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EDITORIALE

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LET EXPO

LET EXPO

di Luca Barassi

Niente impedirà mai al sole di sorgere. Neanche la notte più buia.

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Guardiamoci (al)le spalle

una frase, questa, che può avere diversi significati. Guardarsi ALLE spalle per prima cosa può significare dare uno sguardo al proprio passato, o anche non solo al proprio ma a quello di tutti noi… e in questi giorni mi sono girato indietro e il mio sguardo è caduto proprio sul nostro lavoro, quello dell’editoria, rendendomi conto di quanto sia cambiato in solo un paio di decenni. Fare un “giornale” – di settore – negli anni ’90, ma anche all’inizio del nuovo millennio, significava passare una parte del tempo a raccogliere informazioni, partecipare alle conferenze stampa, convegni o workshop (non si chiamavano ancora così…), visitare i Saloni principali (un paio all’anno) e testare i nuovi prodotti. L’altra parte del tempo era dedicata ad assemblare tutte queste informazioni per costruire il “timone” e il numero che di lì a breve (ma anche con una certa calma) sarebbe uscito o in edicola o in spedizione postale. Due momenti ben distinti e quasi a compartimenti stagni. Oggi è tutto diverso. “Fare il giornale” non basta. La carta stampata, seppur meravigliosa e a mio avviso intramontabile, non è più lo strumento di informazione principale. Oggi c’è il web, i social, i podcast, i videopdcast e le chat. E chissà cos’altro verrà fuori. Il tempo non è più scadenzato dalle due fasi di cui sopra, ma è un continuum, un turbinio di informazioni, scrittura in tempo reale, post, montaggi e via dicendo. E di conseguenza anche la comunicazione va di pari passo. Non esiste più il “budget annuale”, ma un susseguirsi di momenti di comunicazione e scelta dei vari strumenti a disposizione. Bello, neh… stimolante… ma che fatica! Guardarsi le spalle, poi, ha una accezione un po’ più difensiva. Fa riferimento alla propria (o quella di chi ci sta vicino) sicurezza. Fisica o professionale che sia. Purtroppo, la nostra società ci costringe a guardarci le spalle di continuo per evitare passi falsi dai quali altri se ne approfitterebbero subito. Certo, non è il massimo. Vivere in un mondo più “puro” farebbe piacere a tutti… ma tant’è.

Infine, alla locuzione “Guardiamoci le spalle” abbiamo dato un significato tutto nostro. Di settore. Ci riferiamo, infatti, al mondo del trainato, ovvero tutto ciò che sta dietro il “camion”. Un comparto spesso poco considerato, ritenuto secondario, mentre è fondamentale per il lavoro di chi trasporta ed è fondamentale che sia considerato un tutt’uno con il “veicolo”, da un punto di vista di gestione dei costi e, non da ultimo, per la sicurezza di chi è a bordo e degli utenti della strada. A questo mondo, in questo numero di Trasportare Oggi, abbiamo dedicato uno Speciale per fare il punto sull’offerta dei vari costruttori e sulle problematiche che girano intorno a rimorchi, semirimorchi e allestimenti in generale. Otto pagine che devono essere un punto di partenza, e non di arrivo, per parlare di questi prodotti. Non solo, “Guardiamoci le spalle” è anche il titolo del convegno che, come evenT, abbiamo organizzato al Transpotec Logitec che come sapete è slittato a maggio. Il sabato 14, alle ore 10, associazioni di categoria, operatori e istituzioni si confronteranno per segnare una strada di sviluppo sostenibile e coerente col mercato.

E allora guardiamoci sì le spalle, ma con un occhio al futuro, perché indietro non torniamo, ma avanti ci andiamo di sicuro. Buon 2022. œ

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