Cambiare e Vivere Labico news 2009

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Anno 3, numero 1

9 gennaio 2009

Cambiare e Vivere Labico News

Convocazioni, sconvocazioni, riconvocazioni La prima riunione della neocostituita commissione urbanistica si era tenuta in un sereno clima prefestivo. Si era deciso di darle una veste informale, vista la necessità di procedere alla rapida approvazione del regolamento delle commissioni consiliari e si era colta l’occasione per trasformare l’appuntamento in una rilassante chiacchierata sulle questioni che l’amministrazione avrebbe dovuto affrontare nei mesi a venire. Si era detto che l’ultima seduta del consiglio sarebbe stata quella del 19 dicembre e il Sindaco si era impegnato – presenti il vicesindaco e l’assessore all’urbanistica – a non convocare il consiglio fino a dopo le festività natalizie. Nonostante in passato il Sindaco si fosse rivelato non troppo rispettoso dei propri impegni abbiamo pensato che non ci fossero ragioni per non fidarsi. Pochi giorni dopo veniva sconvocato il consiglio del 19 dicembre (“per motivi istituzionali” recitava il telegramma di avviso) ed eravamo tutti convinti che venisse tutto rinviato a dopo il 6 gennaio. Fino al 23 dicembre, giorno in cui arriva la convocazione di un consiglio per il 29 dicembre. Troviamo la procedura di dubbia correttezza, personale prima ancora che istituzionale, e chiediamo conto al Sindaco di questa imprevista convocazione. Sembra che il primo punto debba essere trattato con la massima urgenza. Rimane qualche dubbio. Possibile che l’urgenza sia emersa solo negli ultimi giorni? Perché non avvisare telefonicamente di questo proble-

di Tullio Berlenghi

ma? Come mai sono stati inseriti altri punti per i quali non vi era alcuna urgenza? In attesa degli opportuni chiarimenti attendiamo il primo (ed unico) giorno utile prima del consiglio per recarci negli uffici comunali ad esaminare diligentemente gli atti per i quali è stata decisa questa convocazione. Gli uffici sono desolatamente chiusi. Nessuna traccia di un solo dipendente comunale. Chiediamo al vigile e ci conferma che è tutto chiuso. Il consigliere Giovannoli non si dà per vinto e inizia a telefonare a diversi membri della giunta, dal Sindaco in poi. Niente da fare. Gli atti sono chiusi in una stanza di cui nessuno ha le chiavi. Il giorno del consiglio siamo tutti lì, tranne Spezzano che aveva contato sulla buona fede del Sindaco per assistere l’anziana madre in Calabria, pronti a chiedere di sospendere la seduta il tempo necessario per esaminare le carte e poi procedere all’approvazione del famigerato “atto urgente”. Della maggioranza però arrivano solo in tre. Qualcuno parla di problemi di salute degli altri consiglieri di maggioranza (un’epidemia a quanto sembra). Il Sindaco prova a dire che dipende dal fatto che non abbiamo potuto esaminare gli atti - ma Giovannoli lo invita a non prendersi gioco dei presenti – e in ogni caso si dice pronto a rinviare la seduta a gennaio. Ma come – rispondiamo – e l’urgenza? E poi c’è una questione di correttezza formale. Siamo in prima convocazione. Bisogna prendere atto della mancanza del numero legale e passare alla seconda convocazione. Va bene. Chiediamo solo al Sindaco di garantire che l’indomani venga esaminato esclusivamente l’atto “urgente”. Tutto il resto, comprese due nostre mozioni, rinviato a gennaio. Il Sindaco dà la propria parola. La seduta si chiude così. La mattina dopo siamo di nuovo puntuali all’appuntamento. La massiccia presenza dei consiglieri di maggioranza, prontamente guariti dai malanni del giorno precedente, fa nascere qualche sospetto. La seduta, tanto per cambiare, inizia con 45 minuti di ritardo. Chiedo subito al Sindaco di confermare l’impegno assunto il giorno prima. Il Sindaco non risponde e prova ad andare avanti. Fino a cinque, sei anni mi sembra un atteggiamento naturale. Entro l’adolescenza direi che questo silenzio si possa ancora giustificare. Dai quattordici anni non rispondere alle domande mi sembra un segno di maleducazione. Se poi l’interessato è un adulto e


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