamento di 800 persone: 500 all’Agenzia delle Entrate e le altre 300 all’Agenzia delle Dogane. Una decisione che si somma a quelle precedenti, che dovrebbero portare all’ingresso d 3 mila lavoratori nell’arco di tre anni». Le procedure, assicura il sottosegretario, sono state avviate e a breve usciranno i bandi di concorso: «Se poi i sindacati ritengono sia necessario un nuovo confronto, per verificare l’adeguatezza di questi numeri al lavoro richiesto, eventuali ulteriori rinforzi o una diversa dislocazione del personale, noi siamo sempre pronti a sederci al tavolo». Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Ma che vuol fare Italia Viva? Martedì sera, nella sede del Pd di via Beato Pellegrino, Padova, si è riunito il «tavolo del centrosinistra» a cui siedono tutte le forze decise ad organizzare «l’alternativa a Zaia» in vista delle Regionali. C’erano tutti: i padroni di casa del Pd, ovviamente, Coalizione Civica con Arturo Lorenzoni (sempre più favorito nella corsa alla candidatura presidenziale), i socialisti, Leu, gli ambientalisti, Azione di Calenda, +Europa della Bonino, varie forze civiche e insomma, una trentina di persone. Non c’erano, però, gli alfieri di Renzi, che non hanno perso il treno ma volutamente disertato per precisa scelta politica. L’idea che si sta facendo strada in Italia Viva è infatti quella di dar vita ad un terzo polo centrista, con un proprio candidato presidente, un po’ come fu per Antonio De Poli e l’Udc nel 2010 (6,4%, 4 consiglieri eletti) e per Flavio Tosi e le sue civiche nel 2015 (11,8% 5 eletti). Lo spazio politico, secondo i renziani, ci
sarebbe, come c’è stato nelle tornate precedenti e la soglia di sbarramento (5% di coalizione, 3% di lista) non sarebbe insormontabile. L’ipotesi, già in cantiere in Puglia contro Emiliano, già estesa da Ettore Rosato pure a Toscana, Marche e Campania e da Maria Elena Boschi alle supplettive di Roma («Sosteremmo la giornalista Federica Angeli»), è quella di allearsi ad Azione e +Europa, per contarsi e verificare sul campo l’appeal di una forza liberal-liberista in Veneto. Peccato che «boniniani» e «calendiani» martedì sera fossero seduti al tavolo del Pd. Un bel garbuglio, tanto per cambiare. Detto che su primarie e candidature nulla è stato deciso e tutte le ipotesi restano aperte, non resta che attendere la direzione del Pd del 31 gennaio per capire, se non altro, quale direzione voglia imprimere al partito il segretario Alessandro Bisato, rimasto fin qui, prudenzialmente, nel mezzo dei due fronti. (ma.bo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
gruppo leghista a Vicenza e ai bastoni tra le ruote che i meloniani riservano alle amministrazioni “amiche”, Castelfranco in primis: «È una tattica un po’ subdola, di certo non ci fa paura ma conferma i dubbi circa la loro lealtà».
verso le elezioni regionali
Marcato: nel Veneto la Lega corra da sola Fdi e i berlusconiani autonomisti a parole
SPINA INDIPENDENTISTA
L’assessore “bulldog” morde: «Meloni e Berlusconi alleati solo se sottoscrivono il federalismo di Zaia prima del voto» Filippo Tosatto VENEZIA. Bulldog che abbaia
stavolta morde. «Proporrò alla Lega di correre da sola alle elezioni regionali perché sul versante di gran lunga decisivo, quello dell’autonomia, Fratelli d’Italia e i forzisti non offrono garanzie in una prospettiva di governo nazionale. L’abbiamo già sperimentato nella disgraziata alleanza con i 5 Stelle: grillini federalisti a chiacchiere in Veneto e strenui difensori del centralismo a Roma. Adesso basta». Parole di Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo e figura influente nel partito: affianca Lorenzo Fon-
tana, Luca Zaia, Erika Stefani e Nicola Finco nel direttorio che pilota il leghismo veneto nella stagione congressuale; siede accanto a Matteo Salvini nella segreteria federale di Via Bellerio. È un sasso nello stagno, il suo, scagliato all’indomani della sortita veneziana di Ignazio La Russa, lesto a sentenziare che l’inclusione della destra tricolore nella coalizione zaiana è «ovvia, naturale, direi scontata». DALL’ALTO DEL 50%
A riguardo, Marcato dà voce all’insofferenza della base verso gli ingombranti alleati e, dettaglio non trascurabile, si fa interprete del dispetto dei candidati del Carroccio,
tutt’altro che entusiasti all’idea di spartire la prevedibile scorpacciata di poltrone in Regione con compagni di strada diventati scomodi. «Ma non è un calcolo opportunista», obietta lui «io non dico sbarazziamoci degli alleati perché in Veneto siamo al 50%, pongo una questione programmatica: Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sono disponibili a sottoscrivere in caratteri cubitali la riforma autonomista messa a punto dal governatore Zaia con 23 materie e relative risorse finanziarie? Ad oggi, non mi pare. Se cambiano idea, possiamo discutere; viceversa, non ci accontenteremo di vaghi impegni verbali, meglio
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Il governatore Luca Zaia e l’assessore Roberto “bulldog” Marcato
andare avanti da soli. Tanto saremo noi, non altri, a rendere conto ai milioni di veneti che al referendum del 22 ottobre hanno risposto sì». OPA OSTILE DELLA DESTRA
Difficile intuire se il combattivo “bulldog” esprima un sentire condiviso da Zaia, muto come un pesce a riguardo. Certo si fa portavoce di un fa-
stidio diffuso allorché denuncia il «tentativo di Opa ostile» condotto qua e là dal partito di Sergio Berlato. Dove il riferimento non corre tanto all’ingresso in Fdi dei consiglieri di centrodestra Andrea Bassi e Stefani Casali («Sono reduci dalla fallimentare avventura di Tosi, per noi è un’operazione a saldo zero») quanto all’arruolamento del capo-
Una spina nel fianco arriva anche dal Partito dei veneti che raggruppa dieci sigle indipendentiste a attacca aspramente la Lega... «Denigrano la nostra battaglia solitaria per l’autonomia, chiacchierano di “autogoverno”, abbiano il coraggio di chiedere ai veneti un voto sulla secessione, il loro vero obiettivo, così vedremo chi rappresentano davvero». A primavera Zaia schiererà un tridente esteso alla lista degli amministratori locali? «Non sono in grado di prevederlo ma l’ipotesi è obiettivamente interessante, noi abbiamo sempre privilegiato il territorio: in Parlamento non mandiamo funzionari di partito ma sindaci espressi dai cittadini». A quattro mesi dalle urne - la data più gettonata è il 24 maggio già si sgomita tra gli aspiranti candidati e i colpi bassi non mancano... «Non mi sorprendo che la disponibilità sia elevata, in fondo un veneto su due vota per noi. Attenzione però: a differenza delle politiche, nella corsa alla Regione non ci sono i nominati, occorre conquistare il consenso sul campo attraverso le preferenze. Padrini e palazzi, per fortuna, contano ben poco». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
lo scenario dopo l’addio del ministro degli esteri
M5S, le senatrici Vanin e Guidolin guidano il team dei sei “facilitatori” Da Roma il ministro D’Incà ringrazia Di Maio per il «suo ruolo svolto con grande impegno. A lui va tutta la nostra gratitudine» VENEZIA. Il terremoto del pas-
so indietro di Luigi Di Maio arriva in Veneto con il tweet del ministro Federico D’Incà. «Di Maio ha svolto il suo ruolo con grande impegno, dovendo spesso confrontarsi con situazioni complesse, e merita la gratitudine di tutto il @Mov5Stelle. La sua scelta di
fare un passo indietro va rispettata. MoVimento e Governo devono proseguire sulla strada tracciata», dice il ministro per i rapporti con il Parlamento. Sabato scorso a Padova, D’Incà aveva proposto di valutare il patto elettorale tra M5S, Pd e gli altri partiti di centrosinistra in vista delle elezioni regionali contro Zaia. Ma la reazioni dei delegati del movimento era stata di tutt’altro avviso, un coro a sostegno della corsa solitaria alle regionali di maggio. La senatrice Orietta Vanin ha ricor-
la riunione a padova
Renzi diserta il vertice del centrosinistra Pd, rebus Lorenzoni PADOVA. Il primo vertice del
centrosinistra a Padova nasce con il forfait di Italia Viva. Il partito di Renzi che in Veneto ha raccolto le adesioni di Sara Moretto, deputata veneziana e Daniela Sbrollini, senatrice vicentina, non ha raccolto l’invito di Alessandro Bisato che ha convocato nella sede regionale dem tutta la compagine per lanciare la sfida a Luca Zaia. «Si è trattato
Arturo Lorenzoni
dato con orgoglio che la coerenza va misurata in termini di consenso. Ieri Luigi Di Maio, prima di rassegnare le dimissioni da capo politico del M5S, ha diffuso la lista dei facilitatori regionali, prima struttura organizzativa del movimento. Gli iscritti abilitati al voto sono stati 53.846 su tre aree: Formazione e coinvolgimento;Relazioni interne (rapporti con gli eletti del MoVimento della regione, punto di supporto per le liste). Relazioni esterne (rapporti con gli stake-
holder, le associazioni, i comitati). Per quanto riguarda il Veneto non è arrivata alcuna candidatura per il primo ruolo e così Di Maio, d’intesa con Jacopo Berti, ha nominato due parlamentari: la veneziana Orietta Vanin e la vicentina Barbara Guidolin che godono della massima fiducia. Le relazioni interne saranno affidate a Cristina Manes e ad Antonio Codemo, le relazioni esterne invece a Ulderica Mennella e a Simone Contro. Si tratta di attivisti di lunga data. Il neologismo “facilitato-
di un primo passo avanti concreto per arrivare all’appuntamento elettorale di maggio e sono stati varati due gruppi di lavoro, uno per il programma e l’altro per la scelta del candidato», spiega Piero Ruzzante, consigliere regionale di Veneto 2020, ex LeU. Com’ è andata la riunione? Il vero nodo da scegliere è quello del candidato che dovrà sfidare la Lega. Il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, che gode dei favori del pronostico, ha partecipato per la prima volta al dibattito allargato e ha fatto capire che il vero tema sarà quello della riconversione ambientale. Il Veneto in sintonia con l’Ue e il new green deal, con i fondi strutturali dell’Ue alle
imprese che riconvertono le loro attività. Il Pd sta già portando il dossier ambiente ai dibattiti con il professor Lorenzoni che fa spesso coppia con Stefano Fracasso, capogruppo in regione. Il segretario Bisato dopo aver registrato i pareri di tutti i partiti, ha spiegato che il 31 gennaio il Pd sarà chiamato a decidere con tre scenari: primarie di coalizione, corsa solitaria o sostenere Lorenzoni con tutto il centrosinistra. Il via libera deve arrivare dai due terzi dell’assemblea regionale e il pd sembra orientato a trovare un proprio candidato, visto che è l’unico partito che può arrivare a due cifre nelle urne. Dipende se sotto o sopra il 20 per cento. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un’immagine dell’assemblea del M5s sabato a Selvazzano
re” indica in realtà il bisogno di avviare il dialogo tra i militanti che, almeno a giudicare dall’assemblea di sabato scorso a Selvazzano, spesso si disperde in analisi effimere, senza entrare nel merito dei temi. Alla Piroga, Berti e i consiglieri regionali sono stati sommersi da domande di caratte-
re personale e non da questioni di programma. Ma quando il ministro D’Incà ha proposto il patto con il centrosinistra, è scattata la corsa agli interventi per dire di no. Ora sarà la piattaforma Rousseau a decidere quale alleanza stringere. Ma l’esito sembra già scontato. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE IN REGIONE /1 Welfare complementare e Family Card
IN REGIONE /2 Cna applaude le nuove regole sui referendum
Due misure di welfare al centro dei lavori della prima commissione regionale. Via libera della maggioranza Lega-centrodestra all’accredimento dei soggetti promori e gestori della previdenza complementare e del welfare integrato regionale del Veneto; illustrazione della Family Card proposta dal Pd a supporto delle famiglie in condizioni di disagio e difficoltà economica, finalizzata ad ottenere riduzioni di costi e tariffe per la fornitura di beni e servizi.
«Serve una campagna massiva della Regione per trasferire all’opinione pubblica la bontà della fusione dei Comuni». Così il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte dopo l’approvazione della nuova legge in consiglio regionale. «Il fatto che la Regione si sia decisa a legiferare, dopo tante richieste da parte nostra, rappresenta di certo un buon segno». Gli artigiani confidano in risparmi pari a 50 milioni per le pubbliche amministrazioni.
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CORTINA
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L’intervista al nuovo soprintendente Fabrizio Magani è convinto della bontà del documento «È il miglior decreto possibile. Verremo in Comelico a spiegarlo»
«I vincoli paesaggistici non si possono togliere Il collegamento? Aspetto i documenti» Francesco Dal Mas vincoli paesaggistici? «Esistono già e non si possono togliere». I ricorsi dei Comuni e della Regione? «Vedremo se effettivamente arriveranno». Le 5 mila firme? «È il miglior decreto che si poteva fare. E, comunque, la Soprintendenza è disponibile a spiegare. Anzi, verremmo a dare una mano agli uffici comunali». Il collegamento con la Val Pusteria? «Aspetto che mi mandino il progetto e poi valuterò». Questo è il nuovo soprintendente Fabrizio Magani. L’abbiamo incontrato a margine del “battesimo” a Conegliano della nuova Associazione Colline Unesco del Prosecco. Comuni, Provincia e Regione chiedono, sostanzialmente a lei, e al ministro dei Beni culturali, di liberare la Val d’Ansiei e il Comelico dal vincolo... «Ma il vincolo esiste, non posso toglierlo. Adesso vedremo se effettivamente parte questo ricorso e come andrà. Però il vincolo esiste. Dal mio punto di vista è anche una buona cosa». Una buona cosa le 1200 prescrizioni? «Certamente, una buona protezione. Ecco perché ho
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chiesto al presidente della Provincia di metterci a disposizione uno spazio per ricevere la gente, i tecnici di Belluno. Mi ha risposto subito, non era scontato. Mi pare sia un buon segnale, perché credo sia importante farci capire di più e meglio dalle vostre parti. Penso che poi le cose andranno bene». Lei non c’era, ma i vincoli sono stati imposti senza consultare nessuno. «Io non c’ero. Il dialogo è sempre utile». Anche preventivo? «Sicuramente. Ma ormai il vincolo è stato decretato, per cui va esercitato… naturalmente». È la contromisura che avete preso contro il pressing sul collegamento sciistico tra il Comelico e la Val Pusteria? «Nessuna pressione, mi risulta». Un po’ di accanimento terapeutico, lo ammetta... «L’accanimento terapeutico è stato semmai da parte vostra», sorride il soprintendente. È un fatto che i vincoli sono caduti improvvisamente, dopo le proteste per il vostro no all’impianto. «Escludo questa consequenzialità. Anche perché il vincolo ha un apparato di studio tecni-
chi è
Ha lavorato nel 2013 al grande progetto per il recupero di Pompei Fabrizio Magani è stato nominato alla direzione della Soprintendenza unica per Padova, Belluno, Treviso e l’area metropolitana di Venezia due mesi fa. Proviene dalla Soprintendenza di Verona Rovigo e Vicenza. Ha diretto dal 2010 fino al 2014, con incarico di funzione dirigenziale di livello generale, la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo. Nel 2013 è stato nominato vice direttore generale vicario per la realizzazione del “Grande Progetto Pompei” e del programma di interventi conservativi di prevenzione e restauro.
Il nuovo soprintendente Fabrizio Magani
co-scientifico che è esemplare. Il testo da pubblicare è come strumento di lettura. Anche ipotizzando che ci sia un retropensiero del genere, è talmente superiore il livello che escluderei qualsiasi legame». L’impianto è condiviso da quasi tutti. Insisterete per il no? «Quando vedrò il progetto, se mai ci sarà il progetto, lo valuteremo. Io personalmente non l’ho visto, ne ho sentito parlare ma non l’ho visto».
l’assessore veneto
Caner: «Non accetteremo il no agli impianti strategici» COMELICO SUPERIORE. «No, con i vincoli proprio non ci siamo. E i collegamenti sciistici si debbono fare, pena l’aggravarsi dello spopolamento delle nostre valli alpine». Lo afferma l’assessore Federico Caner, padre di una bimba da poche ore, mentre a Conegliano – omaggiato dal suo capo, Luca Zaia – ascolta il soprintendente Magani. «La sua disponibili-
tà al dialogo e al confronto l’accogliamo con soddisfazione e la rilanciamo. Ma i vincoli sono un freno allo sviluppo. E gli impianti sono irrinunciabili, specie se strategici». Per Caner, in altre parole, non è un impianto qualsiasi quello tra Comelico Superiore e Sesto; da questa infrastruttura dipende il turismo della valle. Ma ancora più strategici sono, ad avvi-
so del titolare del turismo veneto, i collegamenti tra Cortina, Civetta ed Arabba. «In questo caso non possiamo accettare il no pregiudiziale degli ambientalisti, da una parte, e del sindaco di Livinallongo, dall’altra», precisa. «Siamo pronti a sederci attorno a un tavolo sia con gli uni che con l’altro, a condizione però di migliorare il progetto, non di cassarlo».
Il sindaco Staunovo Polacco le ha già inviato l’ultima versione che chiarisce numerosi aspetti urbanistici. «Io mi aspetto, se ci saranno, dei buoni progetti. Il segreto è uno: fare dei bei progetti, che sia la ristrutturazione di un edificio o il grande impianto. C’è solo una grande cosa da fare, non è vietato nulla, ma basta fare dei bei progetti». Dica la verità, da parte vostra non c’è nessun preconcetto? C’è chi sostiene che vi
siete lasciati ideologizzare dagli ambientalisti. «Parlo per me, sono persona libera culturalmente, non posso avere preconcetti. Faccio banalmente il funzionario». Che cosa ha proposto al presidente della Provincia. «L’unica cosa che ho fatto, tra Natale e Capodanno, è di scrivere una lettera al presidente della Provincia, chiedendogli concretamente di avere un paio di stanze per mandare i miei funzionari. Se c’è stata
Grones, ad esempio, suggerisce per l’impianto un diverso itinerario, che dal passo Valparola scenda direttamente in Val Badia, senza sfregiare le montagne “sacre” (per i tanti morti della guerra) di Livinallongo. «Se così è, il sindaco ci presenti il progetto e ne discuteremo. Ma noi non intendiamo perdere altro tempo. Gli impianti di Comelico Superiore e di Arabba e del Civetta vogliamo concluderli quanto prima». Quanto ai vincoli, Caner ritiene che la parola spetti ora al Tribunale amministrativo e alla Corte Costituzionale: ovviamente per toglierli di mezzo. — F.D.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’assessore Federico Caner
una difficoltà di comprensione...». Altroché. «Bene, ci sarà un contatto maggiore in futuro. Non ho nessun merito per il decreto, perché non l’ho promosso io. Io, però, sarei andato prima a raccontare questa storia, a confrontarmi, a dialogare. Non è una critica, la mia, parlo di contenuti. Ho letto quel testo e francamente è un eccellente lavoro. Dopodiché ci sarà un ricorso e vedremo». I ricorsi saranno più d’uno, per la verità. «Siamo qui a Conegliano per l’avvio dell’Associazione per la gestione delle Colline Unesco. Il contenuto di cui parliamo in questo caso è esattamente sovrapponibile per quanto si è fatto in Comelico e ad Auronzo. Vedo che qui si sta festeggiando, lassù si critica. Io dico che forse bisognerà organizzare qualcosa del genere. Chi ha voluto le Colline Unesco, a partire dalla Regione, si è dimostrato più avanti di noi burocrati in tema di tutela. Qui si parla di albergo diffuso, ad esempio. Perché non avviene anche lassù in Cadore ed in Comelico?». Non vi smuovete neppure davanti alle 5 mila firme di protesta? «Io non ho né meriti né demeriti. Ho seguito la cosa dai giornali quando lavoravo altrove. E oggi che mi trovo a gestire questo problema, penso di aver bisogno innanzitutto di capire quali siano i bisogni di quel territorio. Nessuno me ne ha ancora parlato, il primo passo l’ho fatto io». Dica la verità, nessuno da Auronzo e dal Comelico si è fatto avanti con voi? «È così». Se qualche sindaco la inviterà, è disponibile a salire? «Assolutamente sì, l’ho chiesto in questa forma (al presidente della Provincia) perché il burocrate non ne ha altre. Io non faccio politica, io scrivo lettera con numero protocollo e l’ho scritta dopo tre giorni dal mio arrivo» . — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il presidente di Confartigianato Treviso lancia un appello a Zaia: va trovato un accordo con il Friuli su Cimpello-Gemona
Sartor: «Gli utili di Cav alla Pedemontana e prolungare la A27 fino a Tai di Cadore» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
«L
e statali che Zaia ha regalato all’Anas? Sono la prova che noi veneti non abbiamo mai superato la sindrome del mezzadro. Ci serve un padrone che ci dica cosa fare, per poi imprecare». Vendemiano Sartor, 67 anni, trevigiano, imprenditore dell’autostrasporto, è una delle bandiere storiche di Confartigianato e tra il 2008-2010 ha ricoperto la carica di assessore all’Economia nella giunta Galan. Si definisce un democristiano mai pentito, orgoglioso della prima Repubblica. Lei è stato uno degli artefici di Cav, nata dal patto tra Anas e Regione: cosa ne pensa dell’idea della holding delle autostrade a Nordest? «Cav è la società che controlla il Passante di Mestre, unico caso di federalismo autostradale in Italia, nato da una proposta dirompente della
nostra classe politica. Non bisogna dimenticare la spinta riformista figlia dei decreti Bassanini del 2001, oggi va ripreso l’intero disegno attorno a due assi: il completamento della Pedemontana e il prolungamento della A27 fino a Tai di Cadore in previsione delle Olimpiadi di Cortina 2026». Sfide complesse: forse per la Pedemontana si potrà tagliare il traguardo entro l’anno, ma i costi sono esorbitanti. 12 miliardi in 39 anni... «Sono ottimista e credo che i
«Le strade all’Anas dimostano che abbiamo ancora la sindrome del mezzadro» Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Treviso
ricavi incassati dai pedaggi ripagheranno l’investimento ma ad una sola condizione: vanno realizzate tutte le opere complementari di viabilità nei paesi per favorire l’accesso ai 16 caselli dislocati lungo i 94 km da Montecchio a Spresiano. Gli utili di Cav
vanno assolutamente vincolati a questo obiettivo, altrimenti c’è il rischio che la Pedemontana non venga utilizzata dai residenti ma solo dai Tir stranieri». Perché mai il grande traffico merci sull’asse Mila-
no-Tarvisio-Trieste dovrebbe abbandonare la A4 e il Passante? «La Pedemontana è nata proprio con l’obiettivo di spostare il traffico merci internazionale a Nord per liberare la Patreve e quindi va costruito un
accordo con il Friuli tra Cav e Autovie per completare il tratto tra Pordenone e Gemona. Zaia e Fedriga si debbono parlare, indicare le priorità e questi 58 chilometri sono fondamentali per consentire a chi entra sulla Pedemontana a Montecchio nel Vicentino di sbucare sulla A27 a Spresiano e poi salire fino all’innesto con A28 e raggiungere Tarvisio o il valico per Trieste. Solo con il raccordo Ci mpello-Gemona avremo un anello alternativo alla A4 Milano-Venezia-Udine-Trieste». Cos’altro c’è da realizzare sulle grandi opere? «Il governo ha stanziato 1 miliardo per le Olimpiadi di Milano e Cortina e nuove risorse sono previste con i fondi Cio e la legge speciale per i Giochi 2026 sulla neve. Credo sia un’occasione unica per superare quel collo di bottiglia che paralizza il traffico a Pian di Vedoia, alle porte di Longarone: la A27 va prolungata almeno fino a Tai e Pieve di Cadore e poi si tratta di decidere come arrivare in Austria». Se questo è lo scenario, an-
che lei scommette sulla revoca delle concessioni ad Aspi-Atlantia per punire Benetton dopo Genova? «No. Io penso che lo Stato abbia due ruoli fondamentali: programmare lo sviluppo e controllare la gestione che va affidata ai privati. La revoca delle concessioni non può essere una battaglia ideologica perché c’è il rischio della paralisi con un contenzioso infinito. Alla fine lo Stato sarà costretto a pagare le penali ad Atlantia e a farsi carico della manutenzione delle autostrade senza incassare più i canoni delle concessioni. Meglio tornare alla cura Di Pietro: quand’era ministro aveva avviato rigorosi controlli» Confindustria ha lanciato il dibattito su Patreve, lei che ne pensa? «Il tema esiste da 30 anni. Il Veneto della fabbrica diffusa si snoda tra la pedemontana da Pordenone a Verona e lungo l’asse centrale metropolitano: siamo la terra del policentrismo perfetto, con 5 province che producono al ritmo della Baviera e due realtà piccole ma altrettanto strategiche. Stiamo perdendo colpi rispetto all’Emilia Romagna, che in termini di export e Pil ci sta superando. Vanno quindi organizzati i servizi della Patreve senza formule burocratiche, ma con gli accordi tra le categorie economiche e le istituzioni. Un ruolo decisivo lo deve giocare il metrò di superficie, l’Sfmr va tirato fuori dal cassetto della Regione». —
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Nordest
LA FIRMA CONEGLIANO (TREVISO ) Dice il profilo: giovane, manager, poliglotta. Uomo? Ebbene no, donna. E non una, oltretutto nel ruolo di presidente, ma “addirittura” due. La padovana Marina Montedoro e la trevigiana Silvia Mion sono le rappresentanti della Regione nel consiglio direttivo della neonata “Associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, ufficialmente costituita a sei mesi dalla vittoria di Baku, con l’obiettivo di gestire il futuro agroambientale, urbanistico e turistico dell’unico paesaggio viticolo al mondo riconosciuto dall’Unesco. «Un soggetto agile e operativo, non certo un carrozzone di poltrone», si era raccomandato il governatore Luca Zaia al ritorno dall’Azerbaijan, salvo scoprire in questi giorni che all’interno del Consorzio di tutela della Docg si era consumata una faida tale da richiedere ieri mattina un suo intervento al piano nobile della storica Scuola Enologica di cui è stato giovane allievo.
IL RETROSCENA
Attorno all’austero tavolo a ferro di cavallo, nella gloriosa aula di degustazione, erano riuniti i soci fondatori della nuova entità: Regione e Consorzio, appunto, ma anche Provincia di Treviso, Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Intesa programmatica d’area “Terre Alte della Marca Trevigiana”. Gli occhi ai documenti redatti dal notaio Paolo Broli, le orecchie per la tirata di Zaia. «Un forte appello al lavoro di squadra, nello spirito che ci ha portati all’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità», hanno riferito i presenti all’incontro ristretto, mentre in sede pubblica il governatore ha glissato sulla polemica della mancata designazione a consigliere del presidente consortile uscente Innocente Nardi, in favore dell’imprenditore Lodovico Giustiniani: «Non entro nelle partite altrui, preferisco pensa-
IL PASSO INDIETRO DI NARDI A FAVORE DI GIUSTINIANI: «HO LAVORATO E LAVORERÒ SEMPRE PER QUEST’AREA»
LA POLITICA VENEZIA I renziani di Italia Viva hanno disertato l’incontro convocato martedì sera a Padova per scegliere il candidato governatore del centrosinistra da contrapporre a Luca Zaia. C’erano tutti: Pd, i civici del Veneto che Vogliamo (il cartello di Arturo Lorenzoni, candidato in pectore), socialisti, Verdi, +Europa, Italia in Comune del sindaco di Parma Pizzarotti, Sinistra Italiana, Azione di Carlo Calenda. Mancava solo Italia Viva. Il motivo? «A parte un qui pro quo sulla convocazione, su cui comunque non vogliamo fare polemica, la verità è che si trattava di un tavolo confuso - ha detto la deputata veneziana di Italia Viva, Sara Moretto - con un dibattito ancora aperto su primarie sì o primarie no, sul candidato civico o non civico, insomma è un confronto ancora molto arretrato». Moretto ha puntualizzato: «Non stiamo chiudendo la porta, anzi, abbiamo occhi e orecchie aperte, ma vogliamo capire se questo progetto assumerà caratteristiche e confini più concreti». Ma Italia Viva ci sarà o no alle elezioni regionali del Veneto?
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Unesco, una donna al top sulle colline del Prosecco La padovana Montedoro è la presidente `Tensioni nella Docg, richiamo di Zaia: dell’associazione che curerà il sito tutelato «Ora lavoriamo per 1 milione di presenze» `
in Economia e Pubbliche Relazioni, arriva invece dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza nel marketing digitale lanciando la startup Zooppa. «Due ragazze che parlano l’inglese come l’italiano», ha rimarcato Zaia, ricordando quanto cruciale sia questo aspetto nelle relazioni internazionali di un sito Unesco. In attesa che l’assemblea dei soci possa indicare tre ulteriori componenti, per il momento con loro in squadra ci sono quattro uomini: Giuseppe Maset per la Provincia, Ivo Nardi per la Cciaa, Vincenzo Sacchet per l’Ipa e appunto Giustiniani per il Consorzio.
L’IMBARAZZO
PROTAGONISTI Lodovico Giustiniani, Luca Zaia, Marina Montedoro, il notaio Paolo Broli, Silvia Mion, Giuseppe Maset, Ivo Nardi e Vincenzo Sacchet (foto
Marina, l’esperta di agraria ex Ue La padovana Marina Montedoro, classe 1976, è stata designata alla presidenza. Laureata in Agraria, è direttore dell’istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue esperienze pregresse spaziano dall’Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole
Silvia, la manager di startup digitali La trevigiana Silvia Mion, classe 1982, è stata scelta come consigliere. Laureata in Economia e Pubbliche relazioni, proviene dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza in marketing digitale lanciando la startup Zooppa.
FRANCESCO DA RE)
re alle nostre nomine, due donne...». E che donne, come emerge dal curriculum di entrambe.
A Verona l’edizione numero 114
LA SQUADRA
Mobilitazione contro la cimice a Fieragricola
Montedoro, classe 1976, laureata in Agraria, è l’attuale direttore dell’istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue pregresse esperienze professionali spaziano dall’Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole, dove ha conosciuto Zaia, al quale si è ispirata per la sua prima promessa: «Lavoreremo pancia a terra, già da questo pomeriggio, per essere un alleato di queste colline. Un territorio caratterizzato da cultura, storia, arte e agricoltura, in cui il popolo veneto ha messo tutta la sua passione e dedizione». Mion, classe 1982, laureata
VENEZIA Per fermare i danni («Una strage nei campi») provocata dalla cimice killer, migliaia di agricoltori della Coldiretti delle diverse regioni saranno con i loro trattori all’apertura, mercoledì 29 gennaio, di Fieragricola a Verona, la più grande manifestazione dedicata al settore in Italia, dove sono attesi esponenti delle istituzioni europee, nazionali e regionali. La 114ª edizione di Fieragricola è stata presentata ieri a Roma. E dai numeri si è visto che è una
Regionali, i renziani disertano il vertice del centrosinistra «Noi vogliamo esserci - ha detto Moretto - Da soli è impossibile, guardiamo con interesse alla Puglia». In Puglia Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda hanno deciso di non sostenere Michele Emiliano, che però non ha più la tessera Pd in quanto magistrato, ma di correre assieme con un proprio candidato.
RENZIANI CIVICI Che in Veneto il modello Puglia sia riproducibile appare al momento difficile. Non solo per-
MORETTO: «È ANCORA UN TAVOLO CONFUSO, CI PIACEREBBE UN’ALLEANZA SOLO CON AZIONE DI CALENDA COME IN PUGLIA»
ché Azione con Emanuele Cagnes (ex segretario organizzativo del Pd regionale) e Federico Vantini (che è stato forse il primo renziano di tutto il Veneto, già sindaco di San Giovanni Lupatoto) erano all’incontro di martedì sera con il resto della costruenda coalizione, ma anche perché ci sono dinamiche territoriali confliggenti: a Padova, ad esempio, i referenti di Italia Viva Antonino Pipitone e Romualdo Zoccali hanno aderito al manifesto de Il Veneto che Vogliamo, rassemblement di movimenti e associazioni, a partire da Coalizione Civica del vicesindaco arancione di Padova Artuo Lorenzoni, che sabato terrà la sua assemblea regionale.
IL RINVIO Renziani a parte, l’incontro del centrosinistra di martedì sera non ha segnato battute d’arresto,
fiera in assoluta crescita: 10 padiglioni occupati, 900 espositori, due aree esterne, 800 capi di bestiame, oltre 130 convegni in quattro giorni, delegazioni estere provenienti da 30 nazioni per un evento che punta su innovazione, sostenibilità ed economia circolare. «Fieragricola 2020 accende i riflettori sulle grandi sfide alle quali l’agricoltura è chiamata a dare risposte, a partire dal Green Deal illustrato dalla Commissione Ue presieduta da Ursula von der
anche se il tema caldo - come scegliere il candidato governatore, se con riunioni e trattative tra gli alleati o se con elezioni primarie aperte - è rinviato a martedì 28. Un altro passaggio cruciale sarà la direzione regionale del Partito Democratico convocata per venerdì 31 gennaio: sarà in quella sede che i dem avranno l’ultima parola in merito e sarà interessante capire con quale relazione si presenterà il segretario Alessandro Bisato: appoggiando una candidatura civica o insistendo per una scelta interna? Per ora i possibili alleati hanno trovato una intesa di massima sul programma, con sanità e ambiente quali cavalli d battaglia. Le porte restano aperte al M5s, anche se qui bisognerà capire dopo il voto di domenica in Emilia Romagna se in Veneto vincerà l’ala governista del ministro Federico D’Incà o quella refrattaria a qualsiasi alleanza con il Pd dell’attuale capogruppo in Regione Jacopo Berti. Resta il fatto che, con o senza M5s, il tentativo di Pd & C, è di andare oltre il cartello elettorale e di diventare massa critica in consiglio regionale. Il dilemma, però, è sul candidato governatore: civico o tesserato? Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Leyen e che coinvolge anche il sistema agricolo in maniera articolata», ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. A sfruttare il palcoscenico della fiera veronese sarà intanto la Coldiretti per parlare della cimice: «Si tratta della prima mobilitazione degli agricoltori italiani contro l’invasione di insetti alieni portati in Italia dai cambiamenti climatici e dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione Europea».
Inevitabilmente sulla cerimonia è aleggiato un velo di imbarazzo, viste le tensioni interne all’ente dei produttori, pare legate anche alla corsa per la successione di Nardi alla presidenza del lo stesso Consorzio. Un possibile ruolo rispetto a cui Giustiniani, esponente della nobile famiglia Collalto e presidente di Confagricoltura Veneto, non si è tirato indietro: «Se il consiglio di amministrazione me lo chiedesse, mi metterei a disposizione». Decisamente signorile, comunque, l’uscita di scena di Nardi: «Auguro buon lavoro alla nuova associazione ed è chiaro che le sarò sempre amico. Ho lavorato, lavoro e lavorerò sempre per queste colline, perché ci credo sia come agricoltore che come cittadino».
IL PATTO
Un territorio che «non è casa mia, ma patrimonio di tutti», come hanno ricordato gli studenti dell’istituto guidato da Mariagrazia Morgan, citati per questo da Massimo Riccardo, ambasciatore italiano all’Unesco e fra i protagonisti della missione azera, insieme ai curatori del dossier Mauro Agnoletti, Amerigo Restucci e Leopoldo Saccon. Si è affidato ai ragazzi pure Fabrizio Megani, nuovo soprintendente del Veneto Orientale, per dare la misura «di quello che si potrà e non si potrà fare» nella zona: «Serve un patto tra scuola, istituzioni, viticoltori e cittadini per il bene comune». Zaia ha però fissato anche un più prosaico obiettivo numerico: «Portare le presenze da 350.000 a 1 milione, in alberghi diffusi da raggiungere a piedi, in nome di un turismo informato sui luoghi e rispettoso dell’ambiente». Angela Pederiva
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«Servizi per i neonati non bandiere venete» `Formalizzata
la Family Card del dem Sinigaglia LA PROPOSTA VENEZIA «Fatti contro propaganda, servizi anziché bandiere se davvero vogliamo aiutare le famiglie venete in difficoltà e incentivare la natalità, che è il vero problema della nostra regione». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia che ieri in Prima commissione a Palazzo Ferro Fini ha illustrato il progetto di legge sulla Family Card di cui è primo firmatario e che è stato sottoscritto da tutto il gruppo. «La Regione - ha detto Sinigaglia - invece di spendere 400mila euro in due anni per regalare le bandiere con il Leone di San Marco ai nuovi nati, destini quei soldi agli enti locali che decideranno di istituire la Family Card. I neo genitori non hanno bisogno di simboli per
essere orgogliosi di appartenere a un territorio, ma di servizi, a partire dagli asili nido a cui ha diritto appena un bambino su quattro». Sinigaglia ha ricordato che «in Veneto il calo della natalità è costante e drammatico, -25% in dieci anni: davvero Zaia e la Lega pensano di risolverlo regalando la bandiera di San Marco? Se ci sono delle risorse per le famiglie, poche o tante che siano, vengano spese in modo efficace, garantendo agevolazioni economiche a chi è in difficoltà per l’acquisto di pannolini, omogeneizzati e altri alimenti».
WELFARE La Prima commissione del consiglio veneto ha dato inoltre il via libera ad ampia maggioranza, senza voti contrari, al provvedimento della giunta sulla previdenza complementare di natura collettiva con lo sviluppo di sistemi di welfare integrato. È prevista l’istituzione di un ente regionale denominato Veneto Welfare. © RIPRODUZIONE RISERVATA