Cinecorriere - Festival del Cinema di Roma 2014

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cinema&fiction Anno 66 - numero 7 novembre 2014 - 2,00 €

Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma

TOMAS MILIAN Acting Award al grande Monnezza MARCO RISI Intervista al regista di Tre tocchi MANETTI BROS. Dall’Italia alla Cina ...con furore ALICE NELLA CITTÀ Supereroi e cartoni per Young/Adult

Roma 2014

È qui la Festa! Dal 16 al 25 ottobre il grande cinema torna nella Capitale Apertura con Soap Opera


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Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore Responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore Editoriale Andrea SPLENDORE a.splendore@cinecorriere.it Vicedirettore Luigi AVERSA l.aversa@cinecorriere.it Art Director Stefano SALVATORI dasdesigner@gmail.com Realizzazione Das Designer Grafici&Giornalisti Associati Largo dei Fiorentini, 1 00186 Roma Tel. 06 68308712 (*11) Hanno collaborato Silvia Gambirasi Massimiliano Ferone Alessandro Logli Rodolfo Masi Editore CDA srl Viale Liegi,7 00198 Roma info@servizieditorialicda.it

editoriale Alla Festa del Film di Roma i premi li assegna il pubblico na vera e propria Festa del cinema per riportare il cinema tra la gente, per fare davvero il cinema per la gente e con la gente. Festa quindi anziché Festival e per questo Marco Müller, Direttore del Festival Internazionale del Film di Roma, ha voluto rendere davvero popolare tutta la rassegna romana di quest’anno. Per prima cosa, cambiando radicalmente la giuria: per la prima volta in un grande festival sarà la gente, il pubblico, gli spettatori a giudicare i film in competizione e non una ristretta élite di critici e addetti ai lavori. Non giudizi di maniera, concettuali ma più semplicemente a “furor di popolo”. Troppo spesso ormai capita che la gente affolli sale con film che han-

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Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De Schiavi, 355 00171 Roma Tel. 06 89015166 Fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it Stampa Arti Grafiche Celori www.grafichecelori.com © Cinecorriere - tutti i diritti di riproduzione sono riservati. L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. Tutto il materiale ricevuto, e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.

sommario

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Er Monnezza e la Capitale: un amore corrisposto di Alessandro Logli Incontri d’autore Masterclass aperte a tutti di Rodolfo Masi

Wired Next Cinema al MAXXI Il futuro è già arrivato di Luigi Aversa

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Roma Web Fest I nuovi linguaggi dell’audiovisivo di L.A.

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Vince Tempera Sette note fra circuiti di mille valvole di Luigi Aversa 20

4 Il Festival di Roma si fa in quattro e ricomincia da nove... di Luigi Aversa

no pochissime stelle (o palle) e che film osannati dalla critica facciano flop al botteghino. Giusto quindi che la critica dica la sua ma giusto anche cominciare a premiare quei lavori che piacciono realmente di più al vero giudice del successo di un’opera cinematografica, il pubblico. La Festa, alla quale dedichiamo questo numero di Cinecorriere, dà ampio spazio al cinema giovane, al Web, alla Tv, ai progetti coraggiosi, a proposte con meno divi e più giovane talento. Insomma il cinema si riprende quella parte importante che ne è la componente principale: la capacità di comunicare direttamente con la gente e non solo con gli addetti ai lavori. Renato Marengo

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Accademia Griffith Se l’immagine veste il suono di L.A.

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Non solo RomaCinemaFest Gli altri appuntamenti di Rodolfo Masi

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Marco Risi: Il mestiere più precario? È quello dell’attore di Silvia Gambirasi 10 Manetti Bros. Dall’Italia alla Cina... con furore di Renato Marengo

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Alice nella città Divi, cartoni e supereroi per Young/Adult di Massimiliano Ferone 16

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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Il Festival di Roma si fa in quattro

di Luigi Aversa

E ricomincia da nove... Cinema d’oggi, Gala, Mondo genere e Prospettive Italia sono le quattro linee di programma attraverso cui si snoda la rassegna capitolina. Che torna alla sua vocazione popolare

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a primissima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, datata 2006, si chiamava Cinema. Festa internazionale di Roma e si svolgeva nel mese di ottobre. La giuria popolare era presieduta da Ettore Scola e l’evento era stato una vera e propria festa coinvolgendo per dieci giorni “l’intera città, dal centro alle periferie: cultura alta e spettacolo popolare, film d’autore e grande pubblico...” scriveva Il Messaggero. Otto anni dopo, l’intenzione è quella di ritornare alle origini: la manifestazione si svolge dal 16 al 25 ot-

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tobre e non più a novembre come negli ultimi quattro anni; la giuria è tornata nelle mani del pubblico, rendendo quindi la kermesse di fatto non competitiva; e lo spirito, almeno nelle intenzioni, vuole essere popolare, festoso e aperto a tutta la città. «E anche opportunamente schizofrenico - ha sottolineato il direttore Marco Müller, in occasione della presentazione alla stampa dell’evento - la commedia Soap Opera è il film inaugurale e subito dopo c’è una pellicola tedesca durissima... Collocarsi in un momento dell’anno equidistante dalla fine di Venezia e

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Pagina accanto, in apertura: Marco Müller. Più sotto, da sinistra: Emir Kusturica ne La foresta di ghiaccio, Richard Gere in Time Out of Mind, 12 Citizens

dall’inizio di Torino vuol dire sperimentare uno specifico diverso per Roma, contribuendo al consolidamento di un differenziato sistema dei tre festival italiani. “Mostra d’Arte Cinematografica” il primo, con selezioni competitive di cinema d’autore; priorità ai giovani a Torino; a Roma, invece, spazio ancora una volta ai grandi film “popolari ma singolari” e centralità del pubblico, che diviene protagonista assoluto nel valutare i film, i contenuti del programma». La Selezione Ufficiale del Festival, la cui madrina è Nicoletta Romanoff, quest’anno si articola in quattro linee di programma: Cinema d’Oggi ospita film di autori vari, sia affermati che giovani; Gala presenta una selezione di grandi pellicole n.7 - nov 2014

“popolari ma originali” della nuova stagione; Mondo Genere annovera film di genere diverso; Prospettive Italia è un focus sulle nuove tendenze del cinema nostrano, di finzione oppure documentario. Ma, come anticipato, sono gli spettatori quest’anno i veri protagonisti della nona edizione del Festival. Tocca a loro, infatti, premiare i film di tutte le linee di programma. I riconoscimenti vengono assegnati sulla base dei giudizi espressi dal pubblico all’uscita dalla sala. Una commedia, quindi, apre la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

A fianco: Andiamo a quel paese. Sopra, da sinistra in senso orario: I milionari, Soap Opera, Buoni a nulla, Dolares de arena, Biagio. Qui sotto: Angeli della rivoluzione. A centro pagina: Nicoletta Romanoff

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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Qui sopra: #scrivimiancora e Gone Girl. In alto: Escobar. Sotto: gli Spandau Ballet e Phoenix

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Si tratta di Soap Opera di Alessandro Genovesi, interpretata fra gli altri da Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Elisa Sednaoui, Chiara Francini, Ale e Franz, Diego Abatantuono, e mostra le storie, i sentimenti e gli equivoci che coinvolgono gli inquilini di un condominio nella notte di Capodanno. Sarà sempre una commedia, Andiamo a quel paese, scritta, diretta e interpretata da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, a chiudere la kermesse. Il nuovo lavoro del duo comico palermitano racconta le

divertenti avventure di due disoccupati che, tornati al paese natìo immaginano una soluzione alquanto originale per risollevarsi dalla crisi... Entrambi questi titoli fanno parte della sezione Gala, in cui figurano altri tre film italiani: Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio, che chiude una ideale trilogia iniziata con Pranzo di Ferragosto e continuata con Gianni e le donne; Giulio Cesare - Compagni di scuola, documentario diretto da Antonello Sarno sullo storico liceo romano; e Tre tocchi di Marco Risi, di cui parliamo a pagina 10 e 11 nell’intervista al regista.

Altre pellicole di richiamo in questa sezione sono Gone Girl L’amore bugiardo di David Fincher con Ben Affleck e Rosamund Pike; #scrivimiancora con le star Lily Collins e Sam Claflin, attesissime dal pubblico giovanile; Still Alice con Julianne Moore, Kristen Stewart e Alec Baldwin; infine, Spandau Ballet: il film, pellicola-evento che porterà nella Capitale i divi del pop anni Ottanta. Ai quindici film di Gala rispondono i sedici di Cinema d’Oggi, sezione che propone altri tre titoli italiani in concorso: Biagio di Pa-

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Sopra: The Knick con Clive Owen. A destra: Alec Baldwin e Julianne Moore in Still Alice. Qui sotto, da sinistra: Tusk, Nightcrawler con Jake Gyllenhaal, Rinko Kikuchi in Last Summer

squale Scimeca, La foresta di ghiaccio di Claudio Noce e I milionari di Alessandro Piva. In questo spazio si segnalano Angeli della rivoluzione di Aleksej Fedorcenko, cineasta russo che riceverà il Marc’Aurelio del futuro; 12 Citizens di Xu Ang, originale remake cinese di La parola ai giurati di Sidney Lumet; e Time Out of Mind di Oren Moverman con Richard Gere, Kyra Sedgwick e Steve Buscemi. In Mondo genere i film presenti sono sette. Ci sono soprattutto tre americani, specialisti del cinema di

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genere, con Nightcrawler di Dan Gilroy, interpretato da Jake Gyllenhaal e Rene Russo; Stonehearst Asylum di Brad Anderson con un super cast composto, fra gli altri, da Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Ben Kingsley, Michael Caine e Brendan Gleeson; e Tusk di Kevin Smith con Justin Long e Haley Joel Osment. Atteso anche il francese La prochaine fois je viserai le coeur di Cédric Anger con Guillaume Canet. Prospettive Italia ha otto film in prima mondiale, di cui cinque sono documentari e tre di finzione. Elisabetta Sgarbi, Gaetano Di Vaio, Francesco G. Raganato, Filippo Vendemmiati e Bartolomeo Pampaloni hanno scelto la prima strada; Roan Johnson, Lorenzo Sportiello e Leonardo Guerra Seràgnoli la seconda. Fra gli eventi fuori dalle quattro linee di programma, da non perdere l’ultimo film di Philip Seymour Hoffman, La spia - A Most Wanted Man di Anton Corbijn. nnn

A fianco: Brendan Gleeson in Stonehearst Asylum. Sotto: una scena di Fino a qui tutto bene di Roan Johnson

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«Roma, al contrario, si legge Amor». A dirlo è Tomas Milian, attore che con la Città eterna ha un rapporto intimo e profondo. E Roma ricambia l’affetto conferendogli il Marc’Aurelio Acting Award del Festival del Film

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Er monnezza e la Capitale

Un amore corrisposto In alto: Tomas Milian nei panni di Monnezza-Nico Giraldi assieme a Roberta Manfredi. Qui sotto, a destra e vicino al titolo: l’attore di origine cubana, ma di nazionalità statunitense e italiana, in alcune immagini di ieri e di oggi

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on premia soltanto le pellicole il Festival Internazionale del Film di Roma. Durante la manifestazione, Tomas Milian, attore di origini cubane dalla doppia cittadinanza, statunitense e italiana, riceverà il Marc’Aurelio Acting Award. A consegnarglielo sarà Sergio Castellitto, che lo ha voluto nel cast del suo prossimo film, Nessuno si salva da solo. Non si tratta solo di un premio, forse è più un tributo che Roma riserva all’attore che ha saputo incarnare gli aspetti più popolareggianti dell’essere romani. A tal

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punto che Milian – impreziosito dall’impareggiabile doppiaggio in romanesco di Ferruccio Amendola – è diventato emblema della romanità, come Alberto Sordi o Carlo Verdone, lui che romano non lo è. Tomas Milian nasce a Cuba, viene naturalizzato statunitense e prende la cittadinanza italiana solo nel 1969. Perché l’Italia diventa la sua casa. Lavora nel cinema d’autore degli anni ’60 con registi come Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini, per poi ritagliarsi il suo spazio all’interno della florida stagione degli spaghetti western. Fino ad arrivare all’apice, con i polizieschi all’italiana. L’ispettore Nico Giraldi,

di Alessandro Logli

alias Er Monnezza, non è solo un personaggio entrato nella storia del cinema italiano, è una vera e propria icona culturale, testimonianza della Roma degli anni ‘70. La Città eterna, con un popolo da sempre legato ai propri simboli e alle proprie origini, si affeziona subito a Milian, ma la vena artistica poliedrica di questo attore lo porterà a cimentarsi in generi diversi e a reinserirsi più volte nel cinema hollywoodiano. Il primo ritorno, nel 1961, avviene su richiesta di Dennis Hopper per recitare nel suo Fuga da Hollywood, mentre nel 1997 lo troviamo nel cast di Amistad di Steven Spielberg. In Italia non torna per vent’anni. Cosa rimane oggi del legame sentimentale tra Er Monnezza e Roma? «Roma è la città in cui mi sento a casa. La città che mi ha accolto come un figlio e che mi ha insegnato la vita. Se c’è un posto dove voglio trascorrere gli ultimi anni della mia esistenza è Roma che, al contrario, si legge Amor». Il premio a un amore corrisposto. nnn n. 7 - nov 2014


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Incontri d’autore Masterclass aperte a tutti Come ogni anno, tra i momenti più attesi dagli appassionati ci sono le lezioni pubbliche dei cineasti. Un’occasione unica e irripetibile In apertura: Asia Argento sul set. Sotto, da sinistra, altri protagonisti degli incontri e delle masterclass: Kevin Costner, Clive Owen, Takashi Miike, Brad Anderson, Wim Wensers

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ltre alle proiezioni dei film presenti nelle varie sezioni, il Festival di Roma è anche occasione di incontro con i grandi cineasti del panorama mondiale. Precedenza a una regista e attrice che nella Capitale ci è nata e ci vive. Parliamo di Asia Argento, protagonista di una masterclass in occasione della mostra Asia Argento: la strega rossa e della presentazione dell’omonimo volume fotografico. Detto di Milian (v. pag. 8) e Fedorcenko (pag. 7), che incontreranno entrambi il pubblico romano, riflettori puntati anche sul regista, sceneg-

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di Silvia Gambirasi

giatore, attore e produttore giapponese Takashi Miike, che riceverà il Maverick Director. Altri incontri speciali saranno, tra gli altri, quelli con Geraldine Chaplin, Kevin Costner, Clive Owen, Wim Wenders e Walter Salles. La prima sarà a Roma con Dolares de arena. L’attore, regista, produttore statunitense, Oscar per Balla coi lupi, mostrerà le sequenze dei suoi film più amati e risponderà alle domande degli appassionati. Owen incontrerà il pubblico nell’ambito di una serataevento in cui sarà proiettata la serie The Knick di Steven Soderbergh,

che andrà in onda in esclusiva assoluta su Sky Atlantic HD in autunno. Wim Wenders, al Festival con Il sale della terra, sarà all’Auditorium per un attesissimo incontro col pubblico. Infine, il regista brasiliano Walter Salles, premiato quest’anno con il Marc’Aurelio alla Carriera, assieme al regista, scrittore, sceneggiatore e produttore Jia Zhangke, Leone d’Oro a Venezia, sarà protagonista di un dialogo pubblico in occasione della proiezione di Jia Zhangke, Un Gars de Fenyang, suo documentario sulla vita e l’opera del cineasta cinese. nnn

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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Marco Risi Il mestiere più precario?

È quello dell’attore

Al Festival del Film di Roma con Tre tocchi, storia di un gruppo di calciatori-attori in lizza per un provino, il regista si racconta, dagli esordi, al rapporto con il padre Dino, alla sua passione per il calcio di Silvia Gambirasi alcio e recitazione, ci sono entrambi, ma soprattutto la seconda, nel nuovo film di Marco Risi, Tre tocchi, in lizza nella sezione Gala al Festival di Roma 2014. Al centro della pellicola, dove il regista si mette in gioco per la prima volta anche come produttore, ci sono le storie incrociate di sei componenti della squadra di football degli attori, quella, per capirci, alla quale diede vita negli anni Settanta Pier Paolo Pasolini, team amatoriale nel quale milita lo stesso Risi: «È vero, gioco e mi alleno con loro - racconta - mi piace far parte di questo gruppo, ha una storia importante, qui giocavano Ninetto Davoli e Ray Lovelock».

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Due dei personaggi di Tre tocchi rivaleggiano per partecipare a un provino, uno torna a Napoli per fare i conti col suo passato, uno scende a compromessi, tutti viaggiano tra illusione e rassegnazione. È vero, ma le delusioni per chi ha scelto di fare l’attore sono dietro l’angolo, anzi, non ho difficoltà a dire che non esiste mestiere più precario di questo. Certo, nel film c’è un retrogusto amaro anche nei momenti leggeri, ma il fatto di giocare a pallone con questi ragazzi, di aver vissuto per mesi le loro speranze e frustrazioni mi ha aiutato a capirli di più. Comunque due di loro alla fine il provino lo superano. n. 7 - nov 2014


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Sembra che ci tenga molto a questo film. Tengo a tutte le mie pellicole, ma quest’ultima in effetti rappresenta un po’ il “mio canto libero”, sarà perché ho contribuito a produrla, rinunciando anche al mio cachet. So che non le piace fare classifiche, ma quale tra i suoi titoli ha rappresentato "la svolta"? Forse Mery per sempre, e pensare che all’inizio il produttore, Claudio Bonivento, nemmeno mi voleva come regista, aveva pensato ad altri colleghi… In Mery per sempre c'erano attori sconosciuti, una scelta confermata in Tre tocchi: è meglio girare con quelli meno famosi? Per certi versi sì, sono più spontanei, meno viziati dall’impostazione dell’esperienza o del palcoscenico. Comunque in Tre tocchi ci sono pure interpreti famosi come Luca Argentero, Marco Giallini, Claudio Santamaria, anche se fanno solo dei brevi camei. Senza dimenticare Paolo Sorrentino, il regista n. 7 - nov 2014

premio Oscar per il quale i protagonisti devono sostenere il provino. Nella vicenda, in qualche sequenza appare lui in persona. Un papà, il grande Dino, un fratello, Claudio e persino uno zio, Nelo, tutti registi: Marco Risi non poteva che fare cinema? È probabile, ma non dovete pensare che il fatto di essere il figlio di Dino Risi mi portasse a frequentare i set: papà era guardingo, sospettoso e geloso del suo mondo, ci teneva distanti dal posto di lavoro. A parte La marcia su Roma, dove andai che avevo undici anni, non mi capitava di seguirlo quai mai dietro la macchina da presa. La voglia di fare film è maturata dopo, con un percorso del tutto indipendente e interiore. Con i film d'esordio “leggeri” Vado a vivere da solo e Colpo di fulmine ha dovuto soffocare la sue note malinconiche. Era l’inizio, volevo essere autonomo, mettermi alla prova... E comunque hanno funzionato.

Ma cos’è che la affascina veramente della regia? La possibilità di rappresentare la realtà attraverso la finzione, è una cosa che mi ha sempre attratto, anche quando giri dei film cosiddetti realistici ci metti del tuo, come sosteneva Federico Fellini. E cosa la affascina del calcio? Il gioco in sé, la gara, il campo, non certo il mondo dei calciatori a base di veline e discoteche, quello non mi dice niente. Però seguo il campionato. C’è una squadra in particolare per la quale tiene? Negli ultimi anni mi sto appassionando sempre più alla Roma. Nel corso della sua carriera ci sono stati momenti di pausa, prima del noir del 2013 Cha Cha Cha, era stato fermo quattro anni. Ha altro in cantiere? Effettivamente ci sto pensando, ma è ancora troppo presto per parlarne. Quanto al trend “attiva”, speriamo che duri, del resto il cinema è la mia passione. nnn

In apertura: Marco Risi sul set di Tre tocchi. Più in basso, da sinistra: Antonio Folletto, Vincenzo De Michele e Matteo Branciamore. Qui sopra: Paolo Sorrentino. Più in alto, a sinistra: Marco Giallini e Luca Argentero; gli attori-calciatori in posa negli spogliatoi. Qui sotto: De Michele

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KMSTUDIO

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NICOLA GIULIANO FRANCESCA CIMA E RAI CINEMA PRESENTANO

GABRIELE SALVATORES

DICEMBRE 2014 WWW.ILRAGAZZOINVISIBILE.IT

CREDITI NON CONTRATTUALI

UN FILM DI


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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Manetti Bros. Dall’Italia alla Cina... con furore

marziali, frutto della collaborazione con il produttore cinese Du Yuling. Abbiamo intervistato i due registi più punk della scena italiana e abbiamo chiesto a Marco Manetti. Siete presenti anche voi alla Festa di Roma con un progetto in collaborazione con un produttore cinese. Ha a che fare col vostro recente viaggio in Cina e col suclla Festa del Cinema di Roma, cesso di Song ‘e Napule? No, non c’entra Song’e Napule, fra le tante novità che la distinguono dagli altri Festival, anche se inaspettatamente il film è c’è un settore, nell’ambito di New stato programmato anche in Cina. Si Cinema Network, al quale la dire- vede che per qualche misteriosa zione artistica tiene molto, Grandi magia orientale, la Cina sta entrando Bellezze, che raccoglie otto progetti prepotentemente nei nostri destini. di cinema made in Italy. Tra questi, Siamo stati contattati da Christian incuriosisce quello dei Manetti Bachini, grande esperto di kung fu e Bros., reduci dal meritato, quanto arti marziali, che è diventato uno degli non previsto, successo di Song’e Na- attori stranieri più richiesti dal cinema pule, che dopo aver raddoppiato “a cinese. Grazie alla fama che si è guafuror di popolo” le sale di proiezione dagnato, è diventato anche produttore. ha replicato il successo nelle arene L’idea di fare un film con noi, a Baestive. I Manetti saranno presenti in chini era già venuta in occasione di un questa sezione con The Bizzare Jour- episodio della nostra prima serie di ney of the Soul Traveler, avventurosa Coliandro, dove si parlava di arti marvicenda a cavallo tra spy story e arti ziali. Quando siamo stati invitati al

Mentre sono in tv con le nuove puntate di Rex, i fratelli “punk” del cinema nostrano stanno per volare in Oriente con un nuovo progetto di di Renato Marengo New Cinema Network

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Festival di Pechino, Christian ci ha proposto di fare un film in Cina con Du Yuling. Abbiamo quindi pensato a questo progetto che è certamente nelle nostre corde: avventuroso, un po’ fantasy, un po’ nel mondo del kung fu ed ecco qui l’idea di The Bizzare Journey of the Soul Traveler, una coproduzione italo-cinese. Questa sezione creata da Marco Müller ci offre l’opportunità di promuovere progetti “arditi” come questo. Il film verrà girato in parte in Italia ma soprattutto in Cina. Grande bellezza italiana, certamente, ma a questo punto anche “bellezza cinese”. Attualmente siete impegnati nel poliziesco tv Rex. Come si trovano due come voi, considerati un po’ i registi italiani più trasgressivi, alle prese con una serie “classica” Rai? Vi hanno consentito di fare qualcosa fuori dall’ordinario o vi siete dovuti adattare a un serial che ha già una sua precisa identità? Ci andava semplicemente di farlo, una scelta in assoluta libertà, se una cosa che ci propongono ci piace, la n. 7 - nov 2014

facciamo senza problemi. Siamo due professionisti che vivono di cinema, andiamo al di là del nostro gusto personale. Nel rapporto con la Rai ci siamo sempre sentiti liberi di operare alla nostra maniera. La Rai ci lascia carta bianca. Rex ci piace, noi ci siamo cresciuti con quello spirito. Quando ci hanno proposto la serie abbiamo detto sì in meno di un quarto d’ora. Con mio fratello Antonio ci siamo chiesti: “Ma a te sarebbe piaciuto fare Rintintin?” Ci siamo nati guardandolo in Tv... Sappiamo che in una delle prossime puntate per un ruolo di un ricercato avete chiamato Ciccio Merolla, noto rapper percussionista napoletano che avevate già scelto come spacciatore cattivissimo in Song ‘e Napule. Gli avete affidato questa parte per le canzoni arrabbiate, di protesta urbana, che Ciccio canta quando rappa o avete scoperto un nuovo attore? Ciccio Merolla in Song’e Napule è stato molto bravo nel suo ruolo, recitava la parte di uno davvero cattivo

ed è stato particolarmente bravo perché lui nella realtà è una persona dolcissima, un buddista, un musicista raffinato. È un talento naturale, non ha certo studiato recitazione, ma essendo un vero artista, uno che abitualmente comunica col pubblico, gli viene quasi naturale di recitare. Con tutto il rispetto per tanti bravi attori che studiano o che vengono dal teatro, io penso che recitare sia un talento naturale. Ciccio questo talento ce l’ha ed è per questo che lo abbiamo chiamato ancora. A parte poi il legame di amicizia nato sul set di Song’e Napule, questo film ha anche fatto venire alla luce questo strano trio: noi Manetti, che non sapevamo che il titolo fosse già stato una trasmissione radiofonica di successo, la tua, con Pergolani, e una canzone, quella di Ciccio, che sul braccio ha addirittura tatuato proprio Song’e Napule. Questa serie di combinazioni non può che portare fortuna a tutti noi. Ora ci piacerebbe fare un video con un brano di Ciccio, ci piacerebbe visualizzare la sua energia nnn musicale.

Nella pagina accanto, in apertura: i Manetti Bros. In basso: Francesco Arca nel telefilm Rex. Qui sopra, dall’alto in senso orario: i Manetti con Serena Rossi e Alessandro Roja in un fuori scena di Song’e Napule; Ciccio Merolla; Christian Bachini

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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA

Alice nella città Divi, cartoni e supereroi in passerella per gli Young/Adult 16I25 OTTOBRE 2014

di Massimiliano Ferone

L’XI edizione della rassegna presenta 12 film in concorso e tanti eventi. Tra questi I guardiani della galassia e Doraemon 3D

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nche Alice nella città, sezione autonoma e parallela del Festival di Roma, ha un suo padrino. Per questa XI edizione la scelta è caduta su Giorgio Pasotti. L’attore presenterà le giornate di apertura e chiusura del concorso e incontrerà il pubblico a più riprese nel corso delle varie giornate della manifestazione.

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Inoltre, sarà presente al Festival anche come protagonista di Mio papà, il film di Giulio Base con Donatella Finocchiaro, Fabio Troiano, Ninetto Davoli, Emanuela Rossi, Niccolò Calvagna e Valerio Base, scritto dagli stessi Base e Pasotti insieme con Paolo Logli, sceneggiatore di innumerevoli produzioni per la tv e il ci-

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Nella pagina accanto, in apertura: Mio papà. In basso: Guida tascabile per la felicità e Trash. Qui a fianco: The Road Within. Più a sinistra: Black and White

nema, Alessandro Pondi, collaboratore abituale di Logli, Mauro Graiani e Riccardo Irrera. La pellicola aprirà fuori concorso l’XI edizione di Alice nella città il 16 ottobre alle ore 17 in sala Sinopoli. «Siamo molto contenti di avere con noi Giorgio Pasotti in questa edizione, un artista poliedrico e con una spiccata sensibilità rivolta ai più giovani» hanno dichiarato Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, direttori artistici di Alice nella città. Sotto la loro supervisione, il concorso di quest’anno è denominato Young/Adult ed è composto da dodici film in anteprima internazionale o europea. Fuori Concorso, oltre al film di Base, spiccano le presenze di titoli attesissimi come i Guardiani della n.7 - nov 2014

Galassia, nuova avventura tratta dai fumetti della Marvel; l’ultimo film del visionario Jean-Pierre Jeunet, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet 3D; Kahlil Gibran’s the Prophet, film d’animazione diretto a più mani; e per i più piccini il film in 3D su Doraemon. Altro nome importante presente in rassegna è quello di Kevin Costner che sarà ad Alice nella città per una masterclass, e accompagnerà il suo film Black and White, diretto da Mike Binder. Eventi speciali: l’incontro sul libro L’orso Paddington con l’anteprima mondiale di dieci minuti del film di Paul King con Nicole Kidman, Peter Capaldi, Sally Hawkins, Julie Walters e Jim Broadbent e, in più, alcune letture tratte dal libro di Michael Bond, inventore

del personaggio. Insomma, si preannuncia un’edizione ricca di pellicole da gustare e di incontri tra il giovane pubblico e star internazionali. Una delle novità di quest’anno, inoltre, sarà che il pubblico potrà direttamente proclamare il suo film favorito in concorso, senza dover attendere il giudizio di una giuria. nnn

Qui sopra: Doraemon 3D. Più in alto: Guardiani della galassia

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Nello spazio parallelo al Festival di Roma, “il grande schermo incrocia l’innovazione”. Anteprime e incontri con autori di ieri (Bellocchio, Scola), di oggi (Virzì) e di domani (The Pills, Zoro, Maccio Capatonda)

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Wired Next Cinema al MAXXI

di Luigi Aversa

Il futuro è già arrivato In alto: Diego Bianchi, in arte Zoro. Qui sotto, da sinistra: Maccio Capatonda, The Pills. Più a destra, nell’altra pagina: Filippo Timi, Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Sempre nella pagina accanto, da sinistra: Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti

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na delle novità principali di questa nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma è costituita da Wired Next Cinema (powered by Mazda), spazio dedicato ai nuovi linguaggi audiovisuali, senza distinzione di genere, durata e formato. Si tratta della natutrale evoluzione di un percorso già tracciato nelle precedenti edizioni della kermesse romana dalla sezione Extra prima e da CineMAXXI poi. È sempre la struttura del Museo nazionale delle Arti del XXI secolo

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progettato dall’architetto Zaha Hadid a ospitare la ricca settimana (o poco più) di incontri, anteprime e workshop che caratterizza il programma della manifestazione, il cui inizio è previsto il giorno successivo all’inaugurazione delle sezioni competitive del Festival, venerdì 17 ottobre, e la conclusione avverrà domenica 26, ventiquattr’ore dopo la cerimonia di premiazione. Dieci giorni di appuntamenti, quindi, con tutti i tipi di immagine, suono, forma di espressione e di spettacolo. Dal film documentario Il

sale della terra, in cui Wim Wenders racconta l’universo poetico del grande fotografo Sebastião Salgado, con la collaborazione alla regia del figlio di quest’ultimo, Juliano Ribeiro, alle nuove web series comiche dei The Pills, dei The Jackal fino a Il Candidato, con Filippo Timi protagonista; dal cinema sperimentale brasiliano di Marcelo Masagão, che con Ato, Atalho e Vento remixa tutto il cinema mondiale in un unico, ininterrotto film, alla star della rete (e non solo) Maccio Capatonda; dalle avventure del blog-

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Roma Web Fest

I nuovi linguaggi dell’audiovisivo

opo il Festival di Giffoni, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il RomaFictionFest e soprattutto dopo la conclusione della sua seconda edizione, che si è tenuta da venerdì 26 a domenica 28 settembre, il Roma Web Fest, ideato e diretto da Janet De Nardis e Maximiliano Gigliucci (nella foto qui sopra, la prima e l’ultimo da sinistra) fa capolino anche al Festival di Roma. Due gli appuntamenti in programma: il 20 ottobre nello spazio Rai Movie e il 24 ottobre. Venerdì 24 lo spazio del MAXXI occupato da Wired Next Cinema sarà interamente dedicato alle web series, genere che forse, più di ogni altro, rappresenta l’incontro più interessante tra cinema e Rete. A seguire ci sarà la selezione e proiezione degli episodi premiati dal concorso internazionale del recente Roma Web Fest. Una manifestazione che da un paio di anni si muove in questo territorio ancora poco conosciuto, segnalando autori, produzioni, generi e nuovi linguaggi, e che quest’anno ha registrato un’affluenza di pubblico superiore alle aspettative, con centinaia di persone che hanno affollato le sale del MAXXI nei tre giorni della rassegna. Un successo che il direttore generale del Roma Web Fest, Maxi Gigliucci, ha voluto individuare nel «momento di grandi cambiamenti che stiamo vivendo. Il punto di forza sono le storie e non più i rigidi meccanismi di un mercato ormai estinto».

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ger Zoro, alias Diego Bianchi, alle provocazioni comiche di Sabina Guzzanti; dalla sapienza di autori come Bellocchio, Scola e Virzì alla celebrazione del corpo dell’attore con Giorgio Pasotti, Roberto Herlitzka, Isabella Ferrari e Riccardo Scamarcio. «Wired Next Cinema - per dirla con Massimo Russo, direttore del mensile che dà il nome alla rassegna - è il luogo in cui il grande schermo incrocia l’innovazione, per capire come digitale e web hanno cambiato il racconto per immagini e suoni. In-

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ternet, la condivisione, il tempo della connessione permanente e dell’attenzione parziale hanno già trasformato il modo in cui si fa e si guarda il cinema. Non si tratta di tecnologia, ma di cultura». Nel corso di Wired Next Cinema vengono anche attribuiti due premi: uno al miglior video musicale per il concorso legato al singolo dei Subsonica Lazzaro, l’altro al miglior prodotto presentato per il contest L’invasione degli ultracorti, ovvero video realizzati sotto i quindici secondi di durata. nnn

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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 16I25 OTTOBRE 2014

Sette note fra circuiti di mille valvole A tu per tu con Vince Tempera, autore di decine di colonne sonore e delle sigle dei più popolari cartoon giapponesi. Da Ufo Robot a Capitan Harlock di Luigi Aversa Qui accanto: Vince Tempera oggi. In alto a destra: il musicista, al centro, negli anni ‘70 con i The Pleasure Machine, band da lui formata con Ellade Bandini, a sinistra, e Ares Tavolazzi. In alto a sinistra: Giuliano Gemma in Sella d’argento. Più sotto: Jennifer O’Neill in Sette note in nero. A centro pagina: Goldrake

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a grande animazione giapponese, che sugli schermi italiani si è affacciata per la prima volta a fine anni ‘70 con la serie tv Atlas Ufo Robot, continua a fare proseliti. Accanto alle tante produzioni di oggi, sono tornati in auge quegli anime che avevano fatto breccia nel pubblico giovanile di trent’anni fa. Parliamo di Goldrake, Mazinga, Capitan Harlock, personaggi di nuovo riproposti nelle sale o in dvd. Anche al Festival di Roma è possibile trovare qualche prodotto di quell’epoca. Fra le proiezioni di Wired Next Cinema, per esempio, c’è una piccola chicca: Il grande Mazinga contro Goldrake. E chi meglio di Vince Tempera - autore delle musiche e degli arrangiamenti, con Ares Tavolazzi e Luigi Albertelli, della sigla di Ufo Robot con cui vinse il Disco d’oro per aver superato il milione di copie vendute - poteva commentare questo revival di Goldrake & co? Proprio in questi giorni, nelle edicole circolano i dvd di Ufo Robot. «Dalle informazioni che ho - spiega Tempera - in 19 settimane saranno stampati 350.000 pezzi, ma la richiesta è già per 500.000... I dvd vanno in esaurimento ogni settimana e il numero ha superato anche Ligabue e Vasco Rossi. Ai concerti con Guccini, quando lui mi presentava, il

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pubblico chiedeva a gran voce che suonassi Ufo Robot. Ho fatto 50 canzoni, ma per quella impazzivano...». È un brano ormai memorabile. Un articolo di anni fa sul Corriere della Sera raccontava che a Roma 450.000 ragazzi che gridavano “La scuola è da cambiare” usavano Ufo Robot come inno durante il corteo. Fece cantare una generazione. Con le dovute differenze, come Blowin’ in the Wind per un’altra. Ora c’è un ritorno ai personaggi di quel periodo. Lo spazio, i robot componibili hanno sempre affascinato nella loro meccanica la nostra fantasia. Saranno usate le sue musiche anche per i film di nuovo in uscita? Quando si cambia formato bisogna chiedere il diritto di utilizzazione. Me l’hanno chiesto per Capitan Harlock. È stato presentato a Venezia n.7 - nov 2014


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Accademia Griffith

Se l’immagine veste il suono

ma mancava la canzone perché non avevano i diritti. Le radio che facevano per pubblicizzare il film? Usavano la sigla. Stessa cosa per l’Ape Maia, uscito da poco nelle sale? Per l’Ape Maia c’erano due sigle: la prima cantata da Katia Svizzero, per la seconda stagione scrissi una cosa alla Queen. Si facevano due, tre sigle per lo stesso cartone. Alla Festa di Roma, ci sono anche retrospettive sull’horror italiano anni ‘60. Al Trevi ce n’è una su Fulci con cui lei ha lavorato. Con lui ho fatto, tra gli altri, Sette note in nero, motivo ripreso anche da Tarantino per il suo Kill Bill vol.1. Ho rivisto il western Sella d’argento di Fulci con la colonna sua, di Bixio e Frizzi, come in Sette note... Il motivo non riuscivo a togliermelo dalla testa... Gli americani lo conoscono il meccanismo e fanno delle colonne sonore pazzesche. Da noi manca quel tema musicale che prolunga la vita di una pellicola. Pensi a Bud Spencer e Terence Hill: le musiche dei fratelli De Angelis rendevano simpatico il film. E il nostro Febbre da cavallo (Bixio-Frizzi-Tempera, ndr)? Non è stato da meno. nnn

all’Accademia di Cinema e Tv Griffith c’è una importante novità. Da quest’anno prende il via un nuovo Corso di Musica da Film e Sonorizzazione Video tenuto dal direttore di Cinecorriere Renato Marengo, e da Vincenzo Ramaglia (sopra), direttore della scuola. È proprio Marengo a introdurre il corso, che vedrà la partecipazione come ospiti, tra gli altri, di Franco Bixio (in basso a sinistra) e Marco Testoni (a destra): «Il rapporto tra suoni e immagini è oggi mutato rispetto alla comparsa delle prime musiche composte e utilizzate per i primi film negli anni ’20 del secolo scorso. Ci occuperemo delle colonne sonore dalla loro nascita, dal cinema muto accompagnato dal piano o da una formazione musicale dal vivo in sala, alle prime colonne sonore Usa e a quelle italiane. Le canzoni nel cinema italiano, agli albori del nostro cinema, erano la fonte principale di ispirazione dei primi film. E poi vennero il cinema drammatico, le commedie e le comiche, dove la musica iniziò ad avere un ruolo sempre più importante. Oggi una musica, oltre a sottolineare azioni, sentimenti, luci e colori può addirittura essere essa stessa ispiratrice di storie, soggetti, sottolineare scene con lunghe riprese mute, sostituire addirittura dialoghi. Possiamo affermare che è stato raggiunto un punto di interscambio sempre più paritetico tra immagini e suoni. Un’immagine può vestire un suono così come un suono può vitalizzare e caratterizzare un’immagine».

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Non solo

di Rodolfo Masi

RomaCinemaFest

Gli altri appuntamenti A fine ottobre, la Capitale e Reggio ospitano due manifestazioni singolari. Nella prima, dal 24 al 26, va in scena la Festa del cinema bulgaro; in Emilia, dal 23 al 27, invece, spazio ai cortometraggi con il Reggio Film Festival Accanto al titolo: una scena di Bulgarian Rhapsody. In alto: Jiri Kylian. A centro pagina: il film del coreografo, Schwarzfahrer. Qui sotto: un’altra immagine del Reggio Film Festival

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a stagione dei festival in questo scorcio d’autunno non si chiude solo con Roma. Proprio in coincidenza degli ultimi giorni della kermesse capitolina, si segnalano un paio di rassegne degne di nota. Sempre nella Capitale, dal 24 al 26 ottobre, la Casa del Cinema ospita la settima edizione della Festa del cinema bulgaro, una finestra sulle migliori nuove produzioni di una cinematografia con la quale l’Italia

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da anni ha intessuto uno straordinario dialogo. Fra i titoli in programma: Rapsodia bulgara di Ivan Nicev, candidato dalla Bulgaria per la selezione come migliore film straniero ai prossimi Oscar; Alienazione di Milko Lazarov, che ha vinto il premio di miglior regista della Federazione dei Critici Europei e dei Paesi Mediterranei a Venezia; e a chiusura della manifestazione Living Legends, che vede la partecipazione anche di Michele Placido, pellicola premiata al Manhattan Film Fest. Quasi in contemporanea, dal 23 al 27 ottobre, torna il Reggio Film Festival, rassegna internazionale dedicata al mondo del cortometraggio giunta quest’anno alla tredicesima edizione. In programma una selezione dei migliori corti, fra gli oltre 1.200 pervenuti da tutto il mondo. Ma non solo: documentari, workshop, incursioni nelle altre arti. Denota un’attenzione particolare al dialogo fra le arti l’evento di giovedì 23 ottobre che vedrà ospite il celebre

coreografo Jiri Kylian nei panni di regista. Saranno presentati Car-Men (2006) e Between Entrance and Exit (2013), ma soprattutto la prima mondiale del suo recentissimo Schwarzfahrer. Altro prestigioso ospite di questa edizione è Simone Massi, noto artista di corti di animazione. Fra gli altri appuntamenti del festival sarà anche proposta una personale della sceneggiatrice e regista Beryl Richards, vincitrice del premio laicità 2014 con il corto Recession. nnn n. 7 - nov 2014


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Il Network che non c’era

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