Anno 70 - numero 2 maggio 2017 - 2,00 €
cinema&fiction 02
SPECIALE Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma
CROISETTE TRICOLORE Il cinema nostrano è anche nella Quinzaine e nella Semaine FRANCESI D’ADOZIONE Parlano le dive Monica Bellucci e Claudia Cardinale 21° FILMART Reportage dall’Hong Kong International Film & TV Market
Jasmine Trinca e Stefano Accorsi nella sezione Un certain regard con il film di Sergio Castellitto
L’Italia
a Cannes è Fortunata
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Calabria, terra da girare.
Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore Responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore Editoriale Andrea SPLENDORE and.splendore@gmail.com Vicedirettore Luigi AVERSA aversaluigi@gmail.com Art Director Stefano SALVATORI grafico.salvatori@gmail.com Realizzazione Das Designer Agenzia Giornalistica P.zza Augusto Imperatore, 32 00186 Roma dasdesigner@gmail.com Hanno collaborato Barbara Bianchi Andrea Carli Silvia Gambirasi Irene Sofi Editore MEMA SRLS Viale Parioli, 63 00197 Roma tel. 06 85353394 Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De Schiavi, 355 00171 Roma tel. 06 89015166 fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it
editoriale Talenti italiani a Cannes “diversamente” giovani
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ortunatamente nel cinema internazionale l’equazione giovani uguale “bamboccioni” non esiste. Il talento, che provenga da trentenni, da “giovani” quarantenni o ultracinquantenni, èvalutato per quello che è, talento e basta. Cosìil 70° Festival di Cannes, pur non annoverando anche quest’anno nessun nostro film nella competizione principale, ne ha selezionati ben cinque, distribuiti nelle sezioni parallele, firmati da registi per cosìdire “diversamente” giovani. Pur scrivendo da tempo per il cinema, i quasi cinquantenni Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, per esempio, presenti alla Semaine de la Critique con Sicilian Ghost Story, sono solo al loro secondo lungometraggio. Con il primo, Salvo, proprio sulla Croisette nel 2013 avevano vinto entrambi i premi della Semaine. Cinematograficamente, però, sono considerati ancora giovani,
perché dalle nostre parti la gavetta è lunga e faticosa. Ne sa qualcosa Leonardo Di Costanzo che ha iniziato a lavorare nel cinema alla fine degli anni ‘80 e che solo nel 2012 ha realizzato la sua opera prima, L’intervallo. Quest’anno è a Cannes con l’opera seconda, L’intrusa. Sono opere prime, invece quelle di Roberto De Paolis, Cuori puri, e Annarita Zambrano, Dopo la guerra, anche loro enAnno 70 - numero 2 maggio 2017 - 2,00 €
CROISETTE TRICOLORE Il cinema nostrano è anche nella Quinzaine e nella Semaine FRANCESI D’ADOZIONE Parlano le dive Monica Bellucci e Claudia Cardinale 21° FILMART Reportage dall’Hong Kong International Film & Tv Market
sommario
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Cannes 70 Un’edizione Fortunata di Luigi Aversa
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02
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cinema&fiction
SPECIALE
Jasmine Trinca e Stefano Accorsi con il film di Sergio Castellitto nella sezione Un certain regard
L’Italia a Cannes è Fortunata
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trambi non più ragazzini, presentate rispettivamente alla Quinzaine e in Un Certain Regard. In quest’ultima sezione c’è l’unico veterano del quintetto, Sergio Castellitto con Fortunata. La madrina del Festival quest’anno èMonica Bellucci, attrice che con i suo ultimo film, On the Milky Road, ha fornito un’interpretazione intensa accanto a Emir Kusturica, dimostrando di essere brava oltre che bella. Mi fa piacere, infine, dedicare uno spazio di questo numero della rivista al teatro e al cinema nelle e sulle carceri, avendo personalmente visitato in diverse occasioni le nostre prigioni con gli spettacoli della trasmissione radiofonica Demo. Un mondo che ci raccontano i film Socialmente pericolosi, Il permesso e soprattutto lo spettacolo In viaggio con Amleta della compagnia Le donne del muro alto. Renato Marengo
21° FilMart Andrew Hevia, produttore da Oscar di L.A. 15 21° FilMart Il cinema italiano alla prova del mercato d’Oriente di L.A.
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Cannes 70 Claudia Cardinale: «Mastroianni e Delon: bellissimi ma gli ho detto di no» di Silvia Gambirasi 8
Le donne del muro alto Teatro e cinema oltre le sbarre di Luigi Aversa
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Cannes 70 Monica Bellucci: l’arte di sedurre a 52 anni di Silvia Gambirasi
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Festa del Cinema Bulgaro In rassegna a Roma con la sua decima edizione di Barbara Bianchi
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Eventi Una giornata particolare a Cinecittà Che compie ottant’anni di Andrea Carli 22
Cannes 70 Da Sorrentino a Uma: che giurati! di Irene Sofi
21° FilMart Il futuro dell’audiovisivo è a Hong Kong di Luigi Aversa
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Cannes 70 Un’edizione Fortunata Niente concorso per gli italiani sulla Croisette. Nelle sezioni parallele, però, i film in rassegna sono ben cinque di Luigi Aversa
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In apertura: Jasmine Trinca in Fortunata, anche qui sopra con Stefano Accorsi. Sotto al titolo, da sinistra: l’autore di Fortunata, Sergio Castellitto, e Annarita Zambrano, regista di Dopo la guerra
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opo l’abbondanza di un paio d’anni fa, con Garrone, Moretti e Sorrentino in concorso, come nella scorsa stagione anche quest’anno il cinema italiano non è presente nella competizione principale del Festival di Cannes, in programma dal 17 al 28 maggio, ma la nostra rappresentanza è comunque massiccia nelle altre sezioni. E non solo. “Eccellenze italiane” come Claudia Cardinale, Monica Bellucci e Paolo Sorrentino, da queste parti veri e propri divi, sono sulla Croisette in forme e modi diversi, ma tutti con un ruolo di rilievo. Claudia Cardinale, protagonista di tanti capolavori del cinema ita-
liano e internazionale, da Il Gattopardo a 8 1/2, presta la sua immagine giovanile al manifesto ufficiale di questa settantesima edizione (v. intervista a pag. 8). Accompagnerà poi personalmente Nobili bugie, l’opera prima di Antonio Pisu, che viene presentata nell’ambito del Marché du Film 2017. Monica Bellucci, dal canto suo, è stata scelta come madrina del Festival. Presenta la cerimonia di apertura di mercoledì 17 maggio e quella di chiusura dell’evento, domenica 28 (v. intervista a pag. 10). Paolo Sorrentino, poi, premio Oscar per La grande bellezza che qui a Cannes ha vinto nel 2008 il Premio della Giuria con Il divo, n. 2 - maggio 2017
Sopra: Cuori puri. A destra: Sicilian Ghost Story. Qui sotto, da sinistra: i registi Roberto De Paolis (Cuori puri), Leonardo Di Costanzo (L’intrusa), Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (Sicilian Ghost Story)
torna sulla Croisette, dove è stato in competizione altre quattro volte, in qualità di giurato (v. box a pag. 7). Ma tornando ai titoli battenti bandiera tricolore, quelli presenti nelle diverse sezioni della manifestazione sono cinque. Fortunata, diretto da Sergio Castellitto e interpretato da Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce e
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Hanna Schygulla, è uno dei due film italiani presenti nella selezione ufficiale di Un certain regard. L’altro è Dopo la guerra di Annarita Zambrano. Il film di Castellitto, su soggetto e sceneggiatura della moglie Margaret Mazzantini, racconta la storia di Fortunata, parrucchiera a domicilio che combatte quotidianamente per conquistare il proprio sogno: aprire un negozio tutto suo. L’amore, però, le mette inaspettatamente i bastoni tra le ruote. Dopo la guerra, opera prima di Annarita Zambrano, interpretata da Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Fabrizio Ferracane e Jean-Marc Barr, rievoca un periodo storico recente che coinvolge più generazioni. Al centro della vicenda l’assassinio di un giudice all’inizio degli anni Duemila, che riapre vecchie ferite politiche tra Italia e Francia. Nella Quinzaine des Réalisateurs - selezione parallela dal 1969 a quella ufficiale del Festival - figurano due lavori italiani. Cuori puri di Roberto De Paolis è la storia dell’amore tra Stefano e Agnese, due
ragazzi che provenendo da mondi opposti dovranno rinunciare a tutto quello che hanno, compiendo scelte difficili. «Al centro del film c’è il tema della verginità: quella del corpo, illusione infantile di purezza, e quella del territorio, metafora di barriere e muri che si alzano a protezione dell’identità. I cuori puri del film, Stefano e Agnese, sono incapaci di tendere al mistero e al rischio della diversità», dichiara il regista, al suo esordio nel lungometraggio. Per questo racconto profondamente calato nella realtà ha condotto una ricerca sul campo «attraversando la periferia dei centri accoglienza e dei campi rom per poi entrare nelle chiese e indagare la realtà contemporanea delle comunità cristiane». Cuori puri è interpretato da Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce e Antonella Attili. L’intrusa, diretto da Leonardo Di Costanzo, il regista de L’intervallo, è l’altro film della Quinzaine. Protagonista è Giovanna, la fondatrice del centro “la Masseria” a Napoli, dove le mamme del quartiere portano i
In basso: una scena de L’intrusa
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Qui sopra: Aus dem nichts. A destra: How to Talk to Girls at Party. Sotto: Le redoutable
In basso: un’immagine di The Meyerowitz Stories
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bambini per sottrarli al degrado, immergendoli nella creatività e nel gioco. In questa oasi cerca rifugio Maria, giovanissima moglie di un killer arrestato per l’omicidio di un innocente. Maria ha due figli. Per le altre mamme è il male. Ma la scelta di Giovanna è più difficile. Dice il regista: «L’intrusa non è un film sulla camorra; è un film su chi ci convive, su chi giorno per giorno cerca di rubargli terreno, persone, consenso sociale, senza essere né giudice né poliziotto. Ma è anche una storia su quel difficile equilibrio da trovare tra paura e accoglienza tra tolleranza e fermezza. L’altro, l’estraneo al gruppo, percepito come un pericolo è, mi sembra, un tema dei tempi che viviamo». Interpretato dalla coreografa e danzatrice Raffaella Giordano e dall’esordiente Valentina Vannino, il film è scritto dallo stesso Di Costanzo con Maurizio Braucci e Bruno Oliviero. Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza è il
film d’apertura della 56esima edizione della Semaine de la Critique. Dopo aver vinto con Salvo nel 2013 il Gran Premio della Semaine e il Premio Rivelazione al 66° Festival di Cannes, i due registi sono stati invitati dal direttore Charles Tesson ad aprire la prestigiosa sezione, la prima volta che questo privilegio tocca a un film italiano. «Antonio Piazza e Fabio Grassadonia aprono
la Semaine con un incredibile film ha detto Tesson - incrocio di generi diversi, che combina sguardo politico, fantasia e storia d’amore, con potente maestria». Giuseppe, un ragazzino di tredici anni, scompare. Luna, compagna di classe innamorata di lui, non si rassegna alla sua sparizione. Si ribella al silenzio e alla complicità che la circondano e pur di ritrovarlo, di-
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Cannes 70
Da Sorrentino a Uma: che giurati!
Sopra: Rodin. A destra: L’inganno. Sotto, a sinistra: il regista Michael Haneke. Più a destra: The Killing of a Sacred Deer
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scende nel mondo oscuro che lo ha inghiottito. «Come diceva Leonardo Sciascia, “La Sicilia è tutta una fantastica dimensione e non ci si può star dentro senza fantasia”. La collisione fra un piano di realtà e un piano fantastico ci ha fatto riconoscere gli elementi che da tempo avevamo davanti agli occhi: un fantasma e la colpa di un mondo che sopprime bambini», raccontano i registi. «Elementi per una ghost story siciliana e, in quanto tale, sul piano di realtà, favola nera; sul piano fantastico, favola d’amore». Protagonisti sono i tredicenni Julia Jedlikowska, polacca palermitana, e Gaetano Fernandez, del quartiere Zisa di Palermo, entrambi per la prima volta sullo schermo. Al loro fianco gli attori Sabine Timoteo, Vincenzo Amato, Filippo Luna e Nino Prester. Nella lista del concorso di questa 70esima edizione ci sono nomi noti e nomi nuovi, ma mancano i grandi maestri. Scorrendo l’elenco, spiccano gli americani Sofia Coppola, n. 2 - maggio 2017
Noah Baumbach e Todd Haynes, l’austriaco Michael Haneke, il tedesco Fatih Akin e il francese François Ozon. C’è anche il greco Yorgos Lanthimos, negli ultimi anni presenza fissa nei Festival che contano, e il premio Oscar 2012 Michel Hazanavicius. Ad aprire il Festival sarà, fuori concorso, Les fantomes d’Ismael di Arnaud Desplechin con Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel e Alba Rohrwacher. Dopo di loro, sul tappeto rosso sfileranno Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal, Paul Dano e Lily Collins per lo sci-fi Okja del coreano Bong Joon-ho. Regina indiscussa di questa edizione è comunque Nicole Kidman, sulla Croisette con tre film, di cui due in concorso: L’inganno della Coppola, e The Killing of a Sacred Deer di Lanthimos. In totale saranno presentati quarantanove film, di cui nove opere prime e dodici pellicole dirette da donne. Le nazioni rappresentate in totale sono ventinove. !!!
e squadre di giurati che quest’anno sono chiamate a giudicare i film delle selezioni ufficiali sono composte dalla crème de la crème del cinema mondiale. A cominciare da quella del concorso principale, presieduta da Pedro Almodóvar, che oltre al nostro Paolo Sorrentino (foto sopra) schiera nomi del calibro di Jessica Chastain, Will Smith, Maren Ade (regista di Vi presento Toni Erdmann), Fan Bingbing, Agnès Jaoui, Park Chan-wook e Gabriel Yared. Un Certain Regard è presieduta da Uma Thurman (foto) accanto alla quale c’è, tra gli altri, l’attore francese Reda Kateb, protagonista del biopic Django. Anche la giuria della Caméra d’or è guidata da una signora, l’attrice francese Sandrine Kiberlain, affiancata dalla collega e connazionale Elodie Bouchez. Cinéfondation vede a capo il romeno Cristian Mungiu, premiato lo scorso anno per la regia di Un padre, una figlia. Con lui Barry Jenkins, regista e sceneggiatore di Moonlight, film Oscar 2017. Alla Semaine de la Critique il presidente è il regista brasiliano Kleber Mendonça Filho, mentre Sandrine Bonnaire, attrice, è presidente de L’Oeil d’or. (Irene Sofi)
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Ancora richiestissima dal cinema e dalla tv, la Cardinale si racconta tra passato e presente e confessa: «Girare con Visconti e Fellini mi ha cambiato la vita» di Silvia Gambirasi
Claudia: «Mastroianni e Delon? Bellissimi, ma gli ho detto di no» L
a sua bellezza ha sedotto celebri divi e la sua fama ha oltrepassato i confini del nostro Paese. Non è difficile capire il perché quando ci si trova faccia a faccia con Claudia Cardinale, l’attrice che contende alle colleghe Sophia Loren e Gina Lollobrigida la palma di diva italiana più celebrata nel mondo. Questo mito vivente, 79 anni da poco compiuti e splendidamente portati, è ancora molto richiesta dal piccolo e dal grande schermo. L’abbiamo incontrata nella Capitale per la presentazione di Una gita a Roma, opera prima di Karin Proia: «Interpreto Marguerite - racconta Claudia - una signora eccentrica nella quale i due ragazzini protagonisti della vicenda s’imbattono durante una passeggiata. È un po’ pazza, come me».
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Signora Cardinale, dopo questa pellicola dove la vedremo? Nel film di prossima uscita Nobili bugie, dove sono un’aristocratica decaduta. Poi andrò in Grecia sul set cinematografico diretto dall’attrice Emma Thompson. Infine sarò la zia del rubacuori Valentino in Rudy Valentino - Divo dei divi diretto da Nico Cirasola. Ora, però, è al Festival di Cannes che le ha reso omaggio mettendo una sua foto nel manifesto di questa edizione. Che bella soddisfazione, hanno ripescato una vecchia foto in cui ballavo sui tetti di Roma, pensate che avevo appena ventun’anni. E hanno ritoccato l’immagine snellendo le sue forme, la cosa non le ha dato fastidio? n. 2 - maggio 2017
Pagina accanto, in apertura: Claudia Cardinale in uno splendido scatto degli anni Settanta. In basso: il manifesto di Cannes 2017
E perché mai? Al contrario, sono onorata e orgogliosa di aver concesso la mia immagine per questa importante rassegna cinematografica internazionale. La sua bellezza ha fatto colpo su divi come Alain Delon e Marcello Mastroianni, conferma? Confermo, erano entrambi molto seducenti, ma io non ci sono mai cascata (ride, ndr). E non mi sono nemmeno mai considerata bellissima. Non ero io, in famiglia quella che doveva fare cinema, ma mia sorella. Invece lei è andata a vivere in Polinesia e io ho viaggiato tra i set più prestigiosi. Alla fine mi è andata bene, ma non l’ho deciso io. In arabo (Cardinale è di origine tunisina, ndr) si usa l’espressione “machtub”, tradotto “così era scritto”. Quindi è tutta colpa del destino... A quale dei film in cui ha recitato è più legata? Forse quelli che mi hanno cambiato la vita sono stati 8 1/2 e Il Gattopardo, diretti rispettivan. 2 - maggio 2017
mente dagli indimenticabili Federico Fellini e Luchino Visconti. È stata una fase irripetibile del mio percorso professionale. Che ricordo conserva dei due grandi cineasti? Due professionisti incredibili, è stata una fortuna lavorare con loro. Luchino ci dirigeva come se fossimo in teatro, con grande cura dei dettagli, Federico tendeva di più a improvvisare, quasi senza copione. Lei vive da anni a Parigi, come mai ha lasciato l’Italia? Perché non sopportavo i paparazzi, si appostavano sempre sotto casa mia, in Francia non è così. Come vive la paura del terrorismo che attanaglia la Ville Lumière? Cerco di non pensarci, non voglio che la follia di un pugno di esaltati debba condizionare la mia vita e quella dei parigini. Ci parli del suo ruolo di ambasciatrice Unesco per le donne. È il minimo che potessi fare nella mia posizione, vorrei che
tutte le donne fossero libere di esprimersi e che finisse questo incubo del femminicidio. Che ragazzina era Claudia Cardinale? Un maschiaccio. Quando ero piccola facevo a pugni come i maschi, dicevo che le femmine erano più forti, una vera selvaggia. Quale è, secondo lei, il bello del mestiere di attrice? La possibilità di essere puttana, santa, principessa, moglie, madre tutto, ma solo per finta. Non ha mai ceduto alla tentazione di ritoccarsi, come mai? Che senso avrebbe? Bisogna accettare il tempo che passa. E poi, tra botox e lifting, c’è il rischio che quando ti guardi allo specchio non ti riconosci più. Ci confessi un suo vizio. Purtroppo ho quello del fumo, me lo ha fatto prendere Visconti nel 1965 quando giravamo Vaghe stelle dell’Orsa, però fumo sigarette senza nicotina! In fondo è !!! perdonabile, no?
Sopra, dall’alto in senso orario: Cardinale nel film di Karin Proia Una gita a Roma, con Alain Delon nel Gattopardo, con Raffaele Pisu in Nobili bugie e con Marcello Mastroianni in 8 1/2
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Monica Bellucci
L’arte di sedurre a 52 anni Bellissima, felice e di nuovo innamorata dopo la rottura con Vincent Cassel, l’attrice italiana madrina del Festival di Cannes, dice: «La di Silvia Gambirasi sensualità non è una prerogativa delle ragazzine»
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trano destino quello delle attrici sexy, varcata la soglia dei cinquant’anni, nessuno le calcola più per i ruoli da seduttrice. Monica Bellucci, 52 primavere compiute, 40 dimostrate a voler esagerare, fa eccezione. Ora protagonista dell’ultimo film di Emir Kusturica, On the Milky Road, l’attrice di Città di Castello veste i panni di una donna bella e combattiva, dal fascino irresistibile. Come ci spiega lei stessa, a Roma per presentare la pellicola, al fianco del regista serbo. «Questo personaggio è uno dei più completi e interessanti che abbia interpretato, è stato faticoso girare a temperature rigide, ma Emir mi ha contagiato con la sua energia». In splendida forma, più esile di come la rappresenta l’obiettivo, Monica ha approfittato 10
dell’incursione capitolina anche per presentare il libro Incontri clandestini, serie di dialoghi con il giornalista Guillaume Sbalchiero in cui si racconta come donna, madre, figlia e attrice. Tra le pagine, rievoca le intese stabilite al cinema con Gérard Depardieu e Morgan Freeman, sul set della serie Sky Mozart in the Jungle con Gael García Bernal, il rimpianto di non aver lavorato con Marcello Mastroianni. E fa scalpore, dopo la separazione tre anni fa da Vincent Cassel, l’ammissione tra le righe di avere un nuovo amore, la dichiarazione di non essere ancora in pace col sesso maschile: «Mi sento in conflitto con gli uomini , ma non potrei mai fare a meno di loro». Infatti li seduce ancora ed è molto richiesta dai registi. n. 2 - maggio 2017
In apertura, due splendidi scatti di Monica Bellucci. Sopra, dall’alto in senso orario: tre scene tratte da On The Milky Road. Qui sotto: una scena della serie di Sky Atlantic Mozart in the Jungle
Non so neanch’io perché (sorride, ndr), ma mi fa piacere. Comunque la seduzione e la sensualità non sono legate all’età. Anche una donna matura può vivere relazioni passionali. Vorrei che il cinema se ne accorgesse. Nel film di Kusturica, il suo personaggio dice che “la bellezza tira fuori il peggio dalle persone”. La bellezza è un regalo della vita, crea felicità, ma a volte è distruttiva. Accadeva in Irréversible (film del 2002 dove veniva violentata, ndr), succede in On the Milky Road con la guerra, e oggigiorno con le donne picchiate o uccise. Come vive il ruolo di madrina del Festival di Cannes 2017? Con soddisfazione, ma anche ansia, certo, meno delle volte precedenti in cui ho calcato il tappeto rosso. Cannes è una vetrina importante perché oltre ai grandi titoli presenta film intimisti. Che legame ha con l’Italia? L’Italia è nel mio cuore, come l’Umbria, dove sono nata. Però mi n. 2 - maggio 2017
sento cittadina del mondo, le mie figlie parlano cinque lingue. Che pensa del cinema italiano? Il talento c’è, da Sorrentino a Garrone, quello che manca sono gli investimenti nella cultura.
C’è un personaggio che le piacerebbe interpretare? Tina Modotti, la fotografa e rivoluzionaria, musa ispiratrice di molti artisti nella prima metà del !!! Novecento. 11
21° FilMart di Hong Kong Il futuro dell’audiovisivo Quattro giorni di convegni, focus, seminari per capire dove sta andando l’industria dell’intrattenimento di Luigi Aversa
In alto: la cerimonia di apertura del 21° FilMart, primo evento dell’Entertainment Expo. Qui accanto: l’attore Leon Lai, testimonial della manifestazione
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A
nche quest’anno Cinecorriere è volato in Asia per raccontare il 21° FilMart, l’Hong Kong International Film & TV Market, ovvero il più grande mercato del cinema e dell’audiovisivo dell’Oriente e uno dei più importanti a livello globale, organizzato dall’Hong Kong Trade Development Council. Dal 13 al 16 marzo, ben 800 espositori, provenienti da 30 Paesi del mondo si sono dati appuntamento sull’isola cinese, per quello che era soltanto il primo dei dieci eventi dell’Entertainment Expo, vetrina internazionale per film, produzioni tv, intrattenimento digitale e musica che è andata avanti fino al 25 aprile. I riflettori di FilMart quest’anno sono stati puntati sul documentario, genere che sta vivendo un periodo di grande considerazione, basti pensare ai recenti riconoscimenti internazionali per i lavori del nostro Gianfranco Rosi, dal Leone d’oro di Sagro GRA all’Orso d’oro e la nomination all’Oscar di Fuocoammare. I visitatori a Hong Kong hanno trovato circa 120 film documentari prodotti da 20 differenti Paesi, con un focus sull’ar-
gomento moderato dalla vincitrice del premio Oscar per il Miglior cortometraggio documentario 2006, Ruby Yang. Con un’affollata cerimonia di apertura, la manifestazione ha aperto i battenti lunedì 13 marzo, come sempre all’interno dell’avveniristico Convention and Exhibition Center, con un seminario incentrato sul mercato futuro del cinema di Hong Kong. Dopo un quinquennio di grande crescita, i relatori hanno sottolineato la frenata dell’industria cinematografica cinese nell’ultima decade, con un 2016 che ha registrato solo una crescita del 3,7%. Le aspettative degli investitori sono egualmente divise fra gli ottimisti riguardo a un incremento del mercato e quelli che all’opposto temono che questo sia entrato in una fase di lotta per la mera sopravvivenza. Quel che è certo è che il modello Hollywood è ancora lontano, soprattutto per quanto riguarda la varietà di generi. Il mercato è in continuo cambiamento e per questo i prossimi dieci anni saranno dedicati agli investimenti culturali. Il momento clou di martedì 14 è n. 2 - maggio 2017
Qui sopra: Ruby Yang. Qui sotto e a destra: visitatori agli stand del FilMart 2017
stato l’incontro con Andrew Hevia, coproduttore del film vincitore dell’Oscar 2017, Moonlight, di cui parliamo in un’altra pagina. La giornata si è aperta con il seminario Nuove opportunità nella crescita esplosiva dell’intrattenimento online. I relatori hanno illustrato le linee guida intraprese da Cina, Hong Kong, Thailandia e Giappone in questa direzione. In un mercato in rapida crescita con una domanda che si articola su molteplici piattaforme, gli operatori si sono detti pronti alla sfida, lavorando nel senso di una moltiplicazione delle risorse e dei canali di diffusione. Alla base, un’idea di qualità e originalità di contenuti, apertura alle produzioni internazionali, come nel caso della Thailandia, attiva anche nella realizzazione di spin-off di produzioni statunitensi e coreane, o come il Giappone, dove dal 2015 sono entrate Netflix e Amazon producendo contenuti locali, originali ed esclusivi. Sempre di internet si è parlato nel pomeriggio. Una sfida o un’opportunità per lo show business? era il titolo e l’assunto della convention introdotta da Peter Lam, presidente dei produtn. 2 - maggio 2017
tori associati di Hong Kong. La produzione di web series e di film in rete si sta sviluppando velocemente in Cina, generando entrate sorprendenti. Si tratta di una grande opportunità per tutti gli operatori del settore, che però allo stesso tempo propone un’inevitabile concorrenza con i canali tradizionali, in primo luogo la tv. La sfida sta nel perseguire il duplice obiettivo di sviluppare il nuovo, consolidando l’esistente attraverso l’originalità. Mercoledì 15, oltre al focus sul documentario di cui sopra, uno degli altri seminari di spicco è stato il Digital Entertainment Summit 2017, ovvero Passato e futuro del fare cinema, tra nuovi contenuti e prospettive degli effetti visivi. Hanno conversato intorno al tema della creazione di contenuti e degli effetti speciali come elementi essenziali per il
successo di un film: Takafumi Yuki; Eddie Leung; Genki Kawamura, produttore di Your Name, quarto incasso di sempre in Giappone e il più alto nel mondo per un film d’animazione; Daniel Son e Felix Xu. Giovedì 16, in chiusura di manifestazione si sono tirate le somme dell’evento, che quest’anno ha visto la partecipazione di oltre ottomila visitatori, circa il 9% in più rispetto allo scorso anno. Fra i settanta eventi speciali, seminari, conferenze, seguiti da tremila addetti ai lavori, va annoverato anche l’ultimo incontro di questa edizione, coorganizzato dal quotidiano China Daily: Sino-foreign Co-produced Film Summit, ovvero l’incontro ai vertici per quanto riguarda la coproduzione fra Cina e estero. Attualmente, le collaborazioni sono tredici e in fase di crescita. Obiettivo: una coproduzione articolata a tutti i livelli, dai capitali ai contenuti, dalla condivisione dei talent alla distribuzione. In attesa della prossima edizione, l’HKTDC è presente al Marché du Film Cannes con l’Hong Kong Pavilion, dal 17 al 26 maggio. !!!
Sopra: alcuni momenti della manifestazione tra padiglioni, presentazioni, seminari e convegni
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Andrew Hevia
Come vincere l’Oscar? La parola chiave è semplicità Il co-produttore di Moonlight, prossimo al debutto alla regia con un film ambientato a Hong Kong, spiega quali sono gli ingredienti per arrivare alla prestigiosa statuetta di L.A.
Qui sopra: Andrew Hevia. Più a destra e sotto: alcune scene dal film premio Oscar Moonlight
n. 2 - maggio 2017
M
artedì 14 marzo, l’evento della giornata al FilMart 2017, e anche uno dei momenti più importanti dell’intera manifestazione, è stato l’incontro con Andrew Hevia, co-produttore del film Oscar 2017, Moonlight. Giovanissimo ma già sorprendentemente esperto e determinato, Hevia ha tenuto un seminario che ha incuriosito e stimolato alla riflessione e al dibattito una platea numerosa, concentrata ed entusiasta. Cofondatore di Borscht Corp, collettivo cinematografico non-profit con base a Miami, il cineasta americano di origine cubana ha spiegato il perché un prodotto a
basso costo e indipendente sia riuscito nella storica impresa di aggiudicarsi la statuetta come miglior film all’ultima edizione degli Academy Awards. La ricetta di questo successo secondo lui è tutta nel segno della semplicità. Prima di tutto bisogna raccontare un luogo, un mondo che si conosce, come la Miami del film; i soldi possono essere pochi ma i contenuti solidi; infine, bisogna puntare a un pubblico ridotto, però sicuro. Hevia, che un paio d’anni fa ha vissuto per parecchi mesi a Hong Kong, proprio sull’isola sta girando il suo prossimo film, un thriller intitolato Dark Room con il quale de-
butta dietro alla macchina da presa. Realizzata in collaborazione con il regista Joshua Wong, la pellicola ha un budget di cinque milioni di dollari. «L’obiettivo è quello di fare un film che sia autentico nei confronti di Hong Kong, di come io l’ho vissuta e di come Joshua la sta attualmente vivendo. Il film deve rendere Hong Kong accessibile al mondo», ha dichiarato il cineasta a The Hollywood Reporter. Dark Room racconta di una cinese nata in Inghilterra, la quale, tornata a Hong Kong, fotografa casualmente un atto criminale. Da quel momento, per lei non ci sarà pace fino alla so!!! luzione del mistero.
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Il cinema italiano
alla prova del mercato d’Oriente Il meglio delle produzioni made in Italy in vetrina a Hong Kong. Da Lasciati andare a Smetto quando voglio 2, passando per Fiore di L.A. In alto: Lasciati andare. Qui accanto: In guerra per amore. Sotto: Fiore (a sinistra) e Smetto quando voglio Masterclass
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ome sempre, anche l’Italia era presente al 21° FilMart di Hong Kong con una nutrita pattuglia di espositori, produttori e distributori. Non poteva mancare, innanzi tutto, anche quest’anno, lo stand de L’Immagine Ritrovata, gloriosa società bolognese che si occupa di restauro, rimasterizzazione e digitalizzazione di pellicole, vecchie e nuove, che da un paio d’anni ha aperto una sede pure qui nella megalopoli cinese. Ed erano presenti, al pari delle passate edizioni, anche Rai Com, Fandango, Intramovies e Slingshot Films, società di distribuzione italiana e internazionale che hanno portato al mercato i loro cataloghi, ricchi di titoli, alcuni dei quali, hanno avuto l’opportunità di essere visionati da compratori, addetti ai lavori, giornalisti e appassionati.
I titoli principali proposti nel corso di questo FilMart 2017 dalle compagnie italiane sono stati: All’opera, the best from the Italian Theatres - “La traviata” di Sofia Coppola; Lasciati andare di Francesco Amato, che da noi è uscito il 13 aprile scorso e ancora figura nella top ten degli incassi settimanali; Fiore di Claudio Giovannesi, film per il quale Valerio Mastandrea si è aggiudicato il David di Donatello quale migliore attore non protagonista; e In guerra per amore di Pif, vincitore del David giovani, tutti distribuiti da Rai Com. Per Fandango, invece, c’era Smetto quando voglio - Masterclass di Sydney Sibilia. Intramovies era a Hong Kong con Il permesso di Claudio Amendola; mentre Slingshot ha schierato i documentari Bozzetto non troppo di Marco Bonfanti e The Challenge di Yuri Ancarani. !!!
n. 2 - maggio 2017
In viaggio con Amleta Al di là delle sbarre
Oltre il muro e dietro le quinte dello spettacolo delle donne di Rebibbia diretto da Francesca Tricarico. Il carcere con le sue storie di Luigi Aversa è pure nei film Socialmente pericolosi e Il permesso
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el carcere, sul carcere, dal carcere: cambia la preposizione ma non la sostanza. “Le voci di dentro” sentono il bisogno di uscire e di farsi sentire. Lo recita Annalisa, nel soliloquio iniziale di In viaggio con Amleta, versione riveduta, corretta e tutta al femminile (e non potrebbe essere altrimenti) della celeberrima tragedia shakespeariana: “E a chi sarebbe mai potuto interessare il racconto del viaggio di una ciurma con il mal di mare? Chi ci avrebbe ascoltato? E invece vennero. Erano lì, tanti, diversi, liberi, ad aspettare noi. Mi sentii comoda, non più lontana, padrona delle mie parole e della mia storia. E così ascoltata...”. Annalisa, al pari delle sue colleghe attrici e detenute Stefania, Te18
resa, Marianeve, Loredana, della compagnia Le donne del muro alto della Sezione Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Roma Rebibbia Femminile, ha bisogno di far sentire la sua voce oltre il muro dietro il quale è rinchiusa. E questa opportunità le è stata data dalla lungimiranza della direzione del penitenziario romano e soprattutto dalla vulcanica e infaticabile regista Francesca Tricarico, che ha intrapreso questo viaggio nella sezione femminile del carcere dal 2013. Un approccio, il suo, professionale e umano allo stesso tempo. «Non ho mai voluto sapere il motivo per cui stanno dentro», ha raccontato la regista in occasione della Giornata nazionale del teatro in carcere in cui è stato presentato al pubn. 2 - maggio 2017
Pagina accanto, in apertura: Le Donne del Muro Alto in una scena di In viaggio con Amleta. Qui sopra e in basso: altri momenti dello spettacolo
blico lo spettacolo, «non mi sono voluta far condizionare da questo aspetto. Il mio intento non è sociologico, ma semplicemente teatro». Le stesse detenute-attrici in un momento della rappresentazione un mix di brevi monologhi, dialoghi in bilico tra classicità e quotidianità, immagini video, frammenti di vita carceraria e dietro le quinte - hanno sottolineato che la loro unica colpa è essere “mogli di..., figlie di..., sorelle di..., madri di...” e che “in un solo posto siamo libere davvero, siamo noi senza esserlo, a teatro”. Per liberare questa urgenza di espressione, Francesca Tricarico ha scelto di rivisitare con le sue attrici uno dei lavori di Shakespeare che va più a fondo nell’analisi dell’animo umano, sospeso tra essere e apparire, tra pensiero e azione. Un testo che tocca molteplici temi: dall’esercizio del potere all’idea della morte, dalla lealtà al tradimento, dall’amore, alla gelosia, all’odio. C’è tanta sostanza nelle righe scritte dal Bardo, ma con semplicità e ironia, n. 2 - maggio 2017
Annalisa e le altre, sotto la guida affettuosa e puntuale della regista, ne hanno saputo cogliere l’essenza, recitandone alcuni frammenti e dando corpo e sostanza alla singolarità (e universalità) delle figure femminili: da Gertrude a Ofelia, fino alla stessa, tormentata Amleta. Il lavoro delle Donne del Muro Alto restituisce genuinità al teatro, riportandolo alla sua origine: sintesi di corpi e voci. Non solo teatro, però, anche il cinema ha aperto di recente le sue finestre sul mondo carcerario.
Socialmente pericolosi di Fabio Venditti racconta una storia di amicizia fra un giornalista e un ergastolano, con un progetto di rieducazione sullo sfondo, che ha realmente portato buoni risultati. Il permesso di e con Claudio Amendola è invece un film su vendetta e redenzione, che mostra i percorsi paralleli di quattro personaggi, costretti a fare i conti col passato. Una pellicola intensa che restituisce dignità al noir, genere poco visitato dal cinema di casa nostra. !!!
In alto: Fortunato Cerlino e Vinicio Marchioni in Socialmente pericolosi. Più sotto, da sinistra, gli attori de Il permesso: Valentina Bellè, Giacomo Ferrara, Luca Argentero e Claudio Amendola
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Il cinema bulgaro in rassegna a Roma Dal 25 al 28 maggio la Capitale ospita la decima edizione della manifestazione, che verrà replicata a Milano dal 23 al 25 settembre prossimi di Barbara Bianchi
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inematografia in costante crescita, quella bulgara ogni anno si mette in mostra a Roma presentando i lavori più significativi della sua recente produzione. La Festa del Cinema bulgaro torna così alla Casa del Cinema per festeggiare il suo decennale dal 25 al 28 maggio, a cui per la prima volta si aggiunge l’edizione milanese in programma dal 23 al 25 settembre. Il film di apertura è Il pubblico ministero, la difesa, il padre e il figlio di Iglika Trifonova. Tratto da una storia vera, questo avvincente
dramma giudiziario racconta lo scontro di due ambiziosi avvocati (Romane Bohringer e Samuel Fröler) durante un processo a L’Aia, all’interno del tribunale penale internazionale per i fatti della ex Jugoslavia. La rassegna prosegue con un omaggio a Kristina Grozeva e Petar Valchanov, registi già noti in Italia per il loro The Lesson, di cui verrà proiettata l’opera seconda, Glory, un lavoro che arriverà in Italia in autunno grazie a I Wonder Pictures e sarà presentato in anteprima anche alla XIII edizione del
In apertura: Scimmia. Qui a fianco, da sinistra: Il pubblico ministero, la difesa, il padre e il figlio; Hristo; The Lesson
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Sopra: Glory. A sinistra: 12 A. Sotto: Un ponte verso Christo. In basso: Vacanzieri
Biografilm Festival (Bologna, 919 giugno). In anteprima italiana arriva anche il secondo film di Dimitar KotsevShosho, Scimmia, vincitore del premio del pubblico al Sofia Film Fest, storia del viaggio di due sorelle verso l’adolescenza. Spazio anche all’arte contemporanea poi con il documentario Un ponte verso Christo della giornalista Evgenia Atanasova dedicato al Ponte Galleggiante sul Lago d’Iseo, opera dell’artista bulgaro Christo. Evento al quale verrà dedicata anche una mostra fotografica. La Festa del Cinema bulgaro è organizzata dall’Istituto bulgaro di cultura grazie al sostegno del Ministero della Cultura della Repubblica Bulgara e del Centro Nazionale di Cinematografia bulgaro, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica di Bulgaria in Italia e quella presso la Santa Sede e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e Turismo di Roma Capitale. Cinecorriere è media partner dell’evento. !!! n. 2 - maggio 2017
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In occasione dell’anniversario della nascita della Fabbrica dei Sogni i gloriosi studi cinematografici romani “si mettono in mostra” per i cittadini. Fino a domenica 28 maggio
Una giornata
particolare a Cinecittà Che compie ottant’anni L
In alto: l’ingresso principale degli studi di Cinecittà. A destra e sotto: immagini dall’interno della Fabbrica dei Sogni
a o scorso 28 aprile gli studi cinematografici di Cinecittà hanno compiuto 80 anni, un compleanno importante che coincide con il sesto anniversario di Cinecittà si Mostra, l’iniziativa culturale che dal 2011 valorizza il patrimonio storico e architettonico della Fabbrica dei Sogni, consentendo l’accesso ai visitatori e arricchendone il contenuto tramite percorsi espositivi. In occasione di questa ricorrenza, Cinecittà si Mostra amplia la sua offerta culturale proponendo visite spe-
ciali, attività didattiche, eventi ed esposizioni che intratterranno i visitatori fino a domenica 28 maggio. Il pubblico non solo ha l’opportunità di visitare i grandi set e gli edifici storici con le mostre allestite al loro interno - Perché Cinecittà, Girando a Cinecittà e Backstage. Un percorso didattico per Cinecittà - ma ha la possibilità di partecipare a visite speciali. I visitatori vivranno un’esperienza stimolante: attraverso racconti, aneddoti e curiosità, potranno 22
di Andrea Carli
scoprire come nasce una scenografia, curiosare tra gli oggetti di un’attrezzeria scenica, entrare in un teatro di posa scoprendo i trucchi della finzione e immergersi nell’atmosfera fantastica del Cinegarden, per conoscere i segreti di un allestimento floreale per il cinema. Il programma delle visite speciali è arricchito da attività didattiche per i più piccoli e le famiglie, che hanno così l’occasione di vivere Cinecittà !!! da veri protagonisti. n. 2 - maggio 2017