Relazione LeT sui depuratori

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Nota sulla situazione relativa al sequestro degli impianti di depurazione comunali a cura di Maurizio Spezzano e Tullio Berlenghi Il sequestro dei due depuratori del Comune di Labico è indubbiamente un evento di enorme gravità per la collettività labicana, le cui conseguenze, ambientali ed economiche, sono ancora da valutare e quantificare in modo esatto. Proviamo a fare un quadro della situazione, sulla base delle informazioni a cui siamo riusciti ad accedere.

Situazione sotto il profilo penale Secondo le valutazioni della magistratura le ipotesi di reato sono tre: 1. Lo scarico delle acque derivanti dal ciclo di depurazione sul suolo anziché in un corpo idrico superficiale. Questa è l’unica questione sulla quale ci possono essere delle attenuanti (ma non giustificazioni). Quello che prima, in base alla normativa, era considerato un corpo idrico, adesso potrebbe non esserlo più. Diverse possono essere le cause che hanno determinato la riduzione del numero di giornate/anno con presenza di acqua. Una di queste potrebbe essere proprio da individuare nell’alterazione idrogeologica causata dalle scelte edilizie ed urbanistiche. In ogni caso, a prescindere dalle cause, compito di ogni amministrazione è quello di verificare che tutto ciò che avviene nel proprio territorio sia conforme alle leggi vigenti e non crei danni all’ambiente e all’ecosistema. Questo sicuramente non è avvenuto e la situazione si è trascinata colpevolmente per anni, mentre l’unico pensiero della maggioranza labicana è stato quello di aumentare le case (e di conseguenza il carico di lavoro dei depuratori) senza curarsi delle conseguenze. 2. Gestione illecita dei fanghi di depurazione. Sotto il profilo normativo i fanghi di depurazione sono rifiuti, con una precisa codificazione a livello comunitario, e devono essere mandati in discarica. A quanto risulta questo non è avvenuto e solo una minima parte dei fanghi prodotti dai depuratori è stata conferita correttamente in discarica. Il resto è stato smaltito in modo illecito.

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