RASSEGNA STAMPA DELL'8 FEBBRAIO 2020

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VII

Primo Piano

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Zaia: «Pediatria in dirittura e il progetto non si cambia» Il presidente del Veneto: «Padova Est? Non ha senso, sarebbe soltanto una perdita di tempo. Con il soprintendente troveremo presto un accordo» `

LA DECISIONE «La nuova Pediatria? Non è previsto alcun cambio di progetto e la struttura verrà realizzata in via Giustiniani». A dirlo è stato ieri il presidente della Regione Luca Zaia, arrivato in città per accogliere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Dove troverà posto la nuova Pediatria è già stato deciso – ha scandito il governatore – realizzarla in altri luoghi, per esempio a Padova est, non avrebbe senso, si perderebbe troppo tempo. Noi andiamo avanti con questo progetto». «Bisogna rendersi conto che c’è un crono programma e che questo va rispettato – ha aggiunto –: è stato deciso di realizzare l’opera in via Giustiniani e lì si deve fare. Diversamente, infatti, si rischia di far passare ancora molti anni e questo non possiamo permettercelo». «Io mi limito a prendere atto del lavoro che sta facendo il tavolo tecnico – ha continuato – Per come la vede il sottoscritto, la partita è in dirittura d’arrivo e lo dice chi ha stanziato i soldi per realizzare il progetto. Se oggi si parla della nuova Pediatria di Padova è proprio perché la Regione ha stanziato i fondi per realizzala. E stiamo parlando di milioni di euro». LA DISCUSSIONE Luca Zaia, nella foto con Giordani, dice che per Pediatria saranno rispettati i tempi

L’INTESA tutte rivolte a Lorenzoni con grande pacatezza. Ad esempio, su come coprire la distanza di 400 metri che separa la fermata del tram dal Sant’Antonio, ha ri-

sposto che saranno predisposte delle navette di collegamento tra il Parco Iris e l’ospedale. Alcuni residenti che vivono in vie chiuse hanno poi chiesto lumi sui tempi per poter uscire, o entrare, dalle abitazioni: tra il passaggio di un tram e l’altro, avranno a disposizione un lasso di 4 minuti. Diverse, infine, le domande sul numero dei semafori fra via Piovese e la parallela, dove ci saranno le rotaie: attualmente sono 5, ma diventeranno 13. Luisa Morbiato

mosaico molto più complesso che prevede, tra le altre cose, il Parco delle Mura, la demolizione del policlinico universitario e, alla fine, la realizzazione del complesso ospedaliero previsto a Padova est. Al termine di questo percorso, dunque, avremo tutti i tasselli al loro posto. Come Regione Veneto vogliamo far capire al Soprintendente che la Pediatria è solo una parte e che l’elaborato va considerato nel suo insieme. Sono però fiducioso che alla fine certamente troveremo un’intesa».

IL CANTIERE

Via Anelli, oggi l’abbattimento di un altro edificio

A EST

ra concentrati lungo via Venezia – via San Marco». Un cambio di pelle che, in qualche modo è legato alla trasformazione complessiva della nostra zona industriale, che ha contribuito a convincere i soci pubblici a dare il via libera alla liquidazione della Zip.

Sempre rimanendo a est, come potenziale strutture in grado di aumentare il traffico, si individuano la nuova questura che verrà realizza in via Anelli e il centro congressi che, entro la fine dell’anno, verrà ultimato in fiera. Spostandoci in centro, invece, due sono gli interventi che potrebbero incrementare i flussi del traffico: il recupero, da parte dell’università, dell’ex Caserma Piave e la Prandina. Evidentemente, nel caso dell’ex caserma che si affaccia su corso Milano, si dà quasi per scontato che al suo interno venga realizzato un parcheggio. Andando a ovest, infine, vengono citati due interventi che, per forza di cose, avranno un impatto importante sulla viabilità della zona: il nuovo punto vendita di Leroy Merlin, che verrà realizzato all’interno dell’ex Foro Boario di corso Australia, e l’arena della musica che dovrebbe trovare posto a Padova Ovest, a ridosso dello stadio Euganeo, dove da settembre cominceranno i grandi lavori per la trasformazione della curva. Al.Rod.

LE CONSIDERAZIONI

«Sono anche convinto che, alla fine, un accordo si troverà anche con il Sovrintendente – ha detto ancora Zaia - In fin dei conti, stiamo parlando di un progetto che non viene realizzato su un prato a ridosso di una necropoli. Qui si parla della demolizione di un vecchio edificio che, di sicuro, non faceva parte delle bellezze architettoniche padovane, per realizzane un altro in accordo con la Sovrintendenza». «Questo progetto va visto come il tassello di un mosaico – ha concluso il governatore –. Un

PADOVA Ruspe in azione per la seconda volta stamane in via Anelli. Alle 10.30, infatti, ad aggredire la palazzina al civico 27 sarà una pala meccanica che, entro qualche giorno, dovrà radere al suolo l’edifico. A dare il via ai lavori sarà l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Micalizzi che festeggerà l’evento con spumante e crostoli, assieme ai comitati che si battono contro il degrado della Stanga. Micalizzi, però, sta già lavorando a un’altra demolizione. Un intervento che, anche dal punto di vista simbolico, avrà sicuramente il suo peso. A breve, infatti, inizieranno lo svuotamento e la bonifica dello stabile al civico 25, quello che fino al 2012 ospitava la moschea che faceva capo all’associazione islamica “Rahma”. Le demolizione dell’ex moschea, invece, scatteranno a marzo. Nonostante il cantiere proceda abbastanza rapidamente, l’operazione via Anelli, però, potrebbe rivelarsi per palazzo Moroni più dispendiosa del previsto e i tempi per la chiusura del cantiere rischiano di dilatarsi. E’ di una de-

Insomma, il messaggio che arriva dalla Regione è forte e chiaro: si va avanti con il progetto messo nero su bianco studio di progettazione Striolo-Fochesato & Partners. Un elaborato che, a più riprese, è stato avvallato anche dal sindaco Sergio Giordani e dal suo vice Arturo Lorenzoni, il quale, però, in questi giorni deve fare i conti con i distinguo di Coalizione civica. Nonostante questo, l’amministrazione non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro su un inter-

I LAVORI Questa mattina alle 10,30 comincerà la demolizione della seconda palazzina dell’ex bronx di via Anelli

DOPO LA BONIFICA DALL’AMIANTO, ALLE 10,30 RUSPE IN AZIONE PER DEMOLIRE IL SECONDO PALAZZO DELL’EX BRONX

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cina di giorni fa, per esempio, la delibera presentata da Micalizzi con cui sono stati stanziati 500.000 euro per la bonifica dell’amianto all’interno dei 5 condomini ancora in piedi. La settimana scorsa, invece, il settore Lavori pubblici, con una determina ad hoc, ha approvato

vento che è considerato la “prima pietra” del rinnovamento complessivo di tutta l’area di via Giustianiani. Inoltre, il Partito democratico, un paio di settimane fa, ha anche provveduto a stoppare sul nascere l’ipotesi messa in campo da Legambiente di realizzare la nuova pediatria all’interno dell’ex ospedale psichiatrico a Brusegana. Un’iniziativa che aveva come finalità quella di tutelare l’antico sistema delle Mura patavine. Alberto Rodighiero

una perizia suppletiva in favore della Maroso Ivo Enzo S.r.l. (mandataria) - Brenta Lavori srl (mandante) che, ditte che lo scorso luglio si sono aggiudicate i lavori di abbattimento del complesso Serenissima per 623.000: l’ultima perizia riconosce alle due aziende altri 119.307 euro: nel frattempo, considerato che dovevano terminare i lavori entro la fine del 2019, hanno ottenuto una proroga di 120 giorni per ultimare gli abbattimenti. Poi sarà la volta della bonifica dei terreni. Comune e Agenzia del Demanio si sono dati tempo fino al 30 giugno per la permuta tra l’area di via Anelli, dove verrà costruita la nuova questura, e la caserma Prandina, dove il Comune vuole realizzare un grande parcheggio. Ma cosa ha determinato l’aumento dei costi dei lavori? A giustificare i 120.000 euro supplementari, messi sul piatto dalla giunta Giordani è stato lo sgombero degli alloggi e l’esecuzione di campionamenti su tutti i rivestimenti di cucine e bagni di ogni singolo appartamento delle palazzine, tramite prelievi, per verificare l’eventuale presenza di amianto. Al.Rod.


REGIONE

SABATO 8 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

13

Padova capitale europea

il caso

Zaia invoca l’autonomia scatta la contestazione La sala si spacca tra i fans del governatore e chi dissente Omaggio a Tina Anselmi e alla sua riforma della sanità

Il presidente della Regione Luca Zaia durante il suo intervento PADOVA. L’’autonomia, la “madre di tutte le battaglie” che Zaia cita come magico passepartout in ogni comizio e intervista, non piace all’esercito di volontari accorso a celebrare Padova capitale del no profit. Nel suo intervento di otto minuti, recitato a braccio con la solita verve oratoria, e in mezzo a salve di applausi a scena aperta, Zaia incassa il primo “Nooo” con qualche sonoro fischio, se-

dato poi dalle truppe leghiste nascoste in ordine sparso e solerti all’applauso per mettere fine alla contestazione. Lui si ferma per un attimo, dopo una rincorsa infinita sulle virtù dei veneti, iperbole su iperbole. E fa subito osservare e rimarca che il tema della autonomia era stato appena affrontato da Mattarella e che lui lo stava appunto citando. Sillogismo: i ragazzi che fi-

schiano sono andati in cortocircuito, perché in fondo hanno fischiato il presidente della Repubblica. Tale è la tesi dell’entourage del governatore, resta la ferita dei fischi. «Lasciatemi dire che questa terra ha grandi primati». E parte non dal Prosecco marchio Unesco, ma dai missionari: «Ne abbiamo 3500 in giro per il mondo. Ecco don Dante, del Cuamm. Ciao». Applausi bipartisan. «Tu sei il nostro orgoglio perché in Africa sub-sahariana e in Sierra Leone avete creato il 118 per salvare le mamme durante il parto». Tra i 25 mila scout e i 185 mila donatori di sangue dell’Avis, sottolinea un altro primato con le 30 mila realtà associative che coinvolgono 900 mila persone. Il governatore della Lega spiega infine che Roma è in debito con il Veneto, che con i suoi 1900 asili per l’infanzia accoglie 90 mila bambini: «Lo Stato grazie alle nostre paritarie risparmia 200 milioni di euro l’anno, questa è nostra prerogativa nata nell’Ottocento che ci teniamo stretta». Parla con stile rassicurante e

nella galleria di citazioni infila Tina Anselmi, staffetta partigiana di Castelfranco, prima donna ministro Dc legata ad Aldo Moro: sua è la strepitosa riforma della sanità del 23 dicembre 1978. L’applausometro va alle stelle. Sembra di essere al festival di Sanremo con Fiorello. Poi la buccia di banana che non ti aspetti. «Se un cittadino veneto su 5 fa volontariato, significa che si sostituisce alla carenza delle istituzioni e voglio dire che nei nostri tratti somatici entrano anche l’autonomia e la sussidiarietà». E qui la sala si spacca. «Nooo». Fischi. «Bravo» gridano i consiglieri comunali della Lega. Finisce lì. Con Zaia che butta acqua nel fuoco della polemica: «Questi ragazzi non sanno cosa c’è scritto nella Costituzione...».Stop. Nessuna polemica. E le reazioni? Piero Ruzzante, consigliere regionale di Veneto 2020, coglie la palla al balzo. «Ci vuole rispetto per le idee di tutti, l’esercito di Padova capitale del volontariato ha scelto uno slogan chiarissimo: ricucire l’Italia dalle mille fratture. Se Zaia invoca l’autonomia va esattamente nel segno opposto. La garbata contestazione ci sta tutta» . Sul palco verso le 13.30 sale anche Andrea Pennacchi, il “Pojana” de La 7. La sua satira resuscita i leghisti dopo i buu. «Il Cuamm che fa nascere i bambini in Africa? Sono già troppi, poi vengono tutti qui e ci invadono... Fermatevi: ma siò mati». E sullo schermo ecco comparire le navi delle Ong del salvataggio in mare, quelle che Salvini ha bloccato nei porti. Il volontariato ha il cuore grande... — Albino Salmaso

Il ministro D’Incà e il sottosegretario Martella

«Subito i decreti attuativi il governo raccoglie l’appello del Quirinale»

Il ministro Federico D’Incà e il sottosegretario Andrea Martella PADOVA. Come risponde il go-

verno al presidente Mattarella, che ha sollecitato ad approvare la legge sul terzo settore? Federico D’Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento, ricorda che da ragazzo ha fatto volontariato aiutando i disabili nel Bellunese. «Condivido tutte le parole del Capo dello Stato. I decreti attuativi sono fermi e sarà mio compito stimolare i ministeri perché chiudano il processo che consentirà di approvare la legge sul terzo settore. Abbiamo il dovere di rispondere a 340 mila associazioni, 800 mila persone impiegate, i 6 milioni di operatori. Questi sono i numeri in Italia. Da Padova, capitale del volontariato europeo, ho voluto ribadire l’importanza di un settore che rappresenta la colonna vertebrale del Pae-

se. I volontari ci insegnano che si può collaborare con il dialogo e i toni moderati. A loro va la nostra gratitudine e da loro la politica deve prendere esempio per ricucire l’Italia. Soprattutto nelle realtà associative, le future generazioni degli amministratori del nostro Paese crescono forti di valori e principi sani», conclude D’Incà. Al suo fianco è seduto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Andrea Martella: «Il presidente Mattarella ha come sempre ragione: c’è grande attesa per i decreti attuativi, che daranno seguito alle riforme del terzo settore». E la scivolata di Zaia sull’autonomia? D’Incà e Martella sorridono: «Tranquilli, la legge Boccia verrà approvata». — AL.SAL. © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Sabato 8 Febbraio 2020

5 VE

Politica I fronti aperti

Regionali,ipartiti allegrandimanovre Letatticheleghiste eitormentidelPd Venetisti su Brazzale, Cappelletti agita il M5s

Zuin Ho visto Berlusconi, la Lega scalpita ma non andrà da sola

Berlato Un patto nazionale unisce i partiti di centrodestra

Mancano poco più di tre mesi alle elezioni Regionali (data presunta il 24 maggio; c’è chi dice il 31 ma una chiamata alle urne durante un ponte feriale non si è mai vista prima) e nei partiti si intensificano le manovre per la scelta dei candidati presidente, degli aspiranti consiglieri, delle alleanze. La Lega dorme sonni tranquilli: il campione è in casa, si chiama Luca Zaia, e questo risolve un bel po’ di problemi. Quelli seri sono semmai sui territori, dove vista l’annunciata man bassa di scranni è guerra per accaparrarsi un posto nelle tre liste in via di allestimento (Lega, lista Zaia e lista degli amministratori). Gli uscenti sono a caccia della riconferma, gli Zaia-boys esclusi dal giro delle Politiche scalpitano, molti sindaci chiedono di essere della partita. Un bel rebus. Quanto alle alleanze, come ad ogni elezione puntualmente è ripartito il leit motiv«si va da soli». Un sistema rodato per scaldare i motori, compattare la base, tenere sulla corda Forza Italia e Fratelli d’Italia, che qui - lo sanno pure loro - non sono decisivi. Il punto è che la Lega, se vuole arrivare al governo domani, deve tenere tutti insieme fin da oggi, non può sperare di farcela se alimenta divisioni sui territori. «Ne ho parlato con Meloni qualche giorno fa, c’è un patto nazionale è sarà rispettato» ha detto Sergio Berlato nel giorno in cui si è dimesso da coordinatore (a proposito: ieri è stato nominato al suo posto Luca De Carlo, deputato e sindaco di Calalzo). E anche Michele Zuin, coordinatore di Forza Italia, conferma: «Mercoledì ho visto Berlusconi a Roma,

VENEZIA

Alle urne ● Il Veneto si avvicina all’elezione del nuovo presidente della Regione e al rinnovo del consiglio (49 consiglieri più il primo dei candidati presidenti sconfitti) ● La data più probabile per la chiamata al voto è domenica 24 maggio

non ci sono cambi di rotta. Capisco che i leghisti chiedano garanzie, ad esempio sull’autonomia, ed è giusto che le abbiano. Ma se andiamo uniti in Liguria, Puglia, Toscana, Campania, Marche, perché non in Veneto?». In realtà più che gli azzurri, i leghisti temono i «Fratelli», in rapida ascesa: «Stanno facendo campagna acquisti tra ex leghisti, post fascisti, vecchi democristiani - spiega un colonnello che garanzie ci danno in termini di tenuta in aula? Vogliamo una squadra compatta». Fino al contrordine di Salvini e Zaia, comunque atteso non appena le trattative a livello nazionale entreranno nel vivo, si va quindi avanti così, con cadenzati avvisi ai naviganti affinché «stiano in campana». Nel centrosinistra continuano i tavoli interlocutori (uno si è tenuto pure ieri) nel-

Autonomia

Boccia: «Multe per chi ostacola i Lep» PADOVA «Ho trasmesso proprio ieri ai rappresentanti dei partiti della maggioranza l’ultima mia mediazione fatta con tutti i gruppi parlamentari» spiega il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia. Il nodo sono i tempi dei Lep. «Si è trovato l’accordo - spiega - sull’aspettare che i Lep siano definitivi entro 12 mesi ma anche sull’aspetto sanzionatorio per chi non ci consegna i dati. Il lavoro è finito, ora, finito il confronto nella maggioranza, si trasmetterà il testo al parlamento entro il mese. L’approvazione della legge quadro entro giugno e nell’anno vorrei vedere le prime intese». (m.za.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

● L’editoriale

I nostri volontari un ponte contro i rancori

Centrodestra Luca Zaia, governatore uscente, si ripresenta per un terzo mandato

Centrosinistra Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, ha estrazione civica

Indipendentisti Roberto Brazzale, imprenditore, potrebbe guidare il Partito dei Veneti

Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti, ex senatore, si sottoporrà al voto su Rousseau

la speranza che il Pd decida il da farsi. Le prospettive sono sempre quelle: presentare un proprio candidato (in corsa il capogruppo Stefano Fracasso) oppure convergere su una figura civica (il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni). I sostenitori della prima soluzione sono pronti alle primarie di coalizione, ma per fare le primarie occorre che il Pd sostenga unito il suo uomo, Fracasso, il che non è visto che pezzi importanti dei dem sostengono apertamente Lorenzoni nel nome dell’apertura ai «mondi altri». Un terzo nome che metta tutti d’accordo? Al momento non c’è. Siamo allo stallo. E dalla scelta di appoggiare o meno Lorenzoni, considerato «troppo di sinistra» dipende pure la scelta di «renziani», «calendiani», +Europa: se così sarà, loro si sganceranno. I Cinque Stelle (o meglio, i vertici dei Cinque Stelle) puntano sull’ex senatore vicentino Enrico Cappelletti - che ancora non ha sciolto le riserve e comunque dovrebbe sot-

toporsi al voto su Rousseau ma devono superare le perplessità di una parte della base che vede male la candidatura di un ex leghista (Cappelletti provò ad entrare alla Camera nel lontano 1996), «imposto dall’alto» e per di più con due mandati alle spalle, visto che prima che senatore è stato consigliere di circoscrizione a Vicenza (ma secondo le nuove regole questo varrebbe come «mandato zero»). Cappelletti è il braccio destro al Viminale di Vito Crimi, il nuovo capo politico del Movimento, e questo di sicuro aiuta. Infine, il Partito dei Veneti. Il nome a cui stanno lavorando da settimane è quello di Roberto Brazzale, imprenditore di Zanè che insieme ai fratelli gestisce l’impero del burro e dei formaggi. La famiglia lo sconsiglia vivamente, lui è affascinato all’idea. In alternativa, gli indipendentisti punterebbero su Matteo Macilotti, sindaco di Chiampo. Ma. Bo.

Fondi annuali per i viadotti veneti

Veneto Strade, censimento con il Bo. I ponti orfani ora in carico ad Anas VENEZIA Ponti e viadotti hanno conosciuto in questi anni una lugubre notorietà. E nella galassia di responsabilità incrociate fra gestione autostradale, regionale e provinciale esiste anche una densa zona grigia di «ponti figli di nessuno» per così dire. Ponti la cui proprietà, cioè, è sconosciuta al catasto di Anas. Il Corriere del Veneto ne scriveva esattamente un anno fa contando ben 112 «ponti orfani». Almeno una ventina soltanto lungo la Transpolesana. Non è un caso, infatti, se proprio dalla statale 434 si sia partiti per sanare la situazione. «Si stanno definendo i verbali – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti – dopo che Anas ha avuto il via libera

dal ministero per le Infrastrutture ad accollarsi formalmente queste opere. Si inizia dalla Transpolesana e si continua su tutti i ponti orfani. Resta aperta una questione cruciale, i ponti di competenza provinciale. Le province non hanno più le forze per intervenire, il governo deve farsene carico perché dei 10 mila di km di strade venete, 8000 sono provinciali». E a proposito di ponti, ieri Veneto Strade ha presentato il «censimento veneto». «Noi la pensiamo diversamente da Oliviero Toscani e crediamo che la statica dei ponti sia importante». La stoccata è del direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. L’occasione è la pre-

sentazione del mastodontico lavoro di censimento dei 494 ponti e viadotti cui si aggiungono 60 gallerie nel Bellunese per stilare una scala di priorità negli interventi di manutenzione. La «cura da cavallo» per i manufatti gestiti da Veneto Strade è iniziata, specifica De Berti, «prima di Genova»: «A fine 2017 di ponti, in Italia ne erano già crollati due, risale a quel periodo lo stanziamento straordinario di 15 milioni di euro spalmati su 2018, 2019 e 2020 per intervenire immediatamente sui ponti che necessitavano di cure. A questi se ne aggiungono altrettanti, spalmati su 2020, 2021 e 2022. E abbiamo intenzione di stanziare stabilmente 5 milioni l’anno perché gli interventi si-

ano costanti nel tempo». Con questa corposa dotazione Veneto Strade ha ingaggiato «i massimi esperti del settore» spiega Vernizzi: Claudio Modena membro del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e Carlo Pellegrino, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale del Bo. Modena, per inciso, è l’uomo che sta ultimando (se ne prevede la diffusione a metà febbraio) le linee guida del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici decise dopo Genova per uniformare le procedure di monitoraggio dei manufatti per la gran parte ormai datati. «È impossibile pensare di dotare oltre 500 manufatti di sensori per il monitoraggio – spiega Vernizzi – ma, nono-

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stante non ci siano situazioni critiche in regione, soltanto una decina di opere su cui si appunta la nostra attenzione soprattutto nel Bellunese, abbiamo deciso di censire tutto il patrimonio». E qui entra in gioco un’app pensata da Pellegrino che permetterà ai tecnici di avere sott’occhio lo stato di salute del manufatto. E compito del team di accademici sarà anche formare al monitoraggio costante il personale di Veneto Strade. Nel frattempo proseguono le sperimentazioni in continuo sul ponte del Rudavoi vicino a Cortina attraverso sensori a basso costo che trasmettono on line i dati e quella attraverso sensori cablati sul ponte di San Giuliano. «Senz’altro utilizzeremo i sensori a basso costo dove la graduatoria di priorità del censimento ci indicherà – spiega Vernizzi – e i fondi stanziati dalla Regione basteranno». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

P

SEGUE DALLA PRIMA

ensiamo alle dipendenze vecchie (alcool, droghe) e nuove (ludopatie) con numeri pazzeschi. Sappiamo che le mense della Caritas e i banchi alimentari sono frequentati sempre più da italiani, di provenienza anche di ceto medio. Fragilità che derivano dalla tenaglia del cedimento della comunità tradizionale e dei tagli alla spesa pubblica per welfare. Alcuni pezzi, fortunatamente ancora minoritari, di quella che ritenevamo la società centrale sono attraversati da processi striscianti di impoverimento e di precarizzazione. Si vive una condizione di perifericità rispetto a un centro che non si capisce neppure dove si trovi. In molti casi, questi processi si traducono in storie di impressionante sofferenza personale. Con esiti a volte tragici. Ebbene, è proprio per questo mutato segno della società dell’integrazione che dobbiamo scavare nella sorta di deserto che avanza. Il nostro welfare è vecchio. Non affronta le nuove fragilità con strumenti adeguati. Ogni strumento per essere adeguato deve presupporre una relazione tra persone, «il valore dello stare accanto» ha detto il Presidente Mattarella ieri in Fiera a Padova. Oggi c’è molto più bisogno di volontariato perché si sono indeboliti tutti i riferimenti. Quando pezzi di società si percepiscono in impoverimento, anche minimale, e si saldano a vicende personali di difficoltà che non trovano nessun sostegno, partono macchine di produzione di un sentimento che è il rancore. Durante una ricerca sulla povertà ho intervistato un veneto, un «nostrano», rimasto senza lavoro e senza casa. Ha detto una cosa, probabilmente molto urticante per chi ragiona con schemi buonisti: «Avrei bisogno di un alloggio del Comune ma li danno solo agli immigrati. Il mio non è razzismo. Il mio è rancore». Ebbene, dietro il rancore esiste una sofferenza non risolta, un isolamento affettivo, un invincibile senso di sfiducia. Diffida del buonismo perché ritiene che la solidarietà sia solo per i «soliti noti». L’Anno Europeo del volontariato, questo straordinario laboratorio padovano non rimarrà una bella cittadella. Ci vogliono ponti proprio verso le piccole ma diffusissime comunità del rancore. Luca Romano © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 8 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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sicurEZZa straDalE

Intesa fra Regione e Università per il monitoraggio di 494 ponti veneti Innovativo sistema di verifica costante della loro salute Già in corso i controlli su due strutture a Cortina e a Venezia Francesco Furlan VENEZIA. Sono 494, si sa che

stanno tutti benino, qualcuno ha qualche acciacco ma non ci sono malati gravi, che poi vuol dire che nessuno ha problemi statici. Ma per monitorare lo stato di salute dei ponti di cui ha la gestione, Veneto Strade ha dato il via al loro censimento, in collaborazione con l’Università di Padova. Sarà infatti il dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale (Icea) diretto dal docente Carlo Pellegrino, a realizzare un portale, che sarà messo poi a disposizione di Veneto Strade, per catalogare tutti i ponti (307 in

montagna, 187 in pianura) attraverso la loro geo-localizzazione. Per ognuno sarà disponibile una scheda tecnica, composta da varie componenti - spalletta, soletta, travi e via dicendo - e dalla loro valutazione. «Sarà poi un algoritmo», ha spiegato ieri il prof Pellegrino durante la presentazione del progetto nella sede di Veneto Strade a Mestre, «a elaborare tutti questi dati per fornire un’indicazione sullo stato di salute del ponte». Le schede saranno realizzate attraverso ispezioni tecniche, durante le quali il personale dell’università formerà quello di Veneto Strade, spiegando anche come ridurre la soggettività della valutazione. Dopo

il censimento è previsto un screening semestrale. Per la sicurezza dei ponti la Regione ha stanziato 5 milioni di euro all’anno negli ultimi tre anni, e altrettanto intende fare per il triennio 2020-2022. «Per il 2020 i soldi saranno stanziati alla prossima variazione di bilancio», ha spiegato l’assessore regionale alla Mobilità Elisa De Berti, «e nel complesso quindi lo stanziamento sarà di 30 milioni, con l’obiettivo di far diventare la quota dei 5 milioni per la sicurezza di ponti e infrastrutture uno stanziamento strutturale del bilancio. Sono interventi non visibili per le persone, e capita spesso che la politica se ne dimentichi, ma sono fondamentali

Il nuovo ponte sul torrente Rudavoi, vicino a passo Tre Croci, oggetto del monitoraggio sperimentale

per la sicurezza». Quei ponti che, durante il censimento, dovessero richiedere un ulteriore approfondimento, saranno oggetto di un sistema di monitoraggio 24 ore su 24. Veneto Strade oggi sta monitorando due sistemi. Al ponte sul torrente Rudavoi sopra Cortina è in fase di sperimentazione un modello basato sul sistema Iot (Internet of Things) ideato dalla startup di Treviso Diecipoints: sul ponte sono stati installati 15 sensori (4 inclinometri, 4 estensimetri, 4 inclinometri e 3 distanziometri) che ne registrano i movimenti 3 volte

ogni 5 minuti e inviano i dati ogni 15 minuti agli ingegneri di Veneto Strade. Sperimentazione diversa al ponte di San Giuliano di Mestre, caratterizzato dal passaggio e del tram e di traffico pesante: i dati vengono raccolti tramite un sistema cablato. «Nessuno tra i nostri ponti presenta problemi di staticità», ha detto Vernizzi, «nessuno rappresenta un pericolo, mentre una decina ha bisogno di manutenzione». Al progetto partecipa anche Claudio Modena, professore emerito di Tecnica delle Costruzioni dell’Università di Pa-

il PuNto sull’iNtErVENto Di asPi

Ispezioni su tutte le gallerie autostradali Investiti 70 milioni, si lavora solo di notte Lungo la A27 le verifiche riguardano quattordici tunnel Invece sulla A23 in provincia di Udine sino al confine di Stato sono 19 i manufatti interessati ROMA. Oltre 580 gallerie su

tutto il territorio nazionale sono al centro dei controlli di sicurezza avviati da Autostrade per l’Italia nell’ambito del piano condiviso con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A oggi, sono state eseguite verifiche preliminari su 135 gallerie:

in molti casi sono state già effettuate anche le attività di lavaggio, controllo con georadar (che indaga oltre la superficie del manufatto), marcatura e caratterizzazione dei calcestruzzi. L’importo complessivo investito da Aspi solo per la realizzazione delle attività di sorveglianza delle gallerie è di circa 70 milioni di euro. I controlli, rende noto Aspi, vengono effettuati «secondo le linee Guida del Centre d’Etudes Des Tunnels del governo francese, impiegate

lo scoNtro coN i MEDici sulla saNità

Comportamento antisindacale regionale “conciliato” con l’Anaao VENEZIA. L’accusa lanciata a dicembre era di «comportamento antisindacale»: zero relazioni, mancanza di confronto e scarsa trasparenza istituzionale. A muoverla, nei confronti della Regione Veneto, era stato Anaao Assomed Veneto, il sindacato dei medici dirigenti, che aveva presentato al Giudice del lavoro del Tribunale di Venezia una denuncia per l’asserito atteggiamento antisin-

dacale della Regione. Ora Regione e Anaao Assomed si sono dichiarate favorevoli nel concordare la “conciliazione” di fronte al Giudice. Nello specifico, secondo l’associazione sindacale, l’ente regionale non avrebbe mai messo in atto il Protocollo d’intesa sottoscritto il 15 luglio 2019 per «la strutturazione di un confronto permanente sulle tematiche relative al personale

per la sorveglianza del traforo del Monte Bianco e utilizzando le più avanzate tecnologie oggi disponibili». La prima fase avviata a gennaio viene svolta da un consorzio di società composto dalla multinazionale Bureau Veritas e da Proger, Tecno Lab, Tecno-Piemonte. Le ispezioni sono state pianificate partendo dalle gallerie realizzate prima degli anni 80 e costruite senza impermeabilizzazione. Sulla base dei primi riscontri vengono effettuati gli interventi di ri-

pristino. Le ispezioni e le verifiche preliminari di tutte le gallerie saranno concluse entro la metà del prossimo mese. Per limitare al massimo gli effetti sul traffico, tutti gli interventi vengono organizzati prevalentemente durante l’orario notturno, interrompendo la viabilità dalle 22 alle 6, per riaprire al traffico durante le ore diurne. Con l’attività a pieno regime, ogni notte saranno circa 200 i tecnici impiegati contemporaneamente nelle diverse

del Servizio sanitario». Un impegno al dialogo, per essere concreti. Eppure poco dopo quel 15 luglio, in agosto, la giunta regionale aveva adottato tre delibere particolarmente importanti in tema di personale, fra l’altro per ingaggiare negli ospedali veneti, sulla base la carenza di camici bianchi negli ospedali, i medici che non hanno ancora conseguito la specializzazione. Il primo incontro sul tema con Anaao Assomed era stato convocato solamente il 24 settembre, peraltro “disertato” dal governatore Luca Zaia, dall’assessore Manuela Lanzarin e dal dirigente Domenico Mantoan. Le parti hanno concordato di incontrarsi il 13 febbraio, anche con tutte le altre organizza-

zioni sindacali regionali del comparto sanità: in quell’occasione si tenterà di dirimere le incomprensioni sorte nell’esecuzione (mancata) del Protocollo d’intesa di luglio. L’impegno di Regione e Anaao Assomed è quello di stabilire in modo concorde i tempi e le modalità del dialogo, le priorità di confronto tra le materie, la tempistica dei successivi incontri. «Auspichiamo che il condiviso processo di conciliazione con la Regione Veneto possa contribuire a rasserenare le relazioni sindacali tra le parti nel reciproco rispetto di ruolo e competenze», è l’aspettativa formalizzata dall’associazione dei dirigenti medici. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ispezione di una galleria

sessioni di ispezione. Queste le gallerie in territorio veneto sotto la competenza di Aspi che verranno monitorate: lungo la A27 a Vittorio Veneto la Monte Baldo dx e sx, a Belluno Alpago la Santa Croce dx, a Belluno Ponte nelle Alpi la Paraschegge dx e la Paraschegge

dova e membro del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Consiglio che, entro la fine di febbraio, dovrebbe emanare le linee guida nazionali per il monitoraggio dei ponti. Altro fronte, le gallerie: 60 quelle di Veneto Strade, che sta stringendo un accordo con Anas per le verifiche. C’è poi tutta una viabilità che apre interrogativi: quella provinciale. De Berti: «Le ex province hanno 8 mila chilometri di strade in tutta la Regione, ma non hanno più le risorse dal governo per la manutenzione». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sx, di nuovo a Treviso, Belluno, Vittorio Veneto, Alpago la Fadalto dx e sx, a Vittorio Veneto la San Floriano sx e dx, a Ponte nelle Alpi la Delle Cave sx e dx, a Vittorio Veneto la Fadalto sv. out dx e a Ponte nelle Alpi la Cadola sv. in sx e sv. out sx. Sulla A23, nel territorio di Udine, il controllo riguarderà invece a Malborghetto Valbruna la Pagonia dx e sx, a Dogna, Pontebba la Clap Forat sx e dx, a Tarvisio la Tarvisio dx e la Spartiacque sx e dx, a Dogna la Dogna dx e sx, a Trasaghis, Cavazzo Carnico la Del Lago dx e sx, a Cavazzo Carnico la Di Mena sx, a Malborghetto Valbruna la Pagonia sx e, infine, tutte nel territorio di Tarvisio, la Obuas sx e dx, la Sant’Antonio dx e sx, le Monumento I e II sia dx che sx. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

DEPutato E siNDaco Di calalZo

De Carlo coordinatore veneto di Fratelli d’Italia BELLUNO. È Luca De Carlo,

sindaco di Calalzo nel Bellunese e deputato, il nuovo Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia per il Veneto. La nomina è stata effettuata ieri dal presidente del partito Giorgia Meloni ed è avvenuta in seguito alle dimissioni di Sergio Berlato, che in questi giorni è divenuto parlamentare europeo in seguito alla Brexit (sono stati surrogati gli europarlamentari inglesi) e ha lasciato nell’occa-

sione anche le cariche di partito. La nomina di De Carlo è stata resa nota dal responsabile nazionale Organizzazione e deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, il quale ha voluto ringraziare nell’occasione Berlato per il lavoro svolto. «Sono certo» ha aggiunto «che De Carlo saprà svolgere nel migliore dei modi il nuovo e importante compito, grazie anche alla sua esperienza politica».


V

Primo Piano

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Verso le elezioni

In calo le quotazioni di Bugliesi: mercoledì la scelta sul candidato `Continui appelli ad evitare una rottura Il rettore potrebbe “pagare” il fatto di non essere un nome che unisce tutti nel centrosinistra, tutti aspettano il Pd `

ELEZIONI AMMINISTRATIVE MESTRE Il centrosinistra, la sini-

stra e i movimenti civici vogliono presentare mercoledì prossimo il candidato che sfiderà Luigi Brugnaro. E quindi, dal marasma più totale di questi giorni, proveranno a far uscire la sintesi in grado di tenere insieme tutte le anime delle opposizioni che vogliono evitare la rielezione dell’ex presidente degli Industriali perché, sostengono, non è più un candidato civico come sembrava nel 2015 ma un uomo sostenuto dalla destra sovranista.

IL NOME Chi sarà, dunque, il “campione” dei progressisti scelto perché in grado di sostenere la battaglia? Ieri sera il Pd ha riunito il tavolo di partiti e movimenti per fare il punto della situazione, dopo l’esito dell’incontro della sera prima tra i componenti de “Il nostro impegno per la città” che riunisce le forze della sinistra, da Articolo 1, a Verdi, Possibile, Sinistra italiana e Rifondazione, e dopo che “Un’altra città possibile” ha messo sul piatto i propri tre candidati ideali: Maria Rosa Vittadini, Monica Coin e Chiara Sabbadini. A sostenere la candidatura del retto-

MOVIMENTI CIVICI E SINISTRA HANNO MESSO SUL PIATTO PROPRI CONCORRENTI PER ANDARE DA SOLI ATTESE E PREOCCUPAZIONI

AREA MODERATA Ugo Bergamo

SEGRETARIO PD Giorgio Dodi

re di Ca’ Foscari in scadenza, Michele Bugliesi, ci sono dunque il Pd, i moderati di Ugo Bergamo, Più Europa, Italia in Comune, Italia Viva e qualche civica come il Gruppo 25 Aprile che, inizialmente, si era speso per Bu-

gliesi e anche per Giuseppe Dal Ben (il direttore generale dell’Ulss 3 che, di centrosinistra, forse ha la piega dei pantaloni) per poi convergere decisamente sul rettore dato che Dal Ben, pur rispondendo alle carat-

teristiche individuate alla civica come necessarie a un candidato, «è legato a Zaia, che a sua volta ha stretto un patto con Brugnaro». La sinistra de “Il nostro impegno per la città” l’altra sera, dopo che nei giorni precedenti aveva diffuso una nota affermando che «con tutta evidenza, Michele Bugliesi non sembra ora in grado di rappresentare la sintesi necessaria», ha ribadito di volere le primarie perché, essendoci più possibili candidati in gioco, è l’unico modo più trasparente e democratico di coinvolgere il popolo e chiamarlo a decidere, naturalmente con il patto reciproco, tra tutte le forze partecipanti, che chiunque vince andrà sostenuto. Se non sarà possibile trovare l’accordo sulle primarie, ha fatto sapere ancora la sinistra, il rischio rottura è

RETTORE IN CORSA Michele Bugliesi: una candidatura possibile

elevato e quindi la possibilità che si vada divisi al primo turno, ma bisogna evitarlo il più possibile.

L’OBIETTIVO PRIMARIO Dopo che nei giorni scorsi il segretario comunale del Pd, Giorgo Dodi, aveva ribadito che il partito ha «cercato di mettere sul tavolo una proposta unitaria di alto livello che posa andare bene a tutti» e che Bugliesi «è la soluzione migliore» anche considerando che «fino ad ora non ne sono uscite altre», ieri, visto che altre proposte sono uscite come i tre nomi di “Un’altra città possibile”, ha posto decisa-

I democratici

I big a San Tomà: il “fattore primarie” resta una mina vagante

SENATORE Andrea Ferrazzi

VENEZIA E il Pd? Il principale partito dello schieramento di centrosinistra appare in ritardo nella competizione elettorale che il 24 maggio eleggerà il nuovo sindaco di Venezia. A differenza del sindaco uscente Luigi Brugnaro, che invece ha cominciato a muoversi per tempo e a stringere alleanze. Ieri il popolo dem si è dato appuntamento nella scoletta dei Calegheri a San Tomà, dove erano presenti anche alcuni parlamentari come il senatore Andrea Ferrazzi e il sottosegretario alla presidenza

del Consiglio Andrea Martella. Le indicazioni sono ancora molto vaghe, ma il refrain che si è sentito di più è quello di “lavorare per una coalizione unita. Se si riesce con un accordo politico, se non si riesce anche ricorrendo alle primarie”. Soluzione che finora è stata scartata e che appare fuori tempo massimo. Il fatto che si punti ad avere una coalizione il più ampia possibile, quindi raccogliendo l’appoggio anche della sinistra, delle associazioni e dei movimenti, significa che il nome del rettore di Ca’ Foscari

Michele Bugliesi (caldeggiato proprio dal Pd) potrebbe essere sulla via del tramonto, dal momento che non sarebbe gradito a sinistra. Per quanto riguarda le primarie e il fatto che in Regione si farebbero e in Comune no, è Ferrazzi a tagliare corto: «A parte che si tratta di due sistemi elettorali differenti, non è ancora scritto da nessuna parte che per la Regione si faranno le primarie». In ogni caso, il tempo è poco e il nome del candidato dovrà uscire nei prossimi giorni.

Il dibattito Nuove prese di posizione

VENEZIA Le elezioni amministra-

tive per la città di Venezia continuano a calamitare l’attenzione. Le sardine metropolitane di Venezia in un comunicato chiedono rapidità nella scelta politica: «Lo scorso dicembre, nonostante la pioggia battente, abbiamo nuotato anche a Venezia per una politica che metta al centro i bisogni delle persone e del nostro territorio». La parola chiave utilizzata dal gruppo è quella che ha contribuito alla crescita del fenomeno, cioè condivisione: «Crediamo che solo coinvolgendo davvero le persone si possa fare la differenza anche a Venezia, attraverso idee, progetti, visioni per il futuro. La campagna elettorale per le amministrative di questa primavera ci preoccupa: sembra esista un dibattito più legato a logiche verticistiche e indirizzate dai personalismi piuttosto che orientato al bene comune». Un’altra preoccupazione manifestata è quella di dare importanza al con-

Le sardine: «Confronto e tempi stretti» Tre donne per “Un’altra città possibile” fronto: «Non è possibile cambiare le cose se non ci si confronta con quel tessuto sociale composto da comitati, movimenti, associazioni e mondo civico... Non ci importa la politica che guarda a sé stessa e non sa sperimentare forme nuove di ascolto, condivisione e parte-

NEL TRIO PROPOSTO DELLE ASSOCIAZIONI VITTADINI, COIN E SABBADINI. INVECE ITALIA VIVA TIENE IL PUNTO SU BUGLIESI

cipazione». Quindi le sardine hanno poi spiegato che l’obiettivo, simile a quello espresso pochi giorni fa da Giovanni Andrea Martini, è l’allargare l’interesse anche a chi non vota: «Ci importa la politica che sa includere e allargare, che non guarda al proprio ombelico replicando schemi vecchi, visti e rivisti, che non hanno saputo essere all’altezza delle sfide». Da ultimo, gli attivisti auspicano in una pronta decisione: «Siamo tante e tanti, vogliamo esserci e vogliamo guardare al futuro, con responsabilità. Non deludeteci: ne va della vita della nostra terra e di chi la vive ogni giorno. Serve agire in

fretta...non c’è più tempo da perdere».

LA VOTAZIONE

SARDINE La manifestazione a Venezia nel dicembre scorso

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Nel frattempo, da Un’altra città possibile, gruppo che racchiude una pluralità di anime provenienti dal mondo dell’associazionismo veneziano, è stato sdoganato il trio che ha raggiunto le maggiori preferenze. Dai circa 400 voti espressi, la prima scelta è andata alla docente Maria Rosa Vittadini, seguita da Monica Coin e Chiara Sabbadini. «Le votazioni sono state effettuate sulla base di un profilo basato su un candidato ideale, e quindi sul profilo che queste persone incarnano», ha

mente l’accento sulla necessità di non spaccarsi e di andare uniti già al primo turno con un candidato. Così ha risposto anche a quella parte dei Dem veneziani che aveva già calcolato di andare divisa al primo turno convinta di poter recuperare dopo. «“Un’altra città possibile” non ha escluso altre ipotesi di candidati, basta che corrispondano al profilo che ha disegnato, la sinistra chiede le primarie, e più di una forza politica ha chiesto un supplemento di riflessione così ci siamo messi d’accordo di ritrovarci mercoledì per l’ultimo definitivo confronto» ha spiegato ieri sera Dodi alla fine della riunione. E Bugliesi? Accetterà di correre alle primarie o si farà da parte? «Ieri sera nessuno ha posto veti su nessuno dei vari possibili candidati ma il fatto di non aver detto no non significa che ci sia stato un sì. Per quello ci ritroveremo mercoledì e anche il ragionamento su Bugliesi si farà su quel che è emerso al tavolo». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL SEGRETARIO DEM GIORGIO DODI: «NESSUN VETO, MA NON AVER DETTO NO NON SIGNIFICA CHE SI SIA UN SI’» spiegato uno dei portavoce, Andrea Barina. L’associazione non ha ancora però deciso: «Il profilo verrà esplicitato a breve, si andrà a dibattere al tavolo e poi ci auguriamo che chiunque si candidi voglia render noto il proprio profilo». Alla richiesta se Bugliesi potesse esser un candidato da scegliere, Barina ha chiosato: «Posso dire che l’assemblea gli ha attribuito tre voti sui circa 400». D’altro canto c’è chi però al rettore tiene ancora ed è Italia Viva: «È una buona candidatura su cui lavorare pancia a terra - ha dichiarato Sara Moretto -, credo che possa essere un candidato ideale per una coalizione larga che lavori per un progetto civico nuovo per la città». Semmai l’accusa è l’averlo esposto troppo: «Troviamo sbagliato aver esposto una persona a tutto questo dibattito sulla stampa, crediamo si debba decidere e rapidamente, abbiamo dato disponibilità al Pd di lavorare, ma non li aspetteremo all’infinito». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENEZIA

SABATO 8 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA

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La salvaguardia della laguna

Le paratoie del Mose e, nella foto a sinistra, l’Arsenale. Per il processo Mose bis i tempi sono destinati ad allungarsi

presidente Rizzi si dovrà occupare di un altro mega-procedimento: quello relativo ai 25 indagati dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni dei casalesi ad Eraclea, attraverso la famiglia Diodato, che hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Incompatibili tutti i giudici per le udienze preliminari dell’Ufficio, perché negli anni si erano già occupati del caso, in assenza di magistrati che vo-

lontariamente si siano proposti per le udienze, la giudice Rizzi è stata incaricata d’ufficio dal presidente del Tribunale Laganà, valutati i diversi curricula del magistrati del Tribunale. Tant’è, per poter studiare e occuparsi di Eraclea, è stata esonerata dai riti ordinari - salvo eccezioni che lei riterrà - e così anche il processo Mose Bis slitta all’autunno. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

ateneo veneto

interrogazione della lega contro i commissari

Esperti a convegno sul futuro dell’opera

Troppi veleni sul Mose l’irritazione dell’Anac «Cvn, scelte condivise»

Acque alte a Venezia e la soluzione Mose. Se ne discuterà in un convegno organizzato da Consiglio nazionale ingegneri, Ordine di Venezia, Collegio ingegneri Venezia e Federazione ordini ingegneri Veneto. L’appuntamento è per oggi alle 9, nell’Aula magna dell’Ateneo Veneto. Il convegno cercherà di offrire risposte puntuali, sul piano tecnico e su quello decisionale, agli interrogativi ancora in piedi, tenendo ben presente la complessità realizzativa di un’opera straordinaria , così concepita perché finalizzata alla difesa di una città unica, Patrimonio dell’Umanità. Gli Ingegneri intendono promuovere un dialogo con tutti gli stakeholder che a diverso titolo saranno chiamati a gestire il Mose Parteciperanno ai lavori, tra gli altri, Armando Zambrano (Presidente Cni), Mariano Carraro (Presidente Ordine ingegneri Venezia), Alberto Scotti (progettista del Mose), Luigi D’Alpaos (Docente universitario di idraulica), Cinzia Zincone (Provveditore alle Opere pubbliche), Elisabetta Spitz (commissario per il Mose), Giovanni Salmistrari (Presidente Ance Venezia), Fabio Dattilo (vigili del fuoco), Fabrizio Curcio (capo dipartimento “Casa Italia”) e Salvatore Margiotta (Sottosegretario di Stato Ministero Infrastrutture e Trasporti) cui saranno affidate le conclusioni. chairman dell’evento Paolo Possamai (direttore della Nuova Venezia). La sera di martedì 12 novembre Venezia e le isole sono state travolte da un’acqua alta eccezionale, seconda solo a quella del 1966. Molti si sono chiesti per quale ragione il Mose, in occasione di quell’evento, non sia stato messo in funzione. I motivi sono molti e oggi saranno resi espliciti. —

La futura control room che ospiterà il “cervello” del Mose

Alberto Vitucci «I commissari straordinari non li ha nominati l’Anac, né l’Autorità ha stabilitoil loro numero e i loro compensi, che sono fissati per legge da tabelle e normative. Ogni decisione è stata presa in accordo con il Prefetto di Roma. Siamo disponibili a discutere, la nostra attività è ispirata solo dal senso delle istituzioni». Nello scontro di poteri sul Mose che si è riacceso nelle ultime settimane, l’Anac non ci sta a «essere tirata in ballo». Sorpresa e qualche irritazione negli ambienti dell’Autorità fondata da Cantone e istituita dal governo Renzi nel 2014 dopo aver appreso delle polemiche degli ultimi giorni. E in particolare di una interrogazione firmata da un gruppo di parlamentari leghisti del Veneto (tra cui Dimitri Coin e Ket-

ty Fogliani, Franco Manzato, Silvia Covolo e Alberto Stefani), che chiede di «licenziare» due commissari su tre. «Colpa loro i ritardi dell’opera», sostengono. Stessa linea portata avanti dalle grandi imprese azioniste del Consorzio a suo tempo coinvolte nello scandalo che hanno chiesto ai commissari addirittura «180 milioni di anni per mancati lavori» . L’Anac non ci sta. Da quattro mesi attende la nomina del nuovo presidente, dopo le dimissioni di Raffaele Cantone che è tornato in magistratura. Clima cambiato rispetto a quando l’emergenza scandali aveva fatto dell’Anac quasi un santuario contro la corruzione. Anche senza Cantone l’Autorità, presieduta dal consigliere anziano Francesco Melloni, continua la sua attività. Ottanta le delibere approvate in gennaio 2020,

commissariamenti e controlli su gare e appalti. Insomma una funzionalità piena. Che adesso fa dire all’Autorità indipendente che i giochi della politica non interessano la sua attività. Fu il prefetto di Roma, per un periodo anche l’attuale Capo della Polizia Franco Gabrielli, ricorda l’Anac, a decidere il numero dei commissari. Venne nominato nel dicembre 2014 l’ex ufficiale della Finanza Luigi Magistro. Poi l’ingegnere torinese Francesco Ossola, l’avvocato dello Stato napoletano Giuseppe Fiengo. Adesso, cambiato il governo, Vincenzo Nunziata al posto di Magistro che aveva dato le dimissioni. Nel frattempo è stata nominata anche la commissaria Sblocca cantieri, l’ex dirigente del Demanio Elisabetta Spitz, e il nuovo Provveditore Cinzia Zincone. Il governo pensa a una Agenzia pubblica per gestire la grande opera. Intanto le imprese spingono per rientrare al timone del Consorzio Venezia Nuova. Che dal 1984 ha monopolizzato i lavori del Mose e della laguna, travolto poi dallo scandalo e dagli arresti. Per quel motivo il Cda venne spogliato dei suoi poteri e sostituito con gli amministratori straordinari. Accumulando ritardi anche per i nuovi controlli e la scoperta di criticità e guasti tecnici e della mancata manutenzione. «Bisogna concludere l’opera, ma un presidio di legalità è necessario» , aveva detto Cantone prima di andarsene. Adesso la polemica, sull’onda della fretta di concludere i lavori dell’opera, progettata negli anni Ottanta e costata fin qui 5 miliardi e mezzo di euro, dopo l’acqua alta eccezionale del 12 novembre. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

LA CERIMONIA

LABORATORIO Per dodici mesi Padova sarà un laboratorio capace di avviare progetti e idee che renderanno il cosiddetto “terzo settore” protagonista a livello internazionale. «Il volontariato non ama il clamore, non gradisce la riconoscenza, preferisce l’operoso silenzio, ma quando abbiamo condiviso con il sindaco la possibilità di candidare la nostra città a capitale europea del volontariato eravamo convinti che ci avrebbe permesso di far emergere una grande funzione educativa e culturale», dice Emanuele Alecci, responsabile del comitato che ha sostenuto la candidatura. Davanti al palco su cui campeggia lo slogan “Ricuciamo insieme l’Italia”, il Capo dello Stato ascolta gli interventi. Lo accompagna la figlia Laura, accanto a

QUADRO DELLA TORRE DELLA SPECOLA OMAGGIO DEGLI SCOLARI ITALIANI E CINESI POI TAPPE AL SANTO E AGLI SCROVEGNI

LA GIORNATA

dal nostro inviato

PADOVA Ci sono i medici clown, quelli che in ospedale cercano di alleviare con un naso rosso e una parrucca le sofferenze dei piccoli e che qui, nel grande padiglione della Fiera, aspettando che la cerimonia inizi, strappano un sorriso anche agli algidi addetti alla sicurezza mimando un selfie con i cartellini delle seggiole che indicano i posti delle autorità. Ci sono i Medici con l’Africa Cuamm (e a guai a dire “per”) che da settant’anni si spendono per portare cure a chi vive nelle località più povere del mondo. Ci sono i giovani delle associazioni che si fanno in quattro per aiutare i disabili e gli anziani di casa nostra. O semplicemente per dare una mano alle mense dei poveri. Sono almeno in quattromila, tra grandi e piccoli, in rappresentanza di 6.466 associazioni presenti nella sola provincia di Padova - un primato che non ha eguali - ad aspettare il presidente della Repubblica e festeggiare con lui un prestigioso riconoscimento: la Città del Santo capitale europea del volontariato. Sergio Mattarella non li deluderà: «Voi contribuite a rendere migliore l’Italia e a presentare una prospettiva di autentica crescita civile in Europa».

IL BAGNO DI FOLLA IN FIERA

TIRATORI SCELTI AL SANTO

Quattromila in fiera per l’arrivo del capo dello Stato che ha aperto le iniziative di Padova capitale del volontariato per il 2020

Tra le misure di sicurezza per la visita del presidente Mattarella anche i tiratori scelti: con vista sulla basilica di Sant’Antonio

La visita del Presidente

Mattarella: «La passione sconfigge l’indifferenza» L’abbraccio dei volontari `«Contribuite a rendere migliore l’Italia: Padova, in 4mila per le celebrazioni del “terzo settore” con il capo dello Stato il riconoscimento è anche responsabilità» `

lui la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il governatore Luca Zaia, il ministro Federico D’Incà, il senatore questore Antonio De Poli, il sottosegretario Andrea Martella, il sindaco Sergio Giordani. Ed è il primo cittadino di Padova a riprendere le parole chiave della giornata: «Che si parli di cambiamenti climatici, di sviluppo sostenibile, di migrazioni, di sanità o di istruzione, la sola opzione è quella del “noi” al posto dell’“io”». Poi è il presidente della Regione Luca Zaia a ricordare che in Veneto ci sono «2.500 organizzazioni di volontariato, 1.500 realtà che si occupano di sociale, 30.000 realtà associative che coinvolgono un veneto su

cinque: 900mila veneti quotidianamente dedicano il loro tempo libero alla quotidianità. Il volontariato - dice il governatore citando il caso delle scuole paritarie è anche sostituirsi alle mancanze delle istituzioni».

RESPONSABILITÀ Prima di salire sul palco il presidente della Repubblica riceve l’omaggio della Città del Santo, un quadro raffigurante la torre della Specola che gli viene consegnato da un gruppo di scolari italiani e cinesi. «Padova capitale europea del volontariato - dice Mattarella - è un prestigioso riconoscimento», ma, ammonisce, è anche «una responsabilità, un impegno affinché questi mesi

non si limitino alla pur legittima celebrazione, ma rappresentino un avanzamento per l’intero Paese». Parla dei valori che animano i volontari: «La gratuità, la condivisione, la costanza nell’azione». Scandisce: «La passione sconfigge l’indifferenza». Cita Placido Cortese, il religioso cui due anni fa, con una cerimonia nella Basi-

lica di sant’Antonio, ha attribuito la medaglia d’oro al merito civile. Poi ricorda il Cuamm con don Luigi Mazzucato e Francesco Canova, il padre della Caritas italiana monsignor Giovanni Nervo e monsignor Giuseppe Pasini, il professor Antonio Papisca e Tom Benetollo. «Commette un errore chi pensa che l’impe-

«APPRENSIONE» PER SILVIA ROMANO LA RAGAZZA RAPITA IN KENYA «DOVE SVOLGEVA LA SUA GENEROSA OPERA»

Quel brusio sull’autonomia “sconfitto” dagli applausi IL CASO dal nostro inviato

PADOVA Chi ha ragione? Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Andrea Martella che parla di «intervento fuori luogo visto il contesto» o il senatore questore Antonio De Poli che giudica «assolutamente in linea con la cerimonia» le parole di Luca Zaia? A dire il vero ci sarebbe anche una terza versione, quella che indirizza il brusìo sorto ieri mattina in Fiera a Padova non al presidente della Regione del Veneto, ma al Capo dello Stato. L’assunto sarebbe che, quando un pezzo di platea ha cominciato a rumoreggiare, il governatore stava citando le parole di Sergio Mattarella. Il dato di fatto è che Zaia, du-

rante il suo intervento alla cerimonia inaugurale di Padova capitale del volontariato, non ha ricevuto solo applausi. A un certo punto si è alzato un brusio, al rumoreggiare si è aggiunto qualche fischio, poi è sopraggiunto un applauso. Zaia stava parla di «volontariato nelle istituzioni», ha citato Tina Anselmi «una grande veneta che il 23 dicembre 1978 ha dato vita al Sistema sanitario nazionale», ha aggiunto - rivolgendosi sempre al presidente Mattarella - che il volontariato è nel Dna dei veneti: «Una persona su cinque, quasi un milione di veneti fa volontariato, io direi che quotidianamente c’è qualcuno che si sostituisce alle istituzioni. Tratti somatici che vengono dalla radice cristiana, però, me lo lasci dire, anche l’autonomia e la sussidiarietà, quella che lei ha definito...».

ia ha fatto sull’autonomia e sulla sussidiarietà parlando del volontariato era a assolutamente a tema, non capisco il motivo dei fischi, non erano certo parole da campagna elettorale».

E qui Zaia si è bloccato perché dalla platea alla sua destra si è alzato un brusio. Quindi è partito un applauso, un «bravo» ha sormontato un fischio. Il governatore ha ripreso a parlare: «Quella che lei - ha detto guardando sempre Mattarella ha definito un valore costituzionale, un vero elemento di unità nazionale. E penso che questi siano i valori che hanno i nostri volontari: avere un problema e autonomamente risolverlo».

OVAZIONI

GOVERNATORE Luca Zaia con il sindaco Sergio Giordani

LE REAZIONI «Il passaggio del presidente Luca Zaia sull’autonomia non era necessario, l’ho trovato fuori luogo tanto più che lo slogan della cerimonia era “Ricuciamo insieme l’Italia”», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella (Pd). «L’autonomia - ha aggiunto l’esponente dem - è importante,

gno volontario e i valori che esso trasmette appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale. I volontari sono diventati, in questi decenni, veri e propri corpi intermedi della Repubblica». L’«augurio» del presidente è che «in questo anno si proceda nell’at-

OLTRE 4 MILA INVITATI. BOATI DA STADIO, ANCHE SE L’ACUSTICA HA PENALIZZATO ALCUNI ORATORI

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la legge quadro è pronta e deve essere approvata». Ha preferito non commentare il ministro Federico D’Incà (M5s), presente ieri mattina alla cerimonia. Il senatore questore Antonio De Poli (Udc) ha invece difeso l’intervento del governatore del Veneto: «Il passaggio che Luca Za-

Quello di Zaia è stato l’unico fuori programma. Gli oltre quattromila invitati alla cerimonia sono stati rigorosi nell’attenersi alle disposizioni, i più si sono presentati con quasi due ore di anticipo come da indicazioni, i giornalisti hanno fatto i bravi in fondo alla sala con il divieto di avvicinarsi al palco, mentre la platea ha distribuito sonori applausi subito dopo l’inno nazionale e quello europeo, quando il primo a salire sul palco è stato il sindaco Sergio Giordani. Parevano ovazioni da stadio, anche se la sala non era piena. E pensare che quando la kermesse è iniziata e sul palco c’era la brava Lella Costa si faticava a sentire. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Cadore Comelico

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Sanità: Corona accusa, la Regione risponde Dopo le prese di posizione dello scrittore sul depotenziamento `L’esponente della giunta Zaia, illustrerà i progetti realizzati dei servizi, l’assessore Lanzarin pronta a chiedere un confronto e gli investimenti messi in campo nelle aree della montagna `

L’acqua è torbida: interviene il Bim Gsp

CADORE «Uno dei peggiori nemici della montagna, perché crea timori e fa scappare la gente, è la disinformazione». A sostenerlo è l’assessore veneto alla sanità Manuela Lanzarin, le cui parole irrompono nella levata di scudi in atto in Cadore, contro ogni forma di privatizzazione o esternalizzazione dei servizi sanitari essenziali nonché contro la riduzione delle risorse. E per far chiarezza la titolare veneta del vitale settore chiama in causa Mauro Corona, che martedì era intervenuto sull’argomento durante la consueta finestra di Cartabianca, ricorrendo ad espressioni critiche. Lanzarin chiede all’opinionista un incontro per ristabilire la verità, grazie alla visibilità ed autorevolezza dell’ospite di Bianca Berlinguer su Rai3. «Mauro Corona è un uomo di montagna, concreto e innamorato della sua terra – afferma l’assessore della giunta di Luca Zaia –. Mi dispiace che si sia fatto un’idea sbagliata della sanità bellunese e mi piacerebbe incontrarlo per descrivergli, documenti alla mano, l’impegno della Regione per la salute dei territori montani». Se sui vincoli imposti dal Ministero dei beni culturali sul comprensorio di Auronzo e del Comelico non vi sono divergenze, tanto che la Regione si è schierata apertamente con i territori e ha attivato tutti i ricorsi possibili nelle sedi giurisdizionali, opinioni diverse emergono sulla questione sanitaria.

L’ASSESSORE «Sulla sanità – aggiunge Lanzarin – non vorrei che Corona, per amore delle sue terre, fosse per una volta scivolato nella banalizzazione. Da uomo di montagna a tutto tondo, Corona forse si è dimenticato per un paio di minuti che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Per questo mi piacerebbe incontrarlo per fargli sentire e vedere che la foresta della sanità in montagna cresce, nonostante tanti problemi, primo fra tutti la carenza di medici». Proseguendo con la metafora forestale, l’assessore spiega che nella selva sanitaria bellunese sono stati inve-

SANTO STEFANO

SANITA’ Lo scrittore ertano Mauro Corona e la sindaca di Auronzo Tatiana Pais Becher in prima fila in difesa della montagna

stiti in interventi e apparecchiature 13 milioni e 505 mila euro nel solo 2019; di come il Codivilla di Cortina sia stato rilanciato e siano stati salvati tutti i punti nascita in montagna che il governo e il ministro Lorenzin volevano chiudere. Nell’elenco non potevano poi mancare il Centro (privato) per le malattie respiratorie dei bambini a Misurina, la realizzazione del nuovo pronto soccorso e il potenziamento dell’elisoccorso di Pieve di Cadore, che tra

IL CONSIGLIERE ROGER DE BERNARDIN: «DOVE ERA QUANDO HANNO TAGLIATO IL PUNTO NASCITE DI PIEVE DI CADORE»

Cortina Al Cason de Formin soccorso escursionista L’altro pomeriggio l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato in direzione Cason de Formin, dove, facendo il giro della Croda da Lago, un escursionista si era trovato in difficoltà e, temendo di mettersi in condizione di pericolo, aveva preferito chiedere aiuto al 118 fornendo le coordinate del punto in cui si trovava. Individuato dall’equipaggio, il 32enne trevigiano è stato recuperato con un verricello di 20 metri dal tecnico di elisoccorso e trasportato a valle.

Parlamentari bellunesi in difesa della Polfer `L’allarme di De Carlo

sulla sede di Calalzo raccolto da De Menech CALALZO I parlamentari bellunesi impegnati contro la chiusura della Polfer a Calalzo di Cadore. Dopo l’allarme dell’onorevole di Fratelli d’Italia Luca De Carlo ecco l’iniziativa di Roger De Menech del Partito Democratico. De Menech ha incontrato nei giorni scorsi il sottosegretario all’Interno Matteo Mauri in merito al progetto di riorganizzazione della Polizia di Stato che prevede, tra l’altro, la soppressione del Posto di Polizia Ferroviaria di Calalzo. «Come evidenziato in una nota del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia -dice De Menech- ho chiesto al sottosegretario di riconsiderare il progetto e di ripianare l’organico del posto di Calalzo azzerato a fine 2018 a causa di pensionamenti e provve-

rio quotidianamente. «Dov’è stato mantenuto il punto nascite in montagna: dica dove, di certo non a Pieve di Cadore – sbotta, esemplificando, Roger De Bernardin, capogruppo della minoranza consiliare di Santo Stefano –. La situazione al Codivilla di Cortina? Al momento sono nel caos più totale e la sala operatoria a Pieve non è nemmeno aperta. È vero che stanno sistemando il pronto soccorso del Giovanni Paolo II, ma stanno svuotando l’intero ospedale con il solo elicottero. Le parole dell’assessore sono come fumo negli occhi: come se l’elicottero risolvesse tutti i problemi e dov’è garantita la golden hour se l’ambulanza, sempre se disponibile, partirà da Pieve per arrivare in Comelico quando quella di Auronzo sarà impegnata?». Yvonne Toscani

Na Fuoia in trasferta a Barcellona per la 33. edizione di “Tradicionarius”

dimenti di mobilità. I prossimi grandi eventi che coinvolgeranno l’alto bellunese, Mondiali di Sci nel 2021 e le Olimpiadi nel 2026, richiameranno un maggiore numero di turisti, visitatori e appassionati alle discipline sportive invernali. Sono da prevedere flussi di persone in aumento con migliaia di persone che utilizzeranno la ferrovia oltre che la viabilità FONDAMENTALE Il servizio Polfer ordinaria per raggiungere le lo- alla stazione di Calalzo calità turistiche. Inoltre, il piano di elettrificazione dell’inte- mento del numero di viaggiatora tratta ferroviaria, da Vene- ri sui treni da e per la pianura». zia e da Padova fino a Calalzo, E’ dal 2014 che si parla della renderà più veloce, comodo e soppressione del presidio calalcompetitivo il trasporto su fer- tino. Nelle ultime settimane si ro ed è quindi facilmente ipo- è riacceso il dibattito sulla fertizzabile un sensibile increrovia che verrà e su quel treno verso nord ma nel contempo è arrivato questo nuovo allarme. «Il sottosegretario Mauri, -conclude De Menech- ha assicurato di approfondire la questione sotto il profilo tecnico, anche con i responsabili della Polizia di Stato e con i sindacati per verificare lo spazio di eventuali modifiche al piano». (gbol)

IL DEPUTATO DEL PD HA INCONTRATO IL SOTTOSEGRETARIO ALL’INTERNO MAURI: DISCUSSO IL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE

poco avrà anche il via libera per il volo notturno. E poi ancora il rilancio dell’ospedale di Feltre, con il nuovo pronto soccorso e una nuova risonanza magnetica, la dotazione in quello di Belluno della struttura per autoprodurre farmaci antiblastici contro il tumore, il lavoro per dare tutto ciò che serve al punto di primo intervento di Auronzo. «Pensiamo anche al futuro – conclude l’esponente di Palazzo Balbi – avendo inserito nei progetti per accedere ai fondi nazionali del Cipe il miglioramento sismico dell’ospedale di Belluno per più di 39 milioni e l’adeguamento e riqualificazione del padiglione Della Palma dell’ospedale di Feltre per 20 milioni. Sentire che in montagna manca la sanità di sicuro non aiuta la verità». Le parole della Lanzarin vengono smentite da chi vive sul territo-

Il Consiglio di bacino Dolomiti Bellunesi, cioè l’ente di governo che pianifica e controlla il servizio idrico integrato, nella recente seduta di fine gennaio, ha apprezzato le considerazioni di Bim Gsp sul fatto che la critica situazione della torbidità dell’acqua di Campolongo non sia stata risolta definitivamente, nemmeno dopo l’inserimento di un sistema di filtrazione. Lo scrive, in una lettera indirizzata al gestore del servizio idrico e, per conoscenza, al Comune di Santo Stefano, il direttore Giuseppe Romanello. È stato inoltre preso atto che il Bim Gsp ha già autonomamente inserito nel proprio piano industriale 2020 un ingente investimento per la realizzazione di un nuovo collegamento acquedottistico, con una sorgente alternativa, purtroppo non previamente proposto all’ente di programmazione e quindi non contemplato nella programmazione di bacino. Pertanto è stato chiesto di trasmettere un esaustivo studio di fattibilità, che consenta di valutare esattamente le azioni non più provvisorie per garantire la risoluzione delle problematiche di approvvigionamento idrico della frazione, entro i termini stringenti di predisposizione del programma degli interventi aggiornato da sottoporre alle decisioni dell’assemblea dei sindaci. Per quanto riguarda gli aspetti tariffari, anche l’ente di controllo concorda che l’autorizzazione concessa sulla riduzione per le utenze di Campolongo sia ancora valida, seppur parzialmente, involgendo anche la cosiddetta “addizionale” riferita alle annualità pregresse. (Y.T.)

SAN PIETRO DI CADORE Palcoscenico internazionale per il duo cadorino Na Fuoia. Oggi a Barcellona, nell’ambito del festival di musica popolare “Tradicionarius”, si esibiranno anche Andrea Da Cortà e Annachiara Belli con un repertorio di musiche e danze delle Dolomiti e del Nord Italia. Andrea, polistrumentista, e Annachiara al violino saranno affiancati dai ballerini Arianna Rossetto e Attilio Baccarin. L’invito a partecipare ad una delle più prestigiose manifestazioni culturali spagnole, qual è Tradicionarius, giunta alla 33. edizione, conferma il valore della ricerca che da oltre vent’anni Andrea Da Cortà sta realizzando, con recupero di musiche della tradizione e con la creazione di brani originali sul filone della musica popolare confrontata con diverse realtà italiane e europee. Da solo o con altre formazioni, come il Al Tei e di recente Na Fuoia, Andrea Da Cortà si è fatto conoscere nel panorama musicale popolare in

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vari contesti nazionali ed internazionali, partecipando a rassegne in Ungheria, Germania, Francia. Con il gruppo Al Tei e lo spettacolo “Se fossi una rondinella” che proponeva le più conosciute canzoni degli anni della prima guerra mondiale sono stati ospiti della casa della cultura italiana a Hong Kong. Nella presentazione del programma della manifestazione catalana il duo Na Fuoia viene segnalato così: “ Il progetto di Na Fuoia è il risultato di oltre venti anni di ricerca e lavoro sulla tradizione musicale della bella terra delle Dolomiti in Italia settentrionale, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2009. Na Fuoia rappresenta il ponte tra tradi-

L’INVITO ALLA RASSEGNA CATALANA TESTIMONIA LA VALENZA DEL DUO DA CORTÀ-BELLI E DEI LORO COLLABORATORI

zione e modernità , il recupero e riproposizione di brani antichi, festival di danza, cerimonie, riti religiosi e pagani, una componente fondamentale per la socializzazione”. Numerose le pubblicazioni di brani originali di Andrea Da Cortà su cd, e recentamente il gruppo Na Fuoia ha collaborato alla realizzazione di un disco intitolato “Sconfini- No Borders”, un’idea di “colonna sonora transfrontaliera”, nata con l’obiettivo di realizzare una compilation di brani che narrassero le radici culturali dei territori coinvolti nel progetto e allo stesso tempo esprimessero lo spirito transfrontaliero di condivisione e contaminazione. Al progetto hanno partecipato, oltre a Da Cortà e Belli, Patrizia Bertoncello, Francesca Gallo, Corina Kush, Lorenzo Marcolina, Renato Tapino. Sul cd sono stati registratri 11 brani di diverse tradizioni dolomitiche, austriache, slovene, in una esibizione dal vivo al Teatro delle Voci di Treviso. Lucio Eicher Clere


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Portogruaro

LA PROCEDURA In base a una legge regionale l’elettrocardiogramma deve essere refertato. Scelta la strada della scadenza breve

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Medicina sportiva, protesta contro i certificati “a tempo” Rilasciati solo per 3 o 6 mesi a causa `L’Ulss: «Carenza di medici specialisti» dell’assenza del cardiologo che li valida Le famiglie: «Non hanno avvisato nessuno» `

Toccherà a Zaia dare il via alla Fiera numero cinquanta `Domenica 16 taglio

del nastro con il governatore del Veneto

PORTOGRUARO CAORLE

Manca il cardiologo che referta l’elettrocardiogramma, “provvisori” i certificati di idoneità sportiva. Sta destando alcune polemiche il servizio offerto dal reparto di Medicina Sportiva dell’Ulss 4, collocato all’ex Silos, a Portogruaro. Dopo aver sottoposto a regolari test gli atleti inviati dalle associazioni sportive del territorio, da qualche giorno il reparto sta rilasciando certificati di idoneità la cui scadenza viene anticipata di molto rispetto a quella prevista dalla legge. In sostanza, anziché rilasciare un certificato con validità di un anno, vengono prodotti certificati a scadenza trimestrale o semestrale. Una prassi che è stata “denunciata” anche sui profili social di alcuni genitori e che l’Ulss ha motivato con l’assenza del medico cardiologo che referti, come previsto da normativa regionale, l’elettrocardiogramma.

LA “DIFESA” DELL’ULSS «Eventuali ritardi nel rilascio del certificato medico di idoneità sportiva – spiegano dall’Ulss - sono riconducibili alla carenza di personale medico specialista, di cui è nota la difficoltà di reperimento nel mercato del lavoro. Sono comunque già state avviate le procedure di reclutamento per individuare il professionista mancante». Il certificato medico di idoneità sportiva agonistica, che solitamente viene rilasciato dopo un’accurata visita, l’esame delle urine, una spirometria e un elettrocardiogramma sotto sforzo, è firmato sempre e solo dal medico sportivo. In Veneto, nel pubblico ma anche nel privato, è previsto però che l’elettrocardiogramma venga refertato, cioè validato, anche da un cardiologo. Questa “condivisione di responsabilità” e la volontà di non bloccare le attività degli atleti, che senza il certificato non potrebbero partecipare ad alcuna compe-

EX SILOS La sede del distretto sanitario ospita il reparto di Medicina sportiva

tizione, sarebbero alla base della decisione del medico sportivo che opera al Distretto di rilasciare del certificati “provvisori”. Le perplessità tuttavia non mancano. «Tra due mesi, in piena stagione agonistica - spiega una mamma – dovremmo tornare all’ex Silos per richiedere il certificato. Ci risulta poi che nessuna associazione sportiva, nemmeno in fase di prenotazione degli appuntamenti delle visite, sia stata informata di questa situazione. Ci auguriamo che l’azienda sanitaria provveda quanto prima a trovare questo medico cardiologo, evitando disagi alle famiglie e alle società che devono monitorare tutte le scadenze dei certificati per non incorrere nel rischio di impegnare in competizioni atleti fuori regola». Teresa Infanti

Il filosofo oggi a Portogruaro

Spetterà al presidente della giunta regionale del Veneto Luca Zaia l’onore di tagliare il nastro dell’edizione numero 50 della Fiera dell’Alto Adriatico, la più importante kermesse del Nordest dedicata al settore Ho.re.ca. che si terrà dal 16 al 19 febbraio nel Palaexpomar di Caorle. La cerimonia di inaugurazione è programmata alle 10 di domenica 16 e si terrà nel nuovo ingresso alla Fiera, ricavato nel padiglione di 1200 metri quadrati allestito per ampliare i consueti spazi del Palaexpomar (circa 5000 metri quadrati), dando così la possibilità di aumentare gli stand e le aree espositive. Un’altra novità annunciata per questa edizione del cinquantennale riguarda il mondo dell’imprenditoria femminile. Fisar in Rosa, in collaborazione con Fisar di Portogruaro e San Donà di Piave, ha organizzato un evento dedicato alle donne che hanno saputo farsi largo in un mondo, quello del vino, che fino a qualche anno fa era prerogativa de-

gli uomini. Il tema scelto, “Spumanti metodo classico: sei interpretazioni di vignaiole veneto-friulane”, ha proprio l’obiettivo di mettere in risalto l’impegno delle donne nel mondo del vino. «E’ una iniziativa che Fisar in Rosa propone a livello nazionale dal 2011 – spiega Nadia Salvador, referente per il NordEst – promossa dal consiglio nazionale, per evidenziare la figura della donna nel mondo del vino, che è sempre stato prettamente maschile. Fino a qualche tempo fa una donna non avrebbe mai pensato di diventare enologa o agronoma; oggi, invece, ce ne sono molte. Anzi, oggi ci sono aziende completamente al femminile». Donne, dunque, protagoniste dell’appuntamento del 16 febbraio, alle 15, nella Sala Azzurra del Palaexpomar. Sei imprenditrici, di Veneto e Friuli, racconteranno le loro esperienze in questo settore. (r.cop)

TRA LE NOVITA’ DELL’EDIZIONE 2020, UN’INIZIATIVA CON LE DONNE DEL VINO CHE PRODUCONO SPUMANTI

Veneziani e i “muri della vergogna” Marcello Veneziani a Portogruaro per parlare dei “Muri della Vergogna”: questo il tema del nuovo appuntamento organizzato dal Circolo Cavour Trentacinque per oggi, sabato, alle 11, nella sala consiliare del municipio. Con l’aiuto del filosofo, giornalista e scrittore, si affronteranno le principali tragedie del XX secolo seguendo un percorso che parte dal 9 novembre scorso, trentennale della caduta del Muro di Berlino, passa per il 27 gennaio, Giorno della Memoria della Shoah, e arriva fino al 10 febbraio, Giorno del Ricordo

dei martiri delle foibe e dell’Esodo istriano, fiumano e dalmata. Si parlerà di muri “fisici”, ma anche di muri di assordante silenzio, Nell’occasione, Veneziani presenterà anche la sua ultima opera “Dispera bene”, manuale di consolazione per reagire al declino e far nascere la fiducia dalla disperazione. Sotto forma di lettera a un ragazzo del duemila, con postilla a un bambino neonato, suggerisce un farmaco per affrontare il tempo che non ci piace, curare il pessimismo, ripararsi dal potere e finire in bellezza. (t.inf.)

PALAEXPOMAR Grande attesa per la cinquantesima edizione della Fiera dell’Alto Adriatico

Amici di Omar e vigili per la prevenzione stradale Nuova rampa di collegamento, SAN STINO Lezioni teoriche e pratiche nelle scuole su prevenzione e sicurezza stradale. Questa l’attività della Polizia locale con l’associazione “Amici di Omar” di San Stino. «Le richieste di intervenire nelle scuole - spiega Enrico Bidoggia, vicepresidente di Amici di Omar - sono in costante aumento. Quest’anno l’attività può iniziare a febbraio grazie al contributo della Polizia locale di San Stino. Gli agenti svolgono molte attività mirate alla sicurezza dei cittadini. Alcune di queste sono poco conosciute. Lo scorso anno per attività di prevenzione e sicurezza stradale, oltre che le scuole di San Stino, si sono rivolti alla nostra asso-

ciazione istituti di comuni limitrofi e le Università della terza età di Torre di Mosto e San Donà di Piave. A settembre, insieme all’associazione Pasav di Venezia, ci sarà un grande evento che coinvolgerà San Stino, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro. Le tragedie avvenute di recente sulle strade del Veneto Orientale non ci hanno lasciati indifferenti. Anzi, ci spronano a continuare con più determinazione con i ragazzi nell’azione di prevenzione. A San Stino questo è possibile grazie alle istituzioni, per prime Regione e Comune, che hanno sostenuto la realizzazione del campo scuola di educazione stradale, progettato con l’associazione Pasav di Venezia, e a tante persone che hanno a cuore il problema. (G.Pra.)

l’A4 chiude per una notte

Portogruaro Via alla sostituzione di 15mila contatori

EDUCAZIONE STRADALE Un vigile fa “lezione” ad un ragazzino

Al via la sostituzione dei contatori dell’elettricità per 15mila utenze del Portogruarese. E-Distribuzione ha incaricato una società dell’installazione dei nuovi contatori elettronici, così come sta avvenendo in tutta la Penisola. Dell’operazione, che dovrebbe terminare a luglio, sono state informate le autorità comunali e le forze dell’ordine; per i clienti è in corso una capillare campagna di comunicazione. (t.inf.)

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PORTOGRUARO Nuova rampa di collegamento, la A4 chiude per una notte. Proseguono a ritmo serato i lavori nel primo sub-lotto del secondo lotto (Portogruaro – Alvisopoli) del cantiere per la costruzione della terza corsia dell’autostrada. Gli interventi in questa fase sono concentrati sul nodo di Portogruaro dove è in programma il rifacimento delle rampe. Per ricalibrarle sarà chiusa l’autostrada almeno per una notte. Dalle 22 di lunedì 10 alle 4 di martedì 11 verrà chiusa la rampa di collegamento tra la A4 (direzione Trieste) e la A28 (direzione Conegliano). Chi ar-

riva da Venezia ed è diretto a Portogruaro, dovrà uscire al casello di San Stino di Livenza e seguire il percorso alterativo segnalato dalle frecce gialle. In caso di prolungamento dei lavori, la chiusura sarà replicata, con le stesse modalità e gli stessi orari, nella notte fra martedì 11 e mercoledì 12 febbraio. Intanto proseguono i lavori per la costruzione del cavalcavia di via Pordenone, con l’allargamento a est dell’attuale ponte che sovrasta l’A4. Nel cantiere è stato già compattato il terreno per le rampe del nuovo ponte che andrà a sostituire quello attuale. Allo stesso modo sarà ricostruito quello di via Crede che collega Portovecchio a Fossalato. M.Cor.


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IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 8 Febbraio 2020

VENETO

VENEZIA.Sequestratemaschereegadgetillegali

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

MascherediCarnevaleealtrigadgetsenzal’etichettaturaobbligatoria:sonooltre17milaiprodottisequestrati dallaFinanza:«Nonregolariepotenzialmentepericolosi».Ilvaloreècirca100milaeuro.Ottogliesercizi controllati,dicui7gestitidacittadinistranieri,inzonecrucialicomeRialto,SanMarcoeCampoS.Polo.

INFRASTRUTTURE. Regionee VenetoStrade: «Operazione sicurezza partitaprimadel Morandi»

Ponti censiti e monitorati «Unadecinanelmirino»

Èincommissione

Pocotempo peril“Piano trasporti”

Ma De Berti e Vernizzi assicurano: «Niente paura, non sono a rischio» Venetoapripista alivellonazionalelavoraconl’UniversitàdiPadova Cristina Giacomuzzo INVIATA A MESTRE

Nel catasto dei ponti saranno censite le 494 strutture gestite da Veneto Strade e anche 60 gallerie. Saranno inserite in una mappa interattiva. Basterà un semplice clic su uno di questi punti, ed ecco una scheda con le caratteristiche tecniche di base, poi un diagramma a colori che mostra lo stato di salute del manufatto e, a seguire, tutta la dettagliata descrizione sulle condizioni di solette, giunti, travi, appoggi e via di seguito. Insomma, una sorta di “radiografia” che andrà aggiornata periodicamente. IL PRIMATO. L’operazione si-

curezza dei ponti, dei cavalcavia e delle gallerie lungo le strade regionali dovrebbe concludersi entro l’anno ed è tra le prime, se non la prima, svolta in modo sistematico a livello nazionale. Risultato? «Al momento non ci sono situazioni che ci preoccupano.

Ilponte sul Gresala Belluno

Registriamo una decina di ponti “attenzionati”. Ma niente di preoccupante, si può stare sicuri». Così ieri il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, insieme all’assessore regionale alle infrastrutture, Elisa De Berti. Nella sede di Mestre della società, braccio operativo della Regione, c’erano poi Claudio Modena, professore emerito

di Tecnica delle costruzioni dell’Università di Padova, e Carlo Pellegrino, ordinario di Tecnica delle costruzioni sempre dell’Università di Padova. È stato firmato un protocollo d’intesa tra Veneto Strade e ateneo patavino per la realizzazione del censimento che è più di un semplice elenco di ponti perché consente di avere un quadro og-

gettivo sulle condizioni dell’opera. Un quadro che serve ai tecnici per graduare le priorità degli interventi. Non solo. L’accordo prevede la formazione del personale di Veneto Strade per questo nuovo e delicato compito. Sì, perché la precisa e oggettiva raccolta di informazioni sulla struttura, partendo dall’osservazione del ponte nel suo insieme fino alle varie componenti visibili e la compilazione di specifici questionari, è alla base del funzionamento di questo strumento innovativo. Semplificando, si tratta di un software che, tramite un algoritmo, è in grado di analizzare i dati che derivano anche dall’osservazione e quindi di “fotografare” lo stato di salute del ponte. FONDI. De Berti e Vernizzi

precisano subito due cose. Primo. L’attenzione alla sicurezza di ponti e gallerie non nasce dalle tragiche morti per il crollo del ponte Morandi a Genova. «Già prima, nel

ElisaDeBertieSilvanoVernizzi «Lasicurezza èunodegliotto obiettiviche sipone ilPiano regionaledeitrasporti», ribadiscel’assessoreElisa De Bertichea metàsettimana ha assistitoalle audizioniin commissioneterritorio del consiglioregionale digran partedeisoggettiinteressati al piano.«Si trattadiun pianoche èstatocondiviso findall’inizio, noncalato dall’alto,per cui trovaunabuona rispostaspiega-.Nelle prossime settimaneverràlicenziato dalla commissioneper approdare in aula.Puntiamo achiudere primadellascadenza del mandato.Senonsi riuscisse? Il lavorosvolto èsalvo:si ripartirebbedalleaudizioni. Ma noisperiamo difarcela». © RIPRODUZIONERISERVATA

LACERIMONIA IERIAPADOVA. Eil governatoreZaia sottolinea«il lavorodi30 milaassociazionie 900milaveneti»

2017 - ricorda l’assessore - il governatore Zaia aveva chiesto a Veneto Strade di dare la massima priorità a questo tema». Un’attenzione che si è tradotta in finanziamenti: 30 milioni di euro fino al 2022 a tranche di 5 milioni all’anno. «L’intenzione ora annuncia De Berti – è di far diventare strutturali quei fondi per garantire una manutenzione ordinaria e straordinaria costante nel tempo». Secondo. «Questi sono i classici interventi che costano – continua De Berti -, ma che non danno un ritorno in visibilità ai politici. È evidente che il patrimonio infrastrutturale nazionale ha bisogno di manutenzione e che si torna a parlarne solo per i fatti di cronaca. Ma in Veneto ci siamo attivati in tempi non sospetti. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con Anas per la gestione delle 60 gallerie. Quindi la domanda è: in Veneto siamo sicuri? Per i manufatti di competenza regionale posso dire di sì, grazie a Veneto Strade, braccio operativo della Regione, e ad Anas. Ma ci sono quasi 8 mila chilometri di strade provinciali. E le Province non hanno i soldi per eseguire la manutenzione, colpa dei mancati trasferimenti statali. Per questo il Governo deve porsi il problema, oltre a prendere per le orecchie i concessionari autostradali». PROVE STATICHE E FONDI. Il

Veneto con questo sistema di monitoraggio e censimento

sta anticipando lo Stato, come spiega Modena che siede nel Consiglio superiore dei lavori pubblici: «A breve saranno emanate dal Ministero le “Linee guida per il censimento, classificazione, valutazione e monitoraggio dei ponti esistenti” a cui dovranno adeguarsi tutti gli enti gestori. Qui in Veneto partiamo prima e meglio». Il professore spiega poi che definire un ponte sicuro staticamente non è poi così semplice. Nel senso che serve impostare un metodo omogeneo e uniforme, valido per tutti gli enti gestori e, soprattutto, va considerato che ogni ponte è un’opera a sé e, quindi, serve intervenire con sistemi diversi ogni volta. Poi, vanno analizzate le condizioni in cui versa prima, ma anche dopo l’intervento di manutenzione. Nonostante tutto, l’obiettivo di Veneto Strade è dichiarato: «Riuscire a controllare i principali ponti in tempo reale per poter, per esempio, avere un riscontro immediato sugli effetti di un terremoto o lo stato di stress per il traffico pesante. Siamo solo agli inizi. Intanto - conclude Vernizzi – stiamo eseguendo due sperimentazioni con metodi diversi. Uno a Ponte sul canal salso a San Giuliano di Venezia, tramite cablaggio, e l’altro su un’opera del 2011 scelta perché nuova e ne avevamo tutti i particolari tecnici, a Belluno: il Ponte sul torrente Rudavoi con il sistema informatico Iov». • © RIPRODUZIONERISERVATA

PER IL CARNEVALE. «Preveniamo intasamenti»

Venezia isensori UnastandingovationperMattarella Installatia conta-flussideivisitatori nellaCapitaleeuropeadelvolontariato VENEZIA

Luilodailtema“Ricuciamol’Italia”:«Voisconfiggetel’indifferenzaperledifficoltàaltrui» Antonella Benanzato PADOVA

Un’autentica standing ovation ha accolto l’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita alla città per la cerimonia inaugurale di “Padova Capitale Europea del Volontariato 2020”. Dalle migliaia di giovani volontari accorsi alla Fiera, ai tantissimi bambini delle scuole elementari che sventolavano le bandierine dell’Europa e di Padova Capitale Europea del Volontariato. Tutti in piedi per cantare l’Inno di Mameli, tutti in piedi per applaudire il Capo dello Stato. In prima fila, le istituzioni: la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro Federico d’Incà, il presidente della Regione, Luca Zaia, il sindaco di Padova, Sergio Giordani e i vertici dell’organizzazione di Padova Capitale Euro-

L’auspicio:attuare laleggesulTerzo settore.Eun pensieroaSilvia Romanonelle manideirapitori

Mattarellaconleautorità

Ilpresidente e i lavorideipiccoli suPadova capitale delvolontariato

pea del Volontariato per una tre giorni di eventi, tavoli di lavoro e convegni.

il tema dell’evento, “Ricuciamo insieme l’Italia”, non è certo sfuggito al presidente della Repubblica. «Contiene significati profondi - ha detto dal palco Mattarella - e ha valenza di progetto per il futuro. Trasformazioni impetuose stanno cambiando luoghi e spazi della vita civile, della comunicazione tra gli uomini, delle stesse relazioni interpersonali». Nel Veneto, da sempre terra di volontariato e di attenzione al sociale, l’impegno è una costante. E per Mattarella “la passione” insita nel volontariato «sconfigge l’indifferenza. Quell’indifferenza - ha aggiunto - che inizia nei confronti delle difficoltà e delle sofferenze degli altri e che, nella storia, è giun-

NIENTE CLAMORI. In apertura

Emanuele Alecci, responsabile del comitato “Padova capitale europea del volontariato” e presidente Csv Padova, ha spiegato che «il volontariato non ama il clamore, non gradisce la riconoscenza, preferisce l’operoso silenzio, ma quando abbiamo condiviso con il sindaco di Padova la possibilità di candidare la nostra città a Capitale europea del Volontariato eravamo convinti che ciò ci avrebbe permesso di far emergere la grande funzione educativa e culturale che rappresenta oggi il volontariato italiano». E

ta a manifestarsi cinicamente persino in presenza di crudeli persecuzioni. Il volontariato da noi ha radici antiche, e profonde, nelle molteplici tradizioni culturali del nostro Paese. Padova ne è una punta avanzata e ha conosciuto grandi testimoni del volontariato italiano». NUOVA LEGGE. L’auspicio del

Capo dello Stato è che il 2020 possa portare finalmente all’attuazione della legge sul Terzo Settore. Poi lo sguardo del presidente si è posato sulla moltitudine di giovani che affollavano la Fiera. «I volontari sono anche testimoni. Ai giovani si parla anche attraverso gli esempi e la coerenza dei comporta-

menti». E parlando ancora dei giovani, non ha potuto non ricordare con “apprensione” un’altra giovane: la volontaria Silvia Romano rapita in Kenia, della quale ormai da un anno e mezzo non si hanno notizie. «Da Padova-capitale non può mancare per lei il nostro pensiero, che si unisce al costante impegno delle istituzioni per ottenerne la liberazione», ha scandito. Il Veneto, ha ricordato poi il governatore Luca Zaia, ha sicuramente tutti i numeri per rappresentare il volontariato. Sono 2.500 le organizzazioni di volontariato, 1.500 realtà che si occupano del sociale: «Un lavoro silenzioso di uomini e donne: 30 mila realtà associative che coinvolgono 900 mila veneti, un veneto su 5 quotidianamente dedica il suo tempo alla comunità. Siamo la prima comunità al mondo per numero di missionari - ha proseguito Zaia - e la prima comunità che ha dato vita alla prima ong, Medici con l'Africa Cuamm». La visita del Capo dello Stato è poi proseguita a Palazzo della Ragione, sito candidato a patrimonio dell’Unesco e alla cappella degli Scrovegni con gli splendidi affreschi di Giotto. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Scatta con il Carnevale la sperimentazione dei conta persone a Venezia: è un sistema di 34 sensori ottici che consente di rilevare, ma senza identificarle, il numero di persone «che provengono dagli hub della città, con quale affluenza e velocità». Il progetto conta-persone, sottolinea il Comune, nasce «da lontano per rispondere a una esigenza specifica della città, sottoposta a flussi turistici importanti». Sarà possibile prevedere

Unodeisensori conta-persone

in anticipo il formarsi di intasamenti di pedoni e prevenirli imponendo deviazioni al flusso dei turisti lungo le calli. «È un sistema che già attuiamo in modo artigianale “a vista” per gestire i flussi». •

SCELTODA MELONI. DopoledimissionidiBerlato

De Carlo nuovo coordinatore diFratellid’ItaliainVeneto Cambio ai vertici regionali di Fratelli d’Italia: come preannunciato, la leader Giorgia Meloni ha sostituito il dimissionario Sergio Berlato (ora eurodeputato) col deputato Luca De Carlo, sindaco di Calalzo che già l’anno scorso aveva sostituito Berlato durante la campagna per l’Ue. Ne dà notizia il responsabile nazionale “Organizzazione” FdI, on. Giovanni Donzelli: «Un grande in bocca al lupo e complimenti a Luca De Carlo per la nomina di coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Veneto, ricevuta dal presidente Meloni in seguito

LucaDeCarlo

alle dimissioni di Berlato, cui vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto e i complimenti». «Sono certo che De Carlo saprà svolgere nel migliore dei modi il nuovo e importante compito grazie anche alla sua esperienza politica». •


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