cinema&fiction
SPECIALE
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Anno 69 - numero 2 maggio 2016 - 2,00 €
CROISETTE Otto film italiani nelle varie sezioni del 69° Festival KEVIN COSTNER A tu per tu con il divo statunitense che si rilancia con Criminal ENNIO MORRICONE Speciale dedicato al compositore due volte premio Oscar HONG KONG Giovanni Robbiano e altri incontri al FilMart 2016
La pazza gioia di Paolo Virzì alla Quinzaine des Réalisateurs
Tutte le strade
portano a Cannes
Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore Responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore Editoriale Andrea SPLENDORE and.splendore@gmail.com Vicedirettore Luigi AVERSA aversaluigi@gmail.com Art Director Stefano SALVATORI grafico.salvatori@gmail.com Realizzazione Das Designer Agenzia Giornalistica P.zza Augusto Imperatore, 32 00186 Roma dasdesigner@gmail.com Hanno collaborato Barbara Bianchi Silvia Gambirasi Ylenia Politano Editore CDA srl Viale Liegi,7 00198 Roma info@servizieditorialicda.it Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De Schiavi, 355 00171 Roma Tel. 06 89015166 Fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it Stampa Arti Grafiche Celori www.grafichecelori.com
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editoriale
L’eccellenza italiana nel mondo
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opo la troppa grazia dello scorso anno quando in competizione al Festival di Cannes c’erano tre pezzi da novanta del cinema italiano e internazionale come il premio Oscar Paolo Sorrentino con Youth - La giovinezza, il pluripremiato, proprio sulla Croisette, Matteo Garrone con Il Racconto dei Racconti e l’amatissimo da queste parti Nanni Moretti con Mia madre - nell’edizione numero 69 della rassegna francese non ci sono nostri connazionali in concorso. In realtà, però, nelle sezioni parallele del Festival, Un certain regard, Semaine de la Critique, Cinéfondation e soprattutto Quinzaine des Réalisateurs, tra lunghi e cortometraggi figurano ben otto prodotti battenti bandiera tricolore, per una selezione comunque raffinata, sentimentale e giovanile. Un’eccellenza italiana costituita, tra gli altri, da nomi co-
me Paolo Virzì, che presenta la sua ultima fatica La pazza gioia, Marco Bellocchio, sulla Croisette con Fai bei sogni, Claudio Giovannesi con Fiore e Stefano Mordini con Pericle il Nero. A proposito di italiani che si fanno valere nel mondo, all’ultimo FilMart di Hong Kong abbiamo incontrato e intervistato il professor Giovanni Robbiano, regista e sceneggiatore (Fuoco amico TF45), che oggi dirige il FAMU (Faculty Academic of Film & TV) di Praga.
Ospite della ventesima edizone del “mercato del cinema e della tv più grande dell’Asia”, il cineasta-docente ha indicato la nuova Via della Seta (“Belt & Road”) dell’industria cinematografica, la coproduzione internazionale fra due o più Paesi, anche di Oriente e Occidente. Ma andando a Cannes, su suggerimento di Franco Bixio, subito da noi condiviso, abbiamo realizzato un intero supplemento dedicato a colui che in questo momento sta portando alta più di tutti la bandiera italiana nel mondo, ovvero Ennio Morricone, fresco vincitore del secondo premio Oscar, questa volta per la musica di The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Per dare il giusto rilievo alla figura del grande compositore in un festival internazionale come quello che si tiene da 69 anni in Costa Azzurra, lo speciale è tutto in lingua inglese. Renato Marengo
sommario Cannes 69 Virzì, Bellocchio, Giovannesi, Comodin, Mordini & Co: l’Italia c’è! di Ylenia Politano
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Cannes 69 Il Festival tra mondanità e qualità di Y.P.
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Kevin Costner «Quanto mi piacerebbe entrare nella testa di mia moglie...» di Silvia Gambirasi 8 Il libro della giungla Bagheera, Kaa e Baloo parlano italiano di S.G. Una nobile causa Risate e gioco d’azzardo per una commedia... on demand di Barbara Bianchi
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Giovanni Robbiano «Coproduzione, nuova Via della Seta» di Luigi Aversa 12 FilMart 2016 Al più grande mercato dell’Asia una importante presenza tricolore di L.A. 13 Ennio Morricone Grande eccellenza italiana di Renato Marengo
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L’immagine del suono I colori sonori di Ciccio Merolla di R.M.
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Festa del Cinema Bulgaro Una finestra su un popolo di artisti di B.B. 21 Rock e fumetti Savonardo e Il Disegno di Manara di R.M.
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Cannes 69
L’Italia c’è!
di Ylenia Politano
Non compare nel concorso principale ma sulla Croisette il cinema nostrano è presente. Con ben otto titoli fra Un certain regard, Quinzaine e Semaine. E registi come Bellocchio e Virzì
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l cinema nostrano non sarà in concorso nella selezione ufficiale ma anche quest’anno al 69° Festival di Cannes si parlerà italiano. Alla 48. selezione ufficiale di Un certain regard partecipa Pericle il Nero, terzo lungometraggio di Stefano Mordini (Provincia Meccanica, Acciaio) tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino. Un noir interpretato da Riccardo Scamarcio, qui nei panni del Nero, quello che, per dirla con le sue parole “di lavoro faccio il culo alla gente” per conto di Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore e fa scattare la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, incontra Anastasia, che lo 4
accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Come nelle migliori storie, il Nero non potrà però sfuggire all’infinito dal suo passato e dai suoi errori. È nella sezione Quinzaine des Realisateurs - parallela a quella ufficiale del Festival, che si svolge dal 1969 ed è organizzata dalla SRF - Société des Réalisateurs de Films - che i registi italiani fanno sentire la loro presenza con una tripletta interessante. Marco Bellocchio apre la rassegna con Fai bei sogni, pellicola tratta dal romanzo di Massimo Gramellini, fino all’ultimo momento in odore di concorso ufficiale. Nel cast Valerio Mastandrea, l’attrice francese Bérénice Bejo (The Artist e premio miglior attrice nel 2013 con Il passato), Fabrizio Gifuni e n.2 maggio 2016
In apertura: Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi ne La pazza gioia. In basso: Riccardo Scamarcio in Pericle il Nero. Qui sopra: una scena de Il silenzio
Guido Caprino. Il film - tratto da un best seller, quindi molto atteso racconta di segreti e solitudini, di un uomo cresciuto senza madre e del suo percorso di riscoperta di sé. Uscirà nelle sale a dicembre. Ci sarà poi Paolo Virzì con La pazza gioia, in cui, accanto a Micaela Ramazzotti recita Valeria Bruni Tedeschi, attrice molto amata in Francia. In sala già dal 17 maggio, il film è un’avventura emotiva e folle, in cui il disagio mentale sa di libertà e i toni leggeri della commedia ben raccontano la pena di vivere. Virzì racconta che il film è nato vedendo camminare per mano le due attrici, una barcollante sui tacchi in mezzo a un prato, durante le riprese de Il capitale umano, e che questa immagine di disequilibrio lo ha ispirato. Terzo italiano alla Quinzaine è Fiore di Claudio Giovannesi (Alì ha gli occhi azzurri). La pellicola è ambientata in un carcere minorile, che diventa non solo un luogo di non libertà, ma di non amore: un luogo in cui Josh e Daphne, entrambi denn.2 maggio 2016
tro per rapina, cercano e trovano un amore che sfida le inferriate, i pregiudizi, le regole. Nel cast, oltre ai giovanissimi Daphne Scoccia e Josciua Algeri, ancora Valerio Mastandrea, che quindi è presente al Festival con una doppietta. Nel film recitano esordienti assoluti e vere guardie penitenziarie. Uscirà a fine maggio nelle sale italiane. Quattro titoli che ben rappresentano il nostro paese, spaziando per generi e temi, ma raccontando storie ricche di emotività, ricerca interiore, desiderio di libertà. In gara nella Semaine de la Critique I tempi felici verranno presto di Alessandro Comodin (L’estate di Giacomo) e tra le proiezioni speciali fuori gara il documentario L’ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan. Allo Short Film Corner il corto di produzione italiana Il silenzio di Farnoosh Samadi Frooshani e Ali Asgari partecipa alla competizione per la Palma d’oro del cortometraggio, che sarà assegnata dalla giuria
Sopra, dall’alto in senso orario: La santa che dorme, L’ultima spiaggia, Valerio Mastandrea e Berenice Bejo in Fai bei sogni e una scena di Fiore. Qui accanto: I tempi felici verranno presto
guidata da Naomi Kawase. In gara dieci film da Europa, America Latina, Asia e Africa. Un altro italiano concorre per la Cinéfondation - diciotto i film in gara, tutti realizzati nell’ambito delle scuole di cinema - La santa che dorme di Laura Samani del Centro Sperimentale di Cinematografia. Non c’è la corsa alla Palma d’Oro, ma sicuramente il cinema italiano ha anche quest’anno la possibilità di farsi notare dal mercato internazionale del Festival di Cannes. !!! 5
Il Festival di Cannes
tra mondanità e qualità
di Ylenia Politano
La rassegna si apre l’11 maggio con Woody Allen, poi fino al 22 sulla Croisette sfila il meglio del cinema mondiale. Da Almodovar a Loach, da Spielberg a Jarmusch
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In apertura: The Nice Guys. Più sotto: George Miller. Qui sopra, da sinistra, in senso orario: Just la fin du monde, La fille inconnue, Money Monster, Sean Penn e Charlize Theron
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rande attesa e fermento per il 69° Festival di Cannes. Non a caso, dall’uscita del manifesto allo svelarsi dei film in gara, gli addetti ai lavori, la stampa e gli appassionati di cinema sono tutti presi a commentare, criticare, lodare. Tra i festival più importanti e prestigiosi del mondo, Cannes accoglie sulla Croisette grandi star e nuovi talenti, decretando spesso il successo di autori e volti ancora sconosciuti a livello internazionale. Se la mondanità ha un grande richiamo, il Festival di Cannes si distingue sempre per la qualità sia dei film in concorso che delle sezioni parallele. Dall’11 al 22 maggio, la kermesse 2016 presenta una cinquantina di opere provenienti da ventidue Paesi.
«L’universalità è una nostra caratteristica – ha sottolineato il direttore artistico Thierry Frémaux – essendo Cannes non un festival francese bensì mondiale». Woody Allen inaugura il tappeto rosso presentando Café Society (Selezione Ufficiale - Fuori concorso). I due protagonisti sono Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Fuori concorso sfileranno anche – tra gli altri – Steven Spielberg con Il Gigante Gentile, Shane Black con The Nice Guys, interpretato dal duo hollywoodiano Russell Crowe e Ryan Gosling, e Jim Jarmusch con il suo documentario su Iggy Pop, Gimme Danger. Venti i titoli in concorso. Si va dal ritorno di vecchi maestri come Pedro Almodovar con Julieta ai n.2 maggio 2016
Qui sopra: Agassi. Accanto: Julieta. Sotto: Shia LaBeouf in American Honey. Più a destra: Il gigante gentile di Steven Spielberg
fratelli Dardenne con La fille inconnuè e Ken Loach con I, Daniel Blake, a Sean Penn che presenta The Last Face, interpretato dai divi Charlize Theron e Javier Bardem e il danese Nicolas Windig Refn con The Neon Demon, protagonisti Keanu Reeves ed Elle Fanning. Torna l’enfant prodige Xavier Doland con Juste la fin du monde e un cast stellare: Vincent Cassel, Léa Seydoux e Marion Cotillard. Quattro i francesi in gara: Personal Shopper di Olivier Assayas con la star californiana Kristen Stewart, Ma loute di Bruno Dumont con Fabrice Luchini e Juliette Binoche, Mal de pierres di Nicole Garcia con (ancora) Marion Cotillard e Louis Garrel e Rester vertical di Alain Guiraudie. Doppio colpo per la Romania che porta nuovamente in concorso due talentuosi autori, Cristian Mungiu con Bacalaureat e Cristi Puiu con Sieranevada. E ancora la britannica Andrea Arnold con American Honey, interpretato da Shia LaBen.2 maggio 2016
ouf e Sasha Lane, e l’olandese Paul Verhoeven con la pellicola Elle e Isabelle Huppert, mentre dalla Germania la regista Maren Ade presenta Toni Erdmann. Dall’Oriente arrivano il sudcoreano Park Chan Wook con Agassi e il filippino Brillante Mendoza con Ma’ Rosa. Jim Jarmusch raddoppia, essendo anche in concorso con Paterson, Adam Driver protagonista. In concorso anche Jeff Nichols (reduce dalla Berlinale, Midnight Special) con Loving, in cui torna a lavorare con l’ormai lanciatissimo Joel Edgerton e Michael Shannon. Il Sudamerica è rappresentato dal brasiliano Kleber Mendonça Filho con Aquarius. Nessun film italiano in gara, dopo l’esperienza dello scorso anno, con il trio Moretti-Garrone- Sorrentino rimasti a mani vuote, ma che hanno ottenuto un grande successo di critica e mercato. Sarà sicuramente un festival stimolante, vista anche la giuria inter-
Sopra: Iggy Pop in Gimme Danger. Qui accanto: I, Daniel Blake. Sotto: Jesse Eisenberg e Kristen Stewart in Café Society
nazionale, presieduta dall’australiano George Miller, candidato all’Oscar con Mad Max Fury Road, e composta dagli attori Vanessa Paradis, Kirsten Dunst, Donald Sutherland, Mads Mikkelsen, il regista ungherese Laszló Nemes, il francese Arnaud Desplechin, il produttore iraniano Katayoon Shahabi e dalla nostra Valeria Golino, attrice, regista e produttrice che ha tutti i numeri e le competenze per sedere a questo tavolo. In mezzo a tanto talento, vinca il migliore! !!! 7
Kevin Costner
«Quanto mi piacerebbe entrare nella testa di mia moglie per sapere che pensa di me» A tu per tu con il bellissimo divo californiano, protagonista “cattivo” dell’action thriller Criminal dove gli impiantano i di Silvia Gambirasi ricordi di un agente buono della Cia
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lto, sexy, aitante, intrigante, un vero fusto californiano. Visto di persona Kevin Costner non delude, anzi. Affabile e disponibile, si concede a flash, fan e giornalisti, accorsi in massa per strappargli un autografo, con lo stesso sguardo ammiccante col quale ha sedotto due mogli e un bel numero di bellissime, tra modelle e colleghe. Naturalmente prima di mettere la testa a posto con la sua seconda e attuale consorte Christine Baumgartner, sposata dal 2004, che gli ha dato tre dei suoi sette figli. Gli intoccabili, Guardia del corpo, JFK - Un caso ancora aperto, Un mondo perfetto sono alcuni degli oltre cinquanta film girati dall’attore. Ma è nella Walk of 8
Fame di Hollywood soprattutto per Balla coi lupi, il western che ha diretto e interpretato nel 1990 e che ha preso sette Oscar, tra cui regia e miglior film. A Roma per presentare la sua ultima pellicola, Criminal, di Ariel Vromen, Kevin descrive il personaggio, uno dei pochi cattivi del suo repertorio: «Sono Jericho, un detenuto violento al quale viene impiantata nel cervello la memoria di un agente della Cia deceduto nel corso di un’azione. Per entrare nella parte mi sono trasformato in un autentico bruto (ride, ndr), con tanto di barba incolta e catena al collo». Mister Costner, ma se lei potesse leggere nella mente di qualcuno, chi sceglierebbe? n.2 maggio 2016
In apertura: un primo piano di Kevin Costner. Più sotto: l’attore a Roma durante la presentazione alla stampa di Criminal. Qui sopra, accanto e in basso: varie immagini del film di Ariel Vromen
Quella di mia moglie, a volte muoio dalla curiosità di sapere cosa le passa per la testa. Lei ha mai desiderato dimenticare qualcosa del suo passato, magari una scelta sbagliata? Certo, come tutti. Ci sono delle cose che non rifarei, però capisco che senza quegli errori probabilmente non sarei l’uomo che sono. Anche in amore? Anche, è proprio quando ci si innamora che ci si mette in gioco e si commettono passi falsi, ma preferisco mille volte sbagliare che vivere una vita priva di emozioni. In Criminal viene messa in atto una spregiudicata sperimentazione scientifica, secondo lei è giusto? È giusto ricorrere ai progressi della scienza e della tecnologia per il bene comune, ma con dei limiti. E della minaccia terroristica che pesa sul mondo che ne pensa? Mi angoscia e ci penso continuamente, soprattutto come padre di n.2 maggio 2016
sette figli. Mi chiedo, come la canzone di Marvin Gaye, What’s Goin’ On? (Cosa sta succedendo, ndr)… E non so rispondere, ma la speranza è l’ultima a morire. !!!
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Prendete un classico della letteratura, trasportatelo nel mondo animato e modernizzatelo con ardite tecniche digitali. Il risultato? Una nuova avventura live action prodotta dalla Disney ispirata al romanzo di Rudyard Kipling
Il libro della giungla Baloo parla italiano D
In alto: Neel Sethi in una scena. Sotto: Giancarlo Magalli: A centro pagina, da sinistra: Violante Placido, Giovanna Mezzogiorno e Neri Marcorè. Qui sotto: Toni Servillo
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iretto da Jon Favreau, Il libro della giungla prende spunto dall’omonimo titolo Disney del 1967. È la storia di Mowgli, cucciolo d’uomo che viene abbandonato nella giungla e raccolto dalla pantera Bagheera, la quale lo affida a un branco di lupi. Habitat che il piccolo è costretto a lasciare per vivere in una foresta a lui ostile. A fargli da guida e da mentori ci sono la stessa Bagheera e l’orso Baloo. Baby protagonista a parte, unico attore in carne e ossa interpretato dall’esordiente Neel Sethi, gli animali parlano con le voci di grandi attori. Cinecorriere ha incontrato alcuni di quelli che prestano la voce alla versione italiana del film. Non poteva che essere quella profonda di Toni Servillo a far parlare l’elegante Bagheera (Ben Kingsley nella versione Usa). «Farla mi è piaciuto - racconta l’attore campano - perché lei indica al ragazzo la strada giusta e lo protegge dalle insidie. Quanto al mio rapporto con i cartoni Disney, di cui il mio titolo preferito è La spada nella roccia, è di lunga data e mi riguarda personalmente e come papà». Giovanna Mezzogiorno è la voce della pitonessa Kaa (in lingua inglese è quella di Scarlett Johansson). «È
un personaggio intrigante e ambivalente - confessa -, ha la complessità di chi seduce, ma poi, quando meno te l’aspetti ti stritola». «Adoro i cartoni Disney - aggiunge - sono cresciuta con Bianca e Bernie, ma se adesso lo facessi vedere ai miei bambini si annoierebbero, loro sono tecnologicamente più avanzati». Orso spensierato, Baloo ha la voce dell’attore e conduttore tv Neri Marcoré (Bill Murray in Usa). «Rappresenta un punto di riferimento per il protagonista - spiega -, ma rispetto a Bagheera è più cialtrone e meno saggio, le regole le rispetta fino a un certo punto. Di questo film mi hanno colpito gli effetti speciali, strepitosi, anche se la morale è un po’ troppo manichea. Il mio di rapporto con l’universo Disney è più che altro cartaceo, visto che ho imparato a leggere con Topolino».
di Silvia Gambirasi
Avendo da sempre un debole per gli animali, Violante Placido è stata felicissima di accettare il ruolo della lupa Raksha (Lupita Nyong’o nell’originale). «È una mamma amorevole e protettiva - dice l’attrice che da piccola adorava Gli Aristogatti -. Che bello interpretare un animale! Vi dico solo che sono cresciuta in campagna e che prima di diventare attrice il mio sogno era fare l’etologa. Mi sono ritrovata molto nel mio personaggio, sarà perché i lupi sono leali». Giancarlo Magalli, che è la scimmia King Louie (Christopher Walken, la voce Usa), ha vissuto il rapporto con la Disney soprattutto come papà. «È difficile resistere alle lusinghe di un genio come Walt - dice -. E poi diciamocelo, con la scusa di portare i figli nei parchi giochi, diamo sfogo al nostro personale desiderio di fantasia». !!! n.2 maggio 2016
Il film di Emilio Briguglio si potrà vedere sia nelle sale tradizionali che in quelle del circuito Movieday, con un sistema innovativo: è lo spettatore che prenotando il biglietto rende possibile la proiezione
Nella foto: Giorgio Careccia, uno dei protagonisti di Una nobile causa
Gli ultimi giorni di Pier Paolo Pasolini
Una nobile causa di Barbara Bianchi
Risate e gioco d’azzardo per una commedia... on demand
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Qui sopra: Rossella Infanti. A destra: Massimo Foschi e Simona Marchini. Sotto: Roberto Citran, Francesca Reggiani, Guglielmo Pinelli e Giulia Greco
ono almeno un paio i motivi d’interesse intorno a Una nobile causa, film indipendente diretto da Emilio Briguglio in uscita al cinema il 24 maggio. Prima di tutto, la distribuzione. La pellicola si potrà vedere infatti sia nelle sale tradizionali che in quelle del circuito Movieday che, con il suo innovativo cinema on demand, offre alle società di distribuzione qualcosa di nuovo: è lo spettatore che prenotando il biglietto rende possibile la proiezione. In secondo luogo, il tema del film, controverso e di grande attualità: il gioco d’azzardo. Con un cast brillante composto, fra gli altri, da Giorgio Careccia, Rossella Infanti,
Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Simona Marchini, Massimo Bonetti, Nadia Rinaldi, Guglielmo Pinelli, Giulia Greco, Massimo Foschi e Nina Senicar, lo spinoso tema della malattia per il gioco è raccontato con la freschezza della commedia e la levità di un racconto corale. Prodotto da Rebecca e Tarcisio Basso su un soggetto di Riccardo Fabrizi, Francesco Costa ed Emilio Briguglio, fotografia di Lorenzo Pezzano, musiche di Fabrizio Castania e Tommy Fanton, montaggio di Luca Bozzato e suono di presa diretta di Francesco Liotard, Una nobile causa racconta due vicende parallele. C’è Gloria, una giocatrice incallita reduce da una folgorante vittoria di un milione di euro alle slot machine, e la sua famiglia, terrorizzata che sperperi il bottino miracolosamente vinto. C’è poi il marchesino Alvise Fantin, a sua volta malato di gioco, piccolo truffatore, condannato a risarcire con il proprio lavoro due delle sue vittime, una coppia di pescivendoli, padre e figlia. Dopo essersi perdutamente
innamorato della giovane Tania, Alvise pare redimersi, ma non tutto è come sembra. A raccordo di entrambi, la saggia figura del dottor Aloisi, psicologo specializzato nella cura del gioco di azzardo, a cui Gloria e la sua famiglia si affidano per una terapia. In una escalation di colpi di scena, un fattore mette in comune tutti i protagonisti della vicenda e diventa fondamentale strumento di comicità: l’intelligenza perversa e acuta, la furbizia di chi, in nome di un’ossessione quale quella del gioco, si condanna alla truffa per poter alimentare la propria malattia. !!! 11
Giovanni Robbiano «Coproduzione: è questa la nuova Via della Seta»
Ospite del FilMart di Hong Kong, il regista e sceneggiatore genovese (Fuoco amico TF45) - oggi direttore del FAMU (Faculty Academic of Film & TV) di Praga - indica la strada da di Luigi Aversa percorrere per il futuro dell’industria cinematografica
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ra i relatori della 20. edizione del FilMart di Hong Kong, quest’anno c’era un italiano speciale, una delle eccellenze italiane all’estero, il prof. Giovanni Robbiano, cineasta genovese che oggi dirige il FAMU di Praga, Faculty Academic of Film & TV. Carismatico e gioviale, con la sua verve ha animato il forum “Belt & Road” Business Opportunities for the Global Tv Industry. «Vengo per la prima volta a Hong Kong - si è presentato - sono un filmaker italiano che insegna in una scuola di cinema di Praga, una delle più prestigiose d’Europa, frequentata da un numero elevato di studenti provenienti da Cina, India, Birmania. Una parte del mondo piena di energia. E creatività. Che sarà alla base dell’industria del futuro. Non a caso, un nostro studente cinese è stato selezionato per la Cinéfondation di Cannes». A proposito della nuova “Via della Seta” (Belt & Road) ha detto: «La strada 12
da percorrere è quella della coproduzione internazionale, garanzia di due o più mercati...». Professor Robbiano, è questa quindi la nuova “Via della Seta”? Ma certo. Ora, per esempio, con 25.000 euro siamo entrati in associazione per un film ucraino girato in Italia che parla di badanti. È l’ultima cosa che io scriverei, ma bisogna fare del business, che non è una parolaccia, film che la gente vede. Se in Ucraina la storia funziona, ho il dovere come operatore di girarlo. Bisogna allargare il giro delle relazioni, fare accordi. Un prodotto italiano, per esempio destinato al mercato cinese, avrebbe potenzialità enormi. Se faccio un prodotto per i cinesi però uso il buon senso, non lo giro certo in italiano. Così come se lo faccio per i russi. Oggi poi è tutto più facile rispetto al passato. Da una parte ci sono i fondi regionali per i finanziamenti e dal punto di vita tec-
nico l’evoluzione delle macchine permette di avere qualità e risparmio. A novembre scorso ho aperto una piccola società. Per prima cosa abbiamo chiesto un fondo per un cortometraggio. E siamo miracolosamente arrivati primi, tra l’altro per un prodotto di fantascienza. Io dico che abbiamo vinto per il promo fatto a zero lire. E qui entra in gioco quella che definirei “la strada genovese all’economia”. Avevamo bisogno di un’astronave e a Genova c’è un sottomarino della Seconda guerra mondiale, così abbiamo girato lì dentro. Ci metti tre pannelli verdi, attacchi delle robe e se hai un po’ di gusto il gioco è fatto. Oltre a queste produzioni indipendenti, lei lavora anche a livelli più importanti. Da poco è andata in onda su Canale 5 la serie Fuoco amico TF45, con Raoul Bova... Io ne ho firmata la metà. L’ho scritta con Beniamino Catena, il regista di Squadra antimafia che è n.2 maggio 2016
FilMart 2016
Al più grande mercato dell’Asia un’importante presenza italiana
R stato anche mio studente, e con Nicoletta Polledro. Mi permetto di dire, tanto non si offende nessuno, che Task Force aveva un’idea di partenza forte e scomoda. Sulla tv generalista però ci sono dei confini entro cui stare. Un film bellico e di spionaggio in tv non s’è mai fatto. Ai primi incontri si diceva facciamo Homeland. Poi però abbiamo dovuto inserire un po’ di romance per il pubblico femminile e la storia ha preso una piega diversa. I buoni sono buoni, i cattivi, cattivi. Dunque, dopo quattro film da regista (Figurine, 500!, ecc.) e una decina di sceneggiature, ora lei ha intrapreso la carriera universitaria. A Praga ho cominciato a settembre dopo aver vinto un concorso. Dirigo il Dipartimento, il mio lavoro è quasi da manager. Devo far quadrare i conti, cercare di aumentare gli iscritti. Comunque continuo a scrivere. La scelta accademica è dovuta alle difficoltà in cui versa il cinema italiano? Il cinema da noi fino agli anni ‘70’80 era una grande industria che produceva un sacco di film. Oggi la Tv ha preso il posto del cinema. Quest’ultimo era gestito da cinematografari ricchi che però producevano. In tv invece comanda la politica. !!! n.2 maggio 2016
In apertura: Megan Montaner e Raoul Bova in Fuoco amico TF45 - Eroe per amore. Sotto: Giovanni Robbiano. Qui sopra: una scena di Homeland. Più in alto: il prof. Giovanni Robbiano (al centro) a Hong Kong durante il forum “Belt & Road”
ispetto all’edizione scorsa, il 20° FilMart, organizzato dall’Hong Kong Trade Development Council, ha chiuso con un incremento di partecipanti. Sono stati ben 7.300, infatti, i compratori che hanno affollato le sale dell’Hong Kong Convention Exhibition Centre, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. Anche la presenza italiana ha avuto il suo peso all’interno di quello che è il più grande mercato dell’Asia. La Fandango, rappresentata da Gianluca Pignataro, ha portato qui Era d’estate, il film di Fiorella Infascelli sulla vacanza forzata di Falcone e Borsellino all’Asinara nell’agosto del 1985; e Veloce come il vento di Matteo Rovere. Marco Valerio Fusco, per la Intramovies, aveva un pacchetto di sei titoli, due dei quali, Se Dio vuole di Edoardo Falcone e Noi e la Giulia di Edoardo Leo, molto apprezzati da queste parti. Rai Com e la sua International Sales Manager Alessandra Sottile al FilMart hanno proposto uno dei casi cinematografici italiani dell’anno, quel Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, che ha fatto incetta di David di Donatello. La novità nella piccola ma agguerrita pattuglia italiana quest’anno è stata la Slingshot Films, società triestina specializ-
zata nella distribuzione internazionale che con la sua Manuela Buono ha messo in mostra al mercato il documentario Zud della polacca Marta Minorowicz, visto all’ultima Berlinale, girato per più di tre anni nelle steppe della Mongolia; e A Good American, un altro documentario, dell’austriaco Friedrich Moser. Non poteva mancare poi lo staff de L’immagine ritrovata, laboratorio di restauro altamente specializzato che ha aperto le sue strutture proprio qui a Hong Kong, da giugno dello scorso anno. Tra le migliaia di visitatori che hanno affollato il FilMart era possibile incrociare anche diversi organizzatori di festival internazionali. Da Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, che dirigono il Far East Film Festival di Udine, ad Alberto Barbera, direttore della Mostra di Venezia; fino a Marco Müller, già direttore di Locarno, Venezia e Roma, che dopo l’esperienza di Silk Road, è rimasto in Cina per dirigere il neonato International Film Festival di Macao che si svolgerà dall’8 al 14 dicembre. (L.A.)
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Un omaggio all’arte del compositore due volte premio Oscar attraverso le parole e le testimonianze di chi ha pubblicato e diffuso in Italia e nel mondo la sua musica: da Bixio a Sugar, da De Gemini a Gramitto Ricci, senza dimenticare Universal, Warner, Emi-Sony e Radiofilmusica. E i contributi di Dario Argento, Italo Moscati e Quentin Tarantino di Renato Marengo
Una grande eccellenza italiana
Ennio Mo D
opo la conquista, da parte di Ennio Morricone, di un meritatissimo Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight di Quentin Tarantino («È come Mozart o Beethoven», ha esclamato il regista italoamericano in occasione dei Golden Globes), abbiamo voluto celebrare l’arte del grande composi-
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tore di musica da film con un numero speciale della nostra rivista, a lui interamente dedicato. Arricchito dal contributo e dagli interventi di editori, registi e addetti ai lavori che hanno lavorato e in alcuni casi continuano a lavorare con il Maestro. A cominciare da Franco Bixio presidente della Cinevox Record, etichetta discografica italiana specializzata nella produzione di musica da film, che ha realizzato molte delle co-
lonne sonore più celebri di Morricone. «Avevo 19 anni nel 1969, anno in cui abbiamo editato le musiche del primo film che Morricone ha realizzato per la nostra azienda», racconta Bixio. «Il film era Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi. Morricone realizzò per noi una delle sue colonne sonore più apprezzate. Da quel grande successo iniziò una proficua collaborazione per film
n.2 maggio 2016
orricone d’amore, intimisti e commedie: La cosa buffa, Così come sei, Il gatto, Il giocattolo. L’unica colonna sonora di film western, anche se atipico, che il Maestro ha realizzato per la nostra edizione, è stata quella di Giù la testa di Sergio Leone del 1971, che fu un successo enorme e l’LP vinse il disco d’oro, proprio come Metti, una sera a cena. C’è un episodio legato al successo di questa colonna sonora. Paolo Frajese alla Domenica Sporn.2 maggio 2016
tiva utilizzò il tema di Giù la testa, appena uscito nelle sale, sonorizzando la discesa in slow motion di Gustav Thoeni quando questi vinse la sua prima Coppa del Mondo. Sicuramente il film di Leone ha contribuito al successo della colonna sonora. Ma è indubbio che questo particolare utilizzo da parte della Tv ne ha fatto un grande successo popolare. Le musiche, inizialmente composte per un film e ad esso indissolubilmente le-
gate, nel corso degli anni hanno iniziato ad avere una seconda vita. Infatti, ancora oggi vengono spesso suonate in radio e utilizzate in programmi televisivi o spot. Un esempio in questo senso è Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. Il tema principale viene utilizzato in programmi tv o servizi giornalistici, in film o documentari con particolare riferimento a storie di delitti e indagini della polizia».
In apertura: Ennio Morricone con l’Oscar. Sotto: Franco Bixio. Qui sopra: la copertina della colonna sonora di The Hateful Eight
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In alto: cover celebrativa del 35° di Giù la testa. Qui sopra: Franco De Gemini, “l’uomo con l’armonica” e Charles Bronson in C’era un volta il West. Sotto, da sinistra: Morricone con Quentin Tarantino, con Henry Fonda e Sergio Leone, con John Carpenter e con Brian De Palma
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Morricone ha anche accompagnato l’esordio di Carlo Verdone firmando la colonna sonora di Un sacco bello. In occasione della conquista dell’Oscar per le migliori musiche - premio che secondo Bixio doveva arrivare più volte e in particolare «per la colonna sonora di C’era una volta in America, secondo me uno dei suoi capolavori» - Verdone ha celebrato il successo del Maestro su Facebook, ricordando «quando Sergio Leone mi presentò ad Ennio Morricone, mi sembrava un sogno. Un’emozione che non riesco a trasmettere ancora
oggi: io che non ero nessuno accanto a due giganti che si stavano prendendo cura di me. Altri tempi. Meravigliosi tempi». Un altro grande regista ha avuto l’onore di debuttare con l’accompagnamento di musiche d’artista come quelle di Morricone. È Dario Argento che ricorda: «Essendo stato lo sceneggiatore di Sergio Leone, questo mi permise il lusso di avere per la colonna sonora del mio primo film da regista, L’uccello dalle piume di cristallo, un compositore d’eccezione come Ennio Morricone. Ricordo il
nostro primo incontro. Ci vedemmo a casa sua e io ingenuamente gli portai un sacco di vinili suggerendogli di ascoltarli. Si offese, ma poi capì che il mio gesto era in totale buona fede. Che figuraccia...». Un nome che ricorre spesso parlando di Morricone, è quello di Sergio Leone. Tra i due c’era un’amicizia importante, nata addirittura sui banchi delle scuole elementari. Di questo rapporto parla Italo Moscati nel suo libro Sergio Leone - Quando il cinema era grande: «Con Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più,
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Leone si presentava come un regista mosso da un’intuizione felice, un artista capace di mettere d’accordo la violenza e lo stile, l’estetica delle riprese e l’accurata confezione in moviola. Il cigolio di una porta, il ronzio di una mosca, gocce d’acqua, Morricone li trasformava in colonna sonora. Aveva competenza sulle musiche, i suoni, i rumori e naturalmente sul “fischio” di Alessandro Alessandroni». Come il famoso fischio, un altro suono, inconfondibile, è frutto del sodalizio artistico Morricone-Leone ed
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è quello dell’armonica a bocca. «”L’uomo dell’armonica” era mio padre, Franco De Gemini», racconta il figlio Daniele, direttore artistico della Beat Records, società che ha in catalogo diversi lavori del Maestro e che cura la distribuzione delle stampe di molti altri. Al pari di Sugar Music (che ha pubblicato la prima colonna sonora di Morricone, quella del film di Luciano Salce Il federale), Universal, Warner, Emi, Carosello-Curci e Radiofilmusica. «Morricone spesso coinvolse mio padre come musicista esecutore du-
rante le registrazioni di parecchie colonne sonore, specialmente quelle western», ricorda De Gemini Jr. «Senz’altro la più bella collaborazione fra i due fu in occasione di C’era una volta il West (1968). In studio di registrazione il Maestro consegnò a mio padre un foglietto strappato, con la descrizione su come eseguire le note suonate da Charles Bronson… Rantolo – Grido – Rabbia – Dolore – Odio – Ostinazione – Freddezza – Velenoso – Allucinato – Come una maledizione – Come un destino che si
Sopra: Suzy Kendall in L’uccello dalle piume di cristallo e la copertina della colonna sonora del film. Sotto: Ennio Morricone mentre dirige l’orchestra
A lato: il Maestro in studio. Qui sotto: le copertine di Metti, una sera a cena; Un sacco bello
compie – Con i coglioni – Agghiacciato – Con poesia – Fuori dal tempo – Ma sempre con dolcezza… L’abilità del grande Maestro stava e sta tutt’ora nel capire come comunicare con i suoi esecutori, dal momento in cui egli sapeva che questo straordinario artista avrebbe suonato le sue note esattamente come sarebbe stato necessario, con il cuore, dopo un’istruzione di questo tipo». E “con il cuore” anche a noi abbiamo ritenuto opportuno dedicare a Ennio Morricone, su suggerimento di Franco Bixio, un supplemento in lingua inglese della nostra rivista, di cui nella pagina che segue mostriamo la copertina. Uno speciale corredato di abbondante materiale fotografico gentilmente fornito dalla Cinevox Record in distribuzione al Festival di Cannes, ribalta internazionale per un artista che è a tutti gli effetti, per dirla con le parole di Bixio, «una grande eccellenza italiana». !!! 18
A sinistra: le cover de La corrispondenza e Il federale. A destra: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La tragedia di un uomo ridicolo. Nella pagina accanto: la copertina del supplemento al n. 2 di Cinecorriere in lingua inglese dedicato a Ennio Morricone
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THE MAESTRO AND LEONE «I saw you sleep on the desk in the classroom»: Ennio and Sergio, childhood friends
ion Special edit Year 69th - supplement no. 2 - may, 2016
DARIO ARGENTO The Bird with the Crystal Plumage: a golden debut with music from the master BIXIO AND OTHERS Comments by the publishers of the Roman composer’s soundtracks
Ennio Morricone
QUENTIN TARANTINO «He’s my favorite composer. Better than Mozart, Schubert and Beethoven»
An Oscar Life
L’immagine del suono I colori sonori di Ciccio Merolla
di Renato Marengo
Una nuova performance artistica impazza in rete: è la percussione pittorica del rapper e musicista napoletano. Anche stavolta, come in ‘O bongo, sul corpo di una ragazza In alto: Ciccio Merolla alle congas. Sotto e in basso: l’artista durante una delle sue ultime performance visivo-sonore
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opo il successo di cliccate del video che ha superato 30 milioni di visualizzazioni nel mondo, in cui “suonava” il corpo di una ragazza - scena tratta dal videoclip del suo brano ‘O Bongo dei Manetti Bros e di Claudio D’Avascio - il musicista, percussionista e rapper Ciccio Merolla sta riscuotendo grande successo nel web con il video di un’altra sua originale performance che spazia tra diversi settori artistici, dalla musica contemporanea all’arte visiva, al virtuosismo percussivo. Nel nuovo filmato, visibile su YouTube, stavolta “suona e dipinge” un corpo femminile. In realtà, Ciccio in questo suo nuovo progetto che sta già raggiungendo numeri molto alti in rete, suona i colori che attinge da barattoli, li suona spalmandoli su tele o pannelli di legno, debitamente amplificati, realizzando in questo modo vere e proprie opere d’arte visivo-sonore. Nel suo nuovo video, ha poi ampliato la performance suonando e dipingendo il corpo di una donna.
Musicista, compositore, performer e già apprezzato percussionista a livello internazionale, Merolla esplora costantemente tutti i settori dell’arte musicale, visiva, concettuale, cancellando i confini tra questi. Sempre più vicino al mondo delle immagini in movimento, alterna i suoi concerti e le sue invenzioni in video con le sue partecipazioni sempre piu frequenti come attore sia nel cinema che in Tv. Dopo Razzabastarda di Alessandro Gassmann e Song’e Napule con i Manetti Bros, per la Tv è stato tra i protagonisti di alcune puntate di Rex e Coliandro. Poi as-
sieme ai suoi amici Clementino, ‘Nto e altri protagonisti come lui della scena rap napoletana è stato tra gli interpreti del noir All Night Long di Gianluigi Sorrentino. Ci fa piacere pubblicare alcune foto tratte da una delle performance pittorico-sonore di Ciccio, che è stato invitato a esibirsi a luglio a Treviso, in una di queste sue operazioni artistiche, presso il laboratorio artistico Chez Donella. A invitare Merolla è stata la stessa Donella Del Monaco, una delle più apprezzare cantanti di musica contemporanea, compositrice e leader dello storico gruppo prog Opus Avantra, che ho avuto il piacere di produrre nei primi anni ‘70. Donella, nipote del grande tenore Mario Del Monaco, è una tra le più apprezzate protagoniste del mondo musicale vicino alla Biennale di Musica Contemporanea di Venezia e della scena concertistica europea. In questi giorni è in uscita un nuovo coinvolgente singolo di Ciccio Merolla, ‘O munno che sento. !!!
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Festa del Cinema Bulgaro
Finestra su un universo di grande vitalità e ricchezza A Roma, dal 19 al 22 maggio, va in scena la nona edizione della manifestazione dedicata alla produzione cinetelevisiva della nazione balcanica. In programma anche la proiezione della serie cult Undercover di Barbara Bianchi
In apertura: Undercover. Sotto, da sinistra: Mentre Aya dormiva, Perdenti e Amando Carmen
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al 19 maggio (e fino al 22), alla Casa del Cinema di Roma è Festa del Cinema Bulgaro, rassegna che festeggia la nona edizione. Nove anni di vita per raccontare al pubblico italiano un cinema dalla straordinaria vitalità e ricchezza. Fra i titoli portanti di questa edizione, Perdenti di Ivailo Hristov, già vincitore del primo premio all’IFF di Mosca, con cui si inaugura il Festival. In programma anche un omaggio a una firma storica della regia bulgara, Ivan Andonov, autore di alcuni dei maggior evergreen della storia del cinema bulgaro, con la proiezione de Il turno delle signore (Ladies’ Choice) e la presentazione del volume sul regista scritto dalla moglie
Luba Marichkova. Non poteva mancare anche uno spazio dedicato alle serie tv, con uno dei titoli di maggior successo degli ultimi anni a livello internazionale, Sotto copertura. Presentata, tra l’altro, su Premium Action di Mediaset con il titolo inglese Undercover, la serie è giunta alla quinta stagione. Nel cast c’è anche l’italiano Mattia Sbragia, nel segno di una storica collaborazione coproduttiva fra Italia e Bulgaria. Andando nel dettaglio del programma, la giornata di venerdì 20 sarà dedicata ai documentari. In programma La marcia delle lettere di Ralitza Dimitrova, sulla figura di San Metodio. Sabato 21 si apre con Da obichash Carmen (Amando Carmen)
per la regia di Nayo Titzin. A seguire la proiezione di Oshte neshto za lyubovta (Un’altra cosa sull’amore) di Magdalena Ralcheva e Dokato Aya speshe (Mentre Aya dormiva) di Tsvetodar Markov. Il Festival chiude domenica 22 con due appuntamenti dedicati alle produzioni televisive. In apertura verrà proiettato Baratto, film prodotto dalla Televisione Nazionale Bulgara, opera del regista Atanas Kiryakov; a seguire il secondo e il terzo episodio della quinta stagione di Sotto copertura. La manifestazione è organizzata in collaborazione con il Centro Nazionale di Cinematografia bulgaro. Cinecorriere è uno dei media !!! partner dell’evento.
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Rock e fumetti
Lello Savonardo e Il disegno di Milo Manara
In concerto al Comicon di Napoli, il cantautore sociologo, docente all’università Federico II, ha presentato alcuni dei pezzi contenuti nel suo Cd Bit Generation. Tra questi il brano di Renato Marengo dedicato al celebre disegnatore In alto e qui sotto: Lello Savonardo in concerto al Comicon di Napoli dell’aprile scorso. In basso, a destra: il manifesto del Comicon, intitolato al Disegno di Manara
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ello Savonardo, il cantautore sociologo che divide la sua attività di docente alla Federico II di Napoli con quella di apprezzato cantautore, domenica 24 aprile scorso all’interno del Comicon 2016 - Salone internazionale del fumetto, accompagnato dalla sua Sband, ha presentato, davanti a una folla di decine di migliaia di persone che gremivano la Mostra d’Oltremare di Napoli, alcuni dei brani contenuti nel suo ultimo cd Bit Generation (che dà voce e suoni al suo omonimo libro divenuto vero e proprio manifesto di un nuovo movimento giovanile). Special guest dell’applauditissimo concerto di cui vi mostriamo alcune immagini, sono stati Gennaro Porcelli e il rapper Dj di Radio Deejay, Gianluca Tripla Vitiello. Il concerto non poteva essere presentato in un contesto migliore,
quello del Comicon, essendo dedicato al brano Il Disegno di Manara, terzo singolo estratto dall’album, del quale è in lavorazione un videoclip, per la regia di Felice Iovino, realizzato con alcuni dei più suggestivi disegni originali delle donne di Milo Manara. Il popolarissimo fumettista ha già incontrato Savonardo e ha molto apprezzato il brano a lui dedicato, mostrandosi favorevole all’utilizzo di suoi disegni per l’atteso videoclip. Il filmato si avvale anche della partecipazione del lanciatissimo bluesman Gennaro Porcelli (feat. nel brano), che ha rappresentato l’Italia all’European Blues Challenge, la principale manifestazione di musica blues in Europa. Il brano Il Disegno di Manara racconta l’incontro con una donna ideale, seducente e surreale. Come nei disegni di Manara, la canzone
esprime, attraverso un racconto per immagini, un’interazione sensuale e travolgente, tra seduzione e finzione, tra realtà e immaginazione, senza perdere di vista il contesto in cui tutti i brani del Cd Bit Generation sono stati composti da Savonardo, che in questo suo lavoro discografico si è avvalso della collaborazione di nomi famosi della musica e della cultura come Edoardo Bennato, Gennaro T, Mario 4mx Formisano degli Almamegretta, Maurizio Capone, Ciccio Merolla, Giovanni Block, Danilo Vigorito e i già citati Vitiello e Porcelli. Tra gli interventi di docenti e critici, Derrick de Kerckhove, Claudio Poggi, Alex Giordano ed io, che da sempre seguo con attenzione e partecipazione la poliedrica attività del professore rock Lello Sa!!! vonardo.
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C’È SPAZIO PER TUTTI
Il circuito Teen & Young é presente a Roma, Milano e Firenze.
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