RASSEGNA STAMPA DEL 17 GENNAIO 2020

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Nordest

MAX CALDERAN, RECORD NEL DESERTO Dopo 522 km continua la traversata del deserto Rub Al Khali dell’esploratore pordenonese Max Calderan tra record e una violenta tempesta di sabbia

Lunedì 27 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Sanità, il ministro Boccia apre a Zaia «L’adeguamento degli stipendi per l’Azienda ospedaliera `«Gli aumenti non saranno bloccati, serve un chiarimento di Padova è condiviso, non è un’impugnativa politica» Con l’autonomia regionale il problema sarebbe superato» `

L’APERTURA VENEZIA Politicamente sono distanti anni luce. Uno, Luca Zaia, governatore del Veneto, è esponente di spicco della Lega che non vede l’ora di scalzare il governo giallo-rosso di Giuseppe Conte; l’altro, Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, uomo del Pd, oltre a trovarsi tra le mani il dossier dell’autonomia, ha anche il compito di analizzare ed eventualmente impugnare le leggi delle Regioni. Esattamente quello che ha fatto con tre norme del Veneto in materia di sanità. Eppure, tra i due non volano coltelli. Zaia è stato il primo a usare il fioretto della diplomazia («Lotteremo in ogni sede perché i veneti possano avere un servizio sanitario adeguato, ma cercherò anche un dialogo con il ministro»). E il ministro ha accettato la mano tesa: «L’intervento del Veneto sui medici è condivisibile, è il metodo a essere sbagliato. Bisogna lavorare insieme per risolvere i problemi».

LA CONDIVISIONE Le norme del Veneto contestate dal Governo quelle della legge del 25 novembre 2019 riguardanti l’assunzione dei medici specializzandi, la perequazione degli stipendi ospedalieri e l’esonero del personale che già opera nella sanità veneta dalla preselezione concorsuale. «L’obiettivo della norma della Regione Veneto, impugnata dal governo, sull’adeguamento degli stipendi per l’azienda ospedaliera universitaria di Padova è assolutamente condiviso - dice il ministro Boccia - Tuttavia, è molto radicato in diverse amministrazioni centrali il dubbio che l’articolato regionale, co-

«SONO CERTO CHE INSIEME CON IL PRESIDENTE DEL VENETO TROVEREMO UNA SOLUZIONE»

me formulato, si ponga in contrasto con i principi fondamentali per il coordinamento della finanza pubblica e invada la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile. Non si tratta di impugnative politiche, basti pensare che nella stessa seduta del Cdm abbiamo impugnato, sempre sulla sanità, norme sia del Veneto che della Puglia. Non si bloccano gli aumenti di stipendio ma si chiede alla Consulta di chiarire se lo strumento adottato confligge con previsioni normative di rango superiore e, addirittura, costituzionali». Il ministro ammette: «Purtroppo la legislazione è confusa e va fatta chiarezza. Con la legge quadro sull’autonomia questo problema sarebbe superato. Anche per questa ragione vanno evitate polemiche inutili».

LA PROPOSTA Boccia puntualizza: «Nessuno ha bloccato alcun aumento. È stato chiesto alla Consulta di esprimersi su una legislazione caotica e non aiuta che, in questo caos, le Regioni normino temi settoriali in leggi di bilancio che diventano degli omnibus assumendo tutti i difetti delle leggi di bilancio centrali. Lo dico battendomi da anni sulla necessità di leggi di bilancio pulite e coerenti». Collaborazione, dunque? «Il rapporto con Luca Zaia è improntato sul rispetto e fiducia reciproca e sulla leale collaborazione e sono sicuro che troveremo insieme una soluzione - dice Boccia - Intanto questa polemica non ha alcun senso perché la legge regionale resta valida nel nostro ordinamento e, qualora davvero, nel contestarla, il governo non ne avesse colto correttamente la portata, la Corte Costituzionale, con il consueto rigore che la contraddistingue, rigetterebbe il ricorso proposto. Ma, essendo davvero il governo ben predisposto al dialogo, confermo la disponibilità ad un tavolo di confronto per valutare la possibilità di individuare soluzioni condivise per risolvere il problema ben prima della decisione della Corte e, magari, scongiurandola». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sul Gazzettino 14

Nordest

BANCA DEGLI OCCHI: STAMINALI CONTRO LA MACULA La cura della degenerazione maculare senile attraverso le cellule staminali: è il progetto di ricerca presentato a Treviso dalla Banca degli Occhi

Domenica 26 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Zaia: «Sanità, una legge uguale per tutti» `Dopo l’impugnazione delle norme venete, scatta la proposta `«Si potrebbe equiparare il trattamento degli specializzandi «Parlerò con il ministro per sanare una legislazione carente» in tutta Italia, così molte altre Regioni farebbero come noi»

LO SCONTRO TREVISO La forza di codici e tribunali. Ma anche il fioretto della diplomazia per costruire soluzioni che mettano in un cassetto polemiche e bracci di ferro. Sono i due fronti che vedono impegnato il presidente del Veneto Luca Zaia, deciso a difendere “con ogni mezzo” quelle tre norme legislative della Regione che il Governo vuole cancellare, davanti alla Corte Costituzionale. Zaia ribadisce, con fermezza: «Lotteremo in ogni sede perché i veneti possano avere un servizio sanitario adeguato. Ma cercherò anche un dialogo con il ministro». L’affondo è partito dal Governo, su proposta del ministro dem agli Affari regionali Francesco Boccia, che ha deciso di sollevare alcune questioni di legittimità davanti alla Corte Costituzionale per quanto riguarda le tre norme legislative del Veneto relative agli specializzandi in medicina con borse di studio finanziate dalla Regione, obbligati a restare a lavorare in Veneto per almeno tre anni, che riguardano poi la rideterminazione del trattamento economico dei medici dell’Azienda Ospedaliera di Padova e, infine, la possibilità di assumere utilizzando graduatorie concorsuali di altre amministrazioni. «Ne parlerò con il ministro alla Sanità e spero che si riesca a trovare una soluzione», anticipa Zaia. Come? «Ad esempio, il Governo potrebbe tranquillamente emanare un decreto legge e sanare i problemi di una legislazione tuttora carente». Il problema delle borse di studio per gli specializzandi in medicina, ad esempio, sta particolarmente a cuore a Zaia. La Regione ne finanzia 90

VINCOLO DI PERMANENZA SUL TERRITORIO PER CHI HA UNA BORSA DI STUDIO: «SE INVESTO IN FORMAZIONE DEVO ESSERE CERTO DI AVERE UN RITORNO»

IL CASO PADOVA È bufera nella sanità padovana sullo stop del governo all’aumento degli stipendi. Il primo ad alzare la voce è Giampiero Avruscio, direttore di Angiologia all’Azienda ospedaliera e presidente Anpo, promotore della rivolta dei camici bianchi di via

I numeri contestati

5 gli anni successivi alla specializzazione con una borsa di studio della Regione in cui il medico deve partecipare ai concorsi banditi in Veneto

3 gli anni in cui il medico è chiamato a prestare servizio in Veneto

all’anno per una spesa di 10 milioni. Uno sforzo che si aggiunge alle borse di studio previste dalle Scuole di specialità a livello nazionale. «Devo essere certo che se investo soldi in formazione, quell’investimento tornerà indietro nel territorio veneto. Oggi è una certezza che manca. Ma quale azienda formerebbe i suoi dipendenti per sapere che se ne andranno via tutti, appena ottenuta la specialità?». Per evitare la fuga Zaia ha escogitato il “blocco” dell’emigrazione dei cervelli. Vuoi la borsa di studio veneta? Resti in Veneto a lavorare. Un discorso che - a detta del Governo - farebbe più di qualche piega. Ma Zaia rin-

Rizzotto (Lista Zaia)

cara: «Se ci fossero maggiori certezze, sarei disposto a raddoppiare, triplicare i finanziamenti. E sarei disposto, addirittura, a finanziare la specializzazione dei medici all’estero, magari al Centro tumori di Boston». Zaia apre anche un altro fronte: «Se il Governo legiferasse in materia, equiparerebbe il trattamento degli specializzando in tutta Italia. E molte altre regioni mi seguirebbero, finanziando la specializzazione dei medici del territorio».

LE CARENZE «Si è di fronte a un’assurdità. In Italia mancano 56mila medici e 1300 in Veneto per un organico

GOVERNATORE Luca Zaia

1.300

«Così si bloccano tutti gli stanziamenti» «Dopo questo nuovo segnale di guerra contro il Veneto da parte del Governo pentapiddino, mi sorge spontaneo un pensiero: dopo l’ autonomia che non arriva e che non vogliono far arrivare, ora che vogliono tenere anche le redini delle decisioni che fanno capo alle competenze regionali, a Roma stanno forse pensando, dopo le Province, di abolire anche le Regioni?». Mentre il governatore veneto pensa alla mediazione, la consigliera Silvia Rizzotto (Lista Zaia) va all’attacco, pronta a «scendere in trincea». Così si rischia il blocco dell’ adeguamento degli stipendi dei medici padovani e l’incremento delle borse di studio per i medici specializzandi: «Questi investimenti sono e sarebbero finanziati in toto dalla Regione Veneto».

i medici che mancano nella pianta organica della sanità veneta

SPECIALIZZANDI Una manifestazione a Padova nel 2013

La rivolta dei camici bianchi padovani: «Vergognoso, noi pagati meno di altri» nostante l’elevato peso assistenziale, l’elevato livello di complessità delle patologie dei nostri pazienti, nonostante l’elevato rischio clinico dei nostri interventi».

scorso ottobre, aveva avviato una raccolta firme tra i colleghi padovani per chiedere il trasferimento in massa a Verona. Un gesto di protesta che è riuscito ad accendere i riflettori della Regione sul

ideale. Diciamo che, nell’immediato, in Veneto c’è bisogno di almeno 250 medici per garantire il ricambio tra nuovi ingressi e pensionamenti o fuoriuscite» fa i conti il governatore. Per cercare di tappare le falle la Regione si è “inventata” una serie di soluzioni che non sono piaciute affatto al Governo. «Mi sono dato da fare e ho portato avanti l’assunzione di 500 medici laureati ma non specializzati. Apriti cielo! Dopodichè ho siglato un accordo con le Università di Padova e Verona perché gli specializzandi entrino in corsia già al terzo anno. E anche qui, solo critiche. Ancora. Ho portato avanti norme che sono diventate leggi a livello nazionale come i medici che a 65 anni possono decidere se andare in pensione o restare in servizio».

IL CASO PADOVA Poi, c’è l’altra nota dolente che riguarda l’equiparazione degli stipendi dei medici ospedalieri padovani con quella dei colleghi del resto della regione. «Ho previsto fondi per 2 milioni e 200mila euro all’anno all’Azienda Ospedaliera di Padova. Ma il Governo mi ha bloccato. Non si tratta di aumenti. Magari potessi aumentare gli stipendi dei medici. Non esiste una norma che consenta alle Regioni di fare salti in avanti con gli stipendi. E anche se ci fosse una norma, oggi ci mangerebbero i soldi». Così, Zaia battagliero annuncia: «Il Governo dice che queste sono norme che non ci competono. Ma il Governo non legifera. Risponderemo presentando appello. Ci difenderemo davanti alla Corte Costituzionale perché la tutela della nostra comunità è fondamentale». Poi, la mediazione: «Le soluzioni non vanno trovate in Tribunale. C’è la legge per delineare una strada maestra, uguale per tutti, che consenta alle nostre comunità di sentirsi tutelate in un settore delicato come quello della sanità. Avere ospedali che funzionano e bravi medici penso che siano obiettivi comuni. Spero che il ministro Speranza mi appoggi». Valeria Lipparini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da anni la distribuzione dei fondi di posizione a medici delle varie Ulss mostra sensibili variazioni, differenze che dipendono anche dalla gestione dei “tesoretti” delle singole aziende. Lo stesso vale per il personale sanitario, in particolar modo per tecnici e infermieri. «Siamo preoccupati per questa decisione che si ripercuoterà sulla trattativa in Azien-

`Ieri sul Gazzettino

l’apertura del governatore Luca Zaia: «Lotteremo in ogni sede perché i veneti possano avere un servizio sanitario adeguato, ma cercherò anche un dialogo con il ministro»

L’APPELLO VENEZIA Il Partito Socialista lancia un «appello alla ragionevolezza» agli alleati del centrosinistra del Veneto perché tutti assieme facciano uno sforzo e si presentino uniti alle elezioni regionali. A chiederlo è il segretario regionale del Psi Luca Fantò. «Edgar Allan Poe, uno dei più grandi scrittori di orrore di sempre, ci ha spiegato come non vi sia passione peggiore che quella dell’uomo che sull’orlo del precipizio, temendo di cadervi dentro, vi si precipita. L’impressione - dice Fantò - è che questa terribile passione abbia colto l’intero centrosinistra del Veneto che, di fronte alla possibilità di una disfatta elettorale clamorosa e senza precedenti, medita di presentarsi con ben tre differenti candidati alla presidenza

DISPONIBILITÀ Il ministro Francesco Boccia e il governatore del Veneto Luca Zaia

I socialisti agli alleati del centrosinistra: «Tutti uniti alle elezioni» della Regione». E cioè Arturo Lorenzoni per i civici, il Pd per conto proprio, idem la lista che riunirà Italia Viva, Azione, Psi, +Europa. «Così, come noi socialisti sosteniamo da tempo, di fronte all’opportunità di dare un segnale storico all’Italia intera dimostrando che è possibile, nonostante i pronostici, capovolgere una situazione che vede il centrodestra vincente, tutte le forze del centrosinistra piuttosto che lanciare un guanto di sfida coraggioso alla destra leghista, sembrano voler scegliere il basso profilo e battersi per ottenere un manipolo di consiglieri regionali», dice Fantò. Che lancia un «appello alla ragionevolezza

all’intero centrosinistra veneto, da Rifondazione comunista a Italia Viva, passando per la coalizione che sostiene Lorenzoni, per gli amici repubblicani, per Calenda. Si convochino tutte le forze politiche riformiste e tutte convergano insieme con la consapevolezza che il Veneto può realmente

IL SEGRETARIO LUCA FANTÒ: «PRESENTARSI ADDIRITTURA CON TRE CANDIDATI SAREBBE UN SUICIDIO»

farsi paradigma politico del riformismo italiano».

FUORI IL M5S Il segretario dei socialisti, che pure parteciperà alla formazione di una lista unica con renziani, calendiani e boniniani, dice che presentarsi con più candidati governatori sarebbe «un suicidio». E il M5s? «Se i pentastellati sono un elemento di rottura, meglio tenerli fuori». Ma tutto il centrosinistra - ribadisce - deve correre unito: «Il Veneto può essere il luogo d’inizio di una riscossa della ragionevolezza, del ritorno alla politica del buonsenso. Noi socialisti non abbiamo, per ora e purtroppo, la forza politica per farlo da soli ma abbiamo l’esperienza per suggerirlo». E il candidato governatore chi potrebbe essere? «Noi ce l’avremmo, ma gli altri non lo accetterebbero». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lessinia, migliaia alla marcia L’ira di Zaia: progetto in salita

SULLA NEVE Per gli organizzatori, almeno seimila manifestanti hanno marciato ieri in Lessinia contro la proposta di ridurre la riserva naturale

ne, ora la strada del progetto di legge sarebbe più irta delle salite affrontate ieri dai manifestanti.

presenze: «Tanta gente che vuol bene al parco, alla Lessinia, a chi ci abita e ci vive». Pure il deputato dem Diego Zardini guarda al governatore: «Ora Zaia fermi lo scempio e rilanci con risorse adeguate le attività sostenibili». Concorda Manuel Brusco (M5s): «Ci rivolgiamo direttamente al governatore: il parco della Lessinia è bene collettivo». Valdegamberi parla di «linciaggio di massa contro la riserva indiana dei pochi montanari sopravvissuti», ma forse dovrà spiegare a Zaia se accusa anche lui di «arroganza sociale del peggiore ambientalismo da salotto»... (a.pe.)

LA PROTESTA VENEZIA A migliaia in marcia sulla neve contro il taglio del Parco regionale della Lessinia: stando alle stime degli organizzatori, almeno seimila i partecipanti. Più un convitato di pietra, il governatore Luca Zaia, non meno arrabbiato di loro con i promotori della contestata proposta, pur trattandosi dei leghisti Alessandro Montagnoli ed Enrico Corsi e del cimbro Stefano Valdegamberi, cioè di uomini della sua maggioranza. Secondo i beninformati di Palazzo, proprio grazie all’intervento del presidente della Regio-

NESSUNA CONCERTAZIONE A scatenare l’ira di Zaia sarebbe stato il fatto che il testo, di iniziativa dei tre consiglieri, non sarebbe stato concertato con i capigruppo del centrodestra né tanto meno con la Giunta. Al punto che lo stesso governatore ne avrebbe scoperto l’esistenza solo dopo le polemiche scatenate dall’opposizione e dalle associazioni. Proprio lui, destinatario degli appelli ambientalisti, sui social è stato però ritratto (con tanto di vignetta) come “il taglia-

parchi” che ha deciso la riduzione di 1.794 dei 10.201 ettari della riserva naturale, ritenuta in zona Balbi «una porcheria». Di qui la sua irritazione, culminata nella richiesta allo zaiano Francesco Calzavara, presidente della commissione Territorio, di cercare una soluzione al pasticcio, poi trovata nella formale richiesta alla Comunità del Parco di esprimere il suo parere. In questo modo l’approvazione già avvenuta, in attesa del vaglio di Bilancio, è stata di fatto azzerata.

ARGOMENTO SCOMPARSO Oltretutto l’argomento non compare nemmeno all’ordine

del giorno della seduta di giovedì prossimo. «Credo che Zaia sarà costretto a bloccare Montagnoli e gli altri», dice Andrea Zanoni (Pd), presente alla manifestazione insieme ai colleghi Orietta Salemi, Graziano Azzalin, Anna Maria Bigon e al capogruppo Stefano Fracasso, soddisfatto delle

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GOVERNATORE FURIOSO CON I TRE CONSIGLIERI DELLA MAGGIORANZA PROMOTORI DEI TAGLI ZANONI (PD): «CREDO CHE LI BLOCCHERÀ»

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TREVISO

ALLA FESTA DEL RADICCHIO A DOSSON

Zaia: Terraglio Est, basteranno 20 milioni Tracciato rivisto, sottopasso e mitigazioni, addio tunnel. «I soldi? Dalla Regione. Ma Treviso e Casier dovranno contribuire» «Sul Terraglio Est c’è un’ottima interlocuzione tra i Comuni di Casier e Treviso, e si è rivisto il tracciato», dice Zaia «ridimensionato e ottimizzato, non costerà più 25 milioni, ma 18, al massimo 20». Il governatore lo ha annunciato in pompa magna ieri a Dosson, alla 34ª festa del Radicchio Rosso, il grande evento del fiore d’inverno. E i soldi? «Veneto Strade è pronto per l’affidamento, mancano ancora i soldi, mi sembra di capire che toccherà metterli alla Regione, e un po’ anche ai Comuni. È un’opera strategica, sgraverà il centro di Dosson e creerà un flusso di traffico funzionale alle nostre imprese». A proposito di impre-

se, in primis c’è la Came di Paolo Menuzzo, in platea, lodato dal governatore mentre traccia la SPBENBQ dell’arteria, ultima appendice delle opere complementari al Passante, ancora da completare, attesa da decenni. Niente più tunnel, sottopasso e mitigazione, razionalizzazione del tracciato. Zaia dispensa sorrisi, strette di mano e foto tra gli espositori, e vuole rassicurare la folta platea di interlocutori istituzionali anche sulle risorse per il secondo stralcio del Terraglio est e sui tempi della Pedemontana. E Zaia ricorda anche le magnifiche sorti e progressive della Pedemontana: «Non mi ritengo un devastatore, penso semplicemente ci siano itinera-

A destra il governatore Zaia ieri alla festa del radicchio

ri da completare, tra cui la Pedemontana che è l’infrastruttura più importante attualmente in cantiere in tutta Italia. Sapete cosa vuol dire Pedemontana? Vuol dire sicurezza e me-

no inquinamento», dice, « Faremo Treviso Nord-Montebelluna in 10 minuti, Treviso Nord-Bassano in 20, Treviso Nord-Montecchio in 40, sbucando già verso Milano. Cam-

bia il mondo , e inquineremo di meno, perché toglieremo code. Ci teniamo tutti ad ambiente e qualità dell’aria. E ci ammaleremo di meno, perché ci arrabbieremo meno». (Mangiando sempre molto radicchio?). Il taglio del nastro, ieri, è stato preceduto dalla benedizione del parroco di Dosson, don Adriano Fardin (cespo di radicchio come aspersorio), dall’esibizione del coro della medie Vivaldi di Dosson, dalla premiazione dei produttori, infine pranzo e immancabili discorsi. E certo se Sanremo si trasferisse a Dosson, il palco vedrebbe decine di ceste colme del croccante fiore d’inverno. Elogi alle sette fasi di lavorazione («Solo i trevigiani po-

tevano inventarsi una cosa del genere» dichiara Zaia), la sua promozione come primo ortaggio Igp d’Europa («Se abbiamo ottenuto questo, otterremo anche l’autonomia», auspica il governatore), del valore turistico legato alle eccellenze enogastronomiche del territorio, del lavoro dei produttori e dei volontari. Prima di Zaia hanno parlato il sindaco di Casier, Renzo Carraretto, il presidente dell’associazione produttori (e successore del sindaco) Raimondo Dotta, il presidente dell’Unpli , Federico Gasparin e il presidente della Strada del Radicchio, Natalino Salvati. — Matteo Marcon © RIPRODUZIONE RISERVATA

A PADERNO DI PONZANO 700 PERSONE

La giornata della famiglia Il vescovo: «Gioia e amore contro crisi, liti, divisioni»

Il vescovo Tomasi davanti alla sala gremita, ieri a Paderno di Ponzano

La famiglia ce la farà. Ha la forza in sè per superare liti, incomprensioni e divergenze. Anzi, sarà proprio lei con la gioia che nasce dall’amore, a traghettare la Chiesa al di fuori delle paludi dell’era moderna intrisa di dubbi e paure. Ne è convinto il vescovo Michele Tomasi che ieri ha celebrato la messa di fronte a 700 persone, all’oratorio di Paderno di Ponzano, per riflettere su famiglia e vita. Con lui il vicario generale mons. Adriano Cevolotto, sui banchi il sindaco Antonello Baseggio in fascia tricolore. Bando alla negatività e spazio alla festa con riflessioni positive di sacerdoti ma soprattutto di laici, musica, canti, cibo condiviso e spettacoli teatrali. Pazienza se durante l’Etcarestia qualche bimbo si è messo a correre e giocare di fronte all’altare o qualche neonato richiamava a gran voce l’attenzione di mamma e papà: la vita è anche questa. Di fronte al dato generale che vede dappertutto famiglie in crisi, aumento di separazioni e divorzi, calo della natalità la Diocesi di Treviso mette in campo le sue forze per riflettere su temi di fondamentale importanza nella visione cristiana. E il vescovo Tomasi si pone in prima linea. «Le difficoltà si superano se impariamo a rispettare e anzi a valorizzare le nostre differenze e se lasciamo che Dio, al di là delle incro-

stazioni, ci inondi di luce, facendoci scoprire l’essenza dell’amore». Che poi è nostalgia dell’eterno. Chiedendo di sostenere papa Francesco in un momento in cui viene attaccato da più parti, anche nella stessa Chiesa, il vescovo invita ad aprire il cuore alla fiducia «perché il Signore compia ciò che semina attraverso la Parola», trovando terreno fertile nelle persone e nelle famiglie dotate di potenza generatrice, che non si esaurisce nella procreazione di figli. Lo hanno ribadito le testimonianze di Francesco, Francesca, Jessica, Simone: si possono generare situazioni e rapporti speciali operando nella scuola, in politica, nel proprio quartiere amplificando esperienze di pace. In quest’ottica le differenze diventano opportunità per crescere, dentro e fuori la coppia. La giornata di ieri era frutto di realtà diverse: organizzata dalla Pastorale familiare della diocesi, ha coinvolto Azione cattolica, Centro della Famiglia e Centro aiuto alla vita, gruppi parrocchiali e di genitori, Carmelitani, Neocatecumeali, Focolarini. Un solo filo rosso: la gioia, con l’ironia, perché «è importante saper sorridere dei nostri guai» come ha suggerito lo spettacolo “De amor e de altri strafanti”. — Laura Simeoni


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LUNEDÌ 27 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

manifestazione silenziosa degli ecologisti

Marcia tra la neve: «Il parco della Lessinia non si tocca» Giada Zandonà VERONA. «Una dichiarazione d’amore del popolo della Lessinia per le sue montagne e per i montanari che le abitano»: così Alessandro Anderloni, promotore dell’iniziativa, ha definito la manifestazione di ieri mattina nel Parco Regionale della Lessinia, nel Veronese. Passi silenziosi e determinati di migliaia e migliaia di persone di tutte le età che avanzavano piano sulla neve fresca caduta nella notte, da Conca dei Parbari a Rovrè Veronese, per far percepire la loro presenza e dire no al taglio di quasi il 20% del Parco. Un evento che ha coinvolto secondo gli organizzatori quasi 10 mila persone che hanno voluto festeggiare in anticipo i 30 anni del secondo Parco nato in Veneto, prima che per vo-

L’emozionante momento conclusivo della lettura corale della poesia

Atalmi (Cgil) critica il governatore della Lega «Eravamo degli invasori al fianco di Hitler»

«Alpini morti in Russia per la democrazia» Polemica per un post di Zaia su Nikolajevka

I post di Zaia e di Atalmi sull’anniversario di Nikolajevka

LA POLEMICA

olemiche sui social per un post del presidente del Veneto Luca Zaia che commemora gli alpini caduti nella battaglia di Nikolajevka del 26 gennaio 1943. Il governatore su Facebook scrive che erano andati a combattere «per difendere gli ideali di democrazia e libertà». Passaggio poi subito eliminato dopo che alcuni commentatori, fra cui Nicola Atalmi (segreteria provinciale Cgil di Treviso) gli avevano fatto notare che si trattava di «un esercito invasore e aggressore a sostegno di Hitler». Zaia su Fb cita Mario Rigoni Stern, lo scrittore di Asiago che con il “Sergente nella neve” (1953) ha regalato una delle più autorevoli testimonianze letterarie della seconda guerra mondiale, alla quale l’autore partecipò con gli alpini sul fronte russo. Ma sempre di guerra d’invasione si trattava e nelle pagine di Rigoni Stern

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emerge il dramma di un esercito mandato a morire per la follia di Hitler e Mussolini. Proprio questo ricorda Nicola Atalmi. «Secondo il Presidente #Zaia le truppe italiane aggregate a Hitler per attaccare la Russia combattevano “per gli ideali di libertà e democrazia” così invece di commemorare i nostri morti del ‘43 vittime del delirio mussoliniano li ridicolizza. Se lo avesse sentito Mario Rigoni Stern...» —

lontà della commissione regionale con il progetto di legge 451, venga ridotto da circa 10.000 a 8.211 ettari. Una leggera nebbia ha avvolto gli ecologisti lungo i 5 chilometri di marcia senza musica, slogan, bandiere o simboli, per non turbare la quiete di un luogo ameno e per dare modo di riflettere durante il cammino, terminato verso le 13 a San Giorgio di Bosco Chiesanuova. Al termine della passeggiata, la folla si è radunata per far sentire la propria voce e lo ha fatto leggendo all’unisono una poesia che racchiudeva i valori, i profumi, i suoni e la vita del Parco Regionale della Lessinia. Un momento di incontro e scambio a cui hanno partecipato oltre cento associazioni da tutto il Veneto, di cui anche alcune padovane ed euganee, che ha messo as-

sieme otto sezioni del Cai veronese che con numerose azioni si prende cura dei sentieri e della vita del Parco «siamo contro la riduzione, non ne capiamo il motivo. Ci sono dei problemi nei vaj ma tagliare i confini non è la risposta. Anche in città ci sono regole da rispettare come in un parco e se si instaura un dialogo si trovano le soluzioni, che ad oggi non sono mai state proposte» commenta il Presidente del Cai di Trignano Nicola Zampicinini. «Se diamo la possibilità a centinaia di cacciatori di entrare nei vaj, sicuramente avremo più danni all’ambiente di quelli che fanno i cinghiali». Alla camminata erano presenti anche diversi consiglieri regionali: il gruppo Pd con Fracasso, Azzalin e Salemi, Pietro Ruzzante di Veneto 2020. «Siamo l’unica regione

in Europa che vuole ridurre un parco anziché ampliarlo. È incomprensibile l’atteggiamento della giunta Zaia verso questo ambiente meraviglioso» dice Ruzzante, secondo cui ci sono tutti i presupposti per evitare la riduzione: «È stato espresso un parere sulla legge senza sentire il Parco, quindi bisogna rifare tutto da capo». La Lessina è la sua terra e la conosce molto bene Alessandro Anderloni, dato che l’ha portata in teatro e al cinema con i suoi spettacoli e documentari: «Tutte queste persone qui oggi stanno dicendo che vogliono bene ai montanari, che sono pronte a sostenerli e questo deve essere un messaggio a tutto il popolo italiano. Ii Parchi non devono essere ridotti di un centimetro. Ciò che è protetto deve rimanere tale in tutta Italia».— © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 27 GENNAIO 2020 LA NUOVA

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VENEZIA

E mail cronaca.ve@nuovavenezia.it Venezia Castello, 5653 Centralino 041/24.03.111 Fax 041/52.11.07 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 041/396.981

Venezia è pronta «Cittadinanza onoraria a Liliana Segre» L’annuncio di Brugnaro al Goldoni: la città sempre in prima linea per difendere la libertà e arginare episodi di richiamo fascista Eugenio Pendolini Servono i racconti, le testimonianze, le cerimonie. Ma la memoria dello sterminio avvenuto all’interno dei campi di concentramento passa anche attraverso atti concreti. E così, con qualche giorno d’anticipo sulle dodici pietre d’inciampo che saranno posate venerdì in centro storico, il sindaco Luigi Brugnaro ha iscritto anche Venezia tra i tanti, tantissimi Comuni che negli ultimi mesi hanno deciso di concedere la cittadinanza onoraria a chi il dramma dell’Olocausto l’ha vissuto in prima persona e sulla propria pelle ne porta ancora il marchio: Liliana Segre. Nei prossimi giorni, lo stesso primo cittadino proporrà al Consiglio comunale, di sua iniziativa, l’intenzione di attribuire lo speciale riconoscimento alla senatrice a vita. Un gesto simbolico, ricco di significato. L’annuncio è arrivato ieri mattina, al teatro Goldoni, durante la cerimonia ufficiale per il Giorno della Memoria del 2020. Davanti alla platea di autorità e cittadini, e accanto al presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Paolo Gnignati, Brugnaro ha esordito citando proprio una testimonianza scritta della senatrice a vita. «Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero

una ragazza di quattordici anni, stupita dall’orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz». Orrore, cattiveria, solitudine: le parole di una giovane donna strappata alla sua adolescenza e costretta a vivere in un incubo d’odio. Un odio i cui rigurgiti sembrano tornare anche oggi, come dimostrano i recenti episodi di antisemitismo a Mondovì, in Piemonte, con

Soddisfatti il presidente della comunità ebraica e i promotori della petizione l’atroce scritta “Qui vive un ebreo” comparsa davanti all’abitazione di Lidia Rolfi, staffetta partigiana deportata a Ravensbruck. Episodi che, purtroppo, hanno macchiato di recente anche Venezia: è il caso dell’aggressione fascista a Capodanno ai danni dell’ex parlamentare Arturo Scotto e gli ultimi due casi di razzismo ai danni di una studentessa di origini cinesi e di due turisti. «Dobbiamo saper far “Memoria” del male che siamo stati in grado di generare per evitare che esso possa tornare a

oggi la giornata della memoria

Cerimonia al Ghetto e venerdì la posa di 12 pietre d’inciampo Con la posa venerdì prossimo di altre dodici targhe in ottone (sei donne e sei uomini), saliranno a 90 le pietre d’inciampo incastonate nei masegni di Venezia per ricordare i cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Come spiegato da Marco Borghi (Iveser), una delle nuove dodici pietre sarà dedicata a Leo Mariani, la vittima più giovane della Shoah veneziana

Pietre d’inciampo a Venezia

travolgerci», ha sottolineato Brugnaro, «e Venezia, in questo percorso, è e sarà sempre in prima linea per difendere la liberà di tutti e per arginare episodi di richiami fascisti che, anche di recente, hanno tentato di infangare la nostra millenaria storia di città culturalmente, religiosamente e ideologicamente aperta». Ecco allora l’importanza, oltre alle parole di testimonianza, di un gesto simbolico e ricco di significato come la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Un gesto che «riempie di orgoglio tutta la città», secondo Stefano Tigani di Passaggi a NordEst (da novembre, l’associazione ha raccolto, e poi inviato, 500 firme per il riconoscimento alla senatrice a vita). Prima dello spettacolo musicale “Il Canto delle Sapienze” che ha concluso la cerimonia, il presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati è tornato sulle recenti polemiche a Schio verso le pietre d’inciampo (“divisive” secondo la lista di maggioranza di centrodestra “Noi Cittadini”). «Lo scopo del nazifascismo», le parole di Gnignati, «era di annientare l’individuo e trasformarlo in un numero. Scopo delle pietre d’inciampo è l’opposto: restituire individualità alle vittime e ai luoghi da cui sono state strappate con la violenza». —

testimonianze

L’omaggio alla senatrice e la memoria del male Il sindaco Luigi Brugnaro accando al presidente della comunità ebraica Paolo Gnignati in un teatro Goldoni strapieno, ha annunciato l’intenzione di attribuire il riconoscimento a Liliana Segre

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(aveva soli 71 giorni); e un’altra a Giuseppe Jona, medico e presidente della Comunità ebraica di Venezia morto suicida nel 1943 per non dover consegnare ai nazisti l’elenco dei cittadini ebrei rimasti in città. Per la Giornata della Memoria, che sarà celebrata questa mattina con una cerimonia solenne in campo del Ghetto Nuovo alle 11.30 con Luca Zaia, sono settanta gli appuntamenti sparsi nell’intero Comune fino al 9 febbraio. Oggi, l’università Ca’ Foscari ospiterà la conferenza di presentazione dello spettacolo “Prima della pensione ovvero Cospiratori” (ore 11.30 in aula Morelli, palazzo Malcanotn-Marcorà). Presente anche l’M9 di Mestre: oggi alle 18, infatti,

nell’auditorium Cesare De Michelis si terrà la conferenza “Storia senza perdono. La Shoah tra ricordo, memoria e storia” con Walter Barberis, presidente di Einaudi editore. L’Ateneo Veneto ha in programma una lunga serie di appuntamenti per ricordare le vittime dell’Olocausto (tra questo, domani alle 10 la proiezione del docufilm “La dernière femme du premier train”). Domani la scuola elementare Loredan di Pellestrina organizzerà alle 10 un incontro con la scrittrice Maria Teresa Sega dal titolo “Storie di ragazzi ebrei veneziani”. Mercoledì, all’istituto Benedetti-Tommaseo si parlerà invece di “linguaggio dell’odio”. — E.P.


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TREVISO

Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/575611

Il caso giudiziario

Ex comandante del Corpo forestale sotto inchiesta per concussione e truffa Tra i reati contestati ci sono anche l’abuso d’ufficio e il peculato. Con lui altre sei persone indagate per 17 capi d’accusa Marco Filippi Avrebbe ottenuto da un commerciante 2.500 euro per finanziare l’organizzazione di una cena di rappresentanza e lo avrebbe poi indotto ad emettere una fattura di fornitura fittizia di materiali (mai consegnati) da poco meno di 4.500 euro per regolarizzare una fornitura effettuata al Corpo forestale dello Stato da parte di un altro imprenditore che non poteva negoziare con la pubblica amministrazione. Non solo, dai responsabili di un ex vivaio forestale della Regione Veneto si sarebbe fatto consegnare piante di vario genere che poi avrebbe dispensato come regali a conoscenti. Sono solo alcune delle accuse di una maxi inchiesta della procura della Repubblica di Treviso che ruota attorno all’ex comandante della stazione del Corpo forestale di Valdobbiadene e responsabile della sezione cinofila di Volpago del Cfs, Tiziano Padovan, 62 anni di Crespano. IN 7 SOTTO INCHIESTA

Sette le persone indagate. Oltre al comandante della Forestale, c’è il legale rappresentante della “Max Ornithology” di Loria Massimo Boaro, 54 anni, un commerciante di Noale, Luciano Criconia, 67 anni, i responsabili dell’attività vivaistica e gestori dell’ex vivaio forestale “Onè” di Crespa-

no della Regione Veneto, Saverio Torresan, 59 anni di Crespano, e Maurizio Mocellin, 62 anni di Borso del Grappa. Chiudono la lista degli indagati un autista di una grossa azienda trevigiana di calcestruzzi e asfalti Radames Visentin, 54 anni di Levada di Pederobba, e Andrea Mancini, 43 anni di Trevignano.

cani nella disponibilità del comando cinofilo della Forestale di Volpago e del valore reale di 50 euro a Radames Visentin e allo stesso Boaro. PIANTE IN REGALO

Accusati di peculato, oltre a Padovan, anche Saverio Torresan e Maurizio Mocellin, questi ultimi chiamati in causa come gestori dell’ex vivaio forestale “Onè” della Regione Veneto a Crespano. Il pm Andreatta contesta loro di essersi appropriati di piante “autoctone” coltivate nell’ex vivaio forestale (tra essi carpini, frassini, noci, viburni e aceri) consegnandole personalmente a Padovan o consentendo a questi di accedere liberamente all’ex vivaio e di prenderle, per poi regalarli a conoscenti.

17 CAPI D’ACCUSA

Sono complessivamente 17 i capi d’accusa, contestati a vario titolo ai sette indagati finiti sotto inchiesta da parte del sostituto procuratore Anna Andreatta. Alcuni reati pesantissimi come la concussione, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, l’abuso d’ufficio ed il peculato. Altri come la truffa aggravata, il falso e la ricettazione. L’inchiesta, risale ai primi del 2018, pochi mesi dopo il passaggio del Corpo forestale all’Arma dei carabinieri. L’indagine è partita dopo il passaggio all’Arma quando, secondo quanto contesta la pubblica accusa, da parte del principale indagato, Tiziano Padovan, vi sarebbe stata la necessità di regolarizzare il “magazzino” della Forestale prima che l’inventario potesse far emergere eventuali anomalie. FATTURE GONFIATE

Non a caso, il pubblico ministero Andreatta contesta a Padovan di aver indotto Boaro, gestore di un negozio di animali di Loria, ad

AGENTE “FATTORINO”

La caserma del corpo forestale dello Stato di Volpago. Nel riquadro Tiziano Padovan

emettere una fattura per la fornitura fittizia di materiali al Corpo forestale da quasi 4.500 euro (beni, per il pm, mai consegnati da Boaro al Cfs) per regolarizzare una fornitura effettuata al Corpo forestale da Luciano Criconia, commerciante di abbigliamento e accessori militari di Noale, che non poteva negoziare con la

pubblica amministrazione. Padovan, come responsabile del comando cinofilo del Cfs di Volpago, e Boaro sono anche accusati di truffa per l’emissione di una fattura “gonfiata” riguardante la vendita di beni al Corpo a prezzi superiori rispetto a quelli di mercato: in altre parole, la pubblica amministrazione ha liquidato al

le altre imputazioni

Il pm: uso troppo disinvolto di telefoni e mezzi di servizio L’ex comandante forestale, attualmente in pensione, Tiziano Padovan è una persona nota e stimata nell’ambiente. Ma le accuse sono pesanti come macigni. Nei confronti dell’ex comandante forestale, il pm Anna Andreatta contesta il peculato per aver utilizzato “ripetutamente per scopi propri” telefoni e mezzi di servizio della pubblica amministrazione. Non solo, nel corso di una perquisizione, gli sono

state trovate una ventina di cartucce calibro 7,65, ed una cinquantina di calibro 221 “senza averne fatto denuncia” al comando dei carabinieri. Da qui la contestazione di detenzione abusiva di munizioni. La stessa accusa è contestata ad altri due indagati Andrea Mancini, nella cui disponibilità è stata trovata una trentina di proiettili calibro 32 non denunciati e a Radames Visentin, che aveva una

cinquantina di cartucce di vari calibri. A Visentin viene anche contestato il reato di ricettazione perché, in un magazzino nella sua disponibilità, sono state trovate attrezzature appartenenti al centro di addestramento cinofili del Corpo forestale come tunnel estensibili, pedane, rampe di legno, ostacoli e box in metallo. — M.Fil. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il tribunale di Treviso

commerciante di Loria una fattura da quasi 6.200 euro a fronte della consegna di merce per un valore di 1.500 euro. CIBO PER CANI SCONTATO

Padovan è accusato anche di peculato. Secondo la procura avrebbe venduto in varie occasioni al prezzo di 25 euro sacchi di mangime per

Tra gli episodi curiosi, la procura di Treviso contesta a Padovan anche l’abuso d’ufficio perché, come comandante della stazione carabinieri forestali di Volpago, nel novembre del 2017, avrebbe ordinato ad un sottoposto, impegnato nel disbrigo di pratiche in ufficio, a sospendere il suo incarico per recarsi nella casa di un cittadino privato di Volpago per prendere fusti di vino e di birra ed una bombola per portarli personalmente al gestore di un ristorante di Trevignano. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Provincia

Lunedì 27 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Forza del vento e adrenalina snowkite mondiale sul Giau `Dal 6 all’8 marzo

sfida tra i campioni della specialità CORTINA

I TROFEI per la Coppa del Mondo sono realizzati dagli studenti dell’artistico del Valboite: degli scoiattoli stilizzati

Coppa del mondo: i trofei realizzati dagli studenti

Nel cielo del passo Giau, appesi al vento con un aquilone, a farsi trainare sulla neve, con gli sci o la tavola. Era il 2008 quando Michele Alì, pioniere dello snowkite, proponeva per la prima volta questa nuova disciplina, che permette di farsi trainare in salita dal vento, agganciati alle sottili funicelle dell’aquilone, per planare lungo i pendii con eleganza, oppure con l’impegno della gara. Nel ritorno a Cortina di quest’anno la competizione c’è davvero: nel “V Cortina snowkite contest” ci sarà in palio la World cup, e si gareggerà pure per il campionato italiano. Dal 6 all’8 marzo su quel valico dal panorama spettacolare ci sarà la tappa finale del circuito internazionale di questo sport, del tutto naturale, mosso soltanto dal vento. Per la prima volta, in palio ci sono sia l’assegnazione del titolo di campione del mondo, specialità freestyle, sia il titolo di campione italiano nel big air. A suscitare la nuova attenzione per questa località, dopo

otto anni di assenza, è un forte “effetto Cortina”, in una località che si prepara per i Mondiali di sci 2021 e le Olimpiadi invernali 2026 in tandem con Milano. Presa in una spirale virtuosa, ha acquisito la capacità di attirare, come un magnete, le migliori energie che si concentrano intorno al circo bianco. Regista dell’operazione è ancora Michel Alì, pioniere dello snowkite italiano, che ha coinvolto numerosi partner istituzionali e sponsor. Dal 2008 al 2011 fu il primo a intravedere le grandi potenzialità del passo Giau. Qui aprì una delle prime scuole italiane, la Kite4Freedom, insieme a un team di istruttori. Ora ritorna per animare gli appassionati, ma anche per affascinare il pubblico, per la spettacolarità di questa disciplina, con la vela che solleva in traiettorie tridimensionali, che sfidano la gravità e disegnano percorsi a terra e in aria. Il programma coinvolge Cortina, dove ci sarà la consegna dei pettorali, la sera di venerdì 6 marzo, mentre le giornate di sabato 7 e domenica 8 ci saranno le gare al passo Giau, con momenti di festa e incontro, con dj e cene in rifugio, test di materiali tecnici di ultima generazione. Infine la premiazione, con la corona di “Re del Giau”, scolpita nel legno di cirmolo dall’artista Icaro Lampo. M.Dib.

I ragazzi dell’artistico, istituto Valboite `Stanno creando degli scoiattoli stilizzati già al lavoro nel laboratorio falegnameria È un capitolo del progetto new experience `

CORTINA Il progetto completo si intitola “The new experience”. Coinvolge gli studenti del liceo artistico di Cortina, una delle cinque scuole superiori dell’istituto omnicomprensivo Valboite. In accordo con l’amministrazione comunale ampezzana e con Fondazione Cortina 2021, i ragazzi dovranno sviluppare tre differenti attività.

LE ATTIVITÀ Nel laboratorio di falegnameria hanno già realizzato ventotto trofei in legno di cirmolo, che raffigurano in forma stilizzata lo scoiattolo, simbolo di Cortina: i premi saranno consegnati agli atleti che si classificheranno al secondo e al terzo posto, nelle gare delle finali di Coppa del mondo di sci alpino, in calendario sulle piste della Tofana dal 18 al 22 marzo prossimo. Gli studenti dovranno inoltre ideare la grafica per una edizione limitata di sci che l’azienda Nordica, partner del comitato organizzatore, realiz-

zerà per i Mondiali Cortina 2021. Infine i giovani artisti dovranno ideare e realizzare alcuni murales, da dipingere su 12 torrette Enel della distribuzione di energia elettrica, nel territorio di Cortina. In questa attività i ragazzi saranno in contatto con Endless, il writer autore del grande murales sulle leggende dei Fanes, narrate da Karl Felix Wolff, che è stato realizzato sulla parete esterna della palestra comunale di Revis, nell’area delle scuole. In quell’occasione i giovani collaborarono con l’artista britannico. Enel ha già iniziato, lo scorso anno, a far colorare queste costruzioni, per proporre un impatto nuovo e diverso nel territorio.

IL PRECEDENTE La collaborazione degli organizzatori dei grandi eventi sportivi di Cortina con gli studenti del liceo artistico non è nuova; i ragazzi si misero al lavoro già lo scorso anno, nel loro laboratorio di falegnameria, per realizzare i trofei dei campionati italiani assoluti di sci. In passato crearono altri oggetti, come il podio di legno per le premia-

zioni. Intanto c’è un altro progetto in ballo, questa volta con le Regole d’Ampezzo: l’arredo del rinnovato Cason de Pocol, di proprietà di queste antiche istituzioni valligiane. Lo stanno ricostruendo accanto al vecchio vivaio forestale, all’incrocio della strada per il passo Giau. C’è stato un primo sopralluogo dei ragazzi, con il loro insegnante Mauro Menardi, per

verificare le necessità. In passato gli studenti costruirono e installarono i mobili in altri “casoi” delle Regole, con un vantaggio reciproco: per loro fu una esperienza formativa importante. Per la scuola d’arte fu un modo di confermare un legame con la comunità, che si perpetua sin dal 1846, quando fu fondata. Marco Dibona

Pieve di Cadore

Gran Caffè Tiziano in cerca di gestore Il Gran Caffè Tiziano, dopo anni, è ancora in cerca di gestore. La Magnifica Comunità del Cadore ha avviato un avviso esplorativo per manifestazione di interesse per la locazione dell’immobile in centro a Pieve di Cadore. «Qualora pervenga più di una manifestazione di interessa - si legge nell’avviso - potrà essere dato avvio a una procedura competitiva». Il canone d’affitto che avrà durata di 9 anni, più il rinnovo di altri sei sarà

stabilito secondo le regole di mercato. Chi è interessato potrà inviare i documenti richiesti entro il 17 febbraio alle ore 12, anche via Pec magnificacomunitadicadore.bl@pecveneto.it oppure consegnandola a mano agli uffici di Pieve in piazza Tiziano 2. Il bando è scaricabile dal sito della Magnifica. Il complesso è di circa 300 metri quadrati e il gestore dovrà destinare parte del negozio a bar.

Ieri il ricordo di Zaia: «64 anni fa le Olimpiadi» CORTINA «Il 26 gennaio 1956, 64 anni fa, si inauguravano le storiche Olimpiadi della neve di Cortina d’Ampezzo, le prime Olimpiadi invernali in Italia». Lo ha ricordato ieri, con foto storiche dal suo canale social il presidente del Veneto, Luca Zaia che ha sottolineato: «Nel 2026, 70 anni dopo, la perla delle Dolomiti avrà di nuovo l’onore di ospitare i Giochi invernali insieme a Milano. Orgoglio, ma anche un forte impegno perché vogliamo stupire il mondo». La data importante di ieri non è sfuggita neanche al sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina. «Nella cerimonia inaugurale - ha ricordato il primo cittadino ampezzano -, il pattinatore

Guido Caroli fu scelto come tedoforo per l’ultima frazione subito dopo l’ingresso dello sciatore Zeno Colò. La cerimonia di apertura si tenne alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e della madrina Sophia Loren». E poi i dati: «Furono 821 gli atleti di 32 paesi che si sfidarono a gareggiare in 24 competizioni di 6 sport. L’edizione fu caratterizzata da alcune novità: il debutto ai Giochi invernali dell’Urss, la trasmissione televisiva delle gare e il giuramento degli atleti pronunciato per la prima volta nella storia da una donna, Giuliana Minuzzo». Sono fioccati decine di messaggi, con commenti e amarcord. In tanti hanno chiesto di sistemare con “un po’ di trucco” il simbolo di quell’evento: lo storico trampolino.

L’ANNIVERSARIO ieri ricorrevano i 64 anni all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali a Cortina: il ricordo di Zaia e del sindaco

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LE EVOLUZIONI Così si pratica lo snowkite

Foto Tobias Eble

Il Coro Sanvito in maschera per il Carnevale, poi trasferte SAN VITO

dell’estate, fra luglio e agosto, anche con la partecipazione di un coro ospite. Sono previste alcune trasferte in zona, oltre ad una più importante a ottobre. Nel mese di luglio tornerà un concerto dedicato all’operetta, che riscosse un buon successo l’anno scorso. Tornerà anche la “Giornata del cuore”, ad associare il canto alla beneficenza, con il ricavato della lotteria da destinare a una associazione che opera sul territorio: nel 2018 fu il soccorso alpino Cnsas; nel 2019 il ricavato andò ai volontari di Anteas Pelego. Quel giorno si ripeterà l’esperienza del concerto itinerante, in giro per il paese, che tanto piacque l’anno passato. Nell’attività sociale interna ci sarà una festa nel periodo di Carnevale, come di consueto, con i coristi in maschera. M.Dib.

Il Coro Sanvito rinnova il direttivo e programma un 2020 intenso, ricco di iniziative, destinate alla comunità paesana e agli ospiti. La recente assemblea dei 33 coristi ha confermato alla presidenza Ivana Pompanin, che sarà affiancata dal vice Michele Ganz; la segretaria è Marta Menardi; Lucia Belfi continua ad occuparsi della tesoreria; in consiglio ci sono Carla Ferro e Roberto Faloppa. Nel direttivo rientra di diritto il direttore, il maestro Klaus Cordella, che è subentrato nell’autunno 2018 a Natalino Brugiolo, fondatore del Coro Sanvito nel 1977, alla guida artistica del sodalizio per oltre quarant’anni. «Abbiamo stilato un programma di massima della nostra attività – spiega la presidente Pompanin – con i concerti, le esibizioni, le trasferte, altre iniziative, nel corso dell’anno. Siamo un bel gruppo, affiatato da tanto tempo, ma aperto a ogni nuova adesione; cerchiamo voci, soprattutto maschili, di persone che vogliano cantare in allegra compagnia. Chiunque può venire ad assistere alle prove, che facciamo il martedì sera, nella nostra sede nel municipio di San Vito di Cadore, oppure alle altre prove supplementari, per settore, il venerdì». L’attività di concerti si svi- APPUNTAMENTI per il coro Sanvito lupperà soprattutto nel corso dal Carnevale all’estate


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