Special IL MAESTRO E LEONE «T’ho visto dormì su li banchi de la scola...»: Ennio e Sergio, amici dalle elementari
cinema&fiction Anno 69 - numero 2 - aprile-maggio 2016
DARIO ARGENTO L’uccello dalle piume di cristallo: un esordio d’oro con musiche d’autore
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma
BIXIO E GLI ALTRI Parlano gli editori delle colonne sonore del musicista romano
Ennio Morricone Una vita
da Oscar
QUENTIN TARANTINO «È il mio compositore preferito. Meglio di Mozart, Schubert e Beethoven»
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editoriale DEDICATO A UN MUSICISTA SPECIALE
A
bbiamo accolto con molto interesse il suggerimento di Franco Bixio, presidente della Cinevox Record e del Gruppo Editoriale Bixio, che ha pubblicato le musiche di molti film di successo di Ennio Morricone, di fare “qualcosa di speciale” in occasione del Festival di Cannes per omaggiare un musicista davvero speciale come Morricone. Questo invito ci ha trovati talmente partecipi che abbiamo deciso di farlo nel migliore dei modi per un mensile di cinema, dedicando un intero numero speciale di Cinecorriere, in inglese, al nostro più grande autore di colonne sonore, nuovamente premiato con un Oscar per le musiche. Abbiamo chiesto di partecipare a questa nostra “standing ovation” cartacea a registi, critici, operatori culturali, autori e agli editori e discografici delle sue musiche più celebri, dei suoi LP più venduti. Fra questi
Italo Moscati, che al rapporto tra Morricone e Sergio Leone ha dedicato libri, servizi e cortometraggi. Ma anche a Dario Argento, a Quentin Tarantino, a John Carpenter, allo stesso Franco Bixio - il quale ha tracciato un profilo sia artistico che umano del grande compositore, raccontando gustosi particolari legati alle straordinarie vendite di alcune composizioni del premio Oscar 2016 per la musica agli altri editori come De Gemini, Gramitto Ricci, Sugar. In questo speciale abbiamo Special
IL MAESTRO E LEONE «T’ho visto dormì su li banchi de la scola...»: Ennio e Sergio, amici dalle elementari
cinema&fiction Anno 69 - numero 2 - aprile-maggio
d’oro con musiche d’autore
BIXIO E GLI ALTRI Parlano gli editori delle colonne sonore del musicista romano
QUENTIN TARANTINO «È il mio compositore preferito. Meglio di Mozart, Schubert e Beethoven»
Ennio Morricone Una vita
da Oscar
evidenziato alcune delle cose più clamorose della sterminata produzione del grande musicista (oltre 400 colonne sonore), abbiamo trovato foto inedite, copertine di dischi divenuti cult, raccolto pareri, ricordato i premi, le tante nomination e le tante colonne sonore di film famosissimi, più volte meritevoli di essere premiati. Questo speciale, al quale ha lavorato con entusiasmo tutta la redazione di Cinecorriere, con in testa il mio vicedirettore Luigi Aversa, sottolinea anche l’importanza del rapporto di interscambio tra suoni e immagini, che da sempre tanto mi sta particolarmente a cuore. Le musiche di Ennio Morricone hanno sempre più frequentemente contribuito al successo di un film, alla fama di un regista, alla durata del ricordo nel tempo. A questo punto, non resta che augurarvi buona lettura e… buona musica. Renato Marengo
sommario Franco Bixio «Morricone: una grande eccellenza italiana» di Renato Marengo Ennio & Quentin Musica da vedere Cinema da ascoltare di Luigi Aversa
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Cinevox Record Tutte le copertine degli LP con le colonne sonore del Maestro 14 Italo Moscati «Leone e Morricone: un rapporto importante»
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Dario Argento «Un futuro premio Oscar per le musiche del mio primo film» 22
n.2 apr/mag 2016
2016
DARIO ARGENTO L’uccello dalle piume di cristallo: un esordio
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Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948
Verdone, Carpenter e gli altri I registi italiani e stranieri che hanno lavorato con Morricone 24
Gli altri editori «Il Maestro sa come comunicare, con il cuore» di L.A.
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di Renato Marengo
A tu per tu con Franco Bixio, presidente della Cinevox Record, etichetta discografica che ha pubblicato numerose colonne sonore del Maestro. Tra cui, i grandi successi Giù la testa e Metti, una sera cena
«Una grande eccellenza italiana»
Ennio Mo L
a Cinevox Record, l’etichetta discografica italiana specializzata nella produzione di musica da film, ha realizzato molte delle colonne sonore più celebri di Ennio Morricone. Abbiamo chiesto al Presidente Franco Bixio, di raccontarci del rapporto tra Cinevox e il premio Oscar per la musica 2016. «Io ero un ragazzo di
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belle speranze, avevo appena 19 anni nel 1969, anno in cui abbiamo editato le musiche del primo film che Ennio Morricone ha realizzato per la nostra azienda. Il film di cui avrebbe dovuto scrivere le musiche era Metti, una sera a cena, regia di Giuseppe Patroni Griffi, pellicola molto particolare perché il tema era un po’ come una sorta di inno alla incomunicabilità e quelli erano proprio gli anni delle grandi lotte e
delle grandi frizioni sociali. Il ‘68, come è noto, è stato un periodo importante per l’Italia, pieno di fermenti sociali e mutazioni perfettamente descritti all’interno del film. Occorreva quindi una musica di grande coinvolgimento che sottolineasse ed evidenziasse quelle sensazioni, quei fermenti, quelle turbolenze. Morricone realizzò per noi una delle sue colonne sonore più apprezzate nel mondo del ci-
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orricone nema. Da allora, e dopo quel grande successo, col Maestro inizia una proficua collaborazione, soprattutto grazie al rapporto che si crea tra lui e mio fratello Carlo, il quale, dopo che per anni lo aveva fatto mio padre, iniziava a occuparsi dell’azienda editoriale, dedicandosi soprattutto allo sviluppo del settore delle colonne sonore. Ennio Morricone era già senz'altro tra i più apprezzati musicisti di rin.2 apr/mag 2016
ferimento dell’epoca, un vero e proprio mito della musica da film. Ed è stato proprio mio fratello Carlo a intrattenere con lui quel rapporto che avrebbe portato, con straordinari risultati, alla produzione di parecchie colonne sonore. Voglio aggiungere, a proposito dei miei 19 anni, che proprio in quell’anno avevo cominciato a muovere i miei primi passi come musicista, come compositore di colonne sonore e
non c’è dubbio che la figura di Morricone, la sua musica, il suo stile, che erano arrivati lì tra noi, nella nostra azienda, nei nostri studi, mi ha fortemente influenzato e aiutato a crescere professionalmente. Grande punto di riferimento, mitico, inarrivabile, Ennio Morricone comunque in quegli anni era già un personaggio cult per noi giovani, era già molto famoso avendo realizzato grandi co-
In apertura: Ennio Morricone con l’Oscar. Sotto: Franco Bixio, presidente della Cinevox Record
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lonne sonore, ma soprattutto era un piacere ascoltare la sua capacità di composizione e la capacità di caratterizzare il suo stile armonico. E l’esperienza musicale, la ricerca del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, di cui abbiamo stampato il primo disco, ne sono testimonianza. Era solo l’inizio». Dopo quella sua prima colonna sonora ce ne furono tante altre. Metti, una sera a cena fu uno dei primi grandi successi discografici, vendette tanto sia il 45 giri che il 33. Allora le colonne sonore, che noi stampavamo con l’etichetta Cinevox Record, erano molto apprezzate dal pubblico che seguiva con grande attenzione il tema musicale del film e usciva molto spesso dal cinema quasi canticchiandolo o fischiettandolo. Questo veniva tenuto in conto, in qualche modo, nella composizione anche delle colonne sonore stesse perché, al di là della necessità di com6
mento, normalmente si chiedeva ai musicisti un tema ricorrente che potesse essere la cifra stessa del film. È vero che molti film con la colonna sonora di Morricone si ricordano proprio grazie alla musica? Sì, è vero. Anche se spesso sono i grandi film che contribuiscono al successo della colonna sonora, Tuttavia, può anche avvenire il contrario. In alcuni casi, infatti, la colonna sonora ha aiutato a far conoscere un film e ha contribuito a decretarne il successo. Successo, che probabilmente il film nel lungo termine avrebbe ottenuto lo stesso, ma che grazie alla colonna sonora è stato certamente anticipato. Quali altre musiche di successo ha fatto con voi Morricone? La produzione di Morricone che ci riguarda direttamente come Gruppo Editoriale Bixio è senz’altro quella relativa ai film d’amore, ai film intimisti ma anche
alla commedia italiana. Tra questi film La cosa buffa, Così come sei, Il gatto, Il giocattolo. Poi anche film drammatici come Quattro mosche di velluto grigio, L’uccello dalle piume di cristallo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni
In alto: Morricone con Cesare A. Bixio. Qui sopra: la cover dell’edizione speciale per il 35° anniversario di Giù la testa. Pagina accanto: i dischi d’oro della Cinevox n.2 apr/mag 2016
sospetto. L’unica colonna sonora di film western, anche se atipico, che il Maestro ha realizzato per la nostra edizione è stata quella di Giù la testa di Sergio Leone, del 1971, che fu un successo enorme e l'ellepì della Cinevox vinse il disco d’oro, proprio come Metti, una sera a cena. C’è un episodio legato al successo di questa colonna sonora? Paolo Frajese, allora titolare della Domenica Sportiva, utilizzò il tema di Giù la testa, appena uscito nelle sale, quando Gustav Thoeni vinse la sua prima coppa del mondo in slalom parallelo con Stenmark. L’evento, soprattutto grazie alla televisione, divenne famoso in tutto il mondo. La DS sonorizzò la discesa in slow motion di Thoeni con la musica del Maestro. Sicuramente il film di Leone ha contribuito al successo della colonna sonora. Ma è indubbio che questo particolare utilizzo da parte della tv ne ha fatto n.2 apr/mag 2016
subito un successo popolare. In quel periodo era frequente che tv e radio suonassero le colonne sonore. Tutto ciò creava un mercato discografico che alimentava anche il successo del film. Le colonne sonore realizzate in quel periodo, in primis quelle di Morricone, godono di longevità. Le musiche, inizialmente composte per un film e ad esso indissolubilmente legate, nel corso degli anni hanno iniziato ad avere una seconda vita. Infatti, ancora oggi vengono spesso suonate in radio e utilizzate in programmi televisivi o spot. Un esempio in questo senso può essere dato dalle musiche composte da Morricone per il film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. Il tema principale, Indagine, ancora oggi viene utilizzato in programmi televisivi o servizi giornalistici, in film o documentari con particolare riferimento a storie di delitti e indagini della polizia. Non c’è dubbio che il suc-
cesso di tali utilizzi sia il risultato di azioni editoriali che un editore musicale normalmente pone in essere per far continuare a vivere le produzioni, ma è anche vero, per esempio, che quel tipo di musica in particolare si presta perfettamente a sottolineare il momento dell’“indagine”. Morricone è riuscito a realizzare grandissimi temi popolari per film d’autore, drammatici, western e, senza particolari complessi, si è cimentato anche nella realizzazione di musiche per le commedie. Sì, per le nostre edizioni musicali ha realizzato negli anni Ottanta, ad esempio, le colonne sonore dei film Bianco, Rosso e Verdone e Un sacco bello di Carlo Verdone. Ma voglio ricordare anche un altro film: Il Gatto di Luigi Comencini con Mariangela Melato e Ugo Tognazzi. Una commedia con giallo! In quel particolare caso, Morricone 7
Sopra: Ennio Morricone, in primo piano, con Cesare Andrea Bixio e Giuseppe Patroni Griffi
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era riuscito con la ricerca orchestrale a dare la sensazione di quello che era il simbolo del film: il gatto. Ascoltando la musica di quella colonna sonora, infatti, sembra quasi di sentire passeggiare un gatto sornione nelle sue pose e movenze feline. E questa è proprio una delle carte vincenti di Morricone: riuscire, senza strumenti elettronici e spesso solo con l’utilizzo di una voce, a creare determinati effetti sonori che danno impronte caratteristiche e originali e che trasmettono perfettamente la sensazione di quello che poi è la scena. Basti pensare all’armonica straziante di C’era una volta il West, suonata dal compianto Franco De Gemini, che ha dato la cifra alla musica di quel film. O, ancora, in Metti, una sera a cena, all’utilizzo della voce di Edda Dell’Orso, protagonista in tantissime colonne sonore sia di Morricone che di altri compositori.
Quanto tempo impiegava Morricone nella realizzazione delle sue colonne sonore? Prendeva il giusto tempo. Così forse lui ti risponderebbe. Comporre colonne sonore non è una cosa da poco: ci vuole una propria ispirazione al servizio dell’ispirazione stessa che il film ti dà. È molto complesso. Devi entrare nella sensibilità del regista e in quello che le immagini ti comunicano. Devi sentire quello che ti suggerisce il regista ma allo stesso tempo devi esserne svincolato. Ci vuole del tempo per maturare quello che può essere poi scritto magari anche velocemente. Nei vostri Studi Trafalgar c’è una sala grande con schermo gigante e c’è spazio per l’orchestra. Morricone aveva l’abitudine di guardare le scene e di dirigere l’orchestra? Morricone non sempre dirigeva
in prima persona, a volte si affidava alla direzione di Bruno Nicolai, ma questo proprio per seguire meglio la realizzazione della colonna sonora. Si registrava con l’orchestra schierata in sala mentre, grazie ai proiettori con dispositivi speciali, la scena veniva proiettata in continuazione come fosse un “anello”, fino a che non veniva la versione perfetta. Si realizzava la registrazione vedendo le scene del film in “diretta” e si perpetuava quell’antica alchimia che ha avuto origine nel 1930 con il primo film sonoro italiano. Anche in quel caso eravamo coinvolti, visto che la canzone del primo film sonoro la compose mio padre e la sua storia musicale si è sviluppata molto spesso nell’utilizzare la colonna sonora come trampolino di lancio di moltissime sue canzoni. Quale era questo film ? Il titolo del film era La canzone n.2 apr/mag 2016
dell’amore e la canzone, dal titolo omonimo, era quella che “faceva” ...Solo per te Lucia va la canzone mia... Quel film è interessante non solo in quanto primo film sonoro, ma perché grazie ad esso lo spettatore scopre come si registravano allora le colonne sonore e come si realizzavano i primi 78 giri. Ho voluto fare questo accenno a mio padre, Cesare Andrea Bixio, perché la sua strada e quella di Morricone si sono intrecciate anche artisticamente, grazie a Giuseppe Patroni Griffi, che nel 1975 realizzò un film dal titolo Divina Creatura con una splendida Laura Antonelli, un fantastico Marcello Mastroianni e un perfetto Terence Stamp. La musica nel film conteneva non solo la colonna di commento realizzata da Morricone ma anche molti brani di mio padre rivisti e riarrangiati dalla matita di un grande orchestratore quale è il n.2 apr/mag 2016
Maestro Ennio Morricone. C’è stata quindi una collaborazione particolare tra l’editore e il musicista. Fu una cosa molto bella. Parliamo del 1975, quasi al termine della vita di mio padre, un riconoscimento in più alla sua bella e fortunata carriera artistica. Ennio Morricone nel 2007 ha vinto un Oscar alla carriera che lo ha ripagato di tanti film approdati alla notte degli Oscar e per i quali già avrebbe meritato di vincere. Credo che lui meritasse di vincere l’Oscar più volte. Sicuramente, e lo dico con certezza perché ne sono innamorato, avrebbe meritato di vincerlo per la colonna sonora di C’era una volta in America, ultimo film di Sergio Leone, tra l’altro compagno di scuola di Morricone. Secondo me rimane uno dei suoi capolavori.
Possiamo dire allora che fu riparatorio da parte di Hollywood quell’Oscar alla carriera? Beh sì, io credo di sì. Come spesso avviene, l’Oscar alla carriera alla fine si dà quando ci si accorge di aver sbagliato in passato. E quindi veniamo al secondo Oscar, che lui vince quest’anno con un film di Quentin Tarantino, con un vero e proprio trionfo e un riconoscimento da parte di tutto il mondo del cinema nei confronti di questo grandissimo compositore. Da parte del mondo intero! Non solo del cinema ma anche del mondo culturale, dei media, delle persone che abbiano gusto artistico e che hanno amato e continuano ad amare le musiche scritte da Ennio Morricone, una grande eccellenza !! italiana.
In alto: uno dei pannelli allestiti per la Mostra C.A. Bixio musica e cinema nel ‘900 italiano, con una carrellata di immagini delle copertine di alcune colonne sonore pubblicate negli anni dalla Cinevox Record. Qui sopra: Ennio Morricone con la statuetta dell’Academy Awards
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Ennio & Quentin Musica da vedere cinema da
ascoltare Dopo la felice collaborazione per The Hateful Eight, che ha fruttato Oscar, Golden Globe e tanti altri riconoscimenti, Tarantino e Morricone hanno deciso che lavoreranno ancora insieme. «Ma questa volta vorrei avere più tempo», ha detto il compositore
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di Luigi Aversa
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Los Angeles, nella notte dei Golden Globes, a ritirare il premio vinto per la migliore colonna sonora di The Hateful Eight, Ennio Morricone non c’era. Al suo posto è andato Quentin Tarantino. In quell’occasione, il regista di Knoxville, Tennessee, di fronte alla platea di colleghi e addetti ai lavori, ha manifestato tutta la profonda stima nutrita nei confronti del compositore romano, da lui inseguito tanto tempo per ottenere un rapporto di collaborazione. «È come Mozart o Beethoven», ha affermato il vulcanico cineasta sta-
tunitense. «È una cosa fantastica - ha continuato - capite che Ennio Morricone è il mio compositore preferito? Non ha mai vinto un premio per uno dei film che ha fatto; ha vinto in Italia, ma mai qui in America e voglio ringraziarlo: a 87 anni ha realizzato una fantastica colonna sonora e finalmente vinto un premio prestigioso». In realtà, anche in America, Morricone qualche soddisfazione in passato se l’era già tolta. Quello per The Hateful Eight è infatti il terzo Golden Globe conquistato. Il primo è arrivato nel 1987 per le musiche
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di Mission di Roland Joffé, il secondo nel 2000 per La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore. L’Oscar, invece, dopo le cinque nomination ricevute nel corso degli anni e non premiate (I giorni del cielo, 1979; Mission, 1987; The Untouchables - Gli intoccabili, 1988; Bugsy, 1992; Malèna, 2001) era arrivato soltanto nel 2007, quale doveroso, ma tardivo riconoscimento alla carriera da parte dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. “Per i suoi magnifici e multiformi contributi nell’arte della musica per film” recitava la motivazione. Accompagnato da una standing ovation tributan. 2 apr-mag 2016
tagli dalla platea, Morricone ricevette il premio dalle mani di Clint Eastwood. «Voglio ringraziare l’Accademia per questo onore che mi ha fatto dandomi questo ambito premio - le parole del maestro al pubblico la sera della sua prima premiazione però voglio ringraziare anche tutti quelli che hanno voluto questo premio per me fortemente, e hanno sentito profondamente di concedermelo. Veramente; voglio ringraziare anche i miei registi, i registi che mi hanno chiamato con la loro fiducia, a scrivere musica nei loro film, veramente non sarei qui se non per loro. Il mio pensiero va anche a tutti gli artisti che hanno meritato questo premio e che non lo hanno avuto. Io gli auguro di averlo in un prossimo vicino futuro. Credo che questo premio sia per me, non un punto di arrivo ma un punto di partenza per migliorarmi al servizio del cinema e al servizio anche della mia personale estetica sulla musica applicata. Dedico questo Oscar a mia moglie Maria che mi ama moltissimo e io la amo alla stessa maniera e questo premio è anche per lei». La dedica alla signora Maria, al suo fianco da sessant’anni, è arrivata puntuale anche il 28 febbraio 2016, notte della seconda statuetta conferita al maestro. Questa volta però la prima per la partitura di un
In apertura: Ennio Morricone e Quentin Tarantino. In basso: i due anche con Kurt Russell e Michael Madsen alla presentazione italiana di The Hateful Eight
In pagina, dall’alto in senso orario: la locandina del film, Tarantino con il Golden Globe, Morricone con la moglie Maria, il regista e il compositore con l’orchestra, il Maestro con l’Oscar, Madsen in The Hateful Eight
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Qui accanto: una scena. Sotto: Michael Madsen. Più in basso: Tim Roth, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh e un’altra scena
film, quella scritta appunto per la pellicola di Quentin Tarantino. Il momento della cerimonia in cui l’ottantasettenne musicista è salito sul palco accompagnato dal figlio Giovanni è stato particolarmente toccante. Con la voce rotta dalla commozione, Morricone ha ringraziato l’Academy, i colleghi candidati con lui, Tarantino e il produttore Harvey Weinstein, concludendo con il ringraziamento alla moglie. Tradotto in inglese dal fi-
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glio, con la statuetta tra le mani consegnatagli da Pharrell Williams e Quincy Jones ha detto: «Dedico questa musica e questa vittoria a mia moglie. Ma non c’è musica importante senza un grande film che la ispiri. Ringrazio Quentin Tarantino per avermi scelto». Autore di colonne sonore indimenticabili, che sono stampate indelebilmente nella memoria collettiva, da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto a
C’era una volta in America fino a Nuovo Cinema Paradiso, con le musiche di The Hateful Eight, il maestro ha superato perfino se stesso. Quella composta per l’ottavo film di Tarantino è infatti una vera e propria sinfonia, con tanto di ouverture, che rinverdisce i fasti e le atmosfere delle grandi musiche messe a punto per i film di Sergio Leone. «Ho usato i fagotti, il basso tuba, le trombe per conferire quella drammaticità che si trasforma poi
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in ironia» ha spiegato il compositore romano il giorno della presentazione della pellicola alla stampa italiana. Dramma e ironia sono soltanto due dei tanti aspetti di cui si compone il film di Tarantino. «Un Le Iene western», lo ha definito lo stesso regista. The Hateful Eight è una miscela di generi: dal western al giallo, dal thriller al dramma storico, con qualche spunto horror. «Visto che non riesco a fare tutti quelli che vorrei, ogni volta faccio cinque film in uno!», ha aggiunto. «Per me non è assolutamente un western, è un dramma ambientato in un momento ben preciso della storia americana che si svolge in un posto ricoperto dalla neve», ha sentenziato Morricone. «È raro vedere un western in un luogo così. Quindi per me non è un western e non l’ho trattato come tale. Volevo fare qualcosa di differente da n. 2 apr-mag 2016
quello che ho fatto cinquant’anni fa. So che le mie partiture sono riconoscibili perché ci sono alcuni elementi ricorrenti, ma il mio desiderio è quello di dare a ogni regista la musica che merita». Nella sua lunga cavalcata cinematografica che conta più di quattrocento titoli, Morricone ha attraversato tutti i generi. Non solo. Con le sue musiche li ha plasmati, personalizzati, resi unici e inconfondibili. Il sodalizio con Sergio Leone, per esempio, ha dato vita a una serie di capolavori in cui suono e immagine non possono fare a meno l’uno dell’altra. E qualcosa di simile auspica anche Tarantino, il quale aveva già tentato in passato di lavorare con il compositore per la colonna sonora di Bastardi senza gloria. In quel caso, gli impegni non erano coincisi. Oggi, invece, dopo la felice esperienza da Oscar, i due potrebbero tornare a lavorare ancora
insieme. «Ma questa volta vorrei avere più tempo a disposizione ha sottolineato il maestro - e soprattutto un ampio scambio di idee con Quentin prima di creare la partitura». !!!
Qui sopra: Samuel L. Jackson. Sotto: Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh
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Italo Moscati
Morricone e Leone: un rapporto importante
Dai banchi di scuola ai vertici della cinematografia e della musica mondiale: l’amicizia speciale tra Ennio e Sergio ha regalato alla Settima arte momenti di pura poesia
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uello tra Ennio Morricone e Sergio Leone è un rapporto di amicizia importante che parte da lontano, nato addirittura sui banchi delle scuole elementari. Particolare ricordato dal regista di C’era un volta in America anche in una cartolina affettuosa e in rima (che abbiamo il piacere e l’onore di mostrare in queste pagine, ndr), da lui inviata all’amico in occasione dell’uscita di Giù la testa, western diretto dal regista romano e musicato da Morricone. Che così recitava: “T’ho visto dormì su li banchi de la scola. T’ho sentito russà mentre stavi in moviola, ma ste musiche belle, sti magnifici soni, ma quanno li componi? Con affetto da Leone a Moricone”. 20
“Leone aveva un rapporto molto importante con Morricone, che intuiva e non solo, ma rilanciava le cose che gli diceva Leone nella sua invenzione. Ed è anche vero che le sue musiche erano usate in certe scene del film per dare un po’ il ritmo alla situazione e soprattutto creare un ambiente musicale in cui anche l’operatore e il direttore della fotografia si sentissero portati a creare delle immagini che avessero questo ritmo profondo delle musiche di Morricone. Ma le sue musiche sono fatte anche di rumori, di campane che suonano, tutto quello che fa la qualità estetica di un film è molto spesso, all’ottanta per cento, eseguito tra il montaggio e il doppiaggio. Quindi la manipolazione esiste, il mito n.2 apr/mag 2016
delle cose prese direttamente dalle lavorazioni ha una sua importanza sostanziale, soprattutto dal punto di vista delle immagini e della suggestione che il regista ha in mente e che riesce a comunicare agli attori e ai suoi collaboratori.” (a proposito del cortometraggio di Italo
Moscati C’era una volta e ci sarà sempre, Sergio Leone)
La collaborazione del giovane Sergio Leone col regista Carmine Gallone, che dopo successi come Scipione l’Africano si dedicò a realizzare film tratti da melodrammi con grandi protagoniste femminili come Anna Magnani, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, aveva fatto leggere e ripassare a Leone i libretti e le partiture delle più grandi opere liriche italiane. “...Può darsi che il successo di quei film fatti a getto continuo abbia maturato in Sergio una sensibilità musicale che troverà in Ennio Morricone, profondo conoscitore dei maestri italiani e in particolare di Verdi e Puccini, la n.2 apr/mag 2016
persona giusta per reinterpretarla come si può verificare del resto nelle indimenticabili associazioni tra sequenze e colonna sonora di tanti film del regista.” “...Prima di Leone il western italiano era cinema di frontiera, contratti fasulli che entrano e escono da bottega, tempi di lavorazione lunghi. Sergio riuscì a cambiare le cose; se Ejzenstejn convinse Prokof’ev, lui lo fece con Ennio Morricone che all’inizio si firmava Don Savio...” “...Sergio Leone con Per un pugno di dollari e soprattutto l’anno dopo con Per qualche dollaro in più realizzato nel 1965 si presentava semplicemente come un regista mosso da un’intuizione felice, un artista capace di mettere d’accordo le violenza senza freni della spettacolarità e un affinamento dello stile, della estetica delle riprese e della accurata confezione in moviola e in sala di registrazione, con Morricone che aveva competenza sulle musiche, i
suoni, i rumori e naturalmente sul “fischio” di Alessandro Alessandroni, presente nelle colonne sonore...” Moscati cita Tarantino: “Senza gli spaghetti western... non esisterebbe una buona parte del cinema italiano. E Hollywood non sarebbe la stessa cosa senza Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Charles Bronson, senza Morricone...” E ancora sul rapporto di Leone con la colonna sonora: “...Il suo amore per la musica, i rapporti con Morricone, rumori e suoni che diventano partiture. Il cinema ha avuto sempre una sua musica, anche quando era muto, con Charlie Chaplin che fischiava e un maestro ricavava le note; e con Leone che non fischiava ma brontolava e faceva sentire a parole i sonori banali – il cigolio di una porta, il ronzio di una mosca, gocce d’acqua che Morricone trasformava in colonna sonora.” !!!
In apertura: una scena di C’era una volta in America e, più sotto, Italo Moscati. In basso: Henry Fonda, Ennio Morricone e Sergio Leone. In questa pagina, dall’alto in senso orario: Leone e Morricone, il regista con Clint Eastwood sul set di Per qualche dollaro in più, James Woods e Robert De Niro in C’era una volta in America, una scena del film
(Italo Moscati: dal libro Sergio Leone Quando il cinema era grande - Lindau)
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Dario Argento
Un futuro premio Oscar per le musiche del mio primo film Forse non tutti sanno che le musiche dell’esordio registico del Maestro italiano del Brivido, L’uccello dalle piume di cristallo, sono opera di Ennio Morricone. La collaborazione poi si è rinnovata per Quattro mosche di velluto grigio
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er il mio primo film da regista, L’uccello dalle piume di cristallo, quel che di certo non volevo era circondarmi di una troupe di espertoni, non avrei retto all’idea di sentire ogni giorno i suggerimenti di chi, con la scusa di saperla più lunga di me, avrebbe tentato di imporre le proprie idee. Avevo chiesto un po’ in giro e molti addetti ai lavori mi avevano messo in 22
guardia sul fatto che peggio di un regista stronzo c’è solo il regista ignorante. Se sul set si accorgono che sei insicuro, se proprio tu che devi dare gli ordini sei il primo a tentennare, allora è finita: faranno di te un sol boccone e tanti saluti. Ma io ormai la timidezza non sapevo più dove stesse di casa, me l’ero lasciata alle spalle tempo prima, quindi mi dissi che sarei stato deciso, determinato, con le
idee chiare. Certo, ero un esordiente e molte cose non le sapevo, però se avessi potuto contare su delle persone valide ce l’avrei fatta. n. 2 apr-mag 2016
Nella pagina di apertura, qui sopra e qui sotto: immagini da L’uccello dalle piume di cristallo. Sopra, a sinistra e nella pagina accanto in basso: due scene di Quattro mosche di velluto grigio. In apertura, in basso a sinistra: Dario Argento nella copertina del suo libro Paura (Einaudi)
Puntavo a un set in cui regnasse la massima libertà creativa, dunque feci in modo – a ripensarci, con una buona dose d’incoscienza – di avere al mio fianco per lo più gente giovane, con poca esperienza ma molta voglia di lavorare. Va da sé che essendo stato lo sceneggiatore di Sergio Leone, questo mi permise il lusso di avere per la colonna sonora un compositore d’eccezione come n. 2 apr-mag 2016
Ennio Morricone, anche lui grande amico di mio padre. Con Morricone ricordo in particolare il nostro primo incontro, dopo che aveva già accettato di comporre le musiche del mio film. Ci vedemmo a casa sua, e io ingenuamente gli portai un sacco di vinili suggerendogli di ascoltarli: contenevano alcuni pezzi che mi sembravano interessanti. Si offese, ma poi capì
che il mio gesto era in totale buona fede. Che figuraccia. A differenza degli altri, Morricone era già un nome noto, mentre il mio direttore della fotografia fu Vittorio Storaro, all’epoca un semi-esordiente. Insomma nel mio primo film avevo due futuri premi Oscar: non sono certo cose che ca!!! pitano a tutti.
(Dario Argento, dal libro Paura - Einaudi)
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Schermi sonori
Da Carlo Verdone a John Carpenter, una panoramica sui registi italiani e stranieri che hanno lavorato con il Maestro aro Ennio, è un gran ad Ennio Morricone, mi sembrava nità di beneficiare dei servigi di un “ giorno per un immenso tutto un sogno. artista di tale spessore per il debutto
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di L.A. 24
artista quale sei. I miei più affettuosi complimenti per questo tributo così importante che il mondo del cinema ti dà, te lo meriti in pieno. Non tutti sanno che tu provieni da studi molto complessi nell’ambito della musica contemporanea e hai studiato con il più intellettuale dei compositori: Goffredo Petrassi. Sei un uomo integerrimo con te stesso e questo ti porta a comporre solo quello che ti piace e a non scendere mai a compromessi. La cosa che più mi colpisce è che entrambi (anche se io per merito di un altro regista) all’Oscar ci siamo arrivati, è fantastico questo. Ma il tuo, rispetto alla mia partecipazione a La Grande Bellezza, è molto molto di più: perché è tutto tuo. Solo tuo. Quando Sergio Leone mi presentò
Un’emozione che non riesco a trasmettere ancora oggi: io che non ero nessuno accanto a due giganti che si stavano prendendo cura di me. Altri tempi. Meravigliosi tempi... Buona serata Carlo Verdone” Con queste parole, comparse sulla sua pagina Facebook, il regista di Un sacco bello ha salutato l’assegnazione dell'Oscar a Ennio Morricone. Grazie al suo mentore Sergio Leone, come ricorda in questa lettera, Carlo Verdone ha avuto la fortuna di debuttare sul grande schermo nel 1980 con una colonna sonora d’eccezione, quella appunto firmata dal Maestro. Collaborazione tra i due che è continuata anche l’anno successivo per Bianco, rosso e Verdone. Prima di Verdone, molti altri registi italiani avevano avuto l’opportu-
dietro alla macchina da presa. Lina Wertmuller con I basilischi (1963) e Marco Bellocchio con I pugni in tasca (1965) sono due di questi. Bernardo Bertolucci ha conosciuto Morricone invece per la sua opera seconda, Prima della rivoluzione (1964). Per poi incontrarlo di nuovo diverse volte (Partner, Novecento, La luna, La tragedia di un uomo ridicolo). Ma un po’ tutti i grandi registi italiani hanno avuto rapporti professionali con il Maestro: da Carlo Lizzani a Gillo Pontecorvo, da Giuliano Montaldo a Liliana Cavani da Francesco Maselli a Elio Petri, fino a Luigi Comencini, ai fratelli Taviani, a Mario Monicelli. Senza dimenticare Pier Paolo Pasolini, che ha goduto di un rapporto privilegiato con Morricone, da cui n. 2 apr-mag 2016
sono nate le musiche di ben otto film: Uccellacci e uccellini, La Terra vista dalla luna, Appunti per un film sull'India, Teorema, Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille una notte, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Praticamente tutte le pellicole girate dal regista friulano dal 1966 a fine carriera. In tempi più recenti, un sodalizio artistico così intenso è quello del Maestro con Giuseppe Tornatore. Dal film premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso (1988) a La corrispondenza (2016), la collaborazione fra il cineasta siciliano e il compositore romano non si è mai interrotta. Le musiche per La leggenda del pianista sull’oceano e Malèna, tra l’altro, hanno fruttato rispettivamente un Golden Globe (2000) e una nomination all'Oscar (2001). Stessa accoppiata (Golden Globe e nomination) era arrivata per Morricone già nel 1987 per la colonna sonora di Mission di Roland Joffé, film vincitore della Palma d'oro al 39° Festival di Cannes. Con il regista inglese la collaborazione si è rinnovata anche per L’ombra di mille soli (1989), La città della gioia (1992) e Vatel (2000). Le altre tre nomination dell’Academy per il Maestro erano arrivate per le musiche di altrettanti film made in Usa. La prima, nel 1979, per I giorni del cielo di Terrence Malick, con il quale Morricone è tornato a collaborare proprio quest’anno per Voyage of Time, l’inedito e attesissimo documentario del geniale regista americano basato sulla storia della vita e dell’universo. Poi, dopo Mission, nel 1988 è arrivata la candidatura per The Untouchables - Gli intoccabili di Brian De Palma. Vittime di guerra (1989) e Mission to Mars (2000) sono altri due titoli del regista di Scarface musicati dal compositore. Prima di Malèna, nel 1992 c'è stata la nomination per Bugsy di Barry Levinson. E anche con il cineasta di Baltimora c’è stato nuovo incontro, tre anni dopo, per Rivelazioni. Una collaborazione unica ma particolarmente significativa è stata però quella con John Carpenter. n. 2 apr-mag 2016
Musicista lui stesso e quindi autore delle musiche di quasi tutti i suoi film, Carpenter aveva deciso che per una volta si sarebbe fatto da parte nello scrivere la partitura de La cosa (1982). «È fantastico, semplicemente geniale», ha dichiarato il regista statunitense in un’intervista alla rivista Rolling Stone a proposito di Morricone. E quest’ultimo da parte sua ha ricordato che «la collaborazione con Carpenter è stata qualcosa di davvero straordinario e molto particolare. Venne a Roma per farmi vedere il film ma dovette subito scappar via. Ero colpito da quello che avevo visto, ma anche preoccupato, perché non mi aveva dato indicazioni». Carpenter poi, richiamato Morricone, gli chiese qualcosa di «davvero semplice ed efficace». «Provai a usare suoni diversi - ha detto Morricone - alla fine, lui scelse solo una traccia. E ora, una traccia che lui non ha scelto fa parte della colonna sonora di The Hateful Eight». Oltre alla traccia, in comune tra i
due film c'è un altro elemento non da poco: Kurt Russell. Protagonista del film del 1982 tratto dal racconto horror-fantascientifico La cosa da un altro mondo di John W. Campbell, e nel cast di The Hateful Eight, questi, in occasione dell’incontro con la stampa per la presentazione italiana del film di Tarantino, ha espresso con poche parole la sua gratitudine all’arte del Maestro: «Sono felice di aver fatto parte di due film con musiche di Morricone». Semplice ed efficace. !!!
In apertura: Robert De Niro in Mission. Accanto: Ennio Morricone. Sotto: Carlo Verdone. In questa pagina, dall’alto: una scena di The Untouchables, il Maestro con John Carpenter (a sinistra) e con Brian De Palma. Quii sopra: Monica Bellucci in Malèna
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Gli altri editori
«L’abilità del Maestro sta nel saper comunicare con i suoi esecutori: con il cuore» di L.A.
Breve viaggio attraverso le parole di coloro che, oltre alla Cinevox, hanno pubblicato e diffuso in Italia e nel mondo la musica di Morricone. Da Daniele De Gemini della Beat Records, il figlio dell’uomo con l’armonica, alla Sugar, passando per CaroselloCurci, Universal, Warner, EmiSony e Radiofilmusica 26
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uattrocento colonne sonore costituiscono una produzione sterminata che quasi non ha eguali. In cinquantacinque anni di carriera cinematografica, Ennio Morricone ha scritto così tante musiche da film che provando a stilare una media questa ci parla di più di sette pellicole all’anno, praticamente una composizione ogni due mesi. Se si considera poi che accanto all’attività legata al cinema, il Maestro ha scritto e arrangiato anche tanta musica orchestrale, da camera, lirica e perfino pop (Se telefonando, Sapore di sale, ecc.), ci si chiede, come del resto si chiedeva anche l’amico del compositore Sergio Leone: “…ma quanno li componi sti magnifici soni”? (vedi cartolina a pagina 20). Suoni poi molto differenti l’uno dall’altro,
anche perché il Maestro ha spaziato e continua a spaziare attraverso i generi. Drammi, commedie, film sentimentali, thriller, horror, gialli, polizieschi, pellicole di guerra, action movie e naturalmente western: nel curriculum di Ennio Morricone c'è tutta la storia del cinema o perlomeno quella che va dal 1961 a oggi. Con le sue note riesce ogni volta a colorare di emozioni lo schermo, sciorinando partiture infinitamente varie eppure sempre riconducibili al suo inimitabile stile. Daniele De Gemini, direttore artistico della Beat Records, società che ha in catalogo diversi lavori del Maestro e che cura la distribuzione delle stampe di molti altri (The Untouchables, Allonsanfan, La battaglia di Algeri, I basilischi, Vamos a matar companeros, C’era una volta n. 2 apr-mag 2016
In apertura: Charles Bronson in C’era una volta il West. Qui accanto: Ennio Morricone. Nel riquadro: Franco De Gemini, l’”uomo con l’armonica”, e il foglietto con le indicazioni del Maestro. Qui sotto: ancora Morricone e De Gemini
il West, per citarne solo alcune), ci offre un testimonianza diretta del modo di lavorare del compositore, della sua capacità di comunicare emozioni e di saperle tirar fuori anche dai suoi collaboratori e dalle persone a lui vicine. Come un vero e proprio artigiano dei sentimenti. «Le memorie di una collaborazione pluriennale con Ennio Morricone sono da ritrovare più che altro nel rapporto che questi ebbe con mio padre, Franco De Gemini, anche conosciuto come “l’uomo dell’armonica” (scomparso nel 2013, ndr)», racconta Daniele De Gemini. «Il Maestro spesso lo coinvolse come musicista esecutore durante le registrazioni di parecchie colonne sonore, specialmente quelle western. Senz’altro la più bella collaborazione fra i due fu in occasione n. 2 apr-mag 2016
di C’era una volta il West (1968). In studio di registrazione il Maestro consegnò a mio padre un foglietto strappato, con la descrizione su come eseguire le note suonate da Charles Bronson… Rantolo – Grido – Rabbia – Dolore – Odio – Ostinazione – Freddezza – Velenoso – Allucinato – Come una maledizione – Come un destino che si compie – Con i coglioni – Agghiacciato – Con poesia – Fuori dal tempo – Ma sempre con dolcezza (v. foto in alto, ndr)… L’abilità del grande Maestro stava e sta tutt’ora nel capire come comunicare con i suoi esecutori, dal momento in cui egli sapeva che questo straordinario artista avrebbe suonato le sue note esattamente come sarebbe stato necessario, con il cuore, dopo un’istruzione di que-
sto tipo. Oggi è veramente bello vedere come il grande Maestro, a distanza di quarantotto anni da quella notte in cui condiva la trilogia del dollaro con la ciliegina sulla torta, il quarto film western di Sergio Leone da lui musicato quasi come una vera e propria opera lirica, venga premiato con un Oscar per un film della stessa natura». Nel catalogo della Beat Records ci
Qui sopra: le copertine degli Lp de Il sorriso del grande tentatore e de Il prefetto di ferro. Sotto: quella de La stagione dei sensi e di Teorema
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In alto: Ugo Tognazzi ne Il federale. Qui sopra: la cover della colonna sonora del film e Filippo Sugar. Sotto: le copertine de Il Vizietto, Pasolini - Un delitto italiano, Escalation e Il lungo silenzio
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sono vari titoli, di vario genere, firmati dal Maestro... «L’Anticristo, Sepolta viva, Il sorriso del grande tentatore, E ridendo l’uccise, Dalle Ardenne all'inferno, Il giudice e il suo boia, Holocaust 2000, Sesso in confessionale, Il prefetto di ferro, The Link, Un esercito di cinque uomini… sono alcuni di questi. C’è forse qualcos’altro, che ora non ri-
cordo», conferma De Gemini. Che aggiunge: «E sicuramente la colonna sonora a cui il Maestro è molto legato è Il sorriso del grande tentatore (Damiano Damiani,1974, ndr). All’epoca della sua realizzazione era da lui stesso considerata il suo capolavoro. Venne anche selezionata tra le papabili alle nomination per gli Oscar di quell’anno». La statuetta poi è finalmente arrivata in questo 2016 con The Hateful Eight, nove anni dopo quella del 2007, ricevuta per celebrare la straordinaria carriera del compositore. La colonna sonora del film di Quentin Tarantino pubblicata su etichetta Decca Records, in Italia è
distribuita da Universal Music Publishing Ricordi, major cine-discografica che amministra le opere di Morricone, oltre a quelle di moltissimi autori italiani, tra cui capolavori del felice connubio fra immagine e suono come Il Buono, il Brutto, il Cattivo. Ma altri lavori del compositore fanno parte anche dei cataloghi del gruppo EMI Music Publishing come Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo, per esempio amministrati in Italia da Sony ATV Music Publishing. Uno degli ultimi lavori di Morricone, poi, La corrispondenza (2016), musica per il film omonimo di Giuseppe Tornatore, come la
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precedente pellicola del regista siciliano, La migliore offerta (2013), è edito e pubblicato discograficamente da Warner Chappell Musica Italiana. Troviamo le opere del grande musicista anche in altri cataloghi, da Radiofilmusica (La violenza: quinto potere, 1972, di Florestano Vancini; Matchless, 1967, di Alberto Lattuada) a Carosello Records, uno dei pilastri della discografia italiana, parte di uno storico gruppo editoriale, le Edizioni Curci, il cui rapporto con il Maestro si è sviluppato soprattutto negli anni '60. «Io sono del ‘59 - ci dice Alfredo Gramitto Ricci, attuale amministratore delegato e ma-
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naging director delle Edizioni Curci – è mio padre (Giuseppe Gramitto Ricci, ndr) che le ha fatte. Purtroppo è venuto a mancare nel 2009 e io ne so poco. Ci sono state cose editate per conto di Morricone o con Morricone, ma sono state collaborazioni brevi, piccole e sporadiche». In catalogo c'è comunque una pellicola di Pier Paolo Pasolini del ‘68, Teorema, e qualche titolo dell'anno successivo, La stagione dei sensi di Massimo Franciosa e Vergogna schifosi di Mauro Severino. Chi invece ha avuto un rapporto speciale con il maestro è la Sugar Music. Con l’acquisizione di C.A.M., Creazioni Artistiche Musi-
Sopra: Clint Eastwood ne Il Buono, il Brutto, il Cattivo. Nel riquadro: la copertina delle musiche del film. Qui accanto: quella di The Hateful Eight. Sotto: Ennio Morricone mentre dirige l’orchestra
cali, tra i leader del mercato mondiale delle colonne sonore, questa si è assicurata un patrimonio artistico prodotto in oltre cinquant’anni di attività. «Ai primi del 2011 abbiamo acquisito l’intero catalogo
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Qui accanto: il Maestro dirige in studio. Sotto: le cover di Tempo di uccidere e Nuovo Cinema Paradiso
Cam, il meglio che ci sia su piazza in fatto di colonne sonore e non solo - ha raccontato in un’intervista all’Agi Filippo Sugar, presidente e amministratore delegato di Sugar Music, nonché presidente della Siae - quasi tremila pezzi firmati da oltre cinquecento artisti tra cui il premio Oscar Ennio Morricone. Il fondatore di C.A.M., Giuseppe Campi, e mio nonno Ladislao collaboravano fin dagli anni Cinquanta e sono convinto che sarebbero come noi entusiasti di questa nuova impresa». Scorrendo la filmografia di Morricone, il gruppo Sugar l’attraversa tutta. A partire dalla primissima opera realizzata per il grande schermo. La partitura de Il federale di Luciano Salce, datata 1961, ha infatti segnato l’ingresso di Morricone nel mondo del cinema. Un universo in cui, nell’arco dei successivi cinquantacinque anni, si è affermato come uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Se non addirittura il più grande. !!! 30
A sinistra: le copertine de La corrispondenza e de La migliore offerta. A destra: quelle di Matchless e Violenza: quinto potere
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