La presenza italiana al 72° Festival di Cannes è ridottissima ma di qualità. Cinecorriere

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cinema&fiction Anno 72 - numero 1/2 maggio-giugno 2019 - 2,00 € 90001

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Speciale

Festival di Cannes 14-25 maggio

IL TRADITORE L’ultimo film di Bellocchio, con Pierfrancesco Favino, unico italiano in concorso MOVIEMENT L’industria cinematografica, compatta, promette: “Sale aperte tutto l’anno” L’ISOLA DEL CINEMA Schermi sotto le stelle e lungo il fiume a Roma da giugno a settembre PANORAMICA Solo cose belle, A.N.I.M.A. e Fucilateli!: viaggio nella realtà indipendente

Brad Pitt e Leonardo DiCaprio La coppia di divi hollywoodiani sbarca sulla Croisette con la nuova opera di Tarantino

C’era una volta a Cannes



Rivista illustrata di cinema e fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore editoriale Andrea Splendore and.splendore@gmail.com Vicedirettore Luigi AVERSA aversaluigi@gmail.com Art Director Stefano SALVATORI s.salvatori1965@gmail.com Realizzazione Das Designer Agenzia di Servizi Editoriali Piazza Augusto Imperatore, 32 00186 Roma dasdesigner@gmail.com Hanno collaborato Andrea Carli, Eugenia Chierico, Francesco Ferri, Silvia Gambirasi, Mirella Paolillo, Irene Sofi Editore MEMA SRLS Viale Parioli, 63 00197 Roma tel. 06 85353394

editoriale

Cannes numero 72

Il Festival della qualità

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a presenza italiana al 72° Festival di Per la sezione Industry, raccontiamo la naCannes è ridottissima ma di qualità. scita di Moviement: tutto il mondo dell’induIn concorso c’è soltanto Il traditore stria cinematografica si unisce in modo comdi Marco Bellocchio, con Pierfrancesco patto per fare squadra e rilanciare il cinema Favino nei panni di Tommaso Buscetta. come forma di intrattenimento culturale per Poi qua e là, nelle sezioni collaterali (Un tutto l’anno. certain regard, Quinzaine des realisateurs, Annunciamo anche la nuova Isola del ciSemaine de la Critique), poco altro, ma co- nema, di cui Cinecorriere è media partner munque interessante (Lorenzo Mattotti, da qualche anno, che ha già lanciato la nuova Luca Guadagnino). edizione del concorso per cortometraggi deInvece è ricchissimo di grandi nomi il nominato Mamma Roma. programma della competizione con regiSpazio quindi, come sempre, al cinema indisti importanti e già vincitori da queste parti pendente, presentando tre film che debuttano come Jim Jarmusch, Pedro Almodovar, nelle sale in questo periodo: Solo cose belle, i fratelli Dardenne, Ken Loach, Terren- su pregiudizi e accoglienza; A.N.I.M.A., satice Malick. Ma c’è soprattutto Quentin ra politica con echi zavattiniani; Fucilateli!, Tarantino con il suo C’era una volta a... documentario sulla Grande guerra. Hollywood, Brad Pitt e Leonardo DiCaPer la sezione fiction ci occupiamo del film prio protagonisti. tv di Raiuno, Duisburg - Linea Fuori concorso due interesdi sangue, sul massacro perpetrasanti biopic: Rocketman, su Elto dalla ‘ndrangheta in Germania ton John; e Diego Maradona. qualche anno fa; e di Gomorra 4, In questo numero speciale con l’intervista a una delle attridiamo anche spazio ai reportaci della serie, Claudia Tranchege da altri Festival, quelli di Lise. Quindi i grandi eventi: Roma sbona e di Bari (Bifest). Europa Festival (teatro, musica, Poi ai premi, che in questa danza, ecc.), la Francia in scena, stagione cominciano a fioccare, e Rock in Roma. Un numero ricC’era da La Pellicola d’oro a I Tulipauna volta co e variegato, come sempre. a Cannes Renato Marengo ni di seta nera. cinema&fiction Anno 72 - numero 1/2 maggio-giugno 2019 - 2,00 € 90001

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Speciale

Festival di Cannes 14-25 maggio

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IL TRADITORE L’ultimo film di Bellocchio con Piefrancesco Favino unico italiano in concorso

Brad Pitt e Leonardo DiCaprio La coppia di divi hollywoodiani sbarca sulla Croisette con la nuova opera di Tarantino

MOVIEMENT L’industria cinematografica compatta sotto lo slogan “Sale aperte tutto l’anno” L’ISOLA DEL CINEMA Schermi sotto le stelle e lungo il fiume a Roma da giugno a settembre

PANORAMICA Solo cose belle, A.N.I.M.A. e Fucilateli!: viaggio nella realtà indipendente

sommario Cannes 72 Grandi nomi sulla Croisette di Luigi Aversa Cannes 72 Le sezioni collaterali di Stefano Salvatori

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Industry Moviement, sale aperte tutto l’anno di Andrea Carli 14

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Festival di Lisbona Schermi italiani in Portogallo di Eugenia Chierico

Media partner L’Isola del Cinema riapre a giugno. E parte il concorso Mamma Roma di Irene Sofi 15

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Bari International Film Festival Tra cinema e utopia di Eugenia Chierico

Indipendenti Solo cose belle, A.N.I.M.A. e Fucilateli! di Francesco Ferri 16

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Premi Tulipani di seta nera di Silvia Gambirasi

Gomorra 4 Intervista a Claudia Tranchese di Mirella Paolillo

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Romaeuropa Festival Paesaggi visivi e sonori di Luigi Aversa

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Eventi Rock in Roma 2019 di L.A.

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Premi La Pellicola d’Oro, riconoscimento ai mestieri del cinema di L.A. 13

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Grandi firme sulla Croisette Da Tarantino ad Almodovar, da Bellocchio a Ken Loach, da Malick ai Dardenne: al 72° Festival di Cannes sfila la crema del cinema d’autore mondiale n n n di Luigi Aversa

In apertura: Brad Pitt e Leonardo DiCaprio in C’era una volta Hollywood di Quentin Tarantino. Qui accanto: Penelope Cruz in Dolor y Gloria, nuovo film di Pedro Almodovar

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a 72esima edizione del Festival di Cannes, in programma dal 14 al 25 maggio, si preannuncia come una delle più ricche di qualità degli ultimi anni. Dei ventuno titoli in competizione, più della metà porta la firma di grandi nomi del panorama cinematografico internazionale. A cominciare da Quentin Tarantino, la cui presenza sulla Croisette, in forse fino all’ultimo, è stata fortemente voluta dal delegato generale del Festival Thierry Fremaux. Con il suo attesissimo decimo lungometraggio C’era una volta a... Hollywood, ambientato nella Los Angeles del 1969 sullo sfondo degli omicidi

della famiglia Manson, il regista cult per eccellenza insegue la Palma d’oro, premio da lui vinto agli esordi della carriera, ben venticinque anni fa con il suo capolavoro Pulp Fiction. Anche l’unico italiano in concorso è un maestro del cinema mondiale, parliamo di Marco Bellocchio, che sugli schermi della Costa Azzurra porta Il traditore, film sul “boss dei due mondi” Tommaso Buscetta, interpretato da un grandissimo Pierfrancesco Favino. Il regista de I pugni in tasca e Il diavolo in corpo è stato da queste parti l’ultima volta nel 2016 con Fai bei sogni, film basato sul romanzo autobiografico omonimo di Massimo Gramelli-


Giuria di qualità

La parola ai giurati Inarritu & company

Sopra: Pierfrancesco Favino in una scena de Il traditore di Marco Bellocchio. Qui sotto: Taron Egerton nel film fuori concorso su Elton John, Rocketman, regia di Dexter Fletcher

ni, presentato però alla Quinzaine des Réalisateurs. Quest’anno nella corsa alla Palma deve vedersela con uno stuolo di avversari di riconosciuta fama. Uno di questi è Pedro Almodóvar, un habituée della rassegna, dove un paio di anni fa è stato anche presidente di giuria. Il regista spagnolo qui nel 1999 ha vinto il premio per la miglior regia con Tutto su mia madre e sette anni più tardi quello per la migliore sceneggiatura con Volver. Dolor y Gloria è il titolo della sua nuova pellicola, un’opera chiaramente autobiografica nella quale un regista sul viale del tramonto rivede la sua vita, tra amori, passioni, progetti e delusioni.

Un nome di spicco è anche quello del regista che apre la 72esima edizione, Jim Jarmusch, di ritorno a Cannes tre anni dopo Paterson. L’ex capofila del cinema indipendente - Camera d’Or per il miglior film d’esordio nel 1984 con Stranger than Paradise e Grand Prix Speciale della Giuria ventuno anni dopo con Broken Flowers - propone quest’anno un divertente film horror con protagonisti degli zombie affamati, The Dead Don’t Die. Altro veterano del Festival è Ken Loach. Due volte Palma d’Oro nel 2006 e nel 2016, rispettivamente con Il vento che accarezza l’erba e Io, Daniel Blake, e

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il regista messicano Alejandro González Iñárritu (foto sopra) a presiedere la giuria della 72esima edizione del Festival di Cannes. «Sono onorato, entusiasta e immensamente fiero di presiedere la giuria - ha dichiarato il regista vincitore di cinque premi Oscar - Il cinema scorre nelle vene del pianeta e questo festival ne è il cuore. Con la giuria, avremo il privilegio di essere i primi spettatori di nuovi film dei nostri colleghi cineasti venuti dal mondo intero. È un vero piacere e una grande responsabilità che ci assumiamo con passione e dedizione». Iñarritu succede a Cate Blanchett, presidente di giuria lo scorso anno. Con lui nel gruppo di giurati, c’è anche la nostra Alice Rohrwacher (foto sotto), che lo scorso anno qui ha vinto l premio per la miglior sceneggiatura con Lazzaro felice. Completano la giuria internazionale i registi e sceneggiatori francesi Enki Bilal e Robin Campillo, l’attrice statunitense Elle Fanning, il regista greco Yorgos Lanthimos, l’attrice e regista burkinabe Maimouna N’Diaye, il regista polacco Paweł Pawlikowski e la regista statunitense Kelly Reichardt.

Segue a pag. 6

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Qui sopra: la Montée des marches di Cannes vista dall’alto. A destra: la scalinata del Palais des Festivals

Qui accanto, da sinistra: Pierre Lescure, presidente del Festival; Thierry Frémaux, delegato generale; la Palma

ben tre volte Premio della giuria con L’agenda nascosta (1990), Piovono pietre (1993) e La parte degli angeli (2012), il regista britannico continua a schierarsi dalla parte degli ultimi con Sorry We Missed You, la storia di Ricky e della sua famiglia, in crisi economica profonda dopo il crack del 2008. Come Loach anche Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno nel loro carnet due Palme d’oro per Rosetta (1999) e L’Enfant - Una storia d’amore (2005). Tra i loro ultimi lavori, pure Il ragazzo con 6

la bicicletta, Grand Prix Speciale della Giuria nel 2011. Il film dei due fratelli belgi dell’edizione 2019 della rassegna è Young Ahmed, un lavoro di estrema attualità su un adolescente belga che interpreta in maniera estrema il Corano. Con tutto quello che ne può conseguire. Terrence Malick, autore di grande prestigio, ha vinto la Palma d’oro nel 2011 per The Tree of Life e il premio per la regia nel 1979 con I giorni del cielo. Ci riprova nuovamente con A Hidden Life, il dramma ambientato du-

rante la Seconda guerra mondiale, di Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza che fu giustiziato dal Terzo Reich. A Cannes ha già vinto anche Abdellatif Kechiche con La vita di Adele (2013). È di nuovo sulla Croisette con Mektoub, My Love: Intermezzo, secondo capitolo della saga dedicata al giovane Amin. Molto attesi poi anche un paio di titoli fuori concorso, due biopic: Rocketman di Dexter Fletcher, su Elton John; e Diego Maradona di Asif Kapadia. nnn



Schermi diversi

Panoramiche collaterali

n n n di Stefano Salvatori

Un Certain Regard, Quinzaine, Semaine de la Critique, Midnight e Special Screenings, Cinéfondation: dodici giorni di proiezioni da tutte le latitudini e per tutti i gusti

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ccanto al programma principale del Festival di Cannes 2019, nella Selezione ufficiale c’è la sezione Un Certain Regard, che aggiunge diciotto lungometraggi al computo complessivo della manifestazione. Thierry Frémaux, come negli anni passati, ha puntato sui giovani e sulle donne, con otto opere prime e sette registe. A rappresentare l’Italia c’è Lorenzo Mattotti con La famosa invasione degli orsi in Sicilia, film animato ispirato all’omonimo racconto di Dino Buzzati. Francesi, spagnoli e americani compongono il grosso del programma con il veterano Bruno Dumont che guida la pattuglia transalpina con Joan of Arc. Anche nella Quinzaine des Réa8

lisateurs c’è un nostro connazionale ed è un pezzo da novanta del cinema di casa nostra. Si tratta di Luca Guadagnino, che presenta in anteprima un cortometraggio di altissimo profilo, The Staggering Girl, trentacinque minuti di magia ed eleganza realizzati per Valentino. La protagonista del corto è Julianne Moore. Tra gli altri, il programma della Quinzaine include i nuovi lavori di Bertrand Bonello, Rebecca Zlotowski, Takashi Miike e Robert Eggers. Quest’ultimo, scrttore e regista che ha debuttato con l’horror The Witch, per il suo nuovo film, The Lighthouse, ha scelto come protagonisti Robert Pattinson e Willem Dafoe, per un fantasy-horror che si basa su vecchie leggende marinare. Il


Premio alla carriera

Il divo Alain Delon re della Croisette

In apertura: The Staggering Girl. Più in basso: Chicuarotes. Qui sopra: Joan of Arc. Sotto: Tommaso, Il signor diavolo e La famosa invasione degli orsi in Sicilia

D

opo Jeanne Moreau, Woody Allen, Bernardo Bertolucci, Jane Fonda, Clint Eastwood, Jean-Paul Belmondo, Manoel de Oliveira, Agnès Varda e Jean-Pierre Léaud, il Festival assegna la Palma d’Oro onoraria 2019 ad Alain Delon (nelle foto in due diverse scene di The Girl on Motorcycle con Marianne Faithfull). Il suo rapporto con Cannes parte da lontano. È iniziato nel 1961 con Che gioia vivere, che fu presentato nella selezione ufficiale. Fotografi e fan si sono scatenati allora e trent’anni più tardi per Nouvelle vague di Jean-Luc Godard. Finalmente torna sulla Croisette per la Palma d’oro alla carriera. «Pensava sarebbe dovuto venire qui solo per festeggiare i registi con cui ha lavorato», hanno detto Lescure e Frémaux.

film è girato in bianco e nero, Dafoe è protagonista anche di Tommaso di Abel Ferrara, storia di un artista americano che vive a Roma con la sua giovane moglie europea e la loro figlia di tre an-

ni. Un’opera sul tema dell’immaginazione che è presentata negli Special Screenings. Come Chicuarotes, terzo lungometraggio da regista dell’attore messicano Gael Garcia Bernal. nnn 9


Lisbona, Italia Capitale del cinema tricolore Dodicesima edizione della Festa do Cinema Italiano de Lisboa, un inno alla nostra arte in tutte le sue forme: musica, pittura, letteratura e perfino gastronomia n n n di Eugenia Chierico Qui sopra: la facciata del cinema Sao Jorge di Lisbona, una delle sale in cui si proiettano i film della Festa do Cinema Italiano de Lisboa. Sotto: i poster che annunciano la manifestazione, tutti realizzati rivisitando in chiave contemporanea e spregiudicata le pitture italiane rinascimentali

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rchitetture manueline e barocche, antichi quartieri, melanconico fado, lucili azulejos. È questa la cornice in cui si svolge la Festa do Cinema Italiano de Lisboa. Anno dopo anno, il festival ha esteso la sua presenza in 18 città portoghesi, Brasile, Angola e Mozambico. Questa 12ª edizione, che si inoltra fin nel mese di giugno, si è proposta come un inno all’arte italiana, in tutte le sue forme: musica, pittura, letteratura e perfino gastronomia. Il festival ha presentato oltre 60 lungometraggi suddivisi in diverse sezioni: “Panorama”, con le più recenti opere dei maggiori registi italiani; “Amarcord”, de-

dicata ai classici; “Competizione”, con lungometraggi di nuovi registi, in gara per il premio del miglior film; e infine una nuova sezione speciale Make Italy Great Again - Italia nao é um pais racista, dedicata ai film che mostrano come nel nostro Paese, nonostante un clima politico e sociale avverso, ci siano ancora persone e movimenti che lottano per rendere l’Italia una terra accogliente. Non è un caso che il Premio del Pubblico Canais TV Cine & Séries sia stato assegnato a Bangla, il film di Phaim Bhuyan che narra di un giovane musulmano di origini bengalesi, il quale, nato in Italia ventidue anni fa, vive con la famiglia a Torpignattara, quartiere multietnico di Roma.

Non sono mancati gli incontri con ospiti illustri, come l’attore Alessandro Borghi, i registi Claudio Giovannesi, Matteo Rovere, Daniele Luchetti e tanti altri che si sono confrontati con un pubblico di appassionati, rendendo le proiezioni molto partecipate. Ebbene in questo Paese - casa di autori come Manoel De Oliveira, Paulo Rocha, Joao Cesar Monteiro, di film acclamati nei festival, una passione critica condivisa per questa cinematografia dalla storia frammentaria ma non di certo conclusa - il cinema italiano rappresenta ancora oggi un caposaldo imprescindibile che i portoghesi amano e celebrano vivamente. nnn


Bif&st Bari International Film Festival tra cinema e utopia

Successo e grandi numeri per la decima edizione di una kermesse del “popolo”, lontana dalle rassegne riservate soltanto agli addetti ai lavori

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uesto festival è davvero un’utopia» aveva affermato il cineasta Edgar Reitz riferendosi al Bif&st – Bari International Film Festival. E questa decima edizione tra esordi, conferme e omaggi si è rivelata come un ideale, non solo per gli amanti del cinema ma anche per chi si affaccia in punta di piedi in questa arte. A marcare il successo di questo festival unico in Italia e che in sordina si sta facendo strada come uno degli appuntamenti più significativi, c’è un programma con 200 proiezioni, 303 appuntamenti con il pubblico (incontri, conferenze, masterclass e convegni) e una gran quantità di ospiti qualificati giunti a Bari da ogni parte del mondo: 418, tra registi, attori e personalità della cultura. A confermare il crescente interesse per il Bif&st - ideato, e artisticamente diretto, da Felice Laudadio, con presidente la regista tedesca Margarethe von Trotta - è il numero degli spettatori: ben 76mila, con molte proiezioni salutate da lunghe file di spettatori fuori dal multisala Galleria e dal Teatro Petruzzelli. Un Festival del “popolo” accolto con un incredibile fermento, lontano dalle rassegne riservate

n n n di Eugenia Chierico

esclusivamente agli addetti ai lavori, ma atteso da un’alta attenzione di persone che fanno la fila per riempire le sale per vedere i classici e ascoltare lezioni di registi, attori e produttori. Un festival, come ha affermato con stupore Paola Cortellesi, che arriva al cuore delle persone, incrementa e stimola l’interesse di questa arte. Ciò è dimostrato non solo dall’istituzione di una giuria popolare, che ha assegnato i premi per le sezioni opere prime e seconde, ma

anche dalla partecipazione a laboratori curati da grandi del cinema - come quello di scenografia di Marco Dentici, regia e recitazione di Amedeo Fago, costumi di Lia Morandini - che hanno visto, non solo lezioni frontali, ma anche la realizzazione di progetti che verranno inseriti nel programma dell’11a edizione. Bif&st, un evento che rende la città di Bari Mecca del cinema internazionale, dove il cinema si fa utopia. nnn

Sopra: il Teatro Petruzzelli. Sotto, da sinistra: Ennio Morricone, di cui sono stati celebrati i 90 anni con una retrospettiva; Polvere di stelle restaurato; Miriam Leone, protagonista dell’anteprima L’amore a domicilio

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Si è conclusa la dodicesima edizione del Festival Internazionale del Film Corto Tulipani di Seta Nera. Il premio per il Miglior Cortometraggio è andato a Due Volte di Domenico Onorato

n n n di Silvia Gambirasi

Cinema e Tulipani D

In alto: Domenico Onorato premiato da Caterina D’Amico. Sopra, da sinistra, in senso orario: Lorella Cuccarini con Cataldo Calabretta, Elena Sofia Ricci, Pino Insegno con Metis Di Meo, Enrico Nigiotti

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opo due giorni di proiezioni e dibattiti al Multisala Barberini, domenica 5 maggio si è conclusa la dodicesima edizione del Festival Internazionale del Film Corto Tulipani di Seta Nera con un sold out al Teatro Brancaccio di Roma. La serata di gala, preceduta da un’interminabile sfilata di vip e personalità sul Red Carpet allestito per l’occasione, è stata condotta da Cataldo Calabretta e Metis Di Meo. Con loro, Lorella Cuccarini a ricoprire il ruolo di madrina del Festival. Sul palco si sono alternati importanti ospiti del cinema italiano, premiati per loro capacità di farsi portatori di valori sociali attraverso le loro interpretazioni e per il loro impegno sociale. Tra questi, Elena Sofia Ricci e Alessio Boni, che hanno ricevuto il Premio Sorriso Diverso. Due momenti musicali hanno scandito l’evento: Enrico Nigiotti è stato premiato per il brano Nonno Hollywood. I Musicanti hanno cantato un medley di brani di Pino Daniele, tratti dal musical al de-

butto romano il 7 maggio. Spazio alla comicità con Gigi e Ross, arrivati da Napoli, e Pino Insegno. Protagonista indiscusso della serata è stato però il cinema, inteso come strumento per abbattere ogni diversità. Il premio assegnato dalla Giuria di VariEtà presieduta da Janet De Nardis è andato a La goccia e il mare di Daniele Falleri. Ad aggiudicarsi il Premio Rai Cinema Channel è stato il corto Addio Clochard di Michele Li Volsi e Marcello Randazzo. Che fine ha fatto l’inciviltà di Delio Colangelo è il corto che si è aggiudicato il Premio Sorriso Nascente Opera prima. La serata si è conclusa con la consegna del Premio per il Miglior Cortometraggio della dodicesima edizione del Festival. A ottenere il meritato riconoscimento è stato Due Volte di Domenico Onorato. Il regista è stato premiato dalla Presidente di Giuria Caterina D’Amico, raggiunta per l’occasione sul palco da Paola Tassone e Diego Righini, rispettivamente Direttore Artistico e Presidente del Festival. n n n


La Pellicola d’Oro Maestranze alla ribalta

Nona edizione del premio che porta in primo piano quei mestieri che hanno un ruolo fondamentale nella realizzazione di un film. Premiati anche Buy, Haber e Foglietta n n n di L.A.

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a nona edizione de La Pellicola d’Oro ha chiuso i battenti con una serata di gala condotta da Roberta Serdoz. Ideato dallo scenografo e regista Enzo De Camillis, La Pellicola d’Oro è un riconoscimento che intende portare alla ribalta quei “mestieri” che hanno un ruolo fondamentale nella realizzazione di un film. Questi i premiati: Margherita Buy (premio attività artistiche); Alessandro Haber (attore protagonista); Anna Foglietta (attrice protagonista); Loro di Paolo Sorrentino (premio qualità); Claudia Cravotta (direttore di produzione); Andrea Doria (operatore di macchina); Daniele Verdenelli (capo elettricista); Paolo Bovi (capo macchinista); Roberto Serafini (attrezzista di scena); Antonella Bachini (sarta di scena); Fabio Traversari (tecnico effetti speciali); Tirelli Costumi (sartoria cineteatrale); Massimo Chessari (capo costruttore); Giuseppe Liotti (storyboard arstist); Marco Stefanelli (maestro d’armi); Stefano Grosso (creatore effetti sonori). I Premi alla Carriera sono andati al produttore Bruno Altissimi e al direttore della fotografia Roberto Girometti. Una targa ricordo della serata a nome delle troupe italiane è andata a Christopher Lambert. n n n

Dall’alto: Margherita Buy premiata da Francesco Rutelli; i due sul palco con Roberta Serdoz, Christopher Lambert ed Enzo De Camillis; Alessandro Haber; Serdoz con Neri Parenti e Anna Foglietta

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Progetto Moviement Sale aperte tutto l’anno

n n n di Andrea Carli

Vivere il grande schermo da gennaio a dicembre e soprattutto rilanciare la programmazione estiva con un’offerta di qualità. Questo è il progetto dell’iniziativa che coinvolge l’intera industria cinematografica

«U

In apertura: Fast & Furious Hobbs & Shaw. A destra: Godzilla II: King of the Monsters; Qui sopra: Il Re Leone A destra: Men in Black: International

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n progetto innovativo e ambizioso, che in tre anni intende cambiare le abitudini degli spettatori italiani», così Luigi Lonigro, Presidente Distributori Anica, presenta Moviement, iniziativa «voluta in modo forte e unitario da tutti i protagonisti del nostro cinema, per vivere e far vivere le sale dodici mesi all’anno», gli fa eco il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli. Sostanzialmente Moviement, per la prima volta in Italia, è un progetto che coinvolge tutto il mondo dell’industria cinematografica. I distributori, le major, gli indipendenti, gli esercenti, le sale d’essai, i multiplex, i produttori, le istituzioni e i talent, tutti si muovono nella stessa direzione, insieme e coordinati. Un’unione virtuosa e compatta per rilanciare il cinema come forma di intrattenimento culturale per tutto l’anno. Le aziende di distribuzione garantiranno la programmazione

di grande cinema spettacolare e di qualità da gennaio a dicembre, senza interruzione, con le sale aperte tutto l’anno. Le istituzioni daranno un contributo per sostenere l’iniziativa e una grande campagna marketing punterà a cambiare nello spettatore la percezione del cinema d’estate. Tra gli oltre sessanta film che usciranno in sala da maggio ad agosto ci sono grandi autori internazionali e italiani, blockbuster, per una offerta trasversale in grado di soddisfare tutti i gusti. Questi alcuni titoli: Godzilla II: King of the Monsters; Beautiful Boy; Domino; X-Men Dark Phoenix; Toy Story 4; All Is True; Annabelle 3; SpiderMan: Far From Home; Men in Black: International; Nureyev: the White Crow; Il sole è anche una stella; Submergence; Fast & Furious - Hobbs & Shaw; Il Re Leone. Il programma sarà reso noto nel dettaglio a Cannes. nnn


L’Isola del Cinema La kermesse estiva romana festeggia la sua XXV edizione

Dal 13 giugno all’1 settembre, il cinema a Roma è sotto le stelle e lungo il fiume. Tre mesi di anteprime e incontri sull’Isola Tiberina. E c’è anche il concorso per cortometraggi Mamma Roma n n n di Irene Sofi Qui sopra: lo schermo grande de L’Isola del Cinema. Sotto, da sinistra: il poster del concorso Mamma Roma e le Città Metropollitane; Andrea Rivera con Giorgio Ginori, Direttore Artistico de L’Isola del Cinema; il pubblico del festival

L’

estate di cinema e cultura sta per tornare sull’Isola Tiberina. Il 13 giugno apre infatti i battenti la XXV edizione de L’Isola del Cinema, festival del quale Cinecorriere è media partner da qualche anno. Fino all’1 settembre, gli appassionati della Settima arte potranno godere, sotto le stelle, di un programma ricco di anteprime, premi, masterclass di registi e attori, per oltre 80 serate. Per la XXV edizione, l’isola di pietra a forma di nave avrà tre nuovi compagni di viaggio: Innovazione, Ambiente e Turismo. Sempre attenta alle innovazioni

e alle nuove tecnologie, propone infatti un’offerta ampia: dai grandi classici ai nuovi registi emergenti, dai film d’autore all’esperienza del cinema immersivo. La vocazione de L’Isola è anche quella di esprimere la sua multiculturalità; particolare attenzione, quindi, al cinema internazionale, attraverso un ricco calendario di appuntamenti. Isola Mondo è una sezione realizzata in collaborazione con ambasciate e istituti di cultura, un modo per scoprire il cinema degli altri Paesi. Come luogo d’incontro tra le arti, nella programmazione avranno spazio anche la musica, la lettera-

tura, la fotografia e la poesia. In apertura della XXV edizione ci sarà un omaggio a Sergio Leone e al suo cinema, in occasione dei 90 anni dalla sua nascita. Nell’ambito della kermesse, l’Isola promuove anche l’VIII edizione del concorso di cortometraggi Mamma Roma e le Città Metropolitane, da quest’anno di respiro nazionale. Il contest è indirizzato ai filmaker che vorranno raccontare in dieci minuti la loro città, i quartieri e le persone che li abitano, con l’utilizzo di mezzi semplici come lo smartphone. Testimonial d’eccezione è l’attore nnn Andrea Rivera.

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Sguardo ravvicinato sul cinema indipendente

Solo cose belle, A.N.I.M.A. e Fucilateli!: tre film d’impegno sociale e civile, a basso budget ma dagli alti contenuti, per raccontare l’Italia di ieri, di oggi e forse di domani n n n di Francesco Ferri In apertura: parte del cast di Solo cose belle. Qui a destra: Adolfo Margiotta, Pino Ammendola e Massimo Olcese in A.N.I.M.A.

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olidarietà e accoglienza; satira politica; affresco storico e denuncia: sono questi i temi rispettivamente di Solo cose belle, A.N.I.M.A. e Fucilateli!, tre film molto diversi tra loro - il primo è una delicata commedia corale, il secondo spazia dal grottesco alla fantascienza, il terzo è un documentario - ma accomunati da diversi fattori. Tutti possono essere considerati lavori da circuito indipendente, anche se una piccola finestra nelle sale sono riusciti a ritagliarsela, soprattutto i primi due. Tutti sono prodotti a basso budget, pur vantando un cast di alto profilo professionale. E tutti sono caratterizzati da una dose significativa di impegno civile e sociale.

Solo cose belle, diretto da Kristina Gianfreda, è la storia di Benedetta, la figlia adolescente del sindaco di una cittadina romagnola e del suo incontro con una casa famiglia, in cui vivono diverse persone dal passato diffi-

cile. Andando contro a ogni convenzione sociale, la ragazza s’innamora del giovane ex detenuto Kevin ed entra in punta in piedi, non senza qualche remora, nella struttura. Un viaggio al quale partecipa anche lo spettatore. Tra


Qui sopra e a destra: due immagini tratte dal documentario Fucilateli!. Sotto, da sinistra: tre scatti dal film Solo cose belle

Qui accanto: due scene tratte da A.N.I.M.A.

pregiudizi, sospetti e sgomberi, ma anche commozione e spensieratezza, Benedetta assapora il piacere dell’accoglienza e scopre l’importanza della solidarietà. A.N.I.M.A., di recente premiato a Perugia per il valore etico, intende rispondere a questa domanda: fa più danni la politica corrotta o l’ignavia che promette e non mantiene? Su questa traccia Pino Ammendola e Rosario Montesanti firmano una commedia drammatica, che, giocando sull’acronimo di Atassia Neuro Ipofisaria Monolaterale Acuta, racconta le vicissitudini di Anio

Modòr, politico superficiale, lontano anni luce dal concetto di “bene comune” e la sua presa di coscienza delle conseguenze delle proprie azioni. Fra le musiche del film, ci sono due splendidi brani firmati dalla PFM: The Lesson e la ben nota Impressioni di settembre. La colonna sonora originale è firmata da Alberto Pizzo, music supervisor è Renato Marengo. Presentato al Senato, Fucilateli!, scritto e diretto da Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato, scoperchia le tombe senza nome dei condannati della Grande Guerra. Chiudendo idealmente,

dopo cento anni, i lavori della Commissione d’Inchiesta presieduta dal generale Caneva e promossa dall’allora presidente del Consiglio Orlando, istituita nel gennaio 1918 e chiusa nei primi mesi del 1919. Un importante riconoscimento del valore della storia e della sua ricostruzione come strumento di consapevolezza civile. Il documentario, infatti, racconta la vicenda, piena di ombre, delle centinaia di fucilazioni fra il 1915 e il 1919. Con particolare attenzione a quelle avvenute nei mesi successivi alla disfatta di Caporetto, ma non solo. n n n 17


Claudia Tranchese

«Grazia Levante ha la mia stessa voglia di riscatto» n n n di Mirella Paolillo

Dopo Chanel, Patrizia e Azzurra nasce in Gomorra 4 un’altra donna: il volto che racconta la nuova generazione del Sistema

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olto nuovo di Gomorra La serie, Claudia Tranchese, la Grazia Levante della quarta fortunata stagione, ci racconta le sue esperienze e il legame di profonda sintonia che ha instaurato con il suo personaggio. Sociologa di formazione, attrice di professione, Claudia ha sempre alimentato quel bagaglio di conoscenza ed esperienza da cui crede che un attore debba attingere per ogni sua interpretazione: «Sono convinta che il miglior percorso formativo per un attore sia quello

In apertura e qui a destra: due scatti che ritraggono Claudia Tranchese, Grazia in Gomorra 4. Sopra: Cristiana Dell’Anna, che interpreta Patrizia

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della vita reale. Io ho fatto danza per dieci anni, mi sono laureata, ho seguito il percorso per diventare giornalista, ho lavorato come amministrativa, ho fatto la commessa. Mentre tutti gli altri stavano già facendo l’accademia, io non me lo potevo permettere e ho dovuto faticare, ma per me quello è stato un osservatorio antropologico indescrivibile, che mi ha portato a registrare nella mia memoria dei profili umani che un giorno vorrei tanto interpretare». Sensibile e determinata, sicura solo della bellezza dei suoi desideri, per rispondere alla sua curiosità si è sempre lanciata in esperienze nuove e sconosciute; ma quando parla del suo sogno di fare l’attrice, Claudia, non riesce ancora a chiamarlo per nome: «Studiare e lavorare per mantenersi, al giorno d’oggi per i giovani è complicato. Mi ponevo tanti obiettivi, ma sapevo già che sarebbero stati a breve termine: in cuor mio ho sempre saputo che volevo fare questo nella vita». E “questo” traguardo è riuscita a raggiungerlo: nel 2019 entra a

far parte di Gomorra 4, la stagione dei record che ha tenuto incollati alla tv più di un milione di telespettatori, interpretando Grazia Levante, una ragazza cresciuta in una famiglia patriarcale, da cui cerca di emanciparsi. Divisa tra le regole familiari che ha interiorizzato e l’esempio di donna, Patrizia, a cui vorrebbe assomigliare, vive una tensione interiore forte. «Grazia è il personaggio con cui Michelangelo è più in sintonia, basta loro uno sguardo per capirsi. Sono entrambi insofferenti al sistema verticistico in cui sono cresciuti, ma c’è una differenza: lui è maschio e per questo godrà di possibilità che a Grazia non verranno mai date, come andare a studiare a Bologna e poter lasciare il nido/gabbia. L’arrivo di Patrizia rappresenta per Grazia conquista e perdita allo stesso tempo: ora sa che si può essere donna anche diversamente dal modello di sua madre, ma allo stesso tempo sente di perdere il suo posto primario nella vita di Michelangelo, “l’unico uomo che mi rispetta se sta spusann’ a te!”,


Mondo Fiction

Duisburg, criminalità italiana in trasferta

Sopra: Claudia Tranchese (a sinistra) e Cristiana Dell’Anna in una scena della quarta stagione della serie. Qui sotto: un’altra scena di Gomorra 4 con Salvatore Esposito (Genny Savastano) al centro della foto

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arriva a dire a Patrizia nel giorno del matrimonio». Grazia è voglia di rivalsa, di libertà, ma anche di paura e insicurezza: è una guerra continua che Claudia ha cercato di far emergere fin dal primo momento in cui ha vestito quei panni, che si è sentita da subito cuciti addosso; un sentimento di riscatto che le unisce e le accomuna: «Chi viene dalla periferia questo senso di incompiutezza, dello stare sempre un passo indietro agli altri, lo avverte fin da subito. Grazia si è, così, riconosciuta in Patrizia e nella sua lotta per emergere, e io a mia volta mi sono riconosciuta in lei, empatizzando con il mio personaggio fino alle lacrime, come non mi era mai capitato prima. In questa costruzione Marco D’Amore mi ha aiutato a scoprire i nervi di Grazia così da renderla ipersensibile a qualsiasi cosa». E a proposito di set, le chiedo di raccontarmi il “dietro le quinte” della famiglia Levante: «La cosa per me più straordinaria è il rapporto che siamo riusciti a costruire come gruppo Levante: ci hanno chiesto di diventare famiglia

e noi famiglia lo siamo diventati, litighiamo e facciamo pace come nella vita reale». La serie è criticata da chi sostiene da un lato che sia un cattivo esempio per i giovani e dall’altro che restituisca un’immagine distorta di Napoli. D’altronde, l’“effetto Gomorra”, pare abbia anche fatto nascere il nuovo fenomeno del turismo di periferia, tra le vele di Scampia, per visitare i luoghi del set. «Io ricorderei che è una serie tv e in quanto tale un prodotto d’intrattenimento: la narrazione si ispira a fatti realmente accaduti ma non si propone di raccontare fedelmente la realtà criminale napoletana, non è un documentario! A chi parla di emulazione dico che sarebbe più utile andare a monte del problema, magari la mancanza di strumenti con cui decodificare il messaggio della serie e l’emergenza culturale del nostro Paese potrebbe preoccuparli più a giusta ragione. Turismo? Ben venga, fuori dall’Italia avrebbero già economizzato la possibilità di crescita turistica!». nnn

nche Raiuno racconta il mondo della criminalità organizzata e lo fa con un film tv in onda mercoledì 22 maggio in prima serata. Duisburg - Linea di sangue,diretto da Enzo Monteleone, s’ispira ai fatti di sangue del Ferragosto 2007, una strage che ha mostrato la capacità di infiltrazione della ‘ndrangheta anche all’estero, in questo caso in Germania. Nella tranquilla Duisburg, cittadina della Renania Settentrionale, davanti al ristorante “Da Bruno”, sei corpi rimangono senza vita sull’asfalto. Tutte le vittime sono calabresi e poco più che ventenni. La strage ha un forte impatto sui media tedeschi: mai una cosa simile era accaduta in Germania. Per catturare i killer di Duisburg, vengono chiamati il cacciatore di mafiosi Michele Battaglia (Danielel Liotti) e il suo collega tedesco Thomas Block (Benjamin Sadler). Nonostante le differenze e la reciproca diffidenza, i due diventano una coppia di investigatori affiatata. Battaglia ricostruisce una complessa faida familiare nata a San Luca, in Aspromonte, ritenuto la capitale della ‘ndrangheta. Una faida iniziata nel 1991 tra i clan Politano-Favara e Lapadula-Albanese, che si contendono l’egemonia sul territorio, e proseguita per anni fino a quella tragica notte. (L.A.)

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Roma, Europa, Mondo

Paesaggi globali

n n n di Luigi Aversa

Il 34° REF valica come sempre i confini del Vecchio continente, per un viaggio ideale che - partendo dai riti, dalle culture, dalle tradizioni - ci proietta nel presente e nel futuro dell’espressione artistica

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andscape, paesaggio: è questo il filo rosso che attraversa l’edizione 2019 del Romaeuropa Festival. «Mentre scorrevo il programma elaborato da Fabrizio Grifasi ho pensato a La carta e il territorio, titolo di un libro di Michel Houellebecq», racconta Monique Veaute, Presidente della Fondazione Romaeuropa, presentando la 34a edizione della manifestazione, «Landscape è il titolo di questa edizione. Un paesaggio da scoprire e da attraversare. Una cartina volta a rappresentare un panorama singolare: la geografia del nostro mondo di oggi». Come sempre, infatti, anche il 34° REF valica i confini del Vecchio continente facendoci attraversare il pianeta fra riti tribali e 20

urban culture, radici recise e migrazioni coatte, tra realismo magico, realtà globale e intelligenza artificiale, per sviluppare una illuminante e coinvolgente lettura critica del mondo di oggi. Dal 17 settembre al 24 novembre, quasi 400 artisti provenienti da 27 Paesi saranno protagonisti di ben 126 eventi in scena in 20 spazi della Capitale. Una panoramica globale sulle tante forme dell’espressione artistica, dalla danza al teatro, dalla musica alle arti digitali, dedicando diversi momenti anche al dialogo con il grande cinema e la letteratura. Si parte il 17 settembre con il Brasile energico e selvaggio della coreografa Lia Rodrigues, per la prima volta al REF con il suo Furia: danza contempora-


La Francia in scena

Dodici incroci magici con l’autunno romano

S In apertura: Furia di Lia Rodrigues. Più in basso: Bruno Beltrao e il suo Grupo de Rua. Qui sopra, dall’alto in senso orario: Alsarah and the Nubatones, Fatoumata Diawara, Ascanio Celestini

nea, musiche rituali per una pièce forsennata con protagonisti nove danzatori. Dal Brasile arriva per la prima volta anche Bruno Beltrao con il suo Grupo de Rua, mentre tornano il celebre coreografo anglo-bengalese Akram Khan e il maestro William Forsythe. Mettono in scena argute e complesse riflessioni sul presente alcuni dei registi teatrali contemporanei più acclamati. Lo svizzero Milo Rau ambienta l’Orestea di Eschilo a Mosul, nel contesto della guerra contro l’Isis; il tedesco Thomas Ostermeier, assieme a Sonia Bergamasc, rappresenta Ritorno a Reims del sociologo francese Didier Eribon; Ascanio Celestini esplora il mondo delle barzellette tra luoghi comuni e autoironia; Saverio la Ruina ricostruisce il rapporto tra un italiano e un musulmano nell’Abruzzo dei terremotati. Per la prima volta al festival, il francese Cyril Teste porta in scena l’attrice icona Isabelle Adjani

per rileggere un cult del cinema mondiale: La notte della prima di Cassavetes. Contropartita di questo viaggio nella mente di un’attrice è il testo autobiografico e introspettivo di Jan Fabre The Night Writer. Giornale Notturno realizzato appositamente per l’attore italiano Lino Musella. Al digitale e al virtuale è dedicata la sezione Digitalive: un dialogo fra tecnologia, intelligenza artificiale e performance. Sonorità contemporanee, rock, jazz, pop attraversano tutto il REF. Da non perdere le sudanesi Alsarah and the Nubatones e soprattutto il concerto di chiusura del 24 novembre. Nella line-up d’eccezione, Ryuichi Sakamoto al fianco di Alva Noto per presentare il loro Two, Christian Fennesz impegnato al fianco dei visuals di Lillevan nella presentazione del suo ultimo disco Agorà, il pianista e compositore Chassol con il suo Ludi e l’attrice e cantante, “statuaria, superba, elegante” Fatoumata Diawara. n n n

ei mesi di spettacoli in 21 città, da Bolzano a Palermo, di cui 7 eventi dedicati alle arti visive, 8 al circo contemporaneo, 30 progetti fra danza e performance, 42 appuntamenti musicali, 13 show teatrali e 9 destinati al giovane pubblico, per un totale di 109 proposte e 250 repliche: la Francia in Scena dal 4 maggio ha inaugurato la sua quinta edizione, che proseguirà fino al 27 novembre. La manifestazione presenta al pubblico italiano tutta la diversità e la vitalità della scena artistica transalpina, nel segno delle tre parole d’ordine di questa nuova stagione: giovani, futuro, Europa. Come ogni anno, è fitto il dialogo con il REF. In autunno saranno 12 gli appuntamenti in comune. Tra questi, il teatro di Cyril Teste con Isabelle Adjani (foto sopra) che rilegge un capolavoro del cinema firmato da John Cassavetes, e quello di Julien Gosselin che si cimenta con il testo Falce e Martello di Don Delillo. Sul fronte della danza Aurélien Bory, Hamdi Dridi, Théo Mercier e Steven Michel e su quello del circo, James Thierrée. Ampio spazio alla musica con Blick Bassy, Mayra Andrade (sotto), Erik Truffaz, Abdullah Miniawy, Peter Corser.

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Indie, trap, hip hop, pop e chi più ne ha più ne metta. L’11° Rock in Roma prende il via il 23 giugno. Chiusura il 7 settembre al Circo Massimo con Thegiornalisti

Le stelle della musica brillano

nel cielo di Roma In alto: Skin. Sotto, da sinistra: Salmo, Ketama 126, Carl Brave, Calcutta, Ben Harper, Thirty Seconds to Mars

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con questa sono undici! La grande musica continua a fare tappa nella Capitale grazie a Rock in Roma, manifestazione in programma dal 23 giugno al 27 luglio, con una coda il 7 settembre, ideata e fondata da Maxmiliano Bucci e Sergio Giuliani. Un appuntamento che da sempre richiama tanti appassionati provenienti da tutto il mondo. Quest’anno il festival si estende a tutta la Città Eterna con quattro diverse location. La sede storica dell’Ippodromo delle Capannelle si sdoppia Red Stage e Black Stage - e ospiterà: Anathema, Calcutta, Capo

n n n di Luigi Aversa

Plaza, Franco126, Gemitaiz, The Zen Circus, J-Ax + Articolo 31, Haken, Bad Bunny, Salmo, Carl Brave, Ozuna, Subsonica, Ketama126 + Speranza + Massimo Pericolo + guests, Ex Otago + Viito, The Blaze, Luchè, Animals As Leaders. Al Teatro Romano di Ostia Antica, nell’ambito dell’Ostia Antica Festival – Il Mito e il Sogno, approderanno Kraftwerk, Negrita, Neurosis + Yob + guests, Marlene Kuntz, Loredana Bertè. Nella prestigiosa Cavea dell’Auditorium Parco della Musica si esibiranno: Thirty Se-

conds to Mars, Skunk Anansie + special guest; Ben Harper & The Innocent Criminals, Nick Mason’s Saucerful of Secrets. Sarà il Circo Massimo, invece, a ospitare il concerto di chiusura della rassegna: a settembre, sul palco della grande arena al centro della città suoneranno Thegiornalisti. Media partner del festival sarà Rockol e Rai Radio 2 si riconferma anche quest’anno la radio ufficiale del Rock in Roma. Radio 2 Live, condotto da Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini, sarà in diretta dall’Ippodromo delle Capannelle. n n n


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Gli Statuti, le leggi e gli accordi di co-produzione

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Tutte le e-mail ed i siti I film italiani dal 1930 Le sale e le multisale italiane

I premiati del Cinema Italiano: Oscar, David di Donatello, Medaglie d’Oro - Una Vita per il Cinema, Nastri d’Argento, Venezia

Editore: Centro Studi di Cultura, Promozione e Diffusione del Cinema Corso Francia, 211 • 00191 Roma • Tel. 06 3296519 • info@annuariodelcinema.it • www.annuariodelcinema.it Pubblicità: A.P.S. Advertising Via Tor de Schiavi, 355 • 00171 Roma • Tel. 06 89015166 • Fax 06 89015167 • info@apsadvertising.it • www.apsadvertising.it



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